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Lo stato ideale
Secondo Platone lo stato doveva essere governato dai filosofi, oppure i governanti si
sarebbero dovuti applicare nel pensiero filosofico. Questo era il suo progetto per
ottenere una società giusta ed equa, in cui venisse fatto il bene di tutti. Era un modo
da lui pensato per recuperare una società malata e corrotta ai massimi livelli.
La giustizia
Per Platone la giustizia era l'elemento fondamentale per la sussistenza di qualsiasi
comunità umana. La Repubblica avrebbe dovuto avere il compito di farla rispettare.
L'esempio della banda di briganti è azzeccato, pensando ai briganti si esclude la
presenza della giustizia, eppure se non vi fosse giustizia tra loro ognuno agirebbe a
discapito degli altri, senza venire a capo di nulla. Platone individuò tre classi per il
corretto funzionamento dello stato:
Platone definisce persone auree, argentee e bronzee i vari livelli di qualità che un
individuo può possedere innatamente. Il passaggio da una classe all'altra è possibile,
un bambino aureo nato nella classe bronzea dovrà salire tra gli aurei, mentre un
bronzeo nato tra gli aurei dovrebbe retrocedere alle mansioni adatte a lui. Infine
Platone evidenzia il fatto che essendo i figli molto simili ai padri, i passaggi di classe
sarebbero comunque rari.
Il <comunismo> Platonico
Dopo aver stabilito quali sono le classi e come devono essere formate, un'altro
problema giunge inevitabilmente: come garantire giustizia e uguaglianza tra le classi?
Essere aurei significa stare bene mentre essere bronzei significa essere schiavi?
Platone risolve il dilemma che oggi affligge tutte le società sviluppate dei nostri
tempi. Egli infatti stabilisce che nella sua idea di stato le classi più alte ovvero i
governanti non possano avere proprietà privata. Essi saranno mantenuti dallo stato,
vivranno in case dello stato insieme agli altri governanti, avranno cibo in comune
donne in comune e non potranno avere famiglia. Ciò è mirato a eliminare la
corruzione, eliminare il fenomeno sempre presente in tutte le epoche e popoli del
governante che col proprio potere fa per prima cosa l'interesse personale. Perché per
Platone lo stato non è fatto per il benessere delle classi più alte, ma di tutte le classi e
gli individui. Sia la povertà che la ricchezza sono negative, e non dovrà esistere né
l'una né l'altra. Questo non implica un comunismo assoluto nel quale nessuno possa
avere proprietà privata, infatti le classi minori saranno libere di possedere i propri
beni, seguendo le regole dello stato e i governanti.
Platone poi divide la conoscenza in sensibile e razionale a loro volta divise: la prima
in credenza e immaginazione, la seconda in conoscenza scientifica e conoscenza
filosofica. Abbiamo così quattro gradi di realtà. Platone esalta l'importanza della
matematica, ma sottolinea la maggiore importanza della filosofia, perché mentre la
matematica si occupa di formule e di concetti che seppur dimostrabili non hanno
forma reale e trovano origine in ragionamenti sensibili, la filosofia è sicura,
imprescindibile, tratta della realtà pura ovvero le idee. Soprattutto la filosofia non
trascura la vita sociale e politica. In definitiva il lungo percorso educativo per
divenire degno di governare lo stato comprende tutte le discipline, ginnastica, musica,
matematica, per poi giungere all'ultimo livello, la formazione filosofica che necessita
in primo luogo di tutte le altre conoscenze.