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Per Hume, come scrive nella sua opera più importante “Trattato
sulla natura umana” la conoscenza si basa sulla percezione, intesa
come tutto ciò che può essere presente alla mente.
Le percezioni si suddividono in Impressioni e Idee (o pensieri)
TIPI DI CONOSCENZA
Le idee si uniscono tra loro e formano 2 diversi oggetti della ragione,
che corrispondono a 2 tipi di conoscenza:
Queste 2 conoscenze quindi sono del tutto distinte tra loro, sono come
le due punte di una forchetta, che non si toccano mai (la forchetta di
Hume).
PRINCIPIO DI CAUSALITÀ
Hume muove una critica contro il principio di causalità (dalla causa si
arriva all’effetto).
Innanzitutto per Hume, affinché operi una causa qualunque, sono
necessari 3 elementi:
•la contiguità nello spazio e nel tempo.
•nell’ordine del tempo, ogni causa viene prima dell’effetto.
•tra causa ed effetto esiste una congiunzione costante.
Nel caso delle due palle da biliardo, la prima ferma mentre la seconda
in movimento verso di essa, noi deduciamo immediatamente che le
Gli uomini, per abitudine, non mettono in dubbio il sorgere del sole e
lo danno per scontato: tutti i giorni ho visto il sole sorgere (abitudine)
e sono convinto (credenza) che sorgerà anche domani (effetto)
Ma, in realtà, dice Hume, che siccome l’abitudine non è certa, domani
il sole potrebbe non sorgere.
PASSIONI
Hume definisce le passioni come delle impressioni secondarie (di
riflessione), derivanti dalle impressioni originarie ossia le
impressioni di sensazione oppure dalla associazione delle idee.
Per esempio, l’amore presuppone l’idea di un’altra persona; l’orgoglio
l’idea di noi stessi.
Hume sostiene anche che le passioni possono essere di 2 tipologie:
•Calme, come il senso del bello e del brutto;
•Violente come sono l’amore, l’odio, tristezza, gioia, orgoglio e
umiltà;
Un’altra distinzione è quella tra
•Passioni dirette
•Passioni indirette.
•Passioni dirette, derivano dal bene, dal male, dal piacere, dal dolore.
Come nel caso di desiderio, avversione, tristezza, gioia e simili;
•Passioni indirette, frutto della combinazione di questi principi con
altre qualità.
Sono ad esempio orgoglio, umiltà, vanità, invidia, amore e odio.
DIO
Per Hume, come le passioni, anche la fede non è guidata da
razionalità, bensì è un sentimento irrazionale.
Affronta il tema della concezione di Dio in una opera, un dialogo,
“Dialoghi sulla religione naturale” in cui i primi due interlocutori
(Cleante e Demea) tentano di dimostrare l’esistenza di Dio, ed il terzo
(Filone) assume una posizione scettica.
Hume criticherà indirettamente le prime due posizioni, mentre Filone
è il personaggio che più di tutti impersona posizioni humiane, senza
però averne il monopolio.
PROVA DI CLEANTE
Per Cleonte vige il “teismo sperimentale”, ovvero la possibilità di
dimostrare l’esistenza di Dio a partire dalla natura, con una prova a
posteriori. Cliente sostiene che Dio esista perché ha progettato la
natura secondo fini. È l’argomento del disegno intelligente.
CRITICA A CLEANTE
Hume, attraverso gli altri interlocutori, pone una critica alla prova di
Cleonte.
Si basa sulla analogia tra casa/architetto e Mondo/Dio che è debole,
erronea ed incerta.
Si basa inoltre sul principio di causalità.
Come è noto, per lui il principio di causalità ha una valenza solo nella
mente umana, si basa sulla abitudine.
Per Galilei (che stimava), questi principio potrebbe valere, perché egli
aveva prima visto altri mondi muoversi e avendone avuto esperienza
aveva trasferito i nessi di causa-effetto dalla luna alla Terra.
Ma Cleante, non avendo visto la creazione di nessun altro mondo, non
può portare come tesi l’argomento del disegno intelligente.
PROVA DI DEMEA
Demea sostiene che l’esistenza di Dio non si possa dimostrare
razionalmente ma tramite una prova a priori: c’è una causa prima da
cui tutto deriva.
CRITICA A DEMEA
Hume, sempre attraverso gli altri interlocutori, critica la prova di
Demea,
Perché le realtà di fatto non sono certe ma tutto è probabile o
improbabile e così pure l’esistenza di Dio.
La non esistenza di una materia di fatto è sempre possibile e non
conduca mai a contraddizione.
Secondo Hume, “le parole esistenza necessaria non hanno senso”.
L’unica cosa su cui possiamo esprimerci in termini di necessità è
l’immagine che di Dio formiamo nella nostra mente se lo vogliamo
concepire come prima causa, ma non possiamo certo pretendere di
portare questa necessita da un livello logico ad uno ontologico. Tale
concezione sarà ripresa da Kant, che criticherà la prova ontologica
dell’esistenza di Dio di Anselmo D’Aosta.
FILONE
Lo scettico Filone, la figura in cui nel dialogo Hume si immedesima
maggiormente, si schiera contro entrambe le posizioni e contro la
possibilità di spiegare l’esistenza in modo razionale.
Tale rifiuto è dovuto alla presenza del male del mondo: se esiste il
male, è una contraddizione pensare ad un Dio onnipotente e buono.
MONOTEISMO E POLITEISMO
Hume sostiene che il politeismo, seppure alimenti la superstizione,
ammetta la tolleranza nei confronti di più culti al contrario del
monoteismo, che soddisfa la ragione ma esclude altre religioni,
favorendo intolleranza religiosa.
POLITICA
Secondo Hume, le 2 teorie sull’origine del potere che caratterizzano
gli stati entrambe giuste, e sono
-La teoria del diritto divino, secondo cui il capo dello stato ha potere
assoluto e gode di un diritto divino
-La teoria del contratto sociale, secondo cui, al contrario, non c’è
alcun potere assoluto bensì si stipula un contratto tra uomini che
vogliono vivere in pace.
Ma, ritiene che quest’ultima teoria sia stata poco applicata nella
pratica, perché la maggior parte degli stati sono nati dopo rivoluzioni,
guerre, e non dopo aver stipulato un contratto