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TACITO

Cornelio Tacito nato probabilmente nel 55 d.C in Gallia, concluse i suoi studi a
Roma, dove frequentò la scuola di retorica di Quintiliano. A Roma si dedicò anche alla
politica, segui il "cursus onorum" operando dapprima come tribuno militare, concludendo poi
come console .Morì intorno al 120 d.C.
Dal punto di vista letterario scrisse diverse opere tra cui: un' autobiografia del suocero
"Agricola", un saggio etnografico sui popoli Germanici "Germania", una storia dell'impero
"Historiae", ed una storia dell'impero dalla morte di Augusto "Annales". Inoltre si pensa sia
stata scritta da Tacito anche l'opera "Dialogus de oratoribus"

L'AGRICOLA
La sua attività letteraria comincia solo dopo la morte di Domiziano (poichè quello
dell'imperatore fu un periodo storico difficile in cui non si poteva scrivere
liberamente). Nel 98 d.C Tacito pubblica una biografia del suocero, "De vita et moribus Iulii
Agricolae" (vita e costumi di Giulio Agricola, in cui vuole esaltare la figura di Agricola), o più
semplicemente "Agricola".
L'Agricola è anche una notevole analisi storica sui meccanismi della politica, sul
contrasto tra monarchia e libertà, divenuto ormai insanabile sotto Domiziano.
Inoltre, contiene un excursus etnografico sui Britanni (costumi, tradizioni dei
Britanni). Si tratta, dunque, di un'opera a carattere misto (biografico-politico-etnografico),
Pone una libera indagine storiografica a tutto campo, capace di riconoscere la
grandezza degli uomini di valore e di esaltarla a beneficio delle generazioni future.
In apertura egli ricorda i nomi di personaggi che vennero eliminati da Domiziano
per aver elogiato nelle loro opere personaggi illustri del passato che andavano
contro l'imperatore.
Agricola aveva compiuto l'ultima parte della sua carriera di amministratore giusto e
capace e di condottiero vittorioso sotto Domiziano. Raccontare la sua vita significava anche
toccare un punto cruciale della politica d'età imperiale: come deve comportarsi il cittadino
virtuoso cui tocchi di operare sotto un regime tirannico?
Di fronte a questo quesito, Tacito mostrando il comportamento di Agricola espone
l'esempio perfetto di come "anche sotto cattivi principi potessero esserci uomini
grandi". Alla fine, anche lo schiavo Agricola era caduto in disgrazia presso Domiziano, al
punto che alla morte di Agricola si era sparsa la voce che fosse stata causata da
avvelenamento. Ma a Tacito quel che importa non è la causa, ma il modo della
morte: espressione di gesti clamorosi che non ha bisogno di gesti clamorosi, come
suicidi stoici utili alla fama di chi li compiva, ma inutili al bene dello stato (es.come
fece Seneca).
Due momenti dell'Agricola colpiscono da un punto di vista storiografico; l'excursus
etnografico sui popoli della Britannia e i loro costumi e i discorsi contrapposti di
Calgaco, uno dei capi dei Britanni, e di Agricola.
Le parole di Calgaco contro l'imperialismo romano sembrano regnare di generazione
in generazione; come l'espressione "Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant" (i romani
dove fanno il deserto, lo chiamano pace). PAG.365
Mentre Roma giustificava le sue guerre (considerate di difesa) dicendo che erano
necessarie farle per il bene del popolo, le altre potenze la vedono come una
potenza che vuole solo dominare.

LA GERMANIA
La "Germania" fu composta nel 98 d.C. Il trattato etnografico intitolato "De originae
et situ Germanorum" (sull'origine e la posizione geografica dei Germani= racconta la
storia di un popolo) presenta un excursus etnografico preparato inizialmente per le
Historiae. Doveva trattarsi originariamente di un'opera comprendente 5 capitoli, ma
che poi venne accresciuta fino a diventare un libro autonomo, diventando così
un'opera troppo vasta per analizzare semplicemente delle fonti.
Nell'età di Traiano l'impero raggiunse la sua massima espansione territoriale e
questo favorì il confronto con le diverse culture. La tradizione etnografica aveva
profonde radici anche a Roma fin da Catone; i germani a differenza degli altri popoli
non saranno mai sottomessi ai Romani, anzi diventeranno un grande pericolo per
quest'ultimi poiché più forti e coraggiosi (il primo a fare la distinzione tra Galli e
Germani fu Cesare).
L'opera può essere divisa in due parti: la prima tratta delle caratteristiche generali
del popolo, la seconda parte tratta invece dei singoli popoli germanici, fornendo un
elenco dettagliato di tutte le tribù.
Si rifãa al determinismo geografico, secondo il quale le caratteristiche dell'ambiente
fisico determinano in maniera automatica l'aspetto fisico e psichico degli abitanti.
I popoli del nord, ad esempio, vengono visti secondo la tradizione etnografica come
dotati di coraggio e valore bellico, ma non di particolare intelligenza.
Secondo Tacito, l'ambiente ideale per la crescita della civiltà è quello costituito dall'area
mediterranea; si tratta dunque di una visione etnocentrica.
L'etnocentrismo antico non costituisce una forma di razzismo come lo intende
l'etnocentrismo moderno che fa capo a fattori genetici.
Nei confronti dei Barbari, c'è in Tacito più ammirazione che disprezzo poiché mette
in contrasto la rudezza primitiva e il valore militare di quel popolo con la corruzione
della Roma imperiale. L'autore riconosce nella libertà germanica un valore importante e nello
stesso tempo intuisce il pericolo per Roma, se non fosse tornata a più austeri costumi e non
avesse intrapreso contro i Germani efficaci spedizioni militari.

LE HISTORIAE
Mentre l'Agricola e Germania sono monografie, queste sono il tradizionale racconto
della storia romana anno per anno.
Insieme agli ANNALES costituivano due grandi opere comprendenti 30 libri.
Si ritiene che le storie fossero in 14 libri. ali Annales in 1h. Delle historiae rimangono solo i
primi quattordici libri e alcuni capitoli del quinto libro.
Quando scrive l'Agricola spiega che dato che con Nerva e Traiano è tornata la libertà
si può raccontare la storia dicendo la verità, senza essere censurati.
Inoltre, nell'Agricola ha come scopo quello di fare le differenze tra Domiziano=
tiranno e tra Nerva-Traiano.
Quando inizia a scrivere, però, parte dalla crisi dei 4 imperatori che vogliono il
potere e si ferma a Domiziano senza capire perché.
Con gli Annales, anzichè proseguire va a raccontare dalla morte di Augusto fino alla
morte di Nerone.
E' un racconto Annalistico: si racconta in maniera drammatica e non con semplici
fatti, non dà colpe mai ad eventi soprannaturali ma solo all'uomo. Vuole essere
obiettivo, senza trascrivere opinioni e sentimenti personali.
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