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METODOLOGIA E TECNICHE DELLA RICERCA SOCIALE

I°LEZIONE
“Without data you’re just another person with an opinion”
– William Edwards Deming
Senza portare evidenza empirica sul tavolo della discussione possiamo solo portare
una opinione, ma non si ha dati.
Per ottenere dati utilizziamo delle tecniche emerse dal discorso legato al metodo per
testare empiricamente delle proposizioni. In quale prospettiva ci poniamo? Quali
sono gli assunti dietro a questa raccolta? E quali sono le nostre aspettative in merito?
Studiamo senz’altro qualcosa di prodotto dall’uomo (es. stato). Dove e come
possiamo trovare questi dati? (es. sfiducia nella politicadati sul sito del governo
sull’affluenza alle urne, Eligendo).
METODOLOGIA: studio del metodo: regole, principi, condizioni alla base della
ricerca scientificariflessione sulla ricerca scientifica
TECNICHE: specifiche procedure operative, tecniche di rilevazione e analisi e date
(es. clustering, regressione..)
OGGETTI: ciò che vogliamo studiare. Alcune tecniche sono pensate per alcuni
oggetti ma si possono applicare anche più tecniche allo stesso oggetto, che più o
meno si possono adattare.
Giornalista vs ricercatore: metodo scientifico.
Due livelli:
- Livello teorico: sviluppo di concetti su fenomeni naturali o sociali e relazioni
tra questi concetti;
- Livello empirico: verifica dei concetti e relazioni in base a osservazione
empirica. Parte da valutazioni teoriche.
La teoria spiega la realtà? La verifica empirica e l’analisi della correlazione tra due
fattori può portarci alla conclusione che la nostra ipotesi non sia veritiera o che il
metodo impiegato non sia adatto a fornirci delle risposte.
Competenze teoriche e metodologiche.
Dobbiamo rendere la nostra tesi verificabile, attendibile. Dobbiamo seguire un ciclo o
fasi della ricerca. Ognuno si specializza in determinati paradigmi. Approccio
qualitativo e quantitativo.
Tecniche quantitative: teoria, ipotesi e concetti, operazionalizzazione, dati e disegni
di ricerca, esperimenti, inchiesta campionaria e campionamento, analisi dei dati.
II°LEZIONE
I paradigmi e le tre “questioni” della ricerca sociale.
KUHN, “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” (1962), è uno storico della
scienza, si chiede in che modo si sviluppa la scienza, come accumuliamo il sapere?
Gradualmente l’uomo conosce sempre di più, chi viene prima conoscerà meno di chi
verrà dopo. Kuhn sostiene che la scienza non si sviluppa in modo lineare.
… (sentire lezione)
Se cambia il paradigma, cambiano dei corollari, degli assunti di base e gli oggetti
stessi della ricerca.
Kuhn sostiene che la conoscenza non ha un processo di accumulazione lineare ma ha
una forma sigmoidale

Varia la prospettiva teorica:


- Condivisa e riconosciuta dalla comunità di scienziati di una disciplina;
- Fondata sulle acquisizioni precedenti della disciplina;
- Che opera indirizzando la ricerca in termini di:
o Individuazione e scelta dei fatti rilevanti da studiare
o Formulazione delle ipotesi per spiegare un fenomeno osservato
o Definizione delle tecniche di ricerca empiriche necessarie
A cosa serve il paradigma?
- Il paradigma rappresenta una guida per la scienza;
- Il paradigma fornisce teorie, metodi e criteri;
- Il paradigma è una visione del mondo;
- Quadro generale entro il quale si collocano specifiche teorie.
Esempio di rivoluzione scientifica: passaggio dal paradigma Tolemaico al paradigma
Copernicanodal geocentrismo all’eliocentrismo.
Vedi slides…
Nella fase di scienza normale si ha una fase di articolazione, non c’è scoperta, ma una
fase di sviluppo delle teorie.
Paradigmi nelle scienze sociali: le scienze sociali sono preparadigmatiche, non si ha
una visione comune su come si studiano, quindi in modo paradigmatico.
Da una disciplina preparadigmatica si è passati a una disciplina multiparadigmatica:
si ha infatti il paradigma struttural-funzionalista e marxiano, visioni contrastanti.
Perché parliamo di paradigmi e quale collegamento con la metodologia?
La scelta metodologica che scegliamo di fare e le tecniche che scegliamo dipende dal
paradigma in cui noi ci posizioniamo. Data la natura multiparadigmatica si possono
avere più visioni. Le procedure operative o tecniche sono definite dal paradigma. Le
visioni del mondo del ricercatore sono intrecciate con gli strumenti che userà.
Vedi Hughes su slide
Quali sono i paradigmi fondativi della ricerca sociale?
Nelle scienze sociali abbiamo due paradigmi che chiamiamo A e B. La prospettiva A
favorisce l’empirismo, l’oggettivismo e il positivismo, mentre la prospettiva B
l’umanismo, il soggettivismo e l’interpretativismo. Queste due visioni sono coerenti.
Le domande che ci poniamo sono:
- esiste la realtà sociale? riflessione sull’essenzaquestione ontologica
- È conoscibile? riflessione sulla conoscenzaquestione epistemologica
- Come si studia? riflessione sul metodo questione metodologica
QUESTIONE ONTOLOGICA
Riguarda la natura della realtà sociale e la sua forma. Il mondo dei fatti è oggettivo o
soggettivo? Autonomo e interpretabile? I fenomeni sociali sono cose in sé o
rappresentazioni di cose?
QUESTIONE EPISTEMOLOGICA
Rapporto tra chi e il che cosa, ed esito del rapporto. Conoscibilità della realtà sociale.
Relazione tra studioso e realtà. Indipendenza o dipendenza? Dipende dall’ontologia.
METODOLOGIA
È la nostra cassetta degli attrezzi. Dipende dalle questioni precedenti. Impiegate
tecniche manipolative (prospettiva A) e processi interattivi (prospettiva B).
È chiaro che esistono due posizioni opposte:
- Posizione A: realtà oggettiva, conoscibile con distacco, con tecniche
manipolative.
- Posizione B: realtà soggettiva, interpretabile, con tecniche interattive.
Due visioni:
- Metodo come procedimento: viene dal passato (Cartesio; Bacone, slide)
- Metodo come strada per raggiungere un fine. (strategia)
Visione classica (procedimento):
- il metodo non è qualcosa di esoterico,
- non è necessariamente specialistico,
- regole semplici,
- speciali conoscenze non richieste,
- regole cogenti per tutti.
(strategia) Obiettivo della ricerca: migliorare la conoscenza su un argomento.
È raggiungibile, ma come? Si parte da un punto, si ha dei collaboratori, numero di
risorse influenza la ricerca, ammissione di limiti nella ricerca, individuare natura del
problema.
Passi del metodo scientifico:
- Si definisce il problema;
- Il problema è formulato nei termini di un particolare quadro teorico;
- Si immaginano una o più ipotesi relative al problema, utilizzando i principi
teorici già accettati;
- Si determina la procedura da usare nel raccogliere i dati per controllar
l’ipotesi;
- Si analizzano i dati per appurare se l’ipotesi è verificata o respinta;
- Le conclusioni dello studio sono collegate al corpus precedente della teoria,
che viene modificato per accordarlo ai nuovi risultati.
Il metodo scientifico si compone di:
- Teoria: sistema di spiegazioni logiche sul mondo empirico
- Dati: informazioni sul mondo empirico risultanti da un processo di rilevazione
- Metodi: modi di ottenere le informazioni per connetterle alla teoria.
POSITIVISMO
Assunto di base: applicando delle conoscenze tecniche è possibile modificare la
natura e conferire all’uomo un potere sulla realtà.
Comte è uno degli studiosi che inizia a spingere verso un modello dello studio della
società come uno studio fatto con gli stessi strumenti delle scienze naturali. Da leggi
identificate che ci permettono di capire i meccanismi alla base del
comportamento/strutture ecc… riusciamo a comprendere i fenomeni.
Caratteristiche positivismo:
- Concetti: legge naturale, causa-effetto, verifica empirica, spiegazione etc…;
- Tecniche di osservazione e misurazione: variabili quantitative;
- Strumenti di analisi: statistica, modelli matematici,
o Inferenza: processo attraverso il quale siamo in grado di conoscere la
popolazione (es. studenti UniTn), passaggio dal campione alla
popolazione, è un processo di generalizzazione;
- Assunto di universalità della scienza;
- Scienza della società non sono diverse dalle scienze della natura;
- Gli strumenti delle scienze naturali hanno portato grandi scoperte, possono
farlo anche se applicate alla società;
- Fenomeni sociali come naturali;
- Fatti sociali come cose.
DURKHEIM (1895): “Modi d’agire, di pensare, di sentire che presentano la proprietà
di esistere al di fuori delle coscienze individuali. Quando assolvo il compito di marito
o di cittadino io adempio doveri che sono definiti -al di fuori di me e dei miei atti- nel
diritto e nei costumi. Anche quando essi si accordano con i miei sentimenti, e io ne
sento interiormente la realtà, questa non è perciò meno oggettiva: non li ho fatti io,
ma li ho ricevuti mediante l’educazione. Analogamente per ciò che riguarda le
credenze e le pratiche della vita religiosa, il sistema di segni del quale mi servo per
esprimere il mio pensiero, il sistema monetario che impiego per pagare i miei debiti,
le pratiche seguite nella mia professione”.
Se i fatti sociali sono “cose”:
- Sono proprietà delle cose del mondo naturale;
- Funzionano secondo regole proprie;
- Non sono soggetti alla volontà dell’uomo;
- Possiedono una struttura deterministica;
- Il mondo sociale è governato da leggi;
- Assunto di unità metodologica.
CONSEGUENZE:
- La realtà è fuori dall’individuo;
- La realtà si può studiare oggettivamente;
- La realtà si può studiare con i metodi delle scienze naturali.
Assumere l’atteggiamento degli “scienziati”.
METODO:
- Induzione, cioè generalizzare, dal particolar al generale, da affermazioni
particolari ad affermazioni universali;
es. ho visto un corvo nero/un secondo/un terzo corvo nero  il prossimo corvo sarà
probabilmente neroprobabilmente tutti i corvi sono neri
Raccogliere dati che mi permettono di dire qualcosa su quello che sto studiando.
BERTRAND RUSSELL “Tacchino induttivista” (video)
Possiamo raccogliere quanti dati vogliamo, ma si parla comunque di probabilità. Non
è detto che si stia raccogliendo i dati corretti. È possibile fare una costruzione a priori,
teorica che mi mandi verso una direzione ma non all’esito che mi aspetto.
INDUTTIVISMO: dal particolare all’universale, osservazione empirica, individuare
una regolarità non una legge. La natura ha un ordine preciso, è uniforme, e lo
scienziato ha il compito di scoprire questo ordine.
COME SI COLLOCA IL POSITIVISMO RELATIVAMENTE ALLE TRE
QUESTIONI?
Ontologia: realismo ingenuo, esiste una realtà oggettiva, questa è conoscibile nella
sua essenza:
- Che cosa?
- Realtà esiste? Si, oggettiva.
Epistemologia: dualista e oggettivista:
- Rapporto studioso/studiatodistanza, indipendenza
- Lo studioso studia il soggetto senza influenzarlo
Metodologia: sperimentale e manipolativa, induttivismo, formalizzazione,
manipolazione e controllo delle variabili:
- Come studiamo? attraverso il metodo scientifico (“delle scienze della
natura")
QUALI SONO I LIMITI DEL POSITIVISMO?
Revisione del positivismo. Consapevolezza dei limiti dell’approccio positivista.
Positivismo logico: “Circolo di Vienna”:
- Critica alla scienza
- (vedi slide)
CONSEGUENZE:
- Definizione operativametodo di verifica delle ipotesi;
- Linguaggio delle variabili;
- Oggetti definiti in termini di attributi;
- Fenomeni come relazioni tra variabili;
- Variabili sono centrali (e neutrali);
- Processo di quantificazione dei fenomeni;
- Uso dei modelli causali;
- Procedure di operativizzazione;
- Spersonalizzazione della ricerca.
CAMBIAMENTI
- Perdita certezze: caduta del determinismo;
- Scoperte scienze naturali (es. principio di indeterminazione di Heisemberg);
- Idea di probabilità;
- Falsificabilità ≠ verifica positiva;
- Ipotesi mai definitivamente valide;
- Possono essere sempre falsificate;
- Si procede per tentativi;
- Crolla l’idolo della certezza (Popper).
NUOVI ORIENTAMENTI
- L’osservazione empirica non è oggettiva;
- La realtà esiste indipendentemente da chi fa ricerca, ma la percezione della
realtà dipende dalla teoria e da chi fa ricerca;
- La sua osservazione è condizionata;
- Circostanze sociali e quadro teorico di riferimento;
- Si conserva il fondamento empirista.
E COME SI COLLOCA IL NEO/POST-POSITIVISMO RELATIVAMENTE ALLE
TRE QUESTIONI?
Ontologia: realismo critico
- Realtà esterna imperfettamente conoscibile
- Probabilismo
- Imprecisione della conoscenza
Epistemologia: leggi medio raggio, probabilità e provvisorietà
- Elementi di disturbo nella relazione tra soggetto studiato e studioso;
- Oggettività si raggiunge solo con approssimazione
- Falsificazione ipotesi
Metodologia: sperimentale e manipolativa modificata
- Impianto positivista;
- Apertura altri approcci
PROBLEMI
- Prevalenza del dato e tecnica;
- Scarsa attenzione per teoria;
- Contenutometodo;
- Teoria vs. validazione empirica;
- Non si studia ciò che non è immediatamente testabile;
- Rilevazione dati non coordinata;
- Assunto di indipendenza tra osservazione e teoria  i dati sono “carichi di
teoria”
CARATTERISTICHE
- Studio di caso  ricerca quantitativa: grande numero di casi;
- Large-N: numero di casi;
- L’obiettivo è l’inferenza
- Se dite “questo fenomeno accade in 2/3 dei casi”, stiamo facendo inferenza;
- Identificare caratteristiche comuni dai casi è fare un analisi qualitativa.
LE INFORMAZIONI
- Come si raccolgono i dati quantitativi? Campionamento, perché obiettivo è
andare dal particolare al generale.
- Estrarre informazioni da una popolazione per poi generalizzare ciò che
osserviamo;
- I campioni sono soggetti a errore statistico;
- Quali sono i vantaggi?
DATI E MATRICI
- Come si organizzano le informazioni quantitative;
- In righe e colonne: matrici di dati;
- Nella ricerca quantitativa i dati sono standardizzati;
- Viene utilizzata una procedura di codifica delle informazioni;
- Le misurazioni vengono trasformate in numeri;
- Queste informazioni vengono riportate in un codebook, cioè un documento che
ci dice le modalità di ottenimento delle osservazioni.
LEZIONE IV
L’INTERPRETATIVISMO E LA RICERCA QUALITATIVA
Origine:
positivisti sono troppo scientisti, troppo affidamento alle tecniche di ricerca tipiche
delle scienze naturali. Chi li critica pensa che il mondo della natura e sociale sono
mondi autonomi, diversi e usare le stesse tecniche per studiarli è sbagliato.
I positivisti sostenevano che il genere umano era stato in grado di accumulare un
sapere accumulativo, quindi il fine ultimo dell’uomo era quello di avere sempre di
più. Chi li critica pensa che al posto dell’accumulazione sia fondamentale una
costruzione che dipende…(audio)
Un’altra critica al positivismo riguarda il rapporto tra la ricerca e l’oggetto della
ricerca e si rifà al fatto che… (audio)
I critici del positivismo sostengono che va compreso questo processo che ha fatto si
che la realtà sociale si realizzasse. Dilthey e Windelband sono i due maggiori
esponenti della critica al positivismo. Dilthey pensa sia necessaria la divisione tra
scienze della natura e scienza dello spirito, mentre Windelband tra scienze
nomotetiche e scienze idiografiche.
Mondo esterno vs mondo interno  fatti vs esperienza vissuta
UNA PROSPETTIVA DIVERSA
Il passo successivo viene fatto da Max Weber che porta il concetto di comprensione
all’interno delle scienze sociali. Per capire l’azione dell’uomo e come funzionano
oggetti che afferiscono direttamente l’individuo noi possiamo capire…(audio)…
motivo per cui decidono di intraprendere un determinato percorso che il porta ad
essere quello che sono.
Rischio:
- Individualismo: se ogni aspetto diventa rilevante rischiamo in poter più
generalizzare, per rimanere oggettivi è necessario osservare l’individualità
mantenendo la generalità;
- psicologismo.
CONDIZIONI PER MANTENERE LA GENERALITA’
- Avalutatività:
o Indipendenza dai giudizi di valore
o Conoscere vs valutare
o Ruolo orientativo dei valori
o Funzione selettiva
o Cosa studiare?
È possibile conoscere senza valutare? Come è possibile?
Condizioni:
- Capacità di arrivare a formulazioni dotate di un qualche carattere di generalità?
- Cosa distingue le scienze sociali (vedi slide/ appunti)

VERSTHEN:
- Conoscere la realtà: atto di interpretazione;
- Comprensione razionale delle motivazioni dell’agire;
- Immedesimarsi nell’altro per capire;
- Motivazioni dell’attore, i suoi significati;
- Mettersi al posto dell’attore;
- Azioni apparentemente illogiche hanno un senso.
La mia razionalità non può essere il criterio, ma è quella dell’attore.
COME COMPRENDERE?
- Procurarsi le informazioni per analizzare le motivazioni che hanno spinto
l’azione;
- Si comprende quando l’osservatore giunge alla conclusione che date le
medesime circostanze, avrebbe agito nello stesso modo;
- Ricostruire le motivazioni non direttamente osservabili;
- Uso di più fonti intrecciate tra loro.
PROBLEMI
- Come possiamo raggiungere a oggettività se il punto di partenza è individuale?
- E come giungiamo alla generalizzazione?
- Cosa sono le azioni di cui sopra?
- Tipo ideale: astrazione che mi serve come strumento euristico per la
comprensione della realtà;
- Forme di agire sociale che possono essere identificate in maniera ricorrente nel
modo di comportarsi degli individui umani
- Processo astrattivo a partire dal dato empirico di uniformità;
- Costruzione di un quadro coerente
ATTENZIONE AD USARE TIPOLOGIA E TIPI: di tipologia ce n’è una, mentre di
tipi ce ne sono tanti.
DEFINIZIONE
Il tipo ideale è accentuando uno o alcuni punti di vista e mediante la connessione di
una quantità di fenomeni particolari, diffusi e discreti, esistenti qui in minore la in
maggior misura, e talvolta anche assenti, corrispondenti a quei punti di vista
unilateralmente posti in luce, in un quadro concettuale in sé unitario. Nella sua
purezza concettuale, esso non può mai essere rintracciato empiricamente nella realtà;
esso è un’utopia e al lavoro storico si presenta il compito di constatare in ogni caso
singolo la maggiore o minore distanza dalla realtà da quel quadro ideale (…) esso ha
il significato di un puro concetto-limite ideale, a cui la realtà deve essere misurata e
comparata, al fine di illustrare determinati elementi significativi del suo contenuto
empirico (Weber, 1998, 108).

LEZIONE 7 MARZO DA RECUPERARE

COME DIFFERENZIARE UN OGGETTO A DA UN OGGETTO B?


Per spiegare devo:
- Definire
- Misurare
- Comparare
Ho bisogno di concetti.
- La formazione dei concetti è il modo in cui mettiamo in ordine la nostra
esperienza;
- Raggruppamenti cognitivi;
- “qualcosa concepita nella mente, un pensiero o una nozione”;
- “un’idea astratta generalizzata da casi particolari”
- Ci permettono di identificare casi.
Formare concetti mettere in ordine propria esperienza/conoscenza
ALCUNE DEFINIZIONI DI CONCETTO
- Un concetto è “l’unità basilare del pensiero. Si può dire di avere un concetto di
A (o di essere A) quando noi possiamo distinguere A da qualunque cosa non
sia A” (Sartori 1984).
- I concetti sono “il modo principale attraverso cui diamo senso alla nostra
esperienza” (Lakoff 1987)
- “Teorie circa gli elementi fondamentali costitutivi di un fenomeno” (Goertz
2006);
- “I concetti sono la nostra unità basilare dell’azione (linguistica) (…) Abbiamo
bisogno di concetti per assumere ruoli. Abbiamo bisogno di essi per afferrare
realtà astratte (…). Se i concetti sono strumenti di azione, il loro significato
non deriva dalla loro corrispondenza a realtà oggettive, ma dai loro ruoli pratici
nella comunicazione linguistica” (Schdler 2010)
- “L’essenza dei concetti scientifici si trova nella loro capacità di fornire
significato” (Davies 2005)
SCOPO
- Contenuto semantico dei segni linguistici e delle immagini mentali;
- “Mattoni della teoria”
- Attraverso l’operativizzazione dei concetti che si realizza la traduzione
empirica di una teoria
- “La teoria ha un senso per la scienza empirica solo nella misura in cui riesce a
connettersi proficuamente con il mondo empirico; i concetti sono gli strumenti,
e gli strumenti, per stabilire una tale connessione” (Blumer 1969)
- Teorie e ipotesi: cosa sono?
- Obiettivo: rendere concreti i concetti
CONCETTI COME IMMAGINI
- Pensare è sempre pensare in termini di categorie (George Lakoff);
- Le categorie sono insiemi di attributi che possiamo applicare a oggetti;
- Questo viene fatto attraverso la comparazione;
- I concetti si riferiscono a un sapere che abbiamo rispettato a una categoria
(unità di base dell’azione linguistica);
- A cui assegnamo un’etichetta, il simbolo (termine),
- I concetti sono contested, ma ncessari per costruire teorie

Pensiero

simbolizza si riferisce a

Segno rappresenta Oggetto

PERCHE’ SONO IMPORTANTI


Per considerare che sia le mele che le pere appartengono alla categoria della frutta,
dobbiamo comparare la frutta con la non-frutta nella più grande categoria delle
piante, e così via.
Una volta che abbiamo definito la categoria della frutta, possiamo giungere alla
conclusione che un’arancia è anche un frutto, comparando le proprietà di un’arancia
con quelle di una mela e di una pera.
Pur essendo un frutto, un’arancia condivide alcune caratteristiche specifiche con i
limoni e i pompelmi.
Quindi arance e limoni, da una parte, e mele e perde, dall’altra, appartengono a due
diversi sotto-tipi di frutta (Rihoux and Ragin 2008).
Prima di investigare la presenza o l’assenza di alcuni attribuiti…o prima di ordinare
oggetti o misurarli in termini di variabili, dobbiamo formare il concetto di quella
variabile (Lazarsfeld and Barton 1951)
L’attenzione rivolta a un concetto è inversamente proporzionale all’attenzione rivolta
alla misurazione quantitativa (Goertz 2006).
ESERCIZIO: COSA È UN TAVOLO?
Obiettivi:
- Definire gli attributi di un tavolo;
- Combinarli (sono tutti necessari o ne bastano solo alcuni)?
- Cosa significa “essere un tavolo”?
“Un tavolo è un elemento di arredo con una superficie piana e una o più gambe,
utilizzato come superficie per lavorare, consumare pasti o collocarci oggetti” (source:
Wikipedia).
QUANTO “TAVOLO” E’ UN TAVOLO?
Cosa fare:
- Usare una scala da 0 a 1
- Motivare la propria scelta
- Il punteggio ci dice quanto i tavoli sono effettivamente parte della categoria
“tavolo”
CASI
- Cosa sono i casi?
- Trade-off: molti vs pochi casi;
- Ma questo dipende dai concetti che utilizziamo
- Altra domanda: X è un caso di cosa?
- Il paese Z è un caso di globalizzazione? (es)
- È centrale nella logica … (vedi slide)

OPERAZIONALIZZAZIONE: processo che va dal concetto  proprietà variabile.


UNITA’ DI ANALISI
- Oggetti al quale afferiscono le proprietà studiate;
- Teoria non ha bisogno di unità di analisi;
- Esempio: Durkheim e il suicidio
- Come controllare empiricamente certe affermazioni?
- Dobbiamo avere delle osservazioni, elementi cruciali
- Le osservazioni fanno parte delle unità di analisi
- Esempio: aggregati territoriali/individui
INDIVIDUO
- Unità naturale;
- Prototipo di attore sociale;
- Studio comportamenti opinioni.
AGGREGATO DI INDIVIDUI
- Collettivo;
- Aggregazioni di individui:
o Aggregati territoriali (es. comuni province regioni stati)
- Cosa misuriamo?
- Caratteristiche di queste unità;
- Proprie o risultato di aggregazione di caratteristiche individuali
- Operazioni matematiche
- Unità di analisi ≠ unità di rilevamento
GRUPPO/ORGANIZZAZIONE/ISTITUZIONE
- Variabili collettive strutturali o globali;
- Unità di rilevamento è il collettivo stesso
- Unità di analisi = unità di rilevamento
- Dati raccolti a livello collettivo;
- Es. scuole partiti industrie famiglie governi etc.
- Ci può essere (…)
EVENTO
- Episodi;
- Es. violenza, sbarchi, elezioni…
- Caratteristiche di episodi: luogo, frequenza, partecipanti…
- Diverse modalità di rilevazione: stampa, statistiche ufficiali, survey…
PRODOTTO CULTURALE
- Analisi contenuto;
- Unità di analisi: testi:
o Articoli di giornate;
o Dichiarazioni pubbliche;
o Posts, tweets;
o Programmi politici.
Le unità di analisi sono oggetti a cui possiamo attribuire delle proprietà.
TIPI DI UNITA’ DI ANALISI
- Individuo
- Aggregato di individui
- Gruppo/organizzazione/istituzione
- Evento
- Prodotto culturale
- Combinazione di questi
o
UNITA’ DI ANALISI ≠ CASI
- Casi: esemplari di una data di analisi inclusi in una determinata ricerca;
- Unità di analisi: definizione astratta, tipo di oggetto sociale al quale afferiscono
le proprietà;
- Le unità vengono localizzate nel tempo e nello spazio;
- Popolazione di riferimento
LE VARIABILI
- Le variabili sono proprietà operativizzate di un concetto. Operativizzare vuol
dire assegnare dei valori.
- Esempio:
o Concetto: partecipazione politica
o Proprietà: partecipazione istituzionale
o Definizione operativa:
 Voto
 Contattare politici
 Essere membri/volontari di organizzazioni politiche
 Contributi in denaro a organizzazione politiche
 …
- Le variabili variano tra modalità
- Possono variare anche nel tempo e nello spazio
DISTINZIONE TRA VARIABILI
- Scienze sociali e scienze naturali
o Variazione tra osservazioni
o Variazione nelle osservazioni
- Esperimento
- È possibile manipolare le variabili?
- È necessario poter introdurre un trattamento
CRITERI DI DISTINZIONE
- Manipolabilità
- Relazione causa-effetto
- Osservabilità
- Carattere individuale
Variabili indipendenti spiegare / variabili dipendenti devono essere spiegate
Variabili manifestemisurate con strumenti semplici
Variabili …
MANIPOLABILITA’
- Variabili non manipolabili e variabili manipolabili
- Non modificabili dal ricercatore: età, genere, istruzione, etc.
- Modificabili dal ricercatore: esposizione a uno stimolo, partecipazione a un
programma, etc.
- Si fanno variare artificialmente
RELAZIONE CAUSA-EFFETTO
- Cosa viene prima?
- Variabili dipendenti
- Variabili indipendentispiegare (?)
- Relazioni multivariatenon spiegare (?)
- Stimolo e risposta
- È fondamentale distinguere tra queste variabili
VARIABILI E LINGUAGGIO DELLA RICERCA
Le variabili sono i termini essenziali, gli elementi fondamentali, il “vocabolario”
delle scienze sociali (Boudon e Lazarsfeld 1965; trad. it. 1969, 18).
Noi non possiamo descrivere il mondo del sociale per mezzo di un complesso di
variabili e studiare poi le interrelazioni fra di esse.
ESEMPIO: INGLEHART (1977)
- Orientamento valoriale
- Come si osservano i valori? necessarie variabili latenti
- Valori materialisti e post-materialisti
- Due aree: bisogni di sostentamento e sicurezza/bisogni di appartenenza e
stima, e bisogni di autorealizzazione estetica e intellettuale
- Una domanda per ogni area
- Batteria di domande
(vedi slides)

15-03
CAUSA ED EFFETTO
Come descrivere il concetto di “causa ed effetto”?
- Cosa causa i fenomeni (sociali e politici)?
- Concetto di causa e scienza
- Complessità nel ripulire le cause
- Come trovare cause nelle scienze sociali?
- Ruolo degli esperimenti
IL CONCETTO DI CAUSA
- Riflessione teorica e pratica empirica
- Le leggi causali non possono essere dimostrate
- Causazione: “se C, allora E”
- Quale problema troviamo in questa affermazione?
o Se C, allora (e soltanto allora) E sempre
o Abbiamo condizionalità, successione, costanza e univocità
o Ma, ancora cosa manca in questa affermazione?
 Idea di produzione
 Se C, allora (e soltanto allora) E sempre prodotto da C
 E è generato da C
COME CORROBORARE UNA RELAZIONE CAUSALE
1. Covariazione (vedi slide)

DIREZIONE
- Al variare di X, varia Y
- È vero il contrario? Come stabilirlo?
- Manipolare la variabile indipendente: esperimento
- Successione temporale
- To T1
- Impossibilità (vedi slides)
CONTROLLO
- Altre cause della variazione della variabile dipendente?
- Vanno escluse o tenute sotto controllo
- Osservazione empirica non è sufficiente per parlare di causazione
- Una covariazione non è mai una prova di relazione causale
- “Correlation is not causation”
- Può esistere covariazione senza che esista causazione
COSA FARE?
- Approccio naturale (osservazionale) su dati raccolti
- Approccio artificiale (sperimentale) tramite manipolazione
- Es: studio dell’effetto dell’esposizione televisiva e voto
o Variabile indipendente: esposizione televisiva
o Variabile dipendente: voto per un candidato
- Come varia Y al variare di X?
(vedi slides)

LEZIONE 21-03
INDICI
Ritorno ai concetti:
- Traduzione empirica della realtà
o Concetto  ancoraggio a un oggetto  proprietà 
operazionalizzazione  variabile
- Concetti semplici vs complessi
- Concetti possono essere ordinati su un continuum
- Scala di generalità
- Religiosità: credere nell’esistenza di una divinità  credere nel Dio cristiano
 appartenere alla chiesa cattolica  agire secondo i dettami della chiesa 
andare a messa tutte le domeniche
Dai concetti agli indicatori
- Indicatori: concetti più semplici
- Più facilmente traducibili
- Legati a un concetto attraverso un rapporto di indicazione
o Scendere dalla scala di generalità
o Entrare nello specifico
- Costruire uno strumento per cogliere l’attributo specifico del concetto
Andare a messa tutte le domeniche è un indicatore.
Questioni
- Parzialità del rapporto tra concetto e indicatore
o Un concetto (generale) non può essere esaurito da un solo indicatore
(specifico)
o Un indicatore può sovrapporsi solo parzialmente al concetto per il quale
è stato scelto
- Colgono una parte della complessità
- Necessità di usare più indicatori
- Dimensioni
- Un indicatore può avere un rapporto con più concetti
- Parte indicante e parte estranea
FASE 1
Articolazione
- Riflessione teorica sul concetto
- Componenti di significato
- Quali sono le dimensioni del nostro concetto?
- Fase non operativa
FASE 2
Operativizzazione
- Trasformazione in variabili
- Passaggio empirico
- Come misuriamo il nostro concetto?
- Assegnare dei valori agli stati delle proprietà
FASE 3
Indici
- Concetti complessi
- Necessità di usare più indicatori
- Concetto scomposto in dimensioni
- Ricomposto con molteplici indicatori
- Misura che coglie questa molteplicità
- Indici unidimensionali, multidimensionali, classificazioni
- Tecniche di costruzione
(vedi slide)
LEZIONE 22-03
DISEGNI DI RICERCA E DATI
STUDIO SINCRONICO NON-COMPARATO INDIVIDUALE
- Le osservazioni sono gli individui
- Informazioni rilevate in un momento e contesto
- Es. studio del comportamento di voto alle elezioni politiche italiane del 2022
- Es. indagine post-elettorale (ITANES)
- Es. indagine multiscopo sulle famiglie (ISTAT)
STUDIO SINCRONICO NON-COMPARATO AGGREGATO
- Unità di analisi di tipo aggregato, ad esempio un paese o una organizzazione
- Un dato momento del tempo
- Studio del caso
- Es. studiare elezione politiche 2022
- Es. volatilità, frammentazione, disproporzionalità, astensionismo, turnover dei
parlamentari, ecc…
STUDIO SINCRONICO COMPARATO INDIVIDUALE
- Indagine campionaria in più contesti
- Dato momento
- Disegno molto frequente
- Uso di variabili aggregate
- Es. studiare il comportamento di voto alle elezioni europee del 2019
- Es. European Social Survey
ANALISI MULTI-LIVELLO
- Studiare un fenomeno come influenzato da variabili attribuiti di unità
appartenenti a livelli diversi
- Rapporto micro-macro
- Effetti di composizione
- Effetti contestuali
- Effetti cross-level
STUDIO SINCRONICO COMPARATO AGGREGATO
- Simile al precedente
- Livello aggregato
- Variazione tra contesti
- Misurazioni a livello dell’unità
- Variabili aggregate o globali
- Es. studiare la variazione del numero di donne in parlamento
STUDIO DIACRONICO NON-COMPARATO INDIVIDUALE
- Inchiesta campionaria ripetuta
- Inchiesta campionaria panel (cioè individui seguiti nel tempo)
- Cambiamento aggregato
- Cambiamento individuale
- Un solo contesto
- Es. indagine elettorale pre e post-elezioni
STUDIO DIACRONICO NON-COMPARATO AGGREGATO
- Uso di serie storiche
- Analisi del trend
- Studi descrittivi o esplicativi o predittivi
- Es. studiare il cambiamento della popolazione di un paese, i consumi, i prezzi,
la partecipazione elettorale, la natalità, ecc.
STUDIO DIACRONICO COMPARATO INDIVIDUALE
- Estensione dello studio diacronico non-comparato individuale
- Inchiesta campionaria ripetuta o panel in più contesti
- Più fonti di variazioni
- Fenomeno individuale come risultato di cambiamento individuale, trasversale e
temporale
- Variazione individuale (tra l’individuo nel tempo e tra gli individui nel tempo)
o in un determinato momento tra i (vedi slide)
STUDIO DIACRONICO COMPARATO AGGREGATO
- Estensione dello studio diacronico non-comparato aggregato
- Times-series-cross-sectional design
- Combina quindi la prospettiva dell’analisi aggregata trasversale e quella
dell’analisi aggregata temporale
- Es. paesi come unità di analisi per i quali sono disponibili più osservazioni
USARE DATI PRIMARI E SECONDARI
- Raccogliere i propri dati
- Problemi
- Dati raccolti da altri
- Modello tradizionale di ricerca
- Margini di miglioramento ricerca
- Archivi-dati
(vedi slide)
DEFINIZIONE
Analisi di dati precedentemente raccolti, disponibili e organizzati in modo sistematico
rispetto a una unità di analisi individuale o aggregata, provenienti da una o più fonti
statistiche, con lo scopo di rispondere a una domanda di ricerca definita
indipendentemente dalle finalità per cui i dati sono stati originariamente raccolti
(Biolcati Rinaldi e Vezzoni 2012).
ELEMENTI
1. Analisi di dati già raccolti e disponibili
2. Organizzati in modo sistematico
- Matrice di dati
- Dataset deve esistere materialmente
- Es: archivi, non pronti per l’analisi
3. Rispetto a una unità di analisi individuale o aggregata
- Diverse unità di analisi
- Cosa rappresentano le righe della matrice?
4. Provenienti da una o più fonti statistiche
- Combinare informazioni
- Armonizzare dataset diversi
- Usare dati di unità diverse (unità individuali e aggregate)
5. Rispondere a una domanda di ricerca definita indipendentemente dalle finalità per
cui i dati sono stati originariamente raccolti
- Domanda di ricerca indipendente dai dati
- Dati indipendenti dalla domanda
VANTAGGI E LIMITI
Vantaggi:
- Economici
- Cumulatività
- Comparazione
- Ruolo di istituzioni
Limiti:
- Limitazioni negli interrogativi
- Dati  domande di ricerca
QUALI DATI?
- Dati individuali: surveys, sondaggi, indagini di mercato
- Dati aggregati
- Dati testuali
COME SCEGLIERE I DATI SECONDARI?
1. Conformità alla domanda di ricerca
2. Qualità dei dati
3. Diffusione pubblica dei dati

(INCHIESTA CAMPIONARIA I manca)

INCHIESTA CAMPIONARIA (II)


Affidabilità
- Affidabilità del comportamento verbale (reputare affidabili le risposte ricevute)
- Pessimismo su questo punto
- Attendibilità: grado con il quale una certa procedura di traduzione di un
concetto in variabile produce gli stessi risultati in prove ripetute con lo stesso
strumento di rilevazione (stabilità) oppure con strumenti equivalenti
(equivalenza)
- Problemi:
o Desiderabilità sociale delle risposte
o Mancanza di opinioni
o Intensità
Desiderabilità sociale delle risposte
- Valutazione socialmente condivisa, che in una certa cultura viene data a un
certo atteggiamento o comportamento individuale
- Giudizio positivo/negativo della società
- Distorsione
- Chi è l’intervistatore? Uno sconosciuto
- “Fare una bella figura”
- Opinioni private e ufficiali
Mancanza di opinioni
- Non-attitudini
- “Cosa ne pensa delle liberalizzazioni nel settore X?”
- Problemi su tematiche complesse
- Batterie di domande
- Pressione a rispondere
- Opinioni che nascono al momento dell’intervista
- Scelta a caso
- Rischio che il questionario sia percepito come un test
- Esperimento: domande su fatti inesistenti
- Uso del non so
TIPI DI INTERVISTA E DOMANDE
Interviste:
- In profondità
- Semi-strutturate
- Standardizzate o strutturate
o Questionario
o Stesso contenuto
o Stesso ordine
o A tutti gli intervistati
Domande:
- Aperte
- Chiuse: risposte pre-codificate

IL QUESTIONARIO
- Versante standardizzazione
- Non è una lista di domande
- Domande rilevanti per ricerca e intervistato
- Chiedersi come verranno analizzate le domande
- Obiettivi:
o Traduzione degli interessi di ricerca in domande
o Raccolta dell’informazione
Esercizio
“La provincia di Trento ci ha contattati perché interessata a studiare gli atteggiamenti
nei confronti della globalizzazione. Come procediamo? Come rileviamo questo
concetto tra la popolazione?”
Online: World Opinion on Globalization and International Trade in 2021 (Ipsos).

STESURA
- Lavoro complesso
- Tre requisiti:
o Esperienza del ricercatore
o Conoscenza della popolazione alla quale viene somministrato il
questionario
o Chiarezza delle ipotesi di ricerca
- Alternative:
o Consultare questionari di altre indagini
o Domande “standard”
QUALI DOMANDE?
Cosa si vuole rilevare?
- (vedi slide)
Domande relative a proprietà sociografiche
- Misurare le caratteristiche del rispondente
- Caratteristiche permanenti
o Genera, età, luogo di nascita, caratteristiche ereditarie
- Caratteristiche non-permanenti
o Professione, stato civile, dimensione comune di residenza
- Domande semplici, che vengono sempre chieste
Domande sulle esperienze di vita
- Rilevano i mutamenti delle caratteristiche strutturali
- Passaggi di stato
- Stato civile, residenza, mobilità professionale, mobilità sociale
- Rilevanti per studiare altre forme di cambiamenti
Domande cognitive
- Domande sulla conoscenza e/o percezione dei fatti
- Domande fattuali
- Percezione di sé (es. condizione personale) o di altro (es. politica, società, etc.)
Domande su atteggiamenti, opinioni e valori
- Domande con cui si chiede agli intervistati di esprimere giudizi, valutazioni,
norme, persone
- Cosa pensano gli intervistati
- Domande tipiche dell’inchiesta campionaria
- Atteggiamenti vs comportamenti
- Complessità e multidimensionalità
- Intensità
- Domande di difficile formulazione
Domande relative a comportamenti
- Cosa fanno gli intervistati
- Relativamente più semplici da rilevare
- Campo dell’azione
- Sono inequivoci
- Sono osservabili
- Frequenza dei comportamenti
- Domande sugli standard di azione o sul comportamento futuro

L’INCHIESTA CAMPIONARIA: LA RILEVAZIONE


Modalità di rilevazione: come otteniamo l’informazione?
- Intervista faccia-a-faccia
- Intervista telefonica
- Questionario auto-compilato
- Questionario web
- Questioni:
o Rappresentatività
o Modalità non equivalenti
o Il tipo di rilevazione condiziona la struttura del questionario e la
formulazione delle domande
Intervista faccia-a-faccia
- Registrazione carta e penna
o Le informazioni vanno poi riportate su un file (input del dato)
- Uso di supporti digitali
- CAPI: Computer Aided Personal Interviewing
- Vantaggi:
o Testo scorre su video
o Registrazione istantanea della risposta
o Un software gestisce l’intervista
o Es. Filtra
o Assenza incongruenze
o Trasmissione dati
- L’intervistatore rimane centrale
Effetto intervistatore: interazione intervistatore-intervistato
- Molti intervistati (e intervistatori)
- Limitare l’effetto dell’intervistatore
- Standardizzare il comportamento
- Limitare discrezionalità
- Formazione:
o Evitare espressioni di approvazione/disapprovazione
o Evitare gesti/espressioni ambigue
o Cooperazione
o Attenzione all’attenzione
o Atteggiamento amichevole ma neutrale
Le caratteristiche dell’intervistatore
- Genere
- Ceto sociale
- Età
- Istruzione
- Tempo disponibile
- Etnia
- Lavoro temporaneo
- Abbigliamento
Le aspettative dell’intervistatore
- Le aspettative degli intervistatori possono influenzare le risposte
- Distorsioni:
o Prodotte da valori
 Interpretazioni delle risposte ambigue in linea con le proprie
opinioni
o Prodotte da aspettative
 Aspettative di risposte in linea con le risposte date in precedenza
 Domande difficili
 Ruolo delle convinzioni
o Dinamica inconscia
 Tono della voce
 Mimica facciale
 Enfasi
 Intervistati insicuri cercano di compiacere l’intervistatore
La formazione degli intervistatori
- Intervistatori devono essere preparati
- Consapevoli del tipo di interazione
- Capacità di evitare fraintendimenti
- Fornire chiarimenti
- Istruzioni su comportamento
La motivazione degli intervistatori
- Disposizione psicologica al lavoro di intervista
- Ruolo atteggiamento
- Passività, stanchezza
- Convinzione dell’importanza del lavoro di intervista
- Importanza degli incontri formativi
Questionari auto-compilati
- Questionario che l’intervistato/a compila da solo/a
- Risparmi nei costi di rilevazione
- Assenza di intervistatore
- Limiti:
o Errori e imprecisioni
o Motivazione degli intervistati
o Devono essere chiari
o Auto-selezione

LEZIONE 18-04
LA TECNICA DELLE SCALE o SCALING
- Analisi secondaria e indagine campionaria
- Teniche per rilevare concetti complessi
- Problema della misurazione
- Operazionalizzazione, concetti e indicatori
- Opera di formalizzazione
COS’E’ UNA SCALA
- Una scala è un insieme coerente di elementi (items) che sono considerati
indicatori di un concetto più generale
- L’elemento (item) è il singolo componente (affermazione, domanda,
comportamento, risposta a un test, attributo)
- La scala è l’insieme degli elementi
- Il concetto sottostante (non osservato) è la variabile latente
APPLICAZIONE
- Misura degli atteggiamenti
- L’atteggiamento è quell’insieme di tendenze e sentimenti, presgiudizi e nozioni
preconcette, idee, timori, apprensioni e convizioni di una persona nei confronti
di un particolare argomento”
- L’opinione è “l’espressione berbale dell’atteggiamento” (Thurstone e Chave
1929)
- Atteggimaneto non rilevabile direttamente (concetto)
- Opinione è rilevabile (indicatori)
ELEMENTI
- Si adottano per rilevare proprietà continue per le quali non abbiamo unità di
misura
- Si fondano su una interpretazione unidimensionale del concetto che viene
immaginato come un continuum
- Min. atteggiamento e Max. atteggiamento
- Opinione negative e opinione positive
- Si propongono di determinare un grado del concetto
- Gli indicatori rappresentano affermazioni o domande a cui il soggetto deve
reagire
- Ad ogni risposta corrisponde un valore per il soggetto
- L’insieme delle diverse risposte costituisce la posizione del soggetto sulla
proprietà (atteggiamento)
- I punteggi vengono sintetizzati in un indice
NON SOLO ATTEGGIAMENTI
- Atteggiamenti, es. efficacia politica.
- Comportamenti, es. partecipazione poltica
- Abilità, es. conoscenza politica
- Applicazioni a unità di analisi macro, es. qualità del governo
QUALI VARIABILI (LATENTI)?
- Nominali, ordinali, cardinali?
- Proprietà continua o non continua?
- Procedure per ottenere misure per raggiungere misure continue
- Scale quasi-cardinali
- Classificazioni

DOMANDE
- Una scala è costituita da una batteria di domande (?)
….

SEMANTICAMENTE AUTONOME
- Ciascuna risposta ha un suo significato intrinseco che non necessita di essere
messo in relazione con il significato delle altre alternative presenti nella scala
- Esiste un ordine
- Non conosciamo la distanza tra le modalità
- Ogni risposta è autonoma
- Scelta indipendente dalle altre modalità.
SCALE AUTO-ANCORANTI
- Due categorie estreme sono dotate di significato mentre fra esse si colloca un
continuum
- Valutazione su una serie di oggetti
- Procedura mentale di suddivisione graduate dello spazione semantico fra i due
estremi
- È presumibile che la suddivisione che il soggetto mentalmente opera sul
continuum consista in una suddivisione di questo in spazi uguali
- Soggettività: no unità di misura esterna
- Assimilabili a variabili cardinali
….

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