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TACITO

VITA: nasce intorno al 55 d.C. (imperatore Claudio) probabilmente nella Gallia


Narbonese (altre ipotesi ma di sicuro è provinciale), frequenta scuole di retorica a
Roma e stringe amicizia con Plinio Il giovane (Epistulae 6.20/6.9/6.16:
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext
%3A1999.02.0139%3Abook%3D6%3Aletter%3D20%3Asection%3D1 ).
Nel 77 d.C. sposa la figlia del prestigioso generale Giulio Agricola, dando un forte
impulso alla sua carriera politica (in ordine sotto Vespasiano, Tito, tirannide di
Domiziano, Nerva e Traiano  testimonianza nelle Historiae 1.1
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.02.0079). Questa
carriera è stata ricostruita nel dettaglio grazie alla documentazione epigrafica.

Alcune fonti epigrafiche in cui troviamo accenni alla vita politica dell’autore sono le
Epistole pliniane e l’opera stessa di Tacito (Historiae), ma la più importante è OGIS
487: un’iscrizione greca da Mylasa (Turchia) che ci informa come i vertici del suo
cursus siano stati pretore (88), console (97) e proconsole d’Asia (112).
Ci sono poi due iscrizioni latine: 1) CIS 12, 1301 = ILS 4841, da Vaison-la-Romaine
(attuale città francese, faceva parte della gallia narbonese) che riporta: Marti/ et
Vasioni/ Tacitus = Tacito dedicò a Marte e a Vasio  questa insieme ad altri
ritrovamenti che riportano di un certo Tacitus e riferimenti alla gens Cornelia hanno
fatto propendere molti per l’ipotesi di nascita nella Gallia Narbonese (tra cui anche
Ronals Syme, che sostiene anche sia originario della stessa Vasio, in cui nasce anche
Afranio Burro, molto apprezzato da Tacito). 2) CIL 6, 41106, da Roma, lastra in
marmo ricostruita da Geza Alfoldy, riporterebbe fasi del cursus nel dettaglio.

CURSUS HONORUM IMPORTANTE: consolato


nel 97 d.C. (sotto Nerva) come consul suffectus
(supplente, sostituisce Rufo), proconsolato (sotto
Traiano) in Asia nel 112-113 d.C.
ATTIVITA’ LETTERARIA:
-in coppia con Plinio Il giovane nel processo per corruzione di Mario Prisco,
proconsole d’Asia nel 100 d.C.  difese con successo le ragioni i provinciali
-98 d.C. due monografie: l’Agricola (biografia del suocero scomparso) e la Germania
(opera etnografica frutto della permanenza li forse)
- cr. 100 d.C. Dialogus de Oratoribus
-opere storiografiche principali: Historiae (storia di Roma dal 69 al 96) e Annales
(storia roma dal 14 al 68).

L’AGRICOLA
Monografia che Tacito dedica al suocero Giulio Agricola, grande uomo politico e
generale, morto nel 93. L’opera viene scritta tra il 97 e il 98 d.C. ed esprime tutto il
senso di liberazione per la fine della tirannide di Domiziano (Agricola 3.1
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Tac.+Ag.+3&fromdoc=Perseus
%3Atext%3A1999.02.0084  Nunc demum redit animus= ora possiamo finalmente
respirare). Mostra anche l’appoggio al fatto che sia Nerva che Traiano ritenessero
possibile la coesistenza di principato e libertà.

LA VIRTU’ SOTTO LA TIRANNIDE


Si tratta di una laudatio funebris ma che mira a dimostrare come anche in
circostanze avverse sia praticabile la virtù (Agricola 42): Agricola era stato un
grande generale anche se durante la tirannide di Domiziano  Tacito propone una
soluzione moderata e non estremistica al difficile rapporto tra aristocrazia (Agricola)
e potere imperiale (Domiziano). Infatti il generale non si era mai sentito al servizio
del tiranno, ma solo dello Stato, per un interesse superiore.

ISPIRAZIONE DA CESARE
La conquista della Britannia da parte di Agricola porta Tacito ad inserire digressioni
etnografiche su modello dei Commentarii de bello Gallico di Cesare. Tacito dà voce
anche ai perdenti, ai vinti, denunciando il cinismo dei romani conquistatori e
criticandone l’imperialismo (Agricola 30.4: ubi solitudinem faciunt, pacem
appellant dove hanno fatto il deserto dicono che là è pace)
Modello principale di stile è Sallustio (Annales).
Il contenuto si presta bene quindi anche per la ricostruzione del pensiero di Tacito e
dell’epoca che vive, non è solo una laudatio.

LA GERMANIA
Trattato scritto nel 98 quando Traiano era impegnato sul fronte germanico, fondato su
impostazione etnografica. Prende ispirazione da molte opere: De bello gallico di
Cesare, Historiae di Sallustio, Bella germaniae di Plinio Il vecchio (ANDATI
PERSI).
L’impressione è comunque che molte informazioni siano state apprese direttamente
da Tacito, che aveva forse avuto un incarico da legato.
Innovativo è il fatto che Tacito attribuisca ai germani una certa autoctonia (=originari
di quella stessa terra), fierezza e moralità che meritano il massimo rispetto,
nonostante la rozzezza degli usi e dei costumi, che sono dovuti solamente a fattori
geografici e climatici  QUESTA LODE DEI GERMANICI VA VISTA COME
CRITICA ALLA DECADENZA CIVILE E MORALE DI ROMA (causata
dall’impostazione autocratica imperiale).
QUESTIONE DEI SERVI: tacito sostiene che in Germania i liberti non abbiano tutte le
libertà che hanno a Roma e sarebbe giusto così, Tacito in quanto esponente della
nobilitas senatoria prova una grande avversione per questi.

AVVERTIMENTO: mette in guardia su una possibile rovina dell’impero, che si


verificherebbe se le tribù germaniche, risolti tutti i loro conflitti interni, unissero le
forze contro Roma.
Nello stile riprende la prosa di Seneca, con l’uso di massime e sentenze.
LE HISTORIAE
Ci restano solamente i libri I-IV e i primi 26 capitoli del V libro. Segue il metodo
annalistico, ovvero ogni libro racconta anno per anno i fatti storici (copre un periodo
che va dalla morte di Nerone in poi =! Annales che trattano della dinastia Giulio
Claudia).
L’opera fa parte della storiografia pragmatica, che è attenta ai fatti ma ricerca anche
le cause (come avevano fatto Tucidide, V sec. A.c., e Polibio, II sec. A.C.). Tacito dà
importanza all’oggettività della narrazione, con il rischio di passare per quello che
racconta fatti a prima vista insignificanti, che in realtà sono secondo lui spesso la
causa di effetti enormi.
Non dimentica l’insegnamento di Cicerone (seguito da Livio, Sallustio…) per cui la
storia è opus oratorium maxime= opera prima di tutto letteraria  tendenza
patetica (ricorda le sorti dei tiranni delle tragedie di Seneca) e influenze
virgiliane.
La sintassi usata e l’ambiguità (uso vox media e contrari accostati) sono
funzionali a descrivere il clima funesto e crudo in cui la tirannide di Domiziano
si attua.

VALUTAZIONE DELLA CREDIBILITA’ STORICA DI TACITO


Bisogna chiedersi si possa effettivamente credere ad alcuni giudizi o opinioni che
Tacito dà nelle sue opere storiografiche, infatti, rifacendosi alla tradizione
storiografica romana, anche Tacito come storico è caratterizzato da un forte
moralismo e pessimismo (accentuato dall’assenza di figure divine): interpretare la
storia attraverso vizi e virtù e non credere ad una risoluzione dei problemi descritti
(crudeltà di Nerone, modestia di Agricola, cinismo di Tiberio?...). Infatti in teoria la
storia dovrebbe essere raccontata sine ira et studio= senza avversione né simpatia.
Gli storici in generale considerano credibile il racconto di Tacito, in quanto la
ricostruzione dei fatti presenta sempre fonti affidabili e ben collate, ma è da
considerare sempre il fatto che l’autore fosse un autorevole membro del senato,
pertanto il suo punto di vista coincide sempre con quello dell’aristocrazia senatoria:
avversa al principato e agli imperatori che ostacolano il potere del Senato (es. Nerone
e Domiziano).
LO STUDIO DELLE FONTI
Lo scrupolo nell’analisi delle fonti di tacito è comunque provato anche nelle Epistole
di Plinio il Giovane, in cui lo stesso racconta la morte di Plinio Il Vecchio (79 d.C.)
su richiesta dello storico, che voleva informazioni certe di prima mano. Sfrutta gli
acta diurna (= rendiconti degli eventi politici più importanti) e gli acta senatus (=
rendiconti delle sedute del senato), lettere, orazioni e memorie private (es. di
Agrippina, madre di Nerone), rumores (sebbene consapevole della loro inaffidabilità.

ELEMENTI FONDAMENTALI DELLO STILE


1- Inconcinnitas: mancanza di equilibrio e simmetria (presenti invece nel
Dialogus, per questo si è dubitato della sua paternità)
2- Variatio: modificare a livello fonetico e grammaticale, i meccanismi della
ripetizione, se ne fa un largo uso (su modello sallustiano, che viene addirittura
superato)
3- Brevitas: proposizioni brevi e molte nominali, costrutti participiali e infinito
storico frequente. C’è una forte sentenziosità, diversa però da quella di Seneca:
Seneca mirava a stupire e a meravigliare, Tacito vuole colpire il lettore con la
gravitas.
4- Gravitas: (es. Historiae 1.2) accentuazione della gravità di una situazione,
usata per mostrare gli eventi di Roma in tutta la loro crudezza  stile
irregolare ed imprevedibile

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