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LA REPUBBLICA E LE SUE

ISTITUZIONI

Il nuovo tipo di governo istituito a Roma, a


partire dal 509 a.C., venne chiamato
respublica, "cosa pubblica’’.

Ogni anno vennero eletti due consoli. A essi


spettava il compito di convocare il senato,
proporre leggi e comandare l'esercito in caso
di guerra. I consoli rimanevano in carica solo
un anno, dividendosi i compiti. Ciascuno dei
due poteva opporsi alle decisioni dell'altro, se
ritenute ingiuste, avvalendosi del diritto di
veto.

venivano eletti, sempre ogni anno i magistrati


e avevano compiti specifici.

c’erano anche due pretori, due censori e otto


questori e quattro edili, eletti anche loro ogni
anno.

Le assemblee popolari, denominate comizi,


eleggevano i magistrati e costituivano la base
della repubblica.

Un ruolo essenziale continuò a essere

svolto dal senato, formato da 300 membri

che rimanevano in carica a vita. I pareri del

senato venivano sempre tenuti in grande

considerazione e, spesso, influivano sulle

decisione adottate dai consoli.

Cacciato Tarquinio il Superbo e instaurata la


repubblica, molte popolazioni pensarono che
Roma fosse debole da poter essere
conquistata. I primi a tentare di conquistarla
furono gli Etruschi che vennero sconfitti ad
Ariccia nel 504 a.C. e la lega latina nei pressi
del lago Regillo, nel 496 a.C.

Subito dopo la battaglia i Romani e Latini


fecero un patto di alleanza, il Foedus
Cassianum, promettendosi reciproco aiuto in
caso di attacco da parte di popoli esterni.
Grazie a tale patto, vennero sconfitti Equi,
Volsci e Sabini e poi, nel 396 a.C., Roma riuscì
a conquistare la città etrusca di Veio.

Contro i Celti, chiamati Galli dai Romani, i


risultati furono ben diversi. Si stanziarono
nella pianura Padana e nel 390 a.C essi si
mossero per occupare Roma, la quale cercò
di fermarne l'avanzata, senza riuscirci. I Galli
entrarono in Roma e la devastarono.

Roma allora riorganizzò l'esercito e si dotò di


mura ancora più possenti. Dopo il Lazio,
intraprese la sua espansione verso sud,
scontrandosi con i Sanniti che durò ben 53
anni( dal 343 al 290 a.C.).

Gli scontri furono durissimi e non sempre


favorevoli ai Romani. La sconfitta più grave fu
quella che subirono alle Forche Caudine,

nel 321 a.C., quando vennero umiliati e derisi


dai nemici. Decisiva fu la vittoria ottenuta a
Sentino, nel 290 a.C., che permise ai Romani
di estendere i loro possedimenti fino alla
Puglia.

I successi di Roma misero in allarme Taranto,


colonia spartana. In previsione di una guerra
difensiva, Taranto chiese aiuto a Pirro, re
dell'Epiro, che, volendo controllare il
Mediterraneo, colse al volo l'occasione e nel
280 a.C. giunse in Italia con il suo esercito e
una ventina di elefanti, animali sconosciuti ai
Romani.

Nonostante le vittorie riportate, tra cui la


battaglia di Eraclea, Pirro cercò di stringere

un'alleanza con Roma, sicuro di poter così


arrivare fino a occupare la Sicilia, ma i
Romani, informati delle sue intenzioni dai
Cartaginesi, non accettarono la proposta.
Pirro sbarcò in Sicilia, ma le colonie greche gli
si ribellarono contro. I Romani, allora, lo
affrontarono presso Malevento, riportando
una tale vittoria che mutarono il nome della
città in Benevento (275 a.C.).

Rimasta sola, Taranto venne conquistata e


diventò una città federata.

I Romani, per mantenere la supremazia sulla


penisola, adottarono il sistema "dividi e
governa".

le strutture dello stato romano dividero le città


conquistate in:

-municipi, dove avevano ampia autonomia


amministrativa, avevano diritti civili e non
sempre diritti politici, votavano solo i più fedeli
e fornivano i militari per la guerra;

-prefetture, che erano prive di autonomia e


avevano tutti i doveri (tributi e servizio militare)
ma nessun diritto;

-alleate, dove c’era aiuto reciproco con Roma


e gli abitanti erano soci romani ma non
avevano la cittadinanza romana (erano
obbligati a sostenere Roma).

La vita pubblica era un dovere per tutti i


romani e per i nobili era un’imposta.

Per diventare console o censore bisognava


prima superare le magistrature inferiori.

1. bisognava essere questore, ovvero


amministrare il debito e sovrintendere i lavori
pubblici

2. bisognava essere pretore, ovvero


amministrare la giustizia

(due anni da un incarico all’altro).

Per guadagnare il consenso dei comizi


(assemblee popolari), occorrevano investire
tempo e denaro.

I comizi centuriati erano divisi in classi di


censo.

-1 classe i romani più ricchi con più di


100.000 assi (moneta);

-2 classe con 75.000 assi;

-3 classe con 50.000 assi;

-4 classe con 25.000 assi;

-5 classe con 12.500 assi;

-6 classe i più poveri o nulla tenenti.

Questa sei classi formavano le centurie (unità


base dell’esercito).

le centurie era 193 ed eleggevano i consoli,


censori e i preti. I voti erano espressi per
centuria.

furono istituiti anche i comizi tributi (ne


facevano parte tutti divisi in 35 tribù. loro
eleggevano i questori e gli edili.

i plebei erano penalizzati ed era impossibile a


sporre alla politica e compiere un salto di
classe.

a loro toccavano pezzo di terra molto piccoli


(insufficienti per la famiglia) e per sopravvivere
si creavano debiti con i ricchi e i debitori
insolventi divenivano schiavi dai credotori.

Questo condizioni scatenarono una ribellione,


i plebei si rifiutarono di combattere e si
stabilirono sul colle Aventino.

Dopo ciò iniziò la strada che portò alla pari i


diritti e i doveri tra patrizie e plebei.

nel 494 a.C. vennero istituiti dei tributi che


rappresentavano gli interessi della plebe
( potevano opporsi).

Dopo dieci anni vennero emesse le prime


leggi scritte per i plebei (codice delle 12
tavole).

le leggi delle 12 tavole rappresentarono una


conquista, ma le differenze erano ancora
presenti.

•sei anni più tardi nel 445 a.C. furono rese


legittime le nozze tra patrizi e plebei.

•nel 367 c.C. furono regolate le ripartizioni


delle terre grazie alle leggi licinie-sesti.

uno dei due consoli poteva essere plebeo.

una di queste leggi prevedeva che i romani


potevano possedere fino a 500 iugeri di terra.
il resto veniva diviso ai plebei.

•nel 326 a.C. una legge abolì la schiavitù per i


debiti. i debiti venivano ripagati con il
patrimonio e non con la persona.

•nel 387 a.C. con la legge ortensia venne


riconosciuta forza e valore di legge per tutti i
romani.

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