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SOCIOLOGIA

PROCEDIMENTO DI RICERCA > Tutte le scienze umane hanno a che fare con l'aspetto pratico. La
sociologia non può essere considerata una semplice disciplina teorica, poiché con il tempo ha
allargato l'interesse nel campo pratico. La sociologia ha interesse a comprendere i fenomeni sociali
confrontandoli tramite il metodo empirico, che riguarda l'esperienza.
Uno scrittore interpreta un fenomeno basandosi sulla sua percezione della realtà, mentre il
sociologo che vuole fare ricerca, opera una sintesi sull’aspetto teorico e pratico, cioè la lettura
empirica. Una volta che il sociologo moderno studia un nuovo fenomeno sociale, mette a fuoco
un'ipotesi di lettura del fenomeno. Siccome non è uno scrittore, il sociologo sicuramente non ha le
capacità adatte per scrivere un saggio. La ricerca è sempre e comunque una ricerca empirica, e il
fenomeno può essere dimostrato dal punto di vista sperimentale.
La sociologia è anche una scienza empirica, cioè una disciplina che usufruisce dell'esperienza e che
sviluppa sperimentazioni. Ciò andava a corroborare, cioè a rafforzare una teoria.
L'aspetto sperimentale è sempre traducibile come ricerca sul campo su cui sta avvenendo un
determinato esperimento. Gli esperimenti servivano ad avvalorare una teoria scientifica basata su
fatti empirici. La possibilità di fare ciò, ha a che fare con l'aspirazione della sociologia a diventare una
disciplina empirica.
Se ciò è vero, significa che deve occuparsi di due operazioni, senza le quali non si può garantire una
disciplina scientifica empirica:
1. Garantire l'oggettività delle sue affermazioni, che poi devono essere tali per tutti quelli che le
leggono.
2. Essere capaci di capire gli spostamenti e i cambiamenti che possono verificarsi all'interno di
un fenomeno, Riuscendo anche a prevedere il futuro di tale fenomeno.
Per fare tutto ciò la sociologia ha sviluppato metodi e strumenti di ricerca. La parte della sociologia
che accoglie questi metodi e questi strumenti, è la metodologia della ricerca.
PROBLEMA DEL GRADO DI SCIENTIFICITÀ DELLA SOCIOLOGIA > Tutte le scienze sono sullo stesso
piano. Le scienze umane non possono essere paragonate alle scienze naturali, poiché il
comportamento umano è imprevedibile.
La sociologia può essere definita scienza, nel momento in cui rispetta determinati criteri:
 Riproducibilità > i risultati ottenuti devono essere stati ottenuti anche da altri ricercatori; e
ovviamente devono essere gli stessi.
 Attendibilità > caratteristica per cui il sapere è indipendente e svincolato dalle preferenze del
ricercatore.
 Comunicabilità > il risultato deve essere comunicato agli altri. ciò è importante perché
qualcun altro può star facendo lo stesso identico lavoro, oppure possono esserci errori, e se
pubblicati, possono essere notati e corretti con più facilità.
La sociologia è scientifica solo se rispetta l'oggettività all'interno della quale troviamo riproducibilità,
attendibilità e comunicabilità. Questo è possibile nel momento in cui il sapere viene formulato
attraverso l'elaborazione di teorie avvalorate da prove empiriche.
(Solo con l'unione di aspetti teorici con aspetti pratici le ricerche soggettive possono diventare
conoscenze oggettive). Una disciplina scientifica solo se conforme a criteri di scientificità.
STRATEGIE PER ACQUISIRE SCIENTIFICITÀ > Esistono delle strategie che il sociologo mette a punto
per far sì che le discipline acquistino scientificità:
 Neutralizzazione dei giudizi > il sociologo deve mettere da parte i propri giudizi. Deve
arginare le idiosincrasie, cioè le incompatibilità che ha con alcuni pensieri. Es: se il
ricercatore è misogino, e fa una ricerca sulle donne, e non tiene a bada questo suo pensiero,
la ricerca non potrà essere valida, oggettiva e impersonale. Per evitare questo problema si
possono condividere le proprie visioni con quelle altrui, in modo da aiutarsi a vicenda non
commettere questo errore. La ricerca scientifica può essere seria, cioè che ha una premessa,
una ricerca e un'analisi adeguata, oppure una selezione di opinioni che avvalorano quella di
chi parla (es. sondaggi giornalistici).
 Pubblicazione delle teorie (nelle riviste) > questo dava l'opportunità a tutti di accedere alle
ricerche fatte. Permetteva agli altri di valutare la correttezza e i metodi utilizzati per
l'esperimento. La pubblicazione rendeva scientifica la ricerca.
 Adozione metodi di ricerca codificati > Affinché la ricerca sia totalmente scientifica, c’è
bisogno dell’utilizzo i metodi di ricerca codificati. Il ricercatore si affida ad una metodologia
stabilita, condivisa da chi fa il suo mestiere, e regolata da procedure tecniche sperimentate.
La metodologia serve a standardizzare l'esperienza, e in quel modo la libera dalla sua
decisione individuale o soggettiva, rendendola impersonale e oggettiva. (standardizzare:
conformare ad un modello considerato valido, cioè rendere conforme ad un unico tipo
eliminando ogni tratto distintivo individuale).
È importante che il ricercatore si adatti a dei metodi codificati. Più il ricercatore è creativo,
attento, sveglio e capisce ciò che lo circonda, più la ricerca sarà puntuale.
LA RICERCA SOCIALE > La sociologia si occupa di reperire prove empiriche e di verificare se le nostre
idee iniziali, sono coerenti con le idee verificate.
L'ipotesi di ricerca è impersonale e c'è bisogno che venga effettuato un esperimento che porti il
ricercatore a capire se l'ipotesi è esatta o meno. Anche un risultato negativo è importante per
orientare meglio la ricerca successiva.
Uno degli elementi da tenere in considerazione, è che l'ambiente in cui vive il ricercatore, influenza il
suo modo di pensare e di agire. Questa influenza arriva a condizionare le nostre azioni.
Il ricercatore inoltre è una piccola porzione sociale, e deve:
 Ricordarsi che il suo gruppo di amici non è la rappresentazione della società, perché
generalmente gli amici sono tali poiché si hanno pensieri comuni.
 ricordarsi che fuori dal suo gruppo ci sono tante altre porzioni di pensiero.
Le diversità e i modi di pensare nella società, devono essere studiati e non generalizzati perché non
sono tutti uguali e non valgono per tutti.
Il quotidiano è fatto di 1000 consuetudini, a cui un ricercatore non deve mai dare l'idea dell'ovvietà,
perché le persone che ha intorno sono una piccola porzione di società, ed esse non
rappresenteranno mai l'intera società. E ciò non deve andare a ostacolare la loro ricerca.
LE FASI DELLA RICERCA SOCIALE > Le fasi sono 5, e ciascuna fase ha caratteristiche differenti. Esiste
una fase centrale (+ importante), che ha a che fare con la fase dell'esperimento (fase 3). Le prime
due fasi sono quelle iniziali, e le ultime due sono quelle conclusive.
1. Nasce la domanda ‘’qual è il problema?’’. Questa nasce dalla visione di un fenomeno.
2. Il ricercatore immagina come procedere, e mette a punto il disegno di ricerca.
3. Egli mette a fuoco il problema, conducendo concretamente l'esperimento.
4. Egli organizza i dati raccolti che devono essere tradotti, analizzati, accorpati...
5. Egli interpreta i dati alla luce della domanda della ricerca. Mette insieme l'ipotesi con ciò che
ha trovato tramite l'esperimento. Se l'ipotesi iniziale non viene confermata, il ricercatore
opererà in modo differente.
Queste 5 frasi rappresentano un modello, dove le procedure standardizzate devono essere
perseguite. Queste 5 sono legate da un rapporto di interdipendenza e circolarità: nella prassi
ciascuna fase è legata alla successiva, e si susseguono (se si commette un errore nella fase uno, le
fasi successive saranno sbagliate).
Caratteristiche fisse della ricerca sociale:
 Interdipendenza: indipendenza reciproca
 Circolarità: quando il ricercatore arriva alla fine, i risultati che ottiene possono orientare
ricerche successive, perciò non esiste mai una vera e propria fine.
Fase 1) ‘’Scelta del problema e definizione delle ipotesi’’. Ogni ricerca affronta uno specifico
problema. Per farlo si utilizzano una o più domande precise che vanno a cogliere l'aspetto del
fenomeno. Per la ricerca non si può utilizzare generalità e approssimazione, poiché elementi troppo
generali non danno la possibilità di cogliere risultati validi.
Es: Ricerca sulla povertà > ‘’povertà’’ è troppo generale, poiché esistono diversi tipi di povertà.
Andando a specificare si può prendere la povertà economica, ma per farlo bisogna mettere a fuoco il
fenomeno. Di conseguenza dovrà produrre una domanda concreta e comprensibile, ed essa dovrà
essere collegata ad una domanda negativa o positivo, che quindi possa confermare o smentire la
domanda principale.
Quindi l'ipotesi è sempre un'affermazione da verificare. Il compito della ricerca scientifica è verificare
empiricamente delle ipotesi teoriche.
Perciò per formulare meglio un'ipotesi di ricerca, il ricercatore deve capire meglio l'ambito specifico
che andrà ad analizzare.
Può muoversi in 2 direzioni per arricchire le informazioni di cui dispone:
1. Documentarsi sul fenomeno. Il modo migliore è anche scoprire le informazioni che hanno
ricavato gli altri ricercatori. Inoltre se essi vogliono chiarirsi le idee possono attuare una
ricerca bibliografica, che consisteva nel consultare i libri o le ricerche fatte fino a quel
momento, sia italiane che non.
2. Si possono fare una serie di interviste ai testimoni privilegiati, cioè coloro e vivono a stretto
contatto con quel tipo di fenomeno. (Es. Se Il campione di ricerca sono i poveri, i testimoni
privilegiati sono la Caritas, la mensa per i poveri...). Parlare con i testimoni può far chiarire le
idee, riuscendo a far cogliere alcuni aspetti fondamentali che sennò non si sarebbero colti.
Spesso però le domande possono non ricevere risposta, come ad esempio le domande fatte a coloro
che vivono il fenomeno, e non se la sentono di rispondere ad alcune domande. Questo rifiuto è poco
diffuso invece nei testimoni, poiché non vivono in primis il fenomeno; inoltre le risposte sono più
oggettive.
Un fenomeno particolare legato alla povertà, è la spesa alimentare. Oggettivamente chi ha più
denaro può comprare più cibo, o magari comprare cibo di una qualità maggiore. Perciò chi è povero,
magari non riesce a comprarsi più di un pasto a giornata, o addirittura non riesce a fare neanche
questo. Solo che le caratteristiche della spesa alimentare dipendono anche da che cosa si compra:
Es. Si possono comprare prodotti in offerta ma di una marca meno conosciuta (cosa che non
preclude una buona qualità), o prodotti costosissimi, di una marca famosissima, ma che magari non
vale neanche il prezzo. Un'altra caratteristica è il luogo dove si fa la spesa: Es. Se si fa la spesa in
centro a Milano, i prodotti avranno un loro prezzo; se invece si va a far la spesa in un minimarket di
un paesino di 10.000 abitanti, probabilmente si potrà comprare il doppio dei prodotti con la stessa
cifra.
Perciò quando il ricercatore vuole prendere come campione di ricerca la povertà, deve indagare il
più possibile in modo da arrivare ad avere ipotesi sempre più accurate, da poter poi confermare o
smentire.
Fase 2) La formulazione di un disegno per la ricerca. Questa fase accoglie tutto ciò che ha a che fare
con le procedure di campionamento. Ha a che fare con il passaggio ad una dimensione più concreta.
In questa fase il ricercatore si pone diverse domande prima di iniziare una ricerca: quanto tempo
utilizzerò? quanti soldi spenderò? …
Inoltre i ricercatori non lavorano mai da soli, in modo da garantire una validità maggiore della
ricerca. Dal punto di vista teorico, anche le interviste funzionano come metodo comparativo, che
però devono tener conto di tutti i tipi di campioni. Esistono delle sottofasi:
1. Definire la base della ricerca empirica: Es. qual è l'oggetto della nostra indagine, quali sono
mi aspetti rilevanti che ci servono...
Es. Il criterio quantitativo, sappiamo che non è sufficiente per delineare la povertà. Perciò
bisogna delineare l'elemento qualitativo. Il termine paniere è un termine tecnico che indica
una lista di alimenti che servono per una dieta alimentare corretta, nel quale ci sono cibi
differenti a seconda dei propri gusti.
Mentre si definisce la base empirica, si devono rispettare due criteri:
1.1. Saper circoscrivere il soggetto dello studio (il fenomeno).
1.2. Definire con più dettagli e precisione il fenomeno che si va a indagare. Es.
All’interno del paniere, quali sono i cibi indispensabili, la cui mancanza il segno di
problema.
2. Fonti di informazione: Esse sono documenti, libri, testimoni. Dovrà poter osservare i tabulati
che gli dicono (es.) quali sono i cibi che vengono portati alle mense dei poveri.
2.1. Documenti: tra le tante fonti abbiamo l'Istat, che è un ente di ricerca pubblico che
esiste da ormai 100 anni, e tratta di dati della società sotto ogni aspetto.
2.2. Libri: essi possono essere testimonianze di qualcuno, dove vengono raccontate le
loro storie, ciò che hanno vissuto, ciò che vivono stando vicino a qualcuno che sta
vivendo un momento di indigenza.
2.3. Testimoni: persone coinvolte nell'indagine che possono dare testimonianze di ciò
che vivono.
In tutti e tre i casi, il sociologo deve avere l'immaginazione sociologica, cioè una sorta di
requisito che permette al sociologo di liberarsi dai condizionamenti che caratterizzano il suo
essere personale. È la capacità di riflettere su sé stessi liberi dalle proprie abitudini, così da
riuscire a guardare la realtà con occhi diversi.
Questo discorso fa riferimento a due caratteristiche che il sociologo deve avere:
1.1. Dimensione antropologica: esistono molte forme di vita sociale, e quindi la
consapevolezza della variabilità è un punto fisso, e ciò il sociologo non deve
dimenticarlo.
1.2. Dimensione storica: il sociologo deve sempre avere la volontà di confrontarsi con il
passato, poiché senza di esso non si potrebbero comprendere la maggior parte
delle cose.
Intervengono due diversi strumenti accanto ad entrambe le dimensioni, che consentono al
sociologo di fare dei parallelismi:
 Distanziamento: la giusta distanza
 Comparazione: il sociologo Può comparare diversi aspetti che incontra, così da
ricavare una realtà più precisa.
Solo nel caso in cui il sociologo si ricorda di utilizzare queste due caratteristiche, allora potrà
trovare una realtà valida.
I METODI DI RILEVAZIONE > Il ricercatore deve capire quali strumenti sono fondamentali per
raccogliere le informazioni importanti di cui ha davvero bisogno.
IL CAMPIONAMENTO > Non esiste ricerca di nessun ente che ha la possibilità di intervistare tutte le
persone appartenenti a quel fenomeno, né per tempo né per fattore economico, perché comunque
il fenomeno può sempre cambiare (ci sono però gli studi longitudinali che sono orientati sul lungo
periodo di tempo, e sono basati sui cambiamenti nel tempo). La ricerca normalmente si avvale di un
costo limite e di un tempo stabilito.
Il campione rappresenta un gruppo di soggetti che sono le persone direttamente coinvolte
nell'indagine, che vivono direttamente il fenomeno. Rappresenta la popolazione della nostra
indagine. Quando noi operiamo la scelta di chi rimane dentro fuori operiamo un campionamento,
dove prevalgono tecniche di regole che garantiscono una fedele rappresentazione di quel che
succede al di fuori.
Bisogna raccogliere informazioni e bisogna essere sicuri che quello che succede all'interno del
campione, rappresenta tutte le sfumature che quel problema ha al di fuori. Se non si fa in questo
modo ciò non sarà un campione, e non si avranno risultati.
Per evitare che ciò succeda, bisogna rispettare le regole e utilizzare le tecniche che sono codificate
(uguali per tutti), e sono una selezione ragionata del campione.
A questo punto si aprono per il ricercatore due strade:
 Campione probabilistico: di esso si sa dal principio che ogni soggetto ha un'uguale
probabilità di essere selezionato, e che può potenzialmente rientrare nel campione.
L'universo di riferimento rappresenta le persone che fanno parte del fenomeno ma al di
fuori del gruppo selezionato. Nel corso del campione probabilistico il ricercatore è nella
condizione di generalizzare i dati a tutto l'universo di riferimento.
 Campione non probabilistico: sono campioni in cui la possibilità di essere estratto è nulla. Le
persone coinvolte non hanno avuto la stessa possibilità, e sono stati scelti secondo altri
criteri. Non è rappresentativo di tutti gli altri, perciò non si possono generalizzare i dati, ma
rimangono comunque utili al ricercatore. Qui le persone non possono essere considerate
rappresentative dell'universo di riferimento, quindi i dati non possono essere estesi a tutta la
popolazione del campione non rappresentativo. I vantaggi sono che è + veloce e +
economico.
LE PROCEDURE DI CAMPIONAMENTO > Il ricercatore se vuole procedere nella sua ricerca, deve
capire che mai potrà raggiungere tutti i soggetti che hanno quel determinato problema che vuole
studiare (non si potrà mai parlare con tutti gli studenti italiani che hanno uno stesso problema). La
ricerca implica sempre un campione di ricerca.
Il campione può essere universale (che rappresenta tutta la popolazione) o può rappresentare un
settore particolare.
Lo scopo del campione era selezionare un numero di persone che fosse rappresentativo del
particolare settore di popolazione oggetto dell'inchiesta.
Presi i dati si poteva generalizzare, estendendo i risultati alla popolazione.
Nella costruzione di un campione il sociologo deve affrontare dei problemi:
 Definire il numero: capire quante persone servono per il campione
 Capire come fare a selezionare un campione rappresentativo della realtà
Caratteristiche di un buon campione:
1. Eterogeneità: cioè un campione dove sono rappresentati tutti i valori rilevanti di una singola
variabile (Es. Se il campione è la scuola, dobbiamo far sì ci siano all'interno tutti i valori
rilevanti, tipo l'età degli studenti, che va dai 14 ai 18 anni. La differenza di maturità tra i
14/15 anni e i 18/19, è tantissima, per questo si possono unire annate successive). Inoltra
affinché il campione sia eterogeneo, devono esserci: maschio/femmina, tutte le età, tutti gli
indirizzi.
2. Rappresentatività: essa si riferisce al grado in cui una relazione esistente nel campione;
esiste anche nella popolazione, nella medesima proporzione (Es. ricerca sulle donne che
vivono in Lombardia in età lavorativa. Spesso si trova una relazione tra essere donna e
essere disoccupate. Se ci fermiamo alla situazione lombarda, dove le donne disoccupate
sono il 30%, nel campione bisogna tener conto della proporzione tra sesso, età, altrimenti
non è veritiero). Un campione rappresentativo deve diventare una sorta di micro
popolazione dove le combinazioni tra valori delle variabili sono rappresentate nella giusta
proporzione.
Non bisogna dimenticarsi che esistono vari modi per estrarre un campione > la scelta delle
unità dell'universo che compongono un campione, non possono mai essere fatte in base alle
conoscenze...
3. Casuale-affidabile: sarà il caso a scegliere quali unità sono da includere nel campione e quali
no. Si otterrà un campione casuale-affidabile, quando ogni unità appartenente all'universo,
avrà la stessa possibilità che hanno tutte le altre unità di essere scelte per il campione.
4. Sufficiente: riguarda la sua dimensione. Un campione è sufficiente quando è grande
abbastanza per dare fiducia al ricercatore sulla rappresentatività delle caratteristiche.
Questa fiducia si raggiunge con delle leggi statistiche e con criteri di calcolo.
Nella ricerca sociale si devono definire le variabili da studiare, e sono dette il cosa, sono esattamente
gli aspetti che si vanno a misurare. Inoltre quando si incontrano delle condizioni che variano, variano
di conseguenza anche le variabili.
Differenza tra costante e variabile:
 Costante: povertà alimentari che al di sotto di un tot si definisce povera
 Variabile: può essere l'età (Es. È più probabile che un uomo di 30 anni esca dalla povertà
piuttosto che un uomo di 70 anni).
Un altro aspetto è il luogo in cui si sviluppa l'indagine, perché a seconda del luogo, i risultati possono
essere differenti.
Infine bisogna essere consapevoli del fatto che alcuni aspetti come emozioni, valori e sensazioni non
possono essere misurate.
Fase 3/4) È formata dalla scelta degli strumenti da utilizzare per raccogliere i dati. Dipende dal
ricercatore e dall’equipe. Es. Per leggere la condizione di povertà, si porta avanti un'osservazione
scientifica o si fanno questionari, che prevedono un'osservazione precisa.
Gli strumenti dipendono anche dall'ipotesi di lavoro, e ci possono essere diversi metodi che fanno
capo a diversi strumenti. Es. Faccio un'intervista, ho perciò dei fogli scritti. A questo punto il
ricercatore deve sintetizzare, modificando dati raccolti e raggruppando tutte le informazioni
raccolte, per accorparle e dargli una forma. I dati solitamente vengono inseriti in un sistema di
lavorazione dei dati elettronico.
Quando le informazioni derivano dalle interviste: le interviste sono dinamiche, nel momento in cui si
codificano dati di natura qualitativa. Ciò significa che si vanno ad individuare le parole chiave. È
un'intervista molto più complessa poiché ha a che fare con le aree di significato.
L'analisi del contenuto quindi consiste nello scomporre il testo, trasformandolo in qualcosa che
accorpi i dati, e che siano fruibili e chiari. L'analisi del contenuto si può utilizzare per le interviste e
per i gruppi di confronto.
Le informazioni emerse dall'osservazione sistematica sono dati nati dall'incrocio delle analisi date dai
ricercatori.
Fase 5) Conclusione > verifica delle ipotesi.
I dati confermano o smentiscono le ipotesi di partenza:
 se le confermano, si generalizzano i dati emersi dalle ipotesi.
 se le smentiscono, le informazioni non possono essere generalizzate, ma potranno
comunque essere di aiuto per le ricerche future.
Es. Povertà alimentare > L'ipotesi iniziale in questo caso è stata verificata, perciò prima deve essere
scritto il resoconto, poi si devono rendere pubblici i dati, in modo che tutti possano accedere a tutte
le analisi della ricerca.
RIASSUNTO >

METODI DI RILEVAZIONE > Prima di decidere quale metodo utilizzare, bisogna fare una distinzione
tra ricerca qualitativa e quantitativa, poiché dipende da ciò che bisogna studiare.
Nessuno è meglio dell'altra ma rappresentano due strade che il ricercatore può intraprendere, e
perciò danno la possibilità di cogliere due diverse valutazioni:
 Quantitativa > strumento privilegiato: Questionario
prevede una precisione e una misurazione molto elevata, fornendo quindi una conoscenza
oggettiva e precisa.
 Qualitativa > strumento privilegiato: Intervista
minore precisione nella raccolta dei dati, ma consente di recuperare le caratteristiche più
profonde di un fenomeno.
La scelta tra queste ricerche, dipende dal tipo di fenomeno da studiare. Il ricercatore si orienta sia da
una che dall'altra parte. Spesso però vengono utilizzate entrambe le condizioni, poiché non per forza
i risultati ottenuti si escludono a vicenda. Ciascuna delle due strade ha difetti e particolarità.
Nella ricerca sociale il tutto può essere quantificato.
Nei fenomeni in cui vengono utilizzate entrambe le strade, ponendo prima quella quantitativa, e poi
quella qualitativa, si utilizza l’intervista.
INTERVISTA > Dialogo tra 2 persone, dove una fa domande, e l'altra risponde. È lo strumento
principale della ricerca sociale. Ci sono regole da rispettare sia per chi fa le domande e sia per chi
risponde: bisogna essere empatici e bisogna cercare il livello di coerenza nelle parole
dell'intervistato. Chi fa l'intervista deve stare attento alle risposte, e vedere che non ci siano
incongruenze nel racconto. Nel caso si trovino, l'intervistatore deve avere la capacità di capire quali
affermazioni sono vere e quali no, senza chiaramente accusare l'intervistato.
Delle volte capita anche che l'intervistato risponda ciò che l'intervistatore vuole sentire. Questo è un
grave errore da parte dell'intervistatore poiché sarebbe dovuto essere capace di non condizionare le
risposte dell'intervistato, ad esempio annuendo, sorridendo, girando la domanda in modo retorico...
Le domande devono essere esposte in maniera oggettiva, neutra e indifferente.
L'intervista può prevedere domande chiuse e domande aperte. Ciò viene decisa seconda dell'oggetto
di ricerca.
INCHIESTA > È la procedura metodologica più importante nell'ambito della ricerca quantitativa. Lo
strumento privilegiato nell'inchiesta e il questionario, viene proposto a tutti i soggetti del campione
nella stessa maniera. Se bisogna intervistare un campione probabilistico, si dà a tutti un
questionario; dopodiché questo può essere somministrato dall'intervistatore o auto-somministrato.
Si avrà una somma di informazioni che a quel punto dovranno essere misurate.
Ci sono poi casi in cui le caratteristiche di un questionario creano problemi ai campioni: Es. Delle
volte si utilizzano termini tecnici nei questionari, che poi vengono somministrati a persone che non
hanno conoscenza di questi termini, oppure delle volte si formulano delle frasi poco precise che
danno possibilità di una multipla interpretazione. Quindi ciò può portare il campione a non
rispondere, o a rispondere a caso. Perciò il questionario funziona solo nel momento in cui tutti
capiscono i termini e gli stessi concetti.
QUESTIONARIO > Esso può essere auto-somministrato, Es. I questionari nei giornalini dove a fine
domande si trova il conteggio delle risposte con il risultato. Oppure può essere somministrato da un
intervistatore.
La differenza sta nella precisione dei dati somministrati:
 il questionario dato da un intervistatore è sicuramente più preciso, poiché se l'intervistato
non capisce può far domande
 il questionario auto-somministrato, non essendo l'amministrato da una persona esterna,
l'intervistato nel caso non dovesse capire non può farci niente.
Il questionario è utilizzato nelle ricerche quantitative e quando il campione è particolarmente
numeroso. Esso è formato da un numero di domande deciso dal ricercatore.
Possono esserci sia:
 Domande chiuse: prevedono delle crocette SI/NO come risposta, o con risposte composte e
più possibilità di scelta
 Domande aperte: domande dove si può dare una risposta personale a piacere con parole
proprie
Le domande chiuse danno facilità a chi deve poi misurare le risposte, poiché inserendole in un
sistema elettronico, si hanno in poco tempo i risultati.
Le domande aperte invece permettono al soggetto di essere spontaneo, e perciò le risposte saranno
sicuramente diverse ma più intense.
Per contare le domande aperte si possono accumulare le cose negative quelle positive, così da
dividerle in due gruppi. Poi si potrebbero mettere insieme le cose che si somigliano in modo da
creare altri sottogruppi.
Aspetti importantissimi che il ricercatore deve rispettare quando crea un questionario:
1. Non si possono fare domande vaghe o ambigue
(Es. come vai a scuola? Bene / in macchina)
2. Non si possono fare domande doppie
(Es. ti piacciono matematica e fisica? potrebbero piacere una sì e una no)
3. Linguaggio conosciuto, semplice, non tecnico ma neanche troppo colloquiale
4. Mai influenzare chi risponde
(Es. è vero che lei crede in Dio? ‘’è vero’’ influenza l'intervistato a dire sì)
5. Chiedersi sempre se quello che si va a indagare ha le caratteristiche culturali che permettono
alle persone di rispondere. Perciò chiedersi anche se le persone scelte sono quelle giuste
6. Quando si vanno a scrivere le risposte al computer, si smembrano, e perciò bisogna avere
una certa attenzione nella successione psicologica delle parole
7. Se si vuole chiedere qualcosa di un po' imbarazzante o delicato, bisogna metterla nel mezzo
del questionario, dove si è già instaurato con l'intervistato un minimo di rapporto e
confidenza
INTERVISTA > Strumento privilegiato della ricerca qualitativa.
Può essere di diverse tipologie. Esistono livelli diversi di strutturazione, che dipendono dalla libertà
che il soggetto ha nel rispondere alle domande.
Tipologie di intervista:
 Intervista strutturata: (assomiglia al questionario) prevede una strutturazione totale, dove le
domande sono prevalentemente chiuse e si adatta bene ai grandi numeri (campione) e
dunque si misureranno le risposte in modo molto veloce.
 Intervista semi-strutturata: è composta da domande aperte, e l'intervistatore può
amministrare all'occorrenza con flessibilità, l'ordine delle domande. Perciò se l'intervistato
risponde casualmente a due domande insieme senza sapere quale sarebbe stata la domanda
successiva, intervistatore può decidere di non farla più.
se invece l'intervistato risponde a tutto, ma dimentica un piccolo aspetto, intervistatore può
fare domande più specifiche in modo da ricavare la risposta desiderata. perciò
l'intervistatore può togliere, aggiungere o modificare le domande.
 Intervista non strutturata: l’intervistatore ha una traccia in mente, che è puramente
indicativa, per cui sa che argomenti porre all'intervistato. Di conseguenza le domande non
vengono siglate precedentemente, ma l'intervistatore seleziona nella sua testa le aree
dell'argomento da prendere in considerazione e vengono fatte domande decise sul
momento.
Oltre alle informazioni ricavate, che sono importanti, anche tutto il livello non verbale (come
si pone l'intervistato, le pause, i silenzi, la postura...) è molto importante.
Essa può essere fatta su un campione di soggetti più ampio.
o Intervista in profondità: (declinazione dell'intervista non strutturata) questa viene
presa in considerazione quando bisogna trattare di argomenti delicati. Le domande
devono mettere molto a proprio agio l'intervistato, e l'intervistatore per fare ciò
deve essere esperto e deve essere bravo sia nel porre le domande che nei segnali
che dà con il suo corpo. L’intervistatore non deve influenzare le risposte, deve
essere educato, rispettoso, sensibile, e devono essere ridotte il più possibile le
interferenze tra l'intervistatore l'intervistato
▫ Intervista motivazionale/clinica: (aspetto più specifico dell'intervista in
profondità) questa intervista è ancora meno strutturata. Non ci sono
domande, poiché presenta un rapporto colloquiale, e l'intervistato è già a
conoscenza dell'argomento che si andrà a trattare, e dato che gli argomenti
sono piuttosto delicati, l’intervistatore lascia al cliente la possibilità di
parlare e di aprirsi. Questa intervista toglie sempre di più il rischio di
interferire. (Es. indagine fu rapporto tra genitori e figli: ‘’ mi parli del
rapporto che ha con la sua famiglia’’ e poi zitti).
Questi dati sia che siano presi da colloqui personali, che da colloqui con più persone (focus
group), vengono poi generalizzati e messi insieme.
Il ricercatore può utilizzare anche altre modalità di ricerca:
 Osservazione: non è mai casuale ma è scientifica, poiché possiede regole, tempistica,
soggetti, argomenti prestabiliti. Una condizione molto frequente è quella
dell'infanzia, perché i bambini piccoli non si riescono a intervistare. Quindi si può
utilizzare solamente l'osservazione, tramite lo specchio unidirezionale, con il quale i
ricercatori stavano osservarli senza interagire. Si utilizzava anche in psicoterapia, o
terapia familiare. Un'altra condizione è quella dell'osservazione di un fenomeno
naturale: tipo mettersi di fianco a qualcuno che dà i pasti nelle mense dei poveri.
Oppure un altro ancora è quando il sociologo cerca di mescolarsi in diversi gruppi
sociali, Es. si traveste da povero e si mette in fila alla mensa dei poveri (osservazione
partecipante). Quindi l'osservazione permette di essere presenti e vivere le vicende
che si vogliono osservare. Si fa ciò quando è più facile osservare certi comportamenti
piuttosto che farseli di raccontare. Il modo migliore e anche più sicuro è quello di
osservare in 2/3, così da poter comparare i lavori. Inoltre si prende nota di tutte le
informazioni prese.
 Documenti: sono un qualcosa che già esiste e che può essere consultato dal
ricercatore per avere delle basi su ciò che sta studiando. Sono dettagliati. (Es. I
volantini informativi fanno capire che linguaggio viene utilizzato, cosa vogliono
trasmettere tramite i colori, la scrittura...) I documenti possono essere ricerche, libri,
autobiografie, trattati...
 Anamnesi: raccolta delle notizie che riguardano un soggetto.
 Esperimento: è poco utilizzato in sociologia. Viene utilizzato un po' in psicologia, ma
soprattutto in psicologia sociale. Quest'ultima tratta di interazioni sociali di piccoli
gruppi che interagiscono in studi, reparti, classi... Lo psicologo sociale osserva alcuni
aspetti principali dell’interazione (chi/come). L'esperimento in teoria dovrebbe
essere fatto lì dove nasce il fenomeno, ma ci sono troppi aspetti che non farebbero
cogliere il fenomeno nel modo adatto. Il ricercatore negli appunti segna solo parole
chiave, poiché deve stare attento a gestire il gruppo. Spesso però capita che
ricercatore sia accompagnato da qualcuno che si occupa solo di trascrivere tutto ciò
che viene detto, così da non tralasciare niente.

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