I circoli letterari nacquero con lo scopo preciso di creare la classe degli intellettuali
colti ed eloquenti che amassero l’arte poetica e che essa stessa non fosse più un otium, ma un negotium. Tra i circoli letterari più famosi è bene menzionare quello di Scipione, di Mecenate. Nel II secolo a.C, in concomitanza con la fine delle guerre puniche e con la decisiva imposizione di Roma su Cartagine, alcuni personaggi di spicco dell’epoca contemporanea, decisero di riunirsi per diffondere i canoni dell’arte e della letteratura ellenistica. Nacque uno dei circoli letterari più famosi della letteratura latina: il circolo degli Scipioni. Gli Scipioni amavano molto la cultura e il modo di vivere ellenistico. Il nome si deve ovviamente a Publio Cornelio Scipione detto l’Emiliano, autore della conclusiva distruzione di Cartagine e uomo di spicco della politica romana. Scipione l’Emiliano fu educato dallo storico Polibio, fu generale, console e tribuno militare,oppositore della riforma agraria dei fratelli Gracchi e fece di tutto per abolire le loro leggi. Insieme a Scipione, si unirono Gaio Lelio, Lucilio, Furio Filo e Rutilio Rufo: l’intento era la formazione di un gruppo filoellenico che coltivasse interessi e attività letterarie, filosofiche e artistiche. L’aspettativa di Scipione era nata a seguito dell’incontro tra i valori dell’antica Grecia e elementi romani: sono questi gli anni in cui grazie ai circoli letterari si afferma l’humanitas. Valore tipicamente latino, grazie alla nascita della filosofia stoica l’humanitas altro non era che la concezione di un uomo con una missione politica e morale, caratterizzato da coraggio, austerità e spirito di sacrificio. A far parte del circolo degli Scipioni furono Lucilio e Terenzio. Con tutto ciò gli Scipioni tendevano alla modernità e all'innovazione, spinsero per educare formalmente donne e bambini in greco, in più lasciavano più libere le proprie donne e avevano dei circoli intellettuali piuttosto ben frequentati. Scipione Emiliano divenne un mecenate.
Mecenate e il suo circolo
La battaglia di Azio nel 31 a.C segna ufficialmente la fine della res pubblica a Roma e l’inizio dell’età del principato. Ottaviano Augusto volle presentarsi al popolo romano che tanto lo aveva seguito e acclamato, come un nuovo Romolo e come un restauratore dei valori, dell’ordine e del mos maiorum. In questo periodo di cambiamenti repentini, Augusto non tralasciò l’ambito culturale: egli fu un grande stratega in quanto era ben consapevole del fatto che le opere letterarie potessero diventare un mezzo eccellente ed efficiente a veicolare tra la popolazione le sue idee politiche. I circoli letterari ebbero quindi l’arduo compito di sostenere la politica dell’imperatore e le sue ideologie: per questo motivo, Augusto preferì circondarsi di persone fidate con una certa posizione di rilievo a Roma. Il nuovo imperatore conferì a Mecenate (discendente da famiglia etrusca è nato ad Arezzo il 15 aprile del 70 a.C., lo stesso anno in cui nacque Virgilio.) il compito di creare una cerchia di letterati e poeti che non solo fossero d’accordo alla sua ideologia politica, ma anche quello di celebrare la sua figura e quindi intensificare i rapporti tra politica e letteratura, aveva un doppio scopo: incoraggiare le arti e orchestrare la propaganda politica in favore Augusto. Entrambi gli obiettivi riuscirono al punto che Mecenate divenne un simbolo, e "mecenate" è detto oggi un intelligente e raffinato protettore e finanziatore delle arti e degli artisti,restò per tutta la sua vita un semplice equites: epicureo, anticonformista e molto eccentrico, il più famoso dei creatori dei circoli letterari a Roma, cercò per tutta la sua vita di salvaguardare l’ispirazione personale e l’indipendenza intellettuale soprattutto per portare avanti i valori di amicizia e soliditas. Dotato di grande intelligenza, grande cultura e straordinari gusti e sensibilità, Mecenate dette un grande impulso alle arti proteggendo, incoraggiando, ospitando e sovvenzionando molti artisti dell'epoca, che grazie a lui trovarono il modo di essere pubblicati, di mostrare le proprie opere e di avere un successo. Non a caso molte opere di Orazio, Virgilio e Properzio sono dedicate a lui. Egli stesso fu collezionista d'arte, anzi fu addirittura un antiquario delle opere greche, con particolare attenzione alle statue del IV sec. ac. che furono effettivamente mai superate nè dai greci dopo nè dai romani. Tanta fu la sua generosità a l'amore per le arti che il nome di Mecenate è divenuto in tutto il mondo sinonimo di protettore degli artisti. In particolare Virgilio con l'Eneide procurò una genealogia mitica sia Roma che ad Augusto che stava preparando la propria deificazione; inoltre con le Georgiche sostenne un'intelligente idea augustea propagandando la rinascita dell'agricoltura in Italia.Virgilio scrisse le Georgiche in suo onore e fu lui che, impressionato dalla poesia di Orazio, lo presentò a Mecenate. Mecenate scrisse anche opere letterarie, sia in prosa che in versi, di cui ci sono rimasti venti frammenti, interessanti ma non bellissimi.
大秦, Da Qin L'europa sovrana in un mondo multipolare: Tredici ipotesi di studio per un federalismo europeo del XXI secolo - Edizione riveduta e ampliata