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LA VITA
L’incertezza dei dati biografici: le notizie sulla vita di Tacito si desumono da accenni presenti
all’interno delle sue opere. Restano incerti sia il luogo sia la data di nascita che viene collocata
intorno al 55 d.C.
La carriera politica: seguì gli studi retorici a Roma dove fu allievo di Quintiliano. Nel 77 sposò la
figlia di Giulio Agricola, ex console e illustre generale. Intraprese quindi il cursus honorem sotto
Vespasiano e lo proseguì sotto Tito, raggiungendo l’apice del successo negli anni cui della tirannide
di Domiziano. Fu questore, tribuno della plebe e pretore. Rimase per qualche anno lontano da Roma
e vi ci ritornò dopo la morte del suocero Agricola.
L’attività letteraria: a partire dal 96, morto Domiziano e iniziata l’età di Nerva e Traiano, Tacito si
dedicò all’attività di storiografo componendo l’Agricola, una biografia elogiativa del suocero, e una
monografia etnografica sulla Germania a cui seguono due opere annalistiche dedicate
rispettivamente al periodo compreso tra il 69 e il 96 (Historiae) e agli anni di regno dei principi
giulio-claudi (Annales)
L’AGRICOLA
Struttura e contenuto: si tratta di una biografia elogiativa del suocero, valente condottiero e uomo
di stato deceduto nel 93 mentre Tacito era lontano da Roma e non aveva potuto pronunciare l’elogio
funebre. Dopo una prefazione segue la descrizione delle origini e dell’indole di Agricola e la
rievocazione dei diversi momenti della sua vita. Giunto a trattare la campagna militare condotta dal
suocero in Britannia, Tacito apre un excursus sulla geografia e sui popoli della regione. Ampio
spazio è dedicato a illustrare le operazioni condotte da Agricola nei 7 anni di governo della
Britannia. Lo storico passa poi a riferire come il suocero, attiratosi a causa di questi successi
l’invidia di Domiziano, fosse caduto in disgrazia presso il princeps tano da doversi ritirare a vita
privata, fino alla morte sopraggiunta forse a causa di avvelenamento.
Un’opera composita: dall’opera emerge con chiarezza l’avversione dell’autore nei confronti di
Domiziano e dei “cattivi principi” che abusano del potere per soffocare la libertà d’espressione.
Infine la presenza dell’ampia disgressione sui Britanni collega il testo al genere del trattato geo-
etnografico.
Un modello esemplare: scopo dell’autore è offrire il ritratto di un personaggio esemplare, valente
uomo politico e stratega, il quale con la sua vita ha dimostrato che anche sotto cattivi imperatori
possono esservi uomini grandi. Nella figura di Agricola, Tacito individua una possibile soluzione di
compromesso in gradi di guidare l’azione in tempi politicamente difficili, attraverso un
comportamento che eviti sia il servilismo sia il sacrificio del suicidio stoico. L’atteggiamento di
Agricola non è sufficiente a tenere lontana l’invidia del princeps ma rappresenta un exemplum di
onestà, autonomia e senso civico.
I Britanni: dalla parte dei vinti? : Tacito inserisce nell’opera una digressione sugli usi e costumi dei
Britanni, presentati come uomini lontani dalla civiltà ma proprio per questo motivo più bellicosi e
quindi più pericolosi. Lo storico lascia la parola ai nemici, dando voce ai vinti e alla loro visione dei
Romani. Emerge così un’immagine negativa dei conquistatori: presentati come predatori del mondo
dediti alla violenza e spinti solo dalla sete di dominio. Questo giudizio non coincide con la morte di
Tacito che anzi esalta l’imperialismo romano, ma riflette comunque l’abilità dello stoico
nell’assumere il punto di vista dei popoli assoggettati, la cui libertas viene cancellata dal potere
delle armi di Roma.
LA GERMANIA
Un’opera etnografica: è la seconda opera monografica ed ha come argomento la geografia della
Germania e gli usi e costumi dei suoi abitanti. È l’unica monografia geo-etnografica della latinità
giuntaci integra. È strutturata in due parti: una prima sezione descrive il territorio e prende in esami
i vari aspetti della cultura materiale dei Germani, la seconda parte passa invece in rassegna le
diverse tribù, analizzate singolarmente.
La genesi e le fonti: la scelta di dedicare un’intera opera ai Germani è strettamente legata al
periodo storico in cui Tacito scrive. Quindi a partire da un argomento di attualità che Tacito si
documenta raccogliendo sulla Germania e i suoi abitanti notizie di origine quasi esclusivamente
letterarie. Le sue fonti principali sono costituite dal libro VI del De bello Gallico di Cesare, l’unico
autore citato esplicitamente come fonte.
L’immagine dei Germani: nel descrivere usi e costumi dei Germani, Tacito mantiene un
atteggiamento ambivalente. Da un lato guarda gli abitanti di queste regione come a genti temprate
fisicamente dai rigori di un clima di habitat ostili, ma anche poco acute e piuttosto semplici. A ciò si
unisce l’istintivo ribrezzo dell’uomo “civile” nei confronti di alcuni comportamenti ritenuti barbari
e selvaggi. D’altro canto è evidente la tendenza a elogiare la purezza e la sanità morale di questi
popoli “primitivi” i quali mantengono costumi incorrotti che Roma ha ormai perduto. Le donne
vivono lontane da tentazioni in una società in cui gli adulteri sono severamente sanzionati e dove
corrompere ed essere corrotti non è considerato una moda.
Gli scopi dell’opera: scopo dell’autore è fornire informazioni utili in vista dell’incontro con
popolazioni con cui Traiano si scontrava militarmente. Al tempo stesso pur ribadendo la superiorità
di Roma su queste popolazioni Tacito trae spunto dalla descrizione dei loro costumi per
polemizzare contro il degrado morale attuale.
OPERE MONOGRAFICHE
Agricola
- Data di composizione: 97-98 d.C.
- Biografia elogiativa del suocero
- Trattato geo- etnografico
Germania
- Data di pubblicazione: 98 d.C.
- Monografia etnografica sui Germani
- Argomento di attualità
- Confrontare la purezza morale dei Germani e la corruzione di Roma
- Mettere in guardia sulla pericolosità dei Germani ai confini.
IL DIALOGUS DE ORATORIBUS
Tema centrale dell’opera: decadenza dell’oratoria e le sue cause.
L’opera si presenta nella forma di dialogo “ciceroniano”. Tacito immagina di riportare la
conversazione a cui ha assistito in gioventù in casa del retore Curazio Materno con altri personaggi
che si recano a fargli visita. (gli avvocati Marco Apro e Giulio Secondo). La conversazione vede
inizialmente opposti Apro e Materno i quali sostengono l’uno il primato dell’eloquenza sulla poesia
e l’altro la tesi opposta.
- Apro sostiene che la nuova oratoria non segna una regressione, ma piuttosto un’evoluzione
stilistica legata ai tempi
- Gli altri personaggi sostengono che l’eloquenza abbia perduto il proprio prestigio,
riducendosi a mero esercizio retorico slegato alla realtà. Le cause di questo degrado sono
riconducibili all’immoralità dei costumi, alla crisi dell’educazione; a questa tesi Materno
contrappone un’analisi più approfondita che collega la crisi dell’oratoria alla situazione
politica contemporanea.
Oratoria e politica: secondo Materno l’oratoria fiorisce nelle epoche storiche caratterizzate da
instabilità politica, quando il dibattito si fa particolarmente acceso; l’affermarsi del Principato ha
reso il clima politico più pacifico, ma avendo concentrato il potere nella mani di un singolo ha
inibito la libertas. Materno quindi per la prima volta stabilisce un nesso esplicito tra l’avvento del
principato e il venir meno della libertas di espressione. Il giudizio di tacito è tuttavia ambiguo: egli
non auspica a un ritorno dei tempi turbolenti della repubblica; meglio apprezzare l’epoca di pace in
cui si vive e i benefici che ne derivano.
HISTORIAE
Composte tra il 100 e il 110 a.C. comprendevano in origine 14 libri in cui Tacito ricostruiva gli anni
di regno della dinastia flavia, (68-69) fino alla morte di Domiziano. Dell’opera sono rimasti i primi
4 libri e l’inizio del V. tacito esami un gran numero di fonti diverse ponendole a confronto tra loro e
utilizza anche testi documentati come gli atti del Senato.
Un’epoca violenta: il periodo preso in considerazione è molto drammatico. L’opera si apre infatti
con l’anno di anarchia seguito alla morte di Nerone quando 4 princeps si contesero con le armi il
potere che solo al termine fu affidato a Vespasiano iniziatore della dinastia Flavia.
Accettazione del principato: emerge quella visione del principato che resterà sempre tipica del
pensiero di Tacito: unica forma di governo possibile per arginare la conflittualità politica e sociale
ma che ha come “effetto collaterale” la perdita della libertà. L’unica via di compromesso viene
individuata nella scelta di un principe capace e giusto (per lui è Traiano)
“archeologia giudaica” : nella narrazione un momento di tregua è offerto dalla cosiddetta
archeologia giudaica. Si tratta di una disgressione sugli usi e costumi degli Ebrei collocata all’inizio
del libro V. tacito esprime con toni di disprezzo tutta la differenza con il mondo ebraico, non
comprendendone le usanze e la religione. La disgressione sul popolo ebraico costituisce uno dei più
antichi documenti dell’antisemitismo.
Le scelte narrative: nelle Hiatorie troviamo la tendenza di Tacito a costruire la storia intorno alle
figure dei singoli personaggi delineati nei loro vizi e nelle loro virtù attraverso ritratti e discorsi.
( psicologia dei personaggi)
GLI ANNALES
Opera di impianto annalistico trattava in 16 libri il periodo che va dalla morte di Augusto alla morte
di Nerone (14-68). Possediamo solo i primi 6 libri.
I principi Tiberio e Claudio: rifacendosi a una grande varietà di fonti restituisce al lettore un quadro
completo dell’epoca anlizzata a partire dalla fisionomia dei dversi imperatori: di tiberio sottolinea il
carattere subdolo e ipocrita. Si mostra rispettoso della libertas senatoria all’inixio per poi assumere
atteggiamenti sempre più autocratici. Claudio lo descrive come un inetto dominato da mogli
ambiziose e spregiudicate.
Nerone e la patologia del potere: dopo il “quinquenno felice” il principe diviene protagonista di una
tragedia: ossessionato dal potere elimina tutti gli ostacoli che si oppongono inclusi la moglie la
mamma e il consigliere seneca. Colpisce nel ritratto la dimensione tragica in cui si muove nerone.