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Gaia Delfanti

LINGUISTICA GENERALE B

CHE COS’E’ LA LINGUISTICA?


La linguistica è lo studio descrittivo del linguaggio verbale umano o delle lingue storico-naturali.

IL LINGUAGGIO
Per linguaggio intendiamo dei sistemi di comunicazione, ovvero dei codici in senso stretto. Un insieme di
manifestanti, manifestati e istruzioni riguardo al riconoscimento e la combinazione dei segni.
Esistono de tipi di comunicazione: la comunicazione stricto sensu, e la comunicazione intesa come il solo
passaggio d’informazioni, la distinzione tra le due è data dall’intenzionalità.
Proprio tramite l’intenzionalità distinguiamo anche due livelli di comunicazione, che corrispondono
rispettivamente a:
• Codici forti < dei veri e propri codici;
• Codici deboli < codici non strutturali.

IL SEGNO
Un segno è qualcosa che sta per qualcos’altro, il quale racchiude in sé due parti: significante e significato.
Il significante è la parte percepibile (visibile e udibile) del segno, mentre invece il significato è la parte più
astratta di un dato segno.
Significante e significato sono legati da un rapporto di implicazione reciproca. Inoltre, si oppongono alla
realtà extralinguistica del che il segno crea, ovvero il referente che sta fuori dal sistema lingua (triangolo
semiotico).
Oltre ai segni in senso stretto ovvero non motivati, abbiamo anche:
- simboli < segni motivati culturalmente;
- Icone < segni motivati per analogia;
- Segnali < segni motivati naturalmente usati intenzionalmente;
- Indici < segni motivati naturalmente usati non intenzionalmente.
Se i segni di più lingue sono simili tra loro, ci sono de probabilità: o che sia una casualità, oppure si potrebbe
trattare di un caso di prestito, nel senso che molte lingue dono sempre a contatto tra loro.

CARATTERISTICHE LINGUAGGIO
• Biplanarità< la presenza di due facce in un segno linguistico
• Arbitrarietà< i legami tra significante e significato, segno e referente e tra sostanza e forma sono stabiliti
per convenzione, non sono motivati. Livelli di arbitrarietà dei segni:
- Non c’è legame naturale o di derivazione tra il segno nel suo complesso e il suo referente;
- Non c’è legame naturale o di derivazione tra il significante e il significato;
- Non c’è legame naturale o di derivazione tra la forma del significato e la sua sostanza;
- Non c’è legame naturale o di derivazione tra la forma del significante e la sua sostanza< ogni lingua
organizza il proprio sistema.
• Doppia articolazione< interna al significante. Il significante è scomponibile in unità minori dotate di
significato, ulteriormente scomponibile in unità minime non dotate di significato < è solo la combinazione
di queste unità che è portatrice di significato (Riguarda l’organizzazione sistematica in generale del segno
e il suo rapporto con gli altri segni, piuttosto che la scomponibilità delle parole in parti).
- Prima articolazione: unità dotate di significato;
- Seconda articolazione: unità non dotate di significato.

ALTRE PROPRIETA’ DEL SISTEMA LINGUISTICO


• Combinatorietà < con un numero limitato di unità di seconda articolazione, vengono costruiti un numero
molto più ampio di unità di prima articolazione, che si combinano in un numero potenzialmente illimitato
di frasi, che rappresentano un insieme aperto.
• Produttività < capacità di creare nuovi messaggi.
• Plurifunzionalità/onnipotenza semantica < la capacità potenziale di un linguaggio di esprimere qualsiasi
contenuto ( proprietà legata: distanziamento. Le lingue umane possono riferirsi a entità e designare oggetti
non presenti nel contesto, lontani quindi nello spazio e nel tempo, e pure riferirsi a entità immaginarie.
Prevaricazione < linguaggio non falso)
• Ricorsività< al prodotto dell’applicazione di una regola è possibile riapplicare la stessa regola. Una sola
regola può consentire la formazione di stringhe sempre più ampie.

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• Linearità< proprietà del significante, legata alla doppia articolazione. Le unità del significante vengono
prodotte in sequenza nel tempo, ed è precondizione per la possibilità di trasmettere significati.
• Discretezza< proprietà del significante, legata alla doppia articolazione. Le unità della lingua si
distinguono le une dalle altre in maniera discreta, non continua cioè.
• Complessità sintattica< connessa alla linearità. Gli elementi/ parti del segno sono legati tra loro da una
serie di legami complessi strutturati sulla base dell’ordine lineare.
• Trasponibilità di mezzo< riguarda il significante. È la possibilità che il significante ha di essere trasmesso
attraverso vari canali, fondamentalmente quello fonico-acustico o quello visivo.

IL CANALE FONICO-ACUSTICO
Il canale fonico-acustico è quello prioritario antropologicamente, perché è noto che alcune lingue non
abbiano sviluppato una forma scritta, e inoltre, ogni individuo prima impara a parlare, e poi a scrivere. Il
parlato è quindi prioritario. In sé, il canale fonico-acustico ha delle caratteristiche che lo rendono
performante per la comunicazione:
- E’ utilizzato in qualsiasi circostanza ambientale;
- Localizza e individua la fonte del messaggio;
- Produzione e ricezione sono simultanee;
- La produzione è rapida;
- La ricezione è consentita a destinatari multipli;
- L’energia richiesta è molto poca;
- Il canale non rimane occupato dalla trasmissione del messaggio.
CARATTERISTICHE LINGUAGGIO A LIVELLO SEMANTICO (DEL SIGNIFICATO)
Tra le varie funzioni svolte dal linguaggio umano ne sono state evidenziate alcune particolarmente
significative:
• Espressione e costruzione del pensiero;
• Trasmissione di informazioni;
• Instaurare, mantenere, e regolare rapporti sociali;
• Risoluzione di problemi;
• Creazione di mondi possibili.

LE SEI COMPONENTI FONDAMENTALI NELLA COMUNICAZIONE


Esistono sei componenti fondamentali nella comunicazione umana, le quali, sono associate a sei funzioni
fondamentali:
1. Messaggio incentrato sull’(e)mittente < funzione emotiva/espressiva;
2. Messaggio incentrato sul messaggio stesso < funzione poetica;
3. Messaggio incentrato sul destinatario/ricevente < funzione conativa/direttiva;
4. Messaggio incentrato sul codice < funzione metalinguistica (metalingua: codice che si riferisce a un
codice);
5. Messaggio incentrato sul canale < funzione fàtica;
6. Messaggio incentrato sul contesto/referenza < funzione referenziale/denotativa.

EQUIVOCITA’
Parlando di equivocità intendiamo una proprietà strutturale delle lingue naturali che le distingue dalle lingue
artificiali. Ogni lingua, presenta un numero di segni equivoci, cioè non caratterizzati da corrispondenza
biunivoca tra significante e significato.
Consente di potenziare la produttività.

TRASMISSIONE DEL CODICE CULTURALMENTE PER TRADIZIONE


La trasmissione del codice delle lingue storico-naturali avviene culturalmente per tradizione. A questo punto
possiamo quindi distinguere la facoltà di linguaggio, che è trasmessa geneticamente, mentre invece i codici
specifici vengono appresi nel contesto storico-culturale.

SEMIOPOIESI
l’uomo è dotato di capacità semiopoietica, ovvero la creazione di codici, e quindi l’uomo ha anche la
capacità di utilizzare più codici diversi.

Gaia Delfanti
PRINCIPI GENERALI PER L’ANALISI LINGUISTICA

L’analisi delle lingue avviene per livelli che corrispondono al significato e il significante e le articolazioni del
segno.

Significante< sul piano del significante analizziamo il livello delle unità di seconda articolazione non
dotate di significato< fonetica e fonologia . E quello delle unità di prima articolazione < morfologia e
sintassi.
Significato< il piano del significato è analizzato invece dalla semantica (studio del significato) e dalla
pragmatica (branca compagna della semantica che approfondisce la relazione del messaggio con i suoi
attori, il locatore, o (e)mittente e il destinatario.
La lingua sceglie i suoni e li pertinentizza, quindi, tra i possibili significati ne grammaticalizza alcuni che
esprime attraverso opposizioni grammaticali, appartenenti a classi chiuse (insiemi finiti) di significanti, e
infine li lessicalizza, ovvero esprime attraverso lessemi, cioè le parole.

3 DICOTOMIE PRINCIPALI
L’analisi delle lingue è caratterizzata da 3 dicotomie principali individuate dallo svizzero Saussure nel suo
Cours:
- Sincronia-diacronia< sincronia: riferito ad un sistema linguistico visto in un istante immaginario, quindi
secondo una prospettiva che prescinde dall’asse temporale. Diacronia: prende in considerazione la lingua
nel suo evolversi nel tempo.
- Langue-parole< langue: sistema lingua visto nel suo aspetto astratto. Parole: lingua vista nelle sue
manifestazioni più concrete. Rappresenta la messa in atto di un codice astratto (langue).
- Asse paradigmatico-asse sintagmatico< relazioni che sistematicamente legano le unità linguistiche nel
loro funzionamento, nella loro “solidarietà sincronica”. Sono state individuate due tipi di relazioni:
I. le relazioni che si pongono sull’asse paradigmatico o associativo sono quelle che legano un’unità
linguistica con ciò che, al suo posto, potrebbe sostituirla; questo asse riguarda quindi la relazione tra
unità dello stesso tipo, che si oppongono tra loro < asse delle scelte/ in absentia (scelta di una data unità
implica l’assenza di ogni altra unità possibile al suo posto).
II. le relazioni che si pongono sull’asse sintagmatico sono quelle che legano un’unità linguistica alle altre
unità compresenti in un messaggio; questo asse riguarda quindi la relazione tra le unità poste in
successione lineare, che contrastano tra loro. < asse delle combinazioni/ in praesentia (su questo asse, le
unità sono compresenti nello stesso messaggio).

DIFFERENZA TRA LINGUA E DIALETTO


Lingua nazionale< ufficiale e di tradizione letteraria
Dialetto< varietà di portata locale senza tradizione letteraria e non utilizzata per i domini più formali.
Dialetto inteso in italiano è diverso dalla sua definizione in inglese: in inglese è inteso come varietà
geografiche differenziatesi da una fonte comune e in rapporto di distanza strutturale vario con varietà
standard, mentre in italiano s’intende varietà storicamente sorelle dell’italiano standard quale si è sviluppato
per varie vicende storiche a partire dalla varietà toscana.

LA SINTASSI

DEFINIZIONE DI SINTASSI
Per sintassi intendiamo lo studio della combinazione delle parole. In effetti, la sintassi si occupa di spiegare
come le parole sono combinate insieme, sia linearmente che per la loro dipendenza tra esse. Individua quindi
la gerarchia che esiste tra parole ben formate e non.
Può essere considerata come l’insieme delle regole che determinano la formazione di frasi e periodi.
Unità minima< sintagma. La combinazione dei sintagmi forma le frasi.

COME ANALIZZARE LE FRASI


La scomposizione basata sulla prova di commutazione è il principio generale per l’analisi delle frasi, come
anche per l’analisi in campo di fonologia e morfologia.
Secondo il principio della doppia articolazione, ogni unità più piccola va a costituire un’unità maggiore (a
volte l’unità più piccola corrisponde all’unità minima del livello superiore< la testa può rappresentare un
intero costituente maggiore a livello sintattico).

COSTITUENTI E SOSTITUENTI

Gaia Delfanti
Richiamando alla mente i concetti di paradigmatico e sintagmatico (pag 3) possiamo definire due
componenti della sintassi:
Costituenti< (in rapporto sintagmatico) elementi la cui combinazione da luogo a unità più ampie
Sostituenti < (in rapporto paradigmatico) elementi che possano ricorrere al posto di altri con i quali sono
raggruppabili in classi.

LA FRASE
Fondamentalmente, parlando di frase ci riferiamo ad una predicazione, ovvero un dire qualcosa di
qualcos’altro. In una frase non è necessaria la presenza di un verbo. E quando parliamo di frasi intendiamo
anche le cosiddette ellittiche, ovvero, frasi che omettono parti.

SCOMPOSIZIONE FRASI (vedi 2 par.)


Possiamo scomporre la frase partendo dall’unità maggiore e arrivare progressivamente fino alle unità più
piccole, le parole (classica analisi in costituenti immediati), oppure fare la stessa cosa ma partendo invece
dalle singole unità lessicali (le parole) e vedere come esse si raggruppino.
Per compiere tali procedimenti, il primo passo da fare è la classificazione delle parole (secondo le loro
proprietà intrinseche).

CRITERI PER DISTINGUERE LE PAROLE


I criteri per descrivere e distinguere le classi di parole sono di tipo distribuzionale, ovvero, una certa classe di
parole può ricorrere in una data posizione in una frase: si veda sotto più in generale a proposito dei
costituenti. I criteri sono:
- mobilità di posizione< una parola può occupare posizioni diverse nella frase;
- Ininterrompibilità < non si può alterare l’ordine degli elementi che formano una parola.
LE CLASSI DI PAROLE
1. Determinatori e quantificatori< articoli dimostrativi /aggettivi indefiniti, aggettivi numerali.
2. Aggettivi< possono essere preceduti da avverbi.
3. Preposizioni (adposizioni)< alcune possono ricorrere per conto loro, altre no, riguarda la possibilità o
meno dei verbi di avere degli oggetti.
4. Avverbi (intensificatori) /profrasi
5. Nomi/pronomi< parole che accorrono al posto dei nomi (personali, riflessivi, clitici, dimostrativi,
interrogativi e indefiniti). I nomi invece, come i verbi hanno validità universale e svolgono la funzione di
referenza.
6. Verbi < validità universale come i nomi, ma svolgono una funzione di predicazione.
7. (Connettivi)

PRONOMI CLITICI
I pronomi clitici sono, in generale, parole che hanno una minore libertà di posizionamento, non possono
essere enunciate in isolamento, non possono essere coordinate e non possono ricevere accentazione <
assomigliano più ai morti che alle parole. Quindi, hanno un ordine relativo fisso, hanno posizione fissa in
fianco al verbo e non possono stare al posto di un nome.

COMBINAZIONE DI PAROLE (vedi 5 par.)


Il primo step per l’analisi sintattica è quindi la scomposizione delle frasi, per passare poi alla classificazione
delle parole e ora alla combinazione di tali parole. Bisogna quindi individuare la maniera in cui le varie classi
di parole si combinano tra loro.
Le parole si combinano in unità più ampie, gruppi di parole, cioè si raggruppano in costituenti superiori che
sono i sintagmi, che sono a loro volta i costituenti della frase. Normalmente in sintassi quando si parla
semplicemente di “costituenti” si intendono i costituenti di frase, cioè i sintagmi.

CRITERI PER INDIVIDUARE I COSTITUENTI


- possibilità di movimento< i costituenti si muovono in blocco.
- Inseribilità di altro materiale all’interno di un costituente< all'interno di un costituente posso inserire
solo materiale che appartenga allo stesso sintagma (criterio non rigidissimo: alcune eccezioni).
- Enunciabilità in isolamento< un costituente può costituire un enunciato.
CRITERI PER DISTINGUERE VARI TIPI DI COSTITUENTI
- Coordinabilità < due sequenze di parole possono essere coordinate solo se sono costituenti della stessa
categoria [PIANO SINTAGMATICO]

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- Sostituibilità tramite un unico pro-forma< due costituenti possono essere sostituiti dalla stessa forma
sostitutiva solo se sono dello stesso tipo [PIANO PARADIGMATICO]

TIPI DI SINTAGMI (costituenti)


Nominale
Verbale
Preposizionale
Aggettivale

LA TESTA
Elemento minimo necessario di ogni sintagma. Il fatto che la testa sia accompagnata da altri elementi o no
dipende dalla classe lessicale della testa.
La presenza della testa è condizione necessaria e sufficiente per formare un sintagma.
Caratteristiche della testa:
equivalente distribuzionale dell’intero sintagma
controllore di accordo
seleziona tratti semantici di altre parole nel sintagma
governa (seleziona) tratti morfologici di altre parole nel sintagma
è il luogo in cui si trovano le marche che legano l’intero sintagma al resto della frase

CARATTERISTICHE FRASI E STRUTTURA GERARCHICA


I sintagmi si uniscono a formare le frasi, che sono combinazioni di parole che costituiscono una struttura
predicativa < dove due elementi sono interdipendenti.
La frase, rappresentando un’unità più alta del sintagma, non ha una vera e propria testa, ovvero l’elemento
minimo per la formazione di una frase, però possiamo considerare il verbo come sorta di testa della frase.
Per rappresentare la struttura gerarchica dei sintagmi e della frase, utilizziamo gli indicatori sintagmatici, con
diagrammi ad albero, o con il sistema delle parentesi etichettate.

COSTITUENTI IMMEDIATI
I costituenti immediati sono costituenti che rappresentano il primo livello di analisi di un altro costituente.
Due o più nodi che sono costituenti immediati dello stesso nodo sono detti fratelli, il nodo che domina è il
padre, di cui essi sono i figli.
I nodi possono essere ramificati o no. Le relazioni possono essere espresse da regole di riscrittura dei
costituenti. Regole di riscrittura:
1. F < SN + SV
2. F < SAvv + F
3. F < F + SAvv
4. SAvv < SAvv
5. SAvv < Avv + Avv
6. SN < N + N
7. SN < D + SN
8. SN < SAgg + SN
9. SN < SN + SAgg
10. SN < SN + SP
11. SN < quant + SN
12. SN < N
13. SAgg < Avv + SAgg
14. SAgg < Agg + SP
15. SAgg < Agg
16. SV < SV + SP
17. SV < V
18. SV < SV + Avv
19. SV < SV + SN
20. SV < Aus + V
21. SV < V + SAgg
22. SP < P + SN
23. SP < P

Regole ricorsive < se nella regola di riscrittura compare lo stesso sintagma in entrata e in uscita, la stessa
regola può essere riapplicata al suo prodotto.

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LA VALENZA
Oltre alla struttura sintagmatica, le frasi sono organizzate anche secondo principi che regolano la funzione
dei sintagmi nella frase. Per individuare le funzioni sintattiche partiamo dal concetto di valenza: ogni verbo
al certo numero di argomenti, elementi obbligatori che satura la valenza, cioè ha una struttura argomentale
riflessa nelle frasi in cui ricorre, mentre può essere accompagnato da circostanti, facoltativi e non possiedono
tratti di selezione, e non devono appartenere a determinate categorie.
In base al numero delle valenze i verbi: si distinguono in:
1. Zerovalenti < piovere
2. Monovalenti < camminare
3. Bivalenti < temere
4. Trivalenti < dire
5. Tetravalenti < tradurre

VERBI INACCUSATIVI
I verbi inaccusativi, appartengono al filone dei verbi intransitivi. Sono quella parte di verbi intransitivi che al
posto dell’ausiliare avere utilizzano essere, e non possono avere un secondo argomento (obliquo/indiretto).
Inoltre, possono usare “ne” con un soggetto quantificato posposto al verbo, e possono anche usare il
participio passato in modo assoluto o come modificatore del nome < ne sono cresciuti molti; cresciuto
l’albero.

AUMENTO VALENZA
La valenza di un predicato può essere aumentata attraverso procedimenti grammaticali. I causativi sono verbi
che presentano un aumento di valenza attraverso una perifrasi < fare + infinito. Oppure in certi casi si hanno
lessemi specifici

DIMINUZIONE VALENZA
Per il processo di diminuzione di valenza, invece, abbiamo i verbi anticausativi, e sono i riflessivi impropri,
oppure n pochi casi si può utilizzare il passivo

FUNZIONI SINTATTICHE
Le funzioni sintattiche principali che distinguiamo sono:
1. Soggetto;
2. Oggetto;
3. Predicato.

I complementi < i tradizionali complementi possono essere altri argomenti del verbo, oppure, più spesso
sono circostanti < elementi non richiesti e non selezionati dalla valenza verbale.
• Argomenti diretti < argomenti non marcati da adposizioni;
• Argomenti indiretti < argomenti marcati da apposizione < i più simili ai circostanti.

SCHEMA ARGOMENTI E PREDICATO


Argomenti e predicato si raggruppano secondo questo schema:
1. Nucleo < struttura predicativa < predicato e argomenti
2. Prima periferia < circostanti
3. Periferia esterna < costituenti dislocati, esterni alla predicazione.

RUOLI SEMANTICI
Il valore di un sintagma in un una frase non si con la sua funzione sintattica, svolge infatti anche un ruolo
semantico. Tipi di ruoli semantici:
Agente
Paziente
Esperienze
Ricevente
Beneficiario
Strumento
Destinazione
Fonte/ stimolo
Collocazione

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Rapporto tra ruoli semantici e sintattici < intercorre tra loro un rapporto di preferenza (uno usato
maggiormente rispetto ad un altro. < in più, il passivo, modifica il rapporto: l’agente che nella forma attiva è
un soggetto si trasforma in complemento d’agente, mentre il paziente nella forma attiva si trasforma in
soggetto. La diatesi passiva mette in evidenza il paziente piuttosto che l’agente.

Cos’è il soggetto < sul piano semantico è colui che compie l’azione, sul piano pragmatico è ciò di cui si
parla, mentre invece nel criterio prioritario, ovvero quello sintattico, si tratta del sintagma nominale che
concorda in persona e numero con il predicato.

GRAMMATICA GENERATIVA
La grammatica generativa si pone l’obiettivo di costruire regole di combinazione degli elementi del lessico in
frasi che possano predire la formazione di tutte le frasi grammaticali possibili, escludendo tutte quelle
agrammaticali. Appunto, genera, le istruzioni fondamentali per la formazione delle frasi.
La grammatica generativa è vista come pare innata della nostra conoscenza, più specificamente i principi che
sottostanno alla formulazione delle regole, mentre dall’altro canto ogni lingua sceglie di attuare i propri
parametri.

Regole di riscrittura < rendono conto della struttura del sintagma.


Regole contestuali < riguarda restrizioni di selezione di tratti semantici tra gli elementi del lessico che si
combinano < applicabili solo nei contesti specificati da tali sottocategorizzazioni.

STRUTTURAZIONE SINTATTICA
Nella grammatica generativa si distinguono almeno due livelli di strutturazione sintattica: la struttura di
superficie e la struttura profonda.
Ambiguità struttura profonda < possiamo avere un valore di soggetto e un valore di oggetto entrambi
riportati nella struttura di superficie in SP
Ambiguità struttura di superficie < certi costituenti possono fare parte di varie unità superiori

Relazione tra le due superfici < relazione non biunivoca

Principi che regolano i rapporti tra i livelli e rendono conto della struttura delle frasi ben formate:
1. Criterio tematico < ogni argomento ha un unico ruolo tematico e ogni ruolo tematico è assegnato ad un
unico argomento;
2. Principio di proiezione < le rappresentazioni ad ogni livello sintattico sono proiettate dal lessico;
3. Principio di proiezione esteso < le rappresentazioni ad ogni livello sintattico sono proiettate dal lessico e
tutte le frasi hanno un soggetto.

IL PROBLEMA DELLA TESTA


Si possono considerare testa della frase i tratti di flessione espressi sul verbo. La fusione della base verbale
con la sua testa avviene tramite una regola di movimento (move).
COMP < significa complementare e indica la posizione occupata da congiunzioni, subordinato o marcatori di
funzioni frasali.
F < è una testa funzionale che si distingue dalle teste lessicali.
Tale strutturazione consente di uniformare la struttura di tutti i sintagmi, compresa la frase.
La testa rappresenta sempre l’unico elemento la cui presenza è obbligatoria, mentre specificatone e
complemento possono mancare.

FUNZIONI DELLE PREPOSIZIONI


Le preposizioni non svolgono tutte la stessa funzione: possono marcare argomenti e anche modificatori
nominali < marcatori di dipendenza (difficilmente considerati come teste).

PRAGMATICA DELLA FRASE


La frase è organizzata anche secondo principi pragmatici < la predicazione può essere suddivisa in tema e
rema.
Tema < ciò che è posto, l’entità di cui si predica qualcosa (topic di frase)
Rema < ciò che si dice, si predica di questo qualcosa (topic del discorso).

• Contesto e struttura informativa < relativamente a ciò, le parti della frase possono essere etichettate con
dato (topic) e nuovo (comment), e i referenti con attivato e non attivato.

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Sempre dal punto di vista della struttura informativa, nelle frasi c’è spesso un elemento che reca una
particolare rilevanza o salienza comunicativa in cui viene data l’informazione nuova < il fuoco. Gli elementi
focalizzati possono essere marcati mediante avverbi.
Classificazione tipi di focalizzazione:
1. Interrogativo e completivo
2. Selettivo
3. Restrittivo
4. Additivo
5. Negativo e sostitutivo
6. Contrastivo
7. Esclamativo

RECAP: i livelli a cui possiamo analizzare la struttura di una frase sono:


• Configurazionale < analisi in costituenti immediati
• Argomentale < analisi funzioni sintattiche
• Semantica < analisi dei ruoli semantici
• Pragmatico-informativa < analisi unità informative e testuali

CLASSIFICAZIONE DEI TIPI DI FRASE


Le frasi possono essere classificate secondo diversi parametri:
1. Funzione o modalità
2. Complessità
3. Dipendenza
4. Polarità
5. Diatesi
6. Segmentazione

1. Funzione o modalità < si dividono a loro volta in:


- Dichiarative < asserzioni
- Interrogative
- Imperative
- Esclamative
2. Complessità < si dividono in:
- Semplici < una sola predicazione
- Complesse < più di una predicazione, distinte in coordinate e subordinate, chiamate anche periodi
3. Dipendenza < si dividono in:
- Indipendenti < sempre frasi principali
- Dipendenti < possono essere subordinate
4. Polarità < si dividono in:
- Affermative
- Negative
5. Diatesi < si dividono in:
- Attive
- Passive < il verbo perde una valenza
6. Segmentazione < si dividono in:
- Segmentate < staccano un determinato costituente da tutti gli altri, dandogli una particolare posizione
- Non segmentate < possono avere funzioni pragmatiche differenti. Funzione tematica < sia soggetto che
predicato informazione nuova < frasi tetiche.

TIPI DI SEGMENTAZIONE
• Dislocazione a sinistra < un costituente è anticipato a sinistra ed è ripreso con un pronome atono (critico
pronominale) < rendere tematici oggetti normalmente rematici;
• Temi sospesi < non è marcata la relazione dell’elemento spostato a sinistra col resto della frase, se non
eventualmente con il clitico di ripresa o un altro elemento coreferente;

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• Topicalizzazioni < l’elemento spostato a sinistra è contrastato, e la struttura manca sempre del clitico di
ripresa;
• Dislocazione a destra < stesse proprietà della dislocazione di sinistra ma con l’elemento a destra;
• Frasi scisse < verbo essere + elemento staccato + che + verbo finito. L’elemento scisso è focalizzato;
• Frasi pseudoscisse < analoghe nella funzione pragmatica alle frasi scisse.
SUBORDINATE: COORDINAZIONE E DIPENDENZA
Anche nella combinazione di frasi intervengono regole di buona formazione. Distinguiamo la connessione
tra frasi sullo stesso livello < coordinazione, e frasi di cui una in dipendenza da una principale per mezzo di
connettivi.

FRASI DIPENDENTI < RELAZIONE CON PRINCIPALE


In base alla relazione sintattica con la frase principale distinguiamo frasi:
1. Argomentali < saturano una delle valenze del predicato della frase principale e svolgono quindi la
funzione sintattica di un argomento del predicato, soggetto o oggetto. A seconda della funzione sintattica
possiamo avere argomentali soggettive, completive e interrogative indirette
2. Avverbiali/ circostanziali < non satura una delle valenze del predicato della principale, non rappresenta
un argomento del predicato della principale e non modifica un singolo costituente. È un modificatore
dell’intera frase principale, di cui rappresenta un nodo fratello. Svolge la stessa funzione sintattica di un
sintagma che ha valore avverbiale o circostanziale. A seconda della relazione semantica abbiamo:
avverbiali causali, temporali, ipotetiche. Concessive, finali, consecutive e comparative
3. Relative/ attributive < funzionano da modificatori di sintagmi nominali. A seconda del rapporto
semantico con il nome testa possono essere: relative restrittive (modificano la referenza
dell’antecedente) e appositive (la referenza del SN testa è stabilita indipendentemente dall’info contenuta
nella frase relativa non cambia).

FORMA ASSUNTA DALLA SUBORDINATA


In base alla forma assunta dalla subordinata, abbiamo:
- Frasi esplicite < forma finita del verbo
- Frasi implicite < forma non finita del verbo
In generale le frasi dipendenti e la forma assunta dalla subordinata, si incrociano.

ELEMENTI DI LINGUISTICA DEL TESTO


In generale, gli elementi di linguistica del testo, sono fenomeni sintattici legati a fenomeni semantici, e
assicurano la coerenza testuale, cioè la buona formazione dei testi.
Testi < i testi sono discorsi che connettono più frasi tra di loro. Tali fenomeni sintattici, sono strettamente
legati a fenomeni semantici. Elementi di linguistica:
1. Anafora e catafora < meccanismi di copia della referenza di elementi precedenti o successivi
2. Coreferenza < proprietà per la quale un costituente ha la stessa referenza di un altro costituente
3. Deissi < proprietà di certi segni di avere una referenza dipendente dalla situazione comunicativa, e in
particolare dal tempo e dal luogo di tale situazione comunicativa e dal locatore. Gli elementi deittici
possono esser considerati esoforici. I pronomi personali di prima e seconda persona sono deittici, ma
anche gli elementi avverbiali come ieri, oggi, domani, un anno fa ecc…
4. Ellissi < omissione di alcune parti della frae recuperabili attraverso il contesto.

Pronomi anaforici, accordo, anafora zero < elementi che assicurano la coesione testuale
Connettivi < elementi che connettono frasi e ne esplicitano i rapporti di significato.

Coerenza testuale < assicurata dalle interconnessioni semantiche tra gli elementi. La continuità semantica di
un enunciato può essere assicurata dal fatto che esso attiva un pacchetto compatto di conoscenze già
immagazzinate e condivise.

Frame < traccia che l’esperienza passata, accumulata nella memoria di ciascuno, lascia nella conoscenza.
Due sottoclassi di frame sono i copioni (scripts) < frames relativi ad azioni rigidamente ordinate in sequenza
e i piani < frame relativi ad una sequenza di azioni ordinate dalla relazione mezzo-fine.

NOZIONE DI SIGNIFICATO
Si tratta di un rapporto di denominazione tra il linguaggio e il mondo, un’etichettatura di pezzi della realtà
concreta e astratta.

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Si tratta di una codificazione linguistica di concetti o enciclopedia, che caratterizza la specie umana, made
non confondere con la codificazione linguistica della realtà.
Molto genericamente possiamo definire il significato come l’informazione veicolata dal segno.

Significato e riferimento < significato: persona diversa dal locutore e dall’interlocutore. Riferimento:
specifica persona a cui ci si riferisce identificandola con “lui”.

Significato linguistico e sociale < linguistico: significato della parola in sé. Sociale: forma altamente
convenzionalizzata di significato pragmatico, cioè contestuale. Si tratta del significato di una parola tra due
interlocutori.

Significato denotativo e connotativo < denotazione: parte oggettiva del significato, descrittiva e
rappresentativa. Connotazione: parte soggettiva del significato, connessa a implicazioni soggettive.

Significato lessicale e grammaticale < distinzione interna al significato linguistico denotativo.


Grammaticale: significato di forme che esprimono concetti o rapporti interni al sistema linguistico (articoli,
congiunzioni ecc fanno parte di tale categoria perché regolati da categorizzazioni grammaticali). Lessicale:
più intenso ma meno esteso di quello grammaticale.

Estensione e intensione < estensione: insieme degli oggetti a cui un termine si può applicare. Intensione:
insieme delle proprietà che caratterizzano il concetto designato da un termine.

I LESSEMI
L’unità minima in semantica è il lessema < elementi che costituiscono il lessico di una lingua.
• Omonimia < caso particolare di rapporto tra lessemi che riguarda anche il loro significante. Due lessemi
sono omonimi quando hanno significante identico e significati diversi. Omofoni < stessa pronuncia.
Omografi < stessa grafia.
• Lessema polisemico < ad un singolo significante possono essere associati più significati. Quando è
possibile costruire una relazione logica o analogica tra i diversi significati del lessema, cioè un significato
può essere derivato dall’altro.
• Colessificazione < espressione di significati diversi mediante lo stesso lessema (inverso della polisemia)
• Enantiosemia < tipo di polisemia estrema. Propria di lessemi che possono avere significati opposti, cioè
antonimici o inversi

RAPPORTI SEMANTICI (TRA LESSEMI)


I rapporti semantici sono relazioni di significato che strutturano il lessico secondo determinate interrelazioni:
1. Sinonimia < due lessemi sono sinonimi quando hanno significanti diversi ma significati simili < sedia
seggiola;
2. Iponimia < un lessema è iponimo di un altro quando il suo significato è incluso nel significato dell’altro
< auto vettura
3. Meronimia < lessema che designa una porzione di un’unità maggiore designata da un altro lessema. I
due lessemi appartengono alla stessa sfera semantica < pecora rispetto a gregge
4. Solidarietà semantica < in rapporto di compatibilità semantica sul piano sintagmatico. Selezione e di un
termine dipendente da un altro termine, con il quale il primo deve ricorrere < abbaiare cane
5. Collocazione < sempre un rapporto semantico di compatibilità sul piano sintagmatico, ma non vi è un
rapporto di implicazione ad una direzione tra i lessemi, soltanto un’alta frequenza di coocorrenza <
svolgere un ruolo, sciogliere dubbi, fare le fusa
6. Antonimia < in rapporto di INcompatibilità. Due lessemi dai significati contrari, posti ai poli opposti di
una scala < alto basso, buono cattivo
7. Lessemi complementari < implicazione a dure direzioni < Vivo morto, legale illegale
8. Lessemi inversi < esprimono la stessa relazione semantica da due punti di vista diversi < marito moglie,
zio nipote, doppio metà

Relazioni di significato sono identificabili anche per gruppi di lessemi, che costituiscono sottoinsiemi
specifici del lessico.
• Campo semantico < una serie di coipionimi < termini di colore, nomi di parentela
• Sfera semantica < più ampia del campo semantico, l’insieme dei lessemi legati dal riferimento a un
determinato ambito semantico < lessico alimentazione, musica, informatica
• Famiglia semantica < insieme dei lessemi accomunati da una stessa base lessicale, vicini nel significato
in quanto legati nel significante < lingua, linguaggio, linguale, linguista, linguistico

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• Gerarchia semantica < insieme di lessemi legati da rapporti di meronimia, ordinabili dal più piccolo al
più grande e quindi posti in una gerarchia < grammo, etto, chilo, quintale, tonnellata
• Rapporti metaforici < molti dei significati primari di un lessema sono accompagnati da altri significati
legati dal significato primario da spostamenti di significato basati su rapporti metaforici, cioè una
similitudine implicita
• Rapporti metonomici < spostamenti di significato possono anche essere basato su rapporti metonomici,
cioè su contiguità, associazione per significati

TRATTI SEMANTICI
È possibile scomporre il significato in tratti semantici basilari, elementi non ulteriormente scomponibili del
significato, pertinenti per la descrizione del significato come i tratti distintivi per l’analisi fonematica. La
scomposizione avviene comparando i lessemi ed individuando le unità minime di significato che compaiono
nel significato di più lessemi, e quelle che distinguono il significato dei lessemi.

Problema scomposizione < tra i tratti semantici esistono rapporti du implicazione. Il problema cruciale
dell’analisi componenziale è il criterio di scelta dei tratti, che dovrebbero essere in numero finito ma che
continuano ad essere un insieme aperto e molto vario
Tratti binari e non binari < i tratti sono di solito binari, ma possono anche rappresentare dei gradi. Tratti non
binari si trovano anche nell’analisi componenziale dei verbi.
L’analisi componenziale, pur problematica evidenzia alcuni tratti che intervengono nelle
sottocategorizzazioni che sono pertinenti nella combinazione sintattica delle parole.

BASIC COLOR TERMS


Esistono altri modi di analizzare il significato. Un filone di studi nato nell'ambito della psicologia cognitiva
ha cercato di connettere le categorizzazioni linguistiche, operazioni di organizzazione mentale imposta alla
realtà extra linguistica, al modo in cui la realtà, le cose, vengono organizzate cognitivamente nella mente
umana. Lo studio che inaugura questo filone s basa sui termini di colore, Basic color terms, condotto
sperimentalmente consultando parlanti nativi di 20 lingue diverse < singole lingue suddivisioni arbitrarie
nello spettro dei colori < punti di contatto tra le lingue nelle aree focali di particolari termini indicanti colori
fondamentali < e una gerarchia universale che ordina mediante implicazioni i termini du colore potenziali
delle lingue.

PROTOTIPI
I prototipi sono elementi tipici che possiedono determinate caratteristiche e che rappresentano un centro a
partire dal quale vengono classificati altri elementi che presentano somiglianze o differenze rispetto al punto
centrale.
Nell’organizzazione del lessico, numerosi rapporti diversi intercorrono tra i lessemi, disposti sempre attorno
a prototipi.
Classificatori nominali < alcuni membri di una categoria possono essere correlati tra di loro per
somiglianza, senza che abbiano delle proprietà comuni che appartengano a tutti i membri della categoria. Ciò
si riscontra spesso nel comportamento dei morfemi grammaticali che in alcune lingue accompagnano
regolarmente i nomi secondo raggruppamenti semantici più o meno ampi, morfemi chiamati appunto
classificatori nominali.

I principi di categorizzazione prototipi che funzionano nell’organizzazione cognitiva umana possono essere
applicati a tutte le categorie che sono prodotto del pensiero umano < anche alle categorie metalinguistiche <
per tale ragione sono state costituite analisi delle classi lessicali basate sulla teoria dei prototipi < l’analisi dei
prototipi può essere applicata anche a relazioni grammaticali e ruoli semantici.

L’ENUNCIATO
L’enunciato è la frase considerata non da un punto di vista sintattico, ma dal punto di vista pragmatico,
ovvero dal punto di vista dell’uso concreto della frase nella comunicazione.
Il significato convogliato da da un enunciato include anche le intenzioni del locatore, gli scopi comunicativi
da raggiungere. La pragmatica distingue quindi gli enunciati in quanto atti linguistici in tre tipi di azioni
fondamentali:
1. Atto locutivo < si riferisce alla formazione della frase
2. Atto illocutivo < include l’intenzione del locatore < forza illocutiva
3. Atto perlocutivo < include l’effetto provocato, la funzione concreta rispetto al destinatario. Ha anche una
parte di significato non detto nella semantica frasale.

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VERBI PERFORMATIVI
Verbi che designano specifici atti illocutivi e che usati alla prima persona singolare del presente
neutralizzano l’opposizione tra atto locutivo e illocutivo, altri nel momento in cui si pronunciano questi
enunciati si forma l’atto illocutivo corrispondente designato dal lesse verbale < spero, giuro, prometto.

ATTI LINGUISTICI INDIRETTI


Parliamo di dati linguistici indiretti quando c’è una discrepanza tra l’atto locutivo e l’atto illocutivo. Possono
essere talora alla cortesia, definita tecnicamente in ambito linguistico come una mitigazione dell’azione del
locutore nei confronti dell’interlocutore, volta ad evitare che il locutore mostri di volersi imporre
sull’interlocutore.

MASSIME DI GRICE
Le massime di Grice sono regole di cooperazione tra parlanti che operano nella comunicazione verbale. La
violazione di tali massime rappresenta un caso marcato nella conversazione. I concetti di inferenza (parte del
significato implicita) e presupposizione (parte del significato deducibile dal contesto) sono fondamentali
nella pragmatica. Inferenza e presupposizione sono regolati dai meccanismi delle massime di Grice.
- Inferenza < parte di significato che non ha bisogno di essere esplicitata, parte della conoscenza comune a
locatore e destinatario. I significati impliciti possono generarsi automaticamente o estemporaneamente
creati nell’interazione verbale. < insensibile alla prova della negazione.
- Presupposizione < parte del significato implicito che può essere dedotto dal contesto, cioè è quella parte
di significato che è codificato nella lingua anche se in modo implicito. < nella frase negata il contenuto
semantico rimane sempre vero, rimane la stessa presupposizione riguardo alla referenza del sintagma.
Tuttavia, a seconda della portata, può essere falsificata anche una presupposizione.

INTRODUZIONE ALLA CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA DELLE LINGUE


Le lingue sono diverse tra loro . Le differenze che appaiono subito più evidenti sono:
A. Lessicali < il significato X è veicolato dal significante Y in una data lingua, e dal significante Z in
un’altra. Dipende dalla convenzione, che lega in un sistema di relazioni le parole di una linguale lega
anche tutto ciò che nella lingua è determinato da un sistema di relazioni: suoni, grammatica e
pragmatica. L’arbitrarietà non riguarda soltanto la forma delle parole abbinate a determinati significanti,
ma anche il rapporto stesso tra forme e significanti delle parole.
B. Fonologiche < ogni lingua ritaglia all’interno delle possibilità di articolazione dei suoni, determinate
dall’anatomia e fisiologia umana le specifiche relazioni tra suoni per costituire parole e frasi. Anche
l’insieme dei suoni che hanno valore distintivo che servono per distinguere parole, rappresenta quindi
una realizzazione di un sistema di opposizioni arbitrariamente sezionate all’interno di tutte quelle che
sarebbero possibili.
C. Grammaticali < le differenze nell’organizzazione grammaticale, appaiono invece solo ad un’analisi più
approfondita.

CLASSIFICAZIONE SU BASE MORFOLOGICA


Sul piano morfologico si distinguono 4 tipi di lingue:
1. Lingue isolanti < poca o nulla morfologia. Il rapporto tra morfema e parola è di 1:1 < cinese, prevalenza
di parole monosillabiche
2. Lingue fusive < morfologia articolata. Cumulo di più significati s singoli morfemi, variazione
imprevedibile della forma dei morfemi , cioè frequente allomorfia e anche omonimia dei morfemi
all’inverso (stessa forma più valori) < indoeuropee, slave, romanze e germaniche
3. Lingue agglutinanti < morfologia articolata. Morfemi facilmente separabili che hanno significati
prevedibili e scarsa variazione tra le forme in cui si presentano i morfemi, ovvero scarsa allomorfia e
omonimia tra morfi < turco
4. Lingue polisintetiche < morfologia articolata e unione in singole parole di moltissimi morfemi con
significati grammaticali e con significati lessicali. Ciò che in italiano è espresso in una frase, in una
lingua polisintetica è espresso con una sola parola.
Questa suddivisione è basata in primis sull’incrocio di due parametri < indice di fusione (rapporto tra il
numero di morfemi fusi e il numero di unione tra morfemi) e indice di sintesi (rapporto tra il numero dei
morfemi e il numero delle parole)
Tale classificazione è basata sul rapporto tra la parola e le parti di cui essa può essere costituita. Infatti, la
parola è una combinazione di suoni che costituisce un’entità autonoma combinabile con altre dello stesso
tipo.

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• Composizione parola < la parola è composta al primo livello fonologico, una serie di suoni in sé non
portatori di significato, e ad un secondo livello morfologico, morfemi portatori di significato che hanno
meno possibilità di combinazione.

• Diverse categorie di significato < la variazione tra lingua e lingua è massima nell’ambito morfologico:
diverse categorie di significato possono venire espresse in maniera obbligatoria.
• Morfemi derivazionali < servono a stabilire connessioni di significato tra parole diverse. Insieme grande e
con significati diversificati < libraio
• Morfemi flessivi < insieme chiuso di elementi selezionati dai morfemi lessicali con significati ampi e
prevedibili.

ORDINE DELLE PAROLE - GREENBERG


Greenberg, in uno studio pioneristico ha osservato empiricamente attraverso un campione di 30 lingue che la
maggioranza delle lingue ordina in modo regolare questi elementi in questi 3 modi:
- soggetto-oggetto-verbo (SOV)
- Soggetto-verbo-oggetto (SVO)
- Verbo-soggetto-oggetto (VSO)
Le altre 3 combinazioni possibili e un ordine delle parole completamente libero sono più rare e quindi non
rappresentate da Greenberg

Significato dell’ordine < in italiano, per esempio, è proprio l’ordine relativo degli elementi nella frase che
fornisce indicazioni riguardo alle funzioni sintattiche di soggetto e oggetto.
Tipi sintattici di ordine più frequenti:
1. VSO-preposizioni-nome genitivo-nome aggettivo < arabo
2. SVO-preposizioni-nome genitivo-nome aggettivo < italiano
3. SOV-posposizioni-genitivo nome-aggettivo nome < turco
Prevale quindi il tipo con l’ordine in cui l’elemento modificatore è a sinistra dell’elemento modificato,
oppure il tipo in cui il modificatore è a destra di quello modificato (italiano)

Differenza tra italiano e inglese < in italiano il modificatore segue e la testa precede, mentre invece, in
inglese, in qualche caso è l’opposto.

MARCA SULLA TESTA E SUL DIPENDENTE


All’interno dei sintagmi, il morfo che esprime il legame sintattico tra le parole non si trova in tutte le lingue
sul dipendente o modificatore, cioè sull’elemento retto o accordato, ma si può trovare anche sulla testa del
sintagma, e in altre ancora in entrambi gli elementi.

COERENZA DELLE LINGUE NELLA MARCATURA


Le lingue tendono a mostrare coerenza, nel senso che, se una lingua predilige la marcatura sulla testa nel
sintagma nominale, prediligerà lo stesso tipo i marcata anche per quanto riguarda il verbo. In questo caso,
l’implicazione ha solo questa direzione, perché sulla base del campione di 60 lingue analizzate si nota che la
marcatura di un argomento sul verbo, cioè la concordanza del verbo col soggetto, è un tipo di marcatura sulla
testa predominante, che si trova in molte lingue.

I SISTEMI DI SCRITTURA
L’alfabetizzazione è fortemente legata al sistema grafico di una determinata lingua, e fondamentalmente si
distinguono sistemi di scrittura:
Ideografici < simboli unità di prima articolazione, combinazioni di suoni e significanti
Sillabici < ogni simbolo corrisponde a una sillaba. (Sistemi grafici semi-sillabici: la sillaba è una
combinazione di un simbolo per la consonante e di uno per la vocale, con due parti distinte più o meno
identificabili < lingue dell’india).
Alfabetici < simboli unità di seconda articolazione, ovvero sillabe e fonemi.

Sistemi grafici con corrispondenza biunivoca < si possono avere alcuni sistemi grafici con una
corrispondenza biunivoca simbolo-suono, o sistema in cui le vicende storiche della trasmissione del
sistema e del mutamento fonetico hanno introdotto forte incoerenza < nel caso di lingue in cui la grafia è
conservativa e non viene cambiata al mutare della pronuncia.
Consonante < è in realtà consonante + una vocale di default. Le sillabe formate da consonante + vocale +
consonante non sono rappresentate da simboli specifici ma dal simbolo della sillaba seguito dal simbolo
della consonante

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DA SISTEMA SEMI-SILLABICO AD ALFABETICO
Quando un sistema semi-sillabico si evolve verso un sistema alfabetico, possono rimanere tracce del vecchio
sistema, per esempio nella rappresentazione diversa di vocali all’inizio o all’interno di una parola, oppure
nella sequenza dei simboli.

Sistema alfabetico arabo < si tratta di un sistema grafico alfabetico particolare: le vocali possono essere
segnate o no, e se lo sono, sono segnate sopra o sotto la consonante, non dopo nella sequenza dei simboli.
Quindi, consonante e vocale si cambiano in un unico slot grafico come nelle lingue indiane. Le vocali delle
parole arabe, inoltre, rappresentano le categorie grammaticali, non il significato di base della parola.

SISTEMI IDEOGRAFICI
Esistono sistemi grafici che non hanno alcun legame con la scrittura fonica della parola: i simboli
rappresentano unità di significato, cioè parole o morfemi, non suoni.
Il numero di simboli grafici è potenzialmente illimitato < il cinese possiede questo tipo di sistema. È un
sistema morfologico che tende a far corrispondere parola, morfema e sillaba. L’abbinamento carattere-parola
consente la comunicazione scritta tra parlanti di diversi dialetti cinesi, e persino di lingue non imparentate tra
loro, come il giapponese.

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