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Equità e diritto

Giustizia ed equità, spesso, sono utilizzati come sinonimi.

In questa lezione viene messo in evidenza che per equità si intende la


giustizia dei casi particolari, che si applica nel caso singolo: il giudice
non attua la norma alla lettera, ma vengono considerate quelle che
sono le eccezioni. Regna il relativismo, l’equità non può essere
giudicata da un solo uomo.

La giustizia è la virtù di rispettare i diritti altrui. Per la chiesa è una


delle virtù cardinali, rappresentata da Dio. Anche Dante nella
Commedia afferma “Giustizia mosse il mio alto fattor”.

Nella “Repubblica” di Platone, la giustizia era definita la virtù più


importante. Tutti dovevano fare ciò che era giusto: ognuno doveva
compiere il proprio dovere.

Nella città ideale di Platone non c’erano leggi. Solo in seguito si rende
conto che le leggi sono fondamentali e che quindi nella “Repubblica”
il suo era uno stato ideale.

Uguaglianza: tutti gli uomini sono uguali.


Le Costituzione Melfitane promulgate da Federico II dichiarano che
tutti gli uomini sono uguali.

Aristotele nell’opera “Etica Nicomachea” parla di equità nei casi


particolari, considerando le eccezioni.

Cicerone: bontà, equità e giustizia.


Cicerone si distacca da Aristotele: Aristotele dice che l’equità


correggesse la legge, Cicerone sostiene invece che c’è equità naturale
prima della legge e questa equità naturale deve sottostare (precedere)
l’ordinamento giuridico.

Costantino, imperatore romano, aveva emanato delle leggi


fondamentali che si basavano sulla idea di equità.
Secondo lui, solo l’imperatore può regolare il rapporto tra la giustizia
e l’equità.

San Tommaso
viene definito “Aristotele cristiano” perché riprende la concezione di
etica per Aristotele. Per lui, dunque, l’etica coincide con l’ordine e la
giustizia.

Arriviamo a Dante.
Tutta la Commedia ruota intorno all’idea di giustizia.
Nel “De monarchia” riflette sul dualismo tra potere spirituale e
temporale.
Metafora dei due soli: i due poteri avevano stesso valore. La loro luce
era uguale, non vera chi brillasse maggiormente. C’era solo una sorta
di venerazione all’imperatore.
L’autorità imperiale e papale dipende da Dio. Entrambi vengono scelti
da Dio ma ognuno ha il proprio ambito di competenza.
Riprende Aristotele e cerca di delineare i rapporti tra Stato e Chiesa.
I maggiori scontri tra Stato e Chiesa che hanno segnato la storia sono:
Privilegio di Ottone
La lotta per le investiture
Innocenzo 3 e la metafora del sole e della luna
Federico II che si scontra con tutti i papi
Bonifacio VIII
Filippo IV il Bello

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