Sei sulla pagina 1di 82

lOMoARcPSD|3838188

Diritto Costituzionale - appunti + libro di M. D'Amico

RcPSD|383818

COSTITUZIONE DESCRITTIVA E PRESCRITTIVA

La Costituzione Italiana utilizza principi chiari e semplici, capibili da ogni cittadino  entrata in vigore nel 1948  pochi cittadini
istruiti e colti

Costituzione formale = Costituzione scritta, con un testo di riferimento


Costituzione materiale = assetto concreto estraibile da ogni principio costituzionale  allargamento della Costituzione
formale che va interpretata secondo l’assetto concreto dello Stato (es: il contesto storico mutevole)
Esempio: nel 1948 non era attuabile il principio di totale equità dei sessi davanti alla Legge (norma proiettata nel futuro)
Così come oggigiorno il concetto di “famiglia tradizionale” si estende anche alle coppie omosessuali.  adeguamento.

La Costituzione Italiana è formata da 139 articoli + varie disposizioni transitorie  è la Costituzione più vecchia e longeva (1949 –
Tedesca, Anni ’70 – Spagnola, Portoghese, Greca,..)
La Costituzione Italiana (basata sui principi di: uguaglianza, libertà ed individualità) è :

0 Fonte del diritto = insieme di regole e princìpi giuridici


1 Manifesto politico = princìpi filosofico-politici relativi alla Costituzione che sono alla base di un determinato assetto
della società politica

Concezione PRESCRITTIVA della Costituzione (da dopo le Rivoluzioni Francese e Americana) :


Uno Stato per poter essere definito costituzionale deve assicurare la
0 garanzia dei diritti ( Civil Law = proclamazione scritta dei diritti come in Francia, a causa della Rivoluzione e del cambio radicale di
certezza, in cui le disposizioni normative vanno contestualizzate al caso concreto / Common Law = senza un testo scritto come in UK, di
matrice consuetudinaria basata sul principio del vincolo al precedente, accompagnate da vari testi normativi.)

e la
0 separazione dei poteri (equilibrio fra i poteri per combattere l’assolutismo: coordinazione necessaria fra i poteri
+ interferenza funzionali fra i poteri che possono occasionalmente esercitare funzioni diverse entro limiti prestabiliti)

da porre come limiti al potere statuale  non è sufficiente considerare il complesso delle regole senza estrapolarne il contenuto  antica
concezione DESCRITTIVA della Costituzione in cui ogni Stato con delle regola fondamentali fisse viene detto Costituzionale.

Nella Costituzione Italiana son presenti due organi garanti del rispetto della Costituzione: il Presidente della Repubblica, e la
Corte Costituzionale.

Le prime Costituzioni vollero limitare fortemente il potere tramite il modello di Stato di diritto e l’affermazione del principio di
legalità (l’esercizio di un pubblico potere è legittimo solo se disciplinato e previsto dalla legge) e la tutela dei diritti (libertà ed
eguaglianza)

No taxation without representation  principio democratico-rappresentativo : la legge è l’espressione massima della


volontà popolare e garante delle libertà fondamentali

IN ITALIA

4 Marzo 1848: viene concesso dal Re di Sardegna lo Statuto Albertino ispirato alla monarchia costituzionale francese (il Re
autolimita i suoi poteri, pur detenendo in essi grandi poteri + due Camere parlamentari + 9 articoli sui diritti dell’uomo) 
Costituzione elastica (interpretazione evolutiva) e flessibile (modifica tramite legge ordinaria)  diventa una forma di
governo monarchica parlamentare incentrata sul Parlamento, aumentano i diritti dei cittadini e diminuisce il potere del Re

Crisi del modello liberale  riforme fasciste 1922 – 1928:

0 Gran Consiglio del Fascismo che assume un ruolo costituzionale + offre al Re le candidature per il Capo del Governo che
assume maggiori poteri come la funzione legislativa
1 La legge Acerbo che muta il sistema elettorale e neutralizza le opposizioni anti-fasciste
2 Parlamento sottoposto al controllo del Capo del Governo
3 Violazioni di libertà (abrogazione tacita dello Statuto)
4 Camera dei Deputati sostituita con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni (= rappresentanza degli interessi
delle categorie economiche e sociali)

1
25 Luglio 1943: nomina del Governo Badoglio che tenta un ritorno allo Statuto, modificandolo  il CNL apre la
questione istituzionale rinunciando allo Statuto, risolvendola con il Patto di Salerno del 1944 (il Re viene allontanato)

MoARcPSD|3838188

L’allontanamento del Re porta alla creazione di una luogotenenza di transizione da parte del principe Umberto che
diventa luogotenente generale il 12 aprile 1944, quando il Re Vittorio Emanuele II si ritira dalla vita pubblica

25 Giugno 1944: Prima Costituzione provvisoria secondo cui il popolo eleggerà un’Assemblea Costituente che rediga una
Costituzione  1946: Seconda Costituzione provvisoria: il popolo tramite referendum deve scegliere la forma di governo

Durante il Governo Parri venne istituito il Ministero per la Costituente con l’incarico di disporre gli elementi di base per lo
studio della nuova Costituzione  3 commissioni di studio sulle:

5888questioni economiche +
5889problemi di lavoro +
5890problemi della riorganizzazione dello Stato

I deputati dell’Assemblea Costituente furono eletti con formula proporzionale a liste di candidati concorrenti in
collegi plurinominali

10 Maggio 1946: il Re Vittorio Emanuele II abdica ponendo fine alla luogotenenza (sarebbe dovuta proseguire in caso di vittoria
della Monarchia fino alla approvazione della nuova Costituzione)

2 Giugno 1946: REPUBBLICA (ed elezione 556 membri dell’Assemblea Costituente)

3 Giugno 1946: Il Re lascia l’Italia definitivamente e Alcide de Gasperi, Presidente del Consiglio, assume le funzioni di
capo provvisorio

STATO LIBERALE

Fino alla Grande Guerra  primato della legge come espressione del popolo, sotto la guida del Parlamento (legislativo)  potere dal
basso (potere giudiziario = unicamente “bocca della legge”, esecutivo = esegue in dipendenza del legislativo)  Stato liberale
che limita il potere elettorale alla sola classe borghese + libertà fondamentali

Vincolato unicamente dalle carte costituzionali ma lo STATUTO ALBERTINO era una Costituzione flessibile  allo stesso livello delle
altre leggi, facilmente modificabile
Legge del 1800 = Generale ( traduzione tecnica del principio d’uguaglianza), astratta (principio di libertà) e predeterminata

Lo Stato Sociale di diritto allarga il suffragio e afferma la nascita di diritti sociali inalienabili + intervento economico dello Stato

STATO COSTITUZIONALE

Dopo la fine della Grande Guerra nacquero le rivendicazioni sociali dei partiti di massa  nuova concezione di
Costituzione (Costituzione di Weimar del 1919)

Primato della Costituzione rigida (come in USA dal 1803: (In USA già nel 1800 la Costituzione incentrata sul giudiziario era rigida 
1803 = nascita giustizia costituzionale con il caso Marshall che prende il nome dal giudice che decide di non applicare una legge che andava
contro i princìpi costituzionali della difesa dei diritti dell’uomo  il potere giudiziario statunitense difende l’individuo anche
dal legislatore, ma non va contro la Costituzione)  il giudice deve controllare la costituzionalità delle leggi in base ai princìpi
di uguaglianza, libertà, + primato nella gerarchia delle fonti

23 Revisione Costituzionale ad hoc, diversa e al di sopra da quella delle leggi ordinarie (Art.138)
24 Controllo di Costituzionalità da parte della Corte Costituzionale (Art.134 a 137)

Costituzione rigida (Italiana, Weimar,..)  al riparo dall’onnipotenza del legislatore, a protezione della garanzia dei diritti
dell’uomo e della divisione dei poteri

Costituzione: 1) garanzia dei diritti + 2) divisione dei poteri + 3) articoli conclusivi (134-138)  parti connesse tra loro seppur divise

ASSEMBLEA COSTITUENTE

25 Giugno 1946: si riunisce l’Assemblea Costituente (formata per il 70% da Democrazia Cristiana, Partito Socialista e Partito
Comunista)  elezione del Presidente dell’Assemblea (Giuseppe Saragat e in seguito Umberto Elia Terracini) + elezione del capo
provvisorio dello Stato: Enrico de Nicola = Presidente della Repubblica dal 1 Gennaio 1948

Problema dei poteri dell’Assemblea:


limitazioni ai poteri VS idea di un’Assemblea scevra da limitazioni (eccettuata la forma di governo)  prevalse la soluzione
dei sostenitori degli accordi politici rispetto al potere di autodeterminazione

2
lOMoARcPSD|3838188

15 Luglio 1946: Commissione dei 75  commissione ad hoc per redigere un progetto della Costituzione (membri nominati dal
Presidente dell’Assemblea) suddivisa in 3 sezioni di competenza:

23 Diritti e doveri dei cittadini


24 Ordinamento costituzionale dello Stato (a sua volta con 2 sottosezioni)
23potere esecutivo
24potere giudiziario
25 Diritti e doveri economico-sociali

31 Gennaio 1947: viene presentato il progetto di Costituzione all’Assemblea  il Comitato di Redazione sostituisce e rappresenta
l’Assemblea durante la discussione in assemblea (da marzo a dicembre)  il testo definitivo viene presentato all’Assemblea, dopo
l’ulteriore coordinamento delle disposizioni approvate, e viene approvato  1 Gennaio 1948: entra in vigore la
Costituzione Italiana

COSTITUZIONE ITALIANA

5888Elastica = suscettibile di legittimare programmi ed indirizzi diversi, senza mutare la forma costituzionale grazie a formule
facilmente adattabili ai vari contesti (utilità sociale, funzione sociale,…)  Longevità = Il divario tra norme scritte e
realtà costituzionali, grazie all’elasticità di varie disposizioni, rimanda al legislatore ordinario la scelta interpretativa
cui dare attuazione
5889Programmatica = non si limita a disciplinare l’organizzazione dello Stato, ma stabilisce alcuni indirizzi ai quali
devono orientarsi i pubblici poteri (legislativo)
Il carattere programmatico è conseguenza della natura compromissoria della Carta che riassuma: rivendicazioni dei partiti
+ interessi borghesi  disposizioni non immediatamente operative (per ragioni di opportunità)
Efficacia delle norme programmatiche: integrano le norme attuative del legislatore + orientano l’interpretazione
23 Obiettivo sociale = (Art. 3 II)  presupposti di raggiungimento in futuro di obiettivi di eguaglianza e giustizia sociale
(ampia tavola di valori): la Costituzione Italiana è una Carta lunga  diritti sociali di difficile attuazione a cause dei limiti
economici dello Stato (Stato degli eccessi)
I diritti liberali vengono limitati sia in rispetto del relativo diritto dell’altro, sia a causa dell’assoggettamento ad
ulteriori valori

Architettura costituzionale: princìpi fondamentali  l’individuo  Stato (Parlamento, Magistratura, Regioni, Corte Costituzionale)

I PRINCIPI FONDAMENTALI

I princìpi fondamentali (Art. 1-12) si ripercuotono attraverso tutta la Costituzione, in maniera implicita  hanno valore normativo
immodificabile persino tramite l’Art. 138, e fungono da linee guida per l’interpretazione delle norme costituzionali, essendo alla
base di esse

Principio personalista = centralità della persona umana considerata nella sua individualità e nei suoi rapporti con la società, grazie al
riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo (diritto all’inviolabilità e dignità della persona, Art.2, 3, 13, 32, 41)  Diritti +
DOVERI di solidarietà politica economica e sociale  limitazioni alla soggettività del singolo in rapporto alla relativa libertà
degli altri

Sviluppato e garantito dal principio di eguaglianza (Art. 3: riferito ai soli cittadini, ma con sent. del 1969 della Corte estendibile a
tutti gli individui) = divieto di discriminazioni + obiettivo della Repubblica impegnata a rimuovere gli ostacoli a favore di
un’uguaglianza sostanziale e formale  non vieta differenziazioni di trattamento, purchè limitate nel tempo e giustificate

Art.3, I = fattori che non possono essere a fondamento di categorie differenziate che porterebbero a discriminazioni (razza, sesso,
religione,…) + dovere di tutti i cittadini a partecipare all’organizzazione dello Stato.
Le uniche differenze possibili sussistono attinentemente al lavoro (principio lavorista)  differenti ruoli, interventi differenziati,…
5888 LAVORO = realizzazione della persona, la quale contribuisce allo sviluppo della società (Art. 4)
5889 Sono infatti presenti disposizioni costituzionali che orientano l’azione legislativa allo scopo di un’equa distribuzione di
ricchezze
e beni (Art. 42, 44, 53)

Principio pluralista = attenzione per le formazioni sociali  oltre all’individuo, la presenza di organizzazioni sociali come tutela e
mezzo indispensabile per questo
Le organizzazioni sociali sono autonome nei confronti dei pubblici poteri  ma è ammessa un’intromissione alla vita interna per
la tutela dell’individuo e la protezione di diritti fondamentali
Rispetto del principio d’eguaglianza e parità anche fra le formazioni sociali, non privilegiandone alcune su altre  lo Stato
può comunque produrre norme su accordi fra queste e i pubblici poteri (Art. 7, 8, 39)

3
OMoARcPSD|3838188

La struttura dei pubblici poteri è improntata sul principio democratico (affiancato dal principio garantista)  organi statali =
strumenti della volontà popolare (art.1); sistema di pesi e contrappesi nella democraticità del sistema (garanzia del singolo verso il
potere)  principio del governo delle leggi e non degli uomini secondo cui bisogna moderare il potere (motivo della nascita delle
Costituzioni) = separazione dei poteri, attribuendo a ciascuno una propria sfera di competenza

Principio garantistico prevale su quello democratico, nel caso limitativamente di potere giudiziario e Corte Costituzionale (per non
comprometterne la funzione nel caso di radicale applicazione del principio democratico)  giurisdizione = indipendente dagli altri
poteri

Principio internazionalista = la Repubblica viene considerata in relazione agli altri Stati internazionali, e tenendo conto dei
vari rapporti presenti (diritti del cittadino e dello straniero) Art. 10, 11  apertura dell’Italia alla comunità europea

STATO
organizzazione politica che concentra la summa potestas nei confronti della comunità in un dato territorio in modo
indipendente da ogni altro soggetto (superiorem non recognoscens)

Circostanza dello Stato moderno = Stato di diritto  summa potestas esercitata nell’interesse della comunità con il consenso
dei governanti

5888 La sovranità, o summa potestas, (legislativo, esecutivo, giudiziario)  originarietà del sistema giuridica non derivato da altri,
supremazia rispetto a qualsiasi soggetto (sovranità interna) e indipendenza giuridica da altri Stati (sovranità esterna)
5889 Verso la comunità = complesso della cittadinanza che comporto lo status civitatis, un insieme di diritti e doveri
≠ popolazione = persone all’interno dello Stato, anche se non cittadini.
5888 originaria = iure sanguinis o iure soli (se nati nello Stato)
5889 derivata per adozione o matrimonio (vari casi di acquisto/perdita di cittadinanza)
Nazionalità = figura ideale che va oltre lo Stato: nazionale (individui di un’unica nazionalità) o plurinazionale
Italiani non appartenenti alla Repubblica = delle terre irridente (beneficio concesso per l’amor patrio dimostrato) Art. 22 e
51 II
+ Cittadinanza dell’Unione Europea (Trattato di Maastricht, 1992)  ulteriori diritti e doveri
0 Di un territorio = spazio fisico (ius excludendi alios) + elemento che identifica lo Stato, distinguendolo dagli
altri ordinamenti giuridici
Stato di Diritto = la summa potestas è negli interessi della comunità, fondata sul consenso dei governati

PROBLEMA DELLA TITOLARITA’ DELLA SOVRANITA’


Chi detiene il potere politico all’interno dello Stato?

La Costituzione parla di una sovranità popolare che in realtà è una sovranità della Costituzione, secondo l’Art.
1 II La sovranità popolare si esercita

0 In maniera diretta solo eccezionalmente: democrazia diretta (referendum)


1 In maniera indiretta, attraverso istituzioni: democrazia indiretta o rappresentativa (Parlamento)  una versione più
matura di democrazia indiretta è la democrazia partecipativa = gli individui partecipano alle decisioni delle istituzioni,
intervenendo nel procedimento e facendo valere i propri interessi

La sovranità popolare incontra dei limiti dettati dalla Costituzione:

0 Affermazione del principio garantistico secondo il quale i poteri di garanzia (giudiziario) devono essere estranei alla
sovranità popolare, per non essere sottoposti alle logiche politiche
1 Anche il poteri di revisione costituzionale non è illimitato  limiti alla sovranità popolare, in quanto le leggi
costituzionali non possono contrastare con i princìpi supremi posti a fondamento della Repubblica
2 Lo Stato partecipa e riconosce gli ordinamenti giuridici internazionali, inglobandoli nell’ordinamento giuridico italiano
(Art. 10, 11)

La sovranità popolare non è illimitata ed è limitata dalla Costituzione, che è sovrana, e fonte di legittimazione del potere politico

FORME DI STATO
Rapporto tra governanti e governati, fine ultimo che si pone l’ordinamento (influenze e correlazioni con il contesto e l’esperienza
storica)

Iniziale bipartizione tra monarchia e repubblica, in seguito divenuta obsoleta (non vi è più differenza tra la Repubblica Italiana e
la Monarchia Inglese)

4
lOMoARcPSD|3838188

STATO DI DIRITTO dalla Magna Charta Libertatum di re Giovanni Senzaterra (diritti fondamentali a tutti gli uomini del regno),
dopo la Gloriosa Rivoluzione il Parlamento approva la Declaration of Rights (applicazione del contratto sociale e nascita dello Sato di
Diritto) e il trasferimento del trono a Guglielmo III d’Orange previa accettazione del Bill of Rights (in seguito re Giacomo III rompe
questo accordo e viene abdicato)
Ex Parte Populi (già i teorici assolutisti avevano pensato all’idea del Sovrano con poteri limitati: Hobbes, Bodin, Locke  gli
individui hanno il diritto di ribellarsi se vengono violati i diritti naturali, quindi lo Stato è limitato, Montesquieu  teoria della
separazione dei poteri, Rousseau  contratto sociale democratico)

Dichiarazione d’Indipendenza, U.S.A (1776) = lo Stato per l’individuo, diritti inalienabili  nascita del costituzionalismo
moderno con i vari princìpi e diritti

0 D’eguaglianza = tutti gli uomini sono creati uguali


1 Personalista = tutti gli uomini hanno diritti inalienabili (vita, libertà, ricerca della felicità)
2 Garantista = l’organizzazione politica deve garantire i diritti inalienabili
3 Democratico = i governi derivano da giusti poteri nel consenso dei governati
4 Alla ribellione = diritto a modificare o abolire governi che disconoscono i diritti inalienabili

1 approvazione della Constitution of United States (1787) con cui sancisce la separazione dei poteri

In Francia, la Dichiarazione viene stipulata nella sala della pallacorda a Versailles (1789)  diritti inalienabili naturali dell’uomo
(proprietà, libertà, sicurezza e resistenza all’oppressione) + principio di legalità (limiti alla libertà dettati unicamente dalla legge) +
separazione dei poteri = tabula rasa dell’Ancien Regime

0 STATO ASSOLUTO (Francia)


0 Sovrano legibus solutus e legittimato da Dio
1 Sovrano detentore di tutti i poteri
2 Divisione classi sociali con favoreggiamento dell’aristocrazia

1 STATO LIBERALE
0 Lotta borghese contro l’aristocrazia l’alto clero (Rivoluzione Francese, Americana ed Europee)
1 Legittimazione potere statale tramite il diritto di voto per censo (stato monoclasse)
2 Stato di diritto  supremazia della legge e delle libertà fondamentali
3 Divisione dei poteri (tripartizione) con predominanza del legislativo
4 Principio d’uguaglianza formale dei cittadini (Art.3 comma I)  diritti innati dei cittadini innegabili dallo Stato

2 STATO LIBERALDEMOCRATICO (1900)


0 Estensione del suffragio maschile (femminile italiano solo nel 1946)  principio d’eguaglianza politica
1 Partiti e sindacati *  diritti politici a tutti  metodo della maggioranza che può opprimere la minoranza
Tirannide della maggioranza evitabile solo nelle fasi di transizione ed incertezza sulla maggioranza  il governo in
queste fasi di transizione riesce a garantire pienamente i diritti delle minoranze
23 Potere dello Stato limitato dai diritti dell’uomo, potere dell’uomo limitato dai princìpi costituzionali 
democrazia = mezzo per raggiungere la ricerca della felicità
24 il voto deve essere personale, libero (senza pubblicità o marketing), segreto ed eguale  garantire a
tutti il libero accesso all’istruzione e all’informazione (governo dei migliori = democrazia aristocratica)

24 STATO SOCIALE (Dal 1929 con la Costituzione di Weimar, variazione del


precedente) Stato pluriclasse grazie al suffragio universale (Welfare State)
23 Intervento economico statale
24 Principio d’uguaglianza sostanziale (Art.3 comma II)  lo Stato vigila per la garanzia dei diritti inalienabili
d’uguaglianza
(diverso da formale = unicamente descrittivo)
5888 Nascita dei diritti sociali: salute (art. 32: tutela della salute, le “cure gratuite per gli indigenti” sono un
aspetto sociale della norma), istruzione (diritto alla continuazione degli studi per i capaci e meritevoli) e previdenza 
forma matura e completa di democrazia

Obiettivo: sconfiggere la schiavitù del bisogno (discorso di Roosevelt “the four freedoms: parola, culto, paura,
bisogno” 1941)
Art.3 comma II La Repubblica deve eliminare le differenza tra cittadini che violino il diritto all’uguaglianza tra
essi (situazioni di debolezza o differenti condizioni di fatto)  rimozione degli ostacoli
Art. 31, 34, 37, 38 (aspetto sociale = concetto di fragilità per età o disabilità psico-motorie)

Modello di Stato Sociale  molto costoso da sostenere, in crisi, provoca un debito pubblico: STATO DEGLI ECCESSI  diritti
finanziariamente condizionati (manca una giusta distribuzione delle ricchezze).

5
lOMoARcPSD|3838188

Si presta meno a norme generale per gruppi collettivi di persone, ma guarda alle condizioni concrete

* PARTITOCRAZIA E DEMOCRAZIA:
Lo stato democratico nacque anche grazie ai partiti di massa fondati su ideologie marxiste e socialista  forza politica alla classe
sociale in perenne lotta con i capitalisti per miglioramenti delle condizioni di vita e cittadinanza politica per tutti.
(1892: primo partito italiano: Partito dei Lavoratori, poi Partito Socialista che si unirà con il Partito Comunista qualche anno dopo.
Primo partito cattolico: Partito popolare, poi divenuto Democrazia Cristiana)

I partiti di massa riescono a conquistare il suffragio universale  ruolo di mediazione tra il cittadino e le istituzioni politiche 
nell’epoca moderna il partito politico è uno strumento di organizzazione del capitale politico
Il partito politica ha anche privato il Parlamento della propria autorità trasformandolo in cassa di risonanza delle decisioni assunte
dai vertici dei partiti di maggioranza  il partito conquista il monopolio della rappresentanza politica  democrazia dei partiti,
legge ferrea dell’oligarchia

Processo di trasformazione delle istituzioni democratiche in cui la democrazia dei partiti si sostituisce alla democrazia parlamentare
23 Art. 49: il partito politico è il mezzo per consentire ai cittadini di concorrere con metodo democratico a determinare la politica
nazionale  Stato : persona = partito : cittadino

L’unico modo per rispondere alla legge ferrea dell’oligarchia è quello di instillare nei partiti politici istanze di democrazia che
dovrebbero perseguire all’esterno (elezioni, approvazione del programma,…)  il correntismo interno dei partiti diventerebbe una
sana espressione del pluralismo democratico, della capacità di creare indirizzi alternativi a quelli preconfezionati del partito

Al sistema elettorale spetta il compito di garantire la partecipazione dei cittadini e consentire una realizzazione del rapporto diretto
tra elettori ed eletti  difficile rapporto tra governabilità, rapporto diretto tra elettore ed eletti e rispetto di libere informate e
consapevoli scelte democratiche  importanza del diritto all’informazione (Art. 21 e 48)

Le FORME DI STATO possono essere analizzate anche dal punto di suddivisione degli apparati di governo nel territorio nazionale:

23 STATI UNITARI (Francia)


Unità e indivisibilità dello Stato, i poteri locali sono organi periferici dell’organizzazione statale (decentramento)
Art.5

24 STATI FEDERALI (USA, Germania)


Ripartizione tra Stato centrale e Stati federati e ripartizione della potestà dei tre poteri  nati per unione di diversi Stati,
non per divisione
E’ presente una Camera del Parlamento rappresentante gli Stati membri, i quali hanno una propria Costituzione e
partecipano alla revisione costituzionale  la Corte Costituzionale deve anche risolvere i dissidi tra Stati membri e
Stato centrale
- USA = favorisce la concorrenza tra Stati federati  ogni Stato disciplina a proprio piacimento anche le più importanti
libertà (aborto, pena di morte,..)
- Germania = non c’è concorrenza tra gli Stati  è presente una disciplina unitaria riguardante i princìpi fondamentali,
poi vi sono le Costituzioni dei vari Stati

5888STATI REGIONALI (Italia)


Sovranità dello Stato centrale, il quale detiene la potestà giudiziaria, mentre le potestà amministrativa e legislativa
sono attribuite alle Regioni (enti autonomi) le quali hanno propri Statuti (con anche norme di principio)
Manca una Camera rappresentativa delle Regioni, le quali non partecipano alla revisione costituzionale
Art. 117 e 138 comma II
(In Italia la potestà legislativa è stata riformata nel 2001: lo Stato ha competenza legislativa solo su certi argomenti,
i restanti spettano alle Regioni)

SISTEMI ELETTORALI
trasformazione dei voti in seggi (democrazia rappresentativa)

Relazione bidirezionale tra sistema dei partiti e sistema elettorale, che si influenzano a vicenda (i partiti sono influenzati dai sistemi
elettorali sulla formazione o meno di coalizioni, e i sistemi elettorali agiscono in maniera diversa a seconda del sistema partitico
presente in un Paese)

23 Sistemi proporzionali  favoriscono la coalizione di partiti, ma mortificano le minoranze politiche


Seggi assegnati in circoscrizioni plurinominali tra liste concorrenti, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista 
rappresenta tutte le liste candidate, anche i partiti minori (assicura il pluralismo dei partiti, preferibile dall’uscita da
una dittatura come in Italia nel 1948)
RcPSD|3838188

Rispecchia la realtà politica consentendo l’accesso anche alle minoranze, ma bassa governabilità (troppi partiti
nel Governo)
Elezione Assemblea Costituente e Camera dei Deputati, con possibilità di esprimere due o tre preferenze  voto
limitato = si può esprimere un numero di preferenze inferiore al numero dei seggi disponibili per circoscrizione

Circoscrizioni = collegio = distretto = ambiti territoriali in cui si attribuiscono i seggi


Nell’ambito delle circoscrizioni si assegnano un seggio (uninominale  confronto tra i singoli candidati, un solo
seggio attribuito al collegio, un candidato per partito) o più seggi per collegio (plurinominale  l’elettore vota il
partito ed un eventuale preferenza, più candidati per partito)

A volte il sistema proporzionale è associato al collegio uninominale  prima legge elettorale per il Senato  seggi a maggioranza in
collegi uninominali al candidato con il 65% di quorum, altrimenti con la formula proporzionale

23 Sistemi maggioritari  conservazione sistema partitico


Seggi assegnati in collegi uninominali al candidato con maggioranza di voti espressi (semplificazione + possibilità di
cambiamento alle prossime elezioni) alta governabilità ma rispecchia meno la realtà politica, favorendo la coalizione tra
partiti  i cittadini non si sentono pienamente rappresentati, ma riduce il numero dei partiti
5888 Maggioranza relativa = a turno unico = seggio al candidato con maggior numero di voti rispetto ai concorrenti
(anche uno solo in più), altrimenti si passa al ballottaggio (Sindaco di Comuni Minori, < 15.000 abitanti)  l’elettore
converge il voto su un candidato plausibile di raggiungere la maggioranza
5889 Maggioranza assoluta = a doppio turno = seggio al candidato con il 50% + 1 di voti
(Maggioranza assoluta = riferita ai voti validamente espressi, maggioranza semplice = riferita al complesso dei votanti
 maggioranza limitativamente ai voti validi)
Se non si raggiunge il quorum, si va a un secondo turno di ballottaggio tra i due candidati con maggior voti.

Per attenuare i difetti dei due sistemi M e P :

5888Introduzione di CORRETTIVI (meccanismi che lo


alterano) - Proporzionali:
Clausola di sbarramento = esclusione partiti minori costretti a formare coalizioni non sempre omogenee tra loro
(Camere del Parlamento e Deputati al Parlamento Europeo)
Premio di maggioranza = percentuale di seggi superiore a quella dei voti effettivi (Camere del Parlamento e
Consigli Comunali)
23 Maggioriari: introduzione del doppio turno (ballottaggio tra i due vincenti, o tra i candidati con più voti  i
partiti possono decidere chi appoggiare)

24 Sistemi elettorali misti (combinazione dei due modelli)  nuove leggi elettorali per le Camere del Parlamento, ispirate al
modello tedesco:
1993: ¾ dei seggi con formula maggioritaria in collegi uninominali a turno unico, ¼ con sistema proporzionale
superando la clausola di sbarramento del 4% per accedervi + meccanismo dello scorporo (= ad ogni partito vengono
scorporati i voti ottenuti nel sistema maggioritario Seggi della Camere: 30 (P) + 70 (M); Seggi del Senato: 40 (P) + 60
(M) )

Non si è semplificato il sistema né il numero dei partiti  bipolarismo = alternanza di poli con coalizioni politiche
diverse soggette a scontri interni

Nel disegno costituzionale, la formula proporzionale pura è maggiormente rispettosa del principio di eguaglianza
sostanziale del voto  incostituzionale il premio di maggioranza, in quanto il quorum con maggioranza assoluta deve
contenere un minimo di democraticità consistente nella partecipazione alla deliberazione di una quota apprezzabile
dal pluralismo politico

Dal 2005: Nelle Camere del Parlamento il sistema elettorale è detto porcellum (legge n°270 del 2005):
5888 Formula proporzionale a liste  non si esprime una preferenza individuale, in quanto i candidati sono già in
ordine di preferenza (LISTE BLOCCATE)  possibili candidature plurime: l’eletto vincente in più circoscrizioni sceglie
da sé la preferenza
- Clausola di sbarramento  C. dei D. = 4% singola lista, 10% coalizione, 2% lista aderente alla coalizione; S. della R =
8% singola lista; 20% coalizione; 3% lista aderente alla coalizione
23Premio di maggioranza = la coalizione vincente acquista il 55% dei seggi, MA in Senato, calcolato a base regionale
(contro l’Art. 48 della Costituzione)  giustificazione: il Senato secondo l’Art. 57 I è eletto su base regionale
(competizione regionale ≠ competizione nazionale)  diverse maggioranze tra le due Camere
lOMoARcPSD|3838188

I candidati si presentano alle elezioni attraverso le LISTE (espressione dei singoli partiti), che possono formare COALIZIONI
(indicandone il leader)

QUESTIONI DI LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE PENDENTI

5888Sent. n°270 del 2005  udienza pubblica fissata il 3/12/2013


Questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Cassazione (ordinanza n°144 del 2013)
5889Legge della Regione Lombardia n°17 dl 2012 TAR (ordinanza n°2261 del 2013) che ha sollevato la questione di legittimità
costituzionale

QUESTIONE LEGGE NAZIONALE:

5888Si contesta l’assegnazione del premio di maggioranza (Senato e Camera con diversi procedimenti e diverse
maggioranze) + senza una soglia minima di voti per riceverlo, basta anche una modesta maggioranza
23 a) incentiva gli accordi tra le liste, ma non assicura la governabilità (i partiti coalizzati che ottengono il premio
possono rompere il vincolo politico anche all’indomani delle elezioni).
24 b) per il Senato, è la stessa attribuzione del premio a livello regionale a poter impedire il
raggiungimento dell’obiettivo della governabilità

24 Si contesta la previsione del sistema delle liste bloccate (voto senza preferenza) in violazione dell’articolo 67 
liste bloccate determinano che l’eletto sia nominato dai partiti (e non dal corpo elettorale)

Princìpi violati: sovranità popolare (art.1, 56, 58), uguaglianza del voto (art.3, 48, 117) e del libero mandato parlamentare (art. 67)
5888 sistema distorsivo

Questione sollevata alla Corte di Cassazione da un individuo per poter arrivare alla Corte Costituzionale  non ci si può rivolgere
direttamente alla Corte Costituzionale, ma bisogna passare il filtro del giudizio per filtrare le troppe richieste (anche se questo filtro
è troppo pesante)

QUESTIONE LEGGE REGIONALE:

5888Si contesta il premio di maggioranza in quanto, la legge regionale prevede che:


23 Se il candidato vincente ottiene meno del 40% dei voti, alle liste collegate spettano il 55% dei seggi
24 Se ottiene più del 40%, il 60% dei seggi va alle liste a lui collegate

La distribuzione dei seggi avviene solo in ragione del collegamento delle liste con il candidato eletto alla carica di Presidente,
persino in assenza di una soglia minima di consensi: può quindi accadere che conquistino la maggioranza in Consiglio anche forze
che abbiano ricevuto pochi consensi o che siano collegate a un Presidente eletto che ha ottenuto pochi consensi  contro il
principio di ragionevolezza (art. 3) e di uguaglianza

Sulla soglia di sbarramento:

Si accede alla ripartizione dei seggi solo se la lista ha ottenuto almeno il 3% dei voti ed è collegata ad un candidato alla carica
di Presidente che ha ottenuto almeno il 5% dei voti
In contrasto con i principi di ragionevolezza e di uguaglianza del voto degli elettori (artt. 3 e 48 Cost.), oltre che con gli artt. 51, 121
e 122 Cost., poiché risulta determinante il collegamento o meno con un candidato alla carica di Presidente della Regione che
abbia ottenuto un minimo di consensi (almeno il 5% dei voti)

FORME DI GOVERNO

Modo in cui il potere di indirizzo politico è distribuito fra gli organi componenti di uno Stato  distribuzione e rapporti tra i
poteri distribuiti fra gli organi principali di uno Stato apparato

Esistono vari criteri di classificazione delle forme di governo:

0 In base al grado di separazione dei poteri tra legislativo ed esecutivo (sussistenza di un rapporto di fiducia):
0.0 Presidenziale = netta separazione (esecutivo = Capo di Stato)
0.1 Parlamentare = separazione attenuata (esecutivo = Governo che necessita del voto di fiducia del legislativo)
1 Prevalenza dell’organo della definizione di indirizzo politico
A prevalenza dell’esecutivo (modello Westminster) o a prevalenza del legislativo
lOMoARcPSD|3838188

0 Criterio della composizione del potere esecutivo e distingue tra forme di governo a esecutivo monista (un unico organo al
vertice: il Governo o il Capo di Stato) e a esecutivo dualista (entrambi gli organi al vertice)  UK = passaggio da monarchia
costituzionale a monarchia Parlamentare

MONARCHIA COSTITUZIONALE INGLESE


Dualismo sociale, sussistenza di due centri di potere autonomi e separati: Corona (esecutivo, aristocrazia) e Camera dei Comuni
(legislativo, borghesia) monarchia inglese inizialmente PARLAMENTARE dualista (esecutivo con doppia fiducia verso il Parlamento e la
Corona che nomina il Primo Ministro), poi parlamentare monista (Primo Ministro dipendente solo dal Parlamento)

Passaggio da monarchia costituzionale a Governo parlamentare nella metà del 1800


MONARCHIA COSTITUZIONALE = Il Re detiene i poteri, indipendentemente dal Parlamento ( = corpo elettorale ristretto) e scegli i
propri ministri
Il Parlamento limita e controlla attraverso delle leggi il Governo  Gradualmente autonomo, cerca il consenso in Parlamento (In
Italia, con Cavour)  GOVERNO PARLAMENTARE = elemento tipico: rapporto di fiducia tra Parlamento e Governo che limitano
il Re/Capo di Stato
Art.94 : mozione di fiducia/sfiducia (il Governo deve avere la fiducia delle due Camere)

FORME DI GOVERNO PARLAMENTARI

0 REPUBBLICA PARLAMENTARE (Italia)


Il Governo è un’emanazione permanente del Parlamento (eletto dal corpo elettorale), di cui deve sempre avere la
fiducia. Il Capo dello Stato, eletto dal Parlamento, è estraneo al circuito politico e ha funzioni unicamente di garanzia

Sistema PROPORZIONALE  peso in relazione alle persone rappresentate (non vince un solo partito)  molti partiti,
GOVERNABILITA’ non assicurata (fino al 1993)
Multipartitismo esasperato, governi deboli e di breve durata

Al contrario, il sistema tedesco è una forma parlamentare con pochi partiti a causa di una clausola di sbarramento che vieta di
entrare in Parlamento ai partiti con meno del 5% di voti (non possono entrare né destra né sinistra estremi per motivi
ideologici) e a causa anche della mozione di sfiducia particolare in cui oltre a sfiduciare un Governo bisogna indicarne il
successivo  alta governabilità

23 MONARCHIA PARLAMENTARE (UK)


Fdg parlamentare classica a prevalenza del Governo
Presidente della Repubblica = Re/Regina
L’evoluzione del sistema parlamentare dipende dai partiti, in stretto rapporto con il corpo elettorale  possibilità di
alternanza tra i partiti, sistema BIPARTITICO inglese (conservatore + laburista + recentemente: liberal-democratico) con
formula elettorale maggioritaria a turno unico = sistema elettorale maggiorato con collegi dove può vincere una sola
persona (leader del partito vincente = Primo Ministro, leader del partito perdente = Shadow Cabinet a cui il P.M. può
chiedere consiglio)  maggior percentuale di astensioni, non tutti i cittadini si sentono rappresentati  alta
GOVERNABILITA’

Bicameralismo imperfetto = la Camera dei Comuni prevale sulla Camera dei Lords in entrambe le funzioni (politica e
legislativa)  la C. dei C. può votare una mozione di sfiducia, il P.M. può decidere di sciogliere la Camera bassa 
governo del P.M., ma con contrappesi: la Corona assume importanti ruoli in momenti di crisi (revoca il P.M. e scioglie
la Camera)

24 Forma di governo PARLAMENTARE RAZIONALIZZATA (Germania)


Maggioranza assoluta per la nomina di Cancelliere + mozione di sfiducia costruttiva
sistema multi partitico a vocazione bipolare con 2 partiti che raggiungono la maggioranza in coalizioni con partiti minori

23 Cancelliere eletto a maggioranza assoluta dal Bundenstag (Camera dei Deputati) su proposta del Presidente, il quale deve
poi nominarlo  se non è eletto, viene proposta un’altra persona, se ottiene la maggioranza assoluta il
Presidente deve nominarlo, altrimenti può sciogliere il Bundenstag

24 Mozione di sfiducia costruttiva  il Bundenstag sfiducia il Cancelliere eleggendone uno nuovo


Se una questione di fiducia non è approvata dalla maggioranza assoluta del Bundenstag che non propone un nuovo
Cancelliere, il Presidente può sciogliere il Bundenstag o dichiarare lo stato di emergenza legislativa  governo
provvisorio di 6 mesi con l’appoggio del Bundesrat (Senato federale)
lOMoARcPSD|3838188

Sistema elettorale del Bundenstag = misto 1/2 dei seggi in collegi uninominali a maggioranza semplice; 1/2 sistema
proporzionale con clausola di sbarramento al 5% (ambito circoscrizionale = Land)

FORME DI GOVERNO PRESIDENZIALI o MISTE

5888PRESIDENZIALE (USA)
Presidente = capo del Governo per 4 anni rinnovabile una volta sola  procedura complessa:
elezioni primarie per designare i candidati, in seguito elezione degli elettori presidenziali di ciascun Stato, infine elezione
del Presidente da parte degli elettori (ciascun individuo conosce il voto dell’elettore che va a votare  elezione del
Presidente a suffragio universale e diretto)

Esecutivo (Presidente) e legislativo (Congresso) indipendenti ma con una fitta rete di pesi e contrappesi:
ciascun potere limita l’altro  il Presidente può porre il veto ma non sciogliere le Camere, il Congresso può influenzare il Presidente ma
non sfiduciarlo tranne nel caso della mesa in stato d’accusa a causa di reati gravi, l’impeachment, il Congresso ha poteri di veto
sulle nomine del Presidente

23 SEMI-PRESIDENZIALE (Francia)

MISTE: (elementi da parlamentarismo e da presidenzialismo)  coniugano i vantaggi della democrazia immediata


(popolo sceglie il Capo del Governo) con quelli della democrazia mediata (Governo come negoziazione parlamentare
dei partiti politici)
Bicefala: dualismo al vertice esecutivo tra Capo dello Stato e Capo del Governo

Dal 1958 in Francia vi è la Quinta Repubblica Francese: elezione diretta del Capo dello Stato a maggioranza assoluta con
eventuale ballottaggio (5 anni), indipendente dal Parlamento, che nomina un Governo che deve avere la fiducia da parte
del Parlamento (voto di fiducia)
Rafforza il potere esecutivo e la maggioranza, ma la centralità è del Parlamento

23 Cohabitatiòn = momento storico in cui il Presidente della Repubblica e il Governo hanno avuto maggioranze
diverse, coabitazione tra i due leader (Presidente e Primo Ministro)
Maggioranza politica al Presidente  tende al presidenzialismo
Maggioranza politica al P.M.  tende al parlamentarismo

24 Domain = il Parlamento produce le leggi di principio, mentre il Governo ha il campo di dominio del regolamento,
una parte delle norme costituzionali (suddivisione delle aree di competenza nella Costituzione)

24 DIRETTORIALE (Svizzera)
Parlamento (Assemblea Federale composta da: Consiglio Nazionale + Consiglio degli Stati), eletto dal corpo elettorale,
elegge un Direttorio = Governo + Capo di Stato (eletto annualmente dall’Assemblea Federale, a turno)
Nella Costituzione elvetica è espressamente dichiarato che nel Consiglio Federale devono essere equamente
rappresentate tutte le diverse regioni e componenti linguistiche

UNIVERSALITA’ DEI DIRITTI

10/12/1948: l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la quale

5888Muove da una certezza inconfutabile = l’inosservanza dei diritti fondamentali causa guerre e barbarie, i diritti umani
sono eguali ed inalienabili, e costituiscono il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo
5889Ha un obiettivo = promuovere l’effettivo riconoscimento dei diritti umani da parte degli Stati membri
5890Attraverso un metodo preciso = insegnamento ed educazione al rispetto dei diritti

Strettamente legata al pensiero politico dello Stato Costituzionale (riconosce i diritti umani + separazione dei poteri +
metodo democratico)

26/06/1945: a San Francisco viene approvata la Carta delle Nazioni Unite con due diverse fazioni

23 Affermazione di un obbligo internazionale del rispetto dei diritti


24 Stati favorevoli allo sviluppo dei diritti, ma che non vogliono un preciso obbligo giuridico (URSS e USA)
lOMoARcPSD|3838188

Prevale la soluzione della Dichiarazione contro la Convenzione giuridicamente vincolante  viene rinviata l’approvazione di un
Trattato  1996: Patti Internazionali sui Diritti (che hanno ispirato la redazione di Carte Regionali e i propositi umanitari dei
Costituenti come quelli italiani)

Art. 10-11 : affermazione del principio internazionalista creazione di organizzazioni sovranazionali per favorire la pace e la
giustizia fra Nazioni
Concezioni già teorizzate da Mazzini durante il Risorgimento

Italiano I diritti dell’uomo accrescono:

5888Diritti umani posti nel catalogo dei princìpi comuni alla generalità degli ordinamenti moderni
5889Adesione alla CEDU dopo la riforma costituzionale del 2001
5890Adesione dell’Italia all’UE avente un ampio catalogo di diritti codificato nella Carta Nizza-Strasburgo

La tutela dei diritti pone il problema dell’individuazione di un criterio di risoluzione dei conflitti  intensificando la tutela dei
diritti si intensificano anche i doveri correlati
Le società, secondo Mazzini, si costruiscono sui doveri (dimensione sociale ed umanitaria) e non sui diritti  Art. 2 (intensificazione
della tutela dei diritti = intensificazione del correlato fascio di doveri)

FONTI DEL DIRITTO


il complesso degli atti o dei fatti abilitati dall'ordinamento giuridico a produrre norme giuridiche

Lo Stato pone quotidianamente in essere una serie di attività aventi differenti funzioni, volte alla cura degli interessi e al
raggiungimento di fini prefissati:

0 Funzione normativa = regolamentare la struttura e i rapporti dell’organizzazione stessa


1 Funzione esecutiva = amministrare la cura degli interessi concreti
2 Funzione giurisdizionale = risolvere conflitti e controversie all’interno della comunità

La funzione normativa prevale sulle altre 2, in quante esse non esisterebbero senza la presenza di norme

FONTI DEL DIRITTO = atti e fatti materiali abilitati dall’ordinamento giuridico a porre in essere, modificare o eliminare norme
giuridiche, come un ordinamento giuridico organizza il modo di produzione delle regole, e quali soggetti o fatti hanno capacità di
produrre diritto

Fonti SULLA produzione (norme di riconoscimento) = indicano il soggetto, l’atto e la procedura necessari per
l’introduzione di norme giuridiche (norme costituzionali, Art. 70 a 74)
Fonti DI produzione = compongono l’ordinamento giuridico introducendo o modificando leggi; abilitate ad introdurre
direttamente le regole giuridiche perché richiamate da una fonte sulla produzione (le leggi):
Fonte-Atto = Manifestazioni di volontà (assunte da determinati organi con determinate procedure) contenenti
norme giuridiche (leggi, regolamenti,..)
0 Fonte-Fatto = Eventi naturali o sociali a cui l’ordinamento riconosce la capacità di produrre norme giuridiche
(consuetudine  riconosciuta dalla Fonte-Atto Art8)
Le fonti di produzione sono subordinate alle fonti sulla produzione
0 Fonti DI COGNIZIONE = atti che mettono a conoscenza le persone dell’esistenza di date fonti di produzione
Pubblicazione ufficiale e necessaria per determinare il testo legale di una legge, il termine iniziale di decorso della
vacatio legis e l’arco temporale necessario per il conoscimento dell’atto (15 giorni le fonti nazionali, 20 giorni le fonti
comunitarie)  Gazzette Ufficiali o Bollettini
0 Raccolte UFFICIALI = riportano il testo legale (fede nei rapporti intersoggettivi) + la pubblicazione fa decorrere la
vacatio legis (al termine della vacatio, l NORMA ENTRA IN VIGORE)
1 Raccolte NON UFFICIALI = per gli operatori di settore

Ogni fonte trova il proprio riconoscimento in una fonte superiore : e la Costituzione dove si fonda?
[Kelsen] La Costituzione si cambia attraverso colpi di Stato  si fonda su eventi storici

Fonti DI
produzione +
DIRITTO POSITIVO = DIRITTO NATURALE = fonti SULLA
posto, prodotto da organi competenti e ricavabile dall’essenza delle cose, non da organi produzione =
riconosciuto competenti (la morale)
lOMoARcPSD|3838188

ORDINAMENTO GIURIDICO  sistema coerente e ordinato di norme (norme di e sulla produzione)


4 caratteri fondamentali

23 SCRITTURA = leggi scritte (civil law)


24 ACCENTRAMENTO = il diritto è un insieme di norme accentrate (legge del legislatore)
25 COMPLETEZZA = se non esiste una norma specifica, si ricorre all’interpretazione
26 COERENZA = le norme formano un ordinamento coerente ed ordinato

NORMA GIURIDICA

5888Generali = riferite ad una categoria indeterminata di destinatari (principio d’uguaglianza, Art.3)


5889Astratte = ripetibili nel tempo; stabilità nel tempo delle norme, non si esauriscono una sola volta

Sono capaci di innovare l’ordinamento giuridico

Atti amministrativi = contenuto puntuale e concreto, non innovativo  principio di legalità

23 AZIONI POSITIVE  misure in favore di una categoria per un tempo limitato, discriminatorie verso un’altra
categoria svantaggiata (legge 128)
Se concepite per durare nel tempo, diventano norme privilegio che vanno contro l’Art. 3
24 LEGGI PROVVEDIMENTO = (destinatari soggetti specifici, regolano eventi particolari)  scrutinio di ragionevolezza +
limite funzione giurisdizionale (non incide su controversie definite in giudizio)  sentenza n°20, 1982

DISPOSIZIONE = testo linguistico adottato per esprimere norme ≠ NORMA = significato della disposizione; regole ricavate
attraverso l’interpretazione

Atto normativo = atto giuridico che prevede la creazione o la modificazione di norma


L’attività interpretativa è regolata dalle disposizioni preliminari del codice civile (per evitare il libero arbitrio dell’interprete)

Un ATTO può essere:


5888Valido = privo di vizi, conforme alle regole giuridiche e alla Costituzione (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale)
5889Invalido = viziato, contrario alla Costituzione, illegittimo,…

5890Efficace = capace di produrre gli effetti giuridici voluti


5891Inefficace = ad esempio prima del termine della vacatio legis è valido ma inefficace
Finché non viene accertata l’invalidità di una legge incostituzionale, rimane efficace

CHI INTERPRETA LE DISPOSIZIONI?


Gli operatori di diritto e i giudici

Il diritto è scritto, ma la giurisprudenza può modificare le leggi per adattarle al contesto (interpretazione evolutiva) L’insieme delle
decisioni giudiziarie forma la giurisprudenza. Nonostante i criteri di interpretazione siano stabiliti dalla legge, possono formarsi
diverse interpretazioni della stessa disposizione (il giudice è indipendente nello svolgimento dell’attività
interpretativa - art. 101 Cost.).

Tuttavia, una certa unitarietà è data: dalla Corte di cassazione (cd. funzione nomofilattica = compito di garantire l'osservanza della
legge, la sua interpretazione uniforme e l’unità del diritto) e dalla “naturale” tendenza ad uniformarsi agli orientamenti
interpretativi in corso (c.d. diritto vivente)

Nascono nuovi orientamenti perché i giudici non si adeguano alla Cassazione ma agli orientamenti interpretativi

COMPLESSITA’ DELLE FONTI  Costituzione, regolamenti, leggi, statuti, direttive UE,..  continua produzione di norma spesso
non chiare

INTERPRETAZIONE DEL DIRITTO

1800 = giudice come bocca della legge


1900 = si arricchisce l’attività interpretativa (cambia la funzione del giudice, la natura della legge e il quadro : Costituzione
come canone interpretativo)

Art. 12 C.C.(Preleggi)  completezza + coerenza


S
lOMoARcPSD|3838188

Interpretazione letterale +
Interpretazione logico-sistematica (conforme alla Costituzione) +
Volontà del legislatore (ratio legis in base al contesto storico e sociale)
Interpretazione analogica (analogia legis)  “casi simili o materie analoghe” (NON per le leggi penali o eccezionali 
Art. 14 C.C. (Preleggi))
Princìpi generali dell’ordinamento dello Stato (analogia juris)

Interpretazione giurisprudenziale ( adottata dai tribunali) ≠ interpretazione dottrinale (adottata dai giuristi) ≠ interpretazione
autentica (adottata dal legislatore con un atto normativo di efficacia pari o superiore alla disposizione interpretata)  l’unica ad
essere vincolante: lo stesso legislatore interviene precisando la fattispecie di una norma tramite LEGGI RETROATTIVE (esplicano
l’originale significato di una norma)
Rischia di entrare in conflitto con il potere giudiziario creando scontri e tensioni tra i poteri

Interpretazione adeguatrice : si preferisce l’interpretazione conforme alla Costituzione

Interpretazione storica : si tiene conto del contesto storico e sociale nel quale ha operato il legislatore (allontanandosi dalla
storia, l’argomento storico si indebolisce  argumentum ad abundantiam per rafforzare i princìpi generali)

Criterio di specialità  quando vi sono più disposizioni riguardanti la stesa materia  la legge speciale deroga alla legge generale
(Art. 15 C.P.)
ANTINOMIA  due o più norme sembrano regolare in modo diverso la stessa materia, entrando in contraddizione
(contrasto normativo irrisolvibile tramite i criteri gerarchico, di competenza e cronologico)

0 ANTINOMIA APPARENTE  si risolve con il criterio della specialità (lex speciali derogat generali) = ricerca dell’elemento di
specialità che differenzia le varie norme apparentemente contrastanti (es: art. 1573 e art.1607)
Specialità = criterio di interpretazione normativa: la norma generale (G) è derogata da quella speciale (S)  S è un
sottoinsieme di G, ed ha un elemento specializzante mancante alla norma generale G (se S viene abrogata, G occupa il
suo spazio)

[La deroga avviene anche tra norme di diverse fonti  G e S norme appartenenti a due leggi (Lg e Ls, di cui Ls è
successiva cronologicamente)
Ls soggetta a un trattamento particolare interpretativo (art. 14 CC  leggi penali ed eccezionali non possono essere
interpretate analogicamente)
Lg successiva non abroga Ls perché l’elemento di specialità rende la nuova Lg compatibile con la precedente Ls]

1 ANTINOMIA REALE risolvibile attraverso criteri che incidono sulla validità ed efficacia di una delle due disposizioni

CRITERIO GERARCHICO DI COMPOSIZIONE DELLE ANTINOMIE


La fonte inferiore deve essere conforme alla fonte superiore

Principio di tipicità = i tipi sono definiti dalla Costituzione per le fonti di livello primario, e dalla legge per le fonti di
livello secondario (es: le fonti di lv secondario esistono solo nei tipi, forme e modi previsti dalla fonte di lv primario)

a) fonti super primarie = Costituzione + leggi costituzionali + norme del diritto internazionale  i princìpi supremi della
Costituzione non sono derogabili neanche da leggi costituzionali (sentenza n°1446 del 1998)
PRINCIPIO DI COSTITUZIONALITA’
0 fonti primarie = leggi statali, regionali, atti aventi forza di legge, regolamenti parlamentari, riserva di legge
PRINCIPIO DI LEGALITA’
1 fonti secondarie = regolamenti (regionali, governativi, locali e amministrativi)
2 fonti sub secondarie = regolamenti ministeriali
3 fonti consuetudinarie = fonte-fatto efficace solo su espresso richiamo della fonte-atto

PRINCIPIO DI COSTITUZIONALITA’ (tra leggi super primarie e primarie) se la legge va contro la Costituzione, va
portata all’attenzione della Corte che provvede ad annullarla (invalida)
La Costituzione Italiana è rigida e quindi
modificabile solo tramite procedimento ad hoc (Art. 138 e 134) +
controllo di costituzionalità delle leggi (per mettere al riparo valori dalle insidie parlamentari
mutevoli) Una disposizione normativa viene annullata per vizio - di competenza (area di competenza)
0 formale (viola le disposizioni che regolano il procedimento di formazione dell’atto)
1 materiale (viola precetti costituzionali)

PRINCIPIO DI LEGALITA’ (tra fonti primarie e secondarie)


0 preferenza della legge che prevale sulla fonte secondaria (la corte costituzionale non si occupa delle fonti secondarie)  se la fonte
secondaria va contro una fonte primaria, essa è illegittima e viene disapplicata dal giudice ordinario, o annullata dal giudice
amministrativo
instauratasi nella separazione dei poteri (connaturato, non esplicitato), dall’instaurazione dello Stato di diritto (esecutivo
legalizzato dal Parlamento)  necessità di una legge che autorizzi l’adozione del regolamento (fonte secondaria): c’è sempre
una legge a fondamento di ogni atto della p.a. (pubblica amministrazione)
Il principio di legalità può essere semplicemente formale (base legale al potere parlamentare), o sostanziale (detta anche i princìpi
che la fonte secondaria deve rispettare)  una recente sentenza della C.C. (n°115 del 2011) sembra affermare il principio di legalità
sostanziale

Il rispetto del principio di legalità è sempre richiesto: ma in senso sostanziale? Secondo una parte della dottrina sarebbe richiesto
solo in determinati casi, ovvero quando vige una riserva di legge relativa= rinvio alla legge sui diritti fondamentali

RISERVA DI LEGGE

Nella Costituzione spesso è presente un rinvio alla legge (sui diritti fondamentali)  riserva alla legge alcune materie di una
certa importanza (Parlamento = espressione diretta del voto popolare)
Art.13: la legge fissa dei limiti per evitare decisioni arbitrarie della p.a; a garanzia dei diritti per il cittadino (valenza positiva) +
obbligo della legge di disciplinare la materia (valenza negativa)

0 Riserve assolute = coprono le materie importanti; la Costituzione esclude l’intervento della fonte secondaria
(diritti inviolabili: Art. 13)
1 Riserve relative = la legge detta i princìpi di base della materia + scelte ulteriori destinate alla fonte secondaria (art. 23) 
principio di legalità sostanziale
Le riserve di legge possono anche essere semplici o rinforzate = il legislatore spiega il modo/contenuto e la procedura della riserva
di legge (Art.32)  limiti costituzionali cui va incontro il legislatore; più vincolante.

La riserva di legge fu pensata in senso formale, riferita cioè unicamente alla legge parlamentare (in senso rigoroso e dottrinale) 
l’evoluzione storica e il ricorso a fonti primarie diverse dalla legge parlamentare hanno cambiato la concezione formale della
riserva di legge  soddisfatta anche da fonti primarie diverse dalla legge (decreti legge, leggi regionali,…)
Oggigiorno è intesa in senso formale solo se espressamente dichiarato nella disposizione (“le Camere con legge” o “con legge
de Parlamento”) il Parlamento controlla il Governo: rapporti tra legislativo ed esecutivo (Art. 60, 77, 81)

CRITERIO DI COMPETENZA
Prevale la fonte competente (fonti diverse sullo stesso piano)

Sono dette “fonti viziate per incompetenza” quelle fonti che eccedono nell’ambito di competenza di un’altra fonte (accertamento
di invalidità)

Ambiti di competenza:

0 Regolamenti parlamentari
Per difendere l’autonomia e l’indipendenza parlamentare, la Costituzione riserva a ciascuna Camere la facoltà di
decidere e regolare il proprio regolamento interno (formazione delle leggi, controllo del Governo,…)  il regolamento
è approvato a maggioranza assoluta dai componenti delle Camere (art. 64,I)
Sono fonte primaria (al pari della legge, ma solo gli atti normativi regolano gli ambiti materiali), ma  non possono essere
oggetto del sindacato di legittimità costituzionale (sentenza n°154 del 1985): una sfera di competenza su cui la C.
Costituzionale non può intervenire  anche se oggigiorno secondo molti studiosi questa insindacabilità andrebbe
superata

1 Leggi statali e regionali


La riforma costituzionale del 2001 ha mutato confusamente l’art.117 che prevede la ripartizione legislativa tra Stato
(competenza specifiche) e Regioni (materie restanti)
0 Art. 117, II = competenza esclusiva statale
1 Art. 117, III = competenza concorrente (princìpi fondamentali allo Stato, i dettagli alle Regioni)
2 Art. 117, IV = competenza residuale regionale (poche materie rimanenti)
lOMoARcPSD|3838188

Sono presenti varie materie trasversali (zone incerte in cui si sovrappongono in ambito di competenza) dal punto l in poi
0 si allontana dal modello federale in quanto alle Regioni rimane poca autonomia

In caso di eccessi di competenza, ci si rivolge alla Corte Costituzionale tramite due ricorsi perfettamente paralleli ed eguali

RICORSO DELLA REGIONE


RICORSO DEL GOVERNO
Se una legge statale o di
Se una legge regionale eccede in
competenza un’altra regione eccede
VerticaleArt.118sul= principiopoteridall’entedisussidiarietàpiùvicino al
(entro 60 gg dalla pubblicazione dell’atto) (entro 60 gg)
cittadino (Comune, Provincia,

(dopo la riforma del 2001): Regione,…)

Orizzontale = lo Stato si avvale del


Sentenza n°303 del 2003: la C. Costituzionale riconosce allo nucleo sociale per soddisfare i bisogni
Stato il potere di attività legislativa, se le Regioni non riescono a del cittadino (il più vicino)
esercitare date funzioni  ulteriore minaccia alla libertà ed
autonomia delle Regioni (lo Stato attrae a sé anche la funzione legislativa ed
amministrativa regionale per esigenza di unitarietà)

0 Direttive della comunità europea


Sentenza n°170 del 1984: nelle materie in cui l’Unione europea emana regolamenti comunitari o direttive
dettagliate direttamente applicabili il diritto comunitario viene applicato direttamente e la fonte italiana retrocede

CRITERIO CRONOLOGICO

La stessa fonte può modificare se stessa  si preferisce la fonte più recente, mentre quella precedente viene abrogata:
ossia limitata nel tempo (vale solo per gli atti avvenuti prima della fonte recente)

Per applicare il criterio cronologico occorre che le due disposizioni siano:

0 Contrastanti (contenuto incompatibile)


1 Di pari gerarchia o competenza (altrimenti prevarrebbe la fonte più competente o superiore)
2 Di diversa cronologia (altrimenti per risolvere il contrasto si usa l’interpretazione)

L’abrogazione può essere:


0 ESPRESSA: dal legislatore
1 TACITA: per incompatibilità deducibile
2 IMPLICITA: la nuova legge disciplina l’intera materia regolata dalla legge precedente

Principio di irretroattività (espressivo di una civiltà giuridica, a tutela della certezza dei rapporti)
la legge abrogata rimane valida solo per i rapporti avvenuti prima dell’entrata in vigore della nuova legge (le leggi dispongono per
l’avvenire)  una norma abrogata dichiarata incostituzionale non può più essere applicata, nemmeno ai casi più antichi di essa

L’Art. 11 delle Preleggi contenente detto principio, è una fonte di rango primario (legge ordinaria)  sono ammesse deroghe
con cui una legge può prevedere la propria retroattività in deroga al principio generale

Le leggi retroattive sono sottoposte ad uno stretto scrutinio di ragionevolezza = ragionevole giustificazione (sent. n°78 del 2012) 
esempio: leggi di interpretazione autentica

0 Legittime = se, in caso di incertezza interpretativa, attribuisce alla disposizione uno solo dei suoi possibili significati
1 Illegittime = attribuiscono un nuovo significato alla disposizione senza una ragionevole giustificazione (sent. n°103 del
2013), o interferiscono con i procedimenti in corso (sent. n°78 del 2012)  violano la riserva di giurisdizione (il
legislatore si fa giudice)

Art. 25 II Cost = si è punibili solo per leggi in vigore prima del fatto commesso  i reati e le pene devono essere preventivamente
conosciuti dal cittadini (condizione necessaria per la libera autodeterminazione personale)  ignoranza della legge non scusa,
purchè sia astrattamente possibile che tutti la conoscano
lOMoARcPSD|3838188

In materia penale, la retroattività è assolutamente vietata nei casi di MALAM PARTEM, ossia peggiore aggrava o introduce un reato

La legge penale in BONAM PARTEM (che migliora, depenalizza il reato) è applicabile retroattivamente
0 non si può essere puniti per una legge non più coincidente alle scelte politico-criminali del legislatore

COSTITUZIONE ITALIANA
Approvata nel 1947 ed entrata in vigore il 1 Gennaio 1948
Parametro supremo della legittimità dell’ordinamento giuridico

Norme precettive o norme programmatiche(= norme che richiedono attuazione legislativa (diritti sociali)) ?
Sent n°1 del 1956 = le norme programmatiche sono vincolanti  parametro di legittimità costituzionale delle leggi confliggenti con
gli indirizzi programmatici in esse contenuti.
Inoltre orientano l’attività interpretativa dei giudici, i quali possono farle valere direttamente in giudizio

REVISIONE COSTITUZIONALE
(Art. 138 Cost.)

Il procedimento di revisione costituzionale è detto procedimento aggravato perché la Costituzione Italiana è una Costituzione
rigida, e necessita di un procedimento di revisione ad hoc

0 Prima deliberazione di Camera e Senato che necessita almeno la maggioranza semplice

1 Dopo non meno di 3 mesi, seconda deliberazione che necessita della maggioranza assoluta di Camera e Senato (senza
che siano state apportate modifiche al testo)

LIMITI ALLA REVISIONE COSTITUZIONALE

0 Art. 139 (forma repubblicana inderogabile) + Art.1 (repubblica democratica)  sancisce l’inderogabilità delle modalità
di elezione del Capo dello Stato, e la forma di governo inderogabile a repubblica democratica
1 Vi sono ulteriori limiti impliciti riguardanti la democraticità (libertà di espressione ed associazione)  i diritti inviolabili
sono costituzionalmente inderogabili (Art.2, Art.13, ss)
Sent n°1146 del 1988: esiste un nucleo di principi costituzionali supremi la cui eventuale lesione comporterebbe l’uscita
dell’Italia dall’UE (uguaglianza, autonomia territoriali,…)  PROBLEMA: distinguere il nucleo immodificabile da
dalle disposizioni di contorno che sono rivedibili
2 Un altro limite implicito è l’ovvia impossibilità di abrogare l’intera Costituzione tramite l’Art. 138 (anch’esso inderogabile)
abuso del potere di revisione (potere che garantisce la longevità della Costituzione)
PROCEDIMENTO DEROGATORIO

Se si è raggiunta la maggioranza assoluta senza arrivare ai - , entro tre mesi dalla


Se la votazione ha 2⁄3 pubblicazione della legge può venir chiesto un referendum se ne fanno
raggiunto almeno i della 23 1⁄5 dei membri di una Camera, o
maggioranza, la legge 24 500.000 elettori, o
entra in vigore domanda
25 5 consigli regionali

Se la maggioranza non la approva, la legge non è promulgata

dell’Art. 138 all’esame del Parlamento per la modifica della II parte della Cost.  Comitato Parlamentare per le riforme
costituzionali ed elettorali: disegno di legge approvato da entrambe le Camere in I deliberazione ed approvato dal Senato in
II deliberazione  20 senatori + 20 deputati (+ i 2 presidenti)
Prende in esame progetti di legge di revisione costituzionale degli articoli di cui ai titoli I, II, III e V della parte II della Costituzione,
nonché i progetti di legge ordinaria concernenti il sistema elettorale  entro 18 mesi dall’entrata in vigore della presente legge
costituzionale

5888Il Comitato esamina i progetti di legge e trasmette ai Presidenti di Camera e Senato dei testi base (entro 6 mesi).
5889Ciascun senatore, ciascun deputato e il Governo possono proporre emendamenti rispetto ai testi base. Su di essi decide il
Comitato.
lOMoARcPSD|3838188

23 L’esame passa alle Assemblee, dove possono essere ripresentati gli emendamenti respinti dal Comitato o quelli correlati
alle parti eventualmente modificate dal Comitato.
0 La prima Assemblea conclude l’esame dei progetti entro 3 mesi dalla trasmissione.
1 Entro i successivi 3 mesi decide l’altra Assemblea.

Per i disegni di legge costituzionale, tra la prima e la seconda deliberazione di ciascuna camera non possono passare meno di
45 giorni. Le Camere decidono a maggioranza assoluta nella seconda deliberazione.

Referendum:
Le leggi costituzionali approvate secondo il procedimento descritto possono essere sottoposte a referendum costituzionale
(secondo l’art. 138 Cost.) anche se approvate in seconda deliberazione a maggioranza dei due terzi dei componenti di
ciascuna camera.
N.B.  questo procedimento derogatorio dell’art. 138 Cost. si applica solo per l’approvazione dei progetti di legge indicati,
e il Comitato cessa di esistere una volta che essi siano stati approvati o in caso di scioglimento delle Camere

FONTI PRIMARIE
Legge ordinaria statale e regionale, atti aventi forza di legge, regolamenti parlamentari, (riserva di legge)

LEGGE ORDINARIA

Atto deliberativo prodotto dalla deliberazione delle due Camere e promulgato dal Presidente della Repubblica (ex. Art. 70)

FASI DEL PROCEDIMENTO LEGISLATIVO (disciplina della Costituzione e dei regolamenti parlamentari)

0 Iniziativa = disegno di legge (su iniziativa governativa) o progetto di legge = documento redatto in articoli proponibile da:
0.0 Governo
0.1 Un membro di una delle Camere
0.2 50.000 elettori (spesso ostacolati)
0.3 Organi o enti ai quali è conferita da legge costituzionale

1 Approvazione = Commissione Competente (organo collegiale del Parlamento della Repubblica Italiana, cui
vengono assegnati i disegni di legge  la composizione dei membri delle commissioni deve rispettare le proporzioni tra
i vari gruppi parlamentari) esercita la funzione e sceglie il procedimento da adottare
Art. 72 I = procedimento ordinario: prima esaminato dalla Commissione, poi dalla Camera che lo
approva Art. 72 II = procedimento abbreviato per i disegni di legge urgenti
Art. 72 IV = per alcune materie vi è una riserva di legge richiedente un procedimento ordinario
1.0 Procedimento REFERENTE o ORDINARIO = all’interno della commissione vi è prima una discussione generale
e poi
articolo per articolo con votazione degli eventuali emendamenti, e infine il testo viene approvato insieme a una
relazione finale che andrà discusso nelle Camere
Il progetto di legge passa alle Camere dove avvengono di nuovo le tre letture  tempi abbreviabili in casi di urgenza
Procedimento DELIBERANTE o DECENTRATO = il procedimento si conclude in Commissione  procedimento reversibile:
fino all’approvazione definitiva del testo, esso può mutare e il disegno di legge essere rimesso alla Camere se ne
fanno richiesta il Governo / 1/10 dei componenti della Camera / 1/5 della Commissione + limiti materiali in cui non può
essere adoperato (materie costituzionali ed elettorali, delegazione legislativa, trattati internazionali, bilanci,..  riserva
di assemblea
Procedimento REDIGENTE = la Commissione consegna alle Camere, le quali approvano i singoli articoli e procede alla
votazione finale (ma non può emendare)  alle Camere spetta solo l’approvazione finale
Serve a sgravare le Camere dalla discussione e approvazione degli emendamenti, decentrandoli in commissione
e riservando alle Camere soltanto l'approvazione finale  procedimento intermedio rispetto agli altri due.

Promulgazione = da parte del Presidente della Repubblica, entro 1 mese dall’approvazione (anche prima nel caso di un
urgenza) secondo l’art. 73
Il Presidente della Repubblica ha possibilità di veto sospensivo (Art. 74) = può chiedere una nuova deliberazione
delle Camere e un rinvio alla legge  sulla legge è sovrano il Parlamento: se le Camere approvano ulteriormente, le
legge viene applicata
MODIFICA del potere di rinvio = il Presidente rinuncia a rinviare lavorando con gli uffici parlamentari per evitare
problemi di costituzionalità (modifica l’art. 74)

Pubblicazione = sulla Gazzetta Ufficiale


lOMoARcPSD|3838188

FONTI ATIPICHE = caratterizzate da dissociazione tra forma ed efficacia  forza passiva rinforzata (resistono maggiormente
all’abrogazione e alla deroga) Art. 79, 7, 8, 123

ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE

Forza :

0 Attiva = abrogare o modificare leggi o atti equiparati


1 Passiva = resistenza all’abrogazione o tentativo di modifica da fonti secondarie

Atti aventi forza di legge:

0 Decreto legge (Art. 77) in caso di urgenza e straordinaria necessità


1 Decreto legislativo (Art. 76) sulla base di una legge delega del Parlamento
2 Referendum abrogativo (Art. 75) democrazia diretta per abrogare leggi o atti aventi forza di legge

0 DECRETO LEGGE
Art 77 + legge n° 400 del 1988 art. 15

In casi di urgenza e straordinaria necessità per una situazione inaspettate ed imprevedibile, per volere del Governo
Approvato dal Consiglio del Ministri  presentato al Presidente della Repubblica che lo emana e lo pubblica sulla Gazzetta Ufficiale
23 entra in vigore senza la vacatio legis

Entro 60 GIORNI deve essere presentato alle Camere per la conversione in legge altrimenti decade e perde
efficacia retroattivamente (decade ex tunc, non ex nunc: come se non fosse mai esistito)

In caso di approvazione IN ASSENZA DI URGENZA E NECESSITA’

23 Il Presidente della Repubblica può rifiutarsi di emanare il decreto legge se la mancanza di presupposti è manifesta
(es: caso Englaro)
24 Le Camere devono valutare i presupposti di necessità ed urgenza, e in caso di voto negativo viene annullato il
procedimento di conversione
25 La Corte Costituzionale può agire sulla legittimità costituzionale ma solo dopo il procedimento di conversione per
questioni di tempo (incostituzionalità della legge di conversione)

ABUSI:

5888Sent. n° 171 del 2007: la legge di conversione non sana i vizi del decreto legge  la C.C. può dichiarare illegittima la legge
che abbia convertito il d.l. in mancanza dei requisiti dell’art 77 (atto viziato in quanto mancano i presupposti) 
mancanza EVIDENTE e MANIFESTA (i vizi non evidenti possono essere sanati dalla legge di conversione)
5889Sent. n° 22 del 2012: il Parlamento non può modificare il d.l. in fase di conversione se gli emendamenti inseriti
sono totalmente estranei all’oggetto/finalità del d.l.  DECRETI OMNIBUS = d.l. con una disciplina, ma assume
altre caratteristiche in sede di conversione
5890Sent. n° 360 del 1996: REITERAZIONE dei decreti legge  adozione di un d.l. che riproduce il contenuto di un d.l.
con convertito (allungando i tempi massimi di 60 gg)
5888 altera la natura del d.l.
5889 stabilizza provvedimenti teorizzati come provvisori
5890 altera gli equilibri istituzionali (non è il Governo ad avere potere legislativo, ma il Parlamento)

La reiterazione va contro l’art. 77 e non è valida, a meno che il nuovo d.l. sia giustificato da nuove sopraggiunte cause di evidente e
manifesta urgenza  Art.77 III: LEGGE DI SANATORIA = legge riservata alle Camere con cui si possono regolare i rapporti giuridici sorti
sulla base dei decreti non convertiti; per non lasciare senza alcuna disciplina un evento verificatosi durante l’esistenza di un
d.l.

23 DECRETO LEGISLATIVO
Art. 76 e art. 14 l. n° 400 del 1988

LEGGE DI DELEGA = atto con il quale il delegante conferisce un determinato esercizio di una funzione al delegato (eventuali limiti e
condizioni per il delegato)  NORMA INTERPOSTA tra la Costituzione e il decreto legislativo: se la Costituzione impone
determinati contenuti alla legge delega, pretende che il decreto li rispetti; in caso contrario, il decreto legislativo viola sia la legge
delega che la Costituzione
lOMoARcPSD|3838188

Con il decreto legislativo, il Parlamento può delegare il Governo all’esercizio della funzione legislativa  libera scelta
del Parlamento (la delega non altera le competenze funzionali)

La legge di delega deve contenere almeno 3 elementi costitutivi:

5888OGGETTO: (materia, argomento) da disciplinare in modo definito non generico


5889PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI che indirizzano e delimitano il Governo a cui questo ultimo deve attenersi (modalità
di attuazione, idee di fondo)
5890TERMINE FINALE dell’adempimento della delega (o con una data fissa, o il Parlamento stabilisce un tempo di
decorrenza dall’entrata in vigore della legge delega)
23 Il potere delegato termina con l’emanazione del decreto legislativo anche se non ancora finito il termine  a meno
che non sia prevista la possibilità di integrare il decreto legislativo con eventuali decreti legislativi integrativi o correttivi
(se espressamente prevista)
24 Se il d.lgs. non rispetta i contenuti della legge delega  d.lgs. dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale per
violazione della legge delega
25 In Parlamento le minoranze politiche (= opposizioni) non partecipano alla formazione del Governo ma intervengono nella
formazione della legge  al Consiglio dei Ministri invece partecipano soltanto le forze politiche di maggioranza, soffrendo
di una parziale rappresentatività democratica

TESTI UNICI = raccolgono e coordinano gli atti normativi esistenti di una determinata materia  particolare tecnica legislativa
adottata dal Governo su delega legislativa; NON è una fonte del diritto

23 Innovativi = nuova regolamentazione della materia (delegazione legislativa)


24 Compilativi = coordinamento formale senza novità normative (delegazione legislativa)
compilativi ed innovativi hanno forza di legge e si sostituiscono alle leggi preesistenti (abrogazione implicita degli
attinormativi esistenti nella data materia)
25 Meramente compilativo = atto non normativo oppure atto normativo subordinato alle fonti in esso raccolte  raccoglie
sistematicamente le disposizioni vigenti di una materia (intento notiziale)

Perenne controllo e presenza del Parlamento sia PRIMA (nel caso di decreto legislativo, con legge delega), sia DOPO (nel caso
di decreto legge, con legge di conversione)

5888 REFERENDUM
ABROGATIVO (Art.
75)

23 Democrazia RAPPRESENTATIVA = i rappresentanti eletti decidono per i rappresentati, senza però vincolo di mandato
(Art. 67)
24 Democrazia DIRETTA = decide il corpo elettorale (petizione popolare, referendum abrogativo Art. 75, referendum
eventuale Art. 138)

A livello statale esistono 4 tipi di referendum:

5888Approvativo delle leggi costituzionali (Art. 138)


5889Abrogativo delle leggi statali (Art. 75)  unico ad assumere natura di FONTE DEL DIRITTO
5890Consultivo in materia di variazione territoriale delle Regioni (art. 132)
5891Di indirizzo come quello del 2 giugno 1946 (repubblica o monarchia)

Il referendum abrogativo è un atto avente forza di legge, capace solo di abrogare norme o atti aventi forza di legge totalmente o
parzialmente (non di crearne)  su richiesta di 500.000 elettori o 5 consigli regionali

Procedimento disciplinato dalla legge 352 del 1970:


Viene proposto un quesito  vengono raccolte le firme  giudizio di legittimità da parte dell’Ufficio centrale per il referendum presso
la Corte di Cassazione che controlla le firme  giudizio di ammissibilità presso la Corte Costituzionale (legge n°1 del 1953)

Nel caso il referendum entri in vigore, la sua validità può essere posticipata per un massimo di 60 gg dal Presidente della
Repubblica per consentire l’adozione di eventuali interventi

E’ sottoposto a

0 limiti espliciti di ammissibilità (art. 75, c. 2, Cost.)  alcune materie non possono essere soggette ad esso:
diritto tributario (materia fiscale) + amnistia ed indulto (materia penale) + ratifica trattati internazionali
1 limiti ulteriori individuati dalla Corte costituzionale a partire dalla sent. n. 16 del 1978 in sede di giudizio di ammissibilità.
lOMoARcPSD|3838188

QUORUM COSTITUTIVO (partecipativo) di almeno il 50% + 1 degli aventi diritto di voto  elemento di discussione (negli ultimi
20 anni mai raggiunto) ed usato come possibilità di bloccare il referendum con una astensione media del 20% (non votare
equivale a votare no) + QUORUM DELIBERATIVO = maggioranze dei voti validamente espressi

La CORTE COSTITUZIONALE non ammette il referendum abrogativo quando la democrazia diretta tenta di trasformarsi in
democrazia partecipativa  interpretazione estensiva aumentando le categorie non soggette a referendum (anche le leggi
di esecuzione dei trattati internazionali)
Nel 1978 i radicali proposero innumerevoli referendum con lo scopo di aumentare il favore popolare: vengono introdotti 3
nuovi criteri di inammissibilità per cui non possono essere soggette a referendum abrogativo:

0 norme a contenuto costituzionalmente vincolato o leggi rinforzate  le modifiche degli articolo 7 e 8 devono
essere accettate da entrambe le parti, quindi non operabili tramiti referendum (patto bilaterale)
1 leggi costituzionalmente obbligatorie (es: legge sull’aborto)  sent. n° 35 del 1997
2 quando i quesiti sono disomogenei o confusi

la raffica di referendum da parte dei radicali continua, ma diminuisce l’effetto di essi grazie allo scorporo della Corte
Costituzionale come l’interpretazione estensiva (criteri applicati in modo ambiguo)

REFERENDUM MANIPOLATIVO:

esempio referendum elettorali: il Parlamento non voleva mutare il sistema elettorale e inoltre il referendum del 1990 sulla legge
elettorale del Senato venne dichiarato inammissibile perché la legge elettorale è costituzionalmente necessaria  all’abrogazione di essa
va accompagnata un’indicazione del sistema elettorale preferibile, il risultato del referendum deve essere applicabile

Da referendum abrogativo a referendum POSITIVO e manipolativo  la norma viene trasformata in modo che il
risultato dell’abrogazione sia una norma applicabile (es: da “maggioranza del 65% dei voti” a “maggioranza dei voti”)

0 la stessa Corte Costituzionale a trasformare il referendum in manipolativo  se l’abrogazione è parziale, il referendum è


inammissibile se la norma risultante non è chiara o completa  profonda modifica all’Art. 75 (insieme con i 3 criteri della sent
n°16 del 1978)

FONTI DELLE AUTONOMIE TERRITORIALI

0 REGIONI:
0 Statuti
0 Speciali (adottati con legge costituzionale)
1 Ordinari (riforma articolo 123)
0 Leggi
1 Regolamenti (approvati dalla Giunta o dal Consiglio, a discrezione della Regione)

STATUTI REGIONALI ORDINARI

Gli statuti ordinari erano inizialmente introdotti in modo non rispettoso delle autonomie  venne riformato: Art. 123 per le Regioni
a statuto ORDINARIO: modifica e centralità degli Statuti con un ampio contenuto tipico + procedura aggravata

Contenuto = forma di governo + princìpi fondamentali (divergenze politiche)  democrazia paritaria

Procedura = approvato a maggioranza assoluta con 2 deliberazioni intervallate minimo da 2 mesi (procedura aggravata)
Il Governo può impugnare la legittimazione costituzionale dello Statuto entro 30 giorni + possibilità di un referendum popolare su
richiesta di 1/50 degli elettori o 1/5 dei Consiglieri Regionali

REGOLAMENTI REGIONALI

La legge cost. 22 novembre 1999 n°1 ha eliminato la competenza esclusiva del Consiglio regionale nell’adozione di essi 
spetta allo Statuto regionale stabilire se conferire la competenza di adottare regolamenti regionali a Giunta o Consiglio (ogni
Regione decide autonomamente)

Art. 117 VI  la competenza regolamentare segue quella legislativa: lo Stato ha potestà regolamentare nelle materie di
competenza esclusivamente legislativa, la Regione invece nelle materie di competenza residuale  lo Stato può anche
conferire con legge alle Regioni l’esercizio della propria competenza regolamentare

Ultimamente le differenze tra i due modelli si sono attenuate  tutte le Regioni a statuto speciale hanno potestà legislativa
statuaria con riguardo alla forma di governo (simile a quella delle Regioni di diritto comune)
lOMoARcPSD|3838188

0 PROVINCE
0 Statuti
1 Regolamenti

1 COMUNI
0 Statuti
1 Regolamenti

FREGOLAMENTI GOVERNATIVI (o AMMINISTRATIVI) FONTE SECONDARIA


(Art. 17 legge 400 del 1988)

Deliberati dal Consiglio dei Ministri (per volere di uno o più Ministri), con il parere obbligatorio ma non vincolante del
Consiglio di Stato, in seguito vengono emanati dal Presidente della Repubblica

0 Di esecuzione = eseguono le leggi o d. lgs. o regolamenti comunitari


1 Di attuazione ed integrazione delle leggi e d. lgs aventi norme di principio

Poca differenza tra i due tipi che anticamente erano uniti  quelli di attuazione hanno un maggior potere in quanto
eseguono norme di principio

0 Indipendenti = adottati in assenza di leggi  è compatibile il principio di legalità?


1 Di organizzazione = funzionamento delle amministrazioni pubbliche (presuppongono l’esistenza di una legge preliminare)
2 Delegati = fenomeno di DELEGIFICAZIONE: alcune materie passano dal livello legislativo primario a secondario  Art.
17 II l. 400 del 1988:

La legge detta la generalità della materia, introducendo una norma che permette l’abrogazione della legge tramite il regolamento
0 non è il regolamento stesso ad abrogarla (in quanto una fonte secondaria non può abrogarne una primaria), ma è la legge
di delegificazione che prevede l’abrogazione che si attuerà dall’entrata in vigore del regolamento (il quale funge quindi da
intermediario e da termine di inizio abrogazione)
La legge di delegificazione riqualifica la materia disciplinando che sarà regolata da un regolamento quando entrerà in vigore
questo ultimo
La delegificazione differisce dalla DEREGOLAMENTAZIONE  eliminazione della disciplina di una data materia

REGOLAMENTI MINISTERIALI
(fonte subsecondaria in quanto subordinati ai regolamenti amministrativi)

Art. 17 III l. 400 del 1988  il ministro ha la capacità di adottare/emanare regolamenti ministeriali alle materie di sua competenza ed
anche all’espresso previo conferimento con legge del relativo potere  regolamento interministeriale = quando la materia è di
competenza di più ministri i quali detengono congiuntamente il potere ministeriale

Sono soggetti al parere del Consiglio di Stato e al controllo di legittimità della Corte dei Conti, e devono essere comunicati
al Presidente del Consiglio che può attribuire la decisione finale al Consiglio dei Ministri

FONTI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE (SUPERPRIMARIO)

0 Generale: consuetudini internazionali generalmente riconosciute (norme generali) prodotte dall’usus continuo e
costante degli Stati + la convinzione che suddetto usus sia obbligatorio e vincolante giuridicamente
Estese a tutti i membri della Comunità Internazionale
Art. 10 I: sono di rango ed efficacia costituzionale, adattate all’ordinamento interno in modo automatico

1 Particolare: trattati sulla base del principio di parità degli Stati (patti bilaterali)  negoziazione + firma dei rappresentanti
degli Stati (vincolano solo gli Stati coinvolti)
Sono soggetti a ratifica dal Presidente della Repubblica + ordine di esecuzione  è necessaria l’autorizzazione con
legge della ratifica per le materie dell’Art. 80 (formula ampia)
Art. 117 I = potestà legislativa di (Stato e) Regioni nel rispetto della Costituzione e degli obblighi internazionali + fonti
comunitarie Corte Costituzionale sent n° 348 e 349 del 2007 = sono norme di PARAMETRO INTERPOSTO la
cui violazione viola l’art. 117
DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA (FONTE SUPERPRIMARIA)

Trattati istitutivi di adesione dell’Italia all’U.E.  organi, ai quali i Trattati stessi affidano la competenza ad approvare atti rivolti
agli Stati membri.

l’Italia ha ceduto una parte di sovranità affermando che le fonti comunitarie abbiano efficacia diretta  Norma fondante: Art. 11:
necessità di una limitazione della sovranità in favore della Pace e della Giustizia fra le Nazioni

Art. 117 I (riforma del 2001)  non è consentita deroga ai princìpi fondamentali costituzionali: CONTROLIMITI = possibile
sindacato alla Corte Costituzionale su legge di esecuzione del trattato

Fonti di diritto comunitarie dell’UE:

0 Primarie (trattati istitutivi)


1 Derivate (adottate dagli organi UE)
0 non vincolanti
1 VINCOLANTI:
0 Regolamenti generali ed obbligatori applicabili direttamente ( * )
1 Direttive che vincolano lo Stato il quale però è libero di adottare i mezzi che preferisce per raggiungere il risultato
obbligatorio imposto da esse, MA  se sono precise chiare e dettagliate hanno effetto diretto: direttive dettagliate
(come i regolamenti)
2 Decisioni con destinatari specifici (obbligatorie e dirette)

( * ) in caso di CONTRASTO TRA NORME INTERNE E REGOLAMENTO COMUNITARIO?

Secondo la Corte Costituzionale (sent n° 170 del 1984), sono due organi separati (da visione monista a dualista) per cui vale il
criterio di competenza  l’UE prevale ma solo nelle materie esplicite ed oggetto dei suoi trattati

0 Se una legge interna è incompatibile con una direttiva UE direttamente applicabile, la legge interna viene disapplicata dal
giudice ordinario
1 Se una legge interna è incompatibile con una direttiva UE senza effetto diretto, viene sollevata la questione di legittimità
costituzionale

CONSUETUDINE (SUBSECONDARIA)

Elemento oggettivo (usus) + elemento soggettivo (opinio iuris seu necessitatis) = costante e uniforma ripetizione di un
comportamento + convinzione che sia giuridicamente dovuto (non conta la considerazione, ma la giuridicità ritenuta dal
corpo sociale)

Nel civil law la consuetudine occupa il rango inferiore del sistema delle fonti, mentre nel common law ha ancora una certa
importanza (vincolo del precedente), anche se affiancata da una produzione legislativa

Art, 8 C.C. Preleggi:

0 Consuetudo secundum legem: gli usi hanno efficacia solo se espressamente richiamati dalla legge
1 Consuetudo praeter legem: disciplina un ambito non ancora disciplinato dalla legge
2 Consuetudo contra legem: in direzione opposta al precetto legislativo.

Art. 9 C.C. Preleggi: esistono RACCOLTE UFFICIALI di usi realizzate da enti pubblici (es le Camere di Commercio) = fonti di cognizione

PARLAMENTO
Organo legislativo centrale

Anni ’20: svuotamento del Parlamento ed introduzione del partito unico con il Parlamento al servizio del Governo (epoca fascista)
0 in seguito: ripristino della centralità del Parlamento tramite i lavori dell’Assemblea Costituente

Parlamenti moderni:

0 Monocamerali = una sola Camera (Svezia, Portogallo)


1 Bicamerali = due camere
0 Perfetto = le due Camere hanno funzioni analoghe
1 Imperfetto = Camere funzionalmente differenziate
1 Tricamerali = ormai inesistenti (in Sudafrica, prima della fine dell’apartheid)

Il bicameralismo IMPERFETTO ha esigenze diverse di rappresentanza nella Seconda Camera


OMoARcPSD|3838188

0 Ceti sociali (UK = Camera dei Lords)


1 Enti territoriali (Germania, USA) Stato membro pari allo Stato centrale
2 Interessi di categorie sociali/produttive (Irlanda, Slovenia)

I Costituenti erano inizialmente divisi:


i sostenitori del monocameralismo (comunisti) non volevano scindere la sovranità popolare;
mentre i sostenitori del bicameralismo vedevano nella seconda Camera la possibilità di raffreddamento funzionale e maggior
ponderazione + elezione del Senato a base regionale  diverse alternative per differenziare le Camere: entrambe la Camere hanno
natura di assemblee politiche espressive dell’intero corpo elettorale (Art. 70)

Bicameralismo perfetto  spesso criticato: lunghi tempi dei processi decisionali e idea di trasformare il Senato in
assemblea rappresentativa delle Regioni

Le due camere hanno le stesse funzioni collettivamente svolte (Art. 55 e 70) + il Governo deve ricevere la fiducia di entrambe (art.
94) (ogni Camera singolarmente dà la fiducia)

DIFFERENZE DELLE DUE CAMERE: Art. 55

0 Composizione = C. dei D. ha 630 membri (12 circoscrizione estero); Senato 315 membri (6 circoscrizione estero) +5 senatori a
vita  la prassi era inizialmente ambigua e venne rotta: da 5 senatori a vita, a 5 senatori a vita per legislatura
in seguito la prassi corrente è più rispettosa dell’originale, per non creare un “Partito del P.d.R.” (nel 2006 con la
primaapplicazione del porcellum divenne determinante il ruolo dei senatori a vita nelle votazioni politiche) (Art. 59)
0 Senato eletto a base regionale  porcellum: distinzione tra maggioranze di Camera e Senato
1 Disciplina di elettorato attivo/passivo: C = el. att. 18 anni; el. Pass 25 anni; S = el. att. 25 anni; el. pass. 40 anni

DIFETTI

Il bicameralismo perfetto causa lentezza ed inconcludenza nei procedimenti legislativi (cambiare il ruolo del Senato?)
Eccessivo numero dei Parlamentari = bassa governabilità
Si presta molto all’OSTRUZIONISMO (= strumenti leciti per rallentare la maggioranza)  pratica democratica, strategie per
bloccare un disegno di legge (“navetta” = progetti di legge che vagano dalle Camere per mesi, mutandone anche solo
una parola per non farli approvare)
Sono vani tentativi di semplificazione normativa: le fonti si moltiplicano peggiorando la qualità della democrazia anche a
causa del potere legislativo conferito alle Regioni con la riforma del 2001

ELEZIONE DELLE CAMERE

Capacità elettorale attiva = elettori (per la Camera minimo 18 anni; per il Senato minimo 25 anni)
Capacità elettorale passiva = coloro che possono essere eletti = sussistenza di capacità elettorale attiva + minimo 25 anni per la
Camera; minimo 40 anni per il Senato + mancanza di cause di ineleggibilità e incompatibilità

Cause di ineleggibilità tutelano il corretto svolgimento delle consultazioni elettorali

Sono esclusi tutti coloro che sono in grado di alterare la par condicio attraverso la captatio benevolentiae o il metus
publicae potestatis (timore del pubblico potere) verso gli elettori (Sindaci di grandi Comuni, i prefetti, capi di polizia,
i magistrati..)
Titolari di cariche analoghe in Stati Esteri, per evitare le ovvie interferenza
Coloro legati allo Stato da rapporti economici per evitare conflitti di interesse

L’ineleggibilità dei consiglieri regionali è stata abrogata perché dichiarata incostituzionale in quanto i suoi poteri non alterano la
par condicio

Le cause di ineleggibilità sono superate se l’esercizio è terminato prima delle elezioni, e se la candidatura avviene in
una circoscrizione differente da quella in cui si siano esercitate le funzioni

Cause di incompatibilità lasciano libertà di scelta all’eletto tra varie cariche (impedisce l’accumulo di cariche)  possesso
di incarichi pubblici presso autorità amministrative indipendente, organi di garanzia o organi giurisdizionali

Principio di parallelismo tra cause di ineleggibilità e di incompatibilità  se la causa di ineleggibilità sopravviene


rispetto all’elezione, diventa causa di incompatibilità

DURATA
lOMoARcPSD|3838188

LEGISLATURA = periodo in carica delle Camere (5 anni; o inferiore in caso di scioglimento anticipato)  anticamente la C. dei D
durava 5 anni e il Senato 6  coesistenza di assemblee con diversa maggioranza  scioglimento anticipato del Senato e entrambe
le Camere di durata quinquennale con la legge costituzionale n°2 del 1963
Art. 88: possibilità di scioglimento anticipato su decisione del P. della R.

PROROGA (Art. 60 I) = prolungamento della durata nel caso sia disposta con legge (condizione formale) e vi sia uno stato di guerra
(condizione sostanziale, Art.78)

Principio di continuità = PROROGATIO = periodo tra la fine di una legislatura e l’inizio di un’altra, durante la quale rimane in
carica la legislatura precedente (poteri prorogati medio tempore, Art.61,II)
In questo periodo, le Camere non eleggono il Presidente ma devono comunque riunirsi entro 5 giorni se convocate nel caso
di decreti-legge + atti di ordinaria amministrazione ma solo in caso di necessità Principio di discontinuità = tutti i lavori
inconclusi dal Parlamento vengono persi

Elezioni delle nuove Camere entro 70 gg dal termine + prima riunione entro 20 gg dall’elezione  termini precisi ed inderogabili

PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE

Alla presenza di tutti i parlamentari, nel caso di specifiche e tassative funzioni previste dalla Costituzione  è un collegio
imperfetto: senza ODG
Il presidente del P. in s.c. è il P. della Camere (P. del Senato sostituisce in caso di impedimento)

Elezione del P.d.R (Art. 83 I) ( la composizione è integrata da rappresentanti delle Regioni)


Elezione di 5 giudici costituzionali (Art. 135 I)  non sempre adempiuto
Elezione di 1/3 dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura CSM (Art. 104 IV)
Messa in stato d’accusa del P.d.R, (a maggioranza assoluta) (Art. 90 II)
Votazione dell’elenco dei cittadini tra cui sorteggiare i membri aggregati della Corte Costituzionale nel giudizio d’accusa
contro il PdR (Art. 135, VII)

AUTONOMIA ED INDIPENDENZA DELLE CAMERE

I regolamenti parlamentari sono fonte primaria  criterio di competenza (insindacabilità dei regolamenti):

Autonomia regolamentare
Art. 64 (regolamenti adottati a maggioranza assoluta)  diritto di disciplinare la propria organizzazione interna, il
funzionamento e il procedimento legislativo (art. 72)
Regolamenti parlamentari = fonti di diritto di rango primario (criterio di competenza), MA  la Corte Costituzionale ha
decretato che non hanno forza di legge (atti normativi in cui non è ammissibile il principio di non costituzionalità)  le
Camere sono indipendenti da qualsiasi altro potere (sentenza n°9 del 1959)  il controllo sul rispetto dei regolamenti
parlamentari non spetta alla Corte, ma al Parlamento
Sent. n° 154 del 1985 : impossibilità dei regolamenti di essere oggetto di legittimità costituzionale (sottostanno solo alla
Costituzione)

Regolamenti spesso revisionati  1971 = i partiti antisistema (Partito Comunista) non possono assumere cariche governative  il
Parlamento determina l’indirizzo politico e l’organizzazione dei lavori delle Camere, per opera dei grandi partiti (di maggioranza e
opposizione) = fdg parlamentare compromissoria

Verifica dei poteri  ciascuna Camera certifica i propri componenti (cause di ineleggibilità ed incompatibilità)
0 giudizio di convalida = accertamento capacità elettorale passiva + regolarità elezioni
1 giudizio sulle cause di decadenza = accertare che non vi siano cause che precludano l’elezione di un candidato
(ineleggibilità/incompatibilità)
Il procedimento di verifica si attua in due momenti:
1) controllo di delibazione (fase necessaria) tramite la Giunte delle elezioni che ne certifica la correttezza  se non sono
corrette
controllo di contestazione (fase eventuale) , la Giunta propone la contestazione dell’elezione  dibattimento
pubblico delle parti  eventuale efficacia elettiva o annullamento (ex nunc)

La giurisprudenza non può intervenire in caso di contestazione delle elezioni, e d’altra parte le Camere attuano la verifica dei poteri
solamente riguardo la fase successiva alle votazioni  controversia interpretativa riguardo la giurisdizione delle controversie sul
procedimento elettorale preparatorio
MoARcPSD|3838188

Autodichia = le Camere hanno giurisdizione sulle controversie giuridiche/economiche del personale dipendente
(violazione Art.6 della Convenzione della Corte Europea dei diritti dell’uomo)  opportuna modifica che
protegga l’imparzialità dell’organo giudicante

Immunità della sede = le Camere possono decidere chi immettere nelle sedi parlamentari (forza pubblica militare)

Autonomia contabile = gestione delle risorse interne riservate agli organi interni delle Camere

1 - PRESIDENTI DELLE ASSEMBLEE

Funzione di neutralità rispetto ai partiti  fino al 1994 era prassi comune scegliere il Presidente di una delle due Camere tra gli
esponenti dell’opposizione
Dal 1994 sono entrambi eletti dalla maggioranza  indebolimento delle funzioni
Anomalia dell’anno corrente: Presidenti eletti prima del PdR

ELEZIONE:

Camera = maggioranza dei 2/3 nei primi tre scrutini ed eventuale maggioranza assoluta dal quarto, se non si raggiunge 
eventuale ballottaggio (Presidente del Parlamento in seduta comune)
Senato = maggioranza assoluta nei primi due scrutini ed eventuale maggioranza semplice dal terzo  eventuale
ballottaggio (sostituisce il PdR in caso di impedimento temporaneo)

FUNZIONI:

Costituzionali:

Il P. della Camera presiede il Parlamento in seduta comune (Art. 63 Cost.)

Il P. del Senato sostituisce il P. della Camera in Parlamento a s.c. in caso di impedimento (Art. 86 Cost)

Devono essere entrambi sentiti dal PdR prima di sciogliere le Camere (Art. 88 Cost.)

Definite dai regolamenti parlamentari (art. 8 r.c. e art. 8 r.s.)

Rappresentano la proprio Camera, assicurano lo svolgimento dei lavori, fanno osservare il regolamento, dirigono le discussioni,
mantengono l’ordine,…

2 - UFFICIO DI PRESIDENZA

Nell’esercizio delle funzioni di gestione e amministrazione dell’Assemblea il Presidente è coadiuvato da un UFFICIO DI


PRESIDENZA (Camera) o dal CONSIGLIO DI PRESIDENZA (Senato)
quattro Vice-Presidenti + tre Questori + numero variabile di segretari (solitamente otto)

3 - GRUPPI PARLAMENTARI
I Partiti in Parlamento

Organismo che raggruppa i parlamentari  entro 2 gg i Parlamentari eletti devono dichiarare a quale gruppo parlamentare
intendono unirsi ed attenersi
I partiti non entrano direttamente in Parlamento  i gruppi parlamentari sono la loro proiezione nelle Camere (rappresentanti dei
partiti) e ciascuno ha un proprio rappresentante/portavoce

Camera: minimo 20 deputati; Senato: minimo 10 senatori per formare un gruppo parlamentare  possibile ECCEZIONE in caso di numero
inferiore solo se autorizzati dall’Ufficio/Consiglio di Presidenza, e che siano collegati a un partito politico affinché abbiano un
riconoscimento anche all’estero  altrimenti entrano nel GRUPPO MISTO (senza soglia minima di parlamentari), che raccoglie i
parlamentari che non vogliono/ non possono iscriversi ad un gruppo
Se un parlamentare abbandona un partito = abbandona il gruppo parlamentare

La Costituzione da per scontato l’esistenza dei gruppi parlamentari, senza darne una disciplina esplicita (Art. 72 e 82)  in
quanto sono fondamentali per la formazione delle Commissioni OMoARcPSD|3838188

4 - COMMISSIONI PARLAMENTARI

Organi delle Camere aventi differenti funzioni  rispecchiano la proporzione dei gruppi parlamentari Sono
prescritte dal regolamenti parlamentari (per ogni caso), e dalla Costituzione solo per

Commissioni d’Inchiesta (TEMPORANEA) (Art. 82)


istituibile da ciascuna Camera (monocamerali) o anche con legge e accordo di entrambe le Camere (bicamerali)
 materie di pubblico interesse
OBIETTIVI = acquisire informazioni + suggerire interventi alle Camere + evidenziare responsabilità (anche politiche)
Terminano con una relazione trasmessa alla Camera
POTERI e LIMITI = quelli dell’autorità giudiziaria  possibili interferenza; ma la Commissione può opporre il
“segreto funzionale” (sent. 231 del 1975)

Commissioni in sede legislativa (PERMANENTE MONOCAMERALE) che hanno il compito di approvare direttamente un disegno
di legge in sede deliberante, per assicurare una discussione che coinvolga tutti i gruppi parlamentari  garanzia
Ricevono il disegno di legge e lo esaminano con le 3 letture, poi redigono un testo base e nominano un relatore che
spiegherà in Assemblea (solitamente della maggioranza) + possibilità di un relatore di minoranza (su richiesta dei
sconfitti in Commissione)

Possono essere:

PERMANENTI (14 alla Camera, e 13 + 1 al Senato)


Previste per numero e competenza dai regolamenti parlamentari all’inizio della legislatura  vincolo di proporzione
dei gruppi costituzionalmente imposto solo nei 2 casi precedenti  in sede legislativa riferiscono alle Camere sui
disegni di legge (sede referente); o approvano i disegni di legge (sede legislativa); o ancora operano in sede redigente
Rimangono in carica per tutta la legislatura (art. 22 r.c.)
TEMPORANEE
Istituite con delibera delle Camere, e con durata limitata

MONOCAMERALI
rappresentative di una sola Camere (solo senatori o solo deputati)  solitamente le Commissioni permanenti con 2
commissioni distinte in Camera e Senato
BICAMERALI
esponenti di entrambe le Camere  es: Commissione di vigilanza sulla RAI, affinché non vi siano differenti opinioni ed
indirizzi tra le due Camere

5 – GIUNTE PARLAMENTARI

Nominate dal Presidente dell’Assemblea, rispettano la proporzione dei gruppi parlamentari  funzione di garanzia del principi
di autonomia ed indipendenza delle Camere (non hanno un ruolo di indirizzo politico) La loro disciplina è presente nei
regolamenti parlamentari

CAMERA (3)  Giunta per le autorizzazioni (espone pareri in


merito ai casi ex art. 68)
 Giunta per le elezioni (verifica le cause di
ineleggibilità ed incompatibilità) SENATO (2)
 Giunta per le elezioni e l’immunità parlamentare [+
autorizzazioni] = art. 68
Giunta per il regolamento (interpretazione norme del regolamento + proposte di modifica

FUNZIONAMENTO DELLE CAMERE

Le Camere possono deliberare solo in caso di quorum costitutivo (strutturale) = se è presente la maggioranza dei componenti (Art.
64 III)  la verifica dell’esistenza del numero legale può essere chiesta sia da un gruppo di parlamentari che dal Presidente
dell’Assemblea

Per rendere valide le delibere è necessario il quorum deliberativo (funzionali) = maggioranza dei presenti

Tipi di MAGGIORANZE:

maggioranza assoluta: più del 50% + 1 dei voti emessi


maggioranza relativa: maggior numero di voti, ma non necessariamente più del totale degli altri voti espressi.
maggioranza semplice: la maggioranza supera la metà del numero di votanti o parlamentari (compresi gli astenuti)
maggioranza qualificata: maggioranza assoluta che deve adempiere condizioni più severe (es: minimo dei 2/3)
S e C disciplinano differentemente gli astenuti  alla Camera dei Deputati: sono considerati presenti per il quorum deliberativo;
mentre al S è necessario l’allontanamento dall’aula per evitare che l’astensione diventi voto contrari

lOMoARcPSD|3838188

Modalità di VOTAZIONE :

Tipi di voto = Palese (appello nominale) o segreto  l’appello palese è la prassi tranne per alcune eccezioni, dal 1988
Le Camere di riuniscono in sedute pubbliche (trasparenza), anche se a garanzia della propria autonomia possono decidere di
riunirsi in segreto

PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI:

Disciplina puntuale dal 1971  l’organo competente è la Conferenza dei Capigruppo + Vice Presidenti delle Camere +
Presidenti delle Commissioni  programma (fissa gli argomenti) + calendario dei lavori (date delle sedute relative) + ordine del
giorno (cadenza giornaliera)

Se i Presidenti dei gruppi rappresentanti i ¾ della Camera non trovano un accordo  il Presidente dell’Assemblea
predispone programma e calendari
Al Senato invece, il Presidente elabora uno schema dei lavori per una settimana

FUNZIONI DEL PARLAMENTO (di ciascuna Camera)

Legislativa
la legge solitamente è frutto di scelte di indirizzo politico + funzione di controllo (autorizzazione ratifica trattati
internazionali + rendiconto consuntivo)
Procedura di bilancio = rendiconto consuntivo dei bilanci ( strumento di amministrazione finanziaria riguardante l’anno
precedente: se non viene approvato vi è una bocciatura sul ruolo di gestione dell’amministrazione da parte del
Governo = parere negativo verso il Governo)
Legge di bilancio = atto con il quale il Parlamento autorizza il Governo a spendere nell’anno successivo quanto previsto nel
bilancio  equilibrio tra entrate e spese  legge finanziaria che aggira l’impossibilità di stabilire nuovi tributi e nuove
spese  principio del pareggio del bilancio (equilibrio tra entrate e spese)

Di indirizzo politico (nei confronti del Governo)


scelte ed opportunità (approvazione di leggi e mozioni) relative alla gestione dello Stato per l’interesse pubblico,
collegate al perseguimento di una linea politica dipendente dal voto degli elettori (volontà maggioritaria) 
collaborazione tra Governo e Parlamento (Art. 49)

ATTI DI INDIRIZZO POLITICO (ciascuna Camera dà indicazioni al Governo, vincolandolo)


Mozione = vincola il Governo sul comportamento da tenere (necessita di un numero minimo di parlamentari)  apre un dibattito in cui
viene presentata la mozione e si ha una discussione + un voto finale con il Governo (se non viene approvata, non lo
vincola)
mozione di fiducia= il Governo si presenta entro 10 gg alle Camere per ricevere la fiducia dopo il discorso del Presidente
delConsiglio (mozione motivata votata con appello nominale) termina con il rinnovo delle Camere / mozione di sfiducia / dimissioni del
Governo
mozione di sfiducia= atto speculare del precedente, la Camera revoca la fiducia al Governo causandone le dimissioni
(minimo di1/10 dei parlamentari + discussione dopo un minimo di 3 gg)
questione di fiducia= deliberata dal Governo il qual pone la questione di fiducia su una determinata deliberazione delle
Cameree, in caso di dissenso, revoca il rapporto di fiducia
Risoluzione = può essere presentata da ciascun parlamentare, e serve a chiudere un dibattito
Ordine del giorno = leggi/mozioni/risoluzioni che vincolano il Governo a favore di qualcosa, dopo l’approvazione di una legge ( ≠
ODG di programmazione lavori)

Funzione di controllo (nei confronti del Governo)


Il Parlamento controlla l’operato del Governo  presupposto per l’emersione di responsabilità politiche del Governo

ATTI DI CONTROLLO (presentati da ciascun parlamentare)


Interrogazione = richiesta di informazioni al Governo su uno specifico ambito o fatto (il Governo deve indagare per poter
rispondere)
question time= interrogazioni a risposta immediata (obbligatorie alcune seduta su argomenti generali o di urgenza)
Interpellanza = domanda di dare spiegazioni sul comportamento del Governo rispetto ad un fatto (il Governo sa già la risposta,
deve solo comunicarla: nessuna indagine ulteriore)
Un’ interpellanza può diventare atto di indirizzo politico:
Chi presenta l’interpellanza può essere insoddisfatto  il parlamentare la trasforma in risoluzione per aprire un dibattito ed avere
un voto in merito
Entrambe possono essere scritte o orali, ma la forma è vincolante (es: se è scritta, la risposta sarà scritta

FUNZIONI ULTERIORI: Le Commissioni permanenti possono acquisire informazioni mediante AUDIZIONI (libere) o INDAGINI
CONOSCITIVE (previa intesa con il P. dell’Assemblea + ciascuna Camera approva le leggi di amnistia ed indulto (Art. 79)

STATUS DEL PARLAMENTARE

Prerogative e facoltà concesse dalla Costituzione e dai regolamenti parlamentari  garanzie connesse alla funzione
parlamentare, non del singolo individuo, per assicurare l’autonomia del Parlamento

Divieto di mandato imperativo (Art. 67) = LIBERO MANDATO PARLAMENTARE

Il Parlamento rappresenta la Nazione nella collettività, senza vincolo di mandato  non si può obbligare il parlamentare sul
comportamento da tenere: se firma un vincolo politico, non ha valore sul piano giuridico  assoluta INDIPENDENZA da
eventuali impegni assunti

Sent. n°14 del 1964: può anche decidere di abbandonare il partito in cui è stato eletto  non è vincolato nemmeno
al partito/gruppo di appartenenza, ma può esservi espulso (senza ulteriori conseguenze giuridiche)

Fenomeno del TRANSFUGHISMO = comportamento di parlamentari che mutano nel corso della legislatura il gruppo
parlamentare di appartenenza, a volte con effetti diretti sulla permanenza del rapporto di fiducia tra camere e Governo

Verifica dei poteri (Art. 66) attuata dalla Giunta per le elezioni = alla convalida dell’elezione di acquista lo status del
parlamentare (elezione convalidata dalla Camera di appartenenza)

Verifica della regolarità delle elezioni + verifica dell’assenza di cause di ineleggibilità + assenza di cause di incompatibilità

CAUSE DI INELEGGIBILITA’
tutelano la libertà di voto, per impedire l’alterazione della par condicio  se la causa è ancora vigente, l’elezione
viene annullata come previsto dalla legge
Le cause di ineleggibilità possono essere rimosse solo terminando la carica
CAUSE DI INCOMPATIBILITA’
Garantiscono il miglior svolgimento della funzione parlamentare, senza conflitto d’interessi né altre cariche che
allontanino il parlamentare dalla sua funzione (previste dalla legge e dalla Costituzione)  può scegliere una delle
cariche in conflitto, entro un termine

Le cause di ineleggibilità sopravvenute diventano nuove cause di incompatibilità

CAUSE DI INCANDIDABILITA’
Non possono essere rimosse; la persona non può partecipare elle elezioni
Sono accertate dall’Ufficio circoscrizionale per la Camera, e dall’Ufficio elettorale regionale per il Senato

Queste cause vengono interpretate in senso stretto, solo nelle ipotesi previste dalla legge, senza interpretazione estensiva
o analogica (Art. 51)

Lo status di parlamentare di perde con l’esistenza di cause di ineleggibilità, la decadenza del parlamentare per
incompatibilità o incandidabilità sopravvenuta, o per dimissioni volontarie (possono essere accolte o respinte dalla Camera)

LE IMMUNITA’ PARLAMENTARI: garanzie a salvaguardia del libero esercizio delle funzioni parlamentari contro ogni forma
di interferenza da parte del potere giudiziario e degli altri poteri dello Stato

Insindacabilità (Art. 68) = tutela le opinioni ed i voti espressi dal parlamentare, per garantire la libertà di partecipare al
dibattito parlamentare  la camera di appartenenza decide sulla sussistenza o meno dell’insindacabilità (operabile in
qualsiasi sede: civile, penale, amministrativa ed anche dopo il mandato)  deve esistere un NESSO FUNZIONALE tra
condotta ed adempimento del mandato parlamentare

Sono certamente insindacabili le opinioni espresse nel corso delle funzioni della Camera (interventi, dibattiti, interpellanze,..), ma
al di fuori di questo ambito  l’insindacabilità non copre tutte le funzioni espresse nell’ambito politico (ad esempio durante un
comizio) altrimenti diverrebbe un privilegio personale contro l’Art. 3

Deve esserci un collegamento tra la dichiarazione e un precedente atto inerente la funzione parlamentare: non basta
una comunanza di argomento, ma una SOSTANZIALE CORRISPONDENZA tra i contenuti
Non necessariamente tutto quello detto in Parlamento è insindacabile solo perché attinente la funzione parlamentare

lOMoARcPSD|3838188
Legge n°140 del 2003: il legislatore ha cercato di dare una definizione ampia ma specifica di funzione parlamentare, ma per la
Corte Costituzionale va intesa insindacabile solo se sussiste un nesso funzionale, secondo la sentenza 120 del 2004
Art. 3 della legge 140 del 2003: PREGIUDIZIALE PARLAMENTARE = se il giudice ritiene l’opinione parlamentare come
insindacabile, arresta il procedimento
se la ritiene non coperta sospende il giudizio e rinvia alla camera di appartenenza  delibera il Parlamento: se la ritiene coperta,
il giudice arresta il procedimento oppure solleva un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale (decide la Corte se
far deliberare la camera o lasciar decidere il giudice)

Inviolabilità (Art. 68, II e III) = spesso diventa un privilegio, abusandone (guarentigia)

Le camere trasformavano alcuni episodi in giudicabili del I comma, creando immunità  venne chiesta l’autorizzazione alle
camere anche per sentenza irrevocabile di condanna

L’art. 68 venne modificato per impedirne abusi (garanzia limitata al tempo del mandato)
Il parlamentare non può essere sottoposto a misure restrittive della libertà personale o domiciliare, ne’ a limitazioni della libertà di
corrispondenza e comunicazione senza la previa autorizzazione della camera di appartenenza.

Non occorrono autorizzazioni alla limitazione della libertà personale del parlamentare per dare esecuzione a una sentenza
irrevocabile di condanna, o se il parlamentare è colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto
obbligatorio in flagranza, mentre è necessaria autorizzazione per perquisizione, arresto o limitazioni di libertà (dal 1993)

L’AUTORIZZAZIONE è una garanzia di natura processuale che non riguarda l’antigiuridicità della condotta parlamentare, non
essendo una valutazione di merito ma una garanzia della funzione  può essere negata se sussiste un fondato motivo per
favorire un’azione persecutoria (fumus persecutionis)

Sent, n° 390 del 2007: autorizzazione all’arresto anche per garantire l’integrità numerica delle camere

INTERCETTAZIONI TELEFONICHE (Art. 68 III)

Comma aggiunto con la legge costituzionale del 1993  “autorizzazione per l’intercettazione”: solo nel caso di
intercettazioni telefoniche dirette al parlamentare
Legge 140 del 2003, Art. 4 e 6  anche intercettazioni indirette, nel caso in cui le utenze non siano dirette al parlamentare ma si
stiano monitorando utenze di altri soggetti ≠ intercettazioni casuali  parlamentare intercettato fortuitamente ascoltando
comunicazioni tra terzi (per esse non serve autorizzazione)

Il legislatore ha previsto che se queste intercettazioni risultano rilevanti per accertare la responsabilità dei non parlamentari, il giudice
deve comunque chiedere l’autorizzazione (all’utilizzo dell’intercettazione) alla camera di appartenenza del parlamentare
casualmente intercettato
La Corte costituzionale con la sentenza 390 del 2007 ha dichiarato l’art. 6 della legge 140 illegittimo, perché essa viola sia l’art.
68 che gli artt. 3 e 24 Cost., affermando che tale disposizione prevede una garanzia ulteriore rispetto a quella discendente dalla
Costituzione, che finisce per travolgere ogni interesse contrario, impedendo di utilizzare elementi utili (se non addirittura decisivi)
nell’accertamento delle responsabilità di terzi (ovviamente sia nel senso della colpevolezza sia nel senso della loro innocenza):
sarebbe un eccessivo blocco giurisdizionale

INDENNITA’ PARLAMENTARE (Art. 69) = per consentire a tutti l’accesso alla carica elettiva senza condizionamenti esterni, e
di svolgere liberamente la propria funzione

IL GOVERNO Art. 92 – 96

La Costituzione detta poche regole sul procedimento di formazione del Governo (disciplina scarna dei soli tratti essenziali, il resto è
rimesso alla prassi, alle convenzioni e alle consuetudini)  Art. 92 II e 94 I

Il PdR nomina il PdCM e su proposta di questi i Minisitri, i quali tutti necessitano della fiducia delle Camere  ciò non esclude che il
sistema politico ed elettorale possano favorire un’elezione semidiretta (come quella britannica)
Quando le elezioni consegnano un leader che ha vinto, al PdR resta solo da tradurre la scelta, incaricando e nominando quel
leader e la sua lista dei Ministri proposta

Ma in caso di assenza di un chiaro esito elettorale, il Presidente della Repubblica svolge le CONSULTAZIONI sentendo ogni
personalità che ritiene necessario interpellare (presidenti delle camere, segretari di partito, ex PdR,..)

La fase delle consultazioni può essere più o meno lunga o complessa


1993 = Consultazioni molto LUNGHE  alleanze tra partiti ricercate dopo le elezioni e il Capo dello Stato svolgeva un’attività per
trovare la figura adatta a ottenere la fiducia delle Camere
DOPO 1993 = Consultazioni più BREVI  coalizioni formate prima delle elezioni e l’individuazione del PdR è immediata
MoARcPSD|3838188

possibilità di spezzare il legame tra sistema elettorale e voto dei cittadini (PDC non eletto direttamente dagli elettori)
in seguito al venir meno del bipolarismo (porcellum) le consultazioni tornano lunghe e complesse

Alla fine delle consultazioni, PdR conferisce l’INCARICO  l’incaricato verifica la maggioranza e preparare la lista dei Ministri da
presentare al PdR
Fino al 1958 l’incarico era scritto  cambia la prassi dal 1958 da scritto a orale
In caso in cui il PdR ha incertezze sulla scelta, e ritiene necessaria l’acquisizione di ulteriori informazioni, prima di conferire:

Preincarico = incarico attenuato a una persona che sarebbe potuta diventare PdConsiglio che doveva verificare
effettivamente l’esistenza della maggioranza (incaricato in maniera non ancora definitiva)
Mandato esplorativo = a una persona che non sarebbe diventata PdConsiglio  persona super partes (presidente
Camera o Senato) avente attività istruttoria

INCARICO orale (fino al 1958 era scritto) accettato con riserva  La riserva è sciolta positivamente se l’incaricato riesce ad
aggregare consenso attorno ad un programma e a dei nomi di Ministri da proporre al PdR, formandosi la ragionevole aspettativa di
riuscire a ricevere la fiducia del Parlamento

Per alcuni, si tratta di una riserva di accettazione, quindi di condizione sospensiva


Per altri, si tratta di una riserva di rifiuto, quindi di condizione risolutiva

Una volta sciolta positivamente la riserva, il PdR procede a nominare con decreto il Presidente del Consiglio e i Ministri da
questo proposti  l’incaricato ragiona sulla possibilità della maggioranza e sul programma e lista dei Ministri
Il Governo uscente e quello entrante si devono avvicendare senza soluzione di continuità

Art. 93  Presidente del Consiglio e i Ministri giurano al PdR (controfirma del PdCM entrante)  il Governo si presenta alle Camere entro
10 giorni (prima a una Camera poi all’altra, a turno) per ricevere la fiducia data su mozione = atto legislativo della Camera 
mozione motivata e votata per appello nominale (nella maggior parte dei casi la mozione non serve a legare Parlamento e
Governo in quanto poco dettagliate) in modo che sia chiara la maggioranza che sostiene il Governo

Il Governo che giura ma non ha ancora ricevuto la fiducia = non può assumere provvedimenti attuativi del programma
politico, ma solo di straordinaria amministrazione
Se un Governo non ottiene la fiducia = nuove consultazioni o nuove elezioni (anni ’80)

Figura del PdR dipendente dal sistema elettorale vigente  forma di governo PARLAMENTARE = fiducia del Parlamento necessaria
al Governo (Art. 94) motivazione della fiducia e votata per appello nominale

Fiducia iniziale = il procedimento di formazione del Governo si conclude positivamente solo se questo ottiene la fiducia di
entrambe le Camere
Revoca della fiducia da parte delle Camere = crisi di governo che richiedono l’intervento del Capo dello Stato in caso in cui
le Camere sfiducino il Governo in carica  si ha una crisi di governo che richiede l’intervento del PdR

Il fatto che spetti al PdR di condurre il procedimento volto alla risoluzione della crisi di governo non implica che egli sia
giuridicamente libero  è un’attività discrezionale = libera nel mezzo ma vincolata nel fine da raggiungere

Si sono verificati casi di conferimento di incarichi condizionati con i quali il PdR spinge al massimo il livello della propria influeza
sulla formazione del Governo soecificando la maggioranza che l’incaricato deve ottenere

GOVERNO MONTI

8 Nov. 2011 = Berlusconi si dimetterà una volta approvata la legge di stabilità


9 Nov. 2011 = Napolitano nomina Mario Monti senatore a vita
12 Nov. 2011 = Berlusconi si dimette
13 Nov. 2011 = PdR conferisce l’incarico di formare il Governo a Monti che accetta con riserva
16 Nov. 2011 = Monti scioglie positivamente la riserva e vi è il giuramento del Governo
17 Nov. 2011 = Monti ottiene la fiducia al Senato
18 Nov. 2011 = Monti ottiene la fiducia alla Camera  fiducia di tutti i partiti eccetto la Lega Nord

Governo tecnico e governo del Presidente  nessun esponente di partiti politici


Napolitano il 17 Dic. 2012 cita la dottrina Paladin che teorizza la figura di Governi tecnici o del Presidente

GOVERNO LETTA
lOMoARcPSD|3838188

24 e 25 Feb. 2013 = emerge un terzo polo dalle elezioni  al Senato non vi è alcuna maggioranza assoluta dei seggi (distribuzione
regionale)
19 Mar = consultazioni avviate dal PdR  PdR in scadenza di mandato e quindi privo dell’arma di scioglimento anticipato
delle Camere
22 Mar = Bersani ha l’incarico di verificare l’esistenza di un sostegno parlamentare certo per la formazione del Governo
28 Mar = l’on. Bersani comunica al PdR l’esito «non risolutivo» delle consultazioni svolte per cercare una maggioranza.
30 Mar = PdR nomina 2 gruppi di lavoro per proposte in materia istituzionale ed economica e stabilendo contatti con i Presidenti
dei gruppi parlamentari  Relazioni rese il 12 Aprile
20 Apr = rielezione di Napolitano come PdR al sesto scrutinio  discorso ai partiti sull’incapacità del Parlamento
23 Apr = riaperte le consultazioni
24 Apr = Letta ha l’incarico di formare il Governo
27 Apr = Letta scioglie positivamente la riserva accettando l’incarico

Il governo di larghe intese era un risultato imprevedibile rispetto al voto degli elettori  situazione anomala in cui il PdR ha deciso
per la stabilità
Sent. 1 del 2014 (Corte Costituzionale)

CRISI DI GOVERNO

Art. 94: Mozione di sfiducia che revoca la fiducia del Parlamento nei confronti del Governo  in pochissimi casi (1998
Governo Prodi, e tentativi con Berlusconi e Letta)

Deve essere sottoscritta da almeno 1/10 i componenti la Camera


Una volta presentata, non può essere messa in discussione prima di 3 giorni dalla presentazione  affinché la
maggioranza possa prepararsi e non subire, e poter meditare sul voto
Deve essere anch’essa motivata e votata per appello nominale  deve essere chiaro chi si assume responsabilità

Il Governo è sfiduciato anche se manca il sostegno di una sola Camera, mentre il voto contrario delle Camere su una proposta del
Governo non obbliga le dimissioni  sfiducia al Governo = obbligo di dimissioni e crisi di governo

SFIDUCIA INDIVIDUALE = nei confronti di un solo Ministro


art. 95 II = responsabilità individuale dei Ministri  introdotta la sfiducia individuale verso il singolo Ministro

Sent. 7 del 1996 = mozione di sfiducia individuale  Filippo Mancuso, nella qualità di Ministro di grazia e giustizia-Guardasigilli pro-
tempore, a seguito dell’approvazione da parte del Senato di una mozione di sfiducia individuale, proponeva dinanzi alla Corte
costituzionale due ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato nei confronti di:
Senato della Repubblica, in relazione alla mozione presentata il 4 luglio 1995, con la quale il Senato stesso "esprimeva sfiducia
nei suoi confronti, ai sensi dell'art. 95 della Costituzione, quale responsabile individuale degli atti del proprio dicastero".
Presidente del Consiglio dei ministri e del Presidente della Repubblica in relazione agli atti con i quali egli stesso veniva sostituito al
ministero di grazie e giustizia.

0 Il Ministro di grazia e giustizia può sollevare un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale?  la Corte
Costituzionale ammette la legittimazione del Ministro di grazia e giustizia a sollevare conflitto di attribuzione: la mozione
di sfiducia individuale è rivolta all’operato del ministro, distinguendolo e isolandolo dalla responsabilità correlata
all’azione politica del Governo nella sua collegialità
1 Può ricavarsi l’istituto di mozione di sfiducia individuale?  spetta al Senato approvare la mozione di sfiducia verso
Mancuso e ammette la sfiducia individuale: la Costituzione, nel prevedere, all'art. 95 II, la responsabilità collegiale e la
responsabilità individuale, conferisce sostanza alla responsabilità politica dei ministri, nella duplice veste di
componenti della compagine governativa da un canto e di vertici dei rispettivi dicasteri dall'altro

Art. 115 del regolamento della Camera = equipara le discipline


regolamento del Senato = non c’è appiglio formale  c’è una prassi integrabile da comportamenti ripetuti che diventano
prassi a loro volta

In caso di sfiducia individuale ma implicitamente anche al Governo, ciò si ripercuote su tutto il Governo  responsabilità
collegiale se un Ministro ottiene la sfiducia mentre attua la politica del Governo
Se invece il Ministro non sta attuando la politica del Governo e/o non è in linea con essa  ciò rimane una sfiducia
individuale senza ripercuotersi sul Governo

QUESTIONE DI FIDUCIA = il Governo condizione la propria permanenza in carica all’approvazione da parte della Camera di un
determinato atto, in modo che il voto contrario della Camera rispetto ai propositi del Governo equivalga a un formale voto di
sfiducia che determina le dimissioni del Governo sviluppatasi in via di prassi, non prevista dalla Costituzione ma dai Regolamenti
parlamentari  l’obbligo delle dimissioni grava sul Governo anche se questo abbia posto una questione di fiducia su un atto
lOMoARcPSD|3838188

essenziale per attuare il proprio programma, e questo atto non sia approvato dalle Camere
Votata per appello nominale  responsabilità individuale in modo da costringere i dissidente a palesarsi + ottenere tempi
rapidi per l’approvazione dell’atto oggetto della questione

Disciplinata dai regolamenti parlamentare (art. 116 Camera, art. 161 Senato)  su alcune questioni non può essere posta
la questione di fiducia, a seconda dei regolamenti della Camera o del Senato

SPONTANEE DIMISSIONI DEL GOVERNO

Crisi di governo extraparlamentari  il Governo si dimette autonomamente se viene meno il sostegno politico della
propria maggioranza
Raramente le crisi si sono formalizzate con un voto parlamentare (mozione di sfiducia)
Parlamentarizzazione della crisi = invito espresso dei PdR al PdCM di ritirare le dimissioni, rimanendo in carica fino a un formale
voto di sfiducia o di presentarsi alle Camere per palesare le ragioni politiche  il Presidente del Consiglio appura concretamente
la maggioranza rimasta a suo sostegno
Il Governo non ha l’obbligo di aderire all’invito del PdR, per ragione di permanenza del reciproco rapporto fiduciario

Le dimissioni/morte del Presidente del Consiglio aprono una crisi di governo, mentre in caso capiti a un Ministro esso è
sostituito tramite rimpasto

Il Governo dimissionario non cessa dalla carica automaticamente, ma rimane in carico per il disbrigo degli affari correnti fino
all’adozione del PdR deò decreto di accettazione delle dimissioni + nomina del nuovo Governo

RISOLUZIONE DELLE CRISI DI GOVERNO

Intervento del Capo di Stato, che la risolve in 2 modi  il PdR ha l’ultima parola sulla questione: viene meno la prassi di
concedere l’ultima parola ai cittadini

Formazione di un nuovo Governo


Ruolo attivo del PdR nella ricerca di un nuovo esecutivo, formando i Governi Tecnici o del Presidente (Governo Monti)
Scioglimento anticipato delle Camere (Art. 88)
se risulta impossibile la prima soluzione di formazione di un nuovo Governo

COMPOSIZIONE DEL GOVERNO

Organo complesso (più organi all’interno) e ineguale (differenziazione tra i vari organi interni)

Organi NECESSARI costituzionalmente (Art. 92)=


- Presidente del Consiglio  primus inter pares (paura di gettare le basi per un Capo di Governo che potesse trasformarsi
in un dittatore)
Poteri dall’art. 95 + responsabilità per l’operato del Consiglio dei Ministri
I poteri dipendono dall’equilibrio politico del momento concreto (dal 1994 ha una legittimazione maggiore rispetto ai
Ministri, in quanto datogli dal popolo)
Ministri
Consiglio dei Ministri  riunisce il PdC e i Ministri ed è l’organo titolare della generale funzione di governo
E’ l’unica sede per dirimere contrasti sorti tra ministri o nei confronti del PdCM che è sprovvisto del potere di revoca
del ministro, riconosciuto invece al Presidente della Giunta eletto

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: dirige la politica generale del Governo e mantiene l’unità dell’indirizzo politico ed
amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei Ministri  rappresentanza generale + attribuzioni contenute alla
convocazione, fissazione dell’odg e direzione dello svolgimento delle attività del collegio

Diritto di essere informato di iniziative ministeriali riguardanti la politica generale del Governo
Diritto di sospendere le iniziative stesse
Diritto di rimettere la relativa decisione al Consiglio dei Ministri
Diritto di indirizzare ai ministri le direttive politiche
Diritto di coordinare e promuovere l’attività dei ministri
Diritto di concordare con i ministri le pubbliche dichiarazioni che intendono rendere

Problema della preminenza del Presidente del Consiglio rispetto ai Ministri:


PdCM = primus inter pares secondo la Corte Costituzionale (sent 262 del 2009) che si limita a mantenere
l’unità coordinando le attività
MA l’art. 95 gli conferisce una posizione di direzione e mantenimento dell’unità + rilevanti poteri dalla legge 400 del
1988 (art. 5)
lOMoARcPSD|3838188

Il Presidente del Consiglio può revocare i Ministri?


La Costituzione non dice nulla; la prassi e la dottrina determinano l’impossibilità del Presidente di revocare i Ministri
Le principali competenze del Consiglio dei Ministri sono descritte dalla legge 400 del 1988

I MINISTRI: sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio, e individualmente degli atti del proprio Ministero

Determinano la politica generale del Governo (componenti del Consiglio dei Ministri)
Sono gli organi di vertice degli apparati amministrativi (impartendo direttive, obiettivi e priorità)

I Regolamenti Ministeriali sono legati al concreto funzionamento del singolo Ministro  possono adottare anche
regolamenti ministeriali se previsto dalla legge
Il numero dei Ministri era stato determinato da una legge del 1999 (inizialmente 12)  spesso modificati con un decreto legge
in base alle varie esigenze (al momento, 13)

Organi NON NECESSARI: costituzionalmente non necessari, ma previsti dalla legge 400 del 1988
0 Vice Presidente del Consiglio avente funzioni suppletive in caso di mancanza temporanea del PdCM (non opera in
caso di dimissioni)  può essere anche un singolo Ministro (es: Alfano)
1 Ministri senza portafoglio = non preposti da un Dicastero, e no gestiscono voci di bilancio  funzioni delegate
dal PdCM; istituiti per decisioni del Presidente del Consiglio
2 Viceministri = ricoprono una delle competenze del Ministero  deleghe relative ad aree o progetti di competenza di
una o più strutture dipartimentali
3 Sottosegretari di Stato = coadiuvano il Ministero cui sono incorporati, e hanno deleghe particolari, ma non
appartengono al Consiglio dei Ministri. Possono intervenire alle sedute delle Camere e delle Commissioni e rispondere
a interrogazioni ed interpellanze
4 Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio = particolare Sottosegretario con funzioni di segretario del Consiglio: cura
la verbalizzazione e la conservazione del registro delle liberazioni

Dal 2008 è stato fissato un tetto massimo per i componenti degli organi non necessari del Governo (da 80 a 65), in modo da
ridurre le spese

Ulteriori organi non necessari:


0 Consiglio di Gabinetto = coadiuva il PdCM, composto da ministri designati dal Presidente stesso (organo poco utilizzato,
di confronto)
1 Comitati di Ministri = attività istruttoria esaminando questioni di comune competenza da sottoporre alle decisioni del
Consiglio dei Ministri
2 Commissari straordinari di Governo = realizzano specifici obiettivi o esigenze temporanee
3 Comitati interministeriali = ministri aventi competenze affini (istituiti con legge o con decreto del PdCM) deliberative
su materie che richiedono un necessario coordinamento fra più ministri

GOVERNO = vertice complessivo dell’amministrazione statale e titolare della funzione esecutiva il PdCM mantiene l’unità di
indirizzo politico e amministrativo
Da esecuzione all’indirizzo politico + partecipa alla definizione dell’indirizzo politico incidendo sulla funzione legislativa delle
Camere + direzione dell’amministrazione statale
Art. 95 = indirizzo politico e amministrativo  funzioni strettamente intrecciate
Principio di separazione tra indirizzo politico e amministrazione = all’organo politico spetta la funzione di indirizzo, gli organi di p.a.
invece hanno funzioni di attuazione  i Ministri stessi compongono il Consiglio dei Ministri e anche organi amministrativi in
quanto al vertice del proprio dicastero (= ramo dell’amministrazione statale)

La separazione delle competenze non determina l’autonomia della sfera amministrativa da quella politica  ciò
determinerebbe la creazione di un soggetto autonomo ed irresponsabile
La pubblica amministrazione è organizzata a struttura piramidale avente al vertice un dirigente generale che risponde dei risultati
della propria gestione amministrativa (=responsabilità dirigenziale)

Spoils system = l’incarico dirigenziale deve seguire la durata del mandato dell’organo politico che l’ha preposto  cosìcchè ogni
nuovo governo possa collocarne ai vertici persone di propria fiducia : è una pratica costituzionalmente legittima solo verso gli uffici
dirigenziali apicali, ma non a livelli inferiori

La pubblica amministrazione si basa sui principi di legalità (nessuna prestazione può esser imposta se non in base alla legge + buon
andamento (l’attività amministrativa deve essere efficiente ed efficace, ossia raggiungere gli obiettivi prefissati con i migliori mezz i
disponibili)+ imparzialità (non discriminazione nell’esercizio di poteri discrezionali)  agli impieghi della p.a. si accede mediante
concorso pubblico in modo da premiare la meritocrazia oggettiva
lOMoARcPSD|3838188

E’ comunque pur sempre necessario un margine di DISCREZIONALITA’ per apprezzare l’idoneità dei mezzi in relazione ai fini da
perseguire  la p.a. può scegliere se adottare un atto, quando adottarlo e la discrezionalità di cui dispone dipende dal grado di
specificazione della norme su cui si fonda il potere (massima per atti di alta amministrazione)  discrezionalità tecnica = esercitata
dalla p.a. quando il suo potere deve essere sorretto da valutazioni tecnico – scientifiche

La legge 241 del 1990 dispone che il provvedimento amministrativo sia l’atto conclusivo di un giusto procedimento amministrativo
i funzionari e i dipendenti dello Stato o enti pubblici sono direttamente responsabili degli atti compiuti e, in virtù del rapporto di
immedesimazione organica, la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici (art. 28)

RESPONSABILITA’ DEL GOVERNO

Art. 95  PdCM e i Ministri sono responsabili degli atti del Consiglio dei Ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri 
responsabilità politica (unico modo per evitarla, tramite le dimissioni) e responsabilità giuridica, come ogni altro cittadino (a volte
in deficit grazie alle immunità parlamentari)

Eccezione dei reati ministeriali (procedura diversa, ex art. 96)


Il PdCM e i Ministri sono sottoposti alla giurisdizione ordinaria, per reati commessi durante l’esercizio delle loro funzioni
previa autorizzazione del Senato o della Camera, altrimenti non è possibile agire per via ordinariae
non ci saràresponsabilità

Il reato ministeriale dunque è configurabile solo quando sussiste un nesso funzionale tra la commissione del reato e l’esercizio della
funzione ministeriale  la notizia di reato ministeriale è presentata al procuratore della Repubblica e il procuratore entro 15 giorni
trasmette gli atti a un apposito collegio formato da magistrati estratti a sorte  indagini preliminari ed entro 90 giorni può
chiedere l’archiviazione per insussistenza o l’immediata remissione degli atti

In caso in cui sia insussistente la qualifica di reato ministeriale ma non quella di reato comune, all’archiviazione segue l’apertura
del procedimento penale secondo le regole comuni  archiviazioni anomala
Il Tribunale deve prima comunicare alla Camera competente l’esito del suo giudizio, e in seguito trasmettere gli atti alla Procura  tale
comunicazione è l’unico strumento che consente alla Camera di apprezzare che si tratta di archiviazione che non implica una
chiusura

Recentemente il legislatore ha tentato di introdurre un meccanismo di esclusione dello svolgimento di processi penali relativi ad
atti compiuti al di fuori dell’esercizio delle funzioni  dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale perché contro il
principio di uguaglianza

PROPOSTE DI RIFORMA COSTITUZIONALE

2012  proposta di rafforzare la figura del Presidente del Consiglio: attribuire la fiducia solo al Presidente, non al Governo + potere
del Presidente di nominare/revocare i Ministri + poter chiedere al PdR lo scioglimento anticipato + sfiducia costruttiva a
maggioranza assoluta
proposta successivamente modificata nettamente , introducendo una forma di governo di tipo presidenziale ma lasciata
decadere

2013  Relazione della Commissione per le riforma costituzionali (Consiglio Letta) per modificare la parte II della Costituzione, che
prospetta diverse soluzioni:

Introduzione di una forma di governo semipresidenziale


Mantenimento della forma di governo parlamentare + elementi di razionalizzazione
0 Riserva alla sola Camera del potere di conferire e revocare a fiducia
1  Sfiducia costruttiva
2 Maggiori poteri al Governo per incidere sul procedimento legislativo
3 Maggiori poteri del Presidente del Consiglio all’interno della compagine di Governo
Forma di governo parlamentare del Primo Ministro
0 Costruzione di un sistema in cui dalle elezioni derivi l’«indicazione» del Primo ministro (il PdR nomina il Presidente del
Consiglio «sulla base dei risultati delle elezioni»)
 Il Primo ministro propone al PdR la nomina e la revoca dei Ministri
 Previsione della sfiducia costruttiva
Il Primo ministro può proporre al PdR lo scioglimento delle Camere
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Art. 83 – 93

Ruolo di potere neutro  PdR e Corte Costituzionale sono a difesa del meccanismo costituzionale: il ruolo del PdR si è
ultimamente modificato (al di fuori dell’indirizzo politico ma partecipa con i poteri dello Stato)
Nella forma di governo presidenziale e nelle forme miste (semipresidenzialismo, neopresidenzialismo,..) il PdR è organo di
governo; nelle forme di governo parlamentare monista il PdR ha un ruolo di garanzia costituzionale ( corretto funzionamento
della forma di governo parlamentare)
Possibilità del PdR di elevarsi in periodo di crisi a reggitore dello Stato  nutrita serie di funzioni Costituzionalmente
concesse
COLLEGIO ELETTORALE  particolare tipo di elezione che lo svincola da una precisa maggioranza politica
Art. 83 = PdR eletto dal Parlamento in seduta comune, integrato da delegati regionali (3 per ogni Regione, ma 1 per la
Valle d’Aosta)
Rapporto tra delegati regionali e parlamentari  i delegati partecipano in modo simbolico (solo il 6%)
I Consigli Regionali devono assicurare la rappresentanza delle minoranze  elezioni disciplinate dagli Statuti regionali

ELEZIONE  quorum di 2/3 nelle prime 3 votazioni, e maggioranza assoluta dalla 4° votazione in poi  maggioritario distorsivo
che si riflette sull’elezione del PdR: dalla quarta votazione il PdR potrebbe risultare come espressione della maggioranza, a
prescindere dall’opposizione  discorso di insediamento del nuovo PdR
Il Costituente ha escluso l’elezione popolare del Capo dello Stato in quanto inadeguata rispetto al suo ruolo non politico
 neutralità politica

Scrutinio segreto = libertà dell’elettore


Non ci sono candidature ufficiali = per dare maggiore indipendenza al PdR e ai partiti
Delegati regionali = per diluire in parrte il collegio elettorale
Maggioranza qualificata = convergenza trasversale sulla personalità da eleggere
Settennato = scollegare il PdR alla legislatura

Punctum dolens  maggioranza assoluta: ciò era pensato con riguardo a un sistema elettorale proporzionale e rappresentativo
del pluralismo politico

Collegio elettorale speciale  allargare la base elettorale e garantire al PR una maggioranza più ampia in modo da rafforzarne la
sua funzione di rappresentanza (Art. 87)
L’elezione è subordinata a minimi requisiti di eleggibilità (art. 84)

Cittadinanza italiana
Minimo 50 anni
Godimento di diritti civili e politici

Rieleggibilità = non vietata dalla Costituzione, ma opinioni diverse dai vari costituzionalisti (ipotizzata per Pertini, Scalfaro e Ciampi)

PRO: per andare contro l’eccessivo irrigidimento del dettato costituzionale, e per evitare di non poter sciogliere le Camere
nel semestre bianco (ultimi 6 mesi del mandato presidenziale) Art. 88
CONTRO: freno necessario

La prassi ha favorito l’affermazione dell’interpretazione pro – elezione  NAPOLITANO: eletto il 10/05/2006 al IV scrutinio;
Napolitano porta avanti ragioni personali, ma soprattutto istituzionali contro la rielezione (tesi di Paladin) in quanto incongruo con
il ruolo del PdR, MA

Contesto di crisi economia


5 scrutini a vuoto (bocciati tutti i candidati)
Le forze politiche (tranne M5S) gli chiedono di ricandidarsi per una presidenza a tempo

Non vuole sottrarsi a una assunzione di responsabilità  20/04/2013 rieletto al VI scrutinio (giuramento il 22/04)

DURATA DEL MANDATO = 7 anni: non può mai coincidere con la durata della legislatura  per assicurare agli organi al di fuori dei
poteri dello Stato una maggiore stabilità e slegarlo da un Parlamento concreto e specifico

Impedimento (art. 86): se temporaneo, le funzioni passando al Presidente del Senato, se permanente viene indetta una
nuova elezione entro 15 giorni (supplenza per garantire continuità all’organo)

Non c’è una regola precisa su quando l’impedimento diventi permanente  grande discrezionalità secondo Paladin
La supplenza del Presidente del Senato opera de iure, non rilevando né la natura né la durata dello stesso impedimento 
il Presidente della Camera indice le elezioni, mentre alla scadenza naturale del mandato convoca il collegio elettorale
Cessazione dell’incarico : per scadenza, impedimento permanente, morte, dimissioni o decadenza della carica (perdita di
cittadinanza o dei diritti civili e politici)

30 giorni prima della scadenza, convoca il Parlamento in seduta comune + delegati regionali per le nuove elezioni  a Camere sciolte o se
mancano meno di 3 mesi alla fine della legislatura, l’elezione è effettuata dalle nuove Camere entro 15 giorni dalla loro
prima riunione (poteri del PdR prorogati eccezionalmente  prorogatio)
Dopo il termine dell’incarico, il PdR emerito entra nel Senato salvo rinunvia, e viene consultato al momento della formazione
del nuovo Governo (Art. 59)

FUNZIONI DEL PDR

Rappresenta l’unità nazionale secondo l’art. 87  funzione non solo rappresentativa: specifici atti e ruoli a seconda del grado
di partecipazione del PdR
Due possibili metodi per classificare e studiare le funzioni presidenziali: in base al rapporto del PdR con gli altri poteri dello
Stato; oppure in base alla natura degli atti del PdR

ATTI PRESIDENZIALI:
0 presidenziali in senso stretto = concessione della grazie, nomina dei 5 giudici costituzionali  scelta esclusiva del PdR
1 formalmente presidenziali e sostanzialmente complessi  nomina del Governo e dei Ministri, scioglimento
delle Camere
2 formalmente presidenziali e sostanzialmente governativi  decreti legge e decreti legislativi (atti normativi del
Governo) = il PdR controlla esternamente la regolarità formale, ma l’atto è imputabile al Governo il quale si assume
la responsabilità

PDR E ALTRI POTERI STATALI: le funzioni del PdR sono riconducibili ai 3 poteri classici (fatta eccezione per la nomina dei 5
giudici costituzionali)

0.0 PDR E POTERE LEGISLATIVO

Indice le elezioni delle nuove Camere, fissandone la prima riunione (art. 87) e convoca le Camere in via straordinaria
(art.62)
Invia messaggi alle Camere : su ogni materia su cui è opportuno sensibilizzare il Parlamento (nella prassi, hanno avuto scarso
seguito) diversi dal messaggio motivato con cui si accompagna il rinvio delle legge da promulgare (art. 74)
Unico caso durante Napolitano riguardante la questione carceraria del 2013: messaggio scritto autonomo alle Camere
Autorizza i disegni di legge di iniziativa overnativa (art. 87): rapporto del PdR con l’esecutivo  non può rifiutare
l’autorizzazione perché lederebbe le prerogative parlamentari
Promulga le leggi (art. 73 e 87): entro un mese dall’approvazione, ma può rinviare la legge alle Camere con messaggio
motivato (art. 74)  in caso di nuova approvazione delle Camere, è costretto a promulgare (divieto di secondo rinvio)
I rinvii vengono motivati con rilievi di legittimità costituzionale + ragioni di merito  funzione del PdR di controllo e
garante della Costituzione

PRASSI: con Napolitano 1 solo rinvio sul disegno di legge c.d. collegato lavoro nel 2010 + molte promulgazioni motivate
= comunicato contenente la motivazione di mancato rinvio + suggerimenti per l’attuazione + correzioni alla legge

Emana decreti aventi forza di legge + regolamenti (art. 87)  atti formalmente presidenziali, ma sostanzialmente
governativi collegati all’esecutivo e al legislativo

2009 CASO ENGLARO: rifiuto del PdR di emanare un decreto – legge  Secondo la Corte di Cassazione sono necessari 2
requisiti: stato vegatativo permanente accertato (requisito oggettivo) + volontà del soggetto di voler interrompere le cure
(requisito soggettivo)
Il Parlamento accusa la Cassazione di aver violato le sue funzioni  conflitto di attribuzione dichiarato però inammissibile
La sentenza non voleva essere eseguita in Lombardia  all’inizio delle procedure (in Molise) di arresto forzato, si emana un decreto
– legge contro l’interruzione delle stesse procedure
Il Parlamento non ha ancora preso una decisione sul testamento biologico

Altri casi di rifiuto di emanare decreti – legislativi: sul Federalismo fiscale municipale (2011) non emanato perché adottato dal
CdM in difformità al procedimento previsto dalla legge delega

Indice referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione (art. 87)
Nomina 5 senatori a vita (art. 59 II) per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico o letterario 5
nomine a ciascun Presidente (Pertini), o non più di 5 senatori a vita nel Parlamento?
Può sciogliere le Camere = (art. 88) deve obbligatoriamente sentire i Presidenti delle Camere, ma il loro parere non è
vincolante
Non può scioglierle nel semestre bianco (ultimi 6 mesi di mandato), a meno che non coincidano con gli ultimi 6 mesi
della legislatura
RcPSD|3838188

Scioglimento anticipato  incide sull’esistenza degli organi legislativi eletti dal popolo sovrano

Come incide il sistema elettorale sullo scioglimento anticipato? Ci sono due possibili tesi:

Scioglimento anticipato solo se il Parlamento non può esprimere un governo (continuità dell’assemblea legislativa)
Scioglimento anticipato se la maggioranza non è in grado di esprimere un governo

Viene tendenzialmente accolta la prima tesi  deve essere certo che le Camere non possono formare alcuna maggioranza di
Governo (Paladin, seguita da Scalfaro, Ciampi e Napolitano)
Sent. 1 del 2013: lo scioglimento anticipato può essere usato dal PdR per consentire di uscire da una situazione di crisi
incompatibile con il Governo, ed incide in modo grave sulla rappresentatività del Parlamento  tesi problematica: cosa si intende?

0 PDR E POTERE ESECUTIVO

Nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri su proposta di questo (art. 92)  sia dopo le elezioni (Letta), che in
seguito ad una crisi di governo (Monti)
Il potere del PdR si espande all’indebolirsi della maggioranza politica
Nomina i funzionari dello Stato di grado più elevato, tra questi i sottosegretari di stato, commissari straordinari di governo,
presidente del CNEL, governatore della Banca d’Italia, ufficiali di forze armate,..
Accredita i rappresentanti diplomatici e ratifica i trattati internazionali  potere estero, funzioni che esprimono il ruolo di
rappresentanza internazionale del PdR
Ha il comando delle forze armate  attribuzione simbolica e onorifica, senza gerarchia in senso tecnico
Presiede il Consiglio Supremo di difesa (consultiva in materia di sicurezza)  Presidente del Consiglio + Ministri (Esteri, Difesa, -
Interno, Economia, Attività produttive) + Capo di Stato maggiore della difesa
Dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere  rappresentante della nazione
Conferisce le onoreficenze della Repubblica (art. 87)  27 decorazioni esistenti per oltre 290.000 nominativi in archivio

0 PDR E POTERE GIUDIZIARIO

Presiede il CSM: quale ruolo detiene all’interno del Csm?

Controllo e indirizzo sul Csm  funzioni tipiche del PdR


Meramente un primus inter pares, presidenza solo formale

Nella prassi: funzioni ordinarie e quotidiane delegate al vice Presidente del CSM  il PdR è costantemente informato e
interviene talvolta con poteri di impulso (sent. 1 del 2013)

Concede la grazia e commuta le pene (su persone singole, a differenza di amnestia ed indulto  poteri clemenziali) La
grazia estingue la pena  finalità umanitarie con apprezzamenti equitativi idonei ad approvare un atto di clemenza
individuale entro ambiti circoscritti destinati a valorizzare solo eccezionali esigenze umanitarie

La grazia è sempre un atto umanitario? non è così chiaro: grazia concessa nel 2013 da Napolitano a Joseph Romano, ex capo della base
militare statunitense di Aviano, condannato per aver concordo ad organizzare il sequestro dell’Imam Abu Omar, rapito dalla
CIA a Milano nel 2003

Nomina 5 giudici della Corte Costituzionale (art. 135)


Scioglie il Consiglio regionale e rimuove il Presidente della Giunta (art. 126)

IRRESPONSABILITA’ E CONTROFIRMA

Origini anglosassoni e successivamente introdotta anche nel nostro ordinamento  atti del PdR controfirmati dal ministro
proponente/competente che se ne assume le responsabilità (art. 89, 90)  in alcuni casi, controfirma anche dal PdCM

Il PdR non è responsabile dei suoi atti (compiuti durante l’esercizio presidenziale), tranne che per alto tradimento o attentato
alla Costituzione  ogni atto deve necessariamente essere controfirmato dal ministro proponente per essere valido

Duplice funzione della controfirma


lOMoARcPSD|3838188

Rende irresponsabile il PdR (tranne che per alto tradimento o attentato alla Costituzione), rendendo invece responsabile il
controfirmante
Elemento di validità degli atti adottati dal PdR

Sent. 200 del 2006: Il valore della controfirma muta a seconda del tipo di atto di cui la controfirma rappresenta il requisito di
validità: valore sostanziale (se l’atto è sostanzialmente governativo) o valore formale (se l’atto è sostanzialmente presidenziale)

FUNZIONI DEL PDR IN BASE AL SOGGETTO CHE DECIDE IL CONTENUTO DEGLI ATTI

Dal punto di vista formale gli atti presidenziali appaiono identici, ma dal punto di vista sostanziale sono qualificabili come atti
complessi  fusione di due distinte volontà

Complessi eguali  entrambi i soggetti esprimono una volontà concorde  formalmente e sostanzialmente presidenziali =
atti espressione di una funzione di garanzia e estranei a valutazioni politico - amministrative
Complessi diseguali  la volontà di uno dei due autori prevale: sostanzialmente governativi (prevale la volontà del Governo) o
sostanzialmente presidenziali (prevale la volontà del PdR)  il co-autore legittima semplicemente l’atto

Atto form. e sost. presidenziale  atti propri del PdR, la controfirma serve solo ad attestare la legittimità dei requisiti
fondamentali  non c’è un ministro proponente, ma competente, che attua un controllo esterno (atti presidenziali
in senso stretto) in modo da svincolarli da un legame politico

5 senatori a vita
5 giudici costituzionali
Invio di messaggi alle Camere
Concessione della grazia  atto che non deve essere di natura politica, ma proprio del PdR
Rinvio al Parlamento delle leggi
Convocazione straordinaria delle Camere

Atto form. presidenziale ma sost. governativo  il Governo ne decide il contenuto, e la controfirma apposta dal
ministro proponente attesta che l’atto è deciso dal governo
il PdR può controllarli?

Il caso del decreto legge Ilva: Napolitano discute il caso con il PdCM  viene emanato un decreto legge che cambia rispetto al
contenuto anticipato sui quotidiani  dopo l’emanazione, in un comunicto pubblico, il Presidente sembra assumersi la
paternità del decreto legge, interpretandolo e presentandone i contenuti all’opinione pubblica  il PdR sembra assumersi un
ruolo non più esterno, ma affiancato all’indirizzo politico

Emana atti normativi del governo (decreti legge, decreti legislativi e regolamenti)
Promulgazione
Nomina i ministri e gli alti funzionari dello Stato
Autorizzazione alla presentazione dei disegni di legge di iniziativa governativa alle Camere

Atti form. presidenziali ma sost. complessi (atti misti)  contenuto deciso da Governo + PdR e la controfirma è del
Presidente del Consiglio  atti complessi eguali

Scioglimento anticipato delle Camere  ma la decisione di non sciogliere le Camere è tendenzialmente presidenziale, più che
condivisa
In assenza di una crisi di governo è improbabile che il PdR possa porre uno scioglimento anticipato senza
la proposta/assenso del Governo
Nomina del PdCM  necessaria accettazione dell’incarico con la controfirma ministeriale
Art. 92, ma non è da escludere che il PdR possa suggerire in via informale o porre un veto informale su
specifiche designazioni ministeriali non gradite
Scioglimento dei Consigli Regionali e rimozione del Presidente della Giunta (art. 126)

Atti esenti da controfirma  tutti gli atti personali che il PdR compie come persona e titolare dell’ufficio

Dimissioni e dichiarazioni di impedimento


Messaggi orali  potere di esternazione del PdR il quale indirizza, ponendosi come soggetto e condizionando
Atti compiuti in qualità di componente di organi collegiali  eccezione per il CSM e gli atti attenento allo status giuridico dei
magistrati
lOMoARcPSD|3838188

Regolamenti presidenziali sull’organizzazione della Presidenza

Atti dovuti
Promulgazione in caso di riapprovazione della legge (art. 74)
Scioglimento delle Camere al termine della legislatura (art. 61)
Elezione delle nuove Camere (art. 87)

RESPONSABILITA’ DEL PDR

0 Politica = è esonerato dalla controfirma


1 Giuridica = in caso di atti che integrino alto tradimento o attentato alla Costituzione (art. 90) nell’esercizio delle sue
funzioni  comportamenti diretti a sovvertire le istituzioni costituzionali o a violare la Costituzione deliberatamente

necessario un nesso funzionale tra la condotta e l’esercizio delle funzioni presidenziali e l’accertamento di tale nesso
spetta all’autorità giudiziaria  si tratta di reati propri, ossia figure autonome di reato
Sospensione del processo fino alla conclusione del mandato pr evitare un pregiudizio nell’esercizio delle sue funzioni presidenziali

sent. 1 del 2013sulle

Al di fuori dell’esercizio delle sue funzioni risponde sempre in sede penale, civile ed
amministrativa intercettazioni casuali
Conflitto d’attribuzione sollevato dal PdR  risolto a suo favore, affermando che la Procura non può conservare le
registrazioni telefoniche ma avrebbe dovuto distruggerli immediatamente
La Corte si assume un ruolo di arbitro che dà una sua interpretazione di ciò che la Costituzione non dice  immunità totale del PdR
perché svolge un ruolo che necessita discrezione e segretezza

Non possono essere usate in nessun caso nei suoi confronti LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE (Il Pdr svolge le sue
ESSENZIALI FUNZIONI ISTITUZIONALI attraverso colloqui e comunicazioni informali, che devono essere tenute riservate)
La ricerca della prova riguardo ad eventuali reati extrafunzionali deve avvenire con mezzi diversi (documenti, testimonianze
ed altro), tali da non arrecare una lesione alla sfera di comunicazione costituzionalmente protetta del Presidente

MAGISTRATURA (art. 101 – 113)


Giudici dell’ ‘800 = bocca della legge, senza funzione interpretativa ma solo determinare la norma applicabile al caso concreto
superamento del modello di Stato liberale con la consapevolezza che l’esercizio della funzione giurisdizionale presuppone
l’interpretazione del testo normativo
Il giudice oggigiorno deve innanzitutto saper interpretare una norma e controllare che la sua interpretazione non vada contro
i principi costituzionali  alcuni principi però sono molto ampi

Il giudice non risponde ad altri poteri  ordine autonomo (art. 101)  giudice soggetto solo alla legge e alla Costituzione
ñIndipendenza esterna (da qualsiasi potere, soprattutto governativo) e indipendenza interna (dalle decisioni di altri giudici)  la
soggezione alla sola legge rende il giudice indirettamente subordinato alla volontà popolare come tradotta in legge

Funzione giurisdizionale  la definizione di giurisdizione è molto varia: per alcuni un’attività svolta secondo norme
giuridiche destinata alla risoluzione di controversie + produzione di leggi/atti normativi
MA esistono attività rivolte non alla risoluzione di liti, ma tuttavia ricondotte alla giurisdizione

Condizione necessaria per lo sviluppo di una funzione giurisdizionale libera è l’allontanamento progressivo dei giudici dal
potere politico e amministrativo  il giudice è in una posizione di intermediarietà tra sfera politica e del potere e sfera dei
diritti (iura contra leges)

Attività esercitata secondo diritto, soggetti abilitati dall’ordinamento che applicano le norme ai casi concreti in posizione di
indipendenza, imparzialità e terzietà (che il giudice sia terzo rispetto alle parti e che appaia anche come tale)

Funzione esercitata da magistrati ordinari, appartenenti ad un’unica magistratura che si differenziano solo per funzioni  art. 102
divieto generale di istituire giudici speciali (non appartenente alla magistratura ordinaria, è competente in una data materia 
non garantiscono il principio di uguaglianza) e giudici straordinari (costituiti successivamente alla commissione del fatto  contro
il principio di libertà)
Art. 25 II: diritto al giudice naturale appartenente alla magistratura ordinaria e precostituito con legge
PRINCIPIO DI UNICITA’ DELLA GIURISDIZIONE (art. 102)  giurisdizione esercitata da magistrati ordinari

Criterio legale = ordinari sono i giudici regolati dalle leggi sull’ordinamento giudiziario, speciali tutti gli altri 
giurisdizione ordinaria:
lOMoARcPSD|3838188

Civile = tutela giuridica dei diritti tra privati o,in caso di lesione di diritto soggettivo, anche tra privati e p.a. (giudice di
pace, tribunale ordinario, tribunale per i minorenni, corte d’appello, corte di cassazione)
Penale = decisione di fondatezza dell’azione promossa dal p.m. verso determinati soggetti (giudice di pace, tribunali
ordinario, tribunale per i minorenni,corte d’appello, corte di cassazione, magistrato di sorveglianza, tribunale di
sorveglianza)

Art. 103  ammette 3 giudici speciali, eccezionalmente:

TAR e Consiglio di Stato (giurisdizione amministrativa)  scelta radicale, non più vista come una garanzia della
giurisdizione amministrativa, ma provoca critiche riguardo alla funzione giurisdizionale  consulenza giuridico –
amministrativa del Governo + apparato della giustizia amministrativa (giurisdizione esclusiva: tutela verso la p.a. degli
interessi legittimi)

Distinzione tra diritto soggettivo e interesse legittimo = le controversie fra un privato e la p.a. sono giudicate dal giudice ordinario
quando hanno a oggeto un diritto soggettivo, dal giudice amministrativo quando riguardano un interesse legittimo
VI è inoltre un secondo criterio riguardante la ripartizione per materia  la materia delle sanzioni amministrative appartiene
alla giurisdizione del giudice ordinario, mentre le controversie riguardo diritti soggettivi possono essere attribuite ad entrambi a
seconda dei casi
Distinzione tra giudice ordinario e amministrativo, non estendendo al secondo le garanzie d’indipendenza del primo

Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa  funzioni analoghe al CSM riguardo a assunzioni, trasferienti e
provvedimenti discpiplinari è formato da: Presidente del Consiglio di Stato, 4 magistrati del Consiglio di Stato, 6 magistrati del TAR,
4 cittadini (professori emeriti o avvocati con almeno 20 anni di professione), 4 magistrati supplenti

I giudici dei TAR sono reclutati tramite apposito concorso a cui possono partecipare solo persone con determinati requisiti e
competenze giuridiche; mentre i giudici del Consiglio di Stato sono nominati per il 50% da reclutati del TAR, per il 25% da
concorsi ed esami, e per il 25% da scelta del Governo tra persone competenti

Corte dei Conti (giurisdizione contabile) competente nelle materia di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla
legge  + Procura Genersle con funzioni inquirenti

I giudizi di responsabilità sono promossi da Procuratori regionale e dal Procuratore generale della Corte dei Conti; mentre i
giudizi in materia di pensioni sono promossi dalle parti interessate
E’ di regole ammessa la prova testimoniale  la Corte dei Conti inoltre può agire con maggiore libertà rispetto al
giudice ammnistrativo ed esercita le proprie funzioni attraverso propri collegi

dotata di un proprio ufficio del p.m. le cui funzioni sono esercitate dal Procuratore generale o da un Vice-procuratore generale  è
stata prevista la scelta diretta da parte del Governo di un certo numero di magistrati contabili
Il consiglio dei Ministri deve sentire il parere del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti prima di nominare consiglieri i soggetti
estranei alla Corte

anch’essa dotata di un proprio organo di governo: il Consiglio di presidenza della Corte dei Conti composto di: Presidente della
Corte, Presidente aggiunto, Procuratore generale, 4 magistrati di giurisdizione contabile e 4 membri eletti dal Parlamento

0 Tribunali militari (giurisdizione militare) giudica sui reati militari previsti dal codice militare di pace commessi
dagli appartenenti alle Forze armate (in tempo di pace), + giurisdizione stabilita per legge (in tempo di guerra)

Ultimamente sono state prodotte maggiori armonizzazioni tra i reati militari e quelli comuni, attenuando le specialità del codice
penale militare anche per la misura delle pene comminabili

Il tribunale militare giudica i 1° grado, mentre in 2° grado giudica la Corte militare d’Appello  entrambi composti di
magistrati militari e di ufficiali del corpo
E’ sempre ammesso ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione

anch’essa dotata di un organo di garanzia: il Consiglio della magistratura militare disciplinato dal Codice dell’ordinamento
militare e composto di: Primo presidente della Corte di Cassazione, Procuratore generale militare, 2 membri eletti dai magistrati, 1
componente estraneo alla magistratura militare (professori ordinari o avvocati con 15 anni di esperienza)

VI disposizione transitoria e finale della Costituzione = entro 5 anni dall’entrata in vigore della Costituzione  revisione
delle giurisdizioni speciali pre – esistenti
Entro 5 anni inteso come termine derogabile  in molti casi sono state mantenute le giurisdizioni speciali (es. Commissioni tributarie) 
dichiarate spesso incostituzionali dalla Corte  i giudici speciali istituiti prima dell’entrata in vigore della Costituzione
possono sopravvivere, ma la loro revisione incontra dei limiti: modifiche legislative sono consentite solo se non si snatura la
materia attribuita alla loro cognizione, altrimenti si istituisce un nuovo giudice speciale costituzionalmente vietato
lOMoARcPSD|3838188

Diverse dalle sezioni specializzate = incardinate presso gli organi di giurisdizione ordinaria, si occupano di determinate
materie, anche con la partecipazione di cittadini idonei estranei alla magistratura (laici) in modo da apportare conoscenze
tecniche o di particolari esperienze di vits per una migliore applicazione della legge

GIURISDIZIONI SPECIALI NON INCOSTITUZIONALI:

Commissioni tributarie = giurisdizione speciale che giudica sulle controversie riguardanti i tributi  commissioni
tributarie provinciali e regionale; ed è previsto un doppio grado di giudizio
Può essere anche proposto ricorso per revocazione contro quelle sentenza delle Commissioni tributarie che
comportano accertamenti di fatto
Tribunali regionali delle acque pubbliche e tribunale superiore delle acque pubbliche, quest ultimo composto di: n
Presidente, 4 consiglieri di Stato, 4 magistrati e 3 tecnici ingegneri

AUTONOMIA  la magistratura è un ordine autonomo, ex art. 104 (la Costituzione non parla di potere)
CSM = strumento di garanzia dell’autonomia, organo a cui è affidata la gestione amministrativa (gestione delle questioni burocratiche,
inizialmente totalmente affidate al Ministro di grazia e giustizia)  sancisce l’indipendenza del potere giudiziario dal
potere esecutivo

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA (art. 104)

un ordine autonomo ed indipendente da ogni altro potere  principio di indipendenza della magistratura = divieto di qualsiasi
forma d’interferenza o di pressione da parte degli altri poteri dello Stato
E’ un potere nullo, che applica in concreto la legge alle controversie  non è un potere politico, né le sentenze si rifanno
a un’ideologia politica  è un ordine = ogni magistrato va considerato singolarmente in base alla sua funzione

In termini sociologici non si può totalmente negare che sia un potere dotato di forza ed influenza, trasformando le norme astratte
in diritto concreto; in termini di diritto costituzionale costituisce un potere dello Stato, diametralmente opposto ai poteri politici 
i singoli organi giudiziari difendono le proprie attribuzioni costituzionale contro le lesioni e le interferenze provenienti da altri
organi e poteri
Magistratura = potere diffuso  assenza di gerarchie funzionali

L’autonomia intesa come autonomia normativa (capacità di darsi regole di comportamento e d’azione) è un concetto
problematico se applicato alla magistratura, in quanto andrebbe contro principi basilari del diritto costituzionale e contro alcuni
precetti costituzionali (art. 101 e 108)
Autonomia della magistratura evitando che l’organo rimanga slegato agli altri poteri dello Stato, con rischio di eccessi
di autoreferenzialità
Eletti per 4 anni e non immediatamente rieleggibili, non possono essere iscritti in albi professionali o appartenere a cariche
parlamentari durante il loro mandato nel CSM  incompatibilità

COMPOSIZIONE DEL CSM

3 membri di diritto:
- PdR (che ne è il Presidente) + Vice Presidente

Il PdR non può garantire una perenne presenza quotidiana al consiglio, e quindi vi è la figura di un Vice Presidente eletto dai
membri laici del CSM e avente funzioni attribuite per legge + delegate dal PdR per evitare un perenne e diretto coinvolgimento
di quest’ultimo in ogni minima questione del collegio

0 Procuratore generale c/o Corte di Cassazione


1 Primo presidente della Corte di cassazione

1/3 membri laici = professori ordinari universitari in materie giuridiche, avvocati con 15 anni di esercizio della professione
eletti in Parlamento in seduta comune con maggioranze qualificate
8 componenti eletti dal Parlamento in seduta comune con maggioranze qulificate che richiedono cioè un accordo tra maggioranza
ed opposizione  ribadisce il necessario collegamento del CSM con gli altri poteri statali: da una parte l’autonomia della
magistratura, dall’altro il necessario legame che essa deve tenere con le altre componenti del mondo giuridico
D’altronde, è richiesta una qualificazione giuridica per poter essere eletti: in modo da scongiurare in parte
l’eccessiva politicizzazione delle nomine

2/3 membri togati = magistrati eletti dai magistrati


lOMoARcPSD|3838188

Le categorie cui fa riferimento l’art. 104 IV sono individuate dal legislatore sulla base delle distinzioni tra magistrati che attua la
Costituzione e la disciplina dell’ordinamento giudiziario  costituzionalmente, una quota di posti va riservata ai magistrati della
Corte di Cassazione, mentre le altre categorie spetta individuale al legislatore

Possono essere modellate in base ai gradi della giurisdizione o a seconda delle funzioni: giudicante o requirente  la legge 44 del
2002 ha abbbondato la distinzione sulla base dei gradi di giurisdizione, adottando invece quella che tiene conto delle fnzioni:
2 magistrati di Cassazione, 4 magistrati p.m. e 10 ai giudici
La distinzione in categorie si riferisce solo alla composizione dell’organo e non limita la libertà di scelta del magistrato elettore

La Costituzione fissa solo le proporzioni dei componenti il CSM  legge 195 del 1958 modificata nel 2002: 27 membri del
CSM di cui 3 di diritto, 8 membri laici e 16 membri togati
L’elezione avviene con sistema maggioritario in 3 collegi unici nazionali: il 1° per l’elezione di due magistrati che
esrcitano funzioni di legittimità presso la Corte di Cassazione; il 2° per l’elezione di quattro magistrati che svolgono le
funzioni di pubblico ministero presso la Direzione nazionale antimafia o la Corte di Cassazione; il 3° per l’elezione di 10
magistrati con funzioni di giudici presso gli uffici di merito o destinati alla Corte di Cassazione
A scrutinio segreto con la maggioranza dei 3/5 o dei votanti nel secondo scrutinio

PRESIDENZA DEL CSM

La scelta di affidare al PdR la presidenza del CSM (affermando il necessario collegamento del CSM con le altre istituzioni e
l’ordinamento) prevalse sulla contrapposta idea dell’Assemblea Costituente di affidarne la direazione al Primo Presidente
della Corte di cassazione, in modo da accentuarne maggiormente l’autonomia
PdR = organo neutrale portatore di unità e garanzie costituzionali  fornisce unità ed autorevolezza ai membri elettivi
Il PdR si comporta come un normale presidente, ma a tratti si rapporta al CSM come soggetto separato e distinto  porta
all’interno del CSM il peso istituzionale del suo ruolo politico
Il PdR, in quanto presidente del CSM, può decidere di sciogliere il collegio sentite previamente le due Camere parlamentari e
il Comitato di Presidenza

L’ordine del giorno di ciascuna seduta è predisposto dal Vice Presidente, ma previo assenso del Presidente, il quale è
costantementi informato di ogni azione e può decidere di intervenire (ad esempio Cossiga che giudicò inammissibile un intervento
del CSM su quanto detto dal Primo Ministro; oppure in caso di Napolitano che inviò una lettera in tema di pareri al Vice Presidente
o ordinò che alcune questioni importanti fossero svolte dal nuovo CSM, e non da quello in scadenza)

PROPOSTE DI RIFORMA

La maggior parte dei Paesi dotati di Cosigli simili al CSM prevedono che la maggioranza dei componenti arrivi dalla magistratura,
ma vi sono anche scelte diverse come accade ad esempio in Francia
Avendo una maggioranza di membri togati si garantisce l’autonomia ma si enfatizza il rischio di una chiusura corporativa dove
gli eletti amministrano la carriera degli elettori comportando distorsioni

Problema del peso delle correnti di magistrati che tramite i propri candidati eletti perseguono l’obiettivo di favorire gli aspetti
della carriera dei loro affiliati rischiando che le deliberazioni del CSM non siano basate sempre sulla meritocrazia, quanto a logiche
di appartenenza

Vari documenti di sede europea raccomandano che in casi di Consigli come il CSM a composizione mista, la presenza di
magistrati sia maggioritaria e non inferiore al 50% i componenti  potrebbe anche non essere indispensabile una simile
maggioranza, a condizione che vi sia un organo distinto ed indipendente dai poteri legislativo ed esecutivo

Proposte di riforma del CSM italiano: progetto di revisione costituzionale del 2011 che prevede due Consigli distinti (uno per i
giudici e uno per i p.m.) aventi una composizione paritaria, + Corte di Disciplina autonoma e separate in modo da
affidare a un organismo terzo la funzione disciplinare verso i magistrati

ATTRIBUZIONI

Attribuzioni costituzionali (art. 105 – 107) = funzioni amministrative inizialmente affidate all’organo politico del Ministro della
Giustizia (prima dell’entrata in vigore della Costituzione)  art. 105 con riserva di legge per evitare l’arbitrio del
CSM il CSM decide su tali questioni in conformità a ciò che la legge ha preventivamente stabilito in materia:

Assunzioni
Assegnazioni e trasferimenti
Promozioni
Provvedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati  emanati dal PdR e impugnabili dinanzi al giudice amministrativo: ammettere
il sindacato giurisdizionale dei provvedimenti del CSM lede l’indipendenza dell’ordine giudiziario  ma la
Corte Costituzionale ha escluso la fondatezza dell’eccezione
lOMoARcPSD|3838188

Possono essere chiamati all’ufficio di Consiglieri della Corte di Cassazione per meriti insigni i professori universitari di diritto
e avvocati con almeno 15 anni di esercizio iscritti negli albri speciali per le giurisdizioni superiori

Il CSM esplica una funzione giurisdizionale quando provvede ad accertare la commissione di illeciti disciplinari imputabili ad un
magistrato e a irrogare le relative sanzioni  la competenza è attribuita a un’apposita sezione disciplinare: 6 membri effettivi
(VIcePresidente del CSM, un parlamentare, un magistrato di Cassazione, 2 magistrati con funzioni di merito e un magistrato pubblico
ministero) + 4 supplenti  procedimenti disciplinare = esperimento dell’azione disciplinare (norme analoghe al processo
penale) e la decisione ha la forma di sentenza (non di decreto)  delibere impugnabili per violazione di legge con ricorso alla
Corte di Cassazione + specifiche sanzioni

La tipizzazione degli atti illeciti pone parziale rimedio al problema della indeterminatezza degli illeciti medesimi, circoscrivendo la
discrezionalità del CSM  distinzione tra comportamenti posti in essere nell’esercizio delle funzioni, oppure fuori dell’esercizio
delle stesse

Legge 195 del 1958 = detta le norme sulla costituzione e sul funzionamento del CSM  prevede le attribuzioni del CSM
Attribuzioni non costituzionali ma previste dalla prassi odierna e accettate:

È inoltre spesso intervenuto a rappresentanza della magistratura con riguardo a vicende politiche  fino a che punto può
spingersi a rappresentare l’organo? Interlocutore indiretto della politica?
Spesso prende posizioni riguardo a vicende riguardanti i singoli magistrati o l’organo nel complesso  non solo
amministrativo
Gestione dei corsi di formazione permanente dei magistrati, sia centralizzata (Firenze), che su tutto il territorio

Tutte le decisioni devono essere assunte dal plenum ossia dal CSM nella sua composizione integrale  i consiglieri lavorano in
commissioni più ridotte (4 magistrati e 2 laici) che riferiranno poi al CSM nel suo completo che prenderà la decisione finale: in caso
di parità, decide il Presidente
Per la validità delle deliberazioni del plenum è necessaria la presenza di 10 magistrati e 5 componenti eletti dal Parlamento

I membri del CSM godoo della loro garanzia della non punibilità per le opinioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni e concernenti
l’oggetto della discussione  la garanzia di un esercizio sereno è strumento essenziale dell’indipendenza stessa della
magistratura

ATTI PARANORMATIVI

Chi sostiene la tesi espansiva riguardo gli elenchi dei poteri del CSM, identifica l’autonomia della magistratura ordinaria con
l’autogoverno della stessa da parte del CSM  costituirebbe quindi secondo alcuni un organo proprio dell’ordine
giudiziario e rappresentativo di questo  in questo caso i poteri del CSM potrebbero espandersi
Alcuni hanno sostenuto che l’attribuzione costituzionale di autonomia alla magistratura significa che essa è
un’organizzazione dotata di capacità normativa al pari delle fonti del diritto  i suoi organi potrebbero quindi esprimersi in
caratteri generali e astratti anche se ciò non è previsto dalla Costituzione o dalle leggi

Si crea e si teorizza un collegamento tra autonomia e potere normativo che deriva dalla qualificazione del CSM come organo di
rilievo costituzionale o, secondo altri, dalla constatazione di una progressiva espansione dell’autonomia del
CSM (progressivo svuotamento della riserva di legge dell’art. 108)

Secondo altri, l’indipendenza costituisce la qualità della relazione tra magistratura ed esecutivo, mentre l’autonomia segna il rapporto
tra la magistratura e il legislativo  autonomia = limite della riserva di legge, come se l’ordinamento giudiziario fosse un
ordinamento separato
Tutte queste tesi legittimano l’attribuzione di poteri normativi o paranormativi al CSM (non rientrano il regolamento interno,
il regolamento di contabilità e il regolamento per il tirocinio degli uditori) in cui rientrano atti come le delibere normative di
risoluzioni e circolari  il CSM cerca di colmare lacune legislative in relazione a tutte le deliberazioni di sua competenza

La previsione costituzionale di RISERVE DI LEGGE in materia di ordinamento giudiziario crea dubbi circa l’assunzione di poteri
normativi o paranormativi del CSM  le decisioni normative fondamentali sono compiute dal legislatore, anche se nulla vieta al
CSM di adottare delibere in cui enuncia i criteri ai quali il CSM si atterrà: anzi, è opportuno che il CSM disciplini la propria
discrezionalità, purchè siano atti secundum legem
Analogamente accade per le circolari interpretative con cui il CSM interpreta le norm sull’ordinamento giudiziario, per iniziativa dello
stesso CSM o per quesito posto da magistrati  a volte è la legge stessa a ad attribuire poteri d’interventi al CSM, come la
funzione di organizzazione del lavoro interno, o di individuazione di parametri per le valutazioni di prefessionalità dei magistrati

Ma le riserve di legge ex art. 105 – 108, che tipo di riserve sono?

Secondo alcuni, assolute escludendo quindi qualsiasi potestà di intervento di altri organi e garantendo i magistrati anche
contro gli atti dell’esecutivo e dello stesso CSM
lOMoARcPSD|3838188

Per altri, assolute verso l’esecutivo, relative verso il CSM lasciando a quest’ultimo alcuni spazi di intervento la riserva ex
art. 108 esclude l’esercizio della potestà regolamentare del Governo quando alle determinazioni del CSM, ma non
impedisce il riconoscimento di spazi di discrezionalità nelle scelte di sua competenza

Non sono frequenti regolamenti approvati dal potere esecutivo in materia di ordinamento giudiziario  dubbi sulla natura del
d.p.r. 16/09/1958 n. 916 contenente le disposizioni di attuazione della legge istitutiva del CSM con cui delegava il Governo a
intervenire senza indicarne i princìpi guida  la Corte ha ammesso questioni di costituzionalità aventi ad oggetto norme contenute
nel d.p.r. conferendogli natura di fonte primaria
Accogliendo la tesi secondo cui la riserve sarebbero relative per il CSM, si rende legittima la presenza di atti normativi o
paranormativi purchè non in contraddizione con il legislatore

RISERVA DI LEGGE STATALE

Le riserve di legge ex art. 105 – 108 sono riserve alla legge statale e quindi non possono intervenire leggi regionali  tale
scelta può essere modificata solo da norme di rango costituzionale
La legge statale quindi è l’unica fonte che può disciplinare i mezzi e le forme di tutela giurisdizionale dei diritti e degli
interessi legittimi  si distinguono due aspetti:

Disciplina sull’ordine giudiziario e sulle altre magistrature, che pare riferirsi agli aspetti organizzativi e ordinamentali 
solo su questo aspetto, la legge regionale avrebbe qualche limitata competenza
Disciplina sui mezzi e le forme di tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi: che attiene al diritto processuale vero e
proprio

Una legge regionale può quindi attribuire incarichi ai magistrati, distinguendo le leggi che determinano possibilità/limiti o condizioni per
l’attribuzione a magistrati di incarichi estranei ai loro compiti di istituto (leggi attinenti lo status di magistrato: solo
leggi statali ex art. 108), e leggi che prevedono attribuzioni a magistrati in determinati incarichi (anche leggi regionali) Art.
117: “giurisdizione e norme processuali” e “giustizia amministrativa” appartengono alla competenza esclusiva statale
Art. 116: con legge statale possono essere attribuite alle regioni che ne facciano richiesta ulteriori forme e condizioni particolari
di autonomia anche in materia di organizzazione della giustizia di pace
Ammesso che forme e condizioni di autonomia riguardano anche l’autonomia legislativa, il riferimento all’organizzazione
lascia spazio al legislatore regionale solo riguardo alla struttura e dislocazione degli uffici giudiziari

LEGISLATORE E DISCREZIONALITA’ DEL CSM

Se la legge assegna al CSM il potere decisionale, qualifica la pretesa del magistrato come un diritto impedendo al CSM stesso
di decidere liberamente: il CSM deve compiere un atto dovuto  conforme con l’art. 105?
La Corte si è espressa indirettamente a riguardo (in una sentenza in cui doveva decidere se il principio della riserva di legge in
materia di ordinamento giudiziario fosse o meno violato dalle norme che conferiscono incarichi direttivi ai magistrati  il giudice
sospettava che tali norma non contenessero criteri idonei a limitare la discrezionalità del CSM: la legge diceva troppo poco,
lasciando eccessiva discrezionalità al CSM)  princìpi ricavabili dalla sentenza:

La riserva di legge vale anche verso il CSM


Può esservi una discrezionalità del CSM nell’esercizio delle proprie attribuzioni
Se vi è discrezionalità, deve essere esercitata conformemente alla legge

Una legge che predetermina in modo puntuale le modalità di esecuzione del provvedimento è conforme a Costituzione se azzera
la discrezionalità del CSM? O deve necessariamente lasciare un margine discrezionalità al CSM? La questione è ancora aperta,
anche se interessa casi limitati
Si può ritenere che imporre per legge al CSM il compimento di atti dovuti/vincolanti rispetta la disposizione costituzionale solo
formalmente  necessità di un bilanciamento tra spazio del legislatore e attribuzioni del CSM, mentre una legge che dice o
troppo o troppo poco non realizza tale bilanciamento

POTERI DEL CSM IMPLICITI O A ELENCO CHIUSO?

Da una parte, vi è chi afferma che l’elenco di attribuzioni costituzionai (art. 105 – 107) siano attribuzioni essenziali e che tale elenco sia
dotato di una capacità estensiva  il CSM deve assolvere le attribuzioni necessarie a garantire la propria indipendenza ed è
quindi titolare di poteri impliciti indirizzati a quella finalità
D’altra parte, alcuni ritengono che sia un elenco chiuso integrabile unicamente da disposizioni di legge che non vafano in contraddizione
con la Costituzione  quest’ultima tesi è stata maggiormento approvata ed accolta dalla prassi con la legge 195 del
1958 = il CSM delibera su ogni altra materia ad esso attribuita dalla legge

Pratiche a tutela = iniziative del CSM a tutela dell’indipendenza della magistratura e dei singoli magistrati da attacchi esterni come
affermazioni critiche o denigratoria che abbiano risonanza pubblica  approvazione del plenum di delibere che stigmatizzino
lOMoARcPSD|3838188

queste dichiarazioni lesive della loro credibilità


MA il giudice amministrativo ha propenso per la tesi dell’elenco chiuso di attribuzione, e ha rigettato il ricorso di un magistrato
che pretendeva di essere difeso dal CSM da attacchi verbali esterni  il CSM è titolare unicamente di poteri espressamente
attribuiti dalla legge

2009: modifica del regolamento interno del CSM stabilendo i presupposti necessari per l’intervento del CSM a tutela dei magistrati:
solo se è conseguito un pregiudizio per l’immagine o l’attività dell’istituzione giudiziari
MA è il regolamento interno del CSM, non idoneo a regolare rapporti esterni, ed inoltre le delibere quando possibili rischiano di
interferire con procedimenti in corso  l’unica cosa possibile è invitare i poteri esecutivo e legislativo ad evitare le critiche o azioni
che possano mettere in dubbio la volontà o le decisioni dei giudici

L’autonomia dunque è funzionale alla tutela dell’indipendenza ma ciò rischia di sganciare le attribuzioni del CSM da ogni appiglio
normativo testuale  CSM = organo tecnico titolare dei poteri di alta amministrazione conferitigli da Costituzione e legge

CONSIGLI GIUDIZIARI E DIRETTIVI

Legge 150 del 2005 + d.lgs. 25 del 2006 = disciplinano le funzioni dei Consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di
Cassazione come organismo che coadiuvano il CSM in alcune funzioni  membri togati + membri laici (a cui è preclusa la
partecipazione a tutte le deliberazioni che incidono sullo status dei magistrati)  gli avvocati sono nominati dal Consiglio nazionale
forense eccettuato del Presidente dell’Ordine degli avvocati del distretto giudiziario per par condicio ed evitare condizionamenti

Consiglio direttivo della Corte di Cassazione = 3 membri di diritto (Primo Presidente della Corte, Procuratore generale,
Presidente del Consiglio nazionale forense) + 8 magistrati di Cassazione + 2 professori ordinari di diritto + 1 avvocato con
20 anni di esercizio
Consiglio giudiziari = 2 membri di diritto (presidente corte d’appello e procuratore generale corte d’appello) + magistrati eletti +
componenti laici (professori universitari e avvocati) il cui numero dipende dalle demensioni del distretto 
funzioni riguardanti la giustizia di pace = una sezione autonoma esprime pareri sullo status dei giudici di pace
:sull’organizzazione

Competenza ausiliarie, preparatorie, consultive, di formulazione di pareri su provvedimenti inerenti a collocamenti/ dimissioni/ decadenza
e sulle tabelle degli uffici giudiziari + vigilanza sull’andamento degli uffici giudiziari del distretto (eventuali segnalazioni al
Ministro della Giustizia)
Hanno inoltre un importante ruolo nel sistema di valutazione dei magistrati raccogliendo informazioni e documentazioni per
le valutazioni di professionalità + redifono pareri sull’idoneità al mutamento dalla funzione giudicante alla requirente

AUTONOMIA RELATIVA DELLA MAGISTRATURA

Autonomia della magistratura = non autogoverno perché il CSM si cura di interessi statuali definiti dalla Costituzione e dalla legge, né
organo rappresentativo dell’ordina giudiziario  autonomia come gestione amministrativa dell’ordine giudiziario riservata al CSM ex
art. 104: autonomia reallizatasi solo con l’esercizio delle competenze definite dagli art. 105 – 108 e dalla legge ordinaria AUtonomia
come disciplina che la Costituzione riserva a ciò che ttiene allo stato giuridico dei magistrati e dell’ordine giudiziario 
competenze del CSM come strumento essenziale per mantenere la propria autonomia

Autonomia giurisdizioni speciali  la legge assicura l’indipendenza dei giudici delle giurisdizioni speciali  organi di amministrazione
anche per le giurisdizioni speciali  le forme di autonomia non sono direttamente disciplinate in Costituzione, ma
demandate al legislatore ordinario che ha progressivamente intrdotto organi di amministrazione anche per le giurisdizioni speciali
Art. 100 III: la legge deve assicurare l’indipendenza del Consiglio di Stato e della Corte dei conti e dei loro componenti + art. 108
II: deve essere garantita l’indipendenza dei giudici speciali
Secondo alcuni la mancanza di membri laici rende l’organo un’entità separata, ed essi dunque sono necessari affiancati ai
membri togati  la Corte rimanda la decisione al legislatore
La Corte riconosce la necessità di un bilanciamento garantito con l’introduzione di membri laici  spetta al legislatore definirne
le proporzioni, tenendo conto di quanto affermato nei trattati internazionali

Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa  istituito con la legge 186 del 1982 (riformato nel 2000) e presieduto
dal Presidente del Consiglio di Stato e composto di: 4 magistrati del Consiglio di Stato, 6 magistrati dei TAR, 4 cittadini
eletti (2 da Camera e 2 da Senato) tra i professori di materie giuridiche universitarie o avvocati con 20 anni di
esperienza, + altri 4 magistrati supplenti  dura 4 anni

Sulla giustizia amministrativa vengono scaricati tutti i problemi delle amministrazioni e i loro malfunzionamenti. Il giudizio
amministrativo è un processo costoso. Il privato forte, che non è riuscito a far valere i suoi diritti con normali regole, cerca di
bloccare, attraverso il ricorso al giudice amministrativo, i lavori o le decisioni già prese dalle amministrazioni.
Il giudice amministrativo è stato il primo a rendersi conto della possibilità di applicare la giustizia europea, e spesso lo fa.
La giustizia amministrativa di per sé ha problemi di indipendenza. In effetti fa parte del consiglio di stato (che nasce come costola
lOMoARcPSD|3838188

del governo). I giudici amministrativi sono 500 e solo con la legge Severino si è stabilita l'incompatibilità tra incarichi di tipo
politico e il ruolo di giudice amministrativo.
Inoltre, sempre con la legge Severino, si è stabilito il limite di 26 come numero di magistrati fuori ruolo (con poltrona politica
e giudiziale).
Finora la giustizia amministrativa ha esercitato pochissimo il potere disciplinare.

Consiglio di presidenza della Corte dei Conti  membri di diritto + 4 membri laici + 4 membri togati
Consiglio di presidenza della giustizia tributaria  11 membri eletti da giudici tributari + 4 membri eletti dal Parlamento tra
professori o soggetti abilitati e iscritti negli specifici albi da 12 anni
Consiglio della magistratura militare

I provvedimeni adottati da questi organi sono amministrativi e dunque impugnabili da un giudice amministrativo  il sindacato
su questi atti è rimesso ad organismi composti dagli stessi magistrati destinatari delle impugnate delibere del Consiglio di
presidenza, venendo così meno la caratteristica terzietà del giudice  giurisdizione domestica

MA l’AUTONOMIA DELLA MAGISTRATURA non è assoluta, bensì relativa: le riserve di legge fanno comprendere che
l’ordinamento giudiziario è suscettibile anche al controllo del legislatore; il CSM deve coadiuvare con il Ministro della giustizia; le
delibere del CSM devono avere forma del decreto presidenziale + controfirma ministeriale; e gli atti del CSM sono sindacabili da
giudici amministrativi e Corte di Cassazione

RAPPORTI TRA CSM E MINISTRO DELLA GIUSTIZIA (art. 105 e 110)

Art. 110: I servizi ed i mezzi necessari all’esercizio delle funzioni giudiziarie sono affidati al Ministro + organizzazione degli uffici
e funzionamento dei medesimi in relazione all’attività e al comportamento dei magistrati che vi sono addetti
Il Costituente ha tolto al Ministro della Giustizia qualsiasi potere inerente alla carriera dei magistrati ordinari, attribuendo questi
poteri al CSM  al Ministro di Giustizia spettano l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia:
organizzazione pratica dei tribunali, delle cancellerie spettano all’organizzazione interna dei Tribunali gestita dal Ministro della
Giustizia  deve esigere e garantire un’organizzazione e un servizio efficiente

Il CSM può deliberare sulle materie di sua competenza senza previa riciesta/proposta ministeriale  prima, era
necessario che in merito a provvedimenti sullo status dei megistrati il CSM deliberasse solo previa richiesta del Ministro
disposizione dichiarata incostituzionale e lesiva dell’autonomia del CSM: ora il Ministro può solo formulare richieste
Sul conferimento degli uffici direttivi il CSM delibera su proposta, formulata di concerto col Ministro della giustizia, di una
commissione di 6 componenti di cui 4 eletti dai magistrati + 2 eletti in Parlamento
La Corte Costituzionale afferma che il concerto ex art. 11 III costituisce la scelta procedimentale più idonea
a contemperare le funzioni del Ministro (art. 110) e quelle del CSM (art. 105)

Ha la facoltà di promuovere l’azione disciplinare  atto tipico funzionale a incardinare il procedimento disciplinare di fronte
all’apposita sezione del CSM  potere facoltativo per il ministro (responsabilità politica di fronte al Parlamento), ma obbligatorio
per il Procuratore generale della Corte di Cassazione
L’esercizio delle competenze del CSM sui provvedimenti di stato dei magistrati deve tenere conto degli interessi relativi
all’organizzazione e al funzionamento dei servizi giudiziari imputati al Ministro: il conferimento degli uffici direttivi rappresente un
bilanciamento dei valori costituzionali, purchè sussista un rapporto di collaborazione
Concerto = accordo nel conferimento degli incarichi direttivi, principio di leale collaborazione tra due organi = attività di concertazione
finalizzatra alla formulazione di una proposta comune, implicando un vincolo di metodo ma non di risultato  se il
rifiuto del Ministro è motivato da divergenze secondarie o da gravi contrasti sulla proposta da formulare, spetta al plenum del
CSM la delibra sull’incarico da conferire, ma con motivate ragioni (sent 380 del 2003)

Può proporre al Ministro della Giustizia e rendere pareri al Ministro stesso sui disegni di legge concernenti l’ordinamento
giudiziario, mentre non è previsto che li fornisca anche al Parlamento e può darli solo solo su esplicita richiesta
ministeriale

Il CSM può fare proposte al Ministro della giustizia su tutte le materia riguardanti l’organizzazione e il funzionamento dei servizi
relativi alla giustizia: il CSM può segnalare all’organo politico la necessità di provvedimenti amministrativi/legislativi per
migliorare la funzionalità dell’organizzazione giudiziaria
Si è domandato alla Corte Costituzionale di affermare che non spetta agli organi di Governo approvare una legge in materia di
ordinamento giudiziario, senza prima chiedere parere al CSM, si chiedeva quindi alla Corte di affermare l’esistenza di un diritto
del CSM di fornire al Parlamento il proprio parere riguardo i progetti di legge sull’ordinamento giudiziario  la Corte non si è
pronunciata per ragioni processuali, ma è certo che la collaborazione tra poteri diversi è u bene di rango costituzionale, ed è
opportuno che le leggi siano elaborate con l’ausilio degli organi competenti in materia, MA il CSM non può pfornire pareri
direttamente al Parlamento senza intermediazione ministeriale: non esiste rapporto giuridico/costituzionale tra CSM e Parlamento,
solo un rapporto fisiologico pareri solo su richiesta dell’organo e nel suo interesse: non è pissibile una spontanea
manifestazione giuridica del CSM
lOMoARcPSD|3838188

A questa tesi si obietta che sarebbe sufficiente l’inerzia ministeriale per paralizzare l’esercizio di una facoltà che la legge
attribuisce al CSM, ma il CSM non è un organo meramente consultivo e sarebbero la Costituzione o la legge a dover configurare i
pareri in questione come obbligatori  pareri facoltativi, non vincolanti né obbligatori

Il parere che il CSM dà è sempre indirizzato al Ministro ma se viene espresso mentre le Camere stanno esaminando il testo di legge o
quando quest’ultimo è già stato approvato, può essere percepito dal Parlamento come una interferenza indebita  i pareri del
CSM non possono interferire nel confronto parlamentare già in atto
I pareri del CSM attengono all’”ordinamento giudiziario” e l’”amministrazione della giustizia” = inutili tentativi di limitazione: profili
o ricadute processuali delle proposte legislative e non invece aspetti sostanziali di queste ultime  risultato interpretativo
provvisorio: non si può ritenere che l’”amministrazione della giustizia” non riguardi le decisioni di politica criminale che si
sostanziano in norme penali sostanziali  è difficile accettare che il CSM sovrapponge il proprio giudizio a quello delle Camere
in materia
L’oggetto del parere dovrebbe essere determinato dalla richiesta ministeriale, ma ciò non soccorre se ci si riferisce alla prassi
dei pareri liberi dove è il CSM a decidere tutto

se vi è la richiesta del parere, la delimitazione dell’oggetto si impone anche al Ministro che non può chiedere pareri su
questioni estranee alla formula legislativa in esame
se la richiesta non vi è, è difficile rimarcare possibili sconfinamenti  Napolitano ha affermato che in tali pareri il CSM non
può sviluppare censure di legittimità costituzionale sulle disposizioni contenute nei disegni di legge, spettando tali
valutazioni al Capo dello Stato e alla Corte Costituzionale

DELIBERE DEL CSM

I provvedimenti riguardanti i magistrati sono adottati con decreto del PdR controfirmato dal Ministro della giustizia nei casi previsti dalla
legge  dubbia legittimià costituzionale in quanto può limitare l’autonomia del CSM: ma la Corte ha precisato che tali decreti
ministeriali o presidenziali non limitano l’autonomia perché non controllano il contenuto degli atti, ma solo la trasformazione formale
in atti amministrativi  avvenuta la deliberazione consiliare, si determina un dovere giuridico a carico dell’esecutivo di
renderla operante tramite emanazione di un decreto che ne adotti il contenuto
Si impone al PdR e al Ministro della Giustizia un vincolo di legittimità dovendo conferire al decreto un contenuto
decisionale identico a quello adottato dalla deliberazione del CSM  la forma del decreto presidenziale è indispensabile
per garantirne l’impugnabilità e il controllo contabile dinanzi alla Corte dei Conti o al giudice amministrativo

Dagli anni ’80 il giudice amministrativo ha ammesso il ricorso contro provvedimenti del CSM lesivi della posizione di singoli
magistrati anche se non ancora trasfusi in decreto  la giurisprudenza consente l’impugnazione di provvedimenti del CSM non
destinati ad essere trasfusi in decreto: è ammesso l’impugnazione delle delibere approvative circolari, e il ricorso avverso
provvedimenti lesivi dello status dei magistrati  in tutti gli altri casi, è necessario che la delibera del plenum sia esternata
come decreto

SINDACABILITA’ DEGLI ATTI DEL CSM

Originariamente si prevedeva che contro i provvedimenti del CSM si potesse ricorrere al Consiglio di Stato per motivi di legittimità,
in seguito la giurisprudenza ha esteso anche ad essi il regime del doppio grado di giurisdizione: attualmente, contro i
provvedimenti del CSM è ammesso il ricorso in primo grado al TAR del Lazio (per garantire l’uniformità della giurisprudenza)
per motivi di legittimità, e contro le decisioni di primi grado è consentita l’impugnazione al Consiglio di Stato  se si negasse
l’ammissibilità di un sindacato giurisdizionale sugli atti del CSM si constaterebbe la presenza di una lacuna nell’ordinamento
e di una lesione all’art. 24 secondo cui tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti: verrebbe meno la tutela
giurisdizionale per gli appartenenti alla magistratura

difficile stabilire l’intensità di controllo consentita al giudice amministrativo: la posizione del CSM giustifica uno stretto controllo di
legittimità, o ammette un sindacato più penetrante? La Corte attualmente ha ammesso che il giudice può attuare un penetrante
sindacato sul provvedimento di trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale  analogamente, nella giurisprudenza
amministrativa vi è un tendenziale espansione del sindacato sui provvedimenti assunti dal CSM
Il sindacato giurisdizionale può estendersi nell’ambito dell’esame dei presupposti di fatto e della congruità e ragionevolezza della
motivazione a base della decisione, nonché dell’accertamento del nesso logico di consequenzialità tra presupposti e conclusioni 
diventa centrale la motivazione del provvedimento
E’ da evitare il definitivo sconfinamento del giudice nell’ambito della sfera discrezionale che spetta al Consiglio ex art. 105 Diritto
del magistrato ad ottenere l’esecuzione della sentenza, ammettendo la possibile nomina di un commissario ad acta in
sostituzione del CSM che rimanga inerte di fronte alla pronuncia giudiziaria  i provvedimenti del commissario ad acta sono
disposti dal giudice e predeterminati nel contenuto e dunque meramente esecutivi: il giudice amministrativo può dare
esecuzione al giudicato verso il CSM senza invaderne le competenze discrezionali
LA SCUOLA SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA
OMoARcPSD|38381

Inizialmente, il tirocinio di coloro che avevano superato il concorso d’ingresso in magistratura stabiliva che le norme per il tirocinio
fossero determinate dal CSM sentito il Ministro di giustizia; mentre per la formazione e aggiornamento la Costituzione non attribuisce
competenze al CSM, il quale però ha assunto in via di prassi tali funzioni creando una sottocommissione al suo interno
Oggi invece, la formazione e l’aggiornamento sono di competenza esclusiva della Scuola superiore della magistratura che
concorre con il CMS nell’organizzazione anche del tirocinio dei magistrati  ente autonomo in senso contabile, gestionale,
organizzativo e funzionale con 3 sedi e i suoi organi sono: un Comitato (7 magistrati + 3 professori universitari + 2 avvocati),
un Presidente eletto dal Comitato e un Segretario generale  la scuola è stata istituita ma non ancora in funzione, mentre
tutto è organizzato dal CSM

Tirocinio + formazione + aggiornamento del magistrato sono affidati ad un ente in cui vi sono tutte le professioni giuridiche 
scelta legittima (la Costituzione non prevede le competenze del CSM) e opportuna (aggiornamento professionale a contatto con
gli stimoli provenienti dalle professioni legali)  i magistrati hanno l’obbligo di partecipare ai corsi una volta ogni 4 anni, senza
influenze sulle carriere o valutazioni di professionalità, tranne che per specifici casi
6 dei 18 mesi di tirocinio sono svolti presso la Scuola, dove i magistrati svolgono corsi di orientamento tecnico - pratico

INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA

Dal punto di vista giuridica, l’indipendenza presuppone che vi siano princìpi e regole che attribuiscono al soggetto o all’ogano la
facoltà di scegliere e decidere liberamente, ma non significa che l’organo sia completamente esente da responsabilità per gli atti
compiuti  art. 104: autonomia riferibile all’ordine giudiziario, mentre indipendenza riferibile ai singoli magistrati  la Costituzione
vuole tutelare l’autonomia ed anche l’indipendenza dell’ordine, la quale è un aspetto decisivo del principio liberale della separazione
dei poteri : dunque, l’indipendenza è riferibile sia all’ordine giudiziario nel suo complesso sia ai singoli magistrati

CSM E PARLAMENTO

L’indipendenza deve essere garantita nei confronti di ogni altro potere  gli organi da cui va difesa sono soprattutto gli organi politici
tramite l’instaurazione del principio di leale collaborazione fra organi/poteri che può riguardare anche i rapporti tra ordine
giudiziario e poteri politici

Sui disegni di legge in materie giuridiche il CSM fornisce pareri al Ministro di Giustizia e non alle Camere: non ha fondamento la
tesi per cui il CSM dovrebbe essere preventivamente consultato per esprimere pareri alle Camere su suddetti disegni di legge 
possono comunque esistere relazioni e rapporti di intesa e collaborazione tra CSM e Parlamento, come ipotizzato dal PdR C. A.
Ciampi che vide il CSM come un interlocutore che può recare dibattito su temi di giustizia con un contributo tecnico e
politicamente neutrale  queste relazioni non sono necessarie e non hanno un rapporto istituzionale come accade invece tra CSM
e Ministro di giustizia

Relazione al Parlamento sullo stato di amministrazione della giustizia = la relazione è trasmessa al Ministro di grazia e
giustizia e il CSM la redige in conformità all’odg del Senato secondo cui si sottolinea l’opportunità che il Ministro
della giustizia presenti ogni anno al Parlamento una relazione sullo stato di giustizia unita da un’analoga elazione
del CSM  strumento allegato alla relazione del Ministro in quanto solo lui può intervenire di fronte alle Camere per
assumere la responsabilità politica su questi temi di giustizia

Entro il 20° giorno dell’anno giudiziario il Ministro di giustizia rende comunicazioni alle Camere sull’amministrazione delle giustizia nel
precedente anno + interventi da adottare + orientamenti/programmi del Goveno in materia di giustizia per l’anno in corso

Richieste al Parlamento in merito ad udienze conoscitive o riguardanti il funzionamento della giustizia = norma presente nel solo
regolamento interno del CSM (non è sufficiente che sia presente nel regolamento di uno solo dei due organi coinvolti dal
rapporto)  nei regolamenti parlamentari non vi sono norme riguardanti il ruolo informativo/consultivo del CSM, ma solo il
ruolo consultivo del CNEL in materie economiche/finanziarie in quanto il CNEL è un organo di consulenza
il CSM non è un organo di consulenza delle Camere su materie giuridiche

Le Commissioni parlamentari possono disporre indagini conoscitive e consentono che venga convocata qualsiasi persona
o soggetto che possa fornire elementi utili alle indagini, ma non può formarsi nessun rapporto istituzionale con le Camere
Per formare procedure di collegamento fra Parlamento e CSM, andrebbero modificati i regolamenti parlamentari

GIUDICE SOGGETTO SOLO ALLA LEGGE

Art. 101 II: i giudici sono soggetti soltanto alla legge è la disposizione maggiore a tutela dell’indipendenza giudiziaria
Soggezione del giudice… = impossibilità di disapplicazione della legge
…soltanto alla legge = sinonimo di diritto, o di legge in senso formale intesa come fonte primaria? Si propende per la seconda
interpretazione, anche perché i giudici non sono abilitati a disapplicare le fonti primarie ma solo a sospendere il giudizio
sollevando una q.l.c. davanti alla Corte Costituzionale + possibilità dei giudici di disapplicare gli atti normativi non primari, in
quanto essi non sono soggetti alle fonti secondarie

lOMoARcPSD|3838188
Art. 101 + diritto comunitario = il fatto che il giudice non possa disapplicare la legge è in contrasto con con il principio del primato del
diritto europeo sul diritto interno che comporta la non-applicazione della legge se è in contrasto con fonti
comunitarie  MA non comporta una disapplicazione del giudice, quanto una non – applicazione non in
contraddizione con l’art. 101 ma basata sugli art. 11 e 117
La non – applicazione è possibile solo a rigorose condizioni attinenti la struttura delle norme europee che devono
possedere, per beneficiare dell’effetto diretto ossia creare direttamente obblighi e diritti, determinate qualità di
precisione e chiarezza in modo da risultare sostituibili al diritto nazionale

Vi sono due possibili letture dell’art. 101:

Giudice soggetto soltanto alla legge = indipendenza del magistrato a organi/poteri esterni alla magistratura e dagli altri
giudici  rapporto diretto tra giudice e norme di legge che interpreta ed applica (sia che la “legge” venga
interpretata come diritto oggettivo o come fonte primaria, il tipo di rapporto non muta)
Giudice soggetto soltanto alla legge = l’indipendenza funzionale del giudice non equivale all’arbitrio ma ha senso solo
nell’ambito di ciò che la legge prevede

Le due letture dell’art. 101 si integrano a vicenda e sono indispensabili entrambi: indipendenza del giudice e sua soggezione alla legge
sono due facce della stessa medaglia  la legge fornisce al giudice la norma da applicare e precostituisce l’unico vincolo
ammissibile alla sua funzione giudizaria
Il giudice è soggetto solo alla legge (norma generale ed astratta), e non al legislatore o al potere legislativo (organo politico)

CONDIZIONI MINIME DI GARANZIA

impossibile prescindere dalla constatazione di una differenziazione tra giudici ordinari e giudici speciali  l’indipendenza è
garantita a tutti i magistrati e il principio di indipendenza vale per tutte le giurisdizioni, non attinendo alla giurisdizione ordinaria
bensì al concetto generale di giurisdizione
La Costituzione prevede basilari garanzie per i giudici ordinari, mentre per i giudici speciali rinvia alla legge ordinaria ex art. 108 II
comportando una disciplina differente da quella prevista per i giudici ordinari  impossibilità di individuare garanzie minime di
indipendenza valide per tutte le magistrature: il requisito dell’indipendenza non consente uniformità e quindi non esiste nella
Costituzione una nozione unitaria di indipendenza

CLASSIFICAZIONI DI INDIPENDENZA

La nozione di indipendenza qualifica il rapporto tra il soggetto indipendente e quello rispetto al quale l’indipendenza è garantita

Da cosa o da chi si appresta una tutela? Da dove provengono i pericoli lesivi dell’indipendenza?
- garanzia dell’indipendenza esterna = protegge la magistratura dalle insidie provenienti da organi/poteri esterni alla
magistratura stessa  art. 104: attiene i rapporti della magistratura con altri poteri/organi dello Stato, ed è applicazione del
principio di separazione dei poteri = può subire attenuazioni in vari settori dell’ordinameto, MA NON nei confronti
della magistratura
garanzie dell’indipendenza interna = protegge il magistrato da attentati all’indipendenza che provengano
dall’interno della magistratura
Che cosa si tutela?
0 indipendenza istituzionale = si tutela l’organizzazione e la stuttura della magistratura  protegge l’ordinamento
interno della magistratura da interventi che mettono in pericolo l’indipendenza e autonomia dell’attività dei
magistrati indirettamente
1 indipendenza funzionale = si tutelano i caratteri tipici della funzione giurisdizionale  si assicura che il magistrato on
subisca interferenza di alcun genere

INDIPENDENZA ESTERNA ISTITUZIONALE

Impedire collegamenti tra la magistratura/magistrato e qualsiasi soggetto esterno ad essa che si ponga in condizione di esercitare
pressioni o influenza sugli organi giudiziari  sottrae il magistrato e la sua carriera a interferenze esterne alla magistratura
La Costituzione detta alcune regole fondamentale (inamovibilità + nomina per concorso + divieto di iscrizione a partiti politici) così
come anche la legge ordinaria (divieto di partecipare ad associazioni con vincoli interni + retribuzioni + svolgimento del
magistrato di incarichi diversi da quelli attinenti la funzione giurisdizionale)

INAMOVIBILITA’

Art. 107: i magistrato sono inamovibili se non in seguito a decisione del CSM o per i motivi e con le garanzie di difesa stabilite
dall’ordinamento, o con il consenso dei magistrati  lo Statuto Albertino sanciva l’inamovibilità dei magistrati solo dopo 3 anni di
servizio per consentire al Ministro di grazia e giustizia di utilizzare il trasferimento come uno strumento di controllo
Inamovibilità a tutela dell’indipendenza esterna perchè rimuovere il magistrato è uno strumento del potere politico per
interferire con l’attività giudiziaria
lOMoARcPSD|3838188

Art. 107 I: prevede, oltre l’inamovibilità, che le dispense dal servizio + sostituzioni + trasferimenti siano disposti dal CSM 
inamovibilità riferita alla permanenza nella sede ed anche alla permanenza nelle funzioni: a queste in generale o anche alla specifica
attribuzione di un paticolare ufficio?  sembra riferirsi all’assegnazione del magistrato all’organico o a un determinato ufficio  Se si ha
a che fare con la trattazione degli affari all’interno dell’ufficio, la questione ricadrebbe sull’art. 25 e il principio del
giudice naturale
Vi sono due eccezioni a questo principio: i provvedimenti di dispensa, di sospensione o di trasferimento possono essere
adottati senza il consenso del magistrato solo se ha commesso un illecito disciplinare, o è in una situazione di incompatibilità
personale/funzionale/ambientale

NOMINA PER CONCORSO

Art. 106 I: nomine dei magistrati per concorso per consentire a tutti di accedervi, per garantire l’accertamento della
qualificazione tecnica necessaria, e per evitare discriminazioni  non è di per sé una norma a garanzia dell’indipendenza, ma
d’idoneità a ricoprire l’ufficio
Costituisce il metodo – principe per garantire l’indipendenza dei giudici al momento dell’ingresso in magistratura, non
dovendo tale risultato a nessuno  rafforza ed integra l’indipendenza
Art. 106 II: la legge ammette la nomina, anche elettiva, di magistrati onorari per le funzioni attribuite ai giudici singoli 
ttribuzione della funzione giurisdizionale a soggetti con competenze tecniche che non sono magistrati in carriera ma che
si affiancano ad essi per alleggerirne il carico
Art. 106 III: unica eccezione per la magistratura professionale della regola costituite dal concrso  possibilità nelle alte
magistrature che siano chiamati come consiglieri di Cassazione, per meriti insigni, professori universitari in materie giuridiche + avvocati
con 15 anni d’esercizio ed iscritti negli albi speciali per le giurisdizioni superiori  numero di posti non superiore ad 1/10
del totale della Corte di Cassazione
Nomina con decreto presidenziale su proposta del CSM  non incide sulla composizione della Corte di Cassazione a
causa dell’esiguo numero di candidati

VERIFICHE SUI REQUISITI DEI CANDIDATI:


sono sempre stati necessari requisiti di capacità morale che rendessero i candidati idonei ad adempiere ad una funzione delicata
come la funzione giudiziaria  il CSM non ammette al concorso i candidati che non risultano di condotta incensurabile = modalità
di garanzia del fatto che al concorso accedano candidati non soggiacenti a decisive influenze esterne
Inizialmente, prima della Costituzione, era affidato al Ministro della giustizia l’esclusione di candidati scomodi e questo filtro all’accesso
aveva finalità opposte a quelle di tutela dell’indipendenza  esistono disposizioni legislative che consentono al CSM di
disporre indagini sul conto della famiglia del candidato: non erano inizialmente ammessi coloro che appartenevano a famiglia di
estimazione morale discussa  la Corte Costituzionale dichiarà illegittima questa disposizione in quanto andava contro gli artt. 3 e
51: la condizione delineata dalla disposizione non riguardava capacità o attitudini del singolo candidato, ma valutazioni
comportamentali imputate all’ambiente familiare  oggi sarebbe arbitrario presumere che valutazioni di famiglia o di membri
diversi dal candidato debbano essere trasferite a costui
Si modificò la disposizione, prevedendo che il CSM non ammettesse i candidati i cui parenti stretti avessero condanne per alcuni reati
tassativi previste dal codice di procedura penale, preservando così l’ingresso a soggetti legati o cresciuti in ambiente di tipo
mafioso  anche questa fu dichiarata incostituzionale
Deve essere sempre rispettata la riconducibilità delle condotte considerate all’interessato

ISCRIZIONE IN PARTITI POLITICI

Art. 98 II: la legge può stabilire per i magistrati limitazioni al diritto di iscriversi a partiti politici  è sanzionata ex d.lgs. 109 del
2006 l’iscrizione o partecipazione sistematica e continuativa a partiti politici o il coinvolgimento nelle attività di soggetti operanti
nel settore economico/finanziario che condizionano l’esercizio delle funzioni o ne compromettono l’immagine (disposizione
attuativa dell’art. 98)

Se risponde all’esigenza di garantire l’apparenza di imparzialità, ri tiene che la legge possa vietare ai magistrati non solo
l’iscrizione, ma anche la saltuaria partecipazione
Se risponde all’esigenza di garantire l’indipendenza, sarebbe da vietare la sola iscrizione al partito  la norma è tuttavia
anche in questo caso conforme a Costituzione in quanto il comportamento non è vietato in caso di mera
partecipazione, ma si sistematica e continuativa partecipazione

Secondo la Corte Costituzionale i magistrati possono condividere un’idea politica ed anche manifestare le loro opinioni a riguardo
divieto di iscrizione per rafforzare la garanzia della loro soggezione solo alla legge ed evitare che l’appartenenza ad una stuttura
partitica influenzi il loro esercizio: sent 224 del 2009 = l’estraneità del magistrato ai partiti è un valore che mira a salvaguardare
l’indipendenza ed imparzialità dovendo il cittadino essere sicuro che il magistrato non sia guidato dal pensiero di far prevalere
una parte politica  l’apparenza di imparzialità potrebbe essere discussa anche da partecipazioni non sistematiche e continuative
alla vita di un partito
lOMoARcPSD|3838188

ELEZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE

Bilanciamento tra diritto del cittadino-magistrato di non essere escluso dalla vita politica + esisgenza della sua indipendenza esterna 
deve prevalere la necessità di garantire l’indipendenza del magistrato, impedendogli di instaurare rapporti e vincoli di
natura stabile co una parte politica
Per le elezioni politiche i magistrati non sono eleggibili nelle circoscrizioni sottoposte alla giurisdizione degli uffici ai quali sono
assegnati in un periodo nei 6 mesi antecedenti la data di accettazione della candidatura  assicurare la libertà di voto dei cittadini
evitando che i magistrati alterino la par condicio e il libero convincimento dell’elettore
I magistrati non sono eleggibili se all’accettazione della candidatura non si trovano in aspettativa  collocamento in
aspettativa deliberato dal CSM, per evitare che svolga due funzioni così importanti contemporaneamente
I magistrati cndidati, ma non eletti, non possono esercitare per 5 anni le loro funzioni nella circoscrizione nel cui ambito si sono svolte le
elezioni  vietare al magistrato di svolgere la funzione nell’ambito in cui si è svolta la campagna elettorale ed ha tessuto
vari rapporti di vario tipo, facendo apparire dubbia la correttezza della sua decisione (5 anni = durata della legislatura)
Diritto alla partecipazione alla vita politica non limitabile dalla sussistenza di beni giuridici protetti costituzionalmente, come il buon
andamento della giustizia e il prestigio dell’ordine giudiziario

Elezioni amministrative  per le elezioni regionali le cause di ineleggibilità sono disciplinate con legge regionale
Il legislatore regionale deve prevedere una causa di ineleggibilità quando le attività svolte dal candidato turbano o condizionano
direttamente la libera decisione di voto degli elettori e deve stabilire l’inefficacia di queste cause quando gli interessati cessano le
loro funzioni non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature
I magistrati non sono eleggibili nel territorio nel quale esercitano le loro funzioni, salvo che cessino le funzioni non oltre il giorno
di presentazione delle candidature
Ineleggibilità di magistrati/contabili/giudici di pace che esercitano nella Regione + causa di ineleggibilità inefficace se essi
si dimettono non oltre i 90 giorni antecedenti il giorno delle candidature
in caso in cui la legge regionale in tema di ineleggibilità non contempla l’ineleggibilità dei magistrati, è preferibile che sia
dichiarata incostituzionale per omissione legislativa  carica di componente della Giunta regionale solitamente incompatibile con
la cariche che sono cause di ineleggibilità alla carica di consigliere regionale

La legislazione vigente comprenda un LACUNA = non è prevista l’ipotesi in cui il magistrato si candidi in una regione diversa
da quella in cui opera  svolge contemporaneamente due funzioni
Analogamente, vi è lacuna in caso di elezioni comunali e provinciali

Il magistrato può chiedere il collocamento in aspettativa ? si ritiene che il CSM debba concederla  risponde meglio alla
tutela dell’indipendenza e dell’imparzialità ex art. 51
Sarebbe possibile incidere sul tipo di funzioni esercitate dal magistrato che rientra in magistratura al termine del mandato  la
disciplina del 2006 prevede che i magistrati che abbiano svolto funzioni elettiva extragiudiziarie siano assegnati ad una sede diversa
vacante, in una regione diversa da quella di provenienza
Il legislatore può anche prevedere che il magistrato non rientri in magistratura, ma nella pubblica amministrazione  secondo
la Corte, “conservare il posto “(art. 51) = mantenere il rapporto di lavoro, non cntinuare nell’esercizio delle funzione espletate
dall’impiegato interessato

MAGISTRATI E ASSOCIAZIONI CON VINCOLI INTERNI

Problema dell’appartenenza dei magistrati a associazioni segrete o caratterizzate da una organizzazione gerarchica o da forti
vincoli interni  il CSM si pronunciò sull’illiceità disciplinare dell’affiliazione di un magistrato alla massoneria: è possibile
comprimere il diritto fondamentale d’associazione?
La sezione disciplinare del CSM ha ritenuto lesiva dell’indipendenza l’adesione ad associazioni segrete, e dal 1995 sono stati
sanzionati anche i magistrati aderenti ad altre logge massoniche non necessariamente vietate dalla legge, a
causa dell’incompatibilità
2005: è illecita la partecipazione ad associazioni segrete o i cui vincoli siano oggettivamente incompatibili con l’esercizio delle
funzioni giudiziarie  impedire che il magistrato aderisca ad associazioni che impognono vincoli ed obblighi stringenti che
minao l’indipendenza

RETRIBUZIONI

Un magistrato è istituzionalmente indipendente se lo è anche economicamente  la legge deve garantirgli di percepire una
retribuzioni adeguata e sufficiente: non tanto quella prevista dall’art. 36 Cost, ma una retribuzione che deve in più
garantire istituzionalmente l’indipendenza della funzione esercitata

INCARICHI EXTRA – GIUDIZIARI

Problema della disciplina del conferimento ai magistrati di compiti ulteriori e diversi da quelli relativi all’esercizio della loro funzione
giurisdizionale = incarichi extra – giudiziari  per 2 volte è stato proposto un referendum abrogativo contro le disposizioni che
lOMoARcPSD|3838188

consentono ai magistrati di assumere incarichi di qualsiasi specie (referendum inammissibili, senza quorum costitutivo)
I magistrati non possono esercitare determinate attività (ad esempio impieghi pubblici o privati)  l’accettazione degli incarichi
deve essere prima autorizzati dal CSM, e gli incarichi devono essere compatibili con le esigenza del servizio e con le funzioni
espletate dal magistrato per evitare di compromettere l’imparzialità o l’indipendenza Ogni 6 mesi il CSM deve rendere
noto l’elenco degli incarichi che ha autorizzato

A volte i magistrati sono chiamati a svolgere funzioni amministrative: il magistrato svolge quindi le funzioni amministrative in una
posizione gerarchicamente sottordinata, pregiudicandone l’indipendenza  i magistrati spesso chiedono al CSM l’autorizzazione a
svolgere incarichi di insegnamento: se temporalmente contenuti, non suscitano problemi
Delicata è la questione della presenza di magistrati in collegi arbitrali: dubbia compatibilità con il principio dell’indipendenza,
in quanto è possibile e alto il rischio di commistione tra l’attività giudiziaria e gli ambienti politici o economici interessati alla
questione  inizialmente il CSM ha assunto un atteggiamento di chiusura, negando le autorizzazioni per partecipare a collegi
arbitrali; in seguito il legislatore ha escluso i magistrati dai soggetti ammessi all’albo tenuto dalla Camera arbitrale dei lavori
pubblici

COLLOCAMENTO FUORI – RUOLO: vi sono casi in cui i magistrati, per esercitare incarichi estranei alle loro funzioni, devono essere
collocati fuo
A volte è la legge a prevedere l’obbligatorietà indispensabile che tali incarichi siano svolti da magistrati, altre volte la legislazione
prevede che gli incarichi possano essere espletati da magistrati ordinari, ma non necessariamente; altre volte ancora infine, la legge
non prevede nulla riguardo alle persone abilitate a svolgerle
E’ necessaria una delibera del CSM che conceda l’autorizzazione, in caso non sussistano gravi esigenze di servizio: il CSM si
attiene a vari parametri predeterminati:

Collocamenti fuori – ruolo consentiti solo per compiti previsti da leggi, da norme dell’UE, da norme internazionali o da
azioni comuni
Il CSM può respingere l’autorizzazione se l’incarico non corrisponde ad un interesse dell’amministrazione della giustizia
Non possono essere autorizzati prima del conseguimento della seconda valutazione di professionalità
Il magistrato, dopo un collocamente fuori – ruolo, deve rimanere in ruolo almeno 5 anni
Non è autorizzato il collocamente fuori – ruolo di un magistrato impegnato nella trattazione di procedimenti/processi per non
nuocere il regolare funzionamento dell’ufficio; ovvero quando quest’ultimo presenta un indice di scopertura
dell’organico superiore al 20%

Il potere valutativo del CSM si estende alla produttività come indice di impegno e laboriosità del magistrato  non pone problemi
di compatibilità con il principio di indipendenza, poiché la funzione esterna non è svolta contemporaneamente alla funzione
giudiziaria
Vi sono dubbi riguardo l’opportunità che il legislatore possa prevedere obbligatoriamente la presenza di magistrati, ed è
necessario evitare che il collocamento fuori ruolo consenta la creazione di carriere parallele: mediamente gli incarichi fuori ruolo
hanno una durata massima di 5 anni
Riguardo la carriera dei fuori ruolo  sono soggetti a valutazioni di professionalità svolte sulla base di relazioni redatte dalle
autorità presso cui svolgono servizio e possono anche partecipare a concorsi per la progressione della carriera; ma il legislatore ha
stabilito che il ricollocamente in ruolo avvenga nella medesima sede se vacante, o in altra sede, e nelle medesime funzioni
La destinazione di un elevato numero di magistrati a funzioni diverse da quelle giudiziarie determina carenza di personale negli
uffici giudiziari  il numero di magistrati destinati a funzioni non giudiziaria è conteggiato per determinare il ruolo organico della
magistratura  i fuori ruolo sono conteggiati nel numero complessivo di magistrati  il CSM ha ridotto il numero dei magistrati
collocabili fuori ruolo a 185 (da 200, e prima ancora da 230)
Il magistrato, se decide di candidarsi alle elezioni, deve essere collocato in aspettativa: per assumere un pubblico ufficio, non un
incarico, ed esercitare un diritto individuale  aspettativa concessa dal CSM, non computati nel limite dell 200 unità in caso di
ragioni elettive, e non incontrano il limite di 10 anni per la permanenza in aspettativa  non partecipano ad avanzamenti in
carriera,ma sono soggetti a valutazioni di professionalità

Quando poi cessao dalla funzione elettiva, devono rientrare in una sede diversa vacante in un distretto posto in una regione diversa
da quella in cui è ubicato il distretto dove è la sede di provenienza, e in una regione diversa da quella in cui è ubicata la
circoscrizione in cui è stato eletto il magistrato  per allentare i legami instaurati con i soggetti del territorio in cui ha svolto
l’attività politica

INDIPENDENZA ESTERA FUNZIONALE

Autonoma potestà decisionale, non condizionata da interferenze dirette o indirette (art. 104, 107 e 108)  Art. 101 II: esigenza che
il giudice non riceva se non dalla legge l’indicazione delle regole da applicare nel giudizio
Possibilità per il giudice di formarsi liberamente un convincimento sui fatti e sulle norme cui è confrontato, senza interferenze
 presuppone l’esistenza di una riserva di funzione giurisdizionale attribuita al giudice dalla Costituziona
lOMoARcPSD|3838188

La riserva di funzione si esplica nello spazio lasciato al giudice, nella valutazione del fatto e delle prova (libero convincimento) e
nell’interpretazione ed applicazione delle norme di diritto (riserva di giurisdizione)

LIBERO CONVINCIMENTO DEL GIUDICE

Verificare quale spazio debba essere garantito alla formazione del libero convincimento del giudice = valutazione dei fatti e
delle prove dedotte in giudizio 

nei casi in cui è stata chiamata a giudicare della legittimità costituzionale delle disposizioni che limitano i margini di
valutazione del giudice, la Corte ha accolto le questioni proposte ma lo ha fatto per violazione dell’art. 24 del diritto
di difesa  la formazione di un libero convincimento è una garanzia della parte del giudizio
Vi sono dubbi riguardanti le disposizioni che stabiliscono “pene fisse” limitando la discrezionalità del giudice  dubbi
relazionati all’art. 27 che impone l’individualizzazione della pena  esigenza di una articolazione legale del sistema
sanzionatorio, rendendo possibile l’adeguamento individualizzato proprozionale delle pena: previsioni
sanzionatorio rigide non sono in armonia con il volto costituzionale del sistema legale
Diverso è il caso in cui la norma imponga al giudice di disporre un accertamento in sede amministrativa  incostituzionalità
di una norma che impediva al giudice di scegliere il perito e gli imponeva invece di rivolgersi a un organo amministrativo
che lo nominasse
Riguardo poi l’art. 444 c.p.p. relativo all’applicazione della pena su richiesta delle parti  giudice sostanzialmente
vincolato alla volontà delle parti? No, in quant non manca una motivazione che esprima il libero convincimento
del giudice

Compressioni del libero convincimento posson derivare anche da fonti diverse  norma inserita in un regolamento
comunitario che non lascia al giudice la possibilità di valutare quale valore attribuire alla decisione della Commissione, ma gli si
impone di adeguarsi sempre alla decisione assunta  dubbiamente conciliabule con la concezione di indipendenza funzionale

RISERVA DI GIURISDIZIONE

Possibilità di individuare uno spazio costituzionalmente riservato all’attività del giudice, sottratto alla disponibilità e agli
interventi del legislatore

Riserva di giurisdizione in senso lato = divieto di influire sui giudizi in corso o sulle decisioni dei giudici sottraendo a questi
ultimi le controversie aventi ad oggetto l’interpretazione di norme giuridiche
Riserva di giurisdizione in senso stretto = solo in relazione ai disposti costituzionali precisi che riservano esclusivamente
all’autorità giurisdizionale di trattare determinate materia

La giurisprudenza costituzionale ha ragionato sulla distinzione tra funzione legislativa (regole generali ed astratte) e funzione
giurisdizionale (applica le regole generali ed atratte alla fattispecie)  operano su due piani diversi
Esistono tipi di legge che rischiano di incidere in modo penetrante sull’attività giurisdizionale, ponendo in rilievo l’esigenza di
individuare un ambito da riservare esclusivamente alla funzione giurisdizionale: le leggi retroattive (dispongono anche per il
pasato, art. 25) e le leggi di interpretazione autentica (leggi tramite le quali il legislatore interpreta leggi precedenti)  una reale
interferenza non vi sarebbe: si ha una legge interpretativa quando si chiarisce il significato di una tra le tante possibili
interpretazioni e le due norme si sovrappongono, venendosi quindi a creare un quid novi che rende obbligatorio il significato dato
dal legislatore
Rimangono problemi quando il legislatore cerca, con l’interpretazione autentica, di introdurre una norma nuova incidendo
sull’attività giurisdizionale  la giurisprudenza in passato aveva sancito che il legislatore non può sostituirsi al giudice nell’interpretare
la legge, e il legislatore può sempre riformare la disciplina vigente  oggi invece, la giurisprudenza non è severa nell’individuazione
dei limiti che incontra l’interpretazione autentica: il legislatore può emanere norme retroattive purchè la
retroattività sia ragionavolmente giustificata e non contrasti con valori/interessi costituzionali
Il legislatore incontra il limite del giudizio in corso o il limite del giudicato  sono incostituzionali le leggi di interpretazione
autentica che comportano la perdita di efficacia delle decisioni passate in giudicato  la legge interpretativa non lede la funzione
giurisdizionale, a meno che non violi il giudicato
Il limite del giudicato sembra essere progressivamente abbandonato nella giurisprudenza odierna  la legge interpretativa non
lede la funzione giurisdizionale nella creazione di una regola astratta  il legislatore non può prendere espressamente in
considerazione anche le sentenze passate in giudicato: se vi è un rapporto di consegurnzialità necessaria tra creazione della
norme e incidenza sui giudicati, un intervento è ammissibile

La Corte ritiene ammissibili le leggi di interpretazione autentica purchè non dispongano direttamente la caducazione di sentenze in
giudicato senza la contestuale modifica della legge su cui queste si basavano  una legge di interpretazione autentica può
incidere anche sul giudicato, purchè costituisca l’effetto conseguenziale della creazione di una norma astratta
Non vi è interferenza della legge nella funzione giurisdizionale se la norma introdotta continua a muoversi sul piano che le
è proprio, indipendentemente dal fatto che incida sui giudizi in corso o su causa già decise
lOMoARcPSD|3838188

Legge interpretativa a vocazione astratta = ammissibile


Legge interpretativa a vocazione provvedimentale = incostituzionale

Il concetto di riserva di funzione giurisdizionale si risolve solo nell’esistenza di una riserva di sentenza: l’unica legge
incostituzionale certamente è quella che si sostiuisce alla sentenza
Leggi – provvedimento = ammissibili e potenzialmente idonee a sostituirsi ad ogni attività di concreta esecuzione – applicazione di
norme, e suscettibili di entrare in tensione con la funzione giurisdizionale  l’ammissibilità di leggi con un contenuto concreto e
particolare incontra un limite nel rispetto della funzione giurisdizionale in ordine alla decisione delle causa in corso + limite generale
del principio di ragionevolezza
Riserva di sentenza = indispensabile intermediazione giudiziaria tra il contenuto delle norme legislative e la loro applicazione alle
fattispecie concrete = principio essenziale di organizzazione dell’attività statale e garanzia dei diritti individuali

SEGRETEZZA DELLA CAMERA DI CONSIGLIO

La segretezza come modalità di assunzione delle decisioni/sentenze collegiali è necessaria a tutela dell’indipendenza funzionale?
Secondo la giurisprudenza costituzionale: NO  dei provvedimenti collegiali debba essere redatto un verbale da cui risulti se sia stata
raggiunta l’unanimità o se vi sia stato dissenso  non lede l’indipendenza perché non vi è un nesso tra indipendenza e
segretezza
E’ espressamente prevista la figura di giudici monocratici (Art. 106) le cui decisioni non possono essere impersonali ed è sancito
il principio generale della responsabilità diretta dei giudici per gli atti compiuti in violazione dei diritti (Art. 28)
Deroga al segreto della camera di consiglio  trasparenza di comportamente e pubblicità per garantire l’indipendenza funzionale
Questa prospettiva porta all’introduzione della dissenting opinion = regola che consente ai giudici in minoranza all’interno
del collegio di far conoscere all’esterno la loro condizione e la loro opinione sull’esito della controversia

INDIPENDENZA INTERNA

Caratteristiche dell’organizzazione burocratico – amministrativa della magistratura  struttura non modellata sulla base del
principio gerarchico: indipendenza interna istituzionale
Caratteristiche del suo modo di funzionare  la magistratura è un ordine privo di un vertice funzionale: indipendenza
interna funzionale

La sentenza di qualunque giudice è idonea a rappresentare la parola definitiva dell’ordinamento: non esiste un’indispensabile
competenza finale o di chiusura  nemmeno la Corte di Cassazione: controlla i provvedimenti giurisdizionali in ultima istanza, ossia
l’interpretazione della legge  ciascun giudice è titolare della funzione giurisdizionale e la decisione di ciascun giudice è idonea a
diventare definitiva

INDIPENDENZA INTERNA ISTITUZIONALE

Art. 107 III: non vi è una gerarchia interna tra i magistrati  non impone una assoluta parificazione tra i magistrati: possono
sussitere distinzioni con riguardo alle funzioni esercitate (requirenti e giudicanti)
Quasi tutte le questioni decise dal giudice in primo grado possono essere nuovamente riesaminate da un altro giudice, proponendo un
ricorso in appello ossia in secondo grado  non esiste una soggezione gerarchica, ma l’ordinamento conosce la possibilità di più
gradi di giudizio
L’art. 107 non permette la creazione di rapporti di sovraordinazione tra magistrati, ma distingue i magistrati in base alle funzioni
e non esclude che queste siano graduate fra loro secondo l’importanza che hanno nel processo  non possono esservi
differenziazioni fra magistrati non derivanti dalla diversità dei compiti cui essi sono assegnati

CARRIERA DEI MAGISTRATI

Art. 105: il CSM ha la competenza di provvedere alle promozioni dei magistrati la Costituzione non esclude l’esistenza di
una carriera dei magistrati, purchè conforme all’art. 107, ossia non crei vincoli gerarchici tra i magistrati
Il legislatore dovette per questo motivo modificarne la carriera, passando da una carriera a ruoli chiusi, ad una a ruoli aperti (1960 –
1970)

PRIMA (1970 – 2005): Il conferimento dell’idoneità all’esercizio delle funzioni superiori veniva attribuito dopo lo svolgimento
delle funzioni in un certo grado per un determinato numero di anni, sulla base di un parere del consiglio giudiziario competente e
previa valutazione del CSM  meccanismo a selezione negativa: se non si rilevavano demeriti, la promozione avveniva
automaticamente per anzianità e a ruoli aperti  il magistrato conseguiva il titolo e lo stipendio della funzione superiore, pur
continuando a svolgere le funzioni inferiori  il conferimento effettivo avveniva in caso di posti vacanti

OGGI: (dal 2005): le promozioni si ottengono solo se vi è un effettivo conferimento di funzioni, cosa superando la regola dei ruoli
aperti  superato il concorso e terminato il tirocinio, fino alla prima valutazione i magistrati non possono essere destinati a
svolgere le funzioni requirenti/giudicanti in cui è necessario aver compiuto un pieno percorso formativo  dopo la prima
valutazione di professionalità, la carriera prosegue con criteri meritocratici: criterio dell’anzianità + criterio del merito valutato
lOMoARcPSD|3838188

attraverso il sistema concorsuale  se vi sono posti vacanti, il CSM indice un concorso, il cui accesso è consentito solo per le
funzioni relativamente alle quali è già stata ottenuta una determinata valutazione positiva carriera parzialmente
legata all’anzianità
Il 10% dei posti vacanti è riservati ai magistrati giovani, con seconda o terza valutazione di professionalità  non
produce comunque effetti sul trattamento giuridico ed economico del magistrato
Procedure concorsuale gestita unicamente dal CSM, a meno che siano da conferire funzioni presso la Corte di Cassazione: in
questo caso deve essere considerata anche la capacità scientifica e di analisi delle norme dei candidati, valutata da una
commissione nominata dal CSM (3 magistrati + un professore ordinario + un avvocato), e la decisione finale rimane al CSM

FUNZIONI DIRETTIVE

L’esercizio di funzioni direttive o semi – direttive è compatibile con l’art. 107  l’indipendenza della funzione giurisdizionale
comporta il riconoscimento della parificazione tra i magistrati, ma non concerna la posizione che essi assumono all’interno
dell’ordinamento giudiziario  la presenza di tali uffici non comporta l’introduzione di relazioni di tipo gerarchico tra i
magistrati: il titolare dell’incarico direttiva non può interferire nella concreta attività giudiziaria svolta dai magistrati che dirige
Le funzioni attribuite con incarico direttivo vanno svolte per obiettive esigenza di servizio, in modo da rendere possibile il
funzionamento dell’ufficio e di agevolarne l’efficienza  altrimenti, si sarebbe in presenza di un’attività viziata

Proposta di introdurre la regola della temporaneità per evitare la creazione di rapporti gerarchici e evitare di consentire ai
dirigenti perenni di consolidare un proprio potere  dal 2005: massimo 4 anni + una sola possibilità di rielezione,
sempre per altri 4 anni, previa valutazione del CSM
Modalità di conferimento delle funzioni direttive e semi – direttive: dal 2007 vi è un sistema concorsuale simile a quello
previsto per l’avanzamento di carriera (concorso per soli titoli)  vi provvede il CSM dopo aver valutato le pregresse
esperienze e i corsi di formazione in materia organizzativa e gestionale, che mostrino l’attitudine direttiva  per le
funzioni direttive di legittimità è necessario aver svolto funzioni di legittimità per almeno 4 anni

VALUTAZIONI DI PROFESSIONALITA’

Il magistrato deve mantenere un adeguato grado di preparazione, attraverso un’attività di formazione e di aggiornamento e di
periodiche verifiche e valutazioni  rapporto tra indipendenza e valutazione di professionalità: la valutazioni di professionalità
possono costituire uno strumento per esercitare penetranti controlli sulle convinzioni e sui comportamenti dei magistrati, o
anche per dar vita a una gerarchia interna  tale attività spetta al CSM: sono caduti i dubbi di compatibilità con l’indipendenza
Dal 2007 è stabilito che il magistrato debba essere periodicamente sottoposto a giudizi sulla sua professionalità  valutazioni di
professionalità ogni 4 anni dalla data di nomina fino a dopo la settima valutazione
Valutazione di professionalità = capactà, laboriosità, diligenza ed impegno, e i parametri oggettivi sono predeterminati dal
CSM con una delibera  il CSM è coadiuvato dai Consigli Giudiziari che eseguono un parere motivato da trasmettere al CSM
con la documentazione e i verbali delle audizioni effttuate  entro 10 giorni, il magistrato può chiedere di essere sentito
I giudizi possono essere positivi, non positivi o negativi  chi non ottiene giudizi positivi sarà nuovamente sottoposto a valutazione
e non gli verrà riconosciuto l’aumento stipendiale: dopo 2 giudizi negativi è dispensato dal servizio

INAMOVIBILITA’

Sia l’indipendenza interna istituzionale che l’indipendenza esterna istituzionale sono tutelate dalla garanzia dell’inamovibilità ex
art. 107 I  la Costituzione si preoccupa di stabilire che anche il potere del CSM incontri dei limiti, in modo da
garantire l’indipendenza del magistrato anche all’interno dello stesso ordine giudiziario
L’art. 107 copre con una riserva di legge l’identificazione dei motivi dello spostamento  i motivi devono essere previsti in via
generale dalla legge e non decisi dal CSM + se il magistrato non acconsente al trasferimento, la decisione del CSM deve essere
adottata con le garanzie di difesa stabilite dall’ordinamento
Gli istituti più discussi sono i trasferimenti d’ufficio per incompatibilità ambientale (da una sede all’altra) e per incompatibilità
funzionale (da un ufficio all’altro) dettati dalla Legge sulle Guarentigie  i magistrati possono essere trasferiti quando non possono
amministrare giustizia nelle condizioni richieste dal prestigio dell’ordine giudiziario: molti ritengono la disposizione incostituzionale
nel procedimento dovrebbe venire in rilievo non tanto un illecito compiuto dal magistrato, ma una situazione obiettiva che si
determina nell’ufficio dove egli esercita le sue funzioni: il trasferimento d’ufficio dovrebbe rispondere ad esigenze oggettive
indipendenti dalla colpa del soggetto coinvolto  l’istituto del trasferimento sarebbe un ulteriore strumento di garanzia
dell’indipendenza del giudice, come mezzo per togliere il giudice dall’imbarazzo di dover amministrare giustizia in
circostanze difficili

Dal 2005 il Governo è stato delegato a chiarire la differenza che intercorre tra procedimento di trasferimento e procedimento
disciplinare: il trasferimento può essere disposto quando i magistrati, per qualsiasi causa indipendente la loro colpa, non possono
svolgere le funzioni con piena indipendenza ed imparzialità  la Sezione disciplinare ora può disporre il trasferimento el
magistrato ad altra sede o destinarlo ad altre funzioni
Il CSM ha lamentato la perdita di incisivi strumenti di intervento nelle situazioni delicate e nella zona grigia, il cui permanere mina la
lOMoARcPSD|3838188

credibilità della giurisdizione, e cerca di mantenere una linea di continuità rispetto all’impiego precedente dell’istituto del
trasferimento d’ufficio come funzione paradisciplinare  la modifica dei presupposti per il trasferimento ha limitato
l’operatività dell’istituto alle ipotesi di incompatibilità oggettiva, non imputabile alla colpa

Organizzazione del lavoro  ci si domnda se il principio dell’inamovibilità possa incontrare limitazioni o eccezioni qualora o
richiedano esigenze di efficienza e funzionalità del servizio – giustizia, applicabile anche alla magistratura  legittime le dispsizioni
normative riguardanti gli istituti delle applicazioni e delle supplenze

Applicazione = il magistrato viene assegnato ad un ufficio per svolgere funzioni specifiche


Supplenza = per far fronte ad una carenza di un magistrato: il magistrato supplente fa fronte a tutte le incombenze del
magistrato supplito

La disciplina relativa alle applicazioni e alle supplenze prevede la possibilità di disporre dei cambiamenti di funzione, senza rispettare
le procedure dell’art. 107, il quale è posto a presidio solo della conservazione della sede e delle funzioni come facenti
parte lo stato giuridico del magistrato  la disposizione non esclude che siano adottati provvedimnti di modificazione della ripartizione
dei magistrati fra i vari uffici dell’organo, come anche provvedimenti che facciano luogo alla temporanea destinazione
di un magistrato a una sede o a una funzione diversa da quelle alle quali sia assegnato (provvedimenti che non incidono sullo
stato dei magistrati)
Il legislatore può decidere che il CSM provveda al trasferimento dei magistrati se risulta necessario per coprire l’organico nelle sedi
disagiate rimaste vacanti e per le quali non siano pervenute manifestazioni di consenso al trasferimento, purchè
siano puntualmente indicati i criteri per l’individuazione dei magistrati da trasferire

INDIPENDENZA INTERNA FUNZIONALE

Indipendenza funzionale del giudice lesa dall’attività di altri giudici  art. 101 II: nessuna lesione all’indipendenza può derivare
dall’esistenza di più gradi di giudizio, e dalla possibilità che la sentenza di un giudice venga riformata da quella di un altro giudice:
scelta discrezionale del legislatore la conformazione dei gradi di giudizio
Il giudice al quale la Cassazione rinvia la causa, deve adeguarsi al principio di diritto stabilito dalla stessa Corte  la Costituzione
assoggetta il giudice non solo al vicnolo di una norma che contempla la fattispecie da decidere, ma anche alle valutazioni che la
legge dà dei rapporti e al rispetto degli effetti che ne desume: è sempre alla legge che il giudice si ricollega quando armonizza la sua
decisione a queste valutazioni  la pronunzia giudiziaria si mantiene sotto l’imperio della legge anche se essa dispone che il giudice
formi il suo convincimento avendo riguardo a ciò che ha deciso altra sentenza emessa nella stessa causa  il giudice di rinvio se
dubita della costituzionalità di un’interpretazione, non può discostarsene ma solo sollevare una questione di costituzionalità

Il giudizio del giudice può non concludersi in un solo processo, ma vi sono successi gradi di processo  una
decisione giurisdizionale viene impugnata di fronte a un giudice di grado superiore (sistema piramidale)
Le decisioni di primo grado possono essere impugnate di fronte a giudici di secondo grado (corti d’appello)  le decisioni di
primo grado inappellabili o di secondo grado sono riesaminabili dalla Corte di Cassazione
Il ruolo della Corte di Cassazione è di una funzione nomofilattica e il ricorso in Cassazione va fondato su ragioni di diritto e
legittimità  la spesso la Cassazione si limita a fissare il principio di diritto rinviando la decisione a un giudice di merito
La previsione del ricorso in Cassazione è obbligatoria nei casi ex art. 111 VII; mentre gli altri casi in cui è ammessa sono individuati
dal legislatore

Eventuale soggezione del giudice alle decisioni assunte da altri giudici, all’interno di uno stesso grado del processo  non è in
violazione con l’art. 101 perché è la legge a stabilire quale giudice decida con preminenza, allo scopo di perseguire finalità di
giustizia e la sollecita definizione del processo

INDIPENDENZA DEI GIUDICI SPECIALI

La scelta della garanzie di indipendenza dei giudici speciali è demandata alla legge ordinaria mancando in Costituzione la
previsione di un organo di autonomia cui siano demandate funzioni analoghe a quelle dell’art 105 per il CSM
Verificare quali sono le garanzie minime di indipendenza dei giudici speciali, spettando al legislatore l’individuazione di
tali requisiti, anche se la discrezionalità legislativa non è illimitata

Indipendenza funzionale = medesima condizione del giudice ordinario


Indipendenza istituzionale (soprattutto esterna) = alcune garanzie costituzionali si estendono anche ai giudici speciali?

NOMINA POLITICA ED INDIPENDENZA

Art. 106: ma per i giudici specali, è possibile ricorrere a procedure diverse, tramite nomine governative

Nomina dei membri della Corte dei Conti = alcuni posti sono riservati alla nomina da parte del Governo, tra persone non
appartenenti alla magistratura della Corte, e il Presidente della Corte dei Conti viene nominato con decreto del PdR su
proposta del PdCM previa deliberazione dello stesso Consiglio dei Ministri
lOMoARcPSD|3838188

Nomina membri del Consiglio di Stato = ¼ dei posti di consigliere vacanti sono coperti da persone nominate, con d.p.r., previa
deliberzione del Consiglio dei Ministri e previo parere del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa  stessa
procedura anche per il Presidente del Consiglio di Stato

Ci sono stati molti dubbi riguardanti la legittimità costituzionale di queste nomine, in quanto possibilmente lesive dell’indipendenza
istituzionale: la Corte Costituzionale ha dichiarato infondata la questione, affermando che l’indipendenza è garantita se il vincolo con il
Governo si esaurisce nell’atto di nomina: l’indipendenza deve essere valutata in relazione al modo in cui si svolgono le elezioni 
modalità con le quali l’organo svolge le sue funzioni, purchè si sostenga che i modi nei quali la nomina avviene
riguardano il solo atto di nomina ed esauriscono in questo ogni loro effetto  dopo la nomina, si esaurisce oni vincolo sussistente
tra il Governo che nomina e la persona nominata

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità delle norme che consentivano ai soggetti nominati dal Governo di
essere confermati nell’incarico, per evitare che rimanesse un legame che lede la posizione del giudice
I princìpi sono utilizzati anche oer valutare la legittimità di altre nomine politiche, come avviene ad esempio nel Consiglio di
Giustizia Amministrativa della Sicilia dove i membri sono designati dal Presidente della Regione

INDIPENDENZA E PROFESSIONALITA’

Se la nomina non avviene tramite concorso, è necessario che il legislatore garantisca adeguati requisiti di idoneità in coloro che
sono nominati  il legislatore deve individuare le categorie tra cui possono essere scelti i soggetti nominabili
Questione nata in riguardo alla legittimità costituzionale delle norme che consentivano la nomina dei membri del Consiglio di Stato da
parte del Governo senza prevederne limiti e cautele  è decisiva, a tutela dell’indipendenza, l’idoneità tecnica dei nominati

0 ASSENZA DI VINCOLI DI SOGGEZIONE AD ALTRI ORGANI

rilevante anche la situazione di dipendenza formale o sostanzialee in cui il giudice si può trovare nei confronti dell’organo che lo
ha nominato  se vi è una nomina, e non un ingresso per concorso, se il nominato mantiene un rapporto di servizio
con l’amministrazione che lo ha nominato, l’indipendenza è viziata
Il soggetto nominato dovrebbe acquistare una nuova e speciale condizione giuridica

Quando il soggetto viene nominato giudice speciale da un organo politico – amministrativo


Quando soggetti estranei all’amministrazione della giustizia sono aggregati a organi giurisdizionali per un periodo
definito, senza assumere lo status di giudice  ex art. 102 e 106

L’Art. 108 III richiede che la legge assicuri l’indipendenza anche degli estranei che partecipano all’amministrazione della giustizia

Dichiarazione di incostituzionalità delle norme relative alla composizione della “Commissione dei ricorsi contro i
provvedimenti dell’ufficio italiano brevetti e marchi” poiché vi partecipava anche il direttore dell’ufficio centrale,
pur senza diritto di voto
Dichiarazione di incostituzionalità della disposizione che prevede che il dirigente dell’ufficio investito di compiti di
valutazione del bene espropriando, sia parte della Giunta speciale per le espropriazioni, con funzioni di competenza
a determinare in sede contenziosa l’indennità di espropriazione
Dichiarazione di incostituzionalità della normativa riguardante la composizione del tribunale regionale delle acque
pubbliche: partecipava anche un tecnico come membro laico, che anche dopo la nomina espletava funzioni
nell’ufficiodi appartenenza, rimanendo incardinato e soggetto a i condizionamenti dovuti alla sua posizione di
dipendenza dall’amministrazione

INAMOVIBILITA’

L’inamovibilità è garanzia minimale dell’indipendenza dei giudici speciali  bisogna individuare cautamente il
soggetto competente ad assumere provvedimenti capaci di incidere sull’inamovibilità

Corte dei Conti: il presidente e i consiglieri non possono essere revocati/collocati d’ufficio a riposo/allontanati se non per
d.p.r. col parere conforme di una commissione formata da presidenti + vicepresidenti delle Camere
Consiglieri di Stato: provvedimenti analoghi possono essere adottati con d.p.r. su proposta motivata del PdCM, udito il
parere del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativ e dopo la deliberazione del Consiglio dei Ministri

Il procedimento con cui viene disposta la decadenza dall’incarico deve avere la possibilità di opporsi a provvedimenti di
decadenza emanati in via automatica, ossia senza aver assicurato al titolare dell’ufficio le garanzie delle preventiva
contestazione e del contraddittorio  effetto automatico di decadenza = viola l’indipendenza

INCARICHI EXTRA – GIUDIZIARI

Possono determinare pregiudizi sulla loro indipendenza, soprattutto e sono in gioco rilevanti interessi economici, come negli
ARcPSD|3838188

arbitrati  i magistrati amministrativi e contabili, previa autorizzazione, possono essere designati a far parte di collegi arbitrali, e
sono iscritti all’albo tenuto dalla Camera arbitrale dei lavori pubblici

CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE TRA POTERI

Strumenti di garanzia dell’indipendenza: questione di legittimità costituzionale (se l’interferenza proviene dalla legge) e del
conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato (se la lesione è operata con fonte secondaria o con atti amministrativi o anche meri
comportamenti)  la tutela dell’indipendenza costituisce l’oggetto dei conflitti e l’indipendenza costituisce anche il principio da
tenere presente per individuare il soggetto legittimato a promuovere il giudizio per conflitto o a resistervi

Profilo soggettivo del conflitto = concetto di indipendenza interna per individuare quale organi giudiziario può stare in
giudizio  possono promuovere il conflitto gli organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui
appartengono: ciascun giudice pronuncia una sentenza definitiva, e in base all’art. 107 III i giudici non si distinguono se non
per funzioni, escludendo l’esistenza di un’organizzazione gerarchica  potere giudiziario = potere diffuso, che ogni giudice
sia in grado di esprimere la volontà del potere cui appartiene e quindi essere parte di un conflitto fra poteri
Profilo oggettivo del conflitto = distinzione tra indipendenza istituzionale e funzionale nel precisare qual è l’oggetto da
tutelare tramite il conflitto  il giudice è potere dello Stato solo quando si trova nell’esercizio attuale di funzioni
giurisdizionali, ossia quando è investito di un processo  il giudice non può difendere con lo strumento del conflitto di
attribuzioni funzioni diverse da quella giurisdizionale

Lo strumento del ricorso per conflitto di attribuzioni non può essere utilizzato per tutelare anche l’indipendenza istituzionale 
scopo primo del conflitto è difendere la libertà e l’indipendenza del giudice nel concreto processo in corso e la sola indipendenza
funzionale
Il conflitto di poteri può anche essere lo strumento dell’indipendenza istituzionale, se si pensa a casi nei quali un potere invade
le garanzie che assistono lo status dei magistrati: è lo stesso CSM a proporre il conflitto

più difficile ipotizzare che un altro potere dello Stato possa ledere l’indipendenza istituzionale del singolo magistrato 
situazioni di tensione tra il magistrato e il CSM, ma il singolo può ricorrere attraverso le vie ordinaria, in quanto è ammessa la
sindacabilità degli atti del CSM

Possibilità che il giudice impugni un ATTO NORMATIVO

Secondario (regolamento): l’unico rimedio è costituito dal ricorso per conflitto di attribuzioni
Primario (legge): in alcuni casi la Corte Costituzionale ha ammesso tale possibilità, in quanto il conflitto è lo strumento che
garantisce la sfera di attribuzioni determinata dalla Costituzione, non rilevando la natura degli atti da cui deriva la lesione
di tale sfera  la giurisprudenza costituzionale esclude l’ammissibilità del conflitto se a sollevarlo è il giudice in quanto
egli ha a disposizione la strada della questione di legittimità costituzionale
Quando a sollevare conflitto contro la legge è il CSM, deve essere esclusa l’esperibilità del conflitto quando la legge
sia denunciabile nel giudizio incidentale

GIUDICE E CONFLITTO DI ATTRIBUZIONI STATO E REGIONI

Caso in cui una Regione(che non è potere dello Stato ex art. 134) sollevi un conflitto di attribuzione contro lo Stato, impugnando un
provvedimento giurisdizionale  l’organo giudiziario è parte sostanziale del conflitto, ma in giudizio può costituirsi solo il
Presidente del Consiglio cui è stato notificato il ricorso  il Governo, nemico naturale dell’ordine giudiziario, diventa il soggetto
preposto a difendere la magistratura nerso l’ente regionale: può accadere che il Presidente del Consiglio non si costituisca,
lasciando il magistrato senza difesa nel processo di fronte alla Corte Costituzionale  è necessario un intervento del legislatore
Intanto, l’organo giudiziario può giovarsi di una modifica delle norme integrative dei giudizi di fronte alla Corte Costituzi onale: in
quanto il ricorso deve essere notificato all’organo che ha emanato l’atto, se si tratta di autorità diverse da quelle di governo e da
quelle dipendenti dal Governo, consentendo anche all’organo giudiziario di costituirsi di fronte alla Corte

PARTECIPAZIONE POPOLARE:

La Costituzione prevede diverse modalità di reclutamento che sono tassative e inapplicabili per via analogica in quanto eccezionali
Magistrati onorari che esercitano funzioni giudiziarie non per professione e potrebbero essere elettivi e ricoprire solo uffici
monocratici
Giudice popolare che può essere un cittadino con un titolo di scuola media (Corte di Assise) o superiore (Corte di Appello) ed è l’unica
forma di amministrazione diretta della giustizia da parte del popolo  attribuzione di compiti giudiziari a semplici cittadini per
arricchiare il giudizio di una sensibilità diversa in caso di reati di maggiore gravità e a forte impatto sociale (materia penale)
lOMoARcPSD|3838188

3. Giudice di pace = competenza in materia civile per cause di modesta entità


Altri giudici onorari, fatta eccezione per il giudice di pace, sono i giudici onorari aggregati (sezioni stralcio istituite per
l’eliminazione degli affarri civili pendente) + giudici onorari di tribunale (supporto negli uffici giudicanti)
Viceprocuratore onorario = a cui il procuratore può delegare alcune funzioni in alcune udienze  non equiparabile ai giudici
onorari in quanto non hanno la stessa valorizzazione costituzionale

MAGISTRATI

Si dividono in due categorie a seconda della funzione che svolgono:

GIUDICI = funzione giudicante  in una posizione di terzietà, giudicano e risolvono le controversie (sia da soli,
monocraticamente, che in in un collegio di 3 persone determinato dal legislatore)
PUBBLICI MINISTERI = funzione requirente  sono parti del processo, soprattutto penale, in cui conducono le indagini e
rappresentano la pubblica accusa

Gli uffici requirenti (della pubblica accusa) sono stratturalmente diversi dagli uffici giudicanti, in quanto sono costituiti da una
Procura della Repubblica in cui il Procuratore si avvale di sostituti procuratori e, se è molto grande, è coadiuvato da un procuratore
aggiunto  analogamente avviene nelle procure generali delle corti d’appello o nelle corti di cassazione
Un ufficio requirente è istituito anche presso il tribunale dei minori

Indipendenza si riferisce ai giudici in quanto organi (requisito che deve sussistere nel’organo giurisdizionale prima ed
indipendentemente all’instaurazione di un proceso); mentre l’imparzialità si riferisce ai giudici in quanto persone fisiche (è
rilevabile olo nell’esercizio concreto delle funzioni, e quindi si rileva dopo l’instaurazione del rapporto giuridico processuale)
L’indipendenza è lo strumento per garantire l’imparzialità  presupposto prima della sua imparzialità: l’imparzialità si valuta
sulla base di condizioni e requisiti ulteriori rispetto a quelli che assicurano l’indipendenza

l’INDIPENDENZA ISTITUZIONALE dei p.m. è rimesssa alle scelte del legislatore (art. 107 e 108): al p.m. non si applica l’art 101
II in quanto è possibile un’organizzazione gerarchica degli uffici della procura
Per lungo tempo la progressione in carriera è stata concepita solo per anzianità di servizio o mere valutazioni di non
demerito per impedire che decisioni sulle carriere potessero condizionare l’indipendenza dei magistrati  ciò ha
impedito di selezionare i magistrati in base al merito  riforma dell’ordinamento giudiziario del 2005 =
meccanismo concorsuali interni alla magistratura per l’avanzamento in carriera

L’INDIPENDENZA FUNZIONALE è garantita dalla Costituzione  è obbligatorio l’esercizio della funzione penale (art. 112) =
principio di obbligatorietà dell’azione penale : su tutte le denuncie di reato il p.m. ha l’obbligo di indagare e analizzarne
gli elementi  oggi bisogna fare delle scelte su quali reati perseguire appieno, e bisogna far in modo che non vi
siano critiche che ricadono sul p.m. = assenza di discrezionalità nel promovimento dell’azione penale ed è
funzionale a garantire l’eguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge penale e l’indipendenza del p.m.
La minaccia penale simbolica, se controproducente o ineffettiva, rende lo strumento inefficace per il valore che si vuole
garantire o tutelare

Il p.m. gode di garanzie di indipendenza stabilite con legge ma non necessariamente in modo uniforme ai giudici  nelle Procure il
capo dell’ufficio può assegnare/revocare gli affari au suoi sostituti o fornire loro direttive

Art. 109 = polizia giudiziaria disposta per l’autorità giudiziaria  non costituisce un corpo a sé ma ciò crea alcuni inconvenienti
perché questi organi di polizia dipendono da vari Ministri (Interni, Difesa, Economia e Finanze) e la stretta disponibilità prevista dalla
Costituzione può trovare un inopportuno ostacolo nella dipendenza gerarchica dall’autorità ministeriale  il codice di procedura penale
ribadisce l’istituzione di sezioni di polizia giudiziaria apposite presso ogni Procura composte di mezzi e personale
modesti rispetto alle forze di polizia

IMPARZIALITA’

Art. 111  processo in condizioni di imparità con un giudice terzo ed imparziale (posizione di indifferenza rispetto alle parti e
alle questioni e all’esito della decisione):

Oggettiva (FUNZIONALE)= le modalità con cui esercita devono essere imparziali  il giudice non può giudicare due volte la
stessa vicenda, e non può preannunciare agli organi di stampa l’esito del giudizio
CI si riferisce all’atteggiamento equilibrato ed equidistante riferibile alle modalità con cui si affronta la controversia
Soggettiva = il magistrato deve apparire imparziale per la sua storia personale  non deve avere rapporti di parentela con
le parti  riferibile come qualità del soggetto chiamato a giudicare

La Corte europea per i diritti dell’uomo ha elaborato una distinzione tra imparzialità oggettiva e soggettiva:
lOMoARcPSD|3838188

Soggettiva = atteggiamento personale dei singoli magistrati verso le parti  è presumibile: spetta alle parti dimostrarla
Oggettiva = esigenza che il giudice non sia né appaia condizionato da precedenti valutazioni compiute verso le parti 
dipende dall’interpretazione dei vari legislatori nei vari Paesi (anche la apparenze sono importanti)

Nel linguaggio comune l’imparzialità è equiparata alla NEUTRALITA’  fallace: non schierarsi a difesa di nessuno né esprimere
opinioni, nemmeno imparzialmente: il neutrale decide di non decidere, l’imparziale decide
obiettivamente Neutralità può anche significare indifferenza sull’esito della controversia
Il giudice quindi deve essere imparziale, non neutrale  ma spesso i termini sono usati come sinonimi
Negli anni 60/70 vi fu una spaccatura: alcuni volevano attribuire alla magistratura e ai giudici il ruolo di portavoce di istanze politico
– sociali in modo da rendere la legge forzata verso esigenze sociali; altri invece temevano la politicizzazione della magistrature
e richiedevano l’imparzialità nonché la nautralità del giudice  dibattito ormai superato
Imparzialità non significa che il giudice sia indifferente, ma che non sia parziale  solo se il giudice ha un interesse diretto nella
causa, non può essere imprziale ed è quindi costretto a astenersi

GARANZIE PER L’IMPARZIALITA’

Incompatibilità = predeterminazione astratta di situazioni oggettive, al verificarsi delle quali si ritiene che il giudice non sia
imparziale  atti e funzioni che una volta posti in essere determinano pregiudizio

Le cause di incompatibilità sono previste dagli art. 34 e 35 del codice di procedura penale  determinate da atti già conosciuti dal
giudice nello stesso procedimento + vi sono anche cause di incompatibilità determinate da qualità personali concernenti il giudice

Astensione e ricusazione = al verificarsi di date situazioni, il giudice deve astenersi dallo svolgere le sue funzioni in quel
procedimento, ex art 36 e 37 del codice di procedura penale  se non si astiene, le parti possono proporre un’istanza
di ricusazione del giudice, ossia chiederne la sostituzione

L’incompatibilità opera automaticamente al verificarsi di ipotesi tassative, mentre l’astensione e la ricusazione


spettano rsipettivamente al giudice o alle parti che rilevano l’esistenza di una situazione lesiva dell’imparzialità

Rimessione del processo è disciplinata dall’art. 45 del codice di procedura penale = consente di chiedere che il processo sia
spostato in altra sede

1930: il codice Rocco consentiva di chiedere la rimessione per gravi motivi di ordine pubblico e per legittimo sospetto se si dubitava
dell’imparzialità dell’organo giudiziario
1988: il codice di procedura penale (tutt’oggi vigente) non aveva inizialmente riprodotto la possibilità di legittimo sospetto 
l’istituto risultava voltoalla tutela del corretto esercizio della funzione giurisdizionale o dall’indipendenza del giudice che non si
trovava più nelle condizioni oggettive di lavorare serenamente: non si trattava di un istituto volto alla tutela della sua imparzialità
2002: riforma che introdusse la causa di legittimo sospetto a tutela delle parti che nutrono dubbi sull’imparzialità del giudice

L’istituto della rimessione è stato modificato per chiedere lo spostamento del processo ad altra sede, in aso di imparzialità
dell’organo giudiziario  garantisce la parte nei casi in cui l’organo giudiziario operi in condizioni tali da far dubitare della sua
imparzialità
La giurisprudenza ha però dato un’interpretazione restrittiva dell’ipotesi del legittimo sospetto, condizionandola all’operatività delle
altre cause previste dalla norma  la Corte di Cassazione ha stabilito che i motivi di legittimo sospetto si possano attuare solo
quando si è in presenza di una grave ed oggettiva situazione locale (fenomeno esterno al processo) che causi un concreto
pericolo d’imparzialità giudiziaria  riguarda l’ambiente esterno al processo

I provvedimenti/comportamenti processuali del GIUDICE assumono rilevanza ai fini della rimessione a condizione che
siano l’effetto di tale situazione e siano sintomatici della non imparzialità del giudice
Gli atti/comportamento del P.M. sono presupposto di rimessione se generano una grave situazione territoriale esterna alla
dialettica processuale e se abbiano dato origine a motivi di legittimo sospetto

Questo istituto sembra dunque tornato ad essere strumento i garanzia per l’imparzialità dell’organo giudiziario  il giudizio
verrà poi proseguito da un altro giudice individuato secondo le disposizioni vigenti

In caso in cui PARTE DEL PROCESSO SONO DEI MAGISTRATI  art. 11 c.p.p. stabilisce che i procedimenti penali in cui vi siano anche dei
magistrati, siano affidati al giudice competente per materia situato nel capoluogo el più vicino distretto di corte d’appello
per evitare che la causa del magistrati sua giudicata parziale a causa di conoscenze tra colleghi  queste regole si riferiscono non
al singolo giudice inteso come persona fisica, ma all’ufficio astrattamente competente e a tutti i magistrati che ne fanno parte

Questa regola operante per i processi penali è stata estesa anche ai processi civili ex art. 30 bis c.p.c.  la Corte aveva precisato che
spetta al legislatore bilanciare l’esigenza di imparzialità del giudice e l’esigenza di effettività del diritto di difesa, i relazione ai
vari tipi di cause civili  altrimenti il legislatore avrebbe esteso la regola indistintamente a tutte le cause civili
La Corte ha accolto la questione escludendo dall’art. 30 bis i processi esecutivi (funzionali all’attuazione forzata di un diritto già
lOMoARcPSD|3838188

consacrato) e ha drasticamente ridotto l’applicabilità dell’articolo alle sole azioni civili concernenti le restituzioni e il risarcimento del
danno da reato ove vi sia parte un magistrato  principio di imparzialità maggiormente tutelato nel processo penale

IMPARZIALITA’ NEL PROCESSO PENALE

L’imparzialità deve essere garantita in ogni tipo di processo, ex art. 111 ma non escludendo che possa trovare garanzia in modalità
differenziate a seconda dei diversi tipi di processo  nel nostro ordinamento, solo nel processo penale vi è l’impossibilità del
giudice di proseguire nel giudizio se precedentemente nello stesso procedimento si sia formato un pregiudizio rispetto ai fatti della
causa: art. 34 c.p.p. = incompatibilità del giudice a proseguire nel giudizio
Si è pensato alla possibilità di estendere anche al processo civile e amministrativo il principio della decisione pregiudicante,
concentrando varie ordinanze di rimessione sull’istituto dell’astensione chiedendo di dichiararlo incostituzionale nella parte in cui non
prevede l’obbligo di astensione del giudice in dati casi  la Corte ha risposto con pronunce di infondatezza a causa della peculiarità del
processo penale che deve essere sorretto da garanzie più forti per l’imputato  proc cesso penale fondato sul
principio accusatorio secondo cui il luogo in cui il giudice si forma il convincimento sui fatti è la fase dove dovrebbe essere maggiore la
parità delle armi tra accusa e difesa  secondo la dottrina processualcivilista, la Corte Europea dei diritti dell’uomo potrebbe
condannare lo Sato per violazione del principio dell’imparzialità del giudice in processi diversi da quello penale

La Corte ha quindi proposto un’intepretazione estensiva dell’art. 51 IV c.p.c. affermando che l’espressione “altro grado” deve
ricomprendere anche la fase che si succede con carattere di autonomia, avente contenuto impugnatorio in un processo civile e
caratterizzata da pronunncia  si può applicare anche nel caso in cui il giudice abbia giudicato in una fase diversa dello
stesso grado di giudizio: è necessaria un’identità res iudicanda tra le due valutazioni che il giudice deve operare

IMPARIALITA’ E TERZIETA’ DEL MAGISTRATO

L’art.111 sancisce l’imparzialità e terzietà del giudice  sono termini distinti o costituiscono un’endiadi? La
giurisprudenza costituzionale accoglie l’ultima ipotesi
MA riferita al giudice, l’imparzialità coincide con la terzietà o quest’ultima possiede un significato autonomo? Si può sostenere
che l’imparzialità sia una caratteristica del magistrato, mentre la terzietà sia caratteristica del giudice nel processo  tutti i
magistrati devono essere imparziali, ma la tezietà è caratteristica dell’organo giudicante e non del p.m.

Il P.M. deve essere imparziale quando parte del processo, ma è un’imparzialità non terzietà diversa da quella del giudice:
(Nei confronti del p.m. non è possibile un’istanza di ricusazione perché parte del processo)

Art. 52 c.p.p. = il p.m. può astenersi quando esistono gravi ragioni di convenienza e il capo ell’ufficio deve sostituirlo in
alcune ipotesi determinate
Art. 73 c.p.c. = al p.m. si applicano le stesse regole stabilite per l’astensione dei giudici

L’imparzialità deve caratterizzare la condotta del magistrato anche al di fuori del processo? Il magistrato deve essere imparziale ma
anche sembrare tale  la giurisprudenza è cauta per evitare che sul magistrato gravino obblighi o limiti eccessivi che incidano sulla
sua vita privata
Il giudice vicino ad un partito avversario di quello in cui milita una delle parti, deve astenersi o può essere ricusato? L’orientamento
politico del magistrato potrebbe causare una carenza della sua imparzialità  la giurisprudenza ritiene che il motivo politico
si qualifica solo come interesse indiretto alla causa, mentre l’interesse nel procedimento come causa di astensione è sempre
qualificato come interesse diretto e concreto
L’inimicizia con una della parti implica rapporti di carattere privato e non si estende a considerazione di carattere ideologico: non è causa
di astensione/ricusazione l’adesione del giudice a una corrente dell’Associazione nazionale magistrati  anche se il giudice
dovrebbe evitare prese di posizione eccessive, non possono assumere rilevanza le sole manifestazioni di inimicizia verso persone che
rivestono un ruolo politico di spicco: l’istanza di ricusazione viene accolta solo se possano desumersi comportamenti che
determinano una realtà relazione idonea a far desumere un sito significativo in capo al giudice, di avversione che da politica diventa
personale ed incompatibile  orientamento volto a escludere la rilevanza processuale dell’orientamento politico del magistrato
e condiviso anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo

La mancanza di imparzialità del giudice deve essere oggettivamente provata  analogo orientamento riguarda le decisioni rese
dalla sezione disciplinare del C.S.M.: il bilanciamento tra libertà del giudice nella vita privata e necessità che si comporti
pubblicamente in modo da apparire imparziale, considera meritevole di sanzione disciplinare solo il comportamento che si riflette
sul processo, anche se esterno ad esso
Il magistrato, fuori del processo, gode degli stessi diritti e libertà del cittadino comune: nello svolgimento di attività o ruoli sociali
pubblici non deve mai dimenticare le caratteristiche della propria funzione primaria  comportarsi in modo da essere
imparziale ma anche sembrarlo
Sanzione giuridica = quando si provi oggettivamente che non è imparziale con riferimento a un determinato processo
IMPARZIALITA’ DEI GIUDICI SPECIALI

Il maggior problema dei giudici speciali riguarda il loro reclutamento, essendo ogni altra metodologia oltre il concorso pubblico
pregiudicante la loro indipendenza e incidendo anche sull’imparzialità  la mancata indipendenza di traduce anche in difetto di
imparzialità – terzietàdel giudice rispetto alle parti
Quando gli stessi soggetti giudicano, in veste di giudici, atti alla cui formazione abbiano comunque contribuito in altra veste: non
sono giudici imparziali

Caso più noto: Consiglio di Stato che svolge sia funzioni consultive che giurisdizionali: può il consigliere di Stato giudicare
imparzialmente un atto sul quale abbia reso in precedenza un parere?

Vi sono state importanti pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo che esclude che la duplicità di funzioni di un organo
di giustizia amministrativa costituisca una lesione del principio di indipendenza, precisando che questa situazione può avere
effetti sotto il profilo dell’imparzialità oggettiva = esigenza che il giudice non sia condizionato da precedenti valutazioni
compiute nei confronti delle parti
Il principio di imparzialità impedisce al consigliere di Stato di pronunciarsi in sede giurisdizionale sulla medesima questione da
lui già promossa in deliberazione del parere  medesima questione = interpretazione restrittiva

Il Consiglio di Stato è diviso in sezioni e il Presidente del Consiglio di Stato decide con proprio decreto a quali sezioni siano
attribuite funzioni giurisdizionali e a quali funzioni consultive  casi in cui tutti i consiglieri si riuniscono in Adunanza generale per
deliberare su questioni particolari in sede consultiva
Ex art. 43 II delle leggi sul Consiglio di Stato: non possono prendere parte alle decisioni giurisdizionali i consiglieri che hanno già concorso a
dare parere nella sezione consultiva sull’affare che formava oggetto del ricorso  lo stesso Consiglio di Stato ha ribadito
questo concetto
MA l’art 43 II è stato abrogato, senza che la norma sia stata riprodotta nel nuovo codice del processo amministrativo:

O si ritiene che l’incompatibilità prevista dall’art. 43 sia stata assorbita dal rinvio che gli articoli del nuovo codice operano
alle cause di ricusazione e astensione previste dal c.p.c.
Oppure affermare che la speciale causa di astensione prevista dall’art. 43 non possa essere sopperita ricorrendo all’.art
51 c.p.c. perché manca il requisito dell’identità della causa  con questa ipotesi l’Italia sarebbe esposta ad una
condanna dalal CEDU

CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

Nella Corte Costituzionale italiana, l’imparzialità è intesa come equidistanza del giudice dagli interessi in gioco nel processo  il
magistrato non deve nutrire pregiudizi rispetto a causa o parti (sia preesistenti, che formatosi all’interno dello stesso processo)
 soggetto terzo scevro di interessi propri e sgombro da convinzione precostituite  per evitare che l’attività del giudice sia
pregiudicata o possa apparire tale
Forza della prevenzione = naturale tendenza a confermare una decisione già presa o a mantenere un atteggiamento già assunto 
l’impossibilità del giudice di decidere più volte sulla stessa materia deriva dall’obiettività della funzione del giudicare che esige
la massima spersonalizzazione  giurisprudenza pià rigorosa di quella della CORTE EUROPEA PER I DIRITTI DELL’UOMO  la
mancanza di imparzialità non può essere motivata se

0 Il giudice ha già emesso provvedimenti in materia di detenzione provvisoria nello stesso processo
1 Alcuni membri abbiano svolto nella medesima causa la funzione di giudici istruttori
2 Alcuni giudici avevano già condannato l’imputato contumace

necessario, secondo la Corte Europea, valutare caso per caso nei provvedimenti precedentemente assunti  vi sono ipotesi nelle
quali la Corte Costituzionale avrebbe ravvisato una lesione all’esigenza di imparzialità
La Corte Europea non ha ritenuto privo del requisito di imparzialità anche il giudice che abbia partecipato alla decisione finale
come Presidente del Collegio e che all’interno del medesimo procedimento abbia già emesso un provvedimento verso il ricorrenti

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Anche la PUBBLICA AMMINISTRAZIONE deve essere imparziale ex art. 97  non può fare favoritismo fra gli interessi opposti
che incontra nell’iter decisionale (= principio di uguaglianza)
L’amministrazione si pone come controparte rispetto alle posizioni soggettive che abbiano interessi contrastanti con quelli che essa
persegue  l’amministrazione è interessata ai fini cui conduce l’applicazione della legge: deve realizzare l’interesse pubblico come
storicamente concretizzato da organi politici competenti
Imparzialità della p.a. ≠ imparzialità (=terzietà) del giudice  giusto processo = esigenza di imparzialità del giudice,
distinguendola da quella di tutti gli altri soggetti pubblici e condizione l’effettività del diritto di azione/difesa in giudizio

RESPONSABILITA’ del magistrato

Esclusa la responsabilità politica dei magistrati in qualsiasi forma  il magistrato può fare politica, ma con delle regole e
restrizioni Responsabilità penale = magistrato sottoposto a sanzione penale come qualsiasi cittadino

lOMoARcPSD|3838188
Responsabilità civile  art. 28 e legge 117 del 1988: danno risarcibile solo per dolo o colpa grave + esclusa la responsabilità per motivi
di tipo tecnico + limitata responsabilità  si agisce nei confronti dello Stato non del singolo magistrato, ma lo Stato può
indirettamente rivalersi nei confronti del magistrato  disciplina con scarsa applicazione + la Corte Costituzionale ha rilevato che la
disciplina determina una violazione del diritto dell’UE escludendo la responsabilità derivante da attività interpretativa e limitando la
responsabilità solo a dolo e colpa grave

Responsabilità disciplinare = illeciti tipizzati (d. lgs. 109 del 2006)

Titolarità iniziativa  Ministro della Giustizia e Procuratore generale Corte di Cassazione


Competenza del CSM (sezione disciplinare)
Ricorribilità presso la Cassazione

Illeciti tipizzati consapevole inosservanza dell’obbligo di astensione nei casi previsti, violazione di legge determinata da ignoranza
o negligenza inescusabile, travisamento di fatti ddeterminato da negligenza inescusabile, perseguimento di fini estranei ai suoi
doveri o funzioni giudiziarie, reiterata inosservanza di norme regolamentari, …

TUTELA GIURISDIZIONALE DEI DIRITTI

La Costituzione detta alcuni princìpi volti a garantire l’effettiva ed oggettiva tutela giurisdizionale dei diritti:

Art. 3: uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge  atteggiamento giudiziale disinteressato ed equanime ponendo gli
interessi delle parti su un piano paritario
Art 25 I: diritto al giudice naturale precostituito con legge = ufficio giudicante individato con legge prima della
commissione del fatto  sono possibili eccezioni in caso di gravi turbamenti della pubblica e pacifica convivenza, o
quando vi sono condotte che influenzano il regolare svolgimento del processo

Comporta che la competenza del giudice sia preventivamente determinata dalla legge in via generale  esigenze di imparzialità
possono eccezionalmente giustificare la sottrazione di una controversia al giudice ordinariamente competento, tramite deroga
al
principio del giudice naturale
L’art. 25 tutela l’imparzialità solo in via indiretta  il principio del giudice naturale viene riferito all’organo giudiziario più che
alla persona del giudice

Art. 24: diritto di azione, di difesa e di diritto inviolabile  costi eccessivi della tutela: la Costituzione ex art. 24 III pone
l’istituzione del patrocinio a spese dello Stato per i non abbienti  imparzialità vista non come una caratteristica
oggettiva della funzione giudiziaria, quanto come un diritto soggettivo della parte
Art. 101: giudice soggetto solo alla legge  imparzialità come caratteristica della funzione giurisdizionale
obiettivamente intesa
Art. 111: princìpi del giusto processo = formula in cui si compendiano i princìpi che la Costituzione detta in ordine ai caratteri
della giurisdizione e in ordine ai diritti di azione e difesa in giudizio  nell’art. 111 sono stati introdotti nuovi princìpi
quali “la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge” e “ogni processo si svolge davanti a un
giudice terzo ed imparziale”
Principio del contraddittorio, della parità delle armi delle parti, del giudice terzo ed imparziale, della ragionevolezza del
processo + obbligo di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali (possibilità di impugnare la sentenza davanti ad un
grado superiore), e diritto al ricorso in Cassazione per legittimità costituzionale + principio del contraddittorio
nella formazione della prova derogabile solo se sussistono dati motivi o su consenso dell’imputato

Se si fonda l’IMPARZIALITA’ sugli art. 3 e 24, la si qualifica come un diritto soggettivo della parte; mentre se la si fonda sugli art. 25 e 101,
allora la si qualifica come una caratteristica oggettiva della funzione giurisdizionale  in base al nuovo art. 111 l’imparzialità
viene configurata come garanzia oggettiva del processo e non come diritto di parte: sia per la sua appartenenza alla sezione
“norme sulla giurisdizione”, che per il suo enunciato “ogni processo si svolge” differente da quello contenuto all’art. 6 della
Convenzione europea per i diritti dell’uomo la quale invece afferma che “ogni persona ha diritto ad un’equa udienza”

Alla materia penale sono dedicati diversi princìpi:

Art. 25 II: stretta legalità della norma penale  determinatezza + tassattività + irretroattività della norma penale
Art. 27II: presunzione di non consapevolezza  esigenza dell’onere della prova affidata all’accusa, non all’imputato
Art. 27 III: finalità rieducativa della pena  finalità primaria della pena è il reinserimento nella società del reo
Art. 27 I: responsabilità penale personale  divieto di responsabilità per fatto altrui, e richiede un nesso di colpevolezza
ossia anche un rapporto di consapevolezza tra reo e condotta tenuta  l’ignoranza inevitabile della legge penale scusa
la condotta illecita
GIUSTIZIA COSTITUZIONALE (Art. 134 – 137)

La Corte Costituzionale assicura il rispetto della Costituzione da parte di ogni organo o potere  al di fuori della tripartizione
dei poteri dello Stato, così come anche lo è il PdR in quanto garanti costituzionali

Giustizia costituzionale collegata alla rigidità della Costituzione  il legislatore è assoggettato a princìpi procedurali e
sostanziali, limitanti la sua azione conformandola a dati princìpi  possibilità di annullare una legge contraria alla Costituzione
Procedimento aggravato per modificare la Costituzione o approvare leggi costituzionali + tutele per impedire la violazione della
Costituzione
Necessario controllo sull’attività legislativa per evitare che essa violi tali princìpi  controllo di costituzionalità con le
Costituzioni del secondo dopoguerra  Non è infatti sufficiente pretendere il ricorso ad un iter legislativo complesso se, al
contempo, non si istituisce un meccanismo volto a sanzionarne il mancato rispetto: il Costituente ha dunque previsto un controllo
di costituzionalità delle leggi, che non possono disporre in violazione della Costituzione

Due modelli di giustizia costituzionale e diversi modelli di sindacato di costituzionalità

Diffuso = nasce all’inizio del 1800 in USA in modo empirico  caso Marbury vs Madison (1803): il giudice disapplica la
legge incostituzionale per garantire la superiorità della Costituzione  sceglie di prediligere i princìpi costituzionali
Accentrato = sindacato di costituzionalità in Europa nel 1800  giudice come bocca della legge, senza interpretazioni 
sindacato compiuto da un organo a hoc, che annulla la legge illegittima tramite un atto contrario che annulla la legge
incostituzionale (Kelsen)

Modello di sindacato DIFFUSO “PURO”: di competenza di ogni giudice nell’ambito di giudizi concreti, che disapplica la legge
incostituzionale con un’efficacia solo tra le parti  principio del precedente (stare decisis)  effetti simili al sistema europeo, sppur
diversi  efficacia retroattiva

Modello di sindacato ACCENTRATO “PURO” : competenza ad un organo ad hoc nell’ambito di un giudizio astratto, che annulla
la legge con efficacia erga omnes, non solo tra le parti  efficacia generale, inizialmente nasce con efficacia solo per il futuro

Modelli di sindacato MISTI: comulano le caratteristiche dei due modelli (modello italiano)  la questione di legittimità
costituzionale sorge nel corso di un giudizio concreto (accesso incidentale + sindacato accentrato ossia svolto dalla Corte
Costituzionale  valutazione approfondita delle alternative in Assemblea Costituente: si scartò l’idea di un sindacato diffuso a
causa di un pregiudiziale verso il potere giudiziario
Art. 136 (effetti delle decisioni): presuppone un’origine astratta della questione  art. 137: una legge costituzionale decide tempi
e modi di legittimazione per accedere alla Corte Costituzionale (riserva di legge costituzionale)  il giudice può agire o su istanza di
parte, o di sua iniziativa: viene ridotto il potere del cittadino a parte del giudizio che può stimolare il giudice costituzionale a
sollevare la questione

COMPOSIZIONE

5 giudici costituzionali nominati dal PdR (atto controfirmato dal PdCM) + 5 giudici eletti dal Parlamento in seduta comune
(provenienza parlamentare e politica: a scrutinio segreto con la maggioranza dei 2/3 nei primi 3 scrutini, e poi dei 3/5) + 5 giudici
nominati dalle supreme magistrature ordinarie ed amministrative (membri di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti: 3
distinti collegi elettorali a maggioranza assoluta con eventuale ballottaggio) + 16 giudici aggregati scelti tra un elenco di cittadini
con i requisiti necessari

Scelti tra magistrati anche a ripso delle giurisdizioni superiori, ordinaria e amministrativa + professori universitari ordinari in
materie giuridiche + avvocati con 20 anni di esercizio  alti requisiti tecnici di competenza e professionalità, e esigenze i
carattere istituzionale – politico grazie alla suddivisione dei gruppi degli elettori che scelgono i giudici

STATUS GIUDICI = Durano in carica 9 anni e non possono essere nuovamente nominati  oggi si pensa che tutti debbano essere
presidente della Corte, a turno (anche un mese)  presidenze brevi che evitano le eventuali impostazioni dei presidenti delle
proprie idee sulla Corte
Sarebbe preferibile che dopo la cessione del mandato, i giudici evitassero di assumere funzioni politiche
Incompatibilità con ogni carica/ufficio indicati dalla legge
Insindacabilità e immunità (ex art. 68 II)
Inamovibilità se non per decisione della Corte e ragioni previste dalla legge
Retribuzione mensile non inferiore a quella del più alto magistrato della giurisdizione ordinario

La Corte Costituzionale dispone di una propria autonomia finanziaria amministrativa e regolamentare (potere di
autonormazione) + verifica dei titoli di ammissione dei propri membri

FUNZIONI = controllo di costituzionalità delle leggi e degli atti aventi forza di legge + giudizi sui conflitti di attribuzione tra Stato e
Regioni + giurisdizione d’accusa (messa in stato d’accusa del PdR) + giudizio di ammissibilità del referendum abrogativo
lOMoARcPSD|3838188

FUNZIONAMENTO = la Corte può deliberare con almeno 11 giudici presenti, e può riunirsi in udienza pubblica o camera di consiglio
decisioni deliberate dai giudici presenti a tutte le udienze in cui si è volto il giudizio (delibere a maggioranza dei presenti e in caso di
parità, il Presidente vale doppio)
Art. 134: la Corte giudica sulla legittimità costituzionale delle leggi o atti aventi forza di legge, sui conflitti di attribuzioni tra Stato e Stato e
Regioni, e sulle accuse promosse contro il PdR (in questo caso, con l’aggiunta di 16 giudici aggregati tra cittadini idonei nominati dal
Parlamento), sull’ammissibilità del referendum abrogativo (competenza aggiunta ulteriore affidata alla Corte,
mettendola in contatto con vicende politiche

GIUDIZIO DI LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE

Giudizia in via incidentale = la questione nasce come incidente nel corso di un giudizio  giudizio sospeso, si alza la
questione e la Corte gudica (via principale)  optava per questo procedimentoi anche il progetto Calamandrei Atto
introduttivo = ordinanza di remissione
Giudizio in via principale = ricorso diretto dello Stato verso una legge regionale (competenza) ex art. 127  prima del 2001,
l’art. 127 prevedeva un ricorso preventivo prima che la legge regionale entrasse in vigore, per garantire al meglio
l’unità dello Stato  dal 2001, trasformato in un ricorso successivo = entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge,
la Regione (o lo Stato) può ricorrere
Atto introduttivo = ricorso

Il sistema italiano di giustizia costituzionale prevede quindi che i giudizi sulle leggi siano instaurabili sia in via incidentale che in
via principale (in questo caso però, limitando l’accesso allo Stato e alle Regioni)  Sindacato di costituzionalità = accentrato e
successivo, ad iniziativa diffusa

GIUDIZIO DI LEGITTIMITA’ IN VIA INCIDENTALE  LEGGE COST. 1 DEL 1948 La questione sorge davanti a un
giudizio, qualora il giudice ritenga la questione sollevata dalle parti come non manifestamente infondata

Requisito soggettivo = competente a sollevare è un’autorità giurisdizionale (giudice a quo)  giudice = organo chiamato a
prendere una decisione in modo terzo ed imparziale
Requisito oggettivo = nel corso di un giudizio  giudizio = qualsiasi sede anche non contenziosa in cui l’organo giudicante
prende una decisione facendo obiettiva applicazione di norme giuridiche

Nei primi anni di funzionamento della Corte, si cercava di tenere ampia la definizione di giudice e di giudizio in modo da avere un
criterio ampio per ammettere la questione in Corte Costituzionale  inizialmente i giudici (soprattutto i più anziani) non
sollevavano questioni di legittimità  si cercava di far arrivare il maggior numero di questioni, quindi si è allargata la definizione dei
due requisiti necessari

Inizialmente, la Corta affermò che fosse sufficiente uno dei due requisiti  dopo gli anni Ottanta, la Corte aumentò il rigore sul rispetto
delle regole processuali stabilendo l’esigenza di entrambi i requisiti  DEROGA: gli arbitri rituali he cioè svolgono la loro
attività nel corso di un arbitrato  in questo caso è sufficiente la sussistenza del requisito oggettivo

INTRODUZIONE DELLA QUESTIONE  può essere eccepita da una delle parti o rilevata d’ufficio: il giudice a quo deve verificare

Che sia rilevante = quando il giudizio non può essere definito indipendentemente dalla risoluzione della q.l.c. (art. 23 l. 87 del
1953)  nesso di pregiudizalità tra giudizio a quo e giudizio di costituzionalità + sospensione del giudizio (attualmente è
obbligatoria anche una motivazione in punto di rilevanza, altrimenti la Corte può dichiarare innammissibile la questione)
Se il giudice ritiene di dover applicare la norma in questione nel giudizio a quo  deve essere attuale = inammissibili
la questioni premature (che potrebbero sorgere in un altro grado di giudizio) o tardive (norma già applicata)

Particolare regime della questione con riguardo a una NORMA PENALE DI FAVORE (norma che prevede un trattamento più
favorevole rispetto alla norma penale)  produrrebbe effetti pregiudizievoli per l’imputato poiché se la Corte accettase la
questione, il giudice dovrebbe fare applicazione alla norma illegittima a causa del principio di irretroattività in malam partem che gli
vieta di applicare la norma penale originaria (art. 25)  la Corte ha deciso che sono ammissibili le questioni su norme penali di favore
perché l’applicazione della norma illegittima dipende dall’operatività del principio di irretroattività, e perché non è vero che
la decisione della Corte sarebbe priva di effetti verso il giudizio principale perché inciderebbe sulla motivazione della decisione e sul
dispositivo

Nel caso in cui invece sopravvengano FATTI O EVENTI NUOVI che incidono sulla permanenza della rilevanza della questione, vi
sono due ipotesi distinte:

Se gli eventi interessano il processo a quo: la Corte non pronuncia l’inammissibilità per sopravvenuta irrilevanza, essendo il
giudizio in punto di rilevanza soddisfatto al momento della rimessione della questione alla Corte
lOMoARcPSD|3838188

Se gli eventi interessano il sistema normativo complessivo (ius superveniens): la Corte rimette con ordinanza gli atti al giudice
a quo, affinchè esso proceda a una nuova valutazione in punto di rilevanza della questione di costituzionalità  il
giudice può sollevarla nuovamente ma solo se la ritenga nuovamente rilevante

Che non sia manifestamente infondata = ragioni per cui la norma pare incostituzionale: non occorre che il giudice sia onvinto
dell’illegittimità della norma, ma è sufficiente che abbia un “dubbio”  è necessario ch esistano oggettive ragioni di
incertezza (la doppia negazione non indica un’affermazione): il giudice si limita a rilevare il dubbio con un giudizio
prima facie altrimenti lederebbe la giurisdizione esclusiva della Corte
Il giudice deve anche motivare la decisione opposta con cui respinge l’illegittimità per manifesta irrievanza o infondatezza

Il giudice deve prima aver esperito senza esiti positivi un tentativo di interpretazione conforme a Costituzione ai fini
dell’ammissibilità della questione  tra due possibili interpretazioni contrapposte, di cui una conforme a Costituzione, si
predilige quest’ultima: è possibile che solo un’intepretazione sia incostituzionale

Nei primi anni di attività della Corte l’orientamento era opposto  la Corte si reputava unico interprete costituzionale e
richiedeva ai giudici solo il criterio della rilevanza e la non manifesta infondatezza della questione: per ragioni di contesto ed
evitare il timore di scarsa operatività della Corte Costituzionale
In seguito, il giudice emette un’ordinanza di rinvio alla Corte e sospende il giudizio

ORDINANZA DI REMISSIONE

La questione di legittimità può essere eccepita da una delle parti o dal p.m., o rilevata d’ufficio dal giudice  verificate la
caratteristiche essenziali (rilevanza e non manifesta infondatezza) il giudice redige l’ordinanza di rimessione  deve indicare
il thema decidendum = norma oggetto (di dubbia costituzionalità) + norma parametro (norme costituzionali ritenute violate)
+ esposizione dei termini e motivi della questione
Il giudice poi da una motivazione su rilevanza e non manifesta infondatezza facendo capire che la questione non è rilevante +
deve anche dar conto di aver vanamente provato a risolvere il dubbio con un’interpretazione conforme a Costituzione

Indicazione dell’autorità procedente e del giudizio in cui è sollevata la questione + riferimento alla controversia concreta +
indicazione del soggetto proponente + motivazioni base (rilevanza e non manifesta infondatezza) + il dispositivo della
decisione da rimettere alla Corte

Può accadere che il dubbio di legittimità concerna solo alcune parti del contenuto normativo e non l’intera disposizione: il modo
in cui il giudice imposta la questione è determinante ai fini della decisione della Corte che può apportare correzioni
all’impostazione del giudice e ampliare l’oggetto di giudizio potendo anch’essa sollevare questioni di legittimità
Solo se tutti i requisiti sono stati redatti dal giudice a quo, la Corte può entrare nel merito dela decisione
Può essere che nella medesima ordinanza vengano sollevate più questioni, o che la questione venga posta riferita a una pluralità di
ragioni che fanno dubitare dell’incompatibilità della norma oggetto con quella parametro  art. 134: sono censaurabili davanti alla
Corte anche le leggi costituzionali, ma non gli atti normativi subordinati alla legge (controllo spettante al giudice comune) 
la Corte ha anche escluso la sindacabilità dei regolamenti parlamentari

Autosufficienza delle ordinanze di remissione = non possono fare rinvio ad altre ordinanze di remissione: ciascuna
ordinanza deve essere completa con i requisiti indicati

Sent. 84 del 1996 = la Corte giudica su norme, ma si pronuncia su disposizioni  il giudice deve indicare la norma di cui si
dubita, attraverso l’indicazione della disposizione da cui la desume per via interpretativa
Con questa sentenza si è risolta la questione formale che impediva alla Corte di giudicare in tempo i vizi formali del decreto –
legge, in quanto scadeva dopo 60 giorni
Il giudice deve anche tener conto della presenza di un’interpretazione consolidata in termini di diritto vivente =
interpretazione della disposizione, della cui costituzionalità si dubita così come sostenuta dalla giurisprudenza prevalente

Parametro interposto = la questione può anche essere sollevata riferita indirettamente ad una norma costituzionale  quando
viene violata una norma sub – costituzionale alla quale la Costituzione attribuisce efficacia vincolante verso le leggi ordinaria
(legge delega rispetto al decreto legislativo, norme di diritto internazionale,…)

Tipologia di vizi sindacabili dalla Corte:

Vizi formali o procedurali = mancato rispetto delle regole che disciplinano il procedimento di formazione dell’atto
Vizi sostanziali o materiali = concerne i contenuti della norma oggetto
Vizio di competenza (individuato dalla dottrina) = atto adottato da un soggetto diverso da quello costituzionalmente
competente
PROCESSO COSTITUZIONALE

L’ordinanza viene notificata alle parti del giudizio a quo e al p.m., al Presidente del Consiglio o della Giunta Regionale 
l’ordinanza viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale una volta giunta alla Corte
Entro 20 giorni dalla pubblicazione, le parti del giudizio a quo possono costituirsi di fronte alla Corte (possono intervenire anche il
PdCM e il Presidente della Giunta regionale)  giudizio a parti eventuali: se nessuna parte si costituisce, la Corte
procede comunque con l’esame della questione

Se le parti si costituiscono, si svolge un’udienza pubblica


Se non si costituiscono, la Corte si riunisce in camera di consiglio

Lo Stato e le Regioni possono intervenire (PdCM o della Giunta Regionale), come sostenitori della legge sostenendo la legittimità
costituzionale della legge  defensores legum
L’intervento delle parti non può colmare le lacune, modificandola, dell’ordinanza di remissione  possono intervenire soggetti
terzi rispetto al processo? La Corte ha minimamente consentito ad alcuni terzi di intervenire nel giudizio a quo: solo soggetti aventi
un interesse diretto  gli organi dello Stato o delle Regioni hanno diritto di intervenire, + soggetti individuali (rapporto tra
interveniente e oggetto del giudizio) o portatori di interessi collettivi (sulla base del carattere rappresentativo di interessi collettivi
coinvolti nella questione di costituzionalità)
La Corte può anche utilizzare poteri istruttori per la raccolta di prove o documenti

GIUDIZIO DI LEGITTIMITA’ IN VIA PRINCIPALE

Lo Stato può rilevare qualsiasi vizio di costituzionalità della legge regionale, così come le Regioni possono lamentare solo
una invasione della proprie competenze  60 giorni di tempo dalla pubblicazione della legge per impugnarla
Fino al 2001 lo Stato poteva anche agire in maniera preventiva prima della pubblicazione: dal 2001 in poi non è più possibile, ma solo
successivamente l’entrata in vigore  la Corte decide sulla questione astratta, ossia senza che il problema sia posto in sede di
concreta applicazione
Deve essere soddisfatta la condizione dell’interesse al ricorso, consistente nell’utilità della pronuncia della Corte verso la
situazione giuridica fatta valere dal ricorrente

Vizi denunciabili: lo Stato può denunciare la violazione di qualsiasi norma costituzionale da parte di leggi regionali; mentre la Regione
può enunciare la violazione delle norme costituzionali + la lesione delle proprie competenze legislative ex art. 127  parziale differenza
testuale, ma la giurisprudenza chiarisce che i termini invasione e lesione sono intesi nel senso che la Regione è
legittimata ogni volta che ritiene essere pregiudicata nelle proprie competenze da una legge statale o di altra Regione 
asimmetria a causa delle diverse posizioni che i due enti occupano nell’ordinamento
L’orientamento della Corte ammette il ricorso regionale per invasione indiretta delle proprie competenze purchè tale
violazione ridondi in una lesione delle competenze legislative

Profili processuali: è un processo di parti = si estingue per rinuncia del ricorrente e non possono intervenire terzi estranei  la Corte
può effettuare il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’UE quando è necessario individuare l’esatta interpretazione
del diritto comunitario
Vi è la possibilità anche in via principale (prima possibile solo in caso di conflitti costituzionali) della sospensione dell’atto
impugnato con ordinanza motivata quando l’esecuzione dell’atto può comportare il rischio di un pregiudizio all’interesse
pubblico o all’ordinamento, o quando vi è il rischio di un pregiudizio grave ed irreparabile per i diritti dei cittadini

DECISIONI DELLA CORTE

Le decisioni della Corte possono essere SENTENZE (quando giudica in via definitva) o ORDINANZE (tutti gli altri provvedimenti di
sua competenza)

Inammissibilità  la Corte non entra nel merito della questione, ma solo che l’ordinanza di remissione del giudice a quo non
era stata formulata correttamente  la questione rimane pregiudicata, in quanto la Corte è costretta a fermarsi prima
Hanno efficacia inter partes vincolando solo il giudice rimettente

Vizi insanabili dal giudice a quo  (carenza di legittimazione dell’organo che solleva la questione, questione priva di
rilevanza, questione sollevata su un atto non avente forza di legge) anche se il giudice la ripropone, essa resta
inammissibile
Vizi sanabili dal giudice a quo  (ordinanza priva di motivazione sulla riserva o sulla manifestata infondatezza, mancanta
indicazione delle norme parametro) se il giudice la ripropone correttamente, la Corte può pronunciarsi nel merito

Sentenze di accoglimento  la Corte decide in merito alla questione accettendo la questione di legittimità  principio di
corrispondenza tra chiesto e pronunciato secondo cui la Corte può pronunciarsi sulla legittimità delle sole norme oggetto investite
del dubbio dall’ordinanza di rimessione

Una deroga si ha con l’illegittimità conseguenziale secondo cui la Corte può dichiarare l’illegittimità costituzionale anche di
ulteriori disposizioni legislative la cui illegittimità deriva come conseguenza dalla decisione adottata
lOMoARcPSD|3838188

La Corte accoglie la questione e dichiara incostituzionale la norma oggetto con effetti erga omnes e retroattivi  la norma cessa di
avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione ex art. 136  le decisioni di incostituzionalità sono applicabili
anche ai rapporti sorti prima della dichiarazione di incostituzionalità, con l’unico limite dei rapporti esauriti = rapporti
non più sottoponibili a un giudizio di merito a causa di fatti impeditivi (giudicato, prescrizione, decadenza)
In un solo cao la decisione di incostituzionalità travolge anche i rapporti esauriti dal giudicato penale = quando in applicaizone alla
norma incostituzionale, è stata pronunciata sentenza irrevocabile di condanna, ne cessano la esecuzione e gli effetti penali Diversi
tipi di sentenze di accoglimento:

Accoglimento secco  norma interamente incostituzionale


Accoglimento con sentenza manipolativa  norma incostituzionale solo in parte del contenuto: la Corte invade la sfera di
competenza del legislatore? No, perché la Corte assume decisioni a rime obbligate, dato che è l’unica soluzione
imposta dalla Costituzione = non crea nuove norme, ma le ricava dal sistema costituzionale e legislativo
Effetti retroattivi erga omnes:
0 accoglimento parziale = la norma è dichiarata incostituzionale nella parte in cui prevede che: la Corte elimina
dalla disposizione una parte, rendendo la norma conforme a Costituzione (esempio: sent 151 del 2009)
1 additive = la norma è incostituzionale nella parte in cui non prevede che  aggiunge qualcosa per renderla
costituzionale (esempio sent 404 del 1988)
sostitutive = norma incostituzionale dove prevede una cosa invece che un’altra  sostituisce, eliminando una parte ed
aggiungendone un’altra (esempio sent. 149 del 1955)
additive di principio = meccanismo uguale alla sentenze additive, MA la Corte non precisa la parte da aggiungere,
limitandosi ad enunciare un principio  norma incostituzionale nella parte in cui non prevede un determinato principio
 il principio sarà sviluppato dal legislatore, ma il giudice a quo non riesce così a risolvere il caso in questione

Sentenza di rigetto  la Corte decide rigettando la questione perché non fondata  efficacia inter partes quindi gli altri giudici
possono sollevare la stessa questione dato che la norma oggetto continua a vivere nell’ordinamento
La Corte si pronuncia solo sulla specifica prospettazione del giudice  preclude al giudice a quo di riproporre la stessa questione
nel medesimo stato e grado del processo
Incide sulla formulazione della questione

Interpretative  la Corte interviene sull’interpretazione delle norme


sent. 3 del 1956: la Corte afferma di poter interpretare le norme autonomamente, in modo anche diverso dai giudici  libera
interpretazione  le leggi sono incostituzionali anche perché alla disposizione non è possibile dare interpretazione conforme
a Costituzione

Interpretativa di rigetto = questione infondata perché esiste un’interpretazione conforme a Costituzione che viene data
dalla stessa Corte Costituzionale  effetti inter partes
Se la questione è sollevata sulla base di un’interpretazione consolidata nella giurpsrudenza, la Corte vi si attiene
I giudici sono soggetti all’interpretazione della Corte? NO: i giudici sono soggetti solo alla legge  semmai, sarà la
Corte costretta a rivedere la propria decisione se non accolta dalla giurirpsurdenza comuna
Interpretativa di accoglimento = la questione è fondata con riferimento all’interpretazione adottata dal giudice  effetti
erga omnes
Se una norma è interpretata in modo costante dalla giurisprudenza, la Corte di fronte al diritto vivente si limita ad
utilizzare lo strumento delle sentenze di accoglimento/rigetto, non le interpretative

CONFLITTI DI ATTRIBUZIONE TRA POTERI DELLO STATO

Ogni potere dello Stato può ricorrere alla Corte per difendere le proprie attribuzioni costituzionali lese da un altro potere statale
garantire il rispetto della Costituzione riferendosi alla corretta distribuzione delle competenze costituzionali

0 Conflitti interorganici = tra i poteri dello Stato: l’individuazione dei soggetti è problematica
1 Conflitti tra enti = tra Stato e Regioni o tra Regioni: i soggetti ammessi sono già predeterminati in Stato e Regioni

Chi è potere dello Stato?  ex art. 134: organo cui la Costituzione conferisce l’esercizio di una attribuzione costituzionale
A poter ricorrere è l’organo abilitato a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui appartiene  è necessario che le
parti del conflitto appartengano a poteri dello Stato diversi: tutti gli organi ai quali la Costituzione attribuisce una determinata
competenza
Il conflitto deve assumere un tono costituzionale = concernente la delimitazione della sfera di attribuzioni determinata per i
vari poteri da norme costituzionale, ovvero la sfera di competenza costituzionale

Il conflitto può configurarsi come:


lOMoARcPSD|3838188

Conflitto da usurpazione o vindicatio potestatis  un potere di lamenta che un altro potere abbia svolto una funzione che
non gli appartiene, con un conflitto di competenza
Conflitto da menomazione o interferenza  il potere si lamenta del cattivo esercizio fatto da un altro organo: competenza
esercitata male intereferendo con altri poteri dell’organo che solleva il conflitto (esempio: magistratura e
Parlamento, riferendosi particolarmente alle garanzie parlamentari ex art. 68)  la Corte difende i vizi di competenza
dei poteri dello Stato

Atti che possono provocare il conflitto: provvedimenti amministrativi, regolamenti, decreti, atti giurisdizionali, che ledano la
competenza dell’ente ricorrente
Atto introduttivo: ricorso
Decisione della Corte: stabilisce a chi spetta o non spetta la competenza a compiere l’atto che ha dato luogo al conflitto,
atto che pu essere annullato

GIUDIZIO DI AMMISSIBILITA’ DEL REFERENDUM

Dichiarata illegittima la richiesta di referendum da parte dell’Ufficio centrale della Corte di cassazione, viene fissata la deliberazione in
camera di consiglio, che deve tenersi entro il 20 gennaio dell’anno successivo a quelloin cui l’ordinanza p staa pronunciata e il
presidente della Corte nomina il giudice relatore
I richiedenti e il Governo possono depositare memorie sull’ammissibilità del referendum e illustrare le stesse oralmente in camera
del consiglio
Nel giudizio possono intervenire il Governo e i promotori; ma la Corte ha anche aperto a soggetti terzi portatori di interessi diffusi
decide sull’ammissibilità del referendum entro il 10 febbraio, con sentenza

GIUDIZIO DI ACCUSA VERSO IL PDR

Per alto tradimento o attentato alla Costituzione ex art. 90 previa messa in stto d’accusa dal Parlamento in seduta comune a
maggioranza assoluta (negli anni Ottanta, anche verso i Ministri)  nozioni elastiche riguardo alle quali la dottrina si è espressa ma
senza trovare un accordo unanime
Due fasi distinte:

Procedimento parlamentare = Indagine di un Comitato costituito da membri delle Giunte per le immunità che decide se
procedere all’archiviazione (manifesta infondatezza), se dichiararsi incompetente (reato non ex art. 90) o se
presentare una relazione sulla messa in stato d’accusa dove il Parlamento in seduta comune delibera a maggioranza
assoluta la messa in stato d’accusa
Procedimento Corte Costituzionale se il Parlamento delibera a maggioranza assoluta  la Corte decide se sussistono le
ragioni per la condanna del PdR, con sentenza definitiva  l’accusa è sostenuta davanti alla Corte anche da alcuni
Commissari eletti dall’assemblea
La Corte può disporre la sospensione della carica del PdR (processo secondo norme del codice di procedura penale)
+ sanzioni penali/costituzionali/amministrative e civili
La sentenza è definitiva + possibilità di revisione se sopraggiungono fatti nuovi e rilevanti

CORTI SOVRANAZIONALI

La Corte deve rapportarsi con la Corte eruopea dei diritti dell’uomo e con anche la Corte di giustizia dell’UE  il primato del diritto
comunitario sottrae al giudice comune il compito di accertare e risolvere gli eventuali contrasti tra diritto nazionale e diritto
comunitario: quando il giudice comune rilevi un contrasto tra norma di diritto interno e norma comunitaria direttamente
applicabile, provvederà alla soluzione disapplicando la norma nazionale

Quando la Corte è investita di una questione di legittimità costituzionale, sarà la Corte stessa a giudicare sulla compatibilità tra
legge nazionale e norme comunitaria, accedendo al rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia se vi è un dubbio interpretativo

Rapporti tra la Corte Costituzionale e la Corte europea dei diritti dell’uomo: quest’ultima è orgao deputatao ad assicurare la tutela dei
diritti sanciti nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali  nel 2007 la Corte Costituzionale ha
affermato che in caso di contrasto tra norma nazionale e convenzionale, spetta a giudice comune l’esperimento di un premo
tentativa di interpretazione adeguatrice  in caso di esito negativo, il giudice comune rimette la questione di legittimità
costituzionale alla Corte Costituzionale
La Corte dunque nega la disapplicazione della norma nazionale contrastante con quella convenzionale, che invece accade in casi
di confronto con norma comunitaria direttamente applicabile
DIRITTI COSTITUZIONALI 8

Per distinguerli dai diritti validi nell’ambito di un rapporto di diritto privato, i diritti costituzionali sono anche definiti diritti
pubblici soggettivi dove il soggetto passivo del rapporto con il cittadino è lo Stato
I diritti nascono quando l’autorità dello Stato cessa d’essere illimitata e i cittadii azionano alcune pretese ai pubblici poteri, per
garantire la propria sfera personale da interferenze indesiderate  nella storia europea si affermano come conseguenza delle idee
della rivoluzione francese  lo stato liberale vede il riconoscimento di diritti di libertà

L’evoluzione della forma di stato ha successivamente influenzato in modo decisivo la configurazione e la disciplina dei diritti, in
quanto essi sono in stretta correlazione e dipendenza con la forma di stato vigente nel territorio (ossia rapporto tra governanti e governati)
 Il passaggio dallo stato liberale allo stato sociale vede infatti l’ampliamento dei «diritti di libertà» e l’affermazione dei
«diritti sociali» (detti anche «diritti di prestazione»). Aumentano dunque le pretese dei cittadini (e delle formazioni sociali) nei
confronti delle pubbliche autorità.

Nello Statuto Albertino solo 9 articoli erano dedicati ai diritti (art. 24 – 32)
Nella Costituzione repubblicana 42 articoli sono dedicati ai diritti e doveri dei cittadini (art. 13 – 54)

Differenza stato liberale/stato sociale  lo stato non solo garantisce dei diritti, ma si impegna a far si che si attuino quei diritti:
libertà come diritto formale/sostanziale
Strumenti di tutela della sfera di autonomia dei singoli dai possibili abusi da parte dei pubblici poteri  lo Stato non può
intervenire nella sfera di disponibilità assicurata ai titolari dei diritti stessi e deve altresì impedire che altri soggetti interferiscano in
tale sfera In questa fase i diritti sociali (lavoro, istruzione, sanità, previdenza sociale..) assumono un senso.
Mentre i diritti negativi (diritti di libertà, libertà dallo Stato, libertà negative) assumono senso perchè lo stato non interviene nella
sfera del soggetto (formali), i diritti sociali necessitano dell'intervento dello stato per essere attuati (sostanziali)

I diritti di libertà, nello stato liberale, sono in stretto rapporto con il principio di «eguaglianza formale»  Non ci sono differenze di
trattamento tra i cittadini quanto al godimento dei diritti di libertà. «Tutti sono uguali di fronte alla legge».

Il principio di parità dei sessi dell'art. 3 si rivede nell'articolo sulla famiglia che si fonda sulla parità di sesso e in quello del lavoro
che si fonda sulla parotà di retribuzione. I punti che la nostra costituzione pone sull'uguaglianza formale, sono gli stessi su cui oggi
l'europa pone l'attenzione contro le discriminazioni (1 per sesso 2 di tipo raziale 3 religiosa 4 per orientamento sessuale 5 età 6
disabilità  sono tutte prese in considerazione dalla costituzione: 4,5,6 sono compresi nelle "condizioni personali")

Lo stato sociale si occupa di sostenere chiunque sia in difficoltà. In prima battuta deve essere il legislatore a difendere questi diritti,
ma negli stati costituzionali c'è anche la corte costituzionale che può intervenire per annullare la legge.
Inoltre con le sentenze manipolative oltre a regolare (dagli anni 70), plasma il diritto su impronta della costituzione

I diritti sociali sono strettamente collegati all’attuazione del principio di eguaglianza sostanziale  non ci si accontenta di
affermare che tutti sono uguali di fronte alla legge: lo Stato si impegna a rimuovere le disuguaglianze presenti nella società
Diritti sociali = attribuiscono al cittadino la pretesa ad ottenere prestazioni, ed impongono il dovere dello Stato di adempiervi 
sempre che ci siano le risorse economiche nel bilancio pubblico (diritti economicamente condizionati)

Tutela dei diritti

Riserva di legge = i casi in cui non si possa limitare un diritto devono essere predeterminati dalla legge o da un atto
avente forza di legge  strumento vincolante per il legislatore che è tenuto al rispetto dei princìpi
costituzionali nell’esercizio discrezionale del suo potere legislativo
Riserva di giurisdizione = i provvedimenti che limitano i diritti devono sempre essere adottati o convalidati da un giudice

RICORSO AL GIUDICE come strumento di tutela  se ci fossero diritti non tutelati o diritti che non siano fatti valere, sarebbero inutili
 art. 24 – 25: diritto di agire in giudizio davanti a un giudice precostituito, indipendente (art. 101) e imparziale (art. 111)
Se una legge lede un diritto costituzionalmente tutelato, il giudice può chiedere l’intervento della Corte Costituzionale L’evoluzione
da Stato liberale a Stato sociale ha inciso anche sotto il profilo dei RAPPORTI TRA GIUDICI E LEGISLATORI, entrambi
chiamati a intervenire nella tutela dei diritti fondamentali (con legge o con pronunce)  ruolo centrale dei giudici
nell’interpretazione dei princìpi costituzionali
La rigidità della Costituzione pone al riparo dalla discrezionalità del legislatore alcuni diritti fondamentali ed esalta il ruolo del
potere giudiziario nella dimensione sostanziale dei diritti  può sorgere una tensione o contesa e ciò sta causando un
avvicinamento di civil law e common law
Diritti tra giudici e politica: il ruolo del giudici i è reso più significativo a tutela dei diritti, anche a causa dell’inerzia del
legislatore e della politica (es. caso Englaro)  diritti garantiti a macchia di leopardo?

GIUDICE INTERNAZIONALE: ruolo importante nella tutela dei diritti anche del giudice sovranazionale: Corte Europea dei
diritti dell’uomo cui si rivolge ogni persona se ritiene che lo Stato della CEDU abbia violato un diritto
Decisioni della CEDU: ragionevole durata dei processi, tutela della proprietà in caso di esproprio, sovraffollamento
delle carceri, cognome della madre
lOMoARcPSD|3838188

La tutela internazionale dei diritti ha creato un ampliamento qualitativo e quantitativo dei diritti + un rafforzamento della tutela
processuale dei diritti (trattati di diritto internazionale istitutivi di meccanismi di tutela giurisdizionale o paragiurisdizionale):
1948: Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (DUDU)
1966: Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali + Patto internazionale sui diritti civili e politici
In Italia vige l’art. 117 che impone un limite all’attività legislativa statale e regionale in caso di diritto internazionale pattizio  in
caso di atti internazionali che apprestano specifici strumenti di tutela, la posizione principale la riveste la Convenzione europea
per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali

Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU): numero di giudici pari al numero degli Stati contraenti e dinanzi a essa si
presentano istanze di Stati e privati nel rispetto del previo esaurimento dei ricorsi interni e dell’accettazione di
una particolare clausola
Corte di giustizia dell’UE: difesa dei diritti fondamentali nei Trattati euopei e nella Carta di Nizza

Non esiste GERARCHIA tra i diritti  tutti i diritti costituzionalmente tutelati sono in un rapporto di integrazione reciproca e non ve
ne è uno prevalente sugli altri (sent 85 del 2013)
Quando 2 o più diritti costituzionali sono in contrasto  si opera il bilanciamento: il legislatore trova un punto d’equilibrio
censurabile dalla Corte solo se vi è una lesione del nucleo essenziale di uno dei diritti in contraddizione (ad esempio: diritto alla
salute della madre e all’aborto vS diritto alla vita del feto)

ARTICOLI E DIRITTI DELLA COSTITUZIONE

Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo

Principio personalista = lo Stato opera in funzione della persona umana e non viceversa, a tutela dei diritti della persona
stessa

Diritto inviolabile = anteriorità necessaria dei diritti rispetto all’ordinamento, ma anche irrivedibilità di essi da parte dei legislatori (sia
ordinari che costituzionali)  I Costituenti vollere superare l’idea statocentrica, ammettendo che i diritti siano anteriori rispetto allo
Stato: non c’è una concessione da parte dello Stato, in quanto i diritti inviolabili esistono anche in mancanza di una
figura statale  i contenuti dei diritti inviolabili non possono essere oggetto di revisione costituzionale

1° tesi: la fattispecie chiusa  l’inviolabilità dei diritti si riferisce solo ai diritti costituzionalmente espressi (art. 13 – 15,
24)
2° tesi: la fattispecie aperta  diritti inviolabili anche quelli non citati in Costituzione  nuovi diritti emergenti
dall’evoluzione della coscienza sociale o del progresso tecnologico (art. 2, 3, 29, 30, 19, 21)
OBIEZIONI alla 2° tesi  non ci sono molti diritti non riconducibili a espresse disposizioni costituzionali, che possono
essere soggette ad interpretazione evolutiva  estendere il catalogo dei diritti costituzionali inviolabili significa estendere
anche il catalogo degli obblighi/doveri costituzionali

Principio del pluralismo sociale = diritti inviolabili riconosciuti non solo ai singoli, ma anche alle formazioni sociali dove si
svolge la sua personalità  ampliamento dei soggetti riconosciuti legittimi titolari di questi diritti

Principio solidaristico = la Repubblica richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e
sociale  concernente i doveri inderogabili dei cittadini

Art. 3: PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA

La sentenza 25 del 1966 lo ha decretato come principio fondamentale  principio generale che condiziona tutto l’ordinamento

Primo comma: eguaglianza in senso formale (anima liberale)  contro la discriminazione sessuale, razziale, religiosa e di
condizioni personali (età, orientamenti sessuali, disabilità) = 6 discriminazioni secondo l’U.E.
DIvieto di discriminazione e obbligo di trattamento paritario: sono vietate le
discriminazioni dirette  una legge vietava direttamente l’accesso alle donne nella magistratura, e venne quindi
dichiarata incostituzionale (sent. 33 del 1960)
discriminazioni indirette  una norma stabilisce condizioni particolari per cui viene esclusa una determinata categoria di
persone (una norma vietava l’ingresso nel corpo forestale alle persone non aventi una altezza minima chiesta come
requisito  indirettamente discriminava le donne: dichiarata incostituzionale)

Assicurare a ognuno eguaglianza di trattamento, quando eguali siano le condizioni soggettive e oggettive alle quali le norme
giuridiche si riferiscono per la loro applicazione  divieto di discriminazione operante in modo assoluto solo in presenza di
situazioni ritenute dal legislatore assimilabili o comparabili  postula che situazioni eguali siano trattate in modo eguale e
situazioni differenti in modo differenziato, giustificando interventi differenziati a fronte di situazioni diseguali per ripristinare
lOMoARcPSD|3838188

l’eguaglianza sostanziale
Problema del controllo sul giudizio condotto dal legislatore ordinario come conseguenza della valutazione effettuata = problema del
controllo sull’eguaglianza  controllo richiedente l’accertamento della ragionevolezza della legge  il principio art. 3 è violato
anche quando la legge, senza ragionevole motivo, faccia un trattamento diverso ai cittadini che si trovino in eguali situazioni (sent
15 del 1960) al legislatore è imposto di operare scelte ragionevoli
GIUDIZIO DI RAGIONEVOLEZZA = raffronto tra la fattispecie sottoposta all’esame della Corte e un termine di paragone detto
tertium comparationis  il giudizio richiede il concorso di un terzo elemento: la ratio legis ossia gli scopi che il legislatore vuole
perseguire il giudice costituzionale decide se tra norma censurata e quella assunta a termine in paragone, queste siano o
meno assimilabili e sindacare in merito alla proporzionalità del trattamento giuridico

Secondo comma: eguaglianza i senso sostanziale (anima democratico – sociale)  obbliga lo Stato ad adottare interventi
legislativi differenziati in favore dei soggetti o categorie più svantaggiate di cittadini = azioni positive + requisito della
temporaneità = dopo un dato numero di anni, si fa una verifica e l’azione positiva viene eliminata: ha valore solo per
un dato numero di anni, in quanto sarebbe incostituzionale mantenere una situazione di privilegio
Legge 120 del 2011 = legge che introduce la riserva di 1/3 di posti a favore del sesso svantaggiato nei
consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa
Strumento volutamente discriminatorio temporaneo, che deve prevedere la sua temporaneità per non diventare
uno strumento ingiusto nel tempo

DIRITTI DI LIBERTA’

Diritti della persona (art. 13 – 16, 19, 21)

Libertà personale
Libertà di domicilio
Libertà e segretezza della corrispondenza
Libertà di circolazione
Libertà religiosa
Libertà di manifestazione di pensiero

Diritti individuali ad esercizio collettivo: libertà di riunione + libertà di associazione (art. 17 – 18)

Diritti individuali di carattere economico: (art. 39 – 42)

Libertà sindacale
Sciopero
Iniziativa economica privata
Diritto di proprietà

Diritti sociali (art. 32 – 35, 4, 38)

Diritto alla salute


Diritto allo studio
Diritto all’assistenza e alla previdenza sociale
Diritto al lavoro

Art. 13: LIBERTA’ PERSONALE

Prime apparizioni con la Magna Charta e nell’Corpus Act del 1679  Habeas Corpus: diritto di libertà dagli arresti arbitrari: diritto,
per coloro che si trovano in stato di detenzione, di essere tradotti davanti a un giudice affinchè il giudice stesso possa verificare le
ragioni e la legittimità dell’arresto
Già prevista nello Statuto Albertino, art. 26  garantisce la libertà individuale: nessuno può essere arrestato, se non nei
casi previsti dalla legge

Inviolabilità dell’art. 13, ma cosa garantisce l’art. 13?  la libertà fisica: la libertà personale è in primo luogo il diritto di disporre
liberamente del proprio corpo  non è ammessa forma alcune di detenzione, di ispezione o perquisizione personale:
garanzie legate alla libera disponibilità del proprio corpo
Lettura estensiva  diritto alla dignità o prestigio personale, diritto alla libertà morale che viene meno in caso di assoggettamente
all’altrui potere (sent 30 del 1962) e omnicomprensivo diritto alla libertà psicofisica della persona  lettura estensiva che rinviene
in molte decisioni della Corte Costituzionale
Sent 11 del 1956 sulla libertà morale: il coprifuoco è una degradazione giuridica che incide sulla garanzia prevista dall’art. 13

Tutela della libertà personale assoggettata al sistema di garanzie: riserva assoluta di legge (nei soli casi e modi previsti dalla legge) +
riserva di giurisdizione (solo per atto motivato dell’autorità giudiziaria) 
lOMoARcPSD|3838188

riserva assoluta di legge: il legislatore non si limita a prevedere le ipotesi che giustificano una deroga all’affermazione di
principio del primo comma, ma impone al legislatore di intervenire riguardo alla disciplina delle modalità attraverso le
quali tale limitazione possa essere posta in essere  carattere rinforzato della riserva di legge, ammessa solo in casi
eccezionali

caso emblematico: sentenza 238 del 1996 sulla Madonnina di Civitavecchia: il prelievo ematico coattivo è legittimo?  la legge
deve tipizzare dettagliamente i casi e i modi in cui la libertà personale può essere legittimamente compressa e ristretta

riserva di giurisdizione giudice soggetto imparziale, e il suo atto deve essere motivato per garantire il diritto fondamentale
alla difesa (per controllare il rispetto della legge)  il potere giudiziario garantisce meglio rispetto agli altri organi

Parziale deroga: provvedimenti provvisori limitatamente ai casi previsti tassativamente dalla legge (flagranza di reato e fermo
di indiziato in delitto)  comunicati entro 48 ore all’autorità giuiziaria che, se non li convalida, li ritiene dunque decaduti  la
garanzia della riserva di giurisdizione si attiva ex post
Previsione del principio che impone al legislatore di punire ogni violenza fisica e morale commessa verso le persone sottoposte
a misure limitative della libertà personale + previsione dei limiti massimi della custodia cautelare in carcere

Concorrono a completare e rafforzare la garanzie costituzionale della persona: art. 27 (funzione rieducativa della pena), art. 23
(nessuna prestazione può essere imposta se non in base alla legge), art. 24 (diritto di azione e difesa), art.25 (divieto di
sottoposizione del singolo a misure di sicurezza), art. 26 (estradizione) e art. 111 (ammesso il ricorso in Cassazione per sentenze
riguardanti la libertà personale)

Perché la libertà sia incisa deve sussistere una degradazione giuridica dell’individuo  menomazione o mortificazione della dignità o del
prestigio della persona, equiparabile all’assoggettamente dell’altrui potere in cui si concreta la violazione dlel’habeas Corpus
CASO LIMITE  misure di prevenzione = provvedimenti incidenti sulla libertà non conseguente alla commissione di un reato,
ma fondati su giustificati indizi o sospetti di pericolosità sociale del prevenuto  misure ante – delictum
Compatibili con il dettato costituzionale?  il legislatore ha tentato di ridurre i punti di criticità dell’istituto in esame, riservando
all’autorità giudiziaria l’adozione delle misure incidenti sulla libertà personale e precisandone meglio i presupposti di adozione

Art. 14: LIBERTA’ DI DOMICILIO

Nozione costituzionale di domicilio diversa e più ampia rispetto a quelle contenute nel codice civile e nel codice penale

codice civile: domicilio è la sede principale degli affari, mentre la residenza è la dimora abituale (art. 43 c.c.)  entrambi
rientrano nella garanzia costituzionale
codice penale: (art. 614 c.p.) il domicilio è inteso come abitazione, luogo di privata dimora e appartenenza  estensione
simile al dettato costituzionale

la Corte Costituzionale ha dato una nozione ampia di domicilio, tutelando anche l’autovettura  sent 88 del 1987
Costituisce la proiezione spaziale della persona, infatti le garanzie sono le stesse previste per l’art. 13: riserva assoluta di legge
(nei soli casi e modi previsti dalla legge) e riserva di giurisdizione (rinvio alle garanzie prescritte per la tutela della libertà personale)
Cosa tutela l'art. 14? Diritto di ammettere o escludere altre persone da luoghi in cui si svolge la vita intima di ciascun individuo +
diritto alla riservatezza su quanto si compie in quei luoghi, ed è leso anche da mezzi elettronici come le telecamere  deve esserci
una barriera per configurarsi il domicilio, in quest ultimo caso  ius excludendi alios

Comma secondo: misure limitative = provvedimenti suscettibili di tradursi in una compressione della libertà di domicilio
mezzi di ricerca della prova: ispezione (accertare òe tracce e gli effetti materiali del reato) + perquisizione (se vi è
unfondato motivo di ritenere che taluno occulti sulla persona il corpo del reato o cose pertinenti al reato) +
sequestro (sottoposte le cose rinvenute a seguito della perquisizione)
Comma terzo: leggi speciali per ispezioni ed accertamenti per motivi di sanità, di incolumità pubblica e a fini economico –
fiscali: leggi speciali, ossia leggi le cui norme non possono essere applicate oltre i casi ed i tempi in esse previsti e
dalla previione di una riserva rinforzata di legge

Art. 15: LIBERTA’ E SEGRETEZZA DELLA CORRISPONDENZA

Limitazione della corrispondenza solo per atto motivato dall’autorità giudiziaria (riserva di giurisdizione) con le garanzie
stabilite dalla legge (riserva di legge)
Libertà e segretezza di qualsiasi forma di corrispondenza e comunicazioni private, con qualsiasi mezzo la comunicazione sia
veicolata  tutela comunicazioni riservate interpersonali tra destinatari predeterminati e dunque previamente individuati,
e indipendentemente dal contenuto delle comunicazioni  tutela anche la segretezza della corrispondenza, quando però la
comunicazione sia effettuata con modalità idonee a rimanere segreta
Casi tipici dei limitazione della segretzza della corrispondenza: sequestro della posta + intercettazioni telefoniche  non sono
lOMoARcPSD|3838188

previste eccezioni alla necessità della preventiva autorizzazione del giudice


E’ presente il valore della riservatezza senza canonizzare comunque il diritto alla privacy alcontrario di quanto accade nella Convenzione
europea dei diritti dell’uomo secondo cui, all’art.8, ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare
tuelando così il domicilio e la corrispondenza come conseguenza della tutela
La riservatezza oggi è ulteriormente tutelata dal Garante per la protezione dei dati personali e per la disciplina organica della
materia del trattamento dei dati personali tramite apposito testo unico

Art. 16: LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E SOGGIORNO, DI ESPATRIO ED EMIGRAZIONE

Possibilità di muoversi liberamente all’interno del territorio nazionale (libertà di circolazione) e di stabilire la residenza, la
dimora o il domicilio (libertà di soggiorno)  strumenti di tutela = la libertà di circolazione e soggiorno è priva della riserva di
giurisdizione ma garantita da una riserva rinforzata di legge  limitazioni stabilite dalla legge in via generale e per motivi di sanità
o sicurezza: il carattere generale dei motivi che costengono le limitazioni imposte con legge, dovrebbe contribuire a escludere il
rischio che la misura limitativa possa degenerare in privazioni della libertà personale
Non possono porsi limiti di circolazione e soggiorno determinati da ragioni politiche  unica eccezione, fino al 2002, per la
casata dei Savoia e il loro divieto di ingresso e soggiorno nel territorio nazionale
La libertà di circolazione e soggiorno è estesa all’intero territorio dell’UE, senza particolari permesse se per meno di 3 mesi;
altrimenti, è necessario essere lavoratori o disporre di risorse economiche sufficienti e di un’assicurazione per malattia

Comma secondo: diritto del cittadino di uscire dal territorio della Repubblica e farvi rientro, salvo obblighi di legge 
libertà di espatrio (garanzia con riserva di legge)  Art. 35 III: libertà di emigrazione = espatrio per ragioni economiche
e lavorative, cin stabilimenti in uno Stato estero (garanzia con riserva rinforzata di legge)

Art. 21: LIBERTA’ DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO

Manifestare liberamente il proprio pensiero, garantendo ai consociati la possibilità di esternare le proprie opinioni con qualunque
mezzo  secondo la Corte: pietra angolare dell’ordine democratico (sent 84 del 1969)
Differenza con l’art. 15  l’art. 21 garantisce la possibilità di esternare le proprie opinioni a una serie di destinatari
indeterminati
una mail ricade nella disciplina dell’art. 15, mentre un messaggio su un social netwotk sotto la sfera dell’art. 21 se non vi sono
impostazioni di privacy
Tutela accordata alle opinioni (diritto alla critica) + tutela alle manifestazioni di pensiero che si traducono in narrazione
o esposizione di fatti e accadimenti (diritto di cronaca)

Libertà di informazione = desumibile dall’art. 21 il diritto di cronaca e la libertà di stampa  secondo alcuni (Paladin)
questo diritto non va enfatizzato fino al punto da ricavarne un dovere giuridico; mentre secondo altri (Mortati) si tratta di un
servizio pubblico essenziale  diritto a essere informato + diritto ad informare

Necessità del pluralismo: non è una vera libertà di informazione se vi sono poche persone a darne notizia
REQUISITI della libertà di informazione affinchè sia possibile invocare la garanzia costituzionale della libertà di informazione, sanciti
dalla Corte di Cassazione in una sentenza:

verità oggettiva dei fatti esposti  diritto di rettifica: se viene pubblicata una notizia falsa, può essere chiesto da parte
della parte lesa di redigere una rettifica da rendere pubblica
utilità sociale e attualità dell’informazione (interesse pubblico della notizia) = che la notizia sia rilevante, e relativamente
attuale rispetto a quando viene divulgata
forma civile dell’esposizione dei fatti e della loro valutazione (continenza formale) = è necessaria una proporzione delle
notizie in cui vengono date

Nei seguenti commi (2 – 5), l’art. 21 si sofferma sulla stampa  disciplina dettagliata in relazione a quanto previsto dallo Statuto
Albertino, secondo cui una legge potesse reprimere gli abusi dando origine a una serie di censure e sequestri nel periodo fascista 
disciplina creata per reagire a questa norma odiosa del periodo fascista: molto spazio alla stampa Disciplina che ricalca la normativa
dettata per la libertà personale

II comma: non può essere soggetta ad autorizzazioni (controllo preventivo prima di redarre l’articolo) o censure (dopo la
creazione e prima della pubblicazione dello stampato)  lo Stato non può svolgere controlli preventivi sulla stampa
III / IV comma: limitazioni della libertà di stampa  sequestro ossia con un atto successivo, che va sottoposto alle riserve
dell’art 13 (riserva di legge + riserva giurisdizionale)
Procedura d’urgenza prevista per la limitazione della libertà personale, ricalcata e prevista anche nel comma IV
V comma: possibilità che la legge imponga la conoscenza dei mezzi di finanziamento della stampa periodica

Altri mezzi di comunicazione: è pacifico che si riferisca a tutti i mezzi di comunicazione, anche i più recenti (“ogni altro mezzo
di diffusione”)  l’ultimo comma si riferisce anche agli spettacoli

)
lOMoARcPSD|3838188

TELEVISIONE: a causa del limitato numero di canali disponibili, è stato giustificato il monopolio publico della radiotelevisione:
dall’inizio del 1980, il mercato televisivo si iniziò ad aprire ai privati  1990: Legge Mammì: consentì a un privato solo di detenere 3
reti televisive su 9  tale disciplina venne dichiarata incostituzionale per lesione al pluralismo (sent 420 del 1994)  situazione
rimasta però invariata fino alle fine degli anni ’90 quando cambiò tutto
Legge Gasparri (sent 112 del 2004): sistema integrato delle comunicazioni  televisione + radio + stampa + editoria + internet +
cinema + pubblicità = per garantire il pluralismo, nessun soggetto può conseguire ricavi superiori al 20% del totale di questo
sistema  necessità di una disciplina legislativa idonea a garantire il pluralismo dei mezzi (pluralismo esterno) e il pluralismo delle
opinioni interne a ciascun mezzo (pluralismo interno)
Le nuove tecnologie hanno risolto il problema del pluralismo televisivo

L’ultimo comma dispone che sono vietate le pubblicazioni a stampa e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume =
unico limite esplicito garantito dall’art. 21  limite dai contorni non particolarmente chiari (pudore, decenza, pubblica morale
sessuale)  concetto variabile e modificatosi nel tempo: la morale sessuale è cambiata  limite non chiaro e destinato
ad evolversi e mutare nel tempo

Altri LIMITI IMPLICITI a tutelare diritti costituzionali  necessario bilanciamento tra il diritto di manifestazione del pensiero e altri
diritti costituzionali (dignità della persona, diritto all’onore  reato di diffamazione ed ingiuria)  molto complesso e dibattuto è
il reato d’opinione

Art. 19 e 20: LIBERTA’ RELIGIOSA

Art. 19: Diritto fondamentale per tutti di professore la propria fede religiosa, purchè non si tratti di riti contrari a buon costume  cosa si
intende per fede religiosa? È necessario che nella maggioranza dei consociati vi sia l’opinione comune che una data corrente
sia qualificata come fede religiosa (ad esempio il problema di Scientology)  rigurarda le comuni associazioni e i gruppi
che svolgono attività con finalità religiose
Libertà di credere, di non credere e di credere diversamente
3 diversi oggetti d tutela della noma:

Libertà di professione della fede religiosa sia individualmente che collettivamente


Libertà di propaganda compresa, anche la critica delle opinioni religiose altrui
Libertà di culto: esercizio dei riti, ostentazione pubblica del culto religioso, purchè conformi a buon costume

Collegamento fondamentale con l’art. 3 = tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di religione e con l’art. 8 =
confessioni religiose libere di fronte alla legge  principio dell’eguaglianza religiosa e il principio di laicità dello Stato,
desumibile da più norme implicitamente (Art. 3, 8, 19 – 21)
LAICITA’ = non significa indifferenza di fronte al sentimento religioso, ma tutela del sentimento religioso  salvaguardia
delle libertà religiose in un regime di pluralismo confessionale, garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di
religione (in Francia, il concetto di laicità è differente)  principio supremo

Rapporti con la fede cattolica: principio concordatario ex art. 7


Rapporti con le altre fedi religiose: intese con le relative rappresentenza ex art. 8

Art. 20: non possono essere previste restrizioni fiscali o peggiorative solo per il fatto che un ente persegua fini di carattere religioso
evitare discriminazioni in senso peggiorativo degli enti caratterizzati dal fattore religioso, rispetto a quelli di diritto comune, ed
evitare provvedimenti restrittivi che mirino ad introdurre arbitrarie differenziazioni fra essi (ad esempio, intraprendendo azioni
perequative tra gli enti di una confessione o una redistribuzione di risorse fra enti di confessioni diverse)

Libertà di coscienza = libertà del singolo di formarsi proprie convinzioni e determinarsi conformemente ad esse  manca di
un riconoscimento nella Carta Costituzionale, ma è stata ricavata in via interpretativa con la sent 467 del 1991
Il legislatore ha previsto che in ipotesi tassativamente previste il singolo può osservare il proprio imperativo morale in luogo di obblighi
giuridicamente imposti  diritto all’obiezione di coscienza = rifiuto di adempiere a un dovere: bilanciamento tra princìpi
costituzionali contrastanti

Art. 17: LIBERTA’ DI RIUNIONE

Diritto di riunirsi pacificamente e senza armi, senza prevviso in caso di luogo privato o aperto al pubblico  delle riunioni in luogo
pubblico è necessario preavviso alle autorità, che possono vietarle solo per comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica
Riunione = compresenza volontaria di più persone nello stesso luogo per uno scopo comune  pacifiamente e senza armi (né
armi proprie, né armi improprie), a tutela della sicurezza dell’ordine pubblico materiale  possono avvenire:

in LUOGO PRIVATO
In LUOGO APERTO AL PUBBLICO (separato dall’esterno ma ad accesso libero) come un teatro

In entrambi i casi, vige la disciplina della libertà di domicilio ex art. 14: non è necessario il rispetto di alcune prescrizione
lOMoARcPSD|3838188

in LUOGO PUBBLICO (comizio, piazza, manifestazione) = necessario preavviso al questore in forma scritta 3 giorni prima, che
non costituisce comunque una richiesta di autorizzazione in quanto piò essere vietata solo per motivi di sicurezza o
incolumità pubblico

assembramento = occasionale ritrovo di più persone nel medesimo luogo  non necessario preavviso in quanto non
organizzato Anche gli assembramenti non casuali sono tollerati

Art. 18: LIBERTA’ DI ASSOCIAZIONE

Diritto di associarsi liberamente senza autorizzazione  sono proibite le associazioni segrete e che perseguono scopi politici
tramite organizzazioni di carattere militare  formazioni sociali che hanno una base volontaria e un’organizzazione con
tendenziale stabilità: concretizzazione dell’art.2 e del principio plrualista

LIBERTA’ NEGATIVA DI ASSOCIAZIONE: non sono ammesse associazioni coattive, perché sarebbe incostituzionale una legge che
obbligasse ad iscriversi ad una associazione  fanno eccezioni gli ordini professionali, che sono ordini in cui le persone che
vogliono esercitare una professione devono iscriversi: tutelano interessi costituzionalmente garantiti
Riserva rinforzata di legge che limita la discrezionalità del legislatore, che non può vietare l’associazionismo se non
quando persegue finalità che la legge penale già vieta all’individuo

La Costituzione estende alle associazioni la disciplina penale concernente i singoli cittadini: non sono ammesse associazioni che
perseguono fini che la legge panel vieta ai singoli  alle associazioni non possono essere apposti limiti specifici e più intensi di
quelli che incontrano gli individui
Limiti specifici:

le associazioni segrete, la cui definizione è contenuta nella legge Spadolini (legge 17 del 1982)  quelle che all’interno di
associazioni palesi, occultando la loro presenza, svolgono attività diretta a interferire sull’esercizio delle funzioni di
organi costituzionali  non basta che ‘associazione sia segreta, ma che influisca sulla sfera politica
le associazioni para – militari, che perseguono scopi politici tramite organizzazioni militare (d. lgs. 43 del 1948) non è sufficiente
il carattere militare, ma che perseguano scopi politici indirettamente: evitare attività idonee ad influenzare e
pregiudicare la formazione democratica delle convinzioni politiche dei cittadini, secondo la tesi di Mortati  non è
necessaria la presenza di corpi armati, ma è sufficiente l’inquadramento degli associati in corpi o nuclei con disciplina
ed ordinamento ed organizzazione militari

Norme costituzionali di particolari tipi di associazione:

Art. 19 – 20: ASSOCIAZIONI DI CARATTERE RELIGIOSO


Art. 39: SINDACATI
Art. 49: PARTITI POLITICI
XII disposizione trans. e fin.: DIVIETO DI RICOSTITUZIONE DEL PARTITO FASCISTA

Art. 39 – 42 : DIRITTO AL LAVORO E LIBERTA’ ECONOMICHE

Titolo III della Parte I della Costituzione è chiamato Costituzione economica, e concerne i “rapporti economici”: diritto di libera
iniziativa economica privata (art. 41) + diritto di proprietà e espropriazione per pubblica utilità (art. 42) + diritto di associazione sindacale
(art. 39) + diritto allo sciopero (art. 40)  nello Stato di diritto sociale si sintetizza l’alternativa tra Stato di diritto liberale
e Stato socialista :

Gli art. 40 – 41 collocano lo Stato nella categoria di Stato liberale, contrapponendolo allo Stato socialista
La previsione di limiti e scopi dell’una e dell’altra (art. 41 II e 42 II) marcano il passaggio dallo Stato di diritto liberale allo
Stato di diritto sociale

Limitazioni alla libertà di iniziativa economica e alla proprietà  in alcune ipotesi la funzione sociale è realizzata dalla
proprietà privata in sé perché ka sua diffusione consente maggiore eguaglianza sostanziale
Espropriazione per pubblica utilità = (art. 42 III) evidente caso di bilanciamento tra interessi generali (pubblica utilità) e interessi
particolati (proprietà privata)  riserva di legge che esclude sia le fonti sublegilsative che la giurisprudenza: riserva di legge
rinforzata nei contenuti e con carattere relativo per consentire il provvedimento amministrativo ablativo

Diritto al lavoro = impegno finalizzato a porre le condizioni economico – sociali per la sua concreta realizzazione  il Costituente
si è impegnato molto sul tema dell’eguaglianza dei sessi e della tutela dei minori
E’ trattato come principio fondamentale che caratterizza la Repubblica (art. 1), come diritto dell’uomo che contribuisce
alla realizzazione della persona, come dovere sociale (art. 4) e come rapporto economico
lOMoARcPSD|3838188

Sindacati (art. 39) sono associazioni di categoria dei lavoratori che svolgono una rilevante funzione sociale per conferire migliori
condizioni di lavoro ai partecipanti i sindacanti verso il proprio datore, compensando la condizione di contraente debole  la
disciplina dell’art. 39 è rimasta inattuata perché i sindacati hanno preferito operare come associazioni non riconosciute perdendo così
la capacità di stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia erga omens  operano come associazioni private, e
concludono accordi applicabili solo verso gli iscritti_ la giurisprudenza lavorista ha riconosciuto ai contratti collettivi
un’efficacia di fatto equivalente a quella erga omnes ex art. 36

Diritto di sciopero = (art. 40) arma efficace dei sindacati per raggiungere i propri fini, configurabile comeun’astensione collettiva dal
lavoro  la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali le norme ce vietavano lo sciopero
Diritto di sciopero dei servizi pubblici essenziali  regolamentato da un’apposita legge per bilanciare l’esigenza del diritto in parola
con gli interessi di rilievo costituzionale (diritto alla vita, alla salute, alla sicurezza,..) ponendo una disciplina particolare
nell’erogazione delle prestazioni fondamentali, in un preavviso minimo di 10 giorni per sciopero, e in varie altre attuazioni

Art. 48 – 51 : LIBERTA’ DI ASSOCIAZIONE POLITICA

Diritti politici = espressione dello status civitatis, dell’appartenenza del cittadino alla comunità politica e concretizzano il
principio democratico e della sovranità popolare (art. 1)  sono contenuti nel Titolo IV “Rapporti Politici”

Diritto di voto (art. 48) riconosciuti a tutti i cittadini maggiorenni, non può essere limitato se non per incapacità civile o per
effetto di sentenza penale irrevocabile o in caso di indegnità morale indicata dalla legge  voto personale (non può
essere delegato), eguale, libero, segreto + è un dovere civico = consentita la facoltà di astenersi dalla partecipazione alla
consultazione elettorale
Diritto di petizione (art. 50) insieme al referendum è collocato negli istituti di democrazia diretta
Diritto di accesso alle cariche elettive (art. 51)  riguardo al tema della presenza equilibrata di entrambi i sessi nelle Assemblee
elettive, vi è stata una modifica costituzionale che ha introdotto il principio di eguaglianza sostanziale in
materia elettorale (legge 1 del 2003): prima si negava che in materia elettorale potesse trovare applicazione il
principio d’eguaglianza sostanziale, in seguito tramite una sentenza il giudice costituzionale ha distinto tra misure
incidenti la fomulazione delle liste, e misure dirette a garantire il risultato, dichiarando le prime costituzionalente
legittime, non incidendo sui diritti dei cittadini  la revisione, per ora, non ha determinato grossi cambiamenti
Libertà di associazione politica (art. 49) la libertà ideologica dell’organizzazione politica trova un limite solo nella XII disp.
Trans. finale + art. 98

DIRITTI SOCIALI

Art. 32: DIRITTO ALLA SALUTE

La salute è un fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività: nessuno può essere obbligato a un
trattamento sanitario se non per dsposizione di legge, la quale non può violare i limiti imposti dal rispetto della persona

integrità psico – fisica della persona = assenza di malattia e lo stato di completo benessere fisico e psichico, nonché
di benessere sociale  nessuno può danneggiare o mettere in pericolo l’integrità della persona, pena la
risarcibilità del danno biologico

Salute = diritto primario ed assoluto secondo la Corte Costituzionale  diritto per la vittima di eventuali lesioni al risarcimento non
limitato alle conseguenze della violazione incidenti sull’attitudine a produrre reddito, ma comprendente gli effetti della lesione al
diritto

salubrità dell’ambiente = diritti di vivere in ambiente salubre, dato che le condizioni di salute dipendono dalle
condizioni ambientali  distruzione ambientale = cagione danno all’uomo ex art. 9 e art. 23  danni
all’ambiente 0 obbligo di provvedere alla reintegrazione del patrimonio ambientale

diritto alla cura = diritto ad essere curati e a ricevere prestazioni sanitarie  pretesa verso lo Stato: diritto
riconosciuto dalla Costitutzione
Diritto a scegliere il medico e il luogo di cure, ferme restando le esigenze dell’organizzazione del
Sistema Sanitario Nazionale

Materia esclusiva delle Regioni tranne l’art. 117 “m” (livelli essenziali di assistenza)  dal 2001 lo Stato non ha curato il profilo
dei livelli essenziali di assistenza, e dal 2001 non si aggiorna questo elenco di tabelle
Regionalismo dal 2001: aspetto critico legato alla sanità  sta per entrare in vigore una normativa europea riguardante la sanità
indigenza = coloro che non sono in grado di pagare/contribuire le cure esenziali  concetto relativo: deve essere sempre garantito
il nucleo irriducibile del diritto alla salute come livello essenziale di assistenza sanitaria, riconosciuto uniformemente
lOMoARcPSD|3838188

DIRITTO DI NON ESSERE CURATI  se è in gioco l’interesse del singolo alla salute, l’ordinmento tutela il
diritto all’autodeterminazione individuale in caso di paziente cosciente
Consenso informato = rapporto tra medico e paziente: il medico non interviene quando il paziente non autorizza in modo consapevole
l’intervento del medico, e quando il paziente dissente  se il paziente non è consapevole o è un minore o incapace?
Vuoto normativo in caso in cui il paziente sia incosciente e in stato vegetativo permanente come nel CASO ENGLARO
Battaglia giuridica per riconoscere un soggetto come portavoce della paziente in coma, accertando la figura di tutore del padre e di
un curatore diverso dal padre, per esprimere la volontà di Eluana  art. 32 vs art. 2  la Corte di Cassazione del 2007 ha stabilito che le
cure artificiali non costituiscono in sé una forma di accanimento terapeutico se limitate all’alimentazione/idratazione con
sondine, pur essendo un trattamento sanitario0
Il giudice può, su istanza del tutore, autorizzare l’interruzione dell’alimentazione artificiale se

La condizione di stato vegetativo è apprezzata clinicamente come irreversibile secondo gli standard scientifici
internazionali
Viene certificato ed accertato che il paziente non avrebbe prestato il suo consenso alla continuazione del trattamento, se
cosciente  parte molto problematica: come accertarlo? Elementi tratti dalla vita, personalità, e convincimenti religiosi,
etici e culturali certi

La volontà del singolo individuo non può essere tutelata dall’ordinamento nel caso in cui tale volontà metta a rischio la salute altrui
è possibile imporre i trattamenti sanitari obbligatori come nei casi di malati mentali e vaccinazioni + Servizio sanitario nazionale
che fornisce cure gratuite agli indigenti

USO DEL CASCO PER MOTOVEICOLI: il legislatore nel suo apprezzamento prescrive certi comportamenti e ne sanziona l’inosservanza
allo scopo di ridurre il più possibile le conseguenze, dal punto di vista della mortalità e della morbosità invalidante, degli incidenti
stradali. Non può difatti dubitarsi che tali conseguenze si ripercuotono in termini di costi sociali sull’intera
collettività, non essendo neppure ipotizzabile che un soggetto, rifiutando di osservare le modalità dettate in tale funzione preventiva,
possa contemporaneamente rinunciare all’ausilio delle strutture assistenziali pubbliche ed ai presidi predisposti per i
soggetti inabili

Art. 33 – 34: DIRITTO ALLO STUDIO

Libertà di insegnamento (comma I) = l’arte e le scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento  non esistono
espressioni artistiche ufficiali, né indirizzi scientifici di Stato  libertà garantita in ogni ordine e grado del sistema
scolastico
Libertà di istruire scuole ed istituti di istruzione (commi II – IV) = la Repubblica detta le norme sull’istruzione: enti e privato
hanno diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato  la legge assicura piena libertà e
trattament equipollenti tra scuole statali e non statali

Pluralismo scolastico  è escluso il monopolio pubblico d’istruzione: possono essere create scuole private parificate alle statali
se forniscono trattamenti equipollenti
Libertà di scelta nella scuola e diritto a ricevere un insegnamento  la scuola è aperta a tutti: istruzione inferiore obbligatoria e
gratuita (almeno per 8 anni), con facilitazioi ai capaci e meritevoli tramite borse di studio assegnate per concorso

Libertà di accesso al sistema scolastico


Gratuità dell’istruzione obbligatoria
Intervento statale a garanzie del diritto allo studio per i capaci e meritevoli senza necessari mezzi economici

Art. 38: DIRITTO ALL’ASSISTENZA SOCIALE

Assicura, a chi ne è sprovvisto, i mezzi adeguati alle esigenze di vita tramite l’istituzione di un sistema pensionistico e assistenziale
finanziato anche da contributi pubblici  esigenze di contenimento hanno reso necessario un ripensamento del modello esistente,
passando dal sistema retributivo (lega l’importo del trattamento pensionistico all’ultima retribuzione percepita) al sistema
contributivo (basato sui contributi versati dal lavoratore)

DOVERI COSTITUZIONALI

Vi sono alcune disposizioni costituzionali che individuano doveri, non diritti:

Art. 4 II: ogni cittadino ha il dovere di svolgere un’attività/funzione che concorra al progresso materiale/spirituale della
società
Art. 30: dovere/diritto dei genitori al mantenimento, istruzione ed educazione dei figli
lOMoARcPSD|3838188

Art. 48 II: dovere civico del voto  dovere con sanzione sociale ma non giuridica
Art. 52: difesa della patria
Art. 54: fedeltà alla Repubblica e osservanza delle leggi  incide sulla libertà di manifestazione del pensiero?
Art. 54 II: coloro con funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore
Art. 53: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva  non ha una
funzione commutativa di matrice liberale, ma una funzione distributiva dei carichi pubblici
Art. 2: adempimento di doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale

Doveri costituzionali = doveri previsti dalla Costituzione + risvolto di ciascun diritto costituzionale + clausola aperta capace di
informare il sistema costituzionale ispirato al principio di solidarietà
Lo Stato sociale vuole assicurare l’effettiva garanzia dei diritti, facendo quindi leva su un adeguato sistema fiscale
Coerentemente con il principio di solidarietà, il sistema tributario deve essere informato al criterio di progressivitò (art. 53 II)
perché solo un prelievo che aumenta più che proporzionalmente all’aumentare della base imponibile è capace di assegnare il
giusto peso alla manifestazione di ricchezza  è dominante l’opinione che annovera la progressività al sistema tributario nel suo
complesso,e non al singolo tributo, consentendo l’esistenza di tributi informati ad altri criteri

REGIONI ED ENTI LOCALI

Generalmente, gli Stati federali nascono per aggregazione di entità statuali preesistenti che decidono di unirsi con reciproche
limitzioni (USA): gli Stati membri stipulano un trattato internazionale, foedus, e una Costituzione federale in cui indicano le funzioni
attribuite all’Unione riconoscendo che tutto ciò non compreso nella Costituzione permanga di competenza delle entità costitutive
caratteri sintomatici della sussistenza di uno Stato federale:

0 Vari livelli di governo che concorrono nell’esercizio dei poteri sovrani


1 Una Costituzione che definisce e garantisce le competenze spettanti a ciascun livello di governo
2 Partecipazione delle entità costitutive al procedimento di revisione costituzionel
3 Una seconda Camera rappresentative delle entità

Quando la summa potesta è concentrata in un unico livello di governo, si ha lo Stato unitario che può delegare le sue funzioni
amministrative anche a livello locale
Lo Stato regionale costituisce un modello intermedio, in quanto le entità minori non vantano prerogative sovrane  in molti Stati
tradizionalmente federali è in atto un processo di concentrazione a livello centrale di competenze originaramente spettanti alle
entità costitutive e viceversa

IN ITALIA

Art. 5 = equilibrio tra spinte autonomistiche e principio di indivisibilità della Repubblica  in Assemblea Costituente fu trovata una
mediazione fra diversi punti
Nell’originario quadro costituzionale (Titolo V Parte II) le Regioni si vedevano attribuite un’autonomia e una potestà legislativa
limitata  ritardo in fase attuativa: i Consigli regionali furono eletti dal 1970 sulla base della legge 108 del 1968  ampliamento
dell’autonomia regionale per il tramite fonti normative di rango ordinario (a Costituzione invariata): riforma Bassanini del 1997
che delegava il Governo a conferire alle Regioni funzioni amministrative in molte materia RIFORMA DEL TITOLO V:

Legge cost. 1 del 1999: concernente l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale e l’autonomia statutaria delle
Regioni
Legge cost. 2 del 2001: concernenti l’elezione dei Presidenti delle Regioni a Statuto Speciale + province autonome di
Bolzano e Trento (modello di governo standard + possibilità di definizione della forma di governo)
Legge cost. 3 del 2001: modifiche al Titolo V Parte II

La forma di Stato italiana si sta evolvendo da un modello centralistico a uno federalistico, in direzione opposta, alla ricerca di un
punto di equilibrio tra la spinta autonomistica e il principio di unità ed indivisibilità della Repubblica

REGIONI

A statuto speciale = Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino, Friuli = art. 116  forme e condizioni particolari di
autonomia adottati con leggi costituzionali
A statuto ordinario = forme di autonomia previste dalla Costituzione = art. 123 cambiato dal testo originario (lo statuto
regionale doveva essere in armonia con Costituzione e con le leggi, e doveva essere approvato con legge della
Repubblica) al testo odierno dopo la riforma costituzionale (non c’è più il vincolo alla legge)
lOMoARcPSD|3838188

Lo statuto regionale determina la forma di governo e i princìpi fondamentali di organizzazione e funzionamento, regola
l’esercizio del diritto di iniziativa e del referendum e la pubblicazione di leggi/regolamenti regionali
Lo statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta con 2 deliberazioni
di minimo 2 mesi di distanza  il Governo può promuovere la questione di legittimità costituzionale, e lo statuto è
sottoposto a referendum popolare su richiesta del popolo
E’ una legge regionale rinforzata nel procedimento con efficacia atipica rispetto alle leggi regionali  le disposizioni dello statuto
prevalgono in caso di contrasto sulle leggi regionali  prima di entrare in vigore, lo Statuto può essere sottoposto al controllo
costituzionale
Spesso gli Statuti contengono enunciazioni di principio che si propongono di orientare l’attività normativa e amministrativa
regionale  varie sentenze costituzionali del 2004 secondo cui tali interventi di principio sono ammissibili, ma prive di
efficacia giuridica e collocabili solo su un piano meramente politico

FORME DI GOVERNO REGIONALE: organi necessari alla Regione ricavabili dall’art. 121 e art. 123  la disciplina sui loro rapporti è
rimessa agli statuti: la Costituzione però individua un modello standard di forma di governo che le Regioni possono scegliere di
adottare
ORGANI NECESSARI:

Consiglio regionale = eletto a suffragio universale, rappresenta la comunità regionale


0 funzioni normative : potestà legislativa ex art. 117 + potest regolamentare se stabilito dallo Statuto
1 funzioni di indirizzo e di controllo : può sfiduciare il Presidente della Giunta e approva mozioni ed istituisce
Commissioni di inchiesta
Giunta regionale = organo esecutivo
Presidente della giunta regionale = rappresenta le regione dirige la politica, promulga le leggi, emana i regolamenti,
dirige le funzioni amministrative
E’ eletto a suffragio immediato e diretto dai cittadini ex art. 122

Modello standard della forma di governo (neo – presidenziale)  in mancanza di diversa regolamentazione statutaria:

Elezione a suffragio universale e diretto del Presidente della Giunta, che nomina/revoca i componenti la Giunta (art. 122 V)
Mozione di sfiducia verso il Presidente (art. 126 II)
Principio del simul stabunt simul cadent = in caso di morte/impedimento/dimissioni/sfiducia del Presidente, si ha anche lo
scioglimento del Consiglio ex art. 126 III

Consiglio delle autonomie locali  rientrante tra gli organi necessari delle Regioni (art. 123) = organo di consultazione tra la
Regione e gli enti locali, organo rappresentativo delle autonomia locali esistenti, disciplinato dallo Statuto

ULTERIORI ORGANI DELLA REGIONE: organi di garanzia statutaria che verificano conformità dei disegni di legge regionali
allo statuto prima dell’approvazione, organi che garantiscono pari opportunità fra uomini e donne
FONTI REGIONALI: Statuti + Leggi regionali + Regolamenti regionali

RIPARTO DELLE COMPETENZE

Art. 117: competenze legislative fra Stato e Regioni: l’eserciziodi entrambe le potestà legislative deve avvenire nel rispetto
del limite costituzionale (rispetto della Costituzione), limite comunitario e limite internazionalista

Comma II: materia esclusiva statale


Comma III: competenza concorrente  lo Stato per i princìpi, e la Regione per la disciplina di dettaglio
Comma IV: competenza residuale regionale  materie trasversali

Principio di sussidiarietà in base al quale il riparto delle competenze può essere derogato legittimando lo Stato ad attrarre a sé la
disciplina di determinate materie di competenza regionale
Originaramente secondo l’art. 118 la titolarità delle funzioni amministrative era sostanzialmente concentrata nelle mani dello Stato
dagli anni Novanta si è affermata la necessità di allocare le funzioni amministrative secondo un nuovo e più efficace riparto delle
competenze, in favore dell’ente più vicino all’interesse da curare

0 Sussidiarietà verticale: inerisce alla distribuzione delle funzioni amministrative fra enti di governo di diverso livello
OMoARcPSD|3838188

Sussidiarietà orizzontale: impone agli enti pubblici territoriali di favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, per lo
svolgimento di attività di interesse generale

Criteri di differenziazione = impone che nell’allocare le funzioni amministrative si tenga conto della circostanza che gli enti
pubblici non sono tra loro uguali per dimensione e capacità gestionale
Criterio di adeguatezza = specifica che l’attribuzione delle funzioni amministrative debba tenere conto della capacità dell’ente
di gestire l’interesse pubblico in modo efficiente ed efficace
Il rischio che gli enti territoriali restino inadempienti nelle funzioni amministrative ha indotto il legislatore a regolare l’esercizio di poteri
sostitutivi da parte dell’ente superiore  adeguate cautele secondo il quale lo Stato può sostituirsi agli organi delle Regioni
e degli enti locali
L’art. 102 II prevede un potere sostitutivo straordinario in deroga al riparto delle competenze legislative ordinarie, e disegna
un modello di sostituzione costituzionalmente compatibile

Regionalismo cooperativo = i diversi soggetti coinvolti collaborano attivamente per indirizzare l’esercizio delle proprie competenze
verso un obiettivo comune  contrapposto al regionalismo dualistico dove vi è una netta separazione delle competenze
Principio di leale collaborazione secondo cui Stato e Regioni si devono conformare per soddisfare l’interesse nazionale:
soddisfare i propri interessi senza negare gli interessi altrui  CONFERENZA STATO – REGIONI (informazione, consultazione e
raccordo) per raggiungere intese ed accordi in relazione agli indirizzi di politica generale suscettibili di incidere nelle materie di
competenza regionale

Intesa forte = concorde manifestazione di volontà di Stato e Regioni


Intesa debole = raggiungimento di un accordo come obiettivo per raggiungere il quale vi possono essere più tentativi: ma se
ciò non è possibile, lo Stato può assumere una decisione

PROCEDIMENTO LEGISLATIVO REGIONALE disciplinato dallo Statuto

Iniziativa prevista per la Giunta, un consigliere, enti locali, corpo elettorale, Consiglio delle autonomia locali,..
Esame in commissione (procedimenti in sede referente/redigente/deliberante) è eventuale controllo da parte di collegi di
garanzia statutaria
Approvazione della legge regionale
Promulgazione del Presidente della Giunta, senza potere di rinvio
Pubblicazione sul Bollettino Ufficiale
Entrata in vigore dopo 15 gg

Art. 117 VI: POTESTA’ REGOLAMENTARE  prima della riforma del 1999, la potestà regolamentare era attribuita al Consiglio
direttamente dalla Costituzione, mentre ora la scelta è rimessa agli Statuti regionali
Sent. 313 del 2003 (Corte Costituzionale): illegittimo il conferimento alla Giunta dell’adozione della disciplina regolamentare
in tema di corpo forestale regionale, in quanto potestà cregolamentare spettante al Consiglio regionale  la Regione ha
scelta organizzativa

FUNZIONI AMMINISTRATIVE

Prima della riforma del Titolo V: erano titolari di poteri amministrativi nelle materie con competenza legislativa 
principio del parallelismo delle funzioni
MA agli enti locali riservate le funzioni amministrative di interessi locali nelle materie di competenza regionale
Le Regioni delegavano proprie funzioni amministrative a Province, Comuni, ed enti locali  rimanevano riserve
di funzioni amministrative in materia di competenza regionale a favore dello Stato
Nuovo Titolo V: funzioni amministrative ai comuni, salvo il principio di sussidarietà, differenziazione ed adeguatezza
Comuni, Province e Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie ex art. 117

AUTONOMIA FINANZIARIA DI ENTRATA E DI SPESA (art. 119): prima della riforma del 2001 erano quasi esclusi i finanziamenti da
tributi proprio  modifica all’art. 119: autonomia sostenuta da risorse autonome + tributi ed entrate proprie +
compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al solo territorio  + fondo perequativo senza vincoli di destinazione per
territori con minore capacità fiscale + risorse aggiuntive/ interventi speciali destinabili dallo Stato a determinati enti ocali
Art. 119 VI: esclude la possibilità di ricorso all’indebitamento per finanziare la spesa corrente, se non per spese di investimento

SISTEMA ELETTORALE REGIONALE  competenza legislativa concorrente ex art 122  disciplinati con legge regionale nei limiti
dei princìpi fondamentale stabiliti con legge della Repubblica ex legge 165 del 2004 secondo cui le Regioni disciplinano il sistema
elettorale e i connessi nei limiti dei seguenti princìpi
lOMoARcPSD|3838188

Individuazione di un sistema elettorale che agevoli la formazione di stabili maggioranze e assicuri la rappresentanza delle
minoranze
Contestualità dell’elezione del Presidente della Gunta e del Consiglio regionale, se il Presidente è eletto a suffragio
universale e diretto
Divieto di mandato imperativo
Pari opportunità uomini – donne
Durata quinquennale degli organi elettivi

RAPPORTI CON L’U.E.

La gestione dei rapporti con gli Stati esteri costituisce la prioritaria esigenza che ha favorito la creazione dell’entità federale: in
Italia, prima della riforma del Titolo V, le Regioni potevano svolgere una limitata attività internazionale sottoposta alla vigilanza del
Governo che dava il suo assenso  oggigiorno, vige l’art. 117 nei commi 3, 5 e 9
La legge la Loggia regola la materia:

rapporti con enti territoriali interni ad altri Stati = intesa preventivamente comunicata al PdCM e al Ministro degli Esteri e che
la stessa, dopo 30 gorni senza osservazioni, possa essere sottoscritta
rapporti con altri Stati = le Regioni hanno l’obbligo di comunicare le trattative alla Presidenza del Consiglio e al Ministero
degli Esteri che possono dare princìpi ed indirizzi da seguire

il nuovo art. 117 I afferma che l’esercizio della potestà legislativa delle Regioni deve avvenire nel rispetto dei vincoli
derivanti dall’ordinamento comunitario

Riconoscimento della partecipazione delle Regioni alla formazione del diritto comunitario (fase ascendente)  Art. 117
V: la partecipazione delle Regioni è in conformità alle norme processuali del legislatore statale, e prevede
il coinvolgimento della Conferenza Stato – Regioni
Riconoscimento della partecipazione delle Regioni all’attuazione del diritto comunitarioa (fase discendente)  norme di
procedura che devono essere seguite dalle Regioni per l’attuazione ed esecuzione degli atti comunitari (lo Stato può
sostituirsi alle Regioni se queste sono inadempienti)

COMUNI E PROVINCE (art. 114)

COMUNI  Consiglio (organo rappresentativo con funzioni di indirizzo e controlo) + Giunta (Sindaco + assessori) + Sindaco
(può assumere la qualifica di ufficiale di governo in talune funzioni)
Il Sindaco è eletto a suffragio universale e diretto con la maggioranza relativa (Comuni fino a 15.000 ab.) o a maggioranza assoluta
(Comuni maggiori) + un cospicuo premio di maggioranza ed ha durata quinquennale  principio simul stabunt simul cadent
PROVINCE  Consiglio (max. 10 componenti, organo rappresentativo) + Presidente della Provincia (eletto dal Consiglio tra i suoi
componenti)  funzioni ridotte per le province

Art. 117 II: gli Statuti locali sono fonte secondaria esecutiva ed attuativa delle disposizioni legislative statali concernenti legislazione
elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali
La legge regionale è estranea alla materia di organizzazione e funzionamento dell’ente locale  Stato e Regioni sono competenti a
conferire le funzioni amministrative agli enti locali e ad apprezzare le esigenze unitaria  soluzione intermedia consistente
nel conferire ma disciplinando con legge l’organizzazione e svolgimento delle relativa funzioni
La definizione del procedimento di formazione dei regolamenti locali è di competenza della legge statale

Potrebbero piacerti anche