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PROFILI DI MOTO PERMANENTE

Alcuni appunti
Andrea Defina

Novembre 2010

Prefazione
Spesso, gli studenti dei corsi di idraulica mi hanno sottolineato le perplessit e le
difficolt da loro incontrate nella rappresentazione qualitativa dei profili di moto
permanente in situazioni geometriche e con condizioni al contorno anche semplici,
lamentando lassenza di materiale didattico o linsufficienza di quello disponibile.
Questo volumetto raccoglie di fatto alcuni suggerimenti, esempi ed esercizi relativi
al tracciamento di profili di moto permanente, in alvei prismatici per tratti. Gli aspetti
teorici sono qui solo brevemente richiamati e gli esempi illustrati non sono
certamente esaustivi di tutte le possibili situazioni che si possono incontrare nella
pratica ingegneristica. Lo scopo quello di illustrare una metodologia generale per il
tracciamento dei profili di moto permanente e di fornire una consistente serie di
esempi che consentano un utile esercizio.
In questi appunti sono inoltre riportati, sinteticamente, alcuni approfondimenti di
problemi legati alle correnti unidimensionali a superficie libera aventi soprattutto lo
scopo di suggerire, in qualche caso, una certa cautela nellimpiego delle soluzioni
fornite dalla classica trattazione teorica qui presentata.
Lautore grato fin dora (o meglio fin dal 2000, anno della prima stesura di questi
appunti) a quanti, animati da buona volont e spirito di collaborazione, vorranno
inviare correzioni (da questo punto di vista, i comandi copia & incolla di un qualsiasi
processore di testi, di cui ho fatto un uso scellerato, sono deleteri), precisazioni,
suggerimenti e commenti o vorranno sottopormi questioni particolari o problemi
stimolanti da inserire in questa raccolta.

Andrea Defina
Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima
Ambientale e Geotecnica - Universit di Padova.
via Loredan, 20 35131 PADOVA
email: defina@idra.unipd.it
http://www.image.unipd.it/a.defina/

E vietata la riproduzione, integrale o parziale, a meno che la


stessa non sia stata preventivamente autorizzata dallautore.

Indice
1

Richiami di idraulica delle correnti unidimensionali a superficie libera in moto


stazionario
1.1
1.2
1.3

Tracciamento dei profili di moto permanente


2.1
2.2
2.3
2.4

8
9

18
23
26
30
32
37
39
41
46
52
56
60

72
76
80
81

86

Canali di lunghezza finita


Canali non prismatici
Considerazioni . non unidimensionali
Resistenze idrauliche
Canali a forte pendenza
Canali con fondo curvo
Effetti legati alla distribuzione non idrostatica delle pressioni
Considerazioni conclusive
Inquadramento teorico
Il caso di un breve tratto di canale tombato
Il caso di un tombino
Alcune precisazioni

Aspetti numerici
8.2

11
13
13
16

72

Sottrazione localizzata di portata


Immissione localizzata di portata
Sottrazione continua di portata
Immissione continua di portata

Canali caratterizzati da sezioni chiuse


7.1
7.2
7.3
7.4

10

65
68

Altre precisazioni
6.1
6.2
6.3
6.4
6.5
6.6
6.7
6.8

2
2
6

65

Isteresi idraulica
Stabilit del risalto

Canali prismatici a portata variabile


5.1
5.2
5.3
5.4

18

Variazioni di pendenza
Variazioni di scabrezza
Salto di fondo
Gradino di fondo
Breve rialzo di fondo
Sbocco in un serbatoio
Imbocco da un serbatoio
Variazione di larghezza: allargamento
Variazione di larghezza: restringimento
Breve restringimento localizzato
Paratoia piana sollevata a battente
Ostacolo generico

Alcune precisazioni
4.1
4.2

Profili di moto gradualmente vario


Variazioni localizzate
Condizioni al contorno e condizioni interne
Criteri generali per la ricostruzione dei profili

Canali prismatici a portata costante


3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
3.7
3.8
3.9
3.10
3.11
3.12

Alcuni elementi distintivi


Moto uniforme
Caratteristiche energetiche e dinamiche della corrente

86
87
88
90
90
94
94
96

97
97
107
123
124

125

Integrazione numerica dei profili di moto gradualmente vario

ESERCIZI

129

132

-1-

Richiami di idraulica delle correnti unidimensionali


a superficie libera in moto stazionario

Prima di illustrare le regole generali che opportuno seguire per il tracciamento dei
profili di moto permanente si richiamano molto brevemente alcuni concetti ed alcune
nozioni di base relativi alle correnti unidimensionali a superficie libera, in moto
stazionario, rimandando, per lillustrazione di dettaglio degli aspetti teorici, ad un
qualsiasi testo di Idraulica o di Meccanica dei Fluidi.
Questi brevi richiami hanno, infatti, soprattutto lo scopo di introdurre la simbologia e il
linguaggio utilizzati nel seguito; e il modo stesso in cui organizzato questo capitolo
presuppone che il lettore conosca gi gli aspetti di base relativi alle correnti
unidimensionali a superficie libera.

1.1

Alcuni elementi distintivi

La maggior parte delle considerazione contenute in questi appunti fanno riferimento


a condizioni geometriche schematiche ed utilizzano alcune ipotesi semplificative ce
sono qui richiamate. Le considerazioni presentate possono comunque essere
facilmente estese a situazioni reali, pi complesse di quelle qui discusse.
Tranne nei casi in cui diversamente indicato in modo esplicito, si assumer che la
pendenza e la curvatura della superficie libera siano trascurabilmente piccole
potendo cos considerare idrostatica la distribuzione delle pressioni in direzione
normale al fondo. Si far inoltre riferimento a canali caratterizzati da una modesta
pendenza del fondo per i quali, pertanto, possibile confondere la direzione verticale
con la normale al fondo. In tal caso la superficie libera descrive landamento della
quota piezometrica.
Si far riferimento a canali prismatici (o alvei cilindrici) caratterizzati cio da una
sezione la cui forma e le cui dimensioni sono costanti nello spazio.
Saranno inoltre considerati canali caratterizzati da una sezione compatta (Per
sezione compatta si intende una sezione per la quale si possa assumere che la
velocit sia distribuita in modo sostanzialmente uniforme sulla sezione. Il concetto di
compattezza quindi non associato ad un carattere puramente geometrico, di forma
della sezione, ma pi strettamente idraulico) e tale per cui, a moto uniforme, il
legame tra livello e portata biunivoco (si veda, a questo proposito, quanto riportato
nel paragrafo 6.3).
Alcune riflessioni relative a correnti in presenza di non trascurabili pendenze e
curvature della superficie libera sono riportate nel paragrafo 0 mentre alcune
osservazioni riguardanti le correnti su fondo caratterizzato da forti pendenze sono
riportate nel paragrafo 0. Per i casi di alveo non prismatico e sezioni non compatte,
che rivestono un notevole interesse applicativo, alcune considerazioni sono esposte
nei capitoli che seguono.

1.2

Moto uniforme

Le condizioni di moto uniforme in un canale si determinano quando laltezza dacqua


e la velocit si mantengono costanti nello spazio e nel tempo; la superficie libera,
pertanto, risulta parallela al fondo (Fig. 1). La definizione di moto uniforme, come
detto nel paragrafo 1.1, ha senso solo se il canale prismatico.
-2-

Nel seguito, le caratteristiche cinematiche e dinamiche del moto uniforme saranno


evidenziate con il pedice 0.

Fig. 1

Nel caso di sezione compatta, il legame tra la velocit (o la portata) e laltezza


dacqua pu essere espresso da una qualsiasi formula di moto uniforme. Qui, in
particolare, si far riferimento alla formula di Gauckler-Strickler:
Q = k S A( y 0 )[R H ( y 0 )] 2 / 3 i f

(1)

in cui kS il coefficiente di scabrezza secondo Strickler, A larea della sezione


trasversale, RH il raggio idraulico (RH=A/c, essendo c il perimetro bagnato) e if la
pendenza del fondo.
E importante osservare che se il canale non prismatico e la portata variabile
lungo il percorso, non possibile definire una condizione di moto uniforme.
1.2.1 Il coefficiente di resistenza
Come noto la formula di Gauckler-Strickler (o lequivalente formula di Manning)
vale per condizioni di moto turbolento di parete scabra e rappresenta
unapprossimante della formula di Darcy-Weisbach nella quale la funzione di
resistenza calcolata mediante la formula di Colebrook-White.
Il coefficiente kS dovrebbe pertanto essere una misura della scabrezza di parete. In
realt nel coefficiente kS sono normalmente inglobati gli effetti dissipativi di molti
fenomeni non inquadrabili come attrito. Tra questi, sono da ricordare gli scambi
trasversali di quantit di moto prodotti da variazioni geometriche della sezione, dalla
presenza di curve, di forme di fondo, di vegetazione e gli effetti dissipativi associati
ad instabilit superficiali (vedi paragrafo 6.4).
1.2.2 Scabrezza non uniforme (sezione compatta)
Nel caso in cui la scabrezza non sia uniformemente distribuita lungo il contorno
bagnato come, ad esempio, nel caso di un canale di sezione trapezia con sponde
realizzate in materiale diverso da quello del fondo, necessario stimare un
coefficiente di resistenza equivalente keq in grado di descrivere il legame tra altezza
y0 e portata Q in queste particolari condizioni.
Nellapproccio di Horton-Einstein si suddivide la sezione complessiva in sottosezioni
ciascuna delle quali delimitata da un contorno a scabrezza omogenea, come
illustrato in Fig. 2 mentre la rimanente parte di contorno tale per cui lungo lo stesso
non si sviluppino sforzi tangenziali.

-3-

Fig. 2

Per ciascuna sottosezione di area Ai possibile scrivere la relativa formula di moto


uniforme (che rappresenta semplicemente il bilancio, nella direzione del moto, tra la
forza peso e le resistenze dattrito)
v i = k Si (Ai / c i )

2/3

if

(2)

nella quale vi la velocit media del fluido relativa alla generica sottosezione, ci la
lunghezza del contorno bagnato a cui associato il coefficiente di resistenza kSi.
Nellipotesi di sezione compatta, per definizione, ogni sottosezione sar
caratterizzata dalla stessa velocit media coincidente con quella media dellintera
sezione, espressa anchessa mediante una formula di moto uniforme nella quale
utilizzato un coefficiente di resistenza equivalente keq
v i = v = Q / A = keq (A / c )

2/3

if

(3)

Esplicitata lequazione (2) rispetto allarea Ai e lequazione (3) rispetto allarea A, ed


essendo
A = i Ai
si trova

A = c
k

i
eq f

3/2

=i Ai = i c i
k i
Si f

3/2

Da cui
k eq =

c 2/3

c
3 i/ 2
ik
Si

2/3

(4)

1.2.3 Il caso di sezione non compatta


Nel caso di sezioni non compatte (vedi Fig. 3), per le quali la velocit presenta una
distribuzione fortemente non uniforme, le considerazioni sviluppate in questo capitolo
possono ancora, con qualche cautela e limitatamente alle correnti (molto) lente,
essere considerate valide.

-4-

Fig. 3

Per quanto riguarda il moto uniforme possibile determinare un coefficiente di


resistenza equivalente keq con un procedimento analogo a quello visto per le sezioni
compatte a scabrezza non uniforme (Engelund). Possiamo dividere la sezione in
sottosezioni mediante contorni interni lungo i quali sono nulli gli sforzi trasmessi tra
sottosezioni. Lipotesi di velocit uniforme su tutta la sezione invocata nella
trattazione del caso di sezione compatta viene ovviamente rimossa e sostituita
dallipotesi di poter individuare, con buona approssimazione, landamento dei
contorni interni che separano le diverse sottosezioni. Generalmente si assume che
questi contorni siano segmenti verticali opportunamente posizionati come illustrato,
ad esempio, in Fig. 3.
Per ogni sottosezione cos possibile scrivere lequazione (2). Essendo inoltre

Q = vA = k eq A (A / c )

2/3

i f = i v i Ai = i k Si Ai (Ai / c i )

2/3

if

si trova
k eq

k
=
i

Si

Ai5 / 3 c i

2/3

A5 / 3 c 2 / 3

E da osservare, nella precedente relazione, che anche qualora la scabrezza fosse


omogenea lungo tutto il contorno bagnato (kSi=kS), il valore del coefficiente keq non
costante ma viene a dipendere dal livello.
-5-

Nel caso di sezione non compatta, inoltre, necessario introdurre opportune


correzioni ai termini che, in modo pi o meno diretto, rappresentano le accelerazioni.
In particolare, nelle equazioni dinamiche si fa uso dei coefficienti di correzione e
(detti coefficienti di Boussinesq o di Coriolis) cos definiti
3

1 v ( x, y )
1 v ( x, y )

dA . =
dA

A A v
A A v

(5)

in cui v la velocit media sulla sezione e v(x,y) la velocit in un generico punto


della sezione. Limpiego di questi coefficienti descritto nei paragrafi che seguono.
Si osservi che nel caso di sezioni compatte, caratterizzate quindi da una velocit
sostanzialmente uniforme, (v(x,y)v), i coefficienti e si riducono allunit.
Per sezioni non compatte, invece, con riferimento allapproccio appena visto per la
valutazione delle caratteristiche del moto uniforme possiamo scrivere
3

3
2/3
3
i f
1 v ( x, y )
1 vi
1 k Si (Ai / c i )
Ai =
=
dA Ai =
A A v
A i v
A i k eq (A / c )2 / 3 i f
A3
c2
= 3 3 k Si3 2i
A k eq i
ci

c 4/3
1 v ( x, y )
1 v
=
dA i Ai = 7 / 3 2
A A v
A i v
A k eq

k Si2
i

Ai7 / 3
c i4 / 3

e tali coefficienti possono risultare anche sensibilmente superiori allunit.

1.3

Caratteristiche energetiche e dinamiche della corrente

1.3.1 Energia specifica rispetto al fondo

Lenergia specifica E e lenergia specifica rispetto al fondo H sono definite dalle


seguenti relazioni:
E =z+y +

Q2
Q2
.
H
=
E

z
=
y
+

2g A 2
2g A 2

(6)

in cui z la quota del fondo.


Landamento della funzioni H(y), per una prefissata portata e forma della sezione
trasversale, illustrato in Fig. 4.
Nel caso di sezione non compatta, il termine cinetico deve essere corretto
mediante lintroduzione del coefficiente

E = z + y +

Q2
Q2
.

=
+

H
E
z
y
2g A 2
2g A 2

(7)

1.3.2 Spinta totale

In molte situazioni utile far riferimento anche alla spinta M, per unit di peso
specifico, espressa dalla seguente relazione:
-6-

Q2
M = AzG +
gA

(8)

in cui zG la distanza verticale del baricentro dellarea A dalla superficie libera.


Nel caso di sezione non compatta, il termine di inerzia deve essere corretto
mediante lintroduzione del coefficiente
M = A zG +

Q2
gA

(9)

Landamento della funzioni M(y), per una prefissata portata e forma della sezione
trasversale, illustrato in Fig. 4

Fig. 4

1.3.3 Condizioni critiche

Entrambe le curve H(y) e M(y) definite nei due precedenti paragrafi, come noto,
presentano un minimo che individua la cosiddetta condizione critica. Tale condizione,
indicata con il pedice c, la stessa per entrambe le funzioni H(y) e M(y), e distingue
le correnti rapide (y<yc) da quelle lente (y>yc)
La condizione critica corrisponde allannullarsi della derivata rispetto a y dellenergia
H(y) o della spinta M(y). Imponendo questa condizione si trova
Q 2 B( y c )
=1
g A3 (y c )

(10)

in cui B la larghezza della sezione misurata in corrispondenza della superficie


libera. Nota la portata Q e la forma della sezione, nella precedente equazione
presente la sola incognita yc contenuta in B e in A.
La precedente relazione vale per il caso di sezione compatta. Per una sezione non
compatta lannullarsi della derivata rispetto a y delle equazioni (7) e (9) fornisce,
rispettivamente, le seguenti condizioni

Q 2 B
g A3

= 1+

Q 2 d
2g A 2 dy

Q 2B
Q 2 d
=
1+
g A3
g A 2 dy
-7-

(11)

Per una sezione rettangolare (compatta), lequazione (10) si semplifica nella


seguente
yc = 3

Q2
g B2

(12)

1.3.4 Il numero di Froude

Nei moti a superficie libera il gruppo adimensionale pi importante certamente il


numero di Froude introdotto, in origine, con riferimento ad una sezione rettangolare.
Dal punto di vista dinamico, il numero di Froude (F) rappresenta il rapporto tra le
forze di inerzia e le forze di gravit e si scrive
F=

(13)

gy

Dal punto di vista cinematico, il numero di Froude rappresenta il rapporto tra la


velocit media della corrente, v e la celerit (relativa) di propagazione di una piccola
perturbazione c = gy .
E evidente che piccole perturbazioni, caratterizzate da una celerit assoluta a=vc,
possono risalire la corrente (a<0) se il numero di Froude inferiore allunit. Nel caso
contrario (F>1) risulta sempre a>0 e le perturbazioni sono trascinate dalla corrente
verso valle.
E immediato verificare che, sempre per una sezione rettangolare, il numero di
Froude pu essere scritto anche nella seguente forma
F=

Q 2B
g A3

(14)

Questa forma del numero di Froude ne estende comunemente la definizione anche a


sezioni compatte diverse da quella rettangolare, assumendo che B misuri la
larghezza della sezione in corrispondenza della superficie libera. Il motivo di questa
estensione appare chiaro se si confrontano la definizione (14) con la condizione (10).
Con questa definizione di numero di Froude, infatti, le condizioni critiche
corrispondono alla condizione F=1.
E facile verificare inoltre che una corrente rapida caratterizzata da numeri di
Froude superiori allunit (F>1) mentre le correnti lente sono caratterizzate da numeri
di Froude inferiori allunit (F<1).
Con riferimento al significato cinematico del numero di Froude, e per una sezione
rettangolare, possiamo dunque affermare che piccole perturbazioni possono risalire
la corrente solo se questa lenta. Al contrario, in una corrente rapida, piccole
perturbazioni sono immancabilmente trascinate verso valle.
Queste considerazioni di natura cinematica possono, con qualche cautela (vedi
paragrafo 6.3.3), essere estese anche a sezioni compatte diverse da quella
rettangolare, e a sezioni non compatte.

-8-

1.3.5 Pendenza critica

Si definisce pendenza critica (ic) quella pendenza del fondo a cui corrisponde, per un
assegnato valore di portata, un moto uniforme caratterizzato dallo stato critico y0=yc.
E immediato verificare che, a moto uniforme, quando if<ic la corrente lenta, mentre
quando if>ic la corrente rapida. La pendenza critica pu essere determinata
combinando una relazione di moto uniforme (per esempio lequazione (1)) con la
condizione di moto critico (10).
ic =

Ac
g
2
4/3
k S Bc R Hc

(15)

E da osservare, nella precedente equazione (15), che la seconda frazione solo


debolmente dipendente dalle caratteristiche del moto (livello, portata) e assume
valori non molto diversi dallunit. In prima approssimazione, quindi, la pendenza
critica vale icg/ks2. Nel caso di canali molto scabri la pendenza critica assume valori
prossimi a 0.01 (1%), nel caso di canali relativamente lisci (es.: rivestiti in
calcestruzzo), la pendenza critica relativamente pi bassa attestandosi intorno al
valore 0.005 (0.5%).
1.3.6 Le condizioni di moto uniforme nei diagrammi H-y e M-y

E interessante osservare che se if e ks sono costanti, mentre variano forma della


sezione, quote del fondo e portata, le condizioni di moto uniforme, nei diagrammi H-y
e M-y, sono rappresentate da una curva monotona crescente (vedi Fig. 4).
Sostituendo, infatti, la portata Q espressa dalla (1) nelle equazioni (6) e (8) si trova,
rispettivamente
H0 = y 0 +

k S2 i f
[R H ( y 0 )] 4 / 3
2g

k2 i
M 0 = A( y 0 ) zG ( y 0 ) + s f [R H ( y 0 )] 4 / 3
g

(16)

Il punto di intersezione tra le curve espresse dalle (16) e le curve H-y o M-y
rappresentano le condizioni di moto uniforme. Tali punti di intersezione,
evidentemente, possono trovarsi sia lungo il ramo delle correnti lente che lungo il
ramo delle correnti rapide.
1.3.7 Dissipazioni continue di energia

Per un moto non uniforme, le dissipazioni di energia per unit di lunghezza j,


vengono usualmente stimate con riferimento ad una relazione di moto uniforme
sostituendo j al posto della pendenza del fondo if. Utilizzando in particolare la formula
di Gauckler-Strickler, si trova:
j=

Q2
k S2 R H4 / 3 A 2

(17)

E da osservare che, per la maggior parte delle sezioni aperte e compatte (si veda
paragrafo 6.3), il prodotto R H2 / 3 A cresce al crescere dellaltezza dacqua y. Da ci
segue che per y<y0 risulta j>if mentre per y>y0 risulta j<if.

-9-

Tracciamento dei profili di moto permanente

Nel seguito si assume, per ipotesi, che la portata fluente vari lungo il percorso, al pi,
per effetto di immissioni e/o sottrazioni localizzate. E questa una schematizzazione
che pu essere considerata valida in un grande numero di situazioni pratiche. Alcune
situazioni per le quali invece opportuno considerare variazioni continue di portata
sono comunque brevemente trattate nei Capitoli 5.3 e 5.4
Si assume inoltre che la portata fluente possa essere determinata a priori, in ogni
sezione, sulla base della soluzione della sola equazione di continuit. Alcuni casi, per
i quali la portata dipende dalla soluzione generale delle equazioni del moto, saranno
comunque discussi nel capitolo 5 (si veda, ad esempio, il paragrafo 3.7.1).
In queste ipotesi, pertanto, il tracciamento dei profili di moto permanente consiste nel
dare una rappresentazione grafica alla soluzione dellequazione dinamica per le
correnti unidimensionali, in moto stazionario, a cui sono associate opportune
condizioni al contorno sui livelli (vedi paragrafo 2.3).
In generale (Fig. 5), la soluzione composta da tratti lungo i quali si sviluppano profili
che variano gradualmente, seguendo andamenti qualitativamente noti (vedi
paragrafo 2.1) e che rappresentano la soluzione dellequazione

E
= j
x

(18)

Questi profili, di moto gradualmente vario, sono separati da tratti di lunghezza


modesta ove si attuano variazioni brusche delle caratteristiche del moto e tali da
poter essere trattate come variazioni localizzate (vedi paragrafo 2.2).
Questi tre ingredienti: profili di moto gradualmente vario (GV), variazioni localizzate
(LV) e condizioni al contorno, esterne o interne (CC), opportunamente combinati,
consentono agevolmente la ricostruzione complessiva di un profilo di moto
permanente.
A tale proposito si ricorda che la ricostruzione di un profilo di moto permanente deve
essere effettuata a partire da valle per i tratti in cui la corrente lenta, ovvero da
monte per i tratti in cui la corrente rapida1.

Fig. 5

A questo proposito sar grato a chi vorr fornirmi una giustificazione semplice e convincente del
motivo per cui lintegrazione (non analitica) deve procedere in questo modo.
-10-

In qualche caso, nella ricostruzione dei profili, conveniente utilizzare lequazione


che esprime la conservazione della quantit di moto anzich lequazione (18)
relativa alla conservazione dellenergia. Per un alveo prismatico caratterizzato da
una sezione compatta il bilancio delle forze applicato ad un tratto di canale di
lunghezza infinitesima si scrive

M
= A if C 0
x
g
in cui C il contorno bagnato e 0 lo sforzo tangenziale medio alla parete.
Ricordando che 0=gRH j, la precedente relazione pu essere riscritta come
segue
M
= A( if j )
x

2.1

(19)

Profili di moto gradualmente vario

Nelle ipotesi di piccola pendenza del fondo e variazione graduale della quota della
superficie libera (che consentono di assumere distribuzione idrostatica delle
pressioni in direzione verticale), landamento della superficie libera lungo un tronco di
canale prismatico determinato dalla soluzione dellequazione (6) scritta nella
seguente forma:
i j
dy
= f 2
dx 1 F

(20)

I profili di moto permanente che possono svilupparsi sono quelli di tipo M, per
pendenze del fondo inferiori a quella critica, e di tipo S, per pendenze superiori a
quella critica (Fig. 6).

Fig. 6

Oltre ai profili di tipo M e S, appena richiamati, si possono sviluppare profili di tipo C,


quando la pendenza del fondo coincide con la pendenza critica, di tipo H quando il
fondo orizzontale e di tipo A quando la pendenza del fondo negativa
(contropendenza). Tali profili sono illustrati in Figura 1.9.
E da segnalare che la condizione if=ic poco frequente nella pratica. In queste
condizioni, per altro, la superficie libera risulta fortemente instabile.

-11-

Fig. 7

E da osservare, infine, che in presenza di un breve tratto di canale a fondo


orizzontale o in contropendenza, i profili H2 o A2 e H3 o A3 che si sviluppano sono di
fatto analoghi ai corrispondenti profili M2 e M3 caratteristici della debole pendenza.
Per questi motivi, nel seguito, non verranno analizzate le situazioni if=ic e if0. Per
questultimo caso, peraltro, qualche esempio riportato negli esercizi raccolti nella
seconda parte di questo volumetto.
2.1.1 Una nota sul profilo M1.

il profilo M1 viene rappresentato da una curva monotona decrescente che verso


monte tende asintoticamente alle condizioni di moto uniforme e verso valle tende,
ancora asintoticamente, a disporsi orizzontalmente. Un profilo, quindi, lungo il quale
la quota della superficie libera risulterebbe sempre decrescente. In realt, se le
dissipazioni di energia sono valutate, ad esempio, con la formula di GaucklerStrickler, il profilo M1 non risulta essere sempre decrescente. A partire dallequazione
(18) e nellipotesi di canale prismatico e portata costante, si ottiene

h i f F 2 j
=
x
1 F 2

(21)

Nel caso di corrente lenta (F<1) il denominatore, nella precedente equazione, risulta
sempre positivo e la condizione h/x>0 si riduce pertanto alla seguente
if F 2 j > 0

(22)

Utilizzando per j la formula di Gauckler-Strickler (17), si ha


Q 2B
Q2
if
>
g A 3 k S2 R H4 / 3 A 2

(23)

Utilizzando lespressione della pendenza critica fornita dalla (15), esplicitata rispetto
a ks, si trova
B A R Hc

if > ic c
B Ac R H

4/3

(24)

Se consideriamo, per semplicit, il caso di sezione rettangolare larga, la precedente


relazione si semplifica nella seguente

y
i f > ic c
y

1/ 3

(25)

Nel caso di profilo S1, si ha if>ic e y>yc e la precedente relazione sempre verificata
(lungo il profilo S1 la quota della superficie libera cresce nella direzione del moto). Nel
-12-

caso di profilo M2, sar sempre h/x<0 in quanto sia laltezza y che la quota del
fondo z diminuiscono nella direzione del moto.
Nel caso del profilo M1, per valori molto elevati del tirante, il rapporto yc/y tende a
zero e non appena verificata la seguente condizione
y > y c ( ic / i f ) 3

(26)

risulta h/x>0. Questo risultato, per altro, mostra che il profilo M1 tende
asintoticamente allorizzontale da sotto come schematicamente illustrato in Fig. 8

Fig. 8

E da osservare, per completezza, che se in luogo della formula di Gauckler-Strickler


per la valutazione di J, fosse stata usata la formula di Chzy, con coefficiente di
Chzy costante, la condizione (26) sarebbe stata if>ic. In questo caso, pertanto, un
profilo M1 risulta sempre decrescente.

Nellillustrare le soluzioni presentate nei capitoli che seguono spesso,


consapevolmente, il profilo M1 disegnato in salita (si veda, ad esempio, Fig.
14); ci al solo scopo di evidenziare meglio, dal punto di vista grafico, la forma
dei profili che si instaurano.

2.2

Variazioni localizzate

In corrispondenza di una qualsiasi variazione localizzata, delle caratteristiche


geometriche o della portata, si determinano modifiche nel comportamento della
corrente. Queste ultime, spesso, sono accompagnate da rapide variazioni di velocit
e di livello il cui andamento, cadendo lipotesi di distribuzione idrostatica delle
pressioni e lenta variabilit del moto, non rappresentabile mediante i profili di tipo M
o S. In tal caso il tracciamento del profilo tra due sezioni immediatamente a monte e
a valle della discontinuit puramente qualitativo.
Il legame tra le caratteristiche idrodinamiche relative alle due suddette sezioni si
determina sulla base di un bilancio di energia o, in qualche caso, mediante
lapplicazione del teorema della quantit di moto come verr ampiamente illustrato
nei paragrafi successivi.

2.3

Condizioni al contorno e condizioni interne

Assumendo nota la distribuzione spaziale delle portate, le condizioni al contorno


necessarie per la soluzione dellequazione (18) vanno poste sui livelli. Possiamo
distinguere tra condizioni al contorno esterne, e condizioni al contorno interne. Le
prime consistono nellassegnare il livello nella sezione estrema di monte e/o di valle
in dipendenza dalla natura della corrente (si veda a tale proposito il paragrafo 6.1).
Le seconde sono descritte in dettaglio nei paragrafi 2.3.1-2.3.3.

-13-

2.3.1 Sezioni di controllo (transizione lentarapida)

Definiamo sezione di controllo una sezione (o un breve tratto di canale) attraverso la


quale si ha transizione da corrente lenta a corrente rapida e per la quale, nota la
portata, sono univocamente definibili le condizioni che consentono di integrare il
profilo di corrente lenta a monte e quello di corrente rapida a valle (vedi Fig. 12a).
Infatti, in corrispondenza di una sezione di controllo si stabilisce, in genere, laltezza
critica yc (determinabile univocamente quando siano fissate le caratteristiche
geometriche della sezione e la portata fluente) ovvero si stabiliscono condizioni
diverse da quelle critiche ma comunque facilmente e univocamente quantificabili.
E questo, ad esempio, il caso di efflusso libero sotto battente illustrato in Fig. 9 per il
quale, nota la portata, comunque possibile determinare facilmente le condizioni di
monte e di valle per lintegrazione dei profili.

Fig. 9

Laltezza di valle, da porre come condizione al contorno, infatti acc (vedi Fig. 9),
mentre laltezza di monte yM calcolata mediante un semplice bilancio di energia:
yM +

Q2
Q2
a
c
=
+
c
2g [ A( y M )] 2
2g [ A(ac c )] 2

(27)

Le sezioni di monte e di valle, fisicamente distinte, sono considerate, dal punto di


vista concettuale, coincidenti tra loro e coincidenti quindi con la sezione di
controllo.

Per un assegnato tratto di corso dacqua, solo le sezioni in corrispondenza delle quali
si verificano variazioni geometriche o di portata sono potenzialmente sezioni di
controllo. Non per possibile stabilire a priori se in tali sezioni si realizzi
effettivamente la transizione da corrente lenta a rapida.
2.3.2 Sezioni di sconnessione idraulica (transizione rapidalenta)

Definiamo sezione di sconnessione idraulica una sezione (o un breve tratto di


canale) attraverso la quale si attua la transizione da corrente rapida a corrente lenta.
I profili liquidi a monte e a valle di una sezione di sconnessione idraulica sono
determinati in modo indipendente come se i tratti di monte e di valle fossero tra loro
isolati (vedi Fig. 12b). In presenza di una sezione di sconnessione idraulica, pertanto,
necessario disporre di unulteriore condizione al contorno.
Come noto, la transizione da corrente rapida a corrente lenta avviene attraverso la
formazione di un risalto idraulico. Mediante lapplicazione del teorema della quantit
di moto (nella quale, generalmente, si trascurano la componente della forza peso
nella direzione del moto e gli sforzi tangenziali al fondo), possibile stabilire una

-14-

relazione biunivoca tra le altezze dacqua a monte e a valle del risalto. Tale
relazione, per una sezione rettangolare, si scrive:
y 2 = y 1( 1 + 1 + 8F12 ) / 2

(28)

in cui i pedici 1 e 2 si riferiscono, indifferentemente, alla sezione di monte (rapida) e


di valle (lenta) o viceversa. Le altezze y1 e y2 si dicono tra loro coniugate. Nel
seguito, laltezza y2, coniugata di y1, sar indicata con y1R.
Dal punto di vista grafico, il legame tra le altezze coniugate nel risalto di immediata
determinazione se si fa riferimento al diagramma M-y (vedi Fig. 10).

Fig. 10

Tra monte e valle di un risalto si ha quindi una dissipazione localizzata di energia


che, per sezioni rettangolari, pu essere valutata mediante una delle seguente
relazioni nelle quali il pedice 1 indica la sezione di monte
3
(
y 2 y1 )
E =

4 y 1y 2

(29)

1 + 8F12 3
E
=
y 1 16 ( 1 + 8F12 1)
Va sottolineato, infine, che

il legame tra le altezze coniugate y1 e y2 utilizzabile al solo scopo di determinare


la posizione del risalto;

le sezioni a monte e a valle del risalto, fisicamente distinte, sono considerate, dal
punto di vista concettuale, coincidenti tra loro e coincidenti quindi con la sezione
di sconnessione idraulica;

possibile, anche se molto improbabile, che le altezze y1 e y2 siano praticamente


coincidenti tra di loro e coincidenti quindi con laltezza critica. Il tal caso si pu
avere una transizione da corrente rapida a corrente lenta senza che si abbia il
risalto (Fig. 11).

-15-

Fig. 11

2.3.3 Casi particolari (transizione lentarapidalenta)

In qualche caso una sezione di controllo e una sezione di sconnessione idraulica si


presentano molto ravvicinate tra di loro al punto da poterle considerare come
ununica sezione. Si parla in tal caso di una doppia transizione localizzata
lentarapidalenta (vedi Fig. 12c). Situazioni di questo tipo si incontrano, ad
esempio, in presenza di un salto di fondo (vedi Casi A2-a e A2-b del paragrafo 3.3.1)
o di un brusco allargamento (vedi Caso A2-b del paragrafo 3.8.1).
Non possibile che si verifichi il caso opposto di doppia transizione localizzata
rapidalentarapida (ma sono pronto a ricredermi se qualcuno mi dimostra il
contrario).

Fig. 12

2.4

Criteri generali per la ricostruzione dei profili

Si enunciano di seguito e in modo del tutto informale le principali regole che


opportuno seguire per tracciare in modo corretto (anche solo qualitativamente) i
profili di moto permanente che si sviluppano lungo un generico tratto di canale.
1) Conviene, preliminarmente, rappresentare per ciascun tratto (prismatico) del
canale laltezza di moto uniforme y0 e quella critica yc; opportuno, inoltre,
individuare tutte le sezioni che potrebbero risultare sezioni di controllo;
2) si procede quindi allintegrazione dei profili partendo dalla condizione di valle (se
questa assegnata e la corrente localmente lenta) e/o dalla condizione di
monte (se questa assegnata e la corrente localmente rapida);
3) si prosegue nellintegrazione fin dove possibile;

-16-

4) in assenza di condizioni al contorno esterne, o quando si costretti ad arrestare il


procedimento di integrazione, si fissa la condizione critica nella sezione pi vicina
(a monte, se si stava integrando da valle, a valle, nel caso opposto) in cui vi una
qualche variazione (di geometria o di portata), potendo essere questa una
sezione di controllo;
5) a partire dalle sezioni di controllo si procede verso monte e verso valle in accordo
con il punto 3).

Si suggerisce di riconsiderare queste regole dopo aver visto alcuni degli esempi
discussi nei successivi capitoli.

E utile affiancare alla ricostruzione grafica di un generico profilo la sua


rappresentazione nel diagramma H-y. Negli esempi che seguono, la descrizione del
profilo con riferimento al diagramma H-y illustrata a partire dalla sezione di monte
indipendentemente dal percorso logico seguito nella ricostruzione del profilo stesso.

-17-

Canali prismatici a portata costante

In questo paragrafo sono illustrati e discussi alcuni esempi relativi al tracciamento dei
profili di moto permanente in canali percorsi da una portata costante, prismatici e
infinitamente lunghi. Questultima condizione introduce una semplificazione del
problema legata al fatto che, infinitamente a monte e a valle, e quindi in
corrispondenza delle sezioni di estremit del canale, si realizzano condizioni di moto
uniforme. Queste rappresentano pertanto le condizioni al contorno esterne per i
problemi qui indagati.

3.1

Variazioni di pendenza

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo che presenta


una variazione di pendenza, come illustrato schematicamente in Fig. 13. I casi
possibili sono definiti dalle combinazioni di if<ic, if>ic per i due tratti di monte e di valle.
Preliminarmente conviene indicare, in modo qualitativo, le altezze di moto uniforme
caratteristiche dei due tratti osservando che, a parit di altre condizioni, al crescere
della pendenza del fondo if, laltezza y0 diminuisce.
3.1.1 Caso A: if<ic per entrambi i tratti.

Per quanto detto in precedenza, essendo la corrente a moto uniforme lenta,


procediamo nella ricostruzione del profilo a partire da valle (sez. 1) dove si impone
unaltezza pari a y1=y0V. Proseguendo verso monte, il moto si mantiene uniforme
finch non si incontra una qualche variazione geometrica. Nella sezione 2,
immediatamente a valle del cambio di pendenza, si avr pertanto y2= y0V.

Fig. 13

Tra la sezione 2 e la sezione 3, posta immediatamente a monte del cambio di


pendenza, consideriamo il bilancio di energia:
z3 + H 3 = z2 + H 2

(30)

il quale, essendo z2=z3 e mantenendosi invariata la natura della corrente, fornisce


y3=y2=y0V.
Nel caso A1 (vedi Fig. 13), in corrispondenza della sezione 3 laltezza dacqua risulta
pertanto superiore a quella di moto uniforme che compete al tratto di monte. Al
contrario, nel caso A2, essa risulta inferiore.
Nel caso A1, si avr pertanto, a monte della sezione 3, un profilo di rigurgito M1
mentre nel caso A2 si realizzer un profilo di chiamata M2 (Fig. 14).
Infine, in entrambi i casi, nella sezione 4, posta infinitamente a monte, saranno
raggiunte le condizioni di moto uniforme y4=y0M.
-18-

Fig. 14

La rappresentazione delle caratteristiche energetiche in corrispondenza delle diverse


sezioni riportata nei diagrammi H-y di Fig. 15.
A partire dalle condizioni di moto uniforme di monte (punto 4), la corrente lenta segue
un profilo M1 (CASO A1) o M2 (CASO A2) fino a portarsi in corrispondenza della
sezione 3 nelle stesse condizioni energetiche che caratterizzano la corrente lenta di
valle in moto uniforme. Lo stesso punto (123) nel diagramma H-y quindi
rappresentativo dello stato di moto nel tratto a valle della sezione 3.

Fig. 15

3.1.2 Caso B: if>ic per entrambi i tratti.

Essendo la corrente a moto uniforme rapida, procediamo alla ricostruzione del profilo
a partire da monte (sez. 1 di Fig. 16) dove si impone unaltezza pari a y1=y0M.
Proseguendo verso valle, il moto si mantiene uniforme finch non si incontra la
variazione geometrica determinata dal cambio di pendenza. Nella sezione 2, si avr
pertanto y2=y0M. Tra la sezione 2 e la sezione 3 posta immediatamente a valle del
cambio di pendenza consideriamo il bilancio di energia espresso, formalmente, dalla
stessa eq. (30)
Essendo z2=z3 e mantenendosi invariata la natura della corrente, si trova y3=y2= y0M.
Nella sezione 3, laltezza dacqua risulta pertanto inferiore a quella di moto uniforme
che compete al tratto di valle nel caso B1, mentre risulta superiore a quella di moto
uniforme che compete al tratto di valle nel caso B2 (vedi Fig. 16).

-19-

Fig. 16

Nel caso B1, si avr pertanto, a valle della sezione 3, un profilo di corrente
decelerata S3 mentre nel caso B2 si realizzer un profilo di corrente accelerata S2
(Fig. 17). Infine, nella sezione 4, posta infinitamente a valle, saranno raggiunte le
condizioni di moto uniforme y4=y0V.

Fig. 17

La rappresentazione delle caratteristiche energetiche in corrispondenza delle diverse


sezioni riportata nei diagrammi H-y di Fig. 18.

Fig. 18

In entrambi i casi, come si visto, la condizione di monte (moto uniforme) si


mantiene tale fino alla sezione 3. Lo stesso punto (123) nel diagramma H-y
quindi rappresentativo dello stato di moto nel tratto compreso tra queste due sezioni.
A partire dalla sezione 3 si segue il ramo delle correnti rapide del diagramma H-y
verso la condizione di moto uniforme di monte, rappresentata dal punto 4.
3.1.3 Caso C: if<ic a monte e if>ic a valle.

In questo caso, infinitamente a monte e a valle del cambio di pendenza di


stabiliranno condizioni di moto uniforme rispettivamente di corrente lenta e rapida.
Necessariamente quindi si assister ad una transizione lenta-rapida ovvero alla
-20-

formazione di una sezione di controllo. Per quanto detto nel paragrafo 2.3.1, la
sezione di controllo si disporr in corrispondenza del cambio di pendenza, essendo
questa lunica variazione presente nel dominio.
Infatti, non esistono profili di moto permanente in grado di descrivere landamento
della superficie libera rispettivamente a monte o a valle della sezione ad altezza
critica qualora il tirante yc si stabilisse, per assurdo, a valle (Fig. 19A) ovvero a monte
(Fig. 19B) della sezione in cui si realizza il cambio di pendenza.

Fig. 19

Necessariamente, quindi, laltezza critica yc si former in corrispondenza del cambio


di pendenza e da qui si svilupper, verso monte, un profilo di chiamata M2 mentre
verso valle la corrente proseguir secondo un profilo S2 (Fig. 20 CASO C).

Fig. 20

3.1.4 Caso D: if>ic a monte e if<ic a valle.

In questo caso, infinitamente a monte e a valle del cambio di pendenza di


stabiliranno condizioni di moto uniforme rispettivamente di corrente rapida e lenta.
Necessariamente quindi si assister ad una transizione rapida- lenta, cio alla
formazione di una sezione di sconnessione idraulica. A partire da monte, la corrente
si mantiene in moto uniforme fino al cambio di pendenza quindi, seguendo un profilo
di corrente rapida decelerata M3, si porta verso le condizioni critiche (Fig. 20 CASO
D). Da qui in poi non pi possibile procedere verso valle. Partendo da valle, invece,
la corrente si mantiene in moto uniforme fino al cambio di pendenza quindi,
seguendo un profilo di corrente lenta decelerata S1, si porta verso le condizioni
critiche (Fig. 20 CASO D). Da qui in poi non pi possibile procedere verso monte.
Da qualche parte, nel tratto a cavallo del cambio di pendenza, dove i due profili si
sovrappongono, si assister alla formazione del risalto. La posizione di questultimo
univocamente determinata dalla condizione di eguaglianza della spinta totale di
monte e di valle. Indicate con M0M e M0V rispettivamente la spinta della corrente di
moto uniforme di monte e quella di valle, si pu verificare una delle seguenti
situazioni.
Nel caso in cui sia: M0M=M0V, lequilibrio delle forze si ha esattamente in
corrispondenza del cambio di pendenza dove, pertanto, si former il risalto. Nel caso
in cui sia: M0M>M0V, lequilibrio delle forze si avr a valle del cambio di pendenza.
Infatti, a valle della sezione 3 (Fig. 20) la corrente rapida, seguendo un profilo M3,
-21-

riduce progressivamente la sua spinta (al limite raggiunge il valore minimo in


condizioni critiche) fino ad eguagliare quella di valle (Fig. 21, CASO D-a). Nel caso,
invece, in cui sia: M0M<M0V, lequilibrio delle forze si avr a monte del cambio di
pendenza. Infatti, a monte della sezione 2 (Fig. 20) la corrente lenta, seguendo un
profilo S1, riduce progressivamente la sua spinta (al limite raggiunge il valore minimo
in condizioni critiche) fino ad eguagliare quella di monte (Fig. 21, CASO D-b).

Fig. 21

Per la localizzazione del risalto, in alternativa al procedimento appena descritto,


basato sul confronto diretto tra le spinte, si pu ricorrere al metodo, del tutto
equivalente, che si basa sulla rappresentazione delle altezze coniugate. In tal caso si
pu far riferimento, indifferentemente, allaltezza coniugata della corrente rapida di
monte o a quella della corrente lenta di valle. Nel primo caso la soluzione illustrata
graficamente in Fig. 22 nella quale yR indica, sezione per sezione, laltezza coniugata
della corrente rapida di monte. Il risalto si localizza in corrispondenza
dellintersezione tra la curva delle altezze coniugate e il profilo della corrente lenta di
valle.

Fig. 22

Nel secondo caso la soluzione illustrata graficamente in Fig. 23 nella quale yR


indica questa volta laltezza coniugata della corrente lenta di valle. Il risalto si
localizza in corrispondenza dellintersezione tra la curva delle altezze coniugate e il
profilo della corrente rapida di monte.

Fig. 23

La descrizione dei due profili illustrati in Fig. 21, rappresentati nel diagramma H-Y a
partire da monte, riportata in Fig. 24. Nel primo caso (CASO D-a), si parte dalle
condizioni di moto uniforme y0M (sezione 1). Tali condizioni si mantengono fino al
cambio di pendenza (sezione 2, sezione 3), quindi ci si sposta lungo un profilo M3
-22-

fino alla sezione 5, immediatamente a monte del risalto. Si salta, con dissipazione di
energia, alla sezione 6, immediatamente a valle del risalto, caratterizzata dalle
stesse condizioni del moto uniforme di valle (sezione 4). Nel secondo caso (CASO Db), si parte ancora dalle condizioni di moto uniforme y0M (sezione 1). Tali condizioni si
mantengono fino alla sezione 5, immediatamente a monte del risalto. Si salta, con
dissipazione di energia, alla sezione 6, immediatamente a valle del risalto, e si
prosegue quindi con un profilo S1 fino alle sezioni 2 e 3 in corrispondenza del cambio
di pendenza. Dalla sezione 3, verso valle, il moto si mantiene uniforme (sezione 4).

Fig. 24

3.2

Variazioni di scabrezza

Le considerazioni che verranno fatte in questo paragrafo sono del tutto analoghe a
quelle appena viste per il caso di variazione di pendenza. Ci discende dal fatto che,
in moto permanente, la pendenza del fondo if e il coefficiente di scabrezza ks si
presentano sempre accoppiati nel prodotto k s i f .
Si ricorda, inoltre, che la pendenza critica ic fortemente controllata dal coefficiente
di scabrezza ks (vedi equazione (15)). Per unassegnata pendenza del fondo,
pertanto, pu accadere che ks sia sufficientemente piccolo da determinare una
pendenza critica ic maggiore di if. Viceversa, per valori di ks sufficientemente elevati
si pu verificare la situazione opposta: if>ic.
Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo che presenta
una variazione di scabrezza, come illustrato schematicamente in Fig. 25. I casi
possibili sono definiti dalle combinazioni di if<ic, if>ic per i due tratti di monte e di valle.
Preliminarmente conviene indicare, in modo qualitativo, le altezze di moto uniforme
caratteristiche dei due tratti osservando che, a parit di altre condizioni, al crescere
della scabrezza del fondo, cio al diminuire di ks, anche laltezza y0 aumenta.
3.2.1 Caso A: if<ic per entrambi i tratti.

Essendo la corrente a moto uniforme lenta, procediamo da valle (sezione 1) dove si


impone unaltezza pari a y1=y0V. Proseguendo verso monte, il moto si mantiene
uniforme finch non si incontra la variazione di scabrezza. Nella sezione 2, si avr
pertanto y2=y0V. Tra le sezioni 2 e 3, questultima posta immediatamente a monte del

-23-

cambio di scabrezza, consideriamo il bilancio di energia espresso ancora


dallequazione (30).
Essendo z2=z3 e mantenendosi invariata la natura della corrente, il bilancio fornisce
y3=y2=y0V. Nel caso A1 (vedi Fig. 25), in corrispondenza della sezione 3 laltezza
dacqua risulta pertanto superiore a quella di moto uniforme che compete al tratto di
monte. Al contrario, nel caso A2 essa risulta inferiore.

Fig. 25

Nel caso A1 si avr pertanto, a monte della sezione 3, un profilo di rigurgito M1


mentre nel caso A2 si realizzer un profilo di chiamata M2 (Fig. 26). Infine, nella
sezione 4, posta infinitamente a monte, saranno raggiunte le condizioni di moto
uniforme y4=y0M.

Fig. 26

La rappresentazione nel diagramma H-y delle caratteristiche energetiche in


corrispondenza delle diverse sezioni analoga a quella riportata in Fig. 15.
3.2.2 Caso B: if>ic per entrambi i tratti.

La corrente a moto uniforme rapida, procediamo pertanto da monte (sezione 1)


dove si impone unaltezza pari a y1=y0M. Proseguendo verso valle, il moto si
mantiene uniforme finch non si incontra la variazione di scabrezza. Nella sezione 2
si avr pertanto y2=y0M. Tra la sezione 2 e la sezione 3 posta immediatamente a valle
del cambio di scabrezza consideriamo il solito bilancio di energia (equazione (30)). il
quale, essendo z2=z3 e mantenendosi invariata la natura della corrente, fornisce
y2=y3=y0M. Nella sezione 3 laltezza dacqua risulta pertanto inferiore a quella di moto
uniforme che compete al tratto di valle nel caso B1, mentre risulta superiore nel caso
B2 (vedi Fig. 27).

Fig. 27
-24-

Nel caso B1 si avr pertanto, a valle della sezione 3, un profilo di corrente decelerata
S3 mentre nel caso B2 si realizzer un profilo di corrente accelerata S2 (Fig. 28).
Infine, nella sezione 4, posta infinitamente a valle, saranno raggiunte le condizioni di
moto uniforme y4=y0V.

Fig. 28

Anche in questo caso, la rappresentazione delle caratteristiche energetiche in


corrispondenza delle diverse sezioni analoga a quella riportata nel diagramma H-y
di Fig. 18.
3.2.3 Caso C: if<ic a monte e if>ic a valle.

In questo caso, infinitamente a monte e a valle del cambio di scabrezza di


stabiliranno condizioni di moto uniforme rispettivamente di corrente lenta e rapida.
Necessariamente quindi si assister ad una transizione lenta-rapida ovvero alla
formazione di una sezione di controllo. Per quanto detto nel paragrafo 2.3.1, la
sezione di controllo si disporr in corrispondenza del cambio di scabrezza, essendo
questa lunica variazione presente nel dominio (vedi discussione del Caso C, nel
precedente paragrafo). Qui si former laltezza critica yc. Verso monte, si svilupper
un profilo di chiamata M2 mentre verso valle la corrente proseguir secondo un
profilo S2 (Fig. 29, CASO C).

Fig. 29

3.2.4 Caso D: if>ic a monte e if<ic a valle.

In questo caso, infinitamente a monte e a valle del cambio di scabrezza di


stabiliranno condizioni di moto uniforme rispettivamente di corrente rapida e lenta.
Necessariamente quindi si assister ad una transizione rapida-lenta ovvero alla
formazione di una sezione di sconnessione idraulica. A partire da monte, la corrente
si mantiene in moto uniforme fino al cambio di pendenza quindi, seguendo un profilo
di corrente rapida decelerata M3, si porta verso le condizioni critiche (Fig. 29, CASO
D). Da qui in poi non pi possibile procedere verso valle. Partendo da valle, invece,
la corrente si mantiene in moto uniforme fino al cambio di pendenza quindi,
seguendo un profilo di corrente lenta decelerata S1, si porta verso le condizioni
critiche (Fig. 29, CASO D). Da qui in poi non pi possibile procedere verso monte.
-25-

Da qualche parte, nel tratto a cavallo del cambio di scabrezza, dove i due profili si
sovrappongono, si assister alla formazione del risalto. La posizione di questultimo
univocamente determinata dalla condizione di eguaglianza della spinta totale di
monte e di valle. Indicate con M0M e M0V rispettivamente la spinta della corrente di
moto uniforme di monte e quella di valle, si pu verificare una delle seguenti
situazioni.
Nel caso in cui sia: M0M=M0V, lequilibrio delle forze si ha esattamente in
corrispondenza del cambio di scabrezza dove, pertanto, si former il risalto. Nel caso
in cui sia: M0M>M0V, lequilibrio delle forze si avr a valle del cambio di scabrezza.
Infatti, a valle della sezione 3 (Fig. 29, CASO D) la corrente rapida, seguendo un
profilo M3, riduce progressivamente la sua spinta (al limite raggiunge il valore minimo
in condizioni critiche) fino ad eguagliare quella di valle (Fig. 30, CASO D-a). Nel
caso, invece, in cui sia: M0M<M0V, lequilibrio delle forze si avr a monte del cambio di
scabrezza. Infatti, a monte della sezione 2 (Fig. 29, CASO D) la corrente lenta,
seguendo un profilo S1, riduce progressivamente la sua spinta (al limite raggiunge il
valore minimo in condizioni critiche) fino ad eguagliare quella di monte (Fig. 30,
CASO D-b).

Fig. 30

Anche in questo caso possibile localizzare il risalto facendo ricorso alla


rappresentazione delle altezze coniugate come illustrato nel paragrafo 3.1.4.
La descrizione dei due profili illustrati in Fig. 30, rappresentati nel diagramma H-Y a
partire da monte, analoga a quella riportata in Fig. 24.

3.3

Salto di fondo

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo che presenta un


salto di fondo, come illustrato schematicamente in Fig. 31.
3.3.1 Caso A: if<ic.

Analizziamo dapprima il caso di pendenza inferiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle del salto di fondo si stabiliranno condizioni di moto
uniforme di corrente lenta. Partendo quindi da valle, con unaltezza pari a quella di
moto uniforme (y1=y0), e procedendo verso monte si mantengono condizioni di moto
uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a valle del salto (vedi Fig.
31).

-26-

Fig. 31

Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 a + E 32

(31)

in cui H2=H0. Possono a questo punto presentarsi due casi. Se la quantit (H2a+E32) che compare nellequazione (31) risulta superiore allenergia minima Hc,
allora il bilancio (31) fisicamente significativo e rappresentativo delleffettivo valore
di H3. nota dunque lenergia H3, si determina il valore y3 sul ramo delle correnti lente.
Laltezza y3 cos calcolata sar ovviamente superiore allaltezza critica yc ma
necessariamente inferiore a quella del moto uniforme y0. A monte della sezione 3 si
svilupper pertanto un profilo di chiamata M2 (Fig. 32, caso A1) fino alle condizioni di
moto uniforme infinitamente a monte (sezione 4).

Fig. 32

Se, viceversa, la quantit (H2-a+E32) dovesse risultare inferiore allenergia minima


Hc, allora il bilancio (31) non consente di determinare lenergia H3. Si noti che ci
equivale a dire che il moto uniforme non pu portarsi dalla sezione 1 fino alla sezione
2 subito a valle del salto. In tal caso si ha la formazione dellaltezza critica sopra il
gradino (y3=yc) e si pertanto in presenza di una sezione di controllo, a valle della
quale la corrente rapida. A partire da queste condizioni, verso monte, si svilupper
un profilo di chiamata M2, come illustrato in Fig. 32 (Caso A2). Dal bilancio di energia
(31), fissata questa volta lenergia di monte H3=Hc ed essendo invece H2 incognita, si
determina H2 e quindi laltezza dacqua y2 sul ramo delle correnti rapide. Si procede
quindi verso valle, seguendo un profilo di corrente rapida decelerata M3 fino a ridurre
la spinta al valore che caratterizza la condizione di moto uniforme di valle (sezione
5). Qui si assiste alla formazione di un risalto, a valle del quale (sezione 6) si
incontrano le condizioni di moto uniforme (Fig. 32, Caso A2).
I due profili rappresentati in Fig. 32 sono illustrati, con riferimento al diagramma H-y
in Fig. 33.

-27-

Fig. 33

Con riferimento alla situazione descritta per il Caso A2, in cui prevista la transizione
attraverso le condizioni critiche, vi la possibilit, per qualche verso particolare ma
tuttaltro che infrequente, che il profilo di valle differisca da quello illustrato in Fig. 32.
Pu accadere, infatti, che, pur realizzandosi la sezione di controllo sopra il gradino,
laltezza y2 di valle determinata utilizzando il bilancio (31) sia relativamente elevata e
tale da produrre una spinta inferiore a quella del moto uniforme di valle ed
insufficiente, quindi, a sostenere il risalto (vedi Esercizio 1). In tal caso il risalto migra
verso monte fino ad incollarsi a ridosso del gradino laddove la spinta della corrente di
monte pu incrementarsi per la parte statica grazie al contributo offerto dal gradino
stesso. Le sezioni di controllo e di sconnessione idraulica, pertanto, risultano tra loro
molto ravvicinate al punto da individuare, di fatto, ununica sezione (vedi paragrafo
2.3.3). Per queste situazioni, il profilo liquido e la sua rappresentazione nel
diagramma H-y, sono qualitativamente riportati in Fig. 34.

Fig. 34

3.3.2 Caso B: if>ic.

Analizziamo ora il caso di pendenza superiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle del salto di stabiliranno condizioni di moto uniforme di
-28-

corrente rapida. Si parte quindi da monte, con unaltezza pari a quella di moto
uniforme (y1=y0), e si procede verso valle mantenendo condizioni di moto uniforme
fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a monte del salto (vedi Fig. 35).

Fig. 35

Le caratteristiche del moto nella sezione 3, a valle del gradino, si determinano


attraverso il seguente bilancio di energia:
z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 3 = H 2 + a E 23

in cui H2=H0. Nota lenergia H3, si calcola laltezza dacqua y3, sul ramo delle correnti
rapide, che risulta, naturalmente, inferiore allaltezza y0. Verso valle, pertanto, si
svilupper un profilo di corrente rapida decelerata S3.
Nei CASI A2-b e B-b possibile stimare laltezza yp del cuscino dacqua che si
forma tra la faccia del gradino e il getto mediante lapplicazione del teorema della
quantit di moto.
Con riferimento alle indicazioni riportate in Fig. 36, relativamente al CASO A2-b,
lapplicazione del teorema della quantit di moto al volume di controllo individuato
dal fluido compreso tra le sezioni 2 e 3 consente di scrivere
M3 +

1
B y p2 = M 2
2

Fig. 36

-29-

Essendo nota la portata fluente e le altezze y3=yc e y2, immediato il calcolo delle
spinte M2 e M3 e quindi, dal bilancio delle spinte, altrettanto immediato il calcolo
dellaltezza yp.
In modo del tutto analogo si pu valutare laltezza yp per il CASO B-b.
Una situazione analoga a quelle analizzate in questo paragrafo ma caratterizzata
da unaltezza a del salto di fondo molto grande, quella dello sbocco in un
serbatoio descritto nel paragrafo 3.6.

3.4

Gradino di fondo

Consideriamo ora i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo che


presenta un gradino di fondo, come illustrato schematicamente in Fig. 91.
3.4.1 Caso A: if<ic.

Analizziamo dapprima il caso di pendenza inferiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle del gradino di stabiliranno condizioni di moto uniforme
di corrente lenta. Si parte quindi da valle, con unaltezza pari a quella di moto
uniforme (y1=y0), e si procede verso monte mantenendo condizioni di moto uniforme
fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a valle del gradino (vedi Fig. 91).

Fig. 37

Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + a + E 32

in cui H2=H0. Lenergia H3 fornita dalla precedente relazione risulta sempre superiore
allenergia H2 e quindi allenergia minima Hc. Nota H3, si determina il livello y3 sul
ramo delle correnti lente che risulter superiore non solo allaltezza y0 ma anche
allaltezza y2+a. A monte della sezione 3 si svilupper pertanto un profilo di rigurgito
M1 (Fig. 91) fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a monte (sezione 4).
3.4.2 Caso B: if>ic.

Analizziamo ora il caso di pendenza superiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle del gradino di stabiliscono condizioni di moto
uniforme di corrente rapida. Si parte quindi da monte, con unaltezza pari a quella di
moto uniforme (y1=y0), e si procede verso valle mantenendo condizioni di moto
uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a monte del gradino (vedi
Fig. 92).
Utilizzando il seguente bilancio di energia

-30-

z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 3 = H 2 a E 32

(32)

in cui H2=H0, si determina H3. A questo punto possono presentarsi due diverse
situazioni. Se lenergia H3 cos calcolata superiore allenergia minima Hc, la
corrente dispone dellenergia sufficiente per superare il gradino e, nota H3, si calcola
il corrispondente valore y3 sul ramo delle correnti rapide. Risulta sempre y3>y2 e
quindi, nel caso in esame, y3>y0. A partire dalla sezione 3, verso valle, si svilupper
pertanto un profilo S2 (Fig. 92). La rappresentazione del profilo complessivo, con
riferimento al diagramma H-y, riportato nella stessa Fig. 92.

In realt la condizione H3>Hc una condizione necessaria ma non sufficiente per


il superamento del gradino senza transizione. In particolari circostanze, infatti,
pu accadere che, pur essendo verificata la precedente disuguaglianza, il
comportamento della corrente sia analogo a quello illustrato di seguito,
caratterizzato dalla condizione H3<Hc. Questo particolare comportamento e le
condizioni per cui lo stesso si verifica, sono illustrate nel paragrafo 4.1.

Fig. 38

Qualora, al contrario, dovesse risultare H3<Hc (si noti che ci equivale a dire che la
corrente non pu mantenersi uniforme fino alla sezione 2), la corrente supera il
gradino in condizioni di minima energia e, in corrispondenza della sezione 3, che
diventa una sezione di controllo, si stabilisce laltezza y3=yc. Dalla sezione 3, verso
valle, la corrente prosegue secondo un profilo di tipo S2 fino alle condizioni di moto
uniforme (sezione 4).
Subito a monte del gradino, invece (sezione 2), si stabilisce laltezza dacqua y2 di
corrente lenta ricavabile utilizzando il bilancio (32) nel quale H3 nota e pari a Hc.
Dalla sezione 2, verso monte, si prosegue seguendo un profilo di tipo S1 fino alla
sezione 6 in cui la corrente presenta la medesima spinta totale del moto uniforme. La
posizione del risalto (sezioni 5 e 6) viene determinata dunque utilizzando il teorema
della quantit di moto, imponendo la condizione: M6=M5=M0. Il profilo cos ricostruito
illustrato in Fig. 93 accanto alla sua rappresentazione nel diagramma H-y.

Non deve sorprendere (vedi curva H-y, Caso B-b2 di Fig. 93) se lenergia H2
acquisita complessivamente dalla corrente in corrispondenza della sezione 2,
dovesse risultare inferiore a quella posseduta dalla corrente inizialmente (sezioni
1 e 4). Ci dovuto alla diversa entit delle dissipazioni di energia che hanno
-31-

luogo tra le sezioni 2 e 3 quando il gradino affrontato da una corrente rapida


ovvero da una lenta.

Fig. 39

3.5

Breve rialzo di fondo

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo che presenta un


breve rialzo di fondo, come illustrato schematicamente in Fig. 40.

Fig. 40

3.5.1 Caso A: if<ic.

Analizziamo dapprima il caso di pendenza inferiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle del gradino si stabiliranno condizioni di moto uniforme
di corrente lenta. Si parte quindi da valle, con unaltezza pari a quella di moto
uniforme (y1=y0), e si procede verso monte mantenendo condizioni di moto uniforme
fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a valle del gradino (vedi Fig. 41).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia

-32-

z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 a + E 32

(33)

in cui H2=H0. Possono a questo punto presentarsi due casi. Se lenergia H3 fornita
dalla (33) risulta superiore allenergia minima Hc, allora il bilancio (33) fornisce
effettivamente lenergia H3 nota la quale, si determina il valore y3 sul ramo delle
correnti lente. Laltezza y3 cos calcolata sar ovviamente superiore allaltezza critica
yc ma inevitabilmente inferiore alla differenza y2-a, pertanto sul gradino si avr un
abbassamento della superficie libera. Per passare dalle condizioni relative alla
sezione 3 a quelle della sezione 4, immediatamente a monte del gradino, si opera un
secondo bilancio di energia
z 4 + H 4 E 43 = z3 + H 3

H 4 = H 3 + a + E 43

(34)

Nota lenergia H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti lente. Essendo
y4>y0, a monte della sezione 4 si svilupper un profilo di rigurgito M1 (Fig. 41) fino
alle condizioni di moto uniforme infinitamente a monte (sezione 5).

Fig. 41

Qualora, al contrario, dovesse risultare H3<Hc, la corrente supera il gradino in


condizioni di minima energia e in corrispondenza della sezione 3, che diventa una
sezione di controllo, si stabilisce laltezza y3=yc. Dal bilancio (33), nel quale H3=Hc, si
trova: H2=Hc+a-E32 e si calcola quindi laltezza y2 sul ramo delle correnti rapide.
Dalla sezione 2 si procede verso valle integrando il profilo M3 di corrente rapida
decelerata fino alla sezione 6 dove la spinta della corrente eguaglia quella del moto
uniforme di valle. Qui si ha la formazione del risalto.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 (critiche) a quelle della sezione 4
immediatamente a monte del gradino, si opera il bilancio di energia (34) nel quale
H3=Hc. Nota lenergia H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti lente.
Essendo y4>y0, a monte della sezione 4 si svilupper un profilo di rigurgito M1 (Fig.
42) fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a monte (sezione 5).

-33-

Fig. 42

In questo caso pu accadere che la spinta massima della corrente rapida che si
determina in corrispondenza della sezione 2, a valle del gradino, sia inferiore alla
spinta che caratterizza la corrente di valle in moto uniforme. In tale evenienza il
risalto sospinto verso monte fino al gradino dove trova la collaborazione offerta
dalla spinta statica prodotta dal gradino stesso cosicch le sezioni di controllo e di
sconnessione idraulica vengono di fatto a coincidere (Fig. 43).

Fig. 43

3.5.2 Caso B: if>ic.

Analizziamo ora il caso di pendenza superiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle del gradino di stabiliranno condizioni di moto uniforme
di corrente rapida. Si parte quindi da monte, con unaltezza pari a quella di moto
uniforme (y1=y0), e si procede verso valle mantenendo condizioni di moto uniforme
fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a monte del gradino (vedi Fig. 44).
Utilizzando il seguente bilancio di energia
-34-

z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 3 = H 2 a E 23

(35)

si determina H3. A questo punto possono presentarsi due diverse situazioni. Se


lenergia H3 superiore allenergia minima Hc, la corrente dispone dellenergia
sufficiente per superare il gradino e, nota H3, si calcola il corrispondente valore di y3
sul ramo delle correnti rapide.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 a quelle della sezione 4,
immediatamente a valle del gradino, si opera un secondo bilancio di energia:
z3 + H 3 E 34 = z 4 + H 4

H 4 = H 3 + a E 34

(36)

Nota lenergia H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti rapide. Essendo
y4>y0, a valle della sezione 4 si svilupper un profilo di corrente rapida accelerata S2
fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a valle (sezione 5).
Il profilo che si sviluppa e la sua rappresentazione nel diagramma H-y, sono riportatio
in Fig. 44.

In realt la condizione H3>Hc una condizione necessaria ma non sufficiente per


il superamento del gradino senza transizione. In particolari circostanze, infatti,
pu accadere che, pur essendo verificata la precedente disuguaglianza, il
comportamento della corrente sia analogo a quello illustrato nei successivi casi
B2-a e B2-b, caratterizzati dalla condizione H3<Hc. Questo particolare
comportamento e le condizioni per cui lo stesso si verifica sono illustrate nel
paragrafo 4.1

Fig. 44

Qualora, al contrario, dovesse risultare H3<Hc (si noti che ci equivale a dire che la
corrente in moto uniforme non dispone dellenergia sufficiente per superare il
gradino), la corrente supera il gradino in condizioni di minima energia e in
corrispondenza della sezione 3, che diventa una sezione di controllo, si stabilisce
laltezza y3=yc. Dal bilancio (35), nel quale H3=Hc, si trova: H2=Hc+a+E23 e si calcola
quindi laltezza y2 sul ramo delle correnti lente. Dalla sezione 2 si procede verso
monte integrando il profilo S1 di corrente lenta decelerata fino alla sezione 7 dove la
spinta della corrente eguaglia quella del moto uniforme di monte (sezione 6). Qui si
ha la formazione del risalto.
-35-

Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 (condizioni critiche) a quelle della
sezione 4, immediatamente a valle del gradino, si opera il bilancio di energia (36) nel
quale H3=Hc. Nota lenergia H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti
rapide. Nel caso in cui risulti y4<y0, a valle della sezione 4 si svilupper un profilo S3
(Fig. 45) fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a valle (sezione 5).

Fig. 45

Nel caso opposto, in cui sia y4>y0, a valle della sezione 4 si svilupper un profilo S2
(Fig. 46) fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a valle (sezione 5).

Fig. 46

Non deve sorprendere (vedi curva H-y, Caso B2-c in Fig. 47) se lenergia H2
acquisita complessivamente dalla corrente in corrispondenza della sezione 2
dovesse risultare inferiore a quella posseduta dalla corrente inizialmente (sezioni 1 e
6). Ci dovuto alla diversa entit delle dissipazioni di energia per la corrente rapida
e per quella lenta quando investono il gradino. In questo caso, laltezza y4 a valle del
gradino, risulta superiore allaltezza di moto uniforme e, procedendo verso valle, si
sviluppa un profilo S2 di corrente rapida accelerata (Fig. 47).

-36-

Fig. 47

3.6

Sbocco in un serbatoio

I problemi di sbocco in un serbatoio sono qualitativamente analoghi a quelli relativi


alla presenza di un salto di fondo visi nel paragrafo 3.3. Anche per questo problema
conviene analizzare separatamente i casi di pendenza del fondo inferiore o superiore
a quella critica. (Si osservi che il serbatoio pu essere visto come un tratto di canale
estremamente largo e profondo per il quale la corrente lenta (F<1) e la pendenza
del fondo inferiore a quella critica).
3.6.1 Caso A: if<ic.

Consideriamo dapprima il problema di sbocco in un serbatoio nel caso in cui il canale


immissario sia caratterizzato da una pendenza del fondo inferiore a quella critica. In
queste condizioni il moto comandato da valle (cio dal livello nel serbatoio).
Indicata con la differenza tra la quota tra la superficie libera nel serbatoio hS e la
quota del fondo del canale alla sezione di sbocco zV, sciviamo il bilancio di energia
tra le sezioni 1 (serbatoio) e 2 (sezione di sbocco del canale)
z 2 + H 2 E 21 = E1 = hS

ovvero

z2 + y 2 +

v 22
E 21 = hS = z 2 +
2g

(37)

Se si assume, come consuetudine, che nello sfociare nel serbatoio la corrente


dissipi una quantit di energia pari al carico cinetico (E21=v22/2g), dalla (37) si avr
y2=. E necessario, a questo punto distinguere il caso in cui risulta y2>yc da quello in
cui y2<yc.
Nel primo caso (y2=>yc), nella sezione 2 abbiamo una corrente lenta, correttamente
determinata a partire da valle, la quale pu essere integrata verso monte senza
problema alcuno.
Nel caso in cui il livello y2 sia superiore allaltezza di moto uniforme y0 (vedi Fig. 48,
CASO A1-a), a partire dalla sezione di sbocco si svilupper un profilo di rigurgito M1
fino a raccordarsi, infinitamente a monte, con laltezza y0 di monte. Nel caso, invece
(Fig. 48, CASO A1-b), in cui il livello y2 dovesse risultare inferiore a y0, a partire dalla
sezione di valle si avr un profilo di chiamata M2 che si raccorder gradualmente con
il moto uniforme di monte.
-37-

Fig. 48

Nel caso in cui dovesse invece risulta y2=<yc, nella sezione 2 non si stabilisce il
livello y2= (tale livello, infatti, che stato determinato a partire da valle, associato
ad una corrente rapida) E da osservare a questo proposito che la soluzione y2=<yc
descrive, di fatto, la situazione per la quale la corrente lenta di valle (cio il moto nel
serbatoio) non ha energia sufficiente per stabilire una condizione di corrente lenta in
corrispondenza della sezione di sbocco del canale. In tal caso, in corrispondenza di
questa sezione terminale si stabiliscono le condizioni critiche (y2=yc).
A monte della sezione 2 si svilupper pertanto un profilo di chiamata M2, mentre la
corrente supercritica a valle della sezione 2 subir limmediata transizione a lenta
come illustrato in Fig. 49 (caso di sezione di controllo e di sconnessione
praticamente coincidenti)

Fig. 49

3.6.2 Caso B: if>ic.

Consideriamo ora il caso in cui il canale immissario sia caratterizzato da una


pendenza superiore a quella critica. In queste condizioni, essendo la corrente di
monte rapida e quella di valle (nel serbatoio) lenta, si dovr verificare una transizione
rapida-lenta con la formazione di un risalto. Procedendo preliminarmente da monte
(sezione 1), si assume, in prima ipotesi, che la corrente si mantenga in moto
uniforme fino alla sezione di sbocco (y2=y0). Utilizzando il teorema della quantit di
moto si calcola laltezza yR coniugata di y2, ovvero dellaltezza di moto uniforme (per
sezioni rettangolari si pu utilizzare lequazione (28)). Se risulta yR> significa che la
corrente rapida di monte dotata di una spinta superiore a quella della corrente lenta
imposta dal livello nel serbatoio. In tal caso il risalto viene sospinto nel serbatoio e la
situazione che si realizza quella illustrata in Fig. 50

-38-

Fig. 50

Se, viceversa, risulta yR<, allora in corrispondenza dello sbocco si avr y2=.
Procedendo verso monte si segue un profilo di corrente lenta decelerata S1 fino a
raggiungere il livello y5=yR, laddove si former il risalto (vedi Fig. 51).

Fig. 51

3.7

Imbocco da un serbatoio

I problemi di imbocco da un serbatoio sono qualitativamente analoghi a quelli relativi


alla presenza di un gradino di fondo visi nel paragrafo 3.4. Anche per questo
problema conviene analizzare separatamente i casi di pendenza del fondo inferiore o
superiore a quella critica. (Si osservi che il serbatoio pu essere visto come un tratto
di canale estremamente largo e profondo per il quale la corrente lenta (F<1) e la
pendenza del fondo inferiore a quella critica).
3.7.1 Caso A: if<ic.

Consideriamo dapprima il caso in cui il canale emissario sia caratterizzato da una


pendenza inferiore a quella critica. In queste condizioni, la corrente risulta essere
ovunque (nel canale e nel serbatoio) lenta. Per ricostruire il profilo, si parte pertanto
dalla sezione di valle (sezione 1). Il problema, in questo caso, complicato dal fatto
che non pu essere nota a priori la portata che defluisce lungo il canale in quanto la
stessa dipende anche dal livello nel serbatoio. In generale, si procede per tentativi.
Assunta una portata Q di primo tentativo, si ricostruisce il profilo di corrente lenta da
valle verso monte fino alla sezione di imbocco (sezione 2) dove si avr laltezza y2. A
questo punto si calcola lenergia H2 e si considera il bilancio di energia:
hs E 32 = z2 + H 2

(38)

-39-

in cui hs la quota della superficie libera nel serbatoio.


Se lequazione di bilancio (38), nella quale la perdita E32 pu generalmente essere
trascurata, non dovesse essere verificata, si procede ad un nuovo tentativo
modificando la portata Q.
Nel caso in cui il canale sia infinitamente lungo la superficie libera, in prossimit
dellimbocco, si dispone secondo il profilo di moto uniforme e alla sezione 2 si ha
pertanto y2=y0. Allequazione (38) pu quindi essere associata la relazione di moto
uniforme (1) ottenendo, nellipotesi di trascurare la dissipazione localizzata E32, la
seguente equazione nella sola incognita y2
k s2 R H4 / 3 ( y 2 ) i f
hs z 2 = y 2 +
2g

(39)

Risolta lequazione (39) possibile determinare, mediante la (1), la portata fluente. Il


profilo liquido, per questo caso, illustrato in Fig. 52.

Fig. 52

Landamento qualitativo dei profili che si stabiliscono in un canale di lunghezza finita


(per il calcolo dei quali si segue il processo iterativo sopra delineato) sono, infine,
illustrati in Fig. 53.

Fig. 53

3.7.2 Caso B: if>ic.

Consideriamo quindi il problema di imbocco da un serbatoio quando il canale


emissario sia caratterizzato da una pendenza superiore a quella critica. In questo
caso si attua una transizione tra la corrente lenta nel serbatoio e quella rapida lungo
il canale. La sezione di controllo si posiziona in corrispondenza dellimbocco dove si
avr unaltezza pari a quella critica yc. Allequazione (38) pu pertanto essere
associata la condizione espressa dallequazione (10) ottenendo, nellipotesi di

-40-

trascurare la dissipazione localizzata E32, la seguente equazione nella sola


incognita y2= yc
hs z 2 = y 2 +

A( y 2 )
2 B( y 2 )

(40)

Calcolata laltezza y2=yc, a partire dalla sezione di imbocco, verso valle, si svilupper
un profilo di corrente rapida accelerata S2 come illustrato in Fig. 54.

Fig. 54

3.8

Variazione di larghezza: allargamento

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo che presenta un


brusco allargamento, come illustrato schematicamente in Fig. 55.

Fig. 55

Preliminarmente conviene indicare, in modo qualitativo, le altezze di moto uniforme e


le altezze critiche caratteristiche dei due tratti osservando che, a parit di altre
condizioni, al crescere della larghezza, laltezza y0 e quella critica yc diminuiscono
entrambe.
-41-

3.8.1 Caso A: if<ic per entrambi i tratti.

Analizziamo dapprima il caso di un allargamento localizzato in un canale


caratterizzato da una pendenza inferiore a quella critica. In questo caso,
infinitamente a monte e a valle della variazione di larghezza, si stabiliranno
condizioni di moto uniforme di corrente lenta con altezze y0M e y0V diverse tra loro. In
particolare, utilizzando una qualsiasi formula di moto uniforme e lespressione per
lenergia H, facile verificare che dovr essere: y0M>y0V e H0M>H0V.
Si parte da valle, con unaltezza pari a quella di moto uniforme (y1=y0V), e si procede
verso monte mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0V)
posta immediatamente a valle della variazione di larghezza (vedi Fig. 56, CASO A1).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32

(41)

in cui H2=H0V. Possono a questo punto presentarsi due casi. Se lenergia H3 fornita
dalla (41) risulta superiore allenergia minima di monte HcM, allora nota H3 si
determina il valore y3 sul ramo delle correnti lente. Laltezza y3 cos calcolata sar
ovviamente superiore allaltezza critica ycM ma inferiore a quella del moto uniforme
y0M. A monte della sezione 3 si svilupper pertanto un profilo di chiamata M2 (Fig. 56,
CASO A1) fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a monte (sezione 4).

Fig. 56

Se, viceversa, lenergia H3 fornita dalla (41) dovesse risultare inferiore allenergia
minima HcM, allora il bilancio (41) non consente di determinare H3. In tal caso, infatti,
si ha la formazione dellaltezza critica immediatamente a monte dellallargamento
(y3=ycM) dove si pertanto in presenza di una sezione di controllo, a valle della quale
la corrente rapida. A partire da queste condizioni, verso monte, si svilupper un
profilo di chiamata M2, come illustrato in Fig. 57 (Caso A2-a). Dal bilancio di energia
(41), fissata questa volta lenergia di monte H3=HcM, si determina H2 e quindi laltezza
dacqua y2 sul ramo delle correnti rapide. Si procede quindi verso valle, seguendo un
profilo di corrente rapida decelerata M3 fino a ridurre la spinta al valore che
caratterizza la condizione di moto uniforme di valle (sezione 5). Qui si assiste alla
formazione di un risalto, a valle del quale (sezione 6), si incontrano le condizioni di
moto uniforme (Fig. 57, Caso A2-a).
-42-

Fig. 57

E da sottolineare che, nel secondo caso indagato, la trattazione unidimensionale


descrive in modo molto approssimativo il comportamento della corrente a valle
dellallargamento che nella realt ha un carattere spiccatamente bidimensionale. Va
detto, peraltro, che questa situazione si presenta con una frequenza relativamente
modesta. Spesso, infatti, la corrente rapida, immediatamente a valle
dellallargamento (sezione 2), caratterizzata da una spinta insufficiente a sostenere
il risalto il quale, pertanto, risale verso monte portandosi a ridosso dellallargamento
stesso. La sezione di controllo e quella di sconnessione idraulica si sovrappongono
(vedi paragrafo 2.3.3). Questa situazione illustrata in Fig. 58.

Fig. 58

3.8.2 Caso B: if>ic per entrambi i tratti.

Consideriamo ora il caso di un allargamento localizzato in un canale caratterizzato


da una pendenza superiore a quella critica. Infinitamente a monte e a valle della
variazione di larghezza si stabiliranno condizioni di moto uniforme di corrente rapida
come illustrato nella precedente Fig. 55, CASO B. Si parte pertanto da monte, con
unaltezza pari a quella di moto uniforme (y1=y0M), e si procede verso valle
mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0M) posta
immediatamente a monte della variazione di larghezza (vedi Fig. 59).
-43-

Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia:
z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 3 = H 2 E 23

(42)

in cui H2=H0M. Nota lenergia H3, si determina il valore y3, sul ramo delle correnti
rapide il quale risulter certamente inferiore allaltezza di moto uniforme y0V.
Procedendo verso valle, pertanto, si svilupper un profilo di corrente rapida
decelerata S3 fino a raggiungere le condizioni di moto uniforme (sezione 4). Il profilo
liquido e la sua rappresentazione sul diagramma H-y, sono illustrati in Fig. 59.

Fig. 59

Con riferimento a questa situazione da osservare che la teoria unidimensionale


male si presta ad interpretare la realt fisica. In corrispondenza di deviazioni
planimetriche, infatti, una corrente rapida sviluppa una serie di fronti donda,
generalmente di altezza finita, che modificano in misura anche sensibile il campo
di moto. Dal punto di vista qualitativo, la configurazione dei fronti illustrata in
Fig. 60.

Fig. 60

A rigore, con riferimento ad un allargamento, sono possibili in qualche caso


anche le situazioni: if>ic a monte, if<ic a valle e if<ic a monte, if>ic a valle.
Combinando la formula di Gauckler-Strickler per il moto uniforme e la definizione
di numero di Froude, si pu individuare una relazione che mostra come varia il
numero di Froude al variare della larghezza B. A tale scopo conveniente
rendere adimensionali le diverse grandezze introducendo una lunghezza di
riferimento L0 e una portata di riferimento Q0, cos definite:
-44-

L0 = [g /(k s2 i f )] 3

Q0 = k s i f L80 / 3

(43)

In relazione alla forma della sezione trasversale, si ottiene una relazione del tipo:
F=f (B/L0,Q/Q0), essendo B una larghezza caratteristica di riferimento. Per una
sezione rettangolare, ad esempio, tale relazione illustrata graficamente in Fig.
61.

Fig. 61

Quando la sezione relativamente larga, nel passare dalle condizioni di moto


uniforme di monte a quelle di valle, si ha una diminuzione del numero di Froude
(vedi Fig. 61) che pu passare da valori superiori allunit (if>ic) a valori inferiori
(if<ic). Lopposto pu accadere quando la sezione relativamente stretta.
3.8.3 Caso C: if<ic a monte e if>ic a valle.

In questo caso si ha evidentemente la formazione di una sezione di controllo.


Laltezza critica, non pu stabilirsi in corrispondenza della sezione 3 a valle
dellallargamento perch il bilancio di energia tra questa sezione e la sezione 2 di
monte non presenterebbe soluzioni (vedi Fig. 62). Ne consegue che laltezza critica
si forma nella sezione 2 posta immediatamente a monte dellallargamento. A partire
dallaltezza critica nella sezione 2, si prosegue verso monte seguendo un profilo di
chiamata M2. Dal bilancio di energia (42) tra le sezioni 2 e 3, con H2=HcM, si
determina lenergia H3 e quindi laltezza dacqua y3 su ramo delle correnti rapide. Da
qui si prosegue verso valle seguendo un profilo S3. Il profilo liquido e la sua
rappresentazione sul diagramma H-y sono illustrati in Fig. 62.

-45-

Fig. 62

3.8.4 Caso D: if>ic a monte e if<ic a valle.

In questo caso, a partire da monte, la corrente si mantiene in moto uniforme fino alla
sezione 2. Utilizzando il bilancio di energia (42) si determina H3 e si calcola quindi
laltezza y3 sul ramo delle correnti rapide. Si procede quindi verso valle, seguendo un
profilo di corrente rapida decelerata M3 fino a raggiungere le condizioni di equilibrio
con il moto uniforme di valle (sezione 5). Qui si ha la formazione del risalto che porta
la corrente (sezione 6) nelle condizioni di moto uniforme di valle. Il profilo liquido e la
sua rappresentazione nel diagramma H-y sono illustrati in Fig. 63.

Fig. 63

Anche in questo caso possibile che la spinta della corrente rapida in


corrispondenza della sezione 2 risulti inferiore alla spinta della corrente lenta di valle.
Se ci dovesse verificarsi, il risalto verrebbe sospinto a ridosso dellallargamento.

3.9

Variazione di larghezza: restringimento

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo che presenta un


brusco restringimento, come illustrato schematicamente in Fig. 64.

-46-

Fig. 64

Preliminarmente conviene indicare, in modo qualitativo, le altezze di moto uniforme e


le altezze critiche caratteristiche dei due tratti osservando che, a parit di altre
condizioni, al crescere della larghezza, laltezza y0 e quella critica yc diminuiscono
entrambe.
3.9.1 Caso A: if<ic per entrambi i tratti.

Consideriamo dapprima il caso di un restringimento localizzato, in un canale


caratterizzato da una pendenza inferiore a quella critica. Infinitamente a monte e a
valle della variazione di larghezza si stabiliranno condizioni di moto uniforme di
corrente lenta come illustrato nella precedente Fig. 64. Si parte pertanto da valle, con
unaltezza pari a quella di moto uniforme (y1=y0V), e si procede verso monte
mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0V) posta
immediatamente a valle della variazione di larghezza (vedi Fig. 65).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32

in cui H2=H0V. Nota lenergia H3, si determina il valore y3, sul ramo delle correnti lente
il quale risulter certamente superiore allaltezza di moto uniforme y0M. Procedendo
verso monte, pertanto, si svilupper un profilo di rigurgito M1 fino a raggiungere,
infinitamente a monte, laltezza y0M (sezione 4). Il profilo liquido e la sua
rappresentazione sul diagramma H-y, sono illustrati in Fig. 65.

-47-

Fig. 65

3.9.2 Caso B: if>ic per entrambi i tratti.

Consideriamo ora il caso di un restringimento localizzato, in un canale caratterizzato


da una pendenza superiore a quella critica. Infinitamente a monte e a valle della
variazione di larghezza si stabiliranno condizioni di moto uniforme di corrente rapida
come illustrato nella precedente Fig. 64. Si parte pertanto da monte, con unaltezza
pari a quella di moto uniforme (y1=y0M), e si procede verso valle mantenendo
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0M) posta immediatamente a
monte della variazione di larghezza (vedi Fig. 66).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia:
z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 3 = H 2 E 32

(44)

in cui H2=H0M. Se lenergia H3 risulta superiore allenergia minima di valle HcV, allora
nota H3 si determina il valore y3 sul ramo delle correnti rapide, il quale risulter
certamente superiore allaltezza di moto uniforme y0V. Procedendo verso valle,
pertanto, si svilupper un profilo S2 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 4).

Fig. 66
-48-

Con riferimento a questa situazione da osservare che la teoria unidimensionale


male si presta ad interpretare la realt fisica. In corrispondenza di deviazioni
planimetriche, come si detto, una corrente rapida sviluppa una serie di fronti
donda, generalmente di altezza finita, che modificano in misura anche sensibile il
campo di moto. Inoltre, se il restringimento relativamente brusco, si
determinano urti forti, con transizione locale della corrente da rapida a lenta. Dal
punto di vista qualitativo, la configurazione dei fronti illustrata in Fig. 67.

Fig. 67

Anche in questo caso la condizione H3>HcV necessaria ma non sufficiente per il


superamento del restringimento senza transizione. In particolari circostanze,
infatti, pu accadere che, pur essendo verificata la precedente disuguaglianza, il
comportamento della corrente sia analogo a quello illustrato di seguito
caratterizzato dalla condizione H3<HcV. Questo particolare comportamento e le
condizioni per cui lo stesso si verifica sono illustrate nel paragrafo 4.1

Se lenergia H3 dovesse invece risultare inferiore allenergia minima di valle HcV, la


corrente supera necessariamente il restringimento in condizioni di minima energia e
in corrispondenza della sezione 3, che diventa una sezione di controllo, si stabilisce
laltezza y3=ycV. Verso valle, la corrente segue un profilo di tipo S2 fino alle condizioni
di moto uniforme (sezione 4).
Nel procedere verso monte, si determina innanzitutto lenergia H2 utilizzando il
bilancio (44): H2=H3+E23. Nota H2, si calcola la corrispondente altezza y2 sul ramo
delle correnti lente. Si prosegue quindi verso monte seguendo un profilo di tipo S1
fino alla sezione 6 dove la spinta totale pari a quella del moto uniforme di monte
(M6=M5=M0M). Il profilo cos ricostruito illustrato in Fig. 68 accanto alla sua
rappresentazione nel diagramma H-y. (Vedi Esercizio 4).
Non deve sorprendere (vedi curva H-y, Caso B-b2 di Fig. 68) se lenergia H2
acquisita complessivamente dalla corrente in corrispondenza della sezione 2
dovesse risultare inferiore a quella posseduta dalla corrente inizialmente (sezione 1).
Ci dovuto alla diversa entit della dissipazione di energia per i casi in cui il
restringimento superato da una corrente rapida, caratterizzata da un elevato carico
cinetico, o da una corrente lenta.

-49-

Fig. 68

Come per il caso di allargamento, anche in presenza di un restringimento, dal punto


di vista teorico, sono possibili le ulteriori due situazioni: if>ic a monte, if<ic a valle e
if<ic a monte, if>ic a valle.
3.9.3 Caso C: if<ic a monte e if>ic a valle.

In questo caso (vedi Fig. 64), necessariamente, si realizza in corrispondenza della


variazione di larghezza una sezione di controllo e, in particolare, si determineranno le
condizioni critiche nella sezione 3 (vedi Fig. 69). Si osservi infatti che se le condizioni
critiche si determinassero, per assurdo, in corrispondenza della sezione 2 (y2=ycM), il
bilancio di energia tra le sezioni 2 e 3 fornirebbe: H3=H2-E23=HcM-E23, ma tale
valore di H3 non avrebbe significato fisico in quanto non rappresentabile sulla curva
H-y.
Verso valle la corrente prosegue secondo un profilo S2 con cui si porta alle condizioni
di moto uniforme (sezione 4). Procedendo verso monte, si determina innanzitutto
lenergia H2=H3+E23=HcV+E23 utilizzando il bilancio (44). Si calcola quindi laltezza
y2 sul ramo delle correnti lente e si procede verso monte, seguendo un profilo di
rigurgito M1 fino a raggiungere le condizioni di moto uniforme (sezione 1). Il profilo
liquido e la sua rappresentazione nel diagramma H-y sono illustrati in Fig. 69.

-50-

Fig. 69

3.9.4 Caso D: if>ic a monte e if<ic a valle.

In questo caso (vedi Fig. 64), procedendo da valle (sezione 1), si mantengono le
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 posta immediatamente a valle del
restringimento (y2=y1=y0V). Mediante un bilancio di energia tra le sezioni 2 e 3, si
individuano le caratteristiche del moto nella sezione 3, dove la corrente certamente
lenta. Si prosegue quindi verso monte seguendo un profilo S1 fino alla sezione 6
dove la spinta eguaglia quella della corrente rapida, in moto uniforme, proveniente da
monte. Tra le sezioni 5 e 6 si ha quindi la formazione del risalto, mentre a monte
della sezione 5 il moto uniforme di corrente rapida. Il profilo liquido e la sua
rappresentazione nel diagramma H-y sono riportati in Fig. 70.

Fig. 70

In questi ultimi due casi (CASO C e CASO D) il moto caratterizzato da


condizioni prossime a quelle critiche. SI tratta di situazioni relativamente
improbabili nelle quali, inoltre, il moto risulta spesso caratterizzato da instabilit
superficiali nella forma di ondulazioni regolari di ampiezza non trascurabile.
Lipotesi di distribuzione idrostatica delle pressioni risulta pertanto non sempre
accettabile e una soluzione pi accurata potrebbe venire dallimpiego di equazioni
che contemplano gli effetti legati alla pendenza e alla curvatura della superficie
libera (vedi paragrafo 0)
-51-

3.10

Breve restringimento localizzato

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo che presenta un


breve restringimento, come illustrato schematicamente in Fig. 71.

Fig. 71

3.10.1 Caso A: if<ic.

Analizziamo dapprima il caso di pendenza inferiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle del restringimento si stabiliranno condizioni di moto
uniforme di corrente lenta. Si parte quindi da valle, con unaltezza pari a quella di
moto uniforme (y1=y0), e si procede verso monte mantenendo condizioni di moto
uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a valle del restringimento
(vedi Fig. 72).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32

(45)

in cui H2=H0. Possono a questo punto presentarsi due casi.


Se lenergia H3 fornita dalla (45) risulta superiore allenergia minima nel
restringimento Hcb, allora il bilancio (45) fisicamente significativo e, nota H3, si
determina il valore y3 sul ramo delle correnti lente. Laltezza y3 cos calcolata sar
inferiore allaltezza y2, pertanto in corrispondenza del restringimento si avr un
abbassamento della superficie libera.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 a quelle della sezione 4,
immediatamente a monte del restringimento, si opera un bilancio di energia:
z 4 + H 4 E 43 = z3 + H 3

H 4 = H 3 + E 43

(46)

Nota lenergia H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti lente. Essendo
y4>y0, a monte della sezione 4 si svilupper un profilo di rigurgito M1 (Fig. 72) fino
alle condizioni di moto uniforme infinitamente a monte (sezione 5).

-52-

Fig. 72

Qualora, al contrario, dovesse risultare H3<Hcb, la corrente supera il restringimento in


condizioni di minima energia e in corrispondenza della sezione 3, che diventa una
sezione di controllo, si stabilisce laltezza y3=ycb. Dal bilancio (45), nel quale H3=Hcb,
si trova: H2=Hcb-E32. Si calcola quindi laltezza y2 sul ramo delle correnti rapide.
Dalla sezione 2 si procede verso valle integrando il profilo M3 di corrente rapida
decelerata fino alla sezione 6 dove la spinta della corrente eguaglia quella del moto
uniforme di valle. Qui si ha la formazione del risalto.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 (condizioni critiche) a quelle della
sezione 4 immediatamente a monte del restringimento, si opera il bilancio di energia
(46). Nota lenergia H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti lente.
Essendo y4>y0, a monte della sezione 4 si svilupper un profilo di rigurgito M1 (Fig.
73) fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a monte (sezione 5).

Fig. 73

In questo caso pu accadere che la spinta massima della corrente rapida a valle del
restringimento, che si determina in corrispondenza della sezione 2, sia inferiore alla
spinta che caratterizza la corrente di valle in moto uniforme. In tale evenienza il
risalto sospinto verso monte fino al restringimento dove trova la collaborazione
della spinta statica prodotta dalle pareti di valle del restringimento stesso, cosicch le
sezioni di controllo e di sconnessione idraulica vengono di fatto a coincidere (Fig.
74).
-53-

Fig. 74

3.10.2 Caso B: if>ic.

Analizziamo ora il caso di pendenza superiore a quella critica (Fig. 71). In questo
caso, infinitamente a monte e a valle del restringimento di stabiliranno condizioni di
moto uniforme di corrente rapida. Si parte dunque da monte, con unaltezza pari a
quella di moto uniforme (y1=y0), e si procede verso valle mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a monte del
restringimento (vedi Fig. 75).
Utilizzando il seguente bilancio di energia:
z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 3 = H 2 E 32

(47)

si determina H3. A questo punto possono presentarsi due diverse situazioni.


Se lenergia H3 superiore allenergia minima Hcb, la corrente dispone dellenergia
sufficiente per superare il restringimento e, nota H3, si calcola il corrispondente valore
di y3 sul ramo delle correnti rapide.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 a quelle della sezione 4,
immediatamente a valle del restringimento, si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 34 = z 4 + H 4

H 4 = H 3 E 34

(48)

Nota lenergia H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti rapide. Essendo
y4>y0, a valle della sezione 4 si svilupper un profilo di corrente rapida accelerata S2
fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a valle (sezione 5).
La rappresentazione del profilo complessivo, anche con riferimento al diagramma Hy, riportato in Fig. 75.

In realt la condizione H3>Hc una condizione necessaria ma non sufficiente per


il superamento del restringimento senza transizione. In particolari circostanze,
infatti, pu accadere che, pur essendo verificata la precedente disuguaglianza, il
comportamento della corrente sia analogo a quello illustrato nel successivo caso
B2-b, caratterizzato dalla condizione H3<Hc. Questo particolare comportamento e
le condizioni per cui lo stesso si verifica, sono illustrate nel paragrafo 4.1.
-54-

Fig. 75

Qualora, al contrario, dovesse risultare H3<Hcb (si noti che ci equivale a dire che la
corrente in moto uniforme non possiede unenergia sufficiente per il superamento del
restringimento), la corrente supera il restringimento in condizioni di minima energia e
in corrispondenza della sezione 3, che diventa una sezione di controllo, si stabilisce
laltezza y3=ycb. Dal bilancio (47), nel quale H3=Hcb, si trova: H2=Hcb+E23. Si calcola
quindi laltezza y2 sul ramo delle correnti lente. Dalla sezione 2 si procede verso
monte integrando il profilo S1 di corrente lenta decelerata fino alla sezione 7 dove la
spinta della corrente eguaglia quella del moto uniforme di monte (sezione 6). Qui si
ha la formazione del risalto.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 (condizioni critiche) a quelle della
sezione 4, immediatamente a valle del restringimento, si opera il bilancio di energia
(48). Nota lenergia H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti rapide.
Normalmente risulta y4<y0, e, in tal caso, a valle della sezione 4 si svilupper un
profilo S3 (Fig. 76) fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a valle (sezione
5).

Fig. 76

Non deve sorprendere (vedi curva H-y, Caso B2-b di Fig. 77) se lenergia H2
acquisita complessivamente dalla corrente in corrispondenza della sezione 2
dovesse risultare inferiore a quella posseduta dalla corrente inizialmente (sezioni 1 e
6). Ci dovuto alla diversa entit delle dissipazioni di energia per la corrente rapida
-55-

*
( E 23
) e per quella lenta (E23) quando attraversano il restringimento. In questo
caso, laltezza y4 a valle del restringimento, risulta superiore allaltezza di moto
uniforme e, procedendo verso valle, si sviluppa un profilo S2 di corrente rapida
accelerata (Fig. 77).

Fig. 77

3.11

Paratoia piana sollevata a battente

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale, infinitamente lungo, nel quale sia
inserita una paratoia sollevata a battente, come illustrato schematicamente in Fig.
78.

Fig. 78

Come stato anticipato nel paragrafo 2.3.1, la paratoia, interagendo con la corrente,
localizza una sezione di controllo con transizione della corrente da lenta a rapida. Ci
evidente quando lefflusso libero ma la stessa situazione si verifica anche in caso
di efflusso rigurgitato come si avr modo di chiarire in questo paragrafo.
3.11.1 Caso A: if<ic.

Analizziamo dapprima il caso di pendenza inferiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle della paratoia si stabiliranno condizioni di moto
uniforme di corrente lenta.
Nel caso in cui lefflusso sia libero, in corrispondenza della paratoia (sezione di
controllo) si attua la transizione da corrente lenta a corrente rapida. E evidente
pertanto che, pi a valle, dovendo la corrente ritornare allo stato lento, si localizzer
un risalto (sezione di sconnessione idraulica).
-56-

Pu accadere per che la spinta della corrente rapida a valle della paratoia sia
insufficiente a sostenere il risalto, il quale, pertanto, risalir verso monte fino alla
paratoia, dove trover la collaborazione della spinta statica determinata dal
paramento di valle della paratoia stessa. In questo caso lefflusso rigurgitato e le
sezioni di controllo e sconnessione idraulica vengono praticamente a coincidere. In
questo senso la paratoia ancora una sezione di controllo.
Per ricostruire il profilo liquido, come di consueto, si parte da valle, con unaltezza
pari a quella di moto uniforme (y1=y0), e si procede verso monte mantenendo
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0) posta poco a valle della
paratoia (vedi Fig. 79), immaginando che il moto si mantenga in condizioni di
corrente lenta e che lefflusso sia quindi rigurgitato.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a valle della paratoia, si potrebbe operare un bilancio di energia. A
tale proposito da osservare che la valutazione della dissipazione localizzata
prodotta dallespansione del getto sommerso tra le sezioni 3 e 2 non agevole ed
allora conveniente far riferimento al bilancio della spinte che, per il caso in esame, si
scrive (vedi Fig. 79)

y 32 (Q / B ) 2 y 22 (Q / B ) 2
+
=
+
2
2
g ac c
gy2

(49)

in cui cc il coefficiente di contrazione.

Fig. 79

Possono a questo punto presentarsi due casi.


Se laltezza y3 fornita dalla (49) risulta superiore allo spessore minimo a.cc del getto
sommerso, allora il bilancio delle spinte (49) fisicamente significativo e lefflusso
effettivamente rigurgitato.
E importante osservare che il passaggio dalle condizioni relative alla sezione 2 a
quelle per la sezione 3 stato trattato come se tra queste sezioni vi fosse una
variazione localizzata di una qualche caratteristica del campo di moto. In effetti una
variazione c, anche se poco evidente. La distribuzione di velocit, che nella
sezione 2 quasi uniforme, diventa infatti decisamente disuniforme nella sezione 3.
Si osservi inoltre che, per questo motivo, lenergia in corrispondenza della sezione 3
va valutata considerando il coefficiente di correzione nel termine cinetico. Essendo:
1
=
y3

y3

B 3 y 32
v ( ) 3
0 (Q / B y 3 )3 d = Q 3

acc

B 3 y 32
0 v ( ) d = Q 3
3

risulta:

-57-

acc

v ( )
0

d = (

y3 2
)
ac c

(50)

(Q / B ) 2
(Q / B ) 2
H3 = y 3 +
= y3 +
2g y 32
2g (ac c ) 2

(51)

A questo punto, per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 a quelle della
sezione 4, immediatamente a monte della paratoia, si opera un bilancio di energia:

z 4 + H 4 E 43 = z3 + H 3

H 4 = H 3 + E 34

(52)

nel quale la dissipazione di energia E43 generalmente trascurabile. Nota lenergia


H4, si determina laltezza y4 sul ramo delle correnti lente. Essendo y4>y0, a monte
della sezione 4 si svilupper un profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni di moto
uniforme infinitamente a monte (sezione 5). Landamento della superficie libera per la
situazione appena esaminata e la sua rappresentazione nel diagramma H-y sono
illustrati in Fig. 80. (Vedi Esercizio 5).

Fig. 80

Un modo alternativo, pi immediato, per stabilire se lefflusso libero o


rigurgitato si basa sul confronto tra la spinta di valle in corrispondenza della
sezione 2, M2 e quella massima della corrente rapida di monte, Mmax nel caso di
efflusso libero, che si determina in corrispondenza della sezione contratta. Se
risulta Mmax<M2, lefflusso rigurgitato. Se, viceversa, risulta Mmax >M2 lefflusso
libero. Questo criterio risulter pi evidente dopo aver esaminato la situazione
seguente.

Qualora, al contrario, dallequazione (49), dovesse risultare y3<a.cc, lefflusso si


mantiene libero e in corrispondenza della sezione 3 si stabilisce laltezza y3=a.cc. A
partire dalla sezione 3 si prosegue verso valle seguendo un profilo di corrente rapida
ritardata M3 fino alla sezione 6 dove la spinta si riduce al valore che caratterizza il
moto uniforme di valle (sezione 7). Qui si localizza il risalto.
Calcolata lenergia H3 mediante lequazione (51),dal bilancio (52) si determina H4 e
quindi laltezza y4 sul ramo delle correnti lente. Laltezza y4 cos calcolata sar
ovviamente superiore allaltezza y0 di moto uniforme, pertanto procedendo dalla
sezione 4 verso monte, si seguir un profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni di moto
uniforme infinitamente a monte (sezione 5).

-58-

Landamento della superficie libera e la sua rappresentazione nel diagramma H-y


sono illustrati in Fig. 81.

Fig. 81

3.11.2 Caso B: if>ic.

Analizziamo ora il caso di pendenza superiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle della paratoia si stabiliranno condizioni di moto
uniforme di corrente rapida. Dovendosi formare, in corrispondenza della paratoia,
una sezione di controllo, necessariamente a monte della stessa si avr una
transizione della corrente da rapida a lenta (sezione di sconnessione idraulica) con la
formazione di un risalto.

Questa necessit risulta evidente se si considera la seguente situazione.


Consideriamo una corrente in moto uniforme con altezza y0 che scorra al di sotto
di una paratoia sollevata di una quantit a>y0. Supponiamo ora di abbassare
gradualmente la paratoia fino a toccare la superficie libera e a penetrare nella
corrente di una quantit anche molto piccola (a<y0). A valle della paratoia si
stabilir unaltezza y3=a.cc che, anche nellipotesi di assumere cc=1, sar inferiore
a y0. Lenergia H3, pertanto, risulta superiore a quella H0 del moto uniforme.
Daltra parte, subito a monte della paratoia, anche trascurando le eventuali
dissipazioni di energia, si avr: H2=H3>H0. Pertanto la corrente di monte, prima di
giungere nella sezione 2, deve incrementare la sua energia e ci, come noto,
pu avvenire solo attraverso la preventiva transizione da corrente rapida a
corrente lenta.

Alle stesse conclusioni si perviene seguendo la consueta procedura. Si parte da


monte, con unaltezza pari a quella di moto uniforme (y1=y0), e si procede verso valle
mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0) posta
immediatamente a monte della paratoia. Utilizzando il bilancio di energia tra le
sezioni 2 e 3, nellipotesi di trascurare le dissipazioni localizzate, si trova: H3=H2=H0.
Per determinare laltezza y3, si deve risolvere lequazione (51) la quale, per essere
a.cc<y0, fornisce per y3 valori inferiori al prodotto a.cc e, pertanto, fisicamente
inaccettabili.
Stabilito quindi che in corrispondenza della paratoia si realizza una sezione di
controllo e che a valle della stessa si ha unaltezza y3=a.cc, si prosegue come segue.

-59-

Verso valle, essendo y3<y0 la corrente seguir un profilo di tipo S3 fino alle condizioni
di moto uniforme (sezione 4).
Laltezza y2 di corrente lenta subito a monte della paratoia si determina utilizzando il
seguente bilancio di energia:

z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 2 = H 3 + E 23

nel quale la dissipazione localizzata E23 generalmente trascurabile. Si procede


quindi verso monte seguendo un profilo di corrente lenta S1 fino alla sezione 6 dove
la spinta si riduce al valore che caratterizza la corrente di monte (sezione 7). Qui si
ha la formazione del risalto.
Landamento della superficie libera e la sua rappresentazione nel diagramma H-y
sono illustrati in Fig. 82.

Fig. 82

Il verificarsi della disuguaglianza a<y0 non una condizione necessaria affinch


la corrente interagisca con la paratoia producendo il profilo liquido illustrato in Fig.
82. Quando a<y0, infatti, il comportamento della corrente certamente quello
appena illustrato ma, lo stesso profilo pu instaurasi anche quando risulti: y0<a.
Ovvero, per valori dellapertura (non troppo) superiori a y0 sono possibili sia la
configurazione illustrata in Fig. 82, sia quella che vede la corrente rapida in moto
uniforme passare sotto la paratoia senza interagire con questultima. Questa non
univocit della soluzione, analoga a quella gi richiamata in alcuni casi precedenti
discussa, con maggior dettaglio, nel paragrafo 4.1.

3.12

Ostacolo generico

Le situazioni esaminate finora sono, in realt, casi particolari di un ostacolo generico.


In questo paragrafo, quindi, si riporta una sorta di sintesi dei procedimenti gi visti.
Consideriamo un canale infinitamente lungo nel quale sia posto un generico ostacolo
come illustrato schematicamente in Fig. 83. Possiamo suddividere gli ostacoli in due
categoria: alla prima, appartengono quelle ostruzioni che determinano anche una
sensibile riduzione della sezione utile al deflusso, alla seconda appartengono quegli
ostacoli che riducono in misura modesta, e quindi trascurabile, la sezione utile. Con
riferimento agli ostacoli della prima categoria a cui appartengono, ad esempio, le pile
-60-

di un ponte, il procedimento da seguire per la ricostruzione del profilo di moto


permanente del tutto analogo a quello visto per il caso di un breve restringimento
(vedi paragrafo 3.10). In ogni caso si rende necessario considerare, oltre alle sezioni
immediatamente a monte e a valle dellostacolo, anche una sezione in
corrispondenza dello stesso, caratterizzata da una curva H-y (o M-y) differente per
effetto della riduzione della sezione utile. Data la stretta analogia con la situazione
citata (breve restringimento localizzato), il caso di generico ostacolo, accompagnato
da riduzione di sezione, non viene illustrato.
Alla seconda categoria appartengono invece, ad esempio, le macro-scabrezze di
fondo utilizzate per localizzare un risalto. In questi casi, il legame tra le caratteristiche
del moto, a monte e a valle dellostruzione, pu essere determinato,
indifferentemente, mediante un bilancio di energia o attraverso lapplicazione del
teorema della quantit di moto. Per questo motivo, nellillustrare gli esempi che
seguono, verranno considerati entrambi i bilanci.

Fig. 83

3.12.1 Caso A: if<ic.

Analizziamo dapprima il caso di pendenza inferiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle dellostacolo si stabiliranno condizioni di moto
uniforme di corrente lenta. Si parte quindi da valle, con unaltezza pari a quella di
moto uniforme (y1=y0), e si procede verso monte mantenendo condizioni di moto
uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0) posta immediatamente a valle dellostacolo (vedi
Fig. 84).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3, a monte
dellostacolo, si pu operare, in relazione al tipo di ostruzione, un bilancio di energia
(53), ovvero un bilancio di forze (54):

z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2
M 3 F = M 2

H 3 = H 2 + E 32

M 3 = M 2 + F

(53)
(54)

in cui H2=H0, M2=M0 e F la resistenza offerta dallostacolo, generalmente


dipendente dalla portata e dalle altezze di monte e di valle: F=F(Q, y2, y3).
Lenergia H3 fornita dalla (53) risulta certamente superiore allenergia minima Hc e,
analogamente, la spinta M3 fornita dalla (54) risulta superiore a quella minima Mc.
Nota H3 (ovvero M3), si determina il valore y3 sul ramo delle correnti lente. Laltezza
y3 cos calcolata sar ovviamente superiore allaltezza di moto uniforme y0, pertanto,
a partire dalla sezione 3, verso monte, si svilupper un profilo di rigurgito M1, fino alle
condizioni di moto uniforme.
-61-

Landamento della superficie libera e la sua rappresentazione nei diagrammi H-y e


M-y sono illustrati in Fig. 84.

Fig. 84

3.12.2 Caso B: if>ic.

Analizziamo ora il caso di pendenza superiore a quella critica. In questo caso,


infinitamente a monte e a valle dellostacolo di stabiliranno condizioni di moto
uniforme di corrente rapida. Si parte quindi da monte, con unaltezza pari a quella di
moto uniforme (y1=y0), e si procede verso valle mantenendo condizioni di moto
uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0), posta immediatamente a monte dellostacolo
(vedi Fig. 85).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3, a valle
dellostacolo, si pu operare, in relazione al tipo di ostruzione, un bilancio di energia
(55), ovvero un bilancio di forze (56):

z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3
M 2 F = M 3

H 3 = H 2 E 32

M 3 = M 2 F

(55)
(56)

in cui H2=H0, M2=M0 e F=F(Q, y2, y3) la resistenza offerta dallostacolo.


A questo punto possono presentarsi due diverse situazioni.
Se lenergia H3 superiore allenergia minima Hc, ovvero se la spinta M3 superiore
a quella minima Mc, la corrente dispone dellenergia sufficiente per superare
lostruzione e, nota H3 (ovvero M3), si calcola il corrispondente valore di y3 sul ramo
-62-

delle correnti rapide. Essendo y3>y0, a partire dalla sezione 3, verso valle, si
svilupper un profilo S2 fino alle condizioni di moto uniforme.
Landamento della superficie libera e la sua rappresentazione nei diagrammi H-y e
M-y sono illustrati in Fig. 85.

Fig. 85

Qualora, al contrario, dovesse risultare H3<Hc ovvero M3<Mc, la corrente supera


lostacolo in condizioni di minima energia e in corrispondenza della sezione 3, che
diventa una sezione di controllo, si stabilisce laltezza y3=yc. Dai bilanci (55), nel
quale H3=Hc, o (56), in cui M3=Mc, si determinano, rispettivamente, lenergia H2 o la
spinta M2 relative alla sezione 2 e si calcola quindi laltezza y2 sul ramo delle correnti
lente. Dalla sezione 2, si procede verso monte integrando il profilo S1 di corrente
lenta decelerata fino alla sezione 6 dove la spinta della corrente eguaglia quella del
moto uniforme di monte (sezione 5). Qui si ha la formazione del risalto.
A valle della sezione 3 si svilupper invece un profilo S2 (Fig. 86) fino alle condizioni
di moto uniforme infinitamente a valle (sezione 4). Per questo caso si veda
lEsercizio 20.

-63-

Fig. 86

Non deve sorprendere se lenergia H2 acquisita complessivamente dalla corrente in


corrispondenza della sezione 2 dovesse risultare inferiore a quella posseduta dalla
corrente inizialmente (sezione 1). Ci dovuto alla diversa entit della dissipazione
di energia per i casi in cui lostacolo superato da una corrente rapida, caratterizzata
da un elevato carico cinetico, o da una corrente lenta (vedi Esercizio 21).

Anche in questo caso la condizione H3>Hc ovvero M3>Mc una condizione


necessaria ma non sufficiente per il superamento dellostacolo senza transizione.
In particolari circostanze, infatti, pu accadere che, pur essendo verificata la
precedente disuguaglianza, il comportamento della corrente sia analogo a quello
illustrato in precedenza nei casi in cui prevista la doppia transizione della
corrente (CASO B2). Questo particolare comportamento e le condizioni per cui lo
stesso si verifica, sono discusse, con maggior dettaglio, nel paragrafo 4.1.

-64-

Alcune precisazioni

In questo capitolo sono riportate alcune precisazioni relativamente al problema della


ricostruzione dei profili di moto permanente per una corrente trattata in ipotesi
unidimensionali. Si mostrer in particolare come, nel caso di una corrente rapida che
affronta un generico ostacolo, la soluzione non sia unica (paragrafo 4.1) e come, in
un breve tratto di canale in contropendenza il risalto possa non essere stabile
(paragrafo 4.2).

4.1

Isteresi idraulica

Nei capitoli precedenti stato illustrato un procedimento che consente di ricostruire,


univocamente, il profilo di moto stazionario che si sviluppa in un canale. C da
chiedersi, tuttavia, se lequazione di conservazione dellenergia (18) prevede che la
soluzione sia effettivamente unica.
La risposta a questo quesito : no. Vi sono alcune situazioni per le quali sono
ammissibili due soluzioni distinte; di queste, una quella che si ottiene seguendo il
procedimento illustrato mentre laltra richiede ulteriori considerazioni che saranno
esposte in questo paragrafo, relativo allisteresi idraulica, e nel paragrafo che segue
relativo alla stabilit del risalto.
Consideriamo una corrente rapida che affronta un ostacolo. Indichiamo con Hmin la
minima energia specifica rispetto al fondo che la corrente dovrebbe possedere,
immediatamente a monte dellostacolo, per essere in grado di superarlo senza
transizione. Indichiamo inoltre con il pedice m le grandezze che caratterizzano la
corrente poco a monte dellostacolo.
Abbiamo visto che se Hm>Hmin la corrente possiede energia sufficiente per superare
lostacolo (Fig. 87A) e il superamento di questultimo avviene senza transizione. In
realt, come si vedr tra breve, in questo caso sarebbe pi corretto dire che la
corrente potrebbe superare lostacolo senza transizione.
Abbiamo anche visto che se Hm<Hmin la corrente non possiede energia sufficiente per
superare lostacolo e si determina pertanto, necessariamente, una transizione
rapidalenta con la formazione di un risalto a monte dellostacolo mentre a valle del
risalto la corrente (lenta) recupera energia rispetto al fondo fino a raggiungere il
minimo valore di energia necessario a superare lostacolo stesso (si vedano, ad
esempio, le soluzioni discusse nei paragrafi 3.4.2, 3.5.2, 3.9.2, 3.10.2 e 3.12.2)
Il risalto si localizza decisamente a monte dellostacolo in quanto il profilo di corrente
lenta a valle dello stesso (S1 o M1) deve essere sufficientemente lungo da consentire
alla corrente di recuperare non solo la quantit di energia che mancava per poter
superare lostacolo (che potrebbe, al limite, essere trascurabilmente piccola) ma
anche quella che dissipa attraverso il risalto (vedi Fig. 87B).
La condizione
H m < H min

pertanto una condizione sufficiente per avere la transizione.


In questa situazione il bilancio di energia tra una sezione a monte del risalto e la
sezione immediatamente a monte dellostacolo si scrive
-65-

H m H J + H SM = H min

ovvero

H J H SM = H m H min < 0

(57)

In cui Hj la dissipazione dovuta al risalto e HSM il recupero di energia rispetto al


fondo lungo il tratto caratterizzato dal profilo S1 o M1 a valle del risalto.

Fig. 87

Immaginiamo di partire da questa situazione e di variare la differenza Hm-Hmin


(incrementando lenergia Hm di monte e/o riducendo quella minima) in modo che
risulti Hm-Hmin>0. In questa situazione, evidentemente, la corrente avrebbe energia
sufficiente a superare lostacolo. Tuttavia, partendo da una situazione nella quale
presente la transizione, lincremento della differenza Hm-Hmin a valori poco superiori a
zero determina una configurazione del campo di moto in cui ridotta la lunghezza
del tratto lungo il quale si sviluppa il profilo S1 o M1 riducendosi di conseguenza la
-66-

quantit di energia HSM recuperata dalla corrente in modo che il bilancio espresso
dalla (57) sia ancora verificato.
Via via che si incrementa la differenza Hm-Hmin si riduce la lunghezza del tratto di
corrente lenta a valle del risalto e quindi HSM. Nella condizione limite in cui la
lunghezza (e quindi HSM) si riducono a zero, il bilancio (57) diventa

H m H min = H J
Per valori della differenza Hm-Hmin superiori a Hj, il bilancio potrebbe essere
verificato solo per valori negativi di HSM che sono fisicamente privi di significato.
Pertanto quando Hm-Hmin>Hj non pu esservi transizione della corrente e questa
disuguaglianza rappresenta la condizione necessaria per non avere transizione.
Le considerazioni appena illustrate possono essere cos sintetizzate: se lenergia
della corrente rapida di monte inferiore a quella minima (Hm<Hmin) si assiste
necessariamente alla transizione rapidalenta e lostacolo viene superato in
condizioni di energia minima; se lenergia della corrente rapida di monte non solo
sufficiente ma superiore alla somma Hmin+Hj, lostacolo viene superato senza che
possa instaurarsi alcuna transizione della corrente; con valori dellenergia di monte
intermedi

H min < H m < H min + H J

(58)

entrambe le configurazioni (con o senza transizione) sono possibili e il profilo di


corrente che si instaura dipende dalle caratteristiche del moto che hanno
temporalmente preceduto quelle attuali. In particolare, se le condizioni attuali si sono
determinate a partire da una configurazione senza transizione allora, nellintervallo di
valori di energia individuato dalla (58), il moto si mantiene di corrente rapida nel
superamento dellostacolo. Viceversa, se le condizioni attuali si sono determinate a
partire da una configurazione con transizione, allora il risalto a monte dellostacolo
permane fintantoch lenergia Hm non supera il valore Hmin+HJ.

La condizione espressa dalla (58) andrebbe ulteriormente precisata. Il termine


Hmin che si trova a sinistra, infatti, corrisponde alla minima energia che una
corrente rapida deve possedere immediatamente a monte dellostacolo per
poterlo eventualmente superare senza transizione, mentre lo stesso termine Hmin
che si trova a destra della doppia disuguaglianza corrisponde alla minima energia
che una corrente lenta possiede immediatamente a monte dellostacolo quando
questo superato in condizioni critiche.
In generale questi due valori limite non sono uguali tra loro. Indicando con HminR e
HminL lenergia minima a monte dellostacolo quando lo stesso affrontato da una
corrente rapida e da una lenta, rispettivamente, la condizione (58) si scrive, pi
correttamente, come segue
H min R < H m < H min L + H J

(59)

-67-

4.2

Stabilit del risalto

Si visto (paragrafo 2.3.2) che la transizione da corrente rapida a corrente lenta


presenta una discontinuit detta risalto. Il risalto localizzato laddove le spinte della
corrente rapida di monte e di quella lenta di valle si bilanciano, garantendo una
condizione di equilibrio. In realt, non sempre la condizione di equilibri tra le spinte
sufficiente a stabilire la posizione del risalto; necessario infatti verificare che la
condizione di equilibrio sia anche stabile.
Consideriamo una corrente a superficie libera in un canale rettangolare in condizioni
di moto stazionario. Assumiamo inoltre che il canale sia percorso da corrente rapida
a monte e lenta a valle cosicch, da qualche parte, si debba formare un risalto (Fig.
88).

Fig. 88

In condizioni di equilibrio, immaginando di trascurare gli effetti del peso e degli sforzi
tangenziali al fondo, dovr essere

Mu0 = Md 0

(60)

in cui M la spinta per unit di peso specifico (vedi equazione (8)). I pedici u e d
indicano le sezioni di monte e di valle, rispettivamente, mentre lulteriore pedice 0 sta
ad indicare che si tratta di una condizione di equilibrio.
Per studiare la stabilit del risalto immaginiamo di spostare lo stesso leggermente
verso valle rispetto alla sua posizione di equilibrio. In particolare, indichiamo con
x=x-x0 la distanza tra la nuova posizione (x) e quella di equilibrio (x0). Le spinte di
monte e di valle, nella nuova posizione, possiamo approssimarle con uno sviluppo in
serie di Taylor arrestato al primo ordine
Mu Mu0 +

M u
x
x

Md Md0 +

M d
x
x

(61)

E evidente che la condizione di equilibrio stabile se, nella nuova posizione, la


spinta di valle risulta superiore a quella di monte in modo che il risalto sia sospinto
indietro verso la posizione originaria di equilibrio. Dovr quindi essere Mu<Md.
Combinando le due precedenti relazioni, questa condizione si riduce alla seguente
M u M d
<
x
x

(62)

Immaginando di spostare il risalto leggermente verso monte e ripetendo le


considerazioni appena viste, si perviene alla stessa disuguaglianza (62) che
rappresenta dunque la condizione di stabilit per un risalto.
-68-

Il vincolo espresso dalla (62), risolto analiticamente pi avanti, presenta unefficace


soluzione grafica.
Nella situazione illustrata in Fig. 89A nella quale la curva delle altezze coniugate
della corrente rapida interseca il profilo di corrente lenta dallalto, il risalto stabile.
Infatti, se immaginiamo di spostare il risalto verso valle questo verrebbe a trovarsi in
una posizione nella quale il profilo di corrente lenta pi alto di quello delle altezze
coniugate, dunque la spinta di corrente lenta di valle maggiore di quella della
corrente rapida e il risalto viene sospinto verso monte e ritorna nella sua posizione di
equilibrio. Analogamente, se immaginiamo di spostare il risalto verso monte questo
verrebbe a trovarsi in una posizione nella quale il profilo di corrente lenta pi basso
di quello delle altezze coniugate, dunque la spinta di corrente rapida di monte
maggiore di quella della corrente lenta e il risalto viene sospinto verso valle, nella sua
posizione di equilibrio.

Fig. 89

Al contrario, nella situazione illustrata in Fig. 89B nella quale la curva delle altezze
coniugate della corrente rapida interseca il profilo di corrente lenta dal basso, il risalto
instabile. Infatti, se immaginiamo di spostare il risalto verso valle questo verrebbe a
trovarsi in una posizione nella quale il profilo di corrente lenta pi basso di quello
delle altezze coniugate, dunque la spinta della corrente rapida di monte maggiore
di quella della corrente lenta e il risalto viene sospinto verso valle allontanandosi
ulteriormente dalla posizione di equilibrio. Analogamente, se immaginiamo di
spostare il risalto verso monte questo verrebbe a trovarsi in una posizione nella
quale il profilo di corrente lenta pi alto di quello delle altezze coniugate, dunque la
spinta della corrente lenta di valle maggiore di quella della corrente rapida e il
risalto viene sospinto verso monte, allontanandosi ulteriormente dalla posizione di
equilibrio.
Si dimostra che la condizione di Fig. 89B, nella quale il risalto instabile, possibile
solo per tratti di canali in contropendenza (si veda, ad esempio, lEsercizio 29).

Soluzione analitica della condizione espressa dalla (62). Per un canale


rettangolare caratterizzato da pendenza non trascurabile, le espressioni per la
spinta totale M e lequazione della conservazione dellenergia sono
rispettivamente (vedi paragrafo 0)
y2

q2

M = B cos3 +
gy cos
2

(63)

dy
sen j
=
dx cos 2 1 F 2

(64)

)
-69-

in cui y il tirante misurato in direzione verticale (Fig. 88), B la larghezza del


canale (nel seguito supposta grande rispetto al tirante y), q la portata per unit
di larghezza, langolo che il fondo forma con lorizzontale (con la convenzione
>0 per contropendenza). La dissipazione di energia per unit di lunghezza viene
qui espressa mediante la formula di Chzy nella quale, per, il coefficiente di
resistenza non considerato costante
j=

q2
g cos 2
F
=
2 3
3
y cos
2

(65)

In cui F il numero di Froude, cos definito per un canale a forte pendenza


F2 =

q2
g y 3 cos 4

(66)

Essendo dM/dx=(M/y)(dy/dx), dalle relazioni (63), (64) e (65) si ottiene


g cos 2
dM
= B y
dx
2

2 tan

+ F 2
g

(67)

Sostituendo lequazione (67) nella condizione (62), questultima diventa


yu

1 u2 tan
1 d2 tan
2
2

+
>
+
F
y
F
u
d
d
2

g
g
u2

(68)

Utilizzando lequazione (28) e osservando che, per continuit


Fd2 = Fu2 (y u / y d )

la condizione (68), dopo qualche passaggio, pu essere espressa come segue

u2 tan
g

(
)
2
/

u
d

<
1
2
2

3 1 + 8 Fu 1 + 8 Fu 1

2 Fu2

(69)

Nel caso di parete liscia il coefficiente di Chzy dipende dal numero di Reynolds il
quale, per essere la portata q costante, assume lo stesso valore a monte e a valle
del risalto. Si pu pertanto assumere u/d=1 e la condizione (69) si riduce a

u2 tan
g

< 2F

2
u

1 + 8 Fu2 + 1

( 1+ 8 F 1)
2
u

(70)

Nel caso di parete scabra, dal confronto tra la formula di Chzy e quella di
Gauckler-Strickler, si pu scrivere
y
u
u
d yd

1/ 6

Sostituita questa relazione nella (69), e utilizzando lequazione (28) si trova

-70-

u2 tan
g

< 2 Fu2

[( 1+ 8 F 1)/ 2]
2
u

7 / 3

3 1 + 8 Fu2

(71)

Le condizioni (70) e (71), rispettivamente per parete liscia e scabra, sono


illustrate graficamente in Fig. 90. Si osserva, in particolare, che la curva di
stabilit neutra (che separa le condizioni stabili da quelle instabili) per la
condizione di parete liscia praticamente coincidente con quella di parete scabra.
Si osserva inoltre che un risalto instabile si sviluppa solo quando la pendenza del
fondo (tan) positiva, ovvero solo in presenza di un tratto di canale in
contropendenza.

Fig. 90

-71-

Canali prismatici a portata variabile

In questo paragrafo sono illustrati e discussi alcuni esempi relativi al tracciamento dei
profili di moto permanente in canali prismatici infinitamente lunghi lungo i quali si
realizza una variazione, localizzata o distribuita, di portata.

5.1

Sottrazione localizzata di portata

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo, che presenta


una sottrazione di portata lungo un tratto sufficientemente breve da poter considerare
il fenomeno come localizzato (vedi Fig. 91).

Fig. 91

Preliminarmente conviene indicare, in modo qualitativo, le altezze di moto uniforme e


le altezze critiche caratteristiche dei due tratti osservando che, a parit di altre
condizioni, al diminuire della portata, sia laltezza y0 che laltezza yc diminuiscono.
5.1.1 Caso A: if<ic.

Analizziamo dapprima il caso di una sottrazione localizzata in un canale


caratterizzato da una pendenza inferiore a quella critica. In questo caso,
infinitamente a monte e a valle della variazione di portata si stabiliranno condizioni di
moto uniforme di corrente lenta con altezze y0M e y0V diverse tra loro. In particolare,
utilizzando una qualsiasi formula di moto uniforme e lespressione per lenergia H,
facile verificare che dovr essere: y0M> y0V e H0M>H0V.
Si parte da valle, con unaltezza pari a quella di moto uniforme (y1=y0V), e si procede
verso monte mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0V)
posta immediatamente a valle della variazione di portata (vedi Fig. 92).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32

(72)

in cui H2=H0V. Possono, a questo punto, presentarsi due casi. Se lenergia H3 fornita
dalla (72) risulta superiore allenergia minima di monte HcM, allora nota H3, si
determina il valore y3 sul ramo delle correnti lente. Laltezza y3 cos calcolata sar
ovviamente superiore allaltezza critica ycM ma inevitabilmente inferiore a quella del
moto uniforme y0M. A monte della sezione 3 si svilupper pertanto un profilo di
chiamata M2 (Fig. 92, CASO A1) fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a
monte (sezione 4).

-72-

Fig. 92

Se, viceversa, lenergia H3 fornita dalla (72) dovesse risultare inferiore allenergia
minima HcM, allora il bilancio (72) non consente di determinare H3. In tal caso, infatti,
si ha la formazione dellaltezza critica immediatamente a monte della sottrazione di
portata (y3=ycM) dove si pertanto in presenza di una sezione di controllo, a valle
della quale la corrente rapida. A partire da queste condizioni, verso monte si
svilupper un profilo di chiamata M2, come illustrato in Fig. 92 (CASO A2). Dal
bilancio di energia (72), fissata questa volta lenergia di monte H3=HcM, si determina
H2 e quindi laltezza dacqua y2 sul ramo delle correnti rapide. Si procede quindi
verso valle, seguendo un profilo di corrente rapida decelerata M3 fino a ridurre la
spinta al valore che caratterizza la condizione di moto uniforme di valle (sezione 5).
Qui si assiste alla formazione di un risalto, a valle del quale (sezione 6) si incontrano
le condizioni di moto uniforme (Fig. 92, CASO A2).
I due profili rappresentati in Fig. 92 sono illustrati, con riferimento al diagramma H-y,
in Fig. 93.

Fig. 93

Con riferimento al secondo caso indagato, da sottolineare che spesso la corrente


rapida, immediatamente a valle della sottrazione di portata (sezione 2),
caratterizzata da una spinta insufficiente a sostenere il risalto che, pertanto, risale
verso monte portandosi in corrispondenza della sezione in cui si attua la sottrazione
di portata. La sezione di controllo e quella di sconnessione idraulica si
sovrappongono (vedi paragrafo 2.3.3). Si potrebbe studiare questa situazione
introducendo, tra le sezioni 2 e 3, una particolare sezione intermedia caratterizzata
da una portata intermedia tra quelle di monte e di valle. Questa sezione intermedia,
che unica, deve consentire il percorso illustrato nel diagramma H-y di Fig. 94.
Analiticamente, la condizione che deve essere verificata, espressa dalle seguenti
relazioni:
-73-

bilancio 3-5 : H 3 E 35 = H 5

con H3=HcM e E35=0

bilancio 5-6 : M 5 = M 6

(73)

bilancio 6-2 : H 6 E 62 = H 2

con H2=H1=HcV e E62=0

Nelle precedenti relazioni non stata considerata la quota del fondo che la stessa
per le sezioni 3, 5, 6 e 2. Le grandezze incognite, nelle precedenti relazioni, sono le
altezze y5 e y6 e la portata in corrispondenza della sezione intermedia (vedi Esercizio
18). In situazioni di questo tipo, conviene comunque studiare il fenomeno utilizzando
lapproccio illustrato nel paragrafo 5.3 relativo al caso di sottrazione distribuita di
portata.

Fig. 94

5.1.2 Caso B: if>ic.

Consideriamo ora il caso di una sottrazione localizzata di portata in un canale


caratterizzato da una pendenza superiore a quella critica. Infinitamente a monte e a
valle della variazione di portata si stabiliranno condizioni di moto uniforme di corrente
rapida come illustrato nella precedente Fig. 91. Si parte pertanto da monte, con
unaltezza pari a quella di moto uniforme (y1=y0M), e si procede verso valle
mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0M) posta
immediatamente a monte della variazione di portata (vedi Fig. 95).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera
un bilancio di energia:
z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 3 = H 2 E 23

(74)

in cui H2=H0M. Nota lenergia H3, si determina il valore y3, sul ramo delle correnti
rapide il quale risulter certamente inferiore allaltezza di moto uniforme y0V.

-74-

Fig. 95

Procedendo verso valle, pertanto, si svilupper un profilo di corrente rapida


decelerata S3 fino a raggiungere, infinitamente a valle, la condizione di moto
uniforme (sezione 4). Il profilo liquido e la sua rappresentazione sul diagramma H-y,
sono illustrati in Fig. 95.
Analogia con il caso di un allargamento. E di qualche interesse confrontare il
comportamento della corrente in presenza di una sottrazione localizzata di portata
con quello, visto nel paragrafo 3.8, relativo ad un brusco allargamento. Lanalogia
notevole, al punto che la costruzione e la rappresentazione grafica dei profili la
medesima per i diversi casi analizzati.

Lanalogia riguarda anche la possibilit che nei tratti a monte e a valle della
sottrazione, pur rimanendo invariata la pendenza del fondo if, si determinino le
situazioni: if>ic a monte, if<ic a valle e if<ic a monte, if>ic a valle.
Facciamo riferimento, per semplicit di esposizione, ad una sezione rettangolare.
Combinando una formula per il moto uniforme e la definizione di numero di Froude,
si pu scrivere:

F = k S i f / g B 1/ 6

] (1+( y2y/ B/)B)

1/ 6

(75)

2/3

Fig. 96

-75-

Al variare della portata, cambia laltezza di moto uniforme y0 e quindi il numero di


Froude in accordo con la precedente relazione, la cui rappresentazione grafica
illustrata in Fig. 96.
Si osserva che, a parit di altre condizioni, il numero di Froude presenta un massimo
relativo per y0/B=1/6. Per sezioni strette, F0 diminuisce al crescere dellaltezza y0 e
quindi della portata, per sezioni larghe, accade lopposto. Si possono pertanto
presentare entrambi i casi appena menzionati la cui discussione del tutto analoga a
quella vista nei paragrafi 3.8.3 e 3.8.4.
Va segnalato, a questo proposito, che mentre il caso if>ic a monte, if<ic a valle
relativamente poco frequente (e nella pratica, per quanto possibile, sarebbe da
scongiurare), il caso if<ic a monte, if>ic a valle decisamente improbabile ed
essendo associato a forti variazioni di portata, dovrebbe essere risolto mediante un
approccio che considera la sottrazione continua anzich localizzata (vedi paragrafo
5.3).
Dissipazione . Non infrequente, nella pratica, imbattersi in sottrazioni di portata
distribuite lungo tratti di canale di estensione L, non trascurabile se confrontata con le
altezze dacqua (es.: sfioratori laterali). Per queste situazioni opportuno integrare le
equazioni differenziali per i moti gradualmente vari con sottrazione di portata per i
quali si rimanda al paragrafo 5.3.

Peraltro, in questi casi, il comportamento della corrente, qualitativamente, resta


analogo quello appena illustrato. Infatti, il bilancio di energia tra le sezioni di monte
(sezione 1) e di valle (sezione 2), tenendo conto che, essendo L non trascurabile,
non possibile assumere una medesima quota del fondo, si scrive:
z1 + H1 j 12 L = z 2 + H 2

H1 = H 2 + ( j 12 i f ) L

Per i casi di sottrazione analizzati, lungo il tratto caratterizzato dalla variazione di


portata (vedi Fig. 97), risulta sempre y<y0 e quindi J12>if. Il termine (J12- if)L, sempre
positivo, pu essere considerato quindi alla stregua di una dissipazione di energia
localizzata equivalente E12.

Fig. 97

5.2

Immissione localizzata di portata

Consideriamo i diversi casi possibili di un canale infinitamente lungo, che presenta


una immissione di portata ortogonale alla direzione della corrente lungo un tratto
sufficientemente breve da poter considerare il fenomeno come localizzato (vedi Fig.
98).

-76-

Fig. 98

Nel caso di immissione, le variazioni di energia (dissipazioni) possono essere


consistenti e di difficile stima; pertanto preferibile fare riferimento al teorema della
quantit di moto piuttosto che allequazione di conservazione dellenergia ed
utilizzare dunque il diagramma M-y in luogo di quello H-y. Infinitamente a monte e a
valle dellimmissione si stabiliranno condizioni di moto uniforme con altezze y0M e y0V
diverse tra loro. In particolare, utilizzando una qualsiasi formula di moto uniforme e
lespressione per la spinta M, facile verificare che dovr essere: y0M<y0V e M0M<M0V
5.2.1 Caso A: if<ic.

Analizziamo dapprima il caso di una immissione localizzata di portata in un canale


caratterizzato da una pendenza inferiore a quella critica. In questo caso la corrente
infinitamente a monte e a valle sar lenta. Si parte pertanto da valle con y1=y0V e si
prosegue verso monte mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2
(y2=y1). Tra le sezioni 2 e 3 si scrive il seguente bilancio delle forze:
M 3 M 32 = M 2

M 3 = M 2 M 32

in cui M2=M0V e M32, generalmente piccola e positiva, rappresenta la variazione di


spinta dovuta al mancato equilibrio tra la forza peso nella direzione del moto e quella
prodotta dagli sforzi 0 al fondo. Nota la spinta M3, si calcola il corrispondente valore
dellaltezza y3 sul ramo delle correnti lente. Essendo y3>y0M, si integra verso monte
seguendo un profilo di corrente lenta decelerata M1 fino alle condizioni di moto
uniforme (sezione 4). Il profilo liquido e la sua rappresentazione sul diagramma M-y,
sono illustrati in Fig. 99.

Fig. 99

-77-

5.2.2 Caso B: if>ic.

Consideriamo ora una immissione localizzata di portata in un canale caratterizzato


da una pendenza superiore a quella critica. In questo caso la corrente infinitamente a
monte e a valle sar rapida. Si parte pertanto da monte con y1=y0M e si prosegue
verso valle mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1). Tra le
sezioni 2 e 3 si scrive il seguente bilancio delle forze:
M 2 M 23 = M 3

M 3 = M 2 + M 23

(76)

in cui M2=M0M e M23, generalmente piccola e positiva.


In questo caso possono presentarsi due diverse situazioni. Se lequazione (76)
ammette una soluzione fisicamente accettabile, ovvero se risulta M3>McV, si
determina la spinta di valle M3 e quindi laltezza y3 sul ramo delle correnti rapide.
Risulter y3>y0V, pertanto, a partire dalla sezione 3, si svilupper un profilo S2 di
corrente rapida accelerata fino alle condizioni di moto uniforme infinitamente a valle
(y4=y0V). Questa situazione illustrata in Fig. 100.

Fig. 100

Se, viceversa, dovesse risultare M3<McV allora, necessariamente, la sezione 3


diventa una sezione di controllo in corrispondenza della quale laltezza dacqua sar
y3=ycV. A valle della sezione 3, la corrente segue un profilo S2 fino alle condizioni di
moto uniforme (sezione 4). Mediante il bilancio di forze (76), in cui M3=McV, si
determina la spinta M2 e quindi laltezza y2 su ramo delle correnti lente. A partire da
questa sezione, si integra il profilo S1 verso monte finch la spinta della corrente non
si riduce al valore che caratterizza il moto uniforme di monte (sezione 6). Tra le
sezioni 6 e 5, concettualmente coincidenti, si attua il risalto. Il profilo liquido e la sua
rappresentazione sul diagramma M-y, sono illustrati in Fig. 101.

-78-

Fig. 101

Analogia con il caso di un restringimento. E di qualche interesse confrontare il


comportamento della corrente in presenza di una immissione localizzata di portata
con quello, visto nel paragrafo 3.9, relativo ad un brusco restringimento. Lanalogia
notevole, al punto che la costruzione e la rappresentazione grafica dei profili
qualitativamente la medesima per i diversi casi analizzati. In particolare, per le
soluzioni illustrate in Fig. 99, Fig. 100 e Fig. 101, la rappresentazione nel diagramma
H-y quella riportata rispettivamente in Fig. 65, Fig. 66, e Fig. 68 quando la
dissipazione localizzata tra le sezioni 2 e 3 sia calcolata applicando lequazione di
conservazione delle spinte (teorema della quantit di moto).

Lanalogia riguarda anche la possibilit che nei tratti a monte e a valle della
immissione, pur rimanendo invariata la pendenza del fondo if, si determino le
situazioni: if>ic a monte, if<ic a valle e if<ic a monte, if>ic a valle. Ci lo si pu
evincere, ad esempio, con riferimento alla relazione (75) e alla sua rappresentazione
grafica (vedi Fig. 96) gi viste al termine del paragrafo 5.1.2.
Variazione di spinta . Non infrequente, nella pratica, imbattersi in immissioni di
portata distribuite lungo tratti di canale di estensione L, non trascurabile se
confrontata con le altezze dacqua. Per queste situazioni opportuno integrare le
equazioni differenziali per i moti gradualmente vari con immissione di portata per i
quali si al paragrafo 5.4. Peraltro, in questi casi, il comportamento della corrente,
qualitativamente, resta analogo a quello appena illustrato. Infatti (vedi Fig. 102), il
bilancio delle spinte tra le sezioni di monte (sezione 1) e di valle (sezione 2), nel
quale non possibile trascurare la differenza tra la componente della forza peso
nella direzione del moto e la resistenza prodotta dagli sforzi alla parete, diventa
M1 + A (i f j 12 ) L = M 2

M1 = M 2 A (i f j 12 ) L

(77)

Per i casi di immissione analizzati, lungo il tratto caratterizzato dalla variazione di


portata risulta sempre y>y0 e quindi J12<if. Il termine A.(if-J12).L, sempre positivo, pu
essere considerato quindi alla stregua di una variazione localizzata di spinta M12.

-79-

Fig. 102

5.3

Sottrazione continua di portata

In alcuni casi non possibile assumere come localizzata la variazione di portata ed


necessario risolvere lequazione dinamica nella quale si ammette che la portata vari
gradualmente.
Nel caso di sottrazione, con buona approssimazione, si pu ipotizzare che il
processo non determini ulteriori dissipazioni di energia e conviene, pertanto, fare
riferimento allequazione (18) che pu essere cos sviluppata

E H dz
=
+
= j
x x dx

H
= if J
x

ovvero

Daltra parte

H
Q Q
Q 2 dy Q 2 B dy
Q Q dy
y +
=
(
=

+
=
1 F 2 ) +
2
3
2
x x
g A 2 x
2g A dx g A dx g A x dx
Combinando tra loro le due precedenti relazioni si trova

dy
=
dx

Q Q
g A 2 x
1 F 2

if j

(78)

I possibili profili (analoghi ai profili M e S illustrati nel paragrafo 2.1) dipendono


ancora dal rapporto tra la pendenza e del fondo e Ia pendenza critica (if ic) e dal
rapporto tra laltezza di moto uniforme e quella critica (y0 yc) ma queste grandezze, a
parte la pendenza del fondo, variano nello spazio per effetto della variazione di
portata. Inoltre i profili sono influenzati anche dallentit del termine che,
nellequazione (78), descrive gli effetti prodotti dallimmissione. Non quindi agevole
catalogare i diversi profili. Quelli che pi frequentemente si possono incontrare nella
pratica sono illustrati in Fig. 103. Nella stessa Fig. 103 sono riportate anche le curve
luogo dei punti y=yc e y=y0 calcolati utilizzando il valore locale della portata fluente.

-80-

Fig. 103

5.4

Immissione continua di portata

Nel caso di immissione continua di portata non possibile trascurare la dissipazione


di energia determinata dal trasferimento di quantit di moto dalla corrente nel canale
al flusso in ingresso e conviene fare riferimento allequazione di conservazione della
quantit di moto. In particolare se limmissione perpendicolare alla direzione media
della corrente e non contribuisce quindi al bilancio delle forze proiettato in questa
direzione, si pu utilizzare lequazione (19) riportata nuovamente qui di seguito per
comodit

M
= A ( if j )
x
Sviluppando il termine M/x si trova
dy
2Q Q
M
dy Q 2 B dy 2Q Q
Q2
2
AzG +
= A
(
)
=

+
=

+
1
F
A

x x
dx g A 2 dx g A x
gA
g A 2 x
dx

Combinando,infine, tra loro le due precedenti relazioni si ottiene


dy
=
dx

2Q Q
g A 2 x
1 F 2

if j

(79)

Confrontando tra loro le espressioni (78), dedotta assumendo che la variazione di


portata non determini alcuna ulteriore dissipazione di energia, e (79) si pu
concludere che limmissione di portata determina un incremento dellenergia
dissipata per unit di lunghezza pari a (Q/gA2) Q/x. Posto, infatti,
j'= j +

Q Q
g A 2 x

la (79) pu essere cos riscritta


dy
=
dx

Q Q
g A 2 x
1 F 2

i f j '

-81-

formalmente corrispondente alla (78).


I possibili profili (analoghi ai profili M e S illustrati nel paragrafo 2.1) dipendono
ancora dal rapporto tra la pendenza e del fondo e Ia pendenza critica (if ic) e dal
rapporto tra laltezza di moto uniforme e quella critica (y0 yc) ma queste grandezze, a
parte la pendenza del fondo, variano nello spazio per effetto della variazione di
portata. Inoltre i profili sono influenzati anche dallentit del termine che,
nellequazione (79), descrive gli effetti prodotti dallimmissione. Non quindi agevole
catalogare i diversi profili. Quelli che pi frequentemente si possono incontrare nella
prtica sono illustrati in Fig. 104. Nella stessa Fig. 104 sono riportate anche le curve
luogo dei punti y=yc e y=y0 calcolati utilizzando il valore locale della portata fluente.
Un diverso, possibile profilo riportato in Fig. 105 (paragrafo 5.4.1).

Fig. 104

5.4.1 Transizione lentarapida lungo limmissione

Pu accader che lungo il tratto interessato dallimmissione di portata si determini una


transizione da corrente lenta a corrente rapida e, evidentemente, tra la sezione
iniziale e quella terminale dellimmissione si stabilir laltezza critica.
Valutare la posizione della sezione in cui si realizzano le condizioni critiche una
condizione necessaria per poter ricostruire il profilo in quanto a partire da questa
sezione che si proceder ad integrare la corrente lenta verso monte e quella rapida
verso valle.
Consideriamo, per semplicit unimmissione uniforme q=Q/x=costante in un canale
di sezione rettangolare. Consideriamo quindi lequazione (79), riscritta nella seguente
forma

(1 F ) dy
=i
dx
2

2Q Q
2Q q
= if j
2
g A x
g A2

In condizioni critiche (F=1) il termine di sinistra si annulla. Utilizzando per le


dissipazioni di energia lespressione (17), si pu scrivere
gB Ac
2Qc q Qc B Ac
Qc2
=

i
f

2
2
4/3 2
k S R Hc Ac gB Ac
g Ac Qc B Ac

Nella precedente relazione con il pedice c sono indicate le grandezze che riferite alla
sezione in cui si realizzano le condizioni critiche. Sviluppando la precedente
equazione ricordando in particolare la (14) e il fatto che F=1, si trova
-82-

gy
2y c q
= i f 2 c4 / 3
Qc
k S R Hc

Ricordando lespressione (12) per laltezza critica, la precedente relazione pu


essere cos riscritta

gy
8q3
= i f 2 c4 / 3
2
gB Qc
k S R Hc

ovvero
q3
8
Qc =
gB 2
gy
i f 2 c4 / 3

k S R Hc

(80)

Lequazione (80) fornisce il valore della portata in corrispondenza della sezione in cui
4/3
si realizzano le condizioni critiche in forma implicita in quanto il rapporto y c / R Hc
che
compare al secondo membro dipende dalla portata Qc.

La soluzione della (80) pu essere agevolmente ottenuta mediante un procedimento


4/3
iterativo. Sostituendo nella (80) il valore y c / R Hc
1 di primo tentativo, si determina
un valore per Qc di prima approssimazione mediante il quale si calcolano laltezza
critica yc e il corrispondente raggio idraulico RHc di seconda approssimazione.
Procedendo iterativamente in questo modo si perviene alla soluzione della (80).
Nota la portata Qc si determina la posizione xc della sezione in cui si realizzano le
condizioni critiche essendo
Qc = Q0 + q x c

in cui Q0 la portata in corrispondenza della sezione di monte dove ha inizio


limmissione. Se la posizione xc cos individuata dovesse cadere al di fuori del tratto
lungo il quale si ha limmissione continua ci sta ad indicare che non vi transizione
lentarapida e la corrente mantiene il suo stato di moto lungo tutto il tratto.
Il fatto che a monte e a valle della sezione xc si sviluppino condizioni di corrente lenta
e di corrente rapida, rispettivamente, non significa che la pendenza del fondo debba
essere rispettivamente inferiore e superiore a quella critica. Tenendo conto
dellequazione (15), la (80) si pu scrivere come segue
8
q3
Qc =
gB 2 (i f i c )3
ovvero
if ic = 3

8q 3
gB 2Qc

E evidente quindi che almeno in un intorno di xc deve essere if>ic essendo positivo il
termine a destra nella relazione precedente.

-83-

Un esempio di profilo in cui presente la transizione tra corrente lenta e rapida lungo
il tratto di canale in cui avviene limmissione di portata illustrato in Fig. 105.
Nellesempio si assunto Q0=0.

Fig. 105

5.4.2 Alcune semplici soluzioni

Consideriamo il caso di un canale collettore di sezione rettangolare nel quale, a


partire dallinizio, viene immessa una portata per unit di larghezza q costante (Fig.
106). Assumiamo che al termine del canale, lungo L, vi sia un salto di fondo oppure
un restringimento molto spinto o comunque una situazione che determini il passaggio
attraverso le condizioni critiche. Assumiamo trascurabili sia la pendenza del fondo
che le dissipazioni di energia continue per attrito. In queste condizioni possibile
formulare una semplice soluzione del problema.
La portata complessivamente raccolta dal canale sar Q0=qL. Laltezza critica che si
stabilisce nella sezione terminale (x=L) vale dunque
y c = 3 (qL / B ) 2 / g

A questa altezza corrisponde la spinta


M =B

y c2 q 2 L2 3
+
= B y c2
2 gBy c 2

Applicando il teorema della quantit di moto al volume di fluido compreso tra la


generica sezione e la sezione terminale si pu scrivere
y 2 q2x2 3 2
+
= yc
2 gB 2 y 2

-84-

La precedente relazione fornisce, in forma implicita, landamento nello spazio


dellaltezza y. In particolare, nella sezione iniziale (x=0), risulta
y (0 ) = 3 y c

Fig. 106

-85-

6
6.1

Altre precisazioni
Canali di lunghezza finita

Quando, come accade nella realt, si ha a che fare con tratti di canali di lunghezza
finita, le condizioni al contorno esterne, da porre in corrispondenza delle sezioni di
estremit del dominio, possono essere (e generalmente sono) diverse da quelle
corrispondenti alla condizione di moto uniforme. Questo fatto introduce ulteriori
possibili configurazioni del campo di moto che possono essere anche sensibilmente
diverse da quelle analizzate nei paragrafi precedenti. A tale proposito si pensi che su
un fondo a debole pendenza (if<ic) si pu assegnare una condizione al contorno a
monte (ovviamente di corrente rapida) e, al contrario, su un fondo a pendenza
superiore a quella critica possibile imporre una condizione al contorno a valle
(ovviamente di corrente lenta).
E questa, di fatto, lunica differenza formale tra canali di lunghezza finita e canali
infinitamente lunghi. Tuttavia, il modo di procedere per ricostruire landamento del
profilo liquido concettualmente lo stesso seguito negli esempi illustrati.
Dal punto di vista pratico, invece, lestensione finita dei canali introduce una
complicazione operativa legata alla necessit di individuare correttamente le
condizioni al contorno esterne.
E questo un problema che si incontra pi frequentemente quando il canale
caratterizzato da una debole pendenza. Nel caso di forti pendenze, infatti, la sezione
trasversale generalmente regolare e la corrente raggiunge di solito molto
rapidamente condizioni prossime a quelle di moto uniforme.
Nelle condizioni di debole pendenza, che sono peraltro quelle che pi
frequentemente si incontrano nella pratica, spesso conveniente estendere il
dominio di integrazione verso valle fino a raggiungere un sostegno, una traversa (si
veda ad esempio lEsercizio 15), un serbatoio o un qualsiasi bacino idrico di grandi
dimensioni (laddove cio sia possibile assegnare un livello (Fig. 107A),
eventualmente dipendente dalla portata fluente), ovvero fino a comprendere una
qualsiasi altra sezione di controllo in corrispondenza della quale, grazie alla
biunivocit del legame tra portata e livello, la condizione al contorno determinabile
facilmente e con certezza (Fig. 107B, C).
Quando, per la ben nota legge di Murphy, non si in grado di individuare, a breve
distanza, una sezione in cui sia possibile assegnare univocamente la condizione al
contorno, si pu procedere come segue.
Individuata una qualsiasi sezione sufficientemente a valle del tratto lungo il quale si
vuole ricostruire il profilo liquido, si fissa unaltezza dacqua yv ragionevole (una stima
pu essere fatta utilizzando, in una formula di moto uniforme, una sezione media e
una pendenza media del fondo). Si ricostruiscono quindi i profili di moto permanente
facendo variare il livello imposto a valle allinterno di un sensato intervallo di valori
y attorno ad yv (vedi Fig. 107D) con lo scopo di evidenziare lerrore che si
commette a causa delle incertezze presenti relativamente allassegnazione delle
condizioni al contorno di valle.

-86-

Fig. 107

6.2

Canali non prismatici

Nel caso di canali non prismatici, per i quali cio vi una variazione della forma o
delle dimensioni della sezione nella direzione del moto, la trattazione
unidimensionale nel caso di correnti rapide non pi applicabile. In questa
situazione, infatti, il moto caratterizzato da una forte bidimensionalit
accompagnata dallinsorgenza di fronti donda stazionari a seguito delle inevitabili
deviazioni planimetriche della corrente.
Nel caso di correnti lente, invece, pur con qualche cautela, la trattazione
unidimensionale pu considerarsi ancora corretta. Per i corsi dacqua naturali, ad
esempio, variazioni della forma o delle dimensioni della sezione trasversale lungo la
direttrice del moto costituisce la regola piuttosto che leccezione. In tal caso
lintegrazione dellequazione dellenergia (18) per la determinazione del profilo di

-87-

moto permanente viene usualmente condotta facendo riferimento, tratto per tratto, a
sezioni caratterizzate da valori medi delle dimensioni caratteristiche.
Gli effetti dissipativi associati pi o meno direttamente allirregolarit morfologica di
un corso dacqua vengono inclusi nel calcolo assegnando opportuni valori ai
coefficienti di resistenza (vedi paragrafo 1.2.1).
E inoltre opportuno sottolineare che lapplicazione del teorema della quantit di moto
richiede una certa cautela laddove le componenti delle forze di pressione esercitate
dalle pareti laterali non possono pi dirsi, per lorientazione delle pareti stesse,
normali alla direzione del moto e perci ininfluenti.

6.3

Considerazioni . non unidimensionali

In alcuni casi, a partire dalla soluzione unidimensionale, si effettuano considerazioni


e valutazioni a carattere bidimensionale o tridimensionale. Queste valutazioni si
basano, evidentemente, sullipotesi che gli effetti di ordine spaziale superiore non
influenzino in misura sensibile la soluzione unidimensionale e pertanto devono
essere considerate con qualche cautela.
6.3.1 Sovralzi in curva

Nel caso tratti di canali in curva, percorsi da una corrente rapida, il moto assume, in
generale, spiccate caratteristiche bidimensionali e, con particolare riferimento alla
stima dei sovralzi che si vengono a determinare in corrispondenza dellestradosso,
gli effetti tridimensionali assumono unimportanza rilevante. Nel caso di curve molto
strette e valori del numero di Froude relativamente bassi, la curva si comporta come
un ostacolo che viene superato con transizione della corrente da rapida a lenta a
monte della curva stessa. Non pertanto significativo effettuare stime del sovralzo in
curva, a partire dalla soluzione unidimensionale, nel caso di correnti rapide.
Nel caso di correnti lente invece possibile effettuare valutazioni approssimate che
possono ritenersi significative. Per una sezione rettangolare, lequazione di Eulero
proiettata in direzione normale e mediata sulla verticale si scrive
dy v 2 (r )
=
dr
gr

(81)

Assumendo che nel piano orizzontale il moto si comporti come irrotazionale, la


distribuzione radiale delle velocit
v (r ) =

c
r

con

c=

vB
ln(re / ri )

in cui v la velocit longitudinale media sulla sezione, re e ri sono i raggi di curvatura


esterno ed interno, rispettivamente, e B=re-ri la larghezza della sezione.
Sostituendo questa espressione per v(r) nella (81) ed integrando lequazione
differenziale a variabili separabili che cos si ottiene, si trova
v 2 re r i

y =
2g ln(r e / r i )

1
1
2 2
r
r e
i

(82)

-88-

in cui y=ye-yi la differenza di livello tra lestradosso e lintradosso della curva. La


precedente relazione pu essere semplificata nel caso in cui la larghezza del canale
sia piccola rispetto ai raggi di curvatura.
Nel caso in cui sia ri<<B, infatti, si pu scrivere
ln(re / r i ) = ln

B B
ri + B
= ln1 +
ri
ri ri

Sostituita questa approssimazione nella (82) e potendo confondere i raggi re e ri con


il raggio di curvatura medio rm, si trova
y

v 2 r e2 r i 2

2g r e2

v 2 B (r e + r i ) v 2 2B
=

2g
2g r m
r e2

(83)

Il confronto tra i sovralzi y calcolati con la (82) e quelli calcolati con la (83)
illustrato in Fig. 108. Si osserva che fino a rapporti B/rm0.5 le due formulazioni
producono risultati poco dissimili tra loro.

Fig. 108

Lequazione (83) pu essere riscritta nella seguente forma


y B 2

F
y
rm

la quale mostra che il sovralzo relativo y/y cresce proporzionalmente alla curvatura
e al quadrato del numero di Froude.
Va tuttavia sottolineato che le ipotesi e le semplificazioni che hanno consentito di
ottenere le relazioni (82) o (83) non possono ritenersi accettabili quando le curve
sono molto strette e la corrente caratterizzata da elevati valori del numero di
Froude. Ad esempio, per valori di (B/rm)F2 superiori 0.25 si assiste alla separazione
-89-

della corrente in corrispondenza


unidimensionale cade in difetto.

dellintradosso

la

stessa

soluzione

C inoltre da considerare la lunghezza della curva che deve essere sufficiente per
consentire che il sovralzo si sviluppi completamente. In direzione trasversale, infatti,
la superficie libera orizzontale in corrispondenza della sezione iniziale della curva
e, via via che si procede verso valle si inclina fino a raggiungere, dopo una
lunghezza (di adattamento) Lmin, la pendenza y/B fornita dalla (82) o dalla (83).
Empiricamente, questa lunghezza viene generalmente assunta pari a Lmin=30 y.
6.3.2 Livello costante o energia costante?

OMISSIS
6.3.3 Variazione di F nella sezione

OMISSIS

6.4

Resistenze idrauliche

Come si detto, il coefficiente kS dovrebbe essere una misura della scabrezza di


parete mentre, in pratica, nel coefficiente kS sono normalmente inglobati gli effetti
dissipativi di molti fenomeni non propriamente inquadrabili come attrito. Nei
paragrafi che seguono sono discussi alcuni di questi processi dissipativi e la
possibilit di considerarli attraverso un opportuno adattamento dei coefficienti di
resistenza.
6.4.1 Irregolarit longitudinale della sezione

OMISSIS
6.4.2 Circolazioni trasversali in curva

OMISSIS
6.4.3 Forme di fondo

OMISSIS
6.4.4 Vegetazione
6.4.5 Altri meccanismi dissipativi

OMISSIS

6.5

Canali a forte pendenza

Si parla di canali a forte pendenza quando non pi lecito assumere (vedi Fig. 109)
tan()sen() e cos()1, cio quando non si pu confondere la normale al fondo
con la verticale (indicate rispettivamente con e in Fig. 109).
Il comportamento di una corrente caratterizzata da elevata pendenza del fondo
inquadrabile in modo sostanzialmente analogo a quello visto nei paragrafi precedenti
per le correnti che si sviluppano in alvei caratterizzati da modeste pendenze del

-90-

fondo. Le differenze che si riscontrano discendono proprio dal fatto che non pi
possibile confondere sen() con tan() e assumere cos()1.
Tali differenze, soprattutto per le maggiori pendenze, hanno comunque un
importante impatto sulla soluzione come verr evidenziato nel seguito.

Fig. 109

6.5.1 Moto uniforme e dissipazioni continue

Lequazione per il moto uniforme (1) e, analogamente, quella per il calcolo delle
dissipazioni continue (17) mantengono la loro validit a patto di sostituire al posto
dellaltezza y lo spessore della lama dacqua n=y.cos().
6.5.2 Caratteristiche energetiche e dinamiche

Consideriamo innanzitutto la distribuzione delle pressioni. La seconda equazione di


Eulero, proiettata in direzione normale al moto () garantisce distribuzione idrostatica
delle pressioni. Per il generico punto P (Fig. 109), dunque, la pressione vale
pP = (n ) cos( )

(84)

La quota piezometrica hP* , nel punto P, sar dunque data dalla seguente relazione
hP* = z + cos( ) + pP / = z + cos( ) + (n )cos( )

ovvero
hP* = z + n cos( ) = z + y cos 2 ( )

(85)

che risulta costante, cio indipendente dalla posizione del punto P lungo la normale
al fondo. Al contrario, facile verificare che la distribuzione delle pressioni in
direzione verticale non idrostatica2.
2

In direzione verticale (), la quota geodetica del punto P vale z+, utilizzando lespressione (84) per
la pressione, la quota piezometrica del punto P fornita dalla seguente relazione
-91-

Si osserva che la quota piezometrica non coincide pi con la quota della superficie
libera e risulta inferiore ad essa. Al crescere della pendenza, la pressione sul fondo
p(z) si riduce sensibilmente essendo, dalla (84), p(z)= n.cos()= y.cos2() e, al
limite, per un canale con fondo verticale (=90), la pressione sul fondo si annulla.
Lenergia E data dalla somma della quota piezometrica e dellaltezza cinetica.
Utilizzando la (85), possiamo pertanto scrivere
E = z + y cos 2 ( ) +

Q2
Q2
2
.

cos
(
)
H
=
E

z
=
y
+
2g A 2
2g A 2

(86)

in cui larea A quella della sezione liquida normale alla direzione del moto. Per una
sezione rettangolare, ad esempio, lenergia rispetto al fondo vale
H = y cos 2 ( ) + Q 2 / 2g B 2 y 2 cos 2 ( ) .
Per la spinta M, che agisce nella direzione del moto, la componente statica data al
prodotto dellarea A, normale alla direzione del moto, per laltezza di pressione pG/
valutata mediante la (84) in corrispondenza del baricentro.
M=A

pG

Q2
Q2
= A G cos( ) +
gA
gA

in cui G la profondit del baricentro misurata nel piano della sezione ortogonale al
moto. Per una sezione rettangolare, ad esempio, risulta
By 2 cos 3 ( )
Q2
M=
+
2
g By cos( )

Il diagramma H-y, che una rappresentazione grafica della (86), fissate la portata e
la forma della sezione, poco dissimile da quello illustrato in Fig. 4. In particolare il
coefficiente angolare dellasintoto obliquo non pi 1 ma vale cos2(). Laltezza
critica, corrispondente al minimo della curva espressa dalla (86) si determina
imponendo la seguente condizione, analoga alla (10)
Q 2 Bc
=1
g Ac3 cos( )

(87)

Per una sezione rettangolare, ad esempio, si trova


yc = 3

Q2
g B 2 cos 4 ( )

(88)

Si osserva innanzitutto che, a differenza del caso in cui la pendenza del fondo
relativamente, quando la pendenza forte laltezza critica dipende anche dalla
pendenza. Si vede poi che al crescere della pendenza laltezza critica si sposta verso
valori sempre pi elevati estendendo di fatto in questo modo la regione delle correnti
rapide. Al limite, per un fondo verticale, laltezza critica tende ad infinito non pi
possibile avere correnti lente.

hP* = z + + pP / = z + + (n )cos( ) = z + + (y )cos2 ( ) = z + y cos2 ( ) + sen2 ( )


Non essendo la quota piezometrica costante, in quanto dipende dalla posizione del punto, la
distribuzione delle pressioni in direzione verticale non idrostatica.
-92-

Per il diagramma M-y valgono le stesse considerazioni appena illustrate con


riferimento al diagramma H-y. In particolare, le relazioni (87) e (88) esprimono la
condizione di minimo anche per la spinta M.
Estendendo la definizione di numero di Froude ai moti caratterizzati da forti
pendenze, con riferimento alla (87) possiamo scrivere
F=

Q 2B
g A 3 cos( )

(89)

Per una sezione rettangolare si ha


F=

v
g y cos 2 ( )

E facile mostrare che la celerit di propagazione di una piccola perturbazione in


presenza di forti pendenze vale
c = g y cos 2 ( )

Pertanto, nel caso di sezione rettangolare, il numero di Froude continua a


rappresentare il rapporto tra la velocit del fluido v e la celerit c di propagazione di
una piccola perturbazione.
6.5.3 Equazione di conservazione dellenergia

Per la ricostruzione dei profili di moto permanente si integra lequazione che esprime
la conservazione dellenergia (18), con la definizione di energia data dalla (86) e, per
le dissipazioni continue, i suggerimenti riportati nel paragrafo 6.5.1.
Nel caso di un canale prismatico caratterizzato da una sezione compatta, lo sviluppo
dellequazione (18) porge3
dy
sen( ) j
=
dx cos 2 ( ) 1 F 2

6.5.4 Alcuni problemi che si riscontrano nella pratica

OMISSIS
3

La derivata rispetto ad x della (86) si scrive

dE dz dy
d Q2

cos 2 ( ) +
=
+
dx dx dx
dn 2gA 2

dn
Q 2 B dn
dy
2

)
+
cos
(

sen
dx
dx
gA 3 dx

Lequazione (18) si scrive pertanto

j=

Q 2 B dy
dy
dE
cos 2 ( )
cos( )
= sen( ) +
dx
dx
gA 3 dx

Ricordando lespressione (89) per il numero di Froude, la precedente relazione pu essere scritta
come segue

dy
sen( ) j
=
dx
cos 2 ( ) 1 F 2

)
-93-

6.6

Canali con fondo curvo

OMISSIS

6.7

Effetti legati alla distribuzione non idrostatica delle pressioni

Per i casi in cui le variazioni spaziali dellaltezza y non sono trascurabilmente piccole,
cio tali da consentire di assumere distribuzione idrostatica delle pressioni in
direzione verticale (o, almeno, in direzione normale al fondo) possibile formulare
delle apposite equazioni differenziali approssimate.
Consideriamo, per semplicit, un alveo prismatico a sezione rettangolare molto larga
con una pendenza del fondo sufficientemente piccola, tale da consentire di
confondere la normale al fondo con la verticale. Essendo la pendenza della
superficie libera dh/dx relativamente importante, la componente verticale della
velocit non pi trascurabile.
Assumiamo che la componente orizzontale v della velocit sia sostanzialmente
uniforme sulla verticale (v=q/y) e indichiamo con w la componente della velocit nella
direzione verticale, (Fig. 110),

Fig. 110

In prossimit della superficie libera, dovendo il moto essere parallelo alla superficie
stessa, sar
w (h ) = v

d
dh
(y + z ) = v dy i f v dy
=v
dx
dx
dx

dx

(90)

mentre al fondo sar


w (z) = v

dz
= v i f 0
dx

Essendo q=vy costante nello spazio, dalla (90) si ha


0=

dq d
(vy ) = v dy + y dv = w (h) + y dv
=
dx dx
dx
dx
dx

Consideriamo lequazione di continuit


dv dw
+
=0
dx d

-94-

cio

dv
w (h )
=
dx
y

la quale, in base alla precedente relazione pu essere scritta come


dw w (h )
=
d
y

Questa equazione differenziale pu essere immediatamente integrata ottenendo


w ( ) = w (h )

>z

Consideriamo ora lequazione dinamica in direzione verticale nella quale si


trascurano gli sforzi turbolenti
1 w
p
w
( + ) + (v
)=0
+w

g x
Utilizzando lespressione per w=w() precedentemente individuata, dopo qualche
passaggio, si pu scrivere
2
1 d 2y
1 dy

( z )

2
2
y
dx
dx
y

v2
p
( ) = 1
g

Integrando questa equazione tra e h, e ricordando che p(h)=0, si trova


p( )

= (h ) +

v2
2g

1 d 2y
1
2

2
y
y dx

dy

dx

2
2
( y ( z ) )

Individuate le espressioni per w() e p(), consideriamo il trinomio di Bernoulli


mediato sulla verticale tra z e h
v 2 + w 2 ( )
1
p
[
(
)
/
] d =

+
+
y z
2g
2
h
v 2 1 d 2y
1
1 dy 2
2
= [ + (h ) +

( y ( z ) )] d +

2
2
yz
2g y dx
y dx
h

E=

w (h )
( z ) 2
v +
h
1
y
+
d
yz
2g
2

Sviluppando la precedente relazione si arriva a scrivere (Serre, 1953; BenjaminLighthill 1954)


q2
E =z+y +
2gy 2

2 d 2 y 1 dy 2


1 + y
2
3 dx
3 dx

(91)

nella quale, rispetto a quella canonica espressa dalla (6), sono presenti due termini
addizionali che tengono conto della pendenza della superficie libera (dy/dx) della sua
curvatura (d2y/dx2). Si osserva inoltre che questi contributi diventano importanti
quando importante il termine cinetico.
Sviluppando lequazione (18), nella quale lespressione per lenergia E quella
fornita dalla (91) si trova
-95-

y 2 d 3y
if j F
dy
3 dx 3
=
dx
2 d 2 y 1 dy 2
2
1 F 1 + y


2
3 dx
3 dx
2

(92)

Procedendo in modo analogo a quello seguito per determinare lespressione per


lenergia E in presenza di pendenze e curvature non trascurabili della superficie
libera, possibile determinare lespressione per la spinta M che si scrive
M y 2 q2
=
+
B
2 gy

1 d 2 y 1 dy 2

1 + y
2
3 dx
3 dx

(93)

Va segnalato che la soluzione dellequazione (18) con lenergia espressa dalla (91)
ovvero la soluzione della (92) presentano non pochi problemi di carattere numerico
legati alla forte instabilit che intrinsecamente caratterizza queste equazioni. Inoltre,
per la presenza di una derivata seconda del livello nellespressione per E, la
soluzione richiede condizioni al contorno addizionali non sempre agevoli da
assegnare.
Non va per altro sottaciuto che queste equazioni non introducono sensibili
miglioramenti nella ricostruzione dei profili liquidi e il loro impiego, nella pratica
ingegneristica, generalmente caratterizzato da un modesto interesse.

6.8

Considerazioni conclusive

I problemi relativi alle correnti unidimensionali in moto stazionario non si esauriscono


certo con le considerazioni esposte nei capitoli precedenti. Daltra parte lo scopo di
questi appunti quello di . illustrare una metodologia generale per il tracciamento
dei profili di moto permanente e di fornire una consistente serie di esempi che
consentano un utile esercizio.
OMISSIS

-96-

Canali caratterizzati da sezioni chiuse

Non infrequente imbattersi, nella pratica, in canali che, per tratti di lunghezza non
trascurabile, sono caratterizzati da una sezione chiusa e possono pertanto
funzionare sia a superficie libera che in pressione. In questultimo caso il profilo da
tracciare non pi, ovviamente, quello della superficie libera bens quello che
rappresenta la quota piezometrica. Situazioni di questo tipo si verificano con
riferimento a condotti fognari e, soprattutto, con riferimento a tombini e a tratti, pi o
meno lunghi, di canali tombati, molto frequenti, questi ultimi, in ambito urbano.
E abbastanza difficile reperire in letteratura una trattazione organica degli aspetti
teorici relativi alle caratteristiche del moto entro condotti. Inoltre, come si vedr, il
moto entro condotti, un problema notevolmente complesso per la grande quantit
di situazioni differenti che possono presentarsi. Ad esempio, il problema complicato
dal fatto che, quando il moto avviene a superficie libera, anche in condizioni di moto
uniforme, il legame tra portata fluente e altezza dacqua non necessariamente
biunivoco. Inoltre perdono in parte di significato alcuni parametri caratteristici dei moti
a superficie libera quali quelli che fanno riferimento alle condizioni critiche.
Il problema, dal punto di vista pratico, ulteriormente complicato dal fatto che non
pi trascurabile la dinamica dellaria al di sopra della superficie libera, trascinata dalla
corrente. Per questi motivi verranno qui illustrati solo alcuni aspetti teorici, nellipotesi
semplificativa che, se il moto avviene a superficie libera, la pressione al di sopra di
questultima sia atmosferica. Qualche cenno sul reale funzionamento, influenzato
dagli effetti determinati dal trascinamento dellaria, saranno comunque brevemente
discussi.

7.1

Inquadramento teorico

Nellaffrontare gli aspetti teorici si assume che il moto in pressione sia unestensione
dei moti a superficie libera. Pertanto, per quanto possibile, si cercato di mantenere
ed estendere limpostazione classica dei moti a superficie libera.
Consideriamo, per semplicit, il caso di condotti cilindrici per i quali la sezione possa
considerarsi compatta. Lanalisi si limita inoltre al caso di condotti caratterizzati da
una pendenza modesta cos da poter confondere la verticale con la normale al fondo
ed assumere distribuzione idrostatica delle pressioni in direzione verticale.
La discussione, inoltre, considera due sole sezioni, quella circolare e quella
rettangolare, caratterizzate da comportamenti sensibilmente diversi che in qualche
modo si pongono agli estremi di quelli possibili per sezioni chiuse di forma diversa.
La differenza di comportamento, dal punto di vista idraulico, sostanzialmente
determinata dal fatto che la larghezza B in corrispondenza della superficie libera si
riduce gradualmente a zero al crescere del tirante y per una sezione circolare mentre
si annulla bruscamente nel passaggio da moto a superficie libera (y<D) a moto in
pressione (y>D) nel caso di sezione rettangolare, essendo D laltezza della sezione.
7.1.1 Alcune definizioni e osservazioni preliminari

Nel caso di moto a superficie libera laltezza y misura lo spessore della lama dacqua
(y la distanza verticale tra il fondo la superficie libera) e coincide con la quota
piezometrica misurata rispetto al fondo. Possiamo estendere questultima definizione
per y al caso di moto in pressione (vedi Fig. 111).
-97-

Si ricorda che per un moto uniforme a superficie libera costante la velocit e


laltezza dacqua y e quindi lenergia rispetto al fondo H, inoltre la pendenza della
superficie libera (che corrisponde alla pendenza della linea piezometrica) coincide
con la pendenza della linea dellenergia j ed entrambe coincidono con la pendenza
del fondo if. In un moto stazionario in pressione, invece, la velocit sempre
costante (e quindi il moto sempre uniforme). Inoltre, essendo costanti area e raggio
idraulico, si ha sempre la coincidenza tra la pendenza della linea piezometrica e la
pendenza della linea dellenergia j e queste pendenze, normalmente, differiscono
dalla pendenza del fondo if (ovvero dalla pendenza dellasse della condotta).
E da osservare inoltre che per alcune sezioni chiuse, come ad esempio quella
circolare, quando il moto avviene a superficie libera si realizzano due distinte altezze
di moto uniforme, come verr precisato nel seguito.

Fig. 111

7.1.2 Condizioni di moto uniforme e pendenze caratteristiche

Nel caso dei canali, come si visto, vi ununica pendenza caratteristica: la


pendenza critica ic (vedi paragrafo 1.3.5). Per un moto che pu svilupparsi
indifferentemente a superficie libera o in pressione, opportuno considerare tre
diverse pendenze caratteristiche. Accanto alla pendenza critica ic, definita come si
gi visto per un moto a superficie libera, va considerata la pendenza limite iD definita
come la pendenza del fondo in corrispondenza della quale si ha un moto in
pressione con altezza piezometrica y coincidente con laltezza della sezione (y=D). In
tal caso la linea piezometrica coincide con la generatrice superiore della sezione. Pi
semplicemente la pendenza limite iD corrisponde alla pendenza della linea
piezometrica quando il moto avviene in pressione. Vi infine la pendenza minima im
al di sotto della quale il moto non pu avvenire a superficie libera. La pendenza
minima, quindi, corrisponde alla pendenza del fondo per la quale, in condizioni di
moto uniforme a superficie libera, la capacit di portata della sezione Q /(k s i f )
massima. Indicato con ym il corrispondente livello, si ha
Ym/D=0.94

per una sezione circolare

Ym/D=1

per una sezione rettangolare

Per un canale a sezione chiusa, fissato il rapporto Q/ks, il legame tra la pendenza del
fondo if e laltezza di pressione y, fornito da una qualsiasi formula di moto uniforme.
Per sezioni circolari e rettangolari tale legame qualitativamente illustrato in Fig.
112. Si osserva che per una sezione rettangolare si ha un brusco passaggio, da if=im
-98-

a if=iD, quando il livello passa da valori appena inferiori allaltezza D della sezione, a
valori appena superiori. Si osserva inoltre che per y>D non vi nessun legame tra la
pendenza del fondo e laltezza piezometrica y.
E da osservare infine che, per la sezione circolare e una pendenza del fondo
compresa tra if=im e if=iD si realizzano due distinte altezze di moto uniforme a
superficie libera. La prima, che sar indicata con y0, inferiore a ym, la seconda, che
sar indicata con y00, superiore a ym: Nel complesso si ha quindi 0<y0<ym<y00<D. Al
contrario, nel caso di sezione rettangolare, la condizione di moto uniforme unica.

Fig. 112

7.1.3 Caratteristiche dinamiche della corrente

Nel caso di sezioni compatte, per le quali, cio, si possa ritenere la velocit distribuita
uniformemente su tutta la sezione, lenergia specifica E e lenergia specifica rispetto
al fondo H sono definite dalle relazioni (6) nelle quali, come noto, larea A varia con
y quando il moto a superficie libera mentre resta constante nei moti in pressione.
Per un assegnato valore della portata, landamento dellenergia H al variare
dellaltezza y, fornito dallequazione (6), qualitativamente quello illustrato in Fig.
113

Fig. 113
-99-

Lenergia rispetto al fondo H ammette un minimo che corrisponde alle condizioni


critiche. Come per i canali, questa condizione di minimo si trova imponendo H/y=0
ovvero imponendo F=1 (vedi Fig. 113a-b). Per la sezione rettangolare, per, pu
accadere che la soluzione della relazione F=1, nella quale si assuma la larghezza B
costante, produca unaltezza yc>D e non quindi possibile parlare di altezza critica in
senso stretto. In questo caso comodo estendere la definizione di altezza critica
ponendo yc=D (vedi Fig. 113c). In questo modo yc che rappresenta ancora sia la
condizione di minimo per H, sia, come si vedr, il punto di separazione tra corrente
lenta e rapida,.
Per quanto riguarda invece la pendenza critica che, in queste condizioni,
evidentemente non esiste, comodo assegnare alla stessa il valore che avrebbe se
la sezione rettangolare non fosse chiusa superiormente. In tal modo possiamo
pensare che la situazione illustrata in Fig. 113c sia caratterizzata da una pendenza
critica inferiore alla pendenza minima (ic<im).
Questi aspetti possono risultare pi chiari se si osserva il legame tra laltezza y e il
numero di Froude, per un assegnato valore di portata, illustrato in Fig. 114. In questa
figura si osserva, nel caso di sezioni circolari (Fig. 114a), che al variare di y
nellintervallo 0<y<D, il numero di Froude varia tra zero e infinito. Di conseguenza
esiste sempre una soluzione per la condizione F=1, e si avr quindi 0<yc<D.
Nel caso di sezioni rettangolari, invece, non sempre la condizione F=1 ammette
soluzione. In tal caso (Fig. 114c), si pu assumere, come si detto, yc=D nel senso
che per y<yc la corrente caratterizzata da valori del numero di Froude superiori
allunit mentre per y>yc risulta F=0.

Fig. 114

Estendendo i concetti di corrente lenta (F<1) e rapida (F>1) propri dei moti a
superficie libera, al caso di un moto in pressione, si pu dire che questultimo
sempre caratterizzato dallessere una corrente lenta (Fig. 113).
Questa estensione, come si vedr nel seguito, si trova in sostanziale accordo con le
conseguenze proprie evidenziate per i moti a superficie libera. Ad esempio, nelle
ipotesi fatte, di fluido incomprimibile e condotto indeformabile, la velocit di
propagazione di piccole perturbazioni ondose (onde di pressione) infinita, pertanto
queste perturbazioni sono sempre in grado di risalire la corrente come avviene nei
moti a superficie libera caratterizzati dallo stato sub-critico.
-100-

Per quanto riguarda il concetto di spinta M, questo resta sostanzialmente analogo a


quello introdotto per i canali. Landamento della funzione M(y) illustrato in Fig. 115
ed ha caratteristiche del tutto analoghe allandamento dellenergia H illustrato nella
precedente Fig. 113.

Fig. 115

7.1.4 Profili di moto gradualmente vario

Come si detto, per un moto che pu svilupparsi indifferentemente a superficie


libera o in pressione, opportuno considerare tre diverse pendenze caratteristiche:
la pendenza critica ic, la pendenza limite iD e la pendenza minima im. La discussione
dei possibili profili, di conseguenza, pi articolata e complessa rispetto a quella
vista nel paragrafo 2.1, relativa ai canali. Unulteriore complicazione determinata
dal fatto che, come si vedr, alla pendenza critica possono essere associati due
diversi valori dellaltezza critica yc.
In generale, qualsiasi sia la forma della sezione chiusa, la pendenza iD certamente
superiore alla pendenza im (vedi Fig. 112). Il rapporto tra queste pendenze e la
pendenza critica dipende invece dalla forma della sezione.
Sezione circolare. Quando la sezione circolare anche la pendenza critica ic deve
essere superiore a im: Qualsiasi pendenza inferiore a im, infatti, produce un moto
uniforme in pressione per il quale il numero di Froude identicamente nullo e non
esistono pertanto condizioni critiche. Le possibili situazioni sono dunque: im<iD<ic e
im<ic<iD.

Consideriamo dapprima il caso im<iD<ic. I profili che possono svilupparsi al variare


della pendenza del fondo rispetto alle tre pendenze caratteristiche, sono illustrati in
Fig. 116.
Degna di nota la situazione relativa al caso im<if<iD<ic (Fig. 116c) nella quale si
osserva che un moto caratterizzato da unaltezza prossima a y00 sostanzialmente
instabile. Partendo da valle (si tratta di una corrente lenta) con unaltezza prossima a
y00, infatti, nel procedere verso monte, piccoli disturbi possono determinare
linstaurarsi del profilo M4, verso la condizione di moto uniforme con y=y0, oppure
linstaurarsi del profilo M5 che porterebbe il moto riempire la sezione e a svilupparsi
quindi in pressione lungo il profilo P2.

-101-

Quando il moto avviene in pressione si pu avere il profilo P2, quando if<iD, o il


profilo P1 quando invece if>iD.
Unultima osservazione riguarda il profilo M5 del caso di Fig. 116c e il profilo M2
illustrato in Fig. 116d. Questi profili sono entrambi caratterizzati da una corrente
lenta, comandata da valle, e una superficie libera che, procedendo verso monte, si
incolla al cielo della condotta producendo un moto in pressione. In prossimit della
transizione a moto in pressione, laria al di sopra della superficie libera che viene
trascinata verso valle dalla corrente produce, inevitabilmente, uno stato di
depressione che anticipa la transizione verso le condizioni di moto in pressione.

Fig. 116

Consideriamo quindi, sempre per una sezione circolare, il caso im<ic<iD. Essendo la
pendenza critica inferiore a iD, esistono, associati alla pendenza critica due diversi
valori dellaltezza critica yc e questo fatto rappresenta, evidentemente, unulteriore
complicazione. Tuttavia, da un punto di vista qualitativo, vi spesso una certa
corrispondenza tra i profili che si realizzano in queste condizioni e i profili illustrati
precedentemente relativi al caso im<id<ic.
In particolare, il caso im<ic<iD<if e prevede, qualitativamente, i profili gi illustrati in
Fig. 116a.
Per il caso im<ic<if<iD caratterizzato da due diverse altezze critiche yc, comunque
comprese tra le altezze di moto uniforme y0 e y00, i profili che si sviluppano sono
illustrati in Fig. 117a.
Anche il caso im<if <ic<iD prevede una doppia configurazione legata al valore assunto
dallaltezza critica yc. Quando laltezza yc dovesse risultare inferiore a y0 (e quindi
anche a y00), i profili che si sviluppano sono sostanzialmente quelli illustrati in Fig.
-102-

116c. Quando invece risulta y0<y00<yc, i profili che si determinano sono quelli riportati
in Fig. 117b.
Infine, nel caso if<im<ic<iD i profili che si sviluppano sono analoghi a quelli illustrati in
Fig. 116d.

Fig. 117

Con riferimento alle situazioni illustrate in Fig. 117, si possono fare considerazione
analoghe a quelle discusse con riferimento al caso im<id<ic (Fig. 116).
In particolare, si osserva ancora, nel caso im<ic<if<iD (Fig. 117a), che un moto
caratterizzato da unaltezza prossima a y00 sostanzialmente instabile. Partendo da
valle (si tratta di una corrente lenta) con unaltezza prossima a y00, infatti, nel
procedere verso monte, piccoli disturbi possono determinare linstaurarsi del profilo
S4, verso la condizione critica, oppure linstaurarsi del profilo S5 che porterebbe il
moto riempire la sezione e a svilupparsi quindi in pressione lungo il profilo P2. Anche
nel caso im<if<ic<iD (Fig. 117b) laltezza di moto uniforme y00 risulta instabile.
Partendo questa volta da monte da valle (si tratta di una corrente rapida) con
unaltezza prossima a y00, infatti, nel procedere verso valle, piccoli disturbi possono
determinare linstaurarsi del profilo M1, verso la condizione critica, oppure linstaurarsi
del profilo M8 verso la condizione di moto uniforme con y=y0.
Problemi di depressione, infine, legati al trascinamento dellaria da parte della
corrente si presentano quando il moto si sviluppa con il profilo S5 del caso di Fig.
117a e con il profilo M6 illustrato in Fig. 117b.
E da sottolineare che i profili P1 e P2 indicati in Fig. 116 e in Fig. 117 sono tracciati,
per maggiore chiarezza grafica, solo per y>D. In realt questi profili, quando il moto
avviene a sezione piena, possono spingersi allinterno del condotto (y<D) ed essere
caratterizzati anche da valori negativi dellaltezza piezometrica y. In questi casi,
evidentemente, il moto avviene in depressione.
Esempio. Consideriamo ad esempio il caso di una condotta circolare di diametro D=1
m e coefficiente di scabrezza ks=80 m1/3/s, nella quale fluisca una portata Q=4.1
m3/s. In tal caso laltezza critica vale yc=0.98 m a cui corrisponde una pendenza
ic=0.02422 inferiore alla pendenza limite, che vale iD=0.02704, e superiore alla
pendenza minima im=0.02337.
Se la condotta caratterizzata da una pendenza del fondo if=0.02355, siamo nel
caso im<if <ic<id illustrato in Fig. 117b. Le altezze di moto uniforme valgono infatti
y0=0.914 m e y00=0.960 m, entrambe inferiori a yc. A queste altezze sono associati i
valori F=1.5 e F=1.2, rispettivamente. Siamo dunque di fronte alla situazione in cui,

-103-

pur essendo la pendenza del fondo inferiore a quella critica, il moto uniforme di
corrente rapida.
Se, invece, la condotta caratterizzata da una pendenza del fondo if=0.025, siamo
nel caso im<ic <if<id illustrato in Fig. 117a. Le altezze di moto uniforme valgono infatti
y0=0.861 m e y00=0.991 m, rispettivamente inferiore e superiore a yc. A queste
altezze sono associati i valori F=1.785 e F=0.819, rispettivamente. Siamo dunque di
fronte alla situazione in cui, pur essendo la pendenza del fondo inferiore a quella
critica, il moto uniforme pu essere sia di corrente rapida (y0) sia di corrente lenta
(y00).
Sezione rettangolare. Per una sezione rettangolare innanzitutto importante
osservare (Fig. 112) che il legame tra il livello y e la pendenza del fondo if
biunivoco finch il moto si mantiene a superficie libera. Di conseguenza, perde di
significato il confronto tra la pendenza limite iD e quella critica ic.

Per una sezione rettangolare poi importante distinguere tra le due situazioni
illustrate in Fig. 115b e in Fig. 115c. Nel caso di Fig. 115b la pendenza critica ic
certamente superiore a im: Qualsiasi pendenza inferiore a im, infatti, produce un moto
uniforme in pressione per il quale il numero di Froude identicamente nullo e non
esistono pertanto condizioni critiche. Nel caso illustrato in Fig. 115c, invece, non
possibile definire la pendenza critica ma, come si detto, possiamo pensare che in
queste condizioni la pendenza critica sia inferiore alla pendenza minima.
Per quanto detto, pertanto, si possono distinguere le situazioni im<ic e ic<im. Nella
discussione sulle possibili configurazioni poi necessario distinguere i casi in cui if<iD
da quelli in cui if>iD ricordando, per altro, che tale distinzione si riflette esclusivamente
sui profili che si sviluppano quando il moto in pressione.
Consideriamo dapprima il caso im<ic. I profili che possono svilupparsi al variare della
pendenza del fondo rispetto alle tre pendenze caratteristiche, sono illustrati in Fig.
118a-e.
Nel caso, invece, in cui sia ic<im, come si detto, la corrente sempre rapida se il
moto avviene a superficie libera mentre lenta se il moto in pressione. I profili che
possono svilupparsi al variare della pendenza del fondo rispetto alle pendenze iD e
im, sono illustrati in Fig. 118f-h.
A parte i problemi che possono nascere per leventuale mancanza di una sufficiente
aerazione della vena nei casi dei profili M2 di Fig. 118e, e S2 di Fig. 118f-g, vi sono
alcune situazioni cui vale la pena accennare.
E interessante osservare, in Fig. 118b e Fig. 118d che per valori del tirante prossimi
a y=D, imposti da valle essendo la corrente comunque lenta, pu svilupparsi un moto
in pressione o un moto a superficie libera che seguendo il profilo S4 (Fig. 118b) o M4
(Fig. 118d) si porta rispettivamente verso le condizioni critiche o verso il moto
uniforme. Quando laltezza y poco inferiore a D, quindi, piccoli disturbi sulla
superficie libera possono determinare lo sviluppo di un moto in pressione.
Un po particolari sono i profili che si realizzano quando ic<im (Fig. 118f-h). Il profilo di
corrente rapida S6 di Fig. 118h, comandato da monte, non pu evidentemente
estendersi fino al limite y=D cos come il profilo di corrente rapida S2 di Fig. 118f,
comandato da monte, non pu originare dal limite y=D

-104-

Fig. 118

-105-

Come per la sezione circolare, da sottolineare che i profili P1 e P2 indicati in Fig.


118 sono tracciati, per maggiore chiarezza grafica, solo per y>D. In realt questi
profili, quando il moto avviene a sezione piena, possono spingersi allinterno del
condotto (y<D) ed essere caratterizzati anche da valori negativi dellaltezza
piezometrica y. In questi casi, evidentemente, il moto avviene in depressione.
7.1.5 Transizione tra moti a superficie libera e moti in pressione

La transizione da un moto in pressione ad un moto a superficie libera, in assenza di


discontinuit geometriche, avviene gradualmente seguendo un profilo P2, a monte
che si raccorda verso valle con un profilo M2 (Fig. 116d, Fig. 118e) o M5 (Fig. 116c) o
M6 (Fig. 117b) o S2 (Fig. 118g) o S5 (Fig. 117a) con qualche possibile problema
legato eventualmente allinsufficiente aerazione della corrente a superficie libera.
Nel caso illustrato in Fig. 118g, per altro si pone il problema di individuare il punto di
transizione essendo la corrente rapida lungo il profilo S2 comandata da monte.
Anche la transizione da una corrente a superficie libera ad una corrente in pressione
pu avvenire in modo graduale. Ci accade quando il moto a superficie libera
caratterizzato da corrente lenta e il moto in pressione descritto dal profilo P1.
Questo tipo di transizione proprio delle condizioni illustrate in Fig. 116a-b, Fig.
118a, e Fig. 118c.
Spesso, per, la transizione avviene in modo brusco, quando una corrente rapida
subisce una transizione a corrente lenta e, questultima, si incolla al cielo del
condotto determinando la formazione di una sorta di risalto (Fig. 119). In ogni caso,
la corrente di valle deve essere caratterizzata da un profilo P1.

Fig. 119

Il legame tra le caratteristiche del moto a monte e a valle di questo risalto ancora
determinato attraverso lapplicazione del teorema della quantit di moto applicato al
volume di fluido compreso tra le sezioni m e v di Fig. 119. Nellipotesi di trascurare il
contributo delle resistenze di parete e il peso del fluido nella direzione della corrente,
il bilancio delle forze si scrive
Am zGm +

Q2
Q2
= Av zGv +
g Am
g Av

(94)

in cui zGv la distanza verticale tra il baricetro della sezione di valle e la


corrispondente quota piezometrica.
Per una sezione rettangolare, la precedente relazione pu essere riscritta come
segue

-106-

y m2
Q2
Q2
+
= B ( y v D / 2) +
B
2 g B ym
g BD

(95)

Sviluppando la precedente relazione si trova


yv
1 y
D
= m +
ym 2 D ym

y y
+ Fm2 1 m m
D D

(96)

A differenza del caso di un canale a superficie libera, lequazione (96) non


simmetrica, nel senso che i pedici m e v non possono essere scambiati.

7.2

Il caso di un breve tratto di canale tombato

Consideriamo il problema, relativamente semplice, di un canale di sezione


rettangolare, infinitamente lungo, largo B=2.0 m e caratterizzato da un coefficiente di
resistenza kS=60 m1/3/s, che presenta un breve tratto tombato con unaltezza della
sezione pari a D=1.0 m, come indicato schematicamente in Fig. 120. Siano, inoltre, if
la pendenza del fondo, L la lunghezza del tratto a sezione chiusa e Q la portata
fluente.

Fig. 120

Negli esempi che seguono distingueremo poi il caso di imbocco ben raccordato dal
caso di imbocco a spigolo vivo e i casi di corrente aerata o non aerata.
Esempio 1. Assumiamo che il tratto a sezione chiusa sia lungo L=60 m, che la
pendenza del fondo sia if=0.001 e che la portata fluente valga Q=1.0 m3/s. In tal caso
si ha
y0=0.533 m

yc=0.294 m im=0.00017 iD=0.00030 ic=0.00578

Con riferimento alle condizioni nei tratti di canale a cielo aperto, essendo if<ic,
avremo, infinitamente a monte e a valle condizioni di moto uniforme di corrente lenta.
Essendo im<iD<if<ic, i profili che possono svilupparsi lungo il tratto tombato sono quelli
di Fig. 118c. Per ricostruire il profilo si parte da valle (sez. 1) con unaltezza pari a
quella di moto uniforme Tali condizioni si mantengono fino alla sezione 2, poco a
valle dello sbocco, dove risulta y2=y1=y0=0.533 m. Tra le sezioni 2 e 3 non ci sono
variazioni percepite dalla corrente, sar quindi y3=y2. Proseguendo verso monte si
mantengono dunque condizioni di moto uniforme fino alla sezione 4. Ancora, tra le
sezioni 4 e 5 non ci sono variazioni percepite dalla corrente, sar dunque y5=y4=y0.
Verso monte la corrente continuer a mantenersi in condizioni di moto uniforme, e la
condizione di moto uniforme occuper dunque tutto il canale (Fig. 121).

-107-

Fig. 121

Esempio 2. La stessa soluzione (Fig. 121) si trova quando nel canale appena
descritto fluisce una portata di 2.0 m3/s anche se, in questo caso, essendo
y0=0.876 m

yc=0.467 m im=0.00070 iD=0.00120 ic=0.00585

e quindi im<if <iD<ic, i profili che possono svilupparsi sono quelli di Fig. 118d.
Per essere laltezza del moto y0 poco inferiore allaltezza D della sezione potrebbe
verificarsi, in questo caso, un funzionamento irregolare caratterizzato da un moto
pulsante (vedi paragrafo 7.4), determinato da uninsufficiente aerazione della
corrente.
Esempio 3. Supponiamo ora di incrementare la portata al valore Q=3.0 m3/s. In
questo caso si ha
y0=1.188 m

yc=0.612 m im=0.00157 iD=0.0027 ic=0.0061

Con riferimento alle condizioni nei tratti di canale a cielo aperto, essendo if<ic,
avremo, infinitamente a monte e a valle, condizioni di moto uniforme di corrente
lenta. Essendo inoltre if<im<iD<ic, i profili che possono svilupparsi lungo il tratto
tombato sono quelli di Fig. 118e. Per ricostruire il profilo si parte da valle (sez. 1) con
unaltezza pari a quella di moto uniforme. Tali condizioni si mantengono fino alla
sezione 2, poco a valle dello sbocco, dove risulta y2=y1=y0=1.188 m.

Fig. 122

Per passare dalla sezione 2 alla sezione 3, immediatamente a valle dello sbocco,
conviene operare un bilancio delle spinte che, con riferimento allo schema illustrato
in Fig. 122, si scrive
B

y 32'
y2
Q2
Q2
+
=B 2 +
2 g DB
2 gy2B

(97)

Risolta la precedente relazione rispetto a y3, si trova y3=1.157 m a cui corrisponde


lenergia H3=1.272 m. Nel passare dalla sezione 3 alla sezione 3 si pu assumere
che lenergia si mantenga costante. Si avr pertanto H3=H3=1.272m e y3=y3=1.157
m.
-108-

Lintegrazione del profilo P2 lungo il tratto tombato fino alla sezione 4 fornisce:
H4=H3+(iD-if)L=1.374 m

y4=y3+(iD-if)L=1.259 m

Se consideriamo limbocco ben raccordato, dal bilancio di energia tra le sezioni 5 e 4,


nellipotesi di trascurare le eventuali modeste dissipazioni localizzate si ha
H5=H4=1.374 m a cui corrisponde, sul ramo delle correnti lente, laltezza y5=1.307 m.
Essendo y5>y0, verso monte si svilupper un profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni
di moto uniforme (sezione 6). Il profilo complessivo illustrato in Fig. 123.

Fig. 123

Esempio 4. Supponiamo ora di incrementare ulteriormente la portata al valore Q=8.0


m3/s. In questo caso si ha
y0=2.616 m

yc=1.177 m im=0.0112 iD=0.01923 ic=0.00728

Laltezza critica nel canale risulta superiore a D, pertanto, per il tratto tombato non
definibile la pendenza critica (ovvero si pu pensare che sia ic<im, come accade per il
canale) ed essendo if<im<iD, potranno svilupparsi i profili illustrati in Fig. 118h.
In questo caso, comunque, sempre nellipotesi che limbocco sia ben raccordato, la
soluzione del problema qualitativamente analoga a quella appena vista, illustrata in
Fig. 123.
Esempio 5. Consideriamo la stessa situazione descritta nellEsempio 4 assumendo
per che limbocco sia a spigolo vivo e non siano presenti dispositivi in grado di
aerare la vena lungo il tratto tombato. Le caratteristiche del moto e i possibili profili
sono, ovviamente, quelli gi visti nellesempio precedente.
Il profilo che si sviluppa in questo caso, illustrato in Fig. 124, si determina a partire
dalla sezione di valle (sezione 1) in corrispondenza della quale si hanno condizioni di
moto uniforme. Tali condizioni si mantengono fino alla sezione 2, poco a valle dello
sbocco, dove risulta y2=y1=y0=2.616m.
Per passare dalla sezione 2 alla sezione 3, immediatamente a valle dello sbocco,
conviene operare il bilancio delle spinte (97) che fornisce y3=2.197 m a cui
corrisponde lenergia H3=3.013 m. Nel passare dalla sezione 3 alla sezione 3 si pu
assumere che lenergia si mantenga costante. Si avr pertanto H3=H3=3.013 m e
y3=y3=2.197 m. In corrispondenza della sezione 3, inoltre, la spinta vale M3=6.656
m3.
Lintegrazione del profilo P2 lungo il tratto tombato fino alla sezione 4, posta poco a
valle dellimbocco, fornisce H4=H3+(iD-if)L=4.107 m, y4=y3+(iD-if)L=3.291 m.
Dal bilancio di energia tra le sezioni 5 e 4, nellipotesi di considerare la dissipazione
localizzata di imbocco, si trova H5=H4+0.5.v2/2g=4.515 m a cui corrisponde, sul ramo
delle correnti lente, laltezza y5=4.474 m.
-109-

Essendo y5>y0, verso monte si svilupper un profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni
di moto uniforme (sezione 6).
E da osservare che, in corrispondenza della sezione di vena contratta, indicata in
figura come sezione 4, compresa tra le sezioni 4 e 5, si ha un sensibile
abbassamento della pressione. La quota piezometrica y4 pu essere calcolata dal
bilancio di energia H5=H4 che fornisce, assumendo per il coefficiente di contrazione il
valore cc=0.6, y4=2.249 m.
Essendo y4>D, la vena non soggetta a depressione e la soluzione illustrata in Fig.
124 resta pertanto valida anche in presenza di dispositivi di aerazione della vena.

Fig. 124

Esempio 6. Assumiamo, come negli esempi precedenti che il tratto a sezione chiusa
sia lungo L=60 m e alto D=1 m, assumiamo inoltre lo stesso coefficiente di resistenza
kS=60 m1/3/s, ma una pendenza del fondo if=0.005 e una portata fluente Q=6.0 m3/s.
In tal caso si ha
y0=1.091 m

yc=0.972 m im=0.0063 iD=0.0108 ic=0.0068

Essendo if<im<ic<iD, i possibili profili sono quelli illustrati in Fig. 118e. Per quanto
riguarda lubicazione delle diverse sezioni si pu fare riferimento alla Fig. 124.
Il moto uniforme nel canale caratterizzato da corrente lenta pertanto si parte dalla
sezione di valle (sezione 1) con y1=y0=1.091 m. Tali condizioni si mantengono fino
alla sezione 2, poco a valle dello sbocco.
Essendo y2<D, necessario considerare una sezione 3 immediatamente a valle
dello sbocco come gi visto nellEsempio 3. Per passare dalla sezione 2 alla sezione
3 si opera il bilancio delle spinte (97) che fornisce y3=1.018 m a cui corrisponde
lenergia H3=1.477 m. Nel passare dalla sezione 3 alla sezione 3 si pu assumere
che lenergia si mantenga costante. Si avr pertanto H3=H3=1.477 m e y3=y3=1.018
m. In corrispondenza della sezione 3, inoltre, la spinta vale M3=2.871 m3, appena
inferiore a quella del moto uniforme di valle che vale M0=2.872 m3.
Lintegrazione del profilo P2 tra le sezioni 3 e 4 fornisce H4=H3+(iD-if)L=1.825 m a cui
corrispondono laltezza y4=y3+(iD-if)L=1.366 m e la spinta M4=M3+A(iD-if)L=3.567 m3.
Dal bilancio di energia tra le sezioni 5 e 4, nellipotesi di considerare la dissipazione
localizzata di imbocco, si trova H5=H4+0.5.v2/2g=2.054 m a cui corrisponde, sul ramo
delle correnti lente, laltezza y5=1.931 m.
Essendo y5>y0, verso monte si svilupper un profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni
di moto uniforme (sezione 6).
E da osservare che, in corrispondenza della sezione di vena contratta, indicata in
figura come sezione 4, compresa tra le sezioni 4 e 5, si ha un sensibile
abbassamento della pressione. La quota piezometrica y4 pu essere calcolata dal
-110-

bilancio di energia H5=H4 che fornisce, assumendo per il coefficiente di contrazione il


valore cc=0.6, y4=0.780 m.
Essendo y4<yc e la lunghezza del tratto a sezione chiusa relativamente lungo
(lunghezza maggior di 10D), la corrente si comporta in modo diverso in relazione
allaerazione della stessa.
Per una corrente non aerata, il profilo che si sviluppa sostanzialmente quello
illustrato in Fig. 124, dove per laltezza critica risulta, come si visto, inferiore
allaltezza D della sezione. Se per, in prossimit della sezione di vena contratta
presente un dispositivo in grado di garantire laerazione della corrente, la
configurazione che si realizza potrebbe essere sensibilmente diversa da quella di
Fig. 124.
Assumiamo che in corrispondenza della sezione di vena contratta possa instaurarsi,
sulla superficie liquida, una pressione prossima a quella atmosferica. In tal caso si ha
y4=D.cc=0.6 m, H4=D.cc+Q2/2g (D.cc)2=1.874 m.
A partire dalla sezione 4 verso valle si svilupper un profilo di corrente rapida
decelerata M3. Se, durante lintegrazione del profilo M3, si ricostruisce
contemporaneamente landamento delle altezze coniugate in pressione, utilizzando
lequazione (96), e si confrontano queste ultime con il profilo P2, ci si accorge che la
corrente lenta di valle caratterizzata da una spinta sempre superiore a quella della
corrente rapida (Fig. 125a), pertanto il moto viene rigurgitato e la configurazione che
si realizza esattamente la stessa prevista nel caso di assenza di aerazione.

Fig. 125

Esempio 7. Consideriamo le stesse condizioni geometriche ed idrauliche


dellesempio precedente ma assumiamo che il tratto a sezione chiusa sia lungo L=40
m. le altezze e le pendenze caratteristiche saranno evidentemente le stesse
calcolate per lEsempio 6.
Procedendo da valle, e facendo riferimento alla Fig. 124 per lubicazione delle
diverse sezioni, si avr ancora y1=y2=y0=1.091 m. Utilizzando il bilancio delle spinte
tra le sezioni 2 e 3 e quindi il bilancio di energia tra le sezioni 3 e 3 risulter, come in
precedenza, y3=y3=1.018 m e H3=H3=1.477 m. Seguendo verso monte il profilo P2 si
trova H4=H3+(iD-if)L=1.709 m a cui corrisponde laltezza y4=y3+(iD-if)L=1.25 m. Dal
bilancio di energia tra le sezioni 5 e 4, nellipotesi di considerare la dissipazione
-111-

localizzata di imbocco, si trova H5=H4+0.5.v2/2g=1.938 m a cui corrisponde, sul ramo


delle correnti lente, laltezza y5=1.796 m. Infine, essendo y5>y0, verso monte si
svilupper un profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 6).
In corrispondenza della sezione di vena contratta (sezione 4) si ha un sensibile
abbassamento della pressione. La quota piezometrica y4 pu essere calcolata dal
bilancio di energia H5=H4 che fornisce, assumendo per il coefficiente di contrazione il
valore cc=0.6, y4=0.664 m.
Per una corrente non aerata, il profilo che si sviluppa sostanzialmente quello
illustrato in Fig. 124, dove per laltezza critica risulta inferiore allaltezza D della
sezione. Se per in prossimit della sezione di vena contratta presente un
dispositivo in grado di garantire laerazione della corrente, essendo y4<yc, la
configurazione che si realizza potrebbe essere sensibilmente diversa da quella di
Fig. 124.
Assumiamo che in corrispondenza della sezione di vena contratta possa instaurarsi,
sulla superficie liquida, una pressione prossima a quella atmosferica. In tal caso si ha
y4=D.cc=0.6 m, H4=D.cc+Q2/2g (D.cc)2=1.874 m.
A partire dalla sezione 4 verso valle si svilupper un profilo di corrente rapida
decelerata M3. Confrontando landamento delle altezze coniugate in pressione,
calcolato mediante lequazione (96), e il profilo P2, si osserva che leguaglianza delle
spinte si attua allinterno del tratto tombato ad una distanza di circa 7.6 m a valle
dellimbocco (Fig. 125b). Qui si ha la formazione di un risalto stabile. In
corrispondenza delle sezioni 7 e 8, poste a cavallo del risalto, si trova y7=0.649 m e
y8=1.206 m. Il profilo liquido risultante illustrato in Fig. 126.

Fig. 126

Esempio 8. Consideriamo ancora le stesse condizioni geometriche ed idrauliche dei


due precedenti esempi ma riduciamo la lunghezza del tratto a sezione chiusa al
valore L=30 m. Ovviamente le altezze e le pendenze caratteristiche saranno le
stesse viste in precedenza. Del tutto analoga sar anche la ricostruzione del profilo a
partire da valle (sezione 1) fino alla sezione 3 in corrispondenza dello sbocco dove si
avr y3=1.018 m e H3=1.477 m.
Seguendo verso monte il profilo P2 si trova H4=H3+(iD-if)L=1.651 m a cui corrisponde
laltezza y4=y3+(iD-if)L=1.192 m. Dal bilancio di energia tra le sezioni 5 e 4,
nellipotesi di considerare la dissipazione localizzata di imbocco, si trova
H5=H4+0.5.v2/2g=1.880 m a cui corrisponde, sul ramo delle correnti lente, laltezza
y5=1.726 m. Infine, essendo y5>y0, verso monte si svilupper un profilo di rigurgito M1
fino alle condizioni di moto uniforme.

-112-

Il bilancio di energia H5=H4 consente di calcolare la quota piezometrica y4 in


corrispondenza della sezione di vena contratta (sezione 4). Assumendo per il
coefficiente di contrazione il valore cc=0.6 si trova y4=0.606 m.
Per una corrente non aerata, il profilo che si sviluppa ancora una volta
sostanzialmente quello illustrato in Fig. 124, dove per sia yc<D. Se per in
prossimit della sezione di vena contratta presente un dispositivo in grado di
garantire laerazione della corrente, essendo y4<yc, la configurazione che si realizza
sensibilmente diversa da quella di Fig. 124.
Per una corrente sufficientemente aerata, la vena contratta caratterizzata da una
superficie libera sulla quale si instaura una pressione prossima a quella atmosferica.
In tal caso si ha y4=D.cc=0.6 m, H4=D.cc+Q2/2g (D.cc)2=1.874 m.
A partire dalla sezione 4 verso valle si svilupper un profilo di corrente rapida
decelerata M3. Confrontando landamento delle altezze coniugate in pressione,
calcolato mediante lequazione (96), e il profilo P2, si osserva che questultimo resta
sempre al di sopra della curva delle altezze coniugate pertanto leguaglianza delle
spinte non si attua allinterno del tratto tombato. Il profilo M3 prosegue pertanto a
valle del tratto tombato. Dal confronto tra le altezze coniugate, calcolate ora
mediante lequazione (28) valida per canali rettangolari a superficie libera, e laltezza
di valle, a moto uniforme, si osserva che leguaglianza delle spinte si attua ad una
distanza di circa 5.3 m a valle dello sbocco (Fig. 127a). Qui si ha la formazione di un
risalto stabile. In corrispondenza delle sezioni 7 e 8, poste a cavallo del risalto, si
trova y7=0.861 m e y8=y0=1.091 m. Il profilo liquido risultante illustrato in Fig. 127b.

Fig. 127

Negli esempi visti finora, la pendenza del fondo sempre risultata essere inferiore a
quella critica. Analizziamo ora alcune situazioni per le quali la pendenza del fondo
invece superiore a quella critica e, nel canale, a moto uniforme la corrente rapida.
Esempio 9. Assumiamo che il tratto a sezione chiusa sia lungo L=60 m, che la
pendenza del fondo sia if=0.01 e che la portata fluente valga Q=5.0 m3/s. Assumiamo
inoltre che limbocco sia ben raccordato. In tal caso si ha
y0=0.738 m

yc=0.860 m im=0.0044 iD=0.0075 ic=0.0066

Con riferimento alle condizioni nei tratti di canale a cielo aperto, essendo if>ic,
avremo, infinitamente a monte e a valle condizioni di moto uniforme di corrente
-113-

rapida. Essendo poi im<ic<iD<if, i profili che possono svilupparsi lungo il tratto tombato
sono quelli di Fig. 118a. In queste condizioni, per essere y0<D, la corrente pu
mantenersi uniforme lungo tutto il canale (Fig. 129a e Fig. 129g). Anzi, essendo iD<if,
necessariamente, come verr chiarito pi avanti, il moto si manterr uniforme lungo
tutto il canale.
Consideriamo ora la stessa situazione ma con una portata incrementata al valore
Q=6.0 m3/s. In tal caso si ha
y0=0.842 m

yc=0.972 m im=0.0063 iD=0.0108 ic=0.0068

Essendo ancora y0<D la corrente pu mantenersi uniforme lungo tutto il canale come
nel caso precedente (Fig. 129b) ma, essendo ora iD>if, questa potrebbe non essere
lunica soluzione.
Se incrementiamo ulteriormente al portata al valore Q=7.0 m3/s avremo
y0=0.944 m

yc=1.077 m im=0.0086 iD=0.0147 ic=0.0070

Anche in questo caso, essendo y0<D la corrente pu mantenersi uniforme lungo tutto
il canale (Fig. 129c) ma per essere iD>if, questa potrebbe non essere lunica
soluzione.
Consideriamo infine il caso in cui la portata raggiunga il valore Q=8.0 m3/s. In queste
condizioni avremo
y0=1.0435m

yc=1.177 m im=0.0112 iD=0.0192 ic=0.0072

Essendo y0>D, la corrente rapida di monte non in grado di superare il tratto


tombato e, necessariamente, subisce a monte dello stesso una transizione
rapidalenta con la formazione di un risalto.
Evidentemente, poi, per essere la corrente di valle rapida, si dovr verificare anche
una transizione lentarapida con la formazione di una sezione di controllo.
Questultima, essendo limbocco ben raccordato, pu posizionarsi solo in
corrispondenza della sezione di sbocco. La possibilit di avere una sezione di
controllo in corrispondenza dellimbocco, infatti, si pu avere solo se lo stesso non
ben sagomato e la corrente sufficientemente aerata cos da consentire la
formazione di una vena contratta libera (vedi Esempio 10).
Il profilo che si sviluppa nel canale, illustrato in Fig. 128, viene ricostruito a partire
dalla sezione di controllo (sezione 4) dove si impone y4=yc=D=1.0 m a cui
corrisponde lenergia H4=1.815 m. Procedendo verso valle possiamo scrivere il
bilancio di energia H4=H4 che fornisce y4=y4=1.0 m. A partire dalla sezione 4 si
svilupper poi un profilo S3 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 5).
Procedendo invece verso monte, lintegrazione del profilo lungo il tratto tombato dalla
sezione 4 alla sezione 3 fornisce H3=H4+(iD-if).L=2.367 m a cui corrisponde laltezza
y3=y4+(iD-if).L=1.552 m
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 a quelle della sezione 2,
immediatamente a monte dellimbocco, si opera un bilancio di energia nel quale, per
essere limbocco ben raccordato, si possono trascurare le dissipazioni localizzate.
Allenergia H2=H3=2.367 m corrisponde laltezza y2=2.198 m sul ramo delle correnti
lente.
Proseguendo verso monte si segue un profilo S1 fino alla sezione 7 dove la spinta
della corrente uguaglia quella relativa alla sezione 6 che vale M6=M0=4.215 m3; qui si
ha la formazione del risalto. Nel caso in esame si trova y7=1.322 m (essendo y7
laltezza coniugata di y6=y0) e il risalto si posiziona circa 82 m a monte dellimbocco.
-114-

Fig. 128

E interessante osservare quello che accade se, a partire dalla configurazione del
campo di moto appena esaminata (Fig. 129d), si riduce progressivamente la portata
riportandosi nelle medesime condizioni assunte nelle situazioni precedentemente
viste.
Consideriamo la sezione 4 ancora come sezione di controllo con y4=yc=D=1.0 m e
ricostruiamo procedendo verso valle e verso monte i profili che si determinano
riducendo gradualmente la portata.
Per una portata di 7.0 m3/s procedendo verso valle si avr y4=y4=1.0 m ed essendo
y4>y0=0.944 m, a partire dalla sezione 4 si svilupper un profilo S2 fino alle
condizioni di moto uniforme. Procedendo invece verso monte, essendo H4=1.624 m,
lintegrazione del profilo P2 fornisce H3=1.906 m e unaltezza y3=1.282 m. Dal
bilancio di energia tra le sezioni 2 e 3 si ha y2=1.686 m. Si seguir quindi un profilo
S1 fino alla sezione 7 (y7=1.222 m), posta circa 41 m a monte dellimbocco, dove la
coniugata di y7 coincide con laltezza y6=y0. Il profilo nel suo complesso illustrato in
Fig. 129e.
Analogamente, per una portata di 6.0 m3/s procedendo verso valle si avr y4=y4=1.0
m ed essendo y4>y0=0.842 m, a partire dalla sezione 4 si svilupper un profilo S2
fino alle condizioni di moto uniforme. Procedendo invece verso monte, essendo
H4=1.459 m, lintegrazione del profilo P2 fornisce H3=1.508 m e unaltezza y3=1.049
m. Dal bilancio di energia tra le sezioni 2 e 3 si ha y2=1.177 m. Si seguir quindi un
profilo S1 fino alla sezione 7 (y7=1.114 m), posta circa 4.5 m a monte dellimbocco,
dove la coniugata di y7 coincide con laltezza y6=y0. Il profilo nel suo complesso
illustrato in Fig. 129f.
Infine, per una portata di 5.0 m3/s procedendo verso valle si avr y4=y4=1.0 m ed
essendo y4>y0=0.738 m, a partire dalla sezione 4 si svilupper un profilo S2 fino alle
condizioni di moto uniforme. Procedendo invece verso monte, essendo H4=1.319 m,
lintegrazione, questa volta del profilo P1, fornisce H3=1.244 m e unaltezza y3=0.925
m<D. Dal bilancio di energia tra le sezioni 2 e 3 si ha H2=H3<Hc=1.291 m. Questo
modo di procedere non consente quindi di determinare alcuna soluzione per la
sezione 2. Pertanto, lipotesi assunta di imporre le condizioni critiche in
corrispondenza della sezione di sbocco (sezione 4) non accettabile. Per quanto
riguarda il profilo complessivo, quindi, lunica soluzione possibile quella che vede la
corrente rapida in moto uniforme estendersi lungo tutto il canale (Fig. 129g).
Con riferimento alle particolari caratteristiche geometriche e di scabrezza utilizzate
negli esempi appena descritti, al crescere e al successivo diminuire della portata si
realizza un ciclo isteretico (vedi paragrafo 4.1), sinteticamente illustrato in Fig. 129. E

-115-

da osservare, a questo proposito, che il tratto tombato pu essere assimilato ad un


ostacolo inserito nel canale.

Fig. 129

La condizione limite per il passaggio dalla configurazione illustrata in Fig. 129f a


quella di Fig. 129g si determina quando la lunghezza del profilo S1 si riduce a zero. In
tal caso, immediatamente a monte dellimbocco si realizzer laltezza y2=y7 coniugata
del moto uniforme di monte.
Con riferimento allesempio appena illustrato queste condizioni si realizzano per la
portata Q=5.875 m3/s. In questo caso si ha
y0=0.830 m

yc=0.958 m im=0.00604 iD=0.0104 ic=0.00677

Consideriamo la sezione 4 ancora come sezione di controllo con y4=yc=D=1.0 m


Procedendo verso valle si avr y4=y4=1.0 m ed essendo y4>y0=0.83 m, a partire
dalla sezione 4 si svilupper un profilo S2 fino alle condizioni di moto uniforme.
Procedendo invece verso monte, essendo H4=1.440 m, lintegrazione del profilo P2
fornisce H3=1.462 m e unaltezza y3=1.022 m. Dal bilancio di energia tra le sezioni 2

-116-

e 3 si ha y2=1.10 m che coincide, come richiesto, con laltezza coniugata della


corrente rapida di monte in moto uniforme.
In generale, la condizione limite si verifica quando il moto in pressione descritto da
un profilo P2. Quando il profilo che si sviluppa in pressione un P1, certamente il
moto con transizione non possibile.
Esempio 10. Nellesercizio precedente stato considerato per il tratto tombato un
imbocco ben raccordato. Vediamo cosa accade nellipotesi di imbocco a spigolo vivo.
Se la corrente non aerata, il risultato che si trova sostanzialmente lo stesso
dellEsempio 9. Le differenze, solo quantitative, sono legate al fatto che tra le sezioni
2 e 3 (vedi Fig. 128), quando lungo il tratto a sezione chiusa il moto che si sviluppa
in pressione, si determina una dissipazione di energia localizzata.
Se, al contrario, la corrente ben aerata, si osservano differenze anche qualitative
rispetto alla soluzione illustrata nellEsempio 9. Queste differenze riguardano,
evidentemente, le configurazioni in cui il moto non uniforme lungo tutto il canale ma
si assiste alla transizione rapidalenta a monte del tratto tombato.
Le soluzioni trovate per i casi illustrati in Fig. 129a-c e in Fig. 129g sono pertanto
valide anche nel caso di imbocco a spigolo vivo.
Consideriamo quindi la situazione corrispondente alla soluzione illustrata in Fig. 129d
che si viene a determinare quando la portata fluente vale Q=8.0 m3/s e laltezza di
moto uniforme vale y0=1.0435 m. Essendo y0>D, la corrente rapida di monte non in
grado di superare il tratto tombato e, necessariamente, subisce a monte dello stesso
una transizione rapidalenta con la formazione di un risalto.
Evidentemente, poi, per essere la corrente di valle rapida, si dovr verificare anche
una transizione lentarapida con la formazione di una sezione di controllo.
Questultima pu posizionarsi o in prossimit dellimbocco, e pi precisamente in
corrispondenza della sezione di vena contratta, o in corrispondenza della sezione di
sbocco come accade nel caso dellEsempio 9 o in corrispondenza di entrambe
queste sezioni. In questultimo caso si ha la formazione di un secondo risalto
localizzato tra queste due sezioni..
Per stabilire quale di queste tre possibilit quella che effettivamente si realizza
confrontiamo il profilo S3 che si sviluppa lungo il tratto a sezione chiusa a partire dal
livello y3=ccD imposto in corrispondenza dellimbocco con il profilo P2 calcolato a
partire dalla condizione y4=D imposta in corrispondenza dello sbocco. Confrontiamo
in particolare landamento delle altezze coniugate associate al profilo S3 (calcolata
mediante lequazione (96) con il profilo P2 di corrente lenta. Si osserva (Fig. 130) che
il profilo P2 si mantiene sempre al di sotto della curva delle altezze coniugate,
pertanto la corrente rapida di monte ad occupare il tratto di canale a sezione
chiusa. A valle della sezione di sbocco, inoltre, il profilo S3 prosegue fino alle
condizioni di moto uniforme.
Procedendo verso monte, essendo H2=H3=2.865 m, si trova y2=2.758 m. Questa
altezza risulta superiore allaltezza y7=1.322 m, coniugata della corrente rapida di
monte. A monte della sezione 2, pertanto, si svilupper un profilo S1 fino alla sezione
7 posta circa 139 m a monte dellimbocco, come illustrato in Fig. 131.

-117-

Fig. 130

Fig. 131

Vediamo ora quello che accade se, a partire dalla configurazione del campo di moto
appena esaminata (Fig. 131 e Fig. 132c), si riduce progressivamente la portata. In
queste valutazioni consideriamo la sezione 3 ancora come sezione di controllo con
y3=ccD=0.6 m e ricostruiamo procedendo verso valle e verso monte i profili che si
determinano.
Per una portata di 7.0 m3/s procedendo verso valle si avr un profilo S3 fino alle
condizioni di moto uniforme. Il massimo tirante lungo il tratto tombato risulta infatti
y4=0.861 m, inferiore a D. Procedendo invece verso monte, essendo H2=H3=2.334
m, si trova y2=2.206 m. Questa altezza risulta superiore allaltezza y7=1.221 m,
coniugata della corrente rapida di monte. A monte della sezione 2, pertanto, si
svilupper un profilo S1 fino alla sezione 7 posta circa 90.5 m a monte dellimbocco
(Fig. 132d).
Riducendo via via la portata si riduce la lunghezza del tratto lungo il quale si sviluppa
il profilo S1. La condizione limite si ha quando laltezza y2, immediatamente a monte
dellimbocco, coincide con laltezza coniugata della corrente rapida di monte in moto
uniforme. Questa condizione si verifica per una portata Q=3.65 m3/s (Fig. 132c).
Con riferimento alle particolari caratteristiche geometriche e di scabrezza utilizzate in
questo esempio, al crescere e al successivo diminuire della portata si realizza il ciclo
isteretico, analogo a quello visto nellEsempio 9, sinteticamente illustrato in Fig. 132.

-118-

Fig. 132

Esempio 11. Nellesercizio precedente, e con riferimento al caso di un tratto tombato


lungo L=60 m e una portata fluente Q=8 m3/s, stato considerato un imbocco a
spigolo vivo e una condizione di corrente ben aerata (Fig. 131). In questo esercizio
vediamo cosa accade variando la lunghezza L del tratto tombato. Abbiamo visto che
laltezza di moto uniforme, y0=1.0435 m, maggiore dellaltezza D, pertanto la
corrente rapida di monte non in grado di superare il tratto tombato e,
necessariamente, subisce a monte dello stesso una transizione rapidalenta con la
formazione di un risalto. In prossimit dellimbocco (sezione 3), inoltre, avendo
assunto che la corrente sia sufficientemente aerata, possiamo ipotizzare che si
determini una sezione di controllo y3=ccD=0.6 m.
Consideriamo, ad esempio, il caso in cui la lunghezza del tratto tombato sia L=70 m.
Se integriamo il profilo S3 che si sviluppa verso valle a partire dalla sezione 3, si trova
che in corrispondenza dello sbocco si raggiunge il livello y4=0.932 m, inferiore
allaltezza D, e pertanto la soluzione, dal punto di vista qualitativo sostanzialmente
identica a quella illustrata in Fig. 131.
Se per confrontiamo laltezza coniugata, valutata mediante lequazione (96) e
associata al profilo S3 appena calcolato, con i livelli piezometrici del profilo P2 che si
stabilisce lungo il tratto tombato nellipotesi di porre la condizione critica (sezione di
controllo) in corrispondenza dello sbocco (y4=D=1 m), si osserva che possibile
anche una diversa soluzione. Le due curve infatti si intersecano ad una distanza
dallimbocco di 13.3 m e tornano ad intersecarsi anche alla distanza di 60.1 m (Fig.
133). Questultima soluzione, come si visto nel paragrafo 4.2, instabile e non
viene presa in considerazione. Si ha quindi la formazione di un risalto che si localizza
allinterno del tratto tombato come illustrato in Fig. 134. A monte della sezione 3 la
soluzione resta invariata essendo comandata dalla condizione critica che qui si
-119-

stabilisce. Questa seconda configurazione del campo di moto pu instaurarsi o per


effetto di un qualche disturbo temporaneo che produce il moto in pressione nel tratto
terminale del canale tombato o quando questo valore di portata si instaura dopo che
in precedenza il canale era interessato da portate maggiori.
In queste condizioni, dunque, sono possibili due diverse configurazioni, entrambe
stabili, e il moto pu essere soggetto ad isteresi.

Fig. 133

Fig. 134

Consideriamo ora il caso in cui la lunghezza del tratto tombato sia L=85 m. Se
integriamo il profilo S3 che si sviluppa verso valle a partire dalla sezione 3, si trova
che in corrispondenza dello sbocco si raggiunge il livello y4=0.978 m, inferiore
allaltezza D. La soluzione complessiva, pertanto, , dal punto di vista qualitativo,
sostanzialmente identica a quella illustrata in Fig. 131. Tuttavia, se confrontiamo
come fatto in precedenza laltezza coniugata, valutata mediante lequazione (96) e
associata al profilo S3 appena calcolato, con i livelli piezometrici del profilo P2 che si
stabilisce lungo il tratto tombato nellipotesi di porre la condizione critica (sezione di
controllo) in corrispondenza dello sbocco (y4=D=1 m), si osserva che, fatta eccezione
per un brevissimo tratto terminale, lungo poco pi di 2 m, il profilo P2 si mantiene
sempre al di sopra della curva delle altezze coniugate. In tal caso la spinta della
corrente lenta superiore a quella della corrente rapida e tutto il tratto tombato sar
interessato da un moto in pressione indipendentemente dal fatto che sia garantita o
meno una aerazione adeguata della corrente. In corrispondenza della sezione 3, in
particolare, si avr y3=1.785 m e H3=2.600 m. Dal bilancio tra le sezioni 2 e 3, nel
-120-

quale va considerata la perdita di imbocco, si avr H2=3.008 m a cui corrisponde


laltezza y2=2.912 m. Verso monte si svilupper pertanto un profilo S1 fino allaltezza
y7=1.322 m coniugata della corrente rapida in moto uniforme. Tra le sezioni 6
(y6=y0=1.044 m) e 7 si ha dunque la formazione di un risalto che si localizza ad una
distanza di circa 152 m a monte dellimbocco, Il profilo, nel suo complesso,
illustrato in Fig. 135.

Fig. 135

Questa seconda configurazione del campo di moto pu instaurarsi o per effetto di un


qualche disturbo temporaneo che produce il moto in pressione nel tratto terminale
del canale tombato o quando questo valore di portata si instaura dopo che in
precedenza il canale era interessato da portate maggiori e quindi da un moto in
pressione.
Consideriamo infine il caso in cui la lunghezza del tratto tombato sia L=100 m. Se
integriamo il profilo S3 che si sviluppa verso valle a partire dalla sezione 3, si trova
che gi ad una distanza dallimbocco di 95 m, il profilo raggiunge il cielo del tratto
tombato. Imposta la condizione critica in corrispondenza dello sbocco (y4=D=1 m),
possiamo confrontare laltezza coniugata, valutata mediante lequazione (96) e
associata al profilo S3 appena calcolato, con i livelli piezometrici del profilo P2 che si
stabilisce lungo il tratto tombato. Si osserva (Fig. 136) che la curva delle altezze
coniugate si mantiene sempre al di sotto del profilo P2 ad indicare che la corrente
lenta , ovunque lungo il tratto tombato, caratterizzata da una spinta maggiore della
corrente rapida. In questo caso, anche in presenza di unaerazione potenzialmente
sufficiente, il moto avviene in pressione lungo tutto il tratto compreso tra le sezioni 3
e 4. In corrispondenza della sezione 3, in particolare, si avr y3=1.923 m e H3=2.738
m. Dal bilancio tra le sezioni 2 e 3, nel quale va considerata la perdita di imbocco, si
avr H2=3.146 m a cui corrisponde laltezza y2=3.059 m. Verso monte si svilupper
dunque un profilo S1 fino allaltezza y7=1.322 m coniugata della corrente rapida in
moto uniforme. Tra le sezioni 6 (y6=y0=1.044 m) e 7 si ha dunque la formazione di un
risalto che si localizza ad una distanza di circa 167 m a monte dellimbocco, Il profilo,
nel suo complesso corrisponde, qualitativamente, a quello precedentemente illustrato
in Fig. 135.

-121-

Fig. 136

Esempio 12. Consideriamo la configurazione inizialmente studiata negli esempi


precedenti nei quali il tratto tombato lungo L=60 m ed interessato da una portata
Q=8 m3/s.
La soluzione per il caso di imbocco a spigolo vivo, in presenza di una sufficiente
aerazione della corrente illustrata in Fig. 131 (Esempio 10), mentre quella per il
caso di imbocco sufficientemente raccordato illustrata in Fig. 128 (Esempio 9).
Studiamo ora le situazioni che si presentano per un imbocco caratterizzato da un
raccordo intermedio. Il grado di raccordo pu essere rappresentato dal valore del
coefficiente di contrazione che sar fatto variare tra 0.6 (spigolo vivo) e 1.0 (raccordo
ben profilato).
A partire dalla configurazione di Fig. 131, caratterizzata da un imbocco a spigolo vivo
a cui associato un coefficiente di contrazione cc=0.6, procediamo a smussare
gradualmente lo spigolo.
Consideriamo dapprima il caso cc=0.65. Laltezza imposta in corrispondenza della
sezione 3 sar dunque y3=ccD=0.65 m. A partire da questa sezione, verso valle, si
svilupper un profilo S3 che, in corrispondenza dello sbocco (sezione 4)
caratterizzato da unaltezza y4=0.930 m, inferiore a D. Lungo il canale, pertanto, si
pu sviluppare un profilo complessivo del tutto analogo a quello illustrato in Fig. 131.
Se per confrontiamo laltezza coniugata, valutata mediante lequazione (96) e
associata al profilo S3 appena calcolato, con i livelli piezometrici del profilo P2 che si
stabilisce lungo il tratto tombato nellipotesi di porre la condizione critica in
corrispondenza dello sbocco (y4=D=1 m), si osserva che possibile anche una
diversa soluzione. Infatti, le due curve, il cui andamento qualitativamente simile a
quello illustrato in Fig. 133, si intersecano ad una distanza dallimbocco di circa 5 m e
tornano ad intersecarsi anche alla distanza di circa 49 m. Questultima soluzione,
come si visto nel paragrafo 4.2, instabile e non viene presa in considerazione. Si
ha quindi la formazione di un risalto che si localizza allinterno del tratto tombato e la
soluzione complessiva sostanzialmente analoga a quella illustrata in Fig. 134.
Per il caso cc=0.7, laltezza imposta in corrispondenza della sezione 3 sar
y3=ccD=0.7 m. A partire da questa sezione, verso valle, si svilupper un profilo S3
che, in corrispondenza dello sbocco (sezione 4) caratterizzato da unaltezza
-122-

y4=0.960 m, inferiore a D. Lungo il canale, pertanto, si pu sviluppare un profilo


complessivo del tutto analogo a quello illustrato in Fig. 131. Tuttavia, se confrontiamo
laltezza coniugata, valutata mediante lequazione (96) e associata al profilo S3
appena calcolato, con i livelli piezometrici del profilo P2 che si stabilisce lungo il tratto
tombato nellipotesi di porre la condizione critica (sezione di controllo) in
corrispondenza dello sbocco (y4=D=1 m), si osserva che, fatta eccezione per un
brevissimo tratto terminale, lungo circa 4.3 m, il profilo P2 si mantiene sempre al di
sopra della curva delle altezze coniugate. In tal caso la spinta della corrente lenta
superiore a quella della corrente rapida e tutto il tratto tombato sar interessato da un
moto in pressione, indipendentemente dal fatto che sia garantita o meno una
aerazione adeguata della corrente, e il profilo complessivo simile a quello di Fig.
135. Questa situazione, dunque, del tutto analoga a quella vista nellEsempio 11
quando la lunghezza del tratto tombato L=85 m.
Assumiamo ora cc=0.8. In tal caso in corrispondenza della sezione 3 si avr
y3=ccD=0.8 m. In questo caso, lungo il profilo S3 il livello raggiunge il cielo del tratto
tombato ad una distanza di circa 55 m dallimbocco. Confrontando laltezza
coniugata, valutata mediante lequazione (96) e associata al profilo S3 appena
calcolato, con i livelli piezometrici del profilo P2 calcolato imponendo la condizione
critica in corrispondenza dello sbocco (y4=D=1 m) si osserva che la spinta della
corrente lenta ovunque superiore a quella della corrente rapida. In questo caso,
pertanto, si ha ununica soluzione che vede il tratto tombato percorso da una
corrente in pressione e un profilo complessivo del tutto simile a quello di Fig. 135.
Confrontando le soluzioni viste in questo esempio con quelle discusse nellEsempio
11, possiamo osservare che c una stretta analogia tra gli effetti prodotti da una
diversa lunghezza del tratto tombato e quelli determinati da un pi o meno efficiente
raccordo dellimbocco.
7.2.1 Alcune considerazioni finali

I pochi esempi illustrati per situazioni relativamente semplici mostrano, credo


inequivocabilmente, la complessit del moto quando questo pu avvenire sia a
superficie libera che in pressione. C inoltre da considerare che la trattazione
unidimensionale utilizzata per la soluzione dei problemi proposti consente di
inquadrare e di comprendere i diversi possibili comportamenti della corrente. Nella
pratica, per, spesso necessario tenere in dovuta considerazione gli effetti
tridimensionali, soprattutto in prossimit degli imbocchi e degli sbocchi, gli effetti
legati alla dinamica bifase (corrente liquida e flusso di aria soprastante) e alla
instabilit, per i maggiori numeri di Froude, della superficie libera che pu condurre a
moti pulsanti (vedi paragrafo 7.4). Le soluzioni che si ottengono seguendo un
approccio unidimensionale, pertanto, vanno considerate con la necessaria cautela.

7.3

Il caso di un tombino

Il funzionamento di un tombino per molti aspetti analogo a quello appena visto


relativo ad un tratto di canale tombato. Le maggiori differenze sono sostanzialmente
due. Da una parte c da considerare il fatto che i tratti di canale a monte e a valle di
un tombino sono caratterizzati da una sezione generalmente diversa e, spesso,
sensibilmente pi grande di quella del tratto tombato. Inoltre un tombino
caratterizzato frequentemente da una lunghezza modesta, rispetto alle dimensioni
trasversali della sezione, pertanto gli effetti di imbocco e di sbocco assumono
unimportanza rilevante. Entrambe queste differenze introducono ulteriori
-123-

complicazioni ed effetti che male si prestano ad essere inquadrate correttamente


dalla teoria unidimensionale.
Sono disponibili in letteratura una notevole quantit di indagini sperimentali e di
suggerimenti su come debbano essere svolte le verifiche idrauliche di un tombino. Si
tratta, in genere, di approcci molto semplificati e grossolani che si basano su una
qualche catalogazione delle possibili situazioni che possono verificarsi nella pratica.
Generalmente si distingue tra il funzionamento controllato dallimbocco e quello
controllato dallo sbocco e, con riferimento alla prima situazione, si distingue tra
tombino idraulicamente corto e idraulicamente lungo.
Questultima distinzione legata a quanto visto nellEsempio 11 e nellEsempio 12.
Nel primo di questi esempi si visto, infatti, come cambia la configurazione al variare
della lunghezza del tratto tombato. Nel secondo esempio si visto che configurazioni
analoghe possono ottenersi mantenendo costante la lunghezza e variando il grado di
raccordo dellimbocco. Con queste precisazioni, si definisce idraulicamente corto un
tombino per il quale il moto avviene a superficie libera

7.4

Alcune precisazioni

OMISSIS

-124-

Aspetti numerici

Prima di illustrare alcuni esempi, nei quali sono richieste valutazioni quantitative, mi
sembra opportuno dare qualche suggerimento relativamente ad alcuni aspetti
numerici. In particolare, si suggeriscono alcuni procedimenti iterativi per determinare
laltezza dacqua y a partire dalla conoscenza di altre caratteristiche del moto quali,
ad esempio, lenergia H o la spinta M.
I metodi qui suggeriti, di tipo iterativo, non sono necessariamente quelli caratterizzati
dalla maggiore velocit di convergenza, ma hanno il pregio di essere semplici e
robusti.
Si indicheranno nel seguito con yk il valore dellaltezza dacqua alla k-esima
iterazione e con yk+1 quello relativo alliterazione successiva. Si far inoltre uso della
seguente espressione approssimata per larea A(yk+1) dedotta mediante uno sviluppo
in serie di Taylor troncato al primo ordine di approssimazione
A( y k +1 ) A( y k ) +

A
( y k +1 y k ) = A( y k ) + B( y k )( y k +1 y k )
y y = y

(98)

Per i procedimenti iterativi suggeriti facile costruire semplici routines o impostare il


calcolo su un qualsiasi foglio elettronico.
8.1.1 Valutazione dellaltezza di moto uniforme y0 note le caratteristiche della
sezione e la portata Q.

Assegnate le caratteristiche geometriche e di scabrezza di un canale e la portata


fluente Q, per calcolare laltezza di moto uniforme y0 si suggerisce il seguente
procedimento iterativo.
Esplicitata lespressione (1) rispetto allarea A (contenuta anche nellespressione del
raggio idraulico), e utilizzando lequazione (98) per A(y), si trova
y

k +1
0

1 Q
=y +
B( y 0k ) k s i f

k
0

3/5
k
0

C( y )

2/5

A( y )

k
0

Q
primo tentativo y =
k i
s f
1
0

3/8

in cui y0k il valore alla k-esima iterazione. Il parametro che compare


nellespressione di y01 rappresenta, in prima approssimazione il rapporto y0/B(y0).
Normalmente si pu porre =0.1.
Nel caso di sezione rettangolare, la precedente relazione si semplifica nella seguente
y 0k +1

1 Q
=
B k s i f

3/5

Q
primo tentativo y 01 =
k i
s f

(B + 2y 0k )2 / 5

3/8

In alternativa, per una sezione rettangolare, si pu pi semplicemente utilizzare


come primo tentativo il valore y01=0.
Esempio. Un canale, di sezione rettangolare, largo B=10 m, caratterizzato da una pendenza del

fondo if=0.0025 e da un coefficiente di resistenza ks=50 m1/3/s. Sapendo che la portata fluente vale
Q=10 m3/s determinare laltezza di moto uniforme.

-125-

Utilizzando le precedenti relazioni e sostituendovi i valori numerici, si pu scrivere:

y 0k +1 = 0.2297 (10 + 2 y 0k ) 0.4

primo tentativo: y = 0.7092


1

in cui si posto =0.1. Procedendo nelle iterazioni si trova:

y 02 = 0.6084

y 03 = 0.6041

y 04 = 0.6039

y 05 = 0.6039

La soluzione, quindi, y0=0.6039 m.


In alternativa, assunto

y 01 = 0 , si ottiene la soluzione dopo lo stesso numero di iterazioni

y 02 = 0.5770

y 03 = 0.6027

y 04 = 0.6039

y 05 = 0.6039

8.1.2 Valutazione dellaltezza y note lenergia H e la portata Q.

Per una prefissata portata Q, ad ogni valore dellenergia specifica H corrispondono


due soluzioni per laltezza dacqua y: una di corrente lenta e una di corrente rapida.
Per individuare la soluzione di corrente lenta si suggerisce il seguente procedimento
iterativo. Esplicitata lespressione (6) per H, rispetto al termine y che rappresenta
lenergia di posizione, si trova:
y

k +1

Q2
=H
2g A( y k ) 2

primo tentativo: y 1 = H

Nel caso di sezione rettangolare, la precedente relazione si semplifica nella


seguente:
y k +1 = H

(Q / B ) 2
2g ( y k ) 2

primo tentativo: y 1 = H

Per individuare la soluzione di corrente rapida si suggerisce il seguente


procedimento iterativo. Esplicitata lespressione (6) per H, rispetto allarea A
contenuta nel termine cinetico, e utilizzando lespressione (98) per A(y), si trova
y k +1 = y k +

1
Q
k

A
(
y
)

B( y k ) 2g (H y k )

primo tentativo: y 1 = H / 2

Nel caso di sezione rettangolare, la precedente relazione si semplifica nella seguente


y k +1 =

Q/B

primo tentativo: y 1 = H / 2

2g (H y )
k

In alternativa, per una sezione rettangolare, si pu pi semplicemente utilizzare


come primo tentativo il valore y1=0.
Esempio. In un canale, di sezione rettangolare, largo B=10 m, fluisce la portata Q=10 m3/s.
Sapendo che lenergia specifica rispetto al fondo vale H=0.8 m, determinare laltezza dacqua nelle
condizioni di corrente lenta e di corrente rapida.
Utilizzando le precedenti relazioni per il caso di corrente lenta e sostituendovi i valori numerici, si pu
scrivere:

y k +1 = 0.8 0.05097 ( y k ) 2

primo tentativo: y = 0.8


1

Procedendo nelle iterazioni si trova:


-126-

y 2 = 0.7204

y 3 = 0.7018

y 4 = 0.6965

y 5 = 0.6949

y 6 = 0.6945

...

y 10 = 0.6942

La soluzione, quindi, y=0.6942 m.


Utilizzando le precedenti relazioni per il caso di corrente rapida e sostituendovi i valori numerici, si pu
scrivere:

y k +1 = 0.22576 / H y k

primo tentativo: y = 0.4


1

Procedendo nelle iterazioni si trova:

y 2 = 0.3570

y 3 = 0.3392

y 4 = 0.3326

y 5 = 0.3302

y 6 = 0.3294

y 10 = 0.3289

...

La soluzione, quindi, y=0.3289 m.


In alternativa, assunto y = 0 , si ottiene la soluzione praticamente dopo lo stesso numero di
iterazioni
1

y 2 = 0.2524

y 3 = 0.3051 y 4 = 0.3209

y 5 = 0.3262

y 6 = 0.3280

...

y 9 = 0.3289

8.1.3 Valutazione dellaltezza critica yc nota la portata Q.

Per individuare laltezza critica yc, per unassegnata portata Q, si suggerisce il


seguente procedimento iterativo. Esplicitata lespressione (10) rispetto allarea A e
utilizzando lespressione (98) per A(y), si trova
y

k +1
c

1 Q 2 B( y ck )

=y +

g
B( y ck )

k
c

1/ 3

A( y ck )

primo tentativo: y c1 = 2 Q 2 / g

1/ 5

Il parametro che compare nellespressione di yc1 rappresenta, in prima


approssimazione, il rapporto: yc/B(yc). Normalmente si pu porre =0.1.
Nel caso di sezione rettangolare, laltezza critica fornita direttamente dalla
seguente relazione

y c = Q 2 / gB 2

1/ 3

8.1.4 Valutazione dellaltezza y note la spinta M e la portata Q.

Per una prefissata portata Q, ad ogni valore della spinta M corrispondono due
soluzioni per laltezza dacqua y: una di corrente lenta e una di corrente rapida, tra
loro coniugate. Nota la spinta M, per individuare laltezza di corrente lenta y si
suggerisce il seguente procedimento iterativo. Si considera lo sviluppo in serie del
prodotto AzG
A( y k +1 ) z G ( y k +1 ) A( y k ) z G ( y k ) +

A zG
y 2

[( y
y =y

k +1 2

) ( y k )2 =

A( y k ) k +1 2
= A( y k ) z G ( y k ) +
( y ) ( y k )2
k
2y

Esplicitata lespressione (8) per M, rispetto al prodotto AzG, si trova


A( y k ) z G ( y k ) +

A( y k ) k +1 2
Q2
k 2
(
y
)

(
y
)
=
M

2y k
g A( y k )

ovvero
-127-

y k +1 = ( y k ) 2 +

2y k
Q2
M

A( y k )( z G ( y k )
k
k
A( y )
g A( y )

primo tentativo: y 1 = (2M )

1/ 3

Il parametro che compare nellespressione di y1 rappresenta, in prima


approssimazione il rapporto y/B(y). Normalmente si pu porre =0.1.
Nel caso di sezione rettangolare, la precedente relazione si semplifica nella
seguente:
y k +1 =

2
Q2
M

B
gByk

primo tentativo: y 1 = (2M )

1/ 3

Viceversa, per individuare la soluzione di corrente rapida si suggerisce il seguente


procedimento iterativo. Esplicitata lespressione (8) per M, rispetto allarea A che
compare nel secondo addendo, relativo alla spinta dinamica, ed utilizzando
lespressione (98) per A(y), si trova:
y k +1 = y k +

1
B( y k )

Q2
A( y k )

k
k
g M A( y ) zG ( y )

primo tentativo: y 1 = Q / gM

Il parametro che compare nellespressione di y1 rappresenta, in prima


approssimazione il rapporto y/B(y). Normalmente si pu porre =0.1.
Nel caso di sezione rettangolare, la precedente relazione si semplifica nella seguente
y k +1 =

1
Q2

k 2
g B M B (y ) / 2

primo tentativo: y 1 = Q / gM

Esempio. In un canale, di sezione rettangolare, largo B=10 m, fluisce la portata Q=10 m3/s.

Sapendo che la spinta vale M=5.0 m3, determinare laltezza dacqua nelle condizioni di corrente lenta
e di corrente rapida.
Utilizzando le precedenti relazioni per il caso di corrente lenta e sostituendovi i valori numerici, si pu
scrivere:

y k +1 = 1 0.20387 / y k

primo tentativo: y = 1.0


1

Procedendo nelle iterazioni si trova:

y 2 = 0.8923

y 3 = 0.8784

y 4 = 0.8763

y 5 = 0.8760

y 6 = 0.8760

La soluzione, quindi, y=0.8760 m.


Per la soluzione di corrente rapida, utilizzando le precedenti relazioni si pu scrivere:

y k +1 = 0.20387 /(1 ( y k ) 2 )

primo tentativo: y = 0.4515


1

Procedendo nelle iterazioni si trova:

y 2 = 0.2561

y 3 = 0.2182

y 4 = 0.2141

La soluzione, quindi, y=0.2136 m.

-128-

y 5 = 0.2137

y 6 = 0.2136

8.2

Integrazione numerica dei profili di moto gradualmente vario

Lintegrazione numerica delle equazioni (18) o (20) ormai un problema di semplice


soluzione. La rappresentazione formale, in termini finiti, dellequazione del moto
dipende dallo schema numerico adottato, dalle caratteristiche geometriche del tratto
di corso dacqua indagato (canale prismatico o irregolare) e dalla natura della
corrente (rapida o lenta).
In generale lequazione (20), dedotta dalla (18) in ipotesi di canale prismatico, si
presta meglio ad unintegrazione esplicita proprio nel caso di canali prismatici mentre
lequazione (18) quella pi frequentemente impiegata nel caso di alvei, naturali o
artificiali, caratterizzati per da una non trascurabile variabilit della sezione nella
direzione del moto.
8.2.1 Il caso di alvei prismatici.

Nel caso di alvei prismatici agevole ricostruire i profili di moto permanente


integrando, con un semplice metodo esplicito, lequazione dellenergia (20) riscritta in
forma discreta come segue
y i +1 y i i f j
=

x i +1 x i 1 F 2 i

(99)

in cui con i pedici i e i+1 sono indicate due sezioni consecutive la cui posizione
individuata dalle coordinate xi e xi+1 rispettivamente

Fig. 137

Nel caso di corrente lenta (Fig. 137A), lintegrazione procede da valle, pertanto la
sezione i+1 posizionata a monte della sezione i. Posto x=xi-xi+1>0, la (99) pu
essere esplicitata rispetto a yi+1
i j
y i +1 = y i f 2 x
1 F i

(100)

Il passo di integrazione x pu essere dellordine di 1-10 volte il tirante dacqua y, ma


opportuno che scenda a valori inferiori quando si in prossimit delle condizioni
critiche.
Al contrario, nel caso di corrente rapida (Fig. 137B), lintegrazione procede da monte,
pertanto la sezione i+1 posizionata a valle della sezione i. Posto x=xi+1-xi>0, la
(99), esplicitata rispetto a yi+1, si scrive
-129-

i j
y i +1 = y i + f 2 x
1 F i

(101)

E inoltre opportuno che il passo di integrazione x non sia superiore a 0.5-2 volte il
tirante dacqua y.
8.2.2 Il caso di alvei naturali.

Nel caso di alvei naturali, caratterizzai da una non trascurabile variabilit spaziale
delle sezioni, la ricostruzione dei profili di moto permanente si basa sullintegrazione
dellequazione (18).
Essendo, nella pratica, decisamente pi frequente il caso di corrente lenta, conviene
utilizzare come variabile di integrazione, la quota della superficie libera h in luogo
dellaltezza y in quanto la prima caratterizzata da una variabilit spaziale
sensibilmente inferiore alla seconda quando la corrente caratterizzata da bassi
valori del numero di Froude.
La forma discreta dellequazione (18) una relazione del tipo
E i +1 (hi +1, Q ) E i (hi , Q )
= j (hi , hi +1, Q )
x i +1 x i

(102)

in cui j un valore medio, tra le sezioni i e i+1, della dissipazione di energia per
unit di lunghezza.
Note le caratteristiche del moto per la sezione i, la precedente relazione consente di
determinare quelle relative alla sezione i+1.
Nel caso di corrente lenta (Fig. 137A), lintegrazione procede da valle, pertanto la
sezione i+1 posizionata a monte della sezione i. Posto x=xi-xi+1>0, la (102) pu
essere riscritta come segue
E i +1 = E i + j x

(103)

Stante la natura non lineare dellequazione da risolvere, conviene seguire un


procedimento iterativo a partire da una quota hi1+1 di primo tentativo che pu
coincidere con la quota hi relativa alla sezione di valle.
Con riferimento alla generica iterazione, si calcola lenergia E ' ki+1 dal bilancio (102)
E ' ki+1 = E i + j (hi , hik+1, Q ) x
Si valuta quindi lenergia E " ki+1 a partire dalla sua definizione
E " ki+1 = hik+1 +

Q2
2g A(hik+1 ) 2

Si determina quindi il valore di migliore approssimazione hik++11 mediante la seguente


relazione

-130-

hik++11 = hik+1 + E ' ki+1 E " ki+1

Ovviamente il procedimento iterativo si arresta quando la correzione E ' ki+1 E " ki+1
risulta sufficientemente piccola.
Con questo procedimento di integrazione il passo di calcolo x pu essere
dellordine di 2-50 volte il tirante dacqua y, ma opportuno che scenda a valori
inferiori quando si in prossimit delle condizioni critiche.
Nel caso di corrente rapida, per effetto della rapida variabilit dei tiranti y, il passo di
integrazione x opportuno che sia dellordine di 0.5y-5y. In questo caso, dovendo
essere il passo di integrazione relativamente piccolo, sufficiente utilizzare uno
schema esplicito ed integrare lequazione differenziale del moto come descritto nel
paragrafo 8.2.1:
Qualora, viceversa, si volesse integrare la corrente rapida, adottando uno schema
implicito, analogo a quello impiegato nellintegrazione delle correnti lente, si
suggerisce di adottare come variabile di integrazione il tirante y e di procedere come
segue.
Con riferimento alla generica iterazione, si calcola lenergia E ' ki+1 dal bilancio (102)
E ' ki+1 = E i + j ( y i , y ik+1, Q ) x
Si valuta quindi lenergia E " ki+1 a partire dalla sua definizione
E"

k
i +1

= y i +1 + y

k
i +1

Q2
+
2g A( y ik+1 ) 2

Si determina quindi il valore di migliore approssimazione y ik++11 mediante la seguente


relazione
y ik++11 = y ik+1 (E ' ki+1 E " ki+1 ) / F i2

Per il primo tentativo, inoltre, si suggerisce di assumere y i1+1 = y i .


Anche in questo caso, ovviamente, il procedimento iterativo si arresta quando la
correzione E ' ki+1 E " ki+1 risulta sufficientemente piccola.
E comunque possibile, anche se sconsigliato, adottare anche per le correnti rapide
la quota della superficie libera h anzich laltezza y come variabile di integrazione.

-131-

ESERCIZI

Esercizio 1. Un canale, infinitamente lungo e di sezione rettangolare larga B=10 m,


presenta un salto di fondo come illustrato in figura. Tracciare landamento qualitativo
del profilo di moto permanente quando la portata fluente vale: Q=10 m3/s. Si
trascurino le dissipazioni di energia localizzate.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme y0 e H0,


laltezza critica yc e la corrispondente energia minima Hc. Risulta:
y0=1.119 m

H0=1.160 m yc=0.467 m

Hc=0.701 m

Essendo y0>yc la pendenza inferiore a quella critica e, infinitamente a monte e a


valle, si realizzano condizioni di moto uniforme di corrente lenta. Si parte quindi da
valle, con unaltezza pari a quella di moto uniforme (y1=y0), e si procede verso monte
mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y0) posta
immediatamente a valle del salto (vedi Figura 1A). Per passare dalle condizioni
relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3 si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 23 = z2 + H 2

H 3 = H 2 a + E 23

(1)

Essendo H2=H0 e trascurando la perdita E23 risulta H3=0.56 m<Hc. Non essendo
lenergia sufficiente per superare il gradino, necessariamente si ha la formazione
dellaltezza critica in corrispondenza della sezione 3 che diventa una sezione di
controllo.

Figura 1

Si avr pertanto y3=yc=0.467 m.


Dal bilancio (1), essendo H3=Hc=0.701 m si trova H2=1.301 m. Nella sezione 2,
inoltre, la corrente rapida (per definizione di sezione di controllo) e, nota lenergia
H2, si trova y2=0.217 m.
-132-

Lungo il tratto a monte della sezione 3, essendo if<ic, si svilupper un profilo di


chiamata M2.
Per il tratto a valle della sezione 2 ci si aspetta (vedi Fig. 32 CASO A2, nel paragrafo
3.3.1) un profilo M3 di corrente rapida decelerata fino a raggiungere laltezza
coniugata a quella del moto uniforme di valle. Essendo F0=0.27, laltezza coniugata a
quella del moto uniforme di valle vale 0.144 m e risulta pertanto inferiore allaltezza
y2. Ci st ad indicare che la corrente rapida a valle del salto, non in grado di
sostenere la corrente lenta di valle e il risalto, di fatto, si incolla contro il gradino
come illustrato in Figura 1B (vedi anche Fig. 34 CASO A2-a, nel paragrafo 3.3.1).
La rappresentazione del profilo ottenuto nel diagramma H-Y, analogo a quello
relativo al CASO A2-a, illustrato in Fig. 34, nel paragrafo 3.3.1.

-133-

Esercizio 2. Un canale, infinitamente lungo e di sezione rettangolare larga B=10 m,


sbocca in un serbatoio. Il breve tratto terminale del canale presenta un
restringimento raccordato come illustrato in figura. Sapendo che la portata fluente
vale: Q=10 m3/s si tracci landamento qualitativo del profilo di moto permanente
quando nel serbatoio la quota della superficie libera vale h=9.5 m.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme y0 e H0,


laltezza critica yc e laltezza critica ycV, in corrispondenza della sezione di sbocco.
Risulta:
y0=1.903 m

H0=1.917 m

yc=0.467 m

ycV=0.657 m

Essendo y0>yc, la pendenza del fondo inferiore a quella critica; essendo inoltre

=h-hs=-0.5 m<ycV, in corrispondenza della sezione di sbocco si avr y1=ycV (vedi

paragrafo 3.6.1, CASO A2) e lefflusso nel serbatoio non risulta influenzato dal livello
nello stesso.

Per passare dalle condizioni relative alla sezione 1 a quelle della sezione 2
immediatamente a monte del restringimento, si opera un bilancio di energia:
z2 + H2 E21 = z1 + H1

H 2 = H1 + E 21

(1)

Essendo H1=HcV=0.985 m e trascurando la perdita E21 risulta H2=0.985 m. A questo


valore di energia corrisponde, sul ramo delle correnti lente, unaltezza dacqua
y2=0.925 m. Questaltezza inferiore a quella di moto uniforme y0, pertanto, a partire
dalla sezione 2, verso monte, si svilupper un profilo di chiamata M2. Il profilo liquido
e la sua rappresentazione sul diagramma H-y sono illustrati in Figura 2.

-134-

Figura 2

-135-

Esercizio 3. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella


situazione illustrata nell Esercizio 2, ma col livello nel serbatoio pari a h=12.5 m.

Valutate preliminarmente le caratteristiche del moto uniforme y0 e H0, e le altezza


critiche yc e ycV, questultima in corrispondenza della sezione di sbocco (y0=1.903 m,
H0=1.917 m, yc=0.467 m, ycV=0.657 m), si considera il dislivello =h-hs che in questo
caso vale =2.5 m.
Essendo >ycV, il moto nel canale influenzato dal livello nel serbatoio e, in
particolare, dal bilancio tra la sezione di sbocco e il serbatoio stesso, nellipotesi che
la dissipazione di energia localizzata E1s coincida con laltezza cinetica della
corrente in arrivo, si trova (come si visto nel paragrafo 3.6)
hs + H1 E1s = h

y 1 = = 2.5 m;

H 1 = 2.523 m

(1)

in cui y1 e H1 sono laltezza dacqua e lenergia in corrispondenza della sezione di


sbocco.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 1 a quelle della sezione 2
immediatamente a monte del restringimento, si opera un bilancio di energia:
z 2 + H 2 E 21 = z1 + H 1

H 2 = H1 + E 21

(2)

Trascurando la perdita E21 risulta: H2=2.523 m.


A questo valore di energia corrisponde, sul ramo delle correnti lente, unaltezza
dacqua y2=2.515 m. Questaltezza superiore a quella di moto uniforme y0,
pertanto, a partire dalla sezione 2, verso monte, si svilupper un profilo di rigurgito
M1. Il profilo liquido e la sua rappresentazione sul diagramma H-y sono illustrati in
Figura 3.

Figura 3

-136-

Esercizio 4. E dato un canale di sezione rettangolare che presenta una variazione


localizzata di larghezza come illustrato in figura. Sapendo che la pendenza del fondo
if=0.01 e che il coefficiente di resistenza secondo Strickler vale ks=80 m1/3/s, si
tracci landamento qualitativo della superficie libera quando la portata fluente vale:
Q=10 m3/s. Si trascurino le dissipazioni di energia localizzate.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche nei due tratti di monte e di valle. Con i dati del
problema si trova
tratto di monte

tratto di valle

y0M=0.294 m

y0V=0.411 m

H0M=0.884 m

H0V=1.250 m

ycM=0.467 m

ycV=0.657 m

HcM=0.701 m

HcV=0.985 m

Essendo, per entrambi i tratti, laltezza di moto uniforme inferiore allaltezza critica, la
pendenza del fondo risulta superiore a quella critica e la corrente a moto uniforme
rapida.
Va precisato che, come evidenziato nel paragrafo 3.9.2, la trattazione
unidimensionale male si presta ad interpretare la realt fisica quando una corrente
rapida soggetta a variazioni planimetriche di sezione. La soluzione numerica che si
ottiene applicando la teoria delle correnti unidimensionali va pertanto considerata con
qualche cautela.
Si parte da monte con y1=y0M e si prosegue verso valle mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1).
Dal bilancio di energia tra le sezioni 2 e 3, trascurando le dissipazioni di energia
localizzate, si trova H3=H2=0.884 m. Tale energia inferiore alla minima energia HcV
che la corrente pu possedere in corrispondenza della sezione 3. Pertanto, la
sezione 3 una sezione di controllo con y3=ycV=0.657 m.
Verso valle la corrente si mantiene rapida e, essendo y3>y0V, segue un profilo S2 fino
alle condizioni di moto uniforme (sezione 4).
Dal bilancio di energia tra le sezioni 2 e 3, nota lenergia H3=HcV, si trova H2=0.985 m
e quindi, scegliendo la soluzione di corrente lenta, y2=0.926 m. Si prosegue verso
monte con un profilo di corrente lenta ritardata S1 finch la spinta non uguaglia quella
della corrente rapida di monte (sezione 6 di Figura 4). In corrispondenza della
sezione 6, per quanto detto, si avr unaltezza y6 pari allaltezza coniugata della
-137-

corrente rapida di monte (y0M=0.294 m, F0M=2.0). Utilizzando lequazione (28) si


trova: y6=0.699 m cui corrisponde unenergia che vale H6=0.803 m. Possiamo quindi
stimare anche la quantit di energia dissipata dal risalto essendo Erisalto=H5H6=0.081 m. Il profilo liquido cos ricostruito e la sua rappresentazione nel
diagramma H-y sono illustrati in Figura 4.

Figura 4

E anche possibile effettuare una stima abbastanza accurata della distanza tra le
sezioni 6 e 2. Ammettendo che il tratto compreso tra queste sezioni sia relativamente
breve e discretizzando alle differenze finite lequazione (18), si pu scrivere (vedi
paragrafo 8.2.2):
z6 + H 6

Q2
x = z2 + H 2
k s2 RH4 / 3 A 2

ovvero

Q2

i
x = H 2 H 6
f
2
4/3
2
k s RH A

in cui x la distanza tra le sezioni 2 e 6 mentre il raggio idraulico RH e larea A sono


valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le sezioni 2 e 6:
y=(y2+y6)/2=0.812 m. Con questo valore di y si trova: RH=0.699 m e A=8.12 m2.
Sostituendo questi valori nella precedente equazione si trova x=18.9 m.
Unintegrazione pi raffinata dellequazione per il moto gradualmente vario porta a
stimare la distanza tra le sezioni 6 e 2 in x=16.1 m.

-138-

Esercizio 5. E dato un canale di sezione rettangolare largo B=10 m, nel quale


inserita una paratoia sollevata a battente come illustrato in figura. Sapendo che la
pendenza del fondo if=0.0002 e che il coefficiente di resistenza secondo Strickler
vale ks=30 m1/3/s, si tracci landamento qualitativo della superficie libera quando la
portata fluente vale: Q=10 m3/s e lapertura vale a=0.2 m. Si trascurino le dissipazioni
di energia localizzate.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche. Con i dati del problema si trova: y0=1.903 m,
H0=1.959 m, yc=0.742 m. Essendo y0>yc, la pendenza del fondo risulta inferiore a
quella critica e la corrente, a moto uniforme, lenta.
Si parte da valle con unaltezza y1=y0=1.903m e procedendo verso monte si
mantengono condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 poco a valle della
paratoia (y2=y1=1.903m). Si ricorda che in corrispondenza della sezione 3,
immediatamente a valle della paratoia, la distribuzione delle velocit non uniforme
a causa del getto sommerso (vedi paragrafo 3.11). Tra le sezioni 3 e 2 si attua quindi
una brusca variazione delle caratteristiche del moto accompagnata da una
dissipazione localizzata di energia. Tra queste due sezioni conviene applicare il
teorema della quantit di moto e scrivere (vedi paragrafo 3.11)
1 2 (Q / B ) 2 1 2 (Q / B ) 2
y3 +
= y2 +
2
2
gy2
g ac c
Assunto cc=0.61, la precedente relazione fornisce y3=1.434 m. Essendo
y3>a.cc=0.122 m, lefflusso risulta essere effettivamente rigurgitato. (Daltra parte la
spinta di valle vale M2=M0=20.25 m3 mentre la spinta in corrispondenza della sezione
di vena contratta, per il caso di efflusso libero, vale Mmax=0.843 m3).
Lenergia relativa alla sezione 3 vale (vedi paragrafo 3.11)
(Q / B ) 2
(Q / B ) 2
H3 = y 3 +
= y3 +
= 4.858 m
2g y 32
g (ac c ) 2
Incidentalmente si pu osservare che tra le sezioni 3 e 2 si attua una dissipazione di
energia localizzata che vale E32=4.858-1.9592.9 m.
Per determinare le condizioni nella sezione 4, a monte della paratoia, si scrive il
seguente bilancio di energia: H4=H3=4.858 m. Nota lenergia H4, si trova y4=4.856 m
(sul ramo delle correnti lente). Essendo y4>y0, procedendo verso monte si segue un
profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni di moto uniforme. Il profilo liquido e la sua
rappresentazione sul diagramma H-y sono illustrati in Figura 5.
-139-

Figura 5

-140-

Esercizio 6. E dato un canale, infinitamente lungo, il cui tratto di monte


caratterizzato da una sezione rettangolare larga B=10 m mentre la sezione del tratto
di valle trapezia con una larghezza alla base b=8 m e pendenza della sponde 1:2
(vedi figura). Sapendo che la pendenza del fondo if=0.0005 e che il coefficiente di
resistenza secondo Strickler vale ks=60 m1/3/s, si tracci landamento qualitativo della
superficie libera quando laltezza di moto uniforme del tronco di valle vale: y0V=2.5 m.
Si trascurino le dissipazioni di energia localizzate.

Conoscendo laltezza di moto uniforme del tronco di valle, utilizzando la formula di


Gauckler-Strickler possibile valutare la portata fluente che risulta: Q=62.0 m3/s. A
questo punto conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto
uniforme e quelle relative alle condizioni critiche per i due tronchi di canale. Con i dati
del problema si trova
tratto di monte

tratto di valle

y0M=3.03 m

y0V=2.50 m

H0M=3.24 m

H0V=2.686 m

ycM=1.58 m

ycV=1.59 m

HcM=2.365 m

HcV=2.21 m

Essendo laltezza di moto uniforme superiore allaltezza critica per entrambi i tratti, la
pendenza del fondo risulta inferiore a quella critica e la corrente, a moto uniforme,
lenta.
Si parte da valle con y1=y0V e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle del raccordo
(y2=y1).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a monte del raccordo, si opera un bilancio di energia
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 i f L

(1)

in cui L la distanza tra le sezioni 2 e 3. Trascurando la differenza (E32-if.L)


risulta: H3=H2=H0V=2.686 m, superiore, anche se di poco, al valore minimo di
energia, HcM che caratterizza la corrente di monte.
-141-

A questo valore di energia corrisponde, sul ramo delle correnti lente, unaltezza
dacqua y3=2.32 m. Questaltezza inferiore a quella di moto uniforme y0M, pertanto,
a partire dalla sezione 3, verso monte, si svilupper un profilo di chiamata M2. Il
profilo liquido illustrato in Figura 6.

Figura 6

-142-

Esercizio 7. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella


situazione illustrata nell Esercizio 6, quando il canale sia caratterizzato da una
pendenza del fondo pari a if=0.001.

Conoscendo laltezza di moto uniforme del tronco di valle, utilizzando la formula di


Gauckler-Strickler possibile valutare la portata fluente che vale Q=87.6 m3/s. A
questo punto conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto
uniforme e quelle relative alle condizioni critiche per i due tronchi di canale. Con i dati
del problema si trova:
tratto di monte

tratto di valle

y0M=3.027 m

y0V=2.50 m

H0M=3.454 m

H0V=2.87 m

ycM=1.986 m

ycV=1.944 m

HcM=2.979 m

HcV=2.677 m

Essendo, per entrambi i tratti, laltezza di moto uniforme superiore allaltezza critica,
la pendenza del fondo risulta inferiore a quella critica e la corrente a moto uniforme
lenta.
Si parte pertanto da valle con y1=y0V e si prosegue verso monte mantenendo
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle del
raccordo (y2=y1).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3
immediatamente a monte del raccordo, si opera un bilancio di energia
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 i f L

(1)

in cui L la distanza tra le sezioni 2 e 3. Trascurando la differenza (E32-if.L)


risulta H3=H2=H0V=2.87 m.
Questo valore di energia risulta inferiore allenergia minima del tronco di monte
(H3<HcM) pertanto in corrispondenza della sezione 3 si stabilir laltezza critica
y3=ycM=1.986 m e, procedendo verso monte, si seguir un profilo di chiamata M2 fino
alle condizioni di moto uniforme.
Utilizzando il bilancio di energia (1), nel quale nota lenergia H3=HcM, si determina
H2=2.979 m. Si trova quindi laltezza y2 su ramo delle correnti rapide. Risulta
y2=1.472m, cui corrisponde una spinta M2=59.35 m3. La spinta della corrente a moto
uniforme di valle vale M0V=59.5 m3. Essendo, anche se di poco, M0V>M2, il risalto non
potr localizzarsi a valle della sezione 2 ma risalir allinterno del raccordo.
Il profilo liquido, pertanto, sar quello schematicamente illustrato in figura 1.

-143-

Figura 7

-144-

Esercizio 8. Un canale, infinitamente lungo e di sezione rettangolare larga B=10 m,


presenta una variazione localizzata di pendenza e di scabrezza come illustrato in
figura. Si tracci il profilo di moto permanente quando la portata fluente : Q=10 m3/s.

Conviene, preliminarmente, determinare le caratteristiche del moto uniforme, per i


due tronchi di canale, di monte e di valle, e quelle relative alle condizioni critiche.
Con i dati del problema si trova:
tratto di monte

tratto di valle

y0M=0.351 m

y0V=1.119 m

H0M=0.765 m

H0V=1.160 m

M0M=3.522 m3

M0V=7.171 m3

Inoltre, per entrambi i tratti, si ha yc=0.467 m e Hc=0.701 m.


Per il tronco di monte, essendo laltezza di moto uniforme inferiore allaltezza critica,
la pendenza del fondo risulta superiore a quella critica e la corrente a moto uniforme
rapida. Viceversa, per il tronco di valle y0V>yc; la pendenza del fondo , pertanto,
inferiore a quella critica e la corrente a moto uniforme lenta. Naturalmente, da
qualche parte, si assister alla transizione rapida-lenta con la formazione del risalto.
Dal confronto tra le spinte a moto uniforme, essendo M0V>M0M, evidentemente il
risalto sar ricacciato a monte della sezione in cui si verificano le variazioni di
pendenza e di scabrezza.
Conviene quindi partire da valle con y4=y0V=1.119 m. Si prosegue verso monte
mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 3, posta immediatamente
a valle del cambio di pendenza (y3=y4). Dal bilancio di energia tra le sezioni 2 e 3 si
deduce immediatamente laltezza y2=y3=1.119 m. Si prosegue quindi verso monte
seguendo un profilo S1 lungo il quale si riduce progressivamente la spinta fino al
valore che caratterizza la corrente rapida, in moto uniforme, di monte (sezione 6 in
Figura 8).
Essendo laltezza y5, a monte del risalto, coincidente con laltezza di moto uniforme
y0M, laltezza y6 risulta essere la coniugata dellaltezza di moto uniforme di monte:
y6=y5R=y0MR=0.607 m (vedi equazione (28)). Allaltezza y6 corrisponde lenergia
H6=0.745 m pertanto la dissipazione di energia localizzata determinata dal risalto
vale Erisalto=H5-H6=0.02 m.
Landamento del profilo liquido ricostruito illustrato in Figura 8.
E anche possibile effettuare una stima di prima approssimazione della distanza tra le
sezioni 6 e 2. Ammettendo che il tratto compreso tra queste sezioni sia relativamente

-145-

breve e discretizzando alle differenze finite lequazione (18), si pu scrivere (vedi


paragrafo 8.2.2):
Q2
z6 + H 6 2 4 / 3 2 x = z2 + H 2
k s RH A
ovvero

Q2
i

x = H 2 H 6
f
2
4/3
2
k s RH A

in cui x la distanza tra le sezioni 2 e 6 mentre il raggio idraulico RH e larea A sono


valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le sezioni 2 e 6:
y=(y2+y6)/2=0.863 m. Con questo valore di y si trova RH=0.736 m e A=8.6 3m2.
Sostituendo questi valori nella precedente equazione si trova: x=44.0 m.
Unintegrazione pi raffinata dellequazione per il moto gradualmente vario porta a
stimare la distanza tra le sezioni 6 e 2 in x=45.4 m.

Figura 8

-146-

Esercizio 9. Un canale, infinitamente lungo e di sezione rettangolare larga B=10m,


presenta una variazione localizzata di pendenza in corrispondenza di un salto di
fondo come illustrato in figura. Si tracci il profilo di moto permanente quando la
portata fluente : Q=10m3/s. Si trascurino le dissipazioni di energia localizzate.

Conviene, preliminarmente, determinare le caratteristiche del moto uniforme, per i


due tronchi di canale, di monte e di valle, e quelle relative alle condizioni critiche.
Con i dati del problema si trova:
tratto di monte

tratto di valle

y0M=0.392 m

y0V=1.006 m

H0M=0.723 m

H0V=1.057 m

Inoltre, per entrambi i tratti, si ha yc=0.467 m e Hc=0.701 m.


Per il tronco di monte, essendo laltezza di moto uniforme inferiore allaltezza critica,
la pendenza del fondo risulta superiore a quella critica e la corrente, a moto
uniforme, rapida. Viceversa, per il tronco di valle y0V>yc. La pendenza del fondo
, pertanto, inferiore a quella critica e la corrente, a moto uniforme, lenta.
Naturalmente, da qualche parte, si assister alla transizione rapida-lenta con la
formazione del risalto.
Partendo da valle, con y4=y0V=1.006 m, si prosegue verso monte mantenendo
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 3 (y3=y4=1.006 m). Dal bilancio di
energia tra le sezioni 2 e 3:
z 2 + H 2 E 23 = z3 + H 3

H 2 = H 3 + E 23 a

(1)

essendo a=0.5 m e trascurando la dissipazione localizzata E23, si trova: H2=0.557


m, che risulta inferiore allenergia minima Hc. Pertanto, la corrente di valle non in
grado di superare il salto di fondo e in corrispondenza della sezione 2 si stabilir
laltezza critica y2=yc=0.467 m.
E da osservare, a questo punto, che per il tratto di monte non esistono profili su
fondo con pendenza superiore a critica che possano raccordarsi con laltezza critica
nella sezione 2. Pertanto lipotesi che nella sezione 2 si stabiliscano le condizioni
critiche non accettabile.
Partendo invece da monte con y1=y0M=0.392 m, si prosegue verso valle mantenendo
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1=0.392 m).
Dal bilancio (1) nel quale nota lenergia H2=H0M=0.723 m, si trova H3=1.223 m. A
questo valore di energia corrisponde unaltezza y3, sul ramo delle correnti rapide, che
vale y3=0.226 m.
-147-

Procedendo dalla sezione 3 verso valle, la corrente tende progressivamente a ridurre


la sua spinta seguendo un profilo M3.
Per valutare qualitativamente dove si forma il risalto, conviene innanzitutto
confrontare la spinta di valle con quella massima della corrente rapida di monte che
si determina in corrispondenza della sezione 3. Essendo M0V=6.077 m3>M3=4.186
m3, il risalto viene ricacciato contro il salto di fondo.
In alternativa, si poteva usare lequazione (28) per determinare laltezza coniugata
della corrente lenta di valle in moto uniforme, trovando y0VR=0.172 m. Essendo
y0VR<y3 si pu concludere che la corrente lenta di valle sospinge il risalto contro il
salto di fondo.
Landamento del profilo liquido, pertanto, quello illustrato in Figura 9.

Figura 9

-148-

Esercizio 10. Un canale, infinitamente lungo e di sezione rettangolare larga B=10 m,


presenta un salto di fondo seguito, a breve distanza, da unimmissione localizzata di
portata come illustrato in figura. La portata immessa vale: Q=5 m3/s. Si tracci il
profilo di moto permanente quando la portata fluente nel tronco di monte : QM=10
m3/s. Si trascurino le dissipazioni di energia localizzate.

Conviene, preliminarmente, determinare le caratteristiche del moto uniforme, per i


due tronchi di canale, di monte e di valle, e quelle relative alle condizioni critiche.
Con i dati del problema si trova:
tratto di monte

tratto di valle

QM=10 m /s

QV=15 m3/s

y0M=1.980 m

y0V=2.615 m

H0M=1.993 m

H0V=2.632 m

M0M=20.12 m3

M0V=35.07 m3

ycM=0.467 m

ycV=0.612 m

HcM=0.701 m

HcV=0.918 m

Essendo laltezza di moto uniforme superiore allaltezza critica, la pendenza del


fondo risulta inferiore a quella critica e la corrente a moto uniforme lenta. Si parte
pertanto da valle con y1=y0V e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle dellimmissione
localizzata (y2=y1=2.615 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a monte dellimmissione, si opera il bilancio di forze M2=M3. essndo
M2=M0V, si trova M3=35.07 m3.
A questo valore della spinta, essendo Q3=QM=10 m3/s, corrisponde, sul ramo delle
correnti lente, laltezza y3=2.634 m.
Per passare poi dalle condizioni relative alla sezione 3 a quelle della sezione 4,
immediatamente a monte del salto di fondo, si opera un bilancio di energia
z 4 + H 4 E 43 = z3 + H 3

H 4 = H 3 + E 43 a

(1)

Essendo a=0.5 m, H3=2.641 m e trascurando la dissipazione localizzata E43, si


trova H4=2.141 m, che risulta superiore allenergia minima HcM.
Nota H4 si determina quindi laltezza y4 sul ramo delle correnti lente, y4=2.130 m.
-149-

Essendo y4>Y0M, procedendo verso monte si seguir un profilo di rigurgito M1 fino


alle condizioni di moto uniforme (sezione 5).
Il profilo liquido, pertanto, quello schematicamente illustrato in Figura 10. Nella
stessa figura illustrata anche la soluzione con riferimento al diagramma H-y. Si
osservi, a questo proposito, che per passare dalla sezione 2 alla sezione 3 si fatto
uso (correttamente) del teorema della quantit di moto (conservazione delle spinte).
Possiamo valutare, con riferimento allenergia, lentit della dissipazione localizzata
prodotta dallimmissione. Essendo H3=2.641 m e H2=H0V=2.632 m, la dissipazione
localizzata vale E32=0.009 m.

Figura 10

-150-

Esercizio 11. Un canale, infinitamente lungo e di sezione rettangolare larga B=10 m,


presenta unimmissione localizzata di portata seguita, a breve distanza, da un salto
di fondo come illustrato in figura. La portata immessa vale: Q=5 m3/s.
Si tracci il profilo di moto permanente quando la portata fluente nel tronco di monte
QM=10 m3/s. Si trascurino le dissipazioni di energia localizzate.

Conviene, preliminarmente, determinare le caratteristiche del moto uniforme, per i


due tronchi di canale, di monte e di valle, e quelle relative alle condizioni critiche.
Con i dati del problema si trova
tratto di monte

tratto di valle

QM=10 m3/s

QV=15 m3/s

y0M=1.980 m

y0V=2.615 m

H0M=1.993 m

H0V=2.632 m

M0M=20.12 m3

M0V=35.07 m3

ycM=0.467 m

ycV=0.612 m

HcM=0.701 m

HcV=0.918 m

Essendo laltezza di moto uniforme superiore allaltezza critica, la pendenza del


fondo risulta inferiore a quella critica e la corrente a moto uniforme lenta.
Si parte da valle con y1=y0V e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle del salto di fondo
(y2=y1=2.615 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a monte del salto di fondo, si opera un bilancio di energia
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 a

(1)

essendo a=0.5 m, H2=2.632 m e trascurando la dissipazione localizzata E32, si


trova H3=2.132 m, che risulta superiore allenergia minima HcV.
Nota H3 si determina laltezza y3 sul ramo delle correnti lente y3=2.106 m. A questa
altezza dacqua corrisponde la spinta M3=23.265 m3.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 a quelle della sezione 4,
immediatamente a monte dellimmissione localizzata, si opera un bilancio di forze,
M3=M4. da cui si trova M4 =23.265 m3.
A questo valore della spinta, essendo Q4=QM=10 m3/s, corrisponde laltezza
y4=2.135 m, sul ramo delle correnti lente.
-151-

Essendo y4>y0M, procedendo verso monte la corrente seguir un profilo di rigurgito


M1 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 5).
Il profilo liquido e il relativo diagramma H-y, pertanto, sono quelli schematicamente
illustrati in Figura 11. Si osservi che per passare dalla sezione 3 alla sezione 4 si
fatto uso (correttamente) del teorema della quantit di moto (conservazione delle
spinte). Possiamo valutare, con riferimento allenergia, lentit della dissipazione
localizzata prodotta dallimmissione. Essendo H4=2.146 m e H3=2.132 m, la
dissipazione localizzata vale E43=0.014 m.

Figura 11

-152-

Esercizio 12. Un canale infinitamente lungo, di sezione trapezia, con una larghezza
alla base b=50 m e pendenza delle sponde 1:3, attraversato da una condotta
temporanea, poggiante sul fondo, di diametro d=1.0 m. Utilizzando i dati riportati in
figura, si chiede di tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente
quando la portata fluente vale: Q=60 m3/s. Con riferimento alla resistenza offerta
dalla condotta si assuma un coefficiente di resistenza pari a CR=0.6.

Conviene, preliminarmente, determinare le caratteristiche del moto uniforme. Con i


dati del problema si trova: y0=1.892 m, H0=1.909 m. Essendo inoltre F0=0.139, la
corrente, in condizioni di moto uniforme, lenta e la pendenza del fondo risulta
pertanto inferiore a quella critica.
Si parte da valle con y1=y0 e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle dellostacolo
rappresentato dalla condotta (y2=y1=1.892 m).
A questo punto conviene considerare il bilancio delle forze tra le sezioni 4 e 2 poste a
cavallo della condotta:
M 4 F42 = M 2

M 4 = M 2 + F42

(1)

in cui la spinta M4=M0 vale 99.75 m3 mentre la resistenza F42, offerta dalla condotta
sommersa, pu essere espressa mediante la seguente relazione
F42 = C R

v2
2g

con (b + 2 10 y )d

(2)

in cui CR il coefficiente di resistenza (il testo suggerisce di assumere CR=0.6),


larea di ingombro della condotta (proiezione della superficie della condotta su un
piano verticale) mentre la velocit v e laltezza dacqua y sono quelli relativi alla
sezione 4.
Per la soluzione del sistema composto dalle equazioni (1) e (2) conviene procedere
iterativamente. Si assume di primo tentativo y4=y2. Mediante le relazioni (2) si
determina la forza F42 quindi, utilizzando lequazione (1) si calcola la spinta M4 e,
sul ramo delle correnti lente, la corrispondente altezza y4. Questultimo valore
assunto per literazione successiva.
iterazione y4
(m)

1
2

1.892
1.898

v4
(m/s)

(m )

0.5696
0.5676

61.966
62.004

-153-

F42

(m )

M4
(m3)

y4
(m)

0.614
0.611

100.364
100.361

1.898
1.898

In questo caso il processo iterativo converge immediatamente in quanto la spinta


F42 risulta essere piccola rispetto alle spinte M2 e M4. Si trova, in particolare,
y4=1.898 m a cui corrisponde lenergia H4=1.914 m.
Essendo H2=H0=1.909 m, nel superare la condotta la corrente dissipa localmente
lenergia E42=H4-H2=0.005 m. Tale dissipazione, causata essenzialmente dalla
brusca espansione della vena a valle della condotta, si concentra in pratica tra le
sezioni 3 e 2 (ovvero E430, E320.005).
A questo punto comunque necessario controllare se la corrente effettivamente in
grado di superare lostacolo senza transizione. A tale scopo si considera il seguente
bilancio di energia:
z 4 + H 4 E 43 = z3 + H 3 = z 2 + H 2 + E 32

H 3 = H 4 d = H 2 + E 32 d

(3)

essendo d=1.0m, si trova: H3=0.914 m. Tale valore deve essere confrontato con
lenergia minima Hc3 relativo alla sezione 3.
Per determinare le caratteristiche del moto in corrispondenza della sezione 3,
necessario fare riferimento ad una sezione trapezia modificata come illustrato
schematicamente in Figura 12.

Figura 12

Per questa sezione, lenergia critica vale: Hc3=0.594 m. Risulta, pertanto, H3>Hc3 e la
corrente supera la condotta senza transizione.
Nota lenergia H3 si determina poi laltezza y3 sul ramo delle correnti lente: y3=0.811
m.
Infine, procedendo dalla sezione 4 verso monte, la corrente seguir un profilo di
rigurgito M1 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 5).
Il profilo liquido, pertanto, sar quello schematicamente illustrato in Figura 13.

Figura 13

-154-

Esercizio 13. In un canale infinitamente lungo, di sezione trapezia, con una


larghezza alla base B=10 m e pendenza delle sponde 1:3, inserito un
restringimento localizzato come illustrato in figura. Tracciare landamento qualitativo
del profilo di moto permanente quando la larghezza utile in corrispondenza del
restringimento vale b=8 m e la portata fluente vale: Q=15 m3/s.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche per il tratto di canale a sezione trapezia nonch le
condizioni critiche relative alla sezione ristretta. Con i dati del problema si trova
y0=1.346 m

H0=1.378 m

yc=0.576 m

Hc=0.827 m

ycb=0.710 m

Hcb=1.065 m

La pendenza del fondo , pertanto, inferiore a quella critica e la corrente, a moto


uniforme, lenta.
Si parte da valle con y1=y0 e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle del restringimento
(y2=y1=1.346 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3, in
corrispondenza del restringimento, si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32

(1)

in cui H2=H0=1.378 m mentre la dissipazione localizzata E32 pu essere valutata


assumendo una perdita di tipo Borda (brusco allargamento):
E 32

2
A2
2 v2
(
1)
A3
2g

(2)

in cui A2=18.9 m2 e A3 sono le aree delle sezioni 2 e 3 rispettivamente e v2=0.7935


m/s la velocit in corrispondenza della sezione 2. E da osservare che, anche
nellipotesi di assumere trascurabile la dissipazione di energia E32, risulta sempre
H3>Hcb. Pertanto, il sistema composto dalle equazioni (1) e (2) ammette soluzione.

-155-

Pur potendo sostituire lespressione (2) nellequazione (1) ottenendo in tal modo
ununica equazione nella sola incognita y3, per maggior chiarezza forse preferibile
impiegare il seguente processo iterativo.
Si assume un valore per y3 di primo tentativo. Mediante lequazione (2) si calcola la
dissipazione E32 e quindi lenergia H3 dal bilancio (1). Nota H3 si determina, sul
ramo delle correnti lente, un valore per y3 di migliore approssimazione.
Assunto, come primo tentativo, y3=y2=1.346 m, si trova
iterazione

1
2
3

y3
(m)

E32
(m)

H3
(m)

y3
(m)

1.346
1.288
1.293

0.018
0.022
0.022

1.396
1.400
1.400

1.288
1.293
1.293

Si ha, pertanto, y3=1.293 m e H3=1.400 m (ovviamente superiore allenergia minima


Hcb).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 3 a quelle della sezione 4
immediatamente a monte del restringimento, si opera ancora un bilancio di energia:
z 4 + H 4 E 43 = z3 + H 3

H 4 = H 3 + E 43

(3)

Trascurando la dissipazione localizzata, risulta: H4=1.400 m a cui corrisponde, sul


ramo delle correnti lente, laltezza y4=1.369 m.
Essendo y4>y0, a monte della sezione 4 si svilupper un profilo di rigurgito M1 fino
alle condizioni di moto uniforme (sezione 5).
Il profilo liquido e la sua rappresentazione nel diagramma H-y sono schematicamente
illustrati in Figura 14.

Figura 14

-156-

Esercizio 14. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella
situazione illustrata nellEsercizio 13, quando il restringimento caratterizzato dalla
larghezza b=3.8m.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche per il tratto di canale a sezione trapezia nonch le
condizioni critiche relative alla sezione ristretta. Con i dati del problema si trova:
y0=1.346 m

H0=1.378 m

yc=0.576 m

Hc=0.827 m

ycb=1.168 m

Hcb=1.750 m

La pendenza del fondo , pertanto, inferiore a quella critica e la corrente, a moto


uniforme, lenta.
Si parte da valle con y1=y0 e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle del restringimento
(y2=y0=1.346 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3, in
corrispondenza del restringimento, si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32

(1)

La dissipazione localizzata E32 pu essere valutata assumendo una perdita di tipo


Borda (brusco allargamento):
E 32

2
A2
2 v2
(
1)
A3
2g

(2)

in cui A2=18.9 m2 e A3 sono le aree delle sezioni 2 e 3 rispettivamente e v2=0.7935


m/s la velocit in corrispondenza della sezione 2. Pur potendo sostituire
lespressione (2) nellequazione (1) ottenendo in tal modo ununica equazione nella
sola incognita y3 (che, essendo H2<Hcb, potrebbe non avere soluzione se la
dissipazione di energia non sufficientemente elevata), per maggior chiarezza
forse preferibile impiegare il procedimento iterativo illustrato nella soluzione
dellEsercizio 13.
Prima di affrontare il calcolo, per, conveniente verificare se il sistema composto
dalle equazioni (1) e (2) ammette soluzione.
A tale scopo si consideri la minima altezza di corrente lenta che pu stabilirsi in
corrispondenza della sezione 3. Essa vale ycb=1.168m a cui corrisponde unarea di
4.86 m2. La massima dissipazione localizzata vale pertanto E32MAX=0.341 m. Di
conseguenza la massima energia in corrispondenza della sezione 3, calcolata
mediante il bilancio (1), vale H3MAX=H2+E32MAX=1.719 m. Tale valore risulta inferiore
a Hcb, e il restringimento pertanto superato in condizioni critiche.
In corrispondenza della sezione 3 si avr quindi y3=ycb=1.168 m e H3=Hcb=1.750 m.
Procedendo dalla sezione 3 verso monte, si determina innanzitutto il livello nella
sezione 4, posta immediatamente a monte del restringimento, mediante il seguente
bilancio di energia:
z 4 + H 4 E 43 = z3 + H 3

H 4 = H 3 + E 43

-157-

(3)

Trascurando la dissipazione localizzata, risulta H4=1.750 m a cui corrisponde, sul


ramo delle correnti lente, laltezza y4=1.733 m. Essendo y4>y0, a monte della sezione
4 si svilupper un profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione
5).
Procedendo verso valle, si utilizza il bilancio (1) tra le sezioni 3 e 2. In questo caso, a
valle della sezione 3 la corrente rapida; si avranno certamente delle dissipazioni di
energia localizzate ma queste saranno relativamente modeste e comunque non
valutabili mediante lespressione (2) in quanto vengono a cadere alcune delle ipotesi
(come, ad esempio, quella relativa alla distribuzione delle pressioni, immediatamente
a valle del restringimento) che stanno alla base della derivazione teorica.
Assumendo, per semplicit, E320, risulta H2=H3=1.750 m a cui corrisponde, sul
ramo delle correnti rapide, laltezza y2=0.257 m.
In corrispondenza della sezione 2 la spinta vale M2=8.623 m3 mentre la spinta della
corrente lenta di valle, in moto uniforme, vale M0=M1=12.719 m3. Essendo M1>M2, il
risalto viene ricacciato, dalla corrente lenta di valle, a ridosso del restringimento,
determinando, in corrispondenza dello stesso, una sezione di controllo ed una di
sconnessione idraulica di fatto coincidenti (vedi paragrafo 2.3.3)
Il profilo liquido e la sua rappresentazione nel il diagramma H-y, sono
schematicamente illustrati in Figura 15.

Figura 15

-158-

Esercizio 15. Un canale, di sezione rettangolare, largo B=10 m e caratterizzato da


una pendenza del fondo if=0.001, termina, dopo un piccolo salto seguito da un breve
tratto a fondo orizzontale, con uno sfioratore in parete sottile come illustrato in figura.
Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente quando la portata
fluente vale: Q=10 m3/s. Si trascurino le dissipazioni di energia localizzate.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche per il tratto di canale a monte del salto. Con i dati del
problema si trova y0=1.013 m, yc=0.467 m. La pendenza del fondo , pertanto,
inferiore a quella critica.
Dovendo essere laltezza dacqua in prossimit della soglia sfiorante maggiore del
petto p=2.5 m, la corrente, in tutto il tratto a valle del gradino, sar certamente lenta.
Determiniamo quindi il livello in corrispondenza della sezione 1 posta
immediatamente a monte dello sfioratore. Dovendo essere:
Q = CQ B 2g (H1 p )3 / 2

(1)

e assumendo CQ=0.41, si trova H1=2.172 m.


Nota lenergia H1, si determina laltezza y1 sul ramo delle correnti lente. Risulta
y1=2.161 m.
Procedendo verso monte, si segue un profilo H2 (simile al profilo M2) di corrente lenta
su fondo orizzontale. Si tratta quindi di integrare lequazione (18), scritta in forma
discreta come segue (vedi paragrafo 8.2.2):
z2 + H 2

Q2
x = z1 + H1
k s2 RH4 / 3 A 2

(2)

ovvero
Q2
H 2 = H1 + 2 4 / 3 2 x
k s RH A

(3)

in cui x la distanza tra le sezioni 2 e 1 mentre il raggio idraulico RH e larea A sono


valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le sezioni 2 e 1. Daltra parte la
lunghezza x modesta e la velocit in corrispondenza della sezione 1
relativamente piccola (v1=0.46 m/s). La dissipazione totale di energia e quindi le
variazioni di altezza dacqua nel tratto compreso tra le sezioni 2 e 1 dovrebbero,
pertanto, essere modeste e tali da poter porre, con buona approssimazione
y=(y2+y1)/2y1=2.161 m. Con questo valore di y si trova RH=1.509 m e A=21.61 m2.
-159-

Sostituendo questi valori nella precedente equazione si trova H2=H1+0.002=2.174 m


a cui corrisponde, sul ramo delle correnti lente, laltezza y2=2.163 m (che risulta
appena superiore a y1 confermando cos lapprossimazione utilizzata nel calcolo).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3
immediatamente a monte del salto, si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 3 + E 32 a

(4)

Trascurando la dissipazione localizzata ed essendo a=0.5 m, risulta H3=1.674 m a


cui corrisponde, sul ramo delle correnti lente, laltezza y3=1.655 m.
Essendo y3>y0, a monte della sezione 3 si svilupper un profilo di rigurgito M1 fino
alle condizioni di moto uniforme. Il profilo liquido, pertanto, sar quello
schematicamente illustrato in Figura 16.

Figura 16

-160-

Esercizio 16. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella
situazione illustrata nell Esercizio 15 quando il petto dello sfioratore vale p=0.6 m.

Nella nuova situazione, dovendo essere


Q = CQ B 2g (H1 p )3 / 2

(1)

e assumendo CQ=0.41, si trova H1=1.272 m. Nota lenergia H1, si determina laltezza


y1 sul ramo delle correnti lente. Risulta y1=1.239 m.
Procedendo verso monte, si segue un profilo H2 (simile al profilo M2) di corrente lenta
su fondo orizzontale. Si tratta quindi di integrare lequazione (18), scritta in forma
discreta come segue (vedi Esercizio 15):
H 2 = H1 +

Q2
x
k s2 RH4 / 3 A 2

(2)

in cui x la distanza tra le sezioni 2 e 1. Se, come fatto in precedenza (Esercizio


15), si assume y=(y2+y1)/2y1=1.239 m, si trova RH=0.993 m e A=12.39 m2.
Sostituendo questi valori nella precedente equazione si trova H2=H1+0.011=1.283 m
a cui corrisponde, sul ramo delle correnti lente, laltezza y2=1.250 m.
Le altezze y1 e y2 risultano tra loro differenti e, per ottenere una migliore stima delle
caratteristiche del moto nella sezione 2 conviene ripetere il calcolo precedente
assumendo y=(y2+y1)/2(1.250+1.239)/2=1.2445 m. In questo modo si trova
RH=0.996 m, A=12.445 m2 e quindi H2=H1+0.011=1.283 m. Ovvero, almeno fino alla
terza cifra decimale, si ottiene lo stesso risultato precedente.
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3
immediatamente a monte del salto, si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 3 + E 32 a

(3)

Trascurando la dissipazione localizzata ed essendo a=0.5 m, risulta H3=0.783 m. A


tale valore di energia, che superiore allenergia minima (Hc=0.701 m) corrisponde,
sul ramo delle correnti lente, laltezza y3=0.669 m.
Essendo y3<y0, a monte della sezione 3 si svilupper un profilo di chiamata M2 fino
alle condizioni di moto uniforme. Il profilo liquido, pertanto, sar quello
schematicamente illustrato in Figura 17.

Figura 17
-161-

Esercizio 17. Un canale, infinitamente lungo e di sezione rettangolare larga B=10 m,


presenta una sottrazione localizzata di portata mediante una griglia di fondo con luci
circolari (CQ0.63). Complessivamente, larea di efflusso vale Af=1.5 m2. Sapendo
che la portata di valle vale QV=10 m3/s e utilizzando le indicazioni riportate in figura,
si tracci landamento qualitativo del profilo di moto permanente.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


critiche per il tronco di valle. Si trova:
y0V=0.93 m

H0V=0.99 m

ycV=0.467 m

Essendo y0V>ycV, nel tratto di valle, la pendenza del fondo inferiore a quella critica
e la corrente a moto uniforme lenta.
Si parte quindi da valle con unaltezza y1=y0V=0.93 m e si mantengono condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle della griglia
(y2=y0V=0.93 m).
Per valutare le caratteristiche del moto in corrispondenza della sezione 3, a monte
della griglia, innanzitutto necessario stabilire la portata sottratta e quindi quella di
monte. La portata sottratta Q pu essere determinata utilizzando la relazione:
Q = CQ Af 2g y

(1)

in cui CQ il coefficiente di portata (CQ0.63), Af larea netta di efflusso e y


unaltezza dacqua compresa tra y2 e y3. Assumendo, in prima approssimazione
y=y2, si trova Q=4.037 m3/s e la portata nel tronco di monte vale pertanto
QM=14.037 m3/s.
A questo punto, per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della
sezione 3 immediatamente a monte della griglia, si opera un bilancio di energia
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 3 + E 32 a

(2)

Essendo H2=H0V=0.99 m e trascurando la perdita E32 risulta H3=0.99 m. A questo


valore di energia corrisponde, sul ramo delle correnti lente, unaltezza dacqua
y3=0.851 m. Questaltezza inferiore a quella del moto uniforme di monte che vale
y0M=1.157m, pertanto, a partire dalla sezione 3, verso monte, si svilupper un profilo
di chiamata M2. Il profilo liquido e la sua rappresentazione sul diagramma H-y sono
illustrati in Figura 18.
Volendo affinare la stima della portata sottratta, conviene assumere y=(y2+y3)/2. In
questo caso le equazioni (1) e (2) vanno risolte contemporaneamente.
Per la non linearit di queste relazioni conviene procedere iterativamente come
segue. Si assume in prima approssimazione y3=y2 (per cui risulta y=y2=0.93 m) e,
tramite lequazione (1) si calcola la portata sottratta. Si valuta poi lenergia nella
-162-

sezione 3 mediante lequazione (2) e quindi la corrispondente altezza y3 che, nel


caso in esame, vale y3=0.851 m.
A questo punto si dispone di una stima di migliore approssimazione per y3 con cui
valutare laltezza y che risulta valere y=(0.93+0.851)/2=0.89 m. Utilizzando
lequazione (1) si trova Q=3.949 m3/s.
Nota lenergia nella sezione 3, H3=0.99 m, e la portata di monte che vale QM=13.949
m3/s, si trova y3=0.854 m.
Procedendo nelle iterazioni si trova Q=3.953 m3/s, QM=13.953 m3/s, y3=0.854 m e
y0M=1.152 m. La soluzione cos trovata risulta poco diversa da quella determinata in
prima approssimazione.

Figura 18

-163-

Esercizio 18. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella
situazione illustrata nell Esercizio 17, quando larea netta di efflusso vale Af=4.5 m2.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


critiche per il tronco di valle. Si trova
y0V=0.93 m

H0V=0.99 m

ycV=0.467 m

Essendo y0V>ycV, nel tratto di valle, la pendenza del fondo inferiore a quella critica
e la corrente a moto uniforme lenta.
Si parte quindi da valle con unaltezza y1=y0V=0.93 m e si mantengono condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle della griglia
(y2=y0V=0.93 m).
Per valutare le caratteristiche del moto in corrispondenza della sezione 3, a monte
della griglia, innanzitutto necessario stabilire la portata sottratta e quindi quella di
monte. La portata sottratta Q pu essere determinata utilizzando la relazione:
Q = CQ Af 2g y

(1)

in cui CQ il coefficiente di portata (CQ0.63), Af larea netta di efflusso e y


unaltezza dacqua compresa tra y2 e y3.
Assumendo, in prima approssimazione y=y2, si trova Q=12.11 m3/s e la portata nel
tronco di monte vale pertanto QM=22.11 m3/s a cui corrispondono unaltezza critica
ycM=0.793 m e unenergia minima HcM=1.189 m.
A questo punto, per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della
sezione 3 immediatamente a monte della griglia, si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 3 + E 32 a

(2)

Essendo H2=H0V=0.99 m e trascurando la perdita E32 risulta H3=0.99 m. Essendo


H3<HcM, in corrispondenza della sezione 3 (sezione di controllo) si avr laltezza
critica ycM.
Il problema, a questo punto, si complica non poco per il fatto che, in queste
condizioni, laltezza y sulla griglia risulta sensibilmente inferiore a quella assunta in
prima approssimazione. Di conseguenza cambiano anche la portata sottratta Q, la
portata di monte QM e laltezza critica di monte ycM.
Si suggerisce di procedere come segue. Stabilito che nella sezione 3 si instaurano le
condizioni critiche, si assume che nella sezione 2 la corrente sia ancora rapida e
perci non influenzata da valle. Si assume inoltre, nel calcolo della portata sottratta,
che sia yy3. In base a queste ipotesi, dovendo essere:
y 3 = 3 (QM / B ) 2 / g

e QM = QV + Q

(3)

lequazione (1) diventa:


QM CQ Af 2g 3 (QM / B ) 2 / g = QV =10 m3/s
-164-

(4)

La soluzione della precedente equazione fornisce QM=20.989 m3/s mentre


dallequazione (3) si trova y3=ycM=0.766 m. Lenergia H3 vale pertanto H3=HcM=1.149
m ed essendo H2=H3 (vedi equazione (2)), si determina laltezza y2 sul ramo delle
correnti rapide trovando y2=0.236 m.
A questa altezza corrisponde una spinta M2=4.593 m3 che risulta inferiore alla spinta
della corrente di valle essendo M0V=5.419 m3. Le ipotesi assunte, pertanto, non sono
verificate e, in particolare, si avr una transizione da corrente rapida a corrente lenta,
con la formazione del risalto, proprio in corrispondenza della griglia. Dal punto di
vista qualitativo il profilo quello illustrato in Fig. 94.
Va detto che in queste condizioni la trattazione unidimensionale male si presta ad
interpretare la realt fisica essendo importanti gli effetti legati alla pendenza e alla
curvatura della superficie libera, il tipo e la lunghezza del risalto. Inoltre lo stesso
coefficiente di portata, soprattutto quando la corrente rapida, fortemente
influenzato dal numero di Froude. In ogni caso, in una situazione cos complessa
pi efficace risolvere il problema attraverso lintegrazione numerica dellequazione
dellenergia nel caso di sottrazione di portata discussa nel paragrafo 5.3.
Volendo comunque, a scopo di esercizio, risolvere il problema secondo la trattazione
unidimensionale e volendo fare riferimento allipotesi semplificaiva di sottrazione
localizzata, si pu procedere come segue. Si introducono le sezioni 5 e 6, comprese
entrambe tra le sezioni 3 e 2 e poste immediatamente a monte e a valle del risalto,
rispettivamente. Si assume che larea netta di efflusso compresa tra le sezioni 3 e 5
sia .Af e che quella compresa tra le sezioni 6 e 2 sia (1-)Af.
Per il tratto di monte, tra le sezioni 3 e 5, essendo la corrente rapida, nella legge di
efflusso si pu porre y=y3 mentre per il tratto di valle, caratterizzato da una corrente
lenta, si pu assumere y=y2. Si indica infine con QR la portata fluente in
corrispondenza delle sezioni 5 e 6.
Fissato un valore per di primo tentativo, ad esempio =0.5, si procede da valle
calcolando la portata QV sfiorata nel tratto compreso tra le sezioni 6 e 2:
Q = CQ (1 ) Af 2g y 2 =6.055 m3/s

(5)

Utilizzando il bilancio di energia H6=H2=0.99 m e lequazione di continuit, si


determinano le caratteristiche del moto nella sezione 6, ovvero Q6=QR=16.055 m3/s,
y6=0.7663 m e M6=6.365 m3.
Procedendo invece da monte, poste le condizioni critiche in corrispondenza della
sezione 3, lequivalente dellequazione (4) si scrive:
QM CQ Af 2g 3 (QM / B ) 2 / g = QR

(6)

La quale fornisce QM=21.602 m3/s. Si calcola quindi y3=ycM=0.7806 m e


H3=HcM=H5=1.171 m. Nota lenergia nella sezione 5 e la portata fluente (QR) si
calcola laltezza y5=0.4175 m sul ramo delle correnti rapide e la corrispondente
spinta M5=7.165 m3.
Essendo M5>M6 il risalto si localizzer un po pi a valle. Si assume quindi per un
valore compreso tra 0.5 e 1.

-165-

Posto =0.75 e ripetute le precedenti stime, si trova: M5=5.904 m3 e M6=5.823 m3.


Essendo M5>M6 il risalto si localizzer ancora un po pi a valle, per un valore del
parametro superiore quindi a =0.75.
Un risultato accettabile lo si ottiene per =0.77 a cui corrispondono le seguenti
caratteristiche del moto:
QR=12.785m3/s
y6=0.883m
M6=5.79m3
QSV=2.785m3/s
3
y3=yc=0.773m
y5=0.314m
M5=5.80m3
QM=21.286m /s
Inoltre laltezza di moto uniforme di monte, per la portata di 21.286 m3/s, vale
y0M=1.52 m. Il profilo liquido e la sua rappresentazione nel diagramma H-y sono
illustrati in Figura 19.

Figura 19

-166-

Esercizio 19. E dato un canale di sezione rettangolare largo B=10 m, nel quale
inserita una paratoia sollevata a battente come illustrato in figura. La pendenza del
fondo if=0.01, il coefficiente di resistenza secondo Strickler vale ks=70 m1/3/s e la
portata fluente vale: Q=10 m3/s. La paratoia viene manovrata e landamento nel
tempo dellapertura a illustrato nel grafico di figura. Si tracci landamento qualitativo
della superficie libera agli istanti t=0, t1, t2, t3 e t4. Si trascurino le dissipazioni di
energia localizzate.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche. Con i dati del problema si trova
y0=0.319 m

H0=0.82 m

yc=0.467 m

Hc=0.70 m

Essendo y0<yc, la pendenza del fondo risulta superiore a quella critica e la corrente,
a moto uniforme, rapida.
Determiniamo inoltre le caratteristiche del moto allistante iniziale. Verifichiamo
innanzitutto se le condizioni sono tali da consentire lefflusso libero al di sotto della
paratoia piana. In condizioni di efflusso libero laltezza in corrispondenza della
sezione di vena contratta (sezione 3) vale y3=a.cc=0.366 m a cui corrisponde un
energia H3=0.746 m. Questa energia, che coincide con quella immediatamente a
monte della paratoia (H2=H3=0.746 m) deve essere confrontata sia con H0 che con
H0-Erisalto (vedi paragrafo 4.1).
Per la valutazione del termine Erisalto, si pu utilizzare lequazione (29) per la
dissipazione prodotta dal risalto oppure, in alternativa, valutare le caratteristiche del
moto a valle delleventuale risalto. Volendo seguire questa seconda altenativa si
calcola laltezza a valle delleventuale risalto y0R, coniugata dellaltezza y0. Mediante
lequazione (28) si trova y0R=0.655 m. Si calcola quindi lenergia H0R=0.774 m che
compete a questa altezza. Si osserva quindi che lenergia H0R coincide con lenergia
H0-Erisalto.
Risulta H2<H0 e quindi possibile che la corrente rapida non interagisca con la
paratoia. Si ha inoltre H2<H0-Erisalto=0.774 m ed quindi certo che la corrente rapida
in moto uniforme transiti indisturbata sotto la paratoia.
Allistante iniziale, quindi, la corrente si mantiene in moto uniforme lungo tutto il
canale senza interagire con la paratoia (Figura 20A).
Allistante t=t1, la paratoia presenta una luce a=0.4m. Essendo ancora a>y0, nessuna
interazione tra la corrente e la paratoia ha luogo (Figura 20B).
Allistante t=t2, la luce ridotta al valore a=0.3m. Essendo a<y0, la corrente
necessariamente interagisce con la paratoia e la condizione di moto che si instaura
quella gi vista nel paragrafo 3.11 (CASO B). A monte della paratoia si ha la
formazione di un risalto a valle del quale si sviluppa un profilo di corrente lenta
-167-

decelerata S1 mentre a valle della paratoia, a partire dallaltezza y3=a.cc, si sviluppa


un profilo S3 fino alle condizioni di moto uniforme (vedi Figura 20C).
Assumendo cc=0.61, laltezza dacqua nella sezione 3 vale y3=a.cc=0.183 m a cui
corrisponde unenergia pari a H3=1.705 m.
Dal bilancio energetico tra le sezioni 2 e 3, assumendo trascurabili le dissipazioni
localizzate, si trova H2=H3=1.705 m e quindi unaltezza y2=1.687 m sul ramo delle
correnti lente.
A partire dalla sezione 2, verso monte, si segue un profilo S1 fino ad intersecare
laltezza coniugata della corrente rapida di monte. Essendo y5=y0=0.319 m (vedi
Figura 20C), si trova y6=y5R=0.656 m a cui corrisponde lenergia: H6=0.774 m.
E anche possibile effettuare una stima abbastanza accurata della distanza tra il
risalto e la paratoia ovvero tra le sezioni 6 e 2. Ammettendo che il tratto compreso tra
queste sezioni sia relativamente breve e discretizzando alle differenze finite
lequazione (18), si pu scrivere (vedi paragrafo 8.2.2):
z6 + H 6

Q2
x = z2 + H 2
k s2 RH4 / 3 A 2

(1)

ovvero

Q2

i
x = H 2 H 6
f
2
4/3
2
k
R
A
s
H

(2)

in cui x la distanza tra le sezioni 2 e 6 mentre il raggio idraulico RH e larea A sono


valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le sezioni 2 e 6:
y=(y2+y6)/2=1.17 m. Con questo valore di y si trova: RH=0.948 m e A=11.7 m2.
Sostituendo questi valori nella precedente equazione (2) si trova x=94.5 m. Il
rapporto x/y80 risulta decisamente elevato e la stima appena effettuata pu essere
affetta da un errore non trascurabile. In realt, procedendo ad unintegrazione
accurata del profilo S1 a monte della paratoia, si trova x=96.0 m, poco diverso dal
valore stimato.
Allistante t=t3, la luce incrementata al valore a=0.4 m, lo stesso che si presentava
allistante t=t1. Per stabilire la configurazione del campo di moto conviene ipotizzare
che permangano le condizioni di efflusso libero. In questa ipotesi, laltezza a valle
della paratoia vale y3=a.cc=0.244 m e la corrispondente energia vale H3=H2=1.10 m.
Essendo H2>H0-Erisalto si mantiene, qualitativamente, la stessa configurazione del
campo di moto presente allistante t=t2 (vedi Figura 20D) nonostante lapertura a sia
inferiore allaltezza di moto uniforme e quindi la corrente avrebbe la possibilit di
transitare al di sotto della paratoia senza interagire con la stessa.
Procedendo alle valutazioni quantitative nello stesso modo visto pocanzi, si trova:
y3=a.cc=0.244 m
y5=y0=0.319 m

H3=1.10 m
y6=y5R=0.656 m

H2=H3=1.10 m
H6=0.774 m

y2=1.054 m

Volendo inoltre effettuare una stima abbastanza accurata della distanza tra il risalto e
la paratoia ovvero tra le sezioni 6 e 2, procedendo come visto in precedenza si trova
y=(y2+y6)/2=0.855 m

RH= 0.730 m

-168-

A=8.55 m2

x=34.0 m

Il rapporto x/y40 non eccessivamente elevato. Procedendo ad unintegrazione


accurata del profilo S1 a monte della paratoia, si trova x=35.0 m, poco diverso dal
valore stimato.
Allistante t=t4, infine, essendo nuovamente H2<H0-Erisalto, la corrente si riporta in
condizioni di moto uniforme senza interagire con la paratoia. I profili liquidi, nei
diversi istanti considerati, sono illustrati in Figura 20.

Figura 20

-169-

Esercizio 20. In un canale di sezione rettangolare, largo B=10 m, inserita, sul


fondo, una fila di denti come illustrato in figura. Sapendo che la resistenza offerta
complessivamente dai denti vale F=0.B.v2/2g, in cui v la velocit della corrente
immediatamente a monte dellostacolo e 0=0.1 m, tracciare landamento qualitativo
del profilo di moto permanente quando la portata fluente vale: Q=5 m3/s.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche. Con i dati del problema si trova
y0=0.256 m yc=0.294 m H0=0.450 m Hc=0.441 m

M0=1.323 m3 Mc=1.299 m3

La pendenza del fondo , pertanto, superiore a quella critica e la corrente, a moto


uniforme, rapida (F0=1.23).
Si parte dunque da monte con laltezza y1=y0 e si procede verso valle mantenendo le
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1=0.256 m).
Per passare dalla sezione 2 alla sezione 3 si opera il seguente bilancio delle forze
M 2 F23 = M 3

M 3 = M 2 F32

(1)

in cui F32 la resistenza complessiva offerta dai denti. Utilizzando lespressione


suggerita nel testo per il calcolo di F32, essendo v=1.953 m/s, si trova F32=0.194
m3. Essendo inoltre M2=M0=1.323 m3, lequazione (1) fornisce M3=1.129 m3.
Tale valore di spinta risulta inferiore a quello minimo Mc. Pertanto, la corrente, prima
di affrontare lostacolo, subir una transizione portandosi allo stato di corrente lenta
e, in corrispondenza della sezione 3, si determineranno le condizioni critiche:
y3=yc=0.294 m.
Procedendo verso valle, la corrente seguir un profilo S2 portandosi rapidamente
verso le condizioni di moto uniforme (sezione 4).
Utilizzando il bilancio delle forze (1) , invece, possibile determinare le caratteristiche
idrauliche relative alla sezione 2 (corrente lenta). Essendo laltezza y2 (incognita del
problema) contenuta sia nellespressione di M2 che in quella di F32, conveniente
procedere iterativamente a partire da un valore di primo tentativo per y2, calcolando
la resistenza F32 mediante lespressione suggerita nel testo, la spinta M2
dallequazione (1) e quindi, nota la spinta M2, un valore per y2 di migliore
approssimazione. Assumendo, in prima battuta, y2=y3=0.294 m, si ha

-170-

iterazione

1
2
3
4
5

y2
(m)

F32

0.294
0.404
0.372
0.379
0.378

(m )

M2
(m3)

y2
(m)

0.147
0.078
0.092
0.089
0.089

1.446
1.377
1.391
1.388
1.388

0.404
0.372
0.379
0.378
0.378

Si trova, pertanto, y2=0.378 m e M2=1.388 m3.


Nel tratto a monte della sezione 2 (tra le sezioni 5 e 6 di Figura 21) si avr la
formazione del risalto.
Laltezza y6, a valle del risalto, la coniugata allaltezza y5 immediatamente a monte
dello stesso. Essendo y5=y1=y0=0.256 m, si trova y6=0.336 m.
E anche possibile effettuare una stima abbastanza accurata della distanza tra le
sezioni 6 e 2. Ammettendo che il tratto compreso tra queste sezioni sia relativamente
breve e discretizzando alle differenze finite lequazione (18), si pu scrivere (vedi
paragrafo 8.2.2)
Q2
z6 + H 6 2 4 / 3 2 x = z2 + H 2
k s RH A

(2)

ovvero

Q2

i
x = H 2 H 6
f
2
4/3
2
k s RH A

(3)

in cui x la distanza tra le sezioni 2 e 6 mentre il raggio idraulico RH e larea A sono


valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le sezioni 2 e 6:
y=(y2+y6)/2=0.357 m. Con questo valore di y si trova RH=0.333 m e A=3.57 m2.
Sostituendo questi valori nella precedente equazione (3) si trova x=2.7 m.
(Unintegrazione pi accurata fornisce il risultato x=3.05 m)
Il profilo liquido e la sua rappresentazione nel diagramma H-y sono illustrati in Figura
21. Con riferimento allenergia H da osservare che la corrente di monte, in moto
uniforme, possiede unenergia H1=H0=0.450 m inferiore allenergia H2=0.467 m
necessaria a superare lostacolo. La dissipazione di energia complessivamente
prodotta dai denti (includendo anche quella dovuta al risalto) vale H1-H3=0.009 m.

-171-

Figura 21

-172-

Esercizio 21. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella
situazione illustrata nell Esercizio 20, quando la portata fluente vale: Q=15 m3/s.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche. Con i dati del problema si trova
y0=0.505 m yc=0.612 m

H0=0.955 m Hc=0.918 m

M0=5.818 m3 Mc=5.620 m3

La pendenza del fondo , pertanto, superiore a quella critica e la corrente, a moto


uniforme, rapida (F0=1.34).
Si parte da monte con laltezza y1=y0 e si procede verso valle mantenendo le
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1=0.505 m).
Per passare dalla sezione 2 alla sezione 3 si opera il seguente bilancio delle forze:
M 2 F23 = M 3

M 3 = M 2 F23

(1)

in cui F32 la resistenza complessiva offerta dai denti. Utilizzando lespressione


suggerita nel testo per il calcolo di F32, essendo v=2.97 m/s, si trova F32=0.450 m3.
Essendo inoltre M2=M0=5.818 m3, lequazione (1) fornisce M3=5.368 m3.
Tale valore di spinta risulta inferiore a quello minimo Mc. Pertanto la corrente, prima
di affrontare lostacolo, subir una transizione portandosi allo stato di corrente lenta
e, in corrispondenza della sezione 3, si determineranno le condizioni critiche:
y3=yc=0.612 m.
Procedendo verso valle, la corrente seguir un profilo S2 portandosi rapidamente
verso le condizioni di moto uniforme (sezione 4).
Utilizzando il bilancio delle forze (1) , invece, possibile determinare le caratteristiche
idrauliche relative alla sezione 2 (corrente lenta). Essendo laltezza y2 (incognita del
problema) contenuta sia nellespressione di M2 che in quella di F32, conveniente
procedere iterativamente a partire da un valore di primo tentativo per y2, calcolando
la resistenza F32 mediante lespressione suggerita nel testo, la spinta M2
dallequazione (1) e quindi, nota la spinta M2, un valore per y2 di migliore
approssimazione. Assumendo, in prima battuta, y2=y3=0.505 m, si ha
iterazione

1
2
3
4
5

y2
(m)

F32

(m3)

M2
(m3)

y2
(m)

0.505
0.801
0.728
0.740
0.738

0.450
0.179
0.216
0.209
0.211

6.070
5.799
5.836
5.829
5.831

0.801
0.728
0.740
0.738
0.738

Si trova, pertanto, y2=0.738 m e M2=5.831 m3.


Nel tratto a monte della sezione 2 (tra le sezioni 5 e 6 di Figura 22) si avr la
formazione del risalto. Laltezza y6, a valle del risalto, la coniugata allaltezza y5
immediatamente a monte dello stesso. Essendo y5=y1=y0=0.505 m, si trova:
y6=0.734 m.
E anche possibile effettuare una stima abbastanza accurata della distanza tra le
sezioni 6 e 2. Ammettendo che il tratto compreso tra queste sezioni sia relativamente
-173-

breve e discretizzando alle differenze finite lequazione (18), si pu scrivere (vedi


paragrafo 8.2.2)
Q2
z6 + H 6 2 4 / 3 2 x = z2 + H 2
k s RH A

(2)

ovvero

Q2
i

x = H 2 H 6
f
2
4/3
2
k s RH A

(3)

in cui x la distanza tra le sezioni 2 e 6 mentre il raggio idraulico RH e larea A sono


valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le sezioni 2 e 6:
y=(y2+y6)/2=0.736 m. Con questo valore di y si trova RH=0.642 m e A=7.36 m2.
Sostituendo questi valori nella precedente equazione si trova x=0.24 m.
(Unintegrazione pi accurata fornisce il risultato x=0.135 m).
Il profilo liquido e la sua rappresentazione nel diagramma H-y sono illustrati in Figura
22. Con riferimento allenergia H da osservare che la corrente di monte, in moto
uniforme, possiede unenergia H1=H0=0.955 m che risulta essere superiore
allenergia H2=0.949 m necessaria a superare lostacolo. Questa apparente
contraddizione si spiega con la diversa entit dellenergia dissipata dalla corrente, nel
superare lostacolo, al variare della velocit.
La dissipazione di energia complessivamente prodotta dai denti (includendo anche
quella dovuta al risalto) vale H1-H3=0.037 m.

Figura 22

-174-

Esercizio 22. Una canaletta rettangolare che presenta un fondo semicircolare (vedi
figura) confluisce in un canale di sezione rettangolare, largo B=10m. Sapendo che la
portata fluente vale: Q=20 m3/s, si tracci landamento qualitativo della superficie
libera lungo i due tronchi di canale.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche nei due tratti di canale, di monte e di valle.
Con i dati del problema si trova:
tratto di monte

tratto di valle

y0M=2.299 m

y0V=3.522 m

H0M=2.663 m

H0V=3.539 m

ycM=1.792 m

ycV=0.742 m

HcM=2.478 m

HcV=1.112 m

Essendo laltezza di moto uniforme superiore allaltezza critica, la pendenza del


fondo risulta inferiore a quella critica per entrambi i tronchi e la corrente, a moto
uniforme, lenta.
Si parte da valle con y1=y0V e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1=3.522 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a monte della confluenza, si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 a

(1)

in cui H2=H0V=3.539 m e la perdita E32 pu essere assimilata ad una perdita per


brusco allargamento (Borda):
E 32 (

A2
v2
1) 2 2
A3
2g

(2)

in cui A2=35.22 m2 e A3 sono le aree delle sezioni 2 e 3 rispettivamente e v2=0.568


m/s la velocit in corrispondenza della sezione 2.

-175-

Pur potendo sostituire lespressione (2) nellequazione (1) ottenendo in tal modo
ununica equazione nella sola incognita y3, per maggior chiarezza forse preferibile
impiegare il seguente processo iterativo.
Si assume un valore per y3 di primo tentativo. Mediante lequazione (2) si calcola la
dissipazione E32 e quindi, dal bilancio (1), lenergia H3. Nota H3 si determina, sul
ramo delle correnti lente, un valore per y3 di migliore approssimazione.
Assumendo, come primo tentativo, la stessa quota della superficie libera nelle
sezioni 2 e 3, ovvero: y3=y2-a=2.522 m, si trova:
iterazione

1
2
3
4
5
6

y3
(m)

E32
(m)

H3
(m)

y3
(m)

2.522
2.370
2.425
2.403
2.412
2.409

0.169
0.206
0.191
0.197
0.195
0.195

2.708
2.745
2.730
2.736
2.734
2.734

2.370
2.425
2.403
2.412
2.409
2.409

Si ha, pertanto, y3=2.409 m e H3=2.734 m, superiore allenergia minima HcM.


Essendo y3>y0M, a partire dalla sezione 3, verso monte, si svilupper un profilo di
rigurgito M1 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 4). Il profilo liquido e la sua
rappresentazione nel diagramma H-y sono illustrati in Figura 23.

Figura 23

-176-

Esercizio 23. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella
situazione illustrata nellEsercizio 22 quando il tronco di monte caratterizzato da un
coefficiente di scabrezza pari a ks=60 m1/3/s.

Preliminarmente conviene determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche nei due tratti di canale, di monte e di valle. Con i dati
del problema si trova:
tratto di monte

tratto di valle

y0M=2.768 m

y0V=3.522 m

H0M=3.001 m

H0V=3.539 m

ycM=1.792 m

ycV=0.742 m

HcM=2.478 m

HcV=1.112 m

Essendo laltezza di moto uniforme superiore allaltezza critica, la pendenza del


fondo risulta inferiore a quella critica per entrambi i tronchi e la corrente, a moto
uniforme, lenta.
Si parte da valle con y1=y0V e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1=3.522 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a monte della confluenza, si opera un bilancio di energia:
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 a

(1)

in cui H2=H0V=3.539 m e la perdita E32 pu essere assimilata ad una perdita per


brusco allargamento (Borda):
E 32

2
A2
2 v2
(
1)
A3
2g

(2)

in cui A2=35.22 m2 e A3 sono le aree delle sezioni 2 e 3 rispettivamente e v2=0.568


m/s la velocit in corrispondenza della sezione 2.
Pur potendo sostituire lespressione (2) nellequazione (1) ottenendo in tal modo
ununica equazione nella sola incognita y3, per maggior chiarezza forse preferibile
impiegare il seguente processo iterativo.
Si assume un valore per y3 di primo tentativo. Mediante lequazione (2) si calcola la
dissipazione E32 e quindi, dal bilancio (1), lenergia H3. Nota H3 si determina, sul
ramo delle correnti lente, un valore per y3 di migliore approssimazione.
Assumendo, come primo tentativo, la stessa quota della superficie libera nelle
sezioni 2 e 3, ovvero y3=y2-a=2.522 m, si trova:
iterazione

1
2
3
4

y3
(m)

E32
(m)

H3
(m)

y3
(m)

2.522
2.370
2.425
2.403

0.169
0.206
0.191
0.197

2.708
2.745
2.730
2.736

2.370
2.425
2.403
2.412

-177-

5
6

2.412
2.409

0.195
0.195

2.734
2.734

2.409
2.409

Si ha, pertanto, y3=2.409 m e H3=2.734 m, superiore allenergia minima HcM.


Essendo y3<y0M, a partire dalla sezione 3, verso monte, si svilupper un profilo di
chiamata M2 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 4). Il profilo liquido e la
sua rappresentazione nel diagramma H-y sono illustrati in Figura 24.

Figura 24

-178-

Esercizio 24. In un canale, infinitamente lungo, di sezione rettangolare larga B=6 m,


immessa una portata Q=3.0 m3/s attraverso il dispositivo illustrato in figura.
Lacqua in ingresso caratterizzata da una velocit v0 di 2 m/s e sbocca con
direzione parallela al fondo. Sapendo che la portata fluente a monte dellimmissione
vale QM=2 m3/s, tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche per i due tratti a monte e a valle dellimmissione. Con i
dati del problema si trova:
tratto di monte

tratto di valle

QM=2.0 m3/s

QV=5.0 m3/s

y0M=0.573 m

y0V=1.042 m

H0M=0.590 m

H0V=1.075 m

ycM=0.225 m

ycV=0.414 m

HcM=0.337 m

HcV=0.621 m

La pendenza del fondo , pertanto, inferiore a quella critica e la corrente, a moto


uniforme, lenta.
Si parte da valle con laltezza y1=y0 e si procede verso monte mantenendo le
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1=1.042 m).
Per passare dalla sezione 2 alla sezione 3 si opera un bilancio delle spinte.

Figura 25

-179-

Tale bilancio, nellipotesi di distribuzione idrostatica delle pressioni in corrispondenza


delle sezioni 3 e 3 (questultima posta immediatamente a valle dellimmissione di
portata, vedi Figura 25), si scrive
Q v 0
QM2
B
( y 3 + a)2 +
+
= M2
2
gBy 3
g

(1)

in cui M2=M0V=3.667 m3.


Per la soluzione della precedente equazione conviene procedere iterativamente,
esplicitando, come segue, lespressione (1) rispetto allaltezza y3 che compare nel
primo termine (essendo il contributo di spinta statica certamente superiore a quello
della spinta dinamica dipendente da y3)
y 3 = a + 2(M 2

Q v 0
QM2

)/B
gBy 3
g

(2)

Assunto, per y3, un valore di primo tentativo (ad esempio y3=y0V-a), si determina,
mediante lequazione (2), un valore y3 di migliore approssimazione. Al termine del
procedimento iterativo si trova y3=0.486m a cui corrisponde unenergia H3=0.510 m.
Per il tratto compreso tra le sezioni 4 e 3, di lunghezza modesta, possibile
discretizzare alle differenze finite lequazione (18) e scrivere (vedi paragrafo 8.2.2)
QM2
z 4 + H 4 2 4 / 3 2 x = z3 + H 3
k s RH A

(3)

ovvero
QM2
H 4 = H 3 + 0.5 + 2 4 / 3 2 x
k s RH A

(4)

in cui x=5 m la distanza tra le sezioni 4 e 3 mentre il raggio idraulico RH e larea A


sono valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le stesse sezioni:
y=(y3+y4)/2.
Essendo lincognita y4 presente sia nel termine che esprime le dissipazioni di energia
sia in H4, conviene procedere per iterazioni. Si assume un valore per y4 di primo
tentativo. Mediante lequazione (4) si calcola lenergia H4, nota la quale si determina,
sul ramo delle correnti lente, un valore per y4 di migliore approssimazione.
Assumendo che la superficie libera nel tratto in esame sia pressoch orizzontale, si
trova, per il primo tentativo, y4=y3+a=0.986 m.
iterazione y4
(m)

1
2

0.986
1.006

y
(m)

A
(m2)

RH
(m)

H4
(m)

y4
(m)

0.736
0.746

4.414
4.476

0.633
0.597

1.012
1.012

1.006
1.006

Si ha, pertanto, y4=1.006 m e H4=1.012 m.


Unintegrazione pi accurata fornisce il risultato y4=1.004 m.
Essendo y4>y0M, procedendo dalla sezione 4, verso monte, la corrente seguir un
profilo di rigurgito M1 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 5). Landamento
qualitativo del profilo liquido illustrato in Figura 26.
-180-

Figura 26

-181-

Esercizio 25. E dato un canale, infinitamente lungo, il cui tratto di valle


caratterizzato da una sezione rettangolare larga B=10 m mentre la sezione del tratto
di monte trapezia con una larghezza alla base b=8 m e pendenza della sponde 1:2
(vedi figura). Sapendo che la pendenza del fondo if=0.0005 e che il coefficiente di
resistenza secondo Strickler vale ks=60 m1/3/s, si tracci landamento qualitativo della
superficie libera quando laltezza di moto uniforme del tronco di valle vale: y0V=3.0 m.
Si trascurino le dissipazioni di energia localizzate.

Conoscendo laltezza di moto uniforme del tronco di valle ed utilizzando la formula di


Gauckler-Strickler possibile valutare la portata fluente che risulta valere Q=61.2
m3/s. A questo punto conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del
moto uniforme e quelle relative alle condizioni critiche per i due tronchi di canale.
Con i dati del problema si trova:
tratto di monte

tratto di valle

y0M=2.484 m

y0V=3.000 m

H0M=2.668 m

H0V=3.212 m

ycM=1.579 m

ycV=1.563 m

HcM=2.194 m

HcV=2.344 m

Essendo laltezza di moto uniforme superiore allaltezza critica, la pendenza del


fondo risulta inferiore a quella critica e la corrente, a moto uniforme, lenta.
Si parte da valle con y1=y0V e si prosegue verso monte mantenendo condizioni di
moto uniforme fino alla sezione 2, posta immediatamente a valle del raccordo
(y2=y1=3.0 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a monte del raccordo, si opera un bilancio di energia
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 i f L

(1)

in cui L la distanza tra le sezioni 2 e 3. Trascurando la differenza (E32-if.L)


risulta H3=H2=H0V=3.212 m, superiore al valore minimo di energia, HcM che
caratterizza la corrente di monte.

-182-

A questo valore di energia corrisponde, sul ramo delle correnti lente, unaltezza
dacqua y3=3.115 m. Questaltezza superiore a quella di moto uniforme y0M,
pertanto, a partire dalla sezione 3, verso monte, si svilupper un profilo di rigurgito
M1. Il profilo liquido illustrato in Figura 27.

Figura 27

-183-

Esercizio 26. In un canale, infinitamente lungo, di sezione rettangolare larga B=8 m,


sottratta una portata Q=0.5 m3/s attraverso il dispositivo illustrato in figura.
Sapendo che la portata fluente a valle della sottrazione vale QV=3 m3/s, tracciare
landamento qualitativo del profilo di moto permanente.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche per i due tratti di canale, a monte e a valle
dellimmissione.
Con i dati del problema si trova
tratto di monte

tratto di valle

QM=3.5 m /s

QV=3.0 m3/s

y0M=0.403 m

y0V=0.366 m

H0M=0.463 m

H0V=0.420 m

ycM=0.269 m

ycV=0.243 m

HcM=0.404 m

HcV=0.364 m

La pendenza del fondo , pertanto, inferiore a quella critica e la corrente, a moto


uniforme, lenta.
Si parte da valle con laltezza y1=y0 e si procede verso monte mantenendo le
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1=0.366 m).
Per passare dalla sezione 2 alla sezione 3 conviene far riferimento allenergia della
corrente, scrivendo il seguente bilancio
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 + a

(1)

Trascurando la dissipazione E32, si trova H3=0.920 m. E da sottolineare che, in


questo caso, lenergia cinetica della corrente in corrispondenza della sezione 3
andrebbe corretta per tener conto della probabile distribuzione non uniforme delle
velocit lungo la verticale. Assumendo trascurabile lentit della correzione, si trova
y3=0.908 m.
Per il tratto compreso tra le sezioni 4 e 3, di lunghezza modesta, possibile
discretizzare alle differenze finite lequazione (18), e scrivere (vedi paragrafo 8.2.2)
QM2
z 4 + H 4 2 4 / 3 2 x = z3 + H 3
k s RH A

(2)

ovvero:
-184-

QM2
H 4 = H 3 0.5 + 2 4 / 3 2 x
k s RH A

(3)

in cui x=5 m la distanza tra le sezioni 4 e 3 mentre il raggio idraulico RH e larea A


sono valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le stesse sezioni:
y=(y3+y4)/2.
Essendo lincognita y4 presente sia nel termine che esprime le dissipazioni di energia
sia in H4, conviene procedere per iterazioni. Si assume un valore per y4 di primo
tentativo. Mediante lequazione (3) si calcola lenergia H4, nota la quale si determina,
sul ramo delle correnti lente, un valore per y4 di migliore approssimazione.

Assumendo che la superficie libera nel tratto in esame sia pressoch orizzontale, si
trova, per il primo tentativo, y4=y3-a=0.408 m.
iterazione y4
(m)

1
2
3

0.408
0.341
0.343

y
(m)

A
(m2)

RH
(m)

H4
(m)

y4
(m)

0.658
0.625
0.626

5.264
5.000
5.008

0.565
0.541
0.541

0.425
0.426
0.426

0.341
0.343
0.343

Si ha, pertanto, y4=0.343 m e H4=0.426 m.


Unintegrazione pi accurata fornisce il risultato y4=0.360 m.
Essendo y4<y0M, procedendo dalla sezione 4, verso monte, la corrente seguir un
profilo di chiamata M2 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 5). Landamento
qualitativo del profilo liquido illustrato in Figura 28.

Figura 28

-185-

Esercizio 27. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella
situazione illustrata nellEsercizio 26 quando la portata sottratta vale Q=1.0 m3/s.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche per i due tratti di canale, a monte e a valle
dellimmissione. Con i dati del problema si trova
tratto di monte

tratto di valle

QM=4.0 m /s

QV=3.0 m3/s

y0M=0.438 m

y0V=0.366 m

H0M=0.504 m

H0V=0.420 m

ycM=0.294 m

ycV=0.243 m

HcM=0.441 m

HcV=0.364 m

La pendenza del fondo , pertanto, inferiore a quella critica e la corrente, a moto


uniforme, lenta.
Si parte da valle con laltezza y1=y0 e si procede verso monte mantenendo le
condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2 (y2=y1=0.366 m).
Per passare dalla sezione 2 alla sezione 3 conviene far riferimento allenergia della
corrente, scrivendo il seguente bilancio
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 + a

(1)

Trascurando la dissipazione E32, si trova H3=0.920 m. E da sottolineare che, in


questo caso, lenergia cinetica della corrente in corrispondenza della sezione 3
andrebbe corretta per tener conto della probabile distribuzione non uniforme delle
velocit lungo la verticale. Assumendo trascurabile lentit della correzione si trova
y3=0.904 m.
Per il tratto compreso tra le sezioni 4 e 3, di lunghezza modesta, possibile
discretizzare alle differenze finite lequazione (18), e scrivere (vedi paragrafo 8.2.2)
z4 + H 4

QM2
x = z3 + H 3
k s2 R H4 / 3 A 2

(2)

ovvero:
QM2
H 4 = H 3 0.5 + 2 4 / 3 2 x
k s RH A

(3)

in cui x=5 m la distanza tra le sezioni 4 e 3 mentre il raggio idraulico RH e larea A


sono valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le stesse sezioni:
y=(y3+y4)/2.
Essendo lincognita y4 presente sia nel termine che esprime le dissipazioni di energia
sia in H4, conviene procedere per iterazioni. Si assume un valore per y4 di primo
tentativo. Mediante lequazione (3) si calcola lenergia H4, nota la quale si determina,
sul ramo delle correnti lente, un valore per y4 di migliore approssimazione.

-186-

Assumendo che la superficie libera nel tratto in esame sia pressoch orizzontale, si
trova, per il primo tentativo, y4=y3-a=0.404 m.
iterazione y4
(m)

0.404

y
(m)

A
(m2)

RH
(m)

H4
(m)

0.654

5.232

0.562

0.427

y4
(m)
nessuna soluzione

Essendo, al primo tentativo, H4<HcM, non possibile procedere ulteriormente nelle


iterazioni.
La condizione limite, affinch non ci sia transizione, si ha quando in corrispondenza
della sezione 4 di determinano le condizioni critiche, cio quando y4=ycM=0.294 m. A
partire da questo valore di tentativo, per y4, si trova
iterazione y4
(m)

0.294

y
(m)

A
(m2)

RH
(m)

H4
(m)

0.599

4.792

0.521

0.429

y4
(m)
nessuna soluzione

Essendo, anche in questo caso limite, H4<HcM, la corrente non in grado di


percorrere il tratto compreso tra le sezioni 4 e 3 mantenendosi lenta. In tal caso, in
corrispondenza della sezione 4 si stabiliranno le condizioni critiche con y4=ycM=0.294
m e H4=HcM=0.441 m.
Essendo y4<y0M, procedendo dalla sezione 4, verso monte, la corrente seguir un
profilo di chiamata M2 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 5).
Procedendo dalla sezione 4 verso valle, invece, la corrente seguir un profilo di tipo
S2 fino alla sezione 6 (vedi Figura 29). Tra le sezioni 6 e 7 si avr la formazione di un
risalto.
Per quanto riguarda le valutazioni quantitative relative al profilo liquido che si
determina tra le sezioni 4 e 3, opportuno procedere allintegrazione dellequazione
differenziale per il moto gradualmente variabile, facendo attenzione al fatto che la
pendenza del fondo, nel tratto in esame, molto elevata e non consente, a rigore, di
confondere la normale al fondo con la verticale. Inoltre la lunghezza del risalto non
certamente trascurabile.
Una stima di prima approssimazione pu farsi assumendo, per il calcolo delle
dissipazioni di energia continue nel tratto compreso tra il risalto (sezione 7) e la
sezione 3, che sia yy3=0.904 m. In tal caso, lequazione (18) discretizzata alle
differenze finite diventa:
a
Q2
H 7 = H 3 +
+ 2 4M/ 3 2
L k s R H A

(4)

in cui L la distanza tra le sezioni 4 e 3 e x la distanza tra le sezioni 7 e 3.


Sostituiti i valori numerici, la precedente relazione si scrive
H7=0.920-0.0995.x

(5)

A questa relazione va associata quella, analoga, relativa al tratto compreso tra le


sezioni 4 e 6, la quale, nelle ipotesi di trascurare la lunghezza del risalto, si scrive
come segue

-187-

a
Q2
H 6 = H 4 +
2 4M/ 3 2
L k s R H A

( L x )

(6)

in cui il raggio idraulico RH e larea A sono valutati utilizzando un valore medio


dellaltezza y tra le sezioni 4 e 6, ovvero y=(y6+y4)/2.
Lultima equazione, da porre a sistema con le due precedenti, quella che lega le
altezze y6 e y7, coniugate del risalto, ovvero lequazione (28).
Data la forte non linearit del sistema di equazioni, nel quale le incognite sono y6, y7
e x, conviene procedere per iterazioni.
In questa particolare situazione, essendo di breve lunghezza il tratto compreso tra le
sezioni 4 e 6, si pu pensare che laltezza y6 non sia molto inferiore a y4. In tal caso,
assunto come primo tentativo y6=y4, mediante lequazione (28) si determina y7 e
quindi H7, utilizzando poi lequazione (5) si valuta x e, successivamente, mediante
lequazione (6) si determina H6 e quindi un valore per y6 di migliore approssimazione.
Il processo iterativo illustrato nella seguente tabella.
iterazione y6
(m)

1
2
3
4
5
6

0.294
0.246
0.236
0.233
0.231
0.230

y7
(m)

H7
(m)

x
(m)

y
(m)

H6
(m)

y6
(m)

0.294
0.349
0.361
0.365
0.368
0.370

0.441
0.453
0.459
0.461
0.462
0.463

4.81
4.69
4.64
4.62
4.60
4.59

0.294
0.270
0.265
0.264
0.263
0.262

0.457
0.465
0.468
0.469
0.471
0.471

0.246
0.236
0.233
0.231
0.230
0.230

Si ha, pertanto, y6=0.230 m, H6=0.471 m, y7=0.370 m, H7=0.463 m e x=4.59 m.


Landamento qualitativo del profilo liquido illustrato in Figura 29.

Figura 29

-188-

Esercizio 28. Un canale di sezione rettangolare larga B=10 m, termina con una
traversa sagomata (CQ=0.45) il cui ciglio di sfioro si trova ad unaltezza p=0.8 m dal
fondo. Ad una distanza x=10 m a monte della traversa ha inizio uno sfioratore
laterale lungo L=5 m la cui soglia sfiorante (CQ=0.45) parallela al fondo e alta 1.2
m (vedi figura). Sapendo che la portata sfiorata sulla traversa di valle vale QV=20
m3/s, tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche per il tratto a monte della traversa. Con i dati del
problema si trova
y0V=0.559 m

H0V=1.211 m ycV=0.742 m

HcV=1.112 m

Essendo y0V<ycV, la pendenza del fondo, nel tratto compreso tra le sezioni 2 e 1,
superiore a quella critica. E facile immaginare, tuttavia (e lipotesi sar poi verificata),
la traversa sufficientemente alta da impedire che la corrente rapida di monte sia in
possesso di unenergia sufficiente per superarla senza transizione. In tal caso la
corrente in corrispondenza della sezione 1 lenta e per la valutazione delle
caratteristiche del moto in questa sezione si pu utilizzare la seguente legge di
efflusso
QV = CQ B 2g (H1 p )3 / 2

(1)

in cui QV=20 m3/s la portata sfiorata sulla traversa e H1 lenergia della corrente in
corrispondenza della sezione 1. Con i dati del problema si trova H1=1.802 m a cui
corrisponde, sul ramo delle correnti lente, unaltezza dacqua y1=1.734 m.
Per ricostruire il profilo liquido (S1) lungo il tratto compreso tra le sezioni 2 e 1, di
lunghezza modesta, possibile discretizzare alle differenze finite lequazione (18) e
scrivere (vedi paragrafo 8.2.2)
QV2
z2 + H 2 2 4 / 3 2 x = z1 + H1
k s RH A

(2)

ovvero

Q2
H 2 = H1 + 2 4V/ 3 2 i f
k s RH A

(3)

-189-

in cui x=10 m la distanza tra le sezioni 2 e 1 mentre il raggio idraulico RH e larea


A sono valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le stesse sezioni:
y=(y1+y2)/2.
Essendo lincognita y2 presente sia nel termine che esprime le dissipazioni di energia
sia in H2, conviene procedere per iterazioni. A partire da un valore di primo tentativo
per y2, si calcola lenergia H2 dallequazione (3) e quindi, nota H2, un valore per y2 di
migliore approssimazione. Assumendo che la superficie libera, nel tratto in esame,
sia pressoch orizzontale, si trova, per il primo tentativo, y2=y1-if.x=1.534 m.
iterazione y2
(m)

1
2

1.534
1.521

y
(m)

A
(m2)

RH
(m)

H2
(m)

y2
(m)

1.634
1.628

16.34
16.28

1.232
1.228

1.609
1.609

1.521
1.521

Si ha, pertanto, y2=1.521 m e H2=1.609 m. Unintegrazione pi accurata fornisce


y2=1.523 m.
Nel successivo tratto compreso tra le sezione 3 e 2, interessato dalla presenza dello
sfioratore laterale, essendo la pendenza del fondo elevata e la corrente
relativamente lenta e quindi caratterizzata da dissipazioni di energia modeste, risulta
(if-J).L non trascurabile e non quindi lecito assumere H2=H3. In tal caso, per il
tratto in esame, conviene considerare lequazione (18) discretizzata alle differenze
finite:

Q2
H 3 = H 2 + 2 4 / 3 2 i f L
k s RH A

(4)

in cui L=5 m la distanza tra le sezioni 3 e 2 mentre il raggio idraulico RH e larea A


sono valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le stesse sezioni.
Analogamente, per la portata Q va utilizzato un valore intermedio tra quelli di monte
e di valle.
Alla precedente relazione devono quindi essere associate le seguenti equazioni:
Q3 = Q2 + CQ L 2g ( y 1.2) 3 / 2

y = (y 2 + y 3 ) / 2

(5)
Q = (QM + QV ) / 2

(6)

in cui QM=Q3 e QV=Q2 sono le portate a monte e a valle dello sfioratore,


rispettivamente.
Per la soluzione del problema, in cui le incognite sono y3 e QM, conviene procedere
per iterazioni. Fissato un valore di primo tentativo per y3, mediante la prima delle (6)
si determina y. Quindi si calcola la portata Q3 dallequazione (5) e la portata Q
mediante la seconda delle (6). Utilizzando, infine, lequazione (4) si determina
lenergia H3 e quindi laltezza y3 di migliore approssimazione.
Assumendo che la superficie libera, nel tratto in esame, sia pressoch orizzontale, si
trova, per il primo tentativo, y3=y2-if.L=1.421 m.

-190-

iterazione y3
(m)

1
2

1.421
1.403

y
(m)

Q3
(m3/s)

Q
(m3/s)

H3
(m)

y3
(m)

1. 471
1.462

21.40
21.34

20.70
20.67

1.514
1.514

1.403
1.403

Si ha, pertanto, y3=1.403 m, H3=1.514 m e Q3=QM=21.34 m3/s.


Con riferimento al tratto a monte della sezione 3 , a questo punto, possibile
determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle relative alle condizioni
critiche. Si trova
y0M=0.582 m

H0V=1.267 m ycM=0.774 m

HcM=1.161 m

Essendo y0M<ycM, la pendenza del fondo, nel tratto a monte della sezione 3,
superiore a quella critica e pertanto, presumibilmente a monte dello sfioratore
laterale, si avr la formazione di un risalto.
A tale proposito da osservare che la spinta in corrispondenza della sezione 3 vale
M3=13.151 m3 mentre quella relativa alle condizioni di moto uniforme di monte vale
M0M=9.668 m3. Essendo M3>M0M, il risalto si localizzer effettivamente a monte della
sezione 3.
In particolare (vedi Figura 30) si avr y5=y4=y0M=0.582 m e y6=1.005 m, essendo y6
laltezza coniugata del risalto.
Ammettendo che il tratto compreso tra le sezioni 6 e 3 sia relativamente breve e
discretizzando alle differenze finite lequazione (18), si pu scrivere (vedi paragrafo
8.2.2)

Q2
i f 2 4 / 3 2 x = H 3 H 6
k s RH A

(7)

in cui x la distanza tra le sezioni 3 e 6 mentre il raggio idraulico RH e larea A sono


valutati utilizzando un valore medio dellaltezza y tra le sezioni 3 e 6:
y=(y3+y6)/2=1.204 m. Con questo valore di y si trova RH=0.970 m e A=12.04 m2. Si
ha, inoltre, H6=1.235 m. Sostituendo questi valori nella precedente equazione si trova
x=15.5 m mentre unintegrazione pi accurata fornisce il risultato x=16.6 m. Il
profilo liquido illustrato in Figura 30.

Figura 30

-191-

Esercizio 29. Un canale di sezione rettangolare larga B=3 m, presidiato, a valle, da


due paratoie: la prima sollevata a battente, la seconda a ventola come illustrato in
figura. Questultima paratoia, lunga 2 m, viene manovrata e landamento nel tempo
del petto p della soglia sfiorante illustrato nel grafico di figura. Sapendo che la
portata fluente vale Q=3.6 m3/s, tracciare landamento qualitativo della superficie
libera agli istanti t=0, t=t1, t=t2 e t=t3.

Nella risoluzione di questo problema importante ricostruire i profili di moto


permanente con una certa accuratezza. Per questo motivo, nellillustrare la
soluzione, si far riferimento allintegrazione numerica dellequazione (18).
Consideriamo, preliminarmente, le condizioni di moto uniforme nel tratto di canale a
monte della paratoia sollevata a battente. Con i dati del problema si trova:
y0=0.752 m

H0=0.882 m yc=0.528 m

Hc=0.791 m

Essendo y0>yc, la pendenza del fondo, nel tratto in esame, inferiore a quella critica
e la corrente, a moto uniforme, lenta. Essendo inoltre a<yc, la corrente,
necessariamente, interagisce con la paratoia.
Consideriamo la situazione allistante t=0. Assumiamo, come ipotesi iniziale, che
lefflusso al di sotto della paratoia sia libero e sia dunque y3=a.cc=0.244 m (avendo
assunto cc=0.61).
A partire dalla sezione 3, verso valle, si svilupper un profilo di corrente rapida
decelerata su fondo orizzontale H3 (analogo al profilo M3 su debole pendenza). In
particolare, lintegrazione numerica dellequazione (18) nel tratto compreso tra le
sezioni 3 e 1, lungo complessivamente 22 m, fornisce il profilo H3 illustrato in Figura
31, con y1=0.308 m, ancora molto inferiore allaltezza critica yc=0.528 m.
Nelleffettuare il calcolo stato ricostruito, passo passo, anche landamento delle
altezze coniugate illustrato nella stessa Figura 31. Si osserva che la corrente in
grado di mantenersi rapida fino alla sezione di sbocco. Ci, tuttavia, non sufficiente
per affermare che proprio questo il profilo che si stabilisce a valle della paratoia. E
infatti necessario verificare che una diversa situazione, ovviamente di corrente lenta,
non sia possibile.
A tale scopo, fissata in corrispondenza della sezione 1 laltezza y1=yc=0.528 m, si
ricostruisce il profilo di corrente lenta (H2) illustrato in Figura 31. Essendo, in ogni
sezione, laltezza coniugata della corrente rapida superiore allaltezza della corrente
lenta, la soluzione di corrente rapida lunica ammissibile e, pertanto, il profilo
liquido, indipendentemente dagli eventi precedenti listante in esame,
effettivamente quello H3 ricostruito inizialmente e lipotesi di efflusso libero
verificata.

-192-

In corrispondenza della sezione di vena contratta (sezione 3) lenergia vale H3=1.477


m. Assumendo, come di consueto, H4=H3=1.477 m, si trova, sul ramo delle correnti
lente, y4=1.442 m.
A monte della paratoia, pertanto, si stabilisce unaltezza superiore a quella del moto
uniforme nel canale e, procedendo verso monte, si determiner un profilo M1 di
rigurgito fino alle condizioni di moto uniforme y5=0.752 m. Il profilo liquido illustrato
in Figura 31.

Figura 31

Consideriamo ora la situazione allistante t=t1. Assumiamo, anche in questo caso,


come ipotesi iniziale, che lefflusso al di sotto della paratoia sia libero e sia dunque
y3=a.cc=0.244 m. Anche in questo caso, a partire dalla sezione 3, verso valle, si
svilupper un profilo di corrente rapida decelerata su fondo orizzontale H3.
Lintegrazione numerica dellequazione (18) nel tratto compreso tra le sezioni 3 e 2,
lungo 20 m, fornisce il profilo H3 illustrato in Figura 32, con y2=0.302 m. Proseguendo
lintegrazione fino alla sezione 1 si individua il profilo A3 illustrato nella stessa Figura
32, con y1=0.363 m.
E da osservare che lungo il tratto compreso tra le sezioni 2 e 1, la pendenza del
fondo relativamente elevata e lipotesi di confondere la normale al fondo con la
verticale non sarebbe pi accettabile.
Si osserva che la corrente ancora in grado di mantenersi rapida fino alla sezione di
sbocco. Inoltre, in considerazione del fatto che, nellintervallo di tempo precedente
listante t=t1, la situazione era quella di corrente rapida (vedi Figura 31), in assenza di
disturbi esterni, la corrente si mantiene rapida anche in questa nuova configurazione
geometrica (vedi paragrafo 4.1 sullisteresi) indipendentemente dal fatto che sia
possibile o meno linstaurarsi di una corrente lenta, e lipotesi di efflusso libero
verificata.
In corrispondenza della sezione di vena contratta (sezione 3) lenergia vale H3=1.477
m. Quindi, assumendo che sia H4=H3=1.477 m, si trova, sul ramo delle correnti lente,
y4=1.442 m.
A monte della paratoia, pertanto, si stabilisce unaltezza superiore a quella del moto
uniforme nel canale e, procedendo verso monte, si determiner un profilo M1 di
rigurgito fino alle condizioni di moto uniforme y5=0.752 m. Il profilo liquido illustrato
in Figura 32.

-193-

Figura 32

Consideriamo ora la situazione allistante t=t2. Assumiamo, anche in questo caso,


come ipotesi iniziale, che lefflusso al di sotto della paratoia sia libero e sia dunque
y3=a.cc=0.244 m. Come nei due casi precedenti, a partire dalla sezione 3, verso
valle, si svilupper un profilo di corrente rapida decelerata su fondo orizzontale H3.
Lintegrazione numerica dellequazione (18) nel tratto compreso tra le sezioni 3 e 2,
lungo 20 m, fornisce il profilo H3 illustrato in Figura 33A, con y2=0.302m come nei
casi precedenti. Proseguendo lintegrazione verso la sezione 1, si segue un profilo di
tipo A3 lungo il quale laltezza y cresce progressivamente e, poco a monte della
sezione 1, raggiunge la condizione critica, y=yc (vedi Figura 33A). La corrente,
pertanto, non in grado di mantenersi rapida fino allo sbocco.
Le configurazioni possibili, in tal caso, sono due. La prima prevede la formazione di
un risalto tra le sezioni 3 e 1, mantenendosi cos lefflusso libero, la seconda prevede
un efflusso rigurgitato e la corrente lenta fino alla sezione 1 dove si determinano le
condizioni critiche.
Fissata, in corrispondenza della sezione 1, laltezza y1=yc=0.528 m, si ricostruisce,
per integrazione numerica dellequazione (18), il profilo di corrente lenta A2 fino alla
sezione 2 (y2=1.105 m) e quindi il profilo H2 fino alla sezione 3 (y3=1.111 m) come
illustrato in Figura 33A.
Essendo, in ogni sezione, laltezza coniugata della corrente rapida inferiore
allaltezza della corrente lenta, questultima lunica soluzione ammissibile per tutto il
tratto a monte dello sbocco. In tal caso, quindi, lefflusso al di sotto della paratoia
sollevata a battente rigurgitato e, per una pi precisa ricostruzione del profilo
liquido, conveniente introdurre unulteriore sezione (sezione 6) poco a valle della
sezione 3 (vedi Figura 33A).
Considerando di lunghezza trascurabile il tratto compreso tra le sezioni 3 e 6, si pu
assumere, per y6, il valore y3 precedentemente trovato (y6=y3=1.111 m) e calcolare
quindi lenergia H6 che risulta valere H6=1.170 m.
In corrispondenza della sezione 3, immediatamente a valle della paratoia, la
distribuzione delle velocit non uniforme a causa del getto sommerso (vedi
paragrafo 3.11). Tra le sezioni 3 e 6 si attua quindi una brusca variazione delle
caratteristiche del moto accompagnata da una dissipazione localizzata di energia.
Tra queste due sezioni conviene applicare il teorema della quantit di moto e
scrivere (vedi paragrafo 3.11)
1 2 (Q / B ) 2 1 2 (Q / B ) 2
y3 +
= y6 +
= M6 / B
2
g ac c
2
gy6

(1)

Il quale, essendo M6=2.248 m3 ed assunto cc=0.61, fornisce y3=0.666 m.


-194-

Lenergia in corrispondenza della sezione 3 vale (vedi paragrafo 3.11):


H3 = y 3 +

(Q / B ) 2
(Q / B ) 2
y
=
+
= 1.899 m
3
2g y 32
2g (ac c ) 2

(2)

Incidentalmente si pu osservare che tra le sezioni 3 e 6 si attua una dissipazione di


energia localizzata che vale E36=1.899-1.1700.73 m.

Figura 33

Per determinare le condizioni nella sezione 4, a monte della paratoia, si scrive il


bilancio di energia H4=H3=1.899 m. Nota lenergia H4, si trova, sul ramo delle correnti
lente, y4=1.878 m. Essendo y4>y0, procedendo verso monte si segue un profilo di
rigurgito M1 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 5). Il profilo liquido
illustrato nella precedente Figura 33B.
Consideriamo infine la situazione allistante t=t3, analoga a quella che si presentava
allistante t=t1. Assumiamo, anche in questo caso, come ipotesi iniziale, che lefflusso
al di sotto della paratoia sia libero e sia dunque y3=a.cc=0.244 m. Lintegrazione
numerica dellequazione (18) nel tratto a valle della sezione di vena contratta
fornisce, ovviamente, lo stesso profilo liquido illustrato nella precedente Figura 32
con la corrente che in grado di mantenersi rapida fino alla sezione di sbocco.
Ci, tuttavia, non sufficiente per affermare che proprio questo il profilo che si
stabilisce a valle della paratoia. E infatti necessario verificare che una diversa
situazione, ovviamente di corrente lenta, non sia possibile.
A tale scopo, fissata in corrispondenza della sezione 1 laltezza y1=yc=0.528 m, si
ricostruisce il profilo di corrente lenta nei tratti compresi tra le sezioni 1 e 2 (profilo A2)
e tra le sezioni 2 e 3 (profilo H2). Si osserva che il profilo di corrente lenta interseca
la curva delle altezze coniugate in due punti distinti (indicati con una freccia in Figura
34), posti poco a monte e poco a valle della sezione 2. In corrispondenza di entrambi
questi punti si ha equilibrio delle spinte tra la corrente rapida a monte e quella lenta a
valle, pertanto in entrambe le posizioni la formazione del risalto possibile.
-195-

Per stabilire in quale di queste due posizioni si localizzer effettivamente il risalto


necessario analizzare la stabilit dellequilibrio nelle due posizioni individuate (si
veda, a questo proposito, il paragrafo 4.2). Si osserva, in particolare, che in
corrispondenza della sezione di equilibrio compresa tra le sezioni 2 e 1 la curva delle
altezze coniugate interseca il profilo di corrente lenta da sotto e ci sta ad indicare
che questa posizione di equilibrio instabile.
Il risalto, pertanto, si stabilir nella sezione di equilibrio posta pi a monte come
illustrato in Figura 34.

Figura 34

-196-

Esercizio 30. Un canale di sezione rettangolare larga B=10 m, presenta un breve


salto di fondo raccordato, come illustrato in figura. Immediatamente a monte del salto
inserita una paratoia sollevata a battente la cui luce vale a=0.4 m. Sapendo che la
portata fluente vale Q=5 m3/s, tracciare landamento qualitativo del profilo di moto
permanente.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche che sono le medesime per i due tronchi, di monte e di
valle, del canale. Con i dati del problema si trova:
y0=0.895 m

H0=0.911 m

M0=4.294 m3 yc=0.294 m

Hc=0.441 m

La corrente, a moto uniforme, pertanto lenta. Si parte da valle con y1=y0 e si


prosegue verso monte mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2
(y2=y1=0.895 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a monte del salto di fondo, si opera un bilancio di energia
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 Z

(1)

Trascurando le dissipazioni di energia, continue e localizzate, essendo il tratto in


esame molto breve e il moto, accelerato, presumibilmente non interessato da
fenomeni di separazione, si trova H3=0.911-1.5=-0.589 m.
Essendo H3 ovviamente inferiore allenergia minima Hc ed essendo inoltre yc<a, in
corrispondenza della sezione 3 si ha la formazione dellaltezza critica y3=yc=0.294 m
a cui corrisponde lenergia H3=Hc=0.441 m. Dal bilancio di energia (1), nel quale
lenergia H3 nota, si determina H2=1.941 m a cui corrisponde, sul ramo delle
correnti rapide, laltezza y2=0.083 m.
E da osservare che la spinta in corrispondenza della sezione 2 vale M2=3.112 m3 e
risulta pertanto inferiore alla spinta M0 del moto uniforme di valle. Il risalto, quindi,
risalir spingendosi contro lo scivolo come illustrato in Figura 35.
Essendo y3<y0, a partire dalla sezione 3, verso monte, si svilupper, invece, un
profilo M2 di chiamata. Nel complesso, il profilo liquido quello illustrato in Figura 35.

-197-

Figura 35

C da chiedersi, per, se questa lunica soluzione possibile. Si tratta, in pratica, di


verifica se la soluzione che prevede linterazione tra la corrente e la paratoia
ammissibile.
Assumiamo quindi che vi sia un efflusso libero e che laltezza in corrispondenza della
sezione 3 sia y3=a.cc=0.244 m, a cui corrisponde lenergia H3=0.458 m.
Essendo y3<yc, effettivamente, verso valle pu svilupparsi un profilo di corrente
rapida accelerata su un fondo non rettilineo e a forte pendenza. Per il tratto
compreso tra le sezioni 3 e 2 conviene quindi operare come in precedenza attraverso
un bilancio di energia. Determinate le caratteristiche del moto nella sezione 2
possibile stabilire dove si forma il risalto, ovvero stabilire se il risalto si forma a monte
(Figura 35) o a valle della sezione 2.
Per ricostruire il profilo a monte della sezione 3, utilizziamo il bilancio di energia
H4=H3=0.458 m. Allenergia H4=0.458 m corrisponde, sul ramo delle correnti lente
laltezza y4=0.359 m. Questa altezza risulta per inferiore allapertura a=0.4 m della
paratoia, pertanto questa soluzione non accettabile e nel complesso lunica
soluzione possibile quella descritta in Figura 35.

-198-

Esercizio 31. Tracciare landamento qualitativo del profilo di moto permanente nella
situazione illustrata nellEsercizio 30 quando la luce sotto la paratoia vale a=0.35 m.

Conviene preliminarmente determinare le caratteristiche del moto uniforme e quelle


relative alle condizioni critiche che sono le medesime per i due tronchi, di monte e di
valle, del canale. Con i dati del problema si trova
y0=0.895 m

H0=0.911 m

M0=4.294 m3 yc=0.294 m

Hc=0.441 m

La corrente, a moto uniforme, pertanto lenta. Si parte da valle con y1=y0 e si


prosegue verso monte mantenendo condizioni di moto uniforme fino alla sezione 2
(y2=y1=0.895 m).
Per passare dalle condizioni relative alla sezione 2 a quelle della sezione 3,
immediatamente a monte del salto di fondo, si opera un bilancio di energia
z3 + H 3 E 32 = z 2 + H 2

H 3 = H 2 + E 32 Z

(1)

Trascurando le dissipazioni di energia, continue e localizzate, essendo il tratto in


esame molto breve e il moto, accelerato, presumibilmente non interessato da
fenomeni di separazione, si trova H3=0.911-1.5=-0.589 m.
Essendo H3 ovviamente inferiore allenergia minima Hc ed essendo inoltre yc<a, in
corrispondenza della sezione 3 si ha la formazione dellaltezza critica y3=yc=0.294 m
a cui corrisponde lenergia H3=Hc=0.441 m. Dal bilancio di energia (1), nel quale
lenergia H3 nota, si determina H2=1.941 m a cui corrisponde, sul ramo delle
correnti rapide, laltezza y2=0.083 m.
E da osservare che la spinta in corrispondenza della sezione 2 vale M2=3.112 m3 e
risulta pertanto inferiore alla spinta M0 del moto uniforme di valle. Il risalto, quindi,
risalir spingendosi contro lo scivolo.
Essendo y3<y0, a partire dalla sezione 3, verso monte, si svilupper, invece, un
profilo M2 di chiamata. Nel complesso, il profilo liquido quello illustrato nella
precedente Figura 35 dellEsercizio 30.
Ci si chiede, per, se questa lunica soluzione possibile. Si tratta, in pratica, di
verifica se la soluzione che prevede linterazione tra la corrente e la paratoia
ammissibile.
Assumiamo quindi che vi sia un efflusso libero e che laltezza in corrispondenza della
sezione 3 sia y3=a.cc=0.214 m, a cui corrisponde lenergia H3=0.493 m.
Essendo y3<yc, effettivamente, verso valle pu svilupparsi un profilo di corrente
rapida accelerata su un fondo non rettilineo e a forte pendenza. Per il tratto
compreso tra le sezioni 3 e 2 conviene quindi operare come in precedenza attraverso
il bilancio di energia (1) il quale, nota lenergia nella sezione 3 consente di
determinare lenergia nella sezione 2.
Trascurando le dissipazioni, continue e localizzate, si trova H2=0.441+1.5=1.941 m, a
cui corrisponde, sul ramo delle correnti rapide, laltezza y2=0.082 m.
La spinta in corrispondenza della sezione 2 vale M2=3.112 m3 e risulta pertanto
inferiore alla spinta M0 del moto uniforme di valle. Il risalto, quindi, risalir
spingendosi contro lo scivolo come illustrato in Figura 36

-199-

Per ricostruire il profilo a monte della sezione 3, utilizziamo il bilancio di energia


H4=H3=0.493 m. Allenergia H4=0.493 m corrisponde, sul ramo delle correnti lente
laltezza y4=0.421 m. Essendo y4<y0, a partire dalla sezione 4, verso monte, si
svilupper un profilo di chiamata M2 fino alle condizioni di moto uniforme (sezione 5).
Il profilo liquido illustrato in Figura 36.

Figura 36

Questa duplice soluzione, che configura quindi un problema di isteresi, possibile


sono a causa delleffetto di contrazione della vena. Nel caso di cc=1, infatti, la
soluzione sarebbe unica (quella rappresentata nella Figura 35 dellEsercizio 30) in
quanto, in questo caso, si avrebbe y3=a.cc=a>yc mentre, come discusso nel paragrafo
2.3.1, a valle di una paratoia, quando lefflusso non rigurgitato, la vena contratta
caratterizzata sempre da numeri di Froude superiori allunit.

-200-

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