Sei sulla pagina 1di 7

Unità 2: Civiltà Romana

I. La civiltà pre-romana, l’origine di Roma e la monarchia


1. La civiltà pre-romana in Italia e il popolo
Nell’VIII secolo a.C., mentre in Grecia nascevano le città-stato, l’Italia era abitata da un
mosaico di popoli. Gli storici li chiamavano popoli italici, tra i quali il più importante fu
quello etrusco che si era stabilito sul versante tirrenico dell’Italia centrale, nella regione
compresa tra l’Arno e il Tevere.
Gli Etruschi erano ingegneri abilissimi, maestri insuperabili nella costruzione di
acquedotti e fognature. Sapevano anche prosciugare le paludi, trasformandole in campi fertili.
Essi erano anche molto abili nella lavorazione del ferro e del bronzo, nella creazione di
gioielli in oro e argento e nella fabbricazione di vasi in terracotta.
Gli Etruschi erano politeisti e ognuna delle loro città aveva il suo dio protettore.
Credevano che i defunti continuassero a vivere, perciò costruivano tombe simili alle case, con
diverse stanze e le pareti decorate da bellissimi affreschi. Accanto al defunto deponevano gli
oggetti che gli erano stati più cari: armi, gioielli, vasi, ecc.
.
2. L’origine di Roma
1) L’origine leggendaria
Si fa risalire all’eroe troiano Enea che approda in Italia e diventa il progenitore di
Romolo e Remo, mitici fondatori della città.
2) L’origine storica
Nella realtà, intorno al 753 a.C. il commercio del sale attira un gruppo di pastori latini
che costruiscono una palizzata sul colle Palatino e lì fondano una piccola città: Roma. Poi la
città di Roma fu costruita sui sette colli.

3. La monarchia romana
Dal 753 a.C. fino al 509 a.C. Roma è una monarchia. Conosciamo il nome di 7 re, ma
quasi sicuramente furono più numerosi, perché avrebbero dovuto regnare ognuno circa 30
anni.
La monarchia romana non era ereditaria, ma elettiva, il re infatti viene scelto dal senato,
costruito da cento membri anziani, senatori ereditari.

II. La Repubblica Romana


Nel 509 a.C., per ragioni ancora poco conosciute, gli abitanti di Roma scacciarono il re e
fondarono la repubblica.

1. L’ordinamento politico della Repubblica Romana


Il termine “repubblica”significa “cosa pubblica” e indica uno Stato governato
direttamente dai cittadini.
1) Il senato
Il senato (S.P.Q.R.= Senato populusque romanus) è l’istituzione più importante per la
Repubblica, i 300 senatori della quale non erano più ereditari, ma nominati da un magistrato,
il censore che valutava la loro condotta e il loro patrimonio.
Il senato consigliava i consoli e prendeva le decisioni più importanti: decide la politica
estera e quella finanziaria; dà pareri sulle leggi presentate dai vari magistrati prima di essere
sottoposte al vaglio delle assemblee popolari.

2) Assemblee popolari
C’erano due assemblee, una si chiamava comizi centuriati, l’altra si chiama comizi
tributi, aveano rispettivamente i poteri seguenti:
Comizi centuriati: eleggono i consoli, i pretori, i censori; approvano o respingono le
leggi presentate dai magistrati.
Comizi tributi: eleggono i tribuni della plebe, gli edili e i questori.

3) I magistrati dello Stato


● Consoli: sono due e rimangono in carica un anno, comandano l’esercito in pace e in
guerra, propongono le leggi alle assemblee popolari.
● Questori: riscuotono le tasse e custodiscono il tesoro dello Stato.
● Edili: curano l’edilizia pubblica e l’approvvigionamento di viveri.
● Pretori: amministrano la giustizia.
● Censori: stabiliscono il reddito di ogni cittadino. Nominano i senatori.
● Tribuni della plebe: sono 10, inviolabili; inizialmente hanno solo il diritto di voto; più
tardi possono anche proporre le leggi.
● Dittatore: ha poteri illimitati, viene nominato dai consoli su parere del senato in casi
eccezionali, rimane in carica 6 mesi al massimo.

2. Le guerre e l’espansione della Repubblica Romana


1) Un popolo guerriero
Sin dalle origini i Romani furono un popolo guerriero. Tutti i cittadini dovevano servire
nelle legioni. I Romani consideravano un grande onore servire la patria.
2) Dalla difesa all’espansione
Dopo la fondazione della Repubblica, i Romani hanno un periodo d’incertezza, della
quale approfittano i Galli, assaltando Roma e poi abbandonandola solo a prezzo di un elevato
riscatto(390 a.C.).
Rialzatisi da questa umiliazione, i Romani capiscono che solo rafforzandosi la propria
organizzazione si potrebbero difendere. Ma nel processo di rafforzarsi l’organizzazione
militare, essi trasformano le guerre di difesa in quelle d’espansione. Sferrano attacchi ai
Sanniti e li abbattono nel 290 a.C.. E poi nel 275 a.C. i Romani sconfiggono anche gli abitanti
della Magna Grecia.
3) Le tre guerre puniche
Il momento culminante delle conquiste romane fu rappresentato dalle tre Guerre puniche
contro i Cartaginesi che per secoli avevano dominato i commerci del Mediterraneo e Roma li
sconfisse definitivamente nel 146 a.C.
● Prima guerra punica (264-241 a.C.): col pretesto di difendere Messina dall’attacco
cartaginese, i Romani combattono contro Cartagine e la sconfiggono.
● Seconda guerra punica (218-201 a.C.): i Cartaginesi comandati da Annibale scendono
attraverso le Alpi in Italia; sconfiggono ripetutamente i Romani, ma infine vengono
costretti a ritornare in patria, dove saranno sconfitti a Zama (202 a.C.) da Scipione
l’Africano.
● Terza guerra punica (149-146 a.C.): i Romani assediano Cartagine che dopo 3 anni viene
espugnata e distrutta.
A conclusione delle guerre puniche, Roma domina il Mediterreneo, entrando in possesso,
tra l’altro, della Sicilia, della Spagna, della Macedonia, della Grecia e dell’Asia Minore.

3. Le lotte interne della Repubblica Romana


1) Le lotte dei plebei contro i patrizi nel primo periodo della Repubblica
Cacciati i re, i patrizi si impadroniscono del governo della città. I plebei però non si
rassegnarono e lottarono per più di un secolo per conquistare gli stessi diritti dei patrizi.
Nell’anno 450 a.C. ottennero un primo importante successo: le leggi, che fino ade allora erano
state tramandate a voce, vennero incise su Dodici Tavole e i patrizi erano tenuti a rispettarle
quando giudicavano i plebei nei tribunali. Nel 449 a.C. i tribuni che difendevano solo gli
interessi dei plebei acquisirono il diritto di voto. Circa cento anni dopo, i plebei ottennero il
diritto di essere eletti consoli e di far parte del senato. E poi furono permessi matrimoni misti
fra patrizi e plebei.
2) I fratelli Gracchi
Le enormi ricchezze affluite a Roma dai vari territori conquistati avevano arricchito
soltanto i patrizi.
I soldati romani, in gran parte plebei, al ritorno dalla guerra trovavano invece i propri
campi in rovina ed erano costretti a venderli per pagare i debiti. Molti, poi, finivano per
diventare schiavi di qualche nobile patrizio oppure si trasferivano in città, dove il grano che lo
2

Stato distribuiva gratuitamente ai poveri permetteva almeno di sopravvivere. Due tribuni della
plebe, i fratelli Gracchi, tentarono di rimediare a queste ingiustizie. Prima Tiberio, nel 133
a.C. e dieci anni dopo Caio, chiesero che una parte delle terre appartenenti allo Stato e quelle
che i grandi proprietari lasciavano incolte fossero distribuite ai poveri. I patrizi però si
oppossero e li fecero uccidere.
3) La Guerra sociale
Il peso delle guerre d’espansione dei Romani ricadeva principalmente sugli alleati italici
che senza la cittadinanza romana non avevano il diritto di partecipare alle attività politiche. E
alla fine la loro scontentezza sfociò nella Guerra sociale(91-88 a.C.), così chiamata perché
“socius” in latino significa “alleato”. Gli alleati italici si ribellano a Roma, che dopo durissimi
scontri viene costretta a concedere loro la cittadinanza romana. Sono 600.000 i nuovi cittadini
romani.
4) La Guerra servile
Per la Guerra servile si intende la rivolta degli schiavi successa fra il 73 e il 71 a.C.
Guidati da Spartaco, 200.000 schiavi si rivoltano contro Roma. La ribellione che iniziò nella
scuola di Capua, in Campagna, dove gli schiavi erano addestrati come gladiatori, si concluse
tragicamente due anni dopo. Spartaco morì in battaglia, mentre il suo esercito veniva
sconfitto. Coloro che sopravvissero furono crocifissi: la fila delle 6.000 croci da Roma
giungeva fino a Capua.

III. Dalla Repubblica all’Impero


1. Violenti contrasti fra Roma e le province
Per le province si intendono i territori che Roma conquistò fuori d’Italia. Le province
amministrate dal senato per mezzo di proconsoli dovevano pagare tasse pesantissime. Lo
sfruttamento crudele suscitava loro rivolte. Per prevenirle o domarle, occorreva un forte
esercito, ma per pagare un forte esercito occorreva conquistare altre province e sfruttare
ancora più crudelmente quelle già conquistate. Si crea così una catena, che gettava Roma in
contrasti sempre più violenti con le province.

2. Generali, soldati di professione e guerre civili


Spinti dalla necessità, i generali incominciarono ad arruolare proletari pagando loro uno
stipendio e facendone soldati di professione. Ora i soldati erano disposti a seguire ovunque il
generale, spesso personaggio potentissimo anche in politica. Il risultato di tutto ciò era che le
divergenze politiche si decidevano con le armi: scoppiava così la guerra civile.

3. Il primo triumvirato e la dittatura di Cesare


Il primo triumvirato (60 a.C.) vede allearsi i tre più potenti personaggi di Roma:
Pompeo, Crasso, Cesare. Quest’ultimo compie una brillantissima carriera militare nelle Gallie
e in Britannia. Forte del suo esercito, sfida il senato (di cui Pompeo si dichiara difensore).
Nel 49 a.C. Cesare ritorna in Italia, minaccia Pompeo che fugge in Grecia dove viene
sconfitto e poi in Egitto dove è ucciso.
Cesare ritorna trionfatore a Roma (45 a.C.): si fa nominare dal senato dittatore a vita. Da
una parte attua efficaci riforme e dall’altra rafforza il suo potere in modo sfrenato. Nel 44 a.C.
è ucciso in una congiura.

4. Il secondo triumvirato, la fine della Repubblica e la nascita dell’Impero


Dopo la morte di Giulio Cesare, Roma fu nuovamente insanguianta da disordini e guerre
civili. Nel 43 a.C. Ottaviano, nipote e figlio adottivo di Cesare, con Antonio e Lepido, suoi
sostenitori, fonda un nuovo triumvirato, sconfigge gli uccisori di Cesare e ristabilisce la pace
a Roma.
Antonio assume l’amministrazione delle province d’Oriente, si lega a Cleopatra, regina
d’Egitto per opporsi ad Ottaviano. Quest’ultimo lo sconfigge ad Anzio nel 31 a.C..
Ottaviano fu proclamato imperatore, assume personalmente tutti i poteri. Egli fece una
serie di riforme:
● Riduzione del potere del senato.
● Esautorazione delle assemblee popolari.
3

● Rafforzamento dei confini.


● Riduzione del contingente dell’esercito (effficacemente organizzato).
● Allargamento del diritto di cittadinanza romana.
● Intensificazione dell’attività edilizia.
● Riforma dei costumi.
● Collaborazione con intelletuali.
Garantita una pace durevole a Roma, quindi ad Ottaviano venne conferito il titolo di
Augusto (degno di venerazione).
La pace romana che dura due secoli ottiene molti effetti, tra cui:
● Intensificazione dei commerci.
● Diffusione della cultura.
● Affermazione di Roma come capitale del mondo.

IV. La vita dei Romani e la cultura di Roma


1. La vita militare
Per i Romani il “lavoro” di uccidere i nemici della patria era considerato il più nobile,
tanto da essere riservato solo agli uomini liberi. Dai 18 ai 60 anni i cittadini romani dovevano
all’occorrenza trasformarsi in militari, provvedendo a proprie spese a procurarsi le armature
necessarie. Solo all’ultimo periodo della Repubblica, l’esercito era composto da gente che
faceva il soldato per mestiere.
1) La legione romana
I Romani fecero scarso uso della cavalleria, si servirono però in maniera sempre più
perfertta della fanteria. Ogni legione comprendeva circa 6.000 uomini ripartiti in coorti di 600
uomini. Ogni coorte comrprendeva 3 manipoli di 200 uomini. Ongi manipolo era formato da
due centurie.
2) Macchine da guerra
Per conquistare le città, i Romani perfezionarono alcune macchine d’assedio inventate
dai Greci e nello stesso tempo ne inventarono altre, per esempio: ariete che serviva a
percuotere violentemente le mura fino ad aprire una breccia; torri di legno montate su ruote e
ricoperte di pelli fresche di animali per difenderle dal fuoco, che servivano a scalare la mura;
catapulte che lanciavano giavellotti; le balestre che potevano scagliare massi di 50 chili fino a
300 metri.
3) Cambiamento della tattica secondo la situazione
Di solito i Romani sono disposti a scacchiera sul campo di battaglia, ma sapevano cambiare
il loto schieramento secondo la situazione. La battaglia a Zama era un eccellente esempio.
Tratte lezioni dalla grave sconfitta nella battaglia di Canne, cambiando la tattica e
modificando lo schieramento, i Romani comandati da Scipione l’Africano seppero annietare i
cartaginesi.

2. La famiglia e la casa
La famiglia romana comprendeva il padre, la madre, i figli con le loro famiglie e gli
schiavi. Il capo assoluto di questa comunità era il padre, che aveva diritto di vita e di morte su
tutti i membri della famiglia.
Le ricche famiglie patrizie vivevano in lussuose abitazioni a uno o due piani, chiamate
domus, fornite d’acqua corrente, servizi igienici, fontane, perfino un giardino interno
circondato da un colonnato. Molti patrizi possedevano anche una villa al mare oppure n
campagna.
Le famiglie plebee vivevano in miniappartamento di una o due stanze, privi di servizi
igienici e di acqua, ricavati all’interno delle insulae, grandi edifici di tre o quattro piani dei
quartieri popolari.

3. L’istruzione nobiliare
Nei tempi più antichi l’istruzione era impartita ai figli dal padre, e si limitava alle nozioni
fondamentali del leggere e dello scrivere. In epoca successiva l’insegnamento venne
suddiviso in tre fasi: quello elementare affidato a un maestro; quello più avanzato svolto da un
4

grammatico; infine quello che potremmo paragonare ai nostri studi universitari, tenuto da un
retore, che insegnava l’arte di parlare e di scrivere in modo efficace e persuasivo.
Non esistevano le scuole pubbliche: i più ricchi mantenevano in casa propria il maestro e
il grammatico; chi non poteva permettersi tanto lusso, si associava con altri studenti per
dividere le spese degli insegnanti. Infine chi voleva diventare avvocato o intraprendere la
carriera politica, proseguiva gli studi con un retore.

4. La vita quotidiana dei Romani


I Romani si svegliavano molto presto. Gli uomini uscivano per dedicarsi alla propria
attività, che quasi sempre li portava al foro. Nel foro s’incontravano genti di ogni tipo:
magistrati, mercanti, schiavi, stranieri, sfaccendati. Le donne al mattino restavano in casa,
mentre i ragazzi andavano a scuola. Il pomeriggio era la parte più lieta della giornata,
dedicato al passeggio, agli spettacoli, alle terme, ecc. Quando giungeva la sera, aveva luogo il
pasto principale.
Già all’epoca della Repubblica si diffuse tra i patrizi l’abitudine ai banchetti lussuosi.
Una cena grandiosa soddisfaceva non soltanto la gola dei Romani, ma anche la volontà di
esibire le proprie ricchezze. Durante il banchetto gli invitati mangiavano semisdraiati, ornati
con ghirlande di fiori, conversavano, cantavano, giocavano d’azzardo, assistevano alle
esibibizioni di ballerini, buffoni, mimi. Le portate erano tanto numerose e abbondanti che i
Romani, pur di continuare a mangiare, usavano provacarsi il vomito per creare un nuovo
spazio nello stomaco.
A Roma dei 365 giorni, circa 190 erano festivi: se è vero che non esisteva la domenica, è
altrettanto vero che un giorno su due era vacanza.

5. Schiavi
In origine essi erano o prigionieri di guerra, o figli di schiavi, o neonati rifiutati, o
bambini rapiti dai pirati o dai briganti. Diveniva schiavo anche chi era condannato dal
tribunale alla perdita della libertà personale, o chi, non avendo pagato un debito, diventava
proprietà del suo creditore. La maggior parte degli schiavi lavorava nei campi o nelle miniere.
Quelli che vivevano in città, erano al servizio delle famiglie ricche come insegnanti, cuochi,
sguatteri, camerieri, giardinieri, portatori di lettighe, coppieri nei banchetti; oppure facevano i
ballerini, i mimi, i musicisti.
Gli schiavi potevano essere messi in vendita. Se uno schiavo si macchiava di qualche
colpa, era sottoposto a pene crudeli come la fustigazione, la mutilazione, la rottura degli
stinchi, oppure veniva steso su una ruota fatta poi girava velocemente o bruciato con lame di
metallo incandescente passate sulla carne. Nei casi giudicati più gravi, essendo condannati a
morte, gli schiavi venivano crocifissi, o dati in pasto alle belve, o bruciati vivi.

6. La religione
Come i Greci, i Romani erano politeisti e veneravano un folto gruppo di divinità
antropomorfiche. Ma la religione greca era piuttosto fantastica e poetica, invece quella
romana era più pratica e ragionevole, che ricercava piuttosoto l’utilità.
● I Romani adoravano piuttosto le divinità che potevano proteggere la loro vita privata e
pubblica.
● Per ogni azione importante, i Romani facevano la divinazione. Per esempio, senza il
permesso delle divinità, i Romani non scatenavano mai una guerra o una battaglia. Ma
l’interpretazione della volontà delle divinità dipendeva da chi faceva la divinazione.
Dunque se il risultato non corrispondeva alla volontà dei Romani, essi preferivano
ripeterla, fino all’ottenere il risultato che volevano.
● I Romani ereditarono varie divinità greche modificandone il nome, per esempio: Zeus-
Giove, Hera-Giunone, Poseidone-Nettuno, Hades-Plutone, Demetra-Cerere, Afrodite-
Venere, Febo-Apollo, Artemide-Diana, Atena-Minerva, Ares-Marte, Efesto-Vulcano,
Hermes-Mercurio, Dioniso-Bacco.

7. La filosofia
La filosofia romana nacque nell’ultimo periodo della Repubblica, fortemente influenzata
5

da quella greca. Soprattutto l’epicureismo e lo stoicismo erano molto diffusi a Roma.


Lucrezio era uno dei più famosi filosofi romani dell’epoca repubblicana, seguace della
filosofia d’Epicureo, compose un poema filosofico, in sei canti, intitolato: Della natura delle
cose, in cui combatté le credenze e le superstizioni religiose del suo tempo, cercando di
riportare l’umanità alla felicità, raggiungibile solo con frenare le passioni, con l’essere
contenti del poco e con il preservare dal male il corpo e la mente.
Cicerone era uno dei più importanti scrittori romani, un altro famoso filosofo dell’ultimo
periodo della Repubblica, che sosteneva piuttosto la filosofia stoica.
Seneca era il più importante filosofo stoico del primo periodo dell’Impero romano, era
precettore dell’imperatore Nerone, da cui ebbe la morte. Di lui si conservano molte opere
filosofiche e morali. Egli riteneva che la filosofia avesse l’obiettivo di guidare la gente nei
comportamenti e che per raggiungere la felicità si dovesse migliorare la morale e
l’intelligenza, riducendo le passioni, disprezzando la ricchezza, mantenendo la serenirà e
seguendo le leggi della natura.

8. La letteratura e la storiografia
La storia della letteratura romana è stata divisa in 5 periodi:
Il primo periodo va dalle origini di Roma fino alla conquista dell’Italia e all’inizio delle
guerre esterne, cioè fino al 264 a.C. E’ il tempo dell’infanzia della letteratura latina.
Il secondo periodo corrisponde al tempo delle guerre esterne, fino alle guerre civili, cioè
dal 264 al 133 a.C. E’ il periodo dell’adolescenza della letteratutra latina.
Il terzo è il periodo aureo della letteratura latina, comincia con i fratelli Gracchi e finisce
con la morte d’Augusto, va cioè dal 133 a.C. al 14 d.C. In questo periodo, risplendettero
moltissimi oratori come i Gracchi, Marc’Antonio, Crasso, Pompeo, Cesare, Catone, Cicerone
che era il sommo degli oratori; poeti come Lucrezio, Virgilio, Orazio, Ovidio; storici come
Tito Livio. Grazie alla politica per la protezione culturale d’Augusto, la letteratura latina
ragguinge il massimo splendore all’inizio dell’Impero romano.
Il quarto periodo va dal 14 al 138 d.C. Con lo spegnersi della libertà venne meno ai poeti
l’ispirazione, agli storici la sincerità, agli oratori la vera eloquenza; nello stesso tempo anche
la lingua perdette la semplicità e l’eleganza, acquistando invece affettazione ed ampollosità
retorica. Tuttavia esistevano ancora eccellenti scrittori come il filosofo Seneca, lo storico
Tacito, il poeta Quintiliano, ecc.
Il quinto periodo va dal 138 al 476 d.C. abbracciando gli ultimi tre secoli e mezzo
dell’Impero, non si trovano se non pochi scrittori degni d’essere ricordati.

9. La giurisprudenza
Il sistema giudiziario romano garantivano l’ordine e la relativa stabilità sociale a Roma,
quindi le grarantiva anche di essere prospera e potente.
Le Dodici Tavole segnarono la nascita del sistema giudiziario romano. E nel corso dei
vari secoli, il senato, i magistrati e gli imperatori promulgarono innumerevoli disposizioni,
ordini, editti e i giuristi fecero tantissime spiegazioni teoriche sulle leggi o sui decreti
pubblicati, sicché il sistema giudiziario romano fu sempre più arricchito e più completo. La
raccolta delle leggi romane, detta Corpus iuris civili di Giustiniano, realizzata nel sesto
secolo, costituisce sicuramente uno dei più importanti patrimoni culturali lasciati dai Romani.

10. L’architettura
I Romani impararono molte tecniche costruttive dai Greci. Se non superarono i loro
maestri nella creazione d’opere belle, sicuramente li superarono di gran lunga nella
costruzione di opere utili.
● I Romani appresero dagli Etruschi la tecnica della costruzione di archi e la
perfezionarono applicandola su larghissima scala a edifici, ponti, acquedotti.
● Un’importante scoperta consenti ai Romani di costruire archi sempre più ampi, e muri
sempre più robusti: calcestruzzo. In luogo dei fragili tetti in legno dei templi greci, i
Romani erano in grado di costruire enormi volte a cupola, grazie al calcestruzzo.
Le costruzioni più importanti dei Romani erano anfiteatri come il Colosseo a Roma,
terme, teatri, archi di trionfo, colonne di trionfo, templi, acquedotti, sistema d’acqua
6

corrente, fognature, strade, caserme, ecc.

Domande
I. Rispondete oralmente alle domande seguenti:
1. Come fu fondata la città di Roma secondo la storia?
2. Come fu fondata la città di Roma secondo la leggenda?
3. Che significa la monarchia? E come si organizzava la monarchia di Roma?
4. Che significa la repubblica? E politicamente come si organizzava la Repubblica romana?
5. Che cosa sono le Dodici Tavole? E che importanza avevano?
6. Chi sono i tribuni della plebe? E che poteri avevano?
7. Contro chi i Romani fecero le guerre puniche? E che importanza avevano queste guerre?
8. Quali erano le conseguenze delle guerre di conquista per i Romani?
9. Chi erano i fratelli Graccchi? E che cosa fecero?
10. Perché tramontò la repubblica a Roma?
11. Chi era Giulio Cesare? E cosa fece?
12. Chi era il primo imperatore romano? E che cosa fece?
13. Come era la famiglia e la casa dei Romani?
14. Come era la vita quotidiana dei Romani?
15. Che tipo di religione avevano i Romani?

II. Rispondete per scritto alle domande seguenti:


1. Che cosa ereditarono i Romani dai Greci?
2. Che differenze esistono fra la cultura romana e la cultura greca?
3. Che ispirazioni hai tratto dall’ordinamento politico della Repubblica romana?

Potrebbero piacerti anche