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Universit degli Studi di Trieste - Facolt di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Civile
Relazione di Laboratorio di Fisica Generale Misura della costante elastica di una molla
Introduzione
Lo scopo dellesperienza lo studio del comportamento di una molla in due diversi procedimenti che dovrebbero portare allo stesso risultato: lespressione della costante elastica k della molla. I due metodi che si seguono sono: il metodo statico: alla molla vengono appese diverse masse note e si misura lallungamento della stessa; il metodo dinamico: dopo aver messo in oscillazione la molla alla quale viene preventivamente applicata una massa, se ne misura il periodo.
Note di teoria
Per quanto riguarda il metodo statico, la relazione che ci permette di determinare k in funzione di misure a noi note la Legge di Hooke: (1) F = kx dove F la forza applicata alla molla mentre x lallungamento della molla. Dalla (1) facile ricavare lequazione (2)
k=
F mg = x x
dove m il peso delle masse appese e g laccelerazione di gravit. Per quanto riguarda il metodo dinamico, la legge che ci guida quella che mette in relazione il periodo T di oscillazione della molla con la massa m ad essa applicata e con la costante elastica k: (3)
T = 2
m k
k = 4 2
m T2
4 masse di 50g, 75g, 100g, 125g per le quali il costruttore ha fornito uno scarto m=0,100g; Le misure non sono state ripetute, ed inoltre abbiamo assunto nei calcoli g=9,806ms-2 tenendo conto di uno scarto quadratico g=0,001 ms-2. Dopo aver constatato che lallungamento della molla a riposo risultava essere y0=0,4cm, abbiamo effettuato le varie prove che hanno dato i risultati organizzati nella seguente tabella:
Massa
m Kg 0,05 0,075 0,1 0,125
Posizione finale
xf m 0,051 0,075 0,098 0,122
Allungamento
x=x f-x 0 m 0,047 0,071 0,094 0,118
Costante elastica
k=mg/ x N/m 10,4 10,4 10,4 10,4
Poich quattro misure con diverse masse ci hanno dato il medesimo risultato, possiamo concludere che la Legge di Hooke rispettata almeno nellambito di 3 cifre significative. Valutiamo ora lerrore che abbiamo compiuto nel calcolare k come funzione di altre grandezze accompagnate da errori di misura. La costante elastica dipende da prodotti e rapporti, quindi
k
k
m
m
g
g
(x)
x
m
m
2 2 10 3 m = 0,042 = (0,098 0,004)m x dove (x) = 2x la differenza tra due misure che portano entrambe con s un errore.
Allora lerrore percentuale relativo a k
(x)
k
k
Tenendo presente che k = k 0,043 possiamo dire che il valore reale di k si trova nellintervallo
martinis - molla
11 misurato con quello medio, ossia i = T Ti ed il suo quadrato. La tabella seguente mostra i
risultati delle diverse misure ed i relativi scarti dal valore medio.
2
T
i =1
11
Misura
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Ti (s)
0,88 0,80 0,79 0,87 0,90 0,88 0,87 0,88 0,79 0,79 0,81
i (s)
-0,04 0,04 0,05 -0,03 -0,06 -0,04 -0,03 -0,04 0,05 0,05 0,03
i (s)
1,5E-03 1,7E-03 2,7E-03 7,9E-04 3,4E-03 1,5E-03 7,9E-04 1,5E-03 2,7E-03 2,7E-03 1,0E-03
Il valore medio risulta essere T = 0,84 s : inserendo tale valore nella (4) abbiamo
k = 4 2
m T
2
= 4 2
T =
T =
i2
i =1
n 1
i =1
11
2 i
10
202 10 4 s = 4,5 10 2 s 10
T
n
4,5 10 2 11
s = 1,3 10 2 s
Osserviamo che tutti i valori misurati possono essere accettati poich max i 2 T per i=1,,11. Possiamo finalmente giungere al calcolo dello scarto quadratico medio di k, dato da
{ }
f (m, T ) 2 f (m, T ) 2 k = T + m T m
ma, osservando che il secondo termine sotto radice trascurabile in quanto lavoriamo con masse campione estremamente precise, il calcolo si riduce a
k =
2 N f (m, T ) 2 8 m T = T = 0,35 3 m T T
In conclusione possiamo affermare che il vero valore di k si trova nellintervallo k k ; k + k con una probabilit del 67% (ossia 10,84
k
[ nellintervallo [k 2
; k + 2 k
N N < k < 11,54 ) m m N N con una probabilit del 95% (ossia 10,49 < k < 11,89 ) m m
3
martinis - molla