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LE GUERRE PUNICHE (CONTRO CARTAGINE)

LO SCONTRO CON CARTAGINE


Cartagine fondata alla fine del IX secolo dai Fenici sorgeva dove adesso è la città di Tunisi. Aveva
esteso il suo commercio nel Mediterraneo Occidentale: in Sardegna, in Corsica, nella Francia
meridionale, in Spagna, in Marocco e in Algeria. Cartagine aveva una flotta da guerra per proteggere
le sue rotte mercantili. La sua società era costituita al vertice da famiglie nobili che costituivano il
ceto politico dominante, in fondo alla scala sociale erano gli schiavi. Abitavano a Cartagine anche
stranieri detti meteci privi di diritti politici, appartenevano ai ceti inferiori i piccoli agricoltori, i
pescatori, gli artigiani e gli operai. Cartagine era una Repubblica oligarchica guidata da due suffeti
che amministravano la giustizia, convocavano il senato e l'assemblea del Popolo e facevano le leggi.
Il Senato aveva 300 membri e controllava i suffeti. L'assemblea del Popolare eleggeva i suffeti e
generali. Per molto tempo cartaginesi e romani avevano stipulato trattati per stabilire le zone di
rispettivo controllo. I romani avevano un limite di navigazione e non potevano commerciare in Africa
e in Sardegna senza la presenza di un funzionario cartaginese, i cartaginesi non potevano attaccare
le città latine né costruire fortificazioni in Lazio.

LE CAUSE DEL CONFLITTO


Dopo aver conquistato la Magna Grecia, Roma doveva tutelare le proprie attività marinare nel sud
Italia e quindi i trattati con Cartagine non potevano più sussistere. Si arrivò allo scontro, la posta in
gioco era il controllo del Mediterraneo. Cartagine aveva assoggettato altri popoli, mentre Roma
aveva costruito una struttura rivolta all'integrazione delle popolazioni sottomesse. Roma aveva un
esercito di cittadini, mentre Cartagine aveva truppe di mercenari e di sudditi. La tensione fra Roma
e Cartagine si focalizzò sulla Sicilia dove dei mercenari campani avevano occupato Messina
allarmando il tiranno di Siracusa che voleva unificare l'isola. Questi mercenari detti Mamertini
chiesero aiuto a Cartagine per difendersi dal tiranno di Siracusa. I cartaginesi a Messina
rappresentavano però una minaccia per i romani, inoltre i Mamertini entrarono presto in urto con i
cartaginesi e allora chiesero aiuto ai Romani. Ebbe inizio così la prima guerra punica.

LA PRIMA GUERRA PUNICA (264-241 avanti Cristo)


Siracusa dopo le incertezze iniziali si schierò con Roma. I romani sottomisero Messina e Agrigento ed
affrontarono Cartagine sconfiggendola nella vittoria navale di Milazzo (vicino a Messina) nel 260
avanti Cristo. Pochi anni dopo il console Attilio Regolo si decise a portare la guerra in Africa
attaccando Cartagine, ma il Senato richiamando parte dell'esercito in Sicilia, lo lasciò con poche
forze. Attilio Regolo fu fatto prigioniero e i cartaginesi guidati da Amilcare Barca ripresero la guerra
in Sicilia. Tuttavia i romani riuscirono a batterli nel 242 avanti Cristo presso le isole Egadi. Cartagine
fu costretta alla pace e a rinunciare alla Sicilia che Roma trasformò nella sua prima provincia
assoggettandola al pagamento di tributi. Anche i cartaginesi dovettero pagare un indennizzo e
restituire i prigionieri. Infine Roma approfittando della ribellione dei mercenari cartaginesi in
Sardegna, si impadronì anche della Sardegna trasformandola nella seconda provincia.

ROMA TRA LA PRIMA E LA SECONDA GUERRA PUNICA


Per i vent'anni successivi alla prima guerra punica, Roma consolidò i suoi domini. Intervenne nel
regno Illirico poiché i suoi atti di pirateria costituivano una minaccia. I romani occuparono Durazzo e
Apollonia e crearono un principato autonomo. Nel nord Italia erano stanziati i galli che ripresero ad
avanzare ma vennero sconfitti, così la Pianura Padana divenne la terza provincia romana. Anche
l'Istria entrò a far parte dei domini romani. Tutte queste conquiste resero possibile distribuire terra
ai contadini romani, frenando il loro impoverimento. Il Console Gaio Flaminio ostacolò i cambiamenti
troppo radicali escludendo la nobiltà senatoria dal commercio. Si affermò così la nuova classe sociale
dei ricchi commercianti.

LA SECONDA GUERRA PUNICA (218-202 AVANTI CRISTO)


Cartagine estese il proprio dominio in Spagna, ricca di materie prime. L'esercito cartaginese guidato
da Amilcare Barca e dal figlio Annibale occupò la Spagna meridionale. In un primo momento i romani
fecero un accordo con i cartaginesi fissando un confine invalicabile e strinsero un'alleanza con la
città spagnola Sagunto. Ma Annibale era intenzionato a fare guerra ai Romani. Espugnò l'alleata dei
romani Sagunto e, alla testa di un grande esercito dotato di cavalleria ed elefanti, inizialmente
riportò in Italia diverse vittorie: presso i fiumi Ticino e Trebbia e presso il lago Trasimeno e
saccheggiò il Sannio fino alla Puglia. I romani non sapevano quale strategia attuare, l'allora dittatore
suggeriva di aspettare il logoramento delle truppe di Annibale ma altri premevano per uno scontro.
Dalle elezioni consolari vennero eletti Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone che decidesero per
la battaglia che ebbe luogo a Canne in Puglia nel 216 avanti Cristo e che si concluse con una terribile
sconfitta per Roma. Fu una vera e propria carneficina dove trovò la morte anche Lucio Emilio Paolo.
La cavalleria cartaginese circondò le truppe romane massacrandole, mentre queste applicando la
tradizionale tattica oplitica tentavano di sfondare il centro dello schieramento nemico. Intanto in
Sicilia, i romani avevano assediato e sconfitto Siracusa che era passata dalla parte di Annibale,
mentre in Spagna un altro esercito romano combatteva contro le truppe cartaginesi. Qui il generale
Publio Cornelio Scipione, modificando la tattica di combattimento delle Legioni, conquistò
Cartagena. Inoltre i romani sconfissero l'esercito di Asdrubale, fratello di Annibale, a Senigallia
(nelle Marche di oggi) nel 207 avanti Cristo. Scipione, eletto console, decise di portare la guerra in
Africa, unico modo per costringere Annibale a tornare in difesa della sua patria africana, Cartagine.
Scipione si alleò con il re della Numidia e sconfisse Annibale nel 202 avanti Cristo presso Zama.
Cartagine fu costretta a consegnare la flotta e a rinunciare a tutti i possedimenti africani. Scipione
fu soprannominato l'Africano e celebrò un imponente trionfo. Annibale si rifugiò prima presso il re di
Siria e poi in Bitinia dove fu costretto ad uccidersi con il veleno per non cadere in mani romane.

LA CONQUISTA DELL'ORIENTE
Padrona del Mediterraneo Occidentale, Roma si rivolse a Oriente, in particolare verso la Macedonia
che sconfisse nel 197 avanti Cristo. La Macedonia fu costretta a cedere la sua flotta da guerra e a
pagare un'indennità ai Romani. Il re di Siria, che aveva aiutato Annibale, mostrò la sua ostilità verso
Roma invadendo la Grecia, ma fu battuto dai Romani. A questo punto, a Roma si aprì una disputa
sulla politica estera da condurre. Marco Porcio Catone, esponente della grande proprietà terriera, si
preoccupava che le lunghe guerre potessero danneggiare l'agricoltura inoltre Catone vedevano il
contatto con la civiltà dell'oriente, una possibile corruzione dei costumi romani, dall'altra parte ci
Scipione l'Africano rappresentava i nuovi ceti commerciali che volevano ampliare il loro raggio
d'azione economico, inoltre Scipione ammirava la civiltà ellenistica. Scipione l'Africano persuase il
Senato a muovere guerra alla Siria. Roma si alleò con il regno di Pergamo e sconfisse Antioco III re di
Siria. La Seria dovette rinunciare a tutte le sue conquiste e cedere la propria flotta. In Macedonia
Roma favorì la successione al trono di Demetrio che, essendo vissuto a lungo a Roma, offriva garanzie
di fedeltà. Ma i macedoni accusarono Demetrio di tradimento e favorirono l'ascesa al trono di Perseo,
nemico dei romani. Allora Roma mosse guerra alla Macedonia e la sconfisse nel 168 avanti Cristo.
Perseo, incatenato, sfilò a Roma dietro il carro di Trionfo del vincitore. La Macedonia fu infine
trasformata in provincia. Dopo due anni finirà anche la formale indipendenza della Grecia, le cui
città, organizzate nella Lega Achea, si erano ribellate ai Romani. Come duro monito Corinto fu rasa
al suolo.

LA TERZA GUERRA PUNICA (149-146 avanti Cristo)


A Roma il partito di Catone premeva per la distruzione di Cartagine che altrimenti avrebbe
continuato ad essere un pericolo per Roma. Così, quando Cartagine attaccò la Numidia, alleata dei
Romani, Roma intervenne. Pose come condizione ai cartaginesi di abbandonare la loro città e
fondarne un'altra lontana dalla costa. I cartaginesi rifiutarono e la guerra iniziata nel 149 avanti
Cristo ebbe termine dopo tre anni con la distruzione di Cartagine ad opera di Scipione Emiliano. Il
suo territorio fu trasformato nella provincia d'Africa. Roma assunse quindi il totale controllo del
Mediterraneo da Occidente a Oriente.

L'IMPERIALISMO
L'imperialismo romano era una politica di espansione per volontà di conquista, senza ragioni
difensive. L'imperialismo romano nacque dalla spinta di diversi fattori: ideologici, culturali,
economici, politici e militari. Tuttavia i romani favorirono un processo di integrazione tra i popoli
dell'impero in un unico organismo dove la discriminante non era tra le varie etnie o culture, ma tra i
ricchi e i poveri. L'uso moderno della parola imperialismo mantiene l'idea di conquista violenta, ma si
differenzia perché la potenza imperialistica non intende compiere un processo di integrazione nei
confronti dei popoli vinti.

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