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Nome e Cognome______Debora Riva________________________

Per i soli studenti interni - Corso Triennio di Chitarra_______________________________

Extra curricolare, titolo di studio musicale di _______________________________________

ESAME DI SEMIOLOGIA DELLA MUSICA

1) I sistemi teorici di De Saussure e Peirce: loro differenze nell'approccio interpretativo e


conseguenti variazioni nella risoluzione del circuito ermeneutico.

2) Lo strutturalismo: sua definizione e natura, dalla fondazione in Lévi-Strauss alla messa in


crisi da parte di Barthes e Foucault.

3) Che cos'è la Semiotica? Di che cosa si occupa? Che rapporto ha con la Linguistica?

4) Scegliete una partitura e risolvetene il circuito ermeneutico secondo i suoi codici simbolici.

1) Ferdinand de Saussure teorico e linguistica svizzero pubblicò il “Corso di linguistica


generale” dove analizza le funzione del significane (interpretazione del testo), il significante
produce il significato che è anche contenuto oggettivo che un lettore trae dal testo. Chiunque
legga un testo applica al significato il significante, cioè il codice interpretativo, chiamato
codice ermeneutico.
Il significato si divide in:
- Correlativo oggettivo (senso comune);
- Meta-testo (insieme delle varianti che un’interpretazione data da una cultura o da altro che
imprime nel testo).
Si rifà anche alla semiotica di Aristotele (“Le categorie”) e alla retorica di Quintiliano
(“l’istituzio oratoria”).

Contemporaneamente a De Saussure in America studia Charles Peirce, il quale lavora su


categorie scientifiche a differenza di Saussurre che lavora su categorie storiche.
Charles Peirce parte dal funzionamento del cervello umano, analizzando come il cervello
elabora i codici.
nella scienza ci sono due fondamentali logici:
- induzione (serve a prevedere alcuni fenomeni grazie all’osservazione);
- deduzione (serve a trarre una legge generale).
Peirce ne introduce una terza:
abduzione (ritiene come certe e ovvie alcune categorie che sono il frutto di un’imprinting,
cioè un insieme di esperienze infantili che determinano il nostro modo di osservare la
realtà).

















Peirce introduce alla semiologia basata sulla retorica di Saussurre la soggettività
istintuale, spostando la semiologia su un piano personale.

2) Lo strutturalismo è una disciplina che concepisce l’opera d’arte da un punto di vista


esclusivamente formale, estrapola il potenziale espressivo ed ermeneutico, attraverso un
circuito ermeneutico dove il codice è l’unico elemento da analizzare per l’interpretazione,
quindi viene abbandonato tutto il contesto intorno all’opera.
Lo strutturalismo ha due caratteristiche:
- crede di codificare tutti i parametri di una forma (crea una coerenza ermeneutica dentro i
codici di una forma);
- antiumanistico.
Lo strutturalismo afferma la tesi del primato della struttura sull’uomo. La struttura è una
macchina che mette in scena il significato. Una conseguenza di ciò è che una partitura può
dire qualcosa che il compositore non voleva dire.
Lo strutturalismo va in due direzioni:
- dal compositore verso il pubblico del futuro;
- dal pubblico del futuro al compositore.
Quindi l’opera d’arte crea un circuito di autoreplicazione che produce continue varianti e vie
secondarie all’interno della propria macrostruttura.
Lo strutturalismo applica anche un principio di tipo fenomenologico (sistema linguistico), la
sospensione del giudizio (Edmund Husserl la chiama epochè, teorizzato già da Aristotele).
Due concetti dello strutturalismo sono:
- diacronico (si modifica nel tempo, portale C);
- sincronico (è in un dato tempo, portale B).
Uno dei problemi di questi due termini è l’interpretazione, cioè che siamo influenzati dagli
interpreti del passato come le strutture stesse sono influenzate dal passato, mentre lo
strutturalismo non vuole ciò.
Il secondo problema è la distinzione tra:
- denotazione (correlativo oggettivo del segno);
- connotazione (metatesto).
Lo strutturalismo cerca di portare la denotazione a connotazione.

Il teorico maggiore è l’antropologo Levi-Strauss. Nel libro “Il crudo e il cotto” mappa i
simboli delle popolazioni indigene collegandoli tra di loro. Nella tabella di Strauss la mappa
dei segni rappresenta tutte le possibili variazioni di significato. Ogni partitura è una mappa
dove i segni vanno interpretati soltanto all’interno della mappa stessa, lontana dalla prassi
dello stile a cui fa riferimento (una forcella in Beethoven è diversa rispetto che in Brahms).
La struttura ha tre caratteri:
- la forma;
- le trasformazioni;
- l’autoregolazione (coerenza interna).
Strauss chiama gli elementi interni microstrutture (primo compositore che crea queste
microstrutture è Schubert) e la coerenza interna macrostruttura.

Ronald Barthes e Starobinski mettono in discussione l’indistruttibilità dello strutturalismo


tramite le loro teorie relativiste, creando così due categorie:
- feticci (orientamenti di valore che caratterizzano l’interpretazione dell’opera d’arte a















































prescindere dal significato);
- idoli (categorie di significato che ognuno mette nell’opera d’arte in base al proprio
vissuto).
Secondo i due relativisti l’opera aperta passa a opera chiusa ponendo l’interprete all’interno
dell’opera d’arte.
Barthes sostiene che anche il modo di gestire il corpo (respiri…) di un interprete fanno parte
del codice semiotico, generando entropia quando l’interprete mette sé stesso al centro del
messaggio, così l’opera d’arte diventa la messa in opera attraverso il suo corpo.

Contro a questa teoria relativista si oppone Michel Foucault che determina la verità del testo
in base al contesto culturale nel quale l’interprete ha maturato la sua interpretazione. Nel
libro “Le parole e le cose un’archeologia delle scienze umane” conia il termine episteme
(valori introdotti nella cultura in cui l’interprete si è mosso). Secondo Foucault ogni
brano è una strategia che ha dentro di sé le sue regole e non esiste nessun autore, ha
decretato la morte dell’autore. I testi dell’autore sono tante personalità libere della stessa
persona e un brano è un’esperienza momentanea, erratica che non deve essere connessa a
nessuna entità che stia al di fuori di sé. Quindi l’opera d’arte diventa un elemento di un
museo, senza significato. Conseguenza di ciò è la morte della semiologia in quanto è la
ricerca dello significato.

3) La semiotica è la disciplina che si occupa dei segni, ovvero linguaggi non verbali, mentre la
semiologia studia il significato dei simboli e come questi creino una grammatica.
La semiotica è analitica, parte da un concetto di informazione, arriva al concetto di
messaggio e finisce nel concetto di segno dove:
- L’informazione è la causa del messaggio;
- Il messaggio è la grammatica dei segni;
- I segni sono la grammatica del messaggio;
- Il messaggio è la causa dell’informazione.
La semiotica secondo Charles Morris è una teoria dei segni nella quale confluiscono tutti gli
studi di linguistica che è un’insieme di convenzioni stabili dentro una cultura, riguardanti la
corrispondenza tra un significante e un significato (De Saussurre), con l’obbiettivo di
eliminare al minimo il rumore.

4) Prendendo in considerazione il lead “Der Wanderer” di Schubert risolviamo il circuito


ermeneutico conoscendo la cultura dell’epoca e il vissuto dell’autore. Quindi bisogna
comprendere l’epoca di Schubert che è il Romanticismo. Gli artisti romantici sostengono la
superiorità del sentimento e dell’immaginazione rispetto alla ragione, cercando di esprimere
nelle loro opere gli ideali e le aspirazioni degli uomini. Uno dei concetti principali del
Romanticismo è l’estraniazione (scisma tra senso e significato). Un esempio di ciò è l’uso
del grottesco per esprimere il dolore di un mondo che ti schernisce a differenza di un mondo
consolatorio, quindi l’umorismo del grottesco è straniato per esprimere dolore.
In questo lead viene descritta la figura del viandante che non si sente parte del mondo. In
questo lead è presente l’estraniamento perchè il viandante non sa dove andare, non sa dov’è
e cosa sta facendo, sentendosi estraneo del pianeta. Questo lead è ricorsivo infatti inizia con
la parola “dove?” che poi viene ripresa all’inizio della coda, alla fine questa domanda trova
risposta da una voce tetra “dove non sei c’è la felicità”. Nel momento più triste del pezzo è
presente una tonalità maggiore anche questo tipico del romanticismo perchè estraniante. La
struttura ricorsiva è tipico del Romanticismo, non credendo in un tempo lineare e nel





















































































progresso. La figura del viandante ha un carattere disastroso, questa indeterminabilità della
psiche si trasferisce in musica, le tonalità maggiori e minori si confondono, non ci sono
modulazioni chiare. Il viandante diventa anche ritmo, un ritmo dattilo (nota puntata più due
note brevi).
la musica nel Romanticismo è psicologia, vuole capire la mentalità dell’uomo attraverso
tutti i miti romantici.

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