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Confronto tra le tre Costituzioni della Rivoluzione Francese

(1791,1793,1795)

Costituzione del 1791

La Costituzione francese del 1791 è la carta costituzionale approvata il 30 settembre 1791 in


ottemperanza a quanto previsto dalla “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” (diritti
acquisiti: libertà di pensiero, religione e stampa, inviolabilità della persona e della proprietà),
approvata invece il 3 settembre 1789, basata sulla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo; è di
orientamento liberale e organizzava la Francia sul modello della monarchia costituzionale inglese.

Con essa, infatti, si instaura una monarchia costituzionale nella quale per la prima volta in Francia
i tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, sono separati e in cui il potere del re è limitato dal
parlamento: in mano alla Corona e sottratto ad ogni influenza popolare (i ministri non potevano
essere scelti nell’Assemblea e questa non poteva obbligare il Re a licenziarli) è il potere esecutivo,
mentre il giudiziario veniva distinto dall’esecutivo in quanto al Re spettava solo l’istituzione del
giudice, pura formalità, giacche egli non poteva rifiutarla all’eletto delle assemblee popolari
(potere giudiziario è delegato a giudici eletti a tempo dal popolo).
Al monarca è riservato inoltre il diritto di veto al Parlamento, che esercita il potere legislativo.

Nonostante un articolo della nuova Costituzione reciti: "I Francesi nascono e restano uguali nei
diritti" in realtà i diritti politici sono riservati ad una cerchia molto ristretta di cittadini: infatti solo i
cittadini cosiddetti "attivi" possono eleggere o essere eletti componenti della Guardia Nazionale o
deputati al parlamento. Quelli "passivi" invece, cioè tutti quei cittadini che non sono in grado di
pagare un tributo equivalente ad almeno tre giornate di lavoro, non godono di alcun diritto
politico.
Inoltre, gli stessi cittadini attivi, che rappresentano una base ampia di 4 milioni di francesi,
eleggono non i deputati all'Assemblea ma coloro che li avrebbero eletti. Questi "elettori di
deputati" sono soltanto 50.000 e sono quelli in grado di pagare un'imposta equivalente a dieci
giornate di lavoro.
Gli eleggibili, infine, non solo devono pagare un contributo quintuplo
dei cittadini attivi ma devono possedere anche delle proprietà.

La Costituzione del 1791 è costituita da 17 articoli che possono essere raggruppati per argomento:
- Art. 1,2,12 riguardano la tutela e la garanzia dei diritti naturali e inalienabili dell’uomo
- Art. 3 si afferma che la sovranità risiede nella Nazione
- Art.4,10,11 riguardano la libertà
- Art. 5,15,16 riguardano la società
- Art. 7,8,9 trattano della pena
- Art. 13,14 sono dedicati all’amministrazione pubblica
- Art.17 per la proprietà privata

Questa costituzione fu preceduta da dalla “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” del
1789 che fu approvata il 26 agosto e costituisce il fondamento della Costituzione del 1791. In essa
si dichiarano quali debbano essere i diritti dell’uomo e del cittadino francese. I valori che esaltano
la dichiarazione sono quelli di libertà e di uguaglianza.
La Costituzione prevedeva un suffragio di tipo censitario e indiretto per i soli cittadini “attivi”.
Cittadini “attivi” erano tutti i maschi adulti francesi, maggiorenni, che pagassero le imposte pari a
tre giornate lavorative.
Suffragio “indiretto” sta a significare che i cittadini eleggevano dei rappresentanti che a loro volta
eleggevano dei deputati.

Costituzione del 1793

La Costituzione del 1793 è la carta costituzionale redatta dalla Convenzione nazionale, assemblea
parlamentare eletta a suffragio universale maschile che, il 21 settembre 1792, proclamò la
Repubblica.
Fu anche detta la Costituzione Rivoluzionaria perché, nella Dichiarazione dei Diritti che le fa da
premessa, viene sottolineata l’importanza di insorgere contro qualunque tipo di oppressione:
infatti l’art. 35 recitava: «Quando il Governo viola i diritti del popolo, l'insurrezione è per il popolo
e per ciascuna parte del popolo il più sacro dei diritti e il più indispensabile dei doveri.»
Votata il 24 giugno, cioè appena 22 giorni dalla salita al potere dei giacobini, è la Costituzione
voluta da Maximilien Robespierre. Di carattere democratico, sarà il punto di riferimento di tutto il
pensiero democratico e radicale dell'Ottocento. 

La sovranità adesso risiede nel popolo e non nella nazione. Con la Costituzione del 1793 si
sancisce il Diritto al lavoro e , quel che è più importante, si afferma il diritto all'assistenza e
all'istruzione (diritti di massa e gratuiti). Oltre al diritto di resistere all'oppressione (già garantito
dalla Dichiarazione del 1789) si riconosce al popolo il diritto all'insurrezione (come già citato).
Inoltre viene aggiunto anche il diritto di riformare la costituzione, non è considerato giusto che
una generazione determini il sistema di governo delle generazioni future; e di notevole interesse
era il titolo Des rapports de la République Française avec les nations étrangères che, con
l’articolo 118 («Il popolo francese è l’amico e l’alleato naturale dei popoli liberi») e l’articolo 120
(«Esso dà asilo agli stranieri banditi dalla loro patria per la causa della libertà. Lo rifiuta ai tiranni»),
assorbiva in modo perfetto lo spirito e l’ideologia della Rivoluzione, elementi portanti della politica
estera francese, coinvolta in quel periodo in una guerra contro le grandi potenze europee.

Altro aspetto importantissimo è che l'elezione dei rappresentanti del popolo avviene con suffragio
universale. Ogni legislatura dura un anno.
La Costituzione sarà approvata con un referendum popolare il 10 agosto ma non verrà mai
applicata a causa della situazione di emergenza ed eccezionalità rappresentata dalla doppia guerra
(civile, in Vandea ed esterna, contro la coalizione antifrancese).

L’obbiettivo era quello di ottenere una Repubblica come forma di governo.


Quello legislativo avente maggiore importanza, era nelle mani di una singola Camera, che
svolgeva la funzione di votare le leggi e i decreti: in particolare la legge sarebbe entrata in vigore
solo con l’approvazione della metà dei dipartimenti (regioni in cui era divisa la Francia) più uno,
con quella del decimo delle assemblee primarie.
Successivamente, al Corpo Legislativo viene affidato dai costituenti anche il potere esecutivo,
inizialmente affidato a 24 membri (tre gli 85 eletti) che avevano il compito principale di controllare
l’amministrazione pubblica, di nominare gli agenti e i direttori amministrativi; inoltre avevano
responsabilità che riguardavano l’inosservanza delle leggi, dei decreti e degli abusi non denunciati.
Il potere giudiziario è esercitato da un giudice di pace in ogni comune, da un Tribunale Civile e
uno Penale in ogni distretto e da una Corte di Cassazione con sede a Parigi. Venne inoltre
introdotta una giuria composta da cittadini estratti a sorte, ispirata alla giustizia inglese.
La metà del corpo del governo era rinnovata ad ogni legislatura.

La costituzione del 1793 è suddivisa in 35 articoli anche possono essere raggruppati per
argomento:
- Art. 1,2,18,23,24,28,29,32,35 trattano dei diritti fondamenti del cittadino
- Art. 3,4,5 trattano dell’uguaglianza
- Art. 6,7 si riferiscono alla libertà
- Art. 8,9 riguardano la sicurezza
- Art. 10,11,12,13,14,15,31 sono dedicati ai diritti penali
- Art. 16,19 trattano la proprietà
- Art. 17,21 trattano del lavoro
- Art. 20 riguarda l’economia
- Art.22 tratta dell’istruzione
- Art.25,26,27 si riferiscono alla sovranità
- Art. 30 basato sulle funzioni pubbliche
- Art. 33,34 trattano l’oppressione

Questa Costituzione è stata scritta per sostituire quella del 1791 nella quale si affermavano nuovi
principi ispirati alle idee del Diritto Naturale e di Ruosseau quali la fraternità tra i popoli, il diritto
dei singoli al lavoro (in particolare il diritto di tutti di essere ugualmente ammissibili nelle cariche
pubbliche), all’istruzione, all’assistenza, alla felicità, e all’insurrezione nel caso in cui la
democrazia si fosse trasformata in un dispotismo.

I questo caso abbiamo un suffragio di tipo indiretto e universale.


Per la prima volta nella storia politica viene introdotto il referendum, che concedeva una
consultazione comunale alle leggi varate dal corpo legislativo. I referendum dovevano essere
richiesti da almeno un decimo degli elettori dalle assemblee in metà dei dipartimenti.

Possiamo parlare di Costituzione radicale perché è stata composta seguendo solamente gli ideali
dei Giacobini.
Il suo scopo quindi è quello di accelerare il progresso per dare, con l’aiuto dello Stato, a tutti gli
esseri umani, indipendentemente dalle differenze di genere, di razza, di classe, le stesse
opportunità, migliorando gli aspetti materiali della loro vita.

Ma anche di Costituzione democratica in quanto afferma l’uguaglianza di tutti gli esseri umani in
quanto tali e perché garantisce ad ogni cittadino uguali diritti grazie ai quali ottenere la felicità
comune.

Costituzione del 1795

La Costituzione francese del 1795, detta anche Costituzione Termidoriana dell'anno III secondo il
nuovo calendario repubblicano (abolito poi da Napoleone nel 1806), è la carta costituzionale che
fu emanata in seguito al Colpo di Stato del 9 termidoro e che assegnò il potere esecutivo al
Direttorio.
Viene allegata una nuova dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, ma inserisce anche i
doveri, la sovranità che risiede nell’universalità dei cittadini; i diritti sono libertà, uguaglianza,
sicurezza e proprietà (libertà al primo posto) e viene specificata che nell’uguaglianza la legge è
uguale per tutti (uguaglianza giuridica).
Varata il 22 agosto, ha una struttura tipicamente borghese e conservatrice.
Ispirata alla Dichiarazione dei Diritti del 1789 prevede 20 articoli e anche una Carta dei Doveri
formata da 9 articoli (i già citati doveri dei cittadini).
Il testo vero e proprio è suddiviso in 377 articoli raggruppati in 19 capitoli, ognuno dei quali tratta
una problematica differente.

I valori cardine di questa Costituzione sono, primi tra tutti, l’uguaglianza e la proprietà.
Così l'articolo 8 della nuova costituzione recita: ‘’E' sul mantenimento della proprietà
che riposa la coltivazione delle terre, tutte le produzioni, ogni mezzo di lavoro, e tutto l'ordine
sociale." Un principio che fa strage delle richieste pseudo - collettivistiche degli Arrabbiati o di una
redistribuzione delle ricchezze auspicata dai giacobini.
Con questa costituzione si pone fine all'ambiguità del significato di uguaglianza, un'ambiguità che
per tutto l'anno II aveva regnato.

Il suffragio universale viene sostituito con quello censitario del tipo elaborato nella Costituzione
del 1791: erano elettori un numero ristretto di cittadini abbienti capaci di pagare una determinata
misura d’imposte e prevedeva due classi composte rispettivamente di 200.000 e 30.000 votanti, il
3% e lo 0,5% sul totale dei maschi: se con il nuovo assetto istituzionale veniva quindi evitata la
concentrazione del potere in una sola istituzione (con la divisione in più Corpi statali dei tre
poteri), si allontanavo nello stesso tempo la possibilità di una sovranità popolare diretta a favore
dell’esercizio di cariche politiche da parte di ceti medio alti.

Il potere giudiziario è distinto dal Corpo Legislativo e dal Potere Esecutivo e si compone di una
magistratura elettiva, frutto della sfiducia dell'ambiente rivoluzionario verso giuristi e giudici
togati, e della Corte di giustizia volta a giudicare sulle accuse mosse dal Corpo legislativo contro i
propri membri e contro i membri del Direttorio.
Il potere legislativo appartiene ad un parlamento formato di una Camera (Consiglio dei
Cinquecento) ed un Senato (Consiglio degli Anziani, che approvavano o non approvavano le
proposte dei Cinquecento) mentre quello esecutivo appartiene al Direttorio i cui cinque membri
sono eletti per cinque anni (nominati dal Consiglio degli Anziani tra una rosa di 50 nomi) che
decadevano a rotazione ogni anno.
Questi due organi duravano in carica tre anni ed erano elette a suffragio ristretto (solo i
contribuenti) e lo scrutinio era di doppio grado.
Le due Camere non dovevano esprimere sfiducia politica verso i membri dell'esecutivo, i membri
del Direttorio non potevano essere sfiduciati. La magistratura divenne elettiva.

La dichiarazione che la precede è quella dei diritti dell’uomo e del cittadino che è stata
approvata il 26 agosto del 1789 che è al tempo stesso il fondamento della costituzione del 1791.

Anche qui possiamo raggruppare gli articoli per argomento:


Diritti
- Art. 1 tratta dei diritti dell’uomo
- Art. 2,15 tratta della libertà
- Art.3 si riferisce all’eguaglianza
- Art. 4,6,7 trattano della sicurezza
- Art.5 si basa sulla proprietà
- Art.1,10,11,12,3,14 trattano dei diritti penali
- Art. 16 dedicato ai contributi economici
- Art. 17,18 tratta della sovranità
- Art. 19,20,21,22 si riferisce alle finzioni pubbliche

In sintesi:
Costituzione del 1795 (con
Costituzione del 1791 Costituzione del 1793 Dichiarazione dei diritti e
dei doveri)
Forma di Monarchia
Repubblica Repubblica
Governo costituzionale
Assemblea
Consiglio dei 500 (presenta
con la possibilità di
Potere Assemblea (possibilità e discute leggi) e Consiglio
sottoporre leggi
legislativo di veto del re) dei 250 (approva o respinge
all’approvazione popolare
leggi)
attraverso referendum
Consiglio di 24 membri
Potere
Re (poi accorpato con Direttorio di 5 membri
esecutivo
l’assemblea legislativa)
Giudice di pace, Tribunale
Giudici eletti a tempo
Potere Civile e Penale, Corte di Magistratura elettiva e
dal popolo
giudiziario Cassazione e giuria Corte di giustizia
(formalmente al re)
composta da cittadini
Tipo di
Censitario e indiretto Universale maschile Censitario
suffragio
24 giugno 1793 (non entra 22 agosto 1795 (entra in
Approvazione 4 settembre 1791
mai in vigore) vigore il 26 ottobre 1795)

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