VITA
• Ungaretti è nato ad Alessandria d'Egitto l'8 febbraio 1888; infatti nelle sue opere ricorreranno immagini del deserto e le
cantilene arabe, ma non si sentirà mai né propriamente italiano né arabo.
Il padre era un operaio dello scavo del Canale di Suez ed è morto quando Ungaretti aveva appena 2 anni; la madre, Maria
Lunardini, gestiva un forno, grazie al quale ha potuto far studiare il figlio ed iscriverlo ad una delle più importanti scuole di
Alessandria, la Svizzera École Suisse Jacot.
Durante gli anni della scuola Ungaretti ha iniziato a provare un amore per la poesia, si è avvicinato alla letteratura francese
e a quella italiana grazie alle opere di autori come Mallarmé, Baudelaire, Rimbaud e Leopardi.
• Nel 1912 si è trasferito a Parigi per studiare all'università: ha frequentato per due anni le lezioni del filosofo Bergson, del
filologo Bédier e di Strowschi alla Sorbonne e al Collège de France. Ha potuto conoscere molte importanti personalità
dell'ambiente artistico internazionale, come Apollinaire, De Chirico, Modigliani, Palazzeschi e Papini.
Grazie a Papini, Soffici e Palazzeschi ha iniziato a collaborare con la rivista Lacerba.
• Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, ha partecipato prima alla campagna interventista (per cercare di recuperare
una patria che sentiva lontana da sé) e poi si è arruolato come volontario nel 19° reggimento di fanteria nel momento in cui
l'Italia è entrata in guerra, il 24 maggio 1915.
• Nel 1920 il poeta ha sposato Jeanne Dupoix, dalla quale ha avuto due figli.
• Nel 1921 si è trasferito a Marino, vicino Roma, ed ha iniziato a collaborare con l'Ufficio stampa del Ministero degli Esteri.
• Nel 1925 ha aderito al fascismo firmando il Manifesto degli intellettuali fascisti.
• Nel 1928 si è convertito al cattolicesimo.
• Nel 1936, durante un viaggio in Argentina, gli è stata offerta la cattedra di letteratura italiana presso l'Università di San Paolo
del Brasile, dove si è trasferito insieme alla famiglia ed è rimasto fino al 1942.
• Nel 1939 il figlio Antonietto è morto a causa di un'appendicite curata male e questa perdita lo ha lasciato in uno stato di
grande prostrazione interiore.
• Nel 1942 Ungaretti è tornato in Italia, dove è stato nominato Accademico d'Italia e ha ottenuto la cattedra di Letteratura
moderna e contemporanea presso l'Università di Roma.
Sempre nel 1942 la casa editrice Mondadori ha iniziato a pubblicare le sue opere.
• È morto a Milano nella notte tra il 1º e il 2 giugno 1970 per broncopolmonite.
L’ “ALLEGRIA"
Le liriche dell’Allegria sono riconducibili alla prima fase della produzione poetica di Ungaretti, sono caratterizzate da un
marcato sperimentalismo sul piano formale e da una forte componente autobiografica.
L’opera è suddivisa in cinque sezioni: Ultime, Il porto sepolto, Naufragi (sulla guerra), Girovago (sull’esilio), Prime.
Ripercorrendo sinteticamente le vicende editoriali di quest’opera è possibile distinguere 3 fasi:
1) Un primo gruppo di poesie fu pubblicato nel 1916 con il titolo Il porto sepolto.
È la metafora dell’immagine del poeta e del segreto della poesia. Sono presenti due tematiche:
• La ricerca delle origini della città dove è nato;
• Tematica della poesia: Il porto sepolto simboleggia infatti la verità, ciò che è nascosto e l’acqua rappresenta appunto
una rinascita o una nuova vita; è il poeta che si immerge nelle profondità e porta alla luce un frammento di verità
(RECHERCHE UNGARETTIANA).
2) Quei versi vennero ripubblicati nel 1919 insieme ad altri con il titolo di Allegria di naufragi.
Ungaretti durante la guerra, vedendo gli amici che muoiono, riesce a recuperare il senso della vita. Il titolo è un
ossimoro perché sta a significare l’allegria di sentirsi vivi nonostante l’atrocità della guerra.
3) L’autore continuò a correggere i tesi e nel 1931 esce l’edizione L’allegria.
Così facendo il poeta supera velocemente la distanza che separa il mondo della realtà e della storia da un mondo superiore e
divino che gli rivela il senso delle cose. Tuttavia il poeta attinge al frammento delle verità ma poi quello che ha portato alla
luce viene disperso poiché la verità assoluta non è data all’uomo.
L’innovazione ungarettiana venne favorita dalla rivoluzione futurista delle parole in libertà, di cui tuttavia è rifiutato il
movimento caotico, e per Ungaretti le parole assumono un significato simbolico.
LA POESIA COME ILLUMINAZIONE
Rifiutando il caos delle parole in libertà in chiave futurista, risulta primario il significato della parola, che assume una
funzione di immediata “illuminazione”; sicché, in quell’attimo, la poesia coglie la pienezza dell’essere. La parola è autonoma,
inserita in brevi versi o – addirittura – trasformata essa stessa in verso.
Il mistero della vita non può essere svelato attraverso il discorso razionale, ma può soltanto essere “illuminato” a tratti grazie
alla forza di penetrazione intuitiva di cui si carica la parola poetica.
Il frammento è l’illuminazione e per questo deve essere messo in rilievo (“poetica dell’attimo”).
GLI ASPETTI FORMALI
• Distruzione del verso tradizionale e adozione di versi liberi per lo più brevi;
• Non è frequente la presenza di subordinate;
• È frequente lo stile nominale;
• La parola viene spesso isolata fino a farla coincidere con la misura del verso, come per collocarla nel silenzio e oltre ogni
rapporto con la realtà ed assume un significato evocativo e non espressionistico;
• Uso del monolinguismo (da Petrarca e Leopardi), caratterizzato da una scelta di termini che tende ad alleggerire il “peso”
delle parole.
I TEMI
• Il senso della vita;
• Temi legati alla giovinezza: immagini di Alessandria d’Egitto (il deserto, le cantilene arabe, il mare, il porto, il viaggio);
• L’esperienza della guerra: la guerra destruttura l’uomo e la poesia ne rispecchia le vicende;
• Dialettica tra realtà e mistero;
• Motivi del naufragio e del viaggio, in rimando all’Infinito di Leopardi;
• Migrazioni: in In memoria e I fiumi (che rappresenta il ricupero della nazionalità italiana);
• Il signi cato religioso della ricerca;
• Ricerca di una purezza edenica, originaria.
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