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Dopo la guerra contro Taranto i romani controllano quasi tutta la penisola, inclusa
ovviamente la Puglia. Inizia una nuova “fase” le guerre contro Cartagine.
814 a.C. La regina Didone fonda Cartagine, una colonia fenicia situata a Nord-Est
dell’Africa (attuale Tunisia). Questa colonia divenne una fiorente città grazie
all’agricoltura ed al commercio. I fenici occuparono la fascia costiera del nord est
africano, le isole Balneari, la parte centrale ed Occidentale della Sicilia, una parte
della Sardegna e le coste spagnole meridionali.
III sec. a.C. grande potenza commerciale sul Mediterraneo
ARISTOCRAZIA MERCANTILE
Organizzazione politica: Senato composto da nobili ed un’assemblea popolare con
ordini minori, hanno un esercito mercenario.
I successi del generale Amilcare Barca, che conquistò buona parte della penisola
iberica, suscitarono forti preoccupazioni a Roma.
Fu così stipulato tra romani e cartaginesi il cosiddetto «trattato dell’Ebro» (226
a.C.), che fissava come limite all’espansione punica il fiume Ebro, nella parte
nord-orientale della penisola.
A sud del fiume, e quindi in piena sfera d’influenza punica, si trovava tuttavia la
città iberica di Sagunto, con la quale i romani avevano stretto rapporti di
amicizia. Nel 219 a.C. Annibale, il giovane figlio di Amilcare, educato sin da
bambino all’odio implacabile verso Roma (dopo che Cartagine era stata sconfitta
nella Prima guerra punica), come azione certamente provocatoria, assediò e
conquistò Sagunto.
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Dopo Canne, l’esercito cartaginese, pur reduce da quattro vittorie, era stanco e
logorato, e non trovò tra gli italici un supporto sufficiente. Annibale si era infatti
presentato alle popolazioni e alle città italiche come liberatore dal dominio di Roma
e numerose città italiche, tra cui Capua (la seconda città della penisola),
passarono in effetti dalla sua parte; la maggior parte della federazione romana
rimase però compatta e fedele a Roma.
Intanto nel 212 a.C. Siracusa, che Annibale aveva tirato dalla propria parte, fu
assediata e conquistata dai Romani; l’assedio della città rimase memorabile anche
per le macchine belliche inventate a sua difesa dal grande
matematico Archimede.
Anche re Filippo V di Macedonia si schierò con Annibale e dichiarò guerra a
Roma, e Roma strinse alleanze con i nemici della Macedonia in Grecia e nel
Mediterraneo orientale. Dunque, sia nella penisola sia fuori dalla penisola, la
strategia di Annibale di allargare il fronte dei nemici di Roma non ottenne i risultati
sperati.
Cartagine non fu distrutta ma la sua potenza sì. Roma era padrona del
Mediterraneo occidentale.
I danni di guerra erano stati quasi del tutto pagati e l’economia era
completamente riassestata.
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Nel corso del lungo assedio la città punica soffrì la fame e la pestilenza; infine
Cartagine fu rasa al suolo, bruciata, le mura abbattute, il porto distrutto e 50 mila
uomini e donne cartaginesi furono catturati e ridotti in schiavitù.
Il territorio di Cartagine fu incorporato nello stato romano come provincia
d’Africa.