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L’epistemologia (letteralmente “discorso sulla scienza”) si occupa proprio
dei problemi del sapere scientifico sia nel suo procedere logico sia nei
metodi di verifica. Problemi dell’epistemologia:
a) chiarire e precisare le nozioni del discorso scientifico
b) classificare le diverse discipline scientifiche e individuarne i
fondamenti
c) comprendere i rapporti fra teoria ed esperienza
d) studiare il processo di sviluppo della conoscenza scientifica
e) analizzare i rapporti tra scienza, cultura e organizzazione
economico-sociale
Questa fase porta a una serie di scelte che portano a delineare il disegno
della ricerca nel suo complesso. Durante questa tappa vanno prese anche
le decisioni sui soggetti da sottoporre alle prove e si devono analizzare i
problemi etici legati all’attuazione dell’esperimento.
sistema empirico.
SI:
SI:
FASE DELL’INTERPRETAZIONE
In questa fase il ricercatore deve verificare due cose:
a) se i risultati danno una risposta all’ipotesi di ricerca
b) se tale risposta contribuisce ad approfondire la conoscenza del
problema.
ETICA E RICERCA
La riflessione sui principi etici della ricerca su soggetti umani può essere
distinta in quattro fasi:
1) presa di coscienza dei problemi
2) elaborazione di un codice etico
3) diffusione e stabilizzazione in diverse nazioni e presa di
consapevolezza di problemi etici sulla spinta di diffusione di
malattie gravi
4) fase in cui si sente l’esigenza di integrare i diversi codici a livello
internazionale e di prendere posizione su questioni rilevanti
Nel 1953 si giunse alla pubblicazione del primo codice etico degli
psicologi americani per opera della American Psychological Association.
Il codice ebbe poi numerose revisioni (l’ultima nel 2010).
Per ciò che riguarda la situazione italiana, l’Ordine professionale degli
psicologi ha emanato nel 1998 il Codice deontologico degli psicologi
italiani, e l’Associazione italiana di psicologia (AIP) in questi stessi anni
promulgava il Codice etico della ricerca e dell’insegnamento in
psicologia, di cui l’ultima versione è del 2015.
1. informazione e consenso
2. uso dell’inganno nella ricerca
3. restituzione dei risultati
4. riservatezza e anonimato
5. rischi e gestione dei rischi
6. protezione dei partecipanti alla ricerca
7. ricerca con animali
8. diffusione della ricerca scientifica
9. ricerca, insegnamento e valutazione
10.comitato etico locale.
CONCETTI E SCOPI
La ricerca d’archivio si basa essenzialmente sull’analisi dei dati
d’archivio. Questi sono costituiti da osservazioni, misure o rilievi di vario
genere, raccolti da persone diverse dal ricercatore, spesso in istituzioni
che hanno uno scopo diverso da quello della ricerca. La ricerca d’archivio
vine anche detta “ricerca o analisi secondaria” in contrasto con la ricerca
primaria con cui il ricercatore raccoglie i dati in prima persona. In molti
casi, la ricerca primaria e secondaria vengono utilizzate in modo
complementare.
La ricerca d’archivio viene utilizzata soprattutto per due scopi:
1) descrivere un particolare fenomeno
2) delineare la relazione tra variabili
Vantaggi:
1) la ricerca d’archivio costituisce l’unico mezzo per verificare le
ipotesi di determinati fenomeni, come quelli accaduti in passato;
2) a differenza degli altri metodi, la ricerca d’archivio si qualifica
come una metodologia povera: spesso non ha bisogno di molte
risorse, di apparecchiature costose, di laboratori sofisticati.
OSSERVAZIONE NATURALISTICA
L’osservazione naturalistica, o etologica, fa parte del capitolo più ampio
dell’osservazione diretta del comportamento; è una tecnica che permetto
allo studioso di raccogliere dati sul comportamento dei soggetti senza
interferire sul loro modo di comportarsi. Le caratteristiche rilevanti di
questo metodo sono soprattutto due:
1) non intrusività: comporta che l’osservatore non manipoli le
variabili che interessano e rimanga completamente in disparte a
osservare ciò che accade;
2) mancanza di artificiosità: comporta che i soggetti vengano
osservati nel loro ambiente naturale, in quanto quello artificiale
avrebbe scarsa validità esterna.
Un’altra caratteristica fondamentale di tale tecnica è la “sistematicità”. Il
ricercatore, cioè, da un’ampia quantità di interazioni comportamentali,
sceglie solo determinati aspetti, quelli che suppone siano più strettamente
legati all’ipotesi da verificare.
L’osservazione naturalistica ha anche diversi limiti: in generale, il
controllo sui dati è modesto perché le variabili osservate non sono
manipolate e le sequenze comportamentali nn vengono isolate e
analizzate nel loro reciproco rapporto.
LE RICERCHE CORRELAZIONALI
Nella sua forma più semplice, la ricerca correlazionale è volta a
determinare il grado di relazione tra due variabili, in genere, non
manipolate né controllate.
Se tra due variabili si riscontra un’alta correlazione, non solo si descrive
la loro relazione, ma è possibile predire il valore di una di esse quando si
conosce il valore dell’altra.
Il “problema della terza variabile” riguarda il fatto che, alle volte, la
correlazione riscontrata tra due variabili non dipende esclusivamente
Vantaggi:
- avere a disposizione un campione rappresentativo della
popolazione;
- quantificare e analizzare statisticamente i dati raccolti in un
intervallo di tempo breve.
Svantaggi:
- difficoltà e costi della tecnica
- eventuale superficialità
- mancanza di accuratezza e onestà nelle risposte
- difficoltà nell’ottenere rilevazioni attendibili
LA METANALISI
In psicologia, raramente un singolo studio offre una risposta esauriente e
completa a un problema di ricerca. Questa situazione è dovuta sia al fatto
che il comportamento umano è troppo complesso per essere spiegato da
una ricerca singola, sia agli esperimenti stessi, che possono essere
disomogenei relativamente all’ambiente di ricerca, al campione e alle
procedure utilizzate. Allora, per ottenere una risposta sufficientemente
esaustiva, si devono condurre numerose ricerche.
L’approccio tradizionale per compiere questo lavoro è la “rassegna della
letteratura di ricerca”. Essa implica la raccolta delle ricerche condotte su
un dato argomento, la loro categorizzazione e quindi il tentativo di trarre
conclusioni di carattere generale sulla base della proporzione di ricerche
che convergono su un determinato risultato.
Difetti della rassegna:
a) i criteri di selezione degli studi spesso non vengono esplicitati;
b) non vengono esplicitate le procedure per catalogare le
caratteristiche degli studi e per valutare la qualità del metodo di
ogni studio;
c) quando i risultati differiscono, è difficile capire se questo è dovuto
alle differenze nei metodi;
d) si basano sui test di significatività piuttosto che su quelli di
dimensione dell’effetto.
UN BILANCIO
Metodi, disegni sperimentali e non sperimentali, possono essere ordinati
sulla base delle limitazioni che impongono al ricercatore (vincoli) e
dell’affidabilità dei risultati ottenuti. Questi vincoli tecnicamente vengono
chiamati (livelli di costrizione). Si tratta di condizionamenti strettamente
legati alle caratteristiche della ricerca, tra cui:
a) la natura del problema da indagare;
b) la quantità e il tipo di informazioni disponibili su di esso.
Sulla base di questi due elementi, le scelte del ricercatore potranno essere
o piuttosto aperte, con le ipotesi e le procedure di ricerca flessibili e
relativamente poco definite, oppure molto particolareggiate, che non
lasciano spazio ad alcuna flessibilità. Se sono usati in modo appropriato,
tutti i livelli di costrizione sono scientificamente validi.
I livelli di costrizione più comunemente usati nella ricerca psicologica
sono:
1. osservazione naturalistica: il suo livello di costrizione richiede
che il ricercatore osservi il comportamento dei soggetti nel loro
ambiente naturale. Vieta ogni tentativo di modificare l’ambiente o
di condizionare il comportamento dei soggetti; non comporta
ipotesi particolarmente costrittive e quindi i ricercatori sono liberi
di rivolgere la loro attenzione a ogni comportamento che sembri
loro interessante ai fini della ricerca
2. studio dei casi singoli: comporta una costrizione maggiore: il
ricercatore deve in qualche misura intervenire sul comportamento
del soggetto. Nonostante ciò, il metodo consente grande
flessibilità, perché il ricercatore può dirigere l’attenzione verso il
tipo di comportamento che gli sembra più rilevante.
3. Inchiesta e inchiesta online: comporta la scelta di un numero
sufficientemente grande di soggetti in poco tempo e una
somministrazione di domande strutturate, così che si devono
predisporre categorie di domande e di risposte predefinite. In questi
casi, bisogna quantificare ciò che si misura, spesso con statistiche
descrittive.
DISEGNI PRE-SPERIMENTALI
Utilizzati per compiti esplorativi. Questi disegni non forniscono alcuna
garanzia di validità, nel senso che non controllano spiegazioni alternative
dei risultati. Nonostante ciò, costituiscono la base su cui si può costruire,
aggiungendo controlli, dei veri esperimenti o dei quasi esperimenti.
Disegni con un solo gruppo e una sola prova: piano in cui viene
eseguito il trattamento e il post-test a un solo gruppo di soggetti. Dal
punto di vista del controllo, questo piano di ricerca ha i seguenti limiti: a)
totale carenza di validità interna; b) assenza di qualsiasi punto di
paragone fisso.
Sebbene non possa costituire una base per trarre conclusioni scientifiche,
è utile come fonte di suggerimenti.
Disegni con un solo gruppo e due prove: del tutto simile al precedente,
ma contiene in più la prova preliminare. Questo disegno può apparire
valido perché si basa su una logica di confronto prima-dopo. In realtà,
anche questo disegno presenta numerosi inconvenienti: da un lato, non
assicura che il trattamento sia il solo o anche il maggiore fattore della
differenza dei risultati tra le due misurazioni, e dall’altro, non controlla le
minacce alla validità interna dovute: a) alla storia; b) alla maturazione
tra la prima e la seconda prova; c) all’effetto delle prove; d) agli effetti
Il disegno entro i soggetti comporta anche dei limiti, ossia gli effetti
dell’ordine e della sequenza.
IL CONTROBILANCIAMENTO
Il controllo degli effetti dell’ordine e della sequenza viene detto
“controbilanciamento delle prove”. Ne esistono due strategie principali:
Controbilanciamento tra i soggetti: si basa sulla costituzione di un
determinato numero di gruppi, con ugual numero di partecipanti, tanti
quanti sono le cominazioni delle prove in sequenza: a ogni gruppo viene
somministrata una combinazione unica di queste prove. Se si
somministrano tutte le combinazioni di prove possibili si tratta di
“controbilanciamento completo”, se vengono selezionate solo
combinazioni particolari di prove esso si dice “incompleto”.
Il controbilanciamento incompleto è detto anche “quadrato latino” e deve
attenersi a due criteri:
a) ogni prova deve apparire un uguale numero di volte in ogni
posizione;
b) ogni prova deve precedere sempre un tipo di prova e seguire
sempre un altro tipo di prova un uguale numero di volte.
CARATTERISTICHE E STRUTTURAZIONE
VALIDITA’ INTERNA
Si ha validità interna quando la relazione tra due variabili è di “tipo
causale”; cioè quando si può provare che le modifiche della variabile
indipendente causano quelle della variabile dipendente (direzione) e non
dipendono da altre variabili (esclusione di fattori di confusione). Una
verifica sperimentale di questa relazione si svolge nel modo seguente: si
realizza X in una situazione severamente controllata; si osserva se Y
subisce delle modificazioni oppure no. Di solito si definisce l’intervento
su X “manipolazione della variabile indipendente” e l’esito di Y
“variazione della variabile dipendente”.
VALIDITA’ ESTERNA
La validità esterna consiste nel poter generalizzare le conclusioni di una
ricerca a individui e contesti differenti da quelli che il ricercatore ha
considerato. Ne esistono di tre tipi:
- validità di popolazione: capacità di generalizzare i dati dal
campione alla popolazione;
- validità temporale: è comune l’assunzione che i risultati di una
ricerca rimangano stabili nel tempo. Su questa assunzione, però,
sono sorti molti dubbi che non hanno avuto riposte confortanti.
- Validità ecologica
VALIDITA’ DI COSTRUTTO
In psicologia, il termino costrutto è un concetto astratto e indica un
complesso organizzato della vita psichica non osservabile direttamente. I
costrutti non sono osservabili ma vengono inferiti dal comportamento.
Esempi di costrutti psicologici sono l’intelligenza, l’affiliazione,
l’obbedienza, gli atteggiamenti, le opinioni, le emozioni.
L’ operazionismo specifica le operazioni che legano l’astratto, livello di
costrutto, all’empirico, livello misurabile.
“MANIPULATION CHECK”
Quando si tratta di valutare la validità di costrutto i ricercatori possono
ricorrere ad alcune modalità di verifica della manipolazione effettuata.
Queste tecniche sono generalmente chiamate “manipulation check”.
- tramite interviste: consiste nel condurre delle interviste ai soggetti
dopo averli sottoposti all’azione della variabile indipendente con lo
scopo di stabilire se il costrutto può considerarsi ben manipolato.
- Tramite indicatori comportamentali: stabilire degli indicatori
comportamentali atti a rilevare l’effetto delle operazioni
strumentali.
“EFFETTO HAWTHORNE”
La ricerca: è stata una famosa ricerca a scoprire l’influenza della
consapevolezza di essere osservati sul comportamento dei soggetti
(effetto Hawthorne). Il nome deriva da quello della cittadina dell’Illinois,
nelle vicinanze di Chicago, in cui, tra il 1924 e il 1945, Mayo e i suoi
collaboratori eseguirono una serie di esperimenti di psicologia industriale.
Lo scopo degli esperimenti era studiare l’influenza delle varie
manipolazioni dell’ambiente, come luminosità, orari di lavoro ecc. sulla
produttività. Sei ragazze furono trasferite dal consueto ambiente di lavoro
a una stanza particolare, dove i ricercatori avevano maggiore possibilità
di controllare le condizioni ambientali.
VALIDITA’ STATISTICA
Il concetto di validità statistica ha per scopo verificare se il rapporto tra le
variabili sperimentali è di tipo causale o casuale.
La variabilità introdotta dal caso viene controllata mediante la validità
statistica, la quale può avere luogo solo dopo che i dati sono stati
raccolti, e quindi non consente di anticipare alcun rimedio immediato, ma
può indicare se esiste la necessità di modificare le condizioni sperimentali
e di controllo in successivi esperimenti.
VALIDITA’ ECOLOGICA
All’incirca dagli anni ’50 in poi, in psicologia emerse l’esigenza di
considerare la validità ecologica degli esperimenti, cioè la
generalizzabilità dei risultati anche a contesti della vita quotidiana. La
validità ecologica è la dimostrazione che le condizioni in cui è stata
verificata una relazione sono le condizioni tipiche in cui si trova
normalmente la popolazione.
CONCETTO DI VALIDITA’ ECOLOGICA
Il termine fu coniato da Brunswick; egli si era convinto che l’artificialità
degli esperimenti condotti in laboratorio producesse dati poco
rappresentativi della vita reale. In situazioni di laboratorio l’attività
percettiva perde le proprie peculiarità, per cui bisogna studiarla nei
contesti di vita normale.
Ma fin dall’inizio, questa posizione fu criticata da Lewin, che ne propose
una diversa basata su due elementi:
a) che il comportamento nel momento t è una funzione della
situazione di quel momento t soltanto in quel preciso istante;
b) che la situazione che interessa lo studioso non è quella reale
concreta, ma quella psicologicamente vissuta.
Pertanto, per ottenere la validità ecologica, occorre tener conto della
percezione soggettiva del soggetto sperimentale sia verso il compito che
verso l’ambiente.
Bronfennbrenner, riprendendo il pensiero di Lewin, scrive che per
validità ecologica si intende il grado in cui l’ambiente del quale i soggetti
hanno esperienza in una determinata indagine scientifica ha proprio le
caratteristiche che il ricercatore suppone o assume. Tale definizione si
basa sull’importanza dell’ambiente psicologico così come è vissuto dal
soggetto che ne ha esperienza.
IL CONTROLLO SPERIMENTALE
Il controllo sperimentale consente di affermare che i cambiamenti della
variabile dipendente sono prodotti dalla manipolazione della variabile
indipendente e non dall’influenza di altre variabili estranee.
Le strategie di controllo sperimentale più comunemente usate sono:
- strategie generali di controllo (controllo nel laboratorio, nella
preparazione della situazione della ricerca…)
- strategie di controllo sugli effetti dei soggetti e dello
sperimentatore (singolo e doppio cieco, uso di più osservtori e
valutatori, inganno…)
- strategie di controllo mediante la selezione e l’assegnazione dei
soggetti (metodi di campionamento, uso di soggetti particolari…)
- strategie di controllo degli effetti dell’ordine e della sequenza
(controbilanciamento entro i soggetti e tra i soggetti).
ALTERNATIVE ALL’INGANNO
Gli inconvenienti legati all’inganno hanno indotto gli studiosi a cercare
delle tecniche alternative:
- drammatizzazione: comporta la costruzione di una situazione
fittizia, durante la quale il soggetto deve comportarsi “come se”
tale situazione fosse reale.
- Preavviso: comporta di mettere al corrente i soggetti della
situazione sperimentale a cui sono sottoposti. Le informazioni
raccolte sull’efficacia di questo metodo sembrano indicare che la
differenza di comportamento tra soggetti preavvisati e soggetti
ignari non possa essere eliminata.
popolazioni vengono definite sulla base di una o più variabili dei soggetti
che si suppone influiscano sui risultati dell’esperimento.