Sei sulla pagina 1di 53

LINEAMENTI DI MUSEOLOGIA ARCHEOLOGICA

Aspetti normativi - temi della riforma Franceschini del 2014


Riforma Franceschini del ministero dei BC 2014- funziona/non funziona ?

Mando esercizi 10 giorni prima dell’appello.


Bibliografia:
- sviluppare un interesse specifico
Libri
Volume Colpo a d1i mauro standard nazionali (aurora di mauro- interagito con ministero Bc quando tra 2004-9 si è
occupata della redazione di alcuni standard, ci si è chiesti cosa si potesse definire come museo oltre alla definizione
ICOM e quella del Codice, ma dal punto di vista di standard che la struttura deve garantire- hanno partecipato anche
le regioni e comuni (musei regionali e civici) e stato musei nazionali- documento standard nazionali - alla fine fatto un
convegno a padova nel 2010 che indaga la problematica, quali sono gli standard dei musei (orari, conservazione, chi
controlla attività didattiche), cosa deve offrire? - queste cose messe in una cornice istituzionale).
- oltre il silenzio delle cose (giornate di studio organizzate da regione veneto, problematiche della didattica museale)
- Archeomusei indispensabile musei archeologici in Italia 2001-2011 - quali musei archeologici hanno subito un
parziale o totale riallestimento e quali sono state le scelte architettoniche, importanti legate all’edificio e anche alla
comunicazione per ottenere una comunicazione efficace - convegno nati nel 2001-11, museo di Adria costruito per
essere un museo, non riusato un edificio presente, museo con caratteristiche per essere tale. Scelgo 2 musei, due
istituzioni che mi incuriosiscono e la mia esperienza.
- Archeostorie un magasine c dal maso e F riparti si concentra sulle caratteristiche della comunicazione online
Scelgo 1
- Uno dei due articoli De Pascalis (importanza di chi fa comunicazione- problema comunicazione museale delle
guide turistiche preparazione totalizzante e chi sostiene che sia più importante una formazione settoriale)
- Silvia Roman rapporto passato presente e di come si possa sottolineare
- Le metafore della didascalia (come si deve fare, come non si deve fare, verso dove andiamo quali sono le
prospettive delle didascalie, abolire la didascalia o mantenerle e ampliarne la struttura e portata) - cerco in BAUM
- Le memorie del futuro. Musei e ricerca (pone in rapporto il problema di museo come entità statica e con una
dinamica profonda, rapporto entità del patrimonio e cosa siano oggi i musei in rete e necessità di fare rete.

L1

La normativa: una stagione di cambiamento


Riforma Franceschini del ministero dei BC 2014 - cosa c’era prima e com’era la
struttura, com’è diventata adesso.
Struttura che governa le politiche e ordinamento museale, se da utente non so come
funziona il museo dal punto amministrativo, gestionale e istituzionale posso individuare
cose di cui non capisco la motivazione.

DECRETO LEGISLATIVO 22 gennaio 2004, n. 42


Codice dei beni culturali e del paesaggio
Costituzione Art 9 / Riforma del titolo V della costituzione: art. 117 e 118- riparto delle
competenze (da materie generali residuali spettanti allo stato si sposta alle regioni) ->
principio di sussidiarietà verticale(ente più vicino al cittadino)/orizzontale(pubblico-
privato)
Art 9 della costituzione
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione

Andamento e funzionamento dei musei, i BC sono tutelati dall’Art 9 della costituzione e


dopo la riforma degli anni 90 del decreto legislativo 112/1998 (attuazione della legge
1

delega Bassanini- che poi porta alla modifica del titolo V- ampliamento competenze) che
esprimono le competenze (avviene una prima distinzione tra tutela in capo allo stato,
definire chi tra stato e regioni dovesse fare cosa. Per la prima volta vi è un distacco, la
tutela e la protezione/conservazione del bene restano di competenza statale (divieti
Art20, autorizzazioni Art21) ciò che riguarda la valorizzazione è competenza concorrente
tra stato e regioni (principi in capo allo stato, materia nel dettaglio alle regioni- salvo
principio di titolarità-disponibilità). Prima normativa che ha provato a scindere tutela e
valorizzazione: tutela più importante rispetto la valorizzazione, ma si è introdotta l’idea che
i due aspetti possano viaggiare in binari diversi.

Legge sui BC 1990 - decreto legislativo del 1990 emanato un testo unico (Testo unico
delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali che riuniva tutto quello
che si era assommato dal 39-99)

cambiamento nel 2004, decreto legislativo n.42 - il codice dei BC

1939 legge n.1089


Art 1 TUTELA DELLE COSE D'INTERESSE ARTISTICO O STORICO

Sono soggette alla presente legge le cose, immobili e mobili, che presentano interesse
artistico, storico, archeologico o etnografico, compresi:
a) le cose che interessano la paleontologia, la preistoria e le primitive civilt ;
b) le cose d'interesse numismatico;
c) i manoscritti, gli autografi, i carteggi, i documenti notevoli, gli incunaboli, nonch i libri,
le stampe e le incisioni aventi carattere di rarit e di pregio.
Vi sono pure compresi le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico.
Non sono soggette alla disciplina della presente legge le opere di autori viventi o la cui
esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni.

D.Lgs. 31-03-1998, n. 112 - Conferimento di funzioni amministrative alle regioni e agli


enti locali. Dividiamo le funzioni amministrative tra regioni, stato e enti locali. Secondo il
Principio di sussidiarietà
Lo stato e le regioni devono decidere quali istituti della cultura e beni, possono passare dalla
competenza statale a quella regionale, provinciale o comunale. Lo stato non riesce a gestire
tutto il patrimonio- divisione delle competenze. Ma dal 98 nulla di ciò è realmente
accaduto, all’inizio ognuno voleva qualcosa ma vedendo i costi di gestione si sono tirati
indietro. Lo stato ha cercato di conferire ad altri istituti la gestione dei musei ma questo
piano nel 98 è fallito, di fatto non ci sono stati grandi passaggi, lo stato ha tenuto il
patrimonio statale e gli altri enti il resto -> la modifica avverrà poi riguardo il titolo V

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI Atto di indirizzo sui criteri


tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei
D. Lgs. n.112/98 art. 150 comma 6




Il ministero dei BC ha pubblicato anche un atto di indirizzo, grande lavoro per definire i
criteri tecnico scientifici di gestione delle attività museali, parte integrante del decreto
legislativo.
Costituzione italiana riforma, modifica del titolo V
Le attività concernenti i Beni Culturali sono suddivise in due grandi categorie: divisione
per materia:
la tutela e la valorizzazione obiettivi primari
al fine di suddividere le competenze tra Stato ed Enti Locali (Riforma Titolo V della
Costituzione, in particolare Art. 117 e 118

- LA TUTELA: Competenza Statale - tutela nel senso di protezione e conservazione


integrità del bene materiale e giuridica.
- LA VALORIZZAZIONE: nozione recente contenuta nella L. 310/1964 che istituì la
commissione Franceschini (commissione di indagine per la tutela e la
valorizzazione delle cose di interesse storico-artistico e archeologico) può essere
competenza degli enti regionali e privati. Valorizzazione soggetta a collaborazione
pubblico-privato.

Art 3 codice dei BC n 42 2004 - La TUTELA (protezione e conservazione) e all’Art. 6


VALORIZZAZIONE (promozione della conoscenza- fruizione) da attuarsi in forme
compatibili con la tutela.

Decreto legislativo n42. 2004 codice dei beni culturali


ART 3 tutela del patrimonio culturale comma 1 e 2
Art 6 comma 1 valorizzazione del patrimonio culturale + Comma 2 e punto 3

ARTICOLO 101: ISTITUZIONI E LUOGHI DELLA CULTURA


1. Ai fini del presente codice sono istituti e luoghi della cultura i musei, le biblioteche e gli
archivi, le aree e i parchi archeologici, i complessi monumentali.

2. Si intende per:
a) “museo”, una struttura permanente che acquisisce, cataloga,
conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di
studio;
d) “area archeologica”, un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di
manufatti o strutture preistorici o di età antica;
e) “parco archeologico”, un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze
archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato
come museo all'aperto;
f) “complesso monumentale”, un insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati
anche in epoche diverse, che con il tempo hanno acquisito, come insieme, una autonoma
rilevanza artistica, storica o etnoantropologica.

3. Gli istituti ed i luoghi di cui al comma 1 che appartengono a soggetti pubblici sono
destinati alla pubblica fruizione ed espletano un servizio pubblico.
3



4. Le strutture espositive e di consultazione nonché i luoghi di cui al comma 1 che


appartengono a soggetti privati e sono aperti al pubblico espletano un servizio privato di
utilità sociale.

Prime definizioni di museo

E di area archeologica e parco archeologico.


A livello di comunicazione e valorizzazione archeologica ho 3 punti d’interesse:
- le aree archeologiche
- museo
- parco archeologico
se queste funzionassero insieme si dotterebbe in una condizione eccelsa per la gestione.

Definizione dell’ICOM di museo elaborata nel 2007 conferenza internazionale in Austria


“Il Museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro, al servizio della società e del
suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali e
immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e
specificamente le espone per scopi di studio, istruzione e diletto”

Prima definizione dove entra il concetto di diletto, non solo studio ma vi è anche il
divertimento da considerare nella comunicazione museale.

Definizione proposta dall’Italia nella conferenza Internazionale di Tokyo


nuova definizione di museo- virata sull’accessibilità non solo fisica ma anche di
comunicazione. Innescare una rete di relazioni- definizione non accettata dall’ICOM

Il Museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, accessibile, che opera in un


sistema di relazioni al servizio della società e del suo sviluppo sostenibile. Effettua ricerche
sulle testimonianze dell’umanità e dei suoi paesaggi culturali, le acquisisce, le conserva,
le comunica e le espone per promuovere la conoscenza, il pensiero critico, la
partecipazione e il benessere della comunità.

ICOM Praga 2022 ha portato alla definizione attuale

Il Museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che
effettua ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio materiale e
immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la
sostenibilità. Operano e comunicano eticamente e professionalmente e con la
partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il
piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze.

Permanente è un concetto importante - viene ripresa un’attività legata a periodi più


antichi (collezionare) si passa ad una condizione plurale di musei aperti al pubblico,

accessibili. Entrano in gioco fattori nuovi come la sostenibilità, la partecipazione delle


comunità (public history, racconto).

In Italia la situazione è differente rispetto al resto del mondo e dobbiamo chiederci che
tipologie di musei ci sono:
2014 "Organizzazione e funzionamento dei musei statali"

- musei nazionali, interessati fortemente dalla riforma Franceschini e fanno capo al


ministero dei BC. Si è tornati indietro, le sovrintendenze sono ora di belle arti e
archeologia, prima vi era una sovrintendenza per ogni istituzione. Il concetto di belle arti
esclude. Conseguenza della riforma. Archeologia ha subito molto da questa riforma.

- Musei civici - rispondono al comune


- Musei provinciali - provincia (parzialmente abolite, in un momento questi musei si sono
trovati senza governo, oggi presi in carico dalle regioni, assorbendo le attività provinciali
negli uffici delle regioni)
- Musei privati e musei di fondazione - si muovono dal punto di vista informativo con
delle leggi del privato non del pubblico

Cosa comporta questa articolazione museale? - riforma Franceschini


- il non avere un orario di apertura univoco, nemmeno per i musei Nazionali, non si è
arrivati a uniformare gli orari d’apertura.

In veneto abbiamo 13 musei nazionali e circa 300 tra musei civici-provinciali, coordinati da
un ufficio della regione veneto - dimensione del patrimonio difficile da gestire e
regolamentare.
Nel 2016 dopo la riforma
Con il DM 43 del 23 gennaio 2016, sono in vigore le modifiche al decreto 23 dicembre
2014, recante "Organizzazione e funzionamento dei musei statali", con il quale, all’art.
7, si istituisce il - sistema museale nazionale –
finalizzato alla messa in rete dei musei italiani e alla integrazione dei servizi e delle
attività museali.
Questo decreto ha la capacità di istituire un sistema museale nazionale (con orari
uniformi) vuol dire che il ministero ovvero lo stato si prende il compito di coordinare
tutti i musei italiani non solo nazionali ma anche civici e provinciali, ci sono state
resistenze da parte degli enti locali che hanno visto questo un atto vincolante alle loro
competenze.
Nella costituzione art 117 118 titolo V che dice che le attività di valorizzazione possono
essere anche di competenza regionale, comunale e provinciale.
Il ministero si è mosso per coordinare tutti i beni italiani, azione cominciata nel 2016 ad
oggi non è conclusa.

Cambiamenti susseguiti da questa stagione: Riforma Franceschini


Articolazione del MIBACT quando era ministero dei beni e le attività culturali e del
turismo.
5

Prima della riforma Franceschini:


3 direzioni generali - 3 direzioni regionali - 3 gruppi di soprintendenze
Le Sovrintendenze erano singole, al loro interno gestivano grandi contesti architettonici,
storico-artistici e musei archeologici, legame diretto col bene consentiva uno scambio in
tempo reale tra i rinvenimenti tutelati dalla soprintendenza (ritrovamenti archeologici) e
esposizioni museali. Legame stretto tra sovrintendenze e musei parte di essi avevano un
continuo ricambio delle esposizioni, vivevano in connessione stretta col territorio, visti dalle
persone dei territori come punto dove potevi depositare il bene ritrovato, potevi portarlo
al museo.
> Oggi non puoi perchè il museo non fa più capo alla soprintendenza, cambiamento dal
punto amministrativo - problema innescato

Articolazione del Ministero dei BC attuale:

Oggi abbiamo 1 ministero


1 direzione generale- 1 soprintendenza unica e
1 direzione generale musei (30 musei autonomi e 400 nazionali) Questa riforma è riuscita
a fare ciò che prima non si è riusciti a fare, i musei che mi rendono qualcosa diventano
autonomi, gli altri li tengo in un coordinamento senza che abbiano uno statuto di
autonomia. La riforma non ha dato autonomia amministrativa ai musei, ma l’ha data al 10%
dei musei nazionali che già avevano un introito maggiore, non ha sollevato quei luoghi della
cultura che ne avevano bisogno ma quelli che potevano già stare in piedi, operazione
propagandata in un modo e di fatto gestita in un altro. I direttori dei musei non autonomi
non hanno autonomia di spesa
Es. non può cambiare autonomamente le lampadine ma deve fare una procedura formale per
chiedere il cambio.
6

Riforma che ha posto la questione della gestione museale e ha nascosto la realtà che lo stato
non riesce a dare autonomia a tutti i musei, troppi musei non starebbero in piedi e lo stato
non potrebbe sostenerli tutti - l’alternativa sarebbe chiuderli o affrontare la problematica in
modo differente.

- per i musei archeologici, slegarli dalle sovrintendenze, hanno inchiodato i


ritrovamenti, non si può cambiare allestimento. E il problema dell’autonomia,
problema di gestione non è stato risolto, inoltre i sovrintendenti con formazione
archeologica sono pochi, nessuna sovrintendenza assume una tutela corretta, in quanto
un dirigente con competenze archeologiche è raro.
Veneto solo 1 museo autonomo: Le gallerie dell’accademia di Venezia
Nei casi di autonomia il direttore è equiparato a un dirigente che ha capacità di spesa,
ha un consiglio di amministrazione CDA, comitato scientifico e personale per la gestione.
Veneto con patrimonio archeologico molto ricco.

Funzione sociale ed etica dei musei


Tunisi- Museo del Bardo
Si tratta del più importante museo tunisino e allo stesso tempo del più antico museo del
mondo arabo - fine ‘800. L’esposizione si suddivide in 34 sale coinvolgendo non solo le
pareti ma anche i pavimenti e i soffitti.
È diventato un esempio di come questi eventi e quindi l’interfaccia che il museo può
presentare alla comunità (museo di mosaici) rappresenta oggi un polo importante nel
rapporto che il museo ha con la sua storia, la società - bandiere di paesi coinvolti e una
memoria, questo museo cerca di creare un momento di riflessione su come il museo
agisce sulla società, e può divenire un punto da colpire > Attentato del 2015 - collezioni di
mosaici antichi e arte islamica. È diventato una sorta di casa dei mosaici (a parete).
Esempio per riflettere su una funzione del museo non solo di comunicazione degli
elementi esposti dentro ma è di più per la società - memoria.

Tipologie di musei:
- Musei Nazionali Archeologici
- Musei Archeologici Nazionali di dimensioni medie piccole
- Musei Civici Archeologici e/o misti
- Aree Archeologiche
Sottolineando le differenze amministrative e gestionali di questi.
Reti museali oggi, coinvolgono soprattutto piccoli musei di piccoli comuni (patrimonio
italiano, molti musei nati dopo l’unità d’Italia per salvaguardare l’identità locale) che
farebbero fatica a sopravvivere se non in una rete collaborativa = più musei si uniscono
per mettere insieme risorse e offrire una gestione efficace.
I musei e le aree archeologiche hanno problematiche differenti che è quello della
sicurezza : elemento che non rende facile la gestione. Soprattutto i musei non autonomi di
fronte a situazioni non sicure non possono intervenire, non hanno di possibilità spesa,
non è possibile l’intervento immediato, rendendo il direttore responsabile, non è coperto
dalla sua amministrazione se il visitatore si fa male. Il livello di rischio quindi non è
commisurato agli strumenti che l’amministrazione offre per evitare questo rischio,
soprattutto nelle aree archeologiche. Tutte le attività possibili in un’area archeologica
sono difficoltose per chi le organizza. Possibilità di organizzare eventi nelle aree stesse,
problemi di tutela del bene, di copertura e sicurezza ecc..

L2 online

Commento al codice dei Beni Culturali. Decreto legislativo n.42 2004 con modificazioni
del 2008
Art 101
Nel codice sono istituiti e definiti i luoghi della cultura: musei, parchi e aree archeologiche,
biblioteche, archivi e complessi monumentali. Ciò mancava nella legge del 1089 del 1939
rimasta in vigore fino al 1999 che non aveva modificazioni radicali presenti nel codice del
2004.
Art 101
Comma 1 punto a)
Si intende per «museo», una struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva,
ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio
La struttura del museo dev’essere permanente non temporanea altrimenti avremo
un’esposizione. Il museo acquisisce (viene in possesso di, attraverso il mercato dell’arte e
per quelli archeologici attraverso la ricerca o donazioni), conserva (talvolta migliora),
ordina (approfondimento conoscenza per dare un ordine logico) e espone (mette i beni in
una condizione di essere visti, prevedendo una loro temporaneità di esposizione).
Le finalità:
- educazione (finalità sociale)
- Studio (approfondimento)

Aree archeologiche Comma 2 punto d)


«area archeologica», un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di
manufatti o strutture preistorici o di età antica
8

Nel nuovo intendimento del legislatore e ministero è quell’area che ha anche un deposito,
integrante del bene archeologico anche gli strati che conservano il bene, importante perchè
in questa legislazione integriamo quei depositi che presentano tracce in negativo, parte del
patrimonio archeologico.

Parco archeologico comma 1 punto e)


«parco archeologico», un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze
archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato
come museo all'aperto
più complesso, è un ambito territoriale, più ampio di un’area, è attrezzato come un museo
all’aperto. Devono preesistere i valori archeologici, storici, artistici e ambientali per far
si che venga poi organizzato come un museo all’aperto.

Comma 3
Luoghi destinati alla pubblica fruizione, soggetti alla normativa dei servizi pubblici.
Comma 4
Questo servizio di utilità sociale è proprio anche di quei luoghi, istituti che pur apparteniti a
soggetti privati risultano aperti al pubblico.

Decreto ministeriale del 2014 organizzazione e funzionamento dei musei


statali- riforma Franceschini che ha coinvolto il ministero dei BC e in particolare
l’organizzazione dei musei (Standard dei musei)

Art 1
Definizione e missione del museo
1° Comma.
Il museo e' una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al
servizio della societa' e del suo sviluppo. E' aperto al pubblico e
compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e
immateriali dell'umanita' e del suo ambiente; le acquisisce, le
conserva, le comunica e le espone a fini di studio, educazione e
diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la
comunita' scientifica.

Definizione di museo parzialmente diversa da quella del codice dei BC, ed è una definizione
più articolata e inculcata sulla definizione dell’ICOM. Istituzione permanente anche qui,
non c’è scopo di lucro, è al servizio della società, è aperto al pubblico, compie ricerche
sulle testimonianze dell’umanità sia materiali che immateriali > si apre l’ampia gamma
di tutti quei beni di cui non possiamo disconoscere il valore artistico ma non sono beni
materiali, che fanno comunque gran parte dell’arricchimento culturale di vari popoli. Si
rimarca il fatto che i musei possono acquisire, conservare, ma anche comunicare ed
esporre a fini di studio, educazione e diletto > (predisposto anche per lo svago, forme di
conoscenza non necessariamente accademiche, forme più leggere di conoscenza-

conoscenza che riguarda il pubblico nella più larga accezione ma la comunità scientifica
resta sempre comunque un riferimento.)

2° comma.
In attuazione dell'art. 9 della Costituzione, l'attivita' dei
musei statali e' diretta alla tutela del patrimonio culturale e alla
promozione dello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e
tecnica. Essa e' ispirata ai principi di imparzialita', buon
andamento, trasparenza, pubblicita' e responsabilita' di rendiconto
(accountability). Ai sensi dell'art. 101, comma 3, del Codice, i
musei statali espletano un servizio pubblico.

I musei statali devono tutelare il patrimonio culturale oltre che promuovere lo sviluppo della
cultura e ricerca, si richiama la parte del codice legato alla tutela e non esclusivamente della
valorizzazione. Questi effettuano un servizio pubblico, riferimento al codice.

3° Comma.
I musei statali sono dotati di autonomia tecnico-scientifica e
svolgono funzioni di tutela e valorizzazione delle raccolte in loro
consegna, assicurandone e promuovendone la pubblica fruizione. I
musei statali sono dotati di un proprio statuto e di un bilancio e
possono sottoscrivere, anche per fini di didattica, convenzioni con
enti pubblici e istituti di studio e ricerca. Il servizio pubblico di
fruizione erogato dai musei statali e i relativi standard sono
definiti e resi pubblici attraverso la Carta dei servizi.

Assicurano la conoscenza delle collezioni loro affidate.


I musei statali sono dotati di autonomia speciale, tecnico-scientifica, hanno un proprio
statuto e bilancio, non tutti sono così, solo quelli inseriti in questo comma

Comma 4.
I musei statali non dotati di autonomia speciale e non elencati
nell'Allegato 2 del presente decreto afferiscono al Polo museale
della rispettiva Regione, nell'ambito del quale, ai sensi dell'art.
35 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto
2014, n. 171, il direttore definisce strategie e obiettivi comuni di
valorizzazione, orari di apertura e tariffe volti ad assicurare la
piu' ampia fruizione del patrimonio culturale.

Ci sono musei dotati di autonomia e altri non dotati di autonomia, ciò stabilisce una
gerarchia. I musei che hanno autonomia hanno un bilancio, diversamente il bilancio per
chi non è dotato da autonomia è quello relativo al polo museale di riferimento.
Gli articoli successivi riguardano lo statuto che dichiara la missione, gli obiettivi
l’organizzazione, elaborato in coerenza con l’atto di indirizzo su criteri tecnico scientifici e
standard di sviluppo dei musei - varato col decreto ministeriale del 2001.
10

Attenzione sull’ Art 4 - organizzazione


Nell’amministrazione dei musei statali dovrebbe essere assicurata la presenza delle seguente
aree funzionali, assegnate a una o più persone -> da a - e vi sono almeno 5 persone che si
occupano di diversi livelli di interesse:
- a) Direzione (come regia, coordinamento generale)
- b) Cura e direzione delle collezioni> Curatore scientifico (curatore archeologo,
attinenza ai musei ove ci si torva)
- c) Marketing (interfaccia con l’esterno public relationship), Fundrasing (ricerca di fondi)
- d) Amministrazione, finanza e gestione delle risorse umane, organizzazione personale
- e) Strutture-allestimenti-sicurezza > Persona tecnica come un architetto, persona con
competenze specifiche per custodire e garantire in sicurezza (normativa sulla sicurezza in
Italia molto stringente) che si occupi delle strutture, del loro mantenimento,
miglioramento, rinnovare gli allestimenti e garantire che tutto ciò sia svolto in sicurezza.
-> seguire le norme della sicurezza del decreto legislativo n.82 del 2008 -> ciò non è
semplice, necessaria una persona destinata.
Il direttore del museo dovrebbe essere il regista di tutte queste attività e responsabile della
gestione generale del museo come detto al Comma 2. In un museo vi dev’essere un:
- progetto culturale: chiara direttrice della mission (obiettivo) nello sviluppo culturale,
restituzione al pubblico, ma anche
- Progetto scientifico: approfondimento della ricerca previsto nella stessa definizione di
museo.
Questa legge sottolineata come organizzazione è importante - la collego all’esercitazione

L3

Musei nazionali, Civici, Fondazioni, Reti Museali, Aree e Parchi Archeologici

Roma, Museo di Palazzo Massimo


Museo Nazionale Romano, rappresenta l’archeologia solo della città di Roma. Buon
esempio di utilizzo di un edificio storico, è un palazzo 800esco. Ha un ampio accesso
(vicinanza alla stazione), fruibilità molto semplice, ha una collezione di archeologia
classica. Appena venne costruito fungeva da residenza, nel 1960 diventò un collegio, una
scuola con le aule e successivamente acquistato dallo stato italiano per destinarlo alla
valorizzazione del museo archeologico di roma > inaugurato nel 1998.
Oltre a rappresentare un esempio di edificio storico adibito a museo, inoltre offre lo spunto
per parlare della carta della qualità dei servizi: documento che ogni museo dovrebbe
avere, è un documento parte di tutte le istituzioni pubbliche e private che hanno un pubblico
(istituti museali come studio medico) uno dei primi riferimenti che miravano a far si che
l’amministrazione avesse col pubblico un rapporto di trasparenza (conoscere i servizi) e
uguaglianza e imparzialità (uguale trattamento a tutti i cittadini). Sono state incentrate
sulla sfera che riguarda la certificazione di qualità, gli istituti che certificano la qualità, vi
sono delle agenzie qualificate che la giustificano secondo le corrette procedure- non sulla
base del contenuto ma sulla base della forma. Tra queste la carta della qualità dei servizi che
mira a stabilire un patto tra l’utente e chi eroga il servizio > comunicazione e di
11

informazione che permette loro di conoscere i servizi offerti, le modalità e gli standard
promessi, di verificare che gli impegni assunti siano rispettati, di esprimere le proprie
valutazioni anche attraverso forme di reclamo.

In un museo - Orario, costo, caratteristiche esposizione, tempi di visita e alla fine o inizio
della carta è previsto un modulo in cui possa sottolineare cosa gli è piaciuto o cosa non è
andato bene, se c’è il modulo l’ente si impegna a rispondere. Il ministero prima della
riforma Franceschini, alla fine degli anni ’90 ha reso obbligatoria la redazione della carta
per tutti i musei nazionali e aveva anche diffuso un format, modello che ognuno poteva
personalizzare. Negli anni la carta va costantemente aggiornata. Nei primi momenti in cui è
entrata in uso la carta era in modalità cartacea, così che l‘utente potesse ottenere
immediatamente anche il modulo di reclamo. Oggi la carta dei servizi è disponibile anche
sul sito, tipo di comunicazione che sta cambiando, ma molti musei hanno mantenuto una
carta visibile in sede e poi una online.
Capire cos’è questo strumento e la sua utilità?

Uno dei musei più grandi di roma che ha una grande attività online è il Museo Nazionale
di Villa Giulia, composto da: Villa Giulia - edificio storico, a cui è stata aggiunta una
parte che è villa Poniatowsky.
Villa Giulia edificata nel 1500, in quegli anni è stata edificata in una zona di campagna,
zona collinare oggi è inglobata pienamente nella città di Roma. Non era fatta per
permanenze di lungo periodo ma i giardini sono fatti da grandi artisti, giardino
architettonicamente costruito. Elemento caratteristico è il “Ninfeo” > primo teatro d’acque
di Roma. La sua costruzione fu cambiata nel 1900 con l’aggiunta delle pinte che separavano
l’edificio dall’archivio. Il museo invece nasce nel 1889- destinato a museo con iniziativa di
F. Bernabei, un grande archeologo e politico che pensa all’idea di un museo che raccolga a
Roma le più importanti testimonianze della civiltà etrusca (del Lazio Settentrionale), idea
che poi si è ampliata al mondo del Lazio meridionale e Umbria. Le collezioni si ampliano e
la prima esposizione diventa tortuosa con l’aggiungersi continuo di queste collezioni. Poi
viene ristrutturato negli anni 1950 non più possibile mantenere l’affollamento dei materiali,
cambia anche radicalmente le modalità espositive. Si decide anche di dedicare una sala
anche alla storia del museo. Tutto lo spettro architettonico di ristrutturazione è assegnato a
F. Minissi, architetto che si è dedicato all’architettura museale e architettura museale
archeologia in particolare, ha cercato soluzioni per i musei archeologici. La sua idea è il
passaggio dagli armadi alle vetrine: L’armadio era una modalità espositiva che consentiva
di esporre moltissimo materiale, senza tenere conto dei canoni di visibilità, ma l’importante
era esporre il più possibile - logica di far veder molto, oggi si tende a selezionare e metter di
più in magazzino. La fortuna di questi armadi è stata che l’esposizione era tipologica, in un
ambito archeologico si selezionavano per Es. tutta la ceramica attica, prescindendo un po’
dal contesto. F. Minissi è l’architetto che inventa le vetrine a stella cerca di far scomparire
le vetrine la vetrina consente al visitatore di giraci attorno, avendo una visione
tridimensionale, la forma a stella aiuta, sono accoglienti, inoltre si punta sulla loro
leggerezza, si pone il problema della visibilità dell’oggetto e che la vetrina non si debba
vedere di più, non deve divenire più pesante il contenitore rispetto al contenuto - che vetrina
scelgo, idonea al tipo di supporto, materiale che ho di fronte e che tipo di illuminazione?
12

Domande che vengono fatte ancora oggi, queste sono ancora oggi le tattiche di chi
costituisce una collezione. Se scelgo una vetrina molto visibile, diviene supporto della
comunicazione o vetrina molto leggera è l’oggetto a parlare. Questo architetto ha
rivoluzionato l’esposizione museale.
Villa Poniatowsky è il secondo edificio vicino a Villa Giulia L’edificio è sempre degli
inizi dell’Ottocento. Era di Stanislao Poniatowsky, ultimo re di Polonia, che incarica nel
1800 di costruire e trasformare quello che era un tipo di edificio rurale in una costruzione
più nobile, tenendo conto della vicinanza a Villa Giulia, con i suoi giardini molto curati. La
villa è stata sempre più modificata e quando nel 1849 giungono i Francesi viene fortemente
danneggiata, poi comprata dallo stato che vi imposta una conceria, laboratorio per
lavorazione delle pelli. La villa era in un grave stato di degrado, unico edificio vicino a Villa
Giulia che consentiva di spartire le collezioni museali. Verso gli anni novanta (1989) lo
Stato acquista la Villa perché vede che la Villa è vicina a Villa Giulia e può fornire un punto
di espansione per il patrimonio archeologico che sta considerevolmente aumentando.
L’insieme costituito oggi dalle due ville è un insieme che crea un polo museale etrusco a
Roma, con l’idea di creare un punto di riferimento per gli altri musei che conservano pezzi
Etruschi (filmati) e un secondo progetto che mira a legare nel territorio tutti i musei che a
livello nazionale hanno reperti etruschi, facilitare la visita congiunta. Forte risvolto
virtuale. Villa Poniatowsky al piano nobile espone le cose più antiche. Dal 1° luglio del
2017 villa Giulia per la prima volta nuovo modo per accedere al museo: l’abbonamento
- ingressi illimitati al Museo, per tutta la durata dell'abbonamento con l'opportunità di
partecipare alle iniziative gratuite organizzate presso il Museo
- inserimento in una apposita mailing list rimanere aggiornati su tutte le iniziative e le
attività del Museo
- partecipazione gratuita a eventi riservati su prenotazione e fino all'esaurimento dei posti
disponibili
- sconto del 10% sugli acquisti effettuati presso il bookshop del Museo
- tariffe agevolate
Si ottiene dal sito del museo, una delle prime iniziative del direttore del museo, così il
museo di Villa Giulia entra nella categoria dei musei autonomi quindi ha libertà
amministrativa e contabile evidente.

Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo


Villa Frigeri - Chieti

Chieti > 2 musei archeologici nazionali in città, una delle pochissime, quello storico è
quello di Villa Frigeri > storico ma vuole rappresentare archeologica della regione,
dell’Abruzzo, e il secondo è il museo archeologico nazionale della città, solo archeologia
e storia proprie della città. Non sono autonomi, dipendono dalla direzione regionale musei
dell’Abruzzo.
Villa Frigeri è un museo storico, ambientato in un palazzo storico, villa 800esca
recentemente riallestito in parte, questo riallestimento ha causato qualche problema di
lettura >Le scelte espositive fatte non sono troppo efficaci perché al primo piano del museo
si è voluto cercare di valorizzare tanti popoli tante popolazioni differenti che connotano
l’Abruzzo in epoca pre-romana, popolazione molto frammentata, questo tipo di allestimento
13



è abbastanza ostico da comprendere. Questo fatto, con poca illustrazione scritta, tende a
disorientare il visitatore perché tornare in ogni stanza alle fasi più antiche può essere
incomprensibile.
Si è voluta dare luce al piano terra, una statua del VI sec aC il Guerriero di Capestrano:
molto imponente ed è stata ritrovata intera, una delle poche. Dovevano esservi altre statue
analoghe provenienti da tutto il territorio delle quali sono stati ritrovati solo frammenti.
La ristrutturazione di questa sala è stata affidata nel 2011 a Mimmo Paladino, un artista
contemporaneo, il quale ristudia completamente l’esposizione e ne dà una interpretazione
del tutto nuova - riallestimento, operazione che molti musei archeologici stanno portando
avanti, accostamento tra archeologia e arte contemporanea, spesso molto efficace.
Paladino scardina tecnicamente l’esposizione precedente e ipotizza una sala solo per il
Guerriero, gli altri elementi destinati ad un’altra piccola sala e scrive una didascalia, dice di
aver pensato ad una scenografia al di là del tempo, gli sembrava così importante da
toglierlo dalla sua contestualizzazione storica per dargli un contesto a- temporale, in
quanto sempre valido. È una statua funeraria, probabilmente rappresenta un defunto con
tutte le sue armi. Non vi è nulla legato alla storia, anche la didascalia è molto esigua -
interessante livello di comunicazione emozionale anche se non comunica la narrazione
storica, è una scelta legittima.

Museo Archeologico nazionale “La Civitella”, (Museo della Città), Chieti

Il museo della città, anche questo è museo nazionale, è stato costruito per essere un
museo, cambiamo tipologia strutturale. È un complesso di edifici che ha anche un odeon
esterno per gli spettacoli - articolazione che vuole monumentalizzare la parte più alta della
città e costruire memoria della storia della città. Il museo sorge all'interno del parco
archeologico dell'anfiteatro romano, riproposto dall’odeon attuale, prima vi era uno stadio
comunale, la destinazione funzionale dell’area è stata cambiata. Il progetto si deve
all’architetto Ettore De Lellis. La struttura è organizzata su piani diversi e alcuni sotterranei
che per raggiungerli passi per dei giardini, struttura articolata e complessa, comprende aree
per attività didattiche, inaugurato nel 2011. Iniziamo a vedere un museo che crea un area
alla didattica, ricerca di spazio oggi molto diffusa per le attività didattiche nei musei
archeologici. Vi è stata questa scelta nella progettazione dell’edificio di fare un museo
archeologico senza didascalie, questo è il primo museo in Italia ad aver abolito la
didascalia, vi sono altre forme di comunicazione - un museo di rottura rispetto alla
tradizione museale. Gli spazi sono immensi, con frontoni dei templi ricostruiti, scala 1:1. Ci
sono i disegni in carte, vi è una scritta che dice da dove viene e a chi è dedicato il tempio,
ma non vi è didascalia. Vi è la scelta forte di rimettere in piedi il frontone del tempio per
farne capire la collocazione e funzione, i mosaici sono a pavimento e anche calpestabili,
illuminati dall’alto con forme di luce che attingono anche da quella naturale, bocche di
luce dall’alto. La scelta luce naturale o artificiale è molto discussa nell’allestimento museale
soprattutto nei musei archeologici. Vi è chi propende per un illuminazione naturale - chi
sostiene che nel rispetto dell’antichità non potrebbe essere visto con l’illuminazione
artificiale, per dare sensazione più vera, propende invece per una luce artificiale chi

14

sostiene che essa da la possibilità di far risaltare delle caratteristiche dell’oggetto stesso,
per esempio nel bassorilievo. I musei faticano a mescolare queste due illuminazioni.

Il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa

Museo che nasce anche questo per essere un museo, nell’ambito del parco archeologico di
Siracusa. Percorsi divisi in aeree tematiche che si articolano in uno spazio circolare,
possibilità data al visitatore di entrare, inserirsi in questo anello e organizzare la visita
secondo le proprie preferenze. È un museo in cui anche dal punto di vista teorico viene
lasciata libera la possibilità di girare e iniziare da una parte o l’altra, percorso non troppo
predeterminato. L’edificio fu costruito fra il 1967 e il 1986, su progetto dell'architetto
Franco Minissi - architetto che più di tutti ha cercato di dare punti focali e lasciare una
possibilità di circolazione al singolo visitatore. Museo più legato al parco archeologico,
aperto al pubblico nel 1988, dopo il trasferimento da Piazza Duomo dei reperti provenienti
dalla sede storica del Museo Archeologico Nazionale di ostigia. Vi è un camminamento
interno, operazioni di defaticamento come il caffè, bookshop.

Il Museo Narrante all’Heraion del Sole


Un ulteriore esperimento all’avanguardia finito male. È un santuario legato alla città di
Peastum, ma circa a 8km da esso, sulla zona del confine, santuario dedicato alla divinità
greca Hera che segna il confine del territorio di Paestum, fondato dai Sibariti agli inizi del
6° sec. a.C. Il santuario è stato rinvenuto da Umberto Zanotti Bianco e Paola Zancani
Montuoro tra gli anni ’30 e ’40 del Novecento, nella storia dell’archeologia è un aspetto non
trascurabile, Z. Bianco era sostenitore del regime fascista e lo mandarono al confino ma egli
trovò questo santuario, il tentativo del regime era invece quello di isolarlo. Di questo
santuario sono particolarmente noti due cicli di metope arcaiche e i materiali del santuario
sono stati esposti al Museo di Paestum, museo archeologico nazionale dentro l’area
archeologica, nel cuore della città e li vi sono rimasti. Ad un certo punto si è avuta l’idea di
ristrutturare una masseria vicino all’area del santuario di Hera e adibirla a museo, per
esporre reperti che erano stati spostati e ricostruire aspetti di quel santuario. Si è costruito un
museo narrante, si è cercata di fare una ricostruzione dettagliata del santuario. Il museo
narrante era un’idea nuova di museo perché il visitatore veniva portato dentro al santuario,
le metope erano proiettate, lui faceva un viaggio all’interno delle metope, tutto questo con
l’uso di proiezioni e musica. È stato un’esperimento di nuova concezione utilizzando i nuovi
strumenti della comunicazione e estremamente volto alla didattica, non solo per esporre gli
originali che potevano rimanere a Paestum (più facilmente visitabile) ma per dare l’idea di
ciò che era stato questo santuario. Museo completamente invaso da un alluvione, sommerso
dal fango circa 5 anni fa e per diversi anni è stato chiuso, il costo del restauro per riattivare
l’area archeologica vicino alla masseria e tutte le strutture del museo è troppo alto (le nuove
tecnologie dopo circa 10 anni diventano obsoleti e bisogna rifarli). Esempio che ha fatto
capire che allestire un museo basandosi quasi solo sui sistemi multimediali di nuova
generazione sia un sistema da calibrare con altre forme di comunicazione. Forme che
vanno calibrate, è stato un esperimento importante, idea potente per dare narrazione con

15

strumenti differenti dalla forma scritta ma va calibrato anche con le risorse che esistono per
la manutenzione (soldi che gli apparati multimediali richiedono).

Il Museo Archeologico Nazionale di Matera


Anche questo in via di ristrutturazione, è un museo che viene istituito nel 1911 per volontà
del Senatore Domenico Ridola, un personaggio che a Matera aveva una collezione
archeologica importante, ha una collezione di materiali preistorici più importanti d’Italia,
materiali legati al Neolitico materiali del VI millennio. É un museo che ha una sala
interamente dedicata alla storia delle origini della collezione e alla storia
dell’importazione dei beni nel Museo - sala dedicata a Ridola, storia della formazione del
museo, pochi musei dedicano una parte alla storia della loro formazione e evoluzione. Idea
interessante, questa sala non a caso ha un allestimento classico con sorta di armadi a muro
(richiama idea 800esca) il resto del museo ha uno stile molto più attuale, cambiamento a
seconda di ciò che viene esposto. Per il neolitico e l’età del bronzo punta molto sulla
ricostruzioni 1:1 Es capanna, recinto degli animali, ha grandi spazi che però aiutano a
comprendere. La grafica usata per i pannelli vi è una parte scritta e una illustrata, sono
pannelli abbastanza leggibili. Nelle linee guida che il museo offre per la comunicazione vi
sono anche le misure. La comunicazione dev’essere sintetica, la gente legge pochissimo.

Il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto


Museo Nazionale costruito per essere un museo, autonomo, inaugurato nel 1991.
Propone, attraverso una selezione di reperti, un quadro completo del territorio metapontino,
dalle prime manifestazioni preistoriche al periodo tardo-antico. Importante è che
all’ingresso ha un pannello che spiega l’articolazione del museo, cosa c’è dove, quanto
tempo ci metti a vederlo- strumento efficace di comunicazione museale, chi entra sa già
dov’è la cosa più vecchia, la più recente e scegliere cosa fare. I pannelli presenti nelle Dale
però sono sviluppati in un modo che allontana il visitatore dalla comprensione
dell’esposizione. Le vetrine hanno un sostegno imponente ma sono abbastanza leggere con
piani che si vedono bene.
Museo nuovo, costruito per essere tale, con bona struttura e primo impianto di
comunicazione ma ha sbagliato nella comunicazione del contenuto (didascalie troppo
ricche di contenuto). Non male che all’ingresso e all’uscita ci sono paletti con pannelli
retroilluminati che collegano gli oggetti esposti ai luoghi esterni di riferimento si capisce da
dove vengono, o anche oggetti non esposti lì ma che richiamano altri oggetti che hanno
confronti importanti con quelli ivi esposti- buona comunicazione di questi pannelli. Questo
museo ha differenti livelli della comunicazione.

Museo Archeologico Nazionale, Pontecagnano


Uno dei musei più coerenti ed ef caci nel sud Italia. Sito vicino Salerno, è un grande museo
nazionale di nuova costruzione, allestito e organizzato e progettato da una scuola
archeologica che scava - grande coerenza tra allestimento comunicazione dei dati. È il più
grande centro dell’età del ferro che abbia restituito reperti archeologici tombali, non
paragonabile ad altri centri in Italia, per questo è stato istituito lì un museo archeologico
nazionale. Il percorso è guidato da delle sorte di quinte, pannelli ma non sono sale, è uno
spazio molto grande aperto comportamento da queste quinte che vi guidano ma non vi
16

fi

costringono, si può alternare un’esposizione a parete e una centrale. Quasi tutto è


ricostruito all’interno della vetrina esattamente come è stato rinvenuto, i reperti. Sul fondo
della vetrina ci sono scritte le informazioni di base a caratteri leggibili, ma vi sono anche
alcune nicchie che sono destinate a ricostruzioni 1 a 1 di contesti di utilizzo dell’oggetto Es
il banchetto. La comunicazione ha delle scritte grandi e didascalie bilingue interne alla
vetrine, appoggiate sul fondo o a terra, sempre ben leggibili e la cosa che parla di più è
l’aspetto ricostruttivo che rende esplicita la funzione degli oggetti, anche quelli
frammentati- capacità di comprensione immediata. In questo museo gran parte della
comunicazione dettata dalla ricostruzione, con i reperti in vetrina e con copie. Fuori
dalla vetrina. Uno degli esempi di comunicazione museale tra i più risusciti tra quelli di
recente costruzione. Essendo però collocato a Pontecagnano non riesce ad attirare una grade
utenza. Non è un museo autonomo. Anche molto grande, il problema è quello di capire se
lo stato deve assumersi l’onere per mantenere questi musei? - problema della riforma alcuni
si auto sostengono e altri no, non è un museo attivo per il riscontro economico che ottiene,
Ma non è il primo scopo di un museo, non si deve auto nanziare, ci sono valori che vanno
al di la, è importante sostenere questi valori? Il museo può aiutarsi a sopravvivere. Il
Louvre con più introiti al mondo da solo non riesce a sostenersi, è impensabile pensare che i
nostri musei possano autosostenersi, bisogna cambiare prospettiva - sostenibilità è un
concetto più ampio di ciò che riguarda solo il denaro.

Museo dell’Accademia Etrusca, Cortona


Un bel museo ma non è un museo Nazionale, esempio di quelli che nascono come musei
di proprietà di alcuni enti-Accademia, è infatti il museo dell’accademia Etrusca.
Accademia secolare che ha fondato il suo museo, struttura prima tradizionale ma ha poi
avuto un forte rinnovamento, ha però voluto accostare queste due parti senza sovrapporle.
L’allestimento moderno è ubicato in uno spazio nuovo e si collega poi alla parte
800esca lasciata com’è con piccoli aggiustamenti. È un palazzo importante, retrò con
origini risalenti al XII sec restaurato nel 1600, era la sede dei capitani, I suoi due piani
sotterranei, un tempo adibiti a carceri, ospitano il Museo della Città Etrusca e Romana
di Cortona. Uniti in un unico percorso al Museo dell’Accademia Etrusca - poi vi è una
biblioteca, archivio storico è un luogo della cultura in senso più ampio. È uno dei primi
musei che comincia facendo scendere il visitatore, anche questa è una scelta- propone la
strati cazione delle città, iniziata dal basso, dalle origini no a salire. In questo museo è
stata sfruttata questa struttura per sfruttare i sotterranei per l’ampliamento, ma alcuni come
il Museo di S Zeno, nato per essere un museo l’architetto lo progetta così - entrare scendere
e poi risalire, idea che ha a che vedere con la storia dell’archeologia. Il MAEC diretto per
molti anni da Paolo Giuliani gli direttore del museo nazionale di Napoli, è stato allestito
soprattutto dalla scuola di Mario Torelli, uno degli archeologi classici più importanti, il
MAEC non ha le vetrine ma solo le pareti compartimentate, spazio a parete diviso con
supporti dentro al vetro, possibilità di organizzare lo spazio a seconda di cosa si vuole
esporre - non c’è l’interruzione che dava la soluzione ad armadi, vi è lo spazio regolato
anche da punti in cui si può contestualizzare, qui lo spazio si può rimodulare a seconda di
cosa si vuole esporre, sono molto elastiche. Illuminazione arti ciale perchè siamo nei
sotterranei. Le ampie vetrate che separano il visitatore dall’oggetto sono anche il supporto
della comunicazione “grande”. La scritta generale di cosa si sta guardando, alcuni piccoli
17
fi
fi
fi
fi
supporti hanno cartellini con didascalie e sui vetri a volte altre informazioni,
comunicazione gerarchica che va dal più generale supportato dai vetri al dettaglio
supportato all’interno. Nell’organizzazione della comunicazione abbiamo almeno 3
livelli della comunicazione, livelli articolati passando da dentro a fuori :
- Più generale
- Grande titolo, tematica generale di sezione
- Titolo vetrina, oggetto
Articolazione della comunicazione passando da dentro (dettaglio) a fuori (generale).
Anche il MAEC dedica una stanza decorata con dei pannelli alla storia del museo,
dall’accademia Fosca, al. Museo di Cortona - è una storia solo pannellistica, non come a
Matera.

Usciamo dai musei nazionali ed entriamo nei musei Civici:

Museo Civico Archeologico, Bologna (MAMBO)


Uno dei musei civici Archeologici più antichi. Usciamo dalla categoria dei musei
archeologici nazionali dipendenti dal ministero. Entriamo nel museo civico. È in centro a
Bologna, ha una collezione Etrusca tra le più importanti, dedicata a Bologna la più
importante città etrusca secondo Livio. Ha una articolazione, per volontà
dell’amministrazione locale, importante destinata agli aspetti archeologici, sezione
importante di una collezione egizia. Oltre alla direzione ha una serie di persone per ognuna
delle sezioni che sono 5 > archeologi che lavorano sulle attività didattiche, eventi, ricerca
sugli oggetti. Questa è una struttura organizzativa ef cace- questo è possibile perchè c’è
una consonanza, vicinanza tra chi gestisce e chi fa ricerca. Non è un museo statale, non
ricade nelle questione burocratiche dei musei nazionali non autonomi, ha
un’amministrazione vicina con un elevato interesse, e una regione che ha un uf cio
musei tra i più avanzati della nostra nazione. È. Un museo che ha sede in un palazzo
400esco, inaugurato nel 1881.
Ha queste collezioni archeologiche con la sezione etrusca più importante, ma anche greco-
romana e egizia. È in fase di riapertura per le ristrutturazioni. Una delle cose più innovative
che hanno fatto era che nel sito del museo, destinato soprattutto alle attività didattiche, vi
era una slide provocatoria, forma di litote per dire cosa non trovi facendo capire in
contrasto cosa potresti trovare “10 buoni ragione per NON venire al museo” -sequenza di
forme di provocazione per far capire cosa invece la collezione archeologica del museo di
Bologna può restituire.

Museo Retico di Sanzeno.


Il Museo Retico è un museo in Val di Non per la storia della Val di Non dall’era glaciale
fino al periodo alto-medievale, l’edificio contiene i più importanti reperti archeologici
ritrovati sul territorio. Il Museo di Bologna verrà ripreso per la storia degli armadi e
arricchimento. Questo è un museo con finalità di museo, costruito per essere tale, costruito
lontano dai gradi circuiti turistici, ma con reperti che identificano la cultura Retica. Si nota
una piramide, che si vede da lontano, la prima cosa che si fa è scendere, si va ad inserirsi
nell’ambito preistorico e progressivamente si risale- passando per le testimonianze
18
fi
fi
retiche e romane, per arrivare alle testimonianze alto medievali dei Goti e dei Longobardi.
Non si scende con delle scale ma il tutto è dolce, si è accompagnati sul fianco da una grande
sezione riferita a rinvenimenti più antichi (periodo glaciale). L’idea della parete
compartimentata, con il vetro che arriva fino alla parte alta e la parete dietro che diventa
supporto per ricostruzioni, è alternato da incassi lignei nella parete di vetro. Una sala è
dedicata alle attività didattiche per i bambini con tutta la storia della scoperta degli scavi
dagli anni ’50 in poi e con grandi cubi di legno che contengono i materiali per le attività e
che una volta aperti sono cassoni in cui si può simulare lo scavo archeologico.

L3 Online
Confronto carta dei servizi. Cos’è e a cosa serve?

L4

25/11 - intervento in aula


Discussione su base di documenti online - patrimonio, di chi è? È mondiale, locale, delle
singole persone, delle singole nazioni? > cosa può succedere al patrimonio nei paesi in
guerra.

Allestimento - prospettiva storica, parte dai primi grandi allestimenti 800.


2° metà 800 i grandi e piccoli musei locali iniziano a formarsi, come i musei Civici
(momento dell’unità di Italia) esigenza identitaria. Si formano anche grandi collezioni che
sottolineano la rilevanza nazionale.
Musei civici - sottolineano l’identità dei singoli luoghi
Nascono nello stesso momento i musei nazionali - unità d’Italia da costruire e si vogliono
sottolineare le forme di patrimonio con forma rappresentativa nazionale. Non nascono a
casa attorno al periodo dell’unità ma nascono con prospettive in riferimento a questo
fenomeno storico-politico.

Museo Nazionale Atestino


Allestito nell’800 poi riallestito nel 1980.
Questo museo di Este, legato a collezioni di età del ferro, I millennio aC identificazione
della società dei veneti antichi. Due momenti cardine, fine dell’800 dopo unità 1887 con un
Reggio decreto viene dichiarato museo archeologico nazionale insieme a quello di
Concordia a Portogruaro, sono i primi musei con un Reggio decreto che li cataloga come
nazionali in Italia.
Nel 900’ completamente riallestito.
Museo nasce prima dell’identità d’Italia come un lapidario = una raccolta di iscrizioni
romane funerarie, riunite in un oratorio abbandonato e con una serie di apporti di materiali
archeologici spostati nella chiesa di S Francesco.
Dal 1874 direttore Prosdocimi figura importante dell’archeologia, direttore fino al 1909 e
nel 1902 ha curato lo spostamento nella nuova sede, quella attuale - Palazzo Mocenigo ad
Este, palazzo di campagna di una famiglia veneziana, il comune sollecito lo stato ad
acquisirlo per farne la sede museale, è Prosdocimi a spingere per questa soluzione -
allestimento e selezione degli oggetti 1887 poi inaugurato nel 1902.
19

- Vecchio allestimento del museo civico archeologico di Bologna recentemente riallestito


per la sua sezione etrusca e nel suo ultimo riallestimento ha mantenuto in parte gli armadi
a muro, tipo di vetrine armadi a muro di legno e armadi di spina (al centro della sala)-
armadi caratteristica 800esca, cose troppo basse e alte che non si vedono ma danno la
possibilità di esporre tanti materiali. Quando è stato allestito l’archeologico di Bologna,
vengono organizzati questi armadi ma nello stesso periodo veniva allestito il museo di
Reggio Emilia - 2° metà dell’800 periodo straordinario per l’archeologia precedente alla
fase classica (preistoria, protostoria) molte figure importanti Gaetano Chierici, Zannoni a
Bologna, Prosdocimi ad Este - primi scopritori delle realtà protostorici in Italia, sono in
contatto tra loro, si mandano disegni, sequenze, ma non si occupano solo dell’archeologia
ma anche del come esporre le cose - esiste un carteggio tra prosdocimi e chierici lavorano
in contemporanea per allestimento di Reggio Emilia e Este- prosdocimi gli chiede degli
armadi creati in modo funzionale. Carteggio > Manca solo che mi spediate la pianta e lo
spaccato degli armadi diversi del vostro museo, come mi avevi detto.

Gli armadi con cui fu allestito il museo di Este > 3° sala - con armadi che quando è stato
rinnovato il museo nel 1980 il museo è stato chiuso e poi riaperto, perchè il rinnovamento
degli allestimenti è stato fatto in occasione del necessario consolidamento del tetto. Spesso i
rialletsimenti vengono fatti quando è necessario intervenire sulla struttura, difficile un
riallestimento di persé. Vi erano negli anni 80 problemi nel tetto e nella struttura, già
necessario svuotare il museo, in quell’occasione smontati gli armadi di Prosdocimi del 1902
- comunque conservati per mantenere la storia dei riallestimenti - oggi gli armadi sono stati
restaurati per mantenere memoria della mobilia e sono diventati utili per l’archivio del
museo, utilizzati come archivio.
Per cosa si opta nel riallestimento 1984 - vetrine a muro sospese, dopo gli interventi di
Minissi a villa Giulia, vi era l’idea che le vetrine dovessero essere solide ma non invadenti,
nella progettazione bisogna considerare l’aspetto dell’apertura semplice per la manutenzione
ordinaria, unire un’apertura semplice ma chiusura sicura - si opta per una vetrina a parete
con ripiani modulari all’interno che possono essere agganciati a diverse altezze a seconda
dei materiali che vi metto. Vi sono vetrine anche centrali con delle ricostruzioni ove posso
girarci attorno - estratta la pavimentazione del focolare e ricostruito il contesto.Corredi
funerari esposti in sequenza cronologica, far vedere come cambiano oggetti e modalità del
rito.
Vetrine della sala della necropoli sono molto larghe a parete e vetrina al centro che espone il
periodo più importante.
In una sala costruita poco dopo si è optato diversamente, modi diversi di mettere insieme le
cose. Ma altra soluzione gradita - vetrine basse a terra con una schiena e un fondo che ospita
la didascalia restante in vetro e all’interno ricostruite le sepolture, come gli oggetti sono
rinvenuti in scavo - problematiche dal livello espositivo, ripropone il rinvenimento ma molti
oggetti funerari sono all’interno di ossari ma vengono comunque esposti fuori

Museo archeologico nazionale di Adria


Ha avuto un riallestimento. Questo museo comincia nel 58 la costruzione e inaugurato nel
1961 - nasce per essere un museo sulla base di una particolare storia. Il comune di Adria
aveva una collezione archeologica di rilievo che veniva da una famiglia veneziana i Bocchi
20


che operano degli scavi archeologici e assommano una collezione di più di 6000 pezzi e ne
fanno un domestico museo - allestita in uno dei loro palazzi e fatto un catalogo, aperta al
pubblico. Gli ultimi eredi della famiglia non sono più interessati, la compra il comune di
Adria e diventa il nucleo della collezione oggi a museo, arricchito nel 1920 da Scarpavi
ingegnere/architetto che lavorava per il comune ma aveva passione archeologica, lascia un
diario di rinvenimenti- il patrimonio di Adria era divenuto troppo grande, così il comune
propone allo stato di cedere il pubblico giardino per le feste, giochi se lo stato avesse
costruito il museo. Lo stato lo acquisisce che diviene un museo nazionale. Nasce da un
accordo tra comune e stato italiano per la getsione di questo spazio e costruzione del museo.
Il vecchio architetto G.B Scarpavi sarà uno dei progettisti coadiuvato dall’importante F.
Forlati, sovrintendente di allora ai beni archeologici del veneto. Soprintendente con l’idea
dei musei che nascono per essere tali, stava progettando il piccolo museo di Altino, il museo
civico di Oderzo, e poi larvava ai magazzini del museo di Aquileia - primi magazzini in
Italia da lui progettati per essere pubblico. Alcuni aspetti dati da Forlati hanno reso possibile
visitare parte di questi magazzini.
Formati e scarpari hanno interesse specifico nella realizzazione di un edificio museale in se,
creato per essere tale.
L’allestimento degli anni 60 recepisce la vetrina trasparente, che si possa girare attorno e un
focus centrale specie di esedra in marmo rosso che conteneva la vetrina degli ori. Qualora il
problema? Adria ha alcuni contesti molto importanti e ben organizzati ma altri in particolare
quelli d’oro e i vetri parte di raccolte non sistematiche ma non possono essere esposti in una
narrazione cronologica o contestuale, decontestualizzati a monte- per questo si pensa alla
vetrina degli ori con particolare illuminazione, risalto fornito all’esedra. Il resto sono vetrine
molto leggere con 1/2 ripiani e materiali organizzati a seconda dell’altezza e esigenze
specifiche. Altra cosa che ha influenzato è che negli anni in cui è stato costruito il Polesine
tentava di riprendersi dal punto di vista economico-sociale 1950 alluvione storica che ha
devastato l’area agricola del paese. Il post alluvione è stato difficile e ancora nel 58 quando
inizia la costruzione del museo, i due architetti pensano che questa sia anche un occasione
sociale - quindi fanno del museo una scuola di manovalanza, pagati per costruirlo coloro
che poi volevano fare i muratori per fare pratica e trovare un impiego - ciò fu sovvenzionato
dal ministero perchè era un’operazione sociale per ridare sviluppo a questa terra - ciò ha
fatto si che le mura del museo siano tutte diverse, accorti gli architetti attuali restauro del
2000 per agganciare una parte nuova del museo, necessari lavori strutturali. Nel muro sono
state sperimentate differenti tecniche di costruzione.
La struttura del museo aveva una struttura ad U aperta verso sud che circondava un giardino
interno (ripreso peristilio romano) e avere dei magazzini seminterrati, uffici rialzati e poi
aveva un piano superiore. Alla fine degli anni 90 vi erano così tanti reperti che necessitava
un ampliamento, condotto dai magazzini sino all’area superiore e vengono aggiunte delle
ale.
Ripreso il laterizio (materiale precedente) nel colore delle pareti, al posto che una
costruzione rettilinea si sceglie una curvilinea che si agganci a ciò che esisteva ma denotasse
anche che fosse una parte nuova. Così facendo si ovvia ad un altro problema. Nel museo
prima si saliva con una scala al piano superiore e chi voleva scendere usava la stessa scala o
ascensore, andamento unidirezionale, non buono ad oggi per la normativa della sicurezza
che impone la diversificazione di entrata e uscita - percorsi circolari che evitano
21

l’affollamento. La struttura attuale consente di salire - fare il percorso e scendere da una


scala colloca nel vano aggiunto. Visita inizia salendo in alto, ciò ha un motivo; poi si
comincia la visita si gira e si scende, analogo piano sotto. Vi è anche un grande spazio per
conferenze e spazio di riposo e poi si scende giù. Il museo nell’allestimento nuovo non ha
sale, scardina l’idea delle sale, idea dall’architetto che l’ha allestita - opta per l’idea nuova
del percorso continuo che diviene una narrazione, un racconto ha meno interruzioni. Scelta
molto radicale. Le sale a volte sono utili a sottolineare passaggi da un argomento all’altro,
questo problema è stato risolto nell’allestimento continuo attraverso il cambio di colore
forte dell’appalto (rilevanza del colore nel muro che guida il visitatore nel cambio di
prospettiva/argomento) i materiai più leggeri al piano alto e poi materiali pesanti a terra
(romana più tardo) più facile iniziare dall’alto con materiali più antichi della città di Adria,
nel chiostro è sposto il lapidario.
Il colore scelto ha diversi toni, chiari per quando si incontra una situazione di vita e scuri
nell’ambito della necropoli azzurro/blu abbandono fasi della vita entrando in quelle della
morte.
Le vetrine qui sono diverse da quelle viste fin ora, sono ad incasso - lungo le pareti
dell’edificio sono state create compartimentazioni con forex (struttura auto-portante)
all’interno della quale sono incastonate le vetrine, possibilità di muovere l’ambiente dato
che non vi erano più stanze, vetrine diversamente inclinate, muovono gli spazi e erano punti
ove bisogna fermarsi. Sono vetrine che si vedono incassate dentro la parete colorata che è
anche supporto della comunicazione, eccetto le didascalie sono su pannellini interni con
didascalia, attaccata anche pianta sul fondo. Spazio articolato attraverso queste pareti ove le
vetrine si incassano - le vetrine non sono modulari, ognuna diversa e disegnate
singolarmente a seconda dei reperti che vi stanno, ciò rende l’allestimento molto specifico,
ogni vetrina ha la sua luce, vi è solo luce artificiale, ma ogni contesto ha il suo spazio e sua
illuminazione- soluzione molto efficace per certi aspetti ma rende il museo inchiodato. Per
cambiare e spostare oggetti è molto difficile, consente poco esperimenti di rotazione-
importanti nella politica museale- offrire cose sempre nuove, valorizzare ciò che si ha a
magazzino. Pregi e difetti della scelta allestitiva.
Vetrina dei gioielli e ori diversamente trattata, è molto scura con pannello retroilluminato
per oggetti che godono di una trasparenza e illuminazione specifica per le cose in oro.
Il museo aveva uno spazio a piano terra un muro che parte dal giardino e in altezza arriva al
2° piano - questo spazio era un vincolo nella progettazione del percorso, non si poteva
togliere - lì è allestito la tomba della biga, sepoltura straordinaria conservato parte di un
carro con due cavalli (traino) e un terzo cavallo probabilmente trasportato sul carro stesso,
probabilmente era un sacrificio destinato a personaggi di rilievo. Questa tomba è stata
trovata da Scarpari nel 1938 - non si potevano togliere le ossa delle animali, opera una
prima opera di cassonamneto, scava attorno e porta tutto insieme in museo. Quando nel 58
allestiscono il primo museo, gli architetti pensano di collocarla a piano terra facendo uno
scavo e un basamento in cemento per ospitare questo contesto, oggi il contesto è immobile,
non s può spostare. È una tomba del III sec aC (morso dei cavalli). L’esposizione doveva
essere articolata in modo che non fosse disossata - difficile si inizia a visitare con fasi più
antiche dall’alto (VI sec aC -fondazione Adria), si arriva al III in questa zona e poi si scende
alla parte romana. Si è quindi organizzato un ballatoio cronologicamente collocato nel suo

22

percorso per vedere la tomba dall’alto e possibilità di accedere dal basso anche se non
cronologicamente collocato nel suo contesto.
Vicino vi era la tomba di un giovinetto col torques a cavallo, si è voluto rappresentare a
parete una scena di contestualizzaizone, scena a cavallo, con la biga.
Poi si è accompagnati verso la zona romana scendendo le scale un’esposizione delle anfore
che occupano molto spazio, senza particolare rilievo estetico ma una delle testimonianze
commerciali più importanti, anfore del II- III sec aC- la parete della scala viene adibita alle
anfore che accompagnano cronologicamente il visitatore nella sala romana (importanti
anfore romane).
I vetri di Adria tra le più importanti, attestano tutte le tecniche di produzioni muranesi, ma
erano vetri decontestualizzati, erano da collezione e non potevano essere esposti con altri
pezzi. L’architetto con un esperto di illuminotecnica ha progettato la vetrina, ogni cella ha
un suo vetro, vetrina gestita da software che consente che ogni cella sia illuminata con un
colore che varia di intensità e colore a seconda del colore del vetro Chee vi è dentro -
consentendo massima valorizzazione in sequenza tipologica, è fortemente innovativa, in
questo modo attrae l’attenzione.
Il lapidario con giardino interno e esorta del peristilio, prima dell’ampliamento era un
problema, le pietre erano esposte ma l’ambiente era difficilmente fruibile e di difficile
comprensione. Vengono fatte delle prove di riallestimento, compartimentato da supporti
metallici per necessità(pietra pesante) connotati dal colore, sono rossi. Lo studio dei coni
visuali, delle altezze e l’illuminazione per far vedere al meglio la pietra e vi sono anche
prove di supporti. Oggi il lapidario è una zona confortevole con contesto rosso che fa anche
da supporto all’apparato didascalico, le lapidi sono immerse come dovevano essere nella
terra, riproposto modulando il supporto, vi è uno studio pietra per pietra molto accurato, il
rosso vivacizza la pietra e le iscrizioni- questo luogo è molto usato per le attività didattiche
ed è divento un luogo di socializzazione - non più solo un luogo da visitare ma da vivere,
passaggio che sarebbe da fare.
Altri spazi che il museo deve avere e non sono allestivi.
Sala ove si fanno conferenze, manifestazioni - ogni museo dovrebbe avere una o più sali che
contengono 300 persone sedute per dare la possibilità al museo di organizzare eventi,
conferenze e divengono luoghi polivalenti che danno la possibilità di vivacizzare le attività
del museo, gli allestimenti non possono prescindere dal fatto che il museo non vive solo
nelle sale espositive, luogo ciclo di conferenze a tema, feste, laboratori o mostre a tema.
Oggi si pensa a due spazi - ovunque e voluti da un soprintendente Vincenzo Tinè - costui
cercò di far arrivare tutti i musei è l’aula didattica, con arredamenti fatti a posta per questo.
Una sala conferenze e una sala didattica sarebbero indispensabili.

Museo archeologico nazionale di Fratta Polesine


Inaugurato nel 2009, occupa la barchetta della villa palldiana Villa Badoer, ciò caratterizza
l’allestimento del museo. Perchè in un posto marginale come fratta Polesine è un museo
nazionale ? Perchè è stata importante nell’età del bronzo finale XII-X sec a.C, più
importante luogo di commercio e contatto tra mondo mediterraneo e europeo in tutta
europa. Considerato il più importante centro di protostoria europea della protostoria finale.
A fratta arrivava l’ambra attraverso ladine e li arrivavano i naviganti dal mediterraneo per
portare pietre, metalli (stagno), una serie di beni da nord e da sud - lavorazione della pasta
23

vitrea. Poi tutto ciò finisce e si va verso l’abbandono, negli anni 60 Fratta Polesine rinvenuta
e si ha avuto l’idea dell’importanza di questo centro e farne un museo, anche se inizialmente
era locale in una chiesetta abbandonata.
L’idea del museo qui iniziò a circolare nel 1985- molti anni per attivare un museo. La
barchessa sud è invece destinata a magazzini del museo e uffici, l’altra è appunto espositiva.
Piano terra introduzione al bronzo finale - siti vicino a Fratta - l’abitato di Fratta- le
necropoli e i riti funerari. L’architetto di entrambi è lo stesso Loretta Zega.
Differenza con Adria
Ad Adria necessità di ricostruire un ampio spazio cronologico territoriale, qui solo di fratta
in un periodo specifico in cui è stata importante, quindi è un museo più monotematico,
riflesso nell’organizzazione del percorso.
Non esiste un collegamento tra il piano terra e quello superiore, non si poteva fare un
ascensore in un edificio palladiano, bisognava uscire e rientrare - museo su due piani, oggi è
impensabile un’accessibilità senza ascensore interno.
Sala delle necropoli è uno spazio vuoto difficile da allestire, è lungo e stretto, difficile
compartimentare questo spazio.
Il museo è monotematico e costruito in color terra che da il contesto dei rinvenimenti, le
vetrine sono sempre a incasso e hanno grandi tabelloni disegnati per le ricostruzioni.
Importante è che l’apparato grafico della costruzione è fatto da una sola persona, mano
unica (omogeneità per il visitatore che inizia a capire meglio il linguaggio stilistico, scelte
non banali) che ha fatto tutti i disegni, le ricostruzioni - fastidio nel vedere più stili, più
mani.
I materiai preziosi e di importazione sono su celle molto piccole, focalizzazione molto forte
su questi oggetti. Il progetto di questa sala al primo piano ha portato a costruire delle vetrine
a diamante, messe di spigolo che muovono lo spazio senza occuparne troppo. Quadrati
uguali che creano sorta di nicchia per ogni contesto funerario esposto e contribuiscono a
creare un percorso che rompe il passo del visitatore che deve entrare nei singoli spazi.
Conclude la visita un plastico 1:1 di uno spezzone della necropoli con le sepolture e sullo
sfondo scorre una proiezione animata del rito funerario - accorciare la lunghezza del
corridoio stretto e lungo attraverso questa proiezione e il grande plastico 1:1. Ad oggi la
soluzione dell’ascensore ha ipotizzato una sorta di scala a chiocciola esterna in un vano, la
scala è molto ampia e ascensore che è aggrappato alla scala - le pareti della villa sono
vincolate, non le si possono toccare) è stata quindi costretta una struttura auto-portante -
difficoltà nelle fasi di costruzione, allestimento e restauro dei musei comportano soluzioni
sempre differenti. Se l’edificio viene vincolato è soggetto a tutela e non si può modificarne
la struttura.

Lezione online MUSEOLOGIA

1) Margherita Tirelli, direttrice del Museo Archeologico di Altino per più di 20 anni, ha
gestito il complicato momento in cui si progettava lo spostamento nella nuova sede mentre
ancora si doveva valorizzare la sede precedente.
Le esigenze legate alla necessità di allestire il nuovo Museo senza depauperare del tutto il
vecchio in modo da non segnare una cesura troppo violenta hanno condotto a scelte volte ad
una comunicazione rinnovata se pur parziale che viene illustrata in dettaglio nel documento
24

allegato e che si è poi rivelata utile nella progettazione della grafica e della comunicazione
del nuovo allestimento.

Vecchio museo di Altino inaugurato nel 1960- appositamente costruito come edificio
museale. Nel 2015 raccolte trasferite nella nuova sede.
1° sala del museo come si presentava prima del restyling - spazi sovraffollati per continuo
afflusso di materiali archeologici pervenuti costantemente. L’apparato didascalico appare
qui spezzettato, diffuso, serie di didascalie più o meno brevi disposte come possibile a muro
o sopra i reperti archeologici.
2° sala museo ancora maggior frazionamento apparato didascalico, a muro o su mensole in
corrispondenza dei reperti.
Il restyling del 2014 - condotto cercando con costi minimi di dare al museo un nuovo
aspetto, contemporaneamente si stava anche allestendo la nuova sede museale, sale del
vecchio depauperate di reperti che poco dopo sarebbero stati trasferiti nella nuova sede. I
materiali restati in esposizioni esponevano un unica tematica - quella della necropoli
romana. Quasi un esposizione monotematica e un po’ per prova in previsione
dell’allestimento della nuova sede.
Usato un colore base turchese che riprende l’icona del museo di Altino, esposta in posizione
centrale. Questi pannelli relativi alle principali tematiche della sala racchiudono
sinteticamente informazioni relative ai reperti presentati, non più spezzettate per singolo
elemento ma tematiche raggruppate in singoli pannelli.
In corrispondenza dell’ingresso a museo stanno i due pannelli introduttivi 1 del museo e 1
della necropoli ognuno fornito di una planimetria schematica. Con una breve storia del
museo, aree archeologiche e della necropoli romana di Altino.
Esposizione relativa alla necropoli romana di Altino, ma altri elementi estranei alla tematica
generale erano rimasti a museo. Questi due nuclei fanno riferimento alle aree funerarie di
Altino e esposizione tipologica delle anfore esposte a grappoli (modalità degli anni 60). I
pannelli relativi sono gli unici estranei alla tematica della necropoli. Riprodotte le anfore
ritrovate ad Altino e indicati i luoghi dei luoghi di culto.
Illustrazione della necropoli: grandi pannelli a muro, senza che sia necessario fermasi
all’interno delle sale a leggere i singoli elementi. Questi pannelli riportano un prospetto
ricostruttivo delle tipologie monumentali di Altino (mausoleo a baldacchino esposti in prima
sala) e una serie di informazioni relative ale principali tipologie di monumenti alitanti -
altari cilindrici tipici con diversi tipi di coperture, e un altro pannello relativo alle steli,
grande varietà tipologica presente ad Altino. Seconda sala pannello specificatamente
dedicato a due note statue “i giganti alati” di Altino. La specificità necessitava di un
pannello apposito, l’altro dedicato ai vetri funerari, ad Altino il vetro è elemento noto e
prezioso dei corredi. Testi delle didascalie comunque sono sintetiche.
Ultimi pannelli con forma differente rispetto ai precedenti. Uno da le notizie essenziali sulla
storia di Altino, fornito di planimetria e un pannello grande ove per la prima volta veniva
esposta la ricostruzione ideale della città di Altino in epoca romana- studi recenti, foto aerea.

2) Margherita Tirelli illustra modalità e principi seguiti nella progettazione dell'apparato ci


comunicazione del nuovo allestimento del Museo Archeologico di Altino.

25

Sono sottolineati: la scelta del colore, le soluzioni grafiche in relazione ai contenuti, le


problematiche che si possono riscontrare a seconda della cronologia e della conservazione
dei materiali.
Il nuovo museo archeologico nazionale di Altino
Un grande complesso composto da 2 casoni 800eschi e tre corpi appositamente costruiti che
collegano gli edifici 800eschi. Un canone cubico che nasce come una risiera, composto da
piano terra 1° e 2° piano, privi di assetti divisori che hanno permesso di creare un percorso
museale privo di costrizioni degli edifici monumentali che solitamente ospitano i musei.
Il canone risiera è dedicato unicamente all’esposizione dei materiali. Spazi molto più vasti
dei precedenti. Progetto frutto di professionalità differenti, architetto, archeologi esperti
nelle diverse discipline. Il progetto prevede al piano terra l’esposizione delle sezioni
preistoriche e protostoriche (materiali esposti tutti provenienti di Altino, con esclusione
della sezione preistorica). Primo piano prevede l’esposizione della fase di romanizzazione,
città romana nei suoi diversi aspetti. Al secondo piano è prevista l’esposizione dei materiali
provenienti dalla necropoli romana. Allestiti piano terra e primo piano ma ancora non
completamente (manca parte dell’apparato di comunicazione).
Privilegiato un criterio che ha visto vetrine e pannelli espositivi dello stesso colore, grigio
canna da fucile, scelta cromatica che si accordava con l’architettura interna del casone e
perchè per quanto concerne i pannelli, la lettura negativa bianco su nero faciliti la lettura.
Per rendere più comprensibile e immediata la lettura sono stati riprodotti (sezione della
necropoli) situazioni di scavo e rinvenimento- delle tombe. Le ricostruzioni sono presenti
anche nella sezione romana, per illustrare le attività come la pesca, ricostruzioni per rendere
immediata la comprensione.
Altra modalità di comunicazione per veicolare forma e funzione dei materiali esposti è
riproporre la lettura attraverso accorgimenti di ordine grafico, sul fondo della vetrina si è
riprodotta la forma originaria del vaso con applicato il relativo frammento, altro esempio un
vaso contenente un ossario, riprodotta la sezione sul fondo della vetrina, come desunto dalla
documentazione di scavo. Reperti epigrafici età pre romana (venefica) e romana (latino)
sono stati forniti i fax simili sul fondo della vetrina con relative informazioni sul pezzo.
Inoltre per illustrare in modo più comprensibile e piacevole le diverse attività delle sezioni,
si sono utilizzati per l’età protostorica dei disegni ritratti su grandi bronzi protostorici o
riproduzione degli affreschi pompeiani per quanto riguarda la sezione romana.
Criterio con cui sono stati costruiti i pannelli: la comunicazione, i pannelli
Per ogni sezione un pannello complessivo generale, forniti di planimetria di Altino dove
vengono concentrate le informazioni relative all’argomento della sezione, poi vi sono delle
ricostruzioni e per la parte scritta si è costituito un ordine gerarchico, poche informazioni
sull’argomento, corpo minore più nel dettaglio (chiavi di lettura diverse, una più veloce e
una per chi vuole approfondire) accompagnate da un sunto in lingua inglese. All’interno
della sezione vi sono dei pannelli tematici, ove non vi è ordine gerarchico ma sempre
traduzione in inglese e infine le singole didascalie per ogni reperto o complesso di materiali
esposti.

ESERCITAZIONE linee guida

Riflessioni sulle caratteristiche dell’allestimento.


26

Tematica dell’incremento dei visitatori di cui deve occuparsi il museo - trend di crescita
per museo di Adria e Fratta Polesine. L’allestimento ha una ricaduta sul possibile numero di
visitatori, allestimento confortevole che induce a tornare.
Museo di Adria - buon incremento dal 2009 riallestimento e anche museo di Fratta che
supera la soglia critica di 10.000 visitatori (in poco tempo 2009-14).
Il colore nell’allestimento.
Il colore usato a Adria e a Fratta per distinguere le cronologie e i contesti legati a vita e
quotidianità colori chiari e scuri per quelle funerarie.
Ad Adria anche una distinzione cronologica, fase etrusca turchese e blu, romanizzazione
arancione e piena romanità con uso del rosso e ottanio scuro per le necropoli.
Museo di Fratta la cronologia è ininfluente- in quanto dedicato all’età del bronzo finale, no
divisione cronologica da sottolineare ma tra parte legata all’abitato, attività produttive e
parte legata alle necropoli, con cambiamento di colore dal giallo al blu necropoli.
Prima e il dopo
Cambiamenti che i nuovi allestimenti hanno messo in campo. Alcuni elementi dei vecchi
allestimenti -focalizzato, assializzato (anni 60’) verso un punto unico o nuovo allestimento
che mira a un percorso più fluido con diversi poli di attrazione che spezzino la monotonia
del percorso, renderlo più variato e movimentato.
Differenza di allestimento delle vetrine, alcune oggi a quinta scenica non consentono una
visione tridimensionale dell’oggetto, solo possibile su quelle al centro, invece 360 punto
focale allestimenti anni 60’, ad oggi maggior focalizzazione a ricostruire i contesti.
Vecchio allestimento di Fratta che mirava a valorizzare i moltissimi reperti, allestimento
semplificato che voleva ricostruire i nuclei tematici fondamentali. Nel nuovo allestimento
proposte nuove di esposizioni tipologiche più frammentarie, tentativo di recuperare
informazioni non facili da trasmettere.
Componente emotiva, come e quanto servirsene nell’allestimento
Ben rappresentata ad Adria dalla vetrina dei vetri romani (colorati) e vetrina degli ori o
ricostruzioni attorno alla tomba della Biga. Componente emotiva sottolineata con
l’illuminazione nel lapidario, con il gioco delle luci- effetto particolare. Nell’esposizione del
lapidario di Adria componente razionale e emotiva in buon equilibrio. Razionale illustra la
società di adria attraverso le epigrafi per dare informazioni specifiche studiate sulle
caratteristiche dell’articolazione sociale e sulla tecnica, lavoro dello scalpellino, ma poi con
l’uso delle luci si è data alle pietre una profondità e un rilievo non presente
precedentemente.
Oggetti che testimoniano la forza commerciale di fratta (ambra, uova di struzzo) coordinata
con razionalità di spiegazione dove i temi sono ancorati al dato archeologico, la componente
emotiva mai fine a se stessa.
Anche nella ricostruzione tutto è vero, i reperti esposti, credibile il video dietro la
ricostruzione.
Alcuni casi dove la didascalia non è scritta ma illustrata - ricostruzioni che danno
informazioni in modo immediato e semplice senza comportare un testo più didascalico e
noioso ad oggi anche sistemi di ricostruzione multimediali. Spesso però nella gestione
apparati multimediali hanno problemi di gestione che spesso li fa crollare. Queste modalità
devono essere approntate con occhio attento.

27

L4

La comunicazione museale

architettura e gra ca museale, scelte delle vetrine devono essere mirate a rendere ef cace il
più possibile il livello della comunicazione che dev’essere declinata verso più pubblici
possibili.
Problema: noi non conosciamo prima il nostro target di pubblico - porsi in una dimensione
di comunicazione ampia ed ef cace, attraverso una serie di strumenti.
Perchè comunicare? Cosa voglio raggiungere come livello di informazione.
Pensando che i musei siano luoghi di rilevanza sociale la comunicazione diventa tra i primi
obiettivi: comunico per raggiungere tutti i tipi di pubblico e perchè si vuole rappresentare al
massimo il ruolo sociale del museo che determina una crescita, evoluzione positiva della
società.

Comunicazione museale archeologica


Tra i più dif cili da comunicare sono i musei archeologici - ritenuta una risorsa di nicchia,
una risorsa turistica di nicchia > nicchia e turistica non aiutano la comunicazione ef cace.
Essere turistici può portare ad una comunicazione di mercato, non ef cace ed essere di
nicchia la rende quasi una cosa lontana dalla gente, troppo specialistica. Questa posizione
sostenuta. Paradossalmente in contrasto con una realtà concreta. I luoghi della cultura più
visitati in Italia sono: Colosseo e Pompei > luoghi che per la loro traduzione hanno avuto un
sistema di comunicazione accattivante:
Pompei - grande comunicazione
Colosseo - buon livello
Uscire dall’ottica che l’archeologia sia una forma turistica e debba diventare attrattistica con
forme comunicative adeguate. Alcuni artisti hanno posto in dialogo elementi d’arte con
alcuni beni archeologici.

I presupposti di una comunicazione del passato:


- creare una sorta di identità, rafforzare senso delle radici (chi legge il passato deve anche
creare un ponte per il futuro- rilancio, fonte di creatività e innovazione, lettura stimolante
del passato).
Tra gli obiettivi quello della
- Coesione sociale - un museo è a servizio dell’umanità
- Bene comune- ma è anche una risorsa ovvero cambio la mia prospettiva, il bene è statico.
- Nella comunicazione il passo più importante per archeologi e tecnici (storici dell’arte) è
quello di arretrare dalle proprie posizioni tecniche. Un archeologo per comunicare
archeologia deve dimenticarsi di essere archeologo in senso tecnico-professionale,
altrimenti non riuscirà a comunicare perchè la terminologia sarà troppo speci ca.
- Dall’allestimento a ciò che vi ruota attorno in termini di comunicazione

Il dovere della comunicazione si af anca a quello della conservazione - doveri che


viaggiano insieme (atto di indirizzo sui criteri tecnico-scienti ci e sugli standard di
funzionamento e sviluppo dei musei 2001)
28

fi
fi
fi

fi
fi
fi
fi
fi
fi
Offrire quindi quanti più eventi al suo pubblico, occasioni di arricchimento dell’esperienza
culturale. In un museo non si può organizzare qualsiasi tipo di evento, la bravura è la
capacità di legare l’evento organizzato al patrimonio - una buona comunicazione sta nella
capacità di arricchire la conoscenza del patrimonio attraverso la sfera più ampia possibile
ma non possono essere scollegate dalle collezioni museali.
L’agente spesso è colpita dalla novità, senza ri ettere a ciò che vi è dietro (miei obiettivi,
cosa sto organizzando) - organizzazione di un evento che sembra semplice ha dietro una
motivazione e progettazione.

British Museum - museo di sempre


Non ha necessità di una comunicazione ad hoc per ampliare il numero di visitatori, ha
bisogno di mantenerlo - hanno un grande staff e comunicazione su diversi livelli (certa
libertà di percorso, info centrali, servizi interni bookshop, info) - questo è quello che vuole
organizzare un museo grande con disponibilità economica ampia.

In Italia pochi hanno queste dimensioni e ancora meno hanno l’autonomia amministrativa
(sia nazionali sia civici). Tutti i musei si devono porre il problema dell’accessibilità.
Museo nazionale Atestino - forme di azioni museali condotte insieme al comune di
integrazione culturale - aiuto del comune di Este mediatori culturali (traduzione) occasioni
che hanno avvicinato la comunità locale a l’istituto della cultura. Ciò si unisce alle
performance temporanee (forme di teatro).
Livelli di comunicazione - qual è la forma che funziona di più:
- verbale
- simbolica
- Tecnologica
- Testuale
Solitamente nei musei funziona forme abbinate, non una sola. Il livello di attenzione della
comunicazione tecnologica, forme di monitoraggio mostrano però che la forma più amata
dal visitare è quella verbale (qualcuno che mi racconta qualcosa) che va oltre i pannelli
interattivi che non possono essere da soli per essere apprezzati. La comunicazione meno
apprezzata è quella testuale - la gente non legge. Per non rinunciare alla comunicazione
testuale essa dev’essere breve e semplice. Meglio condensare le informazioni, la lunghezza
è una delle chiavi di una buona comunicazione testuale.
Simbolica - sono aspetti gra ci di riferimento utile
Verbale - storytelling, raccontare

Accesso sico, economico e culturale


L’esperienza della visita a museo coinvolge sfere diverse:
Fisica - affaticamento (museo molto grande) porre attenzione all’affaticamento sico
Sociale - con chi vado, chi incontro, con chi mi relaziono
Personale - ognuno di noi, viene dagli stimoli e dalla cultura personale
Per una buona comunicazione devo considerare tutti e 3 questi aspetti, non andare troppo a
fondo sulle tematiche (questioni personalistiche) non agire con cose che facciano sentire
socialmente estranee, escluse delle persone che leggono e anche questione
dell’affaticamento sico.
29
fi
fi
fi
fl
fi
Scala di Maslow discorso siologico (stanchezza), stimolare il rpoppio senso di
appartenenza, comunicare un senso di stima e autorganizzazione (autostima) - necessario
che l’autostima non crolli, per questo devo far si che le persone comprendano senza sentirsi
inferiore.

Accessibilità e i suo forniti:


- Fisico (barriere architettoniche,
- economico (Inghilterra museo gratuito, Italia e francia no) la biglittazione a volte è poco
coerente secondo la politica dei musei nazionali, musei autonomi hanno prezzi alti
mentre quelli nazionali non autonomi, soggetti a bigliettazione stabilita dal ministero -
biglietti a 3 o 5 euro - troppo bassi. Non è la bigliettazione che consente l’auto-gestione
del museo ma creare una necessario farla entrare in logica di mercato (discrepanza tra
musei da 20 e 5 euro). Quelli che hanno prezzo alto e tante entrate - ciò aiuta la gestione.
- Culturale (come comunichiamo e che registro teniamo, cercando strumenti diversi,
contenuti comprensibili, avere tanti mezzi es. guida cartacea, cataloghi scienti ci,
audioguide abbastanza fruite soprattutto gratuite e sistemi multimediali e organizzazione
di visite guidate)

Fatica museale
Concetto sottolineato già dal ‘900. Misurando l’interesse che il pubblico aveva all’inizio,
come scemava nel percorso e a che livello era nelle ultime sale. Attenzione scema
all’aumentare della stanchezza. Problemi di musei medi e grandi, il piccolo non ha problemi
di affaticamento. Chi si torva a impostare un museo grande deve trovare il modo di creare
pause nella visita Es. se ci sono punti focali guardalo stando seduti per interrompere la
fatica; anche punti di musica; punto di snodo dove il visitatore cambia ciò che fa, copie per
il touch, attività diversa dal comprendere l’oggetto, ma comprenderlo toccandolo,
emotivamente cambia il rapporto con ciò che sto vedendo, vado incontro all’affaticamento
mentale.

Suggerimenti per prevenire la fatica museale:

30
fi
fi
Esperimento ai musei archeologici, 7 musei archeologici, tra cui quello di Roma e a villa Giulia.

Percentuale visitatori insoddisfatti ma unendo i questionari il 64% dei visitatori sosteneva che il
corredo informativo fosse a malapena insu ciente. Non erano insoddisfatti ma davano appena la
su cienza - importanti dati di monitoraggio.

I pannelli lettura compresa tra 30/40 sec. Il corredo informativo di opere molto famose potrebbe
essere fruito anche se lungo, ma è un’eccezione.

Come si protesta un testi per un museo:


- A chi

- Cosa

- Dove

- Come faccio capire le cose

I contenuti
Ciò che vivo a museo sta sviluppando il mio pensiero? Quanto il livello di pensiero è razionale e
quanto emotività, la parte di sentendo può accrescere la qualità della comunicazione museale che
comunque non deve abbandonare la razionalità. Comunicazione museale equilibrio di cile tra
comunicazione razionale e implementazioni di aspetti emozionali, emotivi che non devono essere
prevalenti. Il ministero è interessato solo al numero di visitatori ma a noi ciò non deve interessare,
ma importante è come esse escano ciabiate. La comunicazione museale dev’essere qualcosa che
ognuno si porta via (bagaglio).

L’emotività importante per le attività didattiche dei bambini - parte emozionale è la più
importante, perchè se sono coinvolti ricordano di più, se la loro emotività è stata sollecitata
incentivano la visita al museo (genitori).

Es. Museo dell’innocenza (O. Pamuk) volume autobiogra co, sua storia d’amore con fasi positive
e negative) egli costruisce il museo di questa storia, chiamato museo dell’innocenza (visitabile)
conservando tutti gli oggetti che hanno segnato dei momenti di passaggio di questa storia. È un
museo di oggettistica comune è il museo di una storia, ha aspetti vicini alla categoria di musei
etnoantropologici

Museo delle cose Gautelli di Parma


Museo etnoantropologico, fatto da un maestro delle elementari che viveva in una cascina e
progressivamente la trasforma in un museo (metà del ‘900) - tutte le cose facenti parti della
comunità contadina sarebbero state perdute, e decide di conservare la tradizione del fare.
Comincia a raccogliere oggetti dalle campagne circostanti e li colloca dentro al museo con un
intento estetico. Oggetti esposti per categorie.

31
ffi
ffi
fi
ffi
Le didascalie al museo delle cose non serve, la comunicazione non avviene attraverso il testo ma
attraverso l’impatto emotivo, del colore, ciò che ti avvolge. Ogni museo ha un obiettivo nel
comunicare- didascalia e pannello non sono l’unico modo per comunicare ma bisogna partire da
ciò che abbiamo di fronte.

Esperienza di usso:
In questi musei il visitatore dev’essere mantenuto in un punto focale, necessario creare
un’esperienza di usso (narrazione e esperienza emotiva). Devo tener conto di ciò che porto ma
anche dei pubblici, alcuni sono centrali che desiderano coinvolgimento, delizzavi, pubblici
occasionali perlopiù turistici e pubblici potenziali detto anche non pubblico a cui talvolta si fa
poco caso.

Non si può pensare solo a chi entra al museo ma anche a chi non c’è ancora entrato, pensare
come farli entrare?

Studio dell’università dell’Oregon - de nisce tipi di visitatori

- esploratori

- Facilitatori (spiegano qualcosa a qualcuno che è con loro, cercano di far sapere che sanno
cose)

- Professionisti /hobbisti cercano di soddisfare degli interessi speci ci

- Cercatore di esperienza

- Contemplativo spesso persona che torva un’esperienza estetica dove altri non la trovano Es.
Museo di Olimpia esposizione frontoni tempio di Zeus parla da sola, non vi è didascalia e si può
stare nella sala con atteggiamento contemplativo, non serve altro, il livello di esposizione è
chiaro. Altro Es. frontoni del partenone a Londra > esposizione non corretta, incomprensibile.
La sala è stata costruita per quell’esposizione: si entra da un lato lungo, è rettangolare e si
entra da metà lato lungo, frontoni da una parte e dall’altra - ma la cavalcata del fregio del
partenne è errata, comincia dall’ingresso e giro attorno, comincia a metà del lato lungo ma la
cavalcata cominciava da un angolo del partenone- non si comprende il senso della cavalcata e
processione che da un angolo arrivava sulla foronte del tempio. L’informazione trasferita non è
corretta, non ci si rende conto di quello che il monumento reale comunicava. Museo ad Atene
tutto esattamente colcolato per riaccogliere i marmi, le metope > comunicazione e cace
perchè i marmi sono ricollocati esattamente come dovevano essere visti.

• Altro museo che parla molto in Colombia, collocare i gioielli all’altezza del luogo dove dovevano
essere, proiettandovi un ombra - l’esposizione è parlante.

• So a - Bulgaria ci si avvale del disegno, una ricostruzione

• Spagna museo archeologici di Merida, ricostruito completamente l’ambiente, necessari grandi


spazi, spesso musei costruiti per essere tali

• Pannello oggetti preistoria del museo di Este, ora riallestito. La comunicazione era
incomprensibile, devo mettere qualcosa vicino agli oggetti per far capire cosa sono, devo fare
una selezione, scegliere cosa esporre e come comunicarlo.

Potrebbero esserci altri tipologie di pubblico, ognuno di noi ha una predisposizione e delle
aspettative di erenti

Musei che nascono attorno agli scavi


Es. Corinto

Una parte dei resti monumentali è diventato spunto per la costruzione di un museo che nasce
attorno al bene immobile, museo costruito intorno al monumento restaurato ed esposto.

Cuba
Museo nato attorno ad una necropoli - in italia lasciamo sul terreno solo gli edi ci, beni immobili,
non le sepolture come in questo caso.

Evidenziare i contesti
Museo archeologico di Bazzano (BO)- corredo restaurato esposto dentro la cassa di legno
ricostruita in modo indiretto, la serie di pietre e il cumulo che la copriva (indotto dalle stratigra e) e
la stele che segnava la presenza della tomba al di sopra. Ricostruito in una sorta di spaccato per
vedere gli interni ma da il senso della monumentalità della struttura tombale.

Museo archeologico di Padova Eremitani - ricostruzione perimetro tomba, tomba impegnativa


120 vasi, prima era esposta in una vetrina con vasi in sequenza, questa esposizione invece è più
e cace, da la dimensione.

Pannelli illustrati - museo archeologico di Zuglio (UD)

32
ffi
fi
ff
fl
fl
fi
fi
fi
fi
ffi
fi
- Giocare su una pannellistica 1:1 che avvolgeva il percorso di mostra guidando il visitatore e
aveva anche segnaletica a pavimento (poco usata), non ideale per un museo
permanente(sostituzione) ma è comoda perchè il visitatore è indirizzato senza dover leggere
niente, ha simboli che lo guidano e occupa uno spazio solitamente non usato > metodo e cace e
poco costoso da usare soprattutto in esposizioni temporanee.

Museo di Ionnina Grecia


- Disegni e ricostruzioni delle ambientazioni - su pannelli o touch screen o schermi rotanti
(prospettive diverse) e ricostruzioni complete nelle vetrine o macro-fotogra e.

- Uso della citazione delle fonti, può essere evocativa se è breve e connessa con l’oggetto, non
quando diviene un pannello che richiede lunga lettura, se devo evocare qualcosa a livello
emotivo dev’essere rapido.

Strumenti della comunicazione museale


- Pannelli e didascalie

- Schede mobili

- Pieghevole

- Pagina web

- Guide a stampa, audioguide

- Comunicati stampa

Almeno 3 livelli di comunicazione


Testi primari grandi linee del percorso fuori dalle vetrine o sezioni (solitamente grandi titoli
tematici)

Testi secondari, pannellini dentro o fuori le vetrine

Didascalie sintetiche ed estese per il pubblico specializzato

Più la comunicazione è articolata è più bisogna essere chiari

Sempli cazione della didascalia:


È un’operazione ra nata, non super ciale. Sempli care è di cile per non portare le cose sul
banale ma bisogna rimanere chiari.

Organizzare le cose in 3 categorie (lavoro di sottrazione)

- quello che vorremmo portare

- Quello di cui pensiamo di avere bisogno

- Quello di cui non possiamo fare a meno

Inutile che le didascalie descrivano l’oggetto perchè lo vedo.

Aspetto gra co della didascalia, coerenza gra ca museale è importante, coesione sulla scelta di
caratteri (bisogna dare a tutti la possibilità di leggere). L’italiano ha termini generici e speci ci, se il
generico è chiaro è inutile usare lo speci co (facilitare la comprensione)

Alessandra Mottola Mol no - storica dell’arte e ha criticato l’archeologia - parole di greco tecnico
sulle didascalie (Es vascolare lei sostiene sembri una malattia); monoansata (sembra riferirsi a
attrezzi ortopedici) coroplastica (sembra un genere musicale). Sostiene che questo sia un modo

per allontanare il pubblico, perchè vi sono terminologie tecniche, non comprensibili da tutti.

Didattica e divulgazione

Ricadute sulla comunicazione.


Museo delle Statue Stele della Lunigiana di Pontremoli

Museo di un solo tipo di oggetti > tematico ma destinato esclusivamente a un tipo di


statuaria tipica di una zona d’Italia, diversamente dagli altri musei non c’è una varietà, la
varietà cronologica e tipologica rompe la noia del visitatore > un museo con 1 sola tipologia
di oggetti rischia di divenire monotono. Museo ospitato in un castello, si visita il museo e
anche il castello nel suo insieme, perchè museo in questa zona ? A confine tra toscana e
Liguria > è zona di transito importante sin dalla preistoria per le rotte che collegano il nord-

33
fi
fi
ffi
fi

fi
fi
fi
fi
ffi

fi
ffi
fi
ovest e la costa tirrenica, si caratterizza per la manifestazione di statue stele rinvenute in
gran numero solo in questo territorio > manifestazione non funeraria ma votiva o un mix,
ciò dal neolitico dura fino all’età del ferro (tradizione) 3500 a.C - VIsec. Nucleo più
importante di queste statue esposto qui, dedicato interamente a questa caratteristica, è un
museo civico.
Vecchio allestimento
Cercava di mettere insieme le statue con un ordine geografico a seconda dei rinvenimenti
(territorio di passaggio tra gli Appennini, spesso vicino punti di guado tra i fiumi o vicino ai
passi nelle valli).
Base di cemento con terreno che serviva a infiggere le statue, esposte come fossero nel
suolo e non vi era un ordine vero e proprio, alcune situazioni poco comprensibili. Quando
cercano dei frammenti tipo la testa, veniva collocato in basso senza che si capisse cosa fosse
realmente. La testa semilunata delle statue richiama una tipologia di pugnale del neolitico,
le statue maschile hanno il pugnale (pomo semilunata = alla testa) e le donne hanno il seno.
Nuovo allestimento
Punta sul riportare a vivo le pareti del castello ed esporre le statue secondo un percorso
legato al territorio ma isolandole e accostando la pietra del castello e quella delle statue e
giocando sull’illuminazione e alcune prospettive. Le teste quando sono isolate sono esposte
con strutture che permette di esporle ad un altezza coerente. Ambienti un po’ scuri, in cui la
luce radente rende più percepibili le caratteristiche di incisioni sulla pietra. Una delle
caratteristiche scelte in questa esposizione, in un passaggio tra una sala all’altra vi è una
saletta di snodo dove vi sono alcune copie delle steli e testi e sono da toccare > sosta per
andare in contro alla fatica museale. L’allestimento ha poche didascalie. Vi è anche una sala
che racconta dei rinvenimenti, contesto delle steli > info aggiuntive esposte attraverso
filmati narrativi > possibile perchè il museo ha un solo tipo di esposizione.
Un gruppo di statue-steli è stato esposto esattamente come rinvenuto (vi si può girare
intorno)> allineate originariamente, collocate vicino un guado in fila e così sono state
risposte in una sala dedicata esclusivamente a loro > unico contesto che appare integro
(sorta di famiglia di statue-steli, ci sono statue piccole e alcune grandi) > sembra essere una
riproduzione di carattere familiare, sorta di culto. Vicino alle statue sono stati rinvenuti
fuochi riconducibili a un rituale > luoghi di culto che segnalano passaggi importanti.
Il nuovo allestimento contestualizza (ricostruzione dei contesti), gioca sull’emotività. Le
statue non sono state inserite nella terra come originariamente ma sono stati studiati dei
supporti che permettono di comprendere sin dove queste statue erano interrate. I supporti
sono robusti ma poco invasivi.

Museo della vasca votiva di Noceto (Parma)

A metà tra un museo e un’area archeologica, la particolarità sono le dimensioni e i materiali


della vasca votiva (difficoltà di conservazione) > ha influenzato il luogo dove fare il museo,
questo museo è stato costruito appositamente per la vasca votiva.
Vasca rinvenuta circa 20 anni fa, è una vasca di legno che faceva parte dell’età del bronzo,
collocata vicino un insediamento vicino a Parma. Secondo alcuni forse serviva per la
raccolta di acqua, profonda 4, perimetro 12x7. Doveva essere piena di acqua e all’interno
offerte (cesti, ceramiche), sopra vi sono pali di legno > identificata come luogo votivo, gli
34

oggetti sottacqua si sono conservati. La vasca era stata sepolta vicino una falda con molta
acqua, ciò ha permesso la conservazione. Museo inaugurato nel 21, difficoltà nel restaurare
la vasca. Il legno si conserva solo sott’acqua, ma viene estratto si frantuma > il restauro
avviene immerso in acqua con una soluzione di una resina che va a consolidare le fibre di
legno (per mesi/anni). Il museo è stato costruito apposito, perchè non vi erano strutture
museali che potessero renderla fruibile in modo efficace. Il paesino è molto piccolo con
poche risorse, ma la loro amministrazione è riuscita a valorizzarla, costruendo un progetto
europeo > ottenendo un finanziamento.
Vasca ricostruita nella sua struttura portante, ha tavole, assi di legno che tenevano l’acqua,
hanno tutte grandezza uguale, fermate da pali verticali con controspinta dei pali orizzontali e
obliqui per fissare gli angoli. Stavano scavando in un terreno di argilla, che è di per se
impermeabile. Ci sono delle vetrine e una stanzetta video con touch screen che mostrano >
rinvenimento, fasi di restauro. Museo a metà strada con aree archeologiche (problematica di
gestire opere monumentali all’aperto).

Spazi per le attività didattiche

Negli ultimi 30 anni i musei si sono incentrati sul progettare attività di carattere didattico
per le scuole declinandole a seconda degli ordini e grado, stretta relazione con programmi e
capacità di apprendimento. Nei primi anni di queste attività di progettazione (musei veneti
sono stati un po’ precursori che hanno aperto la strada poi seguita da tutta italia). In veneto
inizio precoce > Es. Museo di Este - attività fatte nelle sale (bambini seduti a terra), da qui
vi è stata la stagione (tra 2009-15) in cui tutti i musei nazionali del veneto hanno riassortito
gli spazi destinando un aula esclusivamente ad attività didattiche e laboratoriali > volontà
del soprintendente (musei archeo allora dipendevano ancora dalla soprintendenza specifica).
Spazi appositi per attività didattiche > strutture destinate (Es torni, forni, telai…).
Organizzare attività didattica a livello di comunicazione:
- convegni > museo ha una rosa di attività differenti da quelle scientifiche, conferenze,
mostre
- Attività didattica
- Attività teatrale, concerti
- Presentazione di volumi (libri)
Inserirsi nelle attività del territorio, collaborazioni con conservatori, attività non profit che
fanno archeologia nel territorio.

Alcune attività sono invece di dettaglio > mirano a feudalizzazione della popolazione
locale La fondazione Oderzo cultura > riunisce biblioteca, pinacoteca e museo archeologico,
3 entità che organizzino cose che interagiscono. La fondazione è un istituto privato >
gestione più agile rispetto a quando pinacoteca e museo erano sotto la gestione comunale.
Queste attività sono piccoli interventi proposti sistematicamente in alcuni periodi specifici.
Sono attività molto leggere dal punto di vista “didattico”, hanno la durata di 1h > agili e
mirano alla sensibilizzazione e feudalizzazione del pubblico locale.
Problema del numero di visitatori > ministero imposta soglia fissa per tenere aperto il museo
(10.000 l’anno) per incrementare il numero di visitatori è necessario avere una base fissa>

35

non costruito da stranieri e turisti ma dalla popolazione locale che tornano in museo (scuole,
bambini, anziani…)
Altra buona interazione sono le giornate FAI Es museo di Adria - il FAI fa vedere cose
solitamente non visibili, nel 2014 ha fatto aprire i magazzini del museo al pubblico (azione
complicata, perchè non sempre sono ordinati e possono avere materiali sensibili o dati a
vista non adatti a grandi flussi di persone > per l’iniziativa sono stati retinati gli espositori -
situazione che ha creato curiosità ha fatto 1.500 visitatori in un giorno e mezzo > curiosità
verso questo tipo di azione, evento che per l’esito ha stupito - anche latri musei veneti si
sono organizzati per aprire i magazzini in iniziative ricorrenti dell’anno.

DIDATTICA
Non bastava più ad un certo punto finalizzare ai momenti scolastici, ma organizzare attività
didattiche per quando le scuole erano chiuse > le famiglie possono aver bisogno di portare i
bambini la mattina, attività conoscitiva > da qui si sono fissate una serie di attività ricorrenti
nell’anno e che divengono punti di riferimento per le famiglie. Es Attività museo di Adria si
chiamavano ArcheoAd (pasqua, natale, speciale di Halloween, carnevale) ArcheoAd che si
sostituisce ai centri estivi, una settimana di attività offerta ai bambini a prezzo modesto
grazie anche all’aiuto del comune > azioni che si abbinano anche ai centri estivi.
Per l’attività didattica non basta più avere solo il collegamento con le scuole ma deve
divenire un appuntamento fisso per famiglie > comunicazione sempre più efficace.
Quando si fanno attività con i bambini Es. prima schedatura dei materiali si fanno con una
selezione di oggetti veri > non particolarmente delicati - dare in mano l’oggetto vero attiva
l’emotività.
Es attività “vietato non toccare” Adria - nata inizialmente per i non-vedenti, in
collaborazione con organizzazioni per non-vedenti, offrire possibilità di manipolare
l’oggetto > attività gradita da tutti, una delle attività più richieste (idea di toccare l’oggetto
vero crea emotività, emozione).
Altra attività - apertura a visite per persone in carcere (selezionati alcuni detenuti non
pericolosi) accompagnati e fanno visita in museo > inclusione e accessibilità.
Attività di danza e con i cori gradite nei musei

Queste attività hanno dei problemi comuni:


- problema di progettazione (idee)- necessità di trovare nuove proposte, idee nuove che
abbia caratteristiche ricollegabili alla mission del museo.
- Mancanza di fondi (sono solo i musei autonomi che hanno fondi privati) - necessità di
foundraising, sponsorship. Necessità di un aiuto esterno per sopravvivere. (Costi di
manutenzione ordinaria, se non arrivano i soldi dal ministero - musei non autonomi - le
bollette non vengono pagate, quindi aumenta. La riforma per i musei autonomi ha cercato
di risolvere tale problema (più introiti e ministero da più soldi) negli altri talvolta
permane questo problema. Difficile trovare i soldi per le bollette figurarsi per le varie
iniziative! Costi del personale, costi per garantire l’apertura > ciò limita le attività che si
possono organizzare
Alcune attività sono a costo quasi zero > Es “notte dei musei” i fondi sono garantiti dal
ministero (attività di vetrina Europea, apertura serale> pubblicità internazionale del proprio
evento) organizzazioni di carattere internazionali importanti per la divulgazione.
36

Altra attività a cui spesso aderiscono i musei è “m’illumino di meno" a ore specifiche
vengono chiuse e luci > alcuni musei aderiscono, format nazionale a cui aderire che crea
visibilità (ciò costa poco)

L’arte contemporanea per la valorizzazione dei musei archeologici

Sempre di più trovano forme di collaborazione > valorizzazione del legame tra arte
contemporanea e archeologia. Possibile fare attività anche a livello locale con piccoli artisti.
- Es Museo di Adria - organizzata una collaborazione che ripropone immagini dell’arte
classica greca > opere in tessuto. Ciò ha creato un’associazione tra l’esposizione e l’abilità
di riproporlo in forme alternative.
- Es Impatto 2.0 Museo di Atestino -mostra di arte contemporanea con opere di spessore
esposte all’intento del museo e altre opere esterne > con materiali di riciclo sul muro di un
palazzo, opere sparse in città che creavano un legame virtuoso, al museo cerano opere
archeologiche affiancate alle opere d’arte.
- Es Reggio Emilia “On the road” -mostra declinata sulla transizione della strada
(cronologicamente trasversale).
Il legame quasi inverso tra archeologia e arte è stata la mostra Damien Hirst > ha
immaginato un naufragio - esponendo oggetti del naufragio mescolando vero e falso, senza
indicazioni che permettessero di distinguerli.

Mostre nazionali e internazionali

Gli oggetti dei musei vengono richieste per vetrine importanti > autorizzazione (valore
assicurativo, parere ente espositore e ministeriale). Importante circolazione degli oggetti
nonostante i rischi > mostre internazionali sono grandi vetrine
- SALA MOSTRE AL MUSEO NAZIONALE ATESTINO ESTE (PD) - destinata a
mostre ma può essere disallestita e utilizzata per conferenze. Mostra > “Il passato del
guerrirero” mostra dedicata all’esposizione dei culti > mostre luoghi dove sperimentare
soluzioni allestiti, pannellistica, didascalie nuove - poi se funzinanti applicabili al museo.
- Palazzo della ragione di Padova mostra “Venetkens” - costrizioni dettate dalla sede,
presenza degli affreschi. Di cui non si può impedire la visione a causa della mostra che
necessariamente deve occupare solo una percentuale della sala e con altezza specifica da
non superare e lasciare spazio di agilità per lasciare fruibile il salone. Le strutture allestiti
qui preseti erano state usate per un altra mostra > strutture già costate al comune, quindi
reimpiegate per questa mostra. Moltissimi materiali da esporre - chiave per selezionarli,
selezionati con l’idea del viaggio > percorso territoriale e cronologico, idea efficace.
Quando si pensa ad una mostra bisogna pensare al taglio che le si da > selezione collegata
all’obiettivo, chiave di lettura.
Veneto - importanti testimonianze dei paleoveneti.
In questa mostra sono state usate microfotografie con oggetti esposti al loro posto con
vetrine appese. Alcune esposizioni sono state più grafiche vaso con inciso - il poema epico -
esposta col suo disegno, senza ricostruzioni virtuali.
In mostra vi erano delle chiavi retiche - costruitala porta col chiavistello idoneo con modello
di chiave per avere un interazione attiva.
37

Mare dell’intimità a Trieste - collaborazione con archeologi subacquei - idea di entrare


dentro la nave, spazi tridimensionali > ricostruzione contestuale forte.
Mostra “Meraviglie dello stato di Chu” - mostra organizzata in modo itinerante (sedi Este
e Adria) mostra con oggetti provenienti dalla cina, armature gemelle in cuoio e seta esposte
una in una sede e una in un’altra come punto di intersezione tra le due sedi. Restauratori
cinesi - barriera linguistica.

Oggetti che si condividono con l’estero > Es coppe in vetro soffiato d’epoca romana I sec aC -
provenienti dal museo di Adria, sono firmate da un vasaio Greco (Ennione) che ha lasciato firmati
pochissimi oggetti, per moltissimi anni non sono mai state spostate dal Museo (punto focale del
museo e grande rilievo) il museo ha concesso il prestito - assicurazione e sono state esposte al
Metropolitan di New York sono state esposte in una finestra sulla V strada - comunicazione del
materiale antico che annulla lo spazio tempo tra ieri e oggi. Per i reperti archeologici è necessario
trovare un collegamento tra passato e futuro.

Lezione online

1) —> Il file propone una intervista a Monica Celi, Direttore del Museo di Storia Naturale
ed Archeologia di Montebelluna, al fine di illustrare le caratteristiche principali e di
gestione di un Museo Civico di medie dimensioni, particolarmente attivo sul fronte del
legame con il territorio e su quello del coinvolgimento dei diversi ‘pubblici’

Obiettivi, mission e logica che il museo segue per l’offerta al pubblico.


Nasce nel 1984- collezioni relativamente giovani, riferimento al secolo scorso di tipo
naturalistico e archeologico che costituisce i musei cittadini. Montebelluna che sa esprimere
attraverso il patrimonio che deriva dal contesto storico - culturale esprime la sua identità
attraverso questo museo. Staff, collaboratore essenziali per sostenere il museo,
fondamentale il personale competente con professionalità che si esprime nelle funzioni che
fanno la vita del museo: conservatore archeologo, conservatore naturalista (si occupano
delle collezioni), segreteria amministrativa, parte gestionale (società fluida, burocrazia
presente quindi è una mansione pesante, vitale importanza per la gestione museale); tecnici-
custodi che si occupano della funzione in termini manutenzione, preparazione materiali,
gestione impianti e giardino dove si svolgono attività, documentarista responsabile del
servizio didattico del museo che coopera con lo staff. Affidato agli esterni quello delle
prenotazioni e relazioni con il pubblico soprattutto scolastico e l’erogazione stretta del
servizio educativo -didattico -> staff educatori che lavorano all’interno del museo. Museo
Montebelluna offerta molto ampia, le linee personali di questa offerta, quali sono?
La mission del museo -> nasce in una comunità, prime collezioni donate da un’associazione
della comunità, premessa che è la comunità con declinazioni, persone che a diversi livelli e
modalità devono accedere al loro patrimonio culturale ivi depositato. Attività con le scuole,
ordini scolastici dall’infanzia-università-> ma si ricercano target anche più inconsapevoli
che non sanno che al museo vi è possibilità di apprendimento, target come la terza età,
disabilità, attenzione alle opportunità di relazione con la comunità, associazioni e altri
istituti, biblioteche.
Non solo attività di visita e laboratorio -> notte di Halloween a museo, proposte dallo staff.
Mission trovare tanti modi per essere parte integrante della vita della comunità.
38

Cooperazione per progettare e come far vivere il museo-inclusione per fare una bella
esperienza. Il patrimonio del museo è condivisibile, museo che fa della partecipazione attiva
un suo focus.

2) -> La Dottoressa Angela Trevisin responsabile del centro di documentazione del Museo
di Storia Naturale ed Archeologia di Montebelluna illustra un progetto di mediazione
culturale cui il Museo ha preso parte, collaborando con una iniziativa nazionale

Museo Civico e storia naturale e archeologia di Montebelluna -> responsabile centro


documentazione, biblioteca specialistica che raccoglie materiali e li mette a disposizione del
pubblico, di carattere archeologico, dedicati all’educazione al patrimonio e dedicati
all’ambiente naturale, scienze naturali.
Progettualità specifiche con obiettivo di rendere accessibile e diffondere la conoscenza del
patrimonio all’interno del museo, coinvolgendo target che spesso non sono utenti abituali
della realtà museale. Alcune progettualità sono state oggetto di partenariato come scuole,
centri di formazione per adulti e associazioni che si occupano della gestione dei cittadini
stranieri nel territorio: “Pezzi di storie” 2010-11-> spunto da progetto internazionale gestito
dal museo archeologico di Modena. Ricalibrato il percorso sulla nostra realtà museale.
Obiettivo - rendere fruibile il patrimonio archeologico a donne straniere che facevano
percorso di alfabetizzazione nel nostro territorio, museo come risorsa. Coinvolgere anche
studenti stranieri che stavano ottenendo la licenza di scuola media.
Lavoro con 2 gruppi differenti di pubblico, focus conoscenza dettagliata del patrimonio di
Montebelluna. Lo staff ha visto fondamentale la partecipazione del conservatore archeologo
che ha fornito la documentazione scientifica adatta a un processo di mediazione-conoscenza
agli utenti finali. Dalla schede tecniche specifiche si è attuato un processo di mediazione
linguistica per rendere i reperti più intellegibili, dal punto di vista dell’apparato didascalico
e ogni partecipante, sulla base emozionare ha potuto scegliere il reperto con cui conosceva
affinità, gusto e conoscenze acquisite dalle schede. Tutto ciò con percorso lungo a scuola e
sedi di studio delle donne coinvolte, processo di rielaborazione che ha permesso la
conoscenza approfondita del reperto scelto-> ognuno ha restituito le motivazioni della scelta
al gruppo.
Come documentazione finale gruppo donne -> album fotografico donne ritratte col reperto
scelto accompagnate da una didascalia contenente la motivazione della scelta.
Ragazzi e ragazze invece -> parallelamente hanno scelto di rappresentarsi attraverso un
video accanto al reperto, motivando la scelta. Lavoro significativo perchè:
- ha permesso la condivisione del patrimonio con target che difficilmente entrano
spontaneamente nella realtà museale, far capire che è un luogo per tutti nel suo percorso
di crescita personale - trovare qualcosa che ognuno senta come proprio.
- Un modo per il museo per ripensare le narrazioni alla base del reperto, con linguaggio
scientifico dei pannelli dei reparti ma anche altri tipi di narrazione che sta all’individuo
che col reperto si mette in relazione, valido per tutti i reperti. Su questi processi di
accessibilità al patrimonio il museo investe molta ricerca.
Risvolto emotivo dei risultati -> reperti che hanno attivato processo emotivo, processo di
mediazione che ha permesso che il reperto solleciti il bagaglio emotivo personale. Nel caso
specifico alcune donne sono tornate una volta concluso il percorso e lo stesso per alcuni
39

studenti. Il voler tornare è un indicatore di successo delle iniziative. Indicatori di impatto


sociale non facili da determinare -> qualcuno che ritorna portando altre perone, indicatore di
successo.

3) Intervista a Emanuela Gilli, Conservatore del Museo di Storia Naturale ed Archeologia


di Montebelluna. La dottoressa Gilli illustra i principi che il Museo segue nella
organizzazione di eventi e nella comunicazione archeologica, sottolinea alcune
difficoltà di carattere burocratico e procedurale, parla delle potenzialità di
divulgazione e valorizzazione. Questa intervista è da considerare complementare al
secondo file in cui viene esposto un casi studio, come esempio di attività tematica.

Conservatore e archeologa museo Montebelluna, ruolo del conservatore. Il museo civico


espone materiale statale, con le sue difficoltà, museo grande con risorse che hanno dei
limiti. Entrare n contatto con l’archeologica del territorio, tutelare, valorizzare e far
conoscere tali riperti, farli vivere e comunicarli alla comunità - cittadini di Montebelluna ma
non solo e pubblico studentesco. Problemi della comunicazione, necessità di interagire con
differenti pubblici. Attenzione per esempio sugli anziani. Ruolo focalizzato sulla
conservazione, sistemazione tutela e studio dei reperti, maggior attenzione alla
valorizzazione supporto delle politiche ministeriali. Un tecnico deve comunque aprirsi al
mondo esterno, far conoscere i significati e valori dei reperti. Ad oggi anche la comunità
scientifica pone una maggior attenzione all’esigenza di tradurre linguaggi tecnici in
terminologie più comprensibili - mettersi dalla parte dell’altro, semplificare.
I pubblici che entrano a museo ora sono differenziati, segmentati, non più solo adatti ai
lavori, ma sordi, disabili, anziani, bambini - obiettivo l’ampliamento dell’audience
nell’ottica dell’accessibilità. Museo accessibile - attraverso la comprensione. Proporre
l’attività diversi utenti. Network European Museum Organization - incentiva l’incontro tra
addetti ai lavori internazionali. Differenziazione tra musei italiani e esteri che hanno una
visione molto aperta , ma gli italiani riescono spesso a realizzare idee con poco (scarsità di
mezzi).
Museo civico con reperti di proprietà statale, ciò comporta uno scambio continua con la
soprintendenza, ufficio ministeriale del territorio. Interventi sulle collezioni necessitano
l’autorizzazione della soprintendenza.
Sistema connaturato, e ciò permette di realizzare degli obiettivi, per esempio organizzare
allestimenti solo con le forze lavoro degli uffici preposti: Es conservatore Montebelluna; col
funzionario di zona, restauratori, coinvolgente l’università - percorso dedicato
all’allestimento dei reperti, nuove possibilità per la comunità anche scientifica. Sempre più
frequenti le consegne di reperti dei privati del territorio, ritorno alla comunità. Si cerca di
cambiare qualcosa ogni anno, ruotare le vetrine, ma grazie alla relazione con la
soprintendenza vi è un unione delle forze.

4) Nella seconda parte dell'intervista la dottoressa Gilli propone un esempio di


valorizzazione di un contesto eccezionale, costituito da una sepoltura preromana nel cui
corredo compare una preziosa situla decorata. Il manufatto si riferisce a quell'arte delle
situle che ha caratterizzato il Veneto antico tra il VII e il III secolo a.C. Si tratta di un

40

rinvenimento piuttosto recente che è stato opportuno e necessario valorizzare dopo un


lungo intervento di restauro e di studio.

Caso specifico:
Laboratorio destinato ad un oggetto rinvenuto a Montebelluna nel 2001, in una sepoltura,
situa pre romana, lamina bronzea decorata con narrazioni significative. Il rinvenimento ha
dato luogo a un allestimento specifico con attenzione allo sviluppo di attività didattiche,
creato un laboratorio specializzato “la situla racconta”.
Target di riferimento la scuola primaria(4-5° collegato al programma). Laboratorio di 3h: 1
in aula 2h in museo - ricontestualizzazione del luogo di ritrovamento della sepoltura (un
tumulo). La ricostruzione è accompagnata da un video che racconta, mezzo immediato di
comunicazione (breve durata) per far capire la valenza funeraria del rinvenimento non
immediato - ritualità. L’allestimento studiato con occhio rivolto a questa forma di didattica,
il video ha la stessa tecnica grafica dei videogiochi, che si avvicina a un target giovane. Alla
situla è stata dedicata l’intera sala. Si passa da un allestimento tradizionale (vetrine, corredo,
didascalie) per poi concentrarsi sull’oggetto protagonista.
Dalla prima parte in aula, non classica lezione frontale, trasmissione dei contenuti
sull’immaginazione e riflessione dei bambini. Partendo dai disegni raffigurati nella situla-
rappresenta un corteo, banchetti, l caccia- narrazione caotica - vengono fornite figurine che
isolano singoli pezzi della narrazione perdio comporre una loro storia (lavoro di gruppo). Si
chiede una forma di restituzione coinvolgete, rappresentare anche con le immagini
disponibili una sorta di opera niente (storie).
Poi si passa al tumulo e video che parla della scena rituale, analisi degli elementi.,
riferimenti alle immagini già viste. Infine con tali presupposti si affronta la sala. Dov’è è
presente la situla, costruire insieme la conoscenza. Passaggio dalla raffigurazione
all’oggetto. Sii lavora con gli oggetti, riproduzioni da toccare con tatto, rapportandolo poi
alle vetrine contenenti i reperti- i ragazzi a questo punto sono in grado di interpretare.
Chiusura attività, lavorazione a sbalzo per capire la metodologia. Si conosce guardando-
ascoltando-toccando, sfruttate tutti i sensi per questa attività di conoscenza.
Attenzione particolare alla sicurezza e norme di comportamento, regole rigide sul come casi
muove e comporta in museo.

5) Sabina Magro responsabile per Studio D - Didattica - Archeologia - Museologia, è una


archeologa che da oltre 20 anni lavora nel campo della didattica per i diversi ordini
scolastici e della divulgazione rivolta a molteplici tipologie di pubblico. Illustra in
questo primo file da un punto di vista teorico ed istituzionale e nel secondo in modo più
concreto e circostanziato un progetto di valorizzazione strettamente connesso ad un
progetto scientifico e di valorizzazione incentrato sulla via Annia.

Didattica museale, progetto della via Anni - recupero e valorizzazione di una strada romana,
nata da una proposta di legge (fondi) con possibilità di applicare nuove tecnologie e
coinvolgere esperti del settore. Il progetto è divenuto un progetto di valorizzazione, con fase
dedicata alla didattica. La regione veneto ha raccolto informazioni relative per
approfondimenti in un sito apposito.

41

Epigrafe lavorata graficamente. Lavoro con attenzione on solo alla comunità scientifica ma
anche alla stampa - fumetto lavorato appositamente che da Roma percorre l’intera via anni
coinvolgendoci nella modalità con cui queste strade venivano vissute, percorse e usate.
La ricerca scientifica ha evidenziato come la strada attraversava, entrava e usciva dalle città.
Ipotesi che trovano conferma e altre che le hanno confutate. Inoltre una pubblicazione con
riferimenti al turismo. Proposta di creare neimusei della via anni spazi interni, creando
anche luoghi nuovi, per posizionare degli impianti multimediali fruibili autonomamente
secondo i tempi preferiti

6) Sabina Magro illustra il progetto didattico via Annia, collegato ad un più ampio
progetto scientifico e di valorizzazione cui fu destinata una legge speciale.

Proposta didattica alle scuole secondarie di 2° grado-> Odonata a 50 istituti. Lezione


frontale + materiale cartografico su cui lavorare e intervenire, confronto, ricerca e analisi di
raccolta di informazioni e elaborazione.
2° momento percorso attivo in uno dei musei della via Anni - manipolazione di oggetti
messi a disposizione, elaborazione di un manufatto in formato cartaceo

Lezione 11/11

Evoluzione di Villa Giulia

Volume sull’architetto Franco Minissi -> lavoro dell’architetto, lui è anche un musicologo
(si occupa di allestimenti), aveva rinnovato il Museo di Villa Giulia. Negli anni 50, ’60 lui
crea un’architettura museale rivolta all’archeologia.
Presentazione del libro - reinterpretazione dell’allestimento
Portò a villa giulia una modalità moderna (criticata) nel raccontare l’archeologia (anche la
più antica).
Ambienti simili a cliniche piuttosto che propri di un museo. Molte reazioni rispetto alla
volontà di modificare il racconto o intervenire su spazi delicati come una villa
rinascimentale (V Giulia).
Barnabei e architetto Cozza -> Realizzare la riproduzione di un tempio etrusco-italico sul
giardino di villa Giulia - coraggio, grande apertura. Il termine valorizzazione non si era
ancora affermata, ma la ricostruzione 1:1 di un tempio pone villa giulia al pari delle altre
nazioni extra-ue -> scopi educativi didattici, far capire senza necessità di spiegare.
Lavoro iniziato e concluso con villa poyanowsky. Tuttora si eta di risolvere delle
problematiche di Villa Giulia (accessibile con percorso a ostacoli per i disabili) -> si punta a
creare un unico percorso inclusivo.
Il museo incarnando nella sua missione i principi della commissione di Paro non può che
essere in costante evoluzione -> portati a trasmettere i valori in modo che segue i
cambiamenti della società e cercare di cambiarla, educarla.
La escuadra di villa giulia si impegna per affrontare le sfide di questo nuovo millennio
XXIsec. La crisi è dietro allo sfociare della comunicazione di Villa Giulia (modalità di
comunicazione online -> durante il covid19)

42

Possibili attività di valorizzazione

Attività di rilievo nascono rischi. Chi si pone dal lato della tutela del BC non vede le
iniziative (concerti, rappresentazioni teatrali) solo dal punto di vista culturale che possono
offrire ma anche dal punto di vista del rischio per il bene molto forte. Necessario calibrare
costi e benefici delle azioni.
Ad oggi si cerca di partire dalla Public archeology - persone che possono vedere le attività
di scavo. Ad oggi si crea una P Archeology che non crea sbarramenti fisici e ideologici (reti,
transenne) che mirano a dividere l’attività di chi scava (forma elitaria di attività) dal resto
del mondo. Ciò non va bene, anche se le persone ricamate sono numerose. I responsabili
della sicurezza d’altra parte vorrebbero le transenne, scavo archeologico, pericoloso, si può
cadere e ciò va tenuto presente.
Accanto a queste attività legate al 1° momento, quello della scoperta, c’è altro.
Es. notti dell’archeologia in Toscana
Oltre 100 eventi nei musei e aree archeologiche della toscana. Sono musei piccoli che solo
facendo rete possono ottenere le risorse necessarie per organizzare degli eventi, gestendo
insieme le risorse della comunicazione (costa di più dell’evento stesso). Le reti sono efficaci
perchè mettono in comune il costo più alto, comunicazione e pubblicità dell’evento.
Vi sono proposte diversificate: visita al buio, mostra fotografica con concerto sino alla
caccia al tesoro. Serie di eventi programmati che possano giovare di una comunicazione
comune, ottimizzare le spese.
Attività collaterali viste anche ad Altino
Eventi di danza nelle aree archeologiche -> iniziative efficaci per musei che hanno spazi
aperti o sulle aree archeologici (spesso sedi di eventi teatrali, di danza..) con alcuni
difficoltà:
- gestire le uscite
- Segnalare bene le aree più sconnesse, problemi di sicurezza
- Dividere bene gli spazi destinati alle azioni e al pubblico
Tali eventi organizzati in caso di bel tempo, ma necessario a tal proposito prendere un piano
B per pioggia improvvisa.
I Pink Floyd a Venezia 1989
200.000 spettatori
Su ciò grandissima discussione, la soprintendenza di Venezia non aveva dato
l’autorizzazione che è stata data direttamente dal ministero-> piazza danneggiata e
sprofondata di molti cm per il peso e la soprintendente ha dovuto pagare i danni, anche se
aveva avuto l’imposizione dal ministero.
Soprintendenti hanno una conoscenza reale del pericolo che corre il monumento, dissenso
motivato, la politica non ha davvero a cuore il bene.
La distorsione della stampa in termini scientifici è molto alta.
Ciò che è accaduto a venezia è un esempio di ciò che bisogna evitare. Necessità di far vivere
i musei ma sempre considerando il giusto equilibrio tra gli elementi.
Esempio di ciò è il circo Massimo che nasce per essere luogo di spettacoli, capienza
250.000 persone già dall’antichità, ha una struttura portante diversa. Qui spesso organizzati
concerti (Genesys) anche montando strutture imponenti, palchi, illuminazione… ma ciò non
comporta gravi problemi, la struttura è più idonea a accogliere eventi di tal genere.
43

Non si tratta di negare ma valutare razionalmente.


Altro esempio Villa Adriana
Dove vengono organizzati spettacoli musicali e teatrali. Il numero di persone va calibrato
sullo spazio disponibile non molto grande.
Rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto
Qui vi è una forma di comunicazione più articolata per l’archeologia: divenuta una
tradizione -> film accompagnati da incontri e conversazione, esiste una linea
cinematografica di valutazione del bene archeologico, collaterale a ciò che può fare il museo
ma con essi si può interfacciare se hanno spazio per proiettare tali filmati. Festival nato con
carattere regionale e locale ha assunto importanza nazionale.
Così come i Fumetti archeologici stanno prendendo piede.
Per tutte queste forme di valorizzazione alcune modalità che vengono dal fatto di avere una
tecnologia più avanzata possono essere messe in campo efficacemente: Ricostruzione 3D e
animazione 3D fatta a partire dallo scavo Es. sepoltura di padova sulla quale si è cercato di
fare una ricostruzione 3D per valutare il progredire dello scavo tenendo conto dell’aspetto
volumetrico. Tale documentazione ha un costo, più lento scavare con questa modalità, ma
utile per chi lavora sul contesto sia per chi voglia poi valorizzarlo.
Questa documentazione 3D fatta anche su altra tomba a diverso scopo per ipotizzare le
forme di ricostruzione del corredo senza farlo con gli oggetti. Ricomporre le posizioni con
le tecniche virtuali -> usato nell’ambito della valorizzazione.
Valorizzazione delle strutture sta progredendo:
Ricostruzione dei tumuli ad Este- > ricostruzioni che danno idea della monumentali delle
strutture e della loro composizione.
Anche altre tecniche di ricostruzione come il BIM = è un ambiente, serie di possibili
software ove lavorano architetti, archeologi e ingegneri, organizzato nella progettazione
degli edifici. Il BIM oltre alla precisione ti da una serie di informazioni sulle quantità di
materiali che muovi.
Tutti i grandi monumenti di Marzabotto sono stati costruiti col BIM-> straordinario per
l’archeologica.
Quello che non era mai stato fatto era la moderazione BIM per la terra che non ha una forma
(come il laterizio, cemento..) quindi ci vuole una documentazione importante con quote,
spessori, moderazione che può tenere conto dei diversi gradi di compressione dei terreni
(sabbia si comprime molto, argilla meno..). tabelle, numeri possono essere animate in
ricostruzioni BIM -> elementi utili per le forme di valorizzazione.

Filmati
1) filmato datato di ricostruzione fatto per una mostra -> filmato animato
2) filmato di circa 10 anni fa, fatto per sostenere l’ipotesi di fare una mostra archeologica in
Cina, costruito un filmato che illustrasse quali potevano essere i punti forti di una
valorizzazione del panorama archeologico Veneto in Cina

1) filmato di costruzione animata per una mostra, in parte destinato ai bambini. Ma vi sono
aspetti non positivi nella ricostruzione che ad oggi sarebbe molto più raffinata
2) prende differenti pezzi

44

I filmati hanno obiettivi differenti, volti a differenti forme di comunicazione, non al passo
col consumo audio-video attuale. Ciò fa riflettere sul fatto che ciò che oggi si produce dura
poco, rinnovo quasi continuo di ciò che si fa. Dietro questi prodotti vi è un impegno
economico -> aspetto che diviene frenante. Ad oggi nella pubblica amministrazione non vi
sono persone tecniche informatiche che creano forme di comunicazione tale, ciò non fa
parte del personale dei musei. Quindi musei civici o nazionali appaltano all’esterno ma le
ditte chiedono molti soldi. Problema qual è? Se devo mettere in campo una certa cifra
perchè poi diviene obsoleta -> vi saranno delle sfasature. Chi mi garantisce che avrò ancora
disponibilità tra due anni per rinnovare tale tipo di valorizzazione- comunicazione. Questa
forma non rientra nei canoni di efficacia e efficienza richiesti dalla Corte dei Conti -> tre
criteri di gestione
- Efficacia
- Efficenza
- Economicità (scelta economicamente più favorevole)
Se le iniziative rapidamente divengono obsolete rischiano di non rientrare nel parametro di
economicità.
Su ciò vi è la necessità di individuare strategie. Necessità di calibrare benefici / sacrifici in
modo tale da mantenere l’equilibrio.

Emergenza sanitaria e comunicazione online

Momento drammatico di chiusura anche per i musei. Il museo senza i suoi visitatori non
vive. Musei con programmi completi con necessità di disdire improvvisamente nel 2020.
Avevano del personale che lavorava in smart e doveva fare qualcosa, ma cosa facevano?
Alcuni musei hanno progettato attività alternative online -> la crisi è stato un momento di
riflessione e rinnovamento, spinta a reagire fuori dalla comfort zone. Vi è stato un
proliferare di una comunicazione ch esisteva ma non in queste forme.
Il polo regionale del Veneto nel 2020 ha diffuso alcuni #Museo dal Divano #Museo a
portata di link -> argomenti brevi che approfondivano singoli temi dei rispettivi musei Es
Adria vetro -> presentazioni fruite da casa non troppo lunghe, registrate e pubblicate sui
social.
# Adria Ricomincia da Te a chi entrava in relazione col museo veniva offerta una
visita guidata al momento della ripresa (paura del non ritorno dei visitatori dopo la
riapertura).
Forme di attività online che possono creare una forma di fidelizzazione persona che
si abitui a gestire un rapporto col museo (guardare video spesso..)
Anche Este ha aderito # Museo dal divano.
Archeologia sperimentale attrae molto-> Es. Villa Giulia
Etruchannel-> Filmato sulle azioni di restauro, approfondimenti sui monumenti
etruschi esposti a Villa Giulia e vi sono dei collegamenti col mondo italico in
generale, senso di archeologia più ampio.
Villa Giulia, museo nato per i reperti etruschi dell’alto Lazio ha fatto un passo in più
TULAR (confine) RASANAL ETRUSCHI (etruschi senza confini) idea alternativa,
ipotizzata una convenzione che singoli musei nazionali o civici di italia che abbiano

45

reperti della fase etrusco-italica possono mettere in atto per collegarsi al museo di
Villa Giulia - Valentino Nizzo direttore del museo.
Si vogliono togliere i confini, sottolineando il legame col museo principale legato a
questo tipo di cultura in italia. Convenzione fa si che i musei o enti che stipulano la
convenzione di villa giulia usufruendo della pubblicità di villa giulia e usufruiscano
di forme scontate sui biglietti - legame amministrativo e di comunicazione stretta tra
V Giulia e i musei convenzionati -> idea molto importante perchè molti piccoli musei
si stanno unendo.
Altra proposta visionario è il MuCEB - il museo di Bugliano, luogo e museo che non
esistono ma vi sono moltissimi post di azioni di questo museo che mette insieme
situazioni apparentemente improbabile, dubbio tra realtà e finzione. Il comune di
Bugliano è una community nata per fare ironia su alcune posizioni talvolta troppo
autoreferenziali dei musei, anche ciò diventa una forma di comunicazione. Valentino
Nizzo esiste! È il direttore di villa Giulia, ha creato il museo etrusco di Bugliano per
una denuncia del al sistema museale italiano che non è ancora riuscito non è ancora
riuscito a creare una presenza digitale coerente.
Critiche agli eventi a museo senza una logica razionale con ciò che è il patrimonio
(Es. pilates al museo Egizio di Torino). Nizzo propone quindi una provocazione.
Attività provocatoria che provoca una reazione. Chi lavora in un museo non può dare
nulla per scontato.

Flipped -classroom
Riflessioni sul senso del patrimonio mondiale, e sulla sua appartenenza e pertinenza
nel XXI secolo - Christelline Greco -Le memorie del futuro , Torino 2021
Capitolo III da p. 51 a p. 79

Questo capitolo del volume, nei paragrafi selezionati, aiuta a riflettere su tematiche
trasversali, ma particolarmente coerenti con le caratteristiche del patrimonio
archeologico, preso più volte ad esempio.
Il complesso rapporto tra le istituzioni nazionali e politiche che dovrebbero gestire a livello
mondiale il patrimonio archeologico del passato e le organizzazioni nazionali e
sovranazionali porta a riflettere sulla opportunità o meno di dilatare la relazione tra bene
archeologico e contesto.
Vi sono luoghi in cui i beni non sarebbero conservati al sicuro, è giusto o corretto
estrapolarli? Se ne garantisce davvero la conservazione, non solo del bene in sé, ma del suo
significato profondo?
In che modo i musei hanno a che vedere con le identità nazionali? Esiste un valore
sovranazionale?
Queste alcune delle problematiche affrontate nelle pagine che sono state selezionate,
domane alle quali gli autori non forniscono una risposta, ma una impostazione problematica
che aiuti a proseguire in una riflessione costruttiva.

46

AREE ARCHEOLOGICHE
Per illustrare l'argomento delle aree archeologiche, da rinvenimento e in seguito dalla
loro organizzazione alla gestione e valorizzazione, troverete una intervista al prof.
Jacopo Bonetto che dirige gli scavi nell'area archeologica di Nora e illustra le
problematiche che si incontrano dalle fasi del rinvenimento e dei primi contatti con le
realtà locali fino alle problematiche generali di gestione e valorizzazione. In seguito
trovate alcuni filmati ambientati nelle aree archeologiche di Montegrotto Terme
(PD), nell'area dell'antico centro termale di epoca romana, dove la dottoressa
Marianna Bressan, ora Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Altino, ci
illustra diverse tematiche.
La dottoressa Marianna Bressan ha avuto la responsabilità delle aree archeologiche del
territorio e in questa chiave ci illustra le caratteristiche e le problematiche, rispondendo alle
domande: come e perché nasce un'area archeologica, quali sono i problemi della gestione
(dal restauro alla manutenzione), quali attività ed iniziative si possono organizzare.

Jacobo Bonetto monitoraggio e gestione delle aree archeologiche


Gli scavi di Montegrotto terme:
La realizzazione dell’area
Il restauro
La valorizzazione
L’organizzazione del percorso
Coperture
Restituzione dei contesti
La gestione

Archeomusei - Tinè + 1/2 esempi di musei che abbiano avuto ristrutturazione parziale o
totale
Standard museali Aurora di Mauro e altra cosa a piacimento dello stesso volume
Volumi su attività didattiche o di divulgazione, oltre il silenzio delle cose, altri 2/3 interventi
studiati dalla bibliografia esposta.
Discussione testi flipper classroom - applicare a esperienze personali.
Struttura normativa dei musei- riferimenti, suddivisione e organizzazione musei nazionali e
musei civici.

Aree archeologiche e possibili problematiche


Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio,
ai sensi dell'articolo 10 Legge 6 luglio 2002, n. 137
Art 10 tutte le aree della cultura comma 1
Comma 2 definizioni specifiche
d) “area archeologica”, un sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di
manufatti o strutture preistorici o di età antica.
Sito ove la presenza di strutture di beni immobili fa si che debbano essere lasciati lì e visitati
in loco, manufatti o anche strutture/ aree fossili
e) “parco archeologico”, concetto più ampio, non sito specifico ma area territoriale

47

un ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla


compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto.
L’area archeo può essere visitabile o non, con limitazioni, il parco invece è già pensato per
essere attrezzato con museo all’aperto, con attenzione alla sicurezza, forme divulgazione,
valorizzazione e manutenzione del bene. Parco idea più ampio e complesso rispetto all’area.

Aree archeologiche e possibili problematiche


Da nord il veneto è tra le più ricche di aree archeologiche nel settentrione. Con grande
politica di attenzione a questi aspetti dagli anni ’80 con soluzioni sperimentali. Alcune aree
archeologiche qui hanno comportato situazioni innovative, come l’area di Feltre.
Provincia di Belluno
Feltre, area archeologica sottostante Duomo di Feltre, inaugurata alla fine degli anni ’80,
edifici e resti della città romana e medioevale. Questa basilica insiste su una piazza che sotto
è scavata-> sistema per sostenere piazza e rendere visitabile l’area sottostante, opera
ingegneristica. E stessa cosa accade a Concordia Sagittaria e esperimento simile a Vicenza,
dove sono state studiate soluzioni illuminotecnica alternative per illuminare le facce diverse
di difficile lettura, permettendo di comprendere questo resti di difficile interpretazione.
Aspetto pluridisciplinari tra ingegneri, archeologi …
A Feltre vi è sequenza cronologica e archeo imponente da resti di città romana a medievale,
studiate apposite passerelle per l’accesso all’area, una pannellistica (ragione della
progettazione e crescita della città in quel luogo) e una serie di grandi pilastri con sorta di
capitello che devono sostenere la piazza. Area agibile solo con visite guidate, non facile
accesso ma è divenuto un luogo di valorizzazione della storia della città.

Dimensione più piccola e problematiche differenti è Mel


Mel, necropoli preromana VIIII-V sec. a.C., monumentalizzazione dei tumuli in pietra.
Rinvenuta negli anni ’50 una necropoli pre romana tra. VIII e V sec aC.
Il problema di tale struttura della necropoli (raro rinvenimento a tale livello conservativo)
era come conservare a vista queste strutture uniche, simile solo a Este ma > conservate. A
Mel problema che in valbelluna vi sono grandi escursioni termiche, bisogno di coprire i resti
per prevenire il degrado, la pietra con escursione termica rispia di creparsi, necessita
protezione. Qui studiata specifica copertura-> problema delle coperture: bisogno di essere
leggere, con non troppi pali portanti (non forare struttura con altri scavi distruggendo parte
del patrimonio) non troppo invasive nell’area archeo e non pesanti visivamente ma efficaci
per proteggere dalle intemperie. Il problema si pone quando aree archeo sono molto grandi,
difficoltà di copertura senza avere punti di appoggio interni, problematiche diversamente
affrontate e risolte, Es nuova copertura per area di novanta di Piave.
Mel non grandissima area, ma per posizione geografica necessitava copertura.

Oderzo situazione differente, luogo sperimentale nel veneto per gestione e organizzazione
aree archeologiche, che sono vecchie. Creata una sorta di mappa, molte aree visitabili
girando per la strada, per questo creata una mappa che propone un percorso e nell’ipotesi
migliore vorrebbe vedere la mappa collegata al museo civico di Oderzo, creando un
incontro tematico dialettico, nel museo esposti rinvenimenti delle aree. Prima città del
veneto, fine anni ’70 il comune in collab con sovrintendenza predisponeva che tutti gli
48

interventi edilizi nel centro storico preceduti dal controllo archeologico, molto si è salvato e
in circa 10 anni si è riusciti a mettere in piedi un sistema di ricostruzione dell’Oderzo
romana -> passo successivo costruire il percorso guidato delle aree archeologiche ognuna
con sua soluzione per valorizzazione e manutenzione.
Via dei mosaici restaurato, restati al loro posto ma coperti con coperture per proteggerli
dalle intemperie. Davanti al mosaico ci è un supporto piramidale che sorregge dei pannelli
che mostrano dove vi è nel percorso complessivo (contesto) e dettagliato il rinvenimento
specifico (dettaglio). Strutture omogenee nella città.
Area del foro parzialmente visibile dall’alto e in parte conservata sotto alcuni condomini
costruiti cercando di interagire in modo proficuo, mostrare lastricato del foro; sia nei pressi
del foro la vista della domus che si infila sotto i condomini, tutto visibile da sorte di spalti
dall’alto affacciandosi sulla piazza o più da vicino con visita guidata. Sinergia tra
archeologici e architetti che ha portato a soluzioni all’avanguardia, anni ’80.
Tipo di soluzione che necessita grande manutenzione, dato che le aree rimangono a vista
devono essere protette dal freddo, sporcizia -> costo.
Ultimo angolo di visione del foro non su condomini/piazza ma su una parte che contiene
l’angolo è visibile da un altro punto della città in parte monumentalizzato con una piramide
che si può attraversare con una passerella, soluzione efficace per non perdere effetto visivo
angolato del foro e suo lastricato.
Soluzione diversa per un passaggio che unisce le due piazze, coperto con dei vetri,
camminamento precedente a vista ma veniva sporcato eccessivamente. Il vetro in parte
allontana la visione della strada ma la tutelano meglio, scelta obbligata dalla situazione.

Oderzo scavo delle ex carceri


In una delle piazze della città, dove sono stati scavi resti tra cui la casa torre detta dell’ex
carcere e scavate in parte riallestita, ricostruzione delle mura di osservazione della città
dall’epoca augustea in poi. Caratteristica dell’area (molto ben conservata) è che è l’esempio
tra forte sinergia pubblico (sovrintendenza) e privato -> ristrutturazione sponsorizzata da un
ristornate della città che ha curato il proprio allestimento con soluzioni che valorizzassero i
resti, mangiare in dialogo con i resti. Aspetto positivo che i resti erano sempre perfettamente
mantenuti (interesse specifico del privato x manutenzione) livello di manutenzione non
possibile con i fondi pubblici. Soluzione funzionale per il ristorante che garantiva fruizione,
buona valorizzazione e conservazione dei resti monumentali.
A Oderzo -> politica di collegamento dei resti città romana e post romana tra loro con
percorsi virtuosi e cercare aggancio con i privati e creare anche collegamento col museo
civico di Oderzo che oggi fa capo di una fondazione di dritto privato che lo unisce oggi a
biblioteca e pinacoteca. Dialogo quindi efficace, esempi virtuosi.

Concordia sagittaria area archeo romana e parte della via annia e monumentalizzazione
paleocristiana è tutto sotto il piazzale e basilica attuale, complessissima gestione e
articolazione che ha dovuto avvalersi di soluzioni avanzate ingegneristicamente.
Concordia esempio di città ove le aree archeo vanno inserite in un percorso logico per
ricostruzione città romana, problema di alluvionamento.
Importante struttura parte sepolta sotto basilica. Presenza strutture murarie tardoantiche e
romane. Oggi si entra a livello della piazza, con scale si scende entrando in una sorta di
49

vano antistante della basilica tardoantica, visibili mosaici, si esce nell’area esterna e se si
esce dall’altro lato si entra in un tratto della via Annia basalto. Area archeo complessa per
articolazione cronologica e difficoltà di mantenere spazi coperti e aperti al di sotto del
duomo attuale. Doppie colonne che reggono pavimento basilica sovrastante, scelta diversa a
feltre che ha pilastri di grande diametro ma pochi mentre qui scelta contraria poco invadenti
ma molti. Forme di studio particolare, necessario rispondere a criteri antisismici.

Altre problematiche per aree archeologiche all’aperto, alcune copribili e altre no.
Anfiteatro giardini dell’arena di Padova, restaurato recentemente.
La zona dei giardini ha risentito di una fortuna/ sfortuna, ovvero essere i giardini della
Cappella degli Scrovegni che ha attratto l’attenzione su di sé, facendo perdere d’interesse i
resti monumentali nel giardino, resti dell’arena, anfiteatro dell’epoca romana. Negli ultimi
anni però si è assistito a un restauro accurato e in estate è sfruttata per il cinema all’aperto, è
quindi resa fruibile, creando consapevolezza di quello che resta della Padova romana (pochi
resti).
Ci sono punti archeologici che possono divenire punti di interesse con esigenze, necessità e
caratteristiche differenti.

Una situazione diversa per Palazzo Maldura a Padova (sede universitaria)


All’interno del palazzo durante lavori primi anni ’90 per ristrutturazione è stata trovata parte
di una necropoli romana, con anche un recinto funerario ben conservato. Si è deciso per
conservazione in situ creando una piccola area archeologica. Spazio aperto coperto da cui si
potevano osservare i resti della necropoli, scalini per scendere verso l’area archeologica con
protezioni necessarie. Necessario un muro di contenimento in cemento, per gestire questo
muro si è deciso di decorarlo. Disegno ricostruttivo (facilmente comprensibile anche ai non
addetti ai lavori) del recinto in 1:1 nella sua realtà contestuale della necropoli attraverso la
tecnica del tatuaggio sul muro (Tatoo wall) che consente di riprodurre un’immagine nella
grandezza desiderata su qualsiasi superficie, metodologia che rende queste immagini non
degradabili anche se esposte alle intemperie (tecnologia usata anche a Este).

Caso degli anni ’50/’60 Este Villa Albrizzi


Alcuni cambiamenti nell’organizzazione delle aree archeologiche. Area con resti delle
domus romane a Este, scavate negli anni ’50-60 erano ricche di pavimentazioni musive, la
scelta per proteggerle rapidamente è stata appendendole su pannelli verticali con una sorta
di tettoia, non è una buona soluzione, manca la comprensione contestuale anche se dal punto
di vista conservativo è efficace. Doveva essere una soluzione provvisoria, ma non lo è stata.

Este necropoli pre romana di via S Stefano dell’ex casa di ricovero


Insieme a Mel unica necropoli dell’età del ferro con carattere monumentale. Studio
particolare per la copertura. Il punto di accesso scherma molto ma era necessario proteggere
l’aria che occupa una porzione di strada.
Necropoli in uso dall’VIII a I sec dC stratificazione complessa. La copertura studiata
appositamente agganciandosi alla strada. Il tetto è sorretto dall’alto per evitare di inserirsi
nell’area. Nella parte alta verso monte la struttura di copertura arriva quasi a livello. Il
dislivello tra monte e valle aveva creato la necessità di impostare un muro di cemento di
50

contenimento per marginare l’area rispetto alla strada. Muro incombente rispetto le
sepolture calcaree, quindi si è deciso di riprodurre copie dei corredi da inserire nelle cassette
e inserire nel muro di contenimento la sezione stratigrafica delle strutture che si
affacciavano sulla parete poi coperta dal muro, riprodotta così come individuata durante lo
scavo, ricostruire il contesto archeologico del sito.

San Basilio Ariano nel Polesine


Grande area archeologica con resti di età romana imperiale e paleocristiana compreso un
grande battistero ottagono che si addossava ad una basilica.
L’area archeologica aveva bisogno di una copertura. Le strutture erano fragili e importanti.
Il battistero contornato da necropoli paleocristiana tombe alla cappuccina si stavano
sfaldando -> prima copertura con montanti metallici e telone e sorta di pannello illustrativo
con tettoia in legno, poco durevole date le condizioni atmosferiche.
Problema delle coperture: sgrondavano dentro l’aria, prive di grondaie quindi
convogliavano l’acqua dentro l’area rovinando ulteriormente le strutture -> con un
finanziamento è stata consentita la realizzazione di una grande copertura -> problema piloni
in cemento armato per reggere il tutto ma ha reso buona conservazione e visibilità dell’area,
oggetto da poco ad un restauro specifico delle sepolture e edificio di epoca imperiale. Ad
oggi fruibilità più efficace.

Arena di Verona
Non vi è solo l’arena ma anche edifici storici come Corte sgarzerie, ma aree archeo di
Verona difficili da capire perchè sotto gli edifici attuali si è individuato il foro. Ci sono
quindi lacerti strutturali visibili solo sotto alcuni edifici che vanno ricomposti in una visione
generale. Difficoltà a ricondurre i resti alla monumentali che occupava l’intero quartiere.
Necessario accompagnare il visitatore attraverso ricostruzioni es tridimensionali o meno.

Fondazione Aquileia che ne gestisce le aree archeologiche


Soggetto giuridico partecipato dal comune, regione, arcidiocesi, stato -> accordi corposi
La fondazione riceve fondi in dotazione e erogazioni liberali per portare avanti la
valorizzazione.

Accordi quadro per la gestione di aree archeologiche


Aree archeo con particolare gestione. Tipologia di contratto utilizzata negli appalti pubblici
Gli accordi quadro possono coinvolgere le sovrintendenze o poli regionali, vari enti
istituzionali locali.
Accordo quadro per la zona di Albenga che ha una categoria -> iniziato accordo anche per
aree archeologiche subacquee, innovativa. L’area archeologica quindi può essere con le
strutture ma anche quella coni relitti subacquei per le quali sono state attuate specifiche
forme di valorizzazione in collaborazione con coloro che guidano le attività subacquee per
poterle visitarle e per chi presenta certificazione -> accortezze e attenzioni necessarie per
tale situazione. Scelta innovativa.

Altre forme di valorizzazione

51

Attività nelle aree di Montegrotto con particolare attenzione alla sicurezza, predisporre
particolare attenzione nei percorsi delle aree archeologiche.
Quando vi sono situazioni ben poco conservate importante è la ricostruzione 3D, ad oggi
forme di ricostruzioni immersive.

Aree archeologiche Montegrotto terme


Marianna Bressan -> sovrintendenza Belletti e responsabile aree archi del territorio
(valorizzazione, conservazione..)
Perchè durante lo scavo si può decidere di fare un’area archeologica?
Mette in luce delle strutture di interesse importante per gli studiosi, ma talvolta troppo
delicate per essere messe a vista, troppo oneroso e determinano rischi anche per le strutture
stesse che sottoterra hanno un loro equilibrio, se portate all’aria -> maggior degrado.
Considero 2 fattori:
- importanza area archeo nel panorama storico, trasmetterla e mantenerla in luce
- Possibilità del gestore di mantenerla in salute
Cosa bisogna fare per tenere are archeo a vista?
1 curare la conservazione dei resti, migliori coniazioni di presentazione al pubblico nel
tempo, prospettiva pluriennale di manutenzione. La struttura ritrovata frammentaria
necessita di consolidamento e pulizia periodica per proteggerla dalle aggressioni dei
bioagenti, umidità. Sono solitamente strutture a cielo aperto -> prevedere escursione termica
-> pensare coperture permanenti o stagionali. Inoltre costo di stesura e asporto dei materiali
da considerare nel bilancio delle manutenzioni dell’area archeo.

Problematiche di restauro via Scavi


Necessità pietra e laterizi (esigenze differenti a seconda dei materiali). Il laterizio e le malte
che lo legavano sono i più delicati. In via scavi il laterizio era coperto per essere salvato
dalle muffe ma ha comunque subito degrado e disgregazione importante.
Intervento di restauro -> diverso tipo di copertura.
Il laterizio della cavalletta termale, che nel tempo si è sfaldato e le malte staccate da essi.
Restauro non acquisire mattoni nuovi sostituendo ma consolidare i laterizi il più possibile.
Per le malte si è lavorato con un consolidante a impregnazione. Si è scelto di mantenere le
due fasi e non di sceglierne una delle due. Per l’area archeologica della villa neroniana si è
fatta una scelta diversa, valorizzare il monumento principale nell’area archeo selezionando
la sua fase antropica originaria. Scelte museologiche diversificate prima dell’apertura al
pubblico.
Interdisciplinarità della fase allestitiva.
Una volta consolidata l’area è aperta alle visite ma anche ad altri eventi, come il caso di
Montegrotto, organizzazione di eventi. Quali sono adatti?
Evento in funzione della valorizzazione dell’area archeologico, portare qualcosa di connesso
all’area, dando alla possibilità di comprenderla meglio.
Esempio di eventi: il teatro antico. Nell’area vi è un teatro romano annesso all’area del
complesso termale.
Altro evento presentazione di un romanzo storico ambientato nel VI sec dC, contesto con
ragion d’essere.

52

Mostra fotografica -> portare nell’area archeo delle piccole storie di persone, fotografie
raccontate da degli attori.

Area archeo Via neroniana


Ha comportato interventi di copertura.
Area archeologica frutto di uno scavo in concessione all’università di Padova. Scapavo
pluristratigrafico che mette in luce strati di antropizzazione dall’età del rame a quella
romana -> valorizzato il manufatto più importante, ovvero una villa romana.
Anche nella scelta d cosa valorizzare non si sono potuti tenere in luce tutto ciò che vi era
nella villa. La parte meglio conservata con lacerti pavimentali è maggiormente curata, di
conseguenza il percorso di visita è focalizzato a raggiungere tale area.
vialetto in ghiaia che consente lo scorrimento delle carrozzine, tema della disabilità
importante per la musealizzazione. Il percorso è punteggiato da dei pannelli che racontano
ciò che c’è ma non si vede. Scegliere immagine coordinata, uguali nelle aree archeo di
montegrotto, testi sintetici in grassetto, su due lingue e maggioranza di immagini.
Pannellistica in tutte le aree di montegrotto fanno parte di un percorso unitario.
La villa valorizzata è del II sec dC, restano i vani principali. I volumi della copertura
riprendono quelli che si reputano originali della villa. Interpretazione dei dati archeologici
attraverso disegnatori che interpretavano, utile ai fini della valorizzazione. Immagine
filologicamente corretta ma utile al pubblico per visualizzare qualcosa che altrimenti
potrebbe solo immaginare.
Difficoltà nel riproporre, rendere leggibile un’area con scarsi resti
I resti non parlano da soli -> essere accompagnati da un esperto.
Si lavora filologicamente. Linguaggio differente a seconda del materiale individuato.
Differenziazione coloristica in base alle componenti della villa.
Scelta di conservazione osando una ricostruzione, rifilando la parete di fondo con mattoni
cotti nel modo antico, serviva a dare la situazione del comune. Impatto visivo che da il
senso di quali erano le componenti, per es pavimenti..
Nuove tecnologie che ad oggi aiutano, ma al centro della comunicazione dev’esserci l’area
archeo, realtà virtuale non fine a se stessa.

Gestione delle aree archeologiche di Montegrotto


Non aperte comunemente (non flusso che lo consenta), su appuntamento. Ci si avvale di
un’associazione culturale, attraverso una gestione esternalizzata, attraverso un’associazione
culturale, per bando pubblico. Attività didattica, progettazione degli eventi e supporto per
gli eventi, oltre agli eventi che il ministero raccomanda.

53

Potrebbero piacerti anche