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Ranieri Menichella IV B

Un’attenta analisi della panoramica sul rapporto tra intellettuali e potere nell’età
repubblicana e augustea, porta a evidenziare le differenze di tale questione tra i
due periodi storici.

Rapporto tra intellettuali e potere nell’età repubblicana :


L’età repubblicana è stata progressivamente caratterizzata da crisi delle
istituzioni, individualismi politici e guerra civile.
Gli intellettuali erano membri dell’Oligarchia del tempo e le loro scelte possono
essere riassunte in 2 termini “Otium” che equivale al disimpegno politico e
rifiuto di una realtà ritenuta negativa che si esprime poeticamente in Catullo e
nei poeti neoterici con il “lusus” letterario, mentre in Lucrezio con il “vivi
appartato” che seguendo la filosofia epicurea si tenne lontano dalla vita politica
attiva e scrisse un poema per la liberazione dell’uomo dal dolore e per il
raggiungimento della serenità .

Il secondo termine è invece


“Negotium” ovvero la
partecipazione attiva alle vicende
politiche di Roma per difesa delle
proprie azioni o come riflessione
politica, riscontrato negli scritti di
Cicerone, Sallustio e Cesare.

Marco Tullio Cicerone

In particolare nei secoli della repubblica a cavallo tra il III e il II sec a.C.
l’intellettuale si era fatto portavoce della nobiltà che deteneva il potere e dalla
quale doveva il miglioramento del proprio status economico.
I grandi valori come la patria, l’onore e la gloria venivano esaltati nelle opere
letterarie come in Livio Andronico, Ennio e Terenzio.
In questo periodo quasi non si ammetteva che la cultura potesse avere un valore
assestante o che potesse essere espressa al di fuori degli schemi dello stato.
Al contrario, tra il II e il I secolo a.C. si verifica una vera e propria rivoluzione
culturale, il rapporto tra cittadino e stato si indebolisce e gli interessi personali
tendono a prevalere su quelli collettivi.
Come sopra citato uno dei più importanti rappresentanti di questo periodo è
Catullo la cui attività letteraria non è finalizzata ad una funzione educativa ma a
modificare i costumi della vita quotidiana con il suo comportamento e linguaggio
fuori dalle regole.
A tale categoria di intellettuali apparteneva anche Lucrezio la cui peculiarità era
quella di concepire l’attività letteraria al fine di liberare l’uomo dalle sue angosce
e non come veicolo di valori civili e politici.
Viceversa vi sono altri intellettuali come Cicerone, Sallustio e Varrone i quali pur
mantenendo una loro dignità letteraria autonoma la considerano comunque un
ripiego rispetto all’attività politica finalizzata ad una funzione civile.

Rapporto tra intellettuali e potere nell’età augustea:


Del tutto diverso è il ruolo dell’intellettuale nell’età
augustea.
Dopo la morte di Cesare, Augusto aveva dalla sua
parte i maggiori intellettuali dell’epoca, il principale
dei quali è Mecenate, il suo nome è divenuto nel
tempo l’appellativo utilizzato per indicare colui che
protegge le arti e gli intellettuali.
Mecenate era un collaboratore di Augusto nato ad
Arezzo che istaurò con i poeti una cooperazione
politico-culturale in cui gli stessi pur avendo un ruolo
attivo ed individuale concordano con l’idea pacifista
Augusto, Gaio Giulio Cesare
Ottaviano
di cui Augusto ne è simbolo, poiché provengono da un periodo di guerre
successivo alla morte di Cesare.
Augusto si avvale quindi dell’intelligenza di Mecenate al fine di ottenere dagli
intellettuali un sostegno alla sua opera di moralizzazione dei costumi e
rafforzamento della sua immagine.
I rapporti tra il potere politico e gli intellettuali fino alla morte di Mecenate
venivano mantenuti da Augusto anche con importanti ricompense come il
podere concesso ad Orazio e la villa vicino Napoli concessa a Virgilio.
Augusto quindi anche grazie a Mecenate riesce ad attrarre a se un consenso di
cui sono testimonianza alcune delle maggiori opere latine i cui principali artefici
furono Orazio e Virgilio.
Orazio nel primo libro delle “Epistulae’’ tesse le lodi di Mecenate senza
menzionare Augusto, che si irritò molto.
Il poeta dovette riaprire l’opera scrivendo un secondo libro nel quale Augusto
viene più volte citato, sostenendo che non gli aveva dedicato alcun brano nel
primo libro in quanto non voleva sottrargli del tempo prezioso necessario per la
ricomposizione dell’ordine e della prosperità dell’impero romano.
In particolare con le Satire presenta la vita quotidiana di Roma abbellita da
Augusto con una visione molto positiva.
Con Virgilio si arriva alla celebrazione di Roma con l’esaltazione della figura di
Augusto, come membro della gens Iulia fondata da Enea figlio di Venere.
Nelle Georgiche dedicate a Mecenate non solo loda tutta la politica di Augusto
ma anche tutte le persone che furono beneficiarie dell’espropriazioni compreso
egli stesso che vengono descritti come eroi e difensori dei valori della civiltà
romana.
La principale opera di Virgilio fu l’ “Eneide’’, un poema capolavoro di bellezza
che esalta i valori etico-politici dello stato romano riorganizzato da Augusto.
Tra le ultime volontà di Virgilio vi fu quella di bruciare l’Eneide in quanto
ritenuta ancora imperfetta, Augusto tuttavia che ammirava quell’opera volle
comunque pubblicarla.
Malgrado sia passato alla storia che in questo periodo si configurò un proficuo
rapporto tra letteratura e potere, non di meno vi furono anche delle espressioni
di forte ostilità più o meno aperta nei confronti del regime, caratterizzate
soprattutto da indifferenza e disimpegno.
Delle opere ostili ad Augusto ci è arrivato poco, gli stessi Tacito e Svetonio
narrano come nell’8 d.C. l’imperatore fece pubblicamente bruciare le opere di
Cassio Severo, mandato in seguito in esilio come pure Labieno le cui opere
furono escluse dalle biblioteche pubbliche.
Non tutti gli intellettuali di opposizione ebbero il coraggio di assumere un
atteggiamento critico nei confronti della politica augustea, soprattutto gli
aristocratici preferirono esprimere il proprio dissenso rifiutandosi di aderire e
collaborare attivamente con il regno di Augusto.
L’età augustea viene ancora oggi ricordata come uno dei periodi più prolifici
sotto il profilo artistico-culturale dell’epoca romana, considerando il livello delle
opere e degli intellettuali che in quel tempo ebbero modo di sviluppare le loro
capacità letterarie.
Le fonti

1https://www.google.com/url?
sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwj59Yjpp5vtAhUPD2M
BHTPiBeUQFjACegQIARAC&url=https%3A%2F%2Flaetitiam.wordpress.com
%2F2009%2F05%2F14%2Fil-ruolo-dellintellettuale-e-il-suo-rapporto-con-il-
potere-tra-eta-cesariana-ed-eta-augustea
%2F&usg=AOvVaw21WDQ78mLDLqaIBTNHkHXs

2https://www.google.com/url?
sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwj59Yjpp5vtAhUPD2M
BHTPiBeUQFjADegQIBBAC&url=https%3A%2F%2Fdigilander.libero.it
%2Fnomen%2FAugusto%2FTesti
%2FPrinceps_intellettuali.html&usg=AOvVaw0ntkpJKoaEgJhGVAi-jVZ8

3https://www.google.com/url?
sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwj59Yjpp5vtAhUPD2M
BHTPiBeUQFjAMegQIHRAC&url=https%3A%2F%2Fwww.antrodiulisse.eu
%2Fsussurri-nell-antro%2Fcivilta-dell-uomo%2Fstoria-antica%2F20-
incomunicabilita-tra-gli-intellettuali-e-il-potere-nella-roma-
antica&usg=AOvVaw16vDe0fFSRasr54xFH3Cjs

4https://www.google.com/url?
sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwj59Yjpp5vtAhUPD2M
BHTPiBeUQFjANegQIHBAC&url=https%3A%2F%2Fprezi.com%2Fp
%2F_6huigogmi4a%2Frapporto-tra-intellettuali-e-ideologia-augustea
%2F&usg=AOvVaw1RZdf7LAtU_RElVTjd4Avl

5http://cinziabotta.blogspot.com/2016/06/intellettuali-e-potere-sintesi-
percorso.html

6https://profcasillo.wordpress.com/110-2/dallintellettuale-impegnato-
allintellettuale-frustrato/

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