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Sintesi del capitolo 22

Crisi e fine della Repubblica

1) Alla fine delle guerre puniche molto contadini/soldati avevano perso le loro terre e si erano,
spostati in città. Qui vivevano in povertà e nel 133 a.c il tribuno Tiberio Gracco propose di togliere
parte dei terreni pubblici ai ricchi aristocratici per ridistribuirli a cittadini proletari. Il Senato si
oppose alla legge che però fu approvata, alla fine Tiberio fu ucciso con molti suoi seguaci.

Nel 123 il fratello Caio Gracco ripropose la legge agraria, poi elaborò una legge frumentaria con
distribuzione di grano a prezzo politico. Inoltre fece approvare una legge per cui i tribunali che dovevano
giudicare i magistrati romani, i quali avevano commesso reati durante la loro carica, erano composti da
cavalieri. Infine propose una legge per estendere la cittadinanza agli alleati italici. Gaio fu osteggiato dal
Senato e dichiarato nemico pubblico, assediato sull’Aventino si fece uccidere da uno schiavo prima di
essere ucciso.

La classe dirigente romana si divise in Ottimati e Popolari, entrambi ordini repubblicani, i primi espressione
degli aristocratici, i secondi della plebe.

Così ebbe inizio la decadenza della repubblica romana.

2) Un momento molto difficile fu quello delle lotte tra Mario, popolare, e Silla , ottimate.

Intorno al 115 a.c, Roma aveva creato la provincia della Gallia Narbonese che serviva da collegamento con
la Spagna. Inoltre Roma era in ottimi rapporti con la Numidia e qui il trono venne usurpato da Giugurta. I
romani corsero in aiuto e le sorti della guerra migliorarono quando fu affidato il comando a Gaio Mario che
sconfisse il nemico nel 104 a.c. Mario fu eletto 5 volte console, poi sconfisse due popoli germanici che
minacciavano le zone romane di Austria e Provenza.

A questo punto Mario decise di fare una riforma dell’esercito e permise ai nullatenenti di entrarvi come
volontari in cambio di un salario e un appezzamento di terreno per chi combatteva almeno 16 anni. La
legione venne divisa in 10 coorti di circa 600 uomini. Poi fece alcune leggi per limitare il potere dei senatori.
Infine creò dei tribunali formati da cavalieri per punire i magistrati che avessero danneggiato l’autorità del
popolo romano.

3) Nel 91 a.c Marco Livio Druso propose una legge per concedere la cittadinanza agli alleati italici, ma
gli fu opposta una forte resistenza e si scatenò la guerra sociale, cioè degli alleati italici, che tra il
90/89 si fece pericolosa e la cittadinanza fu concessa a coloro che si fossero ritirati e a quelli non
ribellatisi.

4) A Roma emergeva la figura di Silla, al quale venne dato il comando della guerra contro Mitridate re
del Ponto, regione sul mar Nero nella quale si era sviluppata una rivolta contro i romani. Il comando
fu ad un cerTi punto tolto a Silla per darlo a Mario e Silla marciò su Roma. Silla fece proclamare
nemici pubblici i seguaci di Mario.Mario rientro’ a Roma, fece dichiarare nemico pubblico Silla,
infine Mario mori’ nell’ 86 ac.

Nell’83 Silla riprese il potere a Roma e creò liste di proscrizione, cioè liste di nemici da uccidere. Silla
restaurò la repubblica su basi conservatrici e aristocratiche; il Senato decimato dalle uccisioni fu portato a
600 membri. I tribunali tornarono al Senato. Per le carriere politiche fu creato un Cursus honorum con età
minime per accedere: questori 30 anni, edili 36 anni, pretori 39, consoli 42. I Comizi centuriati furono
l’unica assemblea legislativa, mentre i tribuni della plebe persero il potere di far approvare le leggi. Silla
abdicò nel 79 a.c e morì l’anno dopo.

5) Intanto in Spagna si era rifugiato il luogotenente di Mario, Sertorio, che venne sconfitto nel 71 a.c
da Pompeo. Nel frattempo era scoppiata una rivolta di schiavi della scuola di Capua e venne
annientata da Crasso nel 71 a.c.

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