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delega Bassanini- che poi porta alla modifica del titolo V- ampliamento competenze) che
esprimono le competenze (avviene una prima distinzione tra tutela in capo allo stato,
definire chi tra stato e regioni dovesse fare cosa. Per la prima volta vi è un distacco, la
tutela e la protezione/conservazione del bene restano di competenza statale (divieti
Art20, autorizzazioni Art21) ciò che riguarda la valorizzazione è competenza concorrente
tra stato e regioni (principi in capo allo stato, materia nel dettaglio alle regioni- salvo
principio di titolarità-disponibilità). Prima normativa che ha provato a scindere tutela e
valorizzazione: tutela più importante rispetto la valorizzazione, ma si è introdotta l’idea che
i due aspetti possano viaggiare in binari diversi.
Legge sui BC 1990 - decreto legislativo del 1990 emanato un testo unico (Testo unico
delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali che riuniva tutto quello
che si era assommato dal 39-99)
Sono soggette alla presente legge le cose, immobili e mobili, che presentano interesse
artistico, storico, archeologico o etnografico, compresi:
a) le cose che interessano la paleontologia, la preistoria e le primitive civilt ;
b) le cose d'interesse numismatico;
c) i manoscritti, gli autografi, i carteggi, i documenti notevoli, gli incunaboli, nonch i libri,
le stampe e le incisioni aventi carattere di rarit e di pregio.
Vi sono pure compresi le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico.
Non sono soggette alla disciplina della presente legge le opere di autori viventi o la cui
esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni.
à
à
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Il ministero dei BC ha pubblicato anche un atto di indirizzo, grande lavoro per definire i
criteri tecnico scientifici di gestione delle attività museali, parte integrante del decreto
legislativo.
Costituzione italiana riforma, modifica del titolo V
Le attività concernenti i Beni Culturali sono suddivise in due grandi categorie: divisione
per materia:
la tutela e la valorizzazione obiettivi primari
al fine di suddividere le competenze tra Stato ed Enti Locali (Riforma Titolo V della
Costituzione, in particolare Art. 117 e 118
2. Si intende per:
a) “museo”, una struttura permanente che acquisisce, cataloga,
conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di
studio;
d) “area archeologica”, un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di
manufatti o strutture preistorici o di età antica;
e) “parco archeologico”, un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze
archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato
come museo all'aperto;
f) “complesso monumentale”, un insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati
anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, una autonoma
rilevanza artistica, storica o etnoantropologica.
3. Gli istituti ed i luoghi di cui al comma 1 che appartengono a soggetti pubblici sono
destinati alla pubblica fruizione ed espletano un servizio pubblico.
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Prima definizione dove entra il concetto di diletto, non solo studio ma vi è anche il
divertimento da considerare nella comunicazione museale.
Il Museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che
effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e
immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la
sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la
partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il
piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.
In Italia la situazione è differente rispetto al resto del mondo e dobbiamo chiederci che
tipologie di musei ci sono:
2014 "Organizzazione e funzionamento dei musei statali"
In veneto abbiamo 13 musei nazionali e circa 300 tra musei civici-provinciali, coordinati da
un ufficio della regione veneto - dimensione del patrimonio difficile da gestire e
regolamentare.
Nel 2016 dopo la riforma
Con il DM 43 del 23 gennaio 2016, sono in vigore le modifiche al decreto 23 dicembre
2014, recante "Organizzazione e funzionamento dei musei statali", con il quale, all’art.
7, si istituisce il - sistema museale nazionale –
finalizzato alla messa in rete dei musei italiani e alla integrazione dei servizi e delle
attività museali.
Questo decreto ha la capacità di istituire un sistema museale nazionale (con orari
uniformi) vuol dire che il ministero ovvero lo stato si prende il compito di coordinare
tutti i musei italiani non solo nazionali ma anche civici e provinciali, ci sono state
resistenze da parte degli enti locali che hanno visto questo un atto vincolante alle loro
competenze.
Nella costituzione art 117 118 titolo V che dice che le attività di valorizzazione possono
essere anche di competenza regionale, comunale e provinciale.
Il ministero si è mosso per coordinare tutti i beni italiani, azione cominciata nel 2016 ad
oggi non è conclusa.
Riforma che ha posto la questione della gestione museale e ha nascosto la realtà che lo stato
non riesce a dare autonomia a tutti i musei, troppi musei non starebbero in piedi e lo stato
non potrebbe sostenerli tutti - l’alternativa sarebbe chiuderli o affrontare la problematica in
modo differente.
Tipologie di musei:
- Musei Nazionali Archeologici
- Musei Archeologici Nazionali di dimensioni medie piccole
- Musei Civici Archeologici e/o misti
- Aree Archeologiche
Sottolineando le differenze amministrative e gestionali di questi.
Reti museali oggi, coinvolgono soprattutto piccoli musei di piccoli comuni (patrimonio
italiano, molti musei nati dopo l’unità d’Italia per salvaguardare l’identità locale) che
farebbero fatica a sopravvivere se non in una rete collaborativa = più musei si uniscono
per mettere insieme risorse e offrire una gestione efficace.
I musei e le aree archeologiche hanno problematiche differenti che è quello della
sicurezza : elemento che non rende facile la gestione. Soprattutto i musei non autonomi di
fronte a situazioni non sicure non possono intervenire, non hanno di possibilità spesa,
non è possibile l’intervento immediato, rendendo il direttore responsabile, non è coperto
dalla sua amministrazione se il visitatore si fa male. Il livello di rischio quindi non è
commisurato agli strumenti che l’amministrazione offre per evitare questo rischio,
soprattutto nelle aree archeologiche. Tutte le attività possibili in un’area archeologica
sono difficoltose per chi le organizza. Possibilità di organizzare eventi nelle aree stesse,
problemi di tutela del bene, di copertura e sicurezza ecc..
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Commento al codice dei Beni Culturali. Decreto legislativo n.42 2004 con modificazioni
del 2008
Art 101
Nel codice sono istituiti e definiti i luoghi della cultura: musei, parchi e aree archeologiche,
biblioteche, archivi e complessi monumentali. Ciò mancava nella legge del 1089 del 1939
rimasta in vigore fino al 1999 che non aveva modificazioni radicali presenti nel codice del
2004.
Art 101
Comma 1 punto a)
Si intende per «museo», una struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva,
ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio
La struttura del museo dev’essere permanente non temporanea altrimenti avremo
un’esposizione. Il museo acquisisce (viene in possesso di, attraverso il mercato dell’arte e
per quelli archeologici attraverso la ricerca o donazioni), conserva (talvolta migliora),
ordina (approfondimento conoscenza per dare un ordine logico) e espone (mette i beni in
una condizione di essere visti, prevedendo una loro temporaneità di esposizione).
Le finalità:
- educazione (finalità sociale)
- Studio (approfondimento)
Nel nuovo intendimento del legislatore e ministero è quell’area che ha anche un deposito,
integrante del bene archeologico anche gli strati che conservano il bene, importante perchè
in questa legislazione integriamo quei depositi che presentano tracce in negativo, parte del
patrimonio archeologico.
Comma 3
Luoghi destinati alla pubblica fruizione, soggetti alla normativa dei servizi pubblici.
Comma 4
Questo servizio di utilità sociale è proprio anche di quei luoghi, istituti che pur apparteniti a
soggetti privati risultano aperti al pubblico.
Art 1
Definizione e missione del museo
1° Comma.
Il museo e' una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al
servizio della societa' e del suo sviluppo. E' aperto al pubblico e
compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e
immateriali dell'umanita' e del suo ambiente; le acquisisce, le
conserva, le comunica e le espone a fini di studio, educazione e
diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la
comunita' scientifica.
Definizione di museo parzialmente diversa da quella del codice dei BC, ed è una definizione
più articolata e inculcata sulla definizione dell’ICOM. Istituzione permanente anche qui,
non c’è scopo di lucro, è al servizio della società, è aperto al pubblico, compie ricerche
sulle testimonianze dell’umanità sia materiali che immateriali > si apre l’ampia gamma
di tutti quei beni di cui non possiamo disconoscere il valore artistico ma non sono beni
materiali, che fanno comunque gran parte dell’arricchimento culturale di vari popoli. Si
rimarca il fatto che i musei possono acquisire, conservare, ma anche comunicare ed
esporre a fini di studio, educazione e diletto > (predisposto anche per lo svago, forme di
conoscenza non necessariamente accademiche, forme più leggere di conoscenza-
conoscenza che riguarda il pubblico nella più larga accezione ma la comunità scientifica
resta sempre comunque un riferimento.)
2° comma.
In attuazione dell'art. 9 della Costituzione, l'attivita' dei
musei statali e' diretta alla tutela del patrimonio culturale e alla
promozione dello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e
tecnica. Essa e' ispirata ai principi di imparzialita', buon
andamento, trasparenza, pubblicita' e responsabilita' di rendiconto
(accountability). Ai sensi dell'art. 101, comma 3, del Codice, i
musei statali espletano un servizio pubblico.
I musei statali devono tutelare il patrimonio culturale oltre che promuovere lo sviluppo della
cultura e ricerca, si richiama la parte del codice legato alla tutela e non esclusivamente della
valorizzazione. Questi effettuano un servizio pubblico, riferimento al codice.
3° Comma.
I musei statali sono dotati di autonomia tecnico-scientifica e
svolgono funzioni di tutela e valorizzazione delle raccolte in loro
consegna, assicurandone e promuovendone la pubblica fruizione. I
musei statali sono dotati di un proprio statuto e di un bilancio e
possono sottoscrivere, anche per fini di didattica, convenzioni con
enti pubblici e istituti di studio e ricerca. Il servizio pubblico di
fruizione erogato dai musei statali e i relativi standard sono
definiti e resi pubblici attraverso la Carta dei servizi.
Comma 4.
I musei statali non dotati di autonomia speciale e non elencati
nell'Allegato 2 del presente decreto afferiscono al Polo museale
della rispettiva Regione, nell'ambito del quale, ai sensi dell'art.
35 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto
2014, n. 171, il direttore definisce strategie e obiettivi comuni di
valorizzazione, orari di apertura e tariffe volti ad assicurare la
piu' ampia fruizione del patrimonio culturale.
Ci sono musei dotati di autonomia e altri non dotati di autonomia, ciò stabilisce una
gerarchia. I musei che hanno autonomia hanno un bilancio, diversamente il bilancio per
chi non è dotato da autonomia è quello relativo al polo museale di riferimento.
Gli articoli successivi riguardano lo statuto che dichiara la missione, gli obiettivi
l’organizzazione, elaborato in coerenza con l’atto di indirizzo su criteri tecnico scientifici e
standard di sviluppo dei musei - varato col decreto ministeriale del 2001.
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informazione che permette loro di conoscere i servizi offerti, le modalità e gli standard
promessi, di verificare che gli impegni assunti siano rispettati, di esprimere le proprie
valutazioni anche attraverso forme di reclamo.
In un museo - Orario, costo, caratteristiche esposizione, tempi di visita e alla fine o inizio
della carta è previsto un modulo in cui possa sottolineare cosa gli è piaciuto o cosa non è
andato bene, se c’è il modulo l’ente si impegna a rispondere. Il ministero prima della
riforma Franceschini, alla fine degli anni ’90 ha reso obbligatoria la redazione della carta
per tutti i musei nazionali e aveva anche diffuso un format, modello che ognuno poteva
personalizzare. Negli anni la carta va costantemente aggiornata. Nei primi momenti in cui è
entrata in uso la carta era in modalità cartacea, così che l‘utente potesse ottenere
immediatamente anche il modulo di reclamo. Oggi la carta dei servizi è disponibile anche
sul sito, tipo di comunicazione che sta cambiando, ma molti musei hanno mantenuto una
carta visibile in sede e poi una online.
Capire cos’è questo strumento e la sua utilità?
Uno dei musei più grandi di roma che ha una grande attività online è il Museo Nazionale
di Villa Giulia, composto da: Villa Giulia - edificio storico, a cui è stata aggiunta una
parte che è villa Poniatowsky.
Villa Giulia edificata nel 1500, in quegli anni è stata edificata in una zona di campagna,
zona collinare oggi è inglobata pienamente nella città di Roma. Non era fatta per
permanenze di lungo periodo ma i giardini sono fatti da grandi artisti, giardino
architettonicamente costruito. Elemento caratteristico è il “Ninfeo” > primo teatro d’acque
di Roma. La sua costruzione fu cambiata nel 1900 con l’aggiunta delle pinte che separavano
l’edificio dall’archivio. Il museo invece nasce nel 1889- destinato a museo con iniziativa di
F. Bernabei, un grande archeologo e politico che pensa all’idea di un museo che raccolga a
Roma le più importanti testimonianze della civiltà etrusca (del Lazio Settentrionale), idea
che poi si è ampliata al mondo del Lazio meridionale e Umbria. Le collezioni si ampliano e
la prima esposizione diventa tortuosa con l’aggiungersi continuo di queste collezioni. Poi
viene ristrutturato negli anni 1950 non più possibile mantenere l’affollamento dei materiali,
cambia anche radicalmente le modalità espositive. Si decide anche di dedicare una sala
anche alla storia del museo. Tutto lo spettro architettonico di ristrutturazione è assegnato a
F. Minissi, architetto che si è dedicato all’architettura museale e architettura museale
archeologia in particolare, ha cercato soluzioni per i musei archeologici. La sua idea è il
passaggio dagli armadi alle vetrine: L’armadio era una modalità espositiva che consentiva
di esporre moltissimo materiale, senza tenere conto dei canoni di visibilità, ma l’importante
era esporre il più possibile - logica di far veder molto, oggi si tende a selezionare e metter di
più in magazzino. La fortuna di questi armadi è stata che l’esposizione era tipologica, in un
ambito archeologico si selezionavano per Es. tutta la ceramica attica, prescindendo un po’
dal contesto. F. Minissi è l’architetto che inventa le vetrine a stella cerca di far scomparire
le vetrine la vetrina consente al visitatore di giraci attorno, avendo una visione
tridimensionale, la forma a stella aiuta, sono accoglienti, inoltre si punta sulla loro
leggerezza, si pone il problema della visibilità dell’oggetto e che la vetrina non si debba
vedere di più, non deve divenire più pesante il contenitore rispetto al contenuto - che vetrina
scelgo, idonea al tipo di supporto, materiale che ho di fronte e che tipo di illuminazione?
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Domande che vengono fatte ancora oggi, queste sono ancora oggi le tattiche di chi
costituisce una collezione. Se scelgo una vetrina molto visibile, diviene supporto della
comunicazione o vetrina molto leggera è l’oggetto a parlare. Questo architetto ha
rivoluzionato l’esposizione museale.
Villa Poniatowsky è il secondo edificio vicino a Villa Giulia L’edificio è sempre degli
inizi dell’Ottocento. Era di Stanislao Poniatowsky, ultimo re di Polonia, che incarica nel
1800 di costruire e trasformare quello che era un tipo di edificio rurale in una costruzione
più nobile, tenendo conto della vicinanza a Villa Giulia, con i suoi giardini molto curati. La
villa è stata sempre più modificata e quando nel 1849 giungono i Francesi viene fortemente
danneggiata, poi comprata dallo stato che vi imposta una conceria, laboratorio per
lavorazione delle pelli. La villa era in un grave stato di degrado, unico edificio vicino a Villa
Giulia che consentiva di spartire le collezioni museali. Verso gli anni novanta (1989) lo
Stato acquista la Villa perché vede che la Villa è vicina a Villa Giulia e può fornire un punto
di espansione per il patrimonio archeologico che sta considerevolmente aumentando.
L’insieme costituito oggi dalle due ville è un insieme che crea un polo museale etrusco a
Roma, con l’idea di creare un punto di riferimento per gli altri musei che conservano pezzi
Etruschi (filmati) e un secondo progetto che mira a legare nel territorio tutti i musei che a
livello nazionale hanno reperti etruschi, facilitare la visita congiunta. Forte risvolto
virtuale. Villa Poniatowsky al piano nobile espone le cose più antiche. Dal 1° luglio del
2017 villa Giulia per la prima volta nuovo modo per accedere al museo: l’abbonamento
- ingressi illimitati al Museo, per tutta la durata dell'abbonamento con l'opportunità di
partecipare alle iniziative gratuite organizzate presso il Museo
- inserimento in una apposita mailing list rimanere aggiornati su tutte le iniziative e le
attività del Museo
- partecipazione gratuita a eventi riservati su prenotazione e fino all'esaurimento dei posti
disponibili
- sconto del 10% sugli acquisti effettuati presso il bookshop del Museo
- tariffe agevolate
Si ottiene dal sito del museo, una delle prime iniziative del direttore del museo, così il
museo di Villa Giulia entra nella categoria dei musei autonomi quindi ha libertà
amministrativa e contabile evidente.
Chieti > 2 musei archeologici nazionali in città, una delle pochissime, quello storico è
quello di Villa Frigeri > storico ma vuole rappresentare archeologica della regione,
dell’Abruzzo, e il secondo è il museo archeologico nazionale della città, solo archeologia
e storia proprie della città. Non sono autonomi, dipendono dalla direzione regionale musei
dell’Abruzzo.
Villa Frigeri è un museo storico, ambientato in un palazzo storico, villa 800esca
recentemente riallestito in parte, questo riallestimento ha causato qualche problema di
lettura >Le scelte espositive fatte non sono troppo efficaci perché al primo piano del museo
si è voluto cercare di valorizzare tanti popoli tante popolazioni differenti che connotano
l’Abruzzo in epoca pre-romana, popolazione molto frammentata, questo tipo di allestimento
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è abbastanza ostico da comprendere. Questo fatto, con poca illustrazione scritta, tende a
disorientare il visitatore perché tornare in ogni stanza alle fasi più antiche può essere
incomprensibile.
Si è voluta dare luce al piano terra, una statua del VI sec aC il Guerriero di Capestrano:
molto imponente ed è stata ritrovata intera, una delle poche. Dovevano esservi altre statue
analoghe provenienti da tutto il territorio delle quali sono stati ritrovati solo frammenti.
La ristrutturazione di questa sala è stata affidata nel 2011 a Mimmo Paladino, un artista
contemporaneo, il quale ristudia completamente l’esposizione e ne dà una interpretazione
del tutto nuova - riallestimento, operazione che molti musei archeologici stanno portando
avanti, accostamento tra archeologia e arte contemporanea, spesso molto efficace.
Paladino scardina tecnicamente l’esposizione precedente e ipotizza una sala solo per il
Guerriero, gli altri elementi destinati ad un’altra piccola sala e scrive una didascalia, dice di
aver pensato ad una scenografia al di là del tempo, gli sembrava così importante da
toglierlo dalla sua contestualizzazione storica per dargli un contesto a- temporale, in
quanto sempre valido. È una statua funeraria, probabilmente rappresenta un defunto con
tutte le sue armi. Non vi è nulla legato alla storia, anche la didascalia è molto esigua -
interessante livello di comunicazione emozionale anche se non comunica la narrazione
storica, è una scelta legittima.
Il museo della città, anche questo è museo nazionale, è stato costruito per essere un
museo, cambiamo tipologia strutturale. È un complesso di edifici che ha anche un odeon
esterno per gli spettacoli - articolazione che vuole monumentalizzare la parte più alta della
città e costruire memoria della storia della città. Il museo sorge all'interno del parco
archeologico dell'anfiteatro romano, riproposto dall’odeon attuale, prima vi era uno stadio
comunale, la destinazione funzionale dell’area è stata cambiata. Il progetto si deve
all’architetto Ettore De Lellis. La struttura è organizzata su piani diversi e alcuni sotterranei
che per raggiungerli passi per dei giardini, struttura articolata e complessa, comprende aree
per attività didattiche, inaugurato nel 2011. Iniziamo a vedere un museo che crea un area
alla didattica, ricerca di spazio oggi molto diffusa per le attività didattiche nei musei
archeologici. Vi è stata questa scelta nella progettazione dell’edificio di fare un museo
archeologico senza didascalie, questo è il primo museo in Italia ad aver abolito la
didascalia, vi sono altre forme di comunicazione - un museo di rottura rispetto alla
tradizione museale. Gli spazi sono immensi, con frontoni dei templi ricostruiti, scala 1:1. Ci
sono i disegni in carte, vi è una scritta che dice da dove viene e a chi è dedicato il tempio,
ma non vi è didascalia. Vi è la scelta forte di rimettere in piedi il frontone del tempio per
farne capire la collocazione e funzione, i mosaici sono a pavimento e anche calpestabili,
illuminati dall’alto con forme di luce che attingono anche da quella naturale, bocche di
luce dall’alto. La scelta luce naturale o artificiale è molto discussa nell’allestimento museale
soprattutto nei musei archeologici. Vi è chi propende per un illuminazione naturale - chi
sostiene che nel rispetto dell’antichità non potrebbe essere visto con l’illuminazione
artificiale, per dare sensazione più vera, propende invece per una luce artificiale chi
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sostiene che essa da la possibilità di far risaltare delle caratteristiche dell’oggetto stesso,
per esempio nel bassorilievo. I musei faticano a mescolare queste due illuminazioni.
Museo che nasce anche questo per essere un museo, nell’ambito del parco archeologico di
Siracusa. Percorsi divisi in aeree tematiche che si articolano in uno spazio circolare,
possibilità data al visitatore di entrare, inserirsi in questo anello e organizzare la visita
secondo le proprie preferenze. È un museo in cui anche dal punto di vista teorico viene
lasciata libera la possibilità di girare e iniziare da una parte o l’altra, percorso non troppo
predeterminato. L’edificio fu costruito fra il 1967 e il 1986, su progetto dell'architetto
Franco Minissi - architetto che più di tutti ha cercato di dare punti focali e lasciare una
possibilità di circolazione al singolo visitatore. Museo più legato al parco archeologico,
aperto al pubblico nel 1988, dopo il trasferimento da Piazza Duomo dei reperti provenienti
dalla sede storica del Museo Archeologico Nazionale di ostigia. Vi è un camminamento
interno, operazioni di defaticamento come il caffè, bookshop.
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strumenti differenti dalla forma scritta ma va calibrato anche con le risorse che esistono per
la manutenzione (soldi che gli apparati multimediali richiedono).
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L3 Online
Confronto carta dei servizi. Cos’è e a cosa serve?
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Gli armadi con cui fu allestito il museo di Este > 3° sala - con armadi che quando è stato
rinnovato il museo nel 1980 il museo è stato chiuso e poi riaperto, perchè il rinnovamento
degli allestimenti è stato fatto in occasione del necessario consolidamento del tetto. Spesso i
rialletsimenti vengono fatti quando è necessario intervenire sulla struttura, difficile un
riallestimento di persé. Vi erano negli anni 80 problemi nel tetto e nella struttura, già
necessario svuotare il museo, in quell’occasione smontati gli armadi di Prosdocimi del 1902
- comunque conservati per mantenere la storia dei riallestimenti - oggi gli armadi sono stati
restaurati per mantenere memoria della mobilia e sono diventati utili per l’archivio del
museo, utilizzati come archivio.
Per cosa si opta nel riallestimento 1984 - vetrine a muro sospese, dopo gli interventi di
Minissi a villa Giulia, vi era l’idea che le vetrine dovessero essere solide ma non invadenti,
nella progettazione bisogna considerare l’aspetto dell’apertura semplice per la manutenzione
ordinaria, unire un’apertura semplice ma chiusura sicura - si opta per una vetrina a parete
con ripiani modulari all’interno che possono essere agganciati a diverse altezze a seconda
dei materiali che vi metto. Vi sono vetrine anche centrali con delle ricostruzioni ove posso
girarci attorno - estratta la pavimentazione del focolare e ricostruito il contesto.Corredi
funerari esposti in sequenza cronologica, far vedere come cambiano oggetti e modalità del
rito.
Vetrine della sala della necropoli sono molto larghe a parete e vetrina al centro che espone il
periodo più importante.
In una sala costruita poco dopo si è optato diversamente, modi diversi di mettere insieme le
cose. Ma altra soluzione gradita - vetrine basse a terra con una schiena e un fondo che ospita
la didascalia restante in vetro e all’interno ricostruite le sepolture, come gli oggetti sono
rinvenuti in scavo - problematiche dal livello espositivo, ripropone il rinvenimento ma molti
oggetti funerari sono all’interno di ossari ma vengono comunque esposti fuori
che operano degli scavi archeologici e assommano una collezione di più di 6000 pezzi e ne
fanno un domestico museo - allestita in uno dei loro palazzi e fatto un catalogo, aperta al
pubblico. Gli ultimi eredi della famiglia non sono più interessati, la compra il comune di
Adria e diventa il nucleo della collezione oggi a museo, arricchito nel 1920 da Scarpavi
ingegnere/architetto che lavorava per il comune ma aveva passione archeologica, lascia un
diario di rinvenimenti- il patrimonio di Adria era divenuto troppo grande, così il comune
propone allo stato di cedere il pubblico giardino per le feste, giochi se lo stato avesse
costruito il museo. Lo stato lo acquisisce che diviene un museo nazionale. Nasce da un
accordo tra comune e stato italiano per la getsione di questo spazio e costruzione del museo.
Il vecchio architetto G.B Scarpavi sarà uno dei progettisti coadiuvato dall’importante F.
Forlati, sovrintendente di allora ai beni archeologici del veneto. Soprintendente con l’idea
dei musei che nascono per essere tali, stava progettando il piccolo museo di Altino, il museo
civico di Oderzo, e poi larvava ai magazzini del museo di Aquileia - primi magazzini in
Italia da lui progettati per essere pubblico. Alcuni aspetti dati da Forlati hanno reso possibile
visitare parte di questi magazzini.
Formati e scarpari hanno interesse specifico nella realizzazione di un edificio museale in se,
creato per essere tale.
L’allestimento degli anni 60 recepisce la vetrina trasparente, che si possa girare attorno e un
focus centrale specie di esedra in marmo rosso che conteneva la vetrina degli ori. Qualora il
problema? Adria ha alcuni contesti molto importanti e ben organizzati ma altri in particolare
quelli d’oro e i vetri parte di raccolte non sistematiche ma non possono essere esposti in una
narrazione cronologica o contestuale, decontestualizzati a monte- per questo si pensa alla
vetrina degli ori con particolare illuminazione, risalto fornito all’esedra. Il resto sono vetrine
molto leggere con 1/2 ripiani e materiali organizzati a seconda dell’altezza e esigenze
specifiche. Altra cosa che ha influenzato è che negli anni in cui è stato costruito il Polesine
tentava di riprendersi dal punto di vista economico-sociale 1950 alluvione storica che ha
devastato l’area agricola del paese. Il post alluvione è stato difficile e ancora nel 58 quando
inizia la costruzione del museo, i due architetti pensano che questa sia anche un occasione
sociale - quindi fanno del museo una scuola di manovalanza, pagati per costruirlo coloro
che poi volevano fare i muratori per fare pratica e trovare un impiego - ciò fu sovvenzionato
dal ministero perchè era un’operazione sociale per ridare sviluppo a questa terra - ciò ha
fatto si che le mura del museo siano tutte diverse, accorti gli architetti attuali restauro del
2000 per agganciare una parte nuova del museo, necessari lavori strutturali. Nel muro sono
state sperimentate differenti tecniche di costruzione.
La struttura del museo aveva una struttura ad U aperta verso sud che circondava un giardino
interno (ripreso peristilio romano) e avere dei magazzini seminterrati, uffici rialzati e poi
aveva un piano superiore. Alla fine degli anni 90 vi erano così tanti reperti che necessitava
un ampliamento, condotto dai magazzini sino all’area superiore e vengono aggiunte delle
ale.
Ripreso il laterizio (materiale precedente) nel colore delle pareti, al posto che una
costruzione rettilinea si sceglie una curvilinea che si agganci a ciò che esisteva ma denotasse
anche che fosse una parte nuova. Così facendo si ovvia ad un altro problema. Nel museo
prima si saliva con una scala al piano superiore e chi voleva scendere usava la stessa scala o
ascensore, andamento unidirezionale, non buono ad oggi per la normativa della sicurezza
che impone la diversificazione di entrata e uscita - percorsi circolari che evitano
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percorso per vedere la tomba dall’alto e possibilità di accedere dal basso anche se non
cronologicamente collocato nel suo contesto.
Vicino vi era la tomba di un giovinetto col torques a cavallo, si è voluto rappresentare a
parete una scena di contestualizzaizone, scena a cavallo, con la biga.
Poi si è accompagnati verso la zona romana scendendo le scale un’esposizione delle anfore
che occupano molto spazio, senza particolare rilievo estetico ma una delle testimonianze
commerciali più importanti, anfore del II- III sec aC- la parete della scala viene adibita alle
anfore che accompagnano cronologicamente il visitatore nella sala romana (importanti
anfore romane).
I vetri di Adria tra le più importanti, attestano tutte le tecniche di produzioni muranesi, ma
erano vetri decontestualizzati, erano da collezione e non potevano essere esposti con altri
pezzi. L’architetto con un esperto di illuminotecnica ha progettato la vetrina, ogni cella ha
un suo vetro, vetrina gestita da software che consente che ogni cella sia illuminata con un
colore che varia di intensità e colore a seconda del colore del vetro Chee vi è dentro -
consentendo massima valorizzazione in sequenza tipologica, è fortemente innovativa, in
questo modo attrae l’attenzione.
Il lapidario con giardino interno e esorta del peristilio, prima dell’ampliamento era un
problema, le pietre erano esposte ma l’ambiente era difficilmente fruibile e di difficile
comprensione. Vengono fatte delle prove di riallestimento, compartimentato da supporti
metallici per necessità(pietra pesante) connotati dal colore, sono rossi. Lo studio dei coni
visuali, delle altezze e l’illuminazione per far vedere al meglio la pietra e vi sono anche
prove di supporti. Oggi il lapidario è una zona confortevole con contesto rosso che fa anche
da supporto all’apparato didascalico, le lapidi sono immerse come dovevano essere nella
terra, riproposto modulando il supporto, vi è uno studio pietra per pietra molto accurato, il
rosso vivacizza la pietra e le iscrizioni- questo luogo è molto usato per le attività didattiche
ed è divento un luogo di socializzazione - non più solo un luogo da visitare ma da vivere,
passaggio che sarebbe da fare.
Altri spazi che il museo deve avere e non sono allestivi.
Sala ove si fanno conferenze, manifestazioni - ogni museo dovrebbe avere una o più sali che
contengono 300 persone sedute per dare la possibilità al museo di organizzare eventi,
conferenze e divengono luoghi polivalenti che danno la possibilità di vivacizzare le attività
del museo, gli allestimenti non possono prescindere dal fatto che il museo non vive solo
nelle sale espositive, luogo ciclo di conferenze a tema, feste, laboratori o mostre a tema.
Oggi si pensa a due spazi - ovunque e voluti da un soprintendente Vincenzo Tinè - costui
cercò di far arrivare tutti i musei è l’aula didattica, con arredamenti fatti a posta per questo.
Una sala conferenze e una sala didattica sarebbero indispensabili.
vitrea. Poi tutto ciò finisce e si va verso l’abbandono, negli anni 60 Fratta Polesine rinvenuta
e si ha avuto l’idea dell’importanza di questo centro e farne un museo, anche se inizialmente
era locale in una chiesetta abbandonata.
L’idea del museo qui iniziò a circolare nel 1985- molti anni per attivare un museo. La
barchessa sud è invece destinata a magazzini del museo e uffici, l’altra è appunto espositiva.
Piano terra introduzione al bronzo finale - siti vicino a Fratta - l’abitato di Fratta- le
necropoli e i riti funerari. L’architetto di entrambi è lo stesso Loretta Zega.
Differenza con Adria
Ad Adria necessità di ricostruire un ampio spazio cronologico territoriale, qui solo di fratta
in un periodo specifico in cui è stata importante, quindi è un museo più monotematico,
riflesso nell’organizzazione del percorso.
Non esiste un collegamento tra il piano terra e quello superiore, non si poteva fare un
ascensore in un edificio palladiano, bisognava uscire e rientrare - museo su due piani, oggi è
impensabile un’accessibilità senza ascensore interno.
Sala delle necropoli è uno spazio vuoto difficile da allestire, è lungo e stretto, difficile
compartimentare questo spazio.
Il museo è monotematico e costruito in color terra che da il contesto dei rinvenimenti, le
vetrine sono sempre a incasso e hanno grandi tabelloni disegnati per le ricostruzioni.
Importante è che l’apparato grafico della costruzione è fatto da una sola persona, mano
unica (omogeneità per il visitatore che inizia a capire meglio il linguaggio stilistico, scelte
non banali) che ha fatto tutti i disegni, le ricostruzioni - fastidio nel vedere più stili, più
mani.
I materiai preziosi e di importazione sono su celle molto piccole, focalizzazione molto forte
su questi oggetti. Il progetto di questa sala al primo piano ha portato a costruire delle vetrine
a diamante, messe di spigolo che muovono lo spazio senza occuparne troppo. Quadrati
uguali che creano sorta di nicchia per ogni contesto funerario esposto e contribuiscono a
creare un percorso che rompe il passo del visitatore che deve entrare nei singoli spazi.
Conclude la visita un plastico 1:1 di uno spezzone della necropoli con le sepolture e sullo
sfondo scorre una proiezione animata del rito funerario - accorciare la lunghezza del
corridoio stretto e lungo attraverso questa proiezione e il grande plastico 1:1. Ad oggi la
soluzione dell’ascensore ha ipotizzato una sorta di scala a chiocciola esterna in un vano, la
scala è molto ampia e ascensore che è aggrappato alla scala - le pareti della villa sono
vincolate, non le si possono toccare) è stata quindi costretta una struttura auto-portante -
difficoltà nelle fasi di costruzione, allestimento e restauro dei musei comportano soluzioni
sempre differenti. Se l’edificio viene vincolato è soggetto a tutela e non si può modificarne
la struttura.
1) Margherita Tirelli, direttrice del Museo Archeologico di Altino per più di 20 anni, ha
gestito il complicato momento in cui si progettava lo spostamento nella nuova sede mentre
ancora si doveva valorizzare la sede precedente.
Le esigenze legate alla necessità di allestire il nuovo Museo senza depauperare del tutto il
vecchio in modo da non segnare una cesura troppo violenta hanno condotto a scelte volte ad
una comunicazione rinnovata se pur parziale che viene illustrata in dettaglio nel documento
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allegato e che si è poi rivelata utile nella progettazione della grafica e della comunicazione
del nuovo allestimento.
Vecchio museo di Altino inaugurato nel 1960- appositamente costruito come edificio
museale. Nel 2015 raccolte trasferite nella nuova sede.
1° sala del museo come si presentava prima del restyling - spazi sovraffollati per continuo
afflusso di materiali archeologici pervenuti costantemente. L’apparato didascalico appare
qui spezzettato, diffuso, serie di didascalie più o meno brevi disposte come possibile a muro
o sopra i reperti archeologici.
2° sala museo ancora maggior frazionamento apparato didascalico, a muro o su mensole in
corrispondenza dei reperti.
Il restyling del 2014 - condotto cercando con costi minimi di dare al museo un nuovo
aspetto, contemporaneamente si stava anche allestendo la nuova sede museale, sale del
vecchio depauperate di reperti che poco dopo sarebbero stati trasferiti nella nuova sede. I
materiali restati in esposizioni esponevano un unica tematica - quella della necropoli
romana. Quasi un esposizione monotematica e un po’ per prova in previsione
dell’allestimento della nuova sede.
Usato un colore base turchese che riprende l’icona del museo di Altino, esposta in posizione
centrale. Questi pannelli relativi alle principali tematiche della sala racchiudono
sinteticamente informazioni relative ai reperti presentati, non più spezzettate per singolo
elemento ma tematiche raggruppate in singoli pannelli.
In corrispondenza dell’ingresso a museo stanno i due pannelli introduttivi 1 del museo e 1
della necropoli ognuno fornito di una planimetria schematica. Con una breve storia del
museo, aree archeologiche e della necropoli romana di Altino.
Esposizione relativa alla necropoli romana di Altino, ma altri elementi estranei alla tematica
generale erano rimasti a museo. Questi due nuclei fanno riferimento alle aree funerarie di
Altino e esposizione tipologica delle anfore esposte a grappoli (modalità degli anni 60). I
pannelli relativi sono gli unici estranei alla tematica della necropoli. Riprodotte le anfore
ritrovate ad Altino e indicati i luoghi dei luoghi di culto.
Illustrazione della necropoli: grandi pannelli a muro, senza che sia necessario fermasi
all’interno delle sale a leggere i singoli elementi. Questi pannelli riportano un prospetto
ricostruttivo delle tipologie monumentali di Altino (mausoleo a baldacchino esposti in prima
sala) e una serie di informazioni relative ale principali tipologie di monumenti alitanti -
altari cilindrici tipici con diversi tipi di coperture, e un altro pannello relativo alle steli,
grande varietà tipologica presente ad Altino. Seconda sala pannello specificatamente
dedicato a due note statue “i giganti alati” di Altino. La specificità necessitava di un
pannello apposito, l’altro dedicato ai vetri funerari, ad Altino il vetro è elemento noto e
prezioso dei corredi. Testi delle didascalie comunque sono sintetiche.
Ultimi pannelli con forma differente rispetto ai precedenti. Uno da le notizie essenziali sulla
storia di Altino, fornito di planimetria e un pannello grande ove per la prima volta veniva
esposta la ricostruzione ideale della città di Altino in epoca romana- studi recenti, foto aerea.
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Tematica dell’incremento dei visitatori di cui deve occuparsi il museo - trend di crescita
per museo di Adria e Fratta Polesine. L’allestimento ha una ricaduta sul possibile numero di
visitatori, allestimento confortevole che induce a tornare.
Museo di Adria - buon incremento dal 2009 riallestimento e anche museo di Fratta che
supera la soglia critica di 10.000 visitatori (in poco tempo 2009-14).
Il colore nell’allestimento.
Il colore usato a Adria e a Fratta per distinguere le cronologie e i contesti legati a vita e
quotidianità colori chiari e scuri per quelle funerarie.
Ad Adria anche una distinzione cronologica, fase etrusca turchese e blu, romanizzazione
arancione e piena romanità con uso del rosso e ottanio scuro per le necropoli.
Museo di Fratta la cronologia è ininfluente- in quanto dedicato all’età del bronzo finale, no
divisione cronologica da sottolineare ma tra parte legata all’abitato, attività produttive e
parte legata alle necropoli, con cambiamento di colore dal giallo al blu necropoli.
Prima e il dopo
Cambiamenti che i nuovi allestimenti hanno messo in campo. Alcuni elementi dei vecchi
allestimenti -focalizzato, assializzato (anni 60’) verso un punto unico o nuovo allestimento
che mira a un percorso più fluido con diversi poli di attrazione che spezzino la monotonia
del percorso, renderlo più variato e movimentato.
Differenza di allestimento delle vetrine, alcune oggi a quinta scenica non consentono una
visione tridimensionale dell’oggetto, solo possibile su quelle al centro, invece 360 punto
focale allestimenti anni 60’, ad oggi maggior focalizzazione a ricostruire i contesti.
Vecchio allestimento di Fratta che mirava a valorizzare i moltissimi reperti, allestimento
semplificato che voleva ricostruire i nuclei tematici fondamentali. Nel nuovo allestimento
proposte nuove di esposizioni tipologiche più frammentarie, tentativo di recuperare
informazioni non facili da trasmettere.
Componente emotiva, come e quanto servirsene nell’allestimento
Ben rappresentata ad Adria dalla vetrina dei vetri romani (colorati) e vetrina degli ori o
ricostruzioni attorno alla tomba della Biga. Componente emotiva sottolineata con
l’illuminazione nel lapidario, con il gioco delle luci- effetto particolare. Nell’esposizione del
lapidario di Adria componente razionale e emotiva in buon equilibrio. Razionale illustra la
società di adria attraverso le epigrafi per dare informazioni specifiche studiate sulle
caratteristiche dell’articolazione sociale e sulla tecnica, lavoro dello scalpellino, ma poi con
l’uso delle luci si è data alle pietre una profondità e un rilievo non presente
precedentemente.
Oggetti che testimoniano la forza commerciale di fratta (ambra, uova di struzzo) coordinata
con razionalità di spiegazione dove i temi sono ancorati al dato archeologico, la componente
emotiva mai fine a se stessa.
Anche nella ricostruzione tutto è vero, i reperti esposti, credibile il video dietro la
ricostruzione.
Alcuni casi dove la didascalia non è scritta ma illustrata - ricostruzioni che danno
informazioni in modo immediato e semplice senza comportare un testo più didascalico e
noioso ad oggi anche sistemi di ricostruzione multimediali. Spesso però nella gestione
apparati multimediali hanno problemi di gestione che spesso li fa crollare. Queste modalità
devono essere approntate con occhio attento.
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L4
La comunicazione museale
architettura e gra ca museale, scelte delle vetrine devono essere mirate a rendere ef cace il
più possibile il livello della comunicazione che dev’essere declinata verso più pubblici
possibili.
Problema: noi non conosciamo prima il nostro target di pubblico - porsi in una dimensione
di comunicazione ampia ed ef cace, attraverso una serie di strumenti.
Perchè comunicare? Cosa voglio raggiungere come livello di informazione.
Pensando che i musei siano luoghi di rilevanza sociale la comunicazione diventa tra i primi
obiettivi: comunico per raggiungere tutti i tipi di pubblico e perchè si vuole rappresentare al
massimo il ruolo sociale del museo che determina una crescita, evoluzione positiva della
società.
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Offrire quindi quanti più eventi al suo pubblico, occasioni di arricchimento dell’esperienza
culturale. In un museo non si può organizzare qualsiasi tipo di evento, la bravura è la
capacità di legare l’evento organizzato al patrimonio - una buona comunicazione sta nella
capacità di arricchire la conoscenza del patrimonio attraverso la sfera più ampia possibile
ma non possono essere scollegate dalle collezioni museali.
L’agente spesso è colpita dalla novità, senza ri ettere a ciò che vi è dietro (miei obiettivi,
cosa sto organizzando) - organizzazione di un evento che sembra semplice ha dietro una
motivazione e progettazione.
In Italia pochi hanno queste dimensioni e ancora meno hanno l’autonomia amministrativa
(sia nazionali sia civici). Tutti i musei si devono porre il problema dell’accessibilità.
Museo nazionale Atestino - forme di azioni museali condotte insieme al comune di
integrazione culturale - aiuto del comune di Este mediatori culturali (traduzione) occasioni
che hanno avvicinato la comunità locale a l’istituto della cultura. Ciò si unisce alle
performance temporanee (forme di teatro).
Livelli di comunicazione - qual è la forma che funziona di più:
- verbale
- simbolica
- Tecnologica
- Testuale
Solitamente nei musei funziona forme abbinate, non una sola. Il livello di attenzione della
comunicazione tecnologica, forme di monitoraggio mostrano però che la forma più amata
dal visitare è quella verbale (qualcuno che mi racconta qualcosa) che va oltre i pannelli
interattivi che non possono essere da soli per essere apprezzati. La comunicazione meno
apprezzata è quella testuale - la gente non legge. Per non rinunciare alla comunicazione
testuale essa dev’essere breve e semplice. Meglio condensare le informazioni, la lunghezza
è una delle chiavi di una buona comunicazione testuale.
Simbolica - sono aspetti gra ci di riferimento utile
Verbale - storytelling, raccontare
Fatica museale
Concetto sottolineato già dal ‘900. Misurando l’interesse che il pubblico aveva all’inizio,
come scemava nel percorso e a che livello era nelle ultime sale. Attenzione scema
all’aumentare della stanchezza. Problemi di musei medi e grandi, il piccolo non ha problemi
di affaticamento. Chi si torva a impostare un museo grande deve trovare il modo di creare
pause nella visita Es. se ci sono punti focali guardalo stando seduti per interrompere la
fatica; anche punti di musica; punto di snodo dove il visitatore cambia ciò che fa, copie per
il touch, attività diversa dal comprendere l’oggetto, ma comprenderlo toccandolo,
emotivamente cambia il rapporto con ciò che sto vedendo, vado incontro all’affaticamento
mentale.
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Esperimento ai musei archeologici, 7 musei archeologici, tra cui quello di Roma e a villa Giulia.
Percentuale visitatori insoddisfatti ma unendo i questionari il 64% dei visitatori sosteneva che il
corredo informativo fosse a malapena insu ciente. Non erano insoddisfatti ma davano appena la
su cienza - importanti dati di monitoraggio.
I pannelli lettura compresa tra 30/40 sec. Il corredo informativo di opere molto famose potrebbe
essere fruito anche se lungo, ma è un’eccezione.
- Cosa
- Dove
I contenuti
Ciò che vivo a museo sta sviluppando il mio pensiero? Quanto il livello di pensiero è razionale e
quanto emotività, la parte di sentendo può accrescere la qualità della comunicazione museale che
comunque non deve abbandonare la razionalità. Comunicazione museale equilibrio di cile tra
comunicazione razionale e implementazioni di aspetti emozionali, emotivi che non devono essere
prevalenti. Il ministero è interessato solo al numero di visitatori ma a noi ciò non deve interessare,
ma importante è come esse escano ciabiate. La comunicazione museale dev’essere qualcosa che
ognuno si porta via (bagaglio).
L’emotività importante per le attività didattiche dei bambini - parte emozionale è la più
importante, perchè se sono coinvolti ricordano di più, se la loro emotività è stata sollecitata
incentivano la visita al museo (genitori).
Es. Museo dell’innocenza (O. Pamuk) volume autobiogra co, sua storia d’amore con fasi positive
e negative) egli costruisce il museo di questa storia, chiamato museo dell’innocenza (visitabile)
conservando tutti gli oggetti che hanno segnato dei momenti di passaggio di questa storia. È un
museo di oggettistica comune è il museo di una storia, ha aspetti vicini alla categoria di musei
etnoantropologici
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Le didascalie al museo delle cose non serve, la comunicazione non avviene attraverso il testo ma
attraverso l’impatto emotivo, del colore, ciò che ti avvolge. Ogni museo ha un obiettivo nel
comunicare- didascalia e pannello non sono l’unico modo per comunicare ma bisogna partire da
ciò che abbiamo di fronte.
Esperienza di usso:
In questi musei il visitatore dev’essere mantenuto in un punto focale, necessario creare
un’esperienza di usso (narrazione e esperienza emotiva). Devo tener conto di ciò che porto ma
anche dei pubblici, alcuni sono centrali che desiderano coinvolgimento, delizzavi, pubblici
occasionali perlopiù turistici e pubblici potenziali detto anche non pubblico a cui talvolta si fa
poco caso.
Non si può pensare solo a chi entra al museo ma anche a chi non c’è ancora entrato, pensare
come farli entrare?
- esploratori
- Facilitatori (spiegano qualcosa a qualcuno che è con loro, cercano di far sapere che sanno
cose)
- Cercatore di esperienza
- Contemplativo spesso persona che torva un’esperienza estetica dove altri non la trovano Es.
Museo di Olimpia esposizione frontoni tempio di Zeus parla da sola, non vi è didascalia e si può
stare nella sala con atteggiamento contemplativo, non serve altro, il livello di esposizione è
chiaro. Altro Es. frontoni del partenone a Londra > esposizione non corretta, incomprensibile.
La sala è stata costruita per quell’esposizione: si entra da un lato lungo, è rettangolare e si
entra da metà lato lungo, frontoni da una parte e dall’altra - ma la cavalcata del fregio del
partenne è errata, comincia dall’ingresso e giro attorno, comincia a metà del lato lungo ma la
cavalcata cominciava da un angolo del partenone- non si comprende il senso della cavalcata e
processione che da un angolo arrivava sulla foronte del tempio. L’informazione trasferita non è
corretta, non ci si rende conto di quello che il monumento reale comunicava. Museo ad Atene
tutto esattamente colcolato per riaccogliere i marmi, le metope > comunicazione e cace
perchè i marmi sono ricollocati esattamente come dovevano essere visti.
• Altro museo che parla molto in Colombia, collocare i gioielli all’altezza del luogo dove dovevano
essere, proiettandovi un ombra - l’esposizione è parlante.
• Pannello oggetti preistoria del museo di Este, ora riallestito. La comunicazione era
incomprensibile, devo mettere qualcosa vicino agli oggetti per far capire cosa sono, devo fare
una selezione, scegliere cosa esporre e come comunicarlo.
Potrebbero esserci altri tipologie di pubblico, ognuno di noi ha una predisposizione e delle
aspettative di erenti
Una parte dei resti monumentali è diventato spunto per la costruzione di un museo che nasce
attorno al bene immobile, museo costruito intorno al monumento restaurato ed esposto.
Cuba
Museo nato attorno ad una necropoli - in italia lasciamo sul terreno solo gli edi ci, beni immobili,
non le sepolture come in questo caso.
Evidenziare i contesti
Museo archeologico di Bazzano (BO)- corredo restaurato esposto dentro la cassa di legno
ricostruita in modo indiretto, la serie di pietre e il cumulo che la copriva (indotto dalle stratigra e) e
la stele che segnava la presenza della tomba al di sopra. Ricostruito in una sorta di spaccato per
vedere gli interni ma da il senso della monumentalità della struttura tombale.
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- Giocare su una pannellistica 1:1 che avvolgeva il percorso di mostra guidando il visitatore e
aveva anche segnaletica a pavimento (poco usata), non ideale per un museo
permanente(sostituzione) ma è comoda perchè il visitatore è indirizzato senza dover leggere
niente, ha simboli che lo guidano e occupa uno spazio solitamente non usato > metodo e cace e
poco costoso da usare soprattutto in esposizioni temporanee.
- Uso della citazione delle fonti, può essere evocativa se è breve e connessa con l’oggetto, non
quando diviene un pannello che richiede lunga lettura, se devo evocare qualcosa a livello
emotivo dev’essere rapido.
- Schede mobili
- Pieghevole
- Pagina web
- Comunicati stampa
Aspetto gra co della didascalia, coerenza gra ca museale è importante, coesione sulla scelta di
caratteri (bisogna dare a tutti la possibilità di leggere). L’italiano ha termini generici e speci ci, se il
generico è chiaro è inutile usare lo speci co (facilitare la comprensione)
Alessandra Mottola Mol no - storica dell’arte e ha criticato l’archeologia - parole di greco tecnico
sulle didascalie (Es vascolare lei sostiene sembri una malattia); monoansata (sembra riferirsi a
attrezzi ortopedici) coroplastica (sembra un genere musicale). Sostiene che questo sia un modo
per allontanare il pubblico, perchè vi sono terminologie tecniche, non comprensibili da tutti.
Didattica e divulgazione
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ovest e la costa tirrenica, si caratterizza per la manifestazione di statue stele rinvenute in
gran numero solo in questo territorio > manifestazione non funeraria ma votiva o un mix,
ciò dal neolitico dura fino all’età del ferro (tradizione) 3500 a.C - VIsec. Nucleo più
importante di queste statue esposto qui, dedicato interamente a questa caratteristica, è un
museo civico.
Vecchio allestimento
Cercava di mettere insieme le statue con un ordine geografico a seconda dei rinvenimenti
(territorio di passaggio tra gli Appennini, spesso vicino punti di guado tra i fiumi o vicino ai
passi nelle valli).
Base di cemento con terreno che serviva a infiggere le statue, esposte come fossero nel
suolo e non vi era un ordine vero e proprio, alcune situazioni poco comprensibili. Quando
cercano dei frammenti tipo la testa, veniva collocato in basso senza che si capisse cosa fosse
realmente. La testa semilunata delle statue richiama una tipologia di pugnale del neolitico,
le statue maschile hanno il pugnale (pomo semilunata = alla testa) e le donne hanno il seno.
Nuovo allestimento
Punta sul riportare a vivo le pareti del castello ed esporre le statue secondo un percorso
legato al territorio ma isolandole e accostando la pietra del castello e quella delle statue e
giocando sull’illuminazione e alcune prospettive. Le teste quando sono isolate sono esposte
con strutture che permette di esporle ad un altezza coerente. Ambienti un po’ scuri, in cui la
luce radente rende più percepibili le caratteristiche di incisioni sulla pietra. Una delle
caratteristiche scelte in questa esposizione, in un passaggio tra una sala all’altra vi è una
saletta di snodo dove vi sono alcune copie delle steli e testi e sono da toccare > sosta per
andare in contro alla fatica museale. L’allestimento ha poche didascalie. Vi è anche una sala
che racconta dei rinvenimenti, contesto delle steli > info aggiuntive esposte attraverso
filmati narrativi > possibile perchè il museo ha un solo tipo di esposizione.
Un gruppo di statue-steli è stato esposto esattamente come rinvenuto (vi si può girare
intorno)> allineate originariamente, collocate vicino un guado in fila e così sono state
risposte in una sala dedicata esclusivamente a loro > unico contesto che appare integro
(sorta di famiglia di statue-steli, ci sono statue piccole e alcune grandi) > sembra essere una
riproduzione di carattere familiare, sorta di culto. Vicino alle statue sono stati rinvenuti
fuochi riconducibili a un rituale > luoghi di culto che segnalano passaggi importanti.
Il nuovo allestimento contestualizza (ricostruzione dei contesti), gioca sull’emotività. Le
statue non sono state inserite nella terra come originariamente ma sono stati studiati dei
supporti che permettono di comprendere sin dove queste statue erano interrate. I supporti
sono robusti ma poco invasivi.
oggetti sottacqua si sono conservati. La vasca era stata sepolta vicino una falda con molta
acqua, ciò ha permesso la conservazione. Museo inaugurato nel 21, difficoltà nel restaurare
la vasca. Il legno si conserva solo sott’acqua, ma viene estratto si frantuma > il restauro
avviene immerso in acqua con una soluzione di una resina che va a consolidare le fibre di
legno (per mesi/anni). Il museo è stato costruito apposito, perchè non vi erano strutture
museali che potessero renderla fruibile in modo efficace. Il paesino è molto piccolo con
poche risorse, ma la loro amministrazione è riuscita a valorizzarla, costruendo un progetto
europeo > ottenendo un finanziamento.
Vasca ricostruita nella sua struttura portante, ha tavole, assi di legno che tenevano l’acqua,
hanno tutte grandezza uguale, fermate da pali verticali con controspinta dei pali orizzontali e
obliqui per fissare gli angoli. Stavano scavando in un terreno di argilla, che è di per se
impermeabile. Ci sono delle vetrine e una stanzetta video con touch screen che mostrano >
rinvenimento, fasi di restauro. Museo a metà strada con aree archeologiche (problematica di
gestire opere monumentali all’aperto).
Negli ultimi 30 anni i musei si sono incentrati sul progettare attività di carattere didattico
per le scuole declinandole a seconda degli ordini e grado, stretta relazione con programmi e
capacità di apprendimento. Nei primi anni di queste attività di progettazione (musei veneti
sono stati un po’ precursori che hanno aperto la strada poi seguita da tutta italia). In veneto
inizio precoce > Es. Museo di Este - attività fatte nelle sale (bambini seduti a terra), da qui
vi è stata la stagione (tra 2009-15) in cui tutti i musei nazionali del veneto hanno riassortito
gli spazi destinando un aula esclusivamente ad attività didattiche e laboratoriali > volontà
del soprintendente (musei archeo allora dipendevano ancora dalla soprintendenza specifica).
Spazi appositi per attività didattiche > strutture destinate (Es torni, forni, telai…).
Organizzare attività didattica a livello di comunicazione:
- convegni > museo ha una rosa di attività differenti da quelle scientifiche, conferenze,
mostre
- Attività didattica
- Attività teatrale, concerti
- Presentazione di volumi (libri)
Inserirsi nelle attività del territorio, collaborazioni con conservatori, attività non profit che
fanno archeologia nel territorio.
Alcune attività sono invece di dettaglio > mirano a feudalizzazione della popolazione
locale La fondazione Oderzo cultura > riunisce biblioteca, pinacoteca e museo archeologico,
3 entità che organizzino cose che interagiscono. La fondazione è un istituto privato >
gestione più agile rispetto a quando pinacoteca e museo erano sotto la gestione comunale.
Queste attività sono piccoli interventi proposti sistematicamente in alcuni periodi specifici.
Sono attività molto leggere dal punto di vista “didattico”, hanno la durata di 1h > agili e
mirano alla sensibilizzazione e feudalizzazione del pubblico locale.
Problema del numero di visitatori > ministero imposta soglia fissa per tenere aperto il museo
(10.000 l’anno) per incrementare il numero di visitatori è necessario avere una base fissa>
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non costruito da stranieri e turisti ma dalla popolazione locale che tornano in museo (scuole,
bambini, anziani…)
Altra buona interazione sono le giornate FAI Es museo di Adria - il FAI fa vedere cose
solitamente non visibili, nel 2014 ha fatto aprire i magazzini del museo al pubblico (azione
complicata, perchè non sempre sono ordinati e possono avere materiali sensibili o dati a
vista non adatti a grandi flussi di persone > per l’iniziativa sono stati retinati gli espositori -
situazione che ha creato curiosità ha fatto 1.500 visitatori in un giorno e mezzo > curiosità
verso questo tipo di azione, evento che per l’esito ha stupito - anche latri musei veneti si
sono organizzati per aprire i magazzini in iniziative ricorrenti dell’anno.
DIDATTICA
Non bastava più ad un certo punto finalizzare ai momenti scolastici, ma organizzare attività
didattiche per quando le scuole erano chiuse > le famiglie possono aver bisogno di portare i
bambini la mattina, attività conoscitiva > da qui si sono fissate una serie di attività ricorrenti
nell’anno e che divengono punti di riferimento per le famiglie. Es Attività museo di Adria si
chiamavano ArcheoAd (pasqua, natale, speciale di Halloween, carnevale) ArcheoAd che si
sostituisce ai centri estivi, una settimana di attività offerta ai bambini a prezzo modesto
grazie anche all’aiuto del comune > azioni che si abbinano anche ai centri estivi.
Per l’attività didattica non basta più avere solo il collegamento con le scuole ma deve
divenire un appuntamento fisso per famiglie > comunicazione sempre più efficace.
Quando si fanno attività con i bambini Es. prima schedatura dei materiali si fanno con una
selezione di oggetti veri > non particolarmente delicati - dare in mano l’oggetto vero attiva
l’emotività.
Es attività “vietato non toccare” Adria - nata inizialmente per i non-vedenti, in
collaborazione con organizzazioni per non-vedenti, offrire possibilità di manipolare
l’oggetto > attività gradita da tutti, una delle attività più richieste (idea di toccare l’oggetto
vero crea emotività, emozione).
Altra attività - apertura a visite per persone in carcere (selezionati alcuni detenuti non
pericolosi) accompagnati e fanno visita in museo > inclusione e accessibilità.
Attività di danza e con i cori gradite nei musei
Altra attività a cui spesso aderiscono i musei è “m’illumino di meno" a ore specifiche
vengono chiuse e luci > alcuni musei aderiscono, format nazionale a cui aderire che crea
visibilità (ciò costa poco)
Sempre di più trovano forme di collaborazione > valorizzazione del legame tra arte
contemporanea e archeologia. Possibile fare attività anche a livello locale con piccoli artisti.
- Es Museo di Adria - organizzata una collaborazione che ripropone immagini dell’arte
classica greca > opere in tessuto. Ciò ha creato un’associazione tra l’esposizione e l’abilità
di riproporlo in forme alternative.
- Es Impatto 2.0 Museo di Atestino -mostra di arte contemporanea con opere di spessore
esposte all’intento del museo e altre opere esterne > con materiali di riciclo sul muro di un
palazzo, opere sparse in città che creavano un legame virtuoso, al museo cerano opere
archeologiche affiancate alle opere d’arte.
- Es Reggio Emilia “On the road” -mostra declinata sulla transizione della strada
(cronologicamente trasversale).
Il legame quasi inverso tra archeologia e arte è stata la mostra Damien Hirst > ha
immaginato un naufragio - esponendo oggetti del naufragio mescolando vero e falso, senza
indicazioni che permettessero di distinguerli.
Gli oggetti dei musei vengono richieste per vetrine importanti > autorizzazione (valore
assicurativo, parere ente espositore e ministeriale). Importante circolazione degli oggetti
nonostante i rischi > mostre internazionali sono grandi vetrine
- SALA MOSTRE AL MUSEO NAZIONALE ATESTINO ESTE (PD) - destinata a
mostre ma può essere disallestita e utilizzata per conferenze. Mostra > “Il passato del
guerrirero” mostra dedicata all’esposizione dei culti > mostre luoghi dove sperimentare
soluzioni allestiti, pannellistica, didascalie nuove - poi se funzinanti applicabili al museo.
- Palazzo della ragione di Padova mostra “Venetkens” - costrizioni dettate dalla sede,
presenza degli affreschi. Di cui non si può impedire la visione a causa della mostra che
necessariamente deve occupare solo una percentuale della sala e con altezza specifica da
non superare e lasciare spazio di agilità per lasciare fruibile il salone. Le strutture allestiti
qui preseti erano state usate per un altra mostra > strutture già costate al comune, quindi
reimpiegate per questa mostra. Moltissimi materiali da esporre - chiave per selezionarli,
selezionati con l’idea del viaggio > percorso territoriale e cronologico, idea efficace.
Quando si pensa ad una mostra bisogna pensare al taglio che le si da > selezione collegata
all’obiettivo, chiave di lettura.
Veneto - importanti testimonianze dei paleoveneti.
In questa mostra sono state usate microfotografie con oggetti esposti al loro posto con
vetrine appese. Alcune esposizioni sono state più grafiche vaso con inciso - il poema epico -
esposta col suo disegno, senza ricostruzioni virtuali.
In mostra vi erano delle chiavi retiche - costruitala porta col chiavistello idoneo con modello
di chiave per avere un interazione attiva.
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Oggetti che si condividono con l’estero > Es coppe in vetro soffiato d’epoca romana I sec aC -
provenienti dal museo di Adria, sono firmate da un vasaio Greco (Ennione) che ha lasciato firmati
pochissimi oggetti, per moltissimi anni non sono mai state spostate dal Museo (punto focale del
museo e grande rilievo) il museo ha concesso il prestito - assicurazione e sono state esposte al
Metropolitan di New York sono state esposte in una finestra sulla V strada - comunicazione del
materiale antico che annulla lo spazio tempo tra ieri e oggi. Per i reperti archeologici è necessario
trovare un collegamento tra passato e futuro.
Lezione online
1) —> Il file propone una intervista a Monica Celi, Direttore del Museo di Storia Naturale
ed Archeologia di Montebelluna, al fine di illustrare le caratteristiche principali e di
gestione di un Museo Civico di medie dimensioni, particolarmente attivo sul fronte del
legame con il territorio e su quello del coinvolgimento dei diversi ‘pubblici’
Cooperazione per progettare e come far vivere il museo-inclusione per fare una bella
esperienza. Il patrimonio del museo è condivisibile, museo che fa della partecipazione attiva
un suo focus.
2) -> La Dottoressa Angela Trevisin responsabile del centro di documentazione del Museo
di Storia Naturale ed Archeologia di Montebelluna illustra un progetto di mediazione
culturale cui il Museo ha preso parte, collaborando con una iniziativa nazionale
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Caso specifico:
Laboratorio destinato ad un oggetto rinvenuto a Montebelluna nel 2001, in una sepoltura,
situa pre romana, lamina bronzea decorata con narrazioni significative. Il rinvenimento ha
dato luogo a un allestimento specifico con attenzione allo sviluppo di attività didattiche,
creato un laboratorio specializzato “la situla racconta”.
Target di riferimento la scuola primaria(4-5° collegato al programma). Laboratorio di 3h: 1
in aula 2h in museo - ricontestualizzazione del luogo di ritrovamento della sepoltura (un
tumulo). La ricostruzione è accompagnata da un video che racconta, mezzo immediato di
comunicazione (breve durata) per far capire la valenza funeraria del rinvenimento non
immediato - ritualità. L’allestimento studiato con occhio rivolto a questa forma di didattica,
il video ha la stessa tecnica grafica dei videogiochi, che si avvicina a un target giovane. Alla
situla è stata dedicata l’intera sala. Si passa da un allestimento tradizionale (vetrine, corredo,
didascalie) per poi concentrarsi sull’oggetto protagonista.
Dalla prima parte in aula, non classica lezione frontale, trasmissione dei contenuti
sull’immaginazione e riflessione dei bambini. Partendo dai disegni raffigurati nella situla-
rappresenta un corteo, banchetti, l caccia- narrazione caotica - vengono fornite figurine che
isolano singoli pezzi della narrazione perdio comporre una loro storia (lavoro di gruppo). Si
chiede una forma di restituzione coinvolgete, rappresentare anche con le immagini
disponibili una sorta di opera niente (storie).
Poi si passa al tumulo e video che parla della scena rituale, analisi degli elementi.,
riferimenti alle immagini già viste. Infine con tali presupposti si affronta la sala. Dov’è è
presente la situla, costruire insieme la conoscenza. Passaggio dalla raffigurazione
all’oggetto. Sii lavora con gli oggetti, riproduzioni da toccare con tatto, rapportandolo poi
alle vetrine contenenti i reperti- i ragazzi a questo punto sono in grado di interpretare.
Chiusura attività, lavorazione a sbalzo per capire la metodologia. Si conosce guardando-
ascoltando-toccando, sfruttate tutti i sensi per questa attività di conoscenza.
Attenzione particolare alla sicurezza e norme di comportamento, regole rigide sul come casi
muove e comporta in museo.
Didattica museale, progetto della via Anni - recupero e valorizzazione di una strada romana,
nata da una proposta di legge (fondi) con possibilità di applicare nuove tecnologie e
coinvolgere esperti del settore. Il progetto è divenuto un progetto di valorizzazione, con fase
dedicata alla didattica. La regione veneto ha raccolto informazioni relative per
approfondimenti in un sito apposito.
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Epigrafe lavorata graficamente. Lavoro con attenzione on solo alla comunità scientifica ma
anche alla stampa - fumetto lavorato appositamente che da Roma percorre l’intera via anni
coinvolgendoci nella modalità con cui queste strade venivano vissute, percorse e usate.
La ricerca scientifica ha evidenziato come la strada attraversava, entrava e usciva dalle città.
Ipotesi che trovano conferma e altre che le hanno confutate. Inoltre una pubblicazione con
riferimenti al turismo. Proposta di creare neimusei della via anni spazi interni, creando
anche luoghi nuovi, per posizionare degli impianti multimediali fruibili autonomamente
secondo i tempi preferiti
6) Sabina Magro illustra il progetto didattico via Annia, collegato ad un più ampio
progetto scientifico e di valorizzazione cui fu destinata una legge speciale.
Lezione 11/11
Volume sull’architetto Franco Minissi -> lavoro dell’architetto, lui è anche un musicologo
(si occupa di allestimenti), aveva rinnovato il Museo di Villa Giulia. Negli anni 50, ’60 lui
crea un’architettura museale rivolta all’archeologia.
Presentazione del libro - reinterpretazione dell’allestimento
Portò a villa giulia una modalità moderna (criticata) nel raccontare l’archeologia (anche la
più antica).
Ambienti simili a cliniche piuttosto che propri di un museo. Molte reazioni rispetto alla
volontà di modificare il racconto o intervenire su spazi delicati come una villa
rinascimentale (V Giulia).
Barnabei e architetto Cozza -> Realizzare la riproduzione di un tempio etrusco-italico sul
giardino di villa Giulia - coraggio, grande apertura. Il termine valorizzazione non si era
ancora affermata, ma la ricostruzione 1:1 di un tempio pone villa giulia al pari delle altre
nazioni extra-ue -> scopi educativi didattici, far capire senza necessità di spiegare.
Lavoro iniziato e concluso con villa poyanowsky. Tuttora si eta di risolvere delle
problematiche di Villa Giulia (accessibile con percorso a ostacoli per i disabili) -> si punta a
creare un unico percorso inclusivo.
Il museo incarnando nella sua missione i principi della commissione di Paro non può che
essere in costante evoluzione -> portati a trasmettere i valori in modo che segue i
cambiamenti della società e cercare di cambiarla, educarla.
La escuadra di villa giulia si impegna per affrontare le sfide di questo nuovo millennio
XXIsec. La crisi è dietro allo sfociare della comunicazione di Villa Giulia (modalità di
comunicazione online -> durante il covid19)
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Attività di rilievo nascono rischi. Chi si pone dal lato della tutela del BC non vede le
iniziative (concerti, rappresentazioni teatrali) solo dal punto di vista culturale che possono
offrire ma anche dal punto di vista del rischio per il bene molto forte. Necessario calibrare
costi e benefici delle azioni.
Ad oggi si cerca di partire dalla Public archeology - persone che possono vedere le attività
di scavo. Ad oggi si crea una P Archeology che non crea sbarramenti fisici e ideologici (reti,
transenne) che mirano a dividere l’attività di chi scava (forma elitaria di attività) dal resto
del mondo. Ciò non va bene, anche se le persone ricamate sono numerose. I responsabili
della sicurezza d’altra parte vorrebbero le transenne, scavo archeologico, pericoloso, si può
cadere e ciò va tenuto presente.
Accanto a queste attività legate al 1° momento, quello della scoperta, c’è altro.
Es. notti dell’archeologia in Toscana
Oltre 100 eventi nei musei e aree archeologiche della toscana. Sono musei piccoli che solo
facendo rete possono ottenere le risorse necessarie per organizzare degli eventi, gestendo
insieme le risorse della comunicazione (costa di più dell’evento stesso). Le reti sono efficaci
perchè mettono in comune il costo più alto, comunicazione e pubblicità dell’evento.
Vi sono proposte diversificate: visita al buio, mostra fotografica con concerto sino alla
caccia al tesoro. Serie di eventi programmati che possano giovare di una comunicazione
comune, ottimizzare le spese.
Attività collaterali viste anche ad Altino
Eventi di danza nelle aree archeologiche -> iniziative efficaci per musei che hanno spazi
aperti o sulle aree archeologici (spesso sedi di eventi teatrali, di danza..) con alcuni
difficoltà:
- gestire le uscite
- Segnalare bene le aree più sconnesse, problemi di sicurezza
- Dividere bene gli spazi destinati alle azioni e al pubblico
Tali eventi organizzati in caso di bel tempo, ma necessario a tal proposito prendere un piano
B per pioggia improvvisa.
I Pink Floyd a Venezia 1989
200.000 spettatori
Su ciò grandissima discussione, la soprintendenza di Venezia non aveva dato
l’autorizzazione che è stata data direttamente dal ministero-> piazza danneggiata e
sprofondata di molti cm per il peso e la soprintendente ha dovuto pagare i danni, anche se
aveva avuto l’imposizione dal ministero.
Soprintendenti hanno una conoscenza reale del pericolo che corre il monumento, dissenso
motivato, la politica non ha davvero a cuore il bene.
La distorsione della stampa in termini scientifici è molto alta.
Ciò che è accaduto a venezia è un esempio di ciò che bisogna evitare. Necessità di far vivere
i musei ma sempre considerando il giusto equilibrio tra gli elementi.
Esempio di ciò è il circo Massimo che nasce per essere luogo di spettacoli, capienza
250.000 persone già dall’antichità, ha una struttura portante diversa. Qui spesso organizzati
concerti (Genesys) anche montando strutture imponenti, palchi, illuminazione… ma ciò non
comporta gravi problemi, la struttura è più idonea a accogliere eventi di tal genere.
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Filmati
1) filmato datato di ricostruzione fatto per una mostra -> filmato animato
2) filmato di circa 10 anni fa, fatto per sostenere l’ipotesi di fare una mostra archeologica in
Cina, costruito un filmato che illustrasse quali potevano essere i punti forti di una
valorizzazione del panorama archeologico Veneto in Cina
1) filmato di costruzione animata per una mostra, in parte destinato ai bambini. Ma vi sono
aspetti non positivi nella ricostruzione che ad oggi sarebbe molto più raffinata
2) prende differenti pezzi
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I filmati hanno obiettivi differenti, volti a differenti forme di comunicazione, non al passo
col consumo audio-video attuale. Ciò fa riflettere sul fatto che ciò che oggi si produce dura
poco, rinnovo quasi continuo di ciò che si fa. Dietro questi prodotti vi è un impegno
economico -> aspetto che diviene frenante. Ad oggi nella pubblica amministrazione non vi
sono persone tecniche informatiche che creano forme di comunicazione tale, ciò non fa
parte del personale dei musei. Quindi musei civici o nazionali appaltano all’esterno ma le
ditte chiedono molti soldi. Problema qual è? Se devo mettere in campo una certa cifra
perchè poi diviene obsoleta -> vi saranno delle sfasature. Chi mi garantisce che avrò ancora
disponibilità tra due anni per rinnovare tale tipo di valorizzazione- comunicazione. Questa
forma non rientra nei canoni di efficacia e efficienza richiesti dalla Corte dei Conti -> tre
criteri di gestione
- Efficacia
- Efficenza
- Economicità (scelta economicamente più favorevole)
Se le iniziative rapidamente divengono obsolete rischiano di non rientrare nel parametro di
economicità.
Su ciò vi è la necessità di individuare strategie. Necessità di calibrare benefici / sacrifici in
modo tale da mantenere l’equilibrio.
Momento drammatico di chiusura anche per i musei. Il museo senza i suoi visitatori non
vive. Musei con programmi completi con necessità di disdire improvvisamente nel 2020.
Avevano del personale che lavorava in smart e doveva fare qualcosa, ma cosa facevano?
Alcuni musei hanno progettato attività alternative online -> la crisi è stato un momento di
riflessione e rinnovamento, spinta a reagire fuori dalla comfort zone. Vi è stato un
proliferare di una comunicazione ch esisteva ma non in queste forme.
Il polo regionale del Veneto nel 2020 ha diffuso alcuni #Museo dal Divano #Museo a
portata di link -> argomenti brevi che approfondivano singoli temi dei rispettivi musei Es
Adria vetro -> presentazioni fruite da casa non troppo lunghe, registrate e pubblicate sui
social.
# Adria Ricomincia da Te a chi entrava in relazione col museo veniva offerta una
visita guidata al momento della ripresa (paura del non ritorno dei visitatori dopo la
riapertura).
Forme di attività online che possono creare una forma di fidelizzazione persona che
si abitui a gestire un rapporto col museo (guardare video spesso..)
Anche Este ha aderito # Museo dal divano.
Archeologia sperimentale attrae molto-> Es. Villa Giulia
Etruchannel-> Filmato sulle azioni di restauro, approfondimenti sui monumenti
etruschi esposti a Villa Giulia e vi sono dei collegamenti col mondo italico in
generale, senso di archeologia più ampio.
Villa Giulia, museo nato per i reperti etruschi dell’alto Lazio ha fatto un passo in più
TULAR (confine) RASANAL ETRUSCHI (etruschi senza confini) idea alternativa,
ipotizzata una convenzione che singoli musei nazionali o civici di italia che abbiano
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reperti della fase etrusco-italica possono mettere in atto per collegarsi al museo di
Villa Giulia - Valentino Nizzo direttore del museo.
Si vogliono togliere i confini, sottolineando il legame col museo principale legato a
questo tipo di cultura in italia. Convenzione fa si che i musei o enti che stipulano la
convenzione di villa giulia usufruendo della pubblicità di villa giulia e usufruiscano
di forme scontate sui biglietti - legame amministrativo e di comunicazione stretta tra
V Giulia e i musei convenzionati -> idea molto importante perchè molti piccoli musei
si stanno unendo.
Altra proposta visionario è il MuCEB - il museo di Bugliano, luogo e museo che non
esistono ma vi sono moltissimi post di azioni di questo museo che mette insieme
situazioni apparentemente improbabile, dubbio tra realtà e finzione. Il comune di
Bugliano è una community nata per fare ironia su alcune posizioni talvolta troppo
autoreferenziali dei musei, anche ciò diventa una forma di comunicazione. Valentino
Nizzo esiste! È il direttore di villa Giulia, ha creato il museo etrusco di Bugliano per
una denuncia del al sistema museale italiano che non è ancora riuscito non è ancora
riuscito a creare una presenza digitale coerente.
Critiche agli eventi a museo senza una logica razionale con ciò che è il patrimonio
(Es. pilates al museo Egizio di Torino). Nizzo propone quindi una provocazione.
Attività provocatoria che provoca una reazione. Chi lavora in un museo non può dare
nulla per scontato.
Flipped -classroom
Riflessioni sul senso del patrimonio mondiale, e sulla sua appartenenza e pertinenza
nel XXI secolo - Christelline Greco -Le memorie del futuro , Torino 2021
Capitolo III da p. 51 a p. 79
Questo capitolo del volume, nei paragrafi selezionati, aiuta a riflettere su tematiche
trasversali, ma particolarmente coerenti con le caratteristiche del patrimonio
archeologico, preso più volte ad esempio.
Il complesso rapporto tra le istituzioni nazionali e politiche che dovrebbero gestire a livello
mondiale il patrimonio archeologico del passato e le organizzazioni nazionali e
sovranazionali porta a riflettere sulla opportunità o meno di dilatare la relazione tra bene
archeologico e contesto.
Vi sono luoghi in cui i beni non sarebbero conservati al sicuro, è giusto o corretto
estrapolarli? Se ne garantisce davvero la conservazione, non solo del bene in sé, ma del suo
significato profondo?
In che modo i musei hanno a che vedere con le identità nazionali? Esiste un valore
sovranazionale?
Queste alcune delle problematiche affrontate nelle pagine che sono state selezionate,
domane alle quali gli autori non forniscono una risposta, ma una impostazione problematica
che aiuti a proseguire in una riflessione costruttiva.
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AREE ARCHEOLOGICHE
Per illustrare l'argomento delle aree archeologiche, da rinvenimento e in seguito dalla
loro organizzazione alla gestione e valorizzazione, troverete una intervista al prof.
Jacopo Bonetto che dirige gli scavi nell'area archeologica di Nora e illustra le
problematiche che si incontrano dalle fasi del rinvenimento e dei primi contatti con le
realtà locali fino alle problematiche generali di gestione e valorizzazione. In seguito
trovate alcuni filmati ambientati nelle aree archeologiche di Montegrotto Terme
(PD), nell'area dell'antico centro termale di epoca romana, dove la dottoressa
Marianna Bressan, ora Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Altino, ci
illustra diverse tematiche.
La dottoressa Marianna Bressan ha avuto la responsabilità delle aree archeologiche del
territorio e in questa chiave ci illustra le caratteristiche e le problematiche, rispondendo alle
domande: come e perché nasce un'area archeologica, quali sono i problemi della gestione
(dal restauro alla manutenzione), quali attività ed iniziative si possono organizzare.
Archeomusei - Tinè + 1/2 esempi di musei che abbiano avuto ristrutturazione parziale o
totale
Standard museali Aurora di Mauro e altra cosa a piacimento dello stesso volume
Volumi su attività didattiche o di divulgazione, oltre il silenzio delle cose, altri 2/3 interventi
studiati dalla bibliografia esposta.
Discussione testi flipper classroom - applicare a esperienze personali.
Struttura normativa dei musei- riferimenti, suddivisione e organizzazione musei nazionali e
musei civici.
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Oderzo situazione differente, luogo sperimentale nel veneto per gestione e organizzazione
aree archeologiche, che sono vecchie. Creata una sorta di mappa, molte aree visitabili
girando per la strada, per questo creata una mappa che propone un percorso e nell’ipotesi
migliore vorrebbe vedere la mappa collegata al museo civico di Oderzo, creando un
incontro tematico dialettico, nel museo esposti rinvenimenti delle aree. Prima città del
veneto, fine anni ’70 il comune in collab con sovrintendenza predisponeva che tutti gli
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interventi edilizi nel centro storico preceduti dal controllo archeologico, molto si è salvato e
in circa 10 anni si è riusciti a mettere in piedi un sistema di ricostruzione dell’Oderzo
romana -> passo successivo costruire il percorso guidato delle aree archeologiche ognuna
con sua soluzione per valorizzazione e manutenzione.
Via dei mosaici restaurato, restati al loro posto ma coperti con coperture per proteggerli
dalle intemperie. Davanti al mosaico ci è un supporto piramidale che sorregge dei pannelli
che mostrano dove vi è nel percorso complessivo (contesto) e dettagliato il rinvenimento
specifico (dettaglio). Strutture omogenee nella città.
Area del foro parzialmente visibile dall’alto e in parte conservata sotto alcuni condomini
costruiti cercando di interagire in modo proficuo, mostrare lastricato del foro; sia nei pressi
del foro la vista della domus che si infila sotto i condomini, tutto visibile da sorte di spalti
dall’alto affacciandosi sulla piazza o più da vicino con visita guidata. Sinergia tra
archeologici e architetti che ha portato a soluzioni all’avanguardia, anni ’80.
Tipo di soluzione che necessita grande manutenzione, dato che le aree rimangono a vista
devono essere protette dal freddo, sporcizia -> costo.
Ultimo angolo di visione del foro non su condomini/piazza ma su una parte che contiene
l’angolo è visibile da un altro punto della città in parte monumentalizzato con una piramide
che si può attraversare con una passerella, soluzione efficace per non perdere effetto visivo
angolato del foro e suo lastricato.
Soluzione diversa per un passaggio che unisce le due piazze, coperto con dei vetri,
camminamento precedente a vista ma veniva sporcato eccessivamente. Il vetro in parte
allontana la visione della strada ma la tutelano meglio, scelta obbligata dalla situazione.
Concordia sagittaria area archeo romana e parte della via annia e monumentalizzazione
paleocristiana è tutto sotto il piazzale e basilica attuale, complessissima gestione e
articolazione che ha dovuto avvalersi di soluzioni avanzate ingegneristicamente.
Concordia esempio di città ove le aree archeo vanno inserite in un percorso logico per
ricostruzione città romana, problema di alluvionamento.
Importante struttura parte sepolta sotto basilica. Presenza strutture murarie tardoantiche e
romane. Oggi si entra a livello della piazza, con scale si scende entrando in una sorta di
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vano antistante della basilica tardoantica, visibili mosaici, si esce nell’area esterna e se si
esce dall’altro lato si entra in un tratto della via Annia basalto. Area archeo complessa per
articolazione cronologica e difficoltà di mantenere spazi coperti e aperti al di sotto del
duomo attuale. Doppie colonne che reggono pavimento basilica sovrastante, scelta diversa a
feltre che ha pilastri di grande diametro ma pochi mentre qui scelta contraria poco invadenti
ma molti. Forme di studio particolare, necessario rispondere a criteri antisismici.
Altre problematiche per aree archeologiche all’aperto, alcune copribili e altre no.
Anfiteatro giardini dell’arena di Padova, restaurato recentemente.
La zona dei giardini ha risentito di una fortuna/ sfortuna, ovvero essere i giardini della
Cappella degli Scrovegni che ha attratto l’attenzione su di sé, facendo perdere d’interesse i
resti monumentali nel giardino, resti dell’arena, anfiteatro dell’epoca romana. Negli ultimi
anni però si è assistito a un restauro accurato e in estate è sfruttata per il cinema all’aperto, è
quindi resa fruibile, creando consapevolezza di quello che resta della Padova romana (pochi
resti).
Ci sono punti archeologici che possono divenire punti di interesse con esigenze, necessità e
caratteristiche differenti.
contenimento per marginare l’area rispetto alla strada. Muro incombente rispetto le
sepolture calcaree, quindi si è deciso di riprodurre copie dei corredi da inserire nelle cassette
e inserire nel muro di contenimento la sezione stratigrafica delle strutture che si
affacciavano sulla parete poi coperta dal muro, riprodotta così come individuata durante lo
scavo, ricostruire il contesto archeologico del sito.
Arena di Verona
Non vi è solo l’arena ma anche edifici storici come Corte sgarzerie, ma aree archeo di
Verona difficili da capire perchè sotto gli edifici attuali si è individuato il foro. Ci sono
quindi lacerti strutturali visibili solo sotto alcuni edifici che vanno ricomposti in una visione
generale. Difficoltà a ricondurre i resti alla monumentali che occupava l’intero quartiere.
Necessario accompagnare il visitatore attraverso ricostruzioni es tridimensionali o meno.
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Attività nelle aree di Montegrotto con particolare attenzione alla sicurezza, predisporre
particolare attenzione nei percorsi delle aree archeologiche.
Quando vi sono situazioni ben poco conservate importante è la ricostruzione 3D, ad oggi
forme di ricostruzioni immersive.
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Mostra fotografica -> portare nell’area archeo delle piccole storie di persone, fotografie
raccontate da degli attori.
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