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Empatia e riconoscimento del dolore negli autori di reato

Di: Chiara PATERLINI.


Universit degli Studi di Milano Bicocca

RIASSUNTO
Lempatia e il riconoscimento del dolore fisico sono aspetti importanti delle relazioni
interpersonali. Questa tesi indaga lipotesi che i deficit di queste funzioni possano contribuire a
causare le azioni aggressive compiute dagli autori di reato contro la persona. Sono stati confrontati
65 soggetti autori di reato contro la persona (n=33) o reato di altro tipo (n=32) e 26 soggetti di
controllo. Lempatia, il riconoscimento del dolore fisico e il riconoscimento di emozioni sono stati
valutati mediante il Quoziente Empatico e due test sperimentali impliciti che hanno utilizzato
stimoli evocativi del dolore e di emozioni facciali. Lanalisi dei dati ha evidenziato che gli autori di
reato contro la persona hanno meno empatia rispetto agli autori di reato di altro tipo e ai controlli.
Il riconoscimento del dolore deficitario negli autori di reato rispetto ai controlli, maggiormente
nei soggetti con diagnosi psichiatrica. Il livello di empatia contribuisce a predire la gravit del
reato. a sua volta predetto dal tipo di reato. I comportamenti criminali potrebbero portare a una
perdita di empatia e di capacit di riconoscere il dolore fisico. A loro volta, i deficit di empatia e di
riconoscimento del dolore fisico potrebbero favorire levenienza di comportamenti antisociali. La
conoscenza di questi aspetti e delle loro complesse interazioni ha potenziali implicazioni
nellinterpretazione e nel trattamento dei comportamenti antisociali.

ABSTRACT
Empathy and the recognition of physical pain are important to interpersonal relations. This work
investigated the hypothesis that impairment of these functions could contribute in causing
aggressive behaviour in authors of crime against person. Sixty-five subjects who committed crimes
against person (n=33) or other crimes (n=32) and 26 control subjects were evaluated. The
Empathy Questionnaire and two experimental implicit tests assessed empathy and the recognition
of physical pain and facial emotions. The authors of crimes against person were impaired in
empathy compared with authors of other crimes and controls. Both experimental subgroups were
impaired in the recognition of physical pain compared with controls, with the worst deficits in
subjects with psychiatric diagnosis. The level of empathy contributed in predicting the severity of
the crime. Empathy, in turn, was predicted by the type of crime. Criminal behaviour could
contribute in impairing empathy and the recognition of physical pain. Deficits of empathy and
recognition of physical pain might favour the occurrence of antisocial behaviours. Knowing these
aspects and their complex interactions has potential implications for the understanding and
treatment of antisocial behaviour.

PAROLE CHIAVE
Empatia, Dolore, Reato, Emozioni, Psicopatologia.

KEY WORDS
Empathy, Pain, Offense, Emotions, Psychopathology.

1. Introduzione
Lempatia viene definita come la capacit di provare gli stati cognitivi e affettivi di altre persone,
immedesimandosi nelle loro vicende, comprendendone i bisogni ed esprimendo partecipazione
(Hoffman, 1987; Davis, 1983; Decety & Jackson, 2006; Baron-Cohen, 2011) e come la
consapevolezza sociale inerente esperienze cognitive e affettive (Davis, 1994). Per essere empatici
necessario entrare in risonanza e reagire con emozioni e comportamenti congrui, componente
indicata come empatia affettiva (Feshbach, 1978 Baron-Cohen, 2011). Rappresentando sia la
percezione dellaltro che quanto secondariamente agito, lempatia si contraddistingue dal
riconoscimento di emozioni che fornisce informazioni al costrutto di empatia, teoria della mente e
cognizione sociale nellarco di tutta la vita adulta.
Il riconoscimento del dolore fisico provato da unaltra persona richiede una decodificazione
percettiva accompagnata da una reazione affettiva. Pertanto una funzione molto pi complessa
di una analisi percettiva, rappresentando un fenomeno biopsicosociale (Goubert, Vlaeyem,
Crombez et al., 2011; Hadjistavropoulos, Craig, Duck et al., 2011). E stato suggerito che il livello
generale di empatia influenza la capacit di riconoscimento del dolore fisico provato da unaltra
persona (Loggia, Mogil & Bushnell, 2008). Tuttavia, non c chiara distinzione tra questi due
domini n conoscenza delle loro interazioni.
Un adeguato funzionamento empatico rilevante ai fini della appropriatezza delle relazioni
interpersonali e sociali ed un fattore protettivo contro laggressivit (Wai & Tiliopoulos, 2012). Si
distinguono due livelli di deficit empatico (Baron-Cohen, 2011). Uno caratterizzato da
fluttuazioni transitorie e comprende situazioni comuni nelle quali si concentrati su un interesse o
azione e si trascura quanto unaltra persona sta raccontando o chiedendo. Laltro, pi grave,
lerosione empatica (Baron-Cohen, 2011) che caratterizza i disturbi di personalit borderline e
narcisistico e la psicopatia e che Baron-Cohen (2011) indica con lespressione grado zero-negativo
dellempatia. La mancanza di empatia, insieme alla noncuranza delle conseguenze personali e
sociali delle proprie azioni, potrebbe favorire linsorgenza di comportamenti inadeguati e offensivi.
La violenza che porta ad agiti criminali contro la persona pu scaturire dalla mancanza di empatia
unita a unesplosione emotiva incontrollata. Gli aspetti socioculturali associati al comportamento
criminale possono accentuare il deficit di empatia (Funk, Baldacci, Pasold et al., 2004).
La relazione tra empatia, azioni criminali contro la persona e capacit di riconoscere il dolore
fisico non definita. ipotizzabile che il deficit di empatia causi comportamenti criminali contro la

persona. Il deficit di riconoscimento del dolore fisico potrebbe favorire gli atti offensivi come
effetto diretto o secondario al deficit empatico. Questo studio intende verificare questa ipotesi.
Obiettivi specifici sono: a) verificare se i deficit di empatia e di riconoscimento del dolore fisico
contraddistinguono gli autori di reato contro la persona rispetto ad autori di reato di altro tipo, b)
verificare se i deficit di empatia e di riconoscimento del dolore fisico sono indipendenti. Poich il
comportamento aggressivo pu essere agito anche da soggetti con disordini psichiatrici, seppure
la malattia psichiatrica non necessariamente comporti azioni violente, si tenuto conto di questa
variabile nei confronti tra gruppi. Il riconoscimento delle emozioni contribuisce al processo
empatico; inoltre alcuni partecipanti avrebbero potuto avere caratteristiche manipolatorie, come
nel caso della psicopatia. Pertanto, il riconoscimento di emozioni stato valutato insieme
allempatia (Blair, Mitchell, Peschardt et al., 2004; Blair & Cipolotti, 2000; Carr & Lutjemeier, 2005;
Walker & Leister, 1994; Woodbury-Smith, Clare, Holland et al., 2005). Scopo secondario dello
studio stato esplorare le caratteristiche degli autori di reato contro la persona (variabili
demografiche, empatia, riconoscimento del dolore fisico, riconoscimento di emozioni, diagnosi
psichiatrica).

2. Materiali e Metodi
2.1. Partecipanti
La selezione degli autori di reato stata effettuata dopo la verifica e approvazione del progetto
da parte del Provveditorato alla Giustizia e dei Direttori delle strutture. Hanno aderito la Casa di
Reclusione di Milano-Opera e due comunit terapeutiche, Il Porto Onlus di Moncalieri e Le Vele di
Trezzo dAdda. I criteri di selezione dei partecipanti sono stati: a) aver commesso uno o pi reati;
b) essere residenti presso una casa di reclusione o comunit terapeutica; c) almeno cinque anni di
scuola; d) conoscenza della lingua italiana, e) consenso informato. Criterio di esclusione stata
lanamnesi positiva per patologie neurologiche o mediche che possano influenzare le funzioni
cognitive (neoplasia, malattie vascolari, disordini metabolici/endocrini). Sono inoltre stati
selezionati soggetti che non avevano commesso alcun reato per la validazione preliminare di
alcuni test e come controlli.

2.2. Setting
Ogni somministrazione stata effettuata in una stanza isolata, priva di distrazioni e in presenza
di un operatore della struttura ospitante. I soggetti di controllo sono stati valutati in un contesto
ospedaliero. Ogni somministrazione ha avuto una durata media di 60.
Preliminarmente, a ogni partecipante sono stati spiegati gli scopi della ricerca e le modalit di
somministrazione. Tutti hanno acconsentito al trattamento dei dati personali, firmando il modulo
del consenso informato. Sono state raccolte le informazioni demografiche (et, anni di scuola e
livello formale di istruzione, genere, occupazione), cliniche e giuridiche (diagnosi psichiatrica, tipo
di reato commesso, periodo di permanenza presso la struttura attuale e periodi pregressi di
permanenza presso altre strutture).

2.3. Strumenti di valutazione


Empatia
stato utilizzato il Quoziente Empatico (QE) (Baron-Cohen, 2011) che un questionario di
autovalutazione composto da 40 affermazioni, rispetto alle quali il partecipante esprime il proprio
accordo/disaccordo, lungo una scala di quattro punti (1= Completamente daccordo; 2=
Abbastanza daccordo; 3= Abbastanza in disaccordo; 4= Completamente in disaccordo). Il
punteggio di ogni affermazione non corrisponde necessariamente al livello di empatia, poich i
punteggi vengono elaborati secondo specifiche istruzioni disposte da Baron-Cohen. Il punteggio
finale, somma dei singoli punteggi cos ottenuti, direttamente proporzionale al livello di empatia
(Baron-Cohen, 2011).

Riconoscimento delle emozioni


Un test sperimentale computerizzato stato utilizzato per misurare laccuratezza e la velocit di
risposta (tempi di reazione). Sono state scelte immagini di volti femminili e maschili della serie di
Ekman. Il compito stato creato con E-Prime, registrando entrambi i parametri.
A ciascun soggetto veniva mostrata listruzione generale, valida anche per il test di riconoscimento
del dolore fisico:
<<Questo test misura i tuoi tempi di reazione.
Cerca di rispondere il pi velocemente possibile, ma cerca anche di essere accurato.
Non preoccuparti se commetti un errore. Non cercare di correggere gli errori.
Buon lavoro!!!>>

Ogni singolo blocco era preceduto da unistruzione specifica, ad esempio:


<<Se la parola/figura collegata a FELICITA premi il tasto z.
Se la parola/figura collegata a NEUTRALE premi il tasto m.
Ricordati di rispondere il pi velocemente possibile, ma cerca anche di essere accurato>>

Le immagini appartenenti a due diverse categorie emozionali venivano presentate al centro


dello schermo in maniera casuale. Ogni emozione era espressa da quattro volti (due femminili, due
maschili). Quindi ogni blocco comprendeva otto immagini, dopo le quali compariva listruzione per
due nuove categorie. Sono state presentate 15 coppie. Il soggetto rispondeva usando due tasti (z,
m), modalit valida anche per il riconoscimento del dolore.

Riconoscimento del dolore fisico


Questa funzione stata valutata mediante il Test di Associazione Implicita (Implicit Association
Test, IAT; Greenwald, McGhee & Schwarz, 1998), utilizzando un protocollo sperimentale costruito
mediante E-Prime con immagini evocative di dolore fisico e misurando lindice IAT (D Score). Lo
IAT misura la forza dei legami associativi tra concetti rappresentati in memoria oppure tra un
concetto e una valutazione generale, in questo caso dolore-negativo. La procedura sperimentale
comprendeva cinque prove di categorizzazione. In ciascuna prova, gli stimoli comparivano
casualmente al centro del monitor del computer, al partecipante veniva chiesto di categorizzarli
velocemente e accuratamente. Gli stimoli, parole o immagini, appartenevano a quattro categorie
(immagini: dolore/neutro, parole: positivo/negativo). Tre blocchi, in cui ciascuna categoria era
associata univocamente a un tasto, servivano per apprendere le modalit di risposta. Due blocchi,
definiti critici, in cui a ciascuno dei due tasti di risposta erano associate due categorie, indagavano
le associazioni dinteresse. Listruzione che introduceva il primo blocco (immagini di
dolore/neutre) era la seguente:
<< Se la parola/figura collegata a DOLORE premi il tasto z.
Se la parola/figura collegata a NEUTRO premi il tasto m.
Ricordati di rispondere il pi velocemente possibile, ma cerca anche di essere accurato>>.

I blocchi secondo (parole positiva -z- e negativa -m), terzo (immagine di dolore o parola positiva
-z- e immagine neutra o parola negativa -m-), quarto (figure riferite a dolore e neutro, ma con
inversione dei tasti: neutro z; dolore m) e quinto (immagini neutre o parole positive -z- e
immagini di dolore o parole negative-m-) venivano presentati in successione preceduti da una
specifica istruzione.

Secondo Greenwald (1998) un compito compatibile se le due categorie corrispondenti allo


stesso tasto sono congrue (dolore e negativo). Viceversa incompatibile (dolore e positivo).
Le serie di immagini validate sono troppo cruenti, pertanto sono state scelte immagini che non
ritraessero persone intere, volti, o dettagli estremamente crudi, raffiguranti solo mani o piedi con
segni di ferite o lesioni o integre. Per ogni categoria sono state selezionate e inserite nello IAT otto
immagini, previa approvazione dei responsabili delle strutture e del Provveditorato alla Giustizia.
La validit di queste immagini nel rappresentare il dolore fisico stata verificata attraverso
unindagine preliminare in soggetti non autori di reato, che non hanno partecipato
allesperimento, chiamati a giudicare su una scala Likert da 1 a 5 (1= per nulla; 5= moltissimo)
quanto fosse intenso il dolore rappresentato. Questi soggetti avevano et e scolarit simile agli
autori di reato previsti dai responsabili delle strutture (13 femmine, 21 maschi; et: 18-62 anni,
media=40; scolarit 5-17 anni, media=12). Le immagini prescelte inserite nello IAT erano
rappresentative di dolore moderato, intenso o molto intenso (Fig. 1).

3. Risultati
3.1. Caratteristiche del campione

Sono stati selezionati 65 autori di reato: 33 contro la persona (omicidio, tentato omicidio,
concorso in omicidio, violenza personale, sequestro di persona; non cerano casi di omicidio
seriale), di cui 8 con pi capi daccusa, 32 di altro tipo (narcotraffico, detenzione di sostanze
stupefacenti, reati fiscali, rapine, furti, associazione a delinquere, traffici internazionali illeciti).
Degli autori di reato contro la persona, 14 erano affetti da disordini psicopatologici (schizofrenia,
disturbo bipolare con ideazione delirante, o disturbo di personalit borderline, paranoide o
narcisistico), 3 riportavano anche pregresso alcolismo e/o tossicodipendenza. Dellaltro
sottogruppo, 13 avevano singola o doppia diagnosi psichiatrica (disturbo bipolare, disturbo
depressivo, disturbo di personalit borderline, tossicodipendenza, schizofrenia di tipo
disorganizzato). Nessun partecipante aveva diagnosi di psicopatia. I partecipanti delle comunit
terapeutiche stavano scontando la pena. I due sottogruppi erano simili ai controlli per et [F (2,
88)= 1.496, p= .230] e genere [chi 2(2)=4.88, p=0.09], mentre avevano numero di anni di studio [F
(2, 88)= 8.37, p< .001] e titoli scolastici inferiori [chi 2(8)=29.98, p<0.001]. In entrambi i sottogruppi,
il matrimonio [chi2(6)=20.19, p=0.003] e il lavoro retribuito [chi 2(10)=76.15, p<0.001] erano meno
frequenti rispetto al gruppo di controllo. La durata della reclusione (mesi), era pi lunga negli
autori di reato contro la persona rispetto agli autori di altri reati [t(55.02)=2.60, p=0.01]. Gli
omicidi, i reati legati alla droga e i reati fiscali erano quelli maggiormente rappresentati
[chi2(8)=90.09, p<0.001]. La gravit del reato, valutata secondo una scala da 1 a 5 (1=lesione,
5=omicidio associato ad altri reati), risultata maggiore nel sottogruppo dei reati contro la
persona [t(60.24)=7.61, p<0.001]. Il numero di diagnosi psichiatriche era simile nei due
sottogruppi [chi2(1)= .02, p= .88]. Ventisei soggetti non autori di reato hanno costituito il gruppo di
controllo.

3.2. Quoziente Empatico

Il QE risultato altamente affidabile (alpha di Cronbach=.808). Poich gli item 20, 23, 25 e 37
correlavano negativamente, laffidabilit della scala stata ricalcolata moltiplicandoli per -1 e
confermata (alpha di Cronbach=.837). Lanalisi fattoriale ha evidenziato una soluzione
monofattoriale. Pertanto, stato indicato 1 come numero fisso di fattori e sono stati esclusi gli
item con grado di saturazione inferiore a 0.35. Sono stati cos individuati 18 item, spiegando il
31.42% della varianza. Quindici item enfatizzano la capacit di comprendere gli stati affettivi altrui
e richiedono una risposta che sia in accordo con laffermazione, 3 richiedono la risposta in
disaccordo; si escludevano gli item che enfatizzano aspetti negativi/incapacit che richiedono una
risposta in disaccordo.
LANOVA a una via del punteggio monofattoriale non ha mostrato alcun effetto legato alla
scolarit (p=.710) mentre ha evidenziato una significativa differenza tra i gruppi [F (2, 81)= 4.849,
p= .007; p2=.094] determinata dal deficit negli autori di reato contro la persona rispetto ai
controlli (p=.010) e agli autori di reato di altro tipo (p=.004). Gli autori di reato di altro tipo
avevano un punteggio simile a quello dei controlli. LANOVA a due vie che ha confrontato gli autori
di reato in base al tipo di reato e alla presenza di diagnosi psichiatrica ha evidenziato leffetto
significativo del tipo di reato [F(1,79)=7.941, p=.006] e nessun effetto della diagnosi psichiatrica,
ma uninterazione tra tipo di reato e diagnosi psichiatrica [F(1,79)=4.201, p=.044] determinata da
deficit empatico maggiore negli autori di reato contro la persona con diagnosi psichiatrica.
Lanalisi fattoriale, condotta a scopo esplorativo includendo tutti gli item del QE, ha identificato
14 fattori, spiegando il 55.49% della varianza degli item. UnANOVA multivariata che ha
confrontato gli autori di reato contro la persona e di reato di altro tipo e i controlli ha escluso
leffetto della scolarit sullempatia e ha evidenziato una globale significativa differenza tra i
gruppi (valore Pillai=.528, p=.023). Differenze significative erano presenti per il fattore 4
(comprensione della situazione altrui) [F(2,79)=7.471, p=.001; p2=.159] e 5 (reazione alla
situazione altrui) [F(2,79)=4.229, p=.01; p2=.097]. Il fattore 4 era inferiore negli autori di reato
contro la persona rispetto ai controlli (p=.038) e agli autori di altri reati (p=.001). Il fattore 5 era
inferiore negli autori di reato contro la persona o di altro tipo rispetto ai controlli (p=.024).
LANOVA a una via del punteggio totale del QE ha mostrato una lieve differenza tra i gruppi [F
(2, 88)= 2.39, p= .098; p2= .052], determinata da punteggi inferiori negli autori di reato contro la

persona, e nessun effetto legato alla scolarit [F(2,88)=0.064, p=0.80; p2= .001]. LANOVA a due
vie negli autori di reato non ha mostrato effetti per il tipo di reato [F (2,58)= 0.555, p=0.583; p2= .
018] n per la diagnosi psichiatrica [F (1,58)= 0.135, p=0.715; p2= .002] e una debole interazione
tra reato e diagnosi psichiatrica [F (2,58)= 2.869, p=0.065; p2= .090] determinata punteggi inferiori
negli autori di reato contro la persona con malattia psichiatrica.
LANOVA a due vie del punteggio totale del QE che ha confrontato i sottotipi di reato (contro la
persona, capi daccusa plurimi incluso quello contro la persona, vari tipi di altri reati) non ha
mostrato differenze tra gruppi [F (2, 83)=.528, p=.592; p2= .013], interazioni tra sottotipo di reato
e presenza di diagnosi psichiatrica [F (2, 83)= 2.785, p= .067; p2= .063] n alcun effetto legato alla
presenza di diagnosi psichiatrica [F (1, 83)= .131, p= .718; p2= .002]. Tuttavia si nota che i soggetti
con pi capi daccusa senza diagnosi psichiatrica hanno un punteggio medio del QE (34.86)
inferiore rispetto agli stessi con diagnosi psichiatrica (44.00), agli autori di altri tipi di reato con
(42.62) o senza diagnosi psichiatrica (39.44) e ai controlli (44.00). Gli autori di reato contro la
persona senza diagnosi psichiatrica avevano un punteggio medio pari a 42.36. La mancanza di
donne tra gli autori di reato e di stranieri tra i controlli hanno precluso lanalisi degli effetti della
nazionalit e del genere. I punteggi totali del QE di ciascun partecipante si collocavano nel range
medio di Baron-Cohen (33-52) (Fig.2).
LANOVA del punteggio monofattoriale al confronto tra autori di diversi sottotipi di reato ha
mostrato una significativa differenza tra gruppi [F (2, 77)= 4.326, p=.017; p2= .10] e una
significativa interazione tra sottotipo di reato e diagnosi psichiatrica [F (2, 77)= 4.945, p=.010,
p2= .114]; la diagnosi psichiatrica non ha mostrato alcun effetto [F(1, 77)= .181, .672; p2= .002],
cos come la durata del ricovero/reclusione (p=.11).

3.3. Riconoscimento di emozioni


ANOVA a misure ripetute (sei livelli per sei emozioni) hanno confrontato laccuratezza e i tempi
di reazione del riconoscimento di emozioni espresse da volti femminili e maschili negli autori di
reato contro la persona e di altro tipo, con e senza diagnosi psichiatrica, e nei controlli.
Accuratezza UnANOVA a misure ripetute, condotta sullintero campione, ha evidenziato un
effetto significativo del tipo di emozione (volti femminili: [F (5, 370)= 27.115, p< .001; p2= .268];

volti maschili: [F (5, 370)= 3.355, p= .006; p2= .043]) e nessun effetto per la scolarit, che pertanto
non stata inserita nelle analisi successive.
Il confronto tra i due sottogruppi di autori di reato e i controlli ha mostrato un effetto
significativo del tipo di emozione, sia nel caso dei volti femminili [F(5,435)= 52.014, p< .001; p2= .
374] che di quelli maschili [F(5, 435)= 7.433, p< .001; p2= .079], dovuto a una minore accuratezza
nel riconoscere rabbia e tristezza, senza interazione tra tipo di emozione e gruppo di appartenenza
(volti femminili: [F(10,435)= 1.258, p= .252; p2= .028]; volti maschili: [F(10, 435)= .616, p= .800;
p2= .014]). Il confronto tra i sottogruppi identificati in base alla presenza di diagnosi psichiatrica e i
controlli ha confermato leffetto significativo del tipo di emozione (volti femminili: [F(5,435)=
49.909, p< .001; p2= .365]; volti maschili: [F(5, 435)= 7.254, p< .001; p2= .077]), senza interazione
tra tipo di emozione e presenza di presenza di diagnosi psichiatrica [F(10,435)= .959, p=.479; p2= .
022].
LANOVA a misure ripetute che ha confrontato tipo di emozione, tipo di reato e presenza di
diagnosi psichiatrica ha mostrato che gli autori di reato (con o senza diagnosi psichiatrica) sono
poco accurati nel riconoscere rabbia e tristezza. Tuttavia, il tipo di emozione che influenza
significativamente laccuratezza (volti femminili: [F(5,425)= 50.994, p< .001; p2= .375]; volti
maschili: [F(5,425)= 7.247, p< .001; p2= .079]); non ci sono interazioni tra emozione e presenza di
diagnosi psichiatrica (volti femminili: [F(5, 425)= .439, p= .821; p2= .005]; volti maschili: [F(5, 425)=
.587, p= .710; p2= .007]) , tra emozione e tipo di reato (volti femminili: [F(5, 425)= .972, p= .434;
p2= .011]; volti maschili: [F(5, 425)= .520, p= .762; p2= .006]), o tra emozione, reato e presenza di
diagnosi psichiatrica (volti femminili: [F(5, 425)= 1.134, p= .341; p2= .013]; volti maschili: [F(5,
425)= .560, p= .730; p2= .007]).

Tempi di reazione

Per i volti femminili, lANOVA a misure ripetute condotta sullintero

campione ha rilevato che il tipo di emozione [F (5, 370)= 17.897, p< .001; p2= .195] e la scolarit [F
(80, 370)= 1.454, p= .012; p2= .239] hanno effetti significativi; pertanto, la scolarit stata inserita
come covariata nelle successive analisi. LANOVA che ha contrastato il tipo di emozione e il tipo di
reato ha mostrato un lieve effetto per il tipo di emozione [F (5, 430)= 2.155, p=.058; p2= .024] e
nessuna interazione tra emozione e tipo di reato [F(10,430)=.760,p=.667; p2=.017] e tra emozione
e scolarit [F(5,430)=.837,p=.524; p2=.010]. Il confronto rispetto alla presenza di diagnosi
psichiatrica ha mostrato un effetto significativo per il tipo di emozione [F (5, 430)= 2.544, p= .028;

p2= .029] e una significativa interazione tra tipo di emozione e presenza di diagnosi [F (10, 430)=
2.301, p=.012; p2= .051], dovuto a tempi di reazione maggiori nel riconoscimento di rabbia e
paura nei soggetti con diagnosi psichiatrica in entrambi i gruppi sperimentali; non c interazione
con la scolarit [F(5,430)=1.093,p=.364; p2=.013]. Il confronto in base a tipo di emozione, tipo di
reato e presenza di diagnosi psichiatrica ha confermato gli effetti del tipo di emozione [F (5, 420)=
2.688, p= .021; p2= .031] e linterazione tra emozione e presenza di diagnosi psichiatrica [F (5,
420)= 4.266, p= .001; p2= .048], senza interazione tra emozione e tipo di reato
[F(5,420)=1.201,p=.308; p2=.014] e tra emozione, tipo di reato e diagnosi [F(5,420)=.753,p=.585;
p2=.009].
Relativamente ai volti maschili, lANOVA a misure ripetute condotta sullintero campione ha
confermato effetti significativi per tipo di emozione [F (5, 370)= 3.001, p= .011; p2=.039] e
scolarit [F (80, 370)= 1.342, p= .038; p2= .225]. Il confronto in base al tipo di reato ha evidenziato
leffetto del tipo di emozione [F(5, 430)= 2.493, p=.031; p2= .028] senza interazioni tra emozione e
tipo di reato [F(10,430)=.804,p=.625;p2=.018] e scolarit [F(5,430)=1.395,p=.225; p2=.016].
Lanalisi relativa alla presenza di diagnosi psichiatrica ha evidenziato un effetto significativo del
tipo di emozione [F (5, 430)= 3.260, p=.007; p2= .037] e nessuna interazione tra tipo di emozione e
presenza

di

diagnosi

psichiatrica

[F(10,430)=1.671,p=.085;

p2=.037]

scolarit

[F(5,430)=1.679,p=.138; p2=.019]. Infine, il confronto tra tipo di emozione, tipo di reato e


presenza di diagnosi psichiatrica ha confermato leffetto significativo del tipo di emozione [F(5,
420)= 3.199, p= .008; p2= .037] e ha mostrato linterazione tra tipo di emozione e presenza di
diagnosi psichiatrica [F(5,420)=2.973,p=.012; p2=.034]; i tempi di reazione alle emozioni negative
(rabbia, disgusto, paura, tristezza) e allespressione neutra sono risultati maggiori negli autori di
reato con diagnosi psichiatrica. Non si sono riscontrate interazioni tra tipo di emozione e tipo di
reato [F(5,420)=1.511,p=.185;p2=.018] n tra tipo di emozione, tipo di reato e presenza di
diagnosi psichiatrica [F(5,420)=1.167,p=.325;. p2=.014].
In figura 3 sono riportate le medie dei tempi di reazione ottenute dagli autori di reato distinti in
sottogruppi con e senza diagnosi psichiatrica.

3.4. Riconoscimento del dolore fisico


LANOVA preliminare del punteggio D dello IAT non ha mostrato differenze tra gli autori di reato
contro la persona, gli autori di reato di altro tipo e i controlli [F(2)=1.80, p=.17] n un effetto per la
scolarit [F(1)=.33, p=.56], che pertanto stata esclusa nelle analisi successive.
LANOVA a due vie dei punteggi IAT degli autori di reato ha mostrato un effetto significativo della
diagnosi psichiatrica [F(1,85)=5.05, p=.028; p2=.063 ], un effetto lieve per il tipo di reato
[F(1,85)=3.93, p=.052; p2=.043 ], senza interazione [F(1)=.41, p=.52]. Gli autori di reato contro la
persona avevano un punteggio inferiore rispetto agli altri dovuto alla pi frequente associazione
tra il riconoscimento di uno stimolo doloroso e lattributo positivo. I soggetti con diagnosi
psichiatrica avevano un punteggio inferiore rispetto ai soggetti senza diagnosi per entrambi i tipi di
reato (Fig.2).

3.5. Variabili associate al reato


La regressione logistica del tipo di reato (contro la persona, altro tipo) ha mostrato effetti
significativi per et [Exp(B)=.932, p=.034], scolarit [Exp(B)=1.316, p=.041] e gravit del reato
[Exp(B)=.313, p=.002]. Regressioni logistiche separate hanno mostrato che il tipo reato non si
associa al monofattore del QE mentre si associa al fattore 14 dellanalisi fattoriale di tutti gli item
del QE (facilit di interazione con gli altri) [Exp(B)=.075, p=.04]. Il punteggio IAT ha mostrato una
debole associazione con il tipo di reato [Exp(B)=3.144, p=.069] e unassociazione significativa con
la presenza di diagnosi psichiatrica [Exp(B)=3.934, p=.034].
La regressione gerarchica della gravit del reato ha mostrato effetti predittivi per scolarit
(adjusted r2=0.112, F=9.065, p=.004), livello occupazionale (aduste r 2=0.181, F=8.075, p=.001), tipo
di reato (adjusted r2=0.47, F=57.890, p<0.001), monofattore del QE (adusted r 2=.214, F=8.742,
p=.001) e fattore 10 del QE (capacit di prevedere il comportamento altrui) (adjusted r 2=0.14,
F=10.249, p=.002). Lanalisi cumulativa, con le variabili predittive emerse dai singoli blocchi di
regressione, ha mostrato che la gravit del reato predetta dal tipo di reato (adjusted r 2=0.464,
F=50.434, p<.001) e dal fattore 10 del QE (adjusted r 2=0.546, F=33.015, p<.001).

3.6. Fattori predittivi dellempatia e del riconoscimento del dolore fisico


Lempatia, espressa dal monofattore del QE, risultata essere associata al tipo di reato
(adjusted r2=0.08, F=5.935, p=.018). Viceversa, non era predetta da riconoscimento di emozioni,
riconoscimento del dolore fisico e variabili demografiche. Il punteggio totale del QE non era
predetto da alcuna variabile legata al reato o demografica n dal riconoscimento di emozioni.
Il riconoscimento del dolore fisico, espresso dal D Score, non risultato associato alle variabili
demografiche o legate al reato n al riconoscimento di emozioni o allempatia.
Il coefficiente di Pearson non ha rilevato alcuna correlazione tra punteggi di empatia,
riconoscimento del dolore e riconoscimento di emozioni.

4. Discussione
Questo lavoro ha verificato lipotesi che i deficit di empatia e di riconoscimento del dolore fisico
contraddistinguano gli autori di reato contro la persona rispetto ad autori di altri reati,
dimostrando che i reati contro la persona si associano a deficit di empatia soprattutto in presenza
di diagnosi psichiatrica.

4.1. Empatia
Lempatia stata analizzata considerando il punteggio totale del QE, il monofattore (18 item) e
fattori emersi da tutti gli item del QE. Poich gli autori di reato contro la persona erano deficitari
rispetto ai controlli e agli autori di reato di altro tipo, mentre questi avevano un punteggio simile a
quello dei controlli, il deficit di empatia appare una caratteristica specifica degli autori di reato
contro la persona e, verosimilmente, di violenze contro lintegrit psicofisica altrui. Questo aspetto
documentato per la prima volta. Studi precedenti hanno descritto deficit di empatia in autori di
reato contro la persona affetti da psicopatia, tuttavia senza esaminare gli autori di reati di altro
tipo (Gery, Miljkovitch, Berthoz et al., 2009; Seidel, Pfabigan, Keckeis et al., 2013).
Il fatto che sia lappartenenza a un gruppo specifico di autori di reato che la gravit del reato
fossero associate al livello di empatia evidenzia il valore caratterizzante dellempatia. Tuttavia,
lassociazione fra reato contro la persona e deficit di empatia non implica necessariamente un
rapporto di causa, che dovrebbe essere verificato attraverso studi longitudinali. Il tipo di reato a
sua volta predice il livello di empatia, suggerendo lesistenza di un rapporto bidirezionale tra
empatia e comportamento criminale. Lo stile di vita di un autore di reato, caratterizzato da
deafferentazione psicosociale (bassa scolarit, pochi interessi culturali, ritiro sociale), pu
provocare calo di empatia. Si pu ipotizzare, inoltre, che il commettere reati contro la persona,
con tendenza a pensieri o azioni violente, possa predisporre a una desensibilizzazione alla
violenza. Desensibilizzazione un fenomeno fisiologico secondo il quale lesposizione ripetuta a
determinati stimoli pu causare una riduzione di sensibilit o abbassamento della soglia percettiva
(Funk, Baldacci, Pasold et al., 2004). Tutti questi aspetti potrebbero indebolire la censura morale. Il

fatto di commettere crimini quali lomicidio o lesioni personali ha inevitabili ricadute a livello
sociale, pertanto il basso punteggio di empatia pu riflettere la riduzione di quantit e qualit dei
rapporti interpersonali durante il periodo di reclusione e la secondaria deprivazione affettiva e
familiare. Le differenze individuali della tendenza prosociale e del funzionamento empatico
possono dipendere da numerosi fattori. Diversi studi (Zahn-Waxler, Radke-Yarow & King, 1979;
Robinson, Zahn,-Waxler & Emde, 1994) hanno sottolineato che alcuni tipi di comportamento e
lempatia genitoriali sono strettamente associati allo sviluppo delle attitudini prosociali dei
bambini. Per chiarire questo sarebbe utile indagare in modo specifico la tipologia e la stabilit dei
rapporti interpersonali sia al di fuori che allinterno dellistituto di reclusione e la qualit dei
rapporti con i genitori durante linfanzia. Questi aspetti esulano dagli obiettivi di questo studio.
Poich il numero di anni di reclusione non ha mostrato effetti sullempatia, a maggior ragione, un
buon proposito per il futuro potrebbe essere indagare la qualit dei rapporti interpersonali.
Le risposte date dagli autori di reato non erano condizionate dalla desiderabilit sociale n da
tendenze manipolatorie. Infatti, nessun autore di reato aveva diagnosi di psicopatia e
losservazione clinica ha escluso in molti casi il bisogno di essere apprezzati o giudicati
positivamente. Diversi partecipanti erano riflessivi e sinceri nellesprimere le loro difficolt di
comprensione di sentimenti e pensieri altrui. Questi risultati concordano con quelli di un
precedente studio che ha escluso lassociazione tra QE e scala di desiderabilit sociale (Lawrence,
Shaw, Baker et al., 2004). Secondo Baron-Cohen (2011), lautovalutazione potrebbe costituire un
problema; una persona poco consapevole della propria carenza empatica non riuscirebbe a
immaginarsi dal punto di vista di unaltra persona e crederebbe di essere molto pi empatica di
quanto non sia realmente. I risultati del presente studio che suggeriscono sincerit e
consapevolezza possono riflettere la tipologia degli item del monofattore QE inerenti le proprie
capacit empatiche, mentre erano esclusi gli item riferiti a come gli altri ci percepiscono.
Gli autori di reato contro la persona e con diagnosi psichiatrica mostravano la massima
compromissione dellempatia (monofattore), suggerendo che la malattia psichiatrica accentua le
conseguenze negative dellaver commesso questo tipo di reato. Diverse affezioni psichiatriche
(psicosi, disturbi borderline, bipolare o paranoide) possono causare deficit di empatia (Corbera,
Wexler, Ikezawa et al., 2013; Baron-Cohen, 2011). Da notare tuttavia, che la diagnosi psichiatrica
da sola non risultata sufficiente a spiegare il monofattore empatico, suggerendo che le
condizioni psichiatriche incontrate avevano influenza secondaria.

4.2. Riconoscimento delle emozioni


Laccuratezza del riconoscimento risultata influenzata unicamente dal tipo di emozione sia con
volti femminili che maschili. Inoltre, i confronti basati su tipo di emozione, tipo di reato e presenza
di diagnosi psichiatrica hanno evidenziato che gli autori di reato sono meno accurati nel
riconoscere rabbia e tristezza rispetto ai controlli. La scarsa accuratezza nel riconoscere la tristezza
era indipendente dal tipo di reato e coesistenza di malattia psichiatrica. Studi precedenti che
hanno indagato il riconoscimento di emozioni hanno riscontrato la presenza di deficit specifici per
le espressioni facciali di disgusto e meno significativi deficit per lespressione di paura (Seidel,
Pfabigan, Keckeis et al.,2013; Marsh & Blair, 2008). Questi deficit non sono stati riscontrati nel
presente lavoro. Questa discrepanza potrebbe riflettere differenze nella quantit (36 vs 24) e
qualit delle immagini (a colori vs scala di grigi), oppure il fatto che i partecipanti degli studi
precedenti che mostravano questi deficit specifici avessero un alto punteggio alla Psychopathy
Check List-Revised (PCL-R) (Hare, 1991) e fossero criminali violenti. Questi studi tuttavia hanno
misurato solo laccuratezza del riconoscimento senza calcolare i tempi di reazione.
Analizzando i tempi di reazione alle emozioni espresse dai volti femminili, si confermato
leffetto significativo del tipo di emozione e la mancanza di effetto del tipo di reato. Gli autori di
reato con diagnosi psichiatrica erano pi lenti nel riconoscere paura e rabbia e, inoltre, in tutte le
risposte alle emozioni negative e neutrali espresse dai volti maschili. Questi soggetti potrebbero
aver risposto correttamente, come documentato dai punteggi di accuratezza, in virt del maggiore
tempo di risposta (hanno pensato di pi). La loro lentezza potrebbe essere secondaria sia alla
condizione psichiatrica sia allassunzione di psicofarmaci. Tutti i partecipanti con diagnosi
psichiatrica assumevano psicofarmaci, quali ansiolitici (benzodiazepine), antipsicotici e neurolettici
(aloperidolo, quetiapina, risperidone), antidepressivi (inibitori serotoninergici), normalizzatori del
tono dellumore (acido valproico); alcuni assumevano anche metadone. La disomogenea
numerosit degli psicofarmaci assunti non ha permesso di valutarne effetti specifici. E comunque
noto che questi farmaci possono provocare un calo di attenzione, con secondario allungamento
dei tempi di reazione e accentuazione delle differenze rispetto a soggetti senza diagnosi psichiatria
(Makaron, Moran, Namjoshi et al., 2013). Verosimilmente, gli psicofarmaci avrebbero influito poco
o nulla sullaccuratezza delle risposte.

4.3. Riconoscimento del dolore fisico


La diagnosi di malattia psichiatrica ha mostrato un effetto significativo su questa variabile,
maggiore rispetto a quello riscontrato per il tipo di reato. Si segnala, inoltre, che gli autori di reato
contro la persona con diagnosi psichiatrica avevano un punteggio inferiore rispetto agli altri
sottogruppi sperimentali e ai controlli. In particolare, lanalisi delle associazioni implicite nelle
condizioni compatibile e incompatibile ha rivelato che gli autori di reato con diagnosi psichiatrica
associavano pi frequentemente le immagini evocative di dolore ad attributi positivi, come
espresso da un indice IAT inferiore rispetto ai gruppi senza diagnosi psichiatrica e ai controlli. Gli
autori di reato contro la persona e con diagnosi psichiatrica avevano i punteggi pi bassi di tutti,
suggerendo uninfluenza del tipo di reato. Questo risultato potrebbe riflettere una
desensibilizzazione alla violenza (Funk, Baldacci, Pasold et al., 2004). Diversi studi (Friedlander,
1993; Osofsky, 1995; Farrell & Bruce, 1997; Cooley-Quille, Boyd, Frantz et al., 2001) hanno
evidenziato come la ripetuta esposizione alla violenza (videogiochi, programmi televisivi con
contenuti violenti) possa alterare i processi cognitivi, affettivi e comportamentali. Questi lavori
hanno indagato gli effetti della desensibilizzazione alla violenza in popolazioni di adolescenti e
attraverso questionari sviluppati per indagare specificamente lesposizione quotidiana alla
violenza (frequenza di esposizione a casa o scuola; Flowers, Hastings & Kelley, 2000). In questo
studio, considerando i test utilizzati e la natura degli stimoli, pi opportuno parlare di
desensibilizzazione al dolore fisico.
Questi risultati ampliamo quelli riportati da Snowden, Gray, Smith e collaboratori (2004) che
hanno evidenziato che la diagnosi di psicopatia influenza la capacit di riconoscere la violenza,
espressa da parole specifiche. Attraverso la procedura IAT, gli autori hanno mostrato che gli
omicidi con alti punteggi alla PCL-R presentano minori associazioni negative (stimolo negativo
giudizio negativo) rispetto agli omicidi con un basso punteggio alla scala di psicopatia. stato
ipotizzato che la riduzione delle associazioni negative (compatibili) rispetto alle associazioni
incompatibili (mancato riconoscimento del significato violento dello stimolo) potrebbe essere
legata alle caratteristiche di questi individui, quali mancanza di affetti, insensibilit, mancanza di
empatia e di sentimenti di rimorso o senso di colpa, mancanza di risposte emozionali appropriate
e presenza di risposte paradossali alla punizione (Hare, Frazelle, & Cox, 1978; Lykken, 1957;

Newman, 1987). Queste caratteristiche potrebbero condurre a un mancato apprendimento del


fatto che lagire violentemente socialmente inaccettabile e spiacevole.
Nel presente studio, i punteggi del QE e dello IAT non erano correlati e lempatia non era
predetta dal riconoscimento del dolore fisico n dal quello delle emozioni, dimostrando che tali
funzioni sono distinte e possono avere valenze comportamentali diversificate. Determinati stati
empatici possono indurre attivazione delle aree corticali coinvolte nellelaborazione di stimoli
nocicettivi, aumentando la sensibilit al dolore (Loggia, Mogil & Bushnell, 2008). Gli individui con
elevata empatia sperimenterebbero pi dolore rispetto a quelli con scarsa empatia,
indipendentemente dallosservazione del dolore, suggerendo che il livello globale di empatia, non
lempatia specifica per il dolore, ne alteri la percezione (Loggia, Mogil & Bushnell, 2008). Viceversa,
la percezione del dolore non evoca empatia (Lamm, Batson & Decety, 2007). Non tutte le aree
cerebrali legate al riconoscimento del dolore sono anche legate al funzionamento empatico. Uno
studio di risonanza magnetica funzionale (Singer et al., 2004) ha mostrato che linsula anteriore e
la corteccia cingolata anteriore e mediale vengono attivate sia quando il soggetto riceve uno
stimolo doloroso sulla propria mano sia quando lo vede ricevere dal suo partner. Da notare che
l'attivazione delle due aree, alla vista di una mano schiacciata in una porta (Jackson, Meltzoff &
Decety, 2005), proporzionale al grado di immedesimazione nellaltro; lattivazione corticale non
rifletterebbe lempatia per il dolore, ma sentimenti generali di compassione. Questi studi indicano
che lidentificazione con il disagio altrui, come documentata radiologicamente, pu essere solo
sensoriale, senza che questo implichi empatia. Inoltre, in assenza di indicatori clinici,
lassociazione delle attivazioni corticali non documenta necessariamente unassociazione
comportamentale tra empatia e riconoscimento di dolore fisico.

5. CONCLUSIONI
Questo studio dimostra che gli autori di reato contro la persona, indipendentemente dalla
capacit di riconoscere le emozioni o il dolore fisico e dalla coesistenza di malattia psichiatrica, si
contraddistinguono rispetto ad autori di reato di altro tipo per un significativo deficit di empatia. Il
rapporto tra le due condizioni (comportamento violento, deficit di empatia) molto complesso e
probabilmente bidirezionale. Lempatia si sviluppa nellinfanzia ma non se ne conosce il limite
evolutivo nellarco di vita. E possibile che si evolva durante tutta la vita in base a stimoli sociali,
culturali, lavorativi, ecc., che affinano la capacit di comprensione e lettura delle situazioni altrui e
lo spirito compassionevole e altruistico. Pertanto una deafferentazione socioculturale e affettiva
causata dalla vita criminale e dalla reclusione potrebbe causare una perdita di empatia. Il deficit di
empatia, in un anomalo circolo vizioso, potrebbe favorire le azioni violente e antisociali. Un deficit
di empatia originatosi nellinfanzia potrebbe predisporre ad azioni criminali, oppure deficit di
empatia e comportamento antisociale potrebbero coesistere come conseguenze di fattori genetici
e ambientali. Chiarire queste interazioni, nella prospettiva longitudinale dellevoluzione del
funzionamento empatico, potrebbe avere implicazioni scientifiche e cliniche utili ai fini del
trattamento e della prevenzione.

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