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La dottrina delle idee

La teoria delle idee e la sua importanza


Platone nei dialoghi del primo periodo, ha sol elencato e difeso le teorie appartenenti a Socrate
interpretandolo a suo modo. Infatti le teorie di Socrate vengono già “ filtrate “ secondo gli interessi
del discepolo. Platone dando molta importanza al metodo delle definizioni di Socrate, lo interpreta
come il primo passo verso una dottrina assoluta per superare il relativismo dei sofisti. Infatti
Platone giunge a formulare la “ teoria delle idee” , che segna l’avvio alla seconda fase della
speculazione, ovvero quella di elaborare un proprio specifico ed originale pensiero, andando cosi
al di là delle dottrine che Socrate aveva insegnato. La dottrina delle idee rappresenta il cuore
stesso del platonismo maturo, infatti Platone parve di risolvere i massimi problemi della filosofia
solo dopo averla abbracciata.

La genesi della teoria delle idee


La genesi immediata della teoria delle idee è da ricercare nell’approfondimento della concezione
di “scienza” (epistéme, sophia). Platone, in antitesi ai sofisti e andando oltre lo stesso Socrate,
ritiene che la scienza debba essere perfetta, ovvero con i caratteri della stabilità e
dell’immutabilità. Essendo convinto che il pensiero rifletta l’essere, egli si chiede quale sia
l’oggetto proprio della scienza, ovvero se il concetto socratico fonda una scienza stabile e assoluta,
quale sarà l’oggetto del concetto? Si dovrà ammettere l’esistenza di un suo contenuto specifico,
senza però essere costituito però dalle cose del mondo apprese dai sensi, poiché quest’ultimi sono
mutevoli e imperfette, e quindi appartenete a quella forma di conoscenza mutevole e imperfetta
che Platone chiama <opinione> (dòxa).
L’oggetto proprio della scienza secondo Platone, sono le idee. Per noi moderni il termine “idea”
denota una rappresentazione, o un semplice pensiero, del nostro intelletto. Per Platone invece
indica un’entità immutabile e perfetta, il filosofo ne parla come di un’ousia, ovvero come di una
“sostanza” o “realtà autonoma”, e che costituisce con altre idee una zona d’essere diversa dalla
nostra che egli chiama “iperuranio”. Per Platone le cose sono copie delle idee, e nel mondo di
quest’ultime esistono “ la Bellezza” e “la Giustizia”. L’idea platonica è quindi il modello unico e
perfetto delle cose molteplici e imperfette di questo mondo. Per Platone quindi esistono due gradi
fondamentali di conoscenza, l’opinione e la scienza, cui fanno riscontro due tipi d’esseri distinti, le
cose e le idee. La verità imperfetta dell’opinione dipende dal carattere mutevole e transeunte
delle cose testimoniate dai sensi. La verità perfetta della scienza dipende invece dalla
configurazione perfetta del suo oggetto, quindi la scienza costituisce una conoscenza stabile,
perfetta e duratura. Platone accetta la teoria di Eraclito, secondo cui il nostro mondo è il regno
della mutevolezza, invece da Parmenide prende il concetto secondo cui l’essere autentico è
immutabile. L’idea di Platone presenta alcuni caratteri dell’essere parmenideo, ovvero nel Fedro si
dice che essa è < semplice e imperitura>; nel Simposio invece che <mai incomincia, né mai passa,
né aumenta né diminuisce>. In poche parole l’idea di Platone è immutabile, eterna e perfetta. Per
Platone dall’eleatismo deriva anche il dualismo gnoseologico tra sensibilità e ragione e il dualismo
ontologico tra le cose e l’essere.

Quali sono le idee


Nel pensiero platonico compaiono due tipi fondamentali di idee:

 Le idee-valori, che sarebbero i principali principi etici, estetici e politici. Come ad esempio il
Bene, la Bellezza, la Giustizia ecc..
 Le idee matematiche, che corrispondono alle entità dell’aritmetica e della geometria. Per
Platone infatti anche nei principi del pensiero matematico vi sono delle idee, poiché nella
realtà troviamo solo copie approssimative e imperfette dell’uguaglianza perfetta o del
quadrato perfetto.

Quindi Platone parla di “idee di cose naturali” e di “idee di cose artificiali” così l’idea platonica col
configurarsi come la forma unica e perfetta di qualsiasi gruppo, o classe, di cose. Le idee
costituiscono una “trama” di essenze aventi un ordine gerarchico - piramidale, con le idee-valori in
cima e l’idea del Bene al vertice.

Dialoghi della Maturità Dialoghi della Vecchiaia

Matematiche forme uniche e perfette

Idee = etiche idee = designate con un unico nome

Di oggetti naturali?

Idea del Bene = idea delle idee = supremo valore

Il rapporto tra le idee e le cose


Platone sostiene lo stretto legame tra le cose e le idee, le idee infatti sono:
 Criteri di giudizio delle cose, infatti noi per giudicare delle cose non facciamo a meno di
riferirci ad esse. Così possiamo dire che le idee sono la condizione della pensabilità degli
oggetti.
 Causa delle cose, poiché gli individui sono in quanto imitano o partecipano, delle essenze
archetipe. Ad esempio noi diciamo due individui sono uomini sulla base dell’idea di
umanità, che sarebbe la causa che li rende tali. Quindi si può affermare che le idee sono la
condizione dell’esistenza degli oggetti.

Come e dove esistono le idee


Finora si è detto che le idee esistono in modo “superiore” alle cose. Ma come esistono e dove
esistono le idee? Esse, sono senz’altro “trascendenti”, in quanto esistono “oltre” la mente e
“oltre” le cose. La tradizione ha interpretato il termine oltre alludendo a un vero mondo
all’aldilà, che avendo preso alla lettera l’espressione <iperuranio> ha considerato il mondo delle
idee di Platone come un qualcosa di analogo all’empireo dantesco o al paradiso cristiano. A
questa lettura si sono contrapposti dei neokataniani del novecento che hanno considerato le
idee platoniche come dei modelli di classificazione delle cose. Le idee in conclusione,
costituiscono una zona d’essere diversa dalle cose, ciò che rimane oscuro è il fatto che riguarda
di come esse esistano.

La conoscenza delle idee


Secondo Platone le idee non possono derivare dai sensi, poiché esse sono l’oggetto di una
<visione intellettuale>, ossia il risultato di uno “sguardo della mente”. Platone si affida alla
dottrina – mito della “reminiscenza”, egli afferma che l’anima, prima di calarsi nel nostro corpo,
è vissuta nel mondo delle idee, dove tra una vita e l’altra ha contemplato gli esemplari perfetti
delle cose. Infatti Platone, seguendo questa idea, dice <conoscere è ricordare>.
La gnoseologia rappresenta una forma di innatismo, in quanto afferma che la conoscenza non
deriva dall’esperienza sensibile, ma da metri di giudizio preesistenti e connaturati col nostro
intelletto.

Dell’idea all’esperienza (innatismo)

Conoscenza =

Dell’esperienza all’idea (empirismo)

L’innatismo viene giustificato con la reminiscenza


Reminiscenza, verità ed eristica
Per Platone, la teoria della reminiscenza rappresenta la vittoria sul principio eristico – sofistico
secondo il quale < non è possibile all’uomo indagare, né ciò che sa, né ciò non sa> poiché infatti
sarebbe inutile indagare ciò che si sa già, come sarebbe impossibile indagare ciò che non si sa.
Solo che Platone a questo discorso contrappone il fatto che apprendere non significa partire da
zero, bensì ricordare ciò che si era obliato. Ciò significa che l’uomo porta con se la verità sotto
forma di “ricordo”, ovvero, conoscendo noi non partiamo né dalla virtù né dall’gnoranza, ma da
una sorta di pre – conoscenza o di ignoranza gravida di sapere.
La dottrina della reminiscenza ha diviso gli interpreti in due fazioni:

 Coloro che considerano le idee entità iperuraniche e tendono a prendere il mit alla
lettere.

Coloro che considerano le idee come strutture ideali, alla maniera degli enti matematici.

L’immortalità dell’anima e il mito di Er


La reminiscenza chiede l’immortalità dell’anima, che infatti diventa oggetto di uno dei dialoghi
platonici, il Fedone. Platone elenca altre prove dell’immortalità dell’anima. Una è quella dei
contrari, dice che come in natura ogni cosa si genera dal suo contrario, così la morte si genera
dalla vita e viceversa, nel senso che l’anima vive dopo la morte del corpo.
Un’altra è quella della somiglianza, cioè si dice che l’anima essendo simile alle idee, che sono
eterne, sarà anch’essa tale. Infatti solo ciò che è composto può distruggersi, andando a
semplificarsi nei suoi elementi semplici, mentre ciò che è già semplice, come l’anime e le idee,
non può essere né distrutto né creato.
La terza è quella della vitalità la quale dice che l’anima, essendo soffio vitale, è vita e partecipa
dell’idea di vita, e non può accogliere in sé l’opposta idea della morte.
Nel Fedone troviamo la dottrina della filosofia come “preparazione alla morte”. Dunque se
filosofare significa morire ai sensi e al corpo per poter cogliere meglio le idee, la vita del filosofo
risulta tutta una preparazione alla morte. Il Fedone mostra come nell’anima del platonismo vi
sia un momento fortemente religioso che non esclude il momento mondano – politico, ma si
integra ad esso.
La teoria dell’immortalità, a Platone serve per chiarire il problema del destino. Egli ritiene che la
sorte di ogni uomo, dipende dalla scelta che viene compiuta precedentemente dalla propria
anima nel mondo delle idee. Platone illustra tale tesi con il mito di Er. La parte centrale di
questo racconto è quella che riguarda la scelta del destino, ogni anima sceglie il modello di vita
che rincarnerà. La scelta è guidata il più delle volte dalle esperienze che l’anima ha raccolto
nella propria vita anteriore.
Quindi per Platone l’uomo sceglie il proprio destino, benché sia in ciò condizionato da quel che
in vita è voluto essere ed è stato.
La dottrina delle idee come “salvezza” dal relativismo sofistico
Se la teoria delle idee rappresenta il cuore della filosofia platonica, l’opposizione del relativismo
sofistico costituisce il cuore della filosofia delle idee. Nella schematizzazione platonica, il
relativismo sofistico tende a divenire un tutto indistinto e a specchiarsi con una filosofia
negatrice di ogni stabile punto di vista delle cose.
Di fronte a un relativismo del genere, per Platone, non vi è alcuna via di scampo se non quella
di restaurare una qualche forma di assolutismo.
La dottrina delle idee diviene quindi lo strumento più prezioso e decisivo della filosofia. Infatti
grazie ad essa Platone può affermare la presenza di strutture o perfezioni ideali che, esistono
per proprio conto e hanno quindi validità oggettiva e universale. In questo modo l’umanismo
sofistico e socratico viene messo da parte e sostituito da una concezione in cui a regolare
l’uomo, non sono più gli dei ma le idee.
La conoscenza torna ad avere un valore assoluto, ad esempio la matematica, che in virtù delle
idee matematiche parla un linguaggio che vale per tutti e in tutte le circostanze. Anche la
morale riacquista una validità assoluta, in quanto Platone, ritiene che esistano idee – valori.
Infine il linguaggio si ricarica di un valore assoluto, fondandosi sulle idee, risultando capace di
rivelarci l’essere e la verità.

L’idea misura delle cose

Antirelativismo platonico =

La verità misura dell’uomo

L’uomo misura delle cose

Relativismo sofistico =

L’uomo misura della verità

La finalità politica della teoria delle idee


Platone ritiene che il relativismo, dando spazio alla disparità e all’urto delle opinioni, non possa
che generare disordine e violenza, quindi con la dottrina delle idee egli vuole offrire agli uomini
uno strumento che consenta loro di uscire dal caos delle opinioni e dei costumi, traendoli fuori
dalle lotte e dalla violenza. Da questo i termini dell’equazione risolutiva della crisi: conoscenza
delle idee = fondazione di una scienza politica universale = pace e giustizia tra gli uomini. Tutto
questo porta, come ultimo risultato, a quell’idea di filosofia al potere che rappresenta il punto
di arrivo di tutta la meditazione platonica.

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