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NOZIONI PRELIMINARI
La nostra vita è regolarizzata da regole che possono essere di vario tipo: religiose, morali,
scientifiche.
La norma giuridica è una regola del diritto che disciplina i comportamenti umani, prescrivendo
quali siano da tenere e quali da evitare. La prescrizione è un comando.
La norma giuridica in generale ha un carattere prescrittivo, differenziandosi dalle regole viste poco
sopra che hanno carattere descrittivo.
La norma giuridica è generalmente assistita da una sanzione (meccanismo coercitivo previsto dal
diritto per assicurare rispetto della regola). Per regolamentare le norme giuridiche ci sono persone
o autorità con il compito di verificare se la regola è stata o meno trasgredita e di applicare la
relativa sanzione.
Le regole giuridiche sono stabilite da un gruppo sociale più o meno organizzato, volontariamente e
consapevolmente, attraverso organi e procedure concepite a tale scopo.
La norma giuridica è:
1. imperativa
2. vincolante
3. generale => vale per tutti
4. astratta => vale in tutte le situazioni dello stesso tipo
5. posta da un’autorità del potere di introdurre norme giuridiche all’interno di un dato
ordinamento giuridico
Le regole giuridiche sono stabilite da atti normativi o fonti del diritto => qualsiasi atto/fatto
riconosciuto da un ordinamento giuridico come capace di creare, modificare o estinguere norme
giuridiche.
Diritto in senso oggettivo è l’insieme delle norme giuridiche, il diritto in senso soggettivo è la
situazione giuridica soggettiva di pretesa o di facoltà che un soggetto può vantare nei confronti di
altri soggetti.
Il diritto va studiato in stretta relazione con i contesti sociali, economici e politici. Infatti si dice che
il diritto è un fenomeno sociale => è una componente essenziale di una struttura sociale
complessa, la società si basa sulla divisione del lavoro e sulla società sociale (interdipendenza).
Svolge un importante ruolo nella regolazione di vari tipi di relazione: tra individui e/o imprese, tra
individui/imprese e autorità pubbliche.
Diritto privato: disciplina i rapporti tra individui o entità private.
Diritto pubblico: è la branca del diritto che si occupa dello studio delle norme che regolano le
organizzazioni pubbliche e il loro funzionamento, nonché dei rapporti tra individui e autorità
pubbliche.
In passato il diritto privato regola rapporti orizzontali/paritari (tra individui), il diritto pubblico
invece regola rapporti verticali (individuo-autorità).
Con il tempo il tratto del rapporto paritario è venuto meno, pensiamo alla stipulazione di contratti
con servizi internet, con i social media ecc.
Viceversa, non sempre le autorità pubbliche intrattengono rapporti autoritativi con i privati, enti
pubblici usano strumenti del diritto privato, enti formalmente privati ma sostanzialmente pubblici
(società in house), privati (no profit) perseguono fini di interesse generale, pubblico e privato
collaborano per la realizzazione del bene comune.
I destinatari delle norme giuridiche di un ordinamento sono i soggetti del diritto. Li possiamo
distinguere in:
persone fisiche: i singoli individui
persone giuridiche: gruppo unificato di persone fisiche organizzato in base a scopi
particolari. Sono considerate come un’unica entità giuridica, dotata di diritti e doveri
La capacità giuridica è la capacità di essere titolari di posizioni giuridiche soggettivi (diritti, poteri,
obblighi). Le persone fisiche acquistano capacità giuridica alla nascita, le persone giuridiche
acquistano soggettività giuridica con la loro costituzione nei modi previsti dalla legge.
Persone giuridiche private sono create dall’autonomia privata per perseguire scopi e interessi
privati, soggetti alle regole del diritto privato. Possono essere enti a scopo di lucro (società) ed enti
non-profit (associazioni, fondazioni).
Persone giuridiche di diritto pubblico => gli enti pubblici. Sono istituiti per legge, per il
perseguimento di interessi pubblici. Esercitano funzioni pubbliche, sono dotati di poteri speciali
sottoposti alle regole del diritto pubblico. Possono essere enti territoriali (Stato, regioni, comuni)
ed enti non territoriali (università pubbliche, agenzie fiscali).
Le persone fisiche e giuridiche possono essere titolari di diverse situazioni giuridiche soggettive:
posizioni di vantaggio => diritti soggettivi, poteri giuridici, interessi legittimi; posizioni di svantaggio
=> obblighi o obbligazioni e i doveri.
I diritti soggettivi implicano la garanzia del godimento di un bene della vita da parte
dell’ordinamento giuridico (diritto di proprietà, diritto di proprietà intellettuale). Si suddividono in
diritti assoluti e diritti relativi. I primi possono essere fatti valere su tutti, gli altri devono solo
astenersi dal ledere quel diritto, i secondi invece si hanno in relazione a soggetti determinati, i
quali si trovano in una situazione di obbligo.
I poteri giuridici => possibilità data a un soggetto di produrre effetti giuridici con i propri atti.
Poteri a esercizio bilaterale: partecipazioni di due o più soggetti
Poteri a esercizio unilaterale: partecipazione di un soggetto
Interesse legittimo: posizione giuridica di vantaggio del soggetto privato dinanzi all’esercizio del
potere autoritativo della Pubblica Amministrazione => posizione di soggezione rispetto al potere
ma solo al potere esercitato legittimamente. Attenzione! il privato potrebbe avere l’interesse ad
opporsi all’esercizio dell’azione amministrativa lesiva e interesse ad ottenere dalla Pubblica
Amministrazione un vantaggio.
TERRITORIO
spazio fisico sul quale lo Stato esercita il proprio dominio e dove si stabilisce il gruppo
sociale organizzato di riferimento
territorio delimitato dai confini o dal mare. Confini naturali (fiume, montagna) oppure
artificiali.
composto dalla terraferma, dalle acque territoriali (12 miglia marine dalla costa), dallo
spazio aereo e dal sottosuolo
la nave, fuori dalle acque territoriali di un altro Stato, è considerata territorio dello Stato di
bandiera
le sedi diplomatiche, pur trovandosi su territorio di un altro Stato, appartengono allo Stato
POPOLO
è formato da tutti coloro che, secondo le regole poste dallo Stato stesso, godono della
cittadinanza
la cittadinanza è un particolare status giuridico che definisce l’appartenenza di una persona
fisica a una determinata comunità
Ius sanguinis vs Ius Soli
naturalizzazione
alla qualifica di cittadino si collegano determinati diritti e determinati doveri
la maggior parte dei cittadini vive e risiede nel territorio Statale, non tutti perché alcuni
risiedono all’estero
con popolazione si indica l’insieme di coloro risiedono entro il territorio di uno Stato
SOVRANITA’
elemento più caratteristico della statualità
un potere è sovrano quando non esiste un altro potere ad esso superiore che sia in grado
di imporgli vincoli giuridici
la sovranità è dunque una supremazia nei confronti di ogni altro soggetto o organizzazione
operante nel territorio statale rispetto alla comunità statale
monopolio dell’uso legittimo della forza
dimensione esterna: indipendenza => lo Stato non riconosce enti a sé superiori,
originarietà (lo Stato non deriva la sua esistenza da altre entità), dimensione interna:
supremazia nei confronti di ogni altro soggetto o organizzazione operante nel territorio
statale o rispetto alla comunità statale
la sovranità implica il monopolio dell’uso della forza
Diverso è il concetto di Nazione, esprime comunità omogena di individui che condividono alcune
caratteristiche (cultura, lingua, religione, tradizioni). Due esempi: gli Stati plurinazionali (Belgio,
Bosnia) e le minoranze linguistiche ed etniche, ma pur sempre cittadini.
LE FORME DI STATO
Rapporto tra la sovranità e gli altri due elementi (popolo e territorio), finalità delle istituzioni
sovrane dell’ordinamento statale rispetto ai cittadini (rapporto governanti-governati).
Nel rapporto tra sovranità e popolo possiamo identificare:
stato autoritario: sovranità appartiene ad un unico soggetto o partito
stato democratico: sovranità appartiene al popolo o all’organo rappresentativo del popolo
Nel rapporto tra sovranità e territorio:
Stato unitario: come la Francia ma anche Stato regionale (Italia, Spagna)
Stato federale: sovranità distribuita tra livello federale e i singoli Stati (USA)
UE non è uno Stato, ma presenta caratteristiche simili allo Stato federale
Alle funzioni dello Stato, distinguiamo:
Stato assoluto
Stato liberale di diritto
Stato totalitario
Stato costituzionale, democratico, pluralista
Dopo la crisi dello Stato liberale di diritto in Europa si instaurano i regimi totalitari in seguito alla
fine della Grande guerra, lo Stato rifiuta quest’ultima forma e si ripropone dei caratteri dello Stato
assoluto come la concentrazione dei poteri o l’interventismo nella sfera economica. Dopo la
Seconda guerra mondiale i regimi autoritari-totalitari europei entrarono in crisi ponendo il focus
principe sulla pluralità.
STATI MODERNI:
1. Dalla società monoclasse alla società pluriclasse
2. Riconoscimento di una pluralità di gruppi, interessi e idee
3. Suffragio universale – partiti politici di massa (piena realizzazione del principio
democratico)
4. Assicurare piena garanzia dei diritti e delle libertà individuali e collettive
5. Dalla separazione dei poteri al bilanciamento tra poteri
LO STATO PLURALISTA
Riconoscimento e tutela del pluralismo culturale, linguistico e religioso. La Costituzione italiana
esprime il suo carattere pluralista per esempio all’Art.2 “La Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità”. Altri esempi sono gli articoli 6-8-21 della Costituzione.
LO STATO DEMOCRATICO
È quella forma di Stato nella quale esiste una tendenziale corrispondenza tra governanti e
governati. Art.1 “L’Italia è una Repubblica democratica… La sovranità appartiene al popolo”. Ma
non è sufficiente che si tengano le elezioni, in un Paese democratico è fondamentale il principio di
maggioranza. Nello Stato democratico si adottano soltanto le decisioni che dispongono di un
verificato consenso della maggioranza dei soggetti politicamente attivi, tutelando però le
minoranze che un giorno potrebbero diventare maggioranze. Libere elezioni e un circuito di
garanzie sottratte alla politica (Corte costituzionale, giudici).
WELFARE STATE o STATO SOCIALE
È quella forma di Stato che ha come fine l’uguaglianza sostanziale.
Riconoscimento anche dei diritti sociali
Sviluppo economico, piena occupazione, assistenza e benessere di tutti (John Maynard
Keynes) => teoria Keynesiana
Maggiore intervento dei poteri pubblici nell’economia
Stato si prende cura di servizi fondamentali per la persona (istruzione, sanità, previdenza
sociale)
Dallo stato astensionista a quello interventista
Uguaglianza sostanziale: significa invece uguaglianza di risultato e consiste nella rimozione
delle differenze che ostacolano il raggiungimento dell’uguaglianza formale
ORDINAMENTO INTERNAZIONALE
Apertura da parte degli Stati verso ordinamenti internazionali e sovranazionali (Art.11 Cost) =>
Stato costituzionale aperto
Insieme delle norme che regolano i rapporti tra Stati
Soggetti di diritto internazionali sono tradizionalmente gli Stati
Oggi: diritto che regola la vita della comunità internazionale
Le origini: post seconda guerra mondiale abbiamo la Conferenza di San Francisco (1945) e la
nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che è il paradigma del nuovo ordine
internazionale basato su un sistema di accordi tra Stati (accordi internazionali) volti a favorire la
pace, la stabilità e gli scambi commerciali. I trattati internazionali hanno istituito diverse
organizzazioni internazionali preordinate alla cura di interessi e obiettivi comuni.
Le organizzazioni internazionali
Istituite attraverso trattati internazionali (accordi vincolanti tra Stati), prevedono organi decisionali
composti dai rappresentanti degli Stati (Governi) ed organizzazioni intergovernative
(Commonwealth). Non sono previsti elezioni dirette (il così detto deficit democratico). Si fa una
distinzione tra Organizzazioni internazionali a carattere mondiale e le Organizzazioni internazionali
a carattere regionale
A carattere mondiale:
ONU: oggi 193 Stati membri, il suo compito originario è quello di garantire pace e sicurezza
a livello mondiale e il rispetto dei diritti umani, viene definito ombrello per numerose O.I.
specializzate in diversi ambiti:
1. FAO
2. UNICEF
3. UNHCR
4. WHO – OMS (organizzazione mondiale della sanità)
5. UNESCO
L’ONU è composto da diversi organi:
Assemblea Generale: composto dai rappresentati di tutti gli Stati membri; ha potere di
raccomandazione
Consiglio di sicurezza: organo esecutivo, può assumere decisioni vincolanti. È composto da
15 membri (5 permanenti e con diritto di veto e 10 eletti dall’Assemblea Generale ogni 2
anni
Segretario generale
Corte internazionale di giustizia: giudica sulle controversie tra Stati (volontaria
sottoposizione delle parti)
Organizzazioni internazionali con finalità economiche (istituzioni di Bretton Woods, 1994)
Fondo monetario internazionale (FMI)
Banca Mondiale
Organizzazione mondiale del commercio (OMC) con obiettivo di facilitare gli scambi
internazionali di merci e servizi
A carattere regionale:
hanno l’obiettivo di promuovere maggiore integrazione economica, specie attraverso la
facilitazione degli scambi commerciali all’interno di un mercato comune (senza dazi o con dazi
ridotti).
Mercosur => America Latina
NAFTA => Nord America e Messico
ASEAN => Sud-est asiatico
CARICOM => Paesi caraibici
Comunità andina => Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù
CONSIGLIO D’EUROPA: organizzazione internazionale regionale per la tutela dei diritti
fondamentali. Nasce con il Trattato di Londra del 1949 ne fa parte 46 membri (Russia uscita nel
2022). Stipulata la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). Ne fa parte una corte
europea dei diritti dell’uomo o Corte di Strasburgo che giudica le violazioni dei diritti CEDU da
parte degli Stati membri con sentenze vincolanti per lo Stato.
La natura dell’Unione: molto si discute su questa faccenda, diciamo che si riscontra una sempre
più forte presenza dell’Unione in molteplici materie al punto che si mette pesantemente in
discussione la sovranità degli Stati membri; infatti, difficilmente gli Stati sono in grado, da soli, di
tornare ad esercitare le competenze che hanno devoluto all’UE, specie in un mondo sempre più
globalizzato e competitivo.
L’ORDINAMENTO UE:
Presenza di un Parlamento europeo (eletto democraticamente da tutti i cittadini UE)
Decisioni assunte tendenzialmente a maggioranza
Diretta applicabilità del diritto UE negli ordinamenti nazionali
Il diritto europeo prevale sul diritto nazionale
Presenza di una corte di giustizia ai quali gli individui possono rivolgersi per contestare gli
atti delle istituzioni europee
BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE) (Francoforte sul Meno) => simil modello tedesco, infatti ha
sede a Francoforte
1. È l’autorità monetaria dell’Eurozona. È un’autorità indipendente, non è legata al circuito
rappresentativo democratico delle istituzioni.
Il suo obiettivo è quello di assicurare la stabilità dei prezzi (inflazione vicina
al 2%), sostenendo così la crescita economica
Stabilisce i tassi di interesse a cui concedere prestiti alle banche commerciali
dell’Eurozona, controllando così la crescita economica.
Autorizza la produzione di banconote in euro.
1. Dal 2013 è anche autorità di vigilanza bancaria, per gli istituti di credito con sede
nell’Eurozona; garantisce la solidità del sistema bancario europeo insieme alle autorità di vigilanza
nazionali (Unione bancaria europea)
Differenze tra le due camere => Storicamente pre-Costituzione, la Camera dei deputati era elettiva
mentre il Senato no, rappresentava il ceto nobiliare. Post Costituzione la Camera è formata da 400
deputati eletti dal popolo, mentre il Senato è formato da 200 senatori + i senatori a vita nominati
dal Presidente della Repubblica (ex Presidente della Repubblica e cinque cittadini illustri per aver
onorato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario). Taglio dei
parlamentari avvenuto con referendum il 20-21 settembre in seguito alla pandemia di Covid-19,
esso è finalizzato alla riduzione dei costi e tempi del funzionamento del Parlamento.
Per la Camera, elettorato attivo di 18 anni mentre l’elettorato passivo di 25 anni; per il Senato
elettorato attivo di 18 anni (prima 25) mentre elettorato passivo di 40 anni.
I SISTEMI ELETTORALI
Sistema della democrazia rappresentativa richiede di tradurre i voti in seggi
Leggi elettorali costituiscono aspetto cruciale della forma di governo
Il voto è personale, eguale, libero e segreto artt.48
La Costituzione non impone un tipo di sistema elettorale, spetta al legislatore dettare le
regole elettorali nei limiti del rispetto del principio democratico, del pluralismo, della
rappresentanza delle minoranze; riflettere quindi la composizione della società.
I due principali modelli:
Proporzionale: i seggi sono ripartiti tra le diverse liste in proporzione ai voti ricevuti in
ciascuna circoscrizione. Maggiore rappresentatività di forze politiche minori come pro,
come contro potremmo avere estremizzando 400 partiti rappresentati. Sistemi di governo
instabili
Maggioritario: premia chi riceve più voti o una certa maggioranza di voti all’interno di un
collegio. Come pro una stabilità data da un partito al potere di un collegio, come contro la
mancata rappresentanza di partiti minori.
Misto: combinazione delle due esigenze.
In Italia vige il “Rosatellum” che prevede:
⅜ eletti tramite sistema maggioritario in tanti piccoli collegi uninominali
⅝ eletti tramite sistema proporzionale in collegi plurinominali più ampi
Le soglie di sbarramento per la parte proporzionale sono il 3% dei singoli partiti, il 10% per
le coalizioni
Ineleggibilità: situazione di impossibilità di essere validamente eletti riferita a persone che, per la
carica o la posizione che occupano potrebbero facilmente influenzare l’elettorato (sindaci con più
di 20k abitanti, prefetti, magistrati nelle circoscrizioni in cui operano).
Incompatibilità: situazione di colui che, pur validamente eletto, non può conservare l’ufficio di
parlamentare, perché occupa una certa carica che l’ordinamento considera incompatibile, con lo
status di parlamentare. L’interessato deve optare per uno dei due uffici. (membro della Corte
costituzionale, CSM, consigli o giunte regionali o sindaci). Non c’è incompatibilità tra parlamentare
e ministro.
Incandidabilità: situazione nella quale vengono a trovarsi coloro che hanno riportato determinate
condanne definitive (legge Severino).
L’AUTONOMIA DELLE CAMERE: autonomia garantita nei confronti del potere esecutivo e
giudiziario.
Autonomia organizzativa: organizzazione e funzionamento delle Camere sono disciplinate dai
regolamenti parlamentari non con legge ordinaria. Questi regolamenti sono insindacabili da parte
della Corte perché riflettono l'autonomia delle Camere. (interna corporis acta)
LE PREROGATIVE DEL PARLAMENTARE: prerogative dei singoli parlamentari sono poste a garanzia
dell’autonomia del Parlamento, tutela della libertà di opinione dei singoli parlamentari.
Divieto di mandato imperativo:
Singoli parlamentari non rispondono al partito con cui sono stati eletti
Responsabilità solo politica
Il problema del trasformismo
L’allontanamento del rapporto tra elettore-eletto
Insindacabilità: “I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle
opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni” Art.68 co. 1
Anche dopo la cessazione della carica, non possono essere avviate azioni di responsabilità
civile, penale e disciplinare
Limite nell’esercizio delle funzioni
Immunità penale: come dice l’Art.89 co. 2-3 senza l’autorizzazione della Camera a cui appartiene
nessun parlamentare può essere sottoposto a: perquisizione personale o domiciliare, non può
essere arrestato o privato della libertà personale o mantenuto in detenzione, salvo che colto in
flagranza dell’atto e quindi sentenziato colpevole. Analoga autorizzazione è richiesta per
intercettazioni in qualsiasi forma.
LE FUNZIONI:
normativa: approva le leggi ordinarie, leggi costituzionali e di revisione costituzionale e
autorizza ratifica trattati internazionali
informazione e controllo: sull’azione del Governo e della PA
Interrogazioni: domanda rivolta al Governo (spesso a singolo Ministro) a fini
conoscitivi
Interpellanze: domanda rivolta al Governo per conoscere i motivi di un certo
atto/comportamento o le intenzioni rispetto a questioni rilevanti
Commissioni di inchiesta
indirizzo: nei confronti del Governo.
Mozione di fiducia: all’insediamento del nuovo governo
Mozione di sfiducia: se approvata, il Governo deve dimettersi => può anche
valere per un singolo Ministro.
Risoluzione: atto di indirizzo utilizzabile anche da un singolo parlamentare
con il quale le commissioni e l’Assemblea possono esprimere il loro punto di vista e
un indirizzo al Governo sull’argomento in discussione
Ordine del giorno: consiste in un documento a carattere accessorio rispetto
ad un altro testo, un disegno di legge o una mozione, su cui l’Assemblea o una
commissione è chiamata a deliberare
Diversa è la questione di fiducia che il Governo pone su un progetto di legge, se il Parlamento non
approva la legge il Governo deve necessariamente dimettersi. Le ragioni della questione di fiducia
sono due: rendere più veloce l’approvazione della legge e mantenere la compattezza della
maggioranza all’interno del Parlamento.
Atti di indirizzo politico-economico: si tratta di una serie di provvedimenti che provengono sia dal
Parlamento che dal Governo e hanno come principale obiettivo quello di assicurare il corretto
funzionamento dei mercati, da un lato, e di disciplinare l’intervento pubblico nell’economia
dall’altro.
Manovra della finanza pubblica: insieme degli strumenti attraverso i quali lo Stato ottiene i mezzi
necessari per far fronte alle spese pubbliche. Il bilancio è un documento contabile di tipo
preventivo elaborato dal Governo, che comunica al Parlamento le spese e le entrate pubbliche
previste per l’anno successivo. Art.81 Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il
rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
Semestre europeo: coordinamento tra Stato e istituzioni EU su politiche economiche e bilancio
DEF (documento economico-finanziario): documento predisposto dal Governo entro il 10/04 e va
approvato dal Parlamento. Si compone di tre sezioni in cui sinteticamente sono contenuti il
Programma di stabilità finalizzato a garantire la coerenza degli obiettivi e la situazione di bilancio
con le esigenze di realizzazione della spesa pubblica e analisi e previsioni concernenti la spesa
pubblica; il PNR volto a monitorare lo stato di attuazione delle riforme programmate a
promuovere la competitività del Paese.
Legge di bilancio: nel secondo semestre il Governo predispone il disegno di legge di bilancio entro
il 20/10 e va approvato dal Parlamento entro il 31/12. La prima sezione contiene scelte e
previsioni di carattere macroeconomico sviluppate attraverso disposizioni in materia di entrata e
di spesa. La seconda sezione contiene il bilancio vero e proprio, in senso contabile.
In alcuni casi, previsti dalla Costituzione (art.55) le due Camere si riuniscono in seduta comune
formando un unico organo collegiale presieduto dal Presidente delle Camera.
1. Elezioni Presidente della Repubblica e suo successivo giuramento;
2. Elezione di ⅓ dei giudici della Corte costituzionale;
3. Elezione di ⅓ dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura
4. Messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica davanti alla Corte per alto
tradimento o attentato alla Costituzione.
IL GOVERNO
Organo disciplinato dalla Costituzione, è responsabile di promuovere e attuare l’indirizzo politico
dello Stato e vertice della pubblica amministrazione statale. È un organo complesso che si
compone di tre organi con competenze diverse tra loro:
1. Presidente del Consiglio dei ministri => organo monocratico
2. Consiglio dei ministri => organo collegiale formato dalla riunione dei due
3. Ministri => organo monocratico
Esistono poi organi non necessari in quanto non previsti dalla Costituzione e che quindi possono
essere soppressi. I vicepresidenti del Consiglio, ministri senza portafoglio (ministri che non sono a
capo di nessun dicastero), viceministri e sottosegretari. Ci sono poi i comitati interministeriali
La formazione:
Avviene a seguito di nuove elezioni, oppure a seguito di una crisi di governo (parlamentare
o extraparlamentare)
Non per elezione diretta, alla formazione del Governo prendono parte il Parlamento e il
Presidente della Repubblica
Procedimento complesso disciplinato in parte dalla Costituzione, in parte da una
consuetudine costituzionale
Fasi:
1. Consultazioni: PdR ascolta gli ex PdR, i senatori a vita, presidenti delle
Camere e i capigruppo parlamentari
2. Incarico: PdR conferisce l’incarico di formare il nuovo Governo a un
Presidente del consiglio designato, il quale può accettare direttamente o con riserva
l’incarico. Nel secondo caso svolge le proprie informali consultazioni, se l’esito è
positivo scioglie la riserva e accetta l’incarico
3. Nomina: il PdR può provvedere alla nomina del Governo, prima del
Presidente e poi dei ministri da lui scelti
4. Giuramento nelle mani del PdR, giurano fedeltà alla Costituzione
5. Fiducia del Parlamento: il nuovo Governo deve quindi presentarsi entro 10gg
davanti alle Camere ed ottenere da esse la fiducia con maggioranza semplice
tramite voto palese.
Il Governo è tendenzialmente espressione della maggioranza parlamentare, non esiste il c.d.
“Governo tecnico” bensì si dice un Governo di tecnici.
Le sue funzioni: la principale è quella di definire e tradurre in concreto l’indirizzo politico che gli
elettori affidano al Parlamento e conseguentemente al Governo stesso in quanto espressione della
maggioranza parlamentare.
Funzione politica: individuazione del programma di governo secondo le linee guida dell’indirizzo
politico della maggioranza.
Funzione deliberativa: adozione degli atti (aventi forza di legge, regolamentari, amministrativi)
Funzione di controllo: verifica del rispetto degli obiettivi posti da parte della P.A. di cui il Governo
rappresenta il vertice.
IL RAPPORTO DI FIDUCIA: deve accompagnare il governo in tutto il suo decorso, può venire meno
per una mozione di sfiducia proposta da un decimo dei componenti di una Camera, messa in
discussione e approvata da maggioranza semplice, o per la questione di fiducia vista nel paragrafo
precedente. Ovviamente la durata in carica di un Governo non coincide sempre con la durata
dell’intera legislatura (nell’Italia repubblicana abbiamo avuto 68 governi con 31 presidenti del
Consiglio diversi in solamente 19 legislature intere). Come già visto il Governo può cadere a
seguito di una crisi di governo parlamentare o extra-parlamentare.
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale Art.87
Il PdR è un organo costituzionale monocratico, la cui presenza qualifica il nostro ordinamento
come repubblicano e contribuisce alla razionalizzazione della forma fi governo parlamentare.
Figura di garanzia: non esercita direttamente poteri legislativi, esecutivi o giurisdizionali,
ma interviene a garantire il corretto funzionamento dell’ordinamento costituzionale
Figura super partes
Elezione:
1. Eletto dal Parlamento in seduta comune, integrato da 3 delegati per ogni Regione con
scrutinio segreto
2. Necessaria maggioranza qualificata: 2/3 per le prime 3 votazioni, poi maggioranza assoluta
(maggioranza degli aventi diritto di voto)
3. La carica dura 7 anni e può essere rielettiva, inizia al momento del giuramento
4. Può diventare PdR qualsiasi cittadino italiano che abbia compiuto almeno i 50 anni d’età
Funzione legislativa-normativa:
Promulga le leggi approvate dal Parlamento, salvo esercizio del potere di rinvio del testo
alle Camere per una nuova deliberazione (veto sospensivo)
Emana i decreti-legge e i decreti-legislativi e i regolamenti del Governo (no veto)
Indice i referendum
Può mandare messaggi alle Camere e può scioglierle
Indice le elezioni
Nomina dei senatori a vita
Funzione di governo:
Nomina il Presidente del Consiglio e su proposta di quest’ultimo i ministri e ne riceve il
giuramento
Nomina i più alti funzionari dello Stato
Ratifica i trattati internazionali conclusi dal Governo
Presiede il Consiglio supremo di difesa e ha l’alto comando delle forze armate
Dichiara lo Stato di guerra
Funzione di giustizia:
Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)
Nomina 5 giudici della Corte costituzionale
Può concedere la grazia (estinzione della pena)
La responsabilità del PdR: non essendo al vertice di nessuno dei massimi poteri statali, non ne è
nemmeno responsabile, si dice quindi che il PdR è politicamente ma non solo irresponsabile,
infatti nessun atto del PdR è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne
assumono la responsabilità. La controfirma oltre a questa funzione storica di garantire
l’irresponsabilità presidenziale, rappresenta uno snodo essenziale nel delicato rapporto tra PdR e
Governo. A tal proposito possiamo distinguere gli atti presidenziali in tre categorie:
1. Formalmente presidenziali ma sostanzialmente governativi (emanazione dei regolamenti,
atti aventi forza di legge)
2. Sostanzialmente e formalmente presidenziali (promulgazione legge, nomina giudici Corte
cost. e nomina dei senatori a vita)
3. Atti complessi (nomina del PdC)
Esistono alcuni atti del PdR che non devono essere controfirmati come atti adottati in quanto
Presidente del CSM o di Presidente del CSD nonché gli atti personalissimi quali dimissioni e atti
frutto di esternazioni atipiche come messaggi orali, comunicazioni o dichiarazioni di volontà
L’unica eccezione all’irresponsabilità del PdR è il reato di attentato alla Costituzione o alto
tradimento. Da ciò ne segue che il PdR viene messo in stato di accusa da parte del Parlamento in
seduta comune a maggioranza assoluta e viene giudicato dalla Corte costituzionale (composizione
integrata da 16 cittadini sorteggiati) che agisce come giudice penale. Il PdR risponde sia
penalmente sia civilmente come un qualsiasi cittadino per gli atti compiuti al di fuori delle sue
funzioni.
COSTITUZIONE
La formazione della Costituzione:
Assemblea costituente, entrata in vigore il 1/1/1948
Referendum 2/6/1946 monarchia-repubblica
I caratteri:
Lunga
Rigida: non può essere abrogata, modificata o contraddetta dalla legge
ordinaria. Per la revisione abbiamo un procedimento aggravato e deve passare per
la Corte costituzionale
Valore normativo della Costituzione
Criterio ultimo di legittimazione dell’ordinamento
Riserva di legge: si ha quando una norma della Costituzione riserva alla legge la disciplina di una
determinata materia escludendo, o ammettendo solo in parte, che essa possa essere oggetto di
altre fonti normative.
1. Riserva rinforzata: il legislatore deve limitare la sua discrezionalità in attuazioni di istituti e
limiti specifici. Possiamo avere riserva rinforzata in ambito di procedimento o di contenuto
2. Riserva relativa: si ha quando la legge deve intervenire solo a definire gli aspetti generali e
qualificanti della disciplina
3. Riserva assoluta: l’intera materia deve essere disciplinata da fonti primarie
Leggi a cadenza annuale:
1. Legge di bilancio: l’unica espressamente prevista dalla Costituzione (art.81) che obbliga le
Camere ad approvare ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo
2. Legge di delegazione europea
3. Legge europea
4. Legge annuale di semplificazione: ha lo scopo di realizzare misure di semplificazione
normativa e amministrativa a livello nazionale
5. Legge annuale per il mercato e la concorrenza: ha lo scopo di rimuovere gli ostacoli
regolatori, di carattere normativo o amministrativo, all’apertura dei mercati, di
promuovere lo sviluppo della concorrenza e di garantire la tutela dei consumatori.
6. Legge annuale per le micro-piccole-medie imprese: volta a definire gli interventi da
adottare nell’anno successivo per la tutela e lo sviluppo delle medesime
Procedimento legislativo: serie ordinata di atti ed attività occorrenti per dare vita ad una legge
La funzione legislativa è attribuita al Parlamento
La fonte dell’iter legislativo è la Costituzione (artt. 71-72) e i regolamenti di ciascuna
Camera
Regolamento parlamentare: atto cui l’art.64 riserva la disciplina dell’organizzazione e del
funzionamento di ciascuna Camera, con particolare riferimento al procedimento legislativo
Fonte primaria: è inferiore solamente alla Cost. è dotata di un ambito di competenza
riservato
Espressione dell’autonomia e dell’indipendenza delle Camere
Fase di iniziativa: presentazione alle Camere di un progetto o disegno di legge => testo che
contiene un articolato di disposizione alle quali si propone l’approvazione
L’iniziativa appartiene a:
1. Governo
2. Ciascun membro delle Camere
3. Ciascun Consiglio regionale
4. CNEL (consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) ovviamente nella materia economica
e sociale
5. Iniziativa popolare con la raccolta di 50mila firme, declinazione del principio di sovranità
popolare
Per l’approvazione deve esserci la votazione del medesimo testo da parte di entrambe le Camere.
1. Procedimento abbreviato: per effetto dei regolamenti i tempi della discussione e della
votazione si riducono drasticamente.
2. Procedimento decentrato e deliberante: si caratterizza per un diverso ruolo delle
commissioni (art.72 Cost.). La commissione non riferisce più all’assemblea ma si sostituisce
ad essa nella discussione e nell’approvazione della legge. L’iter, quindi, inizia e ha il suo
compimento all’interno della commissione, salvo che una minoranza nell’Assemblea o nella
commissione non richieda l’esame con il procedimento normale.
3. Procedimento redigente: è disciplinato solo nei regolamenti parlamentari. Esso consiste
nell’affidare alla commissione la redazione del progetto di legge, cioè la sua definitiva
formulazione in articoli, riservando però l’approvazione finale alle Camere.
Promulgazione: atto attraverso il quale il PdR documenta e proclama l’avvenuta formazione della
volontà legislativa. Deve avvenire entro un mese dalla data di approvazione parlamentare. Si tratta
di un atto di controllo del PdR che può anche rifiutarsi di promulgare la legge, esercitando il potere
di rinvio come previsto dall’art.74 Cost.
Pubblicazione: inserzione nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti e stampa nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica. La pubblicazione serve a rendere conoscibili le leggi rendendole,
appunto, pubbliche. Proprio per consentire l’effettiva conoscenza delle leggi, il nostro
ordinamento prevede che non entrino in vigore subito bensì dopo 15gg dalla loro pubblicazione
(vacatio legis), durante questo periodo di tempo, necessario per consentire ai cittadini di venirne a
conoscenza, gli effetti della legge sono sospesi.
FONTI REGIONALI
Art. 5 Cost. “La Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che
dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi
della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”.
Art. 114 Cost. “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane,
dalle Regioni e dallo Stato”. Comuni, province, città e regioni sono enti autonomi con propri
statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Le regioni:
A statuto ordinario: trovano la loro disciplina fondamentale nel Titolo V della Costituzione
A statuto speciale: la disciplina fondamentale è contenuta nel rispettivo Statuto, speciale
perché deroga alla disciplina contenuta nella Costituzione e, perché adottato con legge
costituzionale. Iniziativa può essere del Consiglio regionale, quest’ultimo è comunque
sentito in caso di iniziativa governativa o parlamentare.
Statuto: fonte primaria del diritto con cui la regione disciplina rilevanti aspetti della sua
organizzazione e struttura interna: forma di governo, principi fondamentali di organizzazione e
funzionamento, diritto di iniziativa e referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della
regione, e pubblicazione di leggi e regolamenti regionali.
Lo statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza
assoluta dei suoi componenti, con due deliberazioni successive adottate in tempi non minori ai
due mesi. Lo statuto inoltre può essere sottoposto a referendum popolare qualora entro tre mesi
dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta 1/5 dei componenti del Consiglio, 1/50 degli elettori
della Regione, per la promulgazione del referendum serve la maggioranza dei voti validi.
Sia nelle Regioni ordinarie che in quelle a statuto speciale, le leggi regionali sono:
Approvate dal Consiglio regionale (assemblea elettiva di ogni Regione) e promulgata dal
Presidente della Giunta regionale
Sono fonti primarie
Si applica il criterio di competenza in base alle materie, v. art.117 Cost. per le regioni
ordinarie, i vari Statuti per quelle speciali
La Corte Costituzionale giudica la legittimità costituzionale anche delle leggi regionali
RIPARTO DI COMPETENZA LEGISLATIVA
Le Regioni hanno potestà legislativa, in base all’art.117 Cost. questo elenca le materie di
competenza legislativa esclusiva allo Stato (art.117 co.2) (es. politica estera, difesa, moneta,
cittadinanza) e quelle di competenza di legislazione concorrente (art.117 co.3) in cui si dice che lo
Stato fissa i principi fondamentali mentre le Regioni stabiliscono la normativa nel dettaglio (es.
tutela e sicurezza del lavoro, protezione civile, commercio estero). Inoltre, si parla di competenza
legislativa residuale delle Regioni (art.117 co.4) quando la competenza è esclusiva delle Regioni
per le materie non elencate ai commi precedenti (es. servizi sociali). Ma al di là del testo
dell’art.117 è stata la Corte costituzionale a precisare l’effettiva ripartizione delle competenze. In
primo luogo ha escluso che si possa automaticamente ricondurre un certo oggetto alla
competenza residuale delle Regioni solo perché non previsti dai commi precedenti del suddetto
articolo; in secondo luogo alcune delle competenze esclusive dello Stato sono state lette dalla
Corte non come materie in senso stretto, bensì come clausole trasversali che intersecano materie
che sarebbero di esclusiva competenza regionale, ciò ha legittimato interventi statali con l’unico
limite della proporzionalità e dell’adeguatezza rispetto all’obiettivo perseguito. Criterio di
prevalenza: “qualora appaia evidente l’appartenenza del nucleo essenziale di un complesso
normativo ad una materia piuttosto che ad altre” comporta l’attribuzione della potestà normativa
in oggetto allo Stato.
Chiamata in sussidiarietà: meccanismo mediante il quale lo Stato “attrae” a sé competenze
legislative regionali. Questo può avvenire a due condizioni:
1. Qualora ci sia un interesse unitario, valutato in modo ragionevole dal legislatore statale e
deve essere rispettato il principio di leale collaborazione, le Regioni devono essere
coinvolte nel procedimento.
2. Il ridimensionamento delle competenze legislative regionali si ripercuote altresì sulle
competenze regolamentari riconosciute alle regioni
I regolamenti regionali vengono definiti all’interno degli Statuti regionali poiché nella Costituzione
non viene scritto; in genere vengono deliberati dalla Giunta regionale ed emanati dal Presidente
della Regione => fonti secondarie
Le fonti degli enti locali come Comuni, Province, Città metropolitane sono gli Statuti (atto
fondamentale degli enti locali) e i regolamenti (deliberati dal Consiglio comunale) e non hanno
potestà legislativa. Per le Regioni ordinarie la disciplina delle fonti locali è di esclusiva competenza
statale mentre nelle Regioni speciali la competenza spetta alle leggi regionali.
LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: è l’insieme delle strutture, delle persone, delle risorse e delle
attività preposte stabilmente dalla legge alla gestione e alla cura concreta degli interessi generali.
Le origini della P.A.: benché la burocrazia, quale organizzazione di persone e risorse preposte al
fine di realizzare interessi generali secondo criteri predefiniti, esistesse anche in forme di
organizzazione politica non statale, l’origine dell’amministrazione pubblica in senso strettosi fa
risalire alla nascita dello Stato moderno nel momento in cui i governanti dato l’aumento delle
competenze e delle funzioni loro spettanti debbono avvalersi di un apparato professionale in
grado di dare concreta attuazione alla volontà sovrana, sorge un’organizzazione stabile di risorse
umane e materiali cha ha il compito di gestire nel concreto quelle funzioni.
Lo Stato ha:
Compiti di sicurezza e ordine pubblico (polizia, prefetture)
Compiti di benessere (costruzione strade), servizi di trasporto, sanità, scuola, regolazione
delle attività economiche
Attività svolte per soddisfare in concreto un bisogno della collettività (o un interesse pubblico),
attività amministrativa ha lo scopo del soddisfacimento in concreto dell’interesse pubblico.
Welfare State.
Le fonti del diritto privato: la fonte principale e centrale del diritto privato è il Codice civile (2669
artt.) che ha valenza di legge, è importante perché vorrebbe dare tutto l’assetto dei rapporti
privatistici, disciplina tutte le istituzioni privatistiche. Questo valeva fino a 70-80 anni fa, il C.C
nasce come idea borghese che vale per tutti i rapporti; al giorno d’oggi la società è molto
frammentata, per questo l’importanza del C.C è andato via via scemando dando più centralità alle
leggi speciali che si pongono al fianco del Codice.
La Costituzione è comunque molto importante per il diritto privato, il primo rilievo è che è un
limite per il legislatore, il secondo è che si basa sull’interpretazione che è già stata data da
qualcuno.
Le leggi speciali:
Facoltà vs poteri