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Dsm 5 – L’essenziale

Guida ai nuovi criteri diagnostici


Obiettivo di questo libro è quello di fornire un’integrazione concisa e semplice da utilizzare,
che dia ai professionisti le informazioni di cui hanno bisogno per fare il loro lavoro senza
intoppi e in modo efficiente. Vengono mostrate due classificazioni per diagnosticare e
codificare i disturbi della salute mentale: Dsm-5 e International Classification of Diseases
(Icd).

1. Introduzione
Nel Maggio 2013  pubblicata la 5° edizione del Dsm5 dell’APA.
Il Dsm e l’Icd sono due sistemi di classificazione che i professionisti della salute mentale
utilizzano per l’assessment, la diagnosi e la codifica dei disturbi mentali. Entrambi i sistemi di
classificazione sono importanti per i clinici , in quanto i numeri di codice che usa il Dsm sono
quelli elencati per i disturbi simili nell’Icd. Entrambi i set di codici, Icd 9 e Icd 10 (quest’ultimi
entrati in vigore nel 2014), sono inclusi nel Dsm5.

Introduzione al DSM5
Negli ultimi 60 anni il Dsm è diventato il manuale di riferimento per i professionisti della
salute menale. Con la pubblicazione del DSM5 (APA) si è cercato di integrarlo con l’ICD-CM
(Oms).
Il Dsm5 è diviso in tre sezioni:

1. La Sezione 1: fornisce un’introduzione di base su come usare il nuovo manuale e una nuova
definizione di disturbo mentale, inteso come sindrome caratterizzata da
un’alterazione clinicamente significativa della sfera cognitiva, della regolazione
delle emozioni o del comportamento dell’individuo ed è associata a un livello
significativo di disagio o disabilità in ambito sociale, lavorativo o in altre aree
importanti.

2. La Sezione 2: presenta 20 classificazioni dei disturbi e si concentra su criteri diagnostici e


codici.

3. La Sezione 3: ‘’Proposte di nuovi modelli e strumenti di valutazione’’, include le scale di


valutazione, l’inquadramento culturale.

L’appendice del Dsm5 evidenzia i principali cambiamenti fatti nel passaggio dal Dsm-IV a
Dsm5 e i codici Icd-9 e Icd-10.
Utilizzare un sistema non assiale
Il sistema multiassiale nel Dsm5 è stato sostituito da un sistema non assiale che presenta
insieme tutte le diagnosi di disturbo mentale e le altre diagnosi mediche. Questa posizione è
coerente con il modo in cui l’ Icd regista le diagnosi, ovvero elencando tante diagnosi quante
sono necessarie per fornire un quadro clinico. La diagnosi principale è quella elencata per
prima e riflette la ragione della visita o il focus del trattamento, esempio se un pz prende un
appuntamento per un trattamento di una depressione lieve correlata a un disturbo bipolare e
che soddisfa i criteri per il disturbo border sarebbe codificata cosi:

296.51 Disturbo bipolare I, Attuale o recente episodio depressivo, Lieve


301.83 Disturbo border di personalità

Focus del trattamento, in questo caso, sarà il disturbo bipolare.

Nella diagnosi vanno elencate anche le altre condizioni che possono essere oggetto di
attenzione clinica per evidenziare i fattori rilevanti che possono influenzare la diagnosi, la
prognosi o il trattamento del pz o che descrivono meglio il problema presentato dal pz. Questa
linea dei problemi psicosociali e ambientali è stata ampliata nel Dsm5 con i codici aggiuntivi V
( dall’Icd-9) e Z ( dall’Icd-10). Stesso esempio del pz di prima in cui manifesta un
peggioramento della depressione bipolare come conseguenza della separazione dalla moglie,
la codifica:

295.51 Bipolare
301.83 Border
V61.03 Disgregazione della famiglia a causa della separazione o divorzio.

Nel Dsm5 è stata eliminata l’Asse V, Scala di Valutazione Globale del Funzionamento, al suo
posto come strumento di misura è stato inclusa la WHO’s Disability Assessment Schedule
( WHODAS); questo utile strumento si trova nella sezione III del Dsm5.

Approccio dimensionale alla diagnosi


Il Dsm IV era basato su un sistema categoriale di classificazione dei disturbi che valuta la
presenza o l’assenza di un sintomo; questo sistema ha molti punti deboli, in quanto molte
diagnosi non sono entità discrete che si adattano perfettamente alle categorie. La conseguenza
era la presenza di eccessiva comorbilità e che i clinici facevano troppo spesso affidamento
sulla categoria Nas, ovvero Non altrimenti specificato.

Il Dsm5 assume un approccio dimensionale alla diagnosi, fornendo valutazioni dimensionai e


trasversali per migliorare la specificità diagnostica da parte dei clinici. Inoltre adotta il
concetto di spettro per molti disturbi, compresi l’abuso di sostanze, l’autismo e la schizofrenia.
Utilizzare questo tipo di approccio, quello dello spettro, permette ai clinici di considerare i
disturbi su un continuum di gravità .
Inoltre sono stati aggiunti specificatori con il fine di migliorare la capacità diagnostica e di
aumentare l’utilità clinica; questi tipi di specificatori includono: Decorso; Gravità ; Frequenza;
Durata; Caratteristiche descrittive (es: scarso insight).

Nel Dsm5 è fornito un certo numero di scale e strumenti di valutazione trasversali per
misurare i sintomi frequentemente osservati nei clienti senza tener conto della
preoccupazione attuale; possono essere utilizzati nel colloquio di valutazione iniziale per
misurare altri sintomi di cui il cliente può fare esperienza.

Uso di ‘’disturbo con altra specificazione’’ e


‘’disturbo senza specificazione’’
Ai clinici il Dsm5 fornisce due alternative per sostituire la categoria ‘’Non altrimenti
specificato’’. Le diagnosi ‘’disturbo con altra specificazione’’ e ‘’disturbo senza specificazione’’
possono essere usate quando i criteri per un disturbo non sono pienamente soddisfatti,
tenendo conto delle seguenti restrizioni:

1. ‘’Disturbo con altra specificazione’’ : consente al clinico di identificare le prestazioni in cui i


sintomi sono clinicamente significativi, ma non soddisfano pienamente i criteri per il disturbo,
e di esplicitare la ragione specifica per la quale i criteri diagnostici per un dato disturbo non
sono sodisfatti.

2. ‘’Disturbo senza specificazione’’ : se la presentazione è clinicamente significativa ma non


soddisfa pienamente i criteri per un disturbo e il clinico sceglie di non specificare la ragione
per la quale i criteri non sono soddisfatti, verrà posta la diagnosi ‘’senza specificazione’’.

Strumenti di valutazione, strumenti self-report


e interviste cliniche
Oltre alla WHODAS 2.0, il Dsm5 presenta alcune scale di valutazione dei sintomi trasversali:

 Le scale di valutazione dei sintomi trasversali, raggruppate per fasce d’età ;


 Le scale per determinare la gravità dei sintomi, pubblicate online;
 Il Questionario relativo allo sviluppo infantile e all’ambiente domestico utile per
valutare le prime fasi dello sviluppo e le esperienze relative all’ambiente domestico di
un bambino che riceve assistenza. Sono fornite due versioni: una deve essere
compilata da un genitore e l’altra dal clinico;
 L’Intervista per l’inquadramento culturale (ICD), un set di 16 domande che i clinici
possono usare, durante un colloquio di valutazione della salute mentale;
 Un modello alternativo del Dsm5 per i disturbi di personalità .
Un approccio basato sullo sviluppo
e sul ciclo di vita
Il Dsm5 ha adottato una nuova struttura fondata sullo sviluppo, riclassificando i disturbi in 20
capitoli basati sulla loro vicinanza e sulla somiglianza delle caratteristiche. Alcuni disturbi
familiari sono stati ricollocati in altre sezioni o eliminati completamente.
Contemporaneamente alcuni disturbi hanno cambiato completamente denominazione, per es.,
il disturbo di conversione ora si chiama disturbo da sintomi neurologici funzionali.

I disturbi sono stati riclassificati anche in gruppi basati su fattori internalizzanti, sono quelli
nei quali ansia, depressione e sintomi somatici sono prevalenti; e esternalizzanti in cui
mostrano più alterazioni della condotta, del controllo degli impulsi e uso di sostanze.

Quindi i disturbi che erano diagnosticati per la prima volta nell’infanzia sono ora incorporati
nella discussione generale dei vari disturbi; come focus evolutivo e basato sul ciclo di vita,
ciascun disturbo, quando appropriato, include criteri diagnostici e specificatori che si
riferiscono alle manifestazioni e all’esordio nell’infanzia.

Ci sono due disturbi inclusi nel Dsm5 che forniscono un’importante ponte evolutivo tra un
precoce riconoscimento dei sintomi dell’infanzia e la diagnosi di un disturbo completamente
sviluppato in fasi successive della vita. Il disturbo da disgregolazione dell’umore dirompente
che si concentra sulla presenza tra i 6/17 anni di un’estrema disgregolazione emotiva, senza
dare per scontato che in età adulta ne seguirà una diagnosi più grave.
I clinici dovrebbero stare attenti alla sindrome di psicosi attenuata poiché pertinente ai
sindromi subsindromici della psicosi che può comparire nell’adolescenza o nella giovane età
adulta e potrebbe essere un precursore di un disturbo psicotico completo.
Il gioco su Internet, l’autolesività non suicidaria e il disturbo da comportamento suicidario
sono tutti caratterizzati da un esordio in adolescenza.

Considerazioni culturali e relative


al genere
Un apprezzabile miglioramento del Dsm5 è l’inclusione di considerazioni aggiuntive relative
al genere e alla cultura (con lo scopo di migliorare la diagnosi e il trattamento per persone con
background diversi) quando i sintomi possono subite l’influenza del genere, della cultura,
della razza, dell’etnia, della religione o dell’origine geografica del cliente.

L’Appendice al Dsm5 include definizioni culturali, esempi, chiarimenti per aiutare i clinici a
comprendere come i clienti provengono da culture diverse possono esprimere i problemi
psicologici.
Inoltre si può trovare un’esauriente guida per l’Intervista per l’inquadramento culturale che
fornisce ai clinici uno strumento di intervista pratico che può essere usato per condurre
valutazioni centrate sulla persona, in quanto pone domande sul background in termini di
cultura, razza, etnia, religione o origine geografica.
La International Classification of
Diseases (ICD)
La maggior parte del mondo utilizza già l’ICD per classificare malattie e altri problemi di salute, per
compilare cartelle cliniche e certificati di morte, e per registrare i dati statistici nazionali sulla
mortalità. L’ICD-10 è stato tradotto in 43 lingue ed è utilizzato in 117 paesi.
Negli Stati Uniti, l’ICD-9-CM è stato utilizzato a scopo di codifica e fatturazione fino a poco tempo
fa; si tratta di una versione modificata dei codici ICD dell’OMS creata dall’US National Center for
Health Statistics ( NCHS).

A partire dal 1° Ottobre 2014, tutti gli operatori nel campo dell’assistenza medica hanno dovuto
iniziare ad usare i codici diagnostici dell’iCD-10-CM. L’ICD fornisce codici numerici ma informazioni
diagnostiche limitate. Il Dsm5 fornisce criteri diagnostici più specifici e dettagliati e misure
trasversali per aiutare il clinico a porre una diagnosi precisa.

Breve storia dell’ICD


L’ICD è lo strumento diagnostico standard da più di 150 anni; viene utilizzato per monitorare
l’incidenza e la prevalenza delle malattie e degli altri problemi di salute a livello mondiale. Il
sistema ICD fece la sua prima apparizione negli anni ’50 dell’800. Nel 1977 sono stati pubblicati i
codici ICD-9 e sono ancora in uso, nonostante i codici ICD-10 siano stati approvati nel 1990 e siano
entrati in uso nel 1994; la maggior parte dei paesi già sta usando il sistema di codifica ICD-10.

Nonostante lo scopo dell’ICD la maggior parte di coloro che si devono occupare di diagnosi e
codifica relative alla salute mentale è interessata solo a una piccola sezione dei quattro volumi
pubblicati dall’OMS: The ICD-10 Classification of Mental and Behavioural Disorders.

L’uso dei codici ICD-9-CM e ICD-10-CM in questo libro


I codici ICD-9-CM hanno continuato ad essere utilizzati fino al 1° ottobre 2014, quando gli Stati
Uniti sono passati ai codici ICD-10-CM.

Il Dsm5 ha affrontato questo periodo di inter-regno fornendo due numeri di codice per ciascuna
diagnosi, un codice ICD-9-CM, in grassetto, e un codice ICD-10-CM, tra parentesi; quest’ultimo
utilizzato dal 1° ottobre 2014. Ciascuna diagnosi è preceduta dal codice ICD-9-CM e seguita dal
codice ICD-10-CM; quando appropriato sono elencati gli specificatori.

Qualche fatto da tenere a mente


riguardo a codici ICD
Tutte le edizioni del Dsm ha fornito i codici ICD; infatti il DPTS nel DsmIV-TR ha lo stesso codice
numerico nel Dsm5, l’ICD-10-CM non rappresenta solo un aggiornamento del 9, segue un nuovo
schema di codifica alfanumerica e, quindi, i codici non possono essere convertiti. L’ICD-10 ci
ricorda che nessun sistema di classificazione è assolutamente perfetto.
Ciò che i clinici devono sapere per porre una diagnosi usando il sistema di classificazione del Dsm5
è definito dalla stessa linea guida che hanno usato in passato: una valutazione clinica esaustiva
deve includere una valutazione biopsicosociale completa dei fattori he hanno contribuito a, e che
hanno continuato a sostenere, il disturbo mentale. L’obiettivo sottostante è condurre una diagnosi
accurata in modo che si possa dare inizio a un trattamento evidence-based.

2. Le 20 classificazioni dei disturbi


I titoli dei 20 capitoli sono cosi elencati:

 Disturbi del neurosviluppo


 Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici
 Disturbo bipolare e disturbi correlati
 Disturbi depressivi
 Disturbi d’ansia
 Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati
 Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti
 Disturbi dissociativi
 Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati
 Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
 Disturbi dell’evacuazione
 Disturbi del sonno-veglia
 Disfunzioni sessuali
 Disforia di genere
 Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta
 Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction
 Disturbi neurocognitivi
 Disturbi di personalità
 Disturbi del movimento indotti da farmaci e altre reazioni avverse a farmaci
 Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica

Ora inizieremo a trattare ciascuno di essi.


1) Disturbi del Neurosviluppo
Questi disturbi appaiono per la prima volta nelle prime fasi del periodo evolutivo, in genere prima
che il bambino inizi la scuola. I deficit che ne derivano causano difficoltà nel funzionamento
personale, sociale e scolastico; alcuni disturbi sono specifici, come il disturbo specifico
dell’apprendimento, mentre altri coinvolgono ritardi o deficit globali, come i disturbi dello spettro
dell’autismo.

- Disabilità intellettiva (Disturbo dello sviluppo intellettivo), in precedenza


Ritardo Mentale
Nel Dsm5 il ritardo mentale è stato ridenominato disturbo dello sviluppo intellettivo per riflettere i
cambiamenti nella legge federale degli Stati Uniti, che ha sostituito l’espressione ritardo mentale
con disabilità intellettiva. I criteri per il disturbo dello sviluppo intellettivo sono stati modificati, e le
persone non sono più classificate solo sulla base del QI, anche se quest’ultimo deve essere almeno
due deviazioni standard sotto la media (70 o meno).

Il disturbo dello sviluppo intellettivo è caratterizzato da deficit nelle abilità cognitive, come
problem solving, capacità di giudizio, e nel funzionamento adattivo. Il livello di gravità, lieve,
moderato, grave o estremo, della disabilità intellettiva è determinato dalla capacità della persona
di soddisfare gli standard evolutivi e socioculturali per l’indipendenza e la responsabilità sociale,
non dal valore del Q.I.

- Disturbi della comunicazione


Esordiscono nell’infanzia e generalmente segue un decorso costante, con una possibile
compromissione funzionale che perdura per tutto il ciclo di vita. Le funzioni colpite coinvolgono
l’eloquio, il linguaggio e la comunicazione sociale. I criteri rimangono gli stessi per i disturbi della
comunicazione nel Dsm5, con l’eccezione del disturbo del linguaggio, che combina il disturbo
dell’espressione del linguaggio e del disturbo misto dell’espressione e della ricezione del
linguaggio del Dsm-IV in un unico disturbo, e con l’aggiunta del disturbo della comunicazione
sociale. Il Dsm5 considera i seguenti disturbi della comunicazione:

1. disturbo del linguaggio


2. Disturbo fonetico-fonologico
3. Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia ( balbuzie)
4. Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica)
5. Disturbo della comunicazione senza specificazione

Il disturbo della comunicazione sociale, pragmatica, è una condizione di nuova introduzione, i


bambini presentano deficit nell’uso sociale della comunicazione verbale e non verbale, inclusi i
seguenti:
a. Utilizzo appropriato della comunicazione per scopi sociale
b. Adattamento della comunicazione alle necessità della situazione
c. Comprensione delle regole della conversazione
d. Difficoltà nel fare inferenze, se qualcosa non è affermato in modo esplicito

Se sono presenti comportamenti ripetitivi, interessi e attività ristretti, non si può fare una diagnosi
di disturbo della comunicazione sociale.

- Disturbo dello spettro dell’autismo


Nel Dsm5 vengono integrati 4 disturbi del disturbo dello spettro autistico che sono:

1. Disturbo Autistico, 2. Disturbo di Asperger, 3. Disturbo Disintegrativo della fanciullezza,


4. Disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato.

I seguenti nuovi criteri diagnostici hanno l’obiettivo di migliorare l’affidabilità e diminuire la


complessità della diagnosi; questi nuovi criteri per il disturbo dello spettro dell’autismo sono
caratterizzati dalla presenza di:

1. Deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale in molteplici domini, compresi:


-deficit nelle interazioni sociali,
-problemi con le abilità di comunicazione non verbale;
-difficoltà nella comprensione delle relazioni.

2. Comportamenti, interessi e attività ristretti (RRB), come:


- movimenti ripetitivi
- comportamento ritualizzato
- interesse insolitamente marcato per ogni inusuali o perseverazione
- aumento di sensibilità per la stimolazione sensoriale

Il livello di gravità per il disturbo dello spettro dell’autismo è determinato su un continuum, sulla
base del grado di compromissione delle compromissione della comunicazione sociale e degli RRB
separatamente, secondo i seguenti gradi:

a) Livello 1 ‘’è necessario un supporto ’’


b) Livello 2 “ è necessario un supporto significativo”
b) Livello 3 “ è necessario un supporto molto significativo”

Il disturbo di Asperger nel disturbo dello spettro dell’autismo è stato uno dei più controversi
cambiamenti apportati dal Dsm5; i dubbi sollevati da questo cambiamento includono la possibilità
di un incremento dello stigma sociale perché le persone con disturbo di Asperger vengono
considerati affetti da un disturbo dello spettro dell’autismo.
- Disturbo da deficit di attenzione\iperattività (DDAI) :
I criteri diagnostici del Dsm5 per il disturbo da deficit di attenzione\iperattività riconoscono
differenze relative alla fase di sviluppo nella presentazione del DDAI tra adulti, bambini e
adolescenti; il requisito per l’esordio dei sintomi prima dei 7 anni di età è stato modificato: è
sufficiente che cinque sintomi di impulsività, inattenzione o iperattività siano presenti prima dei 12
anni di età.

Sono forniti 18 sintomi, insieme al requisito che almeno sei sintomi o nel campo della
disattenzione o dell’iperattività\impulsività debbano essere osservati per la diagnosi; cambiamenti
aggiuntivi includono i seguenti:

a. i sottotipi del DDAI sono indicati ora come specificatori


b. è ora consentita una diagnosi concomitante con il disturbo dello spettro autistico
c. il cut-off per i sintomi per una diagnosi in età adulta per il DDAI è stabilito a cinque sintomi
invece dei sei richiesti per una persona più giovane

La percentuale di suicidi tra gli adulti che non avevano il DDAI da bambini era 5 volte più alta
rispetto agli adulti che non avevano tale diagnosi; il trattamento per il DDAI negli adulti includono
la terapia cognitiva insieme alla gestione dei farmaci, quando i sintomi del DDAI si trovano nel
range da moderato a grave.

- Disturbo specifico dell’apprendimento


Il Dsm5 amplia i criteri del Dsm-IV, troviamo: linguaggio orale, lettura, linguaggio scritto o calcolo.
Per ciascun disturbo, deve essere specificato il livello di gravità lieve, moderato o grave.

- Disturbo del movimento

Il disturbo dello sviluppo della coordinazione, il disturbo da movimento stereotipato, e i disturbi da


tic nel Dsm5 sono stati sussunti nella più ampia categoria dei disturbi del movimento. I criteri sono
stati standardizzati trasversalmente a tutti i disturbi nel capitolo del Dsm5 sui disturbi del
neurosviluppo.

2. Disturbi dello spettro della Schizofrenia


e altri disturbi psicotici
Il Dsm5 assume un approccio a spettro nei riguardi della schizofrenia e degli altri disturbi psicotici,
in cui tutti i disturbi sono definiti dalla presenza di uno o più dei seguenti cinque domini:
1. Deliri, 2. Allucinazioni, 3. Pensiero (o eloquio) disorganizzato, 4. Comportamento motorio
disorganizzato o anormale, 5. Sintomi negativi.

La presenza o l’assenza di sintomi relativi all’umore insieme alla psicosi modifica la diagnosi e ha
valore prognostico in termini di considerazioni sul decorso e sul trattamento.
- Disturbo Schizotipico (di personalità)
Criteri uguali al Dsm5 con la differenza che si trova in questo capitolo.

- Disturbo Delirante
Una caratteristica di questo disturbo è la presenza di deliri senza compromissioni nelle aree del
funzionamento. Le persone con questo disturbo possono apparire piuttosto normali nell’aspetto e
nel comportamento; nel Dsm5 è presente lo specificatore di decorso “con contenuto bizzarro”. La
diagnosi differenziale è aiutata da nuovi criteri di esclusione che affermano che i sintomi non sono
meglio spiegati da condizioni come un disturbo ossessivo-compulsivo o un disturbo di dismorfismo
corporeo con insight assente\condizioni deliranti.
Se il soggetto soddisfa i criteri per il disturbo delirante, allora viene posta la diagnosi; se i criteri
per il disturbo delirante non sono soddisfatti ma sono presentile credenze condivise, allora la
diagnosi dovrebbe essere disturbo dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici con altra
specificazione.

- Disturbo psicotico breve e Disturbo Schizofreniforme


L’improvviso esordio di sintomi psicotici con ritorno alla normalità entro un mese è considerato un
disturbo psicotico breve.
Se il disturbo persiste per 1 mese o più, dovrebbe essere considerato disturbo dello spettro della
schizofrenia come il disturbo schizofreniforme o il disturbo delirante.
Entrambi i disturbi condividono gli stessi criteri diagnostici della schizofrenia e in generale
differiscono solo per la durata.

- Schizofrenia
Sono stati apportati due importanti cambiamenti nei criteri.
Il primo è l’eliminazione di due sintomi del criterio A che si sono dimostrati poco affidabili e non
specifici, inoltre la persona deve avere almeno uno dei seguenti sintomi positivi principali: deliri,
allucinazioni o eloquio disorganizzato. Sono stati eliminati anche i sottotipi della schizofrenia.
Inoltre il Dsm5 offre un approccio dimensionale alla schizofrenia e ai disturbi psicotici che
consente ai clinici di valutare la gravità dei sintomi principali e di posizionare il comportamento del
cliente su un continuum. Per incoraggiare una diagnosi tempestiva, si è pensato di includere nel
manuale la sindrome da psicosi attenuata.

- Disturbo Schizoaffettivo
È considerato un ponte tra un disturbo bipolare o un disturbo dell’umore e la schizofrenia, con
persone che hanno sintomi di depressione o mania cosi come sintomi psicotici. Questi sintomi
possono presentarsi contemporaneamente al disturbo o manifestarsi in momenti differenti. Il
Dsm5 chiarisce che un disturbo dell’umore deve rimanere per “la maggior parte del tempo” dopo
che il criterio A della schizofrenia è stato soddisfatto.
- Catatonia
Non è più un sottotipo della schizofrenia, il Dsm5 prevede che la catatonia sia inclusa come
specificatore per il disturbo psicotico, il disturbo bipolare o il disturbo depressivo; i criteri
rimangono gli stessi rispetto al Dsm-IV. Una differenza importante nel Dsm5 è che tutti i contesti
richiedono la presenza di tre sintomi catatonici su un totale di 12 possibili sintomi:
flessibilità cerea, negativismo, postura fissa, imitazione dell’eloquio o del movimento altrui,
mancanza di risposta, agitazione, movimenti ripetitivi, stupor.

3. Disturbo Bipolare e Disturbi Correlati


La diagnosi e il trattamento dei disturbi dell’umore sono stati ridefiniti nel Dsm5 dividendo i
disturbi dell’umore in due capitoli distinti: un capitolo sul disturbo bipolare e disturbi correlati, e un
capitolo sui disturbi depressivi. Il disturbo disregolazione comportamentale ed emotiva estrema. È
più probabile che in età adulta si sviluppi un disturbo depressivo o un disturbo d’ansia.

- Bipolare I, bipolare II e Ciclotimia


Il Dsm5 include sei pagine di specificatori di decorso per i disturbi bipolari e disturbi correlati; molti
specificatori sono gli stessi del Dsm-IV, ‘’con cicli rapidi’’, ‘’con andamento stagionale’’. La diagnosi
di mania è stata migliorata con l’inclusione di cambiamenti nel ‘’livello di energia e di attività’’, non
solo cambiamenti nell’umore. Lo specificatore si può applicare agli episodi di depressione quando
le caratteristiche della mania o dell’ipomania sono presenti, o al’ipomania o alla mania quando
sono presenti caratteristiche depressive.

- Altri disturbi bipolari


La diagnosi di disturbo bipolare NAS era utilizzata nel Dsm-IV ed è stata rimpiazzata con le seguenti
4 diagnosi per specificare il tipo appropriato di disturbo bipolare che si presenta:

1. Disturbo bipolare e disturbi correlati indotto da sostanze\farmaci


2. Disturbo bipolare e disturbi correlati dovuto a un’altra condizione medica
3. Disturbo bipolare e disturbi correlati con altra specificazione
4. Disturbo bipolare e disturbi correlati senza specificazione

Il Disturbo bipolare e disturbi correlati indotto da sostanze\farmaci è la diagnosi appropriata se i


sintomi del disturbo bipolare si presentano durante o subito dopo l’intossicazione o l’astinenza, o
dopo l’esposizione a un farmaco che è noto produca sintomi di disturbo bipolare.

Il Disturbo bipolare e disturbi correlati dovuto a un’altra condizione medica è la diagnosi


appropriata se i sintomi maniacali, ipomaniacali o misti si presentano come conseguenza
fisiopatologica diretta di un’altra condizione medica; le condizioni mediche associate sono: il
morbo di Cushing, l’ipertiroidismo, il lupus, la sclerosi multipla, l’infarto e il trauma cranico.

Il Disturbo bipolare e disturbi correlati con altra specificazione e il Disturbo bipolare e disturbi
correlati senza specificazione si riferiscono alla presentazione di sintomi di disturbo bipolare che
non soddisfano pienamente i criteri, ma nei quali il disagio è presente nelle aree di funzionamento
sociale, lavorativo o in altre aree.

Specificatore
“Con ansia’’ è un nuovo specificatore che deve essere considerato in tutti i disturbi dell’umore,
compresi il disturbo bipolare e i disturbi correlati; questo specificatore si riferisce a quelle persone
che mostrano sintomi d’ansia oltre ai criteri diagnostici per un episodio dell’umore (maniacale,
ipomaniacale o depressivo).

Affinché lo specificatore sia applicabile deve essere presente un minimo di due dei seguenti
sintomi d’ansia per la maggior parte dei giorni durante l’episodio attuale o più recente di mania,
ipomania o depressione:
a. sensazione di agitazione o tensione,
b. irrequietezza,
c. incapacità di concentrarsi
d. paura che possa accadere qualcosa di terribile
e. paura di perdere il controllo

Per lo specificatore ‘’con ansia’’ dovrebbe essere valutato il livello di gravità: lieve, moderato,
moderato\grave, o grave. Quindi deve essere valutato accuratamente, insieme a una valutazione
aggiuntiva dei fattori di rischio suicidario, inclusi ideazione suicidaria, pensieri o storia pregressa in
persone che esibiscono un livello di ansia da moderato a grave.

4. Disturbi Depressivi
Include due nuovi disturbi :

1. Disturbo disforico premestruale (nel Dsm-IV: si trovava nell’Appendice);


2. Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente (che è specifico dei bambini che presentano
estrema irritabilità e di disregolazione emotiva).

La depressione è concettualizzata in un modo nuovo; la distimia è stata combinata con il disturbo


depressivo maggiore cronico e ora è definita disturbo depressivo persistente; anche l’eliminazione
dei criteri di esclusione del lutto della diagnosi di disturbo depressivo maggiore.

- Disturbo da disregolazione dell’umore dirompente


Scoppi di rabbia o collera con sottostante persistente irritabilità sproporzionata alla situazione e
presente per un periodo superiore ai 12 mesi sono la caratteristica chiave del disturbo da
disregolazione dell’umore dirompente, un nuovo disturbo del Dsm5 che riguarda i bambini sopra i
6 anni di età. L’obiettivo è distinguere i bambini con un disturbo da disregolazione dell’umore
dirompente lieve da quelli con disturbo bipolare con esordio nell’infanzia; in realtà il disturbo
bipolare si presenta in meno dell’1% dei bambini prima della pubertà.
I sintomi del disturbo da disregolazione dell’umore dirompente includono i seguenti:

1. Gravi scoppi di collera cronici, aggressività verbale o ‘’tempeste emotive’’ che sono
sproporzionati rispetto alla situazione,
2. Gli scoppi si verificano in media tre o più volte a settimana,
3. Si verificano per un periodo di 12 mesi o più,
4.L’irritabilità persistente non diminuisce quando i fattori stressanti cessano, o nel periodo tra un
episodio e l’altro, ed è osservabile dagli altri,
5. L’irritabilità si osserva in almeno due di tre ambienti (casa, scuola, con i pari) ed è grave in
almeno una di questa situazioni,
6. La diagnosi non può essere posta prima dei 6 anni di età e neanche dopo i 18 anni,
7. Alla valutazione anamnestica si rileva che questi sintomi erano presenti prima dell’età di 10
anni.

Il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente è un disturbo grave; il comportamento è


abbastanza estremo da causare rotture nelle relazioni con pari e con i familiari, difficoltà a scuola,
e problemi nel mantenimento delle relazioni in genere. La presenza di disturbi concomitanti è alta
è necessaria una valutazione attenta per distinguer il disturbo da disgregolazione dell’umore
dirompente dal disturbo bipolare con esordio nell’infanzia, dal disturbo oppositivo provocatorio,
dal disturbo di disregolazione dell’umore dirompente, e dal disturbo esplosivo intermittente.

- Disturbo depressivo maggiore


La diagnosi e il trattamento del disturbo depressivo rimangono gli stessi descritti nel Dsm-IV; le
eccezioni sono l’aggiunta di nuovi specificatori e l’eliminazione del criterio di esclusione del lutto.

Il criterio di esclusione del lutto


È la rimozione del criterio di esclusione del lutto, che impediva che a un soggetto in lutto fosse
diagnosticato un disturbo depressivo maggiore nei primi due mesi successivi alla morte di una
persona cara. Il lutto è un processo molto più complicato che deve tenere conto di molteplici
fattori, comprese la relazione, l’età e la causa della morte; inoltre il lutto per la morte del coniuge
dopo i 50 anni di matrimonio potrebbe non essere mai superato, e certamente non lo sarà nel
periodo dei 2 mesi previsti per il lutto.

Il Dsm5 espande la clausola sulla diagnosi di disturbo depressivo maggiore fino a includere
qualsiasi perdita significativa che causi intense tristezza, insonnia, impossibilità di mangiare e
ruminazione sulla perdita. Quando fanno una diagnosi, i clinici dovrebbero anche considerare le
norme culturali correlate all’espressione del lutto e della perdita. Quando il lutto si manifesta in
concomitanza con un episodio depressivo maggiore, i sintomi possono essere più gravi e avere
come risultato esiti più scarsi, compresi aumentato rischio suicidario e rischio di sviluppare un
disturbo da lutto complicato persistente, una delle ‘’Condizioni che necessitano di ulteriori studi’’
(Dsm5).
Nuovi specificatori
Aggiunto uno specificatore ‘’con ansia’’ per tutti i disturbi depressivi, e lo specificatore ‘’con
caratteristiche miste’’, che consente che siano presenti caratteristiche maniacali in una persona
con una diagnosi di depressione unipolare.

- Disturbo depressivo persistente ( Distimia )


La caratteristica di questo disturbo è un umore depresso che dura per la maggior parte del giorno,
quasi tutti i giorni, per un periodo di almeno di due anni, la cronicità del disturbo può essere
identificata con l’uso di specificatori di decorso, che sono simili a quelli del disturbo depressivo
maggiore. Lo specificatore con esordio precoce si usa se il disturbo viene diagnosticato prima dei
21 anni.

- Disturbo disforico premestruale


Il 75% delle donne fa esperienza di sintomi minori nel periodo premestruale, il 20-30% sperimenta
una sindrome premestruale meno grave. Come disturbo è distinto da un disturbo dell’umore.

La labilità affettiva e l’irritabilità sono i sintomi principali, e devono essere presenti per la maggior
parte dei mesi, nei 12 mesi precedenti, presentandosi nella settimana che precede le mestruazioni
e scomparendo dopo le mestruazioni. I criteri sono lievemente meno rigidi di quelli presentati
nell’Appendice al Dsm-IV, poiché richiedono che siano presenti 5 dei seguenti 11 sintomi per porre
la diagnosi:

1. Sentimenti di disperazione, tristezza o bassa autostima


2. Tensione o ansia
3. Labilità affettiva
4. Irritabilità
5. Difficoltà di concentrazione
6. Cambiamenti nell’appetito
7. Diminuito interesse nelle attività
8. Disturbi del sonno
9. Senso di sopraffazione
10. Mal di testa, gonfiore, tensione del seno o altri sintomi fisici.

Questi sintomi devono causare disagio clinicamente significativo o marcata alterazione nelle
relazioni e\o nel funzionamento sociale o lavorativo durante la settimana in questione. La
valutazione del disturbo inizia a registrando i sintomi per un periodo di 2 mesi per confermare la
presenza di un andamento ciclico.

Il trattamento del disturbo disforico premestruale si concentra sul controllo o la minimizzazione


dei sintomi. L’uso degli antidepressivi e gli ansiolitici durante il periodo il periodo tra l’ovulazione e
l’insorgenza delle mestruazioni riducono l’emotività e altri sintomi; gli inibitori selettivi del re-
uptake della serotonina sono considerati il trattamento d’elezione.
Vitamine e integratori come vitamine B6, calcio e magnesio sono dimostrati utili in alcuni studi; i
trattamenti che aiutano con gli altri disturbi dell’umore possono essere efficaci anche con il
disturbo disforico premestruale rimedi fitoterapici, esercizio aerobico per migliorare l’umore e
l’energia; cambiamenti nello stile di vita come il rilassamento; e la terapia cognitiva per aiutare a
ridurre lo stress.

- Disturbo depressivo indotto da sostanze\farmaci


L’uso di alcol o sostanze illecite può avere come esito lo sviluppo della depressione, molti farmaci
prescritti per curare condizioni fisiche, psicologiche, possono avere l’effetto collaterale avverso di
causare la depressione. Gli antidepressivi sono generalmente considerati sicuri, ma il rischio di
suicidio per i giovani dai 18 ai 24 anni che iniziano a prendere antidepressivi era abbastanza
grande.

- Disturbo depressivo dovuto a un’altra condizione medica


Infarto, malattia di Parkinson, malattia di Huntington, lupus e morbo di Cushing sono malattie che
hanno collegamenti con la depressione; alcuni sintomi possono essere episodici e scomparire
dopo che il disturbo medico è stato trattato. C’è anche una connessione tra alcuni disturbi medici
gravi e il suicidio, specialmente nelle settimane seguenti la diagnosi.

- Disturbo depressivo con altra specificazione


Quando i criteri per uno specifico disturbo depressivo non sono completamente soddisfatti, può
essere considerata una delle seguenti: depressione breve ricorrente, episodio depressivo di breve
durata ed episodio depressivo con sintomatologia insufficiente.

- Disturbo depressivo senza specificazione


Questa diagnosi è posta quando è presente depressione che causa problemi significativi nelle aree
importanti della vita delle persone, ma non soddisfa pienamente i criteri per alcuno dei disturbi
elencati in precedenza, e il clinico non ha abbastanza informazioni per fare una diagnosi più
specifica.

Specificatori aggiuntivi per i disturbi depressivi

Il Dsm5 mantiene tutti gli specificatori per il disturbo depressivo che c’erano nel Dsm- IV come ad
esempio ‘’con caratteristiche psicotiche’’, ‘’in remissione psicotica’’, e specificatori di gravità;
inoltre il Dsm5 aggiunge anche lo specificatore ‘’con ansia’’.
5. Disturbi d’ansia
I disturbi d’ansia sono stati ricollocati in tre capitoli consecutivi nel Dsm5:

a. I disturbi d’ansia: include i disturbi che hanno le stesse caratteristiche condivise di paura e ansia
eccessive insieme ad alterazione comportamentale;

b. I disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati : riflette le prove emergenti di una vicinanza


di disturbi come il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da accumulo e il disturbo di
disfmorfismo corporeo, tra gli altri.

c. Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti: include i disturbi che derivano


dall’esposizione a eventi traumatici e stressanti.

Sono stati appropriati cambiamenti minimi ai criteri per la diagnosi dei disturbi d’ansia, con
l’eccezione di criteri separati per l’agorafobia e il disturbo di panico e l’aggiunta dello specificatore
‘’legata solo alla performance’’ per il disturbo d’ansia sociale. I criteri per l’agorafobia, la fobia
specifica e il disturbo d’ansia sociale non richiedono più che la persona riconosca che l’ansia è
irragionevole o eccessiva. Il requisito della durata di 6 mesi è ora esteso a tutte le età nel Dsm-5,
con l’intento di ridurre la diagnosi eccessivamente frequente di paure o ansie transitorie.

- Disturbo d’ansia di separazione


La caratteristica del disturbo d’ansia di separazione è la presenza di paura o ansia eccessive
rispetto alla separazione dalle figure di attaccamento. Gli adulti possono essere dipendenti e
iperprotettivi ed esperire sintomi cardiovascolari che sono raramente presenti nei bambini. Il
criterio di durata specifica che l’ansia deve durare un minimo di 4 settimane nei bambini e negli
adolescenti, e 6 mesi o di più negli adulti; è importante anche differenziare il disturbo d’ansia di
separazione dall’alto valore che alcune culture attribuiscono all’interdipendenza tra i membri della
famiglia.

- Mutismo selettivo
Nel dsm5 classificato come disturbo d’ansia; i criteri per il mutismo selettivo rimangono gli stessi;
l’unica differenza è lo spostamento del capitolo in questo capitolo.

- Fobia specifica
Il nucleo dei criteri della fobia specifica rimane immodificato, con l’aggiunta di criteri ad ampio
raggio per tutti i disturbi d’ansia, almeno 6 mesi di durata e la cancellazione del requisito che una
persona deve riconoscere che l’ansia è eccessiva. I sintomi nei bambini possono includere pianto,
scoppi di collera, immodibilizzazione o aggrappamento.
- Disturbo d’ansia sociale
Era in precedenza indicato come ‘’fobia sociale’’; i criteri del Dsm5 rimangano ampliamente gli
stessi, con l’adozione dei seguenti cambiamenti:
a. la durata minima di 6 mesi si applica a tutte le età,
b. il requisito che la persona riconosca che la paura o l’ansia sono eccessive è stato eliminato,
c. lo specificatore ‘’generalizzata’’ è stato sostituito con lo specificatore ‘’legata solo alla
performance’’. L’età di esordio e l’eziologia sono differenti per lo specificatore ‘’legata solo alla
performance’’, che ha implicazioni tanto per l’assessment quanto per le raccomandazioni di
trattamento.

- Disturbo di panico
Il disturbo di panico e l’agorafobia sono stati separati nel Dsm5; le persone con disturbo di panico
e agorafobia ora invece riceveranno due diagnosi. I criteri diagnostici per l’agorafobia ora
richiedono due o più situazioni agorafobiche prima della diagnosi, come i cambiamenti osservati in
precedenza (cioè, l’ansia deve essere di durata minima di sei mesi e riconosciuta eccessiva dal
clinico).

Le caratteristiche del disturbo sono uguali ma le descrizioni tipiche di attacchi di panico causati
dalla situazione, sensibili alla situazione, e inaspettati sono state semplificate in due tipi:
‘’inaspettato’’ e ‘’atteso’’. Attacchi di panico ricorrenti che si presentano in concomitanza con un
temporale. I sentimenti di panico sono causati da paura e stress, cosi gli attacchi di panico possono
servire da indicatori diagnostici per la gravità.

- Agorafobia
I criteri per l’agorafobia includono paura e ansia per il fatto di essere in pubblico, paura di non
poter fuggire ed evitamento di tali situazioni o richiesta di avere un accompagnatore. La paura
deve essere persistente, 6 mesi o più, sproporzionata rispetto al pericolo presente, e non spiegata
da un altro disturbo psicologico o medico. Se sono presenti sia il panico sia l’agorafobia,
andrebbero elencati entrambi.

6. Disturbo ossessivo-compulsivo e
disturbi correlati
Il disturbo ossessivo compulsivo è diventato la decima causa di disabilità nei paesi sviluppati ; il
focus di questo disturbo è il disturbo debilitante e cronico. Due nuovi disturbi sono stati aggiunti: il
disturbo da accumulo e il disturbo da escoriazione ( stuzzicamento della pelle).
In questa parte sono compresi il disturbo ossessivo compulsivo indotto da sostanze\farmaci e il
disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati dovuto a un’altra condizione.
- Disturbo Ossessivo Compulsivo
Nuovi specificatori, e quello ‘’con scarso insight’’ è stato ampliato nel Dsm5 e fornisce il seguente
range: ‘’con insight buono o sufficiente’’, ‘’con insight scarso’’, ‘’con insight assente\convinzioni
deliranti’’. Lo specificatore relativo all’insight dovrebbe aiutare a rendere più accurata la diagnosi
differenziale; uno specificatore ‘’correlato a tic’’ è stato aggiunto grazie al crescente
riconoscimento della relazione tra disturbo da tic e sviluppo del disturbo ossessivo compulsivo.

- Disturbo di Dismorfismo Corporeo


La maggior parte dei criteri rimane la stessa, con l’aggiunta di un nuovo criterio che descrive i
pensieri o i comportamenti ripetitivi correlati a preoccupazione rispetto a difetti e imperfezioni
nell’aspetto fisico. Sono stati aggiunti anche specificatori dell’insight: insight sufficiente, scarso,
assente\convinzioni deliranti. Le strategie di trattamento rimangono le stesse: ese terapia
cognitivo comportamentale per i disturbi più lievi, e una combinazione di terapia con SSRI per
persone che presentano sintomi deliranti più gravi.

- Disturbo da Accumulo
Era un sintomo del disturbo ossessivo compulsivo di personalità nel Dsm IV, ma ora è considerato
un disturbo separato fondato su prove research-based della sua validità diagnostica e della sua
utilità clinica. I sintomi devono causare disagio clinicamente significativo o compromissione in aree
del funzionamento e possono o meno essere associati con acquisizione eccessiva.

Gli specificatori dell’insight (buono\sufficiente, scarso o assente\convinzioni deliranti) per il


disturbo da accumulo sono stati stabiliti nel tentativo di migliorare la diagnosi differenziale e
distinguere le persone che accumulano e mancano di insight da quelle che hanno un disturbo dello
spettro della schizofrenia o atri disturbi psicotici che esitano nell’accumulo di oggetti a causa di
credenze deliranti.

I criteri del Dsm5 per la diagnosi di questo nuovo disturbo includono:


1. Persistenti problemi nel separarsi dai propri beni, anche quelli che non hanno un valore reale;
2. Conservare gli oggetti è intenzionale e il pensiero di separarsi da essi genera sentimenti di
disagio;
3. Il grande disordine interferisce con l’uso di ‘’spazi vitali’’ e ne compromette l’uso previsto;
4. Devono essere presenti disagio o compromissione in ambito sociale, lavorativo o in altre aree
importanti;
5. I sintomi di accumulo non devono essere causati dalla presenza di una condizione medica;
6. Il disturbo non è il risultato di un disturbo mentale distinto.

Gli specificatori per il disturbo da accumulo includono:

a. con acquisizione eccessiva: è definita nel Dsm5 come l’acquistare eccessivamente, prendere
gratis (o meno comunemente rubare), oggetti per i quali non c’è spazio o oggetti non necessari. Il
disagio può essere sperimentato se alla persona è impedito di acquisire i beni.
b. livello di insight: deve essere specificato se l’insight è buono o sufficiente, scarso, o assente\
convinzioni deliranti. L’insight buono o sufficiente assume che la persona sia consapevole che il
comportamento da accumulo è eccessivo e causa problemi. L’insight scarso è specificato se la
persona ritiene soprattutto che il comportamento correlato all’accumulo non sia un problema,
nonostante prove del contrario. L’insight assente\con convinzioni deliranti sarebbe indicato se la
persona fosse convinta che le credenze o i comportamenti non siano un problema.

L’accumulo può essere distinto dal collezionismo, che è organizzato e intenzionale e non ha come
risultato l’ingombro, il disagio o la compromissione che si osservano nel disturbo da accumulo.
L’ingombro, un requisito del criterio C, è definito ‘’un ampio gruppo di oggetti che vengono
ammucchiati in modo disorganizzato in spazi progettati per altri scopi’’. Il criterio C enfatizza anche
che l’ingombro deve essere presente negli spazi vitali della casa e non solo in garage, soffitte,
cantine o altre aree destinate all’immagazzinamento. Se la mancanza di accumulo è il risultato
dell’intervento di terze parti, la persona deve essere considerata affetta da un disturbo da
accumulo. L’indecisione è un tratto comune, e molte persone riferiscono che un evento
traumatico o stressante ha partecipato lo sviluppo del disturbo.

Il comportamento da accumulo che deriva da un trauma cranico, da un disturbo neurosviluppo o


con un esordio graduale che segue la diagnosi di un disturbo neurocognitivo non meriterebbe una
diagnosi di disturbo da accumulo. La terapia cognitivo-comportamentale sembra essere il miglior
trattamento per il disturbo da accumulo; è utile anche la terapia cognitiva che aiuta le persone che
accumulano ad affrontare le loro credenze errate, e il coinvolgimento della famiglia nel
trattamento. La mindfulness per aiutare a ridurre gli stati psicologici negativi e fotografie che
misurano i progressi possono essere utili.

- Tricotillomania ( Disturbo da strappamento di peli)


Gli unici cambiamenti rispetto al Dsm-IV sono l’inclusione tra parentesi nel nome dell’espressione
disturbo da strappamento di peli e il suo spostamento da disturbi del comportamento e del
controllo degli impulsi al cap sui disturbi ossessivo compulsivo.

- Disturbo da escoriazione ( stuzzicamento della pelle)


Questo disturbo è altamente genere-specifico: le donne 75% delle persone colpite; anche se
l’esordio si presenta a qualsiasi età, coincide con l’esordio della pubertà. I criteri specificiper il
disturbo da escoriazione (stuzzicamento della pelle) sono:

a. la presenza di stuzzicamento della pelle ricorrente che esita in lesioni;


b. sono stati compiuti ripetuti tentativi di interrompere lo stuzzicamento della pelle;
c. deve essere presente disagio o compromissione nel funzionamento sociale, lavorativo o in altre
aree importanti, sentimenti come: imbarazzo, vergogna e altre emozioni;
d. i sintomi dello stuzzicamento della pelle non devono essere causati dall’uso di droghe o essere il
risultato di una condizione medica;
e. il disturbo non è meglio spiegato da un distinto disturbo mentale.
Il disturbo presenta un’alta comorbilità con il disturbo ossessivo compulsivo, la tricotillomania e il
disturbo depressivo maggiore; lo stuzzicamento della pelle deve essere differenziato
dall’autolesività non suicidaria. Se l’escoriazione o lo stuzzicamento intendono principalmente
causare dolore, non dovrebbe essere diagnosticato un disturbo da escoriazione e questi
comportamenti possono essere meglio spiegati con l’autolesività non suicidaria.

- Disturbo ossessivo compulsivo e Disturbi correlati indotto da sostanze\


farmaci e Disturbo ossessivo compulsivo e Disturbi correlati dovuto a
un’altra condizione medica
Questo disturbo riflette la realtà che alcuni farmaci, sostanze o condizioni mediche possono
indurre sintomi simili al disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati. Se è posta una diagnosi
dovuta a un’altra condizione medica, specificare: con sintomi simili al disturbo ossessivo
compulsivo; con preoccupazioni relative all’aspetto; con sintomi di accumulo; con sintomi di
strappamento di peli o con sintomi di stuzzicamento della pelle.

- Disturbo ossessivo compulsivo e Disturbi correlati con altra specificazione


Questa categoria si applica ai sintomi che sono simili al disturbo ossessivo compulsivo ma non
soddisfano pienamente i criteri; gli esempi forniti dal Dsm5 sono i seguenti:

a. Disturbo simile al dismorfismo corporeo con difetto reale;


b. Disturbo simile al dismorfismo corporeo senza comportamento ripetitivo,
c. Disturbo da comportamento ripetitivo focalizzato sul corpo;
d. Gelosia patologica non delirante, che implica la preoccupazione che il proprio partner sia
infedele.
e. Koro : un’intesa preoccupazione che il pene si ritiri all’interno del corpo;
f. Shubo-kyofu : Intensa paura di avere deformità corporee;
g. Jikoshu-kyofu: (sindrome da riferimento olfattivo) Intensa paura di avere un odore del corpo
disgustoso.

- Disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati senza specificazione


Questa diagnosi è usata in situazioni in cui i sintomi non soddisfano completamente i criteri di un
disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati, e il clinico non ha sufficienti info per fare una
diagnosi più precisa.
7. Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti
Combina la diagnosi infantile di disturbo reattivo dell’attaccamento con i disturbi
dell’adattamento, il disturbo da stress acuto, il disturbo da stress post traumatico. L’esposizione al
trauma o allo stress può avere come conseguenza un’ampia gamma di sintomi, a seconda dell’età,
della precedente esposizione a traumi, del temperamento e di fattori ambientali. Sono possibili
sintomi internalizzanti, come l’ansia, sintomi esternalizzanti, come rabbia e aggressività, o una
combinazione di entrambi.

Il cambiamento principale nel Dsm5 è la divisione dei due sottotipi del disturbo reattivo
dell’attaccamento in due disturbi distinti che condividono la stessa eziologia e lo stesso
prerequisito della trascuratezza sociale; la trascuratezza deve verificarsi prima dei 5 anni e limitare
la capacità del bambino di formare attaccamenti appropriati. La distinzione tra i due disturbi
coinvolge comportamenti esternalizzanti vs internalizzanti e ha implicazioni nel ciclo di vita.

- Disturbo reattivo dell’attaccamento


I criteri del Dsm5 per questo disturbo sono gli stessi del Dsm-IV, eccetto il sottotipo disinibito che
non si applica più perché è diventato un disturbo distinto. Il bambino manifesta sintomi di ritiro
emozionale o inibizione nei confronti del caregiver, ha emozioni positive ridotte, e raramente
cerca il confronto o si lascia confortare quando prova disagio.

- Disturbo da impegno sociale disinibito


I criteri per questo disturbo del Dsm5 sono simili al disturbo da attaccamento reattivo nel fatto che
il bambino deve avere almeno 9 mesi; il disturbo è specificato come persistente se è presente da
più di 12 mesi. Soddisfare i criteri per questo nuovo disturbo richiede un comportamento
socievole indiscriminato nei confronti di adulti sconosciuti, manifestato da almeno due dei
seguenti atteggiamenti:
1. Ridotta reticenza nell’approcciare e nell’integrare con adulti sconosciuti
2. Eccessiva familiarità con gli estranei
3. Mancanza di interesse per il controllo a distanza del caregiver o allontanamento senza
supervisione
4. Disponibilità ad allontanarsi con un adulto sconosciuto con minima o nessuna esitazione

Questo disturbo può presentarsi in comorbilità con ritardi cognitivi e nel linguaggio, stereotipie e
altre condizioni associate alla trascuratezza; i sintomi del disturbo possono persistere a lungo dopo
che le condizioni di trascuratezza sono state eliminate, e i bambini con questo disturbo possono
non mostrare alcun segno di attaccamento disturbato. La valutazione del comportamento di
attaccamento dovrebbe essere parte di una valutazione biopsicosociale completa. Prima che il
trattamento inizi, deve essere valutata la trascuratezza grave e i cambiamenti devono assicurare
un accudimento adeguato.
- Disturbo da stress post-traumatico
Il criterio A è più esplicito riguardo a quale tipo di evento stressante è qualificato come evento
traumatico e richiede una discussione se l’evento(i) traumatico(i) è stato vissuto indirettamente,
se se ne è stati testimoni, se è stato vissuto indirettamente, o se il risultato di esposizione ripetuta
ai dettagli di eventi traumatici.
Il criterio A2 del Dsm-IV devono essere divisi in quattro gruppi di sintomi nel Dsm5, con l’aggiunta
del criterio del sintomo comportamentale:
1. Sintomi intrusivi: flashback, disagio intensivo, sogni spiacevoli
2. Evitamento persistente di ricordi, pensieri o sentimenti che circondano l’evento traumatico, o
evitamento di fattori esterni
3. Modificazioni negative persistenti nei pensieri e nell’umore: distorsioni cognitive, distacco
4. Ipervigilanza o aumento dell’arousal: aggressività, scoppi di collera, alterazioni del sonno

Sono stati aggiunti tre nuovi sintomi ai criteri elencati sopra:

a. pensieri persistenti e distorti che portano la persona a biasimare se stessa o gli altri;
b. stato emotivo negativo persistente;
c. comportamento spericolato o autodistruttivo.

Il disturbo da stress post traumatico è ora legato allo sviluppo, per il fatto che le soglie sono state
abbassate per i bambini sopra i 6 anni, e sono stati forniti criteri separati per i bambini sotto i 6
anni. La differenza principale con i bambini piccoli è che è richiesto solo un sintomi di evitamento
comportamentale o di alterazioni cognitive e dell’umore. Valutazione e intervento precoci
possono ridurre i sintomi del disturbo da stress post traumatico nei bambini.

Il Dsm5 include i seguenti specificatori per il disturbo da stress post traumatico:


A. con sintomi dissociativi
B. con espressione ritardata

La speranza è che la diagnosi e il trattamento precoci ridurranno la probabilità di sviluppare uno


dei molti disturbi in comorbilità che le persone con disturbo da stress post traumatico hanno l’80%
di probabilità di acquisire.

- Disturbo da stress acuto


I cambiamenti nei criteri per il disturbo da stress acuto sono simili a quelli elencati in precedenza
per il disturbo da stress post traumatico. Le persone riportano 9 dei 14 sintomi nelle cinque
categorie di intrusione, umore negativo, dissociazione, evitamento e arousal potrebbero avere una
diagnosi di disturbo da stress acuto. I sintomi devono iniziare entro 3 giorni e durare per un mese
perché sia posta tale diagnosi; i sintomi durano più a lungo di un mese saranno diagnosticati come
dsturbo post traumatico.

- Disturbo dell’adattamento
Ora sono considerati disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti; i criteri per i disturbi
dell’adattamento rimangano gli stessi che nel Dsm-IV; colpendo dal 5% al 20% dei pazienti
ambulatoriali e quasi il 50% dei ricoverati psichiatrici. L’evento stressante deve essere occorso
entro 3 mesi dall’esordio dei sintomi che devono risolversi entro 6 mesi dalla fine degli eventi
stressanti.

- Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti con altra specificazione


È usata per diagnosticare un disturbo correlato a eventi traumatici e stressanti che non soddisfa i
criteri per uno dei disturbi descritti. Il clinico specifica poi la causa dell’evento stressante, per ese
disturbi simili a quelli di adattamento con durata prolungata a più di 6 mesi senza la durata
prolungata dell’evento stressante.

- Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti senza specificazione


Questa categoria include una diagnosi subclinica di disturbo correlato a eventi traumatici e
stressanti per il quale sceglie di non fornire la ragione per la quale i criteri non erano soddisatti e
non ha abbastanza info per fare una diagnosi specifica.

8. Disturbi Dissociativi
Una caratteristica dei disturbi dissociativi è la perdita di continui dell’esperienza, che può avere
come conseguenza l’incapacità di accedere all’info e la frammentazione dell’identità.

- Disturbo dissociativo dell’identità


Il Criterio A è stato espanso per includere certe forme di possessione e sintomi neurologici
funzionali per spiegare le molte diverse presentazioni di questo disturbo, anche se il Dsm5
considera la maggior parte degli stati di possessione come una normale parte della pratica
spirituale che non soddisfa i criteri per il disturbo dissociativo dell’identità.
Il Criterio B descrive ricorrenti vuoti nella rievocazione di eventi quotidiani e non solo per
esperienze traumatiche.

- Amnesia dissociativa
I criteri per l’amnesia dissociative rimangono fondamentalmente gli stessi rispetto al Dsm-IV con
l’eccezione della fuga dissociativa, è stata associata con il viaggiare o il vagare, che è ora uno
specificatore per l’amnesia dissociativa nel Dsm5.

- Disturbo di depersonalizzazione\derealizzazione
Il Criterio A per questo disturbo ora include la presenza di:
1. Depersonalizzazione: esperienze di irrealtà o sentimenti di distacco dai propri pensieri o azioni;
2. Derealizzazione: esperienze di irrealtà o di distacco rispetto all’ambiente circostante;
3. Entrambi.
Gli altri criteri rimangono gli stessi. Lo stress, le difese immature compreso il diniego della realtà, la
proiezione e l’idealizzazione possono contribuire a questo disturbo, come lo possono fare la
depressione, l’ansia e l’uso di sostanze illecite, che devono essere escluse.

- Disturbo dissociativo con altra specificazione e disturbo dissociativo senza


specificazione
Include: sindromi croniche e ricorrenti di sintomi dissociativi misti; disturbo dell’identità dovuto a
persuasione coercitiva prolungata e intensa; reazioni dissociative acute a eventi stressanti (meno
di un mese di durata); e trance dissociativa. Il disturbo dissociativo senza specificazione è
diagnosticato quando i criteri per il disturbo dissociativo con altra specificazione non sono
soddisfatti, o i clinici non hanno abbastanza info per fare una diagnosi più specifica.

9. Disturbo da sintomi somatici e


Disturbi correlati
Disturbi caratterizzati da pensieri, sentimenti e comportamenti correlati ai sintomi somatici. Le
persone che fanno esperienza di sintomi somatici si presentano frequentemente nello studio del
medico e in altri ambienti medici, con sintomi che possono derivare da disturbi medici, possono
derivare da preoccupazione riguardo a disturbi medici, o possono essere fittizi e inconsistenti con
qualsiasi disturbo medico o psicologico conosciuto.

Uno dei più grandi cambiamenti è la rimozione dei sintomi che non hanno spiegazione come
caratteristica chiave del disturbo da sintomi somatici. La caratteristica chiave di ciascun disturbo
somatico è una risposta eccessiva – pensieri, sentimenti e comportamenti eccessivi rispetto a ciò
che ci aspetterebbe – correlata ai sintomi somatici.

- Disturbo da sintomi somatici


Il disturbo non richiede sintomi fisici o sessuali specifici, l’occorrenza prima dei 30 anni o la
presenza del dolore.

Il criterio A del disturbo da sintomi somatici richiede un minimo i un solo sintomo somatico che
abbia conseguenze significative nella vita quotidiana.
Il criterio B richiede azioni, pensieri o sentimenti riguardo ai sintomi che sono eccessivi per
quantità di tempo dedicato, sproporzionati per il grado di serietà o includono un elevato livello di
ansia.
Il criterio C richiede che i sintomi abbiano una durata di almeno 6 mesi.

‘’Con dolore predominante’’ è ora uno specificatore di questo disturbo. Dovrebbe essere
specificato il livello di gravità (lieve, moderato o grave).
- Disturbo da ansia di malattia
L’ipocondria è stata riconcettualizzata; i pensieri carichi di ansia e preoccupazione relativamente al
fatto di avere o di poter contrarre una malattia grave devono essere presenti per almeno 6 mesi,
con sintomi somatici minimi o assenti. Se i sintomi somatici sono significativi, sarebbe più
appropriata una diagnosi di disturbo da sintomi somatici.

- Disturbo di conversione ( Disturbo da sintomi neurologici funzionali)


Il nuovo criterio B per questo disturbo, le evidenze cliniche devono indicare che i sintomi sono
incompatibili con qualsiasi condizione neurologica o medica nota. Il quadro clinico generale è
importante per porre questa diagnosi; sono stati aggiunti specificatori del tipo di sintomi per
aiutare a chiarire il disturbo da sintomi neurologici funzionali:
1. Sintomi
2. Gravità dell’episodio
3. Con o senza stressante psicologico

- Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche


I fattori psicologici, compreso lo stress, la negazione dei sintomi o l’ansia, possono condizionare
negativamente molte condizioni mediche, inclusi asma, emicrania, fibromialgia, diabete e malattie
cardiache. I criteri diagnostici richiedono la presenza di una condizione medica che colpisce la
persona in uno dei modi seguenti:
a. i fattori psicologici hanno influenzato la condizione medica in modo negativo;
b. i fattori psicologici interferiscono con il trattamento per la condizione medica;
c. i fattori psicologici costituiscono ulteriori rischi per la salute;
d. i fattori psicologici influenzano o peggiorano il problema medico sottostante e hanno come
conseguenza la necessità di ulteriore attenzione medica

La gravità è specificata da uno dei seguenti livelli: lieve, moderato, grave o estremo.

- Disturbo Fittizio
È stato spostato in questo capitolo perché i sintomi somatici sono predominanti. Sebbene rari è
molto più probabile osservare questi disturbi nei setting medici, dove si stima che riguardino circa
l’1% dei pazienti.

- Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati con altra specificazione


Questa categoria include sintomi che causano disagio clinicamente significativo ma non soddisfano
i criteri di uno dei disturbi da sintomi somatici. Specificare se: disturbo da sintomi somatici breve
(inferiore a 6 mesi), disturbo da ansia di malattia breve (durata inferiore a 6 mesi), disturbo da
ansia di malattia senza eccessivi comportamenti di malattia; o pseudociesi ovvero un erronea
convinzione di essere incinta.
- Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati senza specificazione
Questa categoria è riservata alla presentazioni che non soddisfano i criteri per un disturbo da
sintomi somatici e disturbi correlati, e non sono disponibili info sufficienti per una diagnosi più
specifica.

10. Disturbi nella nutrizione e dell’alimentazione


Sono inclusi criteri diagnostici preliminari per il disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con
altra specificazione.

- Pica e disturbo da ruminazione


Pica e disturbo da ruminazione sono due disturbi distinti che derivano dal capitolo del Dsm IV sui
disturbi diagnosticati per la prima volta nell’infanzia.

- Disturbo evitante\restrittivo dell’assunzione di cibo (in precedenza Disturbo


della nutrizione dell’infanzia o della prima fanciullezza)
I criteri sono stati significativamente ampliati per questo disturbo; questo disturbo può essere
diagnostico a qualsiasi età per coloro che soddisfano il criterio A e se la condizione non è meglio
spiegata da: presenza di un disturbo dell’alimentazione, di un’altra condizione medica, di un
disturbo mentale concomitante, di una pratica sancita dalla cultura di appartenenza, o mancanza
di disponibilità di cibo.

Perché il criterio A sia soddisfatto, i pazienti devono avere un disturbo dell’alimentazione che fa in
modo che non consumino una quantità di cibo adeguata per le loro esigenze e che si esibiscano
uno o più dei seguenti sintomi:
1. Significativa perdita di peso o mancato raggiungimento di un peso appropriato all’età se si tratta
di un bambino;
2. Evidente carenza nutrizionale;
3. I supplementari orali o l’alimentazione parentale sono diventati necessari per mantenere un
introito di cibo adeguato;
4. La condizione interferisce significativamente con il funzionamento psicosociale.

I disturbi che si presentano più frequentemente in concomitanza con disturbo evitante\restrittivo


dell’assunzione di cibo sono i disturbi del neurosviluppo, i disturbi d’ansia e il disturbo ossessivo-
compulsivo.

- Anoressia nervosa
I criteri diagnostici fondamentali dell’anoressia sono gli stessi del Dsm-IV, eccetto che per i tre
seguenti cambiamenti:
1. È stato eliminato il criterio dell’emenorrea
2. La soglia diagnostica è stata abbassata, fatto che riduce l’ampio numero di persone a cui era
stata fatta una diagnosi di disturbo di alimentazione NAS.
3. Sono stati sviluppati i seguenti nuovi specificatori di gravità per gli adulti, basati sull’indice di
massa corporea (IMC).

Lieve: IMC maggiore o uguale a 17 kg\m al quadrato,


Moderato: IMC=16-16.99 kg\m al quadrato
Grave: IMC= 15-15.99 kg\m al quadrato
Estremo: IMC minore di 15 kg\m al quadrato.

- Bulimia nervosa
I criteri fondamentali nel Dsm5 abbassano la soglia diagnostica per la bulimia nervosa e ora
richiedono che le abbuffate o le condotte compensatorie si presentino almeno una volta alla
settimana per un periodo di 3 mesi. Gli specificatori di gravità per la bulimia nervosa sono basati
sul numero medio di condotte compensatorie a settimana e possono essere aumentati per
riflettere il grado di disabilità funzionale o altri sintomi del disturbo.
Specificare se:
a. Lieve: da 1 a 3 episodi
b. Moderata: da 4 a 7 episodi
c. Grave: da 8 a 13 episodi
d. Estrema: 14 o più episodi

Tutti i disturbi dell’alimentazione possono causare danni fisici o essere potenzialmente una
minaccia per la vita, pertanto una valutazione completa dovrebbe includere una richiesta di esame
fisico, così come la storia delle diete e della perdita di peso del client nel corso della vita.

- Disturbo da binge – eating


È un disturbo autonomo nel Dsm5 e i suoi criteri diagnostici sono in gran parte gli stessi che erano
elencati nell’Appendice del Dsm-IV, eccetto per il fatto che viene richiesta una media di un
episodio a settimana per un periodo di tre mesi.

Gli episodi di binge-eating includono almeno 3 dei seguenti aspetti:


1. Mangiare grandi quantitativi di cibo anche se non ci si sente affamati
2. Sentirsi in imbarazzo per la quantità di cibo che è stata mangiata, quindi mangiare da soli
3. Mangiare molto più rapidamente del normale
4. Mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieni
5. Sentirsi disgustati verso se stessi, depressi o molto in colpa dopo l’episodio

Perché si tratti di disturbo da binge eating, gli episodi devono presentarsi almeno una volta a
settimana per 3 mesi e devono essere accompagnati da un’emozione negativa, colpa, vergogna,
disgusto o altre sensazioni di disagio. Il Binge-eating non è accompagnato da condotte
compensatorie come esercizio eccessivo, vomito autoindotto o uso di lassativi, e non è meglio
spiegato da una diagnosi di anoressia nervosa o bulimia nervosa.
Quindi si pone una diagnosi di disturbo da binge eating, andrebbero annotati i seguenti
specificatori di decorso:
a. in remissione completa o parziale;
b. livello di gravità che va da lieve ( da 1 a 3 episodi), moderato ( da 4 a 7 episodi), grave ( da 8 a
13 episodi), a estremo (14 o più).

- Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con altra specificazione (in


precedenza Disturbo dell’alimentazione NAS)
Questa categoria è appropriata per l’uso nelle 5 situazioni seguenti:

1. il cliente non soddisfa pienamente i criteri per la bulimia nervosa


2. Il cliente non soddisfa pienamente i criteri per il disturbo da binge eating
3. Il comportamento è solo un disturbo di eliminazione in assenza di eccessiva assunzione di cibo
4. Sono soddisfatti i criteri per l’anoressia, ma il peso del cliente rimane in un range normale
(anoressia nervosa)
5. In quanto diagnosi di sindrome da alimentazione notturna, nella quale la persona ha ricorrenti
episodi di alimentazione notturna, di alimentazione dopo il risveglio dal sonno o di consumo di
un’ampia quantità di cibo dopo il pasto serale.

- Disturbo della nutrizione o dell’alimentazione senza specificazione


Usata quando i sintomi di un disturbo dell’alimentazione sono presenti e abbastanza gravi di
causare sofferenza o comprensione in una o più aree del funzionamento, o non sono disponibili
info sufficienti per porre una diagnosi più definitiva.

11. Disturbo dell’evacuazione


Non sono stati apportati cambiamenti significativi per questi disturbi.
Troviamo il disturbo dell’evacuazione con altra specificazione e senza specificazione.

12. Disturbi del sonno-veglia


Nel Dsm5 è stato introdotto un nuovo capitolo per i disturbi del sonno veglia, che contiene gli
stessi sottogruppi principale del Dsm-IV.

- Parasonnie
Sebbene i disturbi correlati a un altro disturbo mentale e i disturbi del sonno dovuti a una
condizione medica generale siano stati eliminati dal Dsm5, molte sezioni sono state ampliate per
riflettere l’attuale livello di conoscenza ora disponibile sull’argomento.
Il disturbo comportamentale del sonno REM e la sindrome delle gambe senza riposo, in
precedenza disturbi del sonno, sono diventati disturbi indipendenti. Inoltre i criteri pediatrici e
relativi allo sviluppo sono ora integrati nel resto dove appropriato.
13. Disfunzioni sessuali
La maggior parte dei cambiamenti al capitolo del Dsm5 sulle disfunzioni sessuali includono i
seguenti:
1. Il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo e il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile sono
stati riuniti in un unico disturbo.
2. Il disturbo da avversione sessuale è stato eliminato a causa dell’assenza di dati di ricerca a
supporto
3. Tutte le disfunzioni sessuali ora richiedono una durata minima di 6 mesi o più, con l’eccezione
della disfunzione sessuale indotta da sostanze\farmaci
4. Sono stati stabiliti criteri più precisi per il livello di gravità
5. Tutte le disfunzioni sessuali possono essere divise in due sottotipi:
a. Permanente versus acquisita; b. Generalizzata versus situazionale.
a. Permanente si riferisce a problemi che sono presenti dalla prima esperienza sessuale, e
Acquisita si riferisce ai disturbi che si presentano dopo un periodo relativamente sano di
esperienze sessuali.
b. Generalizzata si riferisce ai problemi sessuali che non sono correlati a esperienze, situazioni
o partner specifici;
Situazionale si riferisce a quei problemi che si presentano solo in concomitanza con contesti
specifici.

6. E’ stato aggiunto il disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione, un disturbo che
combina il vaginismo e la dispareunia, che erano precedentemente disturbi in comorbilità, difficili
da distinguere nel Dsm-IV.

14. Disforia di genere


(in precedenza Disturbo dell’identità di genere)
Il Dsm5 ha modificato criteri importanti e ha rinominato il disturbo come disforia di genere. I dubbi
relativi al proprio genere o alla non conformità del genere non costituiscono un disturbo mentale;
invece devono essere presenti disagio o compromissione clinicamente significativi in ambito
sociale, lavorativo o in altre aree.

I criteri specifici per la disforia di genere includono:


a. una marcata incongruenza tra il genere espresso da un individuo e il genere assegnato
b. questi sentimenti devono essere presenti per almeno 6 mesi
c. nei bambini, il desiderio di essere di un altro genere deve essere presente e verbalizzato
d. devono essere presente disagio o compromissione clinicamente significativi in ambito sociale,
lavorativo o in altre aree importanti.

L’identità di genere è un concetto fluido che comprende sentimenti riguardanti il corpo, i ruoli
sociali, l’identificazione di genere e la sessualità. Il sentirsi a proprio agio e gli atteggiamenti del
terapeuta possono modificare l’apertura del cliente a proposito di argomenti sessuali. Il
trattamento può essere reso più complesso, semplicemente se i clienti stanno prendendo in
considerazione la chirurgia di riassegnazione. I terapeuti che non si sentono a loro agio o che non
hanno esperienza con queste persone dovrebbero inviare i clienti a un terapeuta qualificato che
abbia esperienza con la disforia di genere.

15. Disturbi da comportamento dirompente, del controllo


degli impulsi e della condotta
La mancanza di autocontrollo emotivo e comportamentale sono la caratteristica dei
comportamenti in questo nuovo cap. I disturbi del comportamento dirompente dell’infanzia,
ovvero il disturbo oppositivo provocatorio e disturbo della condotta, sono stati riuniti in questo
capitolo. Poiché si ritiene che si trovi nel cuntinuum tra il disturbo oppositivo provocatorio e il
disturbo della condotta, il disturbo antisociale di personalità è presente qui e nel capitolo dei
disturbi di personalità. I criteri per questi disturbi sono gli stessi, fatta eccezione per le modifiche
seguenti.

- Disturbo oppositivo provocatorio


Alti livelli di reattività emotiva e di intolleranza alla frustrazione costituiscono la base di questo
disturbo è caratterizzato da tre tipi di sintomi:
1. Rabbia\umore irritabile;
2. Comportamento polemico\provocatorio
3. Vendicatività ( essere dispettoso almeno due volte negli ultimi 6 mesi)

I criteri sono gli stessi del Dsm-IV e il comportamento deve includere almeno quattro sintomi e
deve essere osservato per almeno 6 mesi. La gravità dei sintomi e la loro presenza in uno (lieve),
due (moderato) o tre (grave) ambienti, dovrebbe essere usata per distinguere il disturbo dal
comportamento che è considerato appropriato per l’età.
Per i bambini sotto i 5 anni, il comportamento dovrebbe presentarsi per la maggior parte dei giorni
per un periodo di almeno 6 mesi. Il temperamento dovrebbe degli individui, genitorialità
incoerente, rigida o negligente, e un certo numero di fattori genetici sono stati associati allo
sviluppo del disturbo oppositivo provocatorio.

- Disturbo esplosivo intermittente


Scoppi aggressivi impulsivi sproporzionati rispetto alla provocazione o all’evento stressante
psicosociali sono la caratteristica fondamentale di questo disturbo. L’aggressività fisica che non
provoca danneggiamento o lesioni e l’aggressività verbale sono ora sufficienti verbale sono ora
sufficienti per diagnosticare questa condizione. L’ampliamento dei criteri delinea la frequenza e la
natura degli scoppi, che devono includere quattro o più sintomi negli ultimi 6 mesi, e comprendere
tre incidenti di aggressione fisica o distruzione della proprietà nel periodo i 1 anno o aggressività
verbale. I sintomi devono causare disagio personale, difficoltà nelle relazioni nel lavoro, o
conseguenze in problemi finanziari o legali.

- Disturbo della condotta


I criteri di esclusione per il disturbo della condotta sono stati eliminati dal Dsm5, ed è stato
aggiunto un nuovo specificatore ‘’con emozioni prosociali limitate’’, quest’ultimo specificatore si
riferisce anche come allo specificatore ‘’dell’insensibilità e dell’anaffettività’’ ed è indicato solo se
la persona soddisfa due o più delle seguenti caratteristiche in relazioni e ambienti diversi per un
periodo minimo di 12 mesi:
a. Mancanza di rimorso o senso di colpa
b. Insensibilità – mancanza di empatia: è freddo o noncurante nei confronti degli altri
c. Non si preoccupa della performance – mancanza d’interesse per la performance a scuola o al
lavoro
d. Affettività superficiale o anaffettività – non esprime sentimenti o emozioni agli altri

L’età di esordio per il disturbo della condotta può essere specificata come ‘’con esordio
nell’infanzia’’ (prima dei 10 anni), ‘’con esordio nell’adolescenza’’ (dopo i 10 anni), o ‘’esordio non
specificato’’ (età di esordio non nota). Questo specificatore è significativo dal punto di vista
diagnostico in termini di decorso del disturbo, insieme a qulli aventi esordio nell’infanzia che
hanno una prognosi più delicata e richiedono approcci di trattamenti multisistemici.
Il livello di gravità è specificato come:
1. Lieve: pochi problemi oltre quelli per i quali è richiesta la diagnosi
2. Moderato: né lieve né grave
3. Grave: molti sintomi oltre quelli richiesti per la diagnosi, oppure gravi danni causati agli altri

Il genere svolge un ruolo: i maschi tendono a manifestare l’aggressività sia in forma fisica sia in
forma relazionale, mentre le femmine tendono a esibire l’aggressività in forma relazionale e a
mentire. Il comportamento impulsivo e oppositivo tende ad aumentare negli anni prescolari e
nell’adolescenza.
Può sembrare che il disturbo da deficit di attenzione\iperattività fa parte questo capitolo, in
quanto è concettualizzato come appartenente al continuum con il disturbo ossessivo-compulsivo;
il disturbo della condotta e il disturbo antisociale i personalità; anche se questo disturbo è
collocato nel capitolo sul neruosviluppo.

- Piromania
I criteri diagnostici per questo disturbo raro, che si stima riguardi meno dell’1% della popolazione,
rimangono gli stessi del Dsm- IV.

- Cleptomania
E’ raro, colpisce tra lo 0.3 e lo 0.6% della popolazione; le femmine costituiscono il 75% dei soggetti
che soddisfano i criteri per la cleptomania. Non stati fatti cambiamenti rispetto al Dsm-IV.
- Disturbo da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della
condotta senza specificazione
Questa diagnosi viene posta in situazioni in cui il clinico può specificare perché i criteri per un
disturbo specifico non sono soddisfatti.

- Disturbo da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della


condotta senza specificazione
Questa è la diagnosi d’elezione quando il clinico non desidera specificare la ragione per la quale i
criteri non sono soddisfatti o, in caso di presentazione al pronto soccorso, l’informazione adeguata
non è disponibile per porre una diagnosi specifica.

16. Disturbi correlati a sostanze e


disturbi di addiction
Importanti cambiamenti sono stati apportati al capitolo del Dsm5 che riguarda i disturbi correlati
all’alcool e ad altre sostanze. Riguardano: 1) unire le due categorie distinte dell’uso di sostanze e
della dipendenza da sostanze in un unico disturbo: disturbo da uso di sostanze; 2) richiedere che
due criteri siano soddisfatti per un disturbo; 3) aggiungere l’astinenza da cannabis e l’astinenza da
caffeina come nuovi disturbi; 4) riclassificare il disturbo da gioco d’azzardo come il primo disturbo
comportamentale a essere incluso nel nuovo capitolo dei Disturbi correlati a sostanze e disturbi da
addiction.

Il Dsm5combina le categorie dell’abuso di sostanze e della dipendenza da sostanze in un unico


disturbo generale: il disturbo da uso di sostanze. Il cambiamento deriva dalla ricerca che indica che
l’abuso e la dipendenza non sono disturbi distinti ma parte di un continuum. Un cambiamento
ulteriore è costituito dal fatto che sono ora necessari per la diagnosi due nuovi criteri. Il motivo del
cambiamento è rendere le diagnosi più facili per il clinico, poiché non richiedono più la presenza
separata dei due set di criteri; di conseguenza, questo dovrebbero rendere la diagnosi più facile da
comprendere anche per il soggetto. La nuova diagnosi di disturbo da uso di sostanze adotta un
approccio a spettro, i cui livelli di gravità sono “lieve, moderato e grave”.
Le implicazioni cliniche di questi e di altri cambiamenti apportati a questo capitolo sono le
seguenti:
1. I clinici avranno un solo disturbo da trattare, il che ridurrà la confusione ed eliminerà il bisogno
di distinguere tra i due set di criteri – uno per l’abuso e uno per la dipendenza
2. La nuova richiesta che siano presenti due sintomi, invece di uno solo, perché venga posta la
diagnosi riconosce che i disturbi correlati a sostanze siano un pattern di comportamento invece
che solo un’area problematica.
3. I criteri diagnostici sono stati combinati e rafforzati in una lista di 11 sintomi
4. È stato aggiunto un criterio riguardante il craving, avvicinandosi in questo modo all’ICD9,
pubblicato dall’OMS
5. La diagnosi di dipendenza da più sostanza da più sostanze è stata eliminata. Quando viene
diagnosticato più di un disturbo da uso di sostanze, ciascuno va registrato singolarmente
6. La gravità del disturbo da uso di sostanze è ora basata sul numero di sintomi
7. Il precedente criterio che faceva riferimento a problemi legati correlati a sostanze è stato
eliminato dal Dsm5. È stato eliminato anche lo specificatore ‘’con o senza dipendenza psicologica’’
8. Sono stati aggiunti nuovi specificatori ‘’in ambiente controllato’’ e ‘’in terapia di
mantenimento’’, a seconda del caso.
9. ‘’in remissione precoce’’ nel caso di un disturbo da uso di sostanze, significa che c’è un periodo
da 3 a 12 mesi durante il quale non si sono manifestati i sintomi (eccetto il craving) del disturbo.
‘’in remissione protratta’’ viene specificato se sono passati 12 o più mesi senza che vengano
soddisfatti i criteri eccetto il craving o un forte desiderio o spinta all’uso di sostanze.

Le seguenti 10 classi distinte di droghe considerate nel Dsm-IV-TR rimangono le stesse nel Dsm5:
a. Alcol
b. Caffeina
c. Cannabis
d. Allucinogeni
e. Inalanti
f. Oppiacei
g. Sedativi, ipnotici e ansiolitici
h. Stimolanti
i. Tabacco
l. Altre (o sconosciute) sostanze

I disturbi indotti da sostanze sono: Intossicazione, Astinenza, Disturbi indotti da altra (o


sconosciuta) sostanza (per es. psicosi).
Il Dsm5 fornisce una panoramica di questa info cosi conforme delle procedure di codifica e
registrazione per ciascun disturbo. Il criterio A del disturbo da uso di alcol specifica un pattern
d’uso che porta a compromissione o disagio, con la nuova richiesta che almeno due dei seguenti
undici sintomi vengano soddisfatti in un periodo di 12 mesi:
1. Beve più di quanto fosse nelle intenzioni o per un periodo più lungo di quanto fosse nelle
intenzioni
2. Gli sforzi per controllare o ridurre l’uso di alcol sono stati infruttuosi
3. Vengono spese grandi quantità di tempo per procurarsi l’alcol, usare alcol o recuperare dai suoi
effetti
4. Craving
5. Uso ricorrente che causa problemi a lavoro, a casa o a scuola
6. Uso continuato nonostante problemi interpersonali o sociali ricorrenti che derivano dal bere
7. Abbandono di importanti attività in favore dell’uso di alcol
8. Uso di alcol nonostante esiti potenzialmente rischiosi
9. Uso continuativo di alcol nonostante la consapevolezza che l’uso di alcol stia causando o
esacerbando un persistente problema fisico o psicologico
10. Tolleranza o bisogno di quantità superiori di alcol
11. Sintomi di astinenza

Se la persona indica la presenza di due o più sintomi, sarà diagnosticato un disturbo da uso di
alcol; la codifica è basata sul livello di gravità attuale:
A. Lieve: presenza di due o tre sintomi
B. Moderato: presenza di quattro o cinque sintomi
C. Grave: presenza di sei o più sintomi

Se non ci sono stati sintomi negli ultimi 3 mesi ( o da più tempo), devono essere considerati due
specificatori di remissione: ‘’in remissione precoce’’ (da 3 a 12 mesi), o ‘’in remissione protratta
(per oltre 12 mesi). Un’eccezione è costituita dalla presenza di ‘’craving o forte desiderio di far uso
di alcol’’ che può presentarsi anche in caso di remissione parziale o protratta. Specificare se la
remissione è ‘’in ambiente controllato’’ a indicare che la persona non ha accesso all’alcol.

- Astinenza da caffeina
È nuovo nel Dsm5 è stata aggiunta come disturbo autonomo con quattro set di criteri che
comprendono: uso quotidiano prolungato, brusca interruzione dell’uso di caffeina seguito nelle
successive 24h da almeno 3 dei seguenti sintomi: cefalea, affaticamento, umore disforico o
irritabilità, mancanza di concentrazione e sintomi tipo influenza. Questi sintomi causano disagio
significativo e non sono meglio spiegati da un’altra condizione medica o disturbo mentale.

- Astinenza da cannabis
Questo disturbo è un nuovo disturbo del Dsm5; si presenta dopo un periodo di uso pesante o
prolungato in cui la cannabis è stata usata per la maggior parte dei giorni per diversi mesi. I
sintomi si presentano entro 7 giorni e devono includere tre o più sintomi di irritabilità, ansia,
problemi di sonno, appetito ridotto, umore depresso, irrequietezza e almeno un sintomo fisico. Il
Dsm5 include una nota di codifica che l’astinenza da cannabis può verificarsi solo in presenza di un
disturbo da uso di cannabis moderato o grave.

- Disturbo da gioco d’azzardo


Il gioco d’azzardo è incluso nel capitolo relativo ai disturbi correlati a sostanze e disturbi da
addiction, anche se i criteri rimangono gli stessi del Dsm-IV. Il gioco d’azzardo attiva aree del
cervello simili ai sistemi di ricompensa cerebrali che sono attivati dalle sostanze. Il disturbo da
gioco su Internet è l’unico incluso nella Sezione III del Dsm5: ‘’Condizioni che necessitano di
ulteriori studi’’. Si può dedurre che le sindromi comportamentali da addiction saranno riconosciute
come disturbi mentali.
17. Disturbi Neurocognitivi
Include un gruppo di disturbi in cui un deficit della funzione cognitiva che è stato acquisito
piuttosto che evolutivo è la manifestazione clinica principale. Il disturbo neurocognitivo maggiore
implica un declino significativo in uno o più domini da un precedente livello di funzionamento. La
demenza è stata assunta nel disturbo neurocognitivo maggiore, anche se può essere elencata
come sintomo nei sottotipi in cui si presenta frequentemente.
Il disturbo neurocognitivo lieve ha lo scopo di far distinguere tra compromissione cognitiva lieve e
grave, con l’intenzione di fornire un trattamento precoce per una progressione più lenta del
disturbo neurocognitivo. I criteri per i disturbi neurocognitivi sono basati su domini cognitivi
definiti, come ed esempio funzioni esecutiva, apprendimento e memoria. I cambiamenti più
evidenti al capitolo dei Disturbi neurocognitivi includono la distinzione tra i seguenti specificatori:
1. Dovuto a malattia di Alzheimer
2. Degenerazione frontotemporale
3. A corpi di Lewy
4. Disturbo neurocognitivo vascolare
5. Dovuto a trauma cranico
6. Indotto da sostanze\farmaci
7. Dovuto a infezione da HIV
8. Dovuto a morbo di Parkinson
9. Dovuto a malattia di Huntington
10. Dovuto a un’altra condizione medica
11. Dovuto a eziologie molteplici

I terapeuti che hanno pazienti con sintomi di demenza di solito operano a stresso contatto con la
comunità medica per sviluppare valutazioni e piani di trattamento.

18. Disturbi di Personalità


Alla fine il Board of Trustees dell’APA ha votato per non includere i cambiamenti strutturali nel
capitolo sui Disturbi di personalità in questa fase. Nella sezione III ‘’Proposte di nuovi modelli e
strumenti di valutazione’’, viene proposto un Modello alternativo per i disturbi di personalità.

Disturbi parafilici
La parafilia è un interesse intenso e persistente nell’eccitazione e nella gratificazione sessuale
basata sul fantasticare e avere comportamenti sessuali che coinvolgono oggetti, subire umiliazioni,
o bambini o partner non consenzienti. Nel Dsm5 la parafilia viene considerata come la causa reale
disagio o compromissione all’individuo o una parafilia la cui soddisfazione implichi dolore fisico, o
rischio di dolore, per gli altri si innalza al livello di disturbo. Solo il disturbo parafilico più grave
soddisfa i criteri per un disturbo mentale. La parafilia deve anche causare disagio o
compromissione all’individuo, oppure la messa in atto della parafilia deve coinvolgere dolore
personale, o rischio di dolore, per gli altri in modo da soddisfare i criteri di un disturbo parafilico.
Per fare una diagnosi di disturbo parafilico, le persone devono soddisfare sia il criterio A sia il
criterio B. Il criterio A fornisce le misure qualitative del disturbo specifico; il criterio B richiede la
presenza di disagio e compromissione o che la persona metta in atto i desideri sessuali con una
persona non consenziente. I seguenti specificatori di decorso sono stati aggiunti ai criteri
diagnostici per tutti i Disturbi parafilici:
a. in remissione completa, che è stato definito come ‘’l’individuo non ha messo in atto tali desideri
con una persona non consenziente e non si è verificato alcun disagio o compromissione del
funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, per almeno 5 anni e
all’interno di un ambiente non controllato’’.
b. in ambiente controllato: in ambienti istituzionali o altri ambienti dove le possibilità di compiere
atti voyeuristici sono limitati

‘’ Il disturbo parafilico con altra specificazione’’ può essere diagnosticato nei casi in cui i sintomi
non soddisfano completamente i criteri per un disturbo parafilico, o nel caso in cui i sintomi di
eccitazione sessuale ricorrente e intensa si presentano in relazione ad altri comportamenti non
descritti nel Dsm5. Anche se nel Dsm5 sono elencate solo otto parafilie, ne sono state
identificazione dozzine, e quasi tutte possono innalzarsi al livello di disturbo parafilico come
risultato di conseguenze negative per se o per gli altri.
‘’il disturbo parafilico senza specificazione’’ è usato in situazioni in cui il clinico sceglie di non
specificare le ragioni per cui non sono soddisfatti i criteri per un disturbo parafilico specifico,
comprese le situazioni in cui non ci sono info sufficienti.

Altri disturbi mentali


Sono inclusi quattro disturbi che si applicano alle presentazione che causano sintomi caratteristici
dei disturbi mentali e che causano disagio clinicamente significativo ma non soddisfano
completamente i criteri per qualsiasi altro disturbo mentale descritto nel Dsm5. I clinici devono
determinare se i sintomi sono causati dagli effetti fisiologici di un’altra condizione medica; se è
cosi, la condizione medica dovrebbe essere codificata e registrata per prima.

19. Disturbi del movimento indotti da farmaci e


altre reazioni avverse ai farmaci
Alcuni prescritti per il trattamento dei disturbi mentali hanno l’effetto collaterale di causare
disturbi del movimento, esempio: tremori; altri farmaci come gli antidepressivi possono causare
sintomi quando vengono sospesi. Questi disturbi non siano disturbi mentali, sono inclusi nel Dsm5
perché il farmaco è usato nel trattamento dei disturbi mentali e di altre condizioni.
20. Altre condizioni che possono essere
oggetto di attenzione clinica
Anche altre condizioni che possono influenzare la diagnosi e il trattamento dei disturbi mentali
sono incluse nel Dsm5; non sono disturbi mentali, contribuiscono alla visita attuale o potrebbero
aiutare a spiegare la necessità di valutazione aggiuntive o trattamento. Anche se queste condizioni
non sono disturbi mentale, forniscono un background e aiutano i clinici a comprendere alcune
delle circostanze che la persona sta affrontando e che possono avere un impatto sul trattamento
attuale e sul futuro. Maltrattamento infantile, sospetto o confermato oppure trascuratezza
infantile, sospetta o confermata possono essere un fattore importante nella valutazione e nel
trattamento dei disturbi mentali.

3. Proposte di nuovi modelli e


strumenti di valutazione
La Sezione III del Dsm5 fornisce le misure di valutazione che possono aiutare a facilitare la diagnosi
delle condizioni elencate nella Sezione II, insieme alle interviste per la formulazione culturale, un
modello alternativo dei disturbi di personalità e i set di criteri per le condizioni che richiedono
ulteriori studi.

Scale di valutazione
L’APA e l’OMS mettono a disposizione il seguente elenco di scale di valutazione, accompagnate
dalle istruzioni per la compilazione e l’interpretazione.

Scale di valutazione dei sintomi trasversali di livello 1


Il Dsm5 include due questionari trasversali che aiutano i clinici a determinare le altre potenziali
aree problematiche che possono avere influenza sulla diagnosi del cliente. Usando la scala Likert a
5 pt che va da ‘’per nulla’’ (0) a ‘’grave’’, i soggetti adulti devono valutare 13 domini di sintomi,
mentre i bambini e gli adolescenti sono valutati su 12 domini. Lo scopo è identificare aree
addizionali che possono avere impatto sulla valutazione, sul trattamento e sulla prognosi della
persona. Le seguenti scale di valutazione dei sintomi trasversali sono disponibili nella versione a
stampa del Dsm5: una è una scala autosomministrata dei sintomi per gli adulti e l’altra è dedicata
ai soggetti da 6 a 17 anni e deve essere compilata da un genitore o da un tutore.
1. Scala di valutazione dei sintomi trasversali di livello 1 autosomministrata – Adulti
2. Scala di valutazione dei sintomi trasversali di livello 1 per genitore\tutore – Soggetti da 6 a 17
anni
Scale di valutazioni dei sintomi trasversali di livello 2
A volte i risultati delle valutazioni di livello 1 indicano che è necessaria una valutazione più
approfondita (livello 2 ) dei sintomi. Le misure trasversali di livello 2 sono disponibili per la maggior
parte dei domini dei sintomi esaminati al livello 1. Sono disponibili le seguenti misure di livello 2.

Per adulti; Per genitori\tutori di soggetti di 6/17 anni; Per soggetti di 11/17 anni

World Health Organization Disability Assessment Schedule 2.0


È incluso nel Dsm5; fornisce un’utile scala di valutazione che può essere usata per monitorare i
progressi del trattamento a intervalli regolari.

Inquadramento culturale
È inclusa nel Dsm5 per aiutare i clinici a riconoscere e considerare la ricchezza dei concetti, delle
regole e delle pratiche culturali nella vita dei loro clienti. Le interviste per le inquadramento
culturale aiutano ad aumentare la consapevolezza di come il contesto culturale possa influenzare
la presentazione della malattia mentale e di conseguenza la diagnosi. Una cornice per la
formulazione culturale, basata sul materiale del Dsm-IV, fornisce linee guida per assegnare e
comprendere le caratteristiche culturali del problema di salute del cliente. L’inquadramento
richiede la valutazione del cliente nelle seguenti aree:
1. Identità culturale dell’individuo
2. Concettualizzazione culturale della sofferenza
3. Caratteristiche culturali della relazione tra l’individuo e il clinico
4. Valutazione culturale complessiva

Glossario dei concetti culturali di sofferenza


Molti concetti di sofferenza specifici di una particolare cultura possono avere caratteristiche in
comune con alcuni disturbi psichiatrici, ma possono anche essere l’espressione normale di
sofferenza acuta all’interno della cultura. Per aiutare i clinici a comprendere i concetti di sofferenza
all’interno di un contesto culturale, il Dsm5 include un Glossario dei concetti culturali di
sofferenza.

Dati nei criteri e nel testo per disturbi specifici


Le questioni diagnostiche relative alla cultura sono presentate, dove appropriato, per ciascuna
categoria diagnostica. I clinici dovrebbero fare riferimento allo specifico disturbo per le
informazioni aggiuntive correlate alla cultura.

I codici V e i codici Z ampliati


Sono codici rilevati dal punto di vista culturale e sono presentati nel capitolo Altre condizioni che
possono essere oggetto di attenzione clinica.
Modello alternativo per la diagnosi
dei disturbi di personalità
Il modello alternativo per la diagnosi dei disturbi di personalità ha lo scopo di essere più facile e
più intuitivo da usare per i clinici; il modello alternativo per la diagnosi dei disturbi di personalità
mantiene la maggior parte degli aspetti utili del sistema categoriale e anche sei disturbi di
personalità: antisociale, evitante, borderline, narcisistico, ossessivo-compulsivo e schizotipico.
Un’altra categoria chiamata disturbo di personalità tratto-specifico per le persone che soddisfano i
criteri generali per un disturbo di personalità ma che non hanno uno dei disturbi
precedentemente specificati. La sezione III presenta anche materiale sui disturbi che vengono
proposti per la ricerca futura, simile al materiale dell’appendice del Dsm-IV.TR.

Condizioni che necessitano di


ulteriori studi
È importante osservare che se in un momento qualsiasi si presentassero manifestazioni
clinicamente significative di questi disturbi, dovrebbero essere codificati come ‘’con altra
specificazione’’. Gli otto disturbi proposti nel Dsm5 sono:

1. Sindrome di psicosi attenuata


Pensiero magico, distorsioni percettive e difficoltà legate alle funzioni del lobo frontale sono
caratteristiche della psicosi attenuata. Solo un terzo delle persone che hanno ricevuto una prima
diagnosi di psicosi svilupperà un disturbo psicotico florido.

2. Episodi depressivi con ipomania


di breve durata
I criteri sono esperienza nel corso della vita di almeno un episodio depressivo maggiore con
almeno due episodi depressivi maggiori per almeno 2, ma meno di 4, giorni consecutivi. Se i
sintomi ipomaniacali durano 4 o più giorni, la diagnosi dovrebbe essere di disturbo bipolare II; se è
presente psicosi, è definita da mania, e la diagnosi sarà di disturbo bipolare I. Se le caratteristiche
ipomaniacali si presentano in concomitanza con un episodio depressivo maggiore, la diagnosi
sarebbe di disturbo depressivo maggiore con caratteristiche miste.

3. Disturbo da lutto persistente complicato


In seguito alla morte di una persona cara, un individuo può fare esperienza di uno o più dei
seguenti sintomi: desiderio\nostalgia della persona deceduta, dolore intenso, preoccupazione per
il deceduto, o preoccupazione per le circostanze della sua morte. Se i sintomi persistono per la
maggior parte dei giorni per almeno 12 mesi, e se la persona fa esperienza di sofferenza reattiva
alla morte o disordine sociale dell’identità, allora va perso in considerazione il disturbo da lutto
persistente complicato. Bisogna specificare se il lutto è il risultato di circostanze traumatiche come
l’omicidio o il suicidio.
4. Disturbo da uso di caffeina
L’uso di caffeina è l’unico disturbo correlato a sostanze che non ha un disturbo da uso descritto nel
Dsm5; inoltre include un pattern di uso di caffeina e fallimento nel controllo dell’uso nonostante le
conseguenze negative, come problemi al cuore, allo stomaco e urinari; sintomi di ansia,
depressione, insonnia e irritabilità; e difficoltà di concentrazione. Posta una distinzione tra uso
problematico e uso non problematico della caffeina, dato l’alto numero di persone che fanno uso
di caffeina nella popolazione.

5. Disturbo da gioco su Internet


Questo disturbo ha molte delle caratteristiche fondamentali dell’addiction; le persone con
disturbo da gioco su Internet mostrano modificazioni nel lobo frontale del cervello che controlla
l’attenzione, la funzione esecutiva e l’elaborazione emotiva; alcuni cambiamenti sono paragonabili
a quelli nel cervello delle persone che hanno una dipendenza da eroina e cocaina. Il disturbo può
essere associato a disturbo depressivo maggiore, disturbo da deficit di attenzione\iperattività e
disturbo ossessivo compulsivo.

6. Disturbo del neurosviluppo associato a


esposizione prenatale all’alcool
L’esposizione prenatale all’alcol ha un effetto teratogeno sul sistema nervoso centrale del feto; i
criteri proposti per questo disturbo:
1. Funzionamento neurocognitivo compromesso
2. Capacità di autoregolazione compromessa
3. Compromissione del funzionamento adattivo

L’esordio del disturbo del neurosviluppo associato a esposizione prenatale all’alcol deve avvenire
nell’infanzia e non deve essere il risultato dell’uso postnatale di sostanze. Il rischio di suicidio è più
alto, specialmente nella tarda adolescenza e nella prima età adulta.

7. Autolesività non suicidaria


È una strategia di coping non adattiva che viene usata frequentemente per ridurre il dolore
emotivo. L’autolesività non suicidaria è spesso associata a un incremento del rischio di suicidio. Le
percentuali di autolesività non suicidaria sembrano aumentare con l’esposizione a pratiche di
autolesività condivise su Internet. Di conseguenza i clinici devono valutare il comportamento
online dei loro adolescenti. La terapia dialettica comportamentale e il trattamento basato sulla
mentalizzazione si sono dimostrati utili per diminuire la suicidarietà e i comportamenti autolesivi.
Seligman e Reichenberg forniscono una discussione approfondita delle modalità di trattamento
per questo importante disturbo, che a volte ha esiti fatali.
8. Disturbo da comportamento suicidario
Il suicidio è una importante causa di morte in tutto il mondo; tra il 25% e il 35% delle persone che
hanno compiuto un tentativo suicidio ne compirà un altro. Il rischio di suicidio aumenta con la
concomitanza di molti dei disturbi mentali.

I criteri propositi per il disturbo da comportamento suicidario includono un tentativo di suicidio


negli ultimi 24 mesi, intrapreso volontariamente, che ci si aspetta conduca alla morte e che non
soddisfa i criteri per l’autolesività non suicidaria che si manifesta durante uno stato di delirio o
confusione e che non è stato messo in atto per ragioni politiche o religiose. La diagnosi non si
applica all’ideazione suicidaria o agli atti preparatoria in assenza di un tentativo.
Specificare se ‘’attuale’’ (non sono passati più di 12 mesi dall’ultimo tentativo di suicidio) o ‘’in
remissione precoce’’ ( da 12 a 24 mesi dall’ultimo tentativo).
Un’altra ricerca conferma che ne gli psichiatri ne i pazienti erano in grado di prevedere un
tentativo di suicidio futuro.

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