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Cultura villanoviana: fase più antica della civiltà Etrusca, divisa in ceti.

Latini: a sud, celebrano Giove al Monte Palatino. Centro ad Alba Longa.

Foro Boario: area commerciale ai piedi del Palatino (assieme al Portus Tibertinus) dove avviene
il Septimontium, cerimonia sacra degli abitanti dei colli e prima aggregazione di Roma.

Tradizione Greca: Enea, scampato alla disfatta troiana, arriva nel Lazio e sposa la principessa
Latina Lavinia, poi fonda Lavinio.

Tradizione Indigena: Saga di Romolo e Remo. Roma viene fondata nel 754.

Tribù: popolazione in tre tribù: Ramnes, Tities e Luceres.

Strutture potestative: la famiglia, la gens (con il progenitore mitico e riti, Pietas Privata) e la
tribù.

Curie: assemblee di uomini, che riunite, formavano l’assemblea dei Quirites, che curava i
rapporti sociali basati su quelli familiari.

Gruppi sociali: Gentiles, Clienti (dipendenti dai gentiles, ne coltivano la terra e ne ottengono un
lotto) e Plebe, fuori dal sistema gentilizio.

Religione: fanno la Pax Deorum, tenere tranquilli gli dei, Pontefici sono i sacerdoti più
importanti. Sotto di loro il Collegio degli Auguri.

I 7 Re: Romolo; Numa Pompilio; Tullo Ostilio; Anco Marzio; Tarquinio Prisco; Servio Tullio;
Tarquinio il Superbo.

Lega Latina: alleanza delle città-stato latine.

XII Tavole: disciplinavano, come raccolta di mores (consuetudini della cittadinanza e riti), i
rapporti di natura privata, il diritto civile.

Plebei al consolato (legge Licina Sestina): lo ottengono grazie alla loro forza contrattuale
rappresentata dall’esercito. Loro sono i Nobilis e quelli che raggiungono le magistrature + alte
son i ius imaginum.

Virtus: le virtù erano espresse nell’honos che è significativamente la magistratura ed il rango. Le


virtù celebrate erano la fortitudo, la sapientia, l’innocentia, la probitas. I meriti danno la
Dignitas e auctoritas, ovvero il rango sociale. I rapporti sociali sono regolati dalla fides.

Lo stato romano: res publica è res populi (insieme di persone con diritto condiviso). La civitas è
constitutio populi. Il funzionamento istituzionale si poggia sul principio elettivo, su quello
partecipativo alla politica ed alla milizia, sulla classificazione del popolo nel censimento e sulla
sua divisione per tribù distrettuali.

Imperium=potere del re. Ovvero il potere di trarre gli auspicia ed il potere militare in tutte le
sue valenze e che era affidato ai magistrati superiori.

Magistratura: i magistrati sono eletti dal popolo. Con il ius intercessionis, ogni magistrato
poteva apporre il proprio veto ad una proposta di un pari (od inferiore) magistrato. I magistrati
fanno da ponte fra il Senato ed i concilia/comitia.

Il censore: Eletto ogni cinque anni ed in carica per diciotto mesi, svolgeva una funzione di
verifica su tutta la società e la sua organizzazione, tramite le operazioni di censimento.

Le assemblee popolari: rappresentano concretamente la partecipazione dei cives alla vita della
res publica. il civis Romanus esprime col voto la propria potestas. La vita assembleare si svolge
nei tre comitia (centuriati, curiati e tributi) e nei concilia plebis, oltre che nelle contiones. I
cittadini sono divisi in 2 criteri (censitario e territoriale).

Centurie: reclutamento per la leva militare.

Concillium plebis: l’assemblea convocata dai magistrati plebei che non potevano convocare il
comizio tributo, convocato dai consoli, pretori ma anche edili curuli per questioni giudiziarie, ha
alle base le tribù territoriali, tra rustiche e urbane.

Il Senato: composto da ex magistrati. Funzionamento gerarchico, gli ex censori erano +


autorevoli degli ex consoli. Interveniva sulla legislazione e la giustizia, oltreché sulla religione,
esercito, economia, politica estera ecc.

L'esercito: è il successo della leva civica. Aveva assetto falangitico greco dall'età dei Tarquini
(fanteria leggera/pesante e cavalleria).

Prima guerra sannitica: dopo una breve alleanza coi romani per difendersi dai galli, i Sanniti
attaccano i campani a Capua, la quale chiede a Roma protezione. Roma battaglia i sanniti e fa la
pace nel 341, ma la minaccia sannita e la convivenza con Roma si aggrava e si crea un fronte
latino-campano-italico contro Roma. La guerra finisce con scontri nel 340 e nel 339. La sconfitta
latina fa sciogliere il foedus Cassianum e della Lega latina (338). Roma controlla il Lazio.

Seconda guerra sannitica: si svolge in area Campania, Lazio e Sannio --> l’episodio delle Forche
Caudine, dove i Romani si arresero e dovettero accettare le condizioni di pace a loro sfavorevoli.
Nel 316 le ostilità si riaprono, le legioni romane aumentano a 4. Roma resistette ad una nuova
offensiva etrusca ed alle ribellioni di popolazioni fomentate dai Sanniti. Nel 304 si raggiunse una
pace che però lasciò invariata la situazione.
Terza guerra sannitica: coi trattati coi Lucani, Roma accerchia con le sue colonie il Sannio, il
quale attaccherà proprio i Lucani. Roma divide il conflitto su due versanti: Marche e Sannio e
vince. Nel 290 c'è la pace. Roma poteva affermare il controllo sull’Italia centrale e la sua
penetrazione irreversibile nell’ager Gallicus.

Guerra tarantina: il controllo su Siracusa si faceva più difficile per Agatocle a causa dei
cartaginesi e dei popoli italici (Bruzzi e Lucani). Questi due attaccano Turi, che chiede aiuto a
Roma che voleva arginare lo strapotere di Taranto. Roma così viola il trattato che poneva Capo
Lacinio come divisore delle aree d’influenza. Tatanto sbaraglia la flotta romana. Pirro, re
dell'Epiro, vuole le città greche d'italia , ma viene abbandonato dalle città stesse. Roma prende il
controllo delle città ribelli e sconfigge Pirro nel 275 e conquista l'italia meridionale.

Romanizzazione: per organizzare le terre conquistate, si creano municipi, colonie e città


federate adattandosi alle varie situazioni (1o modo). Si costituisce il mondo provinciale e l'ager
romanus (terre coltivabili). La 2a modalità di organizzazione è la colonizzazione, col territorio
diviso in lotti. La prima colonia è ad Ostia. Il 3o modo è la confederazione, dove le città
confederate dipendono da Roma.

Prima guerra punica: Cartagine è il centro economico del mediterraneo che Roma vuole. Lo
scontro inizia in Sicilia, da sempre teatro di scontri greci. I memeritini sotto Agatocle raccolgono
il suo potere dopo la sua morte. Appio Claudio assedia Messina e apre la guerra nel 264. La
flotta di Gaio Duilio vince a Mylae grazie ai punti mobili con uncini (corvi), quella di Gaio Lutazio
Lentulo vince Annone nel 241 alle isole Egadi. La sicilia diventa romana.

La seconda guerra punica: Annibale occupa Segunto nel 219. Egli sapeva che la forza di Roma
stava nelle alleaze e quindi doveva spezzarle. Attraversa le Alpi nel 218. Q. Fabio Massimo è
dittatore x l'emergenza e attuò la tattica del logoramento. Gli aiuti ad Annibale dalla Spagna son
bloccati da P. Cornelio Scipione e Scipione Calvo. Scipione diventa console e porta la guerra in
Africa dove sbaraglia i cartaginesi. Spagna è romana.

Terza guerra punica: Massinissa, re numida, maltratta Cartagine, che chiede aiuto a Roma, che
invia un esercito contro il re e la pace viene tradita e scoppia il 3o conflitto. Nel 146 P. Cornelio
Scipione Emiliano, adottato scipioni, fa radere al suolo Cartagine.

I "partiti" politici a Roma: F. Quinto Massimo leader dei conservatori e legato all'economia della
terra. Gaio Flaminio (x la piccola proprietà terriera e x l'espansione del Nord) è leader dei
riformatori democratici. Gli Scipioni a capo degli interessi dei ceti mercantili e finanziari.

Prima guerra macedonica: Roma si estende fino ai Balcani. Filippo V di Macedonia recupera le
coste illiriche. Gli Etoli aiutano Roma nella battaglia ad Apollonia nel 214. Nel 207 Filippo perde
le illiriche con la pace di Roma.
Seconda guerra macedonica: Filippo V ristabilisce il suo potere e attacca Atene. Quinzio
Flaminino persuade la Lega achea ad unirsi a Roma e sconfigge Filippo a Cinoscefale nel 197 e
rimuove le praesidia delle città greche.

Guerra siriaca: Antioco III vuole le città greche della costa asiatica. Gli Etoli appoggiano Antioco
contro Roma per la delusione della pace di Tempe di Filippo V (che ora si allea con Roma). Roma
vince alle Termopili poi la guerra è in Asia. L. Cornelio Scipione Asiatico e G. Lelio sono i consoli e
il primo sconfigge Antioco nel 189 (pace di Apamea).

Terza guerra macedonica: 179 Perseo è re e vuole la rinascita della Macedonia. Il pretesto della
guerra (171) è l'attacco del re illirico Genzio a Issa, alleata di Roma. Dopo alcune vittorie di
Perseo, L. Emilio Paolo lo sconfigge a Pidna nel 168. La macedonia si divide in 4 repubbliche
autonome e l'Illiria in 3 distrettil. Nella 4a guerra macedonica, dove Andrisco il rivoltoso viene
sconfitto da Cecilio Metello nel 148 a Pidna, Macedonia diventa una provincia romana.

Guerra Acaica: Contrasti nei rapporti Roma-Lega Achea. Quest'ultima dichiara guerra a Sparta. C
Metello sconfigge gli Achei e L. Mummio distrugge Corinto. Roma impone regimi oligarchici
nelle città greche + scioglim. delle leghe.

Guerre servili: 2 rivolte degli schiavi in Sicilia. La prima (136-132) è guidata da Euno ma viene
sconfitto, a fatica, da Roma nel 132 (tra gli schiavi ci sono guerrieri). La seconda (104-101)
scoppia perché non vengono liberati alcuni "schiavi liberi". Salvio e Atenione sono i leader ma
nel 101 vengono sconfitti.

Il controllo sulla penisola iberica: Roma controlla le coste e l'interno è difeso da Celtiberi e
Lusitani. Quest'ultimi affrontano roma dal 154 al 138, guidati da Viriato (morirà tradito da un
alleato). I celtiberi combattono roma dopo che M Claudio Marcello attacca l'indifesa tribù
Vaccei. Con Scipione Emiliano gli scontri si chiudono con i celtiberi.

Le province: la provincia è l'incarico del magistrato. Organizzate in province Sicilia, Sardinia,


Corsica e Hispania, idem Macedonia, Achaia e colonie Africa. Il governatore provinciale ha
funzione politico-militare, giudiziaria e fiscale. Era immune a tutto e quindi solo i privati
potevano accusarlo (deve comunque dire al Senato le sue opere).

Espansione di Roma, Stile: roma non scende a compromessi, è abile a conquistare, penetra
tramite amicitie e praesidia, seda le rivolte, ha un ceto politico intraprendente e opportunista.

La politica di Roma: si dinstingue Nobilitas (famiglie con antenato console) e aristocrazia


generale e senatoria. Il popolo accetta l'autorità dell'aristocrazia. I rapporti di clientela basati
sulla fides sono importanti. Il potere era Auctoritas Senatus + Libertas Popoli. C'erano problemi
con la durata della leva militare (tanto che vengono arrestati alcuni consoli).
Politica legislativa: proposta agraria di Gaio Flaminio del 232--> scontro ceto senatorio VS
popolare. Le iniziative legislative cercavano di completare l'ordine istituzionale e proteggere il
potere nobiliare. I Consoli rompono coi tribuni della plebe per l'arruolamento militare.

Trasformazioni sociali: dalla 2a punica, si chiede ai privati di aiutare economicamente Roma. Si


formano Societates Private che appaltavano e da cui molti potevano trarre profitto. Si crea la
moneta d'argento per i militari. Nascono nuovi commercianti e imprenditori---> cavalieri. Gaio
Gracco mette cavalieri alle questiones al posto dei senatori.

La cultura: scrittura--->rivoluzione culturale. Primi rapporti con cultura greca. Plauto e Terenzio
si ispirano alle commedie di Menandro. Catone scrive la prima opera in latino (Origines) e crea
l'oratoria e la retorica. Ma la cultura greca non viene totalmente abbracciata e il ceto dirigente
la esilia. Scipione Emiliano si apre però ad essa. Con i postaristotelei c'è il concetto di uomo
rapportato allo stato. Gli uomini sono uguali (cosmopolitismo).

Scissione della civitas: Polibo nota la corruzione del ceto dirigente causato dalla ricchezza. è la
civitas che da equilibrio alla politica con il consenso. Cicerone individua nella potestas pestifera
del tribunato della plebe elementi eversivi. La nobilitas cerca di sovvertire il senato.

I Gracchi: famiglia della nobilitas piena. La loro factio (modo di agire) voleva un ceto di piccoli
contadini. La legge agraria di Tiberio Gracco prevedeva non più di 500 iugera di terreno
pubblico. Presentò la legge al popolo senza il senato, che si irritò. Tiberio muore sul campidoglio
dopo aver riunito i suoi seguaci e molti graccani sn condannati. Fulvio Flacco, un graccano,
propone legge x allargare cittadinanza agli italici. Nasce la plebe urbana.

Gaio Gracco: stabilisce la lex de provinciis consularibus, che stabiliva che le due province
consolari dell’anno successivo fossero dichiarate prima dell’elezioni dei consoli. I graccani
vengono trucidati e Gaio si uccide. La legge agraria di Tiberio viene smantellata. I graccani
fornirono importante exemplum che metteva in discussione l'autoritas del senato e rivendicava
il potere del popolo.

Gaio Mario: il suo programma Popularis prevedeva di assegnare terre ai veterani di guerra. Il
popolo romano è centrale nella vita politica per lui (Lex de maiestate). Saturnino fece approvare
una legge frumentaria con prezzi ancora più bassi di quelli di Gaio Gracco. Gaio Mario,
sostenuto dal popolo, diventa console e cattura Giugurta nel 105, poi sconfigge i Teutoni nel 102
e i Cimbri nel 101. Riformò l'esercito e mise l'aquila nelle insegne delle legioni.

La cittadinanza agli italici: Roma era una città-stato. La cittadinanza romana era Beneficium del
popolo romano. I Cives romani non pagavano tributi a differenza dei socii e avevano altre
garanzie istituzionali. La legge sulla cittadinanza italica di M. Livio Druso Minore non viene
accettata e scoppia la rivolta antiromana. La lex Iulia (90) concede cittadinanza a latini e non
ribelli e la Lex Pompeia ai galli transpadani.

Guerre civili: P. Sulpicio Rufo revoca la guerra mitridatica a Silla. Il suo esercito marcia su Roma e
la conquista. Toglie le leggi sulpicie. Mario viene dichiarato nemico pubblico. Cornelio cinna rifa
le leggi sulpicie e richiama Mario dall'esilio e fanno la 2a marcia su Roma. Mario reprime i sillani
a Roma. Silla è nemico pubblico. I sillani fanno la 3a marcia su Roma. Flacco propone una legge
che assegnava a Silla una dittatura legibus scribundis et rei publicae constituendae. Silla da
potere al senato e tutela gli aristocratici.

I dinasti: dopo Silla, il senato è in balia degli eserciti personali. Lepido Marcia su Roma con gli
insorti in Etruria. Fatto un senatus consultum ultimum per un imperium straordinario a Pompeo,
Lepido viene sconfitto. Sertorio fa la stessa fine, assassinato da un alleato. Nel 73 c'è la rivolta di
Spartaco, sedata da Licino Crasso, che ottiene il consolato con Pompeo nel 70. Tolgono le
riforme sillane e mettono i concilia plebis.

Cicerone: appoggiò la guerra contro Mitridate di Pompeo. Ciò crea la nuova aristocrazia degli
optimates. Catilina, cercando appoggio del popolo e inurbano cerca di sconfiggere Cicerone alle
elezioni, fallendo. Prova poi con la cospirazione in Etruria, ma Cicerone fa la sua famosa
denuncia (Catilina viene ucciso a Pistoia).

Cesare: l'ultimo dei dinasti. Era legato ai popolari da famiglia. Pontefice massimo nel 63.
Abbandona Crasso per il suo Catilismo. I 3 grandi, Pompeo, Cesare e Crasso, strinsero la
potentiae societas, ovvero il Primo Triumvirato (amicitia segreta x dividersi i poteri). Cesare
assegna i territori italici ai veterani di Pompeo + 2a legge agraria per i poveri. Il tribuno P. Vatinio
assegnò poi a Cesare il comando proconsolare della Gallia Cisalpina, dell’Illiria e poi della Gallia
Narbonense.

Clodio: si fa adottare da un plebeo, abbandonando la sua gens patrizia, per ottenere il tribunato
della plebe nel 58. Vuole accrescere il potere dell'assemblea popolare. Ripristina i collegia. Fa
legge frumentaria x grano gratis ai poveri. Attacca Cicerone x la storia di Catilio, ma egli godeva
dell'appoggio di tutta italia.

Fallimento del progetto di Cicerone: la carestia del 57 porta prestigio a Pompeo, che fa la cura
annonae. Crasso muore dopo la disfatta di Carre in Mesopotamia nel 53. Clodio muore in uno
scontro cittadino. Pompeo nominato console vara leggi per fermare la violenza. L'imperum di
Pompeo doveva togliere legioni a Cesare, lui quindi muove i suoi legionari attraverso il Rubicone
nel 49. I senatori scappano e Pompeo viene sconfitto in Tessaglia. Cesare è console. Pompeo
muore in egitto e Cleopatra ottiene il regno, con l'appoggio di Cesare nel 47.

La dittatura di Cesare: sconfitti i pompeiani in Africa e Spagna, Cesare è padrone dell'Italia


(auctoritas Italiae). Nel 44 diventa dittatore perpetuo e aveva la Tribunicia potestas a vita.
Rimane fedele al programma popularis. Corregge la frumentaria di Clodio, colonizza per i
veterani, aumenta il senato a 900 membri. Una lex Rubria del 49 concedeva la cittadinanza
romana a Transpadani e Cispadani. Riforma il calendario. Fa una campagna contro i Parti per
rimediare a Crasso. Viene ucciso nel Marzo del 44.

Ottaviano: dopo i cesaricidi, si abolisce la dittatura. Antonio vuole l'eredità di Cesare, ma viene
sconfitto da Cicerone nelle filippiche. Ottaviano, figlio di Ottavio, erede di Cesare, marcia su
Roma e diviene console col cugino Pedio e annulla l'amnistia ai cesaricidi e li punisce, Cicerone
decapitato. Si allea con Lepido, che lo fa incontrare con Antonio. Si crea il secondo triumvirato,
con Augusto che controlla Africa, Sicilia, Sardenia e Corsica. Ricesarizzata Roma, Ottaviano
diventa Divi Filius.

Il secondo triumvirato: Ottaviano e Antonio fanno guerra a Cassio e Bruto in Grecia, a Filippi
nel 42 vincendo. Ottaviano ottiene le due spagne. Sesto Pompeo, figlio superstite di Pompeo,
ottiene una sua flotta e controlla il mediterraneo occ. tagliando le provigioni a Roma. L'impero
romano si divide in occidentale (Ottaviano A.) e orientale (M. Antonio). Marco Agrippa sconfigge
S. Pompeo nel 36. Lepido viene sconfitto da Ottaviano per aver cercato di ottenere la Sicilia e
diventa pontefice massimo, uscendo di scena. Poi muove guerra ad Antonio, succube di
Cleopatra. Si suicidano e Ottaviano è l'unico imperatore.

Testi:

Quae ante conditam condendamve --- Tito Livio, prefazione agli Ab Urbe condita 6. Favola
poetica sulla fondazione delle urbe.

Quae ab condita urbe Roma ad captam eandem Romani sub regibus primum, - fondazione
delle urbe sotto re, consoli, dittatori, tribuni consolari. Ab Urbe condita Livri.

Nec facile est aut rem rei aut auctorem auctori praeferre . Non è facile preferire un autore
rispetto agli altri. Storia alterata da elogi e falsità delle famiglie.

psae enim familiae suae quasi ornamenta ac monumenta servabant et ad usum Sono proprio
le famiglie che conservano questi documenti x la propria nobiltà. Falsi trionfi ecc.

Id facinus post conditam urbem luctuosissimum foedissimumque rei publicae populi e In


foedere, quod expulsis regibus populo romano dedit Porsina (libro III di Tacito)

Relativo all'episodio di Porsenna, ovvero l'assedio di Roma da parte di Lars Porsenna della città
etrusca di Chiusi. Ne Porsenna ne i galli potere infangare la sede di Giove Ottimo Massimo.

Cic. Flacc. 15: Nullam enim illi nostri sapientissimi et sanctissimi viri vim contionis i saggi
non volevano il potere della contio. Le scelte del popolo respinte fino al suo scioglimento.

Liv. I 43.10-11: Non enim … viritim suffragium eadem vi eodemque iure promisce omn Il voto
non fu dato ai singoli individui, indistintamente a tutti con la stessa efficacia e lo stesso diritto,
ma furono creati dei gradi, in modo che nessuno sembrasse privato del diritto di voto, ma tutta la
forza rimanesse ai maggiorenti della città.

Cic. Rep. II 22: Deinde … populum distribuit in quinque classis senioresque a iunioribus divisit
easque ita disparav Quindi … distribuì la parte che restava del popolo in 5 classi, separando i
giovani dai vecchi, in modo che i possidenti disponessero di un maggior numero di voti e che la
maggioranza numerica non avesse il sopravvento - ecco come si amministra uno stato.

Cic. Leg. III 44: Ferri de singulis <ni>si centuriatis co I nostri antenati vollero che solo i
comizi centuriati potessero deliberare su singoli individui: il popolo rigorosamente distinto per
censo, rango ed età è più adatto ad un giudizio meditato e non per tribù.

Sall. Iug. 63.6-7: …consulatum adpetere non audebat: etiam tum alios magistratus plebes non
aveva mai osato ambire al consolato, poiché allora la plebe gestiva le altre magistrature, ma il
consolato se lo passavano i consoli di mano in mano.

Sall. Iug. 85.4, 22-23: … alii si deliquere, vetus nobilitas, maiorum se quelli commettono un
errore, la stirpe vetusta, le gesta degli avi, le influenze di parenti prossimi e lontani, le numerose
clientele si schierano a difenderli per i discendenti la gloria degli antenati è come un lume, non
lascia all’oscuro né le buone azioni né le cattive.

Sall. Hist. 4.69.5, 17, 20: Namque Romanis cum nationibus, populis, regibus cunctis

I Romani hanno una sola ragione, peraltro molto antica, di muovere guerra alle nazioni, ai
popoli, a tutti i re: una insaziabile cupidigia di dominio e di ricchezza.Per questo essi in un primo
momento si impegnarono in una guerra insieme a Filippo, re dei Macedoni, fingendosi amici
mentre erano messi in difficoltà dai Cartaginesi.

Tac. Agr. 30.6-7: Raptores orbis, postquam cuncta vastantibus defuere


Ladroni del mondo, dopo che a loro che tutto devastano sono venute meno le terre, scrutano
anche il mare; se il nemico è ricco, sono avidi, se è povero sono ambiziosi, loro che non l'oriente
non l'occidente ha saziato: soli fra tutti con uguale intensità bramano la ricchezza e la povertà

SALL. Cat. 29.2.3: Itaque, quod plerumque in atroci negotio

Pertanto, come suole avvenire nelle circostanze più pericolose, il senato emanò il decreto a che
provvedessero i consoli a che lo stato non subisse alcun danno. Secondo l’uso romano con tale
decreto il senato dà al magistrato il più ampio potere: preparare l’esercito, fare la guerra,

Cic. Sest. 96: Duo genera semper in hac civitate fuerunt eorum qui versari in re

In questa città vi sono sempre stati due generi di partiti (lett: uomini) che hanno deciso di
dedicarsi alla vita politica (lett: allo stato) e in essa emergere. Di essi alcuni hanno voluto essere
ottimati, altri popolari

Vir. ill. 73.1 e 7: Lucius Apuleius Saturninus, tribunus plebis seditiosus, ut gratiam Marianor

Lucius Apuleius Saturninus, un tribuno della plebe, un uomo sedizioso, così quell'abbondante
grazia di Mariano della guardia sulla sua persona, la legge dello spirito, che i veterani del campo,
centinaia di acri di terra in Africa, devono essere diviso tra; Il collega di intercedentem è stato
allontanato dalle pietre.

... tempo per la Sicilia, la Grecia, la Macedonia e gli scopi dei nuovi coloni; ... Per leggere molti
alti obroganti, tuonava e gridava: Ora sei solo quiescetis, grandine

RG 1.1: Annos undeviginti natus exercitum privato consilio et privata i

All’età di 19 anni, con mia personale decisione e a mie spese personali costituii un esercito con il
quale restituii a libertà la repubblica oppressa da una fazione.

Cic. Rep. 1.9: non bisogna dare ascolto a coloro che, per giustificare il loro ritiro nel privato,
vanno dicendo che non ci si debba dedicare alla vita pubblica ormai ridotta a cosa di uomini
pronti a ogni nefandezza in un gioco senza scrupoli,

Tac. Ann. III 28.2 : Sexto demum consulatu Caesar Augustus, potentiae securus, quae
triumviratus iusserat abolevit deditque iura…
Finalmente Cesare Augusto, giunto al suo sesto consolato, sicuro della sua autorità, abolì le leggi
emanate durante il triumvirato e ci diede diritti…

RG 34: 1 In consulatu sexto et septimo, postquam bella civilia exstinxeram, per consensu

Nel mio sesto e settimo consolato, dopo che ebbi estinto le guerra civili, assunto per universale
consenso il controllo di tutti gli affari di stato, trasferii il governo della repubblica dal mio potere
alla libera determinazione del senato e del popolo romano. 2 Per questa mia benemerenza con
decreto del senato ebbi l’appellativo di Augusto, la porta della mia casa fu pubblicamente
coronata di alloro e sull’entrata fu affissa una corona civica; nella curia Giulia fu posto uno
scudo d’oro con un’iscrizione attestante che esso mi veniva offerto dal senato e dal popolo
romano in riconoscimento del mio valore, della mia clemenza, della mia giustizia e della mia
pietà. 3 Da allora in poi fui superiore a tutti in autorità, sebbene non avessi maggior potere di
tutti gli altri che furono miei colleghi in ciascuna magistratura.

Suet. Aug. 7.2: in seguito assunse … il soprannome di Augusto … mentre alcuni senatori erano
del parere di attribuirgli quello di Romolo, prevalse la proposta di Munazio Planco di chiamarlo
invece Augusto, non tanto per attribuirgli un nome che non era mai stato usato prima, quanto per
il significato onorifico di quella parola. Infatti si chiamano augusti i luoghi resi sacri dalla
religione e in cui si prendono gli augurii per consacrare qualcosa … come ci ricorda questo verso
di Ennio “dopo che l’inclita Roma fu eretta con presagio augusto”.

Tac. Ann. IV 32.1-2: 1 Pleraque eorum quae rettuli quaeque referam p

Non sono inconsapevole che la maggior parte degli avvenimenti che ho narrato e narrerò
potranno forse sembrare di poca importanza e di minimo rilievo per essere ricordate: ma nessuno
oserà paragonare i nostri annali con gli scritti di coloro che narrarono l’antica storia del popolo
romano.

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