MONICA

Bellucci
SENZA AMORE
IO NON VIVO

Sharon
Stone
LA MIA TERZA
SETTIMANALE A. € 3,30 B. € 2,50 F. € 2,80 MC. € 2,80 D. € 3,30 GR. € 2,50 L. € 2,50 M. € 2,10 SLO. € 2,40 P. (CONT.) € 2,10 E. € 2,50 CH. CHF 3,80 CHT. CHF 3,40 UK. £ 3,20. P.I. MERCOLEDÌ 16/11/2022

BATTAGLIA
PER LA VITA
N.46 SETTIMANALE 22.11.2022
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Bianca
DONNE CORAGGIOSE Nappi
MIO FIGLIO HA SCELTO: IO, BAMBINA
“VOGLIO ESSERE FEMMINA” IN MANICOMIO
Moda
SPECIALE GIOIELLI IL FILM
E LA STORIA VERA
Bellezza HO SPOSATO
IL MIGLIORE AMICO
LA ROUTINE ANTISTRESS DEL MIO EX
Cucina pag. 55
LA PENTOLA MAGICA
(A PRESSIONE) UNA LETTRICE
RACCONTA
Viaggi GLI AMANTI GIOVANI
LE TERRE DELL’OLIO SI APPROFITTANO DI ME
pag. 162

MANUALE
9 D’AMORE
ISSN 2280 773X

772280 773004
20046 >

7 SEGRETI DI UNA RELAZIONE SANA

 N. 46 22 NOVEMBRE 2022 SOMMARIO

TU,
PAROLA
PER
PAROLA

10 CARO DIRETTORE
La laureata a 23 anni e noi, gli ultimi
12 OPINIONI A CONFRONTO
14 LA FORZA DELLE DONNE
16 PIANETA ROSA
18 LIKE DELLA SETTIMANA
21 SECONDO ME
Ludovica Sauer
26 IN COPERTINA
Monica Bellucci

SETTE STORIE DELLA SETTIMANA

32 Sempre stata diversa
Chloë Sevigny, con quel suo stile super cool
fa impazzire moda e registi (vedi Guadagnino)
36 Il potere del bianco
Elegante, ieratico, perfino accogliente, trionfa
nella serie The watcher e sulle signore anta

48
42 Mia figlia, una ginnasta
Allenatori crudeli, diete da fame. Le mamme
di due giovani atlete ambiziose raccontano
come hanno protetto o sostenuto le figlie
48 La mia terza battaglia per la vita
Nuovo guaio di salute per Sharon Stone, diva
troppo intelligente per essere solo un’attrice
55 C’eravamo tanti amati
Incroci sentimentali: dal film con la Binoche al
triangolo nella vita di una nostra giornalista
58 Pazzia, io ti conosco
Infermiera nella serie Tutto chiede salvezza,
e figlia di uno psichiatra, Bianca Nappi racconta
la sua paura più grande: il disagio giovanile
63 Un’ereditiera a Downing Street
Più ricca di re Carlo e molto misteriosa.
Ecco chi è la nuova first lady anglo-indiana
DETESTO L’IPOCRISIA
67 DONNE CORAGGIOSE DELLA CORDIALITÀ,
Ora Damiano si chiama Viola
UNA COSA CHE TI SI

55
70 REAL LIFE APPICCICA
Soldi, l’ultimo tabù ADDOSSO E
OFFUSCA LA VERITÀ
GETTY IMAGES

PEOPLE NEWS Sharon Stone

75 Le vite degli altri (Quelli famosi) Juliette Binoche
83 UOMINI CHE AMIAMO Essere innamorata
Charlie Hunnam
di due persone allo
stesso tempo è
spaventoso
7
96
SOMMARIO

UNO SPAZIO PER LE TUE PROPOSTE

QUALE SEZIONE DEL
GIORNALE VORRESTI
VEDERE POTENZIATA?
PUNTA
LO SMARTPHONE
E DACCI I TUOI
MOMENTI SUGGERIMENTI

PREZIOSI
Design ricercato con un
twist rétro e romantico:
sono le tendenze gioiello
della stagione

SHOW NEWS
87 Cinema tv streaming e molto altro

MODA
96 SWEET JEWELS
112 INCONTRI Liberi di vivere
113 TENDENZE Timeless
114 NEWS Naturalia
116 MODABOLARIO Punto luce
118 BRAND NEW Pezzi unici

BEAUTY
120 SORVEGLIATO SPECIALE
124 TREND Una carezza sul viso
126 OPEN SPA Respira natura
128 NEWS Dalla parte nostra

VIAGGI
130 PROFUMO DI OLIO
134 FOCUS Il paradiso delle tartarughe

LIVING
136 Un libro aperto

CUCINA
142 TEMPI DA RECORD

BENESSERE
149 Le 7 migliori notizie della settimana
150 PSICOLOGIA Manuale d’amore

E INOLTRE
152 ANTI.CORPI
154 LETTERE LAVORO FAMIGLIA
157 STORIE DI DONNE
Margherita di Savoia
160 CHI SIAMO
161 OROSCOPO
162 RISPONDE MARISA DEIMICHEI

130
Profumo
di olio buono MONICA
BELLUCCI
FOTO: SABINE
Dalla Toscana VILLIARD/TRUNK
al Molise, tempo ARCHIVE
di weekend tra ABITO IN SETA, CELINE

gli ulivi
8
CARO DIRETTORE
DI LUCA DINI
LA LAUREATA A 23 ANNI
E NOI, GLI ULTIMI
Marta se la prende con Carlotta Rossignoli, dottoressa in tempi record
con un profilo Instagram pieno di viaggi e vacanze
Caro direttore,
l’anno prossimo mi laureerò in
Giurisprudenza. Le scrivo in me-
rito al caso di Carlotta Rossignoli,
la studentessa che ha fatto notizia
per essersi laureata in Medicina
a soli 23 anni e che ha un profilo
Instagram – social che detesto,
vetrina di esibizionismo tossico –
pieno di viaggi in giro per il mon-
do, immagini in bikini per fare
pubblicità a questo o quel centro
estetico, accessori griffati, foto ne-
gli studi di una tv locale dove trova
anche tempo di andare in onda.
Mi creda, la mia non è invidia.
Quando uno studente della mia
facoltà si è laureato in tempi re-
cord mi ha dato motivazione, ca-
rica a fare di più e meglio. Ma non
era uno di quei geni che nelle in-
terviste raccontano di concedersi
vacanze e weekend perché la vita
bisogna viversela adesso (e grazie
al c****!), il tutto studiando in fa-
coltà tipo Giurisprudenza o Medi-
cina, cose da niente, insomma. Poi
ci siamo noi, gli ultimi, i dimenti-
cati, che consumano le suole delle
pantofole a furia di andare dalla
cucina alla camera per studiare, e
tra lezioni e biblioteca collassano
stremati nel fine settimana.
La storia di Carlotta è uno schiaf-
fo in faccia. Spero che alcune cose
che ho letto – di esami svolti a por-
te chiuse, per esempio – non siano
vere. Sarebbe una presa per i fon-
delli verso tutti noi. Marta
10
SCRIVETEMI: carodirettore.f@cairoeditore.it
Sono andato a vedere l’Instagram
di Carlotta Rossignoli e molti
contenuti, lo ammetto, mi hanno
spiazzato. Ma non mi permetterei
mai di giudicare la sua libera scel-
ta di comunicare se stessa come
vuole. Essere figlia unica di geni-
tori mediamente benestanti che
hanno investito in lei non è una
colpa. Non è una colpa fotografar-
si con un orologio di lusso al polso,
non è una colpa giocare a fare l’in-
fluencer e al tempo stesso aspirare
a una carriera da medico.
Non penso affatto che lei sia invi-
diosa, Marta, e solidarizzo con la
sua rabbia. Ma, mi perdoni se glie-
lo dico, è una rabbia fondata su un
pregiudizio parziale – i profili In-
stagram raccontano solo le pause
dorate della vita, non il lavoro noio-
so tra una pausa e l’altra – e soprat-
tutto su accuse molto gravi che al
momento però non sono accompa-
gnate da nessun riscontro e restano
dunque, fino a prova contraria, in-
sinuazioni senza fondamento. At-
teniamoci a quello che sappiamo,
e per ora sappiamo che Carlotta ha
seguito, sia al liceo che all’univer-
sità, procedure del tutto regolari
per accorciare i tempi, e che si è
laureata – con il massimo dei voti
– avendo esaurito tutti gli adempi-
menti previsti. Senza dimenticare
che di laureati in tempi anche più
brevi ce ne sono stati e ce ne sa-
ranno: se non fosse stata donna,
SEGUITEMI: Luca Dini
e soprattutto “modella”, chi si sa-
rebbe accorto di lei?
Piuttosto mi ha suscitato perplessi-
tà, nelle interviste che ho letto, l’au-
tocompiacimento nel sottolineare
di non aver «perso tempo», grazie a
un’organizzazione ferrea e al rifiu-
to di tutto ciò in cui bisognerebbe
investire, tornando all’orologio, ore
che invece si possono risparmiare:
un sonnellino in più, una relazione
affettiva. Non ne faccio una colpa a
Carlotta, ma alla narrazione gior-
nalistica che le è stata cucita ad-
dosso, quasi che la formazione pro-
fessionale e sentimentale di un
giovane fosse una gara di velocità.
C’è un’istituzione, nei Paesi anglo-
sassoni, che mi piace moltissimo. Si
chiama gap year e indica un anno
di discontinuità – viaggiare per il
mondo lavorando per mantenersi,
fare volontariato – che viene intra-
preso dopo la laurea per consolida-
re la propria crescita. Di quello che
ho imparato negli anni da fuori se-
de all’università, quasi tutto aveva
a che fare con la vita, quasi niente
con il corso di studi. Sia orgogliosa,
Marta, dell’anno che le resta. Non è
tempo buttato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INQUADRATE IL QR CODE E SCRIVETEMI
MANDARMI
UNA LETTERA,
DA OGGI, È ANCORA
PIÙ SEMPLICE:
BASTA PUNTARE QUI
LO SMARTPHONE,
COMPORRE, INVIARE
@ sonolucadini @ sonolucadini
OPINIONI A CONFRONTO
DI GAIA GIORGETTI

CON CHI SEI

D’ACCORDO?
INQUADRA
SAI COS’È
LA PERMACRISI?
IL QR CODE
E CONDIVIDI IL TUO
PUNTO DI VISTA
SU QUESTO TEMA
DELLA SETTIMANA

Parola dell’anno per l’English Dictionary, descrive la sensazione

di muoversi da un’emergenza all’altra. Con quali conseguenze?

Alessandro Colombo È L'ERA DELLA FRAGILITÀ. SAREMO SEMPRE PIÙ PRECARI

La sensazione di attraversare un pe- Qualcosa è cambiato per sempre?

riodo catastrofico dipende dal fatto che
ci eravamo preparati a vivere nel più perfetto
dei mondi possibili, invece non è più così.
Come dire: è finita la pacchia?
Alcune delle emergenze che stiamo vivendo
DOCENTE DI non sono storicamente eccezionali, ma il ri-
RELAZIONI torno a condizioni che si sono già verificate.
INTERNAZIONALI,
HA SCRITTO Dalla metà degli Anni ’80 a tutti gli Anni ’90,
IL GOVERNO abbiamo vissuto una fase di benessere, ci
MONDIALE eravamo convinti che non sarebbe finita.
DELL’EMERGENZA
(RAFFAELLO Sembra tutto concatenato: Covid e crisi
CORTINA) climatica, guerra e poi crisi economica.
Alcuni fatti sono collegati, altri no. È una
congiuntura sfortunata e nei momenti dif-
ficili abbiamo la tendenza a vedere più coe-
renza di quella che la realtà possiede.
Sì, la supremazia dell’Occidente. La crisi glo-
bale che oggi vediamo era già iniziata quando
alcuni avvenimenti hanno spaccato il mondo
che ci eravamo immaginati all’indomani del-
la fine della Guerra fredda.
Per esempio?
La crisi dell’Occidente inizia con 2 shock
quasi contemporanei: il fallimento della
guerra in Iraq e la crisi economica del 2008.
Lei parla di “epidemia dell’insicurezza”.
Siamo intrappolati in un modo di concepire
il mondo che non è più adeguato: dobbiamo
prepararci a un’era molto più fragile, dove la
nostra condizione sarà più precaria.
Quando finirà?
Impossibile rispondere.

Giuseppe Ducci DIFESA, ATTACCO O FUGA. COSÌ REAGIAMO ALL’INCERTEZZA

Paura e incertezza attivano il siste-
ma dell’allarme con conseguenze a lun-
go termine sul nostro cervello. A oggi, però,
abbiamo prove solo dei danni da Covid: chi
ha contratto il virus può avere problemi a li-
vello cerebrale, come depressione; chi non si
PSICHIATRA, È è infettato può presentare danni psichici da
DIRETTORE DEL conseguenze sociali.
DIPARTIMENTO DI Quali?
SALUTE MENTALE
DELL’ASL ROMA 1 Drammatici, soprattutto per gli adolescenti:
gravi disturbi nel comportamento alimen-
stress – con allarmismi anche esagerati
come il rischio atomico – causi reali disturbi
a livello mentale. Ma di certo gli effetti della
povertà sulla psiche sono documentati.
La paura del futuro che effetti ha?
L’incertezza, come tutte le situazioni di
pericolo, attiva il sistema dell’allarme, che
prevede tre reazioni: difesa, attacco e fuga.
Quando nessuna di queste vie è praticabile,
il livello di stress produce effetti fisici e pro-
blemi legati all’ansia. Ma un conto è il disagio
© RIPRODUZIONE RISERVATA

tare, assunzione di sostanze, violenza, idea
del suicidio. Sono esplosi gli atti autolesivi,
soprattutto il cutting, il taglio.
E gli adulti alle prese con problemi eco-
nomici, di salute?
È presto per dire se questa condizione di
psicologico, altro sono i disturbi psichiatrici.
Noi, che seguiamo oltre un milione di abi-
tanti, non osserviamo, per esempio, un in-
cremento di episodi di attacchi di panico. La
paura finora ha prodotto più effetti concreti
come l’orientamento al voto.

12
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LA FORZA DELLE DONNE
DI GIUSI FASANO
IL CORAGGIO DI DIRE:
HA SBAGLIATO MIO FIGLIO
La mamma dell’alunno che si è preso un pugno dal prof denuncia il docente
ma non difende il ragazzo: «La sospensione è giusta, non si fa il buffone»
Avrebbe potuto puntare il dito
contro il prof e sminuire le respon-
sabilità del figlio. Avrebbe potuto
parlare e agire semplicemente come
mamma della vittima, che è il figlio,
appunto. E invece no. Questa donna,
che chiameremo Anna anche se non
è così che si chiama, ha scelto la via
più scomoda ma anche la più onesta
per affrontare quel che è successo
nella scuola del suo secondogenito
quattordicenne. La cronaca lo ha
raccontato nei giorni scorsi. A Pon-
tedera, provincia di Pisa, un profes-
sore di un istituto professionale esa-
sperato dal chiasso dei suoi alunni in
classe si è voltato verso lo studente
che stava facendo baccano accanto
alla cattedra e gli ha sferrato un pu-
gno. La scena, ripresa e diffusa in re-
te, è stata vista da milioni di persone
in poche ore e fra quei milioni c’era
anche Anna.
14
PUNITO A SCUOLA E A CASA
Lei ha visto e rivisto il filmato e alla
fine un po’ di quel pugno è arrivato
anche al suo stomaco. L’immagine
del prof che si volta e colpisce suo fi-
glio era indecente, certo, ma era una
stretta al cuore anche il suo ragazzi-
no adorato che si comportava da
sbruffoncello in classe. E così, quan-
do le hanno chiesto un commento,
Anna ha dato una lezione di giustizia
a tutti. «Mio figlio ha sbagliato», ha
detto. «L’ho punito e dalla scuola ar-
riverà un provvedimento disciplina-
re, credo una sospensione di alcuni
giorni. È giusto così, gli sta bene. De-
ve imparare a comportarsi. È vero
che c’era tutta la classe a fare confu-
sione ma in quel momento alla cat-
tedra c’era lui, e lì a fare il buffone
non ci doveva andare». E il professo-
re? «Non lo conosco. Non ci ho mai
parlato e non mi permetto di giudi-
carlo», è stata la sua
risposta. «Quello che
giudico è il suo gesto,
inammissibile, per-
ché è un docente. Ha
sbagliato anche lui».
SENZA RANCORE
Anna ha 46 anni,
madre di due adole-
scenti e di un bambi-
no piccolo, lavoro in
fabbrica e senso del-
la rettitudine in te-
sta. Una rarità nel
panorama desolante
dei genitori che pretendono ragioni
anche dove non ci sono, che danno
pessimi esempi con insulti o – peg-
gio – botte ai docenti o ai capi isti-
tuto «rei» di dare brutti voti, note o
bocciare i loro pargoli. Lei no: non è
di questa partita. Con senso civico e
rigore ed equilibrio ha guardato i
fatti e ha diviso le responsabilità.
«Se guardo il prof come persona
posso capire che a volte, sbaglian-
do, si può perdere la pazienza», di-
ce. «Ma lui è un professore, doveva
prendere mio figlio e portarlo dalla
preside, non dargli un pugno. Non
ho rancore, per me è finita lì. Me ne
dispiace ma era mio dovere di mam-
ma denunciarlo».
L’INGENUITÀ SI PAGA
Adesso, dopo tutto questo clamore,
il solo desiderio di Anna è far uscire
suo figlio dal cono di luce dei riflet-
tori. «Non si aspettava la tempesta
mediatica», racconta. «Quello per
lui è stato scioccante, pensi che è
stato rincorso dai giornalisti. Un mi-
norenne! Mi sembra gravissimo. Di-
rei che adesso basta con questa sto-
© RIPRODUZIONE RISERVATA - GETTY IMAGES
ria». Lui, il ragazzino, si è difeso
dicendo che tutta la classe stava fa-
cendo chiasso. «Tanti erano indisci-
plinati, è vero, ma questo non lo giu-
stifica», valuta lei, che del figlio dice:
«Non è malvagio, è solo ingenuo».
Rigorosa, attenta al rispetto delle re-
gole, ineccepibile, sincera. Il mondo,
diciamo noi, sarebbe migliore se tut-
te le mamme fossero come lei.
PIANETA ROSA
DI ROSA BALDOCCI

Francia

LA FORZA
MEDIO ORIENTE
Liberata in Iran:
l’incubo è finito
GENTILE SALVA Ha compiuto 30 anni il 28
settembre, il giorno del suo

I MIGRANTI
arresto con l’accusa di aver
partecipato alle proteste di
piazza per l’uccisione della
giovane Mahsa Amini e di
essere una spia. Ha passato
45 giorni nel carcere di
Evin, a Teheran, luogo di
detenzione dei dissidenti
politici dove a ottobre sono
scoppiati un incendio e
scontri con la sicurezza che
hanno provocato 8 morti,
dividendo la cella con altre 6
persone. Il 10 novembre
Alessia Piperno, la travel
blogger romana, è rientrata
in Italia. «È stata dura, mi
hanno anche bendata, ma
non ho subito maltratta-
menti», ha detto. La passio-
ne per i viaggi non si è spen-

© RIPRODUZIONE RISERVATA - AP PHOTO/VINCENZO CIRCOSTA, CLEMENT MAHOUDEAU/AFP VIA GETTY IMAGES, IPA
ta, ma per un po’ Alessia
resterà a casa, circondata
dall’affetto della sua fami-
glia, i genitori Alberto e Ma-
nuela, il fratello David e il
nonno novantenne Franco.
«Ho vissuto giorno e notte
con il pensiero, rileggendo il
È rimasta dietro alle quinte, senza andare allo scontro. Ne ha visti trop- suo ultimo messaggio:
pi annegare in mare, non c’era più tempo da perdere. Così, invece di affrontare un “Nonno, come stai?”».
braccio di ferro con il governo italiano, si è adoperata per ottenere il benestare delle
autorità francesi. Sophie Beau, 49 anni, ha giocato un ruolo importante nel destino
degli oltre 230 migranti, tra cui 57 minori, che la Ocean Viking della ong di cui è
fondatrice, Sos Méditerranée, ha sbarcato venerdì scorso a Tolone, dopo essere ri-
masta per giorni nelle acque internazionali al largo di Catania. Figlia di un medico e
della direttrice di un centro sociale di Marsiglia, Sophie s’interessa fin da giovanis-
sima alla questione dei migranti: laurea in Antropologia, a 20 anni parte per il Mali
per capire l’impatto delle migrazioni sui progetti di sviluppo. Lavora dieci anni per
Medici Senza Frontiere e, nel 2015, conosce Klaus Vogel, capitano di una nave mer-
cantile, scioccato dall’aver visto troppi disperati annegare. Insieme creano Sos
Méditerranée che in soli due mesi salva oltre 31mila rifugiati naufraghi. Sophie ne
diviene la direttrice e ben presto è in grado di radunare nel comitato di sostegno
personalità del mondo culturale francese come le attrici Juliette Binoche e Isabelle
Adjani e l’ex calciatore Lilian Thuram: sa che l’attenzione mediatica, a volte, può
fare molto di più di qualsiasi discorso.

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SAUER
Posta la sua vita da “bis mamma”.
E con il marito “Ale” Cattelan
ha lanciato una casa editrice
che dà voce agli esordienti
LUDOVICA Modella, influencer e ora social
SAUER, media manager di Accēnto, la casa
41 ANNI, editrice indipendente fondata da
INFLUENCER, suo marito Alessandro Cattelan.
MODELLA E
IMPRENDITRICE.
Come nasce questo progetto?
È SPOSATA CON È una storia buffa: Ale pubblicava sui
MARIA LA TORRE

ALESSANDRO suoi social le foto dei libri che leggeva.

CATTELAN. Non postava recensioni, ma immagini
di copertine impilate con un commen-
to secco: nì, no, sì, bellissimo.
E poi cos’è successo?
Abbiamo deciso di aprire una casa edi-
GETTY IMAGES

trice: un piccolo mondo per dare spa-

zio agli esordienti. Ma la grandezza di
GETTY IMAGES

Ale è che quando prende in mano un

progetto lo lancia a cavalli in corsa. E
ha chiamato Matteo B. Bianchi, nel
ruolo di direttore editoriale.
INSTAGRAM

POWER WOMAN Il nome Accēnto cosa significa?

Anna Dello Russo Racchiude la filosofia del progetto:
LA COPPIA mettiamo l’accento su voci nuove o di-
Con Alessandro menticate. E abbiamo un formato pra-
IL LUOGO DEL CUORE Cattelan tico: i libri stanno in una mano.
L’isola di Minorca Mi tolga una curiosità: il suo co-
gnome Sauer che origini ha?
TIFFANY& CO
FENDI

Padre tedesco, mamma brasiliana: so-

no molto puntuale e precisa, ma anche
creativa e giocosa. Essere figlia di due
LA IT-BAG
stranieri ha condizionato la mia vita:
La Baguette
ho iniziato a lavorare presto, a 16 anni,
MUST HAVE come si usa all’estero, prima come mo-
Un bracciale iconico della, poi mi sono occupata di produ-
SERGIO ROSSI

MISSONI

zioni per un’agenzia fotogiornalistica.

È stata anche una delle prime in-
IL LIBRO NELL’ARMADIO fluencer, e oggi è molto seguita.
Il Manuale di Un cardigan
NELLA SCARPIERA Melissa Bank
Un paio di mocassini
21
 SECONDO ME

IL MIO SEGRETO
DI BELLEZZA
CON ALE Bevo tanta acqua e
È STATO mangio cibi di qualità.
UN COLPO Due volte a settimana
DI FULMINE. faccio ginnastica
LO AMO posturale e alleno

ELEONORA PROIETTI
PER LA SUA gambe, addominali
LEGGEREZZA, e glutei. Nel beauty

GETTY IMAGES
È L’UOMO ho sempre
DEI SORRISI le creme di Sensai

BANKSY
e il make up di

SENSAI
Givenchy Beauty.
L’ARTISTA IL FIORE IL PROFUMO

Quando sono rimasta incinta, 11 anni Una it-bag?

fa, mi sono resa conto che sarebbe sta- La Baguette di Fendi.
to troppo complicato mantenere un L’accessorio must-have?
lavoro fisso con un marito come il mio Un braccialetto di Tiffany.
che non ha orari regolari e che è sem- Un profumo?
pre molto impegnato. Così mi sono Aqua Allegoria di Guerlain.
buttata sui social, un mestiere che mi Il fiore che la rappresenta?
WEBPHOTO

permette di gestire in maniera auto- Il tulipano.

noma il mio tempo e di essere presen-
te per le nostre bambine, Nina, che ha
IL FILM
10 anni, e Olivia, 6.
C’era una volta in America
Con Cattelan fate coppia fissa da
15 anni come vi siete conosciuti?
È stato un colpo di fulmine, allo stadio
GETTY IMAGES
Qual è il luogo che ama di più?
Minorca: per me è l’isola della pace.
E quello che sogna di visitare?
Il Giappone. Doveva essere il regalo di
Alessandro per i miei 40 anni, ma è
scoppiata la pandemia. Posso ricor-

Meazza di Milano, durante un derby dargli che ha un debito aperto?

DOLCE&GABBANA

Milan-Inter. Lui stava finendo il suo Il suo ristorante del cuore?

percorso a MTV ed era già un volto fa-
moso, ma io in quel periodo lavoravo
ICONA DI STILE molto come modella e non guardavo la
Jane Fonda tv: non sapevo chi fosse. Mi ha chiesto
IL PEZZO CASUAL il numero di telefono e non ci siamo
Un bomber più lasciati: io avevo 27 anni e lui 28.
Sui suoi social posta la sua vita
GIORGIO ARMANI
Ta Hua, un cinese storico di Milano.
Alle bambine piace tanto, è il nostro
posto per il brunch della domenica.
Un film da rivedere?
C’era una volta in America.
Cinema: regista preferito?
Chloé Zaho di Nomadland.

quotidiana, mentre cucina e si oc- Un libro da leggere?

BORSALINO

cupa delle sue figlie. Ma anche i
suoi consigli beauty e i suoi look
SULLA TESTA sono molto seguiti. Chi è la sua ico-
Un cappello na di stile?
Jane Fonda: è il simbolo della bellezza
che dura, anche dopo i 25 anni. Un
GETTY IMAGES
Manuale di caccia e pesca per ragazze
di Melissa Bank, ripubblicato dopo 12
anni con Accēnto. Un’opera acuta che
era stata dimenticata.
L’artista preferito?
Bansky, ma è fuori dalla mia portata.

messaggio di positività per noi donne. Cosa la preoccupa di più?

Una power woman? La salute del pianeta: soffro di sinusiti
TORY BURCH

Anna Dello Russo, una donna creativa e mal di testa da inquinamento.

che ha un modo allegro e diretto di ap- Cosa la fa arrabbiare?
IL TOCCO CHIC
LA REGISTA procciarsi alle persone. La maleducazione delle persone.
Chloé Zhao Un tubino
Deve salvare 7 pezzi del suo guar- Una verità su se stessa?
daroba: cosa sceglie? Perdo la pazienza facilmente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un bomber casual di Dolce&Gabbana, Ultima domanda: per cosa è unico

un cardigan di Missoni, un abito senza suo marito?
tempo di Tory Burch, un tubino chic Ale è leggero anche se la situazione è
TIMELESS di Giorgio Armani, un completo linge- difficile, è ironico, divertente e porta
Un abito rie di Chitè, i mocassini di Sergio Rossi sempre sorrisi. Come si fa a non inna-
day&night e un cappello di Borsalino. morarsi di un uomo così?
IL RISTORANTE
Ta Hua, a Milano
22
COLLEZIONE BAGLIORI
 IN COPERTINA

NON VIVO
Monica Bellucci

SENZA
AMORE
Al cinema bacia Valerio Mastandrea:
«Tra noi si è creata un’intimità naturale».
Chi bacia nella vita non ce lo dice: «Ma è qualcosa
che a una donna non può mai mancare».
E dopo dieci anni a Parigi («Qui le ragazze
andavano a scuola, qui c’è il loro papà») potrebbe
tornare «uccel di bosco». In Umbria, magari
di Sara Faillaci
SABINE VILLIARD/TRUNK ARCHIVE
Monica Bellucci,
58 anni. Abito Dior;
sandali Maison
Ernest.

27
MB
IN COPERTINA
La prima volta che ho visto Mo-
nica Bellucci è stata a Parigi, 15
anni fa. Avevamo appuntamento
all’Hotel Costes, un albergo char-
mant quasi quanto lei e il suo, all’e-
poca ancora marito, Vincent Cassel,
che, non a caso, avevo intervistato
pochi mesi prima nello stesso posto.
La coppia, allora, era all’apice della
figaggine e non parlo di semplice
bellezza (peraltro lei oggi è bella
quanto allora, lui forse un po' meno)
Ho molte amiche, ma anche
amici maschi. Sono stata
fortunata, su di loro posso
sempre contare
ma di un carisma fisico palpabile.
L’immagine di entrambi che incedo-
no verso il mio tavolo in quell’alber-
go facendosi largo tra i tavoli del cor-
tile rivestito di piante, seppur in
momenti diversi, il loro modo di
muoversi – regale quello di lei, dan-
zante quello di lui –, è qualcosa che
non ho mai dimenticato.
Di solito mi concentro sulle parole
di chi intervisto, così tanto che spes-
so non noto nemmeno cosa indossi.
Con Monica era impossibile. Il mio
28
sguardo continuava ad andare sui
suoi jeans, sulle cosce tornite, le
gambe lunghe, sui capelli lucidissi-
mi e setosi, la pelle di porcellana, la
bocca che sembrava disegnata da un
fumettista e che mentre parlava si
schiudeva appena.
Non mi sono stupita, quindi, quando
ho saputo che era stata scelta per en-
trare nel cast di Diabolik - Ginko
all’attacco!, secondo film dei fratelli
Manetti sul supereroe. E che il per-
sonaggio che avrebbe inter-
pretato non era Eva Kant –
rimasta alla brava Miriam
Leone del primo Diabolik –
ma Altea, la seduttiva e mi-
steriosa Duchessa che farà
innamorare Ginko/Valerio
Mastandrea, nonostante l’i-
spettore sembri ossessiona-
to solo dal catturare il Re del
terrore (interpretato da Giacomo
Gianniotti che ha preso il posto di
Luca Marinelli). Per il ruolo Monica
ha subito una metamorfosi fisica:
«Ho i capelli corti, gli occhi verdi e
uno strano accento dell’Est europeo
perché Altea nel fumetto viene da
un Paese inventato. È stato diver-
tente», racconta.
Quando la chiamo per l’intervista è a
Parigi. La telefonata verrà interrotta
due volte: suona al citofono Léonie,
la figlia dodicenne, che è tornata a
MONICA BELLUCCI
NATA A CITTÀ DI CASTELLO
IL 30 SETTEMBRE 1964,
COMINCIA COME TOP
MODEL PER ESORDIRE AL
CINEMA NEL 1991 CON LA
RIFFA DI FRANCESCO
LAUDADIO. HA RECITATO
CON I PIÙ GRANDI
REGISTI, DA FRANCIS
FORD COPPOLA A
GIUSEPPE TORNATORE E
TERRY GILLIAM.
casa da scuola; suona la parrucchie-
ra che deve prepararla per interpre-
tare Maria Callas al Théâtre du
Châtelet. Il giorno dopo volerà in
Italia per la promozione di Diabolik.
Non si ferma mai.
Sono sempre stata così, uccel di bo-
sco. Ho fatto base a Parigi negli ulti-
mi dieci anni solo perché le ragazze
andavano a scuola, il padre viveva
qui e loro avevano bisogno di una
quotidianità.
C’è stata male o bene?
Io sto sempre bene. Certo gli anni
della pandemia non sono stati alle-
gri ma i lockdown li ho passati con le
mie figlie e con amici, persone che
amo e che mi amano.
L’amicizia conto molto per lei?
Tantissimo. Ho amicizie di lunga
data, in Italia e in Francia. Tante
donne, ma anche uomini.
Come sono gli amici uomini ri-
spetto alle donne?
L’uomo nell’amicizia forse è più di-
sinteressato, dà senza volere niente
in cambio. Posso chiamarli in qua-
lunque momento, so che posso con-
tare su di loro.
Sicura che non sperino in qualco-
sa di più?
Ma no, mi conoscono da una vita. In
generale nel rapporto con gli uomi-
ni mi rendo conto di essere stata

Valerio Mastandrea, 50, Monica Bellucci, in Diabolik 2 - Ginko all’attacco! dei Manetti Bros., in sala giovedì 17 novembre.
Creato dalle sorelle Giussani nel 1962, il Re del terrore è un mito a Milano. Per festeggiarne i 60 anni, La Rinascente, mitico store
meneghino, ha dedicato al fumetto le vetrine e un corner speciale nel Design Supermarket.
fortunata: anche quando mi sono
trovata in situazioni imbarazzanti
– poche – non sono mai state peri-
colose davvero, le ho sempre potute
gestire facilmente.
Come le gestiva?
Uscendo dalla situazione o facendo
uscire (sorride).
C’è qualcuno oggi nella sua vita
che considera più di un amico?
Se c’è lo tengo per me. Alla mia età,
anche se sono un personaggio pub-
blico, posso permettermi di essere
riservata sul mio privato. Ma l’amo-
re non può mancare nella vita di una
donna, mai.
Riservata lo è sempre stata. È
questo il segreto per essere una
delle poche dive di oggi?
Non è qualcosa che ho pianificato. Ho
fatto la mia vita cercando di proteg-
gere i miei cari ma spesso capita che
noi, soprattutto gli attori, creiamo
immagini che poi sfuggono al nostro
controllo. C’è anche da dire che sono
piuttosto timida di natura.
Con Valerio Mastandrea l’ho vi-
sta particolarmente complice.
Sia sullo schermo che nel salotto
di Mara Venier a Domenica in.
Non avevamo mai lavorato insieme.
E quando ci siamo trovati per il pri-
mo ciak dovevamo baciarci tutto il
tempo.
Come bacia Mastandrea?
Ci siamo trovati benissimo. Sul set è
una questione di energia: se passa tra
due attori l’intimità viene naturale,
IL RE DEL TERRORE COLPISCE ANCORA
GUARDA IL TRAILER
DI DIABOLIK - GINKO
ALL’ATTACCO! DEI
MANETTI BROS.
MONICA INTERPRETA
ALTEA, L’AMANTE
DELL’ISPETTORE
GINKO
NICOLE MANETTI
se non scorre, da professionisti quali
siamo, ci si applica. Tra me e Valerio
non c’è stato bisogno di sforzi. E que-
sta energia si percepisce forte nel
film in entrambe le coppie che però
la indirizzano in direzioni opposte:
Ginko e Altea verso il bene, Diabolik
e Eva verso il male.
Era amante del fumetto Diabolik
da ragazza?
I fumetti mi riportano all’infanzia.
Mia mamma si arrabbiava molto
perché mi piaceva mangiare leggen-
doli. Mi affascinava il racconto at-
traverso i disegni. E poi di Diabolik
adoravo la storia d’amore tra due
pronti a tutto, l’amore legato al peri-
colo, il mondo del crimine. C’era da
far andare la fantasia.
Diabolik è stato creato dalle so-
relle Giussani, negli Anni ’60,
quando le donne di diritti non ne
avevano molti.
29
IN COPERTINA
Sembra incredibile perché hanno
creato delle donne talmente potenti.
E i fratelli Manetti, che hanno fatto
una versione cinematografica molto
rispettosa del fumetto, con questa
atmosfera retrò molto bella, hanno
reso i personaggi femminili ancora
più moderni con tante sfumature
psicologiche: sono donne che pren-
dono l’iniziativa ma che seguono il
loro cuore; forti ma fragili nello stes-
so tempo. Eva, Altea, ma anche la
moglie di Diabolik, all’oscuro della
vera identità del marito, interpreta-
ta nel primo film da Serena Rossi,
era un personaggio bellissimo, sfac-
cettato.
Il suo rapporto con le donne è
sempre stato buono o ha sentito
invidia per la sua bellezza?
Se l’ho sentita, mai in modo forte.
Ho sempre avuto molto rispetto per
le donne, curiosità e anche ammira-
zione. Penso che questo lo percepi-
scano.
Come si educano due figlie fem-
mine alla parità?
È venuto tutto naturale. Oggi le cose
sono molto migliorate, ci sono più
donne indipendenti. Le mie figlie
hanno tantissimi amici maschi, ci
sono meno divisioni tra i sessi: ve-
stono con questi pantaloni larghi, le
felpe grandi, il cappuccio, tutto mol-
to unisex. I giovani adesso sono me-
no schematici e poi noto che non
hanno paura di parlare delle proprie
fragilità, lo fanno senza scusarsi.
Lei è una mamma severa?
Cerco di parlare il più possibile, di
non perdere mai il contatto. Poi cer-
to tutti noi genitori facciamo errori
tremendi, è il mestiere più difficile
del mondo.
Pone limiti alle ragazze sull’uso
di smartphone e social?
Deva ha 18 anni, lavora e viaggia da
sola, mica posso dirle di non guarda-
re il telefono. Ora poi ha anche de-
buttato come attrice (nel film italia-
no La bella estate, tratto dal romanzo
di Cesare Pavese, regia di Laura Lu-
chetti, ndr); ha deciso di prendersi un
30
Monica con la figlia Deva, 18 anni, in uno degli scatti realizzati per Vogue.
Dall’amore dell’attrice con Vincent Cassel è nata anche Léonie, 12.
anno per lavorare e poi riprenderà
gli studi più avanti. Léonie frequen-
ta già un atelier di teatro, entrambe
hanno una sensibilità artistica,
quindi le vedo comunque piene di
interessi. È vero che usano troppo i
social ma vanno anche a 3mila all’o-
ra, noi al confronto siamo dei bradi-
pi, bisogna anche accettare che sia-
mo due generazioni diverse e che il
mondo in cui viviamo è questo. E
comunque quanti adulti si vedono al
ristorante che non parlano tra loro
ma hanno gli occhi fissi sul cellula-
re?
Noi però siamo cresciuti senza la
tecnologia. La dipendenza dei
giovanissimi mi sembra più pre-
occupante: non sviluppano altre
capacità, rischiano di restare
molto superficiali.
Vale per tutti: la nostra umanità ha
bisogno di tempi e ritmi che la tec-
nologia non ci lascia.
Che effetto le ha fatto vedere De-
va uscire dal nido? Un po’ di no-
stalgia ce l’ha?
No, sono felicissima per lei. Sta cer-
cando la sua strada ed è bellissimo
vederla spiccare il volo.
Chiede consigli alla mamma?
Parliamo molto ma poi è lei che de-
cide.
Quando le sue figlie si saranno
costruite la loro vita, può pensa-
re di tornare a vivere in Italia?
Certo, tutto è possibile. Sono molto
legata all’Umbria e alle mie origini.
Ho viaggiato molto nella mia vita,
ma appena potevo e posso ci torno,
anche solo due giorni per vedere i
miei genitori. Loro per fortuna stan-
no bene di salute, voglio godermeli.
È un bel momento quello che sto vi-
vendo: ho loro, le mie figlie, la mia
vita di donna, il mio lavoro.
Sempre stata così ottimista?
Sempre stata entusiasta. Anche se i
dolori ci sono stati, trovo sempre la
voglia di ricominciare e credere nel-
la vita.
So che a dicembre lo spettacolo
Maria Callas: Lettere e memorie
sbarcherà in America. Una bella
soddisfazione per lei che non
aveva mai fatto teatro prima.
Incredibile, concluderemo al Beacon
Theatre di New York il 27 gennaio.
Era iniziata come una cosa piccola ed
è diventata una tournée internazio-
nale che sarà anche l’oggetto di un
documentario che stiamo girando: in
questo modo resterà traccia delle re-
cite, della fatica e delle emozioni che
in teatro si vivono solo nel momento.
Ma non so se rifarò l’esperienza. Co-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
me Maria Callas fece un solo film,
Medea, anche io potrei decidere di
non tornare a teatro. L’amore per il
personaggio era più forte della mia
per quotidiani e riviste venga su
eurekaddl.homes paura, ma l’ansia
che mi dà il palcoscenico resta
tanta.
 STORIE 1 della settimana

Chloë Sevigny

SEMPRE
STATA
DIVERSA
È anche per questo che Guadagnino l’adora e l’ha voluta
nel suo nuovo film, mentre il mondo della moda la osanna.
«Non ho mai sentito il bisogno di omologarmi», racconta.
Ora è mamma di Vanja, nato durante la pandemia.
«La prima volta che l’ho toccato indossavo guanti di plastica»
di Enrica Brocardo

Chloë Sevigny ha una risata così
profonda e roca che sembra appar-
tenere a un’altra. Così come lei non
sembra appartenere allo star system
nel senso che, a differenza di tante
sue colleghe, è disponibile a parlare
senza filtri di tutto.  can Horror Story. E, nel 2020, in We
Americana, 48 anni il 18 novembre,
ha sempre fatto scelte poco conven-
zionali. Dalla recitazione, per lo più
in piccoli film indipendenti e alter-
nata al lavoro da modella, fino al
THOMAS WHITESIDE/TRUNK ARCHIVE
una scena di sesso orale (vero) con
Vincent Gallo. 
Da allora, ha continuato a recitare
sia al cinema che in diverse serie tv
come Big Love (per la quale ha vinto
un Golden Globe nel 2010) e Ameri-
Are Who We Are di Luca Guadagni-
no, nella quale interpretava Sarah,
colonnello dell’esercito trasferito in
una base militare americana in Ve-
neto insieme a moglie e figlio. Il suo,

successo di Boys Don’t Cry, del 1999,
con il quale ottenne una nomination
agli Oscar. Per poi, nel 2003, rischia-
re di giocarsi tutto con il film The
Brown Bunny, che fece scandalo per
di figlio, avuto dall’artista croato
Siniša Mačković, si chiama Vanja, è
nato il 2 maggio 2020 e «proprio
mentre giravo quella serie ero  nel
primo trimestre di gravidanza».

32
Chloë Sevigny, 48
anni il 18 novembre.
Candidata all’Oscar
per Boys Don’t Cry
(1999, su Disney+),
ha recitato in film
cult come American
Psycho (2000, su
Netflix) e Dogville
(2003). È stata
testimonial di vari
brand, tra cui Louis
Vuitton e Miu Miu.

33
STORIE
Con Guadagnino è tornata a lavora-
re nel film Bones and All, in uscita il
23 novembre. Storia di formazione
di due giovani cannibali, Maren
(Taylor Russell) e Lee (Timothée
Chalamet). «Quando me l’ha propo-
sto, gli ho risposto: “Per te, sono di-
sponibile anche se si tratta di una
sola battuta”». Sevigny è la madre di
Maren e appare in una sola scena.
«Ho pensato fosse una sfida», dice.
«Non voglio svelare troppo, ma que-
sta donna ha fatto una scelta estre-
ma: ha allontanato la figlia pensando
che fosse l’unico modo per salvarla».  che l’ha diretta in Bones and All (in sala il
Come sceglie i ruoli?
Non penso mai al numero di scene o
di battute che il mio personaggio ha
all’interno di un film. Amo il cinema
d’autore e per me conta il regista, la
storia in generale, non solo la mia
parte. La scena di Bones and All in
cui appaio credo possa trasmettere
forti emozioni al pubblico.
Ha diretto tre cortometraggi. Si
sente pronta per un film?
Sto sviluppando un progetto. Quan-
do sarà pronto lo manderò a Luca,
spero gli piaccia. In Italia avete un
sacco di bravissimi produttori.
Tornando a Bones and All, essere
madre l’ha aiutata a entrare nel-
la parte?
Assolutamente. E mio figlio era con
me sul set. Averlo lì mi ha permesso
anche di uscire più facilmente dallo
stato mentale del mio personaggio.  bisogno della carta verde. L’idea era
A Vanja piace stare sul set?
Sì. Perché lo incuriosiscono teleca-
mere, attrezzature e soprattutto le
roulotte dove stanno gli attori nelle
pause perché dice che sembrano
«piccole case». Gli piacciono i posti
pieni di gente anche perché è un
bambino carino, simpatico e gli è fa-
cile ottenere una bella fetta di atten-
zioni. Io, però, ogni volta che lo por-
to con me mi sento un po’ in colpa
per tutte le persone della troupe alle
quali non è concesso fare lo stesso.
Quindi, per rispetto nei loro con-
fronti, cerco di non approfittare dei
miei privilegi di attrice.  volta usciti dall’ospedale siamo ri-
Com’è stato diventare mamma?
34
In alto, Chloë con Luca Guadagnino, 51,
23 novembre). Sotto, con il marito,
l’artista Siniša Mačković, 41.
Non ho mai creduto che avere un fi-
glio sarebbe stato facile, anche se ti
dà una gioia enorme. Ho un marito
molto presente e sono fortunata
perché posso permettermi di avere
qualcuno che mi aiuta. Non posso
neppure immaginare quanto sia du-
ra crescere un bambino da so-
li. Vanja è nato quando avevo 45 an-
ni e il tempo per diventare madre si
stava esaurendo. Dal momento che è
figlio unico sto cercando di fare il
possibile per non viziarlo troppo.  volevo essere come loro.
Si è sposata due volte, prima ci-
vilmente nel marzo 2020 e poi in
chiesa lo scorso maggio. Perché?
Volevamo sposarci prima della na-
scita di nostro figlio. E anche per una
ragione pratica: mio marito aveva
di celebrare le nozze in chiesa subito
dopo, ma è arrivato il Covid e abbia-
mo dovuto rimandare.  davo in giro vestita in modo folle.
In effetti, suo figlio è nato duran-
te la pandemia.
Dopo il parto, la prima volta che me
l’hanno dato da tenere in braccio,
l’ho dovuto stringere con i guanti di
plastica, perché in ospedale era ob-
bligatorio indossarli. Ci sono donne
che hanno figli in situazioni molto
peggiori, ma non è stato facile. Allo-
ra, nessuno sapeva ancora bene co-
me difendersi dal virus, che cosa ci
saremmo dovuti aspettare. Poi, una
masti in quarantena per due setti-
mane senza poter vedere mia mam-
ma, mio fratello, i suoi due figli. Mia
madre ha compiuto 75 anni, ma è
ancora in forma. Appena è stato pos-
sibile, siamo andati a stare da lei in
Connecticut per un po’, anche per-
ché New York era l’epicentro della
pandemia. Mio figlio la adora, è in-
namorato della sua nonna. 
La Maren del film di Guadagnino
ha 18 anni. Lei com’era a quell’e-
tà?
Come lei, ero una ragazza “diversa”
dalla maggior parte delle mie coeta-
nee. Avevo il mio gruppo di amici,
ma non sentivo il bisogno di omolo-
garmi, di seguire il gruppo. Fin da
giovanissima mi interessavo di arte,
moda, musica, cinema. Leggevo tan-
to, ma non ero particolarmente por-
tata per la scuola. 
Oggi si direbbe che era “cool”. 
Forse ha ragione. Quando avevo 13-
14 anni, mio fratello maggiore Paul
frequentava gli ambienti della musi-
ca indie, io osservavo il modo in cui
lui e i suoi amici si vestivano, si com-
portavano e ho cominciato ad amare
il loro stile. Mi sembravano molto
più affascinanti dei miei coetanei,
 
Lei è anche stilista e icona di mo-
da. Dove nasce questa passione?
Mia mamma aveva scatole e ceste
pieni di abiti e costumi. Non sapevo
suonare, ma mi piaceva molto dise-
gnare, scegliere i colori, i tessuti, ab-
binare i capi di abbigliamento. Allo-
ra era il modo più semplice per
esprimere me stessa. Da ragazza an-
 
Mi faccia un esempio.
Avevo un abito da sposa in seta e lo
indossavo con sotto una t-shirt, © RIPRODUZIONE RISERVATA - IPA, GETTY IMAGES
mentre sopra mettevo una giacca
rosa alla  Jackie Kennedy,  e ai piedi
anfibi militari. Avevo “decostruito”
un cappotto tagliando la parte sotto
e togliendo i bottoni. Mi ero tinta i
capelli di bianco e rosa, al collo por-
tavo nastri di pizzo con attaccati pic-
coli fiori o ramoscelli. Il principio
era tagliare, togliere pezzi, rimonta-
re. In quel modo abiti da buttare po-
tevano diventare meravigliosi.  
 STORIE 2 della settimana

IL POTERE
Il colore che ci fa belle

DEL BIANCO
Il nero sfina, ma il bianco raddrizza la postura.
Elegante, fresco, persino accogliente, trionfa nella serie
The Watcher e sulle signore «anta» che ormai lo usano
in ogni ambiente e stagione (novembre compreso).
Vuoi mettere cucinare il ragù in total white?
di Guia Soncini
ERIC LIEBOWITZ/NETFLIX

36
Naomi Watts, 54
anni, sempre in
bianco nella serie
The Watcher,
ora su Netflix.
Interpreta Nora,
appena trasferita
in New Jersey,
in un quartiere
che sembrava
tranquillo, ma
si rivela poi
non avere nulla
di accogliente.

37
STORIE
Ho buttato il golfino di Ceci-
lia. A mia discolpa, è accaduto
prima. Prima dell’uscita di The
Watcher su Netflix, prima che la
stampa di costume di tutto il mondo
si buttasse sulla definizione di «coa-
stal grandmother»: prima. Il golfino
immettibile, Cecilia me l’aveva rega-
lato trent’anni fa. L’avevo indossato
forse una volta: era bianco e ciccione
e peloso e aderente; di quelli che,
avendo uno sproposito di tette, pro-
prio non puoi mettere senza sem-
brare una pin-up. Non era diventato
un pezzo fondamentale del mio
guardaroba, ma da trent’anni mi ri-
suona la frase che mi disse Cecilia
regalandomelo. Capiterà anche a voi
di ricordarvi inspiegabilmente det-
tagli insignificanti, e dimenticare il
codice del bancomat. Ecco, io da
trent’anni occupo il sottoscala d’un
neurone con la frase che a vent’anni
mi disse un’amica che mi sembrava
saggia: col bianco stai più dritta.
A UN POLSINO DA SHARON
Negli anni ho comprato camicie
bianche (a un certo punto Sharon
Stone ne mise una con una gonna da
sera, e io decisi che tutto quel che mi
separava da Sharon Stone erano le
camicie bianche), gonne bianche,
pantaloni bianchi. Sempre di più:
per l’inconscia convinzione che
avrei avuto una postura migliore, e
per la lucida consapevolezza che col
bianco hai meno caldo. Vorrei vede-
re uno studio scientifico sulla dimi-
nuzione del nero nei guardaroba
femminili andando avanti negli an-
ni: è perché smette d’importartene
di sembrare più magra, e quindi vie-
ne meno il dogma «il nero sfina», o è
perché con le caldane della meno-
pausa la tua principale priorità è in-
dossare un colore che non attiri i
raggi del sole?
Il bianco, sembra credere il reparto
costumi di The Watcher, che infila
Naomi Watts in strati di cachemire
dal panna all’écru, t’illuderà di poter
tenere lontani gli spettri: la casa sarà
pure infestata, ma con quel guarda-
roba tu non puoi che arrivare viva
38
all’ultima puntata, e anche il pubbli-
co si sentirà rassicurato: bene, ci sa-
rà una seconda stagione, anche l’an-
no prossimo posso perdere tempo
davanti a Netflix invece che fare il
cambio degli armadi.
Il bianco di Naomi Watts piacerebbe
alla tizia con centinaia di milioni di
visualizzazioni su TikTok, la biondi-
na che s’incarica di spiegarci quale
sia il look delle coastal grandmother,
suscitando l’ira funesta di noialtre
vegliarde: come si permette questa
signorina che non ha mai avuto una
caldana di dirci come ci vestiamo
noialtre rilassate in menopausa, no-
ialtre colte ed eleganti, noialtre che
non dobbiamo più dimostrare nien-
te a nessuno? Questa è appropria-
zione culturale, perdinci.
VOGLIA DI CUCINA (BIANCA)
La nonna che vive sulla costa – cioè
in California o a New York, cioè una
signora cosmopolita e con disponibi-
lità economiche, né la cara vecchina
che vive per i nipoti né un’americana
Jack Nicholson, 85 anni, e Diane
Keaton, 76, nel film Tutto può succedere
del 2003, che oggi ispira una tendenza
forte sui social, quella delle «coastal
grandmother».
col fucile di quelle che vivono in Stati
con meno ambizioni europee – è
ispirata ai film di Nancy Meyers, di
fronte ai quali il pubblico femminile
si divide in due. No, non sto parlando
delle nostre preferenze ormonali di
fronte a Jack Nicholson, oggetto del
desiderio di Diane Keaton in Tutto
può succedere, o di fronte ad Alec
Baldwin, ex marito di Meryl Streep
in È complicato. Mi rifiuto di aprire
quel dibattito: quando c’è di mezzo
Jack Nicholson, non c’è gara. Ma io
sto parlando di lei. La voglia ultima,
ma solo di alcune. Il desiderio proi-
bito non altrettanto universalmente
condiviso.
Insomma: la cucina.
L’ha scritto sull’Atlantic Caitlin Fla-
nagan, che ha appena compiuto 61
anni e, quando si parla dei desideri
di noialtre vegliarde, sa quel che dice
più delle ragazzine di TikTok: le
donne di Nancy Meyers non sono
devote all’uomo, ma alla cucina. E
voi, a quale delle categorie di spetta-
trici appartenete? Quella di chi, ve-
dendo il mobile con sopra esposti
EVERETT COLLECTION/CONTRASTO
piatti usati come elemento d’arredo
nella casa di Diane Keaton, pensa
ma per carità, ma che scomodità, ma
tu sei matta? O quella di chi, veden-
do la ristrutturazione della cucina di
Meryl Streep, vibra di desiderio e in-
vidia? Nel secondo caso, il golf
 STORIE
bianco che indossate è la scelta giu-
sta: siete una coastal grandmother,
un genere che fa il ragù in pentole
costose (d’accordo: questo è un mio
adattamento locale, ce la vedete una
californiana che fa il ragù?).
VEGLIARDA RILASSATA
La differenza tra la signora in bian-
co che non ha bisogno di dirsi coa-
stal grandmother (perché lo è) e la
ragazzina coi like che la teorizza è
che la prima non ha nessuna inten-
zione di spiegare la propria estetica
e il proprio posto nel mondo. Non le
servono i like: ha vissuto. Non le
servono abiti comodi in colori rilas-
sati per sembrare vestita da casa
all’happy hour in locali inutilmente
rumorosi: ha ottimi vini in casa, e
quella cucina accogliente in cui
ospitare solo chi le pare. Ha dimo-
strato tutto per alcuni decenni: ora
non ha bisogno di estranei per sen-
tirsi viva. È la più invidiabile delle
figure perché non fa niente per dire:
Quando ancora esistevano
le piogge autunnali, nessuno
vestiva di bianco dopo settembre:
troppo il rischio di inzaccherarsi
invidiami. Le sue pentole costose e
il suo ragù delizioso e la sua aria
chic senza sforzo sono note al
mondo – figli, nipoti, amici, ex ma-
riti: sono tutti dotati di cellulare
con fotocamera e di occhio per la
fotogenia di arredi e costumi – ma
venire ammirate dal mondo non è
il loro scopo precipuo. La composi-
zione di fiori sta sul bancone della
cucina perché piace a lei, non per-
ché prenderà parecchi cuoricini.
La vegliarda rilassata è un modello
comportamentale perché non ha
alcuna intenzione d’essere un mo-
dello: non farà mai un tutorial in
cui gira il sugo.
40
BASTA REGOLE DI STILE
Non è neanche importante che il
cachemire bianco sia quanto di più
inadatto per cucinare (sai che tra-
gedia smacchiarlo dagli schizzi di
ragù): come spiega bene Flanagan,
la vegliarda in bianco è rilassata
perché ha visto tutto, fatto tutto,
superato tutto; figuriamoci, ag-
giungo io, se la spaventa una
macchia di sugo. Il suo bian-
co non è perentorio: è acco-
gliente. Non è il bianco ag-
gressivo di Sharon Stone
(sempre lei) in Basic Instin-
ct (1992), o quello finto con-
ciliante di Goldie Hawn,
Diane Keaton e Bette
Midler nel Club delle prime
mogli (1996).
La sua non è l’ultima immagine
d’innocenza (Rossella O’Hara in
bianco un attimo prima che la guer-
ra civile si porti via quel mondo),
non è sex appeal ridondante (Ma-
rilyn con la gonna sollevata dal pas-
saggio del metrò in Quando la mo-
glie è in vacanza), e neppure la
disperazione composta di Liz Tay-
lor nella Gatta sul tetto che scotta.
Non ha talmente niente da dimo-
strare, la vegliarda in bianco di que-
sto secolo, che osa trasgredire una
delle più accorate regole di stile
americane: non s’indossa il bianco
dopo Labor Day. La festa del lavoro
A sinistra, Liz Taylor (1932-2011)
in La gatta sul tetto che scotta. Sopra,
Marilyn Monroe (1926-1962)
in Quando la moglie è in vacanza. Sotto,
Vivien Leigh (1913-1967) in Via col vento.
americana cade il primo lunedì di
settembre, e la regola è stata inven-
tata quando l’estate non durava ot-
to mesi. A settembre c’erano i tem-
porali, se eri in bianco in città ti
schizzavano i taxi di passaggio, se
© RIPRODUZIONE RISERVATA - EVERETT COLLECTION/CONTRASTO
eri in bianco in campagna finivi ma-
lamente inzaccherata.
La regola, soprattutto, non è stata
fatta per noialtre vegliarde alle
quali nessuno può più dire cosa fa-
re, alle quali non importa niente
delle regole di stile: è novembre e
voglio vestirmi di bianco, embè?
No, niente cara, figurati, volevo giu-
sto chiederti dove hai preso
quell’ensemble, stai benissimo, e
poi non mi ero mai accorta fossi co-
sì dritta, hai mica cominciato a fare
ginnastica posturale?
 STORIE 3 della settimana

Giada Savi, 17 anni,

è una delle
protagoniste
di Corpo libero
su Paramount+, che
racconta il mondo
della ginnastica
artistica. L’attrice,
come le altre
ginnaste della serie,
è un’atleta anche
nella realtà.
WEBHOTO

42
 La parola alle mamme

MIA FIGLIA,
UNA GINNASTA
Ritmica o artistica, poco cambia. Le denunce
delle atlete fotografano una realtà da incubo:
allenatori che le umiliano, altri che condizionano
il loro sguardo sul corpo quando sono ancora bambine,
pressioni continue per essere la numero uno.
Ma cosa possono fare i genitori di una figlia
patita per spaccate e capovolte? Due madri
(che hanno fatto scelte diverse) si confrontano sul tema

di Federica Brignoli e Benedetta Sangirardi

43
STORIE
SEMPRE A DIETA.
MA LA MIA PICCOLA
HA SOLO 10 ANNI
Il racconto e le preoccupazioni
di Manuela, mamma di Giulia
«Giulia, tieni questo pacchetto di
M&M’s, ne sono rimaste otto, così le
distribuisci alle compagne di ginna-
stica». Un gesto innocente e ingenuo
si trasforma in un caos. Appena tor-
nata a casa dalla palestra di una nota
società milanese dove mia figlia fa
ritmica da quando aveva quattro an-
ni e mezzo, me ne dice di tutti i colo-
ri. «Mamma, non me le dare mai più,
l’insegnante mi ha rimproverato, ha
detto di non portare niente del ge-
nere, che queste schifezze non si
mangiano, né sono adatte a chi sce-
glie di fare ginnastica ritmica!». Se-
gue in chat un messaggio dell’allena-
trice: «Vi ricordo che le vostre figlie
sono delle agoniste, non voglio vede-
re alimenti che non siano sani».
Cavolo, che esagerazione, penso
dentro di me. Giulia è magra, non ha
certo problemi di peso. E d’altra par-
te per fare questo sport non puoi es-
sere altrimenti. Se hai una confor-
mazione fisica non idonea e un certo
tipo di muscolatura, sei automatica-
mente fuori, o puoi farlo a livello
amatoriale. La ginnastica ritmica
per lei è adrenalina pura, diverti-
mento, passione, entusiasmo. Inizia
presto, come tante altre bambine,
due volte la settimana per un’ora.
Ma basta un anno perché arrivi la
mail che cambia tutto, organizzazio-
ne familiare inclusa: «Giulia è stata
selezionata per la categoria agoni-
stica». Dai sei anni, via agli allena-
menti mirati per tre volte a settima-
na, ne fanno parte un gruppo
ristretto di bambine con «grandi po-
tenzialità» e con una certa predispo-
sizione fisica, che vuol dire magra e
molto flessibile. Felicità alle stelle,
la mia piccola è orgogliosa, e anche
io da mamma.
44
Nel secondo anno si passa a quattro
pomeriggi alla settimana, per tre
ore. Con mio marito e l’aiuto dei
nonni riusciamo a far quadrare tutto
e assecondare la sua passione sfre-
nata. D’altra parte non sta ferma un
attimo: ruote, spaccate, allunga-
menti vari, clavette, nastro e cerchio
sparsi per casa. Ma gli allenamenti
sono sempre più intensi e sofferti,
lavorano sull’elasticità muscolare,
la spaccata “normale” a 180 gradi
non è più sufficiente, serve quella
con una gamba sul gradino e poi sul-
la sedia, l’altra sul pavimento. Vedo
Giulia piangere per la prima volta, è
doloroso. Le spiego che fa parte del
percorso, che la mobilità articolare è
fondamentale in questo sport. Ma
dentro di me soffro.
Nonostante la fatica, la ginnastica la
travolge ogni giorno di più, il corpo
che riesce a creare performance ma-
giche la ammalia. Non ha alcuna in-
tenzione di smettere, e anzi inizia ad
allenarsi anche in estate, con campus
organizzati dalla società che preve-
dono allenamenti di otto ore al gior-
no, le ginnaste agoniste non possono
stare ferme, altrimenti si “legano” e
perdono tutto il lavoro muscolare
fatto nel corso dell’anno.
Alla sera è stravolta, cerco di inter-
cettare i suoi occhi, interpretare lo
sguardo per capire se è tutto ok, se
sta bene, la stanchezza le impedisce
di proferire parola. Il messaggio è
presto chiaro sull’educazione ali-
mentare, rivolto ai genitori e alle at-
lete, soprattutto da quando a otto
anni inizia le gare nazionali. Le alle-
natrici insistono su un’alimentazio-
ne sana, che deve diventare un’abitu-
dine, al bar della società vietate
chiaramente patatine e dolci, sul cor-
po asciutto, con indicazioni su che
Un’altra scena di
Corpo libero.
Un gruppo di
ginnaste sta
preparando una
competizione.
Ma una di loro
sarà trovata
morta.
cosa mangiare, preferire la pasta in-
tegrale, proteine, verdure. «Mamma,
ti ricordi? Questo non posso man-
giarlo», mi fa notare Giulia quando a
tavola esagero con qualche preliba-
tezza. La disciplina, questo le viene
insegnato e non sgarra nemmeno a
casa. «Per fortuna non le piacciono i
dolci», mi dico, «altrimenti sai che
rinunce per rimanere longilinea».
Per sua fortuna il suo fisico lo è di na-
tura. Altre mamme del gruppo di gin-
nastica mi parlano delle loro figlie
con tendenza a ingrassare che vivono
in lotta perenne col cibo. Per loro le
madri organizzano nel dettaglio il
menù per il timore che le ragazzine,
fuori forma, non siano più conformi
e vengano mandata via dal gruppo.
A dicembre ci sono le gare nazionali
a Rimini, Giulia non vede l’ora, si al-
lena senza sosta. Ripenso a quella
volta in cui una delle sue allenatrici,
ex atleta della serie A, mi raccontò di
essere andata al compleanno di 18
anni di un’amica anche lei atleta.
Una festa senza torta, sul buffet sol-
tanto pomodorini, carote e finocchi.
E mi domando, in questi giorni in
cui provo grande dispiacere per la
ginnastica ritmica nella bufera, tra
racconti di insulti e umiliazioni, at-
lete pesate più volte al giorno e guai
a qualche etto di troppo, che cosa sia
meglio per mia figlia.
Parliamoci chiaro: è stata scoperta
l’acqua calda, è chiaro che tutte le
ginnaste che arrivano in serie A o in
Nazionale rasentano l’anoressia, il
corpo è ossessione, la magrezza un
diktat.
Vedo Giulia inseguire un sogno, la
fatica in volto, le prime rinunce, le
WEBPHOTO
sto vicina e la rassereno, quando si
tratta di cibo: «Tranquilla, ci pen-

STORIE
sa la mamma». E intanto spero che
qualche società imponga anche
corsi di educazione alimentare, per
istruire atlete e genitori a scorgere
gli eventuali campanelli d’allarme
sui disturbi. Orgogliosa di mia fi-
glia, fiera quando l’esercizio riesce
alla perfezione, vivo sentimenti
contrastanti. Non è la più brava, e
questo quasi mi solleva, ma mi di-
spiace vederla triste quando non è
convocata a una gara. Voglio che vi-
va un’adolescenza come tutte le al-
tre ragazze, e non in una scuola
“speciale” e chiusa in una palestra
per dieci ore al giorno. Lo sport
agonistico è una delle più grandi
scuole di vita: disciplina, autostima,
impari a cavartela da sola, le ami-
che del gruppo diventano sorelle, il
legame è fortissimo. Non so dove
arriverà, se alle medie si stancherà
e mollerà. Resto qui, a guardarla e
guidarla, la aiuto a cercare la felici-
tà. Anzi, prima la serenità.
NON LA MANDO
AD ALLENARSI
DOVE LA PESANO
La scelta di Cristina, mamma
di Alessia, 11 anni
«Perché non mandi tua figlia alla
Brixia?». Se abiti nella zona di Bre-
scia e tua figlia vuole fare ginnastica
artistica, la domanda che ti viene
fatta più spesso, soprattutto quan-
do lei colleziona medaglie e passa
ogni minuto della sua giornata a fa-
re spaccate e capovolte, è questa.
Perché non mandarla alla scuola di
La serie in onda
su Paramount+
è tratta da
Corpo libero di
Ilaria Bernardini
(Mondadori,
18,50 euro).
A metà tra
il romanzo
di formazione
e il giallo.
46
LA GINNASTICA
A COLORI
CORPO LIBERO È
ANCHE FUMETTO.
ECCONE
UN ASSAGGIO
In libreria dal 24 novembre la graphic
novel Corpo libero, sceneggiata da
Chiara Barzini, Ilaria Bernardini,
Ludovica Rampoldi, Giordana Mari e
disegnata da Giulia Rosa (Hop! Edizioni).
Vanessa Ferrari, Erika Fasano, Ali-
ce e Asia D’Amato solo per citare
alcune delle atlete più famose d’Ita-
lia? Perché non scommettere sul
suo talento e sulla sua passione?
La risposta che ho dato e che mi so-
no ripetuta negli anni ha molto a
che fare con i racconti e le denunce
delle ginnaste uscite sui giornali
nelle ultime settimane. Compresa
quella di Vanessa Ferrari: «Come
tanti altri ho vissuto sulla mia pelle
i problemi alimentari. All’età di 19
anni mi hanno mandato in una cli-
nica a Verona e grazie al supporto di
esperti e dopo un paio di anni di
percorso sono riuscita a guarire.
Quindi invito chiunque ne soffra a
farsi aiutare perché à davvero fon-
damentale. Lo sport è fatto di sacri-
fici e di rinunce ma prima dei risul-
tati vengono le persone e la loro
salute. Faccio appello all’umanità
di tutti perché penso che debba es-
serci un confine netto tra severità
in ottica di disciplina e cattiveria»,
ha scritto l’atleta su Instagram
qualche giorno fa.
La cattiveria in certi ambienti e in
società più blasonate esiste e la co-
nosco da vicino. Ho amiche che
hanno fatto ginnastica da ragazzine
e hanno subito vessazioni continue
sul cibo e sul fisico, con pasti fatti
solo di carote e sedano e mai nessu-
no sgarro. E anche tra le coetanee di
mia figlia che frequentano società
più blasonate la pressione è altissi-
ma, tanto che qualcuna ha lasciato
l’agonismo dopo qualche anno e
molti pianti. Ti fanno sentire un
numero, mentre Alessia, iscritta al-
la società Artistica Azzurra da
quando ha quattro anni e in cui è
diventata agonista a sei, si sente in
una grande famiglia. Anche ora che
ha iniziato la prima media e che il
carico di compiti è aumentato, con-
tinua ad andare agli allenamenti
con il sorriso, due ore e mezzo per
tre volte la settimana, più un quarto
allenamento se c’è in previsione
una gara. Unica pausa dalla pale-
stra, un paio di settimane ad agosto
che lei passa comunque a fare acro-
bazie in giardino o ovunque siamo.
Frequentare una società “minore”
non vuol dire avere sconti durante
l’allenamento o fare meno delle at-
lete che sicuramente avranno una
chance in più di mia figlia di andare
alle Olimpiadi: certe sessioni di ad-
dominali sono durissime, anche a
lei come chi frequenta grandi socie-
tà fanno male i muscoli, ma tra un
esercizio e l’altro ogni tanto si ride,
nascono amicizie fortissime e for-
tunatamente non esistono bilance
che possano mettere in crisi un’a-
dolescente in pieno sviluppo. Anzi,
una volta ogni tanto ci si ritrova a
festeggiare con una torta dopo l’al-
lenamento. Le medaglie arrivano
comunque. Alessia finisce spesso
sul podio, anche perché gareggia in
serie A e fino allo scorso anno nella
sua categoria erano ancora in po-
che a contendersi i premi (di solito
si arriva al suo livello dopo gli 11 an-
ni, non prima).
La ginnastica è la sua passione più
grande, quella che le fa mettere in
secondo piano il resto. Anche per-
ché se hai tre pomeriggi a settimana
impegnati, non ti resta poi molto
per altro. Ma se quando era più pic-
cola il suo sogno più grande era par-
tecipare a un’Olimpiade oggi la sua
© RIPRODUZIONE RISERVATA
aspirazione è diventare allenatrice,
proprio come la sua coach Elisa, e
trasmettere un giorno alle bambine
il suo stesso amore per giravolte e
spaccate. O, per dirla in modo più
poetico, insegnare loro a volare.
 dei sieri
N°1
(3)

anti-età
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 STORIE 4 della settimana
LIZ COLLINS/TRUNK ARCHIVE

48
 Sharon Stone

LA MIA TERZA
BATTAGLIA
PER LA VITA
All’apice della carriera, un aneurisma.
Poi un infarto. Oggi un fibroma che,
se avesse dato retta al primo medico,
chissà cosa sarebbe potuto diventare.
E che lei, come con ogni suo malanno,
usa per aiutare il prossimo. Una diva
troppo sexy, troppo intelligente, troppo
diretta, troppo sfortunata. Raccontata
da chi l’ha avuta come autista
di Paola Jacobbi

Sharon Stone,
64 anni. Comincia
come modella per
esordire al cinema
nel 1980 in Stardust
Memories di Woody
Allen. Testimonial
Dolce&Gabbana,
prossimamente
la vedremo nel film
What About Love
al fianco di Andy
Garcia.

49
 STORIE
Una volta ero in automobile
con Sharon Stone, guidava spedi-
ta una decappottabile nel traffico di
Los Angeles. Le confessai di non
aver mai avuto la patente, lei si mise
a ridere e mi raccontò della sua pas-
sione per le auto. Per l’ultimo com-
pleanno si era regalata una Bentley
e, in contemporanea, aveva regalato
ad altri metà dei vestiti, borse, scar-
pe che aveva in casa. Un gigantesco
repulisti, alla Marie Kondo.
In un’altra occasione mi fece una
piccola confessione che mi colpì pa-
recchio: «Detesto l’ipocrisia della
cordialità, una cosa molto america-
na, che ti si appiccica addosso e offu-
sca la verità».
Sharon è nata a Meadville, in Penn-
sylvania, una cittadina che potrebbe
passare per il set di Una mamma per
amica. Un posto tanto carino ma
troppo angusto per la sua personali-
tà e la sua bellezza, entrambe molto
al di sopra della media. Infatti, se l’è
data a (lunghissime, perfettissime)
gambe quando non aveva ancora
vent’anni. Adesso è una signora di
Ben prima di Instagram,
ha saputo usare la popolarità
per parlare dei suoi guai
in tono esemplare, educativo
64, è una star internazionale, un
“personaggio” capace di attirare at-
tenzione e denaro su cause benefi-
che, più che un’attrice che vince pre-
mi a raffica. È un tipo di donna di cui
forse lo stampo si è perso (o, se non
si è perso, è rimasto a Meadville).
IL DESTINO IN AGGUATO
Ben prima che diventasse normale
svelare traumatici segreti d’infan-
zia, malattie o disturbi più o meno
invalidanti e fare dei social media un
diario in progress, Sharon Stone ha
usato la popolarità per parlare dei
propri guai in tono esemplare, edu-
cativo. È successo anche di recente.
50
Ha scoperto di avere un grosso fi-
broma per caso, o quasi. In seguito a
un intervento scorretto, dovuto a
sua volta a una diagnosi errata e a
dolori che non cessavano, si è rivolta
a un altro medico che, appunto, ha
scovato il fibroma. «Cercate di avere
una seconda opinione, andate da più
di un medico: potrebbe salvarvi la
vita». Così ha esortato, so-
prattutto le donne, dal suo
profilo Instagram.
Di sopravvivenza, del resto,
Sharon se ne intende. La
sua autobiografia, uscita
l’anno scorso, si intitola Il
bello di vivere due volte (Riz-
zoli) ed è un’approssimazio-
ne per difetto. Le vite di
Sharon sono ben più di due. E non
solo perché è stata miss, modella,
attrice, attivista.
Nel 2001 venne colpita da un aneu-
risma. Erano passati vent’anni dal
suo debutto cinematografico (era
una comparsa in Stardust Memories
di Woody Allen). Ne erano trascorsi
undici dalla volta in cui arrivò al Fe-
stival di Cannes per il film Atto di
forza e Arnold Schwarzenegger la
presentava dicendo «Non è stupen-
da?», spingendola in avanti, a favore
di fotografi, quasi fosse una creatura
rara. Forse Schwarzenegger non era
ancora a conoscenza della vera par-
ticolarità di tale sventola bionda: il
Sharon nei suoi due film cult: Casinò di
Martin Scorsese (1996, su Now), per cui
ha ottenuto la candidatura all’Oscar, e
Basic Instinct (1992, su Prime Video),
che l’ha incoronata sex symbol globale.
quoziente di intelligenza pari a 140,
cioè vicino a quello dei geni.
L’aneurisma arrivò nove anni dopo
Basic Instinct, il film che definì Sha-
ron per sempre, e pochi meno da Ca-
sinò di Martin Scorsese, l’unico che
le abbia regalato una nomination
all’Oscar. Cioè: la colpì in un mo-
mento cruciale, quando avrebbe ca-
pitalizzato i successi sprint per cor-
rere la maratona, ovvero costruire
una carriera duratura. Il destino per
lei aveva altri piani. Non dei più
scintillanti.
«QUELLA DI BASIC INSTINCT»
Quando si riprese dall’emorragia ce-
rebrale, il matrimonio (il secondo)
con Phil Bronstein, giornalista, di-
rettore del San Francisco Chronicle,
saltò per aria. Lui e Sharon insieme
erano stati una coppia invidiabile,
tutta virtù: lui anche bello come un
attore, lei anche intelligentissima.
Avevano tutto, tranne i figli che non
arrivavano, così ne avevano adottato
uno, Roan. In seguito Sharon non si è
più sposata, ma ha adottato altri due
bambini, Laird e Quinn. Adesso sono
tre ragazzi di 22, 17 e 16 anni.
Poco dopo il divorzio, Sharon ha
avuto un infarto, una diagnosi di en-
dometriosi e un mucchio di altri pic-
coli e grandi guai. Nonostante l’ap-
WEBPHOTO
parenza (sempre divina, sempre in
forma), la salute non è mai stata il
 STORIE
suo punto forte e anche la carriera
non ha mantenuto le promesse.
Ruoli piccoli o piccolissimi. Film vo-
latili. Alla fine, Sharon Stone è sem-
pre «quella di Basic Instinct». O, al
massimo, per i più cinéphile, «quella
di Casinò». Cioè, ferma a prima
dell’aneurisma. L’immagine ha di-
vorato la carriera, la Sharon Stone
personaggio da copertina si è man-
giata i personaggi che avrebbe potu-
to interpretare al cinema. Per forza.
Può Sharon Stone interpretare una
senza fissa dimora che vive in cam-
per come la Frances McDormand di
Nomadland, Oscar come miglior at-
trice 2021? No. Sharon può fare solo
eroine, grandi dame, dive più o me-
no eccentriche. Avrebbe bisogno di
un cinema diverso.
Lo sa anche lei, e periodicamente si
rimette in gioco. Ultimamente ha
partecipato a qualche serie televisi-
va, da The New Pope, diretta da Pao-
lo Sorrentino, a Ratched, diretta da
Ryan Murphy per Netflix. Prodotti
giusti e di prestigio. Eppure, chissà
Quando suo padre le disse:
«Il successo ti sta cambiando
in un modo che non mi piace»,
lei decise di «darsi una regolata»
perché, qualcosa non funziona mai.
Sharon non è una sessantenne di
successo come sono ancora certi co-
etanei maschi (Tom Cruise, Tom
Hanks, George Clooney) ma nem-
meno un’interprete da festival come
una Tilda Swinton o Julianne Moo-
re, che hanno due anni meno di lei o,
appunto, Frances McDormand che
ne ha solo uno in più.
UNA LACRIMA SUL VISO
Tuttavia, la popolarità a livello in-
ternazionale di Sharon resta supe-
riore. Più interviste, più tappeti ros-
si, più eventi. Forse perché è
generosa, perché è brava a racconta-
re e a raccontarsi, forse perché ha
52
Sharon in un raro scatto con i suoi figli: Roan, 22, adottato con l’ex marito
Phil Bronstein, Laird, 17, e Quinn, 16, adottati da single.
davvero rinunciato «all’ipocrisia
della cordialità».
Ho visto tante volte Sharon sul pal-
coscenico di serate di raccolta fondi,
era sempre appassionata, commo-
vente, a volte proprio commossa, nel
senso che parlando di morti di can-
cro o di Aids le scendevano i lacri-
moni. Qualcuno avrà anche pensato
«trucchetti da attrice», io ho sempre
creduto alla sua sensibilità, la stessa
che probabilmente le ha reso
la vita dura sul lavoro. Quel
tipo di sensibilità che fa sì
che gli altri dicano in giro
che sei «difficile» o «testar-
da» o che hai un «brutto ca-
rattere».
Una volta, alla fine di uno di
questi eventi benefici dove,
grazie ai suoi appelli, erano
stati raccolti un mucchio di soldi, le
chiesi se i ricchi donassero per libe-
rarsi dal senso di colpa. «In parte sì,
ma non me ne importa niente. L’im-
portante è che lo facciano».
Ogni volta che l’ho incontrata stava
cambiando qualcosa o affrontando
qualcosa di nuovo. Ma sempre con
una consapevolezza unica. Parlando
di come visse il successo stratosferi-
co e inaspettato seguito a Basic In-
stinct, mi raccontò questo episodio.
Tra un viaggio e l’altro, tra un film e
l’altro, tra un’intervista e l’altra, andò
a trovare la famiglia a Meadville. Suo
padre Joseph la prese da parte e le
disse: «Ti ho vista in tivù. Quasi non
ti riconoscevo. Questa situazione
ti sta cambiando in qualcuno che
non mi piace». Poche parole basta-
rono a Sharon per «darsi una regola-
ta» (parole sue). «Mio padre aveva
ragione, stavo uscendo dai ranghi».
DRAMMI DI FAMIGLIA
I ranghi, per la famiglia Stone, sono
sempre stati molto precisi. Joseph
era nato in una famiglia ricca che pe-
rò aveva avuto un clamoroso rove-
scio di fortuna quando lui era ancora
piccolo. Sapeva non dare nulla per
scontato e voleva che i figli (quattro,
due maschi e due femmine) non vi-
vessero di illusioni.
Stare vicini, condividere anche i mo-
menti peggiori è parte del loro modo
di vivere. Del resto, come molte fa-
miglie normali, hanno attraversato
grandi dolori. Michael, il maggiore,
che aveva anche tentato di fare l’at-
tore senza successo, ha avuto proble-
mi di droga da cui poi è uscito. Pur-
troppo invece suo figlio Colin,
tossicodipendente anche lui, è mor-
to di overdose a 22 anni nel 2014.
L’anno scorso River, un altro nipote
di Sharon, figlio del fratello Patrick,
ha perso la vita: aveva tredici mesi e
una rara malattia. I suoi organi sono
stati donati e il piccolo River ha sal-
vato tre persone. Un messaggio della
© RIPRODUZIONE RISERVATA
famiglia Stone invita tutti a regi-
strarsi come donatori di organi per
onorare la sua memoria. Un gesto in
cui riconosco la mentalità di Sharon
che, forse, alla fine, è troppo intelli-
gente per essere solo un’attrice.
SODINIBIJOUX.IT
STORIE 5 della settimana

Juliette Binoche,
58 anni, e
Vincent Lindon,
63, sono
Sara e Jean
in Incroci
sentimentali,
adattamento
di un romanzo
autobiografico
di Christine
Angot.

Incroci sentimentali

C’ERAVAMO
TANTO AMATI
La giornalista ha sposato il migliore amico del suo ex.
Che cosa accadrebbe se incontrasse quel primo fidanzato?
Juliette Binoche, al cinema, traccia una via
di Benedetta Sangirardi

Stordita, quasi avesse preso una
porta in faccia, sara (Juliette Bino-
che) cammina verso l’ufficio. Si gira.
Fa due passi, si gira ancora e ancora. Il
volto incredulo, il cuore impazzito. Ha
rivisto il suo ex François (Grégoire
Colin) salire sulla sua moto e sfreccia-
re via. Erano dieci anni che non lo in-
contrava, dato che si è innamorata del
suo migliore amico d’infanzia, Jean
(Vincent Lindon), con cui vive in un
modesto appartamento parigino.  «E
quando hai amato qualcuno, quella
persona non svanisce mai del tutto»,
dice con coraggio disarmante in una
frase su cui si fonda l’intero film.
Incroci sentimentali della regista Claire
Denis sembra la storia della mia vita: il
ménage à trois tra me, il mio ex Marco e
il suo (ex) migliore amico Roberto, mio
marito. Con Marco ho trascorso quat-
tro anni, dai 18 ai 22. «Spatriati» dalla
Puglia, per dirla con le parole del pre-
mio Strega Mario Desiati, io a Roma
all’università, lui a Napoli. I viaggi in
treno, le lettere scritte a mano, che
conservo nella scatola dei ricordi, i
weekend a passeggiare in piazza del
Plebiscito. Tre ore di libera uscita al sa-
bato, tre la domenica, secondo le ridide
regole dell’Accademia militare dell’ae-
ronautica in cui era “rinchiuso”.

55
STORIE
Senza rimpianti e ripensamenti, gli
anni più belli della vita. Quelli in cui
sei disposto a fare qualsiasi cosa per
un incontro, un bacio, un abbraccio
che dura un attimo, un respiro sul
collo. Ma Marco mi ha tradita, nell’e-
state caldissima del 2001: troppi i sa-
crifici e le restrizioni in cui viveva,
troppa la voglia di libertà, mi avrebbe
confessato qualche anno dopo.
ROBERTO MI HA SALVATA
Mi stavo prosciugando. A salvarmi
dai 46 chili a cui ero arrivata – dav-
vero pochi per la mia mediterranei-
tà – ha pensato Roberto, mio compa-
gno di banco al liceo, migliore amico
di Marco dall’infanzia. Loro, anzi
noi tre, eravamo uno, qualsiasi cosa
insieme, dai pomeriggi a sfrecciare
sullo scooter dopo i compiti alle
estati torride di Taranto in spiaggia,
fino alle notti nella cantina di Marco
ad ascoltare i Dire Straits a tutto vo-
lume, tanto che non posso ascoltare
Juliet senza piangere. Il trio delle
meraviglie, dell’amore mischiato
all’amicizia, in quell’estate si rompe.
Roberto ripara le ferite e diventa
non solo il salvatore, ma anche il
centro dei miei pensieri. Affidabile,
presente, perbene, quello su cui
puoi contare, Roberto c’è stato e c’è
ogni volta che ne ho bisogno. Si è in-
namorato di me sui banchi di scuola,
ma ho sempre fatto finta di non sa-
perlo, io amavo Marco. Però Rober-
to diventa, come dice Sara, l’uomo
che «torna a casa dalla moglie la se-
ra», in antitesi a «quello che se ne
va» e che «mi ha lasciata andare a
casa sola dopo la festa». Roberto di-
venta, qualche anno dopo, l’uomo
che sposo e il padre dei miei figli.  re nella sua società che recluta gio-
FERITE CHE SI RIAPRONO
La felicità in amore o l’apparente se-
renità può essere stravolta da un in-
contro che riapre ferite, fa tornare a
galla «se» e «ma», rimette tutto in
discussione. A me è accaduto, come a
Sara, quando dopo alcuni anni ho ri-
visto Marco. Non c’è stato il coraggio
di un dialogo, ancora troppa la sua
56
Binoche con Grégoire Colin, 47 anni, il suo ex fidanzato François.
rabbia verso me e verso Roberto da
cui si è sentito tradito, ma il suo
sguardo pesava più delle parole.
«Quando ero molto giovane mi è ca-
pitato di essere innamorata di due
persone contemporaneamente», ha
ricordato Juliette Binoche presen-
tando il film, ed è stato spaventoso
trovarsi così lacerata».
Non è successo solo a lei. Anch’io ho
amato due uomini allo stesso tempo,
pur sapendo chi avrei scelto. L’amo-
re è una forza misteriosa e travol-
gente a cui non ci si può opporre.
Come Sara, ho tentato di essere au-
tentica rispetto ai sentimenti che
provavo e provo, di essere libera, di
non nascondere quello che mi acca-
deva quando incontravo Marco, e
questo non aveva nulla a che vedere
con l’amore sincero nei confronti di
mio marito. «Una volta un regista
sposato che nutriva interesse nei
miei confronti mi ha detto “non pos-
so mettere i miei sentimenti in fri-
go”», ha raccontato ancora l’attrice.
«Non è accaduto nulla tra noi, ma ho
apprezzato il suo rispetto nei con-
fronti delle proprie emozioni. Non
va bene tradire, ma in questo film c’è
il coraggio di affrontare se stessi».
HO CERCATO DI RIUNIRLI
In Incroci sentimentali François
chiama Jean per proporgli di entra-
vani talenti del rugby, riaprendo, in
modo non inconsapevole, il vortico-
so triangolo che avevano chiuso die-
ci anni prima.
A me, a noi, non è successo. Marco
non ha più voluto sapere nulla di Ro-
berto. «Il tradimento nell’amicizia è
più forte di quello in amore», mi ha
detto più volte, benché io abbia fatto
qualsiasi cosa perché ritrovassero
quel legame così raro. Ma io non
avrei potuto stare a guardare senza
agire, come ha fatto mio marito, non
avrei potuto mentire o negare per il
resto dei miei anni. Ho contattato
Marco, ci siamo scritti, sentiti, con
l’obiettivo comune di raccontarci
che quell’amore non svanisce, sem-
mai si trasforma. Che siamo stati un
punto di riferimento l’uno per l’al-
tra, che nonostante mio marito, sua
moglie e i nostri rispettivi figli, l’af-
fetto e il legame è indissolubile. Ri-
mane il “se”, e con curiosità mille
volte avrei voluto vedere il doppio
film, come in Sliding Doors, guarda-
re le due dimensioni parallele, per
capire il migliore dei destini. Ma in
fondo, a che cosa sarebbe servito?
LE MILLE FORME DELL’AMORE
Il passato che ritorna nel film mi ha
fatto tremare. «Ecco qui, ci risiamo,
l’amore, la paura, le notti intermina-
bili, il telefono ai piedi del letto», dice
Sara dopo aver rivisto François. Io ho
adottato la strategia dell’evitamento.
In tutti i messaggi di auguri Marco e
io ci ripromettiamo di vederci per un
caffè o un aperitivo. Guardarci negli
occhi, parlare. Ma tutte le volte che
vado a Roma, dove lui vive, non gli
scrivo né lo chiamo. Lui naturalmen-
te fa la stessa cosa. Il timore di scon-
volgere tutto? O forse la stessa liber-
tà che si prende Sara di essere
autentica nell’esercizio di equilibrio
che è l’esistenza umana. Di dare rile-
vanza al presente, a tutto quello che
di immenso ho costruito con Rober-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
to, con la consapevolezza che l’amo-
re ha mille forme e sfumature. E che
quello per Marco esiste, è autentico,
lo custodisco con sincerità. L’amore
si dice, non si nasconde. Altrimenti sì
che diventa menzogna.
STORIE 6 della settimana

Bianca Nappi

PAZZIA,
IO TI
CONOSCO
Da piccola accompagnava in manicomio il papà psichiatra:
«Ricordo persone parcheggiate lì per venti-trent’anni,
la vergogna dei parenti». E oggi, da mamma, è preoccupata

DIRK VOGEL. STYLING: ALLEGRA PALLONI. LOOK - TOP: LUHNIIO. PANTALONE: ALMURUNA. TRUCCO E CAPELLI: ELISA ZAMPARELLI
perché «il disagio mentale colpisce ormai tanti giovani».
Come quelli che racconta la serie tv in cui lei è un’infermiera
che lavora di notte per dimenticare le sue giornate d’inferno
di Ilaria Amato

«Mi sono comprata un’ora di libertà:
ho pagato una tata per fare l’intervista
tranquilla». Bianca Nappi parla su Zoom
dalla sua casa di Roma, dove vive con il ma-
rito Davide e il piccolo Romeo, quasi 4 an-
ni. «Una madre senza aiuti in famiglia»,
sottolinea, «smette di lavorare se non
mette mano al portafogli».
Attrice voluta da Ferzan Özpetek in tre
film («La mia carriera inizia da lui: gli devo
tutto»), molto popolare in tv per per esse-
re la frizzante Marietta nella serie Le inda-
gini di Lolita Lobosco a fianco di Luisa Ra-
nieri, ora è Rossana, l’infermiera di notte
nell’ospedale psichiatrico di Tutto chiede
salvezza, sette episodi tratti per Netflix dal
romanzo di Daniele Mencarelli sul disagio
mentale nei giovani, una sorta di Qualcuno
volo sul nido del cuculo calato nella perife-
ria della Capitale: «Io che sono di Trani ho
dovuto superare il “test Ricky Memphis”
per provare un accento romano doc. Gli ho
letto un testo e Ricky mi fa: “Perché? Non
sei de’ Roma?”. Una soddisfazione».
Autentiche, assicura, anche le occhiaie in
scena: «Niente trucco. Abbiamo girato tut-
to di notte, e la stanchezza verso le tre si
faceva davvero sentire. A parte gli scherzi,
credo che una storia come questa o la rac-
conti per bene o è meglio che fai altro: mio
padre era uno psichiatra, lavorava nell’ex
manicomio di Bisceglie. Quando da bam-
bina andavo a trovarlo vedevo lo stesso
spaccato di umanità».

58
Bianca Nappi, 42
anni. Originaria di
Trani, è uno dei volti
della fiction italiana
(Sirene, Skam Italia,
Le indagini di Lolita
Lobosco). Il 23
novembre sarà
al teatro Tor Bella
Monaca di Roma
con Tante facce
nella memoria,
lo spettacolo-evento
di Francesca
Comencini
sull’eccidio delle
Fosse Ardeatine.
STORIE
Davvero è rimasto tutto così da
allora?
Quando andavo a trovarlo al lavoro
ricordo nei corridoi tante persone
anziane, pazienti ricoverati da venti
o trent’anni, invecchiati là dentro.
Se ai giorni nostri si parla con pudo-
re delle malattie mentali perché fan-
no paura, in passato erano un vero
tabù: le famiglie dovevano far spari-
re il problema e parcheggiavano i
poveri parenti in queste strutture.
Oggi i dati dicono che il disagio men-
tale, rispetto al passato, è molto più
diffuso tra i giovanissimi, e i genitori
di questi ragazzi non sanno come ge-
stirlo: chi ci passa vive l’inferno.
Nella serie ci sono diverse scene in
cui si ride – scene che forse aiutano a
superare i pregiudizi su certi temi –
ma la questione è drammatica. La
diffusione di tante droghe sintetiche
ha contribuito a far affiorare distur-
bi che magari non si sarebbero mai
presentati nella vita. A Daniele, il
protagonista, la crisi psicotica viene
proprio dopo una notte brava in di-
scoteca.
Oggi il disagio mentale si è molti-
plicato: c’è chi si taglia, chi si rin-
chiude nella sua stanza, chi sof-
fre di disturbi alimentari. Da
madre, quanto la spaventa que-
sto scenario?
Da un lato lo vivo con molta appren-
sione, anche se credo che una parte
del problema nasca dal fatto che ci
sia un’attenzione esagerata sui figli.
Già prima che nascano. Quando ero
incinta di Romeo mi dicevano: «Non
fai il baby shower? Ho scoperto do-
po che è la festa dove si fanno, prima
della nascita, doni per il bambino: io
neanche sapevo cosa fosse. È tutto
programmato, medicalizzato, vanno
dallo psicologo già al nido. C’è una
paranoia diffusa per cui ogni carat-
teristica del piccolo può essere sin-
tomo di una malattia. Mio figlio fino
a due anni e mezzo non parlava e mi
spingevano ad andare dalla logope-
dista. Non l’ho mandato. E ora parla
addirittura con il congiuntivo. Ave-
va solo bisogno di tempo.
60
Bianca Nappi
nella serie
Tutto chiede
salvezza, su
Netflix.
DA VICINO NESSUNO
È NORMALE
GUARDA IL TRAILER
DI TUTTO CHIEDE
SALVEZZA, TRATTO
DAL ROMANZO
AUTOBIOGRAFICO DI
DANIELE MENCARELLI
Questa saggezza l’ha imparata da
suo padre?
Quando sono nata aveva più di 50
anni e se n’è andato a 71. L’ho cono-
sciuto con i capelli bianchi. Gli inse-
gnamenti che ho avuto da lui non
avevano a che fare tanto con la sua
professione, quanto con il fatto che
era un genitore già grande: conosce-
va la vita. E io, avendo avuto Romeo
a 38 anni, mi ci ritrovo: quando sei
più maturo tendi a ponderare me-
glio le cose.
E sua madre cosa faceva?
Insegnava italiano e storia alle scuo-
le superiori. Sia lei che mio padre mi
ripetevano sempre: se inizi una co-
sa, portala a termine. Ti vuoi iscrive-
re a questo sport? Ok, ma pensaci
bene perché non puoi lasciare dopo
tre mesi. Sembra una banalità, inve-
ce a me ha aiutato molto. Ho impa-
rato a scegliere, a chiedermi cosa
andava bene per me. E quando ho
scoperto la recitazione mi ci sono
buttata a capofitto. Facevo il liceo
classico, mettevamo in scena le tra-
gedie greche, non mi perdevo una
recita. È vero che quando ero ragaz-
zina, parliamo della fine degli Anni
’90, non c’era molto da fare in Pu-
glia. Il cellulare era una cosa molto
rara, lo avevano solo due mie com-
pagne di classe. E poi si usava per
chiamare, non ci assorbiva la vita
come oggi. Se sei giovane e non hai
ancora una personalità solida, quel
mondo virtuale ti può divorare. Per
questo serve potenziare la vita reale.
È l’unica soluzione. Per togliere il
buio dalla stanza devi aprire la fine-
stra, far entrare la luce.
Quando ha detto ai suoi che vole-
va fare l’attrice, loro come hanno
reagito?
Mi hanno fortemente scoraggiata. E
per fortuna: è stato un test per vede-
re quanto fossi motivata. Vivo que-
sto mestiere con un grande senso di
responsabilità, per farlo ci vuole una
grande disponibilità di tempo e di
umanità. A me ha insegnato a vivere.
Tutto quello che so della vita l’ho
imparato recitando.
Anche suo fratello è psichiatra.
Lei non ci ha mai pensato?
Ce n’erano già abbastanza in fami-
glia (ride, ndr). Non faceva per me. E
poi, in fondo, gli attori sono psicolo-
gi naturali: devi essere un abile os-
servatore dell’animo umano, avere
un accesso privilegiato alla tua sfera
emotiva, sapere quali cassetti anda-
re ad aprire per mettere in scena un
certo stato d’animo.
E qual è la sua “diagnosi” sul per-
sonaggio di Rossana che inter-
preta in Tutto chiede salvezza?
Rossana vive in una periferia esi-
stenziale. Ha un marito disabile e
una figlia obesa. È abbrutita: pensa
solo ad andare al lavoro e cercare di
guadagnare qualcosa di più facendo
il turno di notte cinque volte a setti-
mana. La sua vita è talmente difficile
che non vale la pena di essere vissu-
ta. Lei è come un fantasma, esiste
solo di notte. Quando non ha la divi-
sa, si veste in modo sciatto, anoni-
mo: non dà nessun valore a se stessa.
Non ha prospettive né sogni.
E lei, Bianca, come vede il futu-
ro? Pensa a un secondo figlio?
Non me la sento per il momento.
Troppo impegnativo. Ma sia chiaro: © RIPRODUZIONE RISERVATA - ANDREA MICONI/NETFLIX
non sono un’eterna Peter Pan come
la mia Marietta di Lolita Lobosco,
che mi è simpatica ma non mi somi-
glia: è una libertina che vuole goder-
sela senza prendere impegni.
Su Instagram, a maggio 2021, si è
postata in abito da sposa.
E la scritta «non è un film»: con Da-
vide ci siamo sposati dopo 10 anni
insieme. Eravamo undici in tutto, e
non avrei potuto chiedere di più.
vtov
 STORIE 7 della settimana

Più ricca di re Carlo, figlie

a scuola con la piccola
Beckham, ma della nuova
first lady anglo-indiana
si sa solo che «è molto
disordinata, lascia abiti
ovunque, e scarpe: cielo,
quante scarpe». Parola
del primo ministro
Rishi Sunak, che vent’anni
fa, pur di starle vicino,
ha cambiato piano di studi.
E bene ha fatto
di Roselina Salemi

Quando è stato chiaro che Rishi

Sunak, di origine indiana e religione
indù, avrebbe conquistato Downing
Street, nella redazione di Tatler, il
mensile della bella gente, ville in cam-
pagna, castelli e aristocrazia, è arriva-
to l’ordine: «Trovate tutto sulla first
lady!». Bottino davvero magro: pochi
look di designer non identificati, tran-
ne quello blu a fiori di Club Monaco
La coppia d’oro (meno di 200 euro) e un paio di snea-

UN’EREDITIERA
kers Gucci. È chiaro che in questa po-
wer couple insediata nel cuore dell’ex
impero britannico l’enfant prodige è
lui, il nuovo primo ministro, ma è lei,

A DOWNING
Akshata Murthy, il vero personaggio.
Figlia di N.R. Narayana Murthy, il Bill
Gates indiano, fondatore a Bangalore
della multinazionale informatica In-

STREET
fosys, la signora ha un patrimonio di
EYEVINE/CONTRASTO

850 milioni di euro (ben più di re Car-

lo III, per dire), il che rende la coppia
Murthy-Sunak una delle trenta più
ricche del regno.
Il primo ministro inglese Rishi Sunak, leader dei Tory, con la moglie, l’imprenditrice Akshata Ereditiera poco mondana, minuta, ca-
Narayan Murthy, 42 anni entrambi, e il loro labrador Nova, superstar al 10 di Downing Street. pelli neri lucidissimi, 42 anni, stessa

63
STORIE
età del vanitoso marito (il sarto gli
cuce completi che lo fanno sembra-
re più alto in fotografia, porta cami-
cie bianche slim, tutti hanno parlato
dei suoi mocassini scamosciati di
Prada), Akshata è sempre stata lon-
tana dai riflettori. Meglio non sban-
dierare tanto denaro, anche perché,
quando lui è diventato Cancelliere
dello Scacchiere (l’equivalente del
nostro ministro delle Finanze),
qualcuno ha avuto da ridire sul fatto
che la ricchissima cittadina indiana
pagasse le tasse in India come non-
dom (non domiciliata) risparmiando
una ventina di milioni di sterline,
nonostante le molteplici attività a
Londra. Per chiudere le polemiche,
lei ha diffuso una lunga, diplomatica
e articolata dichiarazione sintetiz-
zabile più o meno così: «Da oggi pa-
go le tasse nel Regno Unito perché vi
voglio troppo bene».
MAHARAJA DELLO YORKSHIRE
Un vecchio proverbio bengalese di-
ce che due cose non si possono na-
scondere: la bellezza e il denaro. Nel
loro caso, sul denaro, è davvero im-
possibile far finta di niente. Il “ritiro
campestre” della famiglia è Kirby
Sigston Manor, un palazzo del Di-
ciannovesimo secolo, immerso in
una tenuta di cinquantamila metri
quadrati nel villaggio di Kirby
Sigston nel North Yorkshire, con la-
go, centro yoga, piscinona e campo
da tennis. Tanta bellezza e i sontuosi
barbecue a base di cervo, tartine e
champagne hanno regalato a Sunak
il soprannome di «maharaja dello
Yorkshire», che è anche il suo colle-
gio elettorale, roccaforte dei conser-
vatori.
Non basta. C’è una casa da otto mi-
lioni di euro a Kensington, ma l’uni-
ca foto degli interni è quella di un
divano blu con un cane fotogenico
sdraiato sopra. Si sa che le due figlie,
Krishna e Anoushka, studiano nella
scuola privata femminile dove i
Beckham hanno iscritto Harper, la
loro piccolina. Ma Akshata Murthy è
enigmatica. Non ci sono foto dei
64
Durante l’investitura a primo ministro, sguardo d’intesa tra Rishi Sunak e re Carlo
III, 73 anni. La famiglia Sunak al completo: da sinistra, Krishna, 11, e Anoushka, 9.
suoi spazi privati. Ne abbiamo un’i-
dea da una delle rare confessioni di
Rishi Sunak: «Io sono ordinato, lei è
disordinata. Io sono più organizza-
to, lei più spontanea. Mi rinfaccerà
di averlo detto, ma non è il massimo
nel riordino. Anzi, è un incubo tota-
le, vestiti ovunque. E scarpe: cielo,
quante scarpe».
STILISTA MANCATA
Della collezione di scarpe non sap-
piamo granché, ma sappiamo che la
moda le è sempre piaciuta. Da picco-
la passava il tempo a disegnare vesti-
ti, da grande lo passa a vestirsi: «Ho
raccolto un mix eclettico di cose
stravaganti che trovo per le strade di
Mumbai e Los Angeles, oltre a capi
di Gap e American Apparel. Li metto
a strati con pezzi funky di negozi
vintage e per le occasioni vesto Ale-
xander Wang: adoro i suoi abiti leg-
geri, casual e divertenti».
Akshata ha tentato l’avventura di sti-
lista, celebrata da Vogue India, dura-
ta un paio d’anni e chiusa senza rim-
pianti nel 2012. In casa accostava i
dipinti Gond – antica arte tribale in-
diana – a opere dei maestri contem-
poranei, nella moda immaginava
abiti ispirati alle pitture rupestri e
accessoriati Marc Jacobs. Alla fine
ha preferito dedicarsi ad altri busi-
ness mentre il marito si lanciava in
una carriera politica iniziata col bot-
to nel 2015.
Chi li conosce assicura che sono lega-
tissimi e che la loro è un’autentica
storia d’amore. Si sono conosciuti a
Stanford, in California, al master in
business administration. L’ereditie-
ra e il ragazzo di Southempton (padre
medico, madre farmacista) si sono
guardati. Lui ha cercato di sederle ac-
canto e ha cambiato il piano di studi
pur di far parte della stessa classe.
«Eravamo due studenti di 24 anni, vi-
vevamo in un altro Paese e non ave-
vamo idea di dove ci avrebbe portato
la vita», ha raccontato Akshata su
Twitter. Prima di farlo conoscere alla
famiglia, l’ha descritto così: «Brillan-
te, bello e, soprattutto, onesto».
LA CLASSE NON È ACQUA
Si sono sposati a Bangalore nel 2009
con una cerimonia fin troppo mini-
malista per le consuetudini indiane,
raccontata non senza stupore dagli
esperti di nozze vip: «Niente cascate
di diamanti, trucco sottile, acconcia-
tura naturale, gioielli minimi, sia per
lei sia per la madre. Un sari rosa per
la cerimonia prematrimoniale della
puja, un vivace abito arancione per il
ricevimento serale. Il cibo era servi-
to in semplici e molto ecologiche fo-
glie di banana».
© RIPRODUZIONE RISERVATA - INSTAGRAM, GETTY IMAGES
Questo understatement, già molto in-
glese, è merito di Sudha, madre di
Akshata, genio dell’ingegneria che
ha lavorato ai vertici del colosso au-
tomobilistico Tata. Con un’idea pre-
cisa della ricchezza e del suo valore:
«Puoi essere abbastanza ricco da
comprare comodità e lussi, ma il de-
naro non definisce la classe né ti dà la
possibilità di acquistarla. Madre Te-
resa era una donna di classe». Che
Akshata Murthy si ispiri a Madre Te-
resa, però, è tutto da vedere.
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DONNE CORAGGIOSE
DI MARZIA POMPONIO

CLAUDIA GIANNÌ, «Damiano, cos’hai? È successo

38 ANNI, qualcosa?». Dallo specchietto
PARRUCCHIERA,
dell’auto noto il suo sguardo triste e
VIVE A GUIDONIA
(ROMA) CON IL preoccupato. Guarda fuori dal fine-
MARITO ANDREA E I strino. Non lo avevo mai visto così.
FIGLI VIOLA, 9 ANNI, «Mamma, tu hai sbagliato: quando
E VALERIO, 7. sono entrato nella tua pancia mi hai
fatto uscire maschio con il pisellino,
ma io voglio essere femmina». Per
una manciata di secondi non so cosa
dire. «Va bene, se proprio non ti pia-
ce da grande lo toglieremo, si può
fare». «Si può fare davvero, mam-
ma?», chiede sgranando gli occhi.
«Da grande sì», lo rassicuro. Il suo
volto si distende. Damiano ha due
anni e dieci mesi e le idee chiare su
chi vuole essere: una bambina.
«Non è solo un gioco. Si sente dav-
vero femmina, oggi me lo ha detto
convinto», dico a mio marito.
Cinque anni dopo inizieremo il
viaggio più difficile della nostra vita,
quello della transizione, tra pregiu-
dizi e diritti negati.

«Mamma, non voglio il pisellino», le dice
a due anni il suo bambino, che si sente femmina.
E Claudia, tra pregiudizi (tanti) e anime sensibili
(poche), lo accompagna nel cambiamento
ELSA DI FROZEN
Damiano ama i giochi e i vestiti da
bambina. Il suo colore preferito è il
rosa. In casa non è motivo di preoc-
cupazione, d’altronde anch’io gio-
cavo a calcio e preferivo le macchi-
nine alle bambole.
La nostra serenità ha uno scossone
quando inizia la scuola materna.
Piange perché vuole il grembiule
rosa come le compagne ma la mae-
stra glielo vieta perché «è da femmi-
na». Cerco di arrivare a un compro-
messo con lei, ma non si trova.
Una mattina, quando sta per com-
piere quattro anni, Damiano si osti-
na a non voler entrare in aula. Si

ORA DAMIANO
SI CHIAMA VIOLA
67
DONNE CORAGGIOSE
aggrappa alla porta. «Se ora non en-
tri in classe non ti faccio vestire da
Elsa di Frozen per il tuo complean-
no», gli dico esasperata.
La maestra ha assistito alla scena, fa
uno scatto verso di me.
«Eh no, così però lo istighi a diven-
tare gay! E se diventerà gay non sarà
nelle grazie di Dio, né lui né tu che
ce lo hai fatto diventare». Sento
montare la rabbia. «Insegni l’alfa-
beto e i numeri, alle scelte di vita ci
penso io», rispondo a muso duro.
L’ANIMA DI UNA BIMBA
Damiano intuisce che deve scende-
re a un compromesso con se stesso:
in casa e con gli amici stretti è libero
di esprimere la sua femminilità e
veste da bambina; a scuola è Damia-
no, qualche volta gioca persino a
calcio, anche se mi confessa che
«non mi piace per niente».
In seconda elementare lo trasferia-
mo in una nuova scuola. «Ce lo de-
scriva, così sappiamo chi accoglia-
mo», chiede la maestra a mio
marito. «Ve lo descrivo solo come
speciale. Secondo noi ha l’anima da
bimba», risponde Andrea, mio ma-
rito. «Ah ma è transgender», dice la
maestra con una naturalezza ina-
spettata. «Non so cos’è. So solo che
è mio figlio, e che è felice quando si
veste da bambina».
Al successivo colloquio vado io a co-
noscere le insegnanti. «Suo marito
ci ha detto che Damiano si sente
una bambina, ma noi così tanto
bambina non lo vediamo», mi dice
l’insegnante. Le mostro le foto di
Damiano sul cellulare: «A casa è
questo». Silenzio.
ARRIVA IL NUOVO NOME
«Stiamo otto ore con Damiano e
pensiamo che lei abbia ragione»,
conferma poco tempo dopo il no-
stro primo incontro una delle mae-
stre, particolarmente sensibile al
tema. Ci suggerisce di rivolgerci al
Saifip del San Camillo di Roma, il
Servizio di Adeguamento tra Identi-
tà Fisica e Identità Psichica.
68
Viola è seguita dall’ospedale Careggi
di Firenze, l’unico in Italia autorizzato
a bloccare con i farmaci la pubertà.
Riesco ad avere il contatto della psi-
cologa Maddalena Mosconi, re-
sponsabile dell’area minori, che
vuole incontrare Damiano.
«Entrate nel programma», ci dice,
«non vi siete sbagliati». È dicembre
2021. Un mese dopo Damiano, che
già dal luglio precedente ha iniziato
a vestirsi da bambina al centro esti-
vo, compie la transizione sociale
cambiando nome.
«Ti sembro un Damiano?», mi chie-
de un giorno. Sceglie di chiamarsi
Viola. Chiediamo alla scuola la “car-
riera Alias”, per fare riconoscere la
sua nuova identità e permetterle
l’uso del bagno delle femmine o uno
neutro.
In attesa della certificazione deve
andare nel bagno dei maschi, e sul
registro è ancora Damiano.
IL SOSTEGNO DEI COMPAGNI
«Lo volete capire che è Viola? Per-
ché continuate a chiamarla Damia-
no?», si ribellano i compagni a suo
favore. Viola si rifiuta di usare il ba-
gno dei maschi. Per due volte con-
trae un’infezione alle vie urinarie. È
un periodo molto difficile in cui pro-
gettiamo perfino di lasciare l’Italia
per trasferirci in Spagna, dove la
transessualità è vissuta con maggio-
re apertura.
A giugno mi chiamano dalla scuola.
Le gambe mi tremano. Dopo un col-
loquio con la psicologa, la richiesta
è stata accolta. Abbiamo abbattuto
il primo muro. Resta quello in fami-
glia, dove le nostre scelte sono for-
temente contrastate.
Viola ha i capelli lunghi, una gonna
con lo stivaletto fiorato e una ma-
glietta glitterata quando mio fratel-
lo la rivede dopo un periodo di lon-
tananza dovuto al Covid. «Una cosa
così non me la immaginavo», mi di-
ce con gli occhi lucidi. Mia madre
non accetta la situazione. Ci fre-
quentiamo poco. Poi un pomeriggio
si presenta con un completino fuc-
sia: «È per Viola». Non c’è mai stato
un buon rapporto tra noi. Ma ora lo
stiamo costruendo.
VERSO NUOVI TRAGUARDI
Indirizzati dal San Camillo, contat-
tiamo l’ospedale Careggi di Firenze
per valutare la terapia ormonale.
Viola sta crescendo con la fisicità ti-
pica di una bambina, persino il tim-
bro di voce è femminile.
Se continuerà così, intorno ai 16 an-
ni inizierà a prendere ormoni fem-
minili. Ogni cinque mesi dovrà fare
una nuova visita così da intervenire
tempestivamente con i bloccanti
del testosterone, l’ormone maschi-
le, ai primi cenni di sviluppo. Per
l’intervento invece si deve attende-
re la maggiore età.
Sui social posto video per racconta-
re la sua storia: è Viola a chiederme-
lo, così da aiutare i bambini come lei.
I video hanno attirato l’attenzione
di molti genitori che hanno contat-
tato GenderLens, l’associazione di
cui sono socia, formata da famiglie
con figli che non si riconoscono nel
genere assegnato alla nascita.
Oggi, quando vedo mia figlia serena, © RIPRODUZIONE RISERVATA - MARZIA POMPONIO
so che abbiamo fatto la scelta mi-
gliore. Lo dobbiamo alla forza di
Viola e alla sua determinazione.
HAI (O CONOSCI) UNA STORIA
STRAORDINARIA?
PER PROPORRE TE
STESSA (O UN’ALTRA)
COME DONNA
CORAGGIOSA,
PUNTA LO SMARTPHONE,
RIASSUMI LA VICENDA
E LASCIA UN RECAPITO
REAL LIFE

SOLDI,
A lezione di educazione finanziaria

L’ULTIMO
TABU
Non siamo abituate a maneggiarlo, ci spaventa investirlo:
noi donne abbiamo un rapporto conflittuale con il denaro.
Queste professioniste ci aiutano a risolvere il problema.
Attraverso podcast, corsi e pagine social
di Laura Pezzino

70
 In coppia: datevi regole precise. Fin dalla prima vacanza
Ami Fall, 43 anni, ex bancaria, su Instragram è @Pecuniami

Ho iniziato a lavorare in banca da giova-
nissima, facendo la classica carriera:
cassa, consulenza, addetta ai mutui e di-
rettrice di filiale. Nel 2018, confrontan-
domi con altre donne a un evento di em-
powerment, ho capito che alcune cose
che per me erano scontate, per esempio
chiedere un mutuo e farsi prendere sul
serio, per loro non lo erano. Ho capito
che c’era un problema. Così, dopo averci
lavorato per un anno, ho aperto l’ac-
count Pecuniami, nato per spiegare l’ac-
cesso al credito e che poi ha virato su
LAURA GATTA
Cosa le viene chiesto più spesso?
Informazioni sui fondi pensione. Per
svariati motivi, le donne hanno una
maggiore discontinuità lavorativa che le
porta a guadagnare meno e, quindi, ad
avere pensioni più basse. Perciò, avere
un fondo pensione diventa necessario.
Come si supera la “paura” dei soldi?
Parlarne, anche solo con le amiche, è già
liberatorio. Un’altra cosa è iniziare a va-
lutare “sani indebitamenti”. Come un
prestito per comprare un’auto: una
grande forma di libertà e un investimen-
E in coppia come si gestisce?
Ci sono le “cicale”, che non si preoccu-
pano di nulla, e gli “scientifici”, che si
fanno carico di tutta la gestione dei con-
ti. Chi divide le spese in base a ciò che
ciascuno consuma e chi “mescola” i soldi
sullo stesso conto. Resta comunque una
delle tematiche più sentite, un tabù già
dal primo appuntamento e per tutte le
tappe importanti come comprare casa.
E se ci si lascia insorgono i problemi. È
importante darsi subito delle regole, per
esempio creando una cassa comune fin

molti altri argomenti. Presto partirà an- to per il proprio lavoro. Su questo tema dalla prima vacanza insieme. In questo
che un mio sito dove mi occuperò di con- ho pubblicato anche un libro, Signore, è modo ci si può fare un’idea chiara di co-
sulenze e investimenti.  ora di contare! (Bookabook). me l’altro è abituato a gestire il denaro. 

Si inzia della paghetta (delle figlie)

Azzurra Rinaldi, 44 anni, economista alla
UnitelmaSapienza e cofounder di Equonomics

Veniamo da una divisione del irrisolta con il denaro, un

lavoro patriarcale e poco effi-
ciente: il lavoro di cura, in ca-
sa e non retribuito, è tradizio-
nalmente attribuito alle don-
ne e quello fuori casa destina-
to agli uomini. Un circolo vi-
zioso: così noi donne rimania-
mo “invisibili” e non generia-
mo valore economico.
È uno dei motivi che ci por-
tano ad avere un rapporto
difficile coi soldi?
Sì e per cambiare le cose si de-
ve partire dall’educazione
delle bambine, superando gli
stereotipi. Un esempio: la pa-
ghetta dei maschi è media-
mente più alta, negli Stati U-
niti anche il doppio. Inoltre,
mentre a loro viene data rego-
larmente, alle femmine si
tende a riconoscere con mi-
nore continuità. Questo “im-
plorare” ogni volta che si ha
bisogno, crea una relazione
meccanismo che riproduce
quello tra abusante e vittima
di violenza che si sente dire:
«Quando ti serve qualcosa me
lo chiedi e ci penso io». 
Qual è stata la sua educa-
zione finanziaria?
La mia famiglia aveva un rap-
porto naïf col denaro, non ne
parlavamo perché era “volga-
re”. Io penso invece che sia
l’unico strumento per avere
potere sulla propria vita.
Un consiglio finanziario?
Secondo la Harvard Business
Review, solo il 12 per cento
delle donne contratta il sala-
rio d’ingresso, contro il 52 per
cento degli uomini. Quello
che consiglio, anche alle mie
figlie, è di contrattare sempre,
anche solo un euro in più, e di
farlo come esercizio. Sette
volte su dieci chi hai davanti
dice ok.

71
REAL LIFE

Indebitarsi non è “reato”

Montserrat Fernandez Blanco, 45 anni,
ha fondato rameplatform.com 

I soldi sono un tabù: se ne avuto un atteggiamento pru-

parla poco, anche in coppia
dove spesso una persona non
sa quanto guadagna l’altra, e
pochissimo tra amici e fami-
gliari. Insieme ad altri soci
ho fondato una piattaforma,
rivolta alle donne ma non so-
lo, che attraverso corsi,
podcast e counseling, ha l’ob-
biettivo di aumentare la con-
sapevolezza finanziaria. Io,
da quando ho iniziato a par-
lare di denaro, mi sento più
sicura. Consiglio un libro il-
luminante, La psicologia dei
soldi di Morgan Housel.
Il suo rapporto con i soldi
dente coi soldi, mia madre
invece ha osato un po’ di più.
Quali sono i temi più caldi
della community?
Investimenti e debiti. A dif-
ferenza degli Stati Uniti, l’I-
talia è un Paese basato sul ri-
sparmio, con scarsa propen-
sione al rischio. Ma non sem-
pre il debito è negativo.
Qualche anno fa, per esem-
pio, ho comprato una cucina
a rate: se avessi aspettato di
risparmiare la cifra comple-
ta, avrei pagato di più perché
intanto i prezzi sono saliti.
Un consiglio finanziario?

Piccoli investimenti crescono come è stato? 

Cristina Toniazzo, 44, digital bank per Flowe
Mi occupo del “caring”, ov-
vero di quelle attività rivolte
ai bisogni dei clienti, per una
banca digitale che  aiuta le
persone a essere più consa-
pevoli delle loro finanze. Ab-
biamo una app con video,
corsi e strumenti per impa-
rare a risparmiare, fare bud-
get. Se una donna non si sen-
te abbastanza preparata non
si butta, e questo la penaliz-
za in molti ambiti, compreso
quello finanziario: vale la pe-
na fare formazione e poi al-
lenarsi con piccoli investi-
menti.  nitori, della quale va fiera e
Il suo rapporto con i soldi?
Sono attenta alla gestione del
denaro e al risparmio. Al pri-
mo posto metto l’indipenden-
za economica, per questo du-
rante l’università ho sempre
lavorato e, una volta assunta,
Sono nata a Barcellona. I
Annamaria Lusardi, profes-
soressa alla George Wa-
miei venivano da famiglie shington University Busi-
modeste, un nonno faceva il ness School, ha detto: «Sono
muratore, l’altro guidava la serena perché ho investito in
metropolitana. Poi mio pa- educazione e mercati finan-
dre ha iniziato a lavorare in ziari». Investire spaventa,
Ho studiato Ingegneria ge-
banca e ha fatto carriera, così invece chi si occupa di queste
stionale a Padova: volevo fare
siamo diventati una famiglia materie dice che è una cosa
l’ingegnere fin da quando fa-
benestante. Lui ha sempre che si può, anzi, si deve fare.
cevo le medie ma, dopo aver
fatto il test per Ingegneria
meccanica, mi sono fatta con-
dizionare da chi mi ha detto
che una donna ingegnere
meccanico sarebbe stata poco
credibile. E così ho optato per
Ingegneria gestionale, che si
occupa anche di economia. 
Come educa i figli al denaro?
La più grande, che ha 10 anni,
da un anno ha una carta rica-
ricabile, controllata da noi ge-
che usa nei negozi: ha impara-
to a usarla solo per le cose alle
quali tiene veramente.
Un consiglio finanziario?
Alle ragazze dico di non avere
pudore a chiedere aumenti e
riconoscimenti, e di non ac-
© RIPRODUZIONE RISERVATA - GABRIELE ZANON

ho risparmiato e comprato un contentarsi di una crescita

appartamento come investi- solo personale. Pensare «la
mento per il mio futuro. promozione arriverà perché
Che tipo di preparazione e- me la merito» può andar be-
conomica ha? ne, ma non è affatto scontato.

HAI (O CONOSCI) UNA STORIA DA REAL LIFE?

PER CANDIDARE
IL TUO PERCORSO,
O QUELLO DI UN’AMICA,
PUNTA LO
SMARTPHONE, RIASSUMI
IN POCHE RIGHE E
MANDA UN RECAPITO

72
Est. 1961
 PEOPLE NEWS Le vite degli altri (quelli famosi)
DI FEDERICA BRIGNOLI

Chris Evans

VI SEMBRO
SEXY?
Molto più simpatico che bello. Fino a ieri nell’am-
biente del cinema e tra gli addetti ai lavori Chris Evans
era l’attore sempre con la battuta pronta, quello capace
di farti ridere e mettere in secondo piano i muscoli pla-
smati da anni di film Marvel (per chi ancora non lo sa-
pesse, sotto la tutina stretch di Capitan America c’è
lui). Da oggi e per i prossimi dodici mesi sarà invece
l’uomo vivente più sexy del mondo secondo People, che
negli anni ha incoronato tra gli altri David Beckham
(2015), Brad Pitt (1995 e 2000) e George Clooney (1997
e 2006). Buona notizia: è ancora single. E non sogna al-
tro che una famiglia e figli suoi. Nell’attesa si fa cocco-
lare da mamma Lisa, la sua fan numero uno e, ovvia-
mente, anche la più entusiasta del premio.

L’attore, 41 anni,
reso celebre dal
personaggio di
Capitan America,
è l’uomo più sexy
del Pianeta
secondo People.

1-2. LE SUE EX Chris Evans, al momento single, è stato legato a Jessica Biel, 40, dal 2001
al 2006, e a Lily James, 33, nel 2020. 3. EROE AL CINEMA Per nove volte l’attore è stato
Capitan America nei film Marvel. 4. LA MAMMA Il primo pensiero dopo la copertina
© RIPRODUZIONE RISERVATA - GETTY IMAGES, IPA, ANSA

di People è per mamma Lisa Capuano: «Mia madre sarà così felice. Questa sì è una cosa di cui
può vantarsi con le amiche». «Non sono affatto sorpresa della nomina», ha detto lei.

1 2 3 4

75
 PEOPLE GAME
DI MARIA LAURA RAMELLO

FAMOSI,
MA INDESIDERATI
Posizioni politiche, dichiarazioni ritenute «immorali», ma anche
atteggiamenti «troppo sexy» e battute non così divertenti.
Sono solo alcune delle motivazioni per cui diverse celebrità
hanno il divieto di superare determinati confini

BEN STILLER RUSSIA

Di recente il ministro degli Esteri ha
pubblicato una lista di 25 personalità, tra
politici, uomini d’affari e figure culturali,
che non possono più entrare in Russia. Tra
loro anche Ben Stiller, 56, colpevole di
essersi esposto a favore dell’Ucraina e aver
voluto incontrare il presidente Zelensky.

SEAN PENN RUSSIA

Anche l’attore e regista, 62, è stato una
delle prime celebrità a viaggiare in
Ucraina allo scoppio del conflitto. Lì ha
anche girato un documentario per
mostrare al mondo le brutalità messe in
atto dalla Russia. Per questo motivo il
Cremlino lo ha bannato per sempre da
tutti i territori della Federazione.

ELTON JOHN EGITTO

Al celebre cantautore, 75,
è stato negato il visto
e la possibilità di esibirsi
in Egitto per le sue posizioni
a favore dei diritti della
comunità LGBTQIA+
e le «dichiarazioni
sconvenienti contro la
religione». Il cantante aveva
infatti affermato che per lui
Gesù era «un gay
superintelligente».

76
LADY GAGA INDONESIA KATY PERRY CINA
Definita «messaggera La show girl, 38, è persona non
del demonio» da un gruppo gradita del governo cinese da
radicale religioso molto quando nel 2015, in occasione di
potente in Indonesia e noto un concerto a Taipei, ha indossato
per i suoi atti violenti, Lady un vestito con dei girasoli, simbolo
Gaga, 36, si è vista cancellare della protesta anticinese, e
la possibilità di esibirsi sventolato una bandiera taiwanese,
nel Paese. In seguito al bando Paese che lotta per mantenere
ci sono state molte l’indipendenza dalla Cina.
manifestazioni contro
la cantante. Pochi quelli
scesi invece in piazza per
difenderla.

SELENA GOMEZ CINA

È stata costretta a cancellare il suo tour
nel Paese ed è stata bandita dalla Cina
anche Selena Gomez, 30, colpevole di
aver postato sui social una foto con
il Dalai Lama, leader spirituale tibetano,
che rivendica l’autonomia e
l’indipendenza politica del Tibet.
ALEC BALDWIN FILIPPINE
Dal 2009 il Commissariato per
l’immigrazione ha decretato
la chiusura dei confini filippini
per l’attore, 64, che durante
una sua ospitata al David
Letterman Show aveva
scherzato sulla possibilità di
ottenere una «sposa filippina
per corrispondenza».
La battuta non ha divertito
i funzionari del governo, che
lo hanno etichettato come
«indesiderabile».

BEYONCÉ MALESIA
Dopo le proteste
del partito islamico
RIHANNA ABU DHABI conservatore del Paese,
Non sono piaciute secondo cui gli spettacoli
alle autorità le «foto di Queen B, 41, sarebbero
inappropriate» scattate «contrari alla morale»
davanti alla Grande e promuoverebbero
Moschea di Abu Dhabi dalla «performance occidentali
pop star, 34, cui è stato sexy», alla pop star è
negato l’accesso nel stata negata la possibilità
© RIPRODUZIONE RISERVATA - GETTY IMAGES, IPA

tempio. Subito dopo è stata di esibirsi e anche solo

invitata a lasciare il Paese. di entrare in Malesia.
A quanto pare tutti i turisti
devono rispettare «standard
di decenza».

77
 PEOPLE IN LOVE
DI MARIA LAURA RAMELLO  Fiori d’arancio 
Royal wedding
in primavera per
la principessa
Alexandra
di Lussemburgo,
31. Sposerà
Nicolas Bagory,
34, ragazzo di
origine francese,
impegnato in
progetti sociali.

Gessica Notaro,
32, la modella
che anni fa subì
un’aggressione
con l’acido da
parte del suo ex,
ha accettato
la proposta di
Filippo Bologni,
28, campione
di equitazione.

 Cicogne 
Terzo figlio per Michelle
Williams, 42. Dopo

Irina Shayk e Bradley Cooper

Matilda, 17, avuta da
Heath Ledger,
è il secondo avuto da

È SOLTANTO
Thomas Kail.

UN ABBRACCIO?
Benvenuto Oscar!
Mandy Moore, 38, ha

© RIPRODUZIONE RISERVATA - IPA, GETTY IMAGES, SHUTTERSTOCK, MAISON DU GRAND-DUC/SOPHIE MARGUE

annunciato l’arrivo del
secondo figlio. Con
PASSEGGIANO DA SOLI PER LE STRADE DI NEW YORK, si scambiano Taylor Goldsmith ha già
sorrisi, qualche abbraccio, e sono bellissimi. A tre anni dalla August, 21 mesi.
separazione, Bradley Cooper, 47, e Irina Shayk, 36, fanno
ben sperare i più romantici che credono in un ritorno L’attrice Rebel Wilson,
42, ha sorpreso tutti
di fiamma. Insieme dal 2015 al 2019, una figlia, Lea, 5, già annunciando di essere
questa estate, dopo una vacanza alla Bahamas, si erano diventata mamma della
piccola Royce Lillian,
riavvicinati. E per Halloween lei aveva postato una foto nata con l’aiuto di
che la ritraeva seduta sulle gambe di lui. una madre surrogata.

 A confronto 
Uno per tutti, tutti per uno
Per il campione di Con Harper, 11, Romeo,
baseball Justin Verlander, 20, Cruz, 17, e la moglie
39, non c’è festa Victoria, 48, a sostenerlo,
senza la famiglia, e per David Beckham, 47, ha
celebrare la vittoria alle partecipato alla prima del
World Series ha voluto suo show tv: Squadre da
con lui sul campo salvare (su Disney+), nel
la moglie e modella Kate quale viene ingaggiato per
Upton, 30, e la figlia rimettere in sesto un team
Genevieve, 4. di giovani calciatori.

78
PEOPLE WATCHING
DI FABIO VASSALLO
CHER E MADONNA
SE NE FREGANO DI NOI
In una intervista televisiva
del 1996, che negli ultimi anni è di-
ventata così virale da finire stampa-
ta sulle magliette, una conduttrice
chiedeva a Cher cosa intendesse
quando sosteneva che per lei gli uo-
mini non erano una necessità ma un
lusso, un dessert dopo cena. Non
erano ancora tempi di bufere-sul-
web, quindi la giornalista non si fa
scrupoli di esprimere il suo dubbio:
forse la sua ospite odia gli uomini?
Ed ecco la risposta-manifesto: «Mia
mamma mi dice sempre che devo
mettere la testa a posto e sposare un
uomo ricco. E io le rispondo: “Mam-
ma, l’uomo ricco sono io”».
Nel 1996 Cher aveva cinquant’anni,
ne dimostrava già trenta (il segreto
con la chirurgia plastica è iniziare
Madonna, 64 anni,
provoca sui social, mentre
Cher, 76, ha un nuovo
fidanzato 36enne,
Alexander A.E. Edwards,
produttore, nonché ex
di Amber Rose.
80
presto e non smettere mai) e spesse
volte era stata l’uomo ricco – e fa-
moso e sgamato – al fianco di ma-
schi molto più giovani di belle spe-
ranze, come Val Kilmer e Tom
Cruise. Oggi ne ha 76, ne dimostra
55 e si fa fotografare mano nella ma-
no con un produttore musicale che
di anni ne ha 36 e che chiaramente
conosce tutti i vantaggi di frequen-
tare una superstar, non ultimo
quello di imparare a fregarsene dei
commentatori del web. I quali ama-
no moltissimo sentirsi emancipati e
postare sui loro Instagram spezzoni
di quella intervista tv così empowe-
ring del 1996 ma che nel 2022 sono
corsi a esprimere preoccupazione e
sdegno per la differenza anagrafica,
allertando la cantante sui possibili
secondi fini del fidanzato. Come se
una sopravvissuta a sei decenni di
carriera nello spettacolo e a infinite
reinvenzioni di sé non sapesse be-
nissimo che la bellezza di essere
«l’uomo ricco» è proprio quello di
riconoscere all’istante tutti i secon-
di fini possibili, di averli subito mes-
si in conto e di godersi solo il meglio
di quello che la vita può ancora of-
frire, soprattutto il potere di avere
l’ultima parola, a letto come sui so-
cial. «Come sappiamo non sono na-
ta ieri e quello che so io è che non
esistono garanzie», ha risposto tut-
to in maiuscolo su Twitter offrendo
al pubblico altri slogan magliettabili
e invitandolo caldamente a farsi i
cavoli suoi.
Era invece il 1992 quando Madonna
fece quello che nessuna popstar
aveva mai osato prima: mettere in
scena le sue fantasie erotiche per
l’obiettivo di Steven Meisel nel li-
bro fotografico Sex. Trent’anni do-
po ha festeggiato l’anniversario ri-
cordando a tutti come si diventa
Madonna, cioè non con uso di bon
ton e ritrosia: i nuovi scatti di lei in
topless o con ciondoli-vibratori al
collo non sono di Meisel perché og-
© RIPRODUZIONE RISERVATA - GETTY IMAGES, INSTAGRAM
gi il nudo artistico ce lo produciamo
da soli col telefonino, ma l’effetto è
stato esplosivo lo stesso: a 64 anni
ancora queste cosacce? Non sa che
è volgare? Sospetto che lo sappia,
così come sapeva che molti trova-
vano volgare pure il video di Like a
Virgin: oggi uno dei capisaldi della
cultura del Novecento. E se in futu-
ro le 64enni si fotograferanno come
più gli aggrada, ignorando final-
mente ageismi e commenti, forse
sarà di nuovo merito suo.
 UOMINI CHE AMIAMO

CHARLIE HUNNAM
ATTORE, 42 ANNI.
LANCIATO DALLA
SERIE TV QUEER AS
FOLK DEL 1999 E DAL
FILM HOOLIGANS
NEL 2005.
LO ABBIAMO VISTO
IN KING ARTHUR - IL
POTERE DELLA SPADA
E THE GENTLEMEN.

Charlie Hunnam

SCONOSCIUTI,
VI SORRIDO
È un gioco che l’attore, allegro di natura, fa per strada con tutti:
«L’amore è la parte più importante del nostro viaggio terreno».
MITCHELL MCCORMACK/TRUNK ARCHIVE

Così ha scoperto che, in giro per il mondo, non più di 2 su 10

ricambiano. In India, invece, ha avuto una sorpresa commovente
di Alessandra De Tommasi

83
UOMINI CHE AMIAMO

Charlie Hunnam è un uomo co-
stantemente innamorato. Del-
la fidanzata Morgana McNelis (la
designer di gioielli con cui ha una
relazione da 17 anni), ovviamente,
ma anche della natura, del suo lavo-
ro e di ogni essere umano che incroci
la sua strada. Il 42enne inglese sorri-
de sempre a tutti, anzi ha persino
una statistica al riguardo e inizia a
snocciolarla via Zoom in collega-
mento da una suite d’hotel arredata
in stile orientale. Alle sue spalle, sul
muro, troneggia una gigantesco
arazzo damascato che sfuma dal ro-
sa all’arancio, con poltrone dai cu-
scini variopinti e svariati tavolini di
dimensioni e colori diversi. Non è un
caso: per l’intervista è stata ricreata
l’atmosfera del suo ultimo progetto,
la serie Apple TV+ dal titolo Shanta-
ram, che interpreta e produce, am-
bientata in India.
A vederlo così perfettino – barba in
ordine, capelli legati, una semplice
camicia nera sportiva che gli sta un
po’ larga – sembra un turista atter-
rato su un pianeta sconosciuto. Ne-
gli episodi della serie invece appare
selvaggio, ruvido e dallo stile polve-
roso: si è calato alla perfezione nei
panni di un ex carcerato che vola a
Mumbai per sfuggire al suo passato.
È vero che ha inventato una sorta
di “teoria del sorriso”? In che co-
sa consiste?
È un gioco molto semplice che fac-
cio da sempre. Siccome sono un ra-
gazzo allegro, tendo a sorridere agli
sconosciuti per strada, e con il tem-
po ho iniziato a far caso alle reazio-
ni. Innanzitutto in estate è molto
più alto il numero di chi ti sorride di
Sul set avete dovuto fare i conti
con il Covid. Come vi siete orga-
nizzati?
Abbiamo dovuto girare in due tran-
che: le riprese iniziali sono state fat-
te in due vivacissimi mesi nel 2019,
durante i quali mi sono immerso
nella cultura locale e ho instaurato
bellissimi rapporti, ma poi il mondo
è andato a rotoli. Sarebbe stato trop-
po rischioso tornare in loco durante
la pandemia, quindi ci siamo dovuti
fermare per due anni.
Lei ha conosciuto personalmente
Gregory David Roberts, l’autore
del libro autobiografico da cui è
FUGGITIVO Dall’alto, Hunnam
IN INDIA stata tratta la serie. Che impres-
con la fidanzata
Morgana sione le ha fatto?
McNelis, 39, Conoscere Gregory mi ha dato una
e nella serie botta di adrenalina, mi ha reso più
Shantaram
su Apple TV+, sicuro di me, soprattutto quando
dove interpreta qualcuno ha iniziato a scambiarci
il fuggitivo Lin per padre e figlio. Anche per questo
GUARDA IL Ford, che vuole
TRAILER DELLA far perdere ho lottato con tutte le mie forze per
SERIE TV
SHANTARAM le sue tracce a difendere l’autenticità del suo best-
Mumbai. seller (in Italia edito da Neri Pozza,
ndr) da cui è stata tratta Shantaram.
Ho letto e riletto il libro e ci tenevo a
Si direbbe che abbia lasciato il fare un buon lavoro perché si tratta
cuore a Mumbai. della sua vita e della sua esperienza.
È così, e non vedo l’ora di tornarci Quando interpreto una persona ve-
per la seconda stagione della serie ra, contemporanea o del passato,
perché questo splendido Paese me- sento su di me una maggiore respon-
rita di ricevere l’attenzione del sabilità.
mondo. Questa è una storia di redenzio-
La gente del posto l’ha conquista- ne. Crede nelle seconde chance?
ta subito? Ognuno di noi ha dentro di sé in po-
Non credo di aver mai pianto per tenza quello che potrebbe diventare
strada, come invece mi è successo in domani. Mi piace pensare di poter
India: vedevo cose che mi spezzava- cambiare rotta e credo nella reden-
no davvero il cuore, ma poi, dopo zione, purché sia sincera. Se chiedi
venti minuti, mi capitava qualcosa scusa di mattina e per l’ora di pranzo
di altrettanto scioccante ma in sen- sei ricaduto negli stessi errori, allora
so positivo, come un gesto di assolu- a che serve? © RIPRODUZIONE RISERVATA - ROLAND NEVEU/APPLE TV

rimando, diciamo due persone su ta generosità. Qual è la forza che la guida?

dieci, mentre in inverno lo fa sì e no
una su venti. In California ho nota-
to l’impennata di questa risposta
positiva. Ma l’India è l’unico posto
ad avermi lasciato finora senza pa-
role: non solo dieci su dieci ti ri-
spondono, ma sono riusciti persino
ad anticiparmi, cosa che non succe-
de mai, e lo hanno fatto in maniera
così genuina che mi ha spiazzato.
Un’esperienza particolarmente
indimenticabile?
Credo di aver sviluppato anticorpi
da supereroe in seguito a una peri-
colosissima febbre infettiva che ho
avuto quando sono stato punto da
una zanzara. Sono stato talmente
male che se mi ricapita un incontro
così ravvicinato temo di lasciarci la
pelle.
In questo viaggio chiamato vita è
cruciale dare alle cose, alle esperien-
ze e alle persone il giusto valore e si-
gnificato. Ecco, per me l’amore è la
parte più importante di questo no-
stro rapporto terreno. Porta in su-
perficie luci e ombre e ti fa capire
che a volte devi passare per il buio
prima di trovare il tuo posto nel
mondo.

84
our elizabeth
mamanetsophie.it
Classic Collection
Inspired by nature

Scopri la collezione Mondaine su www.mondaine.it

 SHOW NEWS
DI ROSA BALDOCCI
Cinema, tv, streaming e molto altro

Una favola elegantissima

CACCIA ALL’ABITO
DEI SOGNI
Un cagnone
Lesley Manville,
per amico 66 anni,
Al cinema con i in La signora
Harris
bambini. Il 17/11 esce va a Parigi.
Belle & Sebastien
- Next Generation,
quarto capitolo della

DAVID LUKAZS/© 2021 ADA FILMS LTD - HARRIS SQUARED KFT

storia tratta dai
romanzi di Cécile
Aubry, che racconta la
nascita dell’amicizia
fra Sébastien, bambino
di oggi e il cagnone dei
Pirenei. Chi comprerà
un biglietto aiuterà
l’Ente Nazionale
Protezione Animali.

Il gioco
delle coppie
Dall’11/11, arriva su
Prime Video la prima Una favola, un sogno a occhi basso, ignorandola. Ma nelle favole
stagione di Mammals, aperti. Di quelli lievi, aerei. Mi ha c’è sempre un aiutante buono e la
serie dark comedy sulla fatto venire in mente un vecchio signora Harris, in barba alla diret-
vita di coppia ai nostri film di Frank Capra del 1961, Ange- trice, una perfetta, altezzosa Isa-
giorni. Segreti, bugie, li con la pistola, in cui una formida- belle Huppert, assisterà alle sfilate,
tradimenti, improvvise bile Bette Davis si trasformava da sceglierà l’abito che sogna e, come
rivelazioni minano il barbona in scintillante lady. una benevola Mary Poppins, mette-
rapporto di due coppie Qui la signora Harris è un’umile rà a posto parecchi guai.
in un gioco di specchi donna delle pulizie londinese, di La storia scorre, conquista, e alla
e doppie identità. mezza età, sempre pronta ad aiutare fine è quasi impossibile non inna- INQUADRA
IL QR CODE
Nel cast, i bravissimi gli altri. È un’invisibile e come tale morarsi di questa umile donnina E VEDI IL TRAILER
inglesi James Corden e viene trattata. Un giorno, aprendo che non è elegantemente ingioiel- LA SIGNORA
HARRIS VA A PARIGI
Sally Hawkins. un armadio della ricca signora pres- lata né sofisticata, ma possiede il DI ANTHONY
FABIAN, CON
so cui lavora, rimane folgorata da grande dono di saper arricchire chi LESLEY MANVILLE,
un magnifico vestito da sera firmato la circonda. COMMEDIA, G.B./
UNGHERIA 2022,
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dior. E incomincia a fantasticare di Abiti e sfilate sono da sogno e ciò si DURATA: 115’.
AL CINEMA
poterne avere uno simile. Un ina- deve alla bravura della costumista DA GIOVEDÌ
spettato lascito del marito defunto inglese Jenny Beavan, che, infatti, 17 NOVEMBRE.

le permetterà di volare a Parigi, pre- ha ricevuto 11 nomination all’O-

sentarsi valigia alla mano alla Mai- scar e ne ha vinti tre, per Camera
son Dior, inconsapevole del fatto con vista (1985), Mad Max - Fury
che tutti la guarderanno dall’alto in Road (2015) e Crudelia (2021).

87
 SHOW LIBRI
DI LIANA MESSINA

Se Shakespeare
ti salva la vita
Una famiglia disfunzionale, l’amore
per la letteratura. Ecco una storia
di rivincita, simile a quella dell’autrice

Con questo libro, che se-

gue La ragazza con la colomba
e fa parte di una trilogia, Sally
Bayley costruisce un memoir
decisamente atipico, in cui
mescola prosa, poesia e scrit-
tura teatrale. Partendo da una
voce di bambino, che poi si
sdoppia e triplica come in un
NO BOYS caleidoscopio, ci racconta del-
PLAY HERE la sua complicate infanzia e
DI SALLY BAYLEY, adolescenza usando versi e
EDIZIONI CLICHY,
17 EURO rivisitazioni di personaggi di
Shakespeare. Ecco Falstaff o
Enrico IV, Oberon, Jessica o
Titania, che si animano per
mettere in scena la sua fami-
glia disfunzionale, una tribù
dominata da una zia dispotica
e in cui gli uomini sono assenti
La scrittrice inglese Sally Bayley.
o, quando compaiono, si az-
zuffano e finiscono sdraiati sul
pavimento per una crisi alcoo-
lica. Unica femmina in una ni-
diata di fratelli maschi, Sally
non trova altro mezzo per so-
pravvivere che rifugiarsi nella
lettura dei classici. Solo così
riesce a resistere, ma la situa-
zione è talmente intollerabile
che a 14 anni smette di man-
giare per ottenere che i servizi
sociali la salvino togliendola ai
suoi e dandola in affido. Pur-
troppo cadrà in mani quasi
peggiori e verrà trattata come
una schiava.
La materia è seria, ma Bayley
la sa raccontare con leggerez-
za e ironia, riuscendo a offrire
anche un finale salvifico, come
è accaduto nella vita all’autri-
ce: superando ogni difficoltà è
riuscita a laurearsi brillante-
mente e a insegnare all’uni-
versità di Oxford.

Cinquantenne Brasile noir

fallito cercasi
Una giornalista tostissi- e l’organizzazione mol-
Fotografo rock di grido, ma che si muove perico- to poco pulita dei Mon-
il cinquantenne Anto- losamente in un Brasile diali di Calcio del 2022.
nello Durante si ritrova dal doppio volto: il pri- La protagonista, Priscil-

© RIPRODUZIONE RISERVATA - LEONARDO CENDAMO/GETTY IMAGES

in crisi con l’avvento
SINCERAMENTE
NON TUO del digitale e del disa-
DI LEONARDO stro in cui navigano i
COLOMBATI, giornali del settore. Ul-
MONDADORI, timo colpo, l’abbando-
19,50 EURO
no dell’amata moglie
Diana. Quando scom-
pare per mesi, nessuno
sa cosa sia successo, l’u-
nico che può ritrovarne
le tracce è il suo miglio-
re amico, lo scrittore
Luca Vinciguerra. Par-
tendo da un misterioso
manoscritto.
mo allegro e invitante,
IL SAMBA
DI PRISCILLA
che attira i turisti al rit-
DI MAURILIO mo di samba, l’altro na-
BAROZZI, scosto e oscuro, in cui
BORDERFICTION, dilaga la corruzione. In
16 EURO
quei luoghi bellissimi,
che Maurilio Barozzi co-
nosce bene perché ci ha
vissuto, si dipana la ra-
gnatela di un thriller che
mescola fiction e crona-
ca, partendo dalla scom-
parsa di diversi italiani
fino alle accuse e agli in-
trighi riguardo la scelta
la Amorim, lineamenti
indiani che tradiscono
le origini dell’Amazzo-
nia e fisico da modella, è
una giovane e intra-
prendente reporter che,
mentre indaga su un gi-
ro di escort, si ritrova
sulle tracce di una guer-
ra fra due potenti fami-
glie mafiose brasiliane.
Un viaggio scuro che
metterà a rischio la sua
vita oltre che la sua inte-
grità morale.

88
SHOW ARTE
DI ROBERTA OLCESE

I sogni technicolor
di Max Ernst
Collage, frottage, grattage. A Milano la prima
retrospettiva sul padre del Surrealismo,
che giocava con le tecniche. E con gli incubi

Ama le donne, anticipa le avan- L’angelo

guardie, cita il rinascimento. del focolare
(o Il trionfo del
Tedesco, classe 1891, Max Ernst rap-
surrealismo), 1937.
presenta l’idea di artista del Nove- Collezione
cento, eclettico, innovativo, mai sa- privata, Svizzera.
zio. È protagonista del Surrealismo,
il movimento inventato, scoperto e
codificato dal critico d’arte André
Breton che nel manifesto del 1924 lo
definisce «lo stato del sogno».
Figlio di un pittore, laureato in filo-
sofia, appassionato di storia dell’arte
e psicologia, Ernst presta servizio
militare durante la Prima guerra
mondiale. S’immerge poi nella vita
parigina, per scappare nel 1941 in
America, in fuga dai nazisti, aiutato
da Peggy Guggenheim, collezionista,
gallerista, che diventerà la sua terza
moglie. Nel 1937 dipinge L’angelo del
focolare conosciuto come Il trionfo
Sopra, a sinistra, Trentatré bambine vanno a caccia della farfalla bianca, 1958.
del surrealismo, protagonista una Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid.
minacciosa figura vestita di brandelli A destra, La Festa a Seillans, 1964. Centre Pompidou, Parigi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA - CLASSICPAINTINGS/ALAMY STOCK PHOTO © MAX ERNST BY SIAE 2022,

di stracci colorati che avanza nel

RMN-GRAND PALAIS/PHOTOGRAPHER: GEORGES MEGUERDITCHIAN © MAX ERNST BY SIAE 2022

quadro verso l’osservatore. «Il volto,
un misto tra un pipistrello e una
strega, scoppia in una risata sardoni-
ca che pare risuonare in un boato, un
riverbero che spezza il silenzio del
paesaggio circostante»: così descrive
l’opera la curatrice Martina Mazzot-
ta, che evidenzia i rimandi alla pittu-
ra manieristica e barocca.
Nel 1949 insieme alla pittrice ameri-
cana Dorothea Tanning, sua quarta
LA MOSTRA
Fino al 26 febbraio 2023, Palazzo Reale
a Milano ospita Max Ernst, Le ragioni di
una mostra, a cura di Martina Mazzotta
e Jürgen Pech. Oltre 400 opere
prestate da musei, fondazioni e
collezioni private. maxernstmilano.it
moglie, Ernst torna in Europa. Nel
’58 ottiene la cittadinanza francese e
dipinge Trentatré bambine vanno a
caccia della farfalla bianca, che si ri-
vela un’esplosione di energia vitale.
«Recupera in questi anni lo stile ca-
leidoscopico colorato, il gusto è
quello degli Anni ’50, con vetri sme-
rigliati e superfici di grande forma-
to». Le giovani figure sono fonte di
tentazione, ma anche metafore sul
filone di Alice nel paese delle meravi-
glie di Lewis Carroll, rappresentano
lo spunto per tornare al mondo
dell’infanzia, il surrealismo diventa
«una seconda infanzia consapevole,
dove si possono fare grandi cose» di-
chiarerà l’artista.
Bello, indipendente e visionario,
Ernst introduce nelle sue opere
tecniche inusuali: il collage – senza
però usare colla, semplice accosta-
mento di elementi contraddittori –,
il frottage, gioco che si faceva da
bambini ricalcando su un foglio una
moneta, il grattage, l’incisione del
colore. Negli Anni ’50 anticipa il
dripping di Jackson Pollock e in-
venta l’oscillazione: sgocciola il co-
lore sulla tela. È del ’64 La Festa a
Seillans, un dipinto di grande for-
mato, un unicum nella produzione
dell’artista, con forti riferimenti
all’Art Brut di Jean Dubuffet. «I co-
lori sono accesi», conclude la cura-
trice. «È l’esplosione di una festa di
campagna che fa sentire in armonia
con gli altri e con la natura. Nel di-
pinto si percepisce la dimensione di
sollievo». Dopo i mostruosi perso-
naggi surrealisti, finalmente un po’
di pace.

90
SHOW MUSICA
DI ENRICA BROCARDO
Marianne Mirage
Sesso, yoga e rock’n’roll
È il suo mantra. «La pratica dello yoga sprigiona l’eros»,
dice la cantautrice di Cesena, che in lockdown
è diventata maestra di asana. Non male per un’ex randagia
che si era persa. E che nella musica si è ritrovata
Qualche tempo fa, Marianne Mirage cammi-
nava frettolosamente per la strada. «Sono
passata davanti a un gruppetto di Vigili del fuoco e
uno di loro mi ha detto: “Che bella puledra!”». Pur-
troppo, continua, non ha avuto la prontezza di ribat-
tere. «Ho abbassato lo sguardo e ho proseguito per la
mia strada. Non era la prima volta che succedeva e
mi dispiace di non essere ancora stata capace di tro-
vare le parole giuste per reagire. In realtà, è molto
semplice: se una donna non richiede apprezzamenti
non dovrebbe riceverne».
Cantautrice con passione per le atmosfere black,
soul e per le grandi voci del jazz internazionale, una
candidatura ai Nastri d’argento e una ai David di Do-
natello (nel 2018, per la colonna sonora di The Place,
il film di Paolo Genovese), la passione per le piante,
«da cui dovremmo imparare perché sono su questo
pianeta da molto prima di noi», nel 2020, durante il
lockdown, Mirage, che ha in tasca un diploma di reci-
tazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di
Milano e una laurea in Lettere e Filosofia, è diventa-
ta insegnante di yoga, disciplina che praticava da do-
dici anni. Da lì, l’idea di combinare musica e yoga:
l’estate scorsa, infatti, ha composto nuove canzoni:
«viaggi sonori» che accompagnano le sue lezioni.
Sul suo sito web c’è scritto: «Il nostro mantra è
sex, yoga & rock’n’roll».
La pratica dello yoga ti mette in contatto con il corpo
e lo libera, sprigionando tutta la sensualità, l’eros in
senso creativo. Parlo anche di masturbazione, un ar-
gomento che è ancora un tabù per uomini e donne.
Ma, per noi, entra in gioco anche il fatto che, siccome
possiamo dare la vita, dovremmo usare il nostro ap-
parato solo per quello. Dobbiamo liberarci di tutta
una serie di preconcetti. Per esempio, se una donna
va a letto con tanti uomini non è una puttana, ma una
persona alla quale piace fare sesso.
Lei ha sempre avuto un rapporto libero con la
sua sessualità?
92
Direi semplice. Quando ho voluto sperimentare l’ho
fatto e mi è capitato di innamorarmi della sensibilità
anche di una donna. Non ho mai considerato il corpo
un limite, anche se non mi considero completamen-
te bisessuale. Ciò che davvero conta è che la relazio-
ne sia limpida, che non ci siano fraintendimenti.
Parliamo della sua vita che è stata piuttosto av-
venturosa. Per esempio, è andata via di casa gio-
vanissima.
A 18 anni. Ho vissuto a Berlino, Londra, Parigi. Fin
da allora sentivo il bisogno di prendere decisioni
drastiche. Ogni volta che ho cercato una via di mezzo
che accontentasse tutti ho sentito che non stavo an-
dando da nessuna parte. Ci sono stati momenti in cui
mi sono “persa”. Da ragazza, per esempio, bevevo
troppo. Ma mi è servito a capire quello che volevo: da
sette anni sono astemia e sono diventata vegetaria-
na. E ho anche capito che volevo fare musica. Per for-
tuna, i miei genitori mi hanno sempre dato la libertà
di decidere che cosa fare della mia vita.
Da che famiglia proviene?
© RIPRODUZIONE RISERVATA - MARCO ONOFRIO
Mia madre, che adesso ha 69 anni, è stata una fisiote-
rapista e lavorava spesso con i bambini. Mi ha tra-
smesso il desiderio di prendermi cura degli altri. An-
che se io lo faccio tramite la musica, che per me è
condivisione di emozioni, e lo yoga. Mio padre, inve-
ce, ha 82 anni e la pancia da mangiatore di tortelli
romagnolo. È un mix di spiritualità e buona cucina.
In che senso?
È stato la mia guida, mi ha cresciuta in base al
principio «conosci te stesso». Papà è un artista che
non ha mai vissuto
d’arte. Lavorava nella
Protezione civile, al
IN THE PLACE CANTA LA MANCANZA
mattino andava in uf-
GUARDA IL VIDEO DI
ficio ma, appena tor- THE PLACE, CHE
nato a casa, si metteva FA DA TEMA
PER IL FILM OMONIMO
a dipingere con in sot- DIRETTO DA PAOLO
GENOVESE: L’HA
tofondo le canzoni di SCRITTA MARIANNE
CON GLI STAG
Billie Holiday: è così

che ho iniziato a cantare, all’inizio imitando la sua
voce finché ho trovato la mia. Quando era più giova-
ne faceva anche lo skipper e da piccola mi portava
con lui in barca a vela. Mi aiutava a trovare le conchi-
glie sotto la sabbia e mi diceva: «Questo è il tuo teso-
ro». Mi ha insegnato che la ricchezza è soggettiva.
Puoi avere due euro in banca ed essere ricchissimo.
NOTE E SPIRITUALITÀ
Marianne Mirage è il nome d’arte
di Giovanna Gardelli. Nata a Cesena
33 anni fa, ha pubblicato tre album:
Vite private, Quelli come me, Mirage.
Insegna yoga: per praticare online
con lei, prenota su yogamirage.com
Diventando musicista, ho voluto
dimostrargli che di arte si può vive-
re, non è facile ma è possibile.
Come spiega la popolarità dello
yoga?
C’è un grande bisogno di spirituali-
tà ma tantissime persone non san-
no dove cercarla. Viviamo in un
modo veloce, pieno di stimoli. Du-
rante il lockdown, però, la «produt-
tività» che associamo al maschile si
è fermata e questo ha permesso al
lato femminile, più accogliente,
morbido, empatico, di mostrarsi.
Credo che gli effetti si sentano an-
cora oggi. E anche che negli ultimi
anni sia cresciuta la solidarietà fra
donne.
Dice che va meglio?
Qualche mese fa ho pubblicato un
nuovo brano intitolato Bella Da, in
cui una donna dice a un’altra, ap-
punto, quanto sia bella. Questa vo-
glia di riconoscere il valore delle
altre lo vedo nella realtà. C’è meno
competizione, più voglia di fare
squadra perché la bellezza, il suc-
cesso di un’altra rende più forte an-
che me.
Davvero nel suo ambiente non ci sono invidie?
Ogni volta che pubblico un album, tantissime colle-
ghe mi chiamano per farmi i complimenti, ci scam-
biamo pareri, ci diamo consigli. Con Arisa e Levante,
per esempio. E mi ha colpito il coraggio che Madame
ha dimostrato intitolando una sua canzone Clito.
Imparo sempre molto dalle altre donne.
93
SHOW MUSICA LIRICA
DI MARIELLA BOERCI
dirigere una compagnia di canto in
cui spicca il baritono Nicola Alaimo,
il maestro coreano Myung-whun
Chung, che con questo titolo celebra
il culmine del lungo cammino ver-
diano iniziato molti anni fa in que-
sto teatro. Con sopratitoli in italiano
e in inglese, l’opera è in scena fino al
1 2
26 novembre.
Ancora con Verdi, ma con il Don
Carlo, il 26 novembre si presenta al

Musica, maestro! nastro di partenza il Teatro San

Carlo di Napoli, di cui Stendhal

Le “prime” da non perdere

scrisse: «Non c’è nulla, in tutta Eu-
ropa, che non dico si avvicini a que-
1 sto teatro ma ne dia la più pallida
Preparate smoking e abiti lunghi. La stagione dell’opera è alle porte idea». Nella nuova produzione, fir-
e i grandi teatri italiani sono pronti a stupire come ogni anno. mata da Claus Guth, a guidare un
Dalla Scala alla Fenice, il vademecum degli appuntamenti più attesi cast
2
internazionale di voci – da Mi-
chele Pertusi a Mat-
thew Polenzani, da

© RIPRODUZIONE RISERVATA - MICHELE CROSERA, YASUKO KAGEYAMA, BRESCIA E AMISANO, ©TEATRO ALLA SCALA, EDOARDO PIVA © TEATRO REGIO TORINO
Ludovic Tézier a
Ailyn Pérez e Elina
Garanča – è il mae-
stro Juraj Valčuha.
Repliche fino al 6 di-
cembre.
A oltre vent’anni
dalla sua ultima rap-
presentazione
3 4 5
(1991), domenica 27
I cinque teatri dell’opera più belli d’Italia. 1. Il Teatro La Fenice di Venezia (teatrolafenice.it). novembre, il Teatro
2. Il Teatro dell’Opera di Roma (operaroma.it). 3. Il Teatro alla Scala di Milano dell’Opera di Roma apre la nuova
(teatroallascala.org). 4. Il Teatro San Carlo di Napoli (teatrosancarlo.it). 5. Il Teatro Regio di stagione con i Dialogues des
Torino (teatroregio.torino.it). Carmélites, di Francis Poulenc, con
la regia di Emma Dante e la bacchet-
ta di Michele Mariotti. Molto attese
Mentre l’opera italiana si av- nella sala del Piermarini che, nel il soprano americano Corinne Win-
via a diventare Patrimonio im- 1909, grazie ad Arturo Toscanini (il ters, già acclamatissima in Madama
materiale dell’umanità, gli ol- quale la diresse poi per ben quattro Butterfly, nel ruolo della protagoni-
tre 60 teatri lirici del Paese alzano il stagioni), l’opera è stata rappresen- sta, e Anna Caterina Antonacci. Re-
sipario sulla nuova stagione, ricca di tata per la prima volta in Italia. In pliche fino al 6 dicembre.
titoli prestigiosi e novità. russo, con la regia di Kasper Holten Infine il Teatro Regio di Torino,
Fra le tante inaugurazioni, la “Pri- e un gotha artistico di prim’ordine che nel 2023 celebra i 283 anni dalla
ma” per antonomasia, scintillante e dove brilla il celebre basso Ildar Ab- fondazione e i 50 della sua ricostru-
mondana, è quella che il 7 dicembre, drazakov, lo spettacolo, in scena fino zione. Ristrutturato e con una nuo-
come da tradizione, va in scena al al 29 dicembre, è affidato alla bac- va macchina scenica fra le più tecno-
Teatro alla Scala di Milano e in di- chetta di Riccardo Chailly. logiche d’Europa, il Regio inaugura
retta tv su RaiUno. A inaugurare la Sceglie invece Giuseppe Verdi e la la nuova stagione d’opera il 24 gen-
stagione – per la seconda volta dopo sua unica opera buffa il Teatro La naio con Il barbiere di Siviglia, di
la memorabile edizione del ’79 di- Fenice di Venezia che il 18 novem- Gioachino Rossini, per la prima vol-
retta da Claudio Abbado – è il Boris bre inaugura la stagione con un nuo- ta a Torino nel brillantissimo alle-
Godunov di Modest Musorgskij, ve- vo allestimento di Falstaff firmato stimento di Pierre-Emmanuel
ro caposaldo del repertorio russo dal regista Adrian Noble, per molti Rousseau, ispirato ai quadri di Goya,
che vanta antichi e significativi lega- anni acclamato direttore della Royal e con il maestro Diego Fasolis sul
mi con il teatro milanese: è infatti Shakespeare Company. Sul podio, a podio. Repliche fino al 5 febbraio.

94
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 MODA

SWEET
JEWELS
Il tè delle cinque si fa prezioso.
Tra pasticcini e bonbon spuntano
gioielli dal design ricercato
e dal twist rétro. Femminili e raffinati
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tutto Gismondi 1754; orologio in oro rosa con diamanti sulla lunetta, Patek Philippe.

97
 Abito con corsetto
in Polyfaille, Alexander
McQueen. Bracciale
e anello in oro bianco
con diamanti e smeraldi,
Bulgari.
 Collana tennis, veretta a doppio giro e orecchini a goccia in oro bianco
con diamanti e smeraldi: tutto Pisa Diamanti. Gelatine Pasticceria Gattullo.

99
 Orecchini (2.725 euro) e anello (2.535 euro) in oro bianco con diamanti e smeraldi, DonnaOro Jewels. Anello (1.996 euro)
e collana (1.820 euro) in oro bianco con diamanti e berillo giallo, Polello. Chococolor by Rinaldini.

100
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in taffetà, Pinko
(395 euro). Bracciali
(da 4.980 euro) e anelli
(da 1.570 euro) in oro
bianco con diamanti
e zaffiri: tutto
Chimento; orologio
in acciaio con diamanti,
Baume & Mercier
(3.600 euro).
Abito monospalla in mikado di seta con ruches, Emporio Armani (550 euro).
Orecchini e bracciale in oro rosa con brillanti e zaffiri rosa cabochon, Crivelli.
Bracciale in oro bianco e diamanti, Pasquale Bruni; anello in oro bianco con diamanti e tanzanite, Salvini (2.995 euro);
anello asimmetrico a fiore in oro bianco e diamanti, Lenti 1963. Torta Pasticceria Gattullo.

103
 Anelli in oro bianco con diamanti e tanzanite: tutto Golay (da 3.420 euro). Macaral by Rinaldini.

104
Tubino in raso stretch con corsetto, Dolce&Gabbana. Collane in oro giallo
con gemme naturali multicolore, Dolce&Gabbana Fine Jewellery;
orologio in oro giallo con pavé di diamanti, Rolex.
 Abito bustier in raso
e tulle di poliestere
riciclato, H&M
Innovation Metaverse
(399 euro). Bracciali
flessibili in oro giallo
e rosa con diamanti,
Fope (da 5.700 euro);
anello in oro rosa
con diamanti e zaffiri
rosa, Leo Pizzo; sandali
in pelle laminata
con cristalli, Aquazzura
(995 euro).
Anello in oro bianco con diamanti e rubini, Davite&Delucchi Gioielli.
Cioccolatini Pasticceria Gattullo.

107
 Fedina in oro rosa con zaffiri rosa, Marco Gerbella Orafi (610 euro); orologio in acciaio pvd oro rosa, Festina (129 euro);
anello a fascia in oro rosa, DoDo (720 euro). Cioccolatini Pasticceria Gattullo.

108
Camicia oversize in raso,
Marina Rinaldi by Sara
Battaglia (430 euro).
Anelli in argento pvd
oro rosa con quarzo
rosa, pavé di cristalli,
ametista e radice
di rubino: tutto
Unoaerre Fashion
Jewellery (da 79 euro);
handbag in velluto
con fiocco, Jimmy Choo
(995 euro).
 Collana in argento dorato, Giovanni Raspini (430 euro).
Violette Pasticceria Gattullo. www.gattullo.it

110
 Abito monospalla
con volant in poliestere
riciclato, H&M
Innovation Metaverse
(249 euro). Anelli
in ottone con cristalli,
Sodini (da 29 euro);
bracciali tennis
in argento e zirconi,
Morellato
(149 euro l’uno).
Capelli e trucco
Deborah Sasso/
twa-agency.com.
Manicure Viviana
Mautone/
greenappleitaly.com.
Modella Miranda/
mma.moda.
Ha collaborato
Annarosa Bernasconi.
 MODA INCONTRI
DI VALENTINA PAGNI

LIBERI
DI VIVERE
Viaggiare, conoscere nuovi Pae-
si, scoprire culture diverse dalla no-
stra o, semplicemente, spostarsi per
lavoro. Dopo due anni difficili, pos-
siamo finalmente muoverci, riap-
propriarci degli spazi, immergerci
nella natura. Abbiamo chiesto a Da-
DAVIDE TRAXLER
vide Traxler, amministratore dele-
AMMINISTRATORE gato di Delsey Paris, marchio storico
DELEGATO
DI DELSEY PARIS
della valigeria, di raccontarci come
si viaggia oggi e come si è trasforma-
to il mercato.

Quali sono oggi le nuove esigenze

dei consumatori?
Quello che è cambiato maggiormen-
te è l’approccio alla piccola mobilità,
agli spostamenti in città. Al muover-
si con tutti quei mezzi che negli ulti-
mi due anni sono aumentati espo-
nenzialmente: motorini, biciclette,
monopattini. Tutto ciò ha accelerato leggeri, riciclati e lavabili, con inter- LA NATURA
il passaggio dalla classica ventiquat- ni intercambiabili per l’estate e l’in- AL CENTRO
trore al backpack. Su questa tipolo- verno, con entrate differenti per fa- La nuova
campagna Delsey
gia di viaggio abbiamo fatto un gran- cilitare la mobilità degli animali. Paris interpreta
«Facciamo dissimo lavoro: una volta lo zaino era Tutti i modelli possono essere ag- il desiderio
per gli studenti e gli sportivi, per chi ganciati ai trolley o portati a spalla,
valigie che durino andava in montagna a camminare hanno attacchi per le cinture di sicu-
di libertà
dei consumatori.
nel tempo» o in campeggio, oggi si usa per l’uffi- rezza e ruote removibili. Nella foto sopra,
un trolley
cio e deve avere tutte le carat- E la valigia classica? Chatelet Air 2.0,
teristiche del caso: legerezza, Progettiamo piccoli accorgimenti linea must-have
performance e funzionalità. che rendano il viaggio più piacevole del brand
E se parliamo di sposta- e pratico. Nelle linee di punta abbia- che utilizza
menti più lunghi? mo introdotto il formato Trunk, più la tecnologia
Silvadur™.
Un segmento per il quale i no- alto e rettangolare, estremamente A sinistra,
stri designer hanno trovato comodo. Le ruote sono silenziose lo zaino
soluzioni sorprendenti è quel- e molti modelli hanno il misuratore della collezione
lo legato agli animali domesti- di peso integrato, utile e rivoluziona- Turenne,
ci: borse da viaggio per cani rio. Infine, tutte le valigie hanno premiato
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ai Red Dot Design

e gatti. Lo abbiamo affrontato
da esperti del settore, perché
la richiesta è aumentata dav-
vero molto e mancava una ri-
sposta specifica. Abbiamo rea-
lizzato bagagli con materiali
da sempre interni removibili e lava- Awards 2022.
bili, ma per garantire la massima si-
curezza ora utilizziamo il Silvadur™,
un trattamento antibatterico all’a-
vanguardia che protegge fibre e tes-
suti ed elimina il 90% dei batteri.

112
 TENDENZE
DI VALENTINA PAGNI

TIMELESS
ACCIAIO PROTAGONISTA PER OROLOGI DALLE LINEE ESSENZIALI
E DALL’ALLURE UNISEX, VERI E PROPRI PASSEPARTOUT SENZA STAGIONE.
CASUAL MA CON UN TOCCO COLORATO TUTTO FEMMINILE

AUTOMATICO OVERSIZE
Con 160 In acciaio
diamanti, Oystersteel,
Patek Philippe. Rolex.
SATINATO
A carica
automatica,
Baume
& Mercier.

INOSSIDABILE
Quadrante
argentato soleil,
Bulgari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

QUARZO IMPECCABILE
Lunetta Automatico
esagonale con riserva
e diamanti, di carica di 60
Vacheron ore, Parmigiani
Constantin. Fleurier.
113
MODA NEWS
DI VALENTINA PAGNI

NATUR ALIA

Floral Jungle è un nuovo universo creativo e vi-

sionario, nato dalla mano di Giovanni Raspini. Cinque
anelli in edizione limitata, rigogliosi, lussureggianti
e ricchi di dettagli decorativi, tributo ai luoghi più affa-
scinanti del globo. Massima espressione delle capacità
artigianali del brand, gli anelli trovano una continuità
stilistica e creativa con Il giro del mondo in 80 gioielli,
l’ultima grande mostra voluta del designer toscano.
Amazonia Rainbow, Pacific Blue Reef, Bali Lushing Fo-
rest, Japan Cherry Blossom e African Blooming Protea:
ogni pezzo è realizzato in soli duecento esemplari, in ar-

© RIPRODUZIONE RISERVATA
gento fuso brunito o dorato, impreziosito da gemme
straordinarie come il cristallo di rocca iridescente, le sia-
miti rosa e celesti, le perle naturali rosa e bianche,
gli opali etiopi cangianti, i quarzi tormalinati, il corindo- Dall’alto e da sinistra, gli anelli Pacific Blue Reef, Bali Lushing
ne e tante altre ancora. Per una bellezza fatta di sugge- Forest, Japan Cherry Blossom, Amazonia Rainbow e African
stioni e attenta ricerca. Blooming Protea di Giovanni Raspini.

Alcune immagini della campagna Pennyblack
con le donne che lavorano per il brand.
Da donna a donna
Il vero volto, anzi i veri volti di Pennyblack: dieci
donne che lavorano per il brand interpretano
la collezione maglieria autunno-inverno 2022.
Diverse storie, età e professioni, accomunate
da un’unica passione. Davanti all’obiettivo
hanno messo le loro personalità, insieme
alla loro interpretazione dello stile Pennyblack.
In collezione, pullover, cardigan e abiti
impreziositi da lavorazioni nordiche e motivi folk,
punti tridimensionali, fantasie chiné e righe
jacquard. In una palette elegante e sofisticata,
che va dalle sfumature della terra a quelle
dell’acqua, passando per i rosa polverosi.

114
 Una per tutte
Il nuovo progetto speciale
di Marina Rinaldi ruota attorno
a un capo must del guardaroba
classico: la giacca, rielaborata
dal brand per questa stagione.
It’s Always Jacket Time!
è una minicollezione di modelli
da sera, adattabili però anche
a diverse occasioni da giorno. W lo shopping
Blazer maschili oversize, Fino al 23 dicembre,
giacchine con il collo rotondo Gentucca Bini trasforma
e le maniche a 3/4 e silhouette la sua Fabbrica Bini
con le maniche a campana in uno store che accoglie
che ricordano le cappe, realizzati brand indipendenti
con jacquard e broccati, tweed di moda, design e food.
con fili di lurex, e tessuti tecnici Dove? In viale Giovanni
effetto scuba impreziositi da Cermenate 18
dai cristalli. La palette gioca a Milano. Da non perdere!
con il nero e l’oro, alternati
ad accenti d’argento: il giusto
tocco shiny per stemperare
il rigore della giacca
nella sua accezione più classica.

Stelle luminose
Starlet è la capsule di Mabina Gioielli,
ispirata agli astri e alle star. Anelli, Day&night
orecchini, bracciali e collane sono
caratterizzati da un’iconica stella, simbolo Seletti ha rielaborato
di successo e personalità. Tutti i gioielli una coppia di orologi
sono in argento rodiato, rosato o dorato, Polycarbon di D1 Milano
con zirconi e pietre colorate cabochon. ispirandosi al giorno
In occasione del lancio, Ambra Angiolini, e alla notte. Pezzi unici
giudice di X Factor 2022, li ha indossati decorati da nuvole e stelle
durante il live show, sottolineando il legame e venduti insieme
del brand con il talent in onda su SkyUno, in una confezione con due
di cui è official partner. miniature in ceramica.

Casual daywear
La collezione accessori
U.S. Polo Assn. autunno-inverno
2022/2023 è caratterizzata
da essenzialità, funzionalità
e praticità. Accanto ai grandi
classici del brand, spiccano nuovi
modelli capaci di adattarsi Sporty glam
alle ultime tendenze. Protagonista Victoria Beckham incontra
assoluta della stagione è la linea La tracolla Mansion Reebok per una capsule
Mansion, realizzata con materiali di U.S. Polo Assn. audace, che mette
di qualità e attenzione ai dettagli. è disponibile in risalto la silhouette.
Una gamma di borse in morbida in verde oliva, Giacche, pantaloni, felpe
ecopelle martellata, rese uniche giallo senape, blu e body in total black,
dalla tracolla in tessuto jacquard notte, caramello, con dettagli orange, icy
con logo a contrasto. nude e nero. blue e pale lipstick pink.

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 MODABOLARIO
DI VALENTINA PAGNI

PUNTO LUCE
Non possiamo stabilire con esattezza quando è nato questo par-
ticolare tipo di gioiello ma sappiamo che l’uso dei diamanti come gem-
ma simbolo d’amore risale al XIII secolo, periodo in cui fiorisce anche schile.
Locuzione sostantivale ma llana
l’arte orafa tradizionale. Nel 1700 indossarli è quasi un obbligo: rappre- ral me nte co
Gioiello (gene o
sentano lo status sociale e testimoniano la presenza di un evento impor- o orecchini) che al centr
un ico dia ma nte
tante nella vita di una donna (come il matrimonio o il fidanzamento). racchiude un
luce.
Oggi gli orecchini punto luce possono essere rotondi, quadrati, a cuore, che emana tutta la sua
a fiore oppure a stella e la struttura del castone è a griffe o a cipollina.

PURISSIMI
SPIRALI FIORELLINI

Oro bianco e diamanti, Diamanti centrali e contorno griffato, Oro bianco e diamanti taglio
Davite&Delucchi Gioielli (2.620 euro). Giorgio Visconti (da 1.300 euro). brillante, Salvini (2.695 euro).

SINUOSI DÉCO SPECIALI

Oro White Ice 18 carati e diamanti, Oro bianco, solitari e diamanti Montati con griffe a cuore,
Annamaria Cammilli (1.790 euro). baguette, Damiani (2.490 euro). Comete Gioielli (648 euro).

ROMANTICI GIRANDOLE BREVETTATI

© RIPRODUZIONE RISERVATA - GETTY IMAGES

Con diamanti taglio brillante Oro bianco con diamanti centrali Oro rosa e diamanti tondi,
a cuore, Recarlo (da 1.310 euro). e sulle punte, Polello (da 700 euro). DonnaOro Jewels (da 714 euro).

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unoaerre.it
 MODA BRAND NEW
DI VALENTINA PAGNI

PEZZI UNICI
L’ARTE È AL CENTRO DELLE COLLEZIONI DI QUATTRO MARCHI CHE FONDONO
LA PASSIONE PER LA SCULTURA ALL’ANTICA TRADIZIONE ORAFA ARTIGIANALE
E A UN’ESTETICA CONTEMPORANEA, MA EVOCATIVA E SURREALISTA

BONA CALVI
Nel suo laboratorio,
con frese di ogni
forma e trapano,
Bona Calvi modella
micro sculture
in cera e realizza
i prototipi che
successivamente
GALA ROTELLI
vengono fusi
in una speciale lega
Gala Rotelli progetta in bronzo dorato
e realizza gioielli e diventano gioielli.
e oggetti di design. bonacalvi.com
Per lei tutto comincia
con i disegni: alcuni
si trasformano
e diventano “reali”.
Nascono così piccoli
mondi poetici
ed evocativi,
in bronzo, argento,
vetro o ceramica.
galarotelli.com

GIULIA BARELA
Per Giulia Barela
AGAPANTHUS l’anatomia è
di grande
Agapanthus nasce ispirazione: i suoi
dall’incontro di tre gioielli sono
donne intraprendenti plasmati sul corpo
e passionali. Ogni pezzo e ne seguono
è realizzato con antiche le forme. Realizzati
© RIPRODUZIONE RISERVATA

tecniche come con la tecnica

l’incisione con il bulino, della fusione a cera
il cesello e il traforo, persa, sono in
che valorizzano l’oro bronzo o argento,
e l’argento spazzolati bagnati in oro
e le pietre preziose. 24 carati o rodiati.
agapanthusgioielli.it giuliabarela.com

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 PER LAVERA

Lavera, amore per la pelle

e per l’ambiente
DA 35 ANNI IL MARCHIO
CREA FORMULE NATURALI
E BIO NEL PIENO RISPETTO
DEL PIANETA

Basis Sensitiv Crema Idratante

Antirughe con coenzima Q10
naturale (14,79 euro)
ha una texture leggera che
si fonde immediatamente
con la pelle

l segreto di bellezza di una pelle luminosa e con meno rughe? Nella natura.
I L’olio di jojoba bio dona morbidezza, l’aloe vera bio idrata la pelle mentre
il Coenzima Q10 di origine naturale previene l’invecchiamento precoce grazie
alle sue proprietà antiossidanti. Sono i principali ingredienti della formula
certificata cento per cento naturale di Basis Sensitiv Crema Idratante Antirughe,
creata dai laboratori lavera. Il marchio, fondato nel 1987 in Germania,
crede fin dall’inizio della sua storia nella straordinaria ricchezza della natura,
un bene da rispettare, tutelare e studiare per ricavare formule 100% naturali
e bio sempre più innovative. Imparando a restituire quanto di buono ci regala
ogni giorno (nel box tutti gli impegni green di lavera). Anche il packaging
di Basis Sensitiv Crema Idratante è una delle scelte green dell’azienda:
il vaso è realizzato al 90% in vetro riciclato (coperchio escluso) mentre
il cartoncino della scatola è composto al 100% da fibre riciclate.
BEAUTY
SORVEGLIATO
SPECIALE
Lo stress è considerato
il nemico numero uno
di una pelle dall’aspetto
sano e luminoso.
Combattilo in maniera
efficace con formule
sensoriali, rituali cocoon,
nuovi neurocosmetici.
E soprattutto praticando
la mindfullness
di Simona Fedele - testi di Daria Manzini
120
Incarnato spento, occhiaie, rughe verticali che
intristiscono l’espressione, tratti tirati, rossori. La clas-
sica faccia da stress è il moderno spauracchio della bel-
lezza. Gli studi scientifici, infatti, dimostrano che le ten-
sioni emotive, sommate alle aggressioni ambientali,
nuocciono alla pelle, oltre che alla salute. «Le variazioni
climatiche e l’inquinamento impoveriscono la funzione
barriera dell’epidermide, mentre l’ansia prolungata ge-
nera una cascata biochimica che produce alterazioni a
livello cutaneo», dice Pucci Romano, dermatologa a Ro-
ma e presidente Skineco. In particolare tali fenomeni
innescano l’esagerata produzione di cortisolo, ormone
che favorisce uno stato infiammatorio cronico, cono-
sciuto come inflammaging, responsabile della cattiva os-
sigenazione e di un precoce invecchiamento. Stare in
perenne vacanza non sarebbe, però, la giusta soluzione.
«Lo stress fa parte dell’esistenza, il segreto è renderlo
inoffensivo, seguendo il principio della sostenibilità,
dall’alimentazione allo skincare, per mantenere un buon
equilibrio di vita. Importante anche l’atteggiamento: bi-
sogna imparare a non subire gli eventi stressanti, ridi-
mensionando quelli meno significativi».
Se lo consideri un nemico, lo stress influisce sull’invec-
chiamento cutaneo. Ma se impari a conoscerlo, attivi la
capacità fisiologica di adattarsi ai cambiamenti. Non a
caso si distingue eustress, che è buono e funziona da sti-
ANTONIO REDAELLI
molante, dal suo opposto cattivo, distress. In realtà non
esistono due tipi di stress, solo modi diversi di percepir-
lo, a seconda delle situazioni e dei momenti della vita.
Qualche esempio? Affronta un impegno per volta, mi-
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BEAUTY

1
1. Idrata e rimpolpa
nimizza l’importanza degli elementi la pelle del viso
disturbanti e, quando senti che la con fiordaliso bio,
Crema d’Acqua 2
pressione aumenta, tieni aperta una di Fiordaliso Bio
via di fuga. Laboratoires
Klorane