Pellico”
cAnno scolastico 2021-2022
RELAZIONE DI FISICA
Data: 10-01-2022
Operatore: Emanuele Contessini
Classe: 3°E
ESPERIENZA N°: 1
Materiale utilizzato:
- Strumenti:
1) tubo di acciaio con diametro esterno di 148 mm, spessore di 4 mm e lunghezza di 66 mm:
utilizzato per simulare il rotolamento di un cilindro su un piano inclinato;
2) smartphone: inserito all’interno del tubo e utilizzato per l’acquisizione dei dati sperimentali
attraverso il software “Physics Toolbox Suite”;
3) asse da stiro di lunghezza 1,2 metri: utilizzata come piano inclinato su cui rotolerà il cilindro;
Obiettivo dell’esperienza:
La prova verrà eseguita creando una superficie inclinata, il cui angolo verrà misurato attraverso la
funzione “inclinometro” di “Physics Toolbox Suite”. Il cilindro e il cellulare dovranno essere pesati
grazie a una bilancia. Successivamente si dovrà porre l’oggetto cilindrico all’estremità più alta del
piano inclinato e si misurerà l’altezza da terra. In seguito si farà rotolare il corpo con il telefono al
suo interno. Durante la discesa il cellulare, attraverso la funzione “giroscopio”, registrerà le varie
velocità angolari ai molteplici istanti di tempo. Infine i valori ottenuti verranno importati su Excel e
Logger Pro, dove si ricaveranno gli opportuni grafici e dati.
cm
120
26° 53 cm
Cenni teorici:
Moto circolare
θ 2−θ1
ω=
Δt
Gli angoli non vengono espressi in gradi, infatti si utilizza un’altra unità di misura, i radianti. Il
radiante è l'unità di misura dell'ampiezza degli angoli nel Sistema internazionale di unità di misura.
Tale misura rappresenta il rapporto tra la lunghezza dell'arco di circonferenza tracciato dall'angolo e
la lunghezza del raggio di tale circonferenza; essendo il rapporto tra due grandezze omogenee, è un
numero puro. Un radiante espresso in ° equivale a:
360°
r a d= =57,2958 °
2π
Il moto rotazionale si distingue dagli altri proprio perché i corpi che si trovano in tale moto hanno la
proprietà di ruotare intorno a un proprio asse. Il tempo impiegato a compiere un giro completo si
chiama periodo (T).
Considerando un corpo che percorre un giro completo, possiamo mettere in relazione la velocità
angolare con il periodo.
Partendo dalla definizione di velocità angolare, la variazione di posizione in questo caso
corrisponde a 360°, esprimendoli in radianti: 2π.
Quindi:
2π
ω=
Δt
2π
ω=
ΔT
Dato che il reciproco del periodo è la frequenza (f), ovvero il numero di giri compiuti nell’unità di
tempo:
1
f=
T
ω=2 π f
Un oggetto in rotazione ha uguale velocità angolare e uguale periodo in qualsiasi suo punto, quello
che varia è la velocità tangenziale.
Si può trovare un legame tra la velocità tangenziale (V) e la velocità angolare (ω).
Partiamo dalla definizione di velocità tangenziale:
Δx
V=
Δt
Sempre considerando un corpo che compie un giro completo, lo spazio percorso sarà pari alla
lunghezza della circonferenza, cioè 2 π r , mentre il tempo corrisponderà al periodo (T).
Quindi:
2π r
V=
T
2π
ω=
ΔT
V =ω r
Da questa formula si può capire perché sia l’unica velocità che varia a seconda del punto preso
come riferimento, questo perché quest’ultima dipende dal raggio e dunque dalla distanza del punto
dal centro di rotazione.
Come nel moto traslatorio anche in questo caso se la velocità angolare rimane costante nel tempo si
parla di moto circolare uniforme; se varia si ha un moto circolare accelerato e se l’accelerazione
angolare (α) é costante avremo un moto uniformemente accelerato.
Si definisce accelerazione angolare (α) il rapporto tra la variazione di velocità angolare (Δω)
e l’intervallo di tempo (Δt) in cui tale variazione è avvenuta:
Δω
α=
Δt
Qualsiasi corpo in moto rotazionale ha una sua propensione ad opporsi a variazioni di velocità
angolare, ovvero il momento di inerzia (I). Considerando l’oggetto un punto materiale:
2
I =m r
Se trattiamo un corpo esteso, il momento di inerzia cambia a seconda della forma di quest’ultimo e
dunque in base a come è distribuita la massa in esso.
Ef =Ei
Bisogna però tenere conto che, come in questa esperienza, i corpi che contemporaneamente ruotano
e traslano, si muovono di moto roto-traslatorio. L’energia potenziale non cambierà, in quanto
considera solo la posizione dell’oggetto, mentre avremo due energie cinetiche, una legata alla
rotazione, l’altra legata alla traslazione.
U p=m g h
1 2
Ec t= mV
2
Infine per dimostrare l’energia cinetica legata alla rotazione intorno ad un centro possiamo partire
dalla definizione di energia cinetica traslatoria:
1 2
Ec t= mV
2
Abbiamo però dimostrato in precedenza che la velocità tangenziale (V) ha un legame con la
velocità angolare (ω), cioè:
V =ω r
1 2 2
Ec t= m ω r
2
I =m r 2
1 2 1 2
Ec t o t = I ω + m V
2 2
1 2 1 2 1 2 1 2
Et o t=m g hi+ m V i + I ωi =m g hf + m V f + I ω f
2 2 2 2
1 2 1 2
m g hi = m V f + I ω f
2 2
Δ ω 29,15−0,1 r ad
α= = =21,84 2
Δ t 3,22−1,89 s
Una volta arrivato alla fine del piano inclinato, prima di arrestarsi contro i cuscini, il corpo inizia a
decelerare per attrito, con decelerazione angolare uguale a:
Δ ω 27,73−29,15 r ad
α= = =−14,2 2
Δt 3,32−3,22 s
tempo (s) ω (rad/s)
3.592 11.950
3.601 11.440
3.616 10.790
3.624 9.930
3.634 8.980
3.645 7.910
3.655 6.850
3.664 5.890
3.672 5.090
3.682 4.390
3.690 3.790
3.700 3.340
3.710 3.060
3.719 2.890
3.732 2.760
3.742 2.660
3.753 2.560
3.762 2.480
3.770 2.430
3.782 2.390
3.791 2.360
3.801 2.330
3.816 2.280
3.825 2.190
3.834 2.070
3.851 1.740
3.859 1.570
3.863 1.570
3.871 1.430
3.883 1.300
3.892 1.180
3.901 1.080
3.916 0.970
3.924 0.850
3.934 0.740
3.951 0.570
3.959 0.530
3.963 0.530
3.971 0.520
Alla fine del tratto orizzontale il tubo cilindrico decelera bruscamente contro i cuscini
appositamente posizionati per arrestarne il moto.
Δ ω 0,52−11,95 r ad
α= = =−30,08 2
Δ t 3,97−3,59 s
In questa porzione di grafico, il cilindro è arrivato alla fine del piano inclinato e inizia a rotolare a
circa velocità costante lungo una superficie piana.
Infine il corpo urtò un cuscino che ne arrestò il moto bruscamente, come si può vedere dalla parte
evidenziata
r ad
ω=29,15
s
m
V =ω r=0,074 * 29,15=2,15
s
I c i l i n d r o =m r 2 m = 915 g
r = 7,4 cm
2 2
a +b a = 12,5 cm
I t el e f o n o= m
12 b = 6 cm
m = 123 g
1 2 1 2
m t o t g hi = m t o t V + I t o t ω
2 2
Facendo i calcoli:
1 1
Ef = mt o t V 2 + I t o t ω2=2,39+ 2,93=5,32 J
2 2
Ei=mt o t g h i=5,39 J
Possiamo notare come valga anche nella realtà il principio di conservazione dell’energia.
L’incertezza di 0,07 Joule è dovuta all’attrito, che dissipa parte dell’energia totale.
In generale l’esperienza è riuscita bene, in quanto siamo stati in grado di confrontare le leggi
teoriche con la realtà.