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Alcune fonti epigrafiche in cui troviamo accenni alla vita politica dell’autore sono le
Epistole pliniane e l’opera stessa di Tacito (Historiae), ma la più importante è OGIS
487: un’iscrizione greca da Mylasa (Turchia) che ci informa come i vertici del suo
cursus siano stati pretore (88), console (97) e proconsole d’Asia (112).
Ci sono poi due iscrizioni latine: 1) CIS 12, 1301 = ILS 4841, da Vaison-la-Romaine
(attuale città francese, faceva parte della gallia narbonese) che riporta: Marti/ et
Vasioni/ Tacitus = Tacito dedicò a Marte e a Vasio questa insieme ad altri
ritrovamenti che riportano di un certo Tacitus e riferimenti alla gens Cornelia hanno
fatto propendere molti per l’ipotesi di nascita nella Gallia Narbonese (tra cui anche
Ronals Syme, che sostiene anche sia originario della stessa Vasio, in cui nasce anche
Afranio Burro, molto apprezzato da Tacito). 2) CIL 6, 41106, da Roma, lastra in
marmo ricostruita da Geza Alfoldy, riporterebbe fasi del cursus nel dettaglio.
L’AGRICOLA
Monografia che Tacito dedica al suocero Giulio Agricola, grande uomo politico e
generale, morto nel 93. L’opera viene scritta tra il 97 e il 98 d.C. ed esprime tutto il
senso di liberazione per la fine della tirannide di Domiziano (Agricola 3.1
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Tac.+Ag.+3&fromdoc=Perseus
%3Atext%3A1999.02.0084 Nunc demum redit animus= ora possiamo finalmente
respirare). Mostra anche l’appoggio al fatto che sia Nerva che Traiano ritenessero
possibile la coesistenza di principato e libertà.
ISPIRAZIONE DA CESARE
La conquista della Britannia da parte di Agricola porta Tacito ad inserire digressioni
etnografiche su modello dei Commentarii de bello Gallico di Cesare. Tacito dà voce
anche ai perdenti, ai vinti, denunciando il cinismo dei romani conquistatori e
criticandone l’imperialismo (Agricola 30.4: ubi solitudinem faciunt, pacem
appellant dove hanno fatto il deserto dicono che là è pace)
Modello principale di stile è Sallustio (Annales).
Il contenuto si presta bene quindi anche per la ricostruzione del pensiero di Tacito e
dell’epoca che vive, non è solo una laudatio.
LA GERMANIA
Trattato scritto nel 98 quando Traiano era impegnato sul fronte germanico, fondato su
impostazione etnografica. Prende ispirazione da molte opere: De bello gallico di
Cesare, Historiae di Sallustio, Bella germaniae di Plinio Il vecchio (ANDATI
PERSI).
L’impressione è comunque che molte informazioni siano state apprese direttamente
da Tacito, che aveva forse avuto un incarico da legato.
Innovativo è il fatto che Tacito attribuisca ai germani una certa autoctonia (=originari
di quella stessa terra), fierezza e moralità che meritano il massimo rispetto,
nonostante la rozzezza degli usi e dei costumi, che sono dovuti solamente a fattori
geografici e climatici QUESTA LODE DEI GERMANICI VA VISTA COME
CRITICA ALLA DECADENZA CIVILE E MORALE DI ROMA (causata
dall’impostazione autocratica imperiale).
QUESTIONE DEI SERVI: tacito sostiene che in Germania i liberti non abbiano tutte le
libertà che hanno a Roma e sarebbe giusto così, Tacito in quanto esponente della
nobilitas senatoria prova una grande avversione per questi.