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Aristotele

Viene definito da Dante “il maestro di coloro che sanno” e “il duca della ragione umana” colui che grazie alla sua
filosofia ha arricchito la cultura avendo un impatto sull’Occidente straordinario.
Nasce nel 384 a. C. e all’età di 17 anni entra a far parte dell’accademia platonica dove sin da subito si distinse
per la sua genialità e veniva chiamato “lettore” proprio perché leggeva molto ed aveva un grande bagaglio
culturale.

Egli utilizza il genere del Trattato per la trattazione esauriente, articolata ed esaustiva di un argomento.
E’ il fondatore della logica con gli analitici primi e secondi, che è alla base della scienza (conoscenza delle
cause). Ha scritto i libri della fisica.

Inizialmente si fa condizionare dalla dottrina platonica e in un secondo momento se ne discosta


totalmente.
Viene spinto dal padre ad utilizzare l’osservazione empirica (approccio sensitivo), ed è proprio per questo
motivo che si differenzia dal pensiero platonico opponendosi al suo innatismo.
Staccatosi totalmente da Platone (conosce per anamnesi e reminiscenza) scrive all’interno di uno dei suoi scritti
“platone mi è amico ma mi è più amica la verità”, ciò significa che nonostante si possa provare una certa
simpatia nei confronti di una persona non vi è nulla di più caro della verità, questa critica venne considerato come
un tradimento.

Nel 342 viene chiamato da Filippo re di Macedonia per impartire insegnamenti a suo figlio,
Alessandro Magno; lui accettò e prima che il percorso di studio terminasse il padre di Alessandro
muore e questi è costretto a divenire imperatore e rimanendo debitore al suo maestro tanto da
sovvenzionare il suo Liceo o scuola peripatetica (chiamata così perchè era consuetudine svolgere le lezioni
all’aperto passeggiando) di Atene.

Corpus Aristotelicum

Scritti essoterici: sono rivolti ad un pubblico vasto, eterogeneo.


Sono andati persi tranne qualche frammento come quello del Protrettico, è un’esortazione alla filosofia, dice
che “si può filosofare o non si può filosofare, ma anche per non filosofare bisogna filosofare;
dunque in ogni caso è necessario filosofare (Filosofare: sostenere tesi logiche).

Scritti acromatici o esoterici: l’esoterismo è la tendenza a formare gruppi chiusi in cui è difficile accedere e
che condividono liturgie; questo tipo di scritti era riservato ad un gruppo ristretto di studenti.
Questi scritti ci sono pervenuti interamente poichè erano reputati molto importanti.

1. Scritti della Logica : sotto il nome di Organon (strumento) perché erano propedeutici a
tutti gli altri scritti in quanto trattano di logica (metodo corretto di ragionamento).
- Analitici primi
- Analitici secondi → parlano dei SILLOGISMI, tipo di ragionamento deduttivo
- Categorie (tipo di ragionamento deduttivo, tutti gli uomini sono mortali,
n Socrate è un uomo, Socrate è mortale)

2. Scritti della Metafisica: diviso in 14 libri (ognuno dei quali diviso in diverse parti). Sono stati
scritti in periodi diversi della sua vita.
Nei libri I e II della metafisica ha incluso se stesso (scritti per primi, platonici);
Nel libro VII - VIII - IX parla della sostanza.
Nel libro XII troviamo la teologia aristotelica, cioè la teoria del motore immobile.

Dio è :
- Atto puro: in quanto scevro da ogni potenzialità in quanto essere perfetto, se ne avesse
altre non sarebbe perfetto.
- Pensiero di pensiero: può pensare solo a se stesso.
- Motore immobile

La Metafisica - storia del nome

Metafisica significa al giorno d’oggi cogliere il principio della realtà in qualcosa che
trapassi l’immanenza. Nel IIIs d.C un certo Andronico Da Rodi ebbe il compito di sistemare
all’interno di uno scaffale i testi di Aristotele , egli sistemò prima i libri della fisica e posò di fianco
ad essi quelli della metafisica.

3. Scritti della fisica, storia, natura, matematica e psicologia:


- Fisica Aristotelica (8 libri);
- Psicologia dottrina dell’anima, esposta nei libri dell’anima;
- Storia naturale libri sugli animali;
- Matematica
4. Scritti di etica,politica, economia, poetica, retorica:
- Etica Eudemia
- Etica Nicomachea (dedicata al figlio, con lo stesso nome del nonno)
- La politica composto da 8 libri, parla dello zoom politicom: l’uomo come animale
politico e sociale.

Differenze tra Platone e Aristotele

Per Platone la filosofia è la cura della città. La sua vocazione nasce in seguito alla morte del maestro.
Aristotele ha vissuto un’esperienza positiva e per lui il sapere è la conoscenza disinteressata della
realtà. La metamorfosi ha inizio con una frase “tutti gli uomini tendono alla conoscenza”. Ciò significa che
tutti gli uomini hanno la tendenza al sapere per natura. Dunque la filosofia è applicata in maniera disinteressata
alla realtà.
Disinteressata perché non è finalizzata non è dovuta dalle percezioni sensoriali e delle
informazioni che il cervello percepisce dagli impulsi sensoriali esterni. Aristotele mostrando questa
versione di apprendimento, propone una visione orizzontale della conoscenza contrapponendola alla concezione
verticale di platone.
Aristotele ha restituito dignità ontologica al reale, crede che la conoscenza non potesse essere appresa senza
passare per la realtà

Per gli innatisti noi cogliamo la conoscenza grazie alle strutture mentali che che ce lo permettono (non grazie alla
realtà), secondo gli empiristi avviene il contrario. Oggi si crede che l’esperienza sia importante ma di certo sono
presenti delle strutture mentali che ci permettono di percepire. La conoscenza è data da un equilibrio tra realtà e
la capacità di cercare degli schemi per cui siamo in grado di conoscere.
Empirismo: qualsiasi dottrina che ritenga l’esperienza unico fondamento del conoscere dal punto di visto
oggettivo e soggettivo.
Innatismo: posizione platonica filosofica che ammette l'esistenza di idee innate indipendenti dalle esperienze.

Platone e Aristotele hanno un differente approccio gnoseologico trattato nella PSICOLOGIA.


Hanno una differente concezione di etica che verrà trattato nell’ETICA.
La metafisica è la scienza dell’essere. Aristotele ritiene che dell’essere “si parli in molti modi” ed è questa
affermazione che sottolinea la polivocità dell’essere. Questo suo essere polivoco va in contrasto con la concezione
dell’essere Parmenideo che viene citato in senso univoco. L’essere è ciò che e di questo si parla in molti modi
(secondo vari ambiti) solo la filosofia considera l’essere in quanto tale (cerca in tutti i modi l’elemento in comune,
che poi si dispera nei vari ambiti che lo determinano). La filosofia ha la capacità di parlare in modo totalitario in
tutto e questo è la metafisica.

La metafisica studia:
- studia le cause e i principi primi dell’essere- AITIOLOGIA
- studia l’essere in quanto essere - ONTOLOGIA
- studia la sostanza - USIOLOGIA
- studia la sostanza prima o Dio - TEOLOGIA

AITIOLOGIA- Aristotele ritiene che la conoscenza, soprattutto quella scientifica (lui ne parla però nei libri della
fisica), derivi dalle cause. La conoscenza è conoscenza delle cause (in fisica studio causa-effetto).
Le cause sono 4: formale, materiale, efficiente e finale. Per Galileo Galilei la principale
è quella efficiente. Per Aristotele è quella finale (visione finalistica). Tutto concorre alla causa
finale; tutto ciò che è, esiste perchè è finalizzato a qualcosa. Il suo finalismo tende alla divinità
(politeismo). Il fine dell’essere è quello di tendere a Dio.
- causa materiale: materia da cui è fatta una cosa e che rimane nella cosa. ( per una
statua il bronzo)
- causa formale: la forma o il modello di qualcosa (l’essere necessario di qualcosa) la
natura razionale è la causa formale dell’uomo (forma della stanza);
- causa efficiente: ciò che da origine alla cosa (scultore per la statua; i genitori per
l’uomo)
- causa finale: obiettivo a cui tende qualcosa (abbellire una stanza).

Non esiste un essere senza forma (importante per la sua visione orizzontale della conoscenza).
Quando noi conosciamo non conosciamo l’essere di ciò che conosciamo, ma la sua essenza.
Noi cogliamo la forma che assume la materia, non la materia stessa.

ONTOLOGIA- Secondo Aristotele l’essere si divide in: categorie, accidente, vero-falso, potenza e atto.
- accidente: qualcosa che può inerire l’essere senza modificarne l’essenza (una qualità
che l’essere può assumere senza combinare la sua essenza, ad es. cambiare il colore a una
maglietta non cambia il suo essere maglietta).
- vero-falso: vale dal punto di vista logico e ontologico (la logica aristotelica era
linguistica, una capacità di esprimere la realtà in modo più preciso possibile tramite il
linguaggio; la logica formale può funzionare per la descrizione di situazioni oggettive.
Questa assume dei simbolismi per baipassare il livello soggettivo del linguaggio).
Viene congiunto nel pensiero ciò che è congiunto nella realtà; disgiungo nel pensiero ciò
che è disgiunto nella realtà.
- verità: mettere insieme nel pensiero ciò che è vero in realtà;
- falso: mettere insieme nel pensiero ciò che è falso nella realtà.

CATEGORIA - Ci sono delle categorie logiche e ontologiche che permettono di predicare l’essere. La categoria
“ suprema” è la sostanza ma lui ne identifica dapprima 8 poi ne aggiunge 2 per arrivare a 10, .
. probabilmente come omaggio al numero di Pitagora.
- sostanza
- qualità
- quantità
- relazione
- agire
- subire
- dove (luogo)
- quando (tempo)
- stato (condizione)
- essere (in una certa condizione)
Dal punto di vista ontologico le categorie sono i generi supremi dell’essere ossia i modi
fondamentali in cui la realtà si presenta.
Da un punto di vista logico sono i vari modi con cui l’essere si predica nelle cose.
Ontologia è come si presenta ma quando si presenta noi lo descriviamo tramite il linguaggio e
quando questo aderisce alla realtà è logica.
Logico è la descrizione dell’ontologia.
Queste sono due essenze dell’essere e sono sempre insieme. Non è possibile cogliere l’essere al
di fuori delle categorie che lo manifestano.
- potenza e atto: l’essere come potenza e atto è un concetto che Aristotele utilizza per
spiegare il divenire delle cose.
- potenza: è la possibilità della materia di assumere una certa forma.
- atto: realizzazione di questa capacità.
l’atto è superiore alla potenza in quanto è una forma di realizzare, divenire. Il pulcino è l’atto che
l’uovo era in potenza e l’uovo è l’atto che la gallina era in potenza. Ciò che noi siamo è
un’informazione di ciò che era prima la materia. Secondo Aristotele prima della forma c’era una
materia senza continuità e dopo la “perfezione”. Inizio e fine sono materia informe, ciò che noi
possiamo conoscere è nel mezzo (potenza e atto= divenire delle cose ).

USIOLOGIA- Aristotele esamina il problema della sostanza. Lui dice che i fisiologi ritenevano che la sostanza ,
coincidesse con la materia; per Aristotele la sostanza è sinolo dal greco “mettere insieme” cioè
l’unione della materia e della forma. Qualsiasi elemento della realtà è un individuo concreto ma
per essere conosciuto deve avere forma. Aristotele riprende dunque la materia dei fisiologi e la
forma di Platone e le unisce. Per forma lui non intende l’aspetto esterno delle cose ma la sua
natura propria. Per materia intende ciò di cui una cosa è fatta ossia il quid che la compone e
funge da substrato del suo divenire. La forma è l'elemento attivo in quanto permette la
conoscenza; la materia è elemento passivo poiché se non assumesse una forma non potrebbe
essere conosciuta. Ciò significa che tra i due è più importante la forma.

TEOLOGIA- La metafisica è la scienza dell’essere perfetto cioè lo studio di Dio che è atto puro, pensiero di
pensiero, motore immobile

Psicologia

Studio della percezione (anima è la forma del corpo vivente quindi è l’attualizzazione della materia
corporea). I corpi viventi sono il substrato materiale e potenziale di cui l’anima è forma e atto,Aristotele ritiene
che l’anima abbia varie funzioni che caratterizzano i vari organismi.
Ciascun organismo vivente possiede:
- carattere vegetativo: la nascita e la nutrizione, costituiscono l’anima vegetativa (propria
delle piante)
- carattere sensitivo-motore: la sensazione e il movimento, costituiscono l’anima
sensibile tipica degli animali)
- carattere intellettivo: la conoscenza, la deliberazione e la scelta, costituiscono l’anima
razionale (tipica dell’uomo la cui anima è tripartita in anima vegetativa, razionale e sensibile)

Platone ed Aristotele hanno un differente approccio gnoseologico:


- Platone è un innatista.
- Aristotele è un empirista e crede che l’intelletto è una tabula rasa ossia una superficie sulla
quale si vanno a depositare le tracce della percezione, che è alla base della conoscenza. La
concezione dell’anima influenza la conoscenza, che parte dalla percezione. La gnoseologia
comprende: sensazione( attualizzazione del senso in potenza), immaginazione ( capacità di
allontanarsi dalla percezione basandosi su quanto captato dai sensi) e intelletto (serve ad
astrarre il sinolo e il concetto che è l’astrazione dell'intelligibile dall’oggetto sensibile; vi è alla
base un processo induttivo che va dal particolare al generale.
- Intelletto attivo: attualizzazione della possibilità di conoscere; è la “luce che consente
all’intelletto passivo di essere attivo”; Aristotele non spiega se l’intelletto sia individuale o
derivante dalle divinità, dovrebbe però essere un intelletto universale.
- Intelletto passivo: capacità che ha l’intelletto di conoscere astiene il concetto in potenza è
un intelletto individuale.

Etica

- Platone segue un’etica basata sulla gnoseologia ( etica e gnoseologia sono settori scissi).

- Aristotele ritiene che il suo compito sia quello di descrivere la realtà mediante il linguaggio. Non ha il
compito di indicare il bene in quanto possiede un’ etica descrittiva infatti descrive il modo in cui si
agisce, fornendo degli strumenti con cui ottemperare al bene. L’etica descrittiva si oppone all’etica
prescrittiva che indica il bene, ossia il massimo fine dell’uomo. Aristotele si oppone alla dottrina
dell’intellettualismo etico per compiere il bene non è necessario solo compierlo ci vuole anche volontà. UN
cittadino che non ha i mezzi per valorizzare se stesso, non può farlo. I beni materiali non devono
impadronirsi dell’uomo, ma va comunque sottolineata la loro importanza.

L’anima è tripartita :
- componente vegetativa;
- componente sensitiva
- componente razionale vi è una componente appetiva che non può essere dominata dalla
ragione; il dominio di questa parte dell’anima è chiamata virtù etica ed è il comportamento
pratico mediante cui l’anima gestisce impulsi e comportamenti.

Virtù etiche - possibilità della ragione di gestire la sensibilità; sono le virtù del comportamento
pratico attraverso cui la ragione domina gli impulsi sensibili e gestisce i comportamenti. Costituiscono la guida
del comportamento pratico detto morale (mos = costume) o etica. La virtù si acquisisce mediante l’abitus
(ebitudine) ossia attraverso l’esercizio attivo. La virtù etica è la possibilità di determinare i comportamenti da
parte della ragione secondo dei criteri, criteri di determinazione di un comportamento:
- Giusta misura (mezzo): via di mezzo tra due eccessi;
- Giustizia (libro dell’etica nicomachea): per Aristotele la giustizia è: la conciliazione di
tutte le virtù definita come “equilibrio tra le parti” (riprende Platone); misura secondo cui si
distribuiscono beni e vantaggi; conformità alle leggi; virtù perfetta.

La giustizia si articola in:


- giustizia distributiva: è il criterio secondo cui all’interno della comunità vengono distribuiti
in maniera virtuosa.
- giustizia commutativa: vigila sui contratti (relazione tra due individui)

↙ ↘
contatto volontario contatto involontario
acquisto di un bene furto, false testimonianze illusioni e percosse

la giustizia commutativa deve correggere la mancanza di equilibrio tra le parti, quando l’esito
del contratto è negativo , interviene la giustizia commutativa. Se la norma giuridica non riesce a
regolare la situazione, fa ricorso all’etica e l’equità. Il giudice interpreta la legge per emettere la
sentenza, ma se la norma giuridica non regola la situazione interviene l’etica.
Virtù dianoetiche (esercizio della ragione) - superiori alle virtù etiche e sono le virtù della
ragione
- Scienza: capacità dimostrativa apodittica che ha per oggetto il necessario, ciò che non può
accadere diversamente da come accade.
- Intelligenza: capacità della ragione di riconoscere i principi primi di tutte le scienze.
- Sapienza (facoltà più elevato dell’uomo): grado più alto della scienza
(scienza+intelligenza) che può cogliere e può giudicare la verità dei principi primi.
- Saggezza (phoesis): scienza teorica che conosce quella realtà che coincide con la metafisica.
E’ la capacità di giungere alla serietà universale ed è in grado di nutrire le verità dei principi
primi della realtà.

L’uomo perfettamente virtuoso esercita una vita teoretica che si concretizza nella sapienza. Il serpente vive
un’esistenza improntata sulla ricerca pacifica della verità che conduce una vita contemplativa.
Sapienza= esplicarsi virtuoso dell’attività propria della ragione teoretica, la parte dell’anima per la quale egli è
assimilabile ad una divinità.

La politica (da “polis” indica il paradigma della comunità)

Uomo:
- animale politico, zoom politicom
- essere razionale, la razionalità dell’uomo tra compimento nella cooperazione tra gli uomini.
Secondo Aristotele l’uomo vive razionalmente solo vivendo politicamente; l’uomo può
estrinsecare la sua personalità solo vivendo in comunità. Al di fuori di essa sarebbe
bestia (ingovernabile) e dio (dotato di pensiero puro).

→ L’uomo razionale realizza se stesso nel suo essere uomo politico. Così come per l’uomo è opportuno realizzare
la sua persona, così è opportuno per la realizzazione di se stesso.

Famiglia - è la cellula minima dello Stato (soddisfa la percezione e i bisogni primari. La famiglia è una
primordiale comunità, nucleo originario della città.
E’ caratterizzata da:
- rapporto tra moglie e marito
- rapporto fra padri e figli
- rapporto tra padri e figli
- rapporto padroni e servi
- arte di procacciarsi ricchezze(crematistica)

Villaggio - aggregazione di famiglie che soddisfa i bisogni prima della vita; solo lo stato può garantire la
realizzazione del bene e la condizione di una vita buona mediante: leggi, magistratura e organizzazione
dello stato.

→ Dal punto di vista ontologico il tutto (stato) precede le parti. Dunque è lo stato a dare senso a famiglie e
villaggi

→ Dal punto di vista cronologico è il contrario.

-La polis soddisfa le esigenze fondamentali dei cittadini e consente la definizione dell’uomo come animale
politico. Nella politica si assiste ad una difesa radicale dell’organizzazione statale

che per Aristotele è la realizzazione ncesseraia di ciò che l’uomo è per natura
l e va contro i tentativi di alcune correnti della sofistica di pensare alla
polis . come l’esito di un contratto artificioso.

→ Lo stato è costituito da cittadini: per essere cittadino non è sufficiente abitare nella città, nè discendere dai
cittadini, per essere cittadino occorre la partecipazione attiva ai tribunali e alle magistrature e fare
parte dell’assemblea che governa la città. (questa idea riflette la mentalità greca secondo cui un cittadino si
sentiva bene solo prendendo parte alle attività svolte nell’ agorà).

Secondo Aristotele chi non aveva il tempo per dedicarsi alla vita politica dello stato non era un cittadino
(cittadini,operai, schiavi, donne perché erano sottomesse alla potestas del padre o del marito), ma era funzionale
a soddisfare i bisogni della polis.

→ Idea classistica: è stabilito un ordine gerarchico che consente solo ad una cerchia ristretta di uomini di
realizzare se stessi come cittadini. Per il funzionamento dello Stato è necessario che tutte le sue parti assolvano i
loro doveri.

Politica (8 libri) → I libro: Lo stato realizza se stesso acquisendo il senso della felicità, che scaturisce dal

comportamento virtuoso dei suoi cittadini


I cittadini sono virtuosi se hanno il tempo per dedicarsi alla propria educazione, ciò accade solo se nello Stato
ci sono anche persone educate a compiere mansioni pratiche , che consentono ai cittadini di diventare virtuosi.

modi di governare:
- bene comune costituzione (struttura che conferisce ordine alla città e modera i criteri di
funzionamento
- proprio interesse

Forme di governo :
- Monarchia da monos può degenerare nella tirannide
- Aristocrazia da aristoi può degenerare nella oligarchia
- Politeia è la forma di governo preferita da Aristotele perché prevale il ceto medio, può
degenerare nella democrazia (moltitudine di governi che impongono una uguaglianza che va
contro natura, tra ceto borghese e popolare).

Fine dello Stato: aumento dei beni dell’anima e l’accrescimento della virtù. Vi è una confidenza tra Stato e
anima del singolo cittadino.

Etica Nicomachea: “dottrina dell’amicizia” (libri VIII/IX)

- libro IX: per i caratteri che deve assumere l’amicizia non si possono avere molti amici,
l’amicizia è una forma di amore che non va confuso con l’amore “nel senso stretto”, i cui
giocano un ruolo fondamentale seduzione e bellezza; l’amore per Aristotele non è
necessariamente passeggero: può essere duraturo in quanto saldamente fondato sull’attrazione
dei caratteri non c’è amicizia.

Amicizia → -virtù indispensabile per la vita


(“filia”) - “senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anche se possedesse tutti gli altri beni”.
- affetto + attaccamento
- necessaria alla vita

Definizione per specie:


- utilità per gli anziani (gli uomini amano perchè da ciò deriva un vantaggio).
- piacere per i giovani (legame di facile rottura, la realizzazione si scioglie quando viene meno il
piacere.
- virtù stabile e che perdura nel tempo perchè è fondata sul bene. Si ama per i vantaggi estrinseci
e accidentali derivanti da tale amicizia; raro legame, tempo, consuetudine di vita.

Definizione per modi:


- l’amicizia si realizza vivendo quotidianamente il suo legame.

Organizzazione del sapere

Per Platone è importantissima la politica, lui si dedica alla cura della città malata. Per Aristotele anche, ma lui
rimarca l’importanza della conoscenza, affermando che l’uomo è un animale politico. Egli polemizza contro
Platone e il mondo delle idee, perché crede che
Aristotele è un filosofo sistematico e per questo organizza il sapere e lo fa in un sistema che vede le scienze divise
in:
- teoretiche: (concettuali e astratte), quelle che coglieranno meglio delle altre l’unità del reale.
(matematica,fisica, metafisica coglie l’interezza del ruolo). Studiano il necessario ciò che non
può essere diverso da ciò che è. L’obiettivo è la conoscenza disinteressata e il metodo è quello
dimostrativo.
- pratiche: (etica e politica) studiano il possibile (ciò che può essere diverso da come è. Usare un
metodo non dimostrativo (metodo valido per lo più, nel maggior numero di casi ma non
sempre)
etica: Studia dell’agire, del comportamento che noi esercitiamo in relazione a se stessi e agli
altri.
politica: studia la relazione che ogni individuo ha nei confronti della collettività di cui fa parte
(antropos zoom politicom).
- poietiche: (scienze tecniche) sono orientate alla produzione o alla manipolazione degli oggetti.
Il metodo è quello non dimostrativo e hanno come oggetto di studio il possibile.

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