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L’ETA’ DEI POTENTI

La repubblica nel corso del I secolo nonostante le trionfali conquiste nel mediterraneo entrò
in una profonda crisi dovuta:
• Alla crescente incapacità del senato a mediare i conflitti fra le due grandi frazioni interne
alla stessa classe dirigente, gli OTTIMATI e i POPOLARI.
• Il crescente peso politico dell’esercito e del rapporto fra truppe e i loro comandanti
• LA trasformazione delle istituzioni repubblicane in strumenti di potere personale come la
DITTATURA.

POMPEO E CRASSO
Il posto di Silla, dopo la sua dipartita, venne preso da Gneo Pompeo, ex generale
dell’esercito sillano. A Pompeo il senato diede il compito di fermare in ETRURIA
MARCO EMILIO LEPIDO che voleva sfruttare a fini del potere personale una sommossa
delle popolazioni locali. LA riuscita di Pompeo in questa azione porto il senato a
mandare Pompeo in spagna per fermare il gen. Quinto Sertorio. NeL 73 a.c rivolta di
spartaco nella scuola gladiatori di Capua finita nel 71 a.c
Un altro uomo politico, però, si stava facendo avanti: Marco Licinio Crasso, uno degli
uomini più ricchi di Roma.
Ben presto fra Pompeo e Crasso venne stretto un accordo: il danaro di Crasso e il
prestigio e l’abilità militare di Pompeo furono la base dell’alleanza. Per qualche tempo
Roma fu governata da questi due uomini.
Pompeo compì alcune brillanti imprese militari, come lo sterminio dei pirati che
infestavano il Mediterraneo . Mentre era in Oriente, ci fu in Roma un tentativo di colpo
di stato da parte di un gruppo di uomini del partito democratico.
Il tentativo era guidato da Lucio Sergio Catilina, dietro il quale si nascondeva un altro
uomo politico, non ancora molto noto. Gaio Giulio Cesare. Il tentativo di colpo di stato
venne sventato dal console Marco Tullio Cicerone, famoso oratore e filosofo, uomo di
fiducia del senato, il quale fece pronunziare contro Catilina ed i suoi collaboratori delle
condanne a morte, senza però che si svolgesse un regolare processo.

CESARE

Cesare nacque nel da una famiglia patrizia della gens Iulia e nonostante ciò egli si
schierò dalla parte del popolo. Questi era già stato pretore in Spagna e mirava al
consolato, per cui per ottenerlo si alleò con Crasso e Pompeo. Pompeo inizialmente
era schierato con il Senato, poi questo non fu d'accordo con la decisione secondo cui
alcuni terreni dell' ager publicus sarebbero stati concessi ai suoi veterani, per cui
decise di schierarsi dalla parte del nemico.

IL PRIMO TRIUMVIRATO

GLI ACCORDI :
CESARE VOLEVA L’AIUTO DI POMPEO PER SALIRE AL CONSOLATO COSI SI IMPEGNO A
VARARE UNA LEGGE AGRARIA PER SISTEMARE I VETERANI DI POMPEO POI SI
AGGIUNSE CRASSO

Nel 60 a.c. a Lucca i tre strinsero un accordo noto come primo triumvirato che li
impegnava ad aiutarsi al fine di raggiungere i propri scopi: Cesare mirava al consolato,
Pompeo alle terre concesse ai veterani e Crasso ai vantaggi per la classe dei cavalieri.
Cesare fu eletto console nel 59 a.c. e dal 58 al 52 a.c fu impegnato nella campagna in
Gallia.

Infatti CESARE ottenne che alla fine del suo consolato gli venisse assegnato il
proconsolato della Gallia CISALPINA e NARBONESE infatti lui puntava alla conquista
dell intera Gallia.

Nel 58 a.c., Cesare sconfisse gli Elvezi che subivano la pressione delle tribù
germaniche vicine. Nel 57 a.c. sottomise i Belgi. Pompeo e Crasso erano preoccupati
per i crescenti successi di Cesare. Pompeo decise che era il momento di riavvicinarsi al
Senato perchè erano quotidiano gli scontri tra i suoi sostenitori e quelli di Crasso.
- L'accordo di Lucca: il rinnovo del triumvirato
I tre riunitosi a Lucca nel 56 decisero che il proconsolato di Cesare sarebbe stato
rinnovato 5 anni, mentre Crasso e Pompeo sarebbero stati consoli. Ormai
consideravano lo stato come cosa propria.
- La fine del triumvirato: Crasso muore in battaglia contro i Parti
Crasso fu sconfitto dai Parti a Carre, in Mesopotamia e morì. L'instabile equilibrio si
ruppe.
- Pompeo "console senza collega"
I sostenitori di Clodio diedero fuoco al Senato, i senatori ricorrero a Pompeo che fu
eletto console senza collega e fu autorizzato ad arruolare un esercito per ristabilire
l'ordine in città. C'era un solo ostacolo tra Pompeo e il potere assoluto: Cesare e le sue
legioni.

LA MORTE DI CRASSO

CRASSO PORTO’ avanti una campagna in oriente contro i parti nel 55 a. c e nel 53 a. c
a CARRE i romani subirono una dura sconfitta dove morì lo stesso CRASSO

. Dopo la morte di Crasso (Carre, 53 a.C.), Cesare si scontrò con Pompeo e la fazione
degli optimates per il controllo dello stato.

Guerra alessandrina contro Cesare, i rivoltosi furono sconfitti. Cleopatra fu incoronata


regina d'Egitto grazie a Cesare
Nel 49 a.C., di ritorno dalla Gallia, guidò le sue legioni attraverso il Rubicone,
pronunciando le celebri parole «alea iacta est», e scatenò la guerra civile, con la
quale divenne capo indiscusso di Roma: sconfisse Pompeo a Farsalo (48 a.C.) e
successivamente gli altri optimates, tra cui Catone l'Uticense, in Africa e in Spagna.-
Le vittorie di Cesare sui pompeiani e la tragica fuga di Pompeo in Egitto
Cesare prese il pieno potere dell'Italia. Poi si recò in Spagna per assicurarsene il
potere, poi andò in Grecia dove sconfisse le truppe pompeiane. Pompeo intanto, in
Egitto, pensando di essere protetto da Tolomeo fu ucciso a tradimento. Cesare
costrinse Tolomeo a dividere il potere con Cleopatra.

Con l'assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma
della società e del governo, riorganizzando e centralizzando la burocrazia
repubblicana. Il suo operato provocò la reazione dei conservatori, finché un gruppo
di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto,
cospirò contro di lui uccidendolo, alle Idi di marzo del 44 a.C. (15 marzo 44). Nel 42
a.C., appena due anni dopo il suo assassinio, il Senato lo deificò ufficialmente,
elevandolo a divinità. L'eredità riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta
da Ottaviano Augusto, suo pronipote e figlio adottivo.

Gli uccisori di Cesare si illudevano bastasse far fuori Cesare, ma restavano i Cesariani.
Bruto aveva voluto che Antonio, uno dei più stretti collaboratori di acesare fosse
risparmiato: un grave errore.

Antonio concesse l'immunità ai cospiratori ma allo stesso tempo confermò le


decisioni di Cesare e pretese che venisse pubblica la lettura del testamento di Cesare.
Seppe sfruttare la propria posizione come erede del potere assoluto.
-I

OTTAVIANO
-CAIO OTTAVIO, il figlio di Cesare
Antonio non era il vero erede di Cesare. Nel testamento Cesare nominava come suo
erede legale il pronipote, Caio Ottavio. Si fece chiamare Caio Giulio Cesare Ottaviano
ma passò alla storia come Ottaviao ed è definito come un ragazzino, di soli 19 anni.
- L'abile ascesa di Ottavio
Ottaviano usando i suoi beni personali distribuisce alla plebe e ai soldati i soldi
promessi da Cesare e così ottiene il favore della plebe e dei veterani di Cesare. Si
appoggia al Senato e a Cicerone contro Antonio.
- Antonio nemico pubblico
Antonio vuole il governo della Gallia Cisalpina ma Cicerone lo attacca in senato, con le
filippiche. Antonio lascia Roma e raccoglie le legioni di Cesare. Il Senato concede a
Ottaviano con le sue legioni personali di intervenire contro Antonio nella Gallia
Cisalpina.
Antonio e Lepido (alleato con lui) sono dichiarati nemici pubblici.

- Fu Ottaviano il vero vincitore della battaglia di Modena


Ottaviano fu il vero vincitore, e non il senato. Il "ragazzino" dimostrò subito di saper
gestire una politica del tutto autonoma. Riprese i contatti con Antonio e Lepido.

Dopo la nomina a console, Ottaviano stipulò un triumvirato con Marco Antonio e Lepido,
nel 43 a.C.

SECONDO TRIUMVIRATO

In che cosa il secondo triumvirato si differenziò dal primo?

Il secondo triumvirato non fu un accordo privato, come lo era stato il primo.


Esso fu una vera e propria magistratura, infatti il triumvirato fu approvato da una legge che
riuniva nelle mani dei triumviri i principali poteri politici e militari dello Stato e che affidava loro,
per 5 anni, il compito di mettere a punto una nuova costituzione al fine di riportare la pace a
Roma.
In questo modo si venne ad instaurare un nuovo regime che ormai non aveva più nulla a che fare
con la repubblica oligarchica e che rappresentava una fase di transito tra questa e il principato.

Perché Ottaviano decise di stipulare il triumvirato?


Ottaviano decise di stipulare il triumvirato perché le sue vittorie non erano definitive e la lotta
con Marco Antonio poteva durare a lungo, mentre Bruto e Cassio si stavano riarmando e
avrebbero potuto tornare a rappresentare un problema.

Qual'era l'obiettivo dei triumviri?


L'obiettivo dei triumviri era quello di liberarsi dei loro nemici interni ed esterni.
Come, i triumviri, si liberarono dei nemici interni?
I triumviri si liberarono dei nemici interni mediante delle nuove liste di proscrizione.
Marco Antonio ed Ottaviano inserirono in tali liste i propri nemici: furono uccisi molti
senatori, cavalieri ed uomini politici, e i loro beni vennero confiscati.
Tra costoro vi fu anche Cicerone che aveva scritto un libro difendendo le libertà repubblicane ed
accusando Marco Antonio.
Si venne così a creare, a Roma, un clima di terrore.

Come i triumviri si liberarono dei nemici esterni?

La mossa successiva dei triumviri fu quella di affrontare i principali nemici esterni,


ovvero Bruto e Cassio che erano riusciti a mettere insieme alcune legioni in Oriente.
Lepido, nominato console per il 42 a.C., rimase a Roma a difendere gli interessi del triumvirato,
mentre Marco Antonio e Ottaviano si recarono in Oriente.
Lo scontro con Bruto e Cassio avvenne a Filippi, in Macedonia, nel 42 a.C.
Bruto e Cassio furono sconfitti e, non accettando il loro fallimento, si uccisero.

Cosa accadde dopo la battaglia di Filippi?

Dopo la battaglia di Filippi, i tre triumviri si divisero i territori posseduti da Roma:


 ad Ottaviano andarono le province occidentali;

a Marco Antonio quelle orientali;

a Lepido venne assegnata l'Africa.

Antonio si recò in Oriente, dove era necessario riordinare l'amministrazione provinciale. Qui si
innamorò di Cleopatra e rimase ad Alessandria.
Ottaviano rientrò a Roma per tenere sotto controllo le mosse del Senato e prepararsi a conquistare
il potere.

LA PROPAGANDA DI OTTAVIANO

A favorire l'ascesa al potere di Ottaviano vi furono tre circostanze.


La prima fu il comportamento di Marco Antonio in Oriente. Il fatto che egli si fosse innamorato
di Cleopatra aveva alimentato voci secondo le quali il triumviro
volesse spostare la capitale in Egitto e fare della donna la regina di un nuovo impero. Questo
inquietava i Romani che iniziarono a diffidare di Marco Antonio.
La seconda fu la vittoria di Ottaviano nei confronti di Sesto Pompeo, figlio di Gneo Pompeo.
Sesto Pompeo era riuscito ad occupare la Sicilia, la Sardegna e la Corsica e, pirateggiando nei
mari, rendeva difficile, per Roma, il rifornimento di viveri. Egli fu sconfitto nel 35 a.C. nel mare
di Sicilia.
La terza fu l'estromissione di Lepido dai giochi politici avvenuta nel 36 a.C.. Ottaviano riuscì a
privarlo del governo dell'Africa lasciandogli esclusivamente la carica di Pontefice massimo fino
alla morte. In questo modo il triumvirato divenne un duumvirato.

MARCO ANTONIO VS OTTAVIANO

Quale fu la mossa successiva di Ottaviano?

Ottaviano, intenzionato a liberarsi anche di Marco Antonio e approfittando del fatto che era
ormai scaduto il mandato triumvirale, convinse il Senato a togliere al rivale il comando
dell'Oriente.
Inoltre, nel 32 a.C. dichiarò guerra a Cleopatra.

Quale fu la reazione di Marco Antonio?

Marco Antonio radunò in Grecia le sue legioni e la sua flotta. A quest'ultima si unì anche una
nave di Cleopatra.

Dove e quando avvenne lo scontro tra Ottaviano e Marco Antonio?

Lo scontro tra Ottaviano e Marco Antonio avvenne, nel 31 a.C., ad Azio nelle vicinanze della
costa occidentale della Grecia.

Come si concluse la battaglia di Azio?


La battaglia di Azio si concluse la vittoria di Ottaviano.
Marco Antonio e Cleopatra si rifugiarono ad Alessandria.
Nel 30 a.C. Ottaviano invase l'Egitto. Marco Antonio, non avendo vie di fuga, si suicidò e, dopo
pochi giorni anche Cleopatra si tolse la vita.
L'Egitto divenne una provincia romana.

Cosa segnò la vittoria di Ottaviano?

La vittoria di Ottaviano segnò la fine della Repubblica romana.

Augusto e la nascita del Principato

29 a.C.: tornato a Roma dopo aver sconfitto Antonio, Ottaviano fu accolto come
salvatore della patria. Egli non abbandonò mai il titolo di imperator e divenne il primo
cittadino dello Stato (princeps senatus)

27 a.C.: assunse anche il cognome di Augusto, come oggetto di devozione.

Egli capì subito che dichiarare la monarchia sarebbe stato pericoloso. Per i grandi
meriti ricevette onori eccezionali. Superiore in auctoritas, i poteri su cui fondò il suo
governo furono due:

egli assunse i vantaggi del tribuno della plebe (poteva far approvare plebisciti
dall'assemblea della plebe, convocare il senato, usare il diritto di veto nei confronti
degli altri magistrati), ma non essendo vero e proprio tribuno, Augusto non subiva le
limitazioni di questa magistratura.

12 a.C.: assunse la suprema carica sacerdotale, quella di pontefice massimo: ad


Oriente fu venerato come un dio, mentre in Occidente si praticava il culto del genio di
Augusto.
2 a.C.: prese il titolo di "pater patriae" = padre della patria. Il mese Sextilis (sesto: si
iniziava infatti a contare da marzo) venne denominato "agosto". Egli portò quindi a
compimento il progetto tracciato da Cesare.

Riforme dello Stato:

Cariche equestri:
1. Prefettura d'Egitto (carica di governatore di quella regione)
2. Prefettura del pretorio (guardie del corpo dell'imperatore)
3. Prefettura dell'annona (approvvigionamento della città di Roma)
4. Prefettura dei vigili (ordine pubblico e squadre antincendio)
5. Prefettura delle flotte (comando delle due flotte)
Cariche ai senatori:
1. Prefettura urbana (ordine pubblico)
2. Le province furono divise in senatorie e imperiali: le prime erano governate da
senatori in qualità di proconsoli, le seconde nella qualità di legati (rappresentanti)
La preferenza dell'imperatore per l'ordine equestre è da collegare al fatto che egli era
appartenuto a una famiglia di origine equestre.

PROPAGANDA CON GRANO ECC

Augusto seppe conquistarsi anche il consenso della plebe con generose elargizioni di
grano (frumentazioni), spettacoli, giochi e una politica edilizia che migliorò le
infrastrutture dell'impero e fece diminuire la disoccupazione. La divisione dell'impero
in province senatorie e imperiali permise un migliore controllo del territorio e una più
stretta integrazione fra centro e periferia.

Anche l'esercito fu trasformato da fattore di turbolenza in elemento di stabilità,


creando un forte corpo militare professionale, fedele all'imperatore più che al senato.
La politica estera di Augusto andò nel senso di un consolidamento dei domini romani
attraverso accordi diplomatici in Oriente e azioni militari nell'Europa centrale e nei
Balcani.

Augusto si presentò con successo come pacificatore e restauratore dei valori antichi di
Roma (mos maiorum): andarono in questo senso i provvedimenti di moralizzazione
del costume e di difesa della famiglia, ma anche il sostegno dato agli intellettuali
attraverso l'abile opera di Mecenate, tanto che si definisce da allora "mecenatismo" la
protezione e il sostegno alla cultura offerto dai privati e dal pubblico potere.

Le magistrature tradizionali non vennero mai abolite: restarono, dunque, oltre


al senato, i due consoli, i pretori e i censori. Nel 23 a.C. Ottaviano affiancò una
nuova magistrtura, la prefettura. I prefetti, nominati direttamente dal principe
erano:
-il prefetto dell'Urbe, di prevenire e reprimere i disordini;
-il prefetto dell'annona, che provveda ai rifornimenti alimentari;
-il prefetto dei vigili, che si occupava della prevenzione degli incendi;
-il prefetto del pretorio,che comandava il corpo dei pretoriani.

L'organizzazione dell'impero: province, tributi e rete viaria

Ottaviano Augusto riorganizzò in modo radicale le province, distinguendo le


province in senatorie e imperiali. Le più antiche, abitate da popolazioni
pacifiche o fedeli a Roma, continuarono a essere governate da funzionari. Tutte
le altre, considerate più turbolente o perché minacciate dalle invasioni, furono
poste sotto il diretto controllo del principe, che le governava attraverso
funzionari di sua fiducia, i legati imperiali. Furono stabilite nuove modalità per
la gestione delle entrate fiscali. Quelli versati dagli abitanti delle province
imperiali confluivano nella cassa del principe: parte di questa ricchezza privata
era destinata all'organizzazione degli spettacoli e dei giochi del circo. I tributi
provenienti dalle province senatorie confluivano nell'erario.

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