Ogni società , ogni aggregazione umana non può vivere senza un ordinamento giuridico
cioè un sistema di regole che organizzano la vita sociale al fine di realizzare una pacifica
convivenza. L’ordinamento di una collettività costituisce dunque il suo DIRITTO.
●In senso oggettivo è rappresentato dal sistema di regole dove ciascuna di queste regole
si chiama norma e poiché ciascuna di queste regole rappresenta il “diritto” la norme si
definiscono giuridiche.
a. Assoluto
▪ Diritti reali
b. Relativo
▪ Diritti di credito
▪ Diritti di famiglia
▪ Diritti potestativi
IL DIRITTO
Il diritto è nato per l’uomo che aveva bisogno di vivere in una società . Dev’essere un
diritto CERTO cioè quello che i consociati possono leggere e scrivere. Può essere
considerato come una necessità per la convivenza sociale, perché l’uomo solo con il diritto
potrà realizzare i suoi bisogni.
La linea di demarcazione tra diritto pubblico e privato non è più così netta poiché lo Stato
può svolgere delle funzioni che un tempo erano lasciate ai privati e viceversa. Inoltre,
spesso, uno stesso evento è disciplinato sia da norme di diritto pubblico sia da norme di
diritto privato.
Nel tempo furono create altre teorie che ipotizzavano la possibilità che il diritto esistesse:
a. Nel mondo superumano (delle divinità ) → teoria che non ha avuto alcun seguito
perché non ha un fondamento scientifico.
b. Mondo subumano (degli animali) → anche questa teoria non ebbe molta fortuna
perché non si parla tanto di diritto ma di leggi di natura.
2. Carattere SOCIALE dove c’è la società c’è il diritto, e dove c’è il diritto c’è la
società (ubi societas, ibi ius – ubi ius, ibi societas).
LA NORMA GIURIDICA
- Patologico → mette fine alle controversie per mantenere la pace sociale (Risolvere le
liti); se l'aspetto patologico è poco usato vuol dire che il sistema giuridico funziona,
ovvero si rispetta la volontà dell'altro.
2. ASTRATTEZZA poiché essa regola non un caso concreto ma una situazione tipo
( fattispecie astratta) cioè un fatto che ipoteticamente potrebbe verificarsi oppure no.
Più la norma è generale e astratta più è di diritto COMUNE (art.2043 sul fatto illecito)
Meno la norma è generale e astratta più è di diritto SPECIALE (es. lo statuto dei
lavoratori)
- Penale quando è violata una norma del diritto penale. Solitamente è punita con la
ristrettezza della libertà personale;
Es. se non consegno la merce come da contratto devo risarcire il danno con una somma di
denaro.
Ogni norma NASCE nel momento in cui entra in vigore; MUORE quando perde la sua
efficacia. Essa entra in vigore il 15° giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale. Una volta entrata in vigore è uguale per tutti, non ammette ignoranza.
Anche un altro soggetto può fare diritto cioè il giudice che emana la sentenza: essa nel
momento in cui è definitiva diventa legge tra le parti.
FATTISPECIE
All'interno della norma troviamo la fattispecie che si può considerare la parte della
norma che descrive l’evento che intende regolare.
Essa può essere:
5. Progressiva → riguarda una serie di fatti che si scandiscono nel tempo (es.
contratto di vendita: ti venderò casa quando ti laurei).
1. UGUAGLIANZA
c,2: “compito della repubblica è rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana […]”
2. IMPARZIALITA'
3. EQUITA'
È la giustizia del caso singolo. Il giudice, nel risolvere le controversie, può far ricorso
all'equità solo nei casi in cui sia la legge stessa che gli attribuisce il potere di decidere
secondo equità. Il giudice decide secondo equità nelle cause di modico valore e
riguardanti il patrimonio.
La giustizia può essere formale quando segue regole giuste; o sostanziale quando
riguarda un danno morale che è difficile da quantificare, e di conseguenza è possibile che
non vi sia risarcimento.
� Morali: sono autopoietiche cioè regole di condotta che ciascuno si crea da solo.
Esse non assurgono a norme giuridiche poiché non si può pretendere che qualcuno si
attenga alle regole di qualcun altro.
� Giuridiche: invece sono etero poietiche cioè provengono dal soggetto terzo.
Inoltre la norma giuridica prevede delle sanzioni invece quella morale no.
Le regole del diritto e della morale possono coincidere (es. il comandamento non uccidere)
ma altre volte no (es. la legge sull’aborto, se per il diritto l’aborto è possibile per la
religione l’aborto è considerato come un vero e proprio omicidio).
"Non inquinare" "Non pagare le tasse" sono i nuovi peccati della chiesa che coincidono
con le norme giuridiche.
Il diritto scaturisce da alcune “fonti”, cioè da alcuni fatti che lo producono. Le fonti del
diritto sono allora i fatti o atti dai quali traggono origine le norme giuridiche. In particolare,
possiamo operare una distinzione tra le fonti in:
In realtà tale distinzione è solo metaforica e terminologica che non ha grande rilievo
poiché le fonti che creano la norma sono le stesse che ce la fanno conoscere.
Le fonti del diritto le troviamo elencate nel primo articolo delle “disposizioni sulla legge in
generale” (le cd preleggi costituite da 16 articoli) che precedono il testo normativo del codice
civile. L’art. 1 delle preleggi è rubricato “indicazione delle fonti”; tali fonti sono:
● Le leggi
● I regolamenti
● Le norme corporative
● Gli usi
Con riguardo alle fonti di produzione, esse si caratterizzano per la diversa efficacia o forza
normativa, nel senso che alcune di esse hanno prevalenza sulle altre: tutte le fonti sono infatti
regolate da un principio gerarchico secondo cui la norma di grado superiore abroga la norma
di grado inferiore e dunque la norma di grado inferiore non può creare contrasto con la norma
di grado superiore.
Come abbiamo visto l’ordine delle fonti è indicato all’art.1 delle preleggi, ma tale
indicazione risulta oggi incompleta per effetto dei mutamenti istituzionali intervenuti
successivamente all’emanazione del codice civile. In particolare, l’abrogazione dell’ordinamento
corporativo, l’introduzione della Costituzione, l’adesione all’Unione Europea e l’attuazione
dell’ordinamento regionale hanno profondamente inciso sull’originaria configurazione del
sistema. Sono oggi fonti del diritto, nell’ordine:
2. I regolamenti comunitari;
4. I regolamenti governativi;
5. Gli usi.
- La seconda parte ci parla dei diritti e dei doveri dei cittadini (famiglia, matrimonio,
proprietà );
La Costituzione assume una rilevanza centrale nell’intero sistema giuridico che sul piano
FORMALE, si esprime nel principio di rigidità : essa, può essere abrogata o modificata solo da
un’altra legge costituzionale, e cioè una legge approvata con un particolare procedimento, più
rigoroso e fornito di maggiori garanzie rispetto alle leggi ordinarie. La posizione di superiorità
della Costituzione e delle leggi costituzionali si esprime poi nel principio gerarchico per cui tutte
le disposizioni, di fonte diversa, devono rispettarne le previsioni e quindi non possono entrare
in contrasto con esse.
Nel momento in cui una norma va in contrasto con la Costituzione, il giudice si rivolge a
un organo che ha il compito di garantire e di far rispettare quanto scritto nella Costituzione.
Quest’organo è la Corte Costituzionale la quale è abilitata a risolvere tali controversie e
stabilisce se una legge è costituzionale o incostituzionale, cioè se tale legge deve essere abrogata
o meno. La Corte Costituzionale è composta da quindici giudici nominati:
REGOLAMENTI COMUNITARI
I regolamenti comunitari sono atti normativi dell’Unione Europea che hanno diretta
efficacia nel territorio degli Stati membri. L’efficacia dei regolamenti è subordinata solo al
rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e prevale sulle leggi ordinarie.
● I decreti legge: sono atti aventi forza di legge emanati dal Governo in “casi straordinari di
necessità e urgenza”. Essi devono essere convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni, pena
la loro decadenza. (art. 77 Cost.)
● I decreti legislativi: sono invece emanati dal Governo in forza di un’apposita legge-delega
delle Camere, che conferisce il potere legislativo su materie determinate. Si ricorre a tale
strumento quando si tratti di materie e testi lunghi e complessi (art.76 Cost.).
Leggi dello Stato sono anche i Codici: Codice Civile, Penale, Procedura civile, Procedura
penale, Navigazione, Militare di guerra, Militare di pace. Nello stesso settore gerarchico abbiamo
i CODICI DI SETTORE (Codice di consumo: sulla tutela del consumatore). La loro importanza
non sta nel loro valore formale, equiparato a quello delle leggi ordinarie, bensì nel rilievo
pratico delle materie da essi disciplinate e nella organicità e sistematicità d’impianto.
Il Codice civile del 1942 nasce dalla fusione del codice civile di stampo napoleonico del
1865 e il codice di commercio del 1882.
1° Libro: delle persone e della famiglia. Riguarda: la capacità giuridica delle persone, i
diritti della personalità , le organizzazioni collettive e la famiglia.
3° Libro: della proprietà. È dedicato alla proprietà e agli altri diritti reali.
Accanto alle leggi dello Stato troviamo le leggi regionali ossia atti normativi emanati
dalle Regioni. In precedenza tali leggi si trovavano un gradino più in basso rispetto alle leggi
dello Stato, ma adesso sono state equiparate grazie alla modifica dell’art.117 Cost. del 2001. La
differenza, quindi, non è più gerarchica ma si tratta di una differenza basata sulla competenza
delle materie disciplinate.
REGOLAMENTI GOVERNATIVI
Al gradino più basso troviamo i regolamenti governativi che sono atti normativi emanati
da autorità amministrative per disciplinare la pratica applicazione delle leggi. Sono emanati dal
Governo e altre autorità amministrative.
CONSUETUDINE
All’ultimo gradino troviamo l’uso, o consuetudine la quale è l’unica fonte non scritta che
nasce per effetto della costante osservanza, nel tempo, di una certa condotta. È composta da due
elementi:
1. Un elemento oggettivo: è l’usus (dal latino), ossia il comportamento ripetuto nel tempo e
sempre uguale tra i consociati;
●Estensiva, quando si fanno rientrare nella norma ipotesi non previste ma sicuramente
coerenti alla sua ratio. Ad esempio l’art. 3 Cost. che riguarda l’uguaglianza di tutti
cittadini, va intesa in senso estensivo come l’uguaglianza di tutti gli uomini.
ANALOGIA
Viene adottata nei casi in cui “una controversia non può essere decisa con una precisa
disposizione” (art.12 delle preleggi). Il presupposto è l’esistenza di una lacuna giuridica,
cioè quando non esiste una norma in grado di regolare una data situazione. L’analogia si
divide in:
●Analogia legis: quando il giudice non riesce a individuare la norma che disciplina una
data situazione giuridica; in tal caso si applicano “le disposizioni che regolano casi simili
in materie analoghe”;
●Analogia iuris: se”il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali
dell’ordinamento giuridico dello Stato”. Tali principi serviranno al giudice per emettere
una sentenza.
TIPI DI INTERPRETAZIONI
L'interpretazione della legge non è libera, essa è una attività vincolata a criteri fissati dalla
legge. In base ai soggetti che compiono l’interpretazione essa si distingue in:
4. Ufficiale: quando è fatta dai pubblici ufficiali nello svolgimento delle loro
funzioni.
SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE
Il verificarsi del fatto previsto dalla norma determina la nascita di una nuova situazione
giuridica soggettiva. Da una situazione giuridica soggettiva può nascere:
●Un rapporto giuridico, ossia un rapporto tra due soggetti un soggetto attivo e un
soggetto passivo;
RAPPORTO GIURIDICO
I soggetti che fanno parte di rapporto giuridico sono definite “parti” contrapposte al
“terzo” ovvero colui estraneo al rapporto. Il rapporto giuridico nasce quando il soggetto
attivo ACQUISTA il diritto soggettivo.
In questo caso si verifica il passaggio tale fenomeno è detto successione che può essere:
Vicenda finale del rapporto è l’ESTINZIONE = il titolare perde il diritto senza trasmetterlo.
DIRITTO SOGGETTIVO
Ha due aspetti:
●Aspetto FISIOLOGICO è il potere di agire per il raggiungimento di un interesse;
Non sempre l’esercizio del diritto coincide con la soddisfazione dell’interesse. Vi sono dei
diritti che si soddisfano in un momento successivo e la cui soddisfazione è vincolata
dall’attività di un altro soggetto. Ad esempio il creditore, richiedendo al debitore la somma
dovuta esercita il proprio diritto, ma lo realizzerà solo quando il debitore avrà realmente
pagato.
CLASSIFICAZIONE
� ASSOLUTI
Perché si fanno valere erga omnes nei confronti di tutti. Essi sono:
1. I diritti PERSONALITA’
Sono innati nell’uomo e sono tutelati a ventaglio: dall’art. 2 della Costituzione (che li
definisce diritti inviolabili), dal codice civile, dal codice penale e da altre leggi
complementari. Sono ad esempio il diritto alla vita, alla salute, all’onore e così via;
2. I diritti REALI
Li distinguiamo in diritti su cosa propria (proprietà ) e diritti su cosa altrui che a loro
volta si dividono in:
� RELATIVI
Questi diritti si definiscono relativi perché si possono far valere nei confronti di uno o più
soggetti determinati o determinabili. Essi sono:
1. Il diritto di CREDITO
È una pretesa che ha il creditore (soggetto attivo) nei confronti del debitore (soggetto
passivo) affinché il debitore esegua la prestazione cioè adempia alla sua obbligazione.
2. I diritti di FAMIGLIA
Sono i diritti che i coniugi hanno l’uno nei confronti dell’altro: fedeltà, assistenza morale e
materiale, coabitazione.
3. Il diritto POTESTATIVO
Ricapitolando…
ABUSO
Sono gli atti che hanno come unica finalità quella di nuocere gli altri senza che vi sia una
reale utilità per il soggetto che li compie (ad esempio la costruzione di un muro per
togliere la vista al vicino).
▪ Le ragioni di produzione di tali immissioni (ad esempio nel caso di un Azienda che da
posti di lavoro in questo caso sarà l’azienda che continuerà a lavorare a discapito del
singolo);
▪ La priorità di preuso (come nella causa tra Mc Donald e Valentino che in questo caso si è
deciso in base alla priorità dell’uso, ossia chi c’era prima).
●Onere: si può racchiudere nella frase “se vuoi devi”, si potrà esercitare un diritto, ma per
soddisfare un proprio interesse si deve agire.
INTERESSI
●Interessi diffusi: sono tutelati dalla Costituzione, riguardano tutti gli uomini. Ad
esempio: l’interesse che il mare non venga inquinato, l’aria non venga inquinata, il
consumatore non venga ingannato.
In sintesi…
- Onere
L’unico limite del diritto soggettivo è l’abuso contenuto in due norme del c.c.:
2. Status
3. Aspettativa
Potestà
CAPACITA’ GIURIDICA
Il I libro del codice civile (delle persone e della famiglia) si apre con l’art. 1 rubricato
capacità giuridica.
L’art. 22 della Cost. dispone inoltre che nessuno può essere privato, per motivi politici,
della capacità giuridica (insieme alla cittadinanza e al nome). Pertanto, è considerata un
elemento qualificante dell’uomo.
L’uomo acquista la capacità giuridica immediatamente alla NASCITA, entrando così nel
mondo del diritto. Essa non può essere persa in vita ma solo al momento della MORTE. I
concetti di nascita e morte li attingiamo dalla scienza medica.
Nascita
Un tempo si credeva che corrispondesse con il primo battito cardiaco, adesso invece viene
considerata la prima respirazione polmonare; inoltre non è più richiesto il requisito della
vitalità (cioè l’attitudine a rimanere in vita) poiché per considerare il soggetto vivo è
necessaria solo la prima respirazione polmonare pertanto anche se il soggetto vive solo
per pochi istanti egli acquista la capacità giuridica.
Il soggetto appena nato acquisendo la capacità giuridica, nel nostro ordinamento, può
essere destinatario di un’eredità e pochi istanti dopo la sua morte la trasmette agli eredi.
Ecco perché è importante per il diritto stabilire il momento della nascita.
Entro 10 giorni uno dei genitori dovrà dichiarare la nascita all’ufficiale dello stato civile
affinché venga formulato l’ATTO DI NASCITA. Tuttavia la madre del nato non ha l’obbligo
di riconoscere il figlio come proprio; ha la libertà di partorirlo ed essere tutelata
dall’anonimato.
Morte
CAPACITA’ DI AGIRE
Il bambino alla nascita acquisisce solo la capacità giuridica. Con il compimento dei 18
anni si acquista la CAPACITA’ DI AGIRE → una qualità del soggetto e rappresenta l’
ATTITUDINE A PORRE IN ESSERE ATTI GIURIDICI RILEVANTI.
Fino ai 18 anni la persona non può agire giuridicamente, quindi non può compiere alcun
atto giuridico (art. 2 c.c.). Pertanto per gli atti compiuti dal minore si applica una “fictio
iuris” – finzione giuridica – secondo cui il minore può compiere atti come se fosse
delegato dai genitori.
Con i 18 anni la persona compie atti giuridici validamente, cioè questi atti NON possono
essere annullati. Può però accadere che una persona maggiorenne, che ha già acquistato la
capacità di agire, la perdi durante il corso della vita, per ragioni di varia natura. In questo
caso si parla di INCAPACITA’ DI AGIRE.
INCAPACITA’ DI AGIRE
●ASSOLUTA → il soggetto incapace assoluto NON può compiere alcun atto, né atti di
ordinaria amministrazione né atti di straordinaria amministrazione.
- Gli atti di ordinaria amministrazione sono atti con cui si gestisce il REDDITO;
- Gli atti di straordinaria amministrazione sono atti che creano una modifica sostanziale
del PATRIMONIO (come una vendita o donazione).
A. Il MINORENNE
Il minorenne è incapace assoluto in quanto non può compiere autonomamente alcun atto.
Gli atti eventualmente posti in essere sono annullabili e potranno essere impugnati entro
5 anni dal rappresentante legale o dal minore stesso diventato maggiorenne.
Vi è un’unica eccezione che è il caso in cui il minore di età falsifica i propri documenti di
identità facendo figurare che sia un maggiorenne. Questi atti posti in essere dal minore
NON possono essere annullati. Si ritengono invece accessibili tutti gli atti necessari a
soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana.
Ai GENITORI compete la gestione del patrimonio del minore e il compimento di ogni atto
(potere di rappresentanza):
B. GLI INTERDETTI
1. Interdizione GIUDIZIALE → nasce dalla sentenza del giudice che dichiara certi
soggetti interdetti.
Può essere considerato interdetto il MALATO DI MENTE grave ed abituale tanto da non
poter provvedere ai propri interessi. L’interdizione giudiziale ha uno scopo di
PROTEZIONE per la persona malata che non riesce a badare ai propri interessi, quindi
attraverso l’interdizione si prevede che il soggetto non possa compiere alcun atto né di
ordinaria né di straordinaria amministrazione.
È una pena accessoria prevista dal codice penale disposta nei confronti di coloro che siano
stati condannati all'ERGASTOLO o alla PENA DI RECLUSIONE per un tempo non inferiore
a 5 anni. A seguito del provvedimento che dispone l'interdizione legale, il destinatario
perde la capacità di agire.
A differenza dell'interdizione giudiziale, l’interdizione legale ha uno scopo PUNITIVO, è
una pena accessoria pensata per punire ulteriormente chi ha subito una condanna
privando la persona della capacità di agire (considerata anche come morte civile, in
quanto non può più compiere nessun atto).
Va precisato che l'interdizione legale limita l'incapacità del soggetto ai soli atti che
riguardano "la disponibilità e l'amministrazione dei beni" (art. 32 c,4 c.p.) e poiché in
questo caso nel soggetto non difetta la capacità di intendere e di volere egli può compiere
atti personalissimi può contrarre matrimonio, fare validamente testamento, riconoscere
un figlio.
Gli atti compiuti dall'interdetto legale sono ANNULLABILI e l'azione di annullamento può
essere esercitata da chiunque ne abbia interesse.
●RELATIVA → si considera incapace relativo colui che può compiere da SOLO atti di
ordinaria amministrazione ma per compiere atti di straordinaria amministrazione ha
bisogno dell’assistenza (consenso) di un CURATORE nominato dal giudice tutelare. Il
curatore apponendo una sua FIRMA rende valido l’atto; se manca la firma, l’atto è
considerato non valido e verrà dunque annullato.
A. INABILITATI
a. Coloro che soffrono di una malattia di mente non tanto grave (a differenza
dell’interdizione giudiziale);
b. Il tossico dipendente;
c. L’alcolista;
f.I cechi e i sordo muti che non hanno avuto un’educazione sufficiente tale da badare ai
propri interessi.
B. MINORI EMANCIPATI
Se il minore, tra i 16 e i 18 anni, con autorizzazione del Tribunale, si sposa, diviene minore
emancipato. Tale soggetto (una volta raggiunta l’emancipazione) può compiere atti di
ordinaria e straordinaria amministrazione con assistenza del curatore autorizzato dal
giudice, che può essere l’altro coniuge (se maggiorenne) o i genitori.
Ricapitolando…
Con essi gli interdetti (incapaci assoluti) e gli inabilitati (incapaci relativi) possono
prendere parte alla vita giuridica.
AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO
L’amministratore è nominato dal giudice tutelare, che con DECRETO oltre a nominarlo,
stabilisce gli atti che può compiere a seconda delle problematiche del beneficiario. Si
tratta quindi di una figura DUTTILE che si adatta alle specifiche esigenze del beneficiario.
Il giudice tutelare indica periodicamente:
- Gli atti che il beneficiario può compiere soltanto con l’assistenza dell’amministratore;
- Gli atti che l’amministratore compirà (da solo) in qualità di rappresentante legale del
beneficiario.
La persona quindi conserva la capacità di agire per gli atti che non richiedono la
rappresentanza esclusiva o l’assistenza necessaria dell’amministratore di sostegno; in
quanto si vuole concedere alla persona un minimo di autonomia nella vita di tutti giorni.
Allo stesso tempo la denominazione BENEFICIARIO permette al soggetto di non essere
etichettato all’interno della società come interdetto o inabilitato ed è per questo motivo
che l’amministrazione di sostegno rappresenta una figura molto importante nel mondo
della disabilità .
Con tale figura si cercano di limitare quanto più possibile i casi d’interdizione giudiziale o
d’inabilitazione, ricorrendovi solo nei casi in cui l’amministrazione di sostegno risulti
INIDONIA ad assicurare protezione al soggetto interessato (criterio residuale
dell’interdizione). Il giudice deve pertanto capire se può applicare la legge e può quindi
nominare un amministratore di sostegno. Se l'amministratore di sostegno non sembra la
figura più adatta nella situazione specifica del soggetto e allora potrà interdire o
inabilitare (in via residuale) e quindi automaticamente nominare un tutore o un curatore.
L’annullabilità può essere richiesta dal soggetto in questione, una volta riacquistata
coscienza, entro 5 anni dal compimento.
●Emancipazione
●Amministrazione di sostegno