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Etica e scienza: un dibattito aperto

Sabrina Angelucci

Il confine che esiste tra l’etica e la scienza è molto sottile : per questo il rapporto che le vede
spesso scontrarsi è sempre stato dibattuto. Con il progredire delle ricerche e delle scoperte
scientifiche, delle risorse, della società e della cultura, nel XX e nel XXI secolo si è giunti ad uno
sviluppo mai visto prima. Questo sviluppo ha costretto l’uomo a porsi davanti a scelte difficili e, in
certi casi, dannose per il destino della specie umana. Per questo motivo è importante la comparsa
attuata dall’etica nella scienza, all’inizio degli anni 70’ del 900, che aveva e ha tuttora l’intento di
promuovere una riflessione etica negli scienziati pur tenendo testa allo sviluppo scientifico e
tecnologico.
L’etica è una disciplina filosofica che si occupa delle implicazioni morali riguardanti le applicazioni
scientifiche: sono gli scienziati ad avere, o non avere, comportamenti etici.
È importante sottolineare come i loro comportamenti e le loro scelte non si basino solamente su
idee e principi personali, ma da un lato siano influenzati dalle esigenze socio-economiche e
culturali dell’epoca, e dall'altro dall’impatto della scienza e delle sue applicazioni tecnologiche,
sulla società.
Grazie a determinate scelte soppesate da un tipo di etica che possiamo ritenere positiva, la
scienza è stata in grado di creare dei mezzi utili.
Infatti durante la Prima guerra mondiale i principi della fisica vennero impiegati anche in modo
positivo: è il caso dell’italiano Guglielmo Marconi.
Nonostante le innovazioni in campo scientifico siano state moltissime all’epoca, per esempio nel
campo dell’aviazione o dei sommergibili, a Guglielmo Marconi si deve lo sviluppo di un’efficace
sistema di telecomunicazione a distanza via onde radio, ovvero il radiotelegrafo, la cui evoluzione
portò allo sviluppo della radio e della televisione e di fatto di tutti i moderni sistemi e metodi di
radiocomunicazione.

Grazie alla conoscenza della teoria elettromagnetica di Maxwell, sviluppatasi tra gli anni Sessanta
e Ottanta dell’Ottocento e poi portata a compimento da Heinrich Hertz con una serie di esperimenti
che provavano che l’elettricità e il magnetismo si propagano come onde, Marconi ha individuato la
possibilità di utilizzare le onde radio per la comunicazione senza fili.
Maxwell scrisse la teoria per la descrizione del fenomeno delle onde elettromagnetiche nel suo
“Trattato di elettricità e magnetismo” nel 1873. Le sue equazioni prevedono l’esistenza nello spazio
di configurazioni di campi elettrici e magnetici fra loro collegati, le onde elettromagnetiche, che si
propagano alla velocità della luce. In questo modo giustifica la simmetria tra campo elettrico e
campo magnetico.
Nel 1884 confrontando l’elettrodinamica basata sull’idea di “forze di campo” di tipo newtoniano con
la concezione di “campo” di Faraday e Maxwell, Hertz le ritiene entrambe ammissibili e procede
fornendo alla teoria del campo magnetico il supporto sperimentale che mancava, rilevando le onde
elettromagnetiche.

La scoperta della trasmissione senza fili valse a Guglielmo Marconi il Nobel per la Fisica nel 1909,
e nel 1911 gli permise, durante la sua partecipazione alla guerra in Libia, di organizzare un servizio
di radiotelegrafia con l’Italia.
Nel 1915 la trasmissione radiofonica era già una realtà capace di varcare i confini oceanici, furono
quindi addestrati molti addetti, impegnati a mantenere collegamenti tra il fronte e le retrovie per
sfruttare i nuovi apparecchi per scopi bellici, e nacquero nuove figure professionali capaci di
decifrare codici e codificazioni, così come i sistemi di spionaggio. Uno dei grandi limiti
dell’invenzione di Marconi risiedeva nel fatto che si potevano inserire solamente impulsi adatti per
il codice Morse e non messaggi vocali o suoni come li conosciamo oggi. A un apparecchio
trasmettitore a spinterometro era affiancata una ricevente, costituita da nastri magnetici adatti alla
ricezione del Morse. Malgrado alcune innovazioni, la radio continuò ad avere evidenti problemi di
dimensioni, di interferenza elettrica e di ricezione.
La radio, anche se possedeva ancora dei limiti, venne vista comunque come un potente mezzo di
comunicazione, e durante la guerra fu motore di economia e ricerca.

Se da un lato una scoperta come quella di Marconi ha portato a esiti che possiamo connotare
come positivi, dall’altro sempre in quest’epoca hanno avuto luogo altre innovazioni e creazioni, che
hanno avuto un altro tipo di risvolto nel loro utilizzo. È il caso per esempio della sedia elettrica.

La sedia elettrica è uno strumento utilizzato in vari stati per uccidere i condannati a morte.
Inventata da Thomas Edison, fu introdotta negli Stati Uniti nel 1888. Negli stessi Stati Uniti,
principali utilizzatori di questo strumento di morte, è stata progressivamente sostituita dall'iniezione
letale. Al di là di quello che si crede, la sedia è generalmente costruita in materiale non conduttore,
preferibilmente legno, quindi non è la struttura della sedia chiamata appunto "elettrica" a condurvi
l’elettricità.
Infatti i conduttori ideali sono equipotenziali, ovvero tutti i punti sulla loro superficie o al loro interno
si trovano allo stesso potenziale. All’interno dei conduttori una carica è libera di muoversi, invece in
materiali come il legno, isolanti, gli elettroni sono fortemente legati ai nuclei degli atomi.
La corrente passa direttamente all’interno del condannato. Generalmente è formata da più
scariche elettriche di corrente alternata (AC), che è un flusso di corrente con tensione e intensità
variabili. Il primo alternatore a produrre corrente alternata fu un generatore elettrico basato sui
principi di Michael Faraday.
Tale tipologia di condanna nel corso della storia è stata a sua volta messa sotto accusa da
angosciose dichiarazioni di esperti che hanno portato alla sua abolizione in numerosi stati. Questo
dimostra perfettamente come una scoperta scientifica non sempre necessariamente può essere
considerata eticamente corretta.

Secondo i precetti della dottrina stoica, nella quale l’etica e la fisica svolgevano un ruolo
importante, l’etica è necessariamente conseguenziale alla fisica perchè è bene adattarsi ed entrare
in armonia con un ordine, che per gli stoici era inteso come un ordine divino. Era un male invece
andargli contro.

Andy Warhol, Sedia elettrica, 1963

Sitografia:
https://www.treccani.it/enciclopedia/scienza-e-societa_%28Enciclopedia-delle-scienze-sociali%29/
https://www.focus.it/cultura/storia/il-contributo-degli-scienziati-alla-prima-guerra-mondiale
https://it.wikipedia.org/wiki/Sedia_elettrica

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