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DIRITTO PUBBLICO = è quella parte del diritto che si occupa dei rapporti
che intercorrono tra l’autorità pubblica da un lato e i soggetti privati
dall’altro, cioè tra due soggetti che non si trovano in condizione di parità ,
posto che l’autorità pubblica di norma porta avanti degli interessi collettivi
che tendenzialmente prevalgono sull’interesse privato.
DIRITTO PRIVATO = è quella parte del diritto che si occupa dei rapporti che
intercorrono tra soggetti privati o anche tra un soggetto pubblico ed un
soggetto privato che si trovino, tuttavia, in condizioni di parità .
LA COSTITUZIONE
La Costituzione si colloca al vertice del sistema delle fonti ed è il testo
normativo che individua l’assetto fondamentale di un dato ordinamento.
La Costituzione delinea:
1) Forma di Stato (rapporto tra Governanti e Governati)
2) Forma di governo (rapporto tra organi di vertice di un dato ordinamento)
3) Sistema delle fonti del diritto
PARTE PRIMA
DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
Artt. da 13 a 54
titolo I: Rapporti civili
titolo II: Rapporti etico-sociali
titolo III: Rapporti economici
titolo IV: Rapporti politici
PARTE SECONDA
ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA
Artt. da 55 a 139
titolo I: Il Parlamento
titolo II: Il Presidente della Repubblica
titolo III: Il Governo
titolo IV: La Magistratura
titolo V: Le Regioni, le Province, i Comuni
titolo VI: Garanzie costituzionali
FONTI DEL DIRITTO
1) FONTI DI PRODUZIONE DEL DIRITTO
2) FONTI SULLA PRODUZIONE DEL DIRITTO (es. art. 70-72 Cost.)
3) FONTI DI COGNIZIONE DEL DIRITTO (GU – BUR)
FONTE SULLA COGNIZIONE DEL DIRITTO = si tratta dei testi che danno
notizia legale e conoscibilità delle norme giuridiche
LA CONSUETUDINE
Fonte-fatto per eccellenza, coincide con il diritto non scritto, nasce in
presenza di due condizioni:
1) Elemento oggettivo = diuturnitas, longa repetitio
+
2) Elemento soggettivo = opinio iuris ac necessitatis
TIPOLOGIE DI CONSUETUDINE
1) Consuetudine di diritto comune (livello più basso della gerarchia delle
fonti)
2) Consuetudine costituzionale (rango costituzionale)
3) Consuetudine internazionale (rango costituzionale)
Art. 10. Cost., comma 1
L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto
internazionale generalmente riconosciute.
1) CRITERIO GERARCHICO
La fonte superiore prevale su quella inferiore
(annullamento, erga omnes, ex tunc)
2) CRITERIO CRONOLOGICO
La fonte successiva prevale su quella precedente
(abrogazione, erga omnes o inter partes, ex nunc)
ABROGAZIONE
Disposizioni preliminari al Codice civile (Preleggi)
Regio Decreto n. 262 del 1942
Art. 15 Abrogazione delle leggi
Le leggi non sono abrogate che da leggi posteriori per dichiarazione espressa del
legislatore, o per incompatibilità tra le nuove disposizioni e le precedenti o perché la
nuova legge regola l'intera materia già regolata dalla legge anteriore.
TIPOLOGIE DI ABROGAZIONE
1) Abrogazione espressa (erga omnes)
2) Abrogazione tacita (inter partes)
3) Abrogazione implicita (inter partes)
RISERVA DI LEGGE
Riserva di legge = strumento con cui la Costituzione regola il concorso delle fonti nella
disciplina di una determinata materia.
Si tratta dei casi in cui la Costituzione prevede che certe materie, ritenute di
particolare importanza e delicatezza, debbano essere disciplinate dalla legge
escludendo altre fonti.
TIPOLOGIE DI RISERVE
1) RISERVA AD ALTRI ATTI
Legge costituzionale (es. artt. 81, 116, 132, 137, 138 Cost.)
Regolamento parlamentare
LA FUNZIONE LEGISLATIVA
Art. 70. Cost.
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.
PROCEDIMENTI LEGISLATIVI
1) Procedimento di formazione della legge ordinaria
2) Procedimento di formazione della legge di revisione costituzionale e delle altre
leggi costituzionali
3) Procedimento di formazione delle leggi rinforzate
Art. 72 Cost.
Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo
regolamento, esaminato da una commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva
articolo per articolo e con votazione finale.
Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali
è dichiarata l’urgenza.
Può altresì stabilire in quali casi e forme l’esame e l’approvazione dei disegni di
legge sono deferiti a commissioni, anche permanenti, composte in modo da
rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Anche in tali casi, fino al
momento della sua approvazione definitiva, il disegno di legge è rimesso alla Camera,
se il Governo o un decimo dei componenti della Camera o un quinto della
commissione richiedono che sia discusso o votato dalla Camera stessa oppure che sia
sottoposto alla sua approvazione finale con sole dichiarazioni di voto. Il regolamento
determina le forme di pubblicità dei lavori delle commissioni.
La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera
è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per
quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di
approvazione di bilanci e consuntivi.
Art. 139.
La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.
LIMITI ALLA REVISIONE COSTITUZIONALE → Art. 139 Cost. e limiƟ impliciƟ (principi
fondamentali e diritti inviolabili)
REGOLAMENTI DELL’ESECUTIVO
Disciplinati dalla legge n 400 del 1988, art. 17
Si distinguono:
Regolamenti del Governo → intero Consiglio dei Ministri (fonte secondaria)
↑
Regolamenti ministeriali ed interministeriali → adottati da uno o più Ministri
(subordinati ai regolamenti del Governo)
DPCM
↓
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri → Regolamento ministeriale
L’ORDINAMENTO REGIONALE E LE FONTI REGIONALI
1) STATO UNITARIO
2) STATO COMPOSTO → REGIONALE O FEDERALE
L’Assemblea costituente struttura l’ordinamento italiano come un ordinamento
regionale composto da 4 (in seguito 5) Regioni a Statuto speciale e 14 (in seguito 15)
Regioni a Statuto ordinario.
↓
Regioni a Statuto speciale già presenti
Regioni a Statuto ordinario create artificialmente (vecchi compartimenti statistici)
Già i PRINCIPI FONDAMENTALI della Costituzione riconoscono il sistema delle
AUTONOMIE LOCALI
↓
Art. 5 Cost.
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua
nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo;
adegua i principî ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del
decentramento.
In particolare, gli enti territoriali sono disciplinati nel Titolo V della Parte Seconda della
Costituzione
PARTE SECONDA
ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA
TITOLO V – Le Regioni, le Province, i Comuni
Dall’Art. 114 Cost → all’Art. 133 Cost.
↓
Si dà avvio all’esperienza delle Regioni ordinarie solo a partire dal 1970, fino ad allora
tale parte della Costituzione rimane congelata
↓
Questa parte della Costituzione è stata oggetto di due profonde revisioni:
1) la prima con legge cost. n. 1 del 1999 che ha rivisto la potestà statutaria e la forma
di governo delle Regioni introducendo l’elezione diretta del Presidente
2) la seconda con la legge costituzionale n. 3 del 2001 che ha rivisto ampiamente il
sistema Stato-Regioni e il relativo riparto delle competenze.
2) POTESTA’ LEGISLATIVA ESCLUSIVA DELLO STATO: tutto ciò che non rientrava
nell’elenco era di competenza dello Stato (la c.d. competenza generale era dello
Stato)
LIMITI ALLA LEGGE REGIONALE PRIMA DELLA RIFORMA:
- principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato
- interesse nazionale
- interesse di altre Regioni
- norme fondamentali delle leggi statali di riforma economico-sociale
- obblighi internazionali
- principi generali dell’ordinamento giuridico
CONFERENZA STATO-REGIONI
↓
ORGANO CHE OPERA PER FAVORIRE LA COOPERAZIONE TRA L’ATTIVITA’ DELLO
STATO E QUELLA DELLE REGIONI
↓
SI TRATTA DELLA SEDE PRIVILEGIATA PER LA NEGOZIAZIONE POLITICA TRA
L’AMMINISTRAZIONE CENTRALE E IL SISTEMA DELLE AUTONOMIE REGIONALI
COMPOSIZIONE:
↓
È presieduta dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, su delega del
Presidente del Consiglio dei Ministri.
È composta dai 20 Presidenti delle Regioni a Statuto ordinario e speciale e dai 2
Presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano.
Alle sedute partecipano, su invito del Presidente, i Ministri interessati agli argomenti
in discussione.
FUNZIONI:
↓
L’attività della Conferenza Stato-Regioni è regolata dal d.lgs. n. 281/1997 e si
estrinseca con:
- PARERI
- INTESE
- DELIBERAZIONI
- ACCORDI
- RACCORDI, INFORMAZIONE E COLLABORAZIONE STATO-REGIONI
- INTERSCAMBIO DI DATI E INFORMAZIONI
- ISTITUZIONE DI COMITATI E GRUPPI DI LAVORO
ATTIVITÀ CONSULTIVA (I PARERI)
Principio del primato → comporta la prevalenza delle fonti europee sulle fonti statali
che devono essere disapplicate sulla base del criterio della competenza (se la
questione riguarda anche l’ordinamento europeo applico fonte europea e disapplico
quella statale; se la questione è solo interna applico la fonte statale)
Salvo controlimiti
CORTE COSTITUZIONALE
Organo cui compete il controllo giurisdizionale del rispetto della Costituzione (a
garanzia della sua rigidità ) → in modo che le fonƟ primarie non possano violare la
Costituzione
COMPOSIZIONE → 15 GIUDICI
di cui: - 5 eletti dal Parlamento in seduta comune
- 5 eletti dalle supreme magistrature (Cassazione, Consiglio di Stato,
Corte dei conti)
- 5 nominati dal Presidente della Repubblica
scelti tra: - professori ordinari in materie giuridiche,
- avvocati che esercitano la professione da almeno venti anni,
- magistrati delle supreme giurisdizioni
FUNZIONI
1) controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi
forza di legge, dello Stato e delle Regioni
2) conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni, e
tra le Regioni
3) accuse promosse contro il Presidente della Repubblica
4) ammissibilità del referendum abrogativo
Art. 34 Cost.:
“La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più
alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie
ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
↓
DIRITTO ALL’ISTRUZIONE
Art. 41 Cost.:
“L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla
salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà , alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica
pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.
↓
LIBERTA’ DI INIZIATIVA ECONOMICA
Art. 117 Cost.: rinvio (relativo al riparto di competenze Stato-Regioni)
GLI ARTICOLI DI RIFERIMENTO CAMBIANO A SECONDA DELLA PROSPETTIVA
1) PUNTO DI VISTA DELL’IMPRENDITORE
↓
Turismo come attività economica
(attività ricettive turistiche, alberghiere ed extralberghiere; agenzie di viaggio e
turismo; professioni turistiche; imprese di trasposto)
↓
ART. 41 = TURISMO COME ATTIVITA’ ECONOMICA
(che deve essere libera salvo i limiti imposti dalla legge)
La Corte conclude ritenendo la legge regionale in contrasto con la legge statale che
“in attuazione degli art. 9 e art. 32 della Costituzione detta principi fondamentali per
l’istituzione e gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e promuovere
la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese”.
La Corte dichiara incostituzionale la legge della Regione Lazio perché lesiva, in
contrasto con i principi fondamentali posti dalla legge statale a tutela dell’ambiente.
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NEL BILANCIAMENTO L’ART. 41 CEDE DI FRONTE AGLI ARTT. 9 E 32 COST.
QUESTO É UN ESEMPIO IN CUI ENTRA IN GIOCO UNA MATERIA TRASVERSALE
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AMBIENTE = MATERIA TRASVERSALE IN FORZA DELLA QUALE LO STATO OPERA
ANCHE IN SETTORI CHE SAREBBERO DELLE REGIONI
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Ecco che, ad esempio, per tutelare l’ambiente si possono regolare:
l’edilizia abitativa, l’uso del territorio, il servizio di smaltimento dei rifiuti, la
circolazione nei centri storici, l’impiego di concimi, il taglio dei boschi etc.
↓
Questo porta a frequenti sovrapposizioni tra leggi dello Stato e leggi delle Regioni,
intrecci di interessi, che spesso spetta alla Corte costituzionale risolvere
↓
Di norma la Corte valuta di volta in volta la materia d’interesse prevalente e se non
sussiste una prevalenza l’intervento dello Stato è ammesso ma deve ispirarsi al
principio di leale collaborazione prevedendo di norma la necessità di cercare l’intesa
con la Regione in sede di Conferenza Stato-Regioni.
2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato, di concerto con i
Ministri degli affari esteri, dell'ambiente della tutela del territorio e del mare, dello sviluppo
economico, per i beni e le attività culturali, delle politiche agricole alimentari e forestali, della
gioventù e per le politiche europee, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo
Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, si definiscono i circuiti nazionali di
eccellenza, i percorsi, i prodotti e gli itinerari tematici omogenei che collegano regioni diverse lungo
tutto il territorio nazionale, anche tenendo conto della capacità ricettiva dei luoghi interessati. Essi
sono individuati come segue:
a) turismo della montagna;
b) turismo del mare;
c) turismo dei laghi e dei fiumi;
d) turismo della cultura;
e) turismo religioso;
f) turismo della natura e faunistico;
g) turismo dell'enogastronomia;
h) turismo termale e del benessere;
i) turismo dello sport e del golf;
l) turismo congressuale;
m) turismo giovanile;
n) turismo del made in Italy e della relativa attività industriale ed artigianale;
o) turismo delle arti e dello spettacolo.
3. Il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro delegato promuove i circuiti nazionali di
eccellenza nel contesto nazionale ed internazionale, anche con la partecipazione degli enti locali,
delle regioni, delle associazioni di categoria e dei soggetti pubblici e privati interessati che
concorrono alla formazione dell'offerta.
5) FONTI EUROPEE
- Regolamenti (direttamente applicabili - ad esempio):
Regolamento n. 261 del 2004 che pone regole comuni su compensazione e assistenza
ai passeggeri in caso di negato imbarco, cancellazione dei voli o ritardo prolungato
Regolamento n. 450 del 2008 istitutivo del codice doganale comunitario
Regolamento n. 692 del 2011 relativo alle statistiche europee sul turismo.
- Direttive (da recepire da parte dello Stato con atti interni – ad esempio):
1) Direttiva in materia di servizi di albergo e simili e terreni per campeggio n. 368 del
1968
2) Direttiva sulle attività di accompagnatore turistico e di interprete turistico n. 368
del 1975 attuata con d.lgs. n. 391/1991
3) Direttiva sui viaggi, le vacanze e i circuiti “tutto compreso” n. 314 del 1990, (attuata
dal Codice del turismo)
4) Direttiva sui contratti di multiproprietà n. 122 del 2008
5) Direttiva relativa ai pacchetti turistici e ai servizi turistici collegati n. 2302 del 2015
TURISMO: RIPARTO DELLE COMPETENZE TRA STATO E REGIONI
REGIONI A STATUTO SPECIALE
Gli Statuti speciali elencano dall’origine il TURISMO tra:
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le COMPETENZE PRIMARIE
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Quindi il turismo è ed è sempre stato MATERIA DI COMPETENZA
PRIMARIA/ESCLUSIVA delle Regioni speciali.
Ora, al di là del merito della pronuncia dove comunque la Corte riconduce i porti
turistici alla materia turismo, è interessante riportare il passaggio in cui la Corte
afferma che
“uno stretto intreccio si ravvisa con il regime delle strutture dedicate alla nautica da
diporto (cioè navigazione a scopo sportivo e ricreativo quindi relativa ai porti
turistici)”. “Questo settore rientra nella competenza concorrente in materia di “porti”
rispetto alla quale spetta allo Stato definire i principi fondamentali”.
Riepilogando dopo la riforma del 2001:
PROFESSIONI TURISTICHE = DA TURISMO A PROFESSIONI
ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE = DA TURISMO A ORDINAMENTO
SPORTIVO
PORTI TURISTICI = DA TURISMO A CONFIGURAZIONE PIU’ INCERTA (TURISMO
OPPURE PORTI)
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In sostanza possiamo dire che la competenza regionale in materia di turismo risulta
ridimensionata dal passaggio di determinati settori ad altra materia ritenuta più
pertinente.
CODICE
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si può immaginare dove lo Stato ha COMPETENZA ESCLUSIVA (penale, civile, enti
locali)
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- NON dove lo Stato ha competenza concorrente e deve quindi porre solo i principi
fondamentali
- NON di certo dove la competenza è esclusiva regionale!!
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RICORSO DELLE REGIONI
IL CODICE DEL TURISMO E
LA SENTENZA N. 80 DEL 2012 DELLA CORTE COSTITUZIONALE
TOSCANA, PUGLIA, UMBRIA E VENETO
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impugnano il CODICE DEL TURISMO (d.lgs.) per violazione della loro competenza e
degli artt. 76 e 77 Cost.
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La Corte costituzionale osserva, in primo luogo, che con il decreto legislativo in
oggetto il Governo ha esercitato due deleghe distinte:
1) con la prima è stato approvato il Codice del turismo
2) con la seconda sono state apportate modifiche al Codice del consumo (in
particolare in relazione ai contratti di multiproprietà e delle vacanze a lungo termine)
Nel 1983 la prima legge quadro scioglie gli EPT e le AACTS e prevede:
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le APT (Aziende di promozione turistica → enƟ dipendenƟ dalle Regioni)
gli IAT (Uffici di informazione e accoglienza turistica)
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Spettava alle Regioni istituirli concretamente e individuare gli ambiti territoriali
turisticamente rilevanti
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Le Regioni approvano le proprie leggi regionali e istituiscono le proprie Agenzie di promozione
turistica.
Quindi, tra gli anni ‘70 e gli anni ’90
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LE REGIONI ESERCITANO LE FUNZIONI AMMINISTRATIVE
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PRIMA ATTRAVERSO GLI EPT E LE AACTS (ereditati dallo Stato)
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POI ATTRAVERSO LE APT E GLI IAT (introdotte dalla legge quadro e istituite con legge
regionale)
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A QUESTO PUNTO SI GIUSTIFICANO ANCORA LE STRUTTURE MINISTERIALI??
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IN TEORIA NO
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MA IN PRATICA le strutture ministeriali non vengono toccate e questo comporta
rapporti conflittuali tra amministrazione centrale e ordinamenti regionali.
In sostanza:
- alcune Regioni si limitano a prevedere ORGANI DI COORDINAMENTO
POLITICO;
- alcune Regioni istituiscono apposite strutture di consulenza, indirizzo e
programmazione dipendenti dalle Regioni (AGENZIE REGIONALI)
- alcune Regioni ricorrono ad organizzazioni di gestione e quindi a società con
partecipazione regionale (SOCIETÀ REGIONALI)
2) FORME DI GESTIONE A LIVELLO LOCALE
In un primo tempo, si distinguevano due modelli:
1) le leggi regionali che andavano ad individuare solo l’ente territoriale
competente (Comune o Provincia) → poi spettava all’ente locale decidere il modello
organizzativo più appropriato (azienda speciale, società a capitale misto o solo
pubblico, organizzazione privata etc.)
2) le leggi regionali che conferivano le competenze all’ente e configuravano
anche il modello organizzativo che l’ente locale doveva utilizzare.
Più recentemente, LE NUOVE LEGGI REGIONALI VANNO TUTTE NEL SENSO DI
ESCLUDERE IL RUOLO AUTONOMO DEGLI ENTI LOCALI, ACCENTRANDO A LIVELLO
REGIONALE LA PROMOZIONE E L’INFORMAZIONE TURISTICA.
Peraltro, a fronte della crisi economica e della conseguente riduzione dei contributi
pubblici destinati al turismo, le Regioni tendono a cercare nuovi modelli organizzativi
che coinvolgono i SOGGETTI PRIVATI.
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OGNI REGIONE HA PROPRIA ORGANIZZAZIONE → DI NORMA CON AMPIO
COINVOLGIMENTO DI SOGGETTI PRIVATI