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Mario , Silla e la guerra civile

Morti i Gracchi , le loro riforme furono abrogate, il potere tornò nelle mani del
Senato e i problemi della società rimasero senza soluzioni concrete , questa era
ormai divisa in 2 parti : c’erano i patrizi e i plebei arricchiti , che formavano la
nobilitas e chiamavano se stessi optimates , dall’altro lato c’erano i populares.

Alcuni dei popolari riuscirono a ricoprire una carica pubblica , per questo motivo
furono chiamati “uomini nobili”.

La guerra contro Giugurta

Tra questi uomini nuovi , nel 107 a.C. venne eletto il consolato Caio Mario , il quale
si rivelò un ottimo comandante militare , sul fronte della politica Roma era
impegnata in una guerra contro Giugurta , re di Numidia e nipote di Massimissa , nel
112 a.C. Roma gli dichiarò guerra , ma Giugurta cominciò a corrompere i generali e
i magistrati romani.

L’esercito fu affidato all’onesto console Quinto Cecilio Metello , che riuscì ad


indebolire Giugurta. Nel 107 a.C. gli venne affiancato Caio Mario , egli , grazie
all’aiuto di Lucio Cornelio Silla , risolse la compagna contro Giugurta.

Le vittorie su Teutoni e Cimbri

Mario passò ad occuparsi di due popolazioni di stirpe germanica , i Teutoni e i


Cimbri , i primi vennero sconfitti nel 102 a.C. presso la località di Aquae Sextiae e i
Cimbri furono sbaragliati ai Campi Raudii , presso Vercelli.

Dopo tali vittorie , intorno al 100 a.C. , egli prolungò la riforma del sistema militare ,
rese l’arruolamento volontario , permanente e retribuito.

Tutti i maschi dai 17 ai 46 anni , compresi gli italici e i proletari , potevano arruolarsi
ricevendo uguali armi e divisa.

Vennero fissati una severa disciplina e un duro addestramento che rinforzarono


ancora di più le legioni.

La guerra sociale

Mario annullò i requisiti per il possesso di terre che sino a quel momento erano stati
indispensabili per arruolarsi e favorì la nascita del mestiere del soldato.

Il nuovo tribuno della plebe Marco Livio Druso cercò di porre fine alle tensioni con
due proposte : l’estensione della cittadinanza agli alleati e l’ammissione dei
cavalieri al Senato.
Gli animi si esasperarono a tal punto che nel 91 a.C. scoppiò la cosiddetta Guerra
sociale , un conflitto durissimo che si risolse solo nell’88 a.C. , quando Silla , riuscì
ad espugnare Corfinio.

La vittoria romana nascondeva una sconfitta politica , dovettero concedere la


cittadinanza agli alleati fedeli e a quelli ribelli , il popolo non fu entusiasta.

Mario contro Silla

Silla ottenne il comando dell’esercito che doveva marciare contro Mitridate VI , re


del Ponto , una regione sulle rive del mar Nero.

Questo re capeggiava una rivolta degli stati dell’Asia Minore e dei Greci contro
Roma , aveva fatto uccidere molti commercianti.

Silla ricevette l’ordine di rientrare a Roma , convinse le sue truppe a seguirlo ,


scatenando una guerra civile.

Egli fu il primo generale a trarre vantaggio dalla riforma militare di Mario e ad


utilizzare l’esercito come uno strumento per garantirsi un potere personale , Silla
rientrò a Roma con le sue truppe , sconfiggendo Mario e costringendolo alla fuga in
Africa.

I popolari , fedeli a Mario , occuparono Roma uccidendo i seguaci dell’avversario


politico , mentre Silla combatteva in Asia contro Mitridate , a Roma venivano
esposte delle liste di proscrizione.

La vittoria di Silla e la dittatura

Nell’83 a.C. Silla rientrò vittorioso e sbarcò a Brindisi dove si alleò con Marco
Licinio Crasso e Gneo Pompeo , nel giro di 2 anni sconfisse l’ultimo tentativo dei
democratici di contrastarlo , dopodiché nell’82 a.C. s fece nominare dai comizi
dittatore a tempo determinato.

Allo scopo di restituire al Senato pieni poteri , Silla aumentò il numero dei senatori
da 300 a 600 e tolse ai cavalieri la facoltà di giudicare l’operato dei governatori.

Stabilì un preciso cursus honorum , cioè l’ordine secondo cui accedere alle cariche
pubbliche, privò i tribuni della plebe di gran parte del loro potere , sottoponendo le
loro proposte di legge all’approvazione del Senato , egli estese i confini del pomerio
, cioè la zona intorno a Roma in cui non ci poteva entrare armati.

Silla tentò di limitare il potere dei capi militari , per evitare conflitti sociali in futuro.

Riformò anche l’amministrazione della giustizia criminale , istituendo tribunali


particolari e aumentando il numero dei magistrati chiamati a presiederli.Nel 79 a.C.
egli abbandonò la vita politica , per poi morire dopo un anno.
Crasso e la rivolta di Spartaco

Cessata la guerra civile , Roma fu minacciata da una violenta ribellione degli schiavi
, guidata dal leggendario Spartaco.

Spartaco riuscì a convincere alcuni suoi compagni si sventura a fuggire con lui nel
tentativo di recuperare la libertà e tornare nelle proprie terre d’origine.

La sua iniziativa suscitò molto entusiasmo , Spartaco si ritrovò a comandare un


vero e proprio esercito.

I rivoltosi vennero sconfitti nel 71 a.C. dalle truppe romane del generale Marco
Licinio Crasso , che con questa vittoria si aprì la strada verso il potere.

Spartaco venne ucciso combattendo e , dopo la resa, 6000 dei suoi seguaci furono
crocifissi lungo la via Appia.

Pompeo e la rivolta di Sertorio

Nel frattempo Gneo Pompeo fu inviato in Spagna nel 76 a.C. per combattere contro
il generale Quinto Sertorio.

Nel 72 a.C. Pompeo ebbe la meglio sugli insorti e restituì a Roma la provincia della
penisola iberica , univa il valore militare e la fortissima ambizione personale.

Decise di allearsi con Crasso , che condivideva la stessa ambizione e promise ai


populares che avrebbe abrogato le riforme di Silla

Le modifiche della Costituzione e le vittorie di Pompeo

Durante il loro consolato Crasso e Pompeo indebolirono fortemente il Senato ,


Crasso apparteneva al ceto degli affaristi e dei cavalieri , dei quali rappresentava gli
interessi , Pompeo restava sempre un aristocratico.

Si aprì un conflitto tra gli aristocratici più conservatori e quelli più aperti. Finito il
consolato Pompeo rimase a Roma come privato cittadino , la plebe era così
affamata che nel 67 a.C. il Senato romano fu costretto ad attribuire a Pompeo poteri
straordinari , l’anno successivo Pompeo ottenne nuovamente i pieni poteri per
stroncare gli ultimi tentativi di ribellione di Mitridate.
Lo scontro tra conservatori e democratici

A difendere l’aristocrazia erano rimasti 2 personaggi di rilievo : Marco Tullio


Cicerone e Marco Porcio Catone.

Dalla parte dei democratici si schierarono Caio Giulio Cesare e Lucio Sergio Catilina
, Cesare apparteneva alla famiglia Iulia , era un nobile , Catilina aveva un grande
seguito tra la plebe perché aveva promesso la cancellazione generale dei debiti e
una distribuzione di terre.

La congiura e la morte di Catilina

Catilina organizzò un’insurrezione armata , Cicerone venne a conoscenza del piano


e nel 63 a.C. e informò il Senato.

Mentre nel novembre Catalina fuggiva a Fiesole , presso Firenze , i suoi fedelissimi
tentarono comunque di uccidere , di notte , alcuni senatori , ma fallirono.

A testimonianza della gravità del momento , non fu loro concesso di fare appello al
popolo per annullare la sentenza di morte , ma furono tutti giustiziati , sebbene la
Costituzione lo vietasse.

Il primo triumvirato

Durante le vicende legate a Catilina , Cesare intanto , era rientrato a Roma nel 61
a.C. , aveva bisogno di alleati potenti , perciò si alleò con Crasso , che grazie alle
sue ricchezze aveva saldato tutti i debiti di Cesare e con Pompeo.

Nel 60 a.C. Cesare , Pompeo e Crasso strinsero un accordo , il primo triumvirato ,


non si trattava di una magistratura , ma di un accordo privato.

Cesare fu eletto console nel 59 a.C. e mantenne gli impegni presi varando una
riforma agraria , inoltre abolì la consuetudine di consultare gli auspici prima delle
assemblee legislative.

Riuscì inoltre ad ottenere il comando proconsolare di 4 legioni per 5 anni nella


Gallia Cisalpina , nell’Illirico e nella Gallia Transalpina.

La campagna in Gallia e l’accordo di Lucca

Cesare partì come proconsole della Gallia Transalpina , con l’obiettivo di


conquistare le aree del nord , nel 58 a.C. gli Edui chiesero aiuto a Roma contro gli
Elvezi , Cesare colse subito l’occasione e marciò contro di Elzevi , sconfiggendoli a
Bibracte , divenuto difensore dei Galli , si scontrò con Ariovisto , re dei germani e
successivamente con i Belgi.

In Italia la situazione era tesa , Pompeo tramava alle spalle di Cesare , preoccupato
dal suo potere , questi tornò in patria nel 56 a.C. e si incntrò con Crasso e Pompeo a
Lucca , dove rinnovò il precedente accordo.

Tornato in Gallia , Cesare si spinse in Britannia , senza conquistarla e si preparò a


fronteggiare Vercingetorige , capo della tribù degli Alverni , combatté con indomito
coraggio contro un esercito molto più forte del suo , ma nel 52 a.C al Alesia , fu
costretto ad arrendersi.

Cesare varca il Rubicone

Pompeo di era fatto assegnare le province dell’Africa e della Spagna e Crasso la


Siria , proprio quest’ultimo decise di muovere guerra contro l’impero dei Parti ,
venne però sconfitto e ucciso nel 53 a.C. nella battaglia di Carre.

Pompeo suggerì al Senato di porre a Cesare una condizione : se voleva essere


eletto console , doveva rientrare a Roma senza esercito.

La notte del 10 gennaio del 49 a.C. Cesare attraversò con le sue legioni il fiume
Rubicone , presso Rimini , il gesto significava l’inizio di una nuova guerra civile ,
dato che il Rubicone segnava il confine del pomerio.

Una nuova guerra civile

Cesare , ormai padrone di Roma , si occupò di sbaragliare le legioni pompeiane in


Spagna e , nel 48 a.C. , affrontò Pompeo sconfiggendolo nella battaglia di Farsalo.

Pompeo fu ucciso in Egitto da Tolomeo XIII , Cesare , invece che ricompensarlo ,


invase l’Egitto e tolse il trono a Tolomeo , nominando regina la sorella Cleopatra.

Sconfitto Pompeo , Cesare proseguì le campagne militari , domando nel 47 a.C.


l’insurrezione guidata da Farnace.

In Africa , a Tapso , nel 46 a.C. i suoi legionari sconfissero i pompeiani che si erano
rifugiati alla corte di Giuba , re di Numidia , infine gli ultimi superstiti , furono
sbaragliati nel 45 a.C. a Munda.

La dittatura di Cesare

La guerra civile era finita e Cesare era il padrone di Roma , dopo essere rientrato in
Italia , egli emanò varie riforme , tese a risollevare la situazione economica.
Non fece altro che concentrare tutto il potere nelle sua mani , rifiutando la nomina a
re , ma accettando quella di comandante e assunse la dittatura a vita.

In tal modo divenne capo religioso , militare e politico.

Cesare non abusò mai dei suoi poteri : consentì a chi era in esilio di tornare a Roma
, concesse la cittadinanza agli abitanti della Gallia Cisalpina e di molte province.

Tentò anche di migliorare il governo delle province per evitare gli abusi dei
magistrati e promosse molte opere pubbliche , sistemando il Foro , gli argini del
Tevere e facendo bonificare le paludi Pontine.

La congiura contro Cesare

Il popolo amava sempre di più Cesare , ma la sua politica gli aveva procurato molti
nemici , soprattutto tra gli aristocratici , altri credevano sinceramente nei valori
repubblicani , lo accusavano di aver privato Roma della libertà.

Alle Idi di Marzo del 44 a.C. Cesare fu ucciso in Senato da un gruppo di congiurati
capeggiati da Marco Giunio Bruto e Cassio Longino.

Antonio e Ottaviano

Dopo l’assassinio di Cesare , l’esercito gli restò fedele , in particolare seguivano


Marco Antonio che ingraziò la plebe con la distribuzione di denaro.

I congiurati , che il Senato non ebbe il coraggio di appoggiare , furono allora


costretti a fuggire da Roma , Cesare aveva lasciato , per testamento , 300 sesterzi a
ogni membro del proletario urbano e ai legionari.

In questa situazione già complessa giunse a Roma dall’Epiro Ottaviano , pronipote e


figlio adottivo di Cesare ,che questi nel testamento aveva nominato suo erede.
Tuttavia Antonio rifiutò di consegnargli i beni del padre adottivo.

L’ascesa di Ottaviano

Dopo questo gesto , la popolarità di Ottaviano crebbe enormemente ed egli fu così


abile da ottenere anche l’appoggio del Senato.

Nel frattempo Antonio aveva ricevuto l’incarico di governare una lontana provincia ,
decise di allontanarsi troppo da Roma , pur senza rinunciare all’incarico.
Al rifiuto di quest’ultimo di cedere la sua carica , Antonio decise di occupare la
provincia con la forza , allora il Senato mandò contro di lui l’esercito consolare , lo
scontro avvenne a Modena , nel 43 a.C. e si concluse con la sconfitta di Antonio e la
sua fuga nella Gallia Narbonese insieme al suo fedele collaboratore Marco Emilio
Lepido, entrambi vennero dichiarati “nemici della patria”.

Il secondo triumvirato

Ottaviano si accampò con le sue truppe a Roma nel 43 a.C. e si fece eleggere
console. A quel punto , revocate le accuse contro Antonio e Lepido , non ebbe
problemi ad allearsi proprio con Antonio , i due strinsero un accordo a cui si
aggiunse Lepido , i 3 formarono un triumvirato.

Questo triumvirato non aveva solo carattere privato , ma venne approvato dai
comizi della plebe divenendo una magistratura straordinaria dalla durata di 5 anni.,
con lo scopo di dare a Roma una nuova costituzione.

La battaglia di Filippi

Bruto e Cassio , avevano raccolto in Macedonia un nuovo esercito : per


fronteggiarlo Ottaviano e Antonio si misero in moto con le legioni.

Lo scontro decisivo avvenne nel 42 a.C. a Filippi , in Macedonia , dove Bruto e


Cassio , per non essere catturati , si uccisero.

A questo punto riemersero le rivalità personali fra Ottaviano e Antonio , il primo era
tornato subito a Roma dove si era costruito l’immagine di difensore dello stato.

Dopo una fase di tensione , sfociata nell’assedio e nella distruzione di Perugia da


parte di Ottaviano , ai danni della moglie e del fratello di Antonio , i 2 contendenti si
incontrarono a Brindisi.

Antonio ricevette il comando delle province orientali , Ottaviano quelle occidentali.

In seguito Lepido tentò una rivolta armata , ma fu costretto ad arrendersi , Ottaviano


divenne padrone assoluto dell’occidente , Antonio invece si era stabilito in Egitto
alla corte di Cleopatra , occupò nuove regioni e solo nel 36 a.C. provò a fronteggiare
la minaccia orientale , subendo però una grande sconfitta.

Antonio cercava di mettere in cattiva luce Ottaviano , con una campagna


denigratoria che lo presentava come traditore.
Ottaviano lesse pubblicamente in Senato il presunto testamento del suo rivale , in
cui Antonio disponeva che le province romane d’oriente , fossero sue proprietà
personali e che sarebbero andate in eredità ai 2 figli avuti da Cleopatra.

Il senato dichiarò Antonio “nemico della patria”.

La battaglia di Azio : il trionfo di Ottaviano

Nel 32 a.C. Ottaviano ricevette l’incarico di muovere guerra all’Egitto , accusato di


essersi appropriato della parte orientale dei possedimenti romani.

Con tale formula , egli muoveva guerra agli Egizi e a Cleopatra per difendere il
valore dell’occidente.

L’esercito egizio era sotto il comando di Antonio che lo aveva spostato sulle coste
occidentali della Grecia , per arrivare in Italia.

Nella primavera del 31 a.C. Ottaviano bloccò l’uscita dal golfo di Ambracia , in
Epiro , presso il promontorio di Azio , dove si trovavano le navi di Antonio , il quale
subì una dura sconfitta.

Cleopatra riuscì a fuggire ed Antonio la seguì , ma l’anno seguente il loro esercito


venne sconfitto dalle truppe di Ottaviano , che aveva posto sotto assedio la città di
Alessandria d’Egitto.

Si sparse la notizia che Cleopatra fosse stata uccisa , sconvolto dal dolore , Antonio
si tolse la vita , dopodiché Cleopatra si suicidò a sua volta , facendosi mordere da
un aspide.

Dopo la lunga guerra civile Ottaviano divenne il padrone incontrastato di Roma ,


mentre la repubblica era ormai giunta alla fine.

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