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domenica 14 aprile 2019

Annales

[1] Urbem Romam a principio reges habuere; libertatem et consulatum L. Brutus


instituit. dictaturae ad tempus sumebantur; neque decemviralis potestas ultra
biennium, neque tribunorum militum consulare ius diu valuit. non Cinnae, non Sullae
longa dominatio; et Pompei Crassique potentia cito in Caesarem, Lepidi atque
Antonii arma in Augustum cessere, qui cuncta discordiis civilibus fessa nomine
principis sub imperium accepit. sed veteris populi Romani prospera vel adversa
claris scriptoribus memorata sunt; temporibusque Augusti dicendis non defuere
decora ingenia, donec gliscente adulatione deterrerentur. Tiberii Gaique et Claudii
ac Neronis res florentibus ipsis ob metum falsae, postquam occiderant, recentibus
odiis compositae sunt. inde consilium mihi pauca de Augusto et extrema tradere,
mox Tiberii principatum et cetera, sine ira et studio, quorum causas procul habeo.

In origine Roma fu governata dai re; la libertà e il consolato li istituì L. Bruto. Le


dittature venivano assunte per un periodo determinato; né il potere decemvirale
durò’ più di due anni, né il diritto consolare dei 'tribuni militum' ebbe validità a
lungo. Non fu lunga la dominazione/prolungato potere assoluto di Cinna,non (quella)
di Silla; anche la potenza di Pompeo e di Crasso presto (passò) a Cesare, gli eserciti
di Lepido e di Antonio finirono ad Augusto, che col titolo di principe ricevette sotto il
(suo) comando tutti i poteri dello stato,logorati dalle discordie civili. Ma le vicende
liete o tristi dell'antico popolo romano sono state ricordate da storici famosi; e alla
presentazione dei tempi di Augusto non mancarono ingegni all'altezza del compito
finché non furono distolti con il crescere dell’adulazione. Le vicende di Tiberio e
Caio e di Claudio e Nerone mentre essi stessi erano al potere furono narrate con
falsità per paura, dopo che erano morti furono alterate sulla base degli odii recenti.
Da ciò ho preso la decisione di scrivere poche cose e le più recenti su Augusto, poi
il principato di Tiberio e le rimanenti vicende, senza ostilità e partigianeria, i cui
moventi sono ormai per me lontani.

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Liberatem et consulatum istituzionale, espressione che costituisce una
specie di endiadi

Dictaturae carica di 6 mesi in caso di problematiche. Ad tempus “per un


tempo determinato”

Decemviralis

Augustum triumvirato

Scriptoribus memorata sunt storici tramandano o raccontano

gliscente adulazione deterrerentur potere 31 a c princeps. Glisco è un verbo


poetico usato anche da Livio

Morto Livio nessuno si mette a scrivere storia. Gli storici preferiscono


adulare

Recentibus odiis vedi Seneca con Claudio

È oggettivo sine ira et studio

habuere è una forma sincopata. Habuerunt

Approva idea di Traiano della dinastia elettiva

Segue la linea di sallustio e di cesare

Riteratti psicologici degli imperatori

Stile paratattico ed ellittico, descrive in breve tempo anni di roma

Appartiene al genere dell’annalistica, quindi il registro deve essere alto. Il primo


paragrafo è un accostamento di parole chiave della Roma repubblicana** urbem,
regger, libertatem, consulatum, dictaturae, decemvirilis potestas, consulare ius,
dominatio, potentia, arma, imperium

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Temi e motivi

Modulo ricorrente nella storiografia greca e latina è l'assicurazione di imparzialità da


parte dello storico, affidata di solito alle pagine proemiali. Tacito in questo caso se
ne serve anche per definire e giustificare la scelta dell'argomento. La storiografia
dovrebbe essere sempre imparziale e disinteressato l'atteggiamento dello
storiografo. Se ciò è avvenuto per quanti hanno narrato gli eventi dell'eta
repubblicana e, almeno, sino a un certo segno, anche per gli scrittori dell'età
augustea, altrettanto non si può dire per gli storici dell'età degli imperatori giulio-
claudi, i quali si distinguono, a giudizio di Tacito, in due principali categorie: quanti,
scrivendo sotto il loro regime, li hanno adulati per timore e quanti, immediatamente
dopo la loro scomparsa, hanno dato sfogo al rancore e al desiderio di vendetta. Ma
ora, nell'ottica di Tacito, l'età dei Giulio-Claudi appartiene interamente al passato e
la distanza cronologica, insieme all'assenza di ogni coinvolgimento personale dello
storico nelle vicende narrate, può essere garanzia sufficiente di imparzialità.

Lingua e stile

Dal punto di vista lessicale, il brano appare interessante per il modo in cui Tacito
sintetizza l'evoluzione delle istituzioni romane. Al regime monarchico, si sostituisce
la libertas repubblicana che nel consulatus ha assieme il suo vertice e la sua
fondamentale garanzia istituzionale; seguono la potestas dei decemviri rei publicae
constituendae e lo ius dei tribuni militari. Duro è invece il giudizio su personaggi
come Cinna e Silla che governano lo stato con l'autorità che il padrone esercita
sullo schiavo e quindi riducendo di fatto la res publica a una res privata. Segue il
ricordo dei protagonisti del primo triumvirato, accordo tra privati cittadini per la
spartizione del potere unicamente sulla personale auctoritas, ovvero l'influenza
politica che a Crasso veniva dal controllo del mondo finanziario, a Pompeo dal
prestigio militare, a Cesare dal consenso popolare: in ogni caso una forma di potere
estranea alle istituzioni consuete e quindi fonte di instabilità. Infine dal quadro
dell'arbitrio

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