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INTRODUZIONE AL DIRITTO - DIRITTO PUBBLICO

NOZIONI PRELIMINARI
La nostra vita è regolarizzata da regole che possono essere di vario tipo: religiose, morali,
scientifiche.
La norma giuridica è una regola del diritto che disciplina i comportamenti umani, prescrivendo
quali siano da tenere e quali da evitare. La prescrizione è un comando.
La norma giuridica in generale ha un carattere prescrittivo, differenziandosi dalle regole viste poco
sopra che hanno carattere descrittivo.

La norma giuridica è generalmente assistita da una sanzione (meccanismo coercitivo previsto dal
diritto per assicurare rispetto della regola). Per regolamentare le norme giuridiche ci sono persone
o autorità con il compito di verificare se la regola è stata o meno trasgredita e di applicare la
relativa sanzione.
Le regole giuridiche sono stabilite da un gruppo sociale più o meno organizzato, volontariamente e
consapevolmente, attraverso organi e procedure concepite a tale scopo.

La norma giuridica è:
1. imperativa
2. vincolante
3. generale => vale per tutti
4. astratta => vale in tutte le situazioni dello stesso tipo
5. posta da un’autorità del potere di introdurre norme giuridiche all’interno di un dato
ordinamento giuridico

Le regole giuridiche sono stabilite da atti normativi o fonti del diritto => qualsiasi atto/fatto
riconosciuto da un ordinamento giuridico come capace di creare, modificare o estinguere norme
giuridiche.

L’ordinamento giuridico è l’insieme delle norme giuridiche di un gruppo sociale organizzato.


Comprende almeno: una comunità, un ordine => regole e obiettivi comuni, un’organizzazione
autonoma.

L’ordinamento giuridico comprende:


1. norme-precetto
2. norme-sanzione
3. norme-organizzative
4. norme sulla produzione delle norme giuridiche
5. norme sulla produzione di altri atti giuridici non normativi (contratti, provvedimenti
amministrativi, sentenze)

Diritto in senso oggettivo è l’insieme delle norme giuridiche, il diritto in senso soggettivo è la
situazione giuridica soggettiva di pretesa o di facoltà che un soggetto può vantare nei confronti di
altri soggetti.

Funzioni del diritto


1. risolvere i conflitti tra individui e gruppi
2. come strumento per proibire e punire comportamenti vietati
3. per promuovere determinate attività sociali o economiche 
4. per organizzare e gestire prestazioni e servizi pubblici, come le politiche educative e
assistenziali
5. dare attuazioni agli accordi tra privati come le disposizioni del diritto dei contratti.
Il diritto non è solo comando e sanzione, ha una finalità premiale => diritto positivo.

Il diritto va studiato in stretta relazione con i contesti sociali, economici e politici. Infatti si dice che
il diritto è un fenomeno sociale => è una componente essenziale di una struttura sociale
complessa, la società si basa sulla divisione del lavoro e sulla società sociale (interdipendenza).
Svolge un importante ruolo nella regolazione di vari tipi di relazione: tra individui e/o imprese, tra
individui/imprese e autorità pubbliche.
Diritto privato: disciplina i rapporti tra individui o entità private.
Diritto pubblico: è la branca del diritto che si occupa dello studio delle norme che regolano le
organizzazioni pubbliche e il loro funzionamento, nonché dei rapporti tra individui e autorità
pubbliche.

Il diritto pubblico si occupa di:


1. Stabilire chi sono i soggetti dell’ordinamento
2. Disciplinare le istituzioni pubbliche e i loro poteri
3. Disciplinare i rapporti tra i soggetti dell’ordinamento e le istituzioni pubbliche 
4. Definire le norme sulle normazioni (norme sulla produzione del diritto)
5. Regolare i rapporti tra gli ordinamenti

In passato il diritto privato regola rapporti orizzontali/paritari (tra individui), il diritto pubblico
invece regola rapporti verticali (individuo-autorità).
Con il tempo il tratto del rapporto paritario è venuto meno, pensiamo alla stipulazione di contratti
con servizi internet, con i social media ecc.
Viceversa, non sempre le autorità pubbliche intrattengono rapporti autoritativi con i privati, enti
pubblici usano strumenti del diritto privato, enti formalmente privati ma sostanzialmente pubblici
(società in house), privati (no profit) perseguono fini di interesse generale, pubblico e privato
collaborano per la realizzazione del bene comune.

I destinatari delle norme giuridiche di un ordinamento sono i soggetti del diritto. Li possiamo
distinguere in:
 persone fisiche: i singoli individui
 persone giuridiche: gruppo unificato di persone fisiche organizzato in base a scopi
particolari. Sono considerate come un’unica entità giuridica, dotata di diritti e doveri

La capacità giuridica è la capacità di essere titolari di posizioni giuridiche soggettivi (diritti, poteri,
obblighi). Le persone fisiche acquistano capacità giuridica alla nascita, le persone giuridiche
acquistano soggettività giuridica con la loro costituzione nei modi previsti dalla legge.
Persone giuridiche private sono create dall’autonomia privata per perseguire scopi e interessi
privati, soggetti alle regole del diritto privato. Possono essere enti a scopo di lucro (società) ed enti
non-profit (associazioni, fondazioni).
Persone giuridiche di diritto pubblico => gli enti pubblici. Sono istituiti per legge, per il
perseguimento di interessi pubblici. Esercitano funzioni pubbliche, sono dotati di poteri speciali
sottoposti alle regole del diritto pubblico. Possono essere enti territoriali (Stato, regioni, comuni)
ed enti non territoriali (università pubbliche, agenzie fiscali).
Le persone fisiche e giuridiche possono essere titolari di diverse situazioni giuridiche soggettive:
posizioni di vantaggio => diritti soggettivi, poteri giuridici, interessi legittimi; posizioni di svantaggio
=> obblighi o obbligazioni e i doveri.

I diritti soggettivi implicano la garanzia del godimento di un bene della vita da parte
dell’ordinamento giuridico (diritto di proprietà, diritto di proprietà intellettuale). Si suddividono in
diritti assoluti e diritti relativi. I primi possono essere fatti valere su tutti, gli altri devono solo
astenersi dal ledere quel diritto, i secondi invece si hanno in relazione a soggetti determinati, i
quali si trovano in una situazione di obbligo.

I poteri giuridici => possibilità data a un soggetto di produrre effetti giuridici con i propri atti.
Poteri a esercizio bilaterale: partecipazioni di due o più soggetti
Poteri a esercizio unilaterale: partecipazione di un soggetto

Interesse legittimo: posizione giuridica di vantaggio del soggetto privato dinanzi all’esercizio del
potere autoritativo della Pubblica Amministrazione => posizione di soggezione rispetto al potere
ma solo al potere esercitato legittimamente. Attenzione! il privato potrebbe avere l’interesse ad
opporsi all’esercizio dell’azione amministrativa lesiva e interesse ad ottenere dalla Pubblica
Amministrazione un vantaggio.

Nel diritto privato si parla anche di obbligazione quando il comportamento da tenere ha


contenuto economico (risarcimento di danno), si distingue dal dovere che rappresenta invece il
rovescio del diritto soggettivo assoluto. (diritto di non arrecare danno alla proprietà altrui).

Disposizione: testo scritto, formulazione linguistica, composta da enunciati normativi.


Norma: prodotto dall’interpretazione della disposizione, possono esservi diverse interpretazioni
della stessa disposizione e dunque dalla stessa disposizione possono trarsi diverse norme
giuridiche. Le norme senza disposizione? le fonti-fatto o consuetudine. Le norme con disposizione
o più => il combinato disposto
Le disposizioni sono contenute in atti normativi, raggruppate in articoli a volte accompagnate dalla
rubrica e suddivise al proprio interno in commi e in periodi. La norma si basa sul principio della
causa-effetto se accade A allora B, la difficoltà è quella di verificare in concreto che si siano
verificate le condizioni previste dalla norma.
Da ciò introduciamo il concetto di interpretazione che è definito il problema principale della vita
del diritto:
 lo affrontano i giudici, l’amministrazione, gli esperti che consigliano gli organi politico-
costituzionali, gli studiosi, la Corte costituzionale
 essa tende a individuare il diritto applicabile a un caso concreto

Chi interpreta il diritto?


 I giudici e la Corte costituzionale attraverso le sentenze
 Il legislatore
 La dottrina => nessun vincolo giuridico
 La PA attraverso circolari o prassi amministrative
LO STATO E LE FORME DI STATO
Nozione generale: lo Stato come ordinamento giuridico ai fini generali, che esercita il potere
sovrano su un dato territorio, cui sono subordinati i soggetti ad esso appartenenti. Stato come
particolare forma di organizzazione del potere nata in Europa attorno al XV-XVII secolo che si
caratterizza per il monopolio della forza legittima su di un territorio e su una data comunità di
persone.
Lo Stato lega insieme tre elementi costitutivi:
1. Territorio
2. Popolo
3. Sovranità

TERRITORIO
 spazio fisico sul quale lo Stato esercita il proprio dominio e dove si stabilisce il gruppo
sociale organizzato di riferimento
 territorio delimitato dai confini o dal mare. Confini naturali (fiume, montagna) oppure
artificiali.
 composto dalla terraferma, dalle acque territoriali (12 miglia marine dalla costa), dallo
spazio aereo e dal sottosuolo
 la nave, fuori dalle acque territoriali di un altro Stato, è considerata territorio dello Stato di
bandiera
 le sedi diplomatiche, pur trovandosi su territorio di un altro Stato, appartengono allo Stato

POPOLO
 è formato da tutti coloro che, secondo le regole poste dallo Stato stesso, godono della
cittadinanza
 la cittadinanza è un particolare status giuridico che definisce l’appartenenza di una persona
fisica a una determinata comunità
 Ius sanguinis vs Ius Soli
 naturalizzazione
 alla qualifica di cittadino si collegano determinati diritti e determinati doveri
 la maggior parte dei cittadini vive e risiede nel territorio Statale, non tutti perché alcuni
risiedono all’estero
 con popolazione si indica l’insieme di coloro risiedono entro il territorio di uno Stato

SOVRANITA’
 elemento più caratteristico della statualità
 un potere è sovrano quando non esiste un altro potere ad esso superiore che sia in grado
di imporgli vincoli giuridici
 la sovranità è dunque una supremazia nei confronti di ogni altro soggetto o organizzazione
operante nel territorio statale rispetto alla comunità statale
 monopolio dell’uso legittimo della forza
 dimensione esterna: indipendenza => lo Stato non riconosce enti a sé superiori,
originarietà (lo Stato non deriva la sua esistenza da altre entità), dimensione interna:
supremazia nei confronti di ogni altro soggetto o organizzazione operante nel territorio
statale o rispetto alla comunità statale
 la sovranità implica il monopolio dell’uso della forza

Sul piano terminologico possiamo considerare lo Stato in diversi modi:


 lo Stato-persona: persona giuridica, centro di imputazione di effetti giuridici, distinta da
altri soggetti-enti
 lo Stato-ordinamento: insieme delle istituzioni e delle norme giuridiche dell’ordinamento
italiano. Comprende tutti gli altri enti pubblici territoriali e non.

Diverso è il concetto di Nazione, esprime comunità omogena di individui che condividono alcune
caratteristiche (cultura, lingua, religione, tradizioni). Due esempi: gli Stati plurinazionali (Belgio,
Bosnia) e le minoranze linguistiche ed etniche, ma pur sempre cittadini.

LE FORME DI STATO
Rapporto tra la sovranità e gli altri due elementi (popolo e territorio), finalità delle istituzioni
sovrane dell’ordinamento statale rispetto ai cittadini (rapporto governanti-governati).
Nel rapporto tra sovranità e popolo possiamo identificare:
 stato autoritario: sovranità appartiene ad un unico soggetto o partito
 stato democratico: sovranità appartiene al popolo o all’organo rappresentativo del popolo
Nel rapporto tra sovranità e territorio:
 Stato unitario: come la Francia ma anche Stato regionale (Italia, Spagna)
 Stato federale: sovranità distribuita tra livello federale e i singoli Stati (USA)
 UE non è uno Stato, ma presenta caratteristiche simili allo Stato federale
Alle funzioni dello Stato, distinguiamo:
 Stato assoluto
 Stato liberale di diritto
 Stato totalitario
 Stato costituzionale, democratico, pluralista

LO STATO ASSOLUTO (L’Etat c’est moi)


Primo Stato moderno (XV-XVII secolo) si pone simbolicamente dopo la pace di Westfalia del 1858
che chiuse la Guerra dei Trent’Anni e tramontò con la Rivoluzione francese.
Come diceva il Re Sole: “Lo Stato sono io” nessuna divisione dei poteri, ereditarietà dinastica al
comando dello Stato.
Il fine ultimo era quello di rafforzare il potere dello Stato sia al proprio interno che all’esterno.
Politica di tipo interventista sia nel mercato che nella politica commerciale internazionale.
Mercantilismo e protezionismo: politica economica che mira a massimizzare gli export e a
minimizzare gli import (autarchia).
LO STATO LIBERALE DI DIRITTO
In Europa nacque post Rivoluzione Francese del 1789 e si consolidò nel corso del XIX secolo, entrò
in crisi agli inizi del XX secolo a seguito di cambiamenti economico-sociali (ascesa delle classi
lavoratrici). Il fine unico era la salvaguardia dei diritti (civili e politici) e delle libertà economiche
degli individui, Stato monoclasse (borghesia), vigeva il principio di uguaglianza formale in quanto
alla base dello Stato liberale gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti.
Rule of law-Stato di diritto: alla base troviamo il principio di legalità che dice che ogni atto dei
pubblici poteri deve trovare fondamento e limiti in una norma giuridica previamente adottata. Si
ribalta l’impostazione assolutistica del diritto, infatti, si afferma che Lex facit regem: è il diritto che
crea il potere, il titolare del diritto è tale perché il potere gli viene attribuito sulla base delle norme
giuridiche, la legittimazione del potere è del tipo legale-razionale. Detto questo possiamo
facilmente intuire il ruolo cruciale del Parlamento e della legge come espressione della volontà
generale (Rousseau).
Si scelse inoltre una democrazia di tipo rappresentativa a differenza di alcune città-stato
dell’antichità in quanto il dibattito e il confronto di un’assemblea di poche centinaia di persone è
molto più gestibile e organizzata rispetto ad un sì o no di migliaia di persone. Le elezioni dei
rappresentanti avvenivano tramite suffragio limitato in base al censo e al livello culturale (donne
escluse). La limitazione di questa forma di Stato era proprio questa, il Parlamento veniva eletto da
circa il 2% della popolazione.
Separazione dei poteri teorizzata da Charles de Montesquieu
1. Potere legislativo: affidato al legislatore (Parlamento), stabilisce le norme giuridiche
generali
2. Potere esecutivo: affidato al Governo, che ha il compito di far rispettare/attuare
concretamente le norme giuridiche statali
3. Potere giudiziario: affidato ai giudici, che assicurano la corretta applicazione della legge e
risolvono le controversie (“bouche de la loi”)
Il liberismo economico: libertà degli individui dall’ingerenza dello Stato (pieno godimento del
diritto di proprietà e libera iniziativa economica); intervento limitato dello Stato nell’economia
(teorie liberali classiche sullo “Stato minore”); Adam Smith con la teoria della mano invisibile del
mercato => massimizzazione dell’utilità individuale e collettiva (equilibrio economico generale).

Dopo la crisi dello Stato liberale di diritto in Europa si instaurano i regimi totalitari in seguito alla
fine della Grande guerra, lo Stato rifiuta quest’ultima forma e si ripropone dei caratteri dello Stato
assoluto come la concentrazione dei poteri o l’interventismo nella sfera economica. Dopo la
Seconda guerra mondiale i regimi autoritari-totalitari europei entrarono in crisi ponendo il focus
principe sulla pluralità.

STATI MODERNI:
1. Dalla società monoclasse alla società pluriclasse
2. Riconoscimento di una pluralità di gruppi, interessi e idee
3. Suffragio universale – partiti politici di massa (piena realizzazione del principio
democratico)
4. Assicurare piena garanzia dei diritti e delle libertà individuali e collettive
5. Dalla separazione dei poteri al bilanciamento tra poteri
LO STATO PLURALISTA
Riconoscimento e tutela del pluralismo culturale, linguistico e religioso. La Costituzione italiana
esprime il suo carattere pluralista per esempio all’Art.2 “La Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità”. Altri esempi sono gli articoli 6-8-21 della Costituzione.
LO STATO DEMOCRATICO
È quella forma di Stato nella quale esiste una tendenziale corrispondenza tra governanti e
governati. Art.1 “L’Italia è una Repubblica democratica… La sovranità appartiene al popolo”. Ma
non è sufficiente che si tengano le elezioni, in un Paese democratico è fondamentale il principio di
maggioranza. Nello Stato democratico si adottano soltanto le decisioni che dispongono di un
verificato consenso della maggioranza dei soggetti politicamente attivi, tutelando però le
minoranze che un giorno potrebbero diventare maggioranze. Libere elezioni e un circuito di
garanzie sottratte alla politica (Corte costituzionale, giudici).
WELFARE STATE o STATO SOCIALE
È quella forma di Stato che ha come fine l’uguaglianza sostanziale.
 Riconoscimento anche dei diritti sociali
 Sviluppo economico, piena occupazione, assistenza e benessere di tutti (John Maynard
Keynes) => teoria Keynesiana
 Maggiore intervento dei poteri pubblici nell’economia
 Stato si prende cura di servizi fondamentali per la persona (istruzione, sanità, previdenza
sociale)
 Dallo stato astensionista a quello interventista
 Uguaglianza sostanziale: significa invece uguaglianza di risultato e consiste nella rimozione
delle differenze che ostacolano il raggiungimento dell’uguaglianza formale

ORDINAMENTO INTERNAZIONALE
Apertura da parte degli Stati verso ordinamenti internazionali e sovranazionali (Art.11 Cost) =>
Stato costituzionale aperto
 Insieme delle norme che regolano i rapporti tra Stati
 Soggetti di diritto internazionali sono tradizionalmente gli Stati
 Oggi: diritto che regola la vita della comunità internazionale
Le origini: post seconda guerra mondiale abbiamo la Conferenza di San Francisco (1945) e la
nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che è il paradigma del nuovo ordine
internazionale basato su un sistema di accordi tra Stati (accordi internazionali) volti a favorire la
pace, la stabilità e gli scambi commerciali. I trattati internazionali hanno istituito diverse
organizzazioni internazionali preordinate alla cura di interessi e obiettivi comuni.
Le organizzazioni internazionali
Istituite attraverso trattati internazionali (accordi vincolanti tra Stati), prevedono organi decisionali
composti dai rappresentanti degli Stati (Governi) ed organizzazioni intergovernative
(Commonwealth). Non sono previsti elezioni dirette (il così detto deficit democratico). Si fa una
distinzione tra Organizzazioni internazionali a carattere mondiale e le Organizzazioni internazionali
a carattere regionale
A carattere mondiale:
 ONU: oggi 193 Stati membri, il suo compito originario è quello di garantire pace e sicurezza
a livello mondiale e il rispetto dei diritti umani, viene definito ombrello per numerose O.I.
specializzate in diversi ambiti:
1. FAO
2. UNICEF
3. UNHCR
4. WHO – OMS (organizzazione mondiale della sanità)
5. UNESCO
L’ONU è composto da diversi organi:
 Assemblea Generale: composto dai rappresentati di tutti gli Stati membri; ha potere di
raccomandazione
 Consiglio di sicurezza: organo esecutivo, può assumere decisioni vincolanti. È composto da
15 membri (5 permanenti e con diritto di veto e 10 eletti dall’Assemblea Generale ogni 2
anni
 Segretario generale
 Corte internazionale di giustizia: giudica sulle controversie tra Stati (volontaria
sottoposizione delle parti)
Organizzazioni internazionali con finalità economiche (istituzioni di Bretton Woods, 1994)
 Fondo monetario internazionale (FMI)
 Banca Mondiale
 Organizzazione mondiale del commercio (OMC) con obiettivo di facilitare gli scambi
internazionali di merci e servizi
A carattere regionale:
hanno l’obiettivo di promuovere maggiore integrazione economica, specie attraverso la
facilitazione degli scambi commerciali all’interno di un mercato comune (senza dazi o con dazi
ridotti).
 Mercosur => America Latina
 NAFTA => Nord America e Messico
 ASEAN => Sud-est asiatico
 CARICOM => Paesi caraibici
 Comunità andina => Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù
CONSIGLIO D’EUROPA: organizzazione internazionale regionale per la tutela dei diritti
fondamentali. Nasce con il Trattato di Londra del 1949 ne fa parte 46 membri (Russia uscita nel
2022). Stipulata la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Ne fa parte una corte
europea dei diritti dell’uomo o Corte di Strasburgo che giudica le violazioni dei diritti CEDU da
parte degli Stati membri con sentenze vincolanti per lo Stato.

AMBITO EUROPEO e UNIONE EUROPEA


Il processo di integrazione europea inizia subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale
quando Italia, Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo firmarono nel 1951 il Trattato
istitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) che aveva l’obiettivo di
mettere in comune la produzione di carbone e acciaio ponendola sotto il controllo di un’ala
autoritaria comune.
Con il Trattato di Roma del 1957 nasce la Comunità economica europea (CEE) e il Trattato istituito
dalla Comunità europea per l’energia atomica (EURATOM). Le motivazioni iniziali erano di tipo
politico in quanto gli Stati fondatori si proponevano di evitare futuri conflitti come la Seconda
Guerra mondiale e cercare di reintegrare la Germania in un Europa pacifica, prospera e sempre più
unita. Gli obiettivi della CEE miravano a creare un’unione doganale, ad abolire gli ostacoli alla
libera circolazione di persone, merci, capitali e servizi. Nel 1992 Trattato di Maastricht dava
origine alla moderna Unione Europea (UE) ampliando di molto le competenze dell’Unione:
estendendole anche alla politica estera e di difesa comune, allo sviluppo di una stretta
collaborazione nel settore della giustizia e degli affari interni, alla creazione di una moneta unica e
alla istituzione di una cittadinanza europea. Nel 1999 è stata proclamata anche una Carta dei
diritti fondamentali dell’Unione europea, solennemente proclamata il 7-12-2000 a Nizza, ma
assunse un carattere vincolante solamente dieci anni dopo con il Trattato di Lisbona che era
composto dal Trattato sull’Unione europea (TUE) e dal Trattato sul funzionamento dell’Unione
europea (TFUE). Quest’ultimo contiene le regole di funzionamento dei vari organi, la disciplina del
mercato interno. Dopo numerosi Trattati che hanno progressivamente esteso le competenze e gli
ambiti di manovra dell’Unione, anche la stessa composizione si è ampliata. Ad oggi gli Stati
membri sono 27, dopo il post Brexit del 2020.

La natura dell’Unione: molto si discute su questa faccenda, diciamo che si riscontra una sempre
più forte presenza dell’Unione in molteplici materie al punto che si mette pesantemente in
discussione la sovranità degli Stati membri; infatti, difficilmente gli Stati sono in grado, da soli, di
tornare ad esercitare le competenze che hanno devoluto all’UE, specie in un mondo sempre più
globalizzato e competitivo.
L’ORDINAMENTO UE:
 Presenza di un Parlamento europeo (eletto democraticamente da tutti i cittadini UE)
 Decisioni assunte tendenzialmente a maggioranza
 Diretta applicabilità del diritto UE negli ordinamenti nazionali
 Il diritto europeo prevale sul diritto nazionale
 Presenza di una corte di giustizia ai quali gli individui possono rivolgersi per contestare gli
atti delle istituzioni europee

PARLAMENTO EUROPEO (Bruxelles)


È l’istituzione rappresentativa dei cittadini europei, unico organo direttamente rappresentato dai
cittadini europei, esso è infatti composti da membri eletti a suffragio universale e diretto dai
popoli degli Stati membri per un quinquennio. Le sue funzioni:
1. Legislativa: approvare gli atti legislativi dell’UE (regolamenti e direttive), insieme al
Consiglio dell’UE
2. Controllo democratico su tutte le istituzioni
3. Elezione del Presidente della Commissione e approva la composizione della stessa; può
inoltre votare una mozione di censura che obbliga la Commissione a dimettersi.

CONSIGLIO EUROPEO (Bruxelles)


Istituzione che riunisce i capi di Governo degli Stati membri, assistiti dai vari ministri degli esteri e
da un membro della Commissione, decidendo periodicamente le linee di indirizzo delle politiche
europee. Si dice che rappresenta il più alto livello di cooperazione politica tra i Paesi e l’UE.
Essendo formato da tutti i rappresentanti dei Paesi possiamo dire che come organo ne
rappresenta anche gli interessi.

CONSIGLIO DEI MINSISTRI DELL’UE o CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA (Bruxelles)


Rappresenta gli interessi degli Stai membri (organo intergovernativo), è composto dai Ministri dei
Governi di ciascuno Stato competenti per materia (composizione variabile a seconda dell’ordine
del giorno), la Presidenza spetta ad ogni Stato per 6 mesi a rotazione. Diversamente dal Consiglio,
esso non decide per consensus, ossia le decisioni non vengono assunte sulla base di un consenso
implicito laddove non vi sono obiezioni, ma richiedono una maggioranza qualificata con voto
ponderato calcolato sulla base del numero di Paesi e della popolazione che essi esprimono.
Le sue funzioni:
 Adotta, insieme al Parlamento europeo, i regolamenti e le direttive dell’UE, sulla base delle
proposte della Commissione
 Adotta il bilancio annuale dell’UE, insieme al Parlamento
 Coordina le politiche economiche dei Paesi dell’UE (eurozona)
 Sviluppa la politica estera e di sicurezza, sulla base delle linee guida del Consiglio

COMMISSIONE EUROPEA (Bruxelles)


Organo sovranazionale per eccellenza, rappresenta gli interessi dell’UE nel suo complesso (non dei
singoli Stati), è indipendente dai Governi nazionali. È formato da un collegio di commissari, 1 per
ogni Stato; il Presidente (Ursula von der Leyen) è preposto dal Consiglio europeo ed eletto dal
Parlamento europeo. La Commissione è approvata dal Parlamento.
I suoi compiti:
1. Propone nuovi atti legislativi (unico organo con il diritto di iniziativa legislativa)
2. Adotta regolamenti che danno esecuzione agli atti legislativi
3. Gestisce le politiche dell’UE e ne assegna i finanziamenti
4. Redige i bilanci annuali, che vanno approvati da Parlamento e Consiglio
5. Insieme alla Corte di Giustizia, garantisce la corretta applicazione del diritto dell’UE (avvia
procedure di infrazione)

CORTE DI GIUSTIZIA (Lussemburgo)


Si articola in due livelli:
Tribunale: 2 giudici per ogni paese UE
Corte di giustizia: 1 giudici per ogni paese UE
I suoi compiti sono quelli di interpretare il diritto UE per assicurarsi che sia applicato nello stesso
modo in tutti i Paesi (sentenze rese su rinvio pregiudiziale); risolvere le controversie tra gli Stati e
le istituzioni dell’UE (procedure di infrazione contro gli Stati membri); risolvere le controversie tra
individui (cittadini e imprese) e istituzioni dell’UE. 

BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE) (Francoforte sul Meno) => simil modello tedesco, infatti ha
sede a Francoforte
1. È l’autorità monetaria dell’Eurozona. È un’autorità indipendente, non è legata al circuito
rappresentativo democratico delle istituzioni.
 Il suo obiettivo è quello di assicurare la stabilità dei prezzi (inflazione vicina
al 2%), sostenendo così la crescita economica
 Stabilisce i tassi di interesse a cui concedere prestiti alle banche commerciali
dell’Eurozona, controllando così la crescita economica.
 Autorizza la produzione di banconote in euro.
1. Dal 2013 è anche autorità di vigilanza bancaria, per gli istituti di credito con sede
nell’Eurozona; garantisce la solidità del sistema bancario europeo insieme alle autorità di vigilanza
nazionali (Unione bancaria europea)

CORTE DEI CONTI (Lussemburgo)


Verifica la corretta regolarità dei bilanci dell’Unione, valuta tutte le entrate e le uscite.

LE FORME DI GOVERNO (no cap.8 del libro nella sessione estiva)


La forma di governo riflette il modo in cui i principali poteri dello Stato (legislativo ed esecutivo)
sono distribuiti tra gli organi costituzionali dello Stato (come si relazionano l’esecutivo e il
legislativo sulla sovranità popolare). L’Italia è una repubblica parlamentare => referendum 2
giugno 1946 elezione a suffragio universale. 
Prima distinzione fondamentale:
 Monarchia: l’organo di vertice non ha carattere rappresentativo, la carica è a vita (UK,
Spagna, Vaticano). Nella monarchia parlamentare il monarca non esercita più un potere
effettivo, adempiendo a funzioni prevalentemente simboliche e rappresentative. 
 Repubblica: l’organo di vertice (il Capo dello Stato) ha carattere, direttamente o
indirettamente, rappresentativo del popolo a carica temporanea (Italia, USA, Francia)
Seconda distinzione fondamentale:
 Sistema parlamentare: il governo è legato al Parlamento da un rapporto di fiducia, il
Parlamento è l’unico organo dotato di legittimazione democratica diretta (Italia, UK,
Germania).
 Sistema presidenziale: Presidente o Capo dello Stato è eletto direttamente dal popolo e
non è legato al Parlamento da un rapporto di fiducia (USA con sistema di checks and
balances tra poteri)
 Sistema semipresidenziale: sistema in cui convive un Presidente della Repubblica eletto
direttamente dal popolo e un Governo guidato da un Primo Ministro legato al Parlamento
da un rapporto di fiducia. In Francia il problema della coabitazione tra il Presidente e il
Parlamento che si reggono su maggioranze diverse.

GLI ORGANI COSTITUZIONALI


PARLAMENTO (artt. 55-82)
 Organo sovrano e rappresentativo del popolo
 Organo legislativo
 Organo complesso, infatti composto da due assemblee:
1. Camera dei deputati
2. Senato della Repubblica
 Bicameralismo perfetto, hanno pari funzioni e stessi poteri
 Entrambi organi elettivi e titolari del rapporto di fiducia con il Governo
 Uguale durata della legislatura, ovvero 5 anni

Differenze tra le due camere => Storicamente pre-Costituzione, la Camera dei deputati era elettiva
mentre il Senato no, rappresentava il ceto nobiliare. Post Costituzione la Camera è formata da 400
deputati eletti dal popolo, mentre il Senato è formato da 200 senatori + i senatori a vita nominati
dal Presidente della Repubblica (ex Presidente della Repubblica e cinque cittadini illustri per aver
onorato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario). Taglio dei
parlamentari avvenuto con referendum il 20-21 settembre in seguito alla pandemia di Covid-19,
esso è finalizzato alla riduzione dei costi e tempi del funzionamento del Parlamento.

Elettorato attivo: il diritto di votare


Elettorato passivo: il diritto di essere votati

Per la Camera, elettorato attivo di 18 anni mentre l’elettorato passivo di 25 anni; per il Senato
elettorato attivo di 18 anni (prima 25) mentre elettorato passivo di 40 anni.

I SISTEMI ELETTORALI
 Sistema della democrazia rappresentativa richiede di tradurre i voti in seggi
 Leggi elettorali costituiscono aspetto cruciale della forma di governo
 Il voto è personale, eguale, libero e segreto artt.48
 La Costituzione non impone un tipo di sistema elettorale, spetta al legislatore dettare le
regole elettorali nei limiti del rispetto del principio democratico, del pluralismo, della
rappresentanza delle minoranze; riflettere quindi la composizione della società.
I due principali modelli:
 Proporzionale: i seggi sono ripartiti tra le diverse liste in proporzione ai voti ricevuti in
ciascuna circoscrizione. Maggiore rappresentatività di forze politiche minori come pro,
come contro potremmo avere estremizzando 400 partiti rappresentati. Sistemi di governo
instabili
 Maggioritario: premia chi riceve più voti o una certa maggioranza di voti all’interno di un
collegio. Come pro una stabilità data da un partito al potere di un collegio, come contro la
mancata rappresentanza di partiti minori.
 Misto: combinazione delle due esigenze.
In Italia vige il “Rosatellum” che prevede:
 ⅜ eletti tramite sistema maggioritario in tanti piccoli collegi uninominali
 ⅝ eletti tramite sistema proporzionale in collegi plurinominali più ampi
 Le soglie di sbarramento per la parte proporzionale sono il 3% dei singoli partiti, il 10% per
le coalizioni

Ineleggibilità: situazione di impossibilità di essere validamente eletti riferita a persone che, per la
carica o la posizione che occupano potrebbero facilmente influenzare l’elettorato (sindaci con più
di 20k abitanti, prefetti, magistrati nelle circoscrizioni in cui operano).
Incompatibilità: situazione di colui che, pur validamente eletto, non può conservare l’ufficio di
parlamentare, perché occupa una certa carica che l’ordinamento considera incompatibile, con lo
status di parlamentare. L’interessato deve optare per uno dei due uffici. (membro della Corte
costituzionale, CSM, consigli o giunte regionali o sindaci). Non c’è incompatibilità tra parlamentare
e ministro.
Incandidabilità: situazione nella quale vengono a trovarsi coloro che hanno riportato determinate
condanne definitive (legge Severino).

L’AUTONOMIA DELLE CAMERE: autonomia garantita nei confronti del potere esecutivo e
giudiziario.
Autonomia organizzativa: organizzazione e funzionamento delle Camere sono disciplinate dai
regolamenti parlamentari non con legge ordinaria. Questi regolamenti sono insindacabili da parte
della Corte perché riflettono l'autonomia delle Camere. (interna corporis acta)

Regolamenti parlamentari disciplinano gli organi fondamentali di Camera e Senato:


 Presidente: eletto nella prima seduta, rappresenta la camera di appartenenza: dirige i
lavori, definisce calendario lavori. Sono eletti anche 4 Vicepresidenti
 Ufficio di presidenza: coadiuva il Presidente, compiti amministrativi e di supporto
 Gruppi parlamentari: riflettono partiti politici, pertanto ciascuno di essi persegue il proprio
interesse e non potrebbe rappresentarne altri
 Conferenza dei capigruppo: definisce calendario dei lavori, ne fa parte il Presidente
Le giunte parlamentari: si occupano delle camere e dello status dei parlamentari, sono composte
da parlamentari in moda da riflettere il peso dei singoli gruppi parlamentari:
 Giunta per il regolamento: interpreta e modifica regolamento
 Giunta per le elezioni: verifica casi di ineleggibilità e incompatibilità
 Giunta per le autorizzazioni: immunità parlamentare
Le commissioni parlamentari permanenti: svolgono funzioni essenziali e costituzionalmente
necessarie relative al procedimento giuridico, attualmente sono previste 14 commissioni sia alla
Camera che al Senato. Funzioni:
1. Compito di rielaborare il testo, se ritenuto necessario, e di riferire all’Assemblea i risultati
del loro esame => commissione in sede referente
2. Su incarico del presidente, con assenso dell’Assemblea, il compito di deliberare una legge
al posto di quest’ultima, per alcuni specifici oggetti legislativi il compito è assegnato
solamente all’Assemblea (materia costituzionale o elettorale, di delegazione legislativa, di
approvazione di bilanci, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali)
3. Su incarico dell’Assemblea, che definisce le direttive e rimane capace di approvarne il testo,
possono redigere definitivamente e approvare gli articoli di un progetto di legge =>
commissioni in sede redigente
4. Attività inerenti alla funzione di indirizzo e controllo.
Le commissioni speciali: possono essere monocamerali o bicamerali, previste in materia di
“questioni regionali”, esse svolgono compiti delicati connessi a settori importanti della vita
costituzionale. (commissioni di inchiesta)

LE PREROGATIVE DEL PARLAMENTARE: prerogative dei singoli parlamentari sono poste a garanzia
dell’autonomia del Parlamento, tutela della libertà di opinione dei singoli parlamentari.
Divieto di mandato imperativo: 
 Singoli parlamentari non rispondono al partito con cui sono stati eletti
 Responsabilità solo politica
 Il problema del trasformismo
 L’allontanamento del rapporto tra elettore-eletto
Insindacabilità: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle
opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni” Art.68 co. 1
 Anche dopo la cessazione della carica, non possono essere avviate azioni di responsabilità
civile, penale e disciplinare
 Limite nell’esercizio delle funzioni
Immunità penale: come dice l’Art.89 co. 2-3 senza l’autorizzazione della Camera a cui appartiene
nessun parlamentare può essere sottoposto a: perquisizione personale o domiciliare, non può
essere arrestato o privato della libertà personale o mantenuto in detenzione, salvo che colto in
flagranza dell’atto e quindi sentenziato colpevole. Analoga autorizzazione è richiesta per
intercettazioni in qualsiasi forma.

LE FUNZIONI:
 normativa: approva le leggi ordinarie, leggi costituzionali e di revisione costituzionale e
autorizza ratifica trattati internazionali
 informazione e controllo: sull’azione del Governo e della PA
 Interrogazioni: domanda rivolta al Governo (spesso a singolo Ministro) a fini
conoscitivi
 Interpellanze: domanda rivolta al Governo per conoscere i motivi di un certo
atto/comportamento o le intenzioni rispetto a questioni rilevanti
 Commissioni di inchiesta
 indirizzo: nei confronti del Governo.
 Mozione di fiducia: all’insediamento del nuovo governo
 Mozione di sfiducia: se approvata, il Governo deve dimettersi => può anche
valere per un singolo Ministro.
 Risoluzione: atto di indirizzo utilizzabile anche da un singolo parlamentare
con il quale le commissioni e l’Assemblea possono esprimere il loro punto di vista e
un indirizzo al Governo sull’argomento in discussione
 Ordine del giorno: consiste in un documento a carattere accessorio rispetto
ad un altro testo, un disegno di legge o una mozione, su cui l’Assemblea o una
commissione è chiamata a deliberare
Diversa è la questione di fiducia che il Governo pone su un progetto di legge, se il Parlamento non
approva la legge il Governo deve necessariamente dimettersi. Le ragioni della questione di fiducia
sono due: rendere più veloce l’approvazione della legge e mantenere la compattezza della
maggioranza all’interno del Parlamento.

Atti di indirizzo politico-economico: si tratta di una serie di provvedimenti che provengono sia dal
Parlamento che dal Governo e hanno come principale obiettivo quello di assicurare il corretto
funzionamento dei mercati, da un lato, e di disciplinare l’intervento pubblico nell’economia
dall’altro.
Manovra della finanza pubblica: insieme degli strumenti attraverso i quali lo Stato ottiene i mezzi
necessari per far fronte alle spese pubbliche. Il bilancio è un documento contabile di tipo
preventivo elaborato dal Governo, che comunica al Parlamento le spese e le entrate pubbliche
previste per l’anno successivo. Art.81 Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il
rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
Semestre europeo: coordinamento tra Stato e istituzioni EU su politiche economiche e bilancio
DEF (documento economico-finanziario): documento predisposto dal Governo entro il 10/04 e va
approvato dal Parlamento. Si compone di tre sezioni in cui sinteticamente sono contenuti il
Programma di stabilità finalizzato a garantire la coerenza degli obiettivi e la situazione di bilancio
con le esigenze di realizzazione della spesa pubblica e analisi e previsioni concernenti la spesa
pubblica; il PNR volto a monitorare lo stato di attuazione delle riforme programmate a
promuovere la competitività del Paese.
Legge di bilancio: nel secondo semestre il Governo predispone il disegno di legge di bilancio entro
il 20/10 e va approvato dal Parlamento entro il 31/12. La prima sezione contiene scelte e
previsioni di carattere macroeconomico sviluppate attraverso disposizioni in materia di entrata e
di spesa. La seconda sezione contiene il bilancio vero e proprio, in senso contabile.

In alcuni casi, previsti dalla Costituzione (art.55) le due Camere si riuniscono in seduta comune
formando un unico organo collegiale presieduto dal Presidente delle Camera.
1. Elezioni Presidente della Repubblica e suo successivo giuramento;
2. Elezione di ⅓ dei giudici della Corte costituzionale;
3. Elezione di ⅓ dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura
4. Messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica davanti alla Corte per alto
tradimento o attentato alla Costituzione.
IL GOVERNO
Organo disciplinato dalla Costituzione, è responsabile di promuovere e attuare l’indirizzo politico
dello Stato e vertice della pubblica amministrazione statale. È un organo complesso che si
compone di tre organi con competenze diverse tra loro:
1. Presidente del Consiglio dei ministri => organo monocratico
2. Consiglio dei ministri => organo collegiale formato dalla riunione dei due
3. Ministri => organo monocratico
Esistono poi organi non necessari in quanto non previsti dalla Costituzione e che quindi possono
essere soppressi. I vicepresidenti del Consiglio, ministri senza portafoglio (ministri che non sono a
capo di nessun dicastero), viceministri e sottosegretari. Ci sono poi i comitati interministeriali
La formazione:
 Avviene a seguito di nuove elezioni, oppure a seguito di una crisi di governo (parlamentare
o extraparlamentare)
 Non per elezione diretta, alla formazione del Governo prendono parte il Parlamento e il
Presidente della Repubblica
 Procedimento complesso disciplinato in parte dalla Costituzione, in parte da una
consuetudine costituzionale
Fasi:
1. Consultazioni: PdR ascolta gli ex PdR, i senatori a vita, presidenti delle
Camere e i capigruppo parlamentari
2. Incarico: PdR conferisce l’incarico di formare il nuovo Governo a un
Presidente del consiglio designato, il quale può accettare direttamente o con riserva
l’incarico. Nel secondo caso svolge le proprie informali consultazioni, se l’esito è
positivo scioglie la riserva e accetta l’incarico
3. Nomina: il PdR può provvedere alla nomina del Governo, prima del
Presidente e poi dei ministri da lui scelti
4. Giuramento nelle mani del PdR, giurano fedeltà alla Costituzione
5. Fiducia del Parlamento: il nuovo Governo deve quindi presentarsi entro 10gg
davanti alle Camere ed ottenere da esse la fiducia con maggioranza semplice
tramite voto palese.
Il Governo è tendenzialmente espressione della maggioranza parlamentare, non esiste il c.d.
“Governo tecnico” bensì si dice un Governo di tecnici.

Le sue funzioni: la principale è quella di definire e tradurre in concreto l’indirizzo politico che gli
elettori affidano al Parlamento e conseguentemente al Governo stesso in quanto espressione della
maggioranza parlamentare.
Funzione politica: individuazione del programma di governo secondo le linee guida dell’indirizzo
politico della maggioranza.
Funzione deliberativa: adozione degli atti (aventi forza di legge, regolamentari, amministrativi)
Funzione di controllo: verifica del rispetto degli obiettivi posti da parte della P.A. di cui il Governo
rappresenta il vertice.

IL RAPPORTO DI FIDUCIA: deve accompagnare il governo in tutto il suo decorso, può venire meno
per una mozione di sfiducia proposta da un decimo dei componenti di una Camera, messa in
discussione e approvata da maggioranza semplice, o per la questione di fiducia vista nel paragrafo
precedente. Ovviamente la durata in carica di un Governo non coincide sempre con la durata
dell’intera legislatura (nell’Italia repubblicana abbiamo avuto 68 governi con 31 presidenti del
Consiglio diversi in solamente 19 legislature intere). Come già visto il Governo può cadere a
seguito di una crisi di governo parlamentare o extra-parlamentare.

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO


 Ruolo di direzione, ha la responsabilità politica generale del Governo
 Rappresenta il Governo, convoca e presiede il CdM e ne fissa l’ordine del giorno
 Non sta su un piano di superiorità formale, ma si dice che è un primus inter pares, cioè un
primo fa pari Art.95 Cost.
I MINISTRI
Agiscono da un lato in quanto membri del consiglio, partecipando all’adozione dei provvedimenti
del Consiglio dall’altra sono al vertice delle amministrazioni a cui sono preposti (ministeri). Non
sempre però i ministri hanno un dicastero di riferimento, essi infatti possono non presiedere alcun
ministero, ma esercitare funzioni delegate dal PCM (ministri senza portafoglio).
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
 Organo collegiale
 Determina la politica generale del Paese
 Approva i disegni di legge, atti aventi forza di legge, regolamenti del Governo
 Sedute private, diversamente da quelle del Parlamento
 Partecipano, con eguale diritto di voto, tutti i Ministri (anche senza portafoglio)

Il governo: la prassi e l’evoluzione della forma di governo


Rafforzamento dell’esecutivo e marginalizzazione del ruolo del Parlamento, forte
personalizzazione della politica, il PCM visto come leader di una coalizione, rafforzamento del
ruolo politico e mediatico del Presidente. La Corte costituzionale ha avuto modo di riaffermare, in
occasione dei processi pendenti contro le più alte cariche dello Stato che la nostra forma di
governo non si è trasformata grazie all’introduzione di sistemi elettorali tendenzialmente
maggioritari una sorta di “premierato” dove il premier è eletto direttamente dal popolo ma che è
e resta parlamentare, vista una mancanza di una riforma costituzionale esplicita.

PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale Art.87
Il PdR è un organo costituzionale monocratico, la cui presenza qualifica il nostro ordinamento
come repubblicano e contribuisce alla razionalizzazione della forma fi governo parlamentare.
 Figura di garanzia: non esercita direttamente poteri legislativi, esecutivi o giurisdizionali,
ma interviene a garantire il corretto funzionamento dell’ordinamento costituzionale
 Figura super partes
Elezione:
1. Eletto dal Parlamento in seduta comune, integrato da 3 delegati per ogni Regione con
scrutinio segreto
2. Necessaria maggioranza qualificata: 2/3 per le prime 3 votazioni, poi maggioranza assoluta
(maggioranza degli aventi diritto di voto)
3. La carica dura 7 anni e può essere rielettiva, inizia al momento del giuramento
4. Può diventare PdR qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto almeno i 50 anni d’età
Funzione legislativa-normativa:
 Promulga le leggi approvate dal Parlamento, salvo esercizio del potere di rinvio del testo
alle Camere per una nuova deliberazione (veto sospensivo)
 Emana i decreti-legge e i decreti-legislativi e i regolamenti del Governo (no veto)
 Indice i referendum
 Può mandare messaggi alle Camere e può scioglierle
 Indice le elezioni
 Nomina dei senatori a vita
Funzione di governo:
 Nomina il Presidente del Consiglio e su proposta di quest’ultimo i ministri e ne riceve il
giuramento
 Nomina i più alti funzionari dello Stato
 Ratifica i trattati internazionali conclusi dal Governo
 Presiede il Consiglio supremo di difesa e ha l’alto comando delle forze armate
 Dichiara lo Stato di guerra
Funzione di giustizia:
 Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)
 Nomina 5 giudici della Corte costituzionale
 Può concedere la grazia (estinzione della pena)
La responsabilità del PdR: non essendo al vertice di nessuno dei massimi poteri statali, non ne è
nemmeno responsabile, si dice quindi che il PdR è politicamente ma non solo irresponsabile,
infatti nessun atto del PdR è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne
assumono la responsabilità. La controfirma oltre a questa funzione storica di garantire
l’irresponsabilità presidenziale, rappresenta uno snodo essenziale nel delicato rapporto tra PdR e
Governo. A tal proposito possiamo distinguere gli atti presidenziali in tre categorie:
1. Formalmente presidenziali ma sostanzialmente governativi (emanazione dei regolamenti,
atti aventi forza di legge)
2. Sostanzialmente e formalmente presidenziali (promulgazione legge, nomina giudici Corte
cost. e nomina dei senatori a vita)
3. Atti complessi (nomina del PdC)
Esistono alcuni atti del PdR che non devono essere controfirmati come atti adottati in quanto
Presidente del CSM o di Presidente del CSD nonché gli atti personalissimi quali dimissioni e atti
frutto di esternazioni atipiche come messaggi orali, comunicazioni o dichiarazioni di volontà

L’unica eccezione all’irresponsabilità del PdR è il reato di attentato alla Costituzione o alto
tradimento. Da ciò ne segue che il PdR viene messo in stato di accusa da parte del Parlamento in
seduta comune a maggioranza assoluta e viene giudicato dalla Corte costituzionale (composizione
integrata da 16 cittadini sorteggiati) che agisce come giudice penale. Il PdR risponde sia
penalmente sia civilmente come un qualsiasi cittadino per gli atti compiuti al di fuori delle sue
funzioni.

LE FONTI DEL DIRITTO


Fonte del diritto: ogni atto o fatto riconosciuto dall’ordinamento giuridico come capace di creare,
modificare o estinguere norme giuridiche.
Fonti atto: manifestazioni di volontà, adottati da particolari organi e secondo specifici
procedimenti (legge, decreto-legge, regolamenti comunali) => atti giuridici normativi
Fonti fatto: fatti e comportamenti umani che, con il loro ripetersi da parte di una pluralità di
soggetti (convinti dalla loro obbligatorietà giuridica), diventano norme giuridiche (consuetudini
costituzionali o internazionali).
Un dato che caratterizza i sistemi normativi contemporanei è che la gran parte delle norme
giuridiche è prodotta da fonti atto, anche se vanno distinti sistemi giuridici di common law da
quelli di civil law.
Il common law si è sviluppato in Inghilterra a partire dai normanni (1066) per poi diffondersi a tutti
gli ordinamenti di matrice britannica. In questi ordinamenti il diritto consuetudinario riveste ampio
spazio accanto a quello di matrice giurisprudenziale.
Il civil law è invece il sistema giuridico proprio dell’Europa continentale, diffusosi poi ad altre aree
del mondo; la maggior parte del diritto è prodotta da fonti atto.

Le norme giuridiche devono coesistere in modo armonico all’interno dell’ordinamento, cosa


succede se due norme giuridiche pongono tra di loro regole contraddittorie? Siamo in presenza di
antinomie: compresenza di due norme giuridiche vigenti ma contraddittorie. Come le risolviamo?
Se l’antinomia è apparente possiamo risolverla attraverso l’interpretazione, se invece è reale ci
basiamo su criteri ordinatori delle fonti:
1. Criterio gerarchico: nel conflitto tra le regole poste da due fonti, prevale la regola posta
dalla fonte superiore, ciò presuppone un ordinamento a gradi delle fonti normative. Forza
attiva: capacità di un atto giuridico di innovare l’ordinamento, di creare nuove regole
modificando il sistema previgente. Forza passiva: la capacità di quello stesso atto giuridico
di resistere alle modifiche introdotte da un atto diverso. La sanzione prevista
dall’ordinamento è l’annullamento dell’atto invalido-illegittimo nei modi previsti
dall’ordinamento; ciò comporta il venir meno degli effetti della disposizione a partire dal
momento in cui essa è stata adottata (retroattiva). Una norma di legge contraria alla
Costituzione viene definita anticostituzionale e può essere annullata alla Corte
costituzionale. Un regolamento del Governo o del Comune che contrasta con la legge è
illegittimo e può essere annullato dal giudice amministrativo
2. Criterio di competenza: nel conflitto tra le regole poste da due fonti prevale la regola posta
sulla fonte competente. L’inosservanza del criterio di competenza determina l’invalidità
della disposizione introdotta dalla fonte incompetente e il suo annullamento nei modi
previsti dall’ordinamento (legge statale vs legge regionale)
3. Criterio cronologico: nel conflitto tra le regole poste da due fonti a pari forza gerarchica ed
entrambe competenti prevale la regola più recente. In questo caso la regola successiva
prende il posto di quella precedente. Qui non vi è un vizio dell’atto, ma fisiologica
successione tra norme, infatti la disposizione non è invalida: avviene un fenomeno
chiamato abrogazione => la norma successiva abroga quella precedente, che però continua
ad applicarsi a casi sorti pre-abrogazione.
4. Criterio della specialità: nel caso di contrasto tra una norma speciale e una generale
bisogna sempre preferire quella speciale anche se precedente (valore inter partes). Diversa
dall’abrogazione è la deroga che deriva proprio dall’applicazione del principio di specialità,
quest’ultima è l’istituto attraverso il quale si risolve un’antinomia tra norme giuridiche
diverse sul piano delle generalità; la generalità di una norma è la sua maggior o minore
attitudine ad applicarsi ai comportamenti. La deroga inoltre non fa perdere efficacia alla
norma ma viene limitato il suo campo di applicazione

COSTITUZIONE
La formazione della Costituzione:
 Assemblea costituente, entrata in vigore il 1/1/1948
 Referendum 2/6/1946 monarchia-repubblica
I caratteri:
 Lunga
 Rigida: non può essere abrogata, modificata o contraddetta dalla legge
ordinaria. Per la revisione abbiamo un procedimento aggravato e deve passare per
la Corte costituzionale
 Valore normativo della Costituzione
 Criterio ultimo di legittimazione dell’ordinamento

LEGGI DI REVISIONE COSTITUZIONALE-LEGGI COSTITUZIONALI:


1. Modificare il testo della Costituzione (leggi di revisione costituzionale)
2. Soddisfare le riserve di legge costituzionale, ovvero disciplinare quelle materie che la
Costituzione stessa affida esclusivamente a tali fonti, per esempio gli statuti delle regioni
speciali in base all’art. 116 co. 1
3. Irrigidire la disciplina di certe materie che, in tal caso, viene sottratta alla disponibilità del
legislatore ordinario
Tali leggi costituzionali sono adottate attraverso un procedimento che ricalca in parte quello
legislativo ordinario ma presenta alcuni aggravamenti.
PROCEDIMENTO AGGRAVATO (art.138)
Occorre una doppia deliberazione da parte di ogni camera a distanza di tre mesi l’una dall’altra.
Per la prima deliberazione vige la regola del procedimento legislativo ordinario (ivi compresa la
maggioranza semplice, ovvero dei presenti, per le approvazioni del testo). La seconda
deliberazione ha caratteri differenti da un lato, non possono essere apportati emendamenti al
testo votato in prima deliberazione dall’altro è richiesta la maggioranza dei 2/3 dei componenti di
ciascuna camera. Una legge costituzionale è da ritenere approvata anche se, nella seconda
deliberazione, non hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi ma, almeno, la maggioranza
assoluta dei presenti nelle due Camere. In questo caso però le leggi possono essere sottoposte a
referendum popolare qual ora entro tre mesi dalla pubblicazione ne facciano domanda 1/5 dei
membri di una Camera, 500mila elettori o 5 Consigli regionali.
La legge sottoposta a referendum popolare non è promulgata se non viene raggiunta la
maggioranza dei votanti => referendum costituzionale
REFERENDUM SOSPENSIVO
 Se richiesto, determina la sospensione della promulgazione e dell’entrata in vigore della
legge
 Può essere chiesto entro tre mesi dalla pubblicazione della legge da 1/5 dei membri di una
Camera, 500mila elettori o da 5 Consigli regionali
 La legge è promulgata se approvata dalla maggioranza dei voti validi, non richiesto un
numero di voti validi
Si vede quindi, che la Costituzione è modificabile tuttavia è necessario un procedimento che
implica:
1. Tempi lunghi, funzionali ad un’attenta e meditata riflessione
2. Una maggioranza ben più ampia di quella sufficiente per le decisioni ordinarie
Il limite esplicito è l’art. 139 “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione
costituzionale”. I limiti impliciti sono quelli legati ai principi cardinali ispirati dalla Costituzione
(unità nazionale, sovranità popolare, carattere democratico e il principio di uguaglianza) non
modificabili.
ITER LEGISLATIVO
Legge formale: legge creata dal Parlamento secondo uno speciale procedimento, il procedimento
legislativo ordinario, fonte subordinata alla Costituzione. Contiene norme giuridiche generali ed
astratte.
Legge in senso meramente formale:
 Atti che hanno la forma tipica della legge ma non il contenuto tipico
 Legge di autorizzazione alla ratifica di un trattato internazionale (legge di approvazione del
conto consuntivo dello Stato)
 Legge provvedimento

Riserva di legge: si ha quando una norma della Costituzione riserva alla legge la disciplina di una
determinata materia escludendo, o ammettendo solo in parte, che essa possa essere oggetto di
altre fonti normative.
1. Riserva rinforzata: il legislatore deve limitare la sua discrezionalità in attuazioni di istituti e
limiti specifici. Possiamo avere riserva rinforzata in ambito di procedimento o di contenuto
2. Riserva relativa: si ha quando la legge deve intervenire solo a definire gli aspetti generali e
qualificanti della disciplina
3. Riserva assoluta: l’intera materia deve essere disciplinata da fonti primarie
Leggi a cadenza annuale:
1. Legge di bilancio: l’unica espressamente prevista dalla Costituzione (art.81) che obbliga le
Camere ad approvare ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo
2. Legge di delegazione europea
3. Legge europea
4. Legge annuale di semplificazione: ha lo scopo di realizzare misure di semplificazione
normativa e amministrativa a livello nazionale
5. Legge annuale per il mercato e la concorrenza: ha lo scopo di rimuovere gli ostacoli
regolatori, di carattere normativo o amministrativo, all’apertura dei mercati, di
promuovere lo sviluppo della concorrenza e di garantire la tutela dei consumatori.
6. Legge annuale per le micro-piccole-medie imprese: volta a definire gli interventi da
adottare nell’anno successivo per la tutela e lo sviluppo delle medesime

Procedimento legislativo: serie ordinata di atti ed attività occorrenti per dare vita ad una legge
 La funzione legislativa è attribuita al Parlamento
 La fonte dell’iter legislativo è la Costituzione (artt. 71-72) e i regolamenti di ciascuna
Camera
 Regolamento parlamentare: atto cui l’art.64 riserva la disciplina dell’organizzazione e del
funzionamento di ciascuna Camera, con particolare riferimento al procedimento legislativo
 Fonte primaria: è inferiore solamente alla Cost. è dotata di un ambito di competenza
riservato
 Espressione dell’autonomia e dell’indipendenza delle Camere

Fase di iniziativa: presentazione alle Camere di un progetto o disegno di legge => testo che
contiene un articolato di disposizione alle quali si propone l’approvazione
L’iniziativa appartiene a:
1. Governo
2. Ciascun membro delle Camere
3. Ciascun Consiglio regionale
4. CNEL (consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) ovviamente nella materia economica
e sociale
5. Iniziativa popolare con la raccolta di 50mila firme, declinazione del principio di sovranità
popolare
Per l’approvazione deve esserci la votazione del medesimo testo da parte di entrambe le Camere.
1. Procedimento abbreviato: per effetto dei regolamenti i tempi della discussione e della
votazione si riducono drasticamente.
2. Procedimento decentrato e deliberante: si caratterizza per un diverso ruolo delle
commissioni (art.72 Cost.). La commissione non riferisce più all’assemblea ma si sostituisce
ad essa nella discussione e nell’approvazione della legge. L’iter, quindi, inizia e ha il suo
compimento all’interno della commissione, salvo che una minoranza nell’Assemblea o nella
commissione non richieda l’esame con il procedimento normale.
3. Procedimento redigente: è disciplinato solo nei regolamenti parlamentari. Esso consiste
nell’affidare alla commissione la redazione del progetto di legge, cioè la sua definitiva
formulazione in articoli, riservando però l’approvazione finale alle Camere.
Promulgazione: atto attraverso il quale il PdR documenta e proclama l’avvenuta formazione della
volontà legislativa. Deve avvenire entro un mese dalla data di approvazione parlamentare. Si tratta
di un atto di controllo del PdR che può anche rifiutarsi di promulgare la legge, esercitando il potere
di rinvio come previsto dall’art.74 Cost.
Pubblicazione: inserzione nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti e stampa nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica. La pubblicazione serve a rendere conoscibili le leggi rendendole,
appunto, pubbliche. Proprio per consentire l’effettiva conoscenza delle leggi, il nostro
ordinamento prevede che non entrino in vigore subito bensì dopo 15gg dalla loro pubblicazione
(vacatio legis), durante questo periodo di tempo, necessario per consentire ai cittadini di venirne a
conoscenza, gli effetti della legge sono sospesi.

GLI ATTI DEL GOVERNO AVENTI FORZA DI LEGGE


 Atti normativi adottati dal Governo
 Fonti di rango primario: atti aventi forza di legge in quanto hanno una forza attiva e passiva
pari a quelle della Legge ordinaria
 Eccezione all’esercizio parlamentare della funzione legislativa
 Parlamento interviene comunque (prima o dopo) nel procedimento di adozione dell’atto
 Decreto-legge e decreto-legislativo (art.76 Cost.)
DECRETO LEGISLATIVO
La legge delega: trasferisce temporaneamente il potere legislativo al Governo, deve contenere i
limiti all’esercizio del potere delegato da parte del Governo:
1. Oggetto: materia da disciplinare
2. Principi e criteri direttivi: norme generali che il Governo deve rispettare (contenuti
principali, obiettivi)
3. Termine entro cui il Governo può adottare il D.lgs.
4. Il Parlamento può chiedere al Governo l’acquisizione di un parere (non vincolante) delle
commissioni parlamentari o della Conferenza Stato-regioni quando pone in oggetto
materie sulle quali esistono anche competenze regionali
Una volta avuta la delega dal Parlamento, il Governo (CdM) elabora e delibera il testo normativo
delegato ovvero il decreto legislativo vero e proprio. Una volta deliberato, l’atto è emanato con
decreto del PdR con la denominazione di decreto legislativo.
Ovviamente per quanto riguarda le materie delegabili è evidente che il Governo non può essere
delegato a modificare la Costituzione, come non può essere abilitato ad adottare determinazioni
legislative che realizzano più che una funzione legislativa in senso stretto una funzione di indirizzo
o di controllo parlamentare e che, quindi, presuppongono logicamente la distinzione naturale tra
Governo e Parlamento. Se previsto dalla legge delega, il Governo può adottare, in un momento
successivo, decreti legislativi integrativi o correttivi.
La ratio del D.lgs.:
parlamento preferisce che il testo normativo sia elaborato dai corpi tecnici dei Ministeri (maggiori
competenze settoriali e più tempo). In genere utilizzato per disciplinare in modo organico e
coerente un’intera materia dal contenuto tecnico.
DECRETO-LEGGE: è un atto del Governo con forza di legge, adottato in casi straordinari di
necessità ed urgenza. Decreto-legge (Governo) => Legge di conversione (Parlamento).
1. Il Governo adotta il Decreto-legge immediatamente produttivo di effetti emanato dal PdR.
Contestualmente lo trasmette alle Camere chiedendone la conversione in legge
presentando un disegno di legge di conversione
2. Le Camere devono riunirsi per convertire il decreto-legge in legge ordinaria entro 60gg, se
convertito il D.l. è sostituito dalla legge; in caso contrario cessa di produrre effetti ex tunc
(retroattivamente).
Ratio: necessità di intervenire tempestivamente, senza aspettare i tempi lunghi del procedimento
legislativo ordinario. Se mancano a monte i presupposti si dice che la legge di conversione è
viziata, quindi definita anticostituzionale dalla Corte. In tempi non sospetti il Governo abusava del
procedimento decreto-legge senza che ci fossero gravi casi di necessità od urgenza. Appare chiaro
che esso è il prodotto di un disagio e di una profonda alterazione dei ruoli del Parlamento e del
Governo derivanti soprattutto dalla trasformazione del nostro sistema politico e dalla ormai
endemica lentezza dei procedimenti parlamentari.
REFERENDUM: sistema di democrazia rappresentativa: il popolo non è chiamato a fare
direttamente le leggi: con il referendum abrogativo è possibile abrogare le leggi e atti aventi forza
di legge. Si dice che il referendum è una fonte-atto ed è lo strumento di democrazia diretta. Il
referendum abrogativo permette di abrogare totalmente o parzialmente una legge o un atto
avente forza di legge, non possono essere abrogate le leggi costituzionali o fonti secondario; sono
inoltre escluse dal referendum le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto e di
autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
Procedimento:
 Limiti temporali: non può essere presentata richiesta di referendum nell’anno anteriore
alla scadenza di una Camera o nei sei mesi successivi alle elezioni; in caso di scioglimento
anticipato delle Camere è posticipato di un anno
 Corte di Cassazione: verifica della regolarità formale della raccolta e delle firme o delle
deliberazioni dei Consigli regionali
 Corte costituzionale: verifica della ammissibilità della richiesta
 Il CdM fissa la data mentre il PdR lo indice
Svolgimento: hanno diritto di voto tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati
 Necessità della partecipazione alla votazione della maggioranza degli aventi diritto
(quorum strutturale). Se il referendum è valido, la proposta di abrogazione è approvata se
ottiene a proprio favore la maggioranza dei voti validamente espressi
 Se la proposta è approvata il PdR lo dichiara con proprio decreto pubblicato
immediatamente nella Gazzetta Ufficiale. Effetto: l’abrogazione decorre di regola dal giorno
dopo la pubblicazione con il divieto per il legislatore di riapprovare una disciplina uguale o
simile (C.cost. 199/2012). C’è anche la possibilità di ritardare l’effetto abrogativo
 Se la proposta è respinta viene data notizia sulla Gazzetta Ufficiale. Effetto: per cinque anni
non può essere proposto un nuovo referendum per le stesse disposizioni.
I REGOLAMENTI DELL’ESECUTIVO: regolamenti con le quali il Governo, nel rispetto delle fonti
primarie, pone regole di carattere sostanziale, organizzativo, procedurale oppure provvede a
disporre quanto necessario per dare attuazione ed esecuzione delle leggi.
 Fonti secondarie: gerarchicamente subordinate alle fonti primarie
 I regolamenti sono deliberati dal CdM ed emanati dal PdR (D.P.R)
 Non disciplinate direttamente dalla Costituzione (che però li prevede), ma dalla legge
ordinaria (L. numero 400/1988)
 Diverse tipologie:
1. di esecuzione: disciplinano l’esecuzione delle leggi, dei decreti legislativi e
dei regolamenti dell’UE
2. di attuazione: attuazione ed integrazione delle leggi e dei decreti legislativi
recanti norme di principio, fuori delle materie di competenza regionale
3. organizzativi: organizzazione e funzionamento delle amministrazioni
pubbliche secondo le disposizioni dettate dalla legge
4. indipendenti: emanati in materie non riservate alla legge e non disciplinate
da leggi o atti con forza di legge
5. di delegificazione: quell’istituto mediante il quale una legge, da un lato,
attribuisce al potere regolamentare del Governo il compito di regolare una certa
materia, già soggetto di disciplina da parte di una precedente legge e, dall’altro,
dispone l’abrogazione di tale disciplina precedente a decorrere dall’entrata in
vigore dei regolamenti di delegificazione
 Regolamenti ministeriali e interministeriali: emanati dal singolo Ministro o da più Ministri,
nei casi previsti dalla legge e nel rispetto dei regolamenti del Governo
 Decreti del Presidente del Consiglio (DPCM), previsti dalla l.400/1988 o da altre fonti
primarie (v. poteri emergenziali Covid)
La riserva di legge: una norma della Costituzione o legge cost. riserva alla legge (e agli atti aventi
forza di legge) la disciplina di una determinata materia. La riserva esclude in tutto o in parte
l’intervento di altre fonti normative subordinate (regolamenti).
 Assoluta: l’intera materia può essere disciplinata da fonti primarie
 Relativa: la fonte primaria definisce gli aspetti generali, facendo intervenire i regolamenti
per il dettaglio
 Di giurisdizione: per la disciplina di particolari materie, soprattutto per decisioni che
attengono alle restrizioni delle libertà dell’uomo, possa intervenire solo ed esclusivamente
l’autorità giudiziaria
 Rinforzata: solo la legge e solo per motivi (sanità e sicurezza v. Covid19) previsti dalla
Costituzione

FONTI REGIONALI
Art. 5 Cost. “La Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che
dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi
della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”.
Art. 114 Cost. “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane,
dalle Regioni e dallo Stato”. Comuni, province, città e regioni sono enti autonomi con propri
statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Le regioni:
 A statuto ordinario: trovano la loro disciplina fondamentale nel Titolo V della Costituzione
 A statuto speciale: la disciplina fondamentale è contenuta nel rispettivo Statuto, speciale
perché deroga alla disciplina contenuta nella Costituzione e, perché adottato con legge
costituzionale. Iniziativa può essere del Consiglio regionale, quest’ultimo è comunque
sentito in caso di iniziativa governativa o parlamentare.
Statuto: fonte primaria del diritto con cui la regione disciplina rilevanti aspetti della sua
organizzazione e struttura interna: forma di governo, principi fondamentali di organizzazione e
funzionamento, diritto di iniziativa e referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della
regione, e pubblicazione di leggi e regolamenti regionali.
Lo statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza
assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate in tempi non minori ai
due mesi. Lo statuto inoltre può essere sottoposto a referendum popolare qualora entro tre mesi
dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta 1/5 dei componenti del Consiglio, 1/50 degli elettori
della Regione, per la promulgazione del referendum serve la maggioranza dei voti validi.

Sia nelle Regioni ordinarie che in quelle a statuto speciale, le leggi regionali sono:
 Approvate dal Consiglio regionale (assemblea elettiva di ogni Regione) e promulgata dal
Presidente della Giunta regionale
 Sono fonti primarie
 Si applica il criterio di competenza in base alle materie, v. art.117 Cost. per le regioni
ordinarie, i vari Statuti per quelle speciali
 La Corte Costituzionale giudica la legittimità costituzionale anche delle leggi regionali
RIPARTO DI COMPETENZA LEGISLATIVA
Le Regioni hanno potestà legislativa, in base all’art.117 Cost. questo elenca le materie di
competenza legislativa esclusiva allo Stato (art.117 co.2) (es. politica estera, difesa, moneta,
cittadinanza) e quelle di competenza di legislazione concorrente (art.117 co.3) in cui si dice che lo
Stato fissa i principi fondamentali mentre le Regioni stabiliscono la normativa nel dettaglio (es.
tutela e sicurezza del lavoro, protezione civile, commercio estero). Inoltre, si parla di competenza
legislativa residuale delle Regioni (art.117 co.4) quando la competenza è esclusiva delle Regioni
per le materie non elencate ai commi precedenti (es. servizi sociali). Ma al di là del testo
dell’art.117 è stata la Corte costituzionale a precisare l’effettiva ripartizione delle competenze. In
primo luogo ha escluso che si possa automaticamente ricondurre un certo oggetto alla
competenza residuale delle Regioni solo perché non previsti dai commi precedenti del suddetto
articolo; in secondo luogo alcune delle competenze esclusive dello Stato sono state lette dalla
Corte non come materie in senso stretto, bensì come clausole trasversali che intersecano materie
che sarebbero di esclusiva competenza regionale, ciò ha legittimato interventi statali con l’unico
limite della proporzionalità e dell’adeguatezza rispetto all’obiettivo perseguito. Criterio di
prevalenza: “qualora appaia evidente l’appartenenza del nucleo essenziale di un complesso
normativo ad una materia piuttosto che ad altre” comporta l’attribuzione della potestà normativa
in oggetto allo Stato.
Chiamata in sussidiarietà: meccanismo mediante il quale lo Stato “attrae” a sé competenze
legislative regionali. Questo può avvenire a due condizioni:
1. Qualora ci sia un interesse unitario, valutato in modo ragionevole dal legislatore statale e
deve essere rispettato il principio di leale collaborazione, le Regioni devono essere
coinvolte nel procedimento.
2. Il ridimensionamento delle competenze legislative regionali si ripercuote altresì sulle
competenze regolamentari riconosciute alle regioni
I regolamenti regionali vengono definiti all’interno degli Statuti regionali poiché nella Costituzione
non viene scritto; in genere vengono deliberati dalla Giunta regionale ed emanati dal Presidente
della Regione => fonti secondarie
Le fonti degli enti locali come Comuni, Province, Città metropolitane sono gli Statuti (atto
fondamentale degli enti locali) e i regolamenti (deliberati dal Consiglio comunale) e non hanno
potestà legislativa. Per le Regioni ordinarie la disciplina delle fonti locali è di esclusiva competenza
statale mentre nelle Regioni speciali la competenza spetta alle leggi regionali.

FONTI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE


Secondo quanto previsto dagli artt.10, 11, 117 co.1 Cost. possono entrare a far parte
dell’ordinamento italiano le fonti del diritto internazionale e del diritto UE.
 Diritto internazionale consuetudinario e i principi del diritto internazionale (immunità
degli Stati, soccorso in mare). Questi operano direttamente nel nostro ordinamento senza
bisogno di un atto di recepimento (adattamento automatico) in quanto riflettono principi
generali e supremi dell’ordinamento e assumono rilevanza costituzionale
 Diritto internazionale pattizio (trattati, accordi, convenzioni internazionali sottoscritti
dall’Italia). In questo caso non c’è adattamento automatico, il trattato internazionale è
negoziato e concluso dal Governo per poi essere ratificato dal PdR. In alcune ipotesi è
necessaria una previa autorizzazione del Parlamento che si esprime con una legge di
autorizzazione alla ratifica. Le norme del trattato acquistano diretta efficacia in Italia
attraverso un ordine di esecuzione, contenuto nella stessa legge di autorizzazione alla
ratifica
FONTI DEL DIRITTO UE
 L’Unione Europea ha un ordinamento internazionale sui generis
 Diritto UE ha la capacità di produrre norme direttamente vincolanti non solo per gli Stati,
ma anche per i privati
 Trattati (costituzione UE)
 Regolamenti: sono vincolanti in tutti i loro elementi e dotati, tendenzialmente, dei caratteri
della generalità e astrattezza, sono direttamente applicabili nei confronti di tutti i soggetti
all’interno degli Stati membri, non serve quindi nessun atto di recepimento. Generalmente
adottati dal Parlamento e dal Consiglio su proposta della Commissione
 Direttive: sono vincolanti, ma non hanno diretta applicabilità sugli individui; hanno come
destinatari esclusivamente gli Stati, i quali hanno l’obbligo di recepirle all’interno
dell’ordinamento nazionale, entro un certo termine con atti interni; armonizzazione delle
regole nazionali; generalmente adottate da Parlamento e Consiglio su proposta della
Commissione; le direttive self-executing con effetto diretto
 Decisioni: atti vincolanti che solitamente si rivolgono a singoli Stati o singoli individui; non
necessitano di misure di recepimento da parte degli Stati; possono essere adottati dalla
Commissione, dal Consiglio dell’Unione e dalla BCE
Diritto UE e diritto internazionale prevalgono sulla legge e sugli atti aventi forza di legge (art.177
co.1 Cost.) viene chiamato principio del primato. Problema delle antinomie tra fonti nazionali e
fonti europee self-executing e vanno risolte attraverso la disapplicazione del diritto interno
incompatibile con il diritto europeo, e conseguentemente la diretta applicazione di quest’ultimo.
La disposizione disapplicata rimane formalmente in vigore ma non piò essere applicata al caso
concreto o a casi analoghi. Ovviamente c’è un limite al c.d. principio del primato, infatti nella
stessa sentenza (170/1984) la Corte confermando la propria giurisprudenza precedente sottolinea
come tali limitazioni di sovranità non siano ammissibili e debbano essere assolutamente escluse
ogni qual volta il diritto europeo violi i principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale e i
diritti inviolabili della persona umana; dunque, è necessario che le fonti europee rispettino la
teoria dei controlimiti (v. Caso Taricco 115/20198). Nel caso in cui si presenti un’antinomia tra
fonti nazionali e fonti europee non self-executing si opera il semplice criterio gerarchico. Le
direttive si configurano come norme interposte tra il diritto nazionale e gli artt.11-117 co.1 Cost.
per cui le fonti primarie interne con esse incompatibili devono essere dichiarate anticostituzionali.
La Corte, inoltre, ha precisato che qualsiasi antinomia tra una norma primaria italiana e la Carta
dei diritti fondamentali UE implica un intervento della Corte costituzionale che dichiari
incostituzionale erga omnes la norma interna a prescindere dal carattere self-executing o meno.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: è l’insieme delle strutture, delle persone, delle risorse e delle
attività preposte stabilmente dalla legge alla gestione e alla cura concreta degli interessi generali.
Le origini della P.A.: benché la burocrazia, quale organizzazione di persone e risorse preposte al
fine di realizzare interessi generali secondo criteri predefiniti, esistesse anche in forme di
organizzazione politica non statale, l’origine dell’amministrazione pubblica in senso strettosi fa
risalire alla nascita dello Stato moderno nel momento in cui i governanti dato l’aumento delle
competenze e delle funzioni loro spettanti debbono avvalersi di un apparato professionale in
grado di dare concreta attuazione alla volontà sovrana, sorge un’organizzazione stabile di risorse
umane e materiali cha ha il compito di gestire nel concreto quelle funzioni.
Lo Stato ha:
 Compiti di sicurezza e ordine pubblico (polizia, prefetture)
 Compiti di benessere (costruzione strade), servizi di trasporto, sanità, scuola, regolazione
delle attività economiche
Attività svolte per soddisfare in concreto un bisogno della collettività (o un interesse pubblico),
attività amministrativa ha lo scopo del soddisfacimento in concreto dell’interesse pubblico.
Welfare State.

 Stato contemporaneo e del benessere: si ampliano i compiti delle P.A.


 Nozione ampia ed aperta di P.A.
 P.A. non solo come parte dell’organizzazione statale, ma anche a livello regionale, degli
enti locali e sovranazionali
 Soggetti privati che svolgono funzioni o servizi pubblici: gli organismi di diritto pubblico
(Trenitalia, RAI, fondazioni liriche)
P.A. E POTERI PUBBLICI
 Perseguimento di interessi pubblici giustifica l’attribuzione di poteri speciali alle P.A
 Interesse pubblico piò confliggere con gli interessi privati
 P.A. ha il potere di bilanciare caso per caso l’interesse pubblico (alla cui tutela è preposta)
con gli interessi privati (espropriazione di un terreno per la costruzione di un’opera
pubblica, rilascio della patente e tutela della sicurezza stradale, autorizzazione all’esercizio
del credito e tutela della stabilità finanziaria, imposizione di un vincolo su un bene privato
di interesse storico-artistico)
DISCREZIONALITA’
 La P.A. non è libera di scegliere gli obiettivi da perseguire come un soggetto privato
nell’esercizio della propria autonomia privata, l’attività amministrativa è funzionalizzata
 Per raggiungere i fini previsti dalla legge, la P.A. ha un potere di scelta
 Discrezionalità amministrativa: potere di scelta che la legge attribuisce alla pubblica
amministrazione, consistente nel bilanciamento tra diversi interessi, al fine del miglior
conseguimento dell’interesse pubblico
 L’attività amministrativa si dice invece vincolata quando non ha margine di scelta circa il se,
quando e come operare (rilascio carta d’identità)
La P.A. può adottare atti amministrativi contro la volontà del privato, il quale è in una posizione di
soggezione dinanzi al potere, questo denota un’idoneità del provvedimento amministrativo di
costituire o modificare le posizioni giuridiche dei suoi destinatari a prescindere dal loro consenso
=> principio di imperatività o autorevolezza
L’esigenza è quella di tutela del privato dinanzi all’esercizio del potere amministrativo (garanzie e
procedimento amministrativo).
Art. 97 Cost. “I pubblici ufficiali sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano
assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”. Nell’ordinamento degli uffici
sono determinate le sfere di competenza degli organi, le attribuzioni degli enti e le responsabilità
proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso,
salvo i casi stabiliti dalla legge. Gli Enti pubblici hanno personalità giuridica: sono quindi titolari di
attribuzioni (Comune). Gli Organi invece sono articolazioni organizzative degli enti; lo impegnano
verso l’esterno, quindi sono titolari di competenze. (Sindaco, Consiglio Comunale sono Organi del
Comune).
Principio di legalità: la PA può agire solamente nei casi e nei modi previsti dalla legge. Quest’ultima
stabilisce:
1. Sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari
2. Le funzioni
3. Le modalità di esercizio dei poteri amministrativi (procedimento)
4. Gli effetti prodotti dagli atti della PA
Principio di imparzialità:
1. Obbligo di svolgere la propria attività in modo imparziale
2. Obbligo di acquisire tutti gli elementi rilevanti per la scelta da assumere
3. Dovere di fornire a tutti indiscriminatamente i servizi pubblici
4. Obbligo di astensione del funzionario in caso di conflitto di interesse
5. Principio di pubblicità e trasparenza
6. Diritto di accesso ai documenti
7. Principio di partecipazione dei privati all’attività amministrativa
8. Accesso all’impiego tramite concorso pubblico (art.97 Cost.)
Buon andamento:
 Principio di economicità
 Principio di efficienza
 Principio di efficacia
 Principio di celerità e semplificazione
 Principio della certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento
 Principio di responsabilità delle PA e dei singoli funzionari (art.28 Cost. e art.97 Cost.)
Principio di sussidiarietà verticale: le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che,
per assicurare l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato,
sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza
Principio di sussidiarietà orizzontale: Stato, Regioni, Città metropolitane; province e Comuni
favoriscono l’autonomia iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di
interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.
IL PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO: atto giuridico avente rilevanza esterna che, provenendo
dalla PA nell’esercizio delle sue funzioni, è in grado di determinare effetti giuridici in maniera
unilaterale e autoritativa nei confronti dei soggetti destinatari.
1. Imperatività: capacità di costituire, modificare, estinguere situazioni giuridiche soggettive
(l’espropriazione estingue il diritto di proprietà per trasferirlo in capo alla PA)
2. Esecutorietà: se il privato non dà esecuzione al provvedimento, può farlo coattivamente la
PA (ordine di demolizione edificio abusivo)
La PA può ricorrere anche a strumenti consensuali (accordi e contratti)
Provvedimento restrittivo: riduce la sfera giuridica del destinatario (comandi, divieti,
provvedimenti ablativi) – interesse legittimo oppositivo (espropriazione, sanzione, ordine)
Provvedimento ampliativo: amplia la sfera giuridica del destinatario (autorizzazioni, concessioni,
aggiudicazioni) – interesse legittimo pretensivo (autorizzazione all’immissione in commercio di un
farmaco, concessione di un bene demaniale).
PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO: sequenza ordinata di atti e comportamenti finalizzati
all’adozione, da parte dell’organo competente, dell’atto amministrativo finale (il provvedimento)
Fasi:
1. Iniziativa della PA o del privato
2. Istruttoria: acquisizione informazioni, valutazioni, pareri, partecipazione del privato
3. Costitutiva: adozione del provvedimento da parte dell’organo competente
I VIZI DEL PROVVEDIMENTO AMMINSTRATIVO: contrarietà dell’atto rispetto alle norme giuridiche
(principio di legalità). Tipi:
 Violazione di legge
 Incompetenza: atto adottato da un organo, privo della competenza (Sindaco anziché
Giunta comunale)
 Eccesso di potere: sviamento di potere, contraddittorietà, illogicità, disparità di
trattamento
Diversi sono i vizi di merito attinenti alla inopportunità dell’atto (errato bilanciamento degli
interessi). Il provvedimento viziato è illegittimo ed è dunque annullabile, il provvedimento può
essere radicalmente nullo se presenta dei vizi particolarmente gravi come incompetenza assoluta,
inesistenza del potere esercitato, mancanza di elementi essenziali del provvedimento (soggetto-
oggetto). Il provvedimento annullabile produce effetti giuridici fino a che non viene annullato.
Come si ottiene l’annullamento dell’atto illegittimo?
 PA può annullare in autotutela l’atto => annullamento d’ufficio
 Il privato può chiedere l’annullamento dell’atto attraverso due vie di tutela la c.d. Giustizia
amministrativa:
1. Tutela in via amministrativa: i ricorsi amministrativi dinanzi ad organi amministrativi
ma con scarsa applicazione pratica
2. Tutela in via giurisdizionale: dinanzi al giudice amministrativo
Il privato può presentare un ricorso in sede giurisdizionale dinanzi al Tribunale amministrativo
Regionale (TAR) in primo grado e al Consiglio di Stato (in grado di appello)
 Il ricorso va preposto entro 60gg dalla comunicazione/notizia dell’atto
 Il giudice amministrativo, se riscontra l’illegittimità dell’atto, lo annulla (cessa di produrre
effetti retroattivamente – ex tunc)
 Può accordare un risarcimento del danno
Quando si vanta una posizione giuridica soggettiva di interesse legittimo la giurisdizione spetta
al Giudice amministrativo; con la pretesa del privato a che la PA agisca rispettando la legge.
Interesse legittimo dinanzi a esercizio del potere autoritativo da parte della PA.
Nel caso in cui il privato faccia valere un diritto soggettivo contro la PA si andrà dinanzi al
giudice civile – giudice ordinario.

IL CIRCUITO DELLE GARANZIE


Insieme degli organi indipendenti dal potere politico e sprovvisti di legittimazione democratica,
che agiscono sulla base di una legittimazione di tipo tecnico-giuridico (non-majoritarian). Questo
vuol dire che nel decidere essi sono guidati non da considerazioni di opportunità politica, ma dalle
regole giuridiche che istituzionalmente sono chiamati a garantire; pertanto, tali organi devo
motivare le decisioni che prendono, indicando i vari passaggi logici del ragionamento in modo da
dimostrare di aver svolto correttamente il proprio ruolo.
1. Corte costituzionale: funzione di giustizia costituzionale
2. Magistratura, giudici, Consiglio superiore della Magistratura
3. Autorità indipendenti

CORTE COSTITUZIONALE (art.135 Cost.)


 Formata da 15 giudici, scelti per bilanciare componenti tecniche e politiche: 5 nominati dal
PdR, 5 eletti dal Parlamento in seduta comune a maggioranza qualificata, 5 eletti dalle
supreme magistrature ordinarie e amministrative (3 Corte Cassazione, 1 Consiglio di Stato,
1 Corte dei Conti).
 Scelti tra i magistrati delle giurisdizioni superiori, i professori ordinari di università in
materie giuridiche e gli avvocati dopo 20 anni di esercizio
 La durata è di 9 anni e non è rinnovabile
Le sue funzioni:
1. Controllo di legittimità costituzionale delle leggi statali e regionali e degli atti aventi forza di
legge
2. Conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato e tra Stato e Regioni
3. Giudizio di ammissibilità del referendum abrogativo
4. Giudica il PdR per alto tradimento e attentato alla Costituzione
Il giudizio di costituzionalità: la Corte può accertare l’illegittimità costituzionale di una legge o di
un altro atto avente forza di legge e disporne l’annullamento con effetto retroattivo. Non c’è un
accesso diretto per i privati, quindi come si giunge dinanzi alla Corte?
Per via principale: disciplinato dall’art.127 Cost. e può essere promosso con ricorso dallo Stato
qualora ritenga che una legge regionale ecceda la competenza regionale, o dalle regioni quando
ritengono che una legge statale invada la loro competenza. La legge deve essere impugnata entro
60gg dalla pubblicazione sulla Gazzetta, per cui una volta scaduto il termine una legge può essere
revisionata dalla Corte solamente tramite la via incidentale. Quest’ultimo si caratterizza per
l’importante ruolo svolto dai giudici comuni: una questione di costituzionalità può essere sollevata
da un giudice (definito a quo) nel momento in cui deve applicare una legge in un giudizio pendente
di fronte a lui. A tal fine deve emanare un’ordinanza di remissione, nella quale deve motivare
l’esistenza della rilevanza (applicabilità del testo normativo che si ritiene incostituzionale nel
giudizio innanzi al giudice quo) e della manifestata non infondatezza (esistenza di un dubbio
ragionevole circa la costituzionalità della norma) della questione di legittimità costituzionale.
LE SENTENZE DELLA CORTE
 Di accoglimento: la Corte reputa la questione fondata e dichiara l’incostituzionalità degli
atti sottoposti a suo giudizio, che vengono annullanti ex tunc ed erga omnes (verso tutti)
 Di rigetto: la questione è infondata. Effetti solo tra le parti (inter-partes) del giudizio a quo.
La stessa disposizione potrà essere oggetto di un nuovo giudizio di costituzionalità.
Esiste inoltre la possibilità che la Corte pronunci decisioni più raffinate delle semplici sentenze
sopra citate:
 Interpretative: sentenze peculiari, cioè non intervengono direttamente sulla disposizione,
ma su una o più norme che si possono trarre dalla disposizione
 Manipolative: sono sentenze di accoglimento che non si limitano ad eliminare una norma
dall’ordinamento, ma introducono nuove norme, ritenute costituzionalmente necessarie.
Sentenze manipolative additive quando la Corte dichiara l’incostituzionalità di una
omissione legislativa, aggiungendo allo stesso tempo la norma mancante. Sentenze
manipolative sostitutive quando la Corte dichiara l’incostituzionalità di una norma e, nello
stesso momento, colma il vuoto che si viene a determinare, aggiungendo la norma
mancante.
LA MAGISTRATURA esercita il potere giudiziario (ius dicere)
È formata da un corpo di magistrati: organi dello Stato chiamati a risolvere controversie sulla base
del diritto previsto da un dato ordinamento. La magistratura costituisce un ordine autonomo e
indipendente da ogni altro potere. Sono soggetti soltanto alla legge e non al controllo politico.
Viene definita all’art.101 Cost. “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I soggetti soltanto
alla legge”.
Le nomine dei magistrati hanno luogo per pubblico concorso, non esiste quindi una nomina
politica.

INTRODUZIONE AL DIRITTO-DIRITTO PRIVATO


Il diritto privato studia le relazioni reciproche dei cittadini come tali, tra persone che sono in una
posizione di parità.
Al suo centro si pone l’autonomia privata (liberi di comportarsi come credono anche dal punto di
vista giuridico), anche dello Stato (visto come soggetto privato).
Ci sono casi in cui interviene sia il diritto pubblico che quello privato es. proprietario di un fondo
(terreno) emette immissioni (rumore, fumi) che invadono i fondi dei vicini. Possono esserci
immissioni ma vanno regolate per non eccedere nella produzione di immissioni che danneggiano il
fondo del vicino. Possiamo valutare questo comportamento anche dal punto di vista pubblicistico
in quanto se supero la soglia delle immissioni poste in legge dalla P.A. rischio una sanzione
amministrativa da quest’ultima. I rapporti tra privati sono orizzontali, diversamente da quelli tra
privato e pubblico che sono verticali.

Aree del diritto:


 Umani e della personalità
 Della famiglia
 Diritto commerciale (lavoro, marchi e brevetti, impresa)
 Penale
 Costituzionale

Le fonti del diritto privato: la fonte principale e centrale del diritto privato è il Codice civile (2669
artt.) che ha valenza di legge, è importante perché vorrebbe dare tutto l’assetto dei rapporti
privatistici, disciplina tutte le istituzioni privatistiche. Questo valeva fino a 70-80 anni fa, il C.C
nasce come idea borghese che vale per tutti i rapporti; al giorno d’oggi la società è molto
frammentata, per questo l’importanza del C.C è andato via via scemando dando più centralità alle
leggi speciali che si pongono al fianco del Codice.

Il Codice Civile è formato da 6 “libri” cioè 6 partizioni:


1. Persone e famiglia
2. Successioni – eredità
3. Proprietà
4. Contratti e obbligazioni
5. Lavoro e impresa
6. Tutela dei diritti => contenitore finale

La Costituzione è comunque molto importante per il diritto privato, il primo rilievo è che è un
limite per il legislatore, il secondo è che si basa sull’interpretazione che è già stata data da
qualcuno.
Le leggi speciali:

Facoltà vs poteri

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