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IL PENDOLO (1)

27/09/2023
Cenni teorici
Il moto armonico è un tipo particolarmente semplice di moto periodico. La legge
del moto di un punto che si muove di moto armonico, cioè la funzione che
descrive la posizione del punto in funzione del tempo, è una semplice sinusoide
di ampiezza costante. Di conseguenza il moto armonico è completamente
descritto da soli tre parametri: il tempo periodo dell'oscillazione, l'ampiezza
dell'oscillazione, e la sua fase, cioè la posizione iniziale dell'oscillazione. La
somma di più moti armonici di uguale frequenza è ancora un moto armonico
avente la stessa frequenza.

s = A ⋅ cos (ω ⋅ t)

Il moto armonico comprende anche una legge oraria, ovvero una legge
sinusoidale perché la variabile x varia in funzione del coseno (o seno) del tempo.
La legge oraria del moto armonico è:

x(t) = r cos(ωt)
Strumenti utilizzati
strumenti utilizzati pendolo e cronometro per misurare le oscillazioni (il pendolo era un
semplice filo dove vi erano appesi pesetti di varia massa)
Descrizione dell’esperienza
Il 27 settembre la classe 2B è andata in laboratorio per un'esperienza sul pendolo,
grazie a un peso siamo riusciti a trovare l’accelerazione di gravità, ma come
abbiamo fatto?
Abbiamo preso un peso e attaccato a un filo lungo 90 cm, lo abbiamo fatto
oscillare e abbiamo preso 5 oscillazioni, fatto il tempo medio di queste
oscillazioni, e trovato valore medio e assoluto, per poi trovarci g,
successivamente abbiamo fatto la media di tutte le g trovate con i vari tempi di
oscillazione e fatto il valore medio di g.

Elaborazione dei dati


Lunghezza del pendolo= 90 cm=0,90m
Misurazioni del tempo di oscillazione
t1=1,89 s
t2=1,78 s
t3=1,90 s
t4=1,92 s
t5=1,82 s
Calcolo della media dei tempi di oscillazione registrati
M= (1,89+1,78+1,9+1,92+1,82) /5= 1,86 s
Calcolo dell’errore commesso durante la misurazione
Δg= (1,92-1,78) /2= 0,07s
Calcolo dell’errore percentuale
E%=Δg/1,92*100= 3,6%
Calcolo dell’accelerazione di gravità
g=(4*π²*l) /M; g= (4*9,8596*0,90) /1,86²= 10,2 m/s²

Calcolo dell’accelerazione di gravità con ognuna delle misurazioni del tempo


effettuate all’inizio
g1=(4*3,14²*0,90) /1,89²= 9,94 m/s²
g2=(4*3,14²*0,90) /1,78²= 11,2 m/s²
g3=(4*3,14²*0,90) /1,90²= 9,83 m/s²
g4=(4*3,14²*0,90) /1,92²= 9,63 m/s²
g5=(4*3,14²*0,90) /1,82²= 10,7 m/s²
g= (9,94+11,2+9,83+9,63+10,7) /5= 10,3 m/s

Conclusioni
Infine, possiamo dire che l’esperimento non è riuscito perché vi erano degli errori
nella misurazione del tempo poiché le misure non possono essere precise e i
calcoli non sono corretti. L’esperienza, nonostante tutto, è stata interessante e
formativa perché abbiamo imparato a calcolare l’accelerazione di gravità con il
pendolo.

VERIFICA SPERIMENTALE DELLA LEGGE DI HOOKE (2)


02/10/2023
Cenni teorici
In meccanica dei materiali, la legge di Hooke è la più semplice relazione
costitutiva di comportamento dei materiali elastici. Essa è formulata dicendo che
un corpo elastico subisce una deformazione direttamente proporzionale allo
sforzo a esso applicato. La costante di proporzionalità dipende dalla natura del
materiale stesso.
I materiali per i quali la legge di Hooke è un'utile approssimazione del reale
comportamento sono detti materiali elastico-lineari. Definisce perciò un solido
elastico allo stesso modo in cui la legge di Pascal definisce un fluido ideale.

F = k࠰s
Strumenti utilizzati
Molla, pesetti e cronometro

Descrizione dell’esperienza:
Il 2 ottobre, invece, in laboratorio abbiamo voluto verificare la legge di Hooke.
Per farlo abbiamo preso una molla, con un peso di 150 g, e l’abbiamo fatta
oscillare, abbiamo preso 5 misurazione del periodo di oscillazione e
successivamente, calcolandoci il valore medio ed errore assoluto, siamo riusciti
a trovarci la costante della molla K.

Elaborazione dei dati:


T=2π√m/k→T²=4π² m/k
K=(4π²m) / T²
Calcolo delle lunghezze della molla
L1=7,4 cm (senza peso) p=50g
L2=11,3 cm (con peso)
L=l2-l1=11,3-7,4=3,9 cm
L3=16,6 cm p=100g
L=l3-l1=16,6 cm-7,4 cm= 9,2 cm
L4=21,5 cm p=150g
L=l4-l1=21,5-7,4=14,1 cm
Misurazioni dei tempi di oscillazione
t1= 7,6s p=150g
t2= 7,3s
t3= 7,6s
t4= 7,4s
t5= 7,2s
Mt= (7,6+7,3+7,6+7,4+7,2) /5= 7,4s
m=150*10-3=15*10-2
T= 0,74
K=(4*9,8596*15*10-2kg) / (0,74) ²= 10,8

Conclusione
L’esperienza dovrebbe essere riuscita perché abbiamo seguito la formula della
legge di Hooke. Qualora il risultato dovesse essere sbagliato, è dovuto
all’imperizia degli operatori nella misurazione. Nonostante ciò, l’esperienza è
stata molto interessante e molto formativa in quanto, abbiamo imparato a
calcolare le oscillazioni grazie alla legge di Hooke.

NATURA VETTORIALE DELLE FORZE (3)


09/10/2023
Cenni teorici
Nello studio della fisica si incontrano grandezze fisiche che hanno differenti
proprietà. Si possono distinguere due tipi di grandezze, che vengono chiamate
grandezze scalari e grandezze vettoriali. Le grandezze scalari sono specificate da
un valore numerico con un’appropriata unità di misura. Le grandezze vettoriali,
invece, sono specificate da un valore numerico (chiamato intensità o modulo) con
un’appropriata unità di misura, da una direzione e da un verso; esse vengono
chiamate semplicemente vettori.

Strumenti utilizzati
Strumento per la scomposizione delle forze formato da due carrucole, pesetti e
un goniometro per misurare l’angolazione delle corde.

Descrizione dell’esperienza
Il 9 ottobre invece, siamo andati in laboratorio e abbiamo preso un filo con
attaccati dei pesetti, che per le prime misurazioni erano 40g e 35g, per le seconde
misurazioni di 90g e di 60g, successivamente abbiamo fatto passare questo filo
per due carrucole e messo un pesetto in mezzo per formare un angolo. Per trovarci
la componente vettoriale abbiamo prima misurato l’angolo per ciascuno delle
misure dei pesi e fatto il valore medio degli angoli, per poi trovarci la componente
attraverso il metodo del parallelogramma.

Elaborazione dei dati


|t1+t2|=|p3|
Misurazione dell’angolo
a1=84° p1=40 g=0,39N
a2=84° p2=35 g=0,34N
a3=84° p3=?
a4=84°
a5=84°
Vm1= 84°
Seconda misurazione dell’angolo
a1=54° p1=90g=0,88N
a2=55° p2=60g=0,59N
a3=54° p3=?
a4=55°
a5=55°
Vm2=54,6°
Calcolo delle due risultanti
R1=p3=√(t1)²+(t2)²-2*t1*t2*cos(a)=√(0,39)²+(0,34)²-
2*0,39*0,34*cos84°=48,7= 49g
R2=p3= √(0,88)²+(0,59)²-2*0,88*0,59*cos54,6= 64g
Conclusioni
L’esperienza è riuscita perché abbiamo seguito la formula del parallelogramma
per calcolare le risultanti, che servivano per trovare la misura in grammi del terzo
pesetto. L’esperienza ha riportato in noi un certo interesse.

FORZA DI PRIMO DISTACCO (4)


16/10/2023
Cenni teorici
L’attrito si manifesta come una forza che si oppone allo scorrimento di due
superfici a contatto, in seguito all’azione di una forza esterna. Fin quando le
superfici sono ferme l’una rispetto all’altra, la forza di attrito `e di tipo statico;
quando invece le due superfici sono in moto relativo l’una rispetto all’altra, la
forza di attrito `e di tipo dinamico. La forza di attrito massima fa che si esercita
tra le due superfici, ancora ferme, e proporzionale alla forza normale N esercitata
dal piano sul corpo. Per quanto riguarda la forza di primo distacco, più le superfici
sono ruvide, più tendono a incastrarsi e maggiore è l'attrito. Lubrificando le
superfici a contatto, l'attrito diminuisce, perché alcune asperità sono coperte dal
lubrificante e il movimento viene ostacolato in misura minore.

Strumenti utilizzati
Blocchetti di legno di vario peso e dinamometro per misurare la forza di primo
distacco.

Descrizione dell’esperienza
Il 16 ottobre, in laboratorio abbiamo analizzato la forza di primo distacco, grazie
a uno strumento molto particolare, un dinamometro.
Con il dinamometro abbiamo preso delle misure dell’attrito con due superfici
diverse: liscia e ruvida, abbiamo fatto forza e abbiamo visto a quanta forza il peso
si muoveva. Queste misurazioni sono state fatte due volte per ognuno, con o senza
attrito, per poi trovarci il coefficiente di attrito statico con la forza di attrito fratto
la massa per l’accelerazione di gravita.
Elaborazione dei dati
Ks=Fatt/mgh
Svolgimento delle misurazioni su superficie ruvida
Fatt1=0,3N; 0,4N
Fatt2=0,42N; 0,52N
Fatt3=0,42N; 0,55N
Fatt4=0,56N; 0,56N
Fatt5=0,58N; 0,60N
Vm1=0,46N
Vm2=0,53N
Svolgimento delle misurazioni su superficie liscia
Fatt1=0,12N; 0,18N
Fatt2=0,14N, 0,16N
Fatt3=0,10N; 0,12N
Fatt4=0,10N, 0,10N
Fatt5=0,14N; 0,12N
Vm3=0,12N
Vm4=0,14N
Calcolo del coefficiente
Ks1=0,46/1,70=0,27
Ks2=0,53/1,70=0,31
Ks3=0,12/1,70=0,07
Ks4=0,14/1,70=0,08
Ks(ruvido)=0,29
Ks(liscio)=0,08
Conclusioni
In conclusione, possiamo dire che la formulazione dei calcoli è potenzialmente riuscita
poiché abbiamo utilizzato la formula per calcolare il coefficiente d’attrito. Nel
complesso abbiamo trovato l’esperienza molto interessante e particolare.

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