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Donald H.

Mc BURNEY

METODOLOGIA DELLA RICERCA IN PSICOLOGIA

CAPITOLO 1 - PSICOLOGIA E SCIENZA

1. I MEZZI DI CONOSCENZA DEL COMPORTAMENTO

Uno fra gli obiettivi della scienza e' la descrizione e la scoperta di regolarit.
La scienza pu essere considerata come un'attivit di soluzione dei problemi.
I mezzi di conoscenza del comportamento si dividono in EMPIRICI e NON EMPIRICI.

Mezzi di conoscenza

Metodi non empirici Metodi empirici

Autorit Logica Intuizione Scienza

Senso comune Misticismo

I metodi NON EMPIRICI sono: Lautorit e la logica.

- L'autorit induce a credere ciecamente in una persona o in un gruppo di cui abbiamo fiducia,
seppure anche queste possono errare nonostante la loro forte convinzione (come la Chiesa nei
confronti di Galileo, oppure il potere esercitato dalle idee di Aristotele); poich queste autorit
spesso sono in disaccordo tra loro, siamo inclini a respingere l'autorit come mezzo di
conoscenza.

- La logica, che seppure cruciale strumento per trarre conclusioni coerenti non implica la
veridicit delle affermazioni di partenza; ci sono mondi logicamente possibili, ma inesistenti;

I metodi EMPIRICI sono: lintuizione, il senso comune, la scienza.

- Lintuizione un mezzo di conoscenza basato sui processi istintivi, spontanei, piuttosto che
sulla logica. Per prendere decisioni nel corso di una giornata usiamo continuamente lintuizione.

- Il senso comune ha la limitazione di cambiare da un'epoca all'altra e da un luogo all'altro in


accordo con le idee e la cultura e pure il difetto di avere come unico criterio di credenza il
vedere se una pratica funziona oppure no, se la prassi funziona la teoria che la sorregge
considerata vera; questo principio risulta utile ma non porta a nuove conoscenze; la scienza si
basa anch'essa sul senso comune degli scienziati. Di un risultato scientifico possiamo dire che
contro intuitivo quando esso va contro il senso comune.
2. CHE COS' LA SCIENZA?

Vi sono tre ragioni per discutere la natura della scienza:


in primo luogo non vi un metodo scientifico, ma vi sono dei metodi scientifici.

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Il metodo scientifico consiste nellesecuzione dei seguenti stadi:

- Definizione di un problema
- Formulazione di un ipotesi
- Raccolta di dati
- Elaborazione delle conclusioni

2.1 LE CARATTERISTICHE DELLA SCIENZA:

- empirica, fa pi assegnamento all'esperienza. Ma non tutti i metodi empirici sono scientifici


(senso comune e misticismo).
- obiettiva, sono fatte in modo che persone con una percezione normale, poste nello stesso
luogo e stesso tempo, arriverebbero allo stesso risultato. Nel senso che lo scienziato rimane un
osservatore estraneo ai fatti. Quando le osservazioni sono fatte obiettivamente costituiscono
una specie di ricetta che altri possono utilizzare per riscontrare gli stessi risultati e dare
conferma.
- Si autocorregge, aperta a nuove scoperte e quando si scoprono nuovi dati si contraddicono
quelli precedenti; caratterizzata dall'apertura al cambiamento.
- Fa progressi, la scienza in continuo progresso mentre le altre attivit umanistiche, pur
cambiando non progrediscono.
- possibilista, perch ci stiamo avvicinando alla verit e mai la possediamo completamente; la
natura ha una natura in progress.
- E' parsimoniosa, per cui si tende ad usare la spiegazione pi semplice per dare conto di un dato
fenomeno.
- E interessata alla teoria, la tecnologia ha lo scopo di far funzionare qualcosa, la scienza di
scoprire perch funziona. Una delle maggiori preoccupazioni della scienza sviluppare una
teoria che spieghi come una determinata cosa funzioni.

3. IPOTESI DI LAVORO DELLA SCIENZA

L'approccio scientifico basato su certe concezioni del mondo:

- LA REALTA DEL MONDO Uno degli assunti fondamentali della scienza la realt del mondo. Il
realismo quella dottrina, per cui si crede che gli oggetti dello studio scientifico esistono
indipendentemente dal fatto di essere percepiti o scoperti da noi. Il realismo ingenuo quello
per cui non ci si chiede il perch delle cose che sappiamo dall'autorit o dal senso comune. la
filosofia delluomo di strada.
- LA RAZIONALITA La scienza crede che il mondo sia razionale, che possa cio
- essere compreso tramite il pensiero logico.
- LA REGOLARIT per cui il mondo segue le stesse leggi in ogni tempo ed in ogni luogo.
- LA SCOPRIBILIT per cui si pu scoprine il funzionamento, per cui la natura un rompicapo,
non un mistero impenetrabile.
- LA CAUSALITA lidea che ciascun evento abbia una causa un dogma fondamentale della
scienza; necessario che gli eventi si verifichino con precisi rapporti di causa-effetto, o
determinismo, per cui gli scienziati usano come ipotesi di lavoro la causalit. La scienza
definita una ricerca delle cause delle effetti.

4. GLI OBIETTIVI DELLA SCIENZA

4.1 LA SCOPERTA DI REGOLARITA

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Il primo passo quello della descrizione dei fenomeni considerati oggetto di studio. Per quanto
riguarda la psicologia si comprende cos il rapporto con le scienze biologiche.
La descrizione definisce l'argomento in esame, definisce l'oggetto, a volte crea (ci fa scoprire)
l'oggetto.

4.1.2 LA SCOPERTA DI LEGGI

Con il progredire della descrizione del comportamento si manifestano delle regolarit che formano
leggi, che sono asserzioni secondo le quali certi eventi sono regolarmente associati; in altre parole
ogni volta che esiste un'associazione regolare tra due variabili si ha una legge, che non indica
necessariamente rapporti causa-effetto.

4.1.3 LA RICERCA DELLE CAUSE

La scoperta di una legge diviene non il culmine dellattivit scientifica ma uno dei suoi primi stadi.
A causa della complessit del comportamento le sue leggi sono spesso in forma statistica.
Tutto questo serve allo scopo ultimo di trovare le cause degli eventi che osserviamo.
Lo scopo della scienza capire il mondo. Gli scienziati cercano le cause degli eventi che osserviamo.
Dobbiamo ricordare sempre che:

- spesso trascuriamo le vere cause


- certi eventi sono solo coincidenze
- qualche volta la vera causa un altro evento che correla con la presunta causa
- la causa non pu verificasi dopo l'effetto.

4.2 LO SVILUPPO DELLE TEORIE

Una teoria un'asserzione o un insieme di asserzioni riguardanti le relazioni tra le variabili.


Se le asserzioni riguardano solo una singola relazione fra le variabili si parla di legge. Talvolta le
varie leggi sono collegate tra di loro in un insieme pi generale di asserzioni, che chiamato teoria.
In senso pi ristretto la teoria un'asserzione sulle relazioni tra le variabili che includa almeno un
concetto non direttamente osservabile ma necessario per spiegare le relazioni tra le variabili.
I concetti teorici non si osservano direttamente (es.: l'elettrone). Essi possono essere definiti solo
indirettamente per riferimento ad eventi osservati direttamente. Un concetto teorico una invenzione
dello scienziato intesa a spiegare le leggi del comportamento.

4.2.2 LE TEORIE DEVONO ESSERE FALSIFICABILI

Una buona teoria deve poter essere messa chiaramente alla prova. Deve fare una predizione precisa
che possa essere provata come vera o falsa.
La ragione di questo la natura empirica della scienza.
Non solo una teoria deve poter essere messa alla prova, ma deve anche poter essere dimostrata falsa.
La prova pi fruttuosa di una teoria quella di costruire una situazione in cui pu non funzionare.
Questa nozione basata sul lavoro del filosofo Karl Popper che disse che una teoria scientifica non
pu mai essere provata vera perch ci sono molte false teorie che possono predire ogni risultato
ottenuto.
Sarebbe veramente informativa soltanto una falsificazione, o un risultato che contraddice la teoria.
Ogni teoria deve essere falsificabile.
Secondo Popper, noi costruiamo le teorie e cerchiamo di distruggerle. Non possiamo mai provare con
certezza che una teoria vera, ma a quante pi prove sopravvive una teoria, tanto pi le diamo
fiducia.

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4.3 IL RUOLO DELLE TEORIE

Le teorie svolgono due ruoli cruciali nello sviluppo di una scienza:

1. L'organizzazione delle conoscenze e spiegazione delle leggi.

2. La previsione di nuove leggi (teorie feconde).

Le teorie servono ad organizzare le conoscenze e a spiegare le leggi. In assenza di una teoria abbiamo
solo una raccolta di descrizioni e qualche legge. La teoria collega tutto questo in un contesto unificato.
A sua volta la legge si spiega con la sua relazione con la teoria.
La teoria serve a spiegare le leggi trovate.
La bont di una teoria correlata con il numero di eventi e di leggi che essa pu spiegare.
Inoltre pi specifica e precisa la spiegazione migliore la teoria.

4.3.2 LA PREVISIONE DI NUOVE LEGGI

Il secondo ruolo delle teorie quello di prevedere nuove leggi.


Una teoria feconda non spiega solo molte leggi diverse che precedentemente non erano legate fra di
loro, ma suggerisce anche dove cercare nuove leggi. (es. legge dellautopercezione, se si premia una
persona che si diverte, il divertimento diminuisce).

4.4 IPOTESI DELLA SCIENZA

Un'ipotesi un'asserzione ritenuta vera al fine di vagliarne la validit. (se A ... allora B ...).
Pertanto tutta la ricerca scientifica progettata per esaminare almeno unipotesi.

4.5 DEFINIZIONE DI CONCETTI TEORICI

Secondo loperazionismo, i concetti scientifici devono essere oggettivi allo stesso modo dei dati
scientifici. Secondo P. Bridgman un concetto teorico scientifico se pu essere collegato a particolari
operazioni osservabili (P. Bridgman: operazionismo) che qualsiasi persona pu esaminare o eseguire.
Loperazionismo ha un altro significato per il quale i concetti scientifici sono definiti tramite le
operazioni con cui essi sono misurati.
L'uso di mezzi diversi per arrivare ad un concetto tramite definizioni operazionali diverse detto uso di
operazioni convergenti.
Il metodo delle operazioni convergenti molto simile a quello con cui un geometra individua un punto
sul terreno.

4.6 LA NATURA DEL PROGRESSO SCIENTIFICO

Luomo comune pensa che la scienza progredisca in modo lineare, accumulando conoscenze, come un
edificio, mattone dopo mattone.
Credere che la scienza progredisca in modo lineare uno stereotipo, la cui erroneit stata
dimostrata in maniera convincente da Kuhn.
Per Kuhn fondamentale il concetto di paradigma, cio il modo di pensare che pervade tutta una
branca della scienza e che include tutti gli assunti e tutte le teorie accettate come vere da un gruppo
di scienziati.
Secondo Kuhn la scienza non progredisce in modo rettilineo verso la meta, ma consiste di fasi di
scienza normale, ciascuna delle quali dominata da un singolo paradigma, che si alternano con
rivoluzioni inauguranti nuovi paradigmi destinati a durare fino a quando possono spiegare
ragionevolmente dati empirici.

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In psicologia ha cominciato a farsi strada un'altra visione della scienza chiamata costruzione sociale
della realt.
Questa visione diventata influente negli ambienti umanistici.

5. LIMITI DELLA SCIENZA

La scienza ha alcuni limiti. Alcuni di questi limiti sono intrinseci alla natura della scienza (1.-2.), altri
sono pratici (3.-4.).

1. La scienza deve rimanere agnostica rispetto a quesiti che stanno al di fuori di ci su cui tutti
possono concordare. (Dio, questioni di valori, etc).
2. La scienza incompleta, la psicologia ancora di pi rispetto alle altre scienze. Dobbiamo essere
umili quando proclamiamo la verit di principi psicologici perch le basi di molte di queste
affermazioni sono deboli.

3. E' opportunista, progredisce l dove i problemi sono pi facili, dove sono disponibili tecniche di
studio e dove abbiamo risorse economiche.
4. Il costo elevato della ricerca che deriva dalla complessit di molti problemi e delle difficolt
tecniche.
5. La complessit di molti problemi.

CAPITOLO 3 - ETICA DELLA RICERCA

Linteresse per l'etica nella ricerca psicologica pu essere visto all'interno di una tendenza storica ad
interessarsi di diritti umani e civili. L 'etica della ricerca in continuo sviluppo.
I ricercatori hanno la grande responsabilit di guardare che i principi etici siano seguiti.
Lo sperimentatore deve ricordare che il soggetto partecipando allesperimento gli sta facendo un
favore.
Riassumendo alcuni dei punti del codice etico della ricerca ricordiamo:

- Consenso informato: il soggetto ha la libert di rifiutare di partecipare


- L'inganno deve essere svelato il prima possibile. Il debriefing importante. Bisogna dire lo
scopo e i risultati attesi dall'esperimento.
- Rischio di danni: lo stress da esperimento difficile da evitarsi ma deve essere soppesato.
- La riservatezza: la privacy del partecipante va rispettata.
- La protezione di coloro che partecipano alla ricerca.
- Protezione e trattamento del soggetto animale.(Differenza tra diritti degli animali e benessere
degli animali. - discriminazione della specie: speciesism).
- Divulgazione dei risultati della ricerca in sedi scientifiche.
- Divulgazione dei risultati della ricerca attraverso i media.
- L'uso dei risultati della ricerca e l'insegnamento della psicologia.

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CAPITOLO 4 - SCRIVERE IN PSICOLOGIA

Di tutti gli stadi del processo di ricerca, il pi cruciale forse la comunicazione dei risultati agli altri. La
comunicazione deve essere chiara , concisa, e interessante di un messaggio.
La scienza unimpresa sociale. La sua crescita dipende dalla discussione e dallassimilazione da parte
della comunit dei contributi di conoscenza apportati dai singoli scienziati.
La comunicazione scientifica avviene in diversi modi.
La pubblicazione darchivio, in una rivista scientifica, la registrazione permanente della scienza.
Un altro genere di comunicazioni avviene in modo informale. Grazie ai convegni, laboratori, via
internet; si dice di queste essere delle universit invisibili.

1. COME SI PREPARA UN TESTO PER LA PUBBLICAZIONE

Per scrivere un testo formale da inviare ad una rivista scientifica ci rifaremo delle regole dellAmerican
Psycological Association.
Per molti aspetti un articolo scientifico una forma di presentazione di una discussione, cio un
insieme di ragioni che sostengono un 'affermazione che si desidera provare.
Questa proposizione nota come tesi della discussione.

L'abstract una sintesi di tutta la discussione.


La sezione dellintroduzione d le premesse della vostra discussione; la sezione del metodo: come si
sono ottenuti certi risultati; la sezione dei risultati: presenta i risultati; la sezione della discussione:
trae le conclusioni; la sezione della bibliografia: dice al lettore dove abbiamo preso le nostre
premesse.

L'essenza di un buon lavoro si pu riassumere in tre parole: chiarezza, brevit, stile.


Bisogna evitare un linguaggio sessista e pregiudizi etnici.
L'APA a questo proposito prende in considerazione due problemi legati al concetto di pregiudizio.
Il primo quello dell'ambiguit del referente (si verifica quando un termine maschile usato in
situazioni in cui non chiaro che si tratti di soli maschi).
Il secondo lo stereotipo ovvero il pregiudizio verso culture ed etnie diverse.

CAPITOLO 5 - VARIABILI

Quando cominciamo a studiare levento dobbiamo eliminare una parte della sua complessit, cio
dobbiamo prendere il fenomeno e trasformarlo in una o pi variabili.
Una variabile qualche propriet di un evento reale che stata misurata.
Le variabili sono attributi dei fenomeni e pertanto appartengono alla realt.
Il fenomeno viene ridotto a variabili per focalizzare l'attenzione dello sperimentatore su alcuni eventi
specifici fra i molti che possono essere legati al fenomeno.
Il concetto teorico immateriale, come la fame, la motivazione, lansia, etc
Le variabili sono tangibili, come la durata, la frequenza, lintensitetc
Le variabili sono collegate ai concetti teorici per mezzo delle definizioni operazionali usate per
misurare i concetti.

1. TIPI DI VARIABILI

Le variabili si suddividono in:

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- Variabili dipendenti
- Variabili indipendenti

La variabile dipendente una misura del comportamento del soggetto.


Nel linguaggio della psicologia degli stimoli e delle risposte essa la risposta.
La chiamiamo dipendente perch essa dipende dal valore di un'altra variabile.
La variabile indipendente considerata la causa di qualche modificazione degli stimoli e delle
risposte.
Il termine stimolo significa causa.

Ogni variabile indipendente ha almeno due valori, altrimenti non sarebbe una variabile, chiamati
livelli.
Si manipolano diversi valori (o livelli) per produrre diversi valori da studiare.
La variabile indipendente pu essere considerata ci che lo sperimentatore fa al soggetto, e la
variabile dipendente ci che il soggetto fa di conseguenza.
E' vero, ma a volte non cos, vi sono variabile indipendenti non controllate dallo sperimentatore,
esse si dicono variabili del soggetto (per es. la povert, il sesso, l'et, il Q.I., etc.)

1.2 VARIABILI CONFUSE

Una variabile confusa una variabile che varia con la variabile indipendente.
Le variabili quantitative sono quelle che variano in grandezza. (es. la velocit di risposta, l'altezza di
un suono).
Le variabili qualitative cambiano genere. (es. tonalit di un suono, girare a dx. o sx. in un labirinto).
Le variabili quantitative possono essere:
- Continue poich non sono limitate a certi valori, in linea teorica si potrebbero misurare con
precisione illimitata;
- Discontinue sono quelle che rientrano in categorie distinte, cio una variabile tale la sua misura
pu essere discontinua (es. n. dei matrimoni, n. degli assassini, etc.).

I limiti apparenti di un punteggio in un test sono un punto infinitamente piccolo, che corrisponde ad 1,
2 o un numero intero. Ma questo punteggio rappresenta una valutazione della conoscenza del
materiale, cio di una variabile continua.
I limiti reali sono il punteggio pi o meno met della distanza dal punteggio pi vicino, 0.5, 1.5, 2.5
etc.

2. MISURAZIONE

Tutti i tipi di variabili devono essere misurati su una stessa scala.


La possibilit di formulare leggi in maniera quantitativa richiede siano soddisfatte due condizioni.
Prima condizione, il fenomeno regolare da poter essere descritto in modo ragionevolmente preciso.
La seconda condizione per riuscire a formulare una legge in modo matematico che la legge sia
sufficientemente semplice da poter essere espressa con una equazione.

2.1 CHE COSA E LA MISURAZIONE

La misurazione un'assegnazione di valori numerici ad eventi od oggetti secondo regole che


permettono di rappresentarne importanti propriet degli eventi con propriet del sistema numerico.
Le regole secondo le quali sono assegnati i valori numerici determinano l'utilit della misura. Cio
assegniamo dei valori numerici secondo una regola.

2.2 TIPI DI SCALA DI MISURAZIONE

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La regola con la quale si assegnano i valori numerici determina il tipo di conclusioni che si
raggiungono. Per questo si distinguono quattro tipi di scale di misura a seconda delle leggi per cui i
valori numerici sono assegnati agli oggetti o agli eventi.

- Scale nominali permette di classificare eventi od oggetti in categorie;


- Scale ordinali dispone gli oggetti secondo la loro grandezza;
- Scale ad intervalli in cui le differenze tra i valori numerici hanno un significato. La differenza
tra valori numerici sulla scala deve corrispondere a differenza psicologiche fra gli eventi e gli
oggetti.
- Scale a rapporti caratterizzata da un punto zero significativo, nonch da differenze
significative fra i suoi valori numerici; la regola per l'assegnazione di valori che i rapporti fra
questi corrispondano ai rapporti psicologici fra gli eventi considerati.

3. AFFIDABILITA E VALIDITA DELLE MISURAZIONI

Una misurazione deve essere sia affidabile sia valida.


Il compito del ricercatore di trovare una relazione tra la variabile indipendente e la variabile
dipendente, cio se e come varia la variabile dipendente al variare della variabile indipendente.

C'e' un tipo di variabilit conosciuta come varianza d'errore o errore casuale.


La varianza di errore la variabilit delle variabili dipendenti in una ricerca dove non possibile
dimostrare che questi cambiamenti sono associati alla variabile indipendente.

3.2 VALIDITA DELLE MISURAZIONI

Con il termine validit intendiamo la verit o l'esattezza della conclusione del ricercatore, la sua
corrispondenza con la realt.
I seguenti tipi di validit sono conosciuti come: validit di facciata, validit di contenuto e validit di
criterio.
Bisogna prestare attenzione alla possibile confusione tra le variabili.
La validit di facciata o esteriore l'idea che in test dovrebbe avere l'apparenza di essere un test di
quello di cui si suppone che sia un test.
La validit di contenuto la nozione che un test dovrebbe esaminare la gamma di comportamenti che
rappresentata dal concetto teorico che viene misurato.
La validit di criterio l'idea che un test valido dovrebbe essere strettamente in relazione con le altre
misure dello stesso costrutto teorico.

Si dice validit concorrente se il criterio di un test si correla con un altro parametro presente nel
periodo in cui si somministra il test.
Si dice validit predittiva se il test in grado di prevedere un futuro parametro cui connesso il test.
(es. intelligenza di un bambino nel suo futuro fino alla laurea).

3.2.1 TIPI DI ERRORE DI MISURA

Fondamentalmente ci sono due tipi di errori:

- Errore sistematico

- Errore casuale cio una variabilit che non connessa a nessuna variabile indipendente
conosciuta.

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Ci sono due tipi di affidabilit:

- Affidabilit test - retest consiste nel valutare se lo stesso strumento di misura porta agli stessi
risultati in occasioni differenti.

- Coerenza interna consiste nel valutare se gli item di un test misurano la stessa cosa.

Laffidabilit split half si calcola dividendo gli item del test in due gruppi come se fossero due test
separati; i punteggi separati vengono correlati per vedere quanto sono vicini i punteggi del soggetto
nelle due met. Un buon test ha sempre una correlazione molto alta fra le due met.

CAPITOLO 6 DESCRIZIONE DEI DATI con TABELLE E GRAFICI

Per capire e leggere landamento dei dati empirici ci avvalliamo di grafici, tabelle, e riassunti numerici.
Ci ci aiuta a sintetizzare i dati e a capire le relazioni tra variabili.

O Y VARABILE
r DIPENDENTE
d
i
n
Laa maggior parte dei grafici che si usano in psicologia hanno due assi che si incontrano ad angolo
t
retto. Ascisse VARIABILE
e INDIPENDENTE
Di solito lascissa, x, rappresenta il valore della variabile indipendente, mentre lordinata, o asse y,
mostra il valore della variabile dipendente.

1. TABELLE E GRAFICI

Distribuzione di frequenza: si tratta di un grafico che mostra quanti punteggi cadono in particolari
sezioni della variabile. I valori usati qui sono il numero di risposte corrette nel compito. Una
distribuzione di frequenza rappresentata con barre indicanti la frequenza di ogni particolare punteggio
chiamata istogramma.
In alternativa si pu usare un puntino per rappresentare la frequenza di ogni punteggio e collegare
questi punti con linee rette, questa forma di presentazione chiamata poligono di frequenza.

Spesso siamo interessati alla forma di una distribuzione di frequenza. Molto distribuzioni hanno una
forma a campana, cio sono simmetriche con la maggior parte dei casi che cade nel mezzo e pochi
casi nelle due estremit (le code).
Una particolare curva a forma di campana chiamata la curva normale.
Se una distribuzione di frequenza non simmetrica, diciamo che asimmetrica.
Quando la coda nella parte bassa della distribuzione, si dice che asimmetrica negativa, quando la
coda nella parte alta si dice asimmetrica positiva.

2. TABELLE E GRAFICI CHE MOSTRANO LA RELAZIONE TRA LE VARIABILI

Un grafico di dispersione un grafico che mostra la relazione tra due variabili per un certo numero di
casi individuali. Di solito sono usati per illustrare dati correlazionali.

Il grafico pi tipico in psicologia il grafico di una funzione.

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Lordinata rappresenta una variabile dipendente in funzione di una variabile indipendente. In genere le
funzioni che rappresentiamo in un grafico implicano una risposta che varia in modo continuo secondo i
cambiamenti del livello di una variabile indipendente quantitativa.

I grafici a barre sono usati quando la variabile indipendente qualitativa anzich quantitativa.

CAPITOLO 7 - LA VALIDITA'

La validit la verit o l'esattezza della conclusione del ricercatore, la sua corrispondenza con la
realt.

1. TIPI DI VALIDITA

T. Cook e D. Campbell elencano 4 tipi di validit che devono essere soddisfatte:

1. La validit interna riguarda la logica della relazione fra la variabile indipendente e quella
dipendente.Si ha validit interna se la variabile indipendente ha causato la modificazione di
quella dipendente. La confusione delle variabili una delle maggiori minacce alla valutazione
degli esperimenti. Minacce: Eventi esterni al laboratorio; Maturazione (et dei soggetti tra due
esperimenti); Effetto delle prove (il soggetto modifica il comportamento sulla base
dell'esperienza, se ha gi fatto la prova); Effetto della regressione (i soggetti che hanno fornito
valori estremi della variabile tenderanno a ottenere la seconda volta valori pi vicini alla
media); Selezione (dei soggetti); Mortalit (i soggetti che interrompono la ricerca possono
essere diversi da tutti gli altri).

2. La validit di costrutto concerne la questione della conformit fra i risultati e la teoria che sta
alla base della ricerca. Minacce: Debolezza della connessione tra teoria ed esperimento; Effetto
ambiguo delle variabili indipendenti (per es. i soggetti percepiscono la situazione in modo
diverso dallo sperimentatore): i soggetti agiscono nel modo in cui pensano che lo
sperimentatore voglia che essi agiscano (ruolo del "buon soggetto"), oppure i soggetti hanno la
preoccupazione che lesperimento misuri le loro capacit mentali e si ha un'apprensione da
valutazione e i soggetti cercano di comportarsi nel modo pi normale possibile, non nel loro
modo naturale, vero oggetto di studio ("desiderabilit sociale").

3. La validit esterna riguarda l'applicabilit dei risultati della ricerca ad un'altra situazione.
Minacce: Altri soggetti (non ogni animale va bene in tutte le situazioni e i soggetti umani
devono essere rappresentativi dell'intera popolazione; Altri tempi, altre situazioni (cio la
difficolt di mettere in relazione i risultati di un esperimento in un laboratorio con la realt).

4. La validit statistica la relazione causa-effetto era vera o dovuta ad un fatto accidentale? Un


test statistico stabilisce che un risultato ha una bassa probabilit di verificarsi solo per caso;
Minacce: Concludere che la variabile indipendente non influenza la variabile dipendente sulla
base di poche osservazioni e pochi soggetti.

Il fatto che i soggetti sappiano di partecipare ad un esperimento da luogo ad un insieme di aspettative


riguardo al loro comportamento (tendenza da essere un buon soggetto - l'apprensione da
valutazione). Queste aspettative sono chiamate richieste del ruolo o caratteristiche di richiesta.

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CAPITOLO 8 - CONTROLLO

Il controllo l'altra faccia della medaglia della validit. A volte serve avere un gruppo di soggetti non
sottoposti alla variabile che interessa, come gruppo di controllo con cui fare un confronto. Altre volte
ci non ha senso.
Il controllo qualsiasi mezzo impiegato per eliminare le possibili minacce alla validit di una ricerca. Il
significato principale del termine quello di fornire un punto di paragone fisso con cui confrontare
leffetto di una particolare variabile indipendente.
In psicologia ha il significato di fornire un punto fisso di paragone (sia in esperimenti fra i soggetti, sia
in quelli entro i soggetti) e indica la capacit di limitare o guidare le sorgenti di variabilit (entrambi i
significati sono in rapporto con la statistica).
Per esempio, il gruppo 1 riceve il trattamento A e viene definito gruppo sperimentale. Il gruppo 2 non
riceve questo trattamento e viene chiamato gruppo di controllo. Il gruppo di controllo serve come
termine di confronto per il gruppo sperimentale.

Un secondo significato del termine controllo la capacit di limitare o guidare le sorgenti di variabilit
nella ricerca. Quando si sono limitate le fonti di variabilit in un esperimento al punto tale che il
comportamento diviene prevedibile in alto grado, si ottenuto il controllo sperimentale.

Il significato primario permette di dire che una variabile dipendente associata con una variabile
indipendente e non con altre variabili. Il secondo uso facilita il raggiungimento di questa conclusione
limitando il numero di variabili che agiscono nella situazione e la loro gamma di valori in modo tale
che la conclusione pi chiara.
Possiamo caratterizzare la differenza tra i due significati con luso dei termini esperimento di controllo
e controllo sperimentale.
Tutti e due i significati del termine controllo sono in rapporto con luso della statistica nella ricerca.

2. STRATEGIE GENERALI

Presentiamo tre strategie generali per ottenere il controllo nella ricerca psicologica: luso della
situazione di laboratorio, la considerazione della situazione della ricerca come preparazione e la scelta
della risposta.

2.1 CONTROLLO IN LABORATORIO

In genere si preferisce la ricerca in laboratorio piuttosto che la ricerca sul campo. Il laboratorio un
luogo organizzato per permettere il controllo pi adeguato delle variabili di interesse in quella
particolare ricerca.

2.2 LA SITUAZIONE DI RICERCA COME PREPARAZIONE

Una delle prime domande alle quali il ricercatore deve rispondere nel progettare una ricerca riguarda
la scelta della situazione che vogliamo usare.

2.3 STRUMENTAZIONE DELLA RISPOSTA COME CONTROLLO

Un altro modo per accrescere la sensibilit della ricerca quello di migliorare la misurazione del
comportamento in esame.
La parola sperimentazione attira lattenzione sullimpiego di strumenti di misura come mezzi per
trasformare il comportamento in numeri o in altre forme adatte per lanalisi dei dati.

3. STRATEGIE SPECIFICHE

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Siamo consapevoli che ognuno di noi unico e varia in molti modi che potrebbero essere importanti in
un esperimento. Una delle tecniche pi efficaci di controllo di far s che ciascun soggetto sia
sottoposto a ciascuna delle condizioni in un esperimento. In questo modo la variabilit dovuta alle
differenze tra soggetti di molto ridotta. Lo sperimentatore fa una cosa saggia se adotta la strategia
di usare i soggetti come controllo di loro stessi ogni volta che possibile.
Questo metodo di controllo molto comune a molte aree della psicologia come la percezione e lo
studio della sensazione.

3.2 ASSEGNAZIONE CASUALE (RANDOMIZZAZIONE)

Lassegnazione casuale dei soggetti alle varie condizioni un altro potente metodo di controllo. Il
termine assegnazione casuale usato in senso specifico per indicare che ciascun soggetto ha la stessa
probabilit di essere assegnato ad ogni condizione.
Il vantaggio della assegnazione casuale dei soggetti alle varie condizioni che se lassegnazione
veramente casuale, la confusione fra le variabili legate al soggetto e la variabile sperimentale pu
essere solo casuale.

3.3 PARAGGIAMENTO

Talvolta possibile migliorare la precisione dellesperimento pareggiando, rispetto ad un criterio


preliminare, i soggetti prima di assegnarli alle varie condizioni.
Quando i soggetti differiscono fra di loro rispetto a una variabile indipendente che pu influenzare
sicuramente o probabilmente la variabile dipendente in esame, il pareggiamento pu essere
necessario.
Il primo requisito per procedere al pareggiamento il forte sospetto che vi sia una variabile
importante rispetto alla quale i soggetti differiscano, e che sia possibile controllare la differenza con il
pareggiamento.
Inoltre occorre essere convinti che vi sia una correlazione sostanziale fra la variabile richiedente il
pareggiamento e la variabile dipendente.

3.4 INTRODUZIONE DI VARIABILI DI DISTURBO NELLESPERIMENTO

Un altro modo di agire su variabili che non possono essere facilmente eliminate dallesperimento
quello di progettare lesperimento stesso in modo che queste variabili di disturbo divengano variabili
indipendenti dello studio.
La variabile di disturbo non deve necessariamente avere unimportanza teorica per lesperimento.
Daltra parte la variabile di disturbo pu suggerire nuove domande teoriche per un altro esperimento.
Non bisogna confondere le variabili di disturbo con le variabili confuse. Una variabile confusa varia con
la variabile indipendente; una variabile di disturbo una seconda variabile indipendente che varia
indipendentemente dalla prima.

3.5 CONTROLLO STATISTICO

Il controllo statistico sinonimo di statistica inferenziale, una branca della statistica che riguarda le
decisioni da prendere in caso di incertezza.
Nel senso pi stretto il controllo statistico riguarda i mezzi con cui si pareggiano sulla carta i soggetti
quando non si pu farlo di fatto.

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4. RIPETIZIONE, RIPETIZIONE

Un metodo di controllo raramente descritto come tale la ripetizione, il cui scopo quello di vedere se
eseguendo un esperimento per la seconda volta si ottengono gli stessi risultati.
Se la ripetizione non porta agli stessi risultati, i fatti che si ritenevano dimostrati dallesperimento
originale vengono invalidati e dimenticati.
Si distinguono due tipi di ripetizione: quelle dirette e quelle sistematiche. La ripetizione diretta si ha
quando qualcuno essenzialmente rif lo stesso esperimento nel tentativo di ottenere gli stessi risultati.
La ripetizione sistematica si ha quando il ricercatore B dice se la teoria di A esatta dovrebbero
avvenire i seguenti eventi. Quindi B esegue un esperimento diverso da quello di A ma basato su di
esso. Se i risultati e la teoria di A sono esatti, B dovrebbe trovare un certo risultato.
Il ricercatore B fa un esperimento simile a quello di A ma con diversi soggetti o con differenti valori
dello stimolo o usando diverse definizioni operazionali dei concetti teorici. Tutti questi approcci sono
considerati aspetti diversi di una ripetizione sistematica.

6. LESPERIMENTO ELEGANTE

Nel linguaggio comune il termine ELEGANZA significa ricchezza combinata con una semplicit di buon
gusto.
In matematica il termine sottolinea la semplicit.
Una dimostrazione elegante permette di raggiungere una conclusione importante nel modo pi
semplice possibile. Il concetto di esperimento elegante questo: lesperimento pi semplice per
vagliare unipotesi in modo chiaro e convincente.

CAPITOLO 9- RICERCA NON SPERIMENTALE (I)

Come si evince dal nome la ricerca non sperimentale viene definita per esclusione ovvero la ricerca
che NON sperimentale.
Ci implica una nozione di esperimento prima di andare avanti.
Un esperimento un tipo di indagine in cui qualche variabile manipolata e lo sperimentatore ha
abbastanza controllo su questa per decidere quali soggetti sono sottoposti a quali variabili e in quali
momenti.
Le parole chiave qui sono manipolazione delle variabili e assegnazione dei soggetti alle condizioni
rispetto a osservazione.
Una seconda caratteristica della ricerca non sperimentale che il procedimento di raccolta dei dati
speso deve rinunciare a un controllo completo sui dati in favore della reale possibilit di averli.
La ricerca non sperimentale definita ricerca correlazionale dal momento che indaga le cause del
comportamento attraverso le correlazioni fra le variabili.
Nella ricerca correlazionale sono studiate le relazioni tra variabili, nessuna delle quali pu essere la
vera causa dellaltra.
E per questo che tutti i libri di statistica sottolineano che la correlazione non prova lesistenza di un
rapporto causa effetto.
Possiamo provare lesistenza di un rapporto causa effetto quando possiamo decidere quale variabile
causa dellaltra, e il modo migliore per farlo con lesperimento.
La ricerca non sperimentale spesso il primo passo per cominciare a rispondere a questioni teoriche
con metodi empirici.
La ricerca sperimentale spesso utilizzata come continuazione di precedenti osservazioni non
sperimentali.

E conveniente distinguere diversi tipi di ricerca non sperimentale:

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- ricerca osservazionale nella quale il ricercatore osserva semplicemente il corso del
comportamento. Pone tra gli obbiettivi principali quello di non-interferenza col soggetto (ricerca
non intrusiva) e per un miglior controllo i soggetti sono inconsapevoli di essere sotto
osservazione (ricerca non reattiva). Le tracce fisiche sono misure non intrusive (scritte sui
bagni, macchie sulle pagine dei libri in biblioteca, impronte nelle vetrine dei musei, etc.).

- Ricerca da parte di osservatori partecipanti Quando i ricercatori si mescolano a gruppi in


condizioni naturali per fare le loro osservazioni. Verbali e diari accurati sono essenziali per le
diverse valutazioni negli studi di questo tipo. La metodologia deve essere aperta, flessibile e
opportunistica. Talvolta far parte di un gruppo pone problemi di obbiettivit. Si pu fare
osservazione partecipante non-mascherata o il contrario. Sorgono tuttavia alcuni problemi:
entrando in un gruppo l'osservatore lo cambia in certa misura; l'atto di osservare il
comportamento pu cambiare il comportamento stesso. Un ulteriore problema quello etico
dell'invasione della sfera privata. Si badi che l'osservazione partecipante sia condotta solo su
gruppi deviati.

- Ricerca d'archivio si riferisce a ricerche eseguite su dati che il ricercatore non ha contribuito a
raccogliere. Le evidenti limitazioni sono che i dati non sono stati raccolti per scopo scientifico e
sono dati che si riferiscono a fatti dopo che sono accaduti.

- Studio di casi singoli investiga su un fenomeno attuale nel suo contesto naturale e sono usate
molteplici fonti di dati non empirici. Consiste nell'esaminare l'individualit della situazione. Per
interessanti che risultino difficile generalizzare su di essi.

1. APPROCCIO ERMENEUTICO

Il concetto di ermeneutica utilizzato nel campo biblico in cui il compito dello studioso di cercare
quale fosse il significato originale del testo per le persone a cui era indirizzato.
Questi scienziati sociali hanno adottato il termine ermeneutica per descrivere la loro metodologia.
Gli psicologi che usano lapproccio ermeneutica possono cercare di interpretare il significato di uno
sguardo scambiato tra una coppia, o un biglietto damore, etc
Quindi la causalit molto difficile da determinare in questo tipo di studi: gli scienziati sociali
considerano loro compito la scoperta delle interpretazioni di un comportamento non le cause.

CAPITOLO 10 - RICERCA NON SPERIMENTALE (II) L INCHIESTA

Le inchieste sono un metodo largamente usato per raccogliere informazioni scientifiche: possiamo cosi
avere dati sulle opinioni della gente, o determinare l'effetto di qualche evento sul comportamento.
Una funzione primaria quella di sfatare i miti.
(Un mito e' la sindrome del nido vuoto, una specie di depressione cui andrebbero soggette le madri i
cui figli sono diventati adulti e hanno lasciato la casa).

1. COME SI PREPARA UN QUESTIONARIO

Spesso i ricercatori usano questionari gi esistenti, ma dovendo prepararne uno si deve badare a:
- Determinare lo scopo del questionario che cosa mi aspetto di stabilire? Cercare di anticipare le
domande che potrebbero emergere durante linterpretazione dei dati.

- Determinare i tipi di domanda (chiusa/risposte multiple/aperta).

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- Determinare come scrivere gli item: affrontare un solo argomento per item; evitare di
influenzare i soggetti; rendere chiare le alternative (le risposte dovrebbero escludersi a
vicenda); fare attenzione alla tendenza alla desiderabilit sociale (si possono introdurre
domande per verificare se il soggetto ha tale atteggiamento (chiave di verifica); determinare il
formato degli item (vero o falso/ scelta multipla/scala di Likert); scegliere la sequenza degli
item; scrivere item ramificati per muoversi in un questionario in modo pi efficiente
rispondendo solo alle domande appropriate; determinare come saranno analizzati i dati.

- Determinare il modo di somministrazione del questionario (faccia a faccia, per telefono, col
computer, per iscritto).

- Badare alle percentuali di risposta (con percentuale bassa l'inchiesta sar pi influenzata da
coloro che "alzano la voce")

3. IL CAMPIONAMENTO

L 'inchiesta hanno un diverso valore tra loro a seconda di come vengono campionati i soggetti.
Ci sono quattro tipi di campionamento:

- campionamento arbitrario talvolta il ricercatore che conduce linchiesta pu controllare il


campione, ma usa metodi arbitrari per reclutare le persone. Questi campioni arbitrari sono
invalidi quasi quanto i campioni senza controllo.

- campionamento finalizzato ad uno scopo spesso i ricercatori basano uninchiesta su un


campione scelto secondo qualche particolare definizione. Un campione finalizzato ad uno scopo
un campione scelto non casualmente ma per qualche ragione particolare. Il problema di
questi campionamenti che un errore di giudizio d parte del selezionatore pu influenzare i
risultati.

- campionamento "di convenienza questo campionamento seleziona un gruppo desiderabile,


ma diverso in quanto non pu avvicinarsi al campionamento dellintera popolazione.

- campionamento probabilistico le inchieste pi soddisfacenti in genere ottengono i loro


soggetti in qualche modo che permetta al ricercatore di conoscere la probabilit che ogni dato
individuo ha di comparire nel campione.

- campionamento probabilistico e selezione casuale la selezione a caso quando


controllata solo dal caso. Un esempio la selezione di un numero dalla lotteria di stato. Un
campionamento casuale si ha quando ogni membro di una popolazione ha le stesse probabilit
di essere scelto e la selezione di ogni membro indipendente dalla selezione di ogni altro.

- campionamento casuale semplice usato quando riteniamo che la popolazione sia


relativamente omogenea rispetto alla questione che ci interessa.

- campionamento casuale stratificato esso tratta la popolazione come due o pi


sottopopolazioni separate e crea un campionamento casuale separato in ciascuna delle due.
Talvolta il campionamento casuale stratificato usato per super campionare qualche
sottogruppo della popolazione.

- campionamento a gruppi una forma sofisticata di campionamento a pi stadi. (es.


sondaggi commerciali).

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CAPITOLO 11 -VERI ESPERIMENTI - DISEGNI SPERIMENTALI A UN SOLO FATTORE

Quando uno studio non soddisfa i requisiti di un vero esperimento viene denominato un "quasi -
esperimento".
In un vero esperimento lo sperimentatore ha il controllo completo sull'esperimento : sul chi, sul come,
sul quando, sul cosa, sul dove.
In un quasi esperimento bisogna selezionare i soggetti per le diverse condizioni in gruppi gi esistenti
(es. post facto).
Un vero esperimento permette allo sperimentatore un massimo controllo per escludere le ipotesi
alternative.

2. FATTORI, LIVELLI, CONDIZIONI E TRATTAMENTI

Le variabili indipendenti di un esperimento sono spesso chiamate fattori dellesperimento.


Un esperimento ha sempre almeno un fattore o variabile indipendente, altrimenti non sarebbe un
esperimento. Per avere un esperimento necessario variare qualche variabile indipendente o fattore.
Ognuna delle variabili indipendenti, o fattori, possono avere livelli diversi.
Un livello un particolare valore di una variabile indipendente. Una variabile indipendente ha sempre
almeno due livelli, perch se non li avesse non sarebbe una variabile.
Il termine condizione il termine pi usato per parlare delle variabili indipendenti. Si riferisce ad un
particolare modo in cui sono trattati i soggetti.
In un esperimento tra i soggetti le condizioni sperimentali coincidono con i gruppi.
Quando ogni soggetto in un esperimento pu essere sottoposto a tutte le condizioni, allora parliamo
solo di varie condizioni, non di vari gruppi , perch c solo un gruppo di soggetti e quel gruppo viene
sottoposto a tutte le condizioni.
Ci sono tante condizioni quanti sono i modi in cui i soggetti sono trattati.
Il trattamento un altro modo di chiamare la condizione.
(vedi effetto del trattamento nella terminologia statistica).

3. ALCUNI DISEGNI SPERIMENTALI DA EVITARE

Esaminiamo alcuni disegni sperimentali che andrebbero evitati. Questi non controllano alcuni fattori
che minacciano la validit.

1. disegno sperimentale con un gruppo e una sola prova un disegno semplice nel quale il
soggetto sottoposto a un trattamento e poi esaminato riguardo a qualche variabile
dipendente.

2. disegno sperimentale con una sola prova e gruppi di controllo non equivalenti abbiamo un
gruppo di controllo non equivalente poich i due gruppi non sono stati costituiti a partire dalla
stessa popolazione. Un gruppo di controllo non equivalente meglio di nessun gruppo di
controllo ma si deve considerare che tuttal pi un quasi esperimento poich i soggetti non
sono stati assegnati casualmente ai gruppi.

3. disegno con un gruppo e due prove si misura il comportamento prima del trattamento per poi
confrontarlo con il comportamento successivo al trattamento.

4. ELEMENTI FONDAMENTALI DI UN DISEGNO SPERIMENTALE VALIDO

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Quando i fattori che minacciano la validit sono controllati adeguatamente, lesperimento stato
progettato.
Nessun disegno sperimentale pu eliminare definitivamente tutti i fattori che minacciano la validit.
Anche se non esiste lesperimento perfetto, due elementi permettono di controllare tanti fattori che
minacciano la validit.
Essi sono: 1) lesistenza di un gruppo di controllo e 2) lassegnazione casuale dei soggetti alle varie
condizioni.
Se questo esperimento un esperimento tra i soggetti , diversi soggetti dovrebbero essere assegnati
a caso alle due condizioni. Questa assegnazione assicura che i gruppi siano uguali da tutti i punti di
vista, se si escludono le differenze dovute al caso. Daltro canto, se questo un esperimento entro i
soggetti, allora tutti i soggetti vengono sottoposti a tutte le condizioni.
Il comportamento del soggetto in una condizione viene confrontato con il comportamento dello stesso
soggetto in unaltra condizione.
In entrambi i casi abbiamo ragioni per ritenere che i soggetti nelle due condizioni fossero inizialmente
uguali, e ci ci permette di confrontare le loro prestazioni nella condizione sperimentale e in quella di
controllo.
Qualsiasi differenza di comportamento pu essere attribuita alle differenze fra le due condizioni.

5. DISEGNI SPERIMENTALI ENTRO I SOGGETTI

Un disegno entro i soggetti gli stessi vengono sottoposti a tutte le condizioni, spesso necessario
trovare qualche espediente ingegnoso per controllare i possibili effetti di una condizione sullaltra.

5.1 CONTROLLO DEGLI EFFETTI DOVUTI ALLORDINE E ALLA SEQUENZA

Negli esperimenti in cui ciascun soggetto sottoposto a pi di una condizione sperimentale esiste la
possibilit che qualche variabile possa influenzare i dati a causa della ripetizione delle prove.
Alcune di queste variabili sono legate ai soggetti, altre alle condizioni delle prove.
I soggetti possono affaticarsi durante la seduta, etc.
Di solito gli sperimentatori evitano i disegni sperimentali fra i soggetti se pensano che gli effetti
dellordine o della sequenza saranno sostanziali.
Consideriamo la distinzione fra gli effetti dellordine e quelli della sequenza.
Gli effetti dellordine sono quelli che derivano dalla posizione ordinale delle condizioni nellesperimento
indipendentemente dalla specificit delle condizioni stesse.
Gli effetti della sequenza, daltra parte, sono quelli che dipendono da uninterazione fra le condizioni
specifiche dellesperimento.
In generale si controllano gli effetti dellordine facendo in modo che ciascuna condizione capiti con la
stessa frequenza in ciascuna posizione ordinale; cio prima, seconda, terza e cos via.
Gli effetti della sequenza generalmente sono controllati disponendo le condizioni in modo che ciascuna
condizione segua qualsiasi altra con la stessa frequenza.
Due strategie fondamentali sono disponibili per controllare gli effetti dellordine e della sequenza. La
prima, da preferirsi, quella di disporre lordine delle condizioni in modo che gli effetti dellordine e
della sequenza siano controllati entro i soggetti.
Quando questo non possibile, dovete controllare gli effetti dellordine e della sequenza tra i soggetti.

5.1.1. CONTROLLO DEGLI EFFETTI DELLORDINE E DELLA SEQUENZA ENTRO I SOGGETTI

Il controllo degli effetti dellordine e della sequenza entro i soggetti possibile quando ciascun
soggetto sottoposto a tutte le condizioni.
La randomizzazione pu essere usata quando ciascun soggetto sottoposto varie volte a ciascuna
condizione o quando un numero sufficiente di soggetti viene esaminato in modo che una particolare
sequenza non abbia probabilit di avere influenza sui risultati.

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Unutile variazione della randomizzazione per il controllo degli effetti dellordine e della sequenza la
randomizzazione a blocchi .
Randomizzazione a blocchi significa che lordine delle condizioni randomizzato, con la restrizione che
ciascuna condizione viene applicata una volta prima della ripetizione di qualsiasi condizione.
Nel caso si debba studiare pochi soggetti e si hanno parecchie condizioni che possono essere applicate
solo poche volte consuetudine usare il controbilanciamento inverso per controllare gli effetti
dellordine.

CAPITOLO 12 VARI ESPERIMENTI II - DISEGNI SPERIMENTALI FATTORIALI

Un disegno fattoriale un disegno in cui 2 o pi variabili (o fattori) sono impiegate in modo che
tutte le possibili combinazioni dei valori selezionati di ciascuna variabile sono utilizzati.

1. UN DISEGNO FATTORIALE SEMPLICE

2. EFFETTI PRINCIPALI

E necessario introdurre il termine tecnico di "effetto principale" (= l'effetto medio di una variabile in
tutti i valori di un'altra variabile).

3. INTERAZIONI

Se l'effetto di una variabile dipendente dal livello dell'altra parliamo di "interazione", che risulta
evidente nei grafici se le curve delle variabili non sono parallele, ma si intersecano.
Pu poi presentarsi il caso in cui c' l'effetto principale di una variabile ma non di un'altra.
I disegni fattoriali pi comuni sono quelli tra i soggetti, anche se questo il meno economico dal
momento che richiede un alto numero di soggetti

3.2 TIPI DI INTERAZIONI

Linterazione antagonista si ha quando le due variabili indipendenti tendono a invertire gli effetti luna
dellaltra.
Non arriveremo mai all'esperimento perfetto, ma per migliorare bene avere un gruppo od una
condizione di controllo e eseguire l'assegnazione casuale dei soggetti alle varie condizioni.
Useremo poi disegni sperimentali entro i soggetti (usando cio i soggetti come controllo di loro stessi).
Bisogna poi badare agli "effetti dell'ordine" che derivano dalla posizione delle condizioni
nell'esperimento indipendentemente dalla specificit delle condizioni stesse.
Gli "effetti della sequenza" invece sono quelli che dipendono da un'interazione tra le condizioni
specifiche dell'esperimento.
I primi possono essere controllati facendo in modo che ciascuna condizione capiti con la stessa
frequenza in ciascuna posizione ordinale, i secondi disponendo le condizioni in modo tale che una
segua qualsiasi altra con la stessa frequenza.
Questi tipi di controllo sugli effetti considerati si possono fare quando ciascun soggetto sottoposto a
tutte le condizioni (randomizzazione).
Entro i soggetti usiamo o la randomizzazione a blocchi o il controbilanciamento inverso.
Se ci non possibile meglio esercitare un controllo entro i gruppi con un controbilanciamento
completo o , se i soggetti sono meno, con un quadrato latino (meglio ancora il quadrato latino
bilanciato).
Per un vero esperimento il disegno pi semplice il disegno sperimentale a 2 condizioni, con controllo
entro i soggetti.

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A volte necessario operare con condizioni multiple per vagliare le ipotesi alternative, ma tra i
soggetti (non possibile o corretto esporre tutti i soggetti a tutte le condizioni).

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