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DIRITTO
Il diritto è l’insieme di norme giuridiche imposte per mantenere nella società un ambiente pacifico. Esso
è strettamente legato a coordinate geografiche e storiche perché è applicato in un preciso momento
storico e territorio.
Lo stato è il detentore della forza pubblica e perciò ha il monopolio della forza legittima (sovranità).
La giurisprudenza e la dottrina contribuiscono a chiarire una legge e la sua portata e si distinguono per i
soggetti che ne danno l’interpretazione:
NORMA GIURIDICA
La norma giuridica si caratterizza per il carattere della coattività (obbligatorietà ) ed è formata da due
parti:
N.B. la norma giuridica è diversa dalle norme morali, religiose, etiche che sono rispettate solo dai
componenti della comunità .
Novità,
Generalità, nel senso che è valida per tutti
Coattività, ovvero obbligatoria
Astrattezza, perché regola situazioni generali/astratte e non singoli casi
EFFETTI (SITUAZIONI GIURIDICHE) PRODOTTI DALLA NORMA GIURIDICA
di vantaggio:
→ interesse legittimo → interesse che si può rivendicare → la P.A. deve agire nel rispetto
delle norme giuridiche → permette di partecipare a un concorso ed essere selezionato in
modo corretto qualora il soggetto avesse condizioni necessarie.
di svantaggio:
❖ persone giuridiche: soggetti come società , associazioni riconosciute, etc. a cui manca fisicità →
devono essere riconosciute attraverso un iter con cui vengono iscritte in un apposito registro.
Possono così esercitare diritti e doveri, oltre ad agire (fare contratti etc.).
→ organi costituzionali: organi INDEFETTIBILI → lo Stato non può esistere senza essi
(Parlamento, Governo);
i. letterale
→ applicata dove è possibile attribuire il senso palese delle parole;
i. teleologica
→ interpretare lo scopo/intento del legislatore, quando la i. letterale non è sufficiente;
i. analogica
→ in attesa di una norma specifica, si fa riferimento a norme che regolano casi simili o
materie analoghe;
i. sistematica
→ si seguono i principi generali dell’ordinamento, in mancanza di norme che regolano la
situazione presa in considerazione;
i. autentica
→ quando il legislatore stesso chiarisce una disposizione non chiara.
L’insieme delle regole giuridiche forma l’ordinamento giuridico statale. Gli ordinamenti hanno
carattere di complessità (formato da tante regole) e stabilità (è stabile, non cambia spesso).
generali o particolari, rispetto allo scopo che l’ordinamento persegue → l’ordinamento statale
(ma anche quelli regionali, comunali, europeo) è generale perché persegue scopo generale.
originari o derivati → l’ordinamento statale è l’unico ordinamento originario perché deriva da
sé stesso, non riconosce nessun soggetto al di sopra di sé (sovranità , perché si auto-costituisce),
mentre gli ordinamenti delle Regioni e province sono derivati.
Le regole giuridiche provengono dalle fonti, che possono essere classificate in:
L’ordinamento giuridico dei paesi dell’Europa continentale è formato soprattutto da atti scritti→ dopo
la Rivoluzione francese del 1789 Napoleone decise di dare un ordine alle regole basando il diritto su
atti scritti, da allora in Europa si adottano prevalentemente forme scritte.
La Costituzione, come tutte quelle scritte in Europa continentale nel secondo dopoguerra, viene definita
segnata dall’effetto Auschwitz (inteso come male assoluto): il costituente scrive una Costituzione in modo
tale che non si possa ripetere più l’esperienza passata (totalitarismi) tramite un testo lungo e
l’inserimento di due meccanismi per garantire superiorità :
1. Controllo di costituzionalità,
2. Rigidità: La Costituzione può essere cambiata solo con procedimento aggravato (revisione
costituzionale).
criterio di gerarchia: le fonti possono essere ordinate in modo gerarchico secondo la forza (o
efficacia) attribuita loro dall’ordinamento→ la fonte sovraordinata prevale sulla fonte inferiore.
L’annullamento della fonte subordinata (con effetto retroattivo) è la conseguenza
dell’applicazione del principio di gerarchia: la legge è annullata, cioè non produce più i suoi effetti
e non è valida (come se non ci fosse mai stata).
La scala gerarchica è la seguente
1. Principi supremi,
2. Costituzione, leggi costituzionali, di revisione costituzionale (possono cambiare la
costituzione),
3. fonti primarie (leggi e atti aventi forza di legge),
4. fonti secondarie (regolamenti governativi): con funzione di applicare in concreto la fonte
primaria (perciò i giudici amministrativi risolvono contrasto),
5. fonti terziarie: consuetudini.
Criterio cronologico (se le fonti sono sullo stesso piano): prevale la norma più recente, mentre
quella precedente non ha più efficacia, perciò , viene abrogata (resta valida per il passato, ma non
produrrà effetti per il futuro).
Criterio di competenza: (es. contrasto legge statale e regionale, che sono sullo stesso piano):
prevale la fonte competente (in base all’art. 117 Cost. che descrive le competenze tra Stato e
Regione). La conseguenza è l’annullamento, per principio di norma interposta, della norma che
viola il criterio di competenza.
Criterio di specialità: in caso di contrasto tra due fonti (una generale e una più specifica), la
norma specifica deroga quella generale. La conseguenza è che la norma generale non produce
effetti per il caso specifico, ma continua a produrre effetti per tutti gli altri casi.
Criterio di riparto di competenza (art.117 cost.): lo Stato è organo originario, mentre le Regioni sono
organi derivati (previsti nel 1948, ma funzionanti dal 1970). Perciò Stato e Regioni sono organi differenti
che hanno competenze diverse in differenti ambiti. Nel 2001 vi è una riforma per ampliare le competenze
delle Regioni (per trasformare l’Italia in uno Stato federale). Ma il raggiungimento del federalismo non è
possibile perché l’Italia non prevede federalismo fiscale, inoltre l’art. 117 al secondo comma enumera le
competenze esclusive dello Stato centrale, al quarto le competenze residuali delle Regioni e tra le une e le
altre prevede le competenze concorrenti tra Stato e Regioni. Queste ultime sono sia dello Stato (che ne fissa
le regole guida, “leggi quadro”) sia delle Regioni (che legiferano). Nello scontro tra Stato e Regione
interviene la Corte costituzionale, interpretando la Costituzione. Essa ha perciò ricentralizzato alcune
competenze sulle quali lo stato emana parametri entro i quali le Regioni devono attenersi. Perciò le
competenze dello Stato si sono estese ai cosiddetti valori trasversali, limitando la revisione dell’art. 117 che
aveva cercato di ampliare le competenze regionali.
Se si tratta di contrasto tra fonti interne, è la Corte costituzionale a giudicare (e ad annullare la norma), se
invece il contrasto è tra fonte interna e un trattato europeo (fonte esterna), la norma europea rimane dove è
competente, mentre la fonte interna viene disapplicata (non è possibile un controllo da parte della Corte
costituzionale). Ogni scelta del Governo, Parlamento deve essere conforme alla Costituzione. L’Art.11 Cost.
permette la limitazione della sovranità in favore di organismi che promuovono pace e giustizia (facendo
riferimento all’ONU). Con un’interpretazione teleologica l’art.11 viene applicato quando l’Italia firma i
trattati per la creazione del mercato unico e poi dell’UE. L’intento dell’Italia è la creazione della UE che
assicura coesione per pace e giustizia. Con il Trattato di Lisbona scompaiono tutti i precedenti trattati
tranne quello Euratom, che rimane a sé.
I decreti-legge possono essere emanati dal Governo solo in casi straordinari di necessità e di emergenza,
devono successivamente essere convertiti in legge dal Parlamento. I decreti legislativi sono emanati dal
Governo previa direttiva del parlamento attraverso legge delega.
Art. 11 disp. Preliminari C.C. (fonte primaria, principio generale) prevede che le leggi hanno effetto solo
per il futuro e non per il passato (non sono retroattive).
Possono esserci leggi retroattive? Sì, secondo il principio di specialità l’art.11 disp.prel.CC è derogato.
Un regolamento del governo può essere retroattivo? No, non sono mai retroattivi
Una legge penale può essere retroattiva? No, viene inserito il divieto di retroattività delle leggi penali
nell’Art. 25 Cost. (NON può essere derogato da fonte primaria).
LA COSTITUZIONE
È la legge fondamentale che stabilisce le linee guida del funzionamento di un ordinamento. In un paese
democratico stabilisce i limiti dell’autorità pubblica (regolandone i poteri) e riconosce i diritti e le
libertà dei soggetti.
Questo concetto nasce nel ‘700 in Europa continentale quando si passa dall’assolutismo allo stato liberale.
Secondo Art. 16 della dichiarazione dei diritti dell’uomo cittadino del 1789 (alla base delle
costituzioni democratiche) la costituzione deve rispettare:
il principio della separazione dei poteri (teoria di Montesquieu) per limitare il potere
dell’autorità ,
riconoscimento di diritti e libertà dei singoli.
Le prime c. sono quelle di fine ‘700 e ‘800. (In Italia abbiamo lo Statuto albertino 1848). Queste c.
rispettano separazione dei poteri e riconoscimento diritti/libertà . Vengono chiamate di mera garanzia
(=brevi, articoli generici), perché c’è fiducia nell’ordine naturale e spontaneo della legge. È proprio a causa
di questa fiducia che in Europa si creano i totalitarismi. Dopo il secondo dopoguerra molti Paesi europei si
danno un organo costituente che scrive una nuova C. che assume nuove caratteristiche: queste nuove c.
sono di valore e di indirizzo (lo Stato deve basarsi su principi fondamentali). L’ordine da seguire è
artificiale e bisogna tutelare la c. stessa: nessuna legge può essere in contrasto con gli art. cost., perciò la c.
viene definita rigida (può essere revisionata con procedimento particolare, tranne alcuni articoli che non
possono essere revisionati) e lunga. È previsto un nuovo organo (Corte costituzionale in Italia). che
controlla la costituzionalità delle leggi (principio di rigidità costituzionale).
Regno Unito non ha una vera e propria c., perché si compone di atti scritti e consuetudini (tra cui Magna Charta
1215, nessuno può essere punito senza un giusto processo). Non c’è un organo di controllo costituzione. Si parla
di onnipotenza del Parlamento (all’opposto della rigidità costituzionale), che ha la facoltà di modifica di c. (c.
FLESSIBILE).
La fiducia (e sfiducia) al Governo si vota con maggioranza semplice (50%+1 dei presenti) delle
camere. È un voto palese (contrario voto segreto) con appello nominale (ogni parlamentare viene
chiamato e deve dichiarare cosa vota e perché). I Governi in Italia, per cultura, sono di coalizione
perciò è facile che un partito ritiri la fiducia.
REVISIONE COSTITUZIONALE
Formalizzata nell’Art. 138 Cost. (fonte sulla produzione): la c. può essere modificata attraverso una
procedura aggravata con leggi di revisione costituzionale. La revisione può essere effettuata solo dal
Parlamento.
A differenza delle leggi ordinarie, le leggi di revisione costituzionale sono approvate con doppia
deliberazione:
→ Progetto di legge votato dalle camere con maggioranza semplice (come procedimento ordinario),
→ intervallo 3 mesi,
→ nuovo voto delle camere a maggioranza assoluta (50%+1 dei componenti),
→ pubblicazione in G.U. per portare a conoscenza il progetto di legge approvato,
→ entro 3 mesi può essere chiesto referendum costituzionale (500.000 elettori o 5 consigli regionali
o 1/5 componenti di una camera) (è facoltativo), ha valore di confermare il progetto e perciò non
è necessario doppio quorum (non si conta astensionismo). Con il referendum il costituente vuole
dare voce alle minoranze. Se il referendum non passa, la legge di revisione non passa,
→ promulgazione da parte del Capo dello Stato.
è stato ipotizzato un altro tipo di processo revisionale, uguale ma con una differenza: alla seconda
votazione la maggioranza si attesta ai 2/3 dei componenti (espressione della maggioranza politica e
maggior parte dell’opposizione) delle camere e non si può chiedere il referendum costituzionale.
Non tutta la c. può essere modificata: infatti i principi supremi (sovraordinati a c.) resistono alla revisione
costituzionale. Tra i limiti alla revisione c’è il limite esplicito (art. 139 cost. non si può revisionare la
forma repubblicana). C’è chi si attiene all’interpretazione letterale e chi (Corte costituzionale e dottrina
maggioritaria) invece allarga l’interpretazione dell’Art 139 all’art. 1 (l’Italia è una Repubblica
democratica). Perciò il concetto di Repubblica assume un valore più ampio: non solo non si può cambiare
il presidente della Repubblica con un sovrano, ma non si può neanche modificare la forma democratica
(limiti impliciti), perciò non sono revisionabili i primi articoli, diritti e libertà , cioè i principi supremi
(primi 12 art.).
Si può passare da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale? Sì, perché si rispetta il concetto di
separazione dei poteri, cambiando solamente il rapporto tra gli organi.
È possibile la secessione in due stati? No, secondo art. 5 la Repubblica è una e indivisibile.
LA LEGGE
Forza di legge: capacità di rinnovare l’ordinamento nel rispetto della Costituzione. Le fonti primarie
resistono all’abrogazione da parte delle fonti secondarie.
Il Parlamento approva le leggi a maggioranza semplice, salvo i casi previsti dalla C. con maggioranze più
ampie.
Fonti primarie (hanno tutte forza di legge), sono a numero chiuso perché sono solo quelle previste da c.
legge ordinaria adottata dal Parlamento, titolare del potere legislativo (con forma e forza di
legge),
atti aventi forza di legge, adottati dal Governo, ma controllati dal Parlamento
→ decreti-legge
→ decreti legislativi
referendum abrogativo, istituto che modifica l’ordinamento giuridico,
regolamenti degli organi costituzionali,
leggi regionali, a competenza riservata (valgono solo nella Regione).
Possono essere introdotti altri organi con iniziativa legislativa? Sì, l’art. 71 precisa che altri organi, con
legge costituzionale, possono essere inseriti nell’elenco.
Nel procedimento ordinario (obbligatorio in alcune materie di legge, come materia elettorale e
autorizzazioni dei trattati internazionali) la commissione si comporta come commissione
referente, cioè controlla il progetto, eventualmente scrive pareri o suggerimenti di modifica, poi
riferisce alla camera di appartenenza allegando pareri. Alla camera spetta la votazione, prima per
singolo articolo (che passa all’altra Camera tramite la c.d. navetta) e poi, l’approvazione di tutti gli
articoli, si procede infine all’approvazione integrale del testo finale.
C) La promulgazione e pubblicazione:
a. promulgazione del Presidente della Repubblica: è un controllo di merito
costituzionale; se ritiene che vi sia un vizio di legittimità , il Presidente può rinviare, una
sola volta, la legge alle Camere, le quali possono decidere se controllare/modificare o
meno il progetto. Se il Parlamento non apporta modifiche, il Presidente è obbligato a
promulgare il testo (per principio di separazione dei poteri).
b. pubblicazione in GU,
c. vacatio legis, un’attesa di 15 giorni prima dell’entrata in vigore della legge. Il termine di
15 giorni può essere derogato (sia allungato, in caso di leggi complesse, sia accorciato, in
caso di urgenza).
La promulgazione è un atto dovuto? No, il Presidente della Repubblica può rinviare il testo alle Camere per
motivi di merito costituzionale, ma soltanto una volta.
I regolamenti del governo necessitano di essere pubblicati? Sì, per il principio di certezza del diritto tutti gli
atti normativi devono essere pubblicati prima dell’entrata in vigore.
Le leggi si approvano in parlamento con maggioranza semplice (50%+1 dei presenti). Ci sono fonti
primarie che devono essere approvate, secondo la c. con maggioranza superiore. L’Art. 79, per es.,
prevede la maggioranza dei 2/3 in casi di amnistia (cancella il reato, come se non fosse mai successo,
non si va a processo) e indulto (per togliere le pene di chi le sta scontando), ovvero due provvedimenti di
clemenza dati da Parlamento rivolti a una collettività .
REFERENDUM ABROGATIVO
La sovranità appartiene al popolo nei limiti e nelle forme stabiliti dalla Costituzione. Vi sono due tipi di
democrazia: diretta (è il popolo stesso a decidere) e rappresentativa (le principali funzioni sono
affidati a organi eletti periodicamente e liberamente dal popolo). In alcuni casi, a certe condizioni, il
popolo può esercitare alcune funzioni, per es, referendum abrogativo (art.75 Cost.):
1. Iniziativa: del popolo, attraverso la firma di almeno 500.000 elettori o da 5 consigli regionali,
2. Controllo dell’Ufficio centrale per il referendum: per la validità delle firme,
3. controllo di ammissibilità della Corte costituzionale: basandosi sulla Costituzione. Non è
ammissibile il referendum su: leggi tributarie e di bilancio, amnistia e indulto, autorizzazione a
ratificare trattati internazionali, ma anche su leggi costituzionali e di revisione costituzionale. I
quesiti devono essere chiari e semplici, in modo da rispettare la volontà popolare.
4. Indizione del referendum,
5. Doppio quorum: di partecipazione (maggioranza assoluta, deve votare almeno il 50%+1 degli
elettori) e deliberativo (maggioranza semplice, prevale SI o NO).
art. 87 Cost. precisa che il Presidente della Repubblica emana gli atti aventi forza di legge. La dottrina ha
aperto il dibattito su: “l’emanazione permette il rinvio del DL al Governo?”. La dottrina maggioritaria si è
espressa in merito, ritenendo l’emanazione come un atto dovuto, quindi non permette il rinvio al Governo.
Che cosa può fare il Parlamento quando converte un DL? Può convertire espressamente o non convertire
(anche attraverso silenzio di dissenso), nell’ultimo caso anche con legge sanatoria (gli effetti restano validi
per i 60 giorni del DL).
Una legge delega può mancare di termine/oggetto/principi e criteri direttivi? No, sono gli elementi
essenziali.
Una legge delega può contenere ulteriori limiti? Sì, essi dovranno essere rispettati dal Governo,
conformandosi a TUTTO il contenuto della legge delega.
Se il Governo decide di deliberare d.lgs che non rispetta la legge delega, cosa succede? Si ha un’antinomia,
che viene risolta con il principio gerarchico, in quanto il d.lgs contrasta con l’art. 76 cost. (principio della
norma interposta).
La legge elettorale può essere sottoposta a referendum abrogativo? Sì, solo se il referendum verte su alcune
parti, per evitare una paralisi del sistema elettorale.
Se vince il No al referendum, può essere riproposto il quesito referendario? Sì, può essere indetto un
referendum non prima dei 5 anni dal primo.
Cosa succede se prevale il sì? La legge viene abrogata, il legislatore può disattendere la volontà popolare e
ripristinare la legge abrogata? La Corte costituzionale si è espressa in merito al referendum sulla
privatizzazione dei servizi idrici, quando vi fu un conflitto di attribuzione di poteri. Visto che la sovranità
appartiene al popolo, il legislatore può ripristinare la norma abrogata dopo un lasso di tempo che giustifichi
la reintroduzione della norma abrogata.
REGOLAMENTI PARLAMENTARI
Sono fonte primaria con competenza riservata (non sono atti aventi forza di legge), perché competono
solo a Parlamento e l’oggetto è la disciplina del funzionamento dello stesso. Sono approvati a maggioranza
assoluta. I regolamenti non hanno relazione con altre fonti primarie. Si parla di interna corporis acta
perché non sono sindacabili dalla Corte costituzionale (non effettua controlli sui regolamenti).
Sono possibili regolamenti parlamentari incostituzionali? No, la Corte può effettuare un controllo sul
conflitto di attribuzione se richiesto da un altro organo.
REGOLAMENTI GOVERNATIVI
Essi sono una fonte secondaria; sono atti formalmente amministrativi (perché deliberati dall’organo
all’apice della PA, Governo). Essendo una fonte secondaria, il regolamento deve rispettare il principio di
legalità:
in senso sostanziale, un regolamento non può essere in contrasto con una fonte primaria (in caso
di contrasto un giudice amministrativo applica principio di gerarchia),
in senso formale, i regolamenti devono essere autorizzati da una legge parlamentare. Quindi il
regolamento dà attuazione alla legge che lo autorizza.
Sono deliberati dal Consiglio dei ministri ed emanati dal Presidente della Repubblica sotto forma di
D.P.R. I regolamenti non sono retroattivi. Per i regolamenti non vale il principio di tipicità perché la
creazione di essi è affidata alla legge. La legge 400/1988 ha introdotto una serie di regolamenti:
RISERVA DI LEGGE
È un istituto con il quale una materia può essere disciplinata dalla legge e dagli atti ad essa equiparati ma
non dalle fonti subordinate. È la sola Costituzione a definire quali materie possano essere riserva di legge.
La dicitura “in tutti i casi e modi previsti dalla legge” intende regolati da leggi e atti aventi forza di legge.
Questo perché, essendo le sedute parlamentari pubbliche, il popolo può assistere all’attuazione delle
limitazioni delle libertà . Infatti, attraverso gli atti aventi forza di legge, il Parlamento effettua un controllo
sul testo.
Soltanto il giudice può decidere su una limitazione alla libertà solo con un atto motivato (sentenza) cioè
riserva di giurisdizione.
LO STATO
Lo Stato è un ordinamento originario e sovrano. Per avere uno Stato è necessaria la presenza di tre
elementi:
popolo: elemento soggettivo. Il popolo si può definire come l’insieme dei cittadini, la cittadinanza
è il presupposto per essere titolare di diritti politici. È diverso da nazione e popolazione:
La popolazione comprende tutti coloro che risiedono sul territorio di uno Stato (cittadini
e non, cioè stranieri e apolidi);
La nazione è l’insieme di tutti coloro che sono uniti dalla stessa lingua, religione… per es.
il Canada è uno Stato plurinazionale, ma anche Svizzera, Belgio.
territorio: elemento materiale. È delimitato da confini (naturali e artificiali). All’interno del
territorio lo Stato esercita la propria sovranità . Fanno parte del territorio:
acque territoriali entro le 12 miglia,
sottosuolo fin dove è concretamente sfruttabile,
spazio aereo sovrastante il territorio entro il limite dell’atmosfera.
Per le navi e aerei civili che si trovano in acque/aria internazionale si applica la
normativa dello stato di appartenenza, mentre nei porti/aeroporti stranieri prevale il
diritto dello Stato straniero. Per le navi e gli aerei militari nel territorio straniero si
continua ad applicare il diritto dello stato di appartenenza.
sovranità: lo Stato non riconosce nulla al di sopra di sé. È un potere originario, esclusivo e
incondizionato di poter operare autonomamente nel territorio. Lo Stato è quindi sovrano e
indipendente nei confronti di altri Stati, anche se a volte le scelte sono condizionate da fattori
esterni.
Per es. il popolo nomade non ha sovranità e territorio; lo Stato di Israele è uno Stato, ma ci sono i territori
(con il popolo) palestinesi, il cui controllo dei confini spetta ad Israele.
La forma di Stato è definita come il rapporto tra governanti e governati. Vi sono diversi tipi di forme di
Stato, per esempio:
La forma di governo definisce il modo in cui si distribuisce il potere politico tra gli organi dello Stato:
monarchia costituzionale
governo parlamentare, Italia. Si basa sulla presenza di organi costituzionali (indefettibili, che non
possono mancare nello Stato, Parlamento, Governo, Presidente della Repubblica, Corte
costituzionale). Il Capo di Stato ha una funzione rappresentativa e di equilibrio istituzionale. Tra
il Parlamento e il Governo c’è un rapporto di fiducia (il governo è responsabile davanti al
Parlamento). Il Governo non ha una durata prestabilita: decade al momento della caduta della
fiducia del Parlamento. In Europa ci sono diversi tipi di governo parlamentare, per es. Gran
Bretagna (fiducia iniziale presunta) e Germania; in I e G esistono meccanismi per mantenere la
stabilità dei governi.
governo presidenziale, il presidente della repubblica è anche Capo del Governo, concentra nelle
sue mani la rappresentanza del Paese e il potere esecutivo (esprime indirizzo politico). Non
esiste l’istituto della fiducia: il Governo ha una durata prestabilita (USA 4 anni). Vi è una netta
separazione dei poteri, tuttavia esistono meccanismi di equilibrio istituzionali sotto forma di
controllo tra gli organi. USA: il presidente può apporre un veto sospensivo per sospendere una
legge, che viene mandata al Congresso che deve approvarla con maggioranza dei 2/3.
governo semipresidenziale, il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio sono due
soggetti diversi. il Presidente della Repubblica ha determinati poteri di politica decisionale
(nomina il Governo) ed è eletto direttamente dal popolo. Il Primo ministro deve avere la fiducia
del Parlamento. Una volta eletto il Presidente della Repubblica dopo alcuni mesi decade la
legislatura. Se il Parlamento avesse una maggioranza politica diversa dal Governo, il Presidente
della Repubblica potrebbe essere costretto ad eleggere un Primo ministro designato dal
Parlamento.
governo direttoriale, Svizzera. Non c’è un Capo di Stato, ma vi è il direttorio, organo collegiale che
copre sia il compito di Presidente della repubblica, sia dell’esecutivo.
PARLAMENTO
La Camera dei deputati conta 630 membri, il Senato 315 senatori più 5 senatori a vita. Con la riforma
costituzionale il numero passa rispettivamente a 400 deputati e 200 senatori (la riforma è già entrata in
vigore, ma verrà applicata a partire dalla prossima legislatura). Il Parlamento è organo rappresentativo,
composto da membri eletti dal popolo. Si parla di rappresentanza politica, caratterizzata dal divieto di
mandato imperativo (non vi è vincolo di mandato, perciò i parlamentari, una volta eletti, non sono più
vincolati dal mandato, questo per fare in modo che ognuno di essi possa liberamente esercitare la propria
funzione, senza essere condizionato dal timore di essere rimosso dal partito di appartenenza o dal
popolo). I rappresentanti del popolo vengono eletti attraverso libere elezioni. Il rapporto di
rappresentanza politica è diverso dalla rappresentanza nel diritto privato: i soggetti interessati sono solo
due (popolo rappresentato e parlamentari rappresentanti).
SISTEMA ELETTORALE
Per quanto riguarda il sistema elettorale si deve separare l’elettorato attivo dall’elettorato passivo. Il
primo fa riferimento agli elettori che possono votare: chiunque possieda cittadinanza e abbia superato la
maggiore età fa parte dell’elettorato attivo con l’ultima riforma elettorale, che verrà applicata a partire
dalle prossime elezioni. Fino a oggi, invece la votazione dei membri del Senato era riservata ai cittadini
maggiori di 25 anni.
L’elettorato passivo è invece l’insieme dei soggetti che possono essere votati alle elezioni. Sia per la
Camera dei deputati, sia per il Senato, con la riforma elettorale, possono far parte dell’elettorato passivo i
cittadini che abbiano compiuto 25 anni (prima, i candidati al Senato dovevano avere almeno 40 anni).
Chi deve essere eletto (deputato o senatore) non deve incorrere in nessuna causa di:
ineleggibilità, nei casi previsti dalla legge (per es. se si riveste il ruolo di Magistrato nella stessa
circoscrizione, è necessario il concedo dal ruolo nei sei mesi precedenti). Ciò per evitare eventuali
pressioni dovute al ruolo ricoperto.
Incompatibilità, qualora si sia eletti sia senatore sia deputato, oppure deputato eletto a
Presidente della Repubblica. In questi casi il soggetto deve scegliere tra le funzioni incompatibili.
Non vi è incompatibilità tra ruolo di parlamentare e di ministro.
Incandidabilità (introdotta nel 2012), divieto di ricoprire cariche elettive in caso di condanna
per reati non colposi gravi previsti da d.lgs Severino 2012 (es. associazione mafiosa).
Secondo l’Art. 66 Cost. le Camere devono verificare i titoli di ammissioni dei componenti e accertare le
eventuali cause sopraggiunte di ineleggibilità e incompatibilità . In questo caso, subentra il primo non
eletto in lista nella stessa circoscrizione.
Il sistema elettorale è un meccanismo per trasformare i voti in seggi disciplinato dalla legge elettorale.
37% dei seggi sono distribuiti attraverso sistema maggioritario, con collegi uninominali, (voto
a candidato uninominale)
61% assegnati in collegi plurinominali (sistema proporzionale), attraverso il voto alla lista
2% circoscrizione estero.
STATUS DI PARLAMENTARE
Art. 68 Cost. precisa le caratteristiche del parlamentare e prevede:
Le commissioni parlamentari possono essere monocamerali o bicamerali (es. commissione per riforma
costituzionale). Inoltre, si suddividono in commissioni permanenti e temporanee (es di inchiesta).
La legislatura è la durata normale delle Camere (5 anni), ovvero il mandato parlamentare. Le camere
possono essere sciolte anticipatamente. È ammessa la proroga del mandato solo in caso di guerra.
Prorogatio è la proroga dell’esercizio delle funzioni alla scadenza del mandato in attesa del nuovo
parlamento e si intende di ordinaria amministrazione.
Le sedute del Parlamento sono pubbliche. Per le funzioni è necessario il quorum strutturale (presenza
del numero legale di almeno 50%+1) per procedere al voto. Salvo i casi previsti dalla C. si vota con
maggioranza semplice.
I sistemi di voto sono disciplinati da regolamenti parlamentari. Il voto deve essere sempre palese ad
eccezione delle votazioni a riguardo di persone e in caso di richieste da parte di parlamentari, in questi
casi si può avere il voto segreto.
L’ordine del giorno deve essere redatto per ogni giorno, per trasparenza si stila in modo che i
parlamentari siano a conoscenza delle votazioni e delle discussioni in programma.
Che cos’è il bicameralismo perfetto? Le due camere hanno le stesse funzioni
La legge elettorale deve essere approvata con procedimento ordinario e non può essere sottoposta a
referendum abrogativo.
Può il parlamentare essere processato? In questo caso non occorre autorizzazione del Parlamento
È ammessa la prorogatio delle funzioni del Parlamento? Sì
La prorogatio vale per tutti gli organi costituzionali tranne per la Corte costituzionale
Può essere eletto Presidente della Repubblica qualunque cittadino che abbia compiuto 50 anni e che
goda dei diritti civili e politici. Prima di assumere le sue funzioni, il Presidente della Repubblica deve
prestare giuramento davanti al Parlamento in seduta comune. Al termine del settennato diventa
Senatore a vita, secondo molti è possibile la rieleggibilità .
In caso di impedimenti temporanei, il Presidente della Repubblica viene sostituito dal Presidente del
Senato.
Il Presidente della Repubblica non è responsabile giuridicamente e politicamente nell’esercizio delle sue
funzioni. Infatti, ne risponde il ministro che ha posto la propria controfirma. Gli atti da lui emanati si
suddividono in:
Per quanto riguarda invece gli atti compiuti fuori dall’esercizio delle sue funzioni, il Presidente della
Repubblica è responsabile civilmente o penalmente.
Esistono due reati per i quali il Presidente della Repubblica risponde delle azioni collegate ad essi:
GOVERNO
Organi necessari
→ Presidente del Consiglio, che dirige i lavori dell’esecutivo e rappresenta all’esterno il
Governo
→ Consiglio dei ministri, che riunisce ministri e presidente del consiglio
→ Ministri, ognuno dei quali si pone a capo di un ministero.
Organi non necessari:
→ Vicepresidente
→ Ministri senza portafoglio, cioè senza un dicastero
→ Sottosegretari di Stato
→ Consiglio di Gabinetto, assemblea ristretta del Presidente del consiglio e alcuni ministri
→ Comitati interministeriali
→ Commissari straordinari del Governo, nominati in casi straordinari.
FORMAZIONE
Di norma, alle dimissioni di un Governo, la formazione di un nuovo esecutivo si apre con le consultazioni
del Presidente della Repubblica con soggetti politici come gli ex Presidenti della Repubblica, i presidenti
delle camere e le delegazioni dei partiti presenti in Parlamento. Se le consultazioni hanno prodotto gli
esiti attesi, il Presidente incarica un soggetto futuro Presidente del Consiglio di formare un esecutivo.
Spesso, il passo precedente per formare un nuovo Governo è il mandato esplorativo, un atto con cui il
Presidente della Repubblica incarica un soggetto politico (presidenti delle camere) di valutare con i
partiti la possibilità di costituire un Governo.
L’incarico viene conferito verbalmente e il soggetto prescelto accetta con riserva, svolgendo ulteriori
consultazioni. Quindi, predispone una lista di Ministri che vengono nominati, proprio su proposta del
Presidente del Consiglio, dal Presidente della Repubblica. Essi dovranno prestare giuramento, che
determina l’inizio delle piene funzioni del nuovo Governo.
Entro dieci giorni dal giuramento, il Governo deve presentarsi davanti alle camere per il voto di fiducia,
per il quale si richiede la maggioranza semplice, a scrutinio palese e con appello nominale.
MAGISTRATURA
La funzione giurisdizionale assicura che le regole dell’ordinamento giuridico siano applicate e rispettate.
La Costituzione differenzia i magistrati in base alla loro funzione giudicante (giudici) o requirente
(pubblico ministero). I giudici ammessi sono solo quelli ordinari, mentre è vietata la costituzione di
giudici straordinari e speciali, oltre a quelli previsti dalla Costituzione stessa, cioè Corte dei conti
(controllo delle finanze pubbliche), Tribunali militari, Consiglio di Stato (che si pone a protezione del
cittadino contro decisioni della pubblica amministrazione).
Cause civili:
1. Giudice di pace
2. Tribunale
3. Corte di Cassazione
1. Tribunale
2. Corte d’Appello
3. Corte di Cassazione
Cause penali:
1. Corte d’Assise
2. Corte d’Assise d’appello
3. Corte di Cassazione
I giudici sono soggetti solo alla legge e, in particolare, agli art. 101 e 104 Cost, secondo cui la Magistratura
è un organo autonomo e indipendente, non solo dall’esterno, ma anche dall’interno, visto che non esiste
una gerarchia. Infatti, i magistrati si distinguono solo per la diversa funzione. L’unico organo di
autogoverno della giurisdizione è il Consiglio Superiore della Magistratura CSM, garante
dell’autonomia e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario. Esso è formato per 1/3 da soggetti (professori
universitari di diritto e avvocati da almeno 15 anni) eletti dal Parlamento in seduta comune, mentre i 2/3
sono eletti da e tra giudici ordinari. Il mandato dura 4 anni e non vi è possibilità di essere rieletti. Le
funzioni del CSM sono assunzione, trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari nei confronti
dei magistrati. Al ministro della Giustizia spettano funzioni residuali, come organizzazione e
funzionamento dei servizi relativi alla giustizia, promozione di azioni disciplinari davanti al CSM e
possibilità di sottoporre richieste in materia di assunzioni, trasferimenti.
I principi costituzionali precisano che il giudice, durante il processo, debba essere imparziale. Viene
inoltre seguito il principio del giudice naturale (il processo deve essere basato su criteri stabiliti prima
che il fatto avvenga). La difesa è considerata un diritto inviolabile, così come il diritto dell’accusato di
essere informato dei motivi dell’accusa. Il processo deve avere una durata ragionevole e deve essere
svolto in condizioni di parità tra le parti. Inoltre, tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere
motivati.
Il PM ha l’obbligo di azione penale, cioè deve aprire le indagini una volta venuto a conoscenza del reato.
CORTE COSTITUZIONALE
È un giudice che non fa parte della magistratura ordinaria, bensì è stato creato ad hoc per garantire il
rispetto della Costituzione. Il costituente ha individuato la Corte costituzionale come soggetto custode
della Costituzione.
Art. 134 Cost. e successivi elencano caratteristiche e funzioni della Corte, rimandando nello specifico a
una legge del 1953, anno che sancisce l’inizio dell’attività della Corte. La disp. Trans. Finale 7 specifica che
finché non entra in funzione la corte, il controllo di costituzionalità viene svolto dai singoli giudici (cioè
come avveniva al tempo dello Statuto albertino).
La corte si compone di 15 giudici, di cui 5 (professori universitari o avvocati con 20 anni di attività ) eletti
da parlamento in seduta comune, 5 (professori universitari o avvocati con 20 anni di attività ) dal
Presidente della repubblica e 5 (giudici delle supreme magistrature) dalle supreme magistrature. La legge
prevede che per il funzionamento sia sufficiente la presenza di 11 giudici. Questo perché è imposto il
divieto di prorogatio: infatti, scaduto il mandato, i membri non possono essere rieletti e il posto resta
vacante fino alla nomina del nuovo componente. Le nomine sono “sfasate”. La nomina dura 9 anni in
modo che vi sia una giurisprudenza costante e consolidata.
Competenze:
CONTROLLO DI COSTITUZIONALIT À
Il controllo di costituzionalità si caratterizza per essere accentrato, successivo (effettuato dopo l’entrata
in vigore della legge) e ad accesso indiretto, poiché il cittadino non può richiedere il controllo
direttamente, ma bensì attraverso il giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale. Se durante il
processo il giudice o le parti hanno un dubbio sulla costituzionalità di una norma, il giudice a quo
sospende il processo e rimette la questione alla Corte costituzionale (giudice ad quem). La rimessione
avviene con atto formale, l’ordinanza di rimessione, in cui si specificano tutti i termini della questione
(le disposizioni ritenute incostituzionali, le norme costituzionali ritenute infrante). Il giudice deve perciò
dimostrare che la questione è rilevante (nel processo) e non è manifestamente infondata (ha dubbi
sulla costituzionalità della disposizione). Si sospende il processo in attesa della pronuncia della Corte
costituzionale.
interpretative di accoglimento/rigetto,
manipolative (di accoglimento),
→ accoglimento parziale, la Corte accoglie solo una parte della questione,
→ sostitutive, la Corte cambia il contenuto della norma,
→ additive, la Corte aggiunge contenuto alla disposizione,
→ additive di principio, si aggiunge un principio generale.
sentenze monito, quando la Corte si limita a esortare il Legislatore a intervenire in senso
emendativo.
Può un giudice rimettere una questione di incostituzionalità su qualsiasi legge? No, può sollevare una
questione rilevante e non manifestamente infondata.
La corte può controllare la costituzionalità dei regolamenti dell’esecutivo? No, soltanto su leggi e atti aventi
forza di legge.
Può una legge produrre i suoi effetti per anni pur essendo incostituzionale? Sì, finché non viene rimessa la
questione alla Corte.
La sentenza di rigetto conferma la costituzionalità di una legge? No, rigetta solo la questione.
L’UNIONE EUROPEA
con il Trattato di Roma firmato da 6 stati simili dal punto di vista culturale/economico
1 (Francia, Germania, Italia e Benelux) nasce la CEE (Comunità Economica Europea) per creare
un unico mercato concorrenziale (NO barriere doganali e dazi, omogeneità delle norme sulla
circolazione merci, libera circolazione delle persone e del capitale). L’obiettivo della CEE era
9 il miglioramento delle condizioni economiche dei cittadini degli stati membri. Gradualmente
altri Stati entrano nella CEE → la CEE diventa una comunità diversificata composta da stati
7
1 Atto Unico (emendamento al trattato di Roma) apporta modifiche già previste dai padri
9 fondatori per favorire l’integrazione tra gli stati membri.
8
7
1 con il trattato di Maastricht: si inseriscono nuove politiche di integrazione → la CEE si
9
trasforma in CE + UE (comunità europea + unione europea per alcune materie) → politica
doganale, commerciale, monetaria sono alcune delle politiche di competenza esclusiva della
comunità , mentre altri ambiti sono di competenza congiunta stati/comunità . Il trattato della
3
Seguono i trattati di Amsterdam 1999 e Nizza 2000, che apportano modifiche.
2
0 con il Trattato di Lisbona entra in vigore a tutti gli effetti la UE.
0
9
DIRITTO UE
Diritto UE prevale sul diritto dei singoli stati ed è gerarchico:
ISTITUZIONE DELL’UE
Istituzioni principali:
Consiglio Europeo: riunisce i capi dell’esecutivo di tutti i paesi membri (capi di Stato o di
Governo) oltre al presidente della Commissione UE e l’Alto rappresentante per gli affari esteri e
la politica di sicurezza. Il presidente del Consiglio Europeo, in carica per 2,5 anni (2019 Charles
Michel) rappresenta l’UE all’estero, insieme con l’Alto rappresentante per la Politica Estera
(2014-19 Mogherini, 2019 Borrell). Il consiglio Europeo definisce l’orientamento politico
generale, le priorità , la politica estera e di sicurezza dell’UE.
Consiglio dell’UE: composto da ministri competenti degli stati membri per la materia discussa.
La presidenza è detenuta dallo Stato membro che ha la presidenza nel semestre, insieme allo
stato precedente e quello successivo (Slovenia lug-dic 2021). Il consiglio mette in vigore
regolamenti e direttive insieme al Parlamento su proposta della commissione (con trattato di
Lisbona), inoltre approva il bilancio con il Parlamento, coordina le politiche degli stati membri.
Sulla base dell’orientamento del Consiglio Europeo, elabora la politica estera e di sicurezza, oltre
a firmare accordi non commerciali con paesi extra UE o organizzazioni internazionali.
Parlamento Europeo: rappresenta i cittadini con 705 membri eletti a suffragio universale. Il
presidente è in carica per 2,5 anni (2019-21 Sassoli). Compito del parlamento è legiferare
insieme al Consiglio UE (nella procedura legislativa ordinaria), approvare la Commissione (e
chiederne le dimissioni), approvare il bilancio e collaborare con il Consiglio Europeo. Il
Parlamento è rinnovato ogni 5 anni.
Commissione UE: è l’organo esecutivo dell’UE. Il presidente è scelto dal consiglio Europeo previa
consultazione con il Parlamento (2019-24 Von der Leyen). La Commissione è composta da 27
commissari nominati dai governi degli stati su consultazione con il Presidente. Opera per
l’interesse esclusivo dell’UE. Ha diverse funzioni: iniziativa legislativa (prepara bozze),
rappresentanza dell’UE (commercio, aiuto umanitario), gestione ed esecuzione politiche UE e
custodia dei trattati (controlla il rispetto delle leggi e trattati da parte di Stati e cittadini).
Corte di giustizia UE: composta da un giudice per ogni stato membro e undici avvocati generali
(preparano la seduta della corte, esaminando il problema e la legislazione e presentando la
conclusione prima dell’inizio della sentenza). È stato creato anche un tribunale di prima istanza,
che esamina alcune tipologie di questioni. La corte ha il compito di interpretare il diritto dell’UE
per garantirne l’applicazione omogenea negli Stati e di dirimere le controversie tra governi e
istituzioni UE. I cittadini possono rivolgersi alla corte per intraprendere un’azione legale contro
un’istituzione UE qualora ritengano che abbia violato i loro diritti.
o Pronuncia pregiudiziale: quando il tribunale di uno stato membro ha dubbi
nell’applicazione di norme comunitarie si rivolge alla corte di giustizia per chiarimenti.
o Procedura di infrazione: nei confronti degli SM,
o Ricorso di annullamento di un atto UE per contrasto con principi generali,
o Ricorso in carenza: omissione di atti da parte di organi UE,
o Risarcimento del danno nei confronti del cittadino o delle imprese.
Corte dei conti: ha la funzione di controllo contabile su entrate/uscite dell’UE, in particolare
controlla se le uscite rispettano i budget. Effettua perciò controlli a campione e in caso di
irregolarità , fa segnalazione a autorità competenti. Anche enti nazionali e regionali sono soggetti
a controllo.
Banca Centrale Europea: il presidente è nominato da Consiglio Europeo ogni 8 anni (2019
Lagarde, preceduta da Draghi). È composta da presidente e vice della BCE e governatori delle
banche centrali nazionali di tutti i paesi UE. Ruolo: gestione dell’euro, stabilità dei prezzi, guida
della politica economica e monetaria.
Istituzioni minori:
DIRITTI UMANI
COSA SONO?
Vi sono diverse definizioni di DU:
tradizionali (tautologiche)
o sono i diritti di tutti gli esseri umani
o sono i diritti dell’essere umano come tale
qualificanti
o sono diritti universali, inviolabili, indisponibili (non si può alterare la destinazione
giuridica)
dipende dal punto di vista dell’interprete
o sono volti a garantire che tutti godano dei beni e delle libertà necessari per vivere con
dignità (cosa è necessario??)
o sono i diritti che corrispondono a bisogni fondamentali (quali sono??)
perciò i DU non sono statici, ma si evolvono in base al periodo storico (storicamente relativi).
Per es. in occidente i diritti venivano “regolati” attraverso la teoria dei diritti naturali (cioè assoluti perché
derivanti dalla natura degli esseri umani).
EVOLUZIONE DEI DU
Oggi la maggior parte dei Paesi del mondo ha sottoscritto trattati internazionali e riconosciuto i DU. Il
problema che insorge non è più di tipo filosofico, ma politico: nella pratica le libertà fondamentali non
sempre sono rispettate.
È formata da 30 articoli, che regolano diritti civili e politici (prima generazione), economici, sociali e
culturali.
una commissione ONU per i DU: l’ONU non può intervenire in questioni riservate agli stati, ma
con una risoluzione del 1967, la Commissione può esaminare informazioni su gravi e
sistematiche violazioni dei DU attraverso l’invio di esperti in caso di violazioni in più stati.
Successivamente (risoluzione del 1970) anche per violazioni semplici (denunciate da individui)
può inviare esperti internazionali.
Altri enti, cioè comitati (per eliminazione della discriminazione razziale, DU e lotta e tortura,
diritti dei bambini…)
Alta commissione ONU per DU (Uhnchr) 1993 che tutela i DU in tutte le politiche e azioni delle
agenzie ONU.
Corti penali internazionali “ad hoc”, per giudicare violazioni in singoli casi:
o Corte dell’Aia 1993 (violazioni legge umanitarie in Jugoslavia),
o Corte per il Ruanda (Tanzania 1994).
Corte penale internazionale permanente dell’Aia (2002) per reati di genocidio, guerra, reati
contro umanità in tutti i Paesi.
IN EUROPA
→ A tutela dei DU nel 1949 a Strasburgo è stato istituito il Consiglio d’Europa. Ha emanato una
convenzione europea per la protezione dei DU e delle libertà fondamentali (1950) che istituisce
la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, a cui si possono rivolgere Stati e individui.
→ Unione Europea: il Consiglio Europeo ha emanato nel 2000 la carta di Nizza per la tutela dei DU,
diventata vincolante solo nel 2009 con il Trattato di Lisbona.
IN AMERICA
→ Organizzazione degli stati americani OAS (1948), formato inizialmente da 21 e poi 35 Stati del
continente, ha emanato dichiarazione americana dei diritti e doveri dell’uomo (costituendo una
commissione interamericana per i DU a Washington) e successivamente una convenzione
americana sui DU (1978) per la tutela di diritti civili e politici con l’istituzione della Corte
interamericana.
IN AFRICA
→ Unione africana 2002 (ex organizzazione per l’unità africana) ha emanato la carta africana per
diritti dell’uomo e dei popoli (Gambia,1981), che riconosce per la prima volta i diritti dei popoli
(uguaglianza, autodeterminazione, proprietà delle risorse naturali, sviluppo e ambiente sano). È
stata istituita una commissione per i diritti dell’uomo e dei popoli, formata da esperti africani
indipendenti.
LE GENERAZIONI DEI DU
1. politici e civili
2. economici, sociali e culturali
3. di solidarietà: istruzione, autodeterminazione, sviluppo, vita dignitosa, acqua, ambiente, pace,
patrimonio comune storico e culturale dell’umanità
4. protezione della privacy, integrità genetica