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Annibale Barca(Cartagine, 247 a.C. Lybissa, 183 a.C.

) fu uncondottiero e politicocartaginese, famoso


per le sue vittorie durante laseconda guerra punica.Theodor Mommsen lo ha definito "il pi grande
generale dell'antichit"[5].
Figlio del comandanteAmilcare Barca, Annibale, sin da piccolo profondamente nemico diRoma e deciso
a combatterla, concep ed esegu un audace piano di guerra per invadere l'Italia. Marciando
dallaSpagna, attraverso iPirenei e le Alpi, scese nella penisola, dove sconfisse le legioniromane in
quattro battaglie principali battaglia del Ticino (218 a.C.)[3], battaglia della Trebbia (218 a.C.)[4],battaglia
del Lago Trasimeno (217 a.C.),battaglia di Canne (216 a.C.) e in altri scontri minori.
Dopo la battaglia di Canne i Romani evitarono altri scontri diretti e gradualmente riconquistarono i
territori del sud Italia di cui avevano perso il controllo. La Seconda guerra punica termin con l'attacco
romano a Cartagine, che costrinse Annibale al ritorno in Africa nel 203 a.C. dove fu definitivamente
sconfitto nella battaglia di Zama, nel 202 a.C.
Dopo la fine della guerra, Annibale guid Cartagine per alcuni anni, ma, costretto all'esilio dai Romani,
nel 195 a.C. si rifugi dal re seleucide Antioco III in Siria dove continu a propugnare la guerra contro
Roma. Dopo la sconfitta di Antioco III Annibale si trasfer presso il re Prusia I in Bitinia. Quando i
Romani chiesero a Prusia la sua consegna, Annibale prefer suicidarsi; era il 183 a.C..
Dotato di grandi capacit tattiche e strategiche, avveduto e sagace, Annibale, dopo le impressionanti
vittorie iniziali, continu a battersi tenacemente in Italia per oltre 15 anni con il suo piccolo esercito di
veterani isolato in territorio nemico, cercando fino all'ultimo di contrastare il predominio di Roma [6]. Per
le straordinarie qualit dimostrate durante la sua carriera militare, Annibale considerato uno dei pi
grandi generali e strateghi della storia[7]. Polibio, suo contemporaneo, lo paragonava aPublio Cornelio
Scipione Africano[8]; altri lo hanno accostato adAlessandro Magno, Giulio Cesare e Napoleone[9][10].
Indice
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1 Biografia
o

1.1 Origini familiari e giovent

1.2 Ascesa militare (221 - 219 a.C.)

1.3 Assedio di Sagunto (219 a.C.)

1.4 La seconda guerra punica (219-201 a.C.)

1.4.1 La lunga marcia: da Nova Carthago alle Alpi (218 a.C.)

1.4.2 Passaggio delle Alpi (218 a.C.)

1.4.3 Le grandi vittorie in Italia: dal Ticino a Canne (218-216 a.C.)

1.4.4 Gli anni trascorsi nell'Italia meridionale (215-203 a.C.)

1.4.5 Ritorno in Africa (203-202 a.C.)

1.5 Annibale a Cartagine (201-195 a.C.)

1.6 L'esilio

2 Annibale nella Storia


o

2.1 Fonti antiche

2.2 Valutazioni moderne

2.3 Letteratura

2.4 Cinematografia

3 Note

4 Bibliografia

5 Voci correlate

6 Altri progetti

7 Collegamenti esterni

Biografia[modifica | modifica wikitesto]


(LA)

si verum est, quod nemo dubitat, ut populus Romanus omnes gentes virtute superarit, non est infitiandum Hannibalem tanto p
(Cornelio Nepote, Liber de excellentibus ducibus exterarum gentium, XXIII. Hannibal. 1-2)

Origini familiari e giovent[modifica | modifica wikitesto]


Annibale Barca (dal fenicio Hanniba'al , Dono [o Grazia] di Baal eBarak: fulmine) era il figlio
maggiore del condottiero cartaginese protagonista della Prima guerra punica Amilcare che era stato
soprannominato "Barca", nacque nel 247 a.C. e i suoi fratelli minori eranoAsdrubale Barca e Magone
Barca. Barca non un nome di famiglia, ma il soprannome dato ad Asdrubale e trasmesso ai figli.
Invece il termineBarcidi stato introdotto dagli storici a posteriori per evitare confusione di nomi.

Claudio Francesco Beaumont, Annibale giura odio ai Romani (olio su tela, 330 630 cm del XVIII secolo)

Il padre Amilcare, dopo la sconfitta diCartaginenella Prima guerra punica e dopo aver domato larivolta
dei mercenari e dei sudditi libici,[11] era determinato, in contrasto con i propositi conservatori del partito
aristocratico di Cartagine, a sviluppare un importante programma di espansione e rafforzamento della
citt in funzione anti-romana. Secondo la tradizione storiografica antica egli avrebbe contato in
prospettiva per la lotta contro Roma, sul supporto dei suoi tre figli maschi, "i tre leoncini" allevati "per la
rovina di Roma"[12]. Amilcare riusc a convincere il "Senato" cartaginese a dargli un esercito per
conquistare l'Iberia che alcune fonti indicano come un dominio cartaginese perduto. [11]Cartagine forn
solo una forza relativamente ristretta e Amilcare accompagnato dal figlio Annibale, che allora aveva
nove anni, intraprese nel 237 la marcia lungo le costa del Nord Africa fino alle Colonne d'Ercole. Gli altri
due figli, Asdrubale e Magone, restarono a Cartagine. In questo momento si colloca il celebre episodio
del giuramento di Annibale bambino. Secondo la tradizione storiografica iniziata da Polibio e perpetuata
da altri storici antichi, prima della partenza per la Spagna, Amilcare avrebbe fatto giurare solennemente
al figlio che egli non sarebbe mai stato amico di Roma; l'evento, messo in dubbio dagli storici moderni,
divenuto esemplare per rappresentare simbolicamente il sentimento di odio eterno di Annibale verso
Roma che rimase effettivamente l'elemento dominante della vita del condottiero cartaginese [13].

La campagna di Amilcare in Spagna ebbe successo: pur con poche truppe e pochi finanziamenti, egli
sottomise le citt iberiche scegliendo come base operativa la vecchia colonia punica di Gades,
l'odiernaCadice. Egli riapr le miniere per autofinanziarsi, riorganizz l'esercito e inizi la conquista.
Fornendo alla madrepatria convogli di navi cariche di metalli preziosi che aiutarono Cartagine nel
pagamento dell'ingente debito di guerra con Roma, Amilcare ottenne grande popolarit in patria.
Sfortunatamente rimase ucciso durante l'attraversamento di un fiume. Venne scelto come suo
successore il marito di sua figlia, Asdrubale.[14]Per otto anni Asdrubale comand le forze cartaginesi
consolidando la presenza punica, edificando una nuova citt (Carthago Nova oggi Cartagena).
Asdrubale, impegnato nel consolidamento delle conquiste cartaginesi in Iberia, approfitt delle relativa
debolezza di Roma che doveva fronteggiare i Galli in Italia e in Provenza per strappare il
riconoscimento della sovranit cartaginese a sud del fiume Ebro.[15]

Ascesa militare (221 - 219 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Invasione di Annibale dalle Alpi, durante la seconda guerra punica.

Asdrubale mor nel221 a.C. pugnalato in circostanze mai veramente chiarite.[16] I soldati, a questo
punto, acclamarono loro comandante all'unanimit, il giovane Annibale. [17] Aveva ventisei anni e ne
aveva passati diciassette lontano da Cartagine. Il governo cartaginese conferm questa scelta. [18]

I veterani credevano (nel vedere Annibale) che fosse stato loro restituito Amilcare giovane (il padre), notando nello stesso ide
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 4, 2.)

Annibale cominci ad attaccare la popolazione degli Olcadi, che si trovavano a sud dell'Ebro,
sottomettendo poco dopo la loro capitaleCartala (l'odierna Orgaz) e costringendoli a pagare un tributo
(221 a.C.).[19] L'anno successivo (220 a.C.), dopo aver trascorso l'inverno a Nova Carthago carico di
bottino, fu la volta dei Vaccei, che sottomise anch'essi riuscendo ad occupare le loro citt
di Hermantica e poi Arbocala(identificabile forse con la moderna Zamora), dopo un lungo assedio.[20]Gli
abitanti di Hermantica, in seguito, dopo essersi ricongiunti con il popolo degli Olcadi, riuscirono a
convincere i Carpetani a tendere al generale cartaginese una trappola sulla via del ritorno, nei pressi
del fiume Tago.[21] Annibale riusc per a battere i loro eserciti congiunti, composti da ben 100.000
armati (principalmente Carpetani). Egli infatti riusc in un primo momento a evitare l'imboscata che gli
avevano teso presso il fiume Tago, e quando le forze nemiche, a loro volta, cercarono di attraversarlo
cariche di armi e bagagli per disporsi a muovere battaglia contro i cartaginesi, furono irrimediabilmente
sconfitte e sottomesse.[22]Annibale, dopo due anni trascorsi a completare la conquista dell'Iberia a sud
dell'Ebro, si sent pronto alla guerra contro Roma.

Assedio di Sagunto (219 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio: Assedio di Sagunto.

Gli ultimi giorni di Sagunto (Francisco Domingo Marqus, 1869)

Decise cos di muovere guerra aSagunto[23] citt alleata a Roma con la motivazione che si trovava a
sud dell'Ebro e quindi rientrava nei territori di competenza deiCartaginesi e non dei Romani, anche se
le era stata imposta dai Romani, con la violenza e l'inganno, un governo fantoccio filo-romano che ora
attaccava gli alleati dei Cartaginesi (vedi Polibio e lo storico M. Bontempelli). L'assedio dur otto mesi e
termin nel 219 a.C.con la conquista della citt.[24] Conquista agevolata da Roma che, impegnata su
altri fronti, credeva di avere tempo a disposizione: "Ma, facendo ci, i Romani sbagliarono. Li prevenne
Annibale, occupando Sagunto." (Polibio). Per questo la guerra non si svolse in Spagna, nonostante i
Romani avessero come base Sagunto, ma in Italia. "I Romani, avendo notizia della disgrazia occorsa a
Sagunto, non stettero affatto a discutere se fare o non fare guerra, come assurdamente riferiscono
alcuni scrittori" (Polibio). Invece, appena saputo dell'attacco a Sagunto, essi inviarono un'ambasceria a
Cartagine per lamentare queste violazioni[25] e in cui comandavano di consegnare Annibale e tutti i suoi
generali o di aspettarsi un tremendo attacco.
Il senato cartaginese, ricevuta alla fine di marzo 218 a.C. un'ambasceria romana, capeggiata
dal princeps senatus Marco Fabio Buteone, non accett le condizioni dei romani (restituzione di
Sagunto e consegna di Annibale). La guerra divenne inevitabile.[26]

La seconda guerra punica (219-201 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio: Seconda guerra punica.

La lunga marcia: da Nova Carthago alle Alpi (218 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

La traversata del Rodano da parte dell'armata di Annibale (disegno di Henri Motte del 1878)

Nella primavera del 218 a.C., sul finire di maggio, dopo aver lasciato il comando della Spagna centrale
e meridionale al fratello Asdrubale il giovane, Annibale, inizi la grande marcia. 80.000[27]-90.000 fanti[28]
[29]
e 10.000[27]-12.000 cavalieri,[28][29] oltre a 37 elefanti,[28][27] lasciaronoCarthago Nova con meta l'Italia.
Dopo aver valicato il confine del fiume Ebro,[30] iniziarono i primi problemi. L'opposizione delle genti
iberiche stanziate a nord dell'Ebro fu molto forte.Polibio scrive che Annibale "dovette combattere contro
almeno quattro trib": gli Ilergeti, i Bargui, gli Ausetani e i Lacetani. A difendere le nuove
conquiste Tarragona, Barcino (l'odierna Barcellona), Gerona e tutta quella che oggi nota come Costa
Brava, Annibale lasci Annone con 11 000 uomini. Altri uomini furono congedati e tornarono in Spagna.
[31]

Tolti dal numero i congedati, i morti in battaglia, i dispersi e i disertori, 50 000 fanti, 9 000 cavalieri e i 37
elefanti raggiunsero la colonia greca diEmporion (attuale Ampurias) ed oltrepassarono
i Pirenei valicando il Colle del Perthus durante il mese di agosto.[32] Dopo un relativamente facile
attraversamento dei Pirenei, Annibale dovette scontrarsi con le trib galliche alleate alla colonia greca
di Marsiglia e contrariamente alle aspettative del generale cartaginese del tutto indifferenti alla
situazione delle consorelle che occupavano la Pianura Padana e sentivano la pressione delle armi
romane. Raggiunto il Rodano agli inizi di settembre, Annibale trov ad aspettarlo Magilo, re
dei Boi (popolazione della Gallia Cisalpina), venuto ad aiutare il generale cartaginese ad attraversare le
Alpi al fine di combattere il comune nemico: Roma.[33]
Nel frattempo il console Publio Cornelio Scipione (padre del futuroScipione l'Africano), che aveva
radunato in agosto il suo esercito a Pisaper imbarcarlo alla volta della Spagna, venne raggiunto dalla
notizia che Annibale aveva varcato i Pirenei e decise di bloccarlo sul Rodano poich, non essendo il
fiume guadabile, Annibale avrebbe dovuto costruire un ponte di barche per attraversarlo col suo
imponente esercito, con conseguente rallentamento nella marcia. Cos il console veleggi verso la citt
alleata di Massilia, l'odierna Marsiglia, alle foci del fiume. [34]
Annibale dopo aver annullato la resistenza di alcune trib celtiche, mand la cavalleria numidica in
avanscoperta e avvenne il primo contatto con l'esercito nemico: trecento cavalieri che pattugliavano la
zona. Fu solo una scaramuccia, ma le distanze fra i due eserciti si erano ormai annullate.
Passaggio delle Alpi (218 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Le possibili vie seguite da Annibale per raggiungere l'Italia romana.

Uno dei "passi" da dove potrebbe essere transitato Annibale con il suo esercito e i suoi elefanti: il passo del
Moncenisio.

Il generale cartaginese volle evitare lo scontro immediato con Scipione, poich il suo scopo era di
arrivare in Italia con il massimo di forze e poi infliggere una serie di sconfitte umilianti ai romani
favorendo in questo modo la defezione delle popolazioni italiche assoggettate; cos dopo aver fatto
passare il fiume all'esercito, elefanti compresi, punt verso nord risalendo il corso del Rodano. Polibio e
Livio hanno descritto con molti dettagli la tecnica impiegata da Annibale per far attraversare gli elefanti
che erroneamente gli antichi ritenevano incapaci di nuotare. Nei racconti dei due storici il condottiero
cartaginese avrebbe fatto costruire grandi zattere coperte da uno strato di terreno per ingannare gli
animali che docilmente salirono sulle imbarcazioni; alcuni avrebbero attraversato camminando sul
fondale e usando le proboscidi mantenute fuori dall'acqua per respirare [35].

Lo storico greco Polibio scrive che Annibale arriv col suo esercito all'altezza del fiume Isre, affluente
di sinistra del Rodano, ma non aggiunge nessuna informazione circa il valico delle Alpi: probabilmente
se ne era gi persa la memoria o la cosa era ritenuta superflua. [36] Se avesse risalito la val d'Isre
Annibale avrebbe potuto raggiungere diversi passi, come il Moncenisio oppure il lontano colle del
Piccolo San Bernardo(Cremonis iugum) che viene citato anche da Cornelio Nepote con il nome
di Saltus Graius.[37] Anche lo storico romano Tito Livio cita l'Isre, ma subito dopo, come se Annibale
avesse fatto una inversione, ci presenta il condottiero cartaginese presso il fiume Durance (Druentia, in
latino), altro affluente di sinistra che risalendo la valle del Rodano si incontra prima dell'Isre. Dalla
Durance, scrive Livio, Annibale and "per vie agevoli" al valico delle Alpi, ma non lo nomina (anch'egli
evidentemente non sa quale sia o non ritiene opportuno citarlo, trattandosi di una via forse ben nota).
Livio, comunque, esclude il Piccolo San Bernardo: afferma come cosa certa che il primo popolo che
Annibale incontr dopo la discesa dalle Alpi furono i Celti Taurini, mentre se fosse disceso dal Piccolo
San Bernardo avrebbe incontrato i Salassi ed altri popoli. Il Monginevro (1.850 m) uno dei passi che
si possono raggiungere dalla Durance. Esso era attraversato da un antichissimo percorso che poi
divenne una importante strada romana nel 121 a.C., la via Domizia.
Una pi recente ricostruzione, che compatibile con la risalita per la valle della Durance, colloca il
passaggio per il Colle dell'Autaret ed il Colle Arnas nelle Valli di Lanzo e la discesa verso quello che
l'attuale comune di Usseglio. L'Autaret un passo a 3.077 m. Era la fine di ottobre e Annibale riusc a
raggiungere la Pianura Padana poco prima dell'inverno, mantenendo quell'effetto sorpresa che voleva
ottenere.[38] Ci viene descritto in modo particolareggiato anche nel romanzo storico la "Druida di
Margun - Hanniba'al"[39] e Valli di Lanzo.[40].
Altra ipotesi di ricerca, vede Annibale impegnato pi a nord alla ricerca di una valico, indirizzato dalle
guide degli alleati Boi: avendo verificato che le principali vie d'accesso alla Gallia Cisalpina
(Monginevro, Moncenisio,Piccolo San Bernardo) fossero ben sorvegliate dalle truppe romane e alleate,
diresse l'esercito pi a nord, fino ad Agaunum (oggi Saint-Maurice (Svizzera), prossima al Lago
Lemano), dove si sarebbe scontrato con la trib dei Nantuati, subendo le pi gravi perdite nel suo
tragitto alpino. Da qui avrebbe risalito la valle dell'Entremont, puntando a sud e giungendo in territorio
cisalpino attraverso il Col di Menouve (m 2.801) o per il vicino Col di Annibale, entrambi a est del Colle
del Gran San Bernardo. A questo punto, Annibale avrebbe eluso la sorveglianza romana in territorio
valdostano attraversando colli minori, quali il Col Flassin (m 2.615) e il Col di Garin (m. 2805),
transitando per la Val di Cogne e giungendo in vista della pianura sui colli del Bardoney (m. 2.833) o
dell'Ariettaz (m. 2.939) entrambi con sbocco in Val Soana, garantendosi cos un notevole effetto
sorpresa.[41]
Dei sessantamila che avevano attraversato i Pirenei, quasi 50 000 tra fanti e cavalieri e tutti i 37 elefanti
(di cui, secondo Polibio, solo uno, Surusil Siriano, in un primo momento riuscir a sopravvivere
all'inverno, per poi morire l'anno successivo durante la discesa in Etruria), riuscirono ad arrivare nella
Pianura Padana. Sconfiggendo trib montane, difficolt del terreno e intemperie, Annibale aveva
compiuto una delle imprese militari pi memorabili del mondo antico. Assai dettagliata la descrizione
dell'attraversamento in Livio che cita anche un geniale metodo per spaccare le rocce che impedivano il
passaggio (metodo confermato anche da Vitruvio e Plinio): Annibale riscald la roccia e un volta
raffreddatasi la spezz dopo averla ricoperta di aceto. Interessante la visione di un gigantesco masso
sopra Malciaussia volutamente spezzato dall'uomo.
Le grandi vittorie in Italia: dal Ticino a Canne (218-216 a.C.) [modifica | modifica wikitesto]

Annibale vincitore contempla per la prima volta l'Italia, dalle Alpi, (dipinto di Francisco Goya).

La sua improvvisa apparizione fra i Galli della Pianura Padana fece staccare molte trib dalla appena
stipulata alleanza con Roma. Dopo una breve sosta per lasciare riposare i soldati, Annibale si assicur
le posizioni alle spalle sottomettendo la trib ostile dei Taurini (nei dintorni dell'odierna Torino). Quindi
mosse lungo la valle del Po sconfiggendo i Romani, guidati dal console Publio Cornelio Scipione, in un
combattimento presso Victimulaelungo il Ticino; il console rischi di essere ucciso e la cavalleria
numidica si dimostr molto pericolosa; le legioni si ritirarono e furono costrette ad evacuare buona parte
dell'attuale Lombardia.[42] Nel dicembre dello stesso anno ebbe l'opportunit di mostrare la sua capacit
strategica quando attacc al fiume Trebbia, vicino Piacenza, le forze di Publio Cornelio Scipione (padre
dell'Africano), cui si erano aggiunte le legioni diTiberio Sempronio Longo.[43] Tatticamente la battaglia
anticip quella di Canne. L'eccellente fanteria pesante romana si incune nel fronte dell'esercito
cartaginese, ma i Romani furono accerchiati ai fianchi dalle ali della cavalleria numidica e respinti verso
il fiume, dove furono sorpresi da un contingente di truppe opportunamente nascosto da Annibale lungo
la riva. Dei 16.000 legionari e 20.000 alleati, si salvarono circa 10.000 uomini che ripiegarono nella
colonia romana di Piacenza fondata da pochi anni (218 a.C.).[4][44]
Dopo aver resa sicura la sua posizione nel nord Italia con questa battaglia, Annibale acquartier le sue
truppe per l'inverno fra i Galli, il cui zelo per la sua causa cominci a scemare a causa dei costi del
mantenimento dell'esercito punico. Nella primavera del 217 a.C. Annibale decise di trovare a sud una
base di operazioni pi sicura.[45] Con le sue truppe e l'unico elefante sopravvissuto all'inverno,
attravers quindi l'Appennino senza incontrare opposizione. Lo attendevano grosse difficolt nelle
paludi dell'Arno, dove perse molte delle sue truppe per i disagi e le malattie e dove egli stesso perse un
occhio.[46]

Annibale scamp a stento, con grande pena, sull'unico elefante sopravvissuto, molto sofferente per una grave forma di oftalmi
(Polibio, III, 74, 11 e 79, 12.)

Nepote invece afferma che non pot pi utilizzare l'occhio destro bene come prima. [47]

Annibale sfugge al Temporeggiatore, ingannandolo sulla reale entit delle proprie forze, applicando nella notte
delle torce accese sulle corna dei buoi.[48]

Avanz quindi in Etruria su terre pi elevate, seguito dalle nuove legioni romane. [49]Dopo aver devastato
e saccheggiato il territorio, organizz un abile imboscata contro le truppe del console Gaio Flaminio.
Con l'aiuto della nebbia riusc a sorprendere i romani nella Battaglia del Lago Trasimeno; Annibale
posizion le sue truppe sulle colline che sovrastavano la via lungo il lago che le legioni, ignare del
pericolo, stavano percorrendo; al momento convenuto i soldati del condottiero cartaginese calarono
all'improvviso dalle colline sulle truppe romane in marcia che furono intrappolate sulle spiagge e nelle
acque del lago. La battaglia si concluse con la completa disfatta dei romani; mor anche il console
Flaminio, ucciso da un cavaliere celtico.[50][51][52]
Annibale credette forse di avere la strada per Roma aperta. Ma se da un lato era vero che nessun
esercito si frapponeva pi fra lui e Roma, man mano che si addentrava in Umbria, dovette constatare
che le popolazioni continuavano a rimanere fedeli a Roma e a lui ostili, [53] pertanto prefer sfruttare la
sua vittoria per spostarsi dal Centro al Sud Italia tentando di suscitare una rivolta generale contro il
dominio di Roma. Suo malgrado, questa strategia a lungo andare fall, nonostante un iniziale successo.
Infatti la maggior parte delle citt sottomesse a Roma non si ribellarono come lui aveva sperato.

Controllato e infastidito da vicino dalle truppe del dittatore Quinto Fabio Massimo che sar detto "il
Temporeggiatore"[54], in questa fase Annibale riusc solo parzialmente nel suo intento di minare la
solidit dello stato romano. Dal punto di vista militare invece egli continu a mostrare una grande abilit
tattica: in un'occasione, anche se apparentemente in difficile posizione nella pianura campana, riusc a
sfuggire con uno stratagemma e a raggiungere le ricche pianure dell'Apulia, dove i Romani non
osarono affrontarlo per timore della superiore cavalleria cartaginese.[55] Annibale inoltre non manc di
seminare confusione e sospetto nel campo nemico incendiando e devastando i terreni attraversati dal
suo esercito ma risparmiando i possedimenti di Fabio Massimo, insinuando in questo modo il dubbio su
possibili accordi segreti con il dittatore romano.[56]

Annibale percorre trionfalmente il campo di battaglia di Canne dopo la vittoria (stampa ottocentesca).

Nel complesso durante la campagna del 217 a.C.Annibale non riusc a ottenere la collaborazione delle
principali popolazioni italiche, ma l'anno seguente, grazie a nuove, impressionanti vittorie, ebbe
l'opportunit di mettere in grave difficolt il sistema di alleanze di Roma con i popoli alleati dell'Italia
meridionale. Un grande esercito romano costituito da otto legioni e comandato dai consoli Lucio Emilio
Paolo e Gaio Terenzio Varrone, avanz verso di lui in Apulia e accett battaglia nei pressi di Canne.
[57]
Ponendo al centro dello schieramento la fanteria ibero-gallica (che come previsto cedette
rapidamente sotto l'urto dell'attacco frontale dei legionari) e sui due lati la fanteria pesante africana,
armata in parte con armi romane catturate nelle precedenti battaglie, Annibale attir la massa delle
legioni romane in una trappola.[58] Nel tentativo di sfondare le linee dei Galli, i Romani furono attaccati
sui fianchi dalla fanteria pesante africana e presto, compressi in uno spazio ristretto, non poterono far
valere la loro superiorit numerica e furono messi in difficolt. Inoltre la cavalleria pesante numidica
sbaragli subito la cavalleria romano-italica, e, mentre la cavalleria leggera numidica, inseguiva i resti
della cavalleria nemica, rientr in campo alle spalle delle legioni romane gi in grave difficolt,
completando l'accerchiamento.[59] Annibale riusc quindi a circondare le legioni e a distruggerle quasi
completamente.[60] Le legioni romane, attaccate da tutte le direzioni e senza spazio di manovra, furono
progressivamente distrutte; quasi 45.000 legionari, novanta senatori, trenta tra ex-consoli, pretori ed
edili, caddero sul campo di battaglia, venne ucciso anche il console Emilio Paolo; 10.000 furono i
prigionieri e solo 3.000 circa riuscirono a rifugiarsi a Venusia con l'altro console Varrone[61]
Le perdite di Annibale furono circa 6.000 uomini. Questa vittoria favor finalmente importanti defezioni e
port al suo fianco gran parte delle popolazioni meridionali, tra cui la Daunia, parte del Sannio,
la Lucania e ilBruzio, mentre l'Etruria e i Latini restarono fedeli all'Urbe. Il condottiero sper forse in un
primo tempo di aver raggiunto la vittoria finale; alcuni prigionieri furono inviati a Roma per trattare il
riscatto ma il senato romano rifiut ogni discussione e si dimostr deciso a continuare la guerra. In
queste condizioni egli non ritenne possibile portare un attacco diretto a Roma nonostante questa
apparisse indebolita dopo le gravi perdite subite. Annibale quindi prefer dispiegare le truppe sul
territorio occupato nel meridione per consolidare le sue posizioni e favorire ulteriori defezioni [62]. Dopo la
battaglia di Canne l'evento pi importante della guerra in Italia fu l'alleanza di Annibale con Capua,
allora la seconda maggior citt d'Italia dopo Roma e prima per ricchezza. [63], dove l'esercito cartaginese
trascorse l'inverno del 216-215 a.C., avendo finalmente la possibilit dopo tre anni di continui
combattimenti, di riposare[64]. La tradizione storiografica romana ha dato grande importanza a questi
cosiddetti "ozi di Capua" che avrebbero compromesso la solidit e la combattivit di Annibale e del suo
esercito, fiaccati dai piaceri del soggiorno nella citt campana[64]. Questa interpretazione tradizionale

peraltro non trova alcun riscontro in Polibio ed stata fortemente svalutata dalla storiografia moderna
che la ritiene tendenziosa ed errata; in realt Annibale e il suo esercito avrebbero continuato a
dimostrare la loro superiorit per altri undici anni in Italia senza subire reali sconfitte [64].
Gli anni trascorsi nell'Italia meridionale (215-203 a.C.) [modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Trattato tra Annibale e Filippo V di Macedonia.
Negli anni successivi Annibale dovette rinunciare a grande manovre offensive e limitarsi a controllare le
principali citt dell'Italia meridionale. Non riusc pi a costringere i suoi nemici ad una nuova grande
battaglia campale; i romani ritornarono alle tattiche di logoramento di Quinto Fabio Massimo e
dispiegarono sul campo un numero sempre pi elevato di legioni per controllare il territorio e recuperare
lentamente le posizioni perdute[65].
Annibale cerc inizialmente di sfruttare la grande vittoria di Canne; invi a Cartagine il fratello Magone
per illustrare i brillanti successi raggiunti e richiedere rinforzi, ma i dirigenti della citt, preoccupati per la
situazione in Spagna, si limitarono ad inviare un piccolo contingente di cavalleria [66]. Il condottiero
cartaginese nel 215 a.C. tent di estendere il suo dominio in Italia meridionale ma sub alcuni
insuccessi nel tentativo fallito di occupare Nola difesa dal tenace Marco Claudio Marcello.[67] Egli cerc
anche di organizzare una grande coalizione internazionale contro Roma e concluse un importante
trattato di alleanza con Filippo V di Macedonia[68], Annibale inoltre entr in contatto anche con gli inviati
del giovane re diSiracusa, Geronimo, che sembrava disposto a cooperare nella lotta contro Roma. [69]

Campagna di Annibale in Campania nel 214 a.C.

Nel 214 a.C. Annibale occup il Bruzio e conquist gli importanti porti di Locri eCrotone da dove
sperava di poter entrare in contatto con la madrepatria[70], ma un nuovo attacco a Nola venne respinto
da Claudio Marcello; nel 213 a.C. la situazione sembr volgere nuovamente a favore di Cartagine:
Siracusa ruppe l'alleanza con Roma e l'intera Sicilia si ribell; Annibale riusc a conquistare, grazie alla
collaborazione di una fazione della citt, la colonia greca di Taranto, anche se la rocca che controllava
l'importante porto, rimase in mano ai Romani.[71]. Nel 212 a.C. il centro delle operazioni divenne Capua
dove i Romani concentrarono sei legioni per assediare e riconquistare la citt: la situazione del
cartaginese divenne pi difficile. Annibale continu tuttavia a battersi coraggiosamente e raggiunse
altre vittorie locali[72]; dall'Apulia ritorn in Campania in soccorso di Capua; [73] il pretore Tiberio
Sempronio Gracco venne ucciso in un agguato, due formazioni legionarie romane furono distrutti
nellabattaglia del Silaro e nella prima battaglia di Erdonia[74]; i romani sospesero temporaneamente
l'assedio di Capua.
Nel 211 a.C. tuttavia le legioni romane, in assenza di Annibale, ritornarono ad assediare Capua la cui
situazione divenne drammatica. Annibale rientr ancora in Campania, ma dopo soli cinque giorni,
temendo che a Capua potesse trovarsi intrappolato dall'arrivo dei nuovi consoli, che lo avrebbero cos
tagliato fuori dai necessari rifornimenti, giunse alla conclusione che era impossibile sbloccare un simile
assedio con un attacco di forza.[75] La soluzione che egli escogit fu quella dimarciare in modo rapido e
inaspettato contro Roma stessa, che era il centro della guerra, provocando negli abitanti un tale
spavento, da indurre Appio Claudio a sbloccare l'assedio e correre in aiuto della patria, oppure dividere
il proprio esercito, nel qual caso sia le forze inviate a Roma in aiuto, sia quelle lasciate a Capua
sarebbero state facilmente battibili.[76]

[...] il desiderio di una tale impresa non lo aveva mai abbandonato. [...] Annibale non si nascondeva dall'essersi lasciato sfuggi
(Livio, XXVI, 7.3.)

La marcia prosegu attraverso il Sannio ed arriv a tre chilometri dalla citt sperando in questo modo di
alleggerire la situazione di Capua.[77]L'improvvisa avanzata del cartaginese provoc il panico nella
popolazione, ma, non disponendo delle forze e dell'equipaggiamento per un lungo assedio, egli ben
presto dovette ritirarsi nuovamente[78]. Tito Livio nel suo resoconto di questa famosa incursione di
Annibale fino alle porte di Roma (Hannibal ad portas) inserisce elementi scarsamente attendibili su
eventi climatici soprannaturali che avrebbero scosso la risolutezza del condottiero e riferisce del
comportamento impavido del Senato di Roma[79]. In realt Annibale, avendo raccolto un notevole
bottino dopo il saccheggio del territorio intorno a Roma e ritenendo che il suo piano per distrarre le
legioni romane dall'assedio di Capua fosse sostanzialmente fallito, decise autonomamente di ritornare
in Campania.[80] Il condottiero cartaginese inflisse una sconfitta alle truppe romane che, al comando del
console Publio Sulpicio Galba Massimo, lo avevano seguito,[81] ma non pot pi impedire la caduta di
Capua.[82] Nella citt campana, le autorit locali ritennero impossibile prolungare la resistenza; ritenendo
che Annibale non potesse pi portare aiuto e sperando nella clemenza di Roma, decisero di arrendersi.
La repressione di Roma fu spietata: i nobili campani vennero in buona parte giustiziati e tutti gli abitanti
vennero venduti come schiavi; Capua, ridotta in rovina, venne trasformata in borgo agricolo sotto il
controllo di un prefetto romano. La brutale vendetta di Roma fece vacillare la decisione delle altre
popolazioni vicine.
Nel 210 a.C., Annibale non riusc pi a sferrare grandi offensive, e Roma, attenendosi ai principi tattici
di Fabio Massimo, continu a contendere territorio e risorse al cartaginese senza farsi coinvolgere in
grandi battaglie campali. Cos Tito Livio descrive il particolare momento della guerra in corso ormai da
otto lunghi anni:

Non vi fu un altro momento della guerra nel quale Cartaginesi e Romani [...] si trovarono maggiormente in dubbio tra speranz
Infatti, da parte dei Romani, nelle province, da un lato in seguito allesconfitte in Spagna, dall'altro per l'esito delle operazioni in
Anche da parte dei Cartaginesi si contrapponeva alla perdita di Capua, la presa di Taranto e, se era motivo per loro di gloria l'ess
E cos, grazie all'azione equilibratrice della fortuna, da entrambe le parti restavano intatte le speranze ed il timore, come se da qu
(Livio, XXVI, 37.)

Annibale era particolarmente angosciato dal fatto che Capua, assalita dai Romani con maggior
decisione di quanto non fosse stata difesa, aveva allontanato dai Cartaginesi molte popolazioni
dell'Italia meridionale. Del resto egli non avrebbe potuto mantenerle in suo potere distribuendo tra loro
le dovute guarnigioni, poich questo avrebbe frantumato l'esercito in numerose e piccole parti,
esponendolo ad un attacco congiunto delle forze romane. D'altro canto, ritirando i presidi, avrebbe
perduto la fedelt degli alleati. Fu cos che prefer saccheggiare quelle citt che non poteva difendere
per abbandonare ai nemici solo luoghi devastati.[83] Egli infatti, quello stesso anno, ottenne ancora una
vittoria, ad Herdonia (oggi Ordona, in Apulia), dove sconfisse un altro esercito proconsolare, ma che
non influ sul corso della guerra in corso. Quinto Fabio Massimo, nonostante i suoi quasi settant'anni,
assal Taranto che espugn l'anno successivo. Qui 30.000 dei suoi abitanti furono venduti come
schiavi. Era il 209 a.C. e Roma, con 10 delle sue 21 legioni attive (parie 100.000 cittadini circa ed
altrettanti alleati), continuava la graduale riconquista del Sannio e della Lucania.
Nel 208 a.C. i nuovi consoli, l'esperto Marco Claudio Marcello, la "spada di Roma" e conquistatore di
Siracusa,[84] e Tito Quinzio Crispino, sembrarono decisi finalmente ad attaccare in campo aperto
Annibale in quel momento accampato con il suo esercito a Venosa; ma il cartaginese si dimostr
ancora una volta superiore: i due consoli furono attirati in un'imboscata, Marcello venne ucciso sul
posto e Crispino mortalmente ferito. L'esercito romano, rimasto senza capi, batt in ritirata. Annibale
subito accorse a Locri nel Bruzio dove disperse le forze romane che l'assediavano; cadde prigioniero
anche il comandante romano, il futuro storico Lucio Cincio Alimento; la campagna del 208 a.C. si
chiuse favorevolmente per il condottiero cartaginese[85].

Annibale ritrova il capo mozzato del fratello Asdrubale, ucciso dai Romani, affresco diGiovambattista Tiepolo,
1725-1730 ca, Vienna,Kunsthistorisches Museum.

Nel 207 a.C. sembr che finalmente la madre patria avesse deciso di fornire importanti aiuti ad
Annibale; il fratello Asdrubale riusc a superare l'opposizione del giovane Publio Cornelio Scipione e
marci dalla Spagna fino in Italia dopo aver attraversato le Alpi. Annibale, informato dell'arrivo del
fratello, dal Bruzio mosse verso nord; il console Gaio Claudio Nerone non riusc a bloccarlo e il
condottiero raggiunse con il suo esercito l'Apulia, dove sperava di riuscire a concertare un
ricongiungimento con un esercito cartaginese che stava discendendo l'Italia agli ordini del fratello [86]. In
realt i romani intercettarono i messaggeri inviati da Asdrubale e quindi Annibale rimase all'oscuro delle
sue intenzioni e rimase fermo in Apulia; il console Nerone con abile manovra tenne impegnato Annibale
mentre con una parte delle sue forze marci a nord dove insieme all'altro console Livio
Salinatoresconfisse Asdrubale nella battaglia del Metauro[87]. Il fratello di Annibale venne ucciso e la sua
testa venne gettata nell'accampamento cartaginese[88].
Annibale decise quindi di ritornare nelle montagne del Brutium dove era intenzionato a perseverare
ancora e resistere. Il fratello superstiteMagone venne fermato in Liguria 205 a.C. 203 a.C. e l'alleanza
con Filippo V di Macedonia non gli port alcun vantaggio a causa del tempestivo intervento della flotta
e dell'esercito romano in Grecia.
Dal 205 al 203 a.C. Annibale rimase praticamente bloccato nel Bruzio; egli difese tenacemente le sue
ultime posizioni; non pot impedire la caduta di Locri ma i comandanti romani, ancora intimoriti dalla
sua impressionate reputazione, rinunciarono ad attaccarlo [89]. Dopo il fallimento di Magone in Liguria nel
203 a.C. e le vittorie di Cornelio Scipione in Africa, giunse l'ordine da Cartagine di ritornare in patria e
infine nell'autunno 203 a.C. Annibale dovette abbandonare l'Italia portando con s i suoi veterani e i
volontari italici disposti a seguirlo[90]. Egli in realt era consapevole da tempo che la sua lunga
campagna nella penisola era fallita; fin dal 205 a.C. aveva fatto incidere, secondo la tradizione dei
condottieri ellenistici, un'iscrizione in bronzo al Tempio di Hera a Capo Lacinio dove venivano descritte
le sue imprese in Italia[91].
La capacit di Annibale di rimanere in campo per quindici anni senza soste in Italia in mezzo agli
eserciti nemici, nell'ostilit della popolazione, senza mezzi e aiuti adeguati; le sue quasi continue
vittorie in grandi battaglie campali e in numerosi scontri minori e soprattutto la capacit del condottiero
cartaginese di mantenere sempre la coesione e la fedelt delle sue truppe nel corso dell'interminabile

ed estenuante campagna, sono state considerate da Polibio i maggiori successi della sua carriera
militare[92]. Anche Theodor Mommsen ha espresso grande ammirazione per la capacit di Annibale per
oltre dieci anni di combattere una guerra difensiva di logoramento contro un gran numero di eserciti
nemici; lo storico tedesco ritiene "meraviglioso" che il condottiero cartaginese sia riuscito a combattere
con "eguale perfezione" due tipi di guerra completamente diversi: l'audace campagna offensiva dei
primi anni in Italia e le lunghe operazioni difensive dal 215 al 203 a.C. [93].
Ritorno in Africa (203-202 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Particolare da un affresco (ca 1510) al Palazzo del Campidoglio (Museo Capitolino) di Roma.

Nel 204 a.C. Publio Cornelio ScipioneAfricano, che l'anno prima era stato eletto console, port la
guerra in Africa con 25.000 uomini. Scipione si alle conMassinissa, re numida avversario dell'altro re
numida,Siface, che lo aveva cacciato dal regno con l'aiuto dei cartaginesi, e ne pot usare la cavalleria,
molto pi adatta alle nuove tattiche belliche di quella romana. Cartagine cerc di intavolare trattative di
pace ma Scipione sconfisse le forze di Asdrubale e Siface in due consecutive battaglie.
Il ritorno di Annibale in Africa tuttavia rinforz la resistenza cartaginese e rinsald il morale della
popolazione, ridando il vantaggio al partito della guerra; il condottiero ricevette il comando delle truppe
disponibili, un misto di milizie cittadine e dei suoi veterani e mercenari trasferiti dall'Italia.
Nel 202 a.C., dopo un'inutile conferenza di pace con Scipione, si scontr con lui nella battaglia di
Zama. Scipione disponeva di un esercito efficiente e addestrato e poteva impiegare l'ottima cavalleria
numidica di Massinissa, ma Annibale ide un nuovo piano di battaglia che mise in difficolt le legioni
romane. La battaglia fu aspra e combattuta, l'intervento delle riserve di veterani di Annibale sembr
dare ancora una possibilit di vittoria al cartaginese ma alla fine l'arrivo della cavalleria di Massinissa fu
decisivo; la vittoria di Scipione fu completa e Annibale dovette fuggire ad Adrumento con pochi
superstiti[94]. La sconfitta a Zama pose fine alla residua resistenza di Cartagine e alla Seconda guerra
punica, ma Annibale diede un'ultima prova delle sue grandi qualit di condottiero, dimostrandosi in
grado, anche nelle circostanze sfavorevoli del momento, di concepire e controllare l'andamento tattico
della battaglia meglio del suo brillante avversario[95].

Annibale a Cartagine (201-195 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]


Annibale aveva appena 46 anni e dimostr di saper essere non solo un condottiero, ma anche un uomo
di stato. Dopo un periodo di oscuramento politico, nel 195 a.C. torn al potere come suffeta (capo del
governo). Il titolo era diventato abbastanza insignificante, ma Annibale gli ridiede potere e prestigio.
L'economia cartaginese, pur se deprivata degli introiti del commercio, stava riprendendo vigore con
un'agricoltura specializzata. Annibale tent una riforma dello Stato per incrementare le entrate fiscali,
ma l'oligarchia, sempre gelosa di lui, tanto da accusarlo di aver tradito gli interessi di Cartagine quando
era in Italia, evitando di conquistare Roma quando ne aveva avuto la possibilit, lo denunci ai sempre
sospettosi Romani.

L'esilio[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra contro Antioco III e lega etolica.

Annibale prefer scegliere un volontario esilio. Prima tappa fu Tiro, la citt-madre di Cartagine. Dopo fu
a Efeso alla corte di Antioco III, re deiSeleucidi. Questo re stava preparando una guerra a Roma.
Annibale si rese subito conto che l'esercito siriaco non avrebbe potuto competere con quello romano.
Consigli quindi di equipaggiare una flotta e portare un esercito nel sud Italia aggiungendo che ne
avrebbe preso lui stesso il comando. Antioco III, per, ascolt piuttosto cortigiani ed adulatori e non
affid ad Annibale nessun incarico importante. Nel 190 a.C. Annibale fu posto al comando della flotta
fenicia, ma fu sconfitto in una battaglia alle foci dell'Eurimedonte.
Dalla corte di Antioco che sembrava pronto a consegnarlo ai Romani, Annibale fugg per nave fino a
Creta. celebre l'aneddoto del suo inganno; i Cretesi non volevano lasciarlo pi partire a meno che
non lasciasse nel loro tempio principale l'oro che aveva con s come offerta votiva. Egli allora finse di
acconsentire. Consegn un grosso quantitativo di ferro appena ricoperto da un sottile strato d'oro e
trafug invece le sue barre fondendole e nascondendole all'interno di statue di magnifica fattura che
egli portava sempre con s e che i Cretesi gli permisero di portar via. Da Creta quasi subito ritorn in
Asia.
Racconta Plutarco che Annibale si spinse a cercare rifugio nel lontano regno del re Artassa, nell'attuale
Armenia, dando molti consigli al proprio ospite, tra l'altro sulla costruzione di un nuova citt in una zona
del territorio di natura eccellente e assai amena, ma incolta e trascurata. Artassa fu ben felice di
conferire l'incarico di dirigere i lavori al condottiero cartaginese, che diede prova di ottimo urbanista,
contribuendo all'edificazione della nuova capitale degli Armeni, nei pressi del fiume Mezamr, a nord
del monte Ararat, che prese il nome (in onore del sovrano) di Artaxana; conosciuta per tutta l'antichit e
presente a lungo nelle carte geografiche, oggi quasi del tutto scomparsa.
In seguito Annibale torn a volgersi ad Occidente, chiedendo rifugio a Prusia, il re di Bitinia, nell'attuale
Anatolia. Qui fece costruire la seconda citt dopo Artaxana, che chiam, ancora una volta in onore del
proprio ospite, Prusia di cui ancora rimangono le vestigia dell'Acropoli che in seguito diventer
Bursa, futura prima capitale dell'Impero Ottomano.
La parabola del condottiero cartaginese si concluse proprio in Bitinia, nei pressi di Lybissa,
l'attuale Gebze, 40 km a est di Bisanzio. Secondo Nepote, un legato bitinico inform per errore l'inviato
romano Tito Quinzio Flaminino, vincitore nel 197 a.C. della seconda guerra macedonica, della presenza
di Annibale in Bitinia (Nep., Hannibal, XII). Ancora una volta i Romani sembrarono determinati nella sua
caccia e inviarono Flaminino per chiedere la sua consegna. Prusia accett di consegnarlo, ma Annibale
scelse di non cadere vivo nelle mani del nemico. A Libyssa sulle spiagge orientali del Mar di
Marmara prese quel veleno che, come diceva, aveva a lungo conservato nel castone di un suo anello:
sangue di bue.
Curioso (ma non si sa quanto veritiero) a questo punto l'oracolo che, in giovane et, lo aveva sempre
convinto che sarebbe morto in Libia, a Cartagine e che citava testualmente: "Una zolla libyssa (libica)
ricoprir le tue ossa". Immaginiamo quale fosse il suo stupore quando apprese il nome di quella lontana
localit in cui si era rifugiato. Le sue ultime parole si dice fossero secondo Tito Livio: "Quanto sono
cambiati i Romani, soprattutto nei costumi, non hanno pi neanche la pazienza di aspettare la morte di
un vecchio, su allora, liberiamoli da questo lungo affanno". E cos prese il veleno. L'esatta data della
sua morte fonte di controversie. Generalmente viene indicato il 182 a.C. ma, come sembra potersi
dedurre da Tito Livio, potrebbe essere stato il 183 a.C., lo stesso anno della morte del suo vincitore:
Scipione l'Africano.
A Gebze, pi precisamente 40 46' 57" N 29 26' 30" E, si trova un monumento che ricorda il grande
Annibale. Tale monumento fu voluto nel 1934 da Mustafa Kemal Atatrk (creatore della Turchia
repubblicana), e realizzato dopo la sua morte. Tale monumento porta incisa tale epigrafe:
Annibale 247 a.C. 183 a.C.

Questo monumento stato costruito come espressione di apprezzamento per il grande generale nel centesimo anniversario della

Annibale nella Storia[modifica | modifica wikitesto]


Fonti antiche[modifica | modifica wikitesto]
Lo storico romano Tito Livio, che descrisse vizi e virt del grande condottiero cartaginese, di lui ricorda
che:

Massima era la sua audacia nell'affrontare i pericoli, massima la sua prudenza negli stessi, da nessun disagio il suo corpo pote
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 4, 5-8.)

Egli aveva per anche notevoli vizi secondo lo storico:

...una feroce crudelt, una perfidia pi che cartaginese, niente di vero o santo, nessun rispetto per la religione, nessun timore p
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 4, 9.)

Polibio riferisce che:


certo che nei suoi confronti prevalse, tra i Cartaginesi, la fama di avaro, tra i Romani, quella di essere crudele.
(Polibio, IX, 26.11.)

Lo storico greco peraltro, nel suo tentativo di scrivere una storia "pragmatica" neutrale e oggettiva,
emette nel complesso un giudizio molto positivo su Annibale e non da molto credito alle accuse contro
di lui. Polibio, pur essendo ostaggio greco a Roma, entrato nel circolo degli Scipioni acerrimi nemici
del cartaginese ne loda le qualit di condottiero:

Nessuno potrebbe non approvare il modo di comandare, il valore e la forza dimostrati da quest'uomo, se considerasse la lungh
(Polibio, XI, 19.)

La figura di Annibale, il grande nemico di Roma, ha sofferto inevitabilmente di una storica distorsione. I
soli scritti su di lui sono le fonti romane, ovviamente molto ostili, in quanto Roma lo consider il peggior
nemico che avesse dovuto fronteggiare nella sua storia. Cicerone quando parlava dei due grandi
nemici di Roma us per Pirro il termine "onorevole", mentre definiva "crudele" Annibale.
Le accuse al cartaginese in realt sono in parte tendenziose e frutto della propaganda romana.
Riguardo la sua presunta crudelt e empiet, le fonti ricordano peraltro che, quando al Lago Trasimeno
mor il console Gaio Flaminio, Annibale ne cerc invano il corpo sul campo di battaglia. In un'altra
occasione le ceneri del console Marcello furono restituite alla famiglia. Ma quando Marco Livio
Salinatore e Gaio Claudio Neronesconfissero Asdrubale alla Battaglia del Metauro, la testa del fratello
di Annibale fu gettata nel campo cartaginese.
Lo storico Giovanni Brizzi ha dato una nuova interpretazione delle accuse di crudelt e ferocia rivolte
dalla tradizione antica ad Annibale; lo studioso sostanzialmente afferma che effettivamente durante la
campagna d'Italia il condottiero si comport con grande brutalit e commise numerose atrocit come
l'uccisione di prigionieri, i saccheggi, le devastazioni dei terreni coltivati, le deportazioni, l'uccisione in
massa di civili, la profanazione di luoghi santi[96]. Soprattutto nell'ultima parte della campagna egli infier
ancor pi su avversari e popolazioni ritenute infide. Lo storico inoltre ritiene che il misterioso
personaggio di "Annibale Monomaco" descritto da Polibio e ritenuto dallo storico greco il principale
fautore nell'esercito cartaginese di un comportamento brutale e di una condotta criminale della
guerra[97], non sia un personaggio reale ma una specie di alter ego fittizio di Annibale creato dalla
fantasia dello storico spartano Sosilo per rappresentare letterariamente il "lato oscuro" della personalit
del cartaginese[98].

Valutazioni moderne[modifica | modifica wikitesto]

Annibale Barca (scultura diSbastien Slodtz del 1704,Museo del Louvre di Parigi)

Il nome di Annibale molto conosciuto nella cultura popolare, a dimostrazione della sua importanza
nella storia del mondo occidentale. L'autore dell'articolo nell'Enciclopedia Britannica del 1911 cos lo
descrive:

Sul genio militare di Annibale non vi possono essere due opinioni. Un uomo che per quindici anni riesce a tenere il campo in u
cui segnala la sua pi che punica perfidia e l'inumana crudelt. Per la prima non vi era altra giustificazione della sua consumata

Secondo il filosofo francese Montesquieu:

Se si esaminano bene la quantit di ostacoli che si pararono davanti a Annibale e che quell'uomo eccezionale super tutti, si ha

Le parole di Napoleone Bonaparte:

Quell'Annibale che veramente il pi audace di tutti i generali, forse il pi sorprendente, perch cos ardito, sicuro, di idee co

Il politico e storico francese Adolphe Thiers, paragonandolo a Alessandro Magno, Giulio Cesare e
Napoleone Bonaparte, ha scritto:
Annibale a tutti superiore, perch il suo genio, vasto quanto il loro, era alieno da egoismo[101]

Lo storico tedesco Leopold von Ranke:


Nessuno ha mai eguagliato Annibale in quanto capo di un esercito in guerra[102]

Anche il grande storico tedesco Theodor Mommsen ha esaltato Annibale nella sua monumentale opera
dedicata a Roma antica:
Nessuno come lui seppe accoppiare il senno con l'entusiasmo, la prudenza con la forza [103]
Egli era un uomo grande; dovunque egli andava gli sguardi si fermavano su di lui[103]

Annibale fu anche l'eroe preferito di Sigmund Freud, come egli stesso riferisce ne l'interpretazione dei
sogni, perch rappresenterebbe il conflitto tra la tenacia degli ebrei e la Chiesa Cattolica. [104].
La storiografia moderna considera senza dubbio Annibale uno dei pi grandi condottieri di tutti i
tempi[105], "insuperato" nell'antichit, ed evidenzia la sua grande capacit di comando, la esatta
comprensione della strategia e della tattica sulla base della moderna scuola ellenistica, la perfetta
conoscenza di ogni aspetto dell'arte militare, qualit sviluppate fin dalla giovane et sotto il consiglio del
padre Amilcare[106]. In un lavoro di Giovanni Brizzi del 2011 si definisce espressamente Annibale "il pi
grande generale di tutti i tempi"[107]. Dal punto di vista della percezione politica della realt invece il
condottiero cartaginese apparso agli storici meno perspicace e non perfettamente edotto delle
caratteristiche effettive dello stato romano-italico. Verosimilmente egli, legato alla cultura greca e ai suoi

ideali di libert politica, si attendeva una pronta defezione generale degli alleati italici e una entusiastica
adesione ai suoi sbandierati programmi di liberazione dei popoli dal predominio di Roma [106]. In questo
caso Annibale non comprese completamente la reale solidit della struttura politica della Repubblica
romana, sottovalut la capacit di resistenza dei suoi avversari e la concordanza di interessi
economico-politici delle classi dominanti dei popoli alleati di Roma[106].
Odiato e temuto dai romani in vita e anche dopo la sua morte, Annibale con il trascorrere del tempo
divenne ed rimasto un personaggio quasi mitologico della storia del mondo occidentale [108][109]; nei
secoli la sua figura stata studiata con maggiore equanimit dagli storici e le colpe attribuitagli dalla
propaganda romana riguardo la sua crudelt e la sua slealt sono state in gran parte messe da parte e
depurate dagli elementi propagandistici presenti[110]. Annibale assurto a "eroe epico", non privo di una
tragica grandezza morale per la sua coerenza, l'incorruttibilit, la linearit sia nei periodi di massimo
successo come nelle infelici fasi finali della sua vita, fino al tragico suicidio con cui egli volle concludere
con dignit la sua esistenza dedicata interamente alla lotta contro il predominio di Roma [111][112].

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Gisbert Haefs, Annibale, Marco Tropea Editore, 1999; Net, 2003 - (Ed.
originale: Hannibal, 1999)

(DE) Hans Baumann, Ich zog mit Hannibal (Sono andato con Annibale),
Reutlingen, 1960.

Cinematografia[modifica | modifica wikitesto]

Hannibal: The Man Who Hated Rome (2006) Diretto da Edward


Bazalgette, interpretato da Alexander Siddig; film-documentario realizzato
dalla BBC.

The Great Battles of Hannibal (1997) Cartone animato inglese.

Annibale (1960) Diretto da Carlo Ludovico Bragaglia, interpretato


da Victor Mature. Italia.

Scipione l'Africano, film del 1937, diretto da Carmine Gallone e


interpretato da Camillo Pilotto nel ruolo di Annibale. Pur essendo
pregiudizialmente favorevole ai Romani, tributa un grande omaggio ad
Annibale e al suo esercito, con il condottiero cartaginese visto come un
uomo spregiudicato, ma anche come un coraggioso combattente.

Hannibal the Conqueror film in fase di sviluppo, diretto e interpretato


da Vin Diesel. La data pre annunciata per questo film il 2014

Note[modifica | modifica wikitesto]


1.

^ Lancel, Serge (1995) Hannibal cover: "Roman bust of Hannibal. Museo


Archeologico Nazionale. Naples".

2.

^ Periochae, 21.2.

3.

^ a b Periochae, 21.5.

4.

^ a b c Periochae, 21.7.

5.

^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. II, tomo 2, p. 661.

6.

^ G. Granzotto, Annibale, pp. 265-266.

7.

^ M.Bocchiola/M.Sartori, Canne. Descrizione di una battaglia, p. 58.

8.

^ Polibio, Storie, pp. 650 e 655.

9.

^ B.H. Liddell Hart, Scipione Africano, pp. 217-240. Lo storico militare


britannico analizza in dettaglio le qualit di questi quattro condottieri e
definisce Annibale "il massimo tattico della storia", mentre considera
Napoleone il pi grande "stratega logistico" di tutti i tempi. Nel complesso
per afferma che Scipione Africano era fornito di qualit pari, se non
superiori, agli altri massimi condottieri.

10. ^ I. Montanelli, Storia di Roma, p. 121. L'autore definisce Annibale "il pi


brillante condottiero dell'antichit" e afferma che "molti lo pongono sullo
stesso piano di Napoleone".
11. ^ a b Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 2, 1.
12. ^ S. Lancel, Annibale, p. 22.
13. ^ S. Lancel, Annibale, pp. 51-52.
14. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 2, 3.
15. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 2, 3-5 e 7.
16. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 2, 6.
17. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 3, 1.
18. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 4, 1.
19. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 5, 3-4.
20. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 5, 5-6.
21. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 5, 7-8.
22. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 5, 9-17.
23. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 5, 2.
24. ^ Periochae, 21.2.
25. ^ Periochae, 21.4.
26. ^ Periochae, 21.4.
27. ^ a b c Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, III, 8.
28. ^ a b c Appiano, Guerra annibalica, VII, 1, 4.
29. ^ a b Polibio, III, 35, 1.
30. ^ Periochae, 21.1.
31. ^ Polibio, III, 35, 5.
32. ^ Polibio, III, 35, 7.

33. ^ Polibio, III, 44.


34. ^ Polibio, III, 41.
35. ^ S. Lancel, Annibale, p. 111.
36. ^ Polibio, III, 45-55.
37. ^ Cornelio Nepote, Annibale, III.
38. ^ Centini 1997, Sulle orme di Annibale.
39. ^ Sisto Merlino, La Druida di Margun - Hanniba'Al, Villanova Canavese, All
Graphic Work snc, 2015, pp. 270, ISBN 9788890501845.
40. ^ Sisto Merlino, Valli di Lanzo Touring Vol I, Villanova Canavese, All Graphic
Work, p. 1-40, ISBN 978-88-905018-0-7.
41. ^ Riccardo Petitti, Annibale sulle orme di Ercole.
42. ^ Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, III, 9. Polibio, III, 65.Periochae, 21.56.
43. ^ Polibio, III, 68, 13-15.
44. ^ Polibio, III, 71-74.
45. ^ Polibio, III, 78.
46. ^ Polibio, III, 79; Periochae, 22.1.
47. ^ Cornelio Nepote, Annibale, IV.
48. ^ Polibio, III, 93 - 94.
49. ^ Polibio, III, 80-82.
50. ^ Polibio, III, 83-85.
51. ^ S. Lancel, Annibale, pp. 145-147.
52. ^ G. Charles-Picard, Annibale, pp. 219-220.
53. ^ A Spoleto, l'ingresso dal lato nord della antica cinta muraria romana reca
ancora il nome di Porta Fuga, in ricordo dell'episodio che vide gli spoletini
respingere i soldati di Annibale. Scrive Tito Livio: "Attraversa l'Umbria e
arriva a Spoleto. Dopo aver devastato il suo territorio, cerca di occupare la
citt; respinto dopo una carneficina dei suoi soldati, e ritenendo dal poco
successo del tentativo contro una piccola colonia, che una citt come Roma
gli avrebbe opposto ingenti forze, dovette desistere dirigendosi verso
ilPiceno".
54. ^ Periochae, 22.6; Polibio, III, 87, 6.
55. ^ Periochae, 22.8; Polibio, III, 90 - 94.
56. ^ Periochae, 22.9.

57. ^ Polibio, III, 107.


58. ^ Polibio, III, 113.6-9.
59. ^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, Volume I, tomo 2, pp. 747-749.
60. ^ Polibio, III, 114-116.
61. ^ Periochae, 22.10; Polibio, III, 117.
62. ^ A. Bernardi, Storia d'Italia, vol. I, p. 109.
63. ^ Polibio, VII, 1, 1-2.
64. ^ a b c Lancel 2002, p. 178.
65. ^ H. H. Scullard, Storia del mondo romano, vol. I, p. 267.
66. ^ S. Lancel, Annibale, pp. 173-174.
67. ^ Livio, XXIII, 44-46.
68. ^ Polibio, VII, 9; Livio, XXIII, 33-34.
69. ^ S. Lancel, Annibale, pp. 181-182.
70. ^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. I, tomo 2, pp. 790-792.
71. ^ Livio, XXV, 7-11; Polibio, VIII, 24-34.
72. ^ G. Granzotto, Annibale, pp. 22-223.
73. ^ Livio, XXIV, 12.
74. ^ S. Lancel, Annibale, p. 196.
75. ^ Polibio, IX, 4.5-6.
76. ^ Polibio, IX, 4.7-8; Livio, XXVI, 7.3-5.
77. ^ Periochae, 25.7.
78. ^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. I, tomo 2, pp. 792-794.
79. ^ Lancel 2002, pp. 198-199.
80. ^ Polibio, IX, 4-7.
81. ^ Polibio, IX, 7.7-9.
82. ^ Mommsen 2001, vol. I, tomo 2, p. 794.
83. ^ Livio, XXVI, 38.1-4.
84. ^ Polibio, VIII, 37.
85. ^ H. H. Scullard, Storia del mondo romano, vol. I, p. 282.

86. ^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. I, tomo 2, pp. 800-801.


87. ^ H. H. Scullard, Storia del mondo romano, vol. I, pp. 283-284.
88. ^ H. H. Scullard, Storia del mondo romano, vol. I, p. 284.
89. ^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. I, tomo 2, pp. 803-804.
90. ^ H. H. Scullard, Storia del mondo romano, vol. I, p. 285.
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100.

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101.

^ In: G. Granzotto, Annibale, p. 70.

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103.

^ a b In: T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. I, tomo II, p. 707.

104.

^ pagina 149 -150 Sigmund Freud, L'Interpretazione dei sogni, 1899.

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110.^ T. Mommsen, Storia di Roma antica, vol. I, tomo 2, pp. 706-707.


111. ^ K. Christ, Annibale, p. 246.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie

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(LA) Cornelio Nepote, De viris illustribus.

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(GRC) Strabone, Geografia, V. Versione in inglese disponibile qui.

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Paolo Rumiz, Annibale. Un viaggio, Milano, Feltrinelli Editore,


2008,ISBN 978-88-07-88287-6.

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La tattica annibalica su Warfare arte militare, storia e cultura strategica

Ancient History Sourcebook: Polibio (ca. 200 a.C.-118 a.C.): Il carattere di


Annibale

"Il ritorno di Annibale" di Paolo Rumiz, inviato del quotidiano "La


Repubblica" un reportage sulle orme di Annibale

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