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DIRITTO PRIVATO: Ulpiano definisce il diritto privato come “l'utilità dei singoli”. Regola i
rapporti delle persone private fra loro, ma anche fra i privati e la pubblica amministrazione
quando quest’ultima agisce come un privato. Infine il diritto può essere inteso in due
significati principali:
- diritto oggettivo: è l'ordinamento giuridico, l'insieme delle norme giuridiche;
- diritto soggettivo: è la particolare situazione individuale di vantaggio di un soggetto
che è protetta da una norma giuridica. È una posizione giuridica che l'ordinamento
giuridico riconosce e tutela in capo al suo titolare.
Il diritto privato disciplina i rapporti tra tutti i soggetti del nostro ordinamento, pubblici e
privati.
- I cittadini occupano la stessa posizione e nessuno prevarica sull’altro, i rapporti sono
paritetici
- Qualsiasi soggetto può stabilire un rapporto con altro soggetto tramite CONTRATTO:
un accordo (principio 1321)
- ACCORDO: incontro tra 2 o più volontà concordi su un determinato bene e il
suo prezzo
- i soggetti sono equiordinati: nessuno può imporre la volontà all’altro soggetto
ma entrambi devono essere d’accordo
- vale anche per la pubblica amministrazione
- Il rapporto giuridico è un fascio di azioni, di comportamenti, e dal contratto ne
nascono 2:
- obblighi
- diritti
- detto anche rapporto obbligatorio: il soggetto si assume un'obbligazione nei
confronti dell’altro che, in via correlata, acquisirà il diritto a ottenere
soddisfazioni dell’obbligazione.
- il venditore avrà il diritto di ottenere il pagamento e l’obbligo di
consegnare il prodotto. Viceversa il compratore.
DIRITTO PUBBLICO: É quella parte del diritto che regola l’organizzazione e l'attività delle
persone giuridiche pubbliche e i limiti dei loro poteri in rapporto ai diritti dei cittadini. Si
occupa di come ristabilire e di com’è organizzato un ente pubblico, e che tipo di attività può
svolgere. Comprende numerosi settori: diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto
processuale, diritto ecclesiastico, diritto tributario.
➢ É definito “diritto speciale” perché si applica a tutti i soggetti dell’ordinamento, anche
alle pubbliche amministrazioni stesse quando non agiscono con autorità secondo le
regole generali stabilite dal Codice Civile
➢ Esso è caratterizzato da un atteggiamento di SUPREMAZIA esercitando il proprio
potere amministrativo.
Si occupa dei rapporti tra pubblica amministrazione, in senso soggettivo (ministeri, governo,
regione, comune, provincia, asl,...), dei rapporti tra le diverse amministrazioni (Stato -
regione, comuni - province,...) e i rapporti tra la pubblica amministrazione e i privati cittadini.
- è derogatorio rispetto ai principi generali stabiliti dal codice civile
- Deroga al diritto civile
- disciplina organismo particolari sottoposti ad una specificità pubblicistica distinta e
autonoma rispetto alla disciplina stabilita dal diritto privato
- i rapporti tra i soggetti pubblici sono disciplinati in modo specifico rispetto al diritto
privato come la loro attività
- la pubblica amministrazione nei confronti del cittadino può, nei casi previsti dalla
Legge, esercitare attività di IMPERIO
- può imporre la propria volontà attraverso degli obblighi unilateralmente (a
prescindere e contro la volontà del soggetto per perseguire il proprio
interesse)
- Nel diritto pubblico, gli obblighi sono correlati ad un’attività imperiativa: potere
amministrativo
- La pubblica amministrazione deve perseguire l’interesse della collettività e
questo prevale sull’interesse del singolo (potere di supremazia)
Legge 241 - 1990
Fa parte del diritto pubblico la pubblica amministrazione: soggetti del nostro ordinamento,
previsti dalla Legge, con disciplina normativa specifica, diversa e derogatoria, rispetto alle
soggettive disciplinate dal Codice Civile.
- Hanno disciplina autonoma
- amministrazione in senso soggettivo: strutture pubbliche
- amministrazione in senso oggettivo: attività
- pubbliche amministrazioni fondamentali:
- STATO: potere legislativo, giudiziario ed esecutivo
- REGIONI
- COMUNI
- PROVINCIE
- CITTÀ METROPOLITANE
→ Costituiscono il nucleo fondamentale del nostro Stato senza i quali non ci sarebbe
(previste come necessarie dalla nostra Costituzione)
- A livello centrale, la pubblica amministrazione, è divisa in ministeri
- Ogni ministero ha una serie di competenze omogenee definite sempre dalla
Legge (es: Salute, Trasporti, Interni, Esteri,...)
- La materia dei Beni Culturali rientra nella competenza del Ministero della
Cultura (MiC)
- Regioni, comuni, province e città metropolitane sono altri enti autonomi, distinti e
perseguono propri interessi pubblici.
- Definiti enti pubblici territoriali
- Hanno competenze amministrative e la loro finalità è tutelare tutti gli aspetti
del territorio (come i Beni Culturali)
IL POTERE AMMINISTRATIVO
È il potere di imporre obblighi di fare/non fare/ sopportare,... al soggetto destinatario
imperativamente, della pubblica amministrazione.
- Anche detto attività amministrativa o attività di supremazia / autoritaria della pubblica
amministrazione
- È sempre esercitato per un’interessante pubblico stabilito dalla Legge
- È un’attività procedimentalizzata = deve seguire un procedimento specifico cioè una
serie di adempimenti disciplinati dalla Legge che devono essere rispettati -> garanzia
per il cittadino che deve essere tutelato, deve conoscere i motivi, valutare, poter
interloquire, contestare ecc...
- È derogatorio rispetto alle norme comuni che valgono per qualsiasi soggetto
dell’ordinamento
- È, quindi, espressamente previsto dalla Legge e sottoposto al principio di Legalità
- si divide in 2:
- NOMINATIVITÀ: previsto da una singola norma di Legge
- La norma deve attribuire il potere ad una pubblica
amministrazione.
- Deve individuare, al suo interno, l’organo (ufficio) che può
esercitare quel potere → Principio di competenza
- Deve definire puntualmente l’esercizio del potere
- Deve stabilire l’interesse pubblico per il quale può esercitare
quel potere.
- TIPICITÀ: gli effetti che può produrre l’esercizio del potere devono
essere predeterminati dalla Legge
- Non possono essere cambiati o modificati dalla pubblica
amministrazione.
- La pubblica amministrazione non può inventarsi il
potere
Per esercitare il potere, nel provvedimento amministrativo, l’atto finale applica al singolo
caso concreto il potere astrattamente previsto dalla norma.
Tutti i poteri amministrativi pubblici sono esercitabili per il raggiungimento e cura
dell’interesse pubblico.
- per esempio: per i Beni Culturali i poteri hanno la finalità specifica di tutelare e
valorizzare i Beni.
CARATTERISTICHE DEL POTERE AMMINISTRATIVO:
1. Imperatività o autoritatività: capacità della pubblica amministrazione di imporre
obblighi al soggetto, incidendo nella sfera giuridica del destinatario,
indipendentemente dalla volontà e, talvolta, contro la volontà del soggetto.
2. Attività unilaterale: capacità di imporre obblighi o effetti indipendentemente dalla
stipulazione di un contratto bilaterale e quindi dall’accoglimento/collaborazione del
soggetto coinvolto.
3. Esecutività: capacità di produrre effetti giuridici nel momento in cui si è concluso
l’esercizio del potere → effetti immediati
4. Esecutorietà o autotutela esecutiva: la pubblica amministrazione può portare a
esecuzione coattiva il provvedimento emanato
- Espressamente prevista dalla Legge
- Non per tutti i poteri amministrativi
- Quando il soggetto destinatario di un provvedimento non adempie
spontaneamente all’obbligo, la pubblica amministrazione richiede autotutela
esecutiva
- Giudice → esecuzione forzata
5. Autotutela decisoria: la pubblica amministrazione. una volta emesso un
provvedimento, può ritornare sulle proprie decisioni → riesaminare, modificare o
eliminare il provvedimento.
- per ragioni di pubblico interesse.
- 2 poteri di autotutela (di 2° grado):
- Potere di annullamento d’ufficio: la pubblica amministrazione emana
un provvedimento amministrativo e si accorge di aver violato alcune
norme giuridiche.
- la pubblica amministrazione procede all’annullamento del
provvedimento che lei stessa ha emanato.
- Non è obbligata a farlo (non è un giudice) ma lo farà solo
quando ha un interesse pubblico specifico all’eliminazione del
provvedimento
- è diverso dall’annullamento giurisdizionale (del giudice)
- Quando un soggetto ritiene che il provvedimento
amministrativo, di cui è destinatario, sia illegittimo.
- il giudice amministrativo si accerta che sia stata fatta
effettivamente una violazione di Legge e, in caso
positivo, è obbligato ad annullare il provvedimento.
- è diverso dal ricorso amministrativo
- invece di andare dal giudice, il soggetto, fa un ricorso
alla stessa pubblica amministrazione chiedendo
l’annullamento del provvedimento
- la pubblica amministrazione dovrà annullare il
provvedimento se riscontra illegittimità (come il
giudice).
- Potere di revoca: la pubblica amministrazione rivaluta e riesamina il
provvedimento affinché sia conforme all’interesse pubblico che deve
perseguire → valutazione di merito
- Controlla che il provvedimento emanato sia il migliore ( cioè
quello che consente la migliore cura e soddisfazione per
l’interesse pubblico.
- Controlla che l’intervento prescritto nel provvedimento sia
adeguato alla soddisfazione dell’interesse pubblico e alla
conservazione dell’interesse culturale.
- Con la revoca, il provvedimento non produrrà più ulteriori effetti
e verrà eventualmente sostituito con un altro provvedimento.
Ogni potere amministrativo viene esercitato per la cura dell’interesse pubblico, che prende il
nome di interesse pubblico primario.( interesse previsto dalla Legge che disciplina quel
singolo potere) → per i Beni Culturali l’interesse pubblico primario sono la Tutela e la
Valorizzazione
IL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO
I poteri amministrativi possono essere esercitati solo attraverso un procedimento
amministrativo.
- è il processo di formazione finale del provvedimento amministrativo; cioè quella serie
di atti e adempimenti necessari per consentire la formazione del provvedimento.
- Deve rispettare diverse fasi, diversi adempimenti, per svolgere diverse funzioni e
attività, disciplinate dalla Legge.
- Funzione di Garanzia: Serve per garantire il soggetto destinatario; cioè esso deve
avere la possibilità di difendersi prima che venga emanato il provvedimento e di
influenzare l’attività della pubblica amministrazione
- Funzione di Collaborazione: Il procedimento amministrativo deve essere il miglior
provvedimento volto alla cura dell’interesse pubblico e, per fare questo,
l’amministrazione procederà ad un’istruttoria e a fare una serie di valutazioni
- consente la collaborazione di soggetti e di altre amministrazioni interessate
nella formazione del provvedimento
- La legge generale sul procedimento amministrativo è la Legge 241 del 1990
- Ha poi anche una serie di norme speciali
- Nel procedimento amministrativo sono previste 3 fasi necessarie:
1. Avvio
2. Istruttoria: fase in cui si raccolgono le prove, atti e documenti
3. Decisoria: fase in cui viene adottato il procedimento finale
- Due tipi di potere amministrativo:
- Poteri vincolati: avviene quando la Legge che attribuisce il potere definisce
tutte le condizioni soggettive e oggettive (principio di attribuzione,
competenza, interesse pubblico, effetti, come deve essere esercitato,
condizioni, contenuto, presupposti,...) e la pubblica amministrazione non deve
fare altro che dare mera attuazione al dato normativo
- la pubblica amministrazione ha il dovere di esercitare il potere quando
si verificano tutti i presupposti della Legge
- esempio: imposizione fiscale
- In molti casi dei poteri vincolanti sono previste, durante il
procedimento, valutazioni tecnico discrezionali
- A volte, i presupposti previsti dalla Legge richiedono una
regola tecnica che comporta valutazioni tecnico discrezionali
(es. Perizia medica)
- Poteri discrezionali: La Legge non definisce tutti gli aspetti e condizioni, ma
riserva alla pubblica amministrazione il compito di fare valutazioni autonome
dette valutazioni discrezionali.
- Le valutazioni variano a seconda dei poteri amministrativi
- Può riguardare diversi aspetti dell’esercizio del potere (es. se
emanare il provvedimento)
- Quando è più opportuno e conveniente, per la pubblica
amministrazione, emanare il provvedimento.
- La pubblica amministrazione quando ha un potere
discrezionale fa una valutazione comparativa di interessi
coinvolti nell’esercizio del potere= valuta gli interessi coinvolti
(secondari) in funzione dell’interesse pubblico primario previsto
dalla Legge del potere
- Il potere deve essere sempre previsto dalla Legge. Ci sono degli
aspetti che necessariamente devono essere disciplinati da ogni Legge
?? del potere:
- Attribuzione
- Competenze
- Interesse pubblico primario
- Effetti
- L’amministrazione fa una valutazione di opportunità e convenienza
all'emanazione del provvedimento
- Valutazione comparativa di interessi tra quelli pubblici e privati
secondari coinvolti nell’esercizio del potere
- Sceglie la soluzione migliore che consente: il miglior sacrificio
possibile di tutti gli interessi secondari e la massima
soddisfazione dell’interesse pubblico primario.
- Si possono distinguere due figure:
- La discrezionalità pura/amministrativa: valutazione
comparativa di interessi secondari in funzione del
raggiungimento dell’interesse pubblico primario
- non può essere delegata
- La discrezionalità tecnica: L’amministrazione per assumere
una decisione, ed emettere un provvedimento amministrativo,
ha dei margini di scelta valutativi in relazione e funzione
dell'applicazione dell’esercizio del potere di discipline o norme
tecniche specialistiche
- Deve risolvere problemi tecnici (es. Stabilire se un
ponte è stato costruito bene dal punto di vista
architettonico ed ingegneristico)
- Il margine di valutazione è autonomo. Riguarda norme
tecniche specialistiche che non danno risultati certi
- Molto spesso sono devolute ad altri soggetti
- La pubblica amministrazione non ha le
competenze tecniche adeguate
- Quando l'amministrazione ha un potere discrezionale, non è libera
qualsiasi tipo di valutazione ma deve seguire delle regole e principi
importanti:
- il fine: deve essere sempre perseguito l’interesse pubblico
- regole di comportamento:
➔ tutte le valutazioni devono essere indicate e motivate.
➔ La valutazione si deve basare su una istruttoria
puntuale, completa ed esaustiva.
➔ rispettare il principio di ragionevolezza: la decisione
assunta deve essere logica e non irrazionale.
➔ rispettare il principio di proporzionalità: la decisione
deve essere proporzionata al fine pubblico che deve
essere perseguito.
➔ Non ci deve essere contraddittorietà.
➔ Deve essere imparziale: deve valutare oggettivamente i
fatti e non deve avere interessi personali nell’esercizio
del potere.
IL POTERE ESPROPRIATIVO O ABLATORIO
È quel provvedimento che incide negativamente sulla sfera giuridica del soggetto
destinatario, perché la comprime, la riduce
- ha effetti limitativi
- impone un obbligo (es. impone di pagare una tassa o un provvedimento sanitario
obbligatorio o leva militare)
- limitazione o eliminazione della proprietà privata
- riduzione di quella proprietà dell’immobile alla pubblica amministrazione
IL POTERE AMPLIATIVO O AMPLIATORIO
Poteri che attribuiscono un diritto o un potere ad un soggetto ampliando la sua sfera
giuridica
- Provvedimenti autorizzazioni: Legge prevede che per esercitare un diritto deve
essere prima fatto un controllo (autorizzazione)
- la finalità è quella di rimuovere un ostacolo di ordine giuridico
- il soggetto ha un diritto e l’autorizzazione controlla che abbia tutti requisiti per
esercitare quel diritto con una valutazione preventiva
- Se il soggetto ha tutti i requisiti la pubblica amministrazione rilascia
l’autorizzazione → Assenso preventivo
- provvedimenti concessori: il soggetto chiede alla pubblica amministrazione un
diritto che prima non aveva (es. concessione balneare)
- si dividono tra:
- Concessioni traslative: Concessioni attraverso il quale
l'amministrazione attribuisce al soggetto il potere di esercitare
un’attività che è riservata dalla Legge alla pubblica amministrazione.
- l’amministrazione trasferisce sul privato la possibilità di
esercitare il potere
- il soggetto diventerà concessionario
- sono concessioni di servizi pubblici o beni demaniali (beni che
appartengono allo Stato)
- Concessioni Costitutive: Viene attribuita una qualificazione giuridica
che spetta all’amministrazione creare. (es. onorificenze, concessione
cittadinanza italiana, permesso di soggiorno, di lavoro temporaneo,...)
La fase decisoria è adottata da un organo diverso dal responsabile del procedimento, salvo
casi eccezionali stabiliti dalla Legge.
Sono previste 3 ipotesi:
1) Fase decisoria Provvedimentale: il procedimento si conclude secondo l’articolo 2,
con l’adozione di un provvedimento espresso (scritto).
a) Provvedimento= Atto che conclude il procedimento e produce gli effetti
autoritativi, imperativi, unilaterali propri dell’esercizio del potere.
b) Diverse possibilità:
- Organo monocratico: soggetto che emana il provvedimento finale
(ipotesi più semplice)
- Organo collegiale: più membri → regole apposite
- Provvedimento assunto sulla base di accordi e interventi all’interno
della fase decisoria di altri soggetti. Emanato dall’organo decidente
previa proposta di un’altra amministrazione.
2) Fase decisoria Tacita: Quando il provvedimento è sostituito da un silenzio della
pubblica amministrazione → la Legge prevede che se l’amministrazione non si
esprime entro il termine di conclusione del provvedimento (30 giorni) il silenzio
assume un significato preciso:
a) Silenzio assenso: accoglimento dell’istanza.
b) Silenzio diniego: rigetto dell’istanza. Riguarda solo quei procedimentale
specifici per i quali la Legge prevede il rigetto.
➔ Per i procedimenti ad istanza di parte, di norma, il silenzio non assume
nessun significato (articolo 2).
◆ L’articolo 20, prevede un’eccezione per alcune situazioni in cui il
silenzio assume il significato di assenso anche per i procedimenti ad
istanza di parte.
◆ Secondo l comma 4 dell’articolo 4, non si applica il silenzio assenso
per:
● Patrimonio culturale e paesaggistico
● L’ambiente
● La difesa nazionale
● La sicurezza pubblica
● La salute
● La pubblica incolumità
● Immigrazione
● Cittadinanza
● …
Le regioni sono:
- 15 a statuto ordinario:
- Hanno una medesima autonomia legislativa e cioè da un punto di vista
legislativo hanno o una competenza concorrente e ripartita oppure, in via
residuale, una competenza esclusiva
- valorizzazione e norme di dettaglio in materia dei Beni culturali
- 5 a statuto speciale: Sicilia, Sardegna, Valle d’aosta, Trentino Alto adige e Friuli
Venezia Giulia
- hanno una autonomia differenziata, più ampia.
- Stabilita da uno Statuto speciale approvato con Legge Costituzionale
- Sicilia e Valle d’Aosta hanno un’autonomia molto più ampia
- Sicilia: Competenza legislativa piena (esclusiva) in materia di
conservazione dell’antichità delle opere artistiche.
- Valle d’Aosta: Competenza legislativa integrativa ed attuativa in
materia di antichità delle arti.
- Il Codice dei Beni culturali è una legge peculiare dello Stato, norma
fondamentale di grande riforma economica sociale
- Deve essere applicata anche dalle regioni speciali che hanno una
competenza legislativa piena
Le regioni a statuto ordinario possono richiedere allo Stato maggiori formi di autonomia
- Estensione della propria autonomia in deroga alla disciplina generale stabilita
dall’articolo 117 della Costituzione
- Non in tutte le materie ma solo per alcune
- tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei Beni culturali.
- Norme generali sull’istruzione
- Giurisdizione e norme processuali
- Materie che rientrano nella competenza concorrente e ripartita
- Se accolta questa richiesta, ci sarà una competenza più o meno limitata in materia
della tutela dei beni culturali.
- L’autonomia viene individuata attraverso un’intesa Stato-regione
- La regione deve:
1. Individuare le norme in cui chiede maggiore autonomia
2. Deve, sentiti gli enti locali (comuni e province), fare una espressa
istanza richiesta allo Stato.
3. Deve essere concessa dallo Stato, la maggiore autonomia, con un
Legge che deve essere approvata dalle Camere con maggioranza
assoluta e sulla base dell’intesa.
CONVENZIONE UNIDROIT
Stipulata a Roma nel 1995 e promossa dall’istituto Unidroit: istituto internazionale per
l’unificazione del diritto privato la cui finalità è la tutela degli acquirenti in buona fede dei Beni
Culturali rubati o illecitamente importati = disciplina il ritorno.
La convenzione stabilisce regole comuni per la restituzione e il ritorno.
- Gli Stati aderenti sono solo 36 (tra cui l’Italia).
Devono essere restituiti con dei limiti precisi
- Limite di tempo: 50 o 75 anni a seconda dei casi
- Lo Stato che richiede la restituzione deve dimostrare che l’esportazione sia stata
illecita e che abbia determinato un significativo pregiudizio allo Stato (per la
conservazione fisica del Bene, per l’integrità, la conservazione dell’informazione
scientifica e storica, per l’uso tradizionale e nel caso in cui lo stato dimostri che quel
Bene aveva un’importanza culturale significativa)
- Questa convenzione costituisce una deroga all’articolo 1153 del Codice Civile
- Colui, al quale sono alienati Beni mobili da parte di chi non è proprietario, ne
acquista la proprietà mediante possesso purché sia in buona fede al
momento della consegna; in caso contrario il legittimo proprietario potrà
chiedere la restituzione non solo a chi lo ha rubato, ma anche al nuovo
proprietario.
QUESTA REGOLA NON È CONTESTABILE NEL CASO DI UN BENE CULTURALE
- Il soggetto in buona fede DEVE RESTITUIRLO senza opporsi ma ha il diritto
di ottenere un indennizzo → no restituzione somma ma comunque un
indennizzo stabilito dal giudice che ripari al danno causato.
IL CONSIGLIO D’EUROPA
Ha promosso delle convenzioni con oggetto i Beni e il patrimonio culturale ristretto a livello
europeo. Non fa parte dell’ Unione Europea ma è un'organizzazione autonoma e
indipendente internazionale, fondata nel 1949 con il Trattato di Londra.
- 47 Stati membri (Tra cui l’Italia)
- Ha sede a Strasburgo nel palazzo d’europa
Ha la finalità di tutelare i diritti dell’uomo, la democrazia parlamentare e funge da garanzia di
primato del diritto
- Promuove la stipulazione di convenzioni con oggetto i Beni culturali
CONVENZIONE CULTURALE EUROPEA
Stipulata a Parigi 19 dicembre 1954 e ratifica in Italia nel 19 febbraio 1957 con Legge 268
- Tra le prime convenzioni dopo la seconda guerra mondiale sulla quale sono state
adottate altre convenzioni
- Fa riferimento al patrimonio culturale comune → lo scopo del Consiglio d’europa è
realizzare unione più stretta anche dal punto di vista culturale tra i diversi Stati
- Sviluppare e riconoscere un patrimonio culturale comune
- Il Patrimonio Culturale viene stabilito secondo proposte da parte degli stessi
Stati
- Stabilisce i principi generali per cui tutti gli Stati che fanno parte del Consiglio
d’Europa devono tutelarsi per lo sviluppo dell'attività culturale e il riconoscimento del
patrimonio culturale comune
- Dovranno adoperarsi per salvaguardare e garantire l'accesso al patrimonio
culturale comune
CONVENZIONE PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO
D’EUROPA
Stipulata a Granada (Spagna) nel 1985
L’articolo 1 definisce patrimonio architettonico i:
- Monumenti: tutte le opere particolarmente notevoli per il loro interesse storico,
artistico, archeologico, scientifico, sociale e tecnico
- Insiemi architettonici: agglomerati omogenei di costruzioni urbanistico-rurali
notevoli per il loro interesse storico, artistico, archeologico, scientifico, sociale e
tecnico
- Siti: Opere combinate dell’uomo e della natura, parzialmente costituiti di spazi
sufficientemente caratteristici ad oggetto di una delimitazione topografica notevoli per
il loro interesse storico, artistico, archeologico, scientifico, sociale e tecnico
- Questi beni fanno parte del patrimonio architettonico e devono essere
salvaguardati
- Ogni stato del Consiglio d’Europa, dovrà disporre un inventario dei Beni architettonici
presenti sul territorio
- Dovrà prevedere norme e procedure volte ad evitare che i Beni vengano snaturati,
degradati e demoliti
- Dovranno impegnarsi a limitare spostamenti o divisioni del patrimonio
architettonico e a procedere dove necessario al restauro e preservazione del
Bene
- Dovranno essere adottate politiche di conservazione specifiche → politiche
volte alla produzione del patrimonio, restauro del patrimonio, riassetto del
territorio finalizzati a tutelare il patrimonio
- Dovranno favorire la conoscenza del patrimonio e l’accesso
- Promuovere politiche di formazione e sensibilizzazione riguardo
alla tutela e valorizzazione dei Beni architettonici
- Non prevede sanzioni
CONVENZIONE DI FARO
Stabilita nel 2005 a Faro (Portogallo) e Ratificata in Italia nel 2020 con Legge n 133.
Ha ad oggetto il valore dell’eredità culturale per la società.
- La sua finalità è quella di salvaguardare e promuovere gli ideali e principi fondati sul
rispetto del diritto dell’uomo, della democrazia e dello stato del diritto che
costituiscono il loro patrimonio comune
- Riconoscere il valore dell’identità culturale comune
- Non impone obblighi ma lascia libertà agli Stati di decidere i mezzi più
convenienti per l’attuazione
- Definisce il patrimonio come insieme di risorse ereditate dal passato che
alcune persone identificano come riflesso ed espressione del loro lavoro
credenze e tradizioni costantemente in evoluzione
- Comprende tutti gli aspetti dell’ambiente derivati da interazione nel tempo tra
persone e luoghi → Concezione antropologica
- Definizione aperta e dinamica
- Il Bene culturale può anche essere immateriale
- Definisce la comunità patrimoniale: persone che attribuiscono valori degli
aspetti specifici del patrimonio culturale che loro vogliono sostenere o
trasmettere alle future generazioni
- La finalità di tramandare i beni culturali non è compito solo dello Stato ma di tutta la
collettività
- Si applica il principio di solidarietà orizzontale: partecipazione attiva della
popolazione
- Diritto al patrimonio culturale: qualunque cittadino d’europa ha il diritto di
trarre beneficio dal patrimonio culturale e contribuire al suo arricchimento
- Diritto individuale
- Il patrimonio culturale è un fattore essenziale di sviluppo dell’essere umano e
della società
- Risorsa per lo sviluppo socio economico del Paese e dell’Europa
- Il Patrimonio culturale deve essere organizzato anche per essere una risorsa
economica
L’UNIONE EUROPEA
Dalla Comunità Economica Europea prevista dal trattato istitutivo del 1957 si è arrivati
all'Unione Europea con il Trattato di Maastricht del 1992
- Il principio cardine dell’UE garantisce 4 libertà fondamentali: libertà di circolazione
delle merci, persone, capitali e dei servizi
Originariamente i beni culturali non erano previsti, successivamente la cultura è stata
inserita nel trattato originario e prevede che:
- debba contribuire allo sviluppo delle culture degli stati membri
- incoraggi la cooperazione tra stati per sviluppare le culture
- stabilisce il principio generale per cui una della finalità dell’UE sia quello di migliorare
la conoscenza della storia dei popoli
- conservare e salvaguardare il patrimonio culturale dei singoli stati favorendo scambi
culturali non commerciali e la creazione artistica e letteraria compreso il settore
audiovisivo
L’articolo 167 del trattato sul funzionamento dell’UE, prevede che è obiettivo dell’UE anche
sviluppare la cultura degli Stati membri
- Favorisce la cooperazione e l’azione volta al miglioramento delle conoscenze
culturali, alla conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale, favorire
gli scambi commerciali culturali e alla creazione artistica letteraria del settore
culturale
- Viene introdotta una norma che riguarda appositamente il patrimonio culturale
che in deroga al principio di libera circolazione
L’articolo 36 del trattato sul funzionamento dell’UE, stabilisce un eccezione molto importante
e cioè che ci possano essere restrizioni, limitazioni ed esclusione di esportazione e
importazione ai fini della protezione del patrimonio artistico-culturale. Queste limitazioni,
come nella Convenzione Unidroit, vanno motivate e non devono costituire un mezzo di
discriminazione arbitraria ingiustificata o una limitazione dissimulata al commercio tra gli stati
membri.
- Spetta ad ogni Stato membro definire ed individuare il proprio patrimonio culturale e
le norme di tutela con eventualmente i limiti e restrizioni all’importazione o all’
esportazione
Le istituzioni dell’Unione Europea sono disciplinate dal trattato, che stabilisce norme
direttamente applicabili da tutti gli stati membri (in Italia art. 10 della costituzione).
Le istituzioni comunitarie (parlamento europeo e commissione europea) possono emanare
anche provvedimenti legislativi/amministrativi = gli atti normativi europei sono di due tipi:
- I regolamenti contengono norme che sono immediatamente applicabili e vincolanti
per tutti gli Stati membri e per tutti i cittadini
- Le direttive sono sempre norme vere e proprie ma DI PRINCIPIO, infatti per essere
applicate nei vari Stati hanno bisogno di Leggi di attuazione nazionali che le
recepiscano (gli stati devono scrivere delle norme nazionali così che quelle europee
possano essere applicabili)
Gli articoli dal 3 al 7 riguardano la tutela e valorizzazione dei Beni Culturali e le competenze
L’articolo 3 Stabilisce cosa si intende per tutela dei Beni Culturali come azione tecnica
- È un'attività volta ad individuare il patrimonio culturale e garantire la protezione e
conservazione dei beni individuati
- Per protezione si intende l’attività che garantisce l’integrità materiale e fisica
- La finalità fondamentale della tutela è la pubblica fruizione → consentire conoscenza
e accesso al Bene da parte della comunità
- L’attività di tutela si esplica attraverso provvedimenti amministrativi regolatori e quindi
attraverso l’esercizio del potere amministrativo.
L’articolo 4 stabilisce che le funzioni di tutela sono attribuite al Ministero
- No principio della sussidiarietà, ma la funzione di tutela è una competenza
amministrativa del ministero.
- Vige il principio del parallelismo: la funzione di tutela (competenza legislativa) spetta
allo Stato e di conseguenza anche le funzioni di tutela amministrative (articolo 18)
- Lo Stato può delegare le funzioni di tutela anche alle regioni
- Funzioni amministrative
L’articolo 5 ai sensi dell’art. 118 tutti gli altri enti pubblici devono collaborare per garantire la
tutela (obbligo di cooperazione)
- Le regioni, oltre che il comune, città metropolitane e province, cooperano con il
ministero nell’esercizio di funzioni di tutela
- Attraverso accordi e intese le regioni possono esercitare funzioni di tutela su specifici
Beni Culturali (manoscritti, autografi, carteggi, incunaboli, raccolte librarie, libri,
stampe, incisioni, carte geografiche, spartiti musicali, fotografie, e altro materiale
audiovisivo)
- La titolarità spetta allo Stato → comma 7
- Il ministero esercita la potestà d’indirizzo, di vigilanza e può esercitare il
potere sostitutivo in caso di inerzia o inadempienza da parte degli enti
delegati
L’articolo 6 Stabilisce cosa si intende per valorizzazione dei Beni Culturali
- La valorizzazione è azione giuridica e consiste nell’esercizio delle funzioni e le
attività volte a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e assicurare le
migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio al fine di
promuovere lo sviluppo della cultura.
- Comprende anche l’attività di promozione e sostegno degli interventi di
conservazione del patrimonio culturale
- La valorizzazione è un fine secondario rispetto alla tutela
- La Repubblica favorisce e sostiene la partecipazione dei soggetti privati singoli o
associati alla valorizzazione del patrimonio culturale
- Principio di sussidiarietà orizzontale (articolo 118)
- Alcune attività di interesse pubblico possono essere svolte anche dal cittadino
in sostituzione o aggiunta alle amministrazioni pubbliche
L’articolo 7 fissa i principi fondamentali in materia di valorizzazione del patrimonio culturale
e nel rispetto di tali principi le regioni esercitano la loro potestà legislativa
- Riprende l’articolo 117 della Costituzione
- Il codice stabilisce le norme cornice che poi ogni singola regione legifera.
- Normativa di dettaglio
- Il ministero, le regioni e gli enti pubblici territoriali perseguono il coordinamento
(disciplina armonizzata rispetto alle altre regioni).
Articolo 9 bis→ riguarda i Beni Culturali di interesse religioso.
- Per essi il Ministero e le regioni devono provvedere a tutelarli tenendo conto delle
esigenze di culto e accordandosi con le comunità religiose affinché le due cose siano
compatibili e contemporaneamente garantite.
- Per i beni della Chiesa Cattolica si applicano i Patti Lateranensi e le intese
sottoscritte.
DEFINIZIONE SPECIFICA DI BENE CULTURALE (art. 10)
L’articolo 10 contiene la definizione specifica di bene culturale ed è NORMA
FONDAMENTALE
Differenzia i Beni Culturali pubblici dai Beni Culturali privati (beni demaniali)
- I Beni Culturali pubblici (definiti dal comma 1 e 2) sono le cose mobili e immobili
appartenenti a Stato, regione, enti pubblici territoriali nonché ad ogni altro ente e
istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fini di lucro (enti ecclesiastici
civilmente riconosciuti) che presentano interesse artistico, storico, archeologico ed
antropologico
- Sono Beni Culturali anche: raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri
luoghi espositivi dello Stato, delle regioni e di altri enti pubblici territoriali
- Gli archivi e altri documenti dello Stato, regioni e altri enti pubblici territoriali
- Sono Beni anche le raccolte librarie e delle biblioteche dello Stato, regioni e
altri enti pubblici territoriali
- Due categorie di Beni:
1. Beni Culturali pubblici in base alla Legge, quindi salvo verifica del
ministero
- Il ministero dovrà controllare se effettivamente hanno valore
culturale
2. Beni Culturali pubblici ex lege → in base all’articolo 10 sono
certamente Beni Culturali
- I Beni Culturali privati (definiti dal comma 3) per essere tali è necessario uno
specifico provvedimento dichiarativo
- L’amministrazione del ministero avvia il procedimento di dichiarazione e in
base all’istruttoria, accerti che quel Bene rientri nelle categorie e abbia un
effettivo interesse culturale.
- No provvedimento favorevole per l’interesse privato, perché ha vincoli
sulla proprietà privata
- Sono Beni Culturali le cose mobili o immobili, che presentano interesse
artistico, storico, archeologico ed antropologico, appartenenti a soggetti
diversi dal comma 1
- Gli archivi e singoli documenti appartenenti a privati che rivestono un
interesse particolarmente storico e importante
- Sono Beni anche le raccolte librarie appartenenti a privati di
eccezionale interesse culturale.
L’ultimo comma stabilisce un limite temporale che vale per tutti i beni demaniali (pubblici e
privati) = per essere dichiarati beni di interesse culturale, essi devono risalire nel tempo
- Non sono soggette alla disciplina del Codice le cose e cose esplicitate nel comma 1
e nel comma 2 che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad
oltre 70 anni
- le cose esplicitate nel comma 3 che siano opera di autore vivente la cui
esecuzione non risalga ad oltre 50 anni
- Per le cose che rientrano nel patrimonio culturale nazionale, l’esecuzione non
deve risalire da almeno 50 anni.
- Questo serve per tutelare la proprietà (l’autore) del bene e quindi la
possibilità di commerciare
Nell’articolo 10 si parla di Beni culturali materiali. Ma con le convenzioni del 2003 e 2005
dell’UNESCO, trovano posto anche i beni culturali immateriali.
- Devono essere rappresentati da supporti materiali (documenti)
- Devono rientrare in una delle categorie dell’articolo 10
I Beni Culturali di interesse religioso sono sottoposti alla disciplina dei Beni pubblici ma
hanno un particolare status: il ministero con competenza delle religioni deve provvedere a
fare in modo che la natura di Bene Culturale sia rispettosa, conforme e compatibile con le
esigenze di culto
- Deve essere rispettato dalla disciplina stabilita dal ministero o regione, la
destinazione del culto
- La modalità di utilizzo da parte delle confessioni religioni deve essere garantito e
oggetto di uno specifico accordo tra ministero e confessioni religiose
L’articolo 11 prevede Beni che in realtà non sono Beni Culturali → Definiti Beni Culturali
Minori
- Hanno rilevanza Culturale minore, rispetto a quelli dell’articolo 10, e quindi sottoposti
solo a talune specifiche norme di tutela
- Affreschi, stemmi, graffiti, ogni altro elemento decorativo di edifici
esposti o non alla pubblica vista
- Applicabile il divieto di distacco → Articolo 50 comma 1
- Sono vietate modificazioni di un bene esaminato→ articolo 51
- Le aree repubbliche di il valore culturale locale e tradizionale sono sottoposte alle
limitazioni previste dall’articolo 52 del Codice
- Per le opere di scrittura, scultura, grafica e qualsiasi altro oggetto d’arte di autore in
vita o la cui esecuzione non risalga ad oltre 70 anni (articolo 64 e 65) devono essere
rilasciati attestati di autenticità e provenienza ed è previsto il divieto di uscita dal
territorio nazionale se non con autorizzazione
- Per le opere d’arte che hanno meno di 50 anni devono essere
rilasciati attestati di autenticità e provenienza ed la loro vendita deve
essere registrata in un apposito registro
- Per le opere di architettura contemporanea di particolare interesse artistico è previsto
un divieto di uscita definitiva dal territorio dello Stato e la possibilità di essere oggetto
di contributi e finanziamenti da parte del ministero
- Per quanto riguarda le fotografie, fotografie negative, matrici, esemplari opere
cinematografiche, audiovisive, sequenze di immagini in movimento, le
documentazione di manifestazioni sonore, verbali comunque realizzate la cui
produzione risalga oltre 25 anni è previsto che la loro uscita definitiva dal territorio
nazionale sia sottoposta ad autorizzazione.
- Anche i mezzi di trasporto con più di 75 anni (articolo 65) sono sottoposti ad
autorizzazione per l’uscita definitiva e temporanea
- Strumenti per interesse della storia e della scienza aventi più di 50 anni sono
sottoposti ad autorizzazione per l’uscita definitiva dal territorio nazionale
- Le vestigia che siano testimonianza della prima guerra mondiale sono sottoposte ad
autorizzazione in caso di distacco
I BENI CULTURALI PUBBLICI
I Beni Culturali pubblici sono particolari in quanto sono sottoposti a una disciplina che
riguarda la proprietà pubblica e incide sul Codice dei Beni Culturali
- La proprietà dei Beni Culturali Pubblici è una proprietà speciale e ha caratteristiche
diverse rispetto alla normale proprietà privata
- Alcuni Beni Culturali pubblici hanno specifiche discipline previste dal Codice Civile.
- In particolare per i Beni appartenenti allo Stato, Enti Pubblici ed Ecclesiastici
(Articolo 822 e seguenti)
Alcuni Beni sono definiti ex lege (in base all’articolo 10) altri, invece vengono
provvisoriamente sottoposti alla disciplina del Codice salvo verifica.
MISURE DI PROTEZIONE
Regole da rispettare nel caso in cui il soggetto voglia fare un intervento sul bene culturale
- Non può essere svolto dal soggetto se non con previa autorizzazione da parte del
Ministero.
Articolo 20→ Interventi vietati: i Beni culturali non possono essere distrutti, danneggiati,
deteriorati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico, artistico o aventi
qualsiasi tipo di pregiudizio
- Gli archivi, sia pubblici che privati, non possono essere smembrati
Articolo 21→ Interventi soggetti ad autorizzazione (alcuni da parte della commissione
regionale dei Beni Culturali altri da parte del soprintendente): sono subordinati
all’autorizzazione del ministero la rimozione, demolizione con anche successiva
ricostruzione di qualsiasi bene culturale, lo spostamento anche temporaneo, lo
smembramento di collezioni, serie e raccolte, scarto di documenti di archivi pubblici o privati
ìo materiale bibliografico trasferimento ad altre persone giuridiche di complessi organici,
documentazioni di archivi pubblici o privati.
- Autorizzazione: atto con il quale la pubblica amministrazione dà un assenso
all’esercizio di un diritto che il soggetto ha già
- Finalità:
1. identificare che non si prevedono i casi previsti dall’articolo 20
2. Che l’intervento non produca pregiudizi o danni al valore culturale del
Bene
3. Stabilire delle prescrizioni che devono essere attuate nell'esercizio del
potere di intervento da parte del soggetto
Qualora lo spostamento dei beni culturali dipenda esclusivamente dal mutamento di dimora
o di sede del possessore, questo non è sottoposto ad autorizzazione ma ad una semplice
denuncia
- Lo spostamento degli archivi correnti dello Stato e di altri enti pubblici, non è
soggetto ad autorizzazione ma comporta solo l’obbligo di comunicazione al ministero
.
Ogni altro intervento compiuto sul Bene Culturale deve comunque essere autorizzato ma
questa volta dal soprintendente
- Per qualunque autorizzazione è necessario un progetto di opera di intervento e deve
essere prevista una descrizione tecnica dell'intervento che si vuole effettuare.
Se rilasciata, l’autorizzazione conterrà le norme, regole e misure che devono essere
rispettate per poter eseguire l’intervento.
- Se i lavori non iniziano entro 5 anni dal rilascio dell’autorizzazione, il soprintendente
potrà dettare prescrizioni nuove o integrare e allargare le prescrizioni già date.
Articolo 22→ disciplina l’attività edilizia sui beni culturali→ che modificano un bene immobile
- l’autorizzazione è competenza della soprintendenza e deve essere rilasciata nel
termine di 120gg dalla richiesta fatta dal soggetto interessato
- Se non viene rilasciata, non si forma il silenzio assenso, il soggetto può
diffidare l’amministrazione chiedendo di provvedere e se l’amministrazione
non provvede nei successivi 30 giorni il soggetto può chiedere al giudice di
condannare l’amministrazione all’emissione del provvedimento
- Se l’opera comporta una valutazione di impatto ambientale, ed essa è negativa,
l’intervento non potrà essere effettuato
Articolo 27→In caso di urgenza, gli interventi possono essere fatti dal proprietario
provvisoriamente per evitare pregiudizi permanenti sul bene culturale
- Con l’obbligo di dare immediata comunicazione al soprintendente e forniti i
progetti degli interventi
- Quest’ultimo ha la possibilità di adottare misure cautelari preventive, nel
corso del procedimento, per tutelare il bene
Il soprintendente, in tutti i casi in cui sia richiesta un’autorizzazione, può ordinare la
SOSPENSIONE di qualsiasi intervento a lavori iniziati se non conformi con quanto
autorizzato
MISURE DI CONSERVAZIONE
Lo Stato si preoccupa di formare i soggetti a cui spetta procedere alla conservazione dei
Beni Culturali
- Non può essere fatta da chiunque → scuole di restauro
Possono essere interventi volontari o imposti dal ministero
- La finalità è quella di conservare il valore, le caratteristiche materiali, estetiche e
storiche del bene
Articolo 29→la conservazione del patrimonio culturale è assicurata attraverso un’accurata
attività di studio di prevenzione, manutenzione e restauro
- Prevenzione: attività idonea a limitare le situazioni di rischio connesse al
Bene Culturale nel suo complesso
- Manutenzione: complesso di attività di interventi destinati al controllo delle
condizioni del Bene Culturale e al mantenimento della sua integrità,
dell’efficienza funzionale e dell’integrità del bene e delle sue parti
- Restauro: intervento diretto sul Bene attraverso un complesso di opere per
garantire l’integrità materiale e al recupero del Bene medesimo
Il ministero definisce anche le linee di indirizzo, le norme tecniche e i criteri per effettuare la
di conservazione
- No attività libera
- Gli interventi di manutenzione e restauro su beni mobili e superfici decorate di beni
architettonici sono eseguiti in via esclusiva da coloro che sono i restauratori specifici
dei Beni Culturali
Articolo 30 → Stato, regioni e altri enti pubblici territoriali hanno l’obbligo di garantire la
sicurezza e la conservazione dei Beni Culturali
- Anche i soggetti privati sono tenuti a garantire la conservazione
- Hanno l’obbligo di conservare anche i propri archivi, e ciò comporta che venga
garantita l’integrità, l’organicità e l’ordine dell’archivio
- Obbligo anche di inventariare i propri archivi
Articolo 31→ Interventi conservativi volontari: Il restauro e gli interventi conservativi
possono essere su iniziativa del proprietario, possessore o detentore e vige il principio
dell’autorizzazione
- Rilasciata dal soprintendente che certifica, a richiesta del proprietario, il carattere
necessario dell’intervento stesso ai fini dell’ulteriore concessione di agevolazione
fiscale.
- È possibile richiedere un sostegno finanziario dal ministero
Articolo 32→ Interventi conservativi imposti: il ministero può imporre al proprietario,
possessore, detentore del Bene Culturale, interventi necessari per assicurare la
conservazione del Bene Culturale
- Può imporre al soggetto di intervenire o, in casi estremi, potrà intervenire
direttamente e immediatamente sostituendosi al proprietario
Articolo 33→prevede un procedimento che disciplina l’intervento di conservazione imposto
→ il Soprintendente redige una relazione tecnica e dichiara, all’inizio, la necessità
dell’intervento
- La relazione tecnica è inviata, insieme alla comunicazione di avvio del procedimento,
al proprietario, possessore o detentore del Bene che può fare osservazioni entro 30
giorni
Se il soprintendente non ritiene necessaria l’esecuzione diretta dell’intervento, assegna al
proprietario, possessore o detentore, un termine per la presentazione del progetto esecutivo
- Il progetto deve essere approvato dal soprintendente, che potrà stabilire eventuali
prescrizioni e la fissazione di un termine per l’inizio e fine dei lavori
- Per i beni immobili, il progetto presentato è trasmesso dalla soprintendenza anche al
comune o città metropolitana che, a loro volta, posso esprimere un proprio motivato
parere sempre entro 30 giorni
- Se il proprietario, possessore o detentore del Bene, non adempie all’obbligo di
presentazione del progetto o non provvede a modificarlo secondo le indicazioni del
sorprendente o se il progetto è respinto, il soprintendente procederà all’esecuzione
diretta dell’intervento
In caso di urgenza, il soprintendente può adottare immediatamente tutte le misure
conservative necessarie
- Tutti gli oneri sugli interventi imposti sono a carico del proprietario, anche se richiesti
dal ministero.
Articolo 34→ se gli interventi sono di particolare rilevanza (Beni ad uso e godimento del
ministero) il ministero può contribuire alla spesa. Esso determina anche l’ammontare
dell'onere che intende sostenere e ne dà comunicazione al soggetto interessato
- Se le spese sono sostenute dal proprietario, il ministero può procedere a rimborsi
graduali oppure all'erogazione di acconti sul rimborso, qualora i lavori fossero molto
costosi
- Per le spese di intervento immediato, il ministero determina la somma a carico del
proprietario e provvederà al recupero delle spese che ha sostenuto
Articolo 35→ per gli interventi volontari il Ministero ha facoltà di concedere contributi statali
non superiori alla metà della spesa sostenuta dal proprietario
- Se l’intervento è di particolare rilevanza o riguarda Beni di uso e godimento pubblico,
il Ministero può concorrere alla spesa in linea superiore all’ammontare della metà
- Il contributo pubblico, del ministero, se concesso, viene erogato a fine lavori e
fa riferimento alla spesa effettivamente sostenuta dal beneficiario e
dimostrata
- Il beneficiario è tenuto alla descrizione degli acconti percepiti se gli interventi
non sono stati tutto o in parte eseguiti e se non sono eseguiti perfettamente
come previsto dalla prescrizione del soprintendente
- Il ministero può anche concedere contributi in conto impresso su mutui e
potrà fare altre forme di finanziamento durante i lavori
Articolo 38 → nel caso in cui il Bene Culturale Privato sottoposto ad interventi conservativi,
sia stato eseguito per il concorso totale o parziale dello Stato il Bene deve essere reso
accessibile al pubblico, secondo le modalità stabilite dall’apposito accordo o convenzione
stipulato tra Ministero e singole proprietà.
- Per i Beni Pubblici appartenenti ad altri soggetti pubblici che non sia lo Stato, i lavori
vengono fatti dall’amministrazione che ne ha la proprietà su accordo con il Ministero
- Sarà necessaria l’amministrazione e il controllo del ministero sull’ intervento
Articolo 41: disciplina obblighi di versamento negli archivi dello Stato
- I documenti di valore storico, artistico,… devono essere versati negli archivi dello
Stato
- Gli organi giudiziari e amministrativi dello Stato, hanno l’obbligo di versare
nell'archivio centrale dello Stato tutti i documenti degli affari esauriti da oltre 30 anni
- le liste di leva militare versate dopo 70 anni rispetto l’anno di nascita della
classe a cui si riferiscono,
- Il soprintendente dei Beni archivistici può accettare versamenti di documenti più
recenti quando vi sia pericolo di dispersione o danneggiamento
- in ogni caso nessun versamento può essere ricevuto se non è stato prima
effettuato lo scarto dei Beni inutili o che non hanno un adeguato interesse
storico
Sono istituite apposite Commissioni di sorveglianza che hanno il compito di vigilare sulla
corretta tenuta degli archivi dello Stato e di stabilire l’organizzazione, gestione e
conservazione dei documenti versati
- Ci sono appositi archivi → Archivio centrale dello Stato e archivi specifici per materie
e documenti
Articolo 42→ Presidenza della Repubblica, la Camera dei Deputati e del Senato, la Corte
Costituzionale e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono organi Costituzionali con
propri archivi storici
- devono tenere, presso la propria sede, appositi archivi storici in cui sono versati tutti i
documenti che vengono formati da questi organi.
LA CUSTODIA COATTIVA
Articolo 43→ il Ministero ha il potere di far trasportare temporaneamente e custodire, in
pubblici istituti, i Beni Culturali mobili al fine di garantire la sicurezza e assicurare la
conservazione
- Dà la possibilità di prendere la custodia coattiva del bene
- Su proposta del soprintendente, il Ministero ha anche la possibilità di disporre di
deposito coattivo di archivi dello Stato o di singoli documenti qualora sia necessario
COMODATO D’USO
Dare in comodato il Bene Culturale al ministero da parte del soggetto privato
- Consegna il Bene al Ministero affinché lo gestisca
Articolo 44→ il direttore di archivi o istituti che abbiano in amministrazione depositi o raccolte
o collezioni artistiche, archeologiche, bibliografiche o scientifiche, possono ricevere in
comodato da privati proprietari, previo assenso dal Ministero, beni culturali mobili, al fine di
consentire la fruizione da parte della collettività
- Il Comodato non può avere durata inferiore ai 5 anni
I direttori di archivi/istituti adottano ogni misura necessaria per la conservazione dei beni
ricevuti in comodato dandone comunicazione al comodante; le relative spese sono a carico
del Ministero
I direttori di archivi/istituti possono ricevere in deposito, previo assenso dell’organo
competente, beni culturali appartenenti a ENTI PUBBLICI; le spese di conservazione e
custodia sono a carico degli enti depositanti (salvo che non si decida insieme al Ministero
che quest’ultimo ne copri almeno una parte)
LA CIRCOLAZIONE
Sia i beni pubblici che quelli privati sono sottoposti ad una disciplina che riguarda la
circolazione (trasferimento, vendita, donazione, passaggio di proprietà e tutti gli atti di
disposizione)
Le norme sono particolarmente stringenti per i beni culturali pubblici, mentre nel caso di
quelli privati la disciplina è più generica.
Può essere:
INTERNA
PER I BENI CULTURALI PUBBLICI il principio è quello della inalienabilità
- La circolazione è molto limitata e sottoposta ad autorizzazione Ministeriale
- Si tratta perlopiù di Beni Demaniali
- Il Bene Pubblico ha il vincolo della fruibilità pubblica
- Si evita che con i trasferimenti si venga pregiudicata la fruibilità pubblica del
Bene
Articolo 53→Il Bene Culturale Pubblico, secondo l’articolo 822 del Codice Civile, che
costituisce il demanio culturale non può essere alienato né formare oggetto di diritto di favori
terzi
Articolo 54→ Sono beni del demanio culturale (e quindi inalienabili): gli immobili, le aree di
interesse archeologico, gli immobili dichiarati monumenti nazionali, le raccolte di musei,
pinacoteche, biblioteche, gallerie, gli archivi, gli immobili dichiarati di interesse
particolarmente importante per la storia politica, militare, della letteratura, arte, scienza,
tecnica, industria e della cultura, le cose mobili opere di autori viventi o esecuzioni che non
risalgono oltre 70 anni, le cose appartenenti ad enti o istituti pubblici di autore vivente o la
cui esecuzione risalga ad oltre 70 anni
- Non è esclusa però la possibilità di trasferimento all’interno delle proprie
amministrazioni, garantendone l’integrità
Articolo 55→ Consente in taluni casi eccezionali, la possibilità del Ministero di autorizzare la
circolazione del Bene Culturale
- Riguarda i Beni Culturali immobili appartenenti al demanio culturale non rientranti
nell’articolo 54
- La richiesta di autorizzazione fatta dal soggetto pubblico interessato che intende
alienare deve essere corredata dall’indicazione della destinazione del Bene, dal
programma delle misure necessarie per la conservazione del Bene, dall’indicazione
degli obiettivi di valorizzazione che si intendono perseguire con l’alienazione del
bene
- L’autorizzazione può essere rilasciata su parere del soprintendente dopo aver sentito
la regione e gli altri pubblici territoriali interessati
- Qualora sia consentita, l'autorizzazione dovrà dettare prescrizioni volte a
garantire la conservazione e la congruità delle modalità e dei tempi previsti
per il conseguimento degli obiettivi di valorizzazione indicati nella richiesta.
- L'autorizzazione non può essere rilasciata qualora la destinazione d'uso proposta sia
suscettibile di arrecare pregiudizio alla conservazione e fruizione pubblica del bene o
comunque risulti non compatibile con il carattere storico e artistico del bene
medesimo.
- Il Ministero ha facoltà di indicare, nel provvedimento di diniego, destinazioni d'uso
ritenute compatibili con il carattere del bene e con le esigenze della sua
conservazione.
- Il Ministero ha altresì facoltà di concordare con il soggetto interessato il contenuto del
provvedimento richiesto, sulla base di una valutazione comparativa fra le proposte
avanzate con la richiesta di autorizzazione ed altre possibili modalità di
valorizzazione del bene.
- L’autorizzazione, se rilasciata, comporta la sdemanizzazione del bene (che resta
comunque sottoposto a tutte le disposizioni di tutela)
- Le prescrizioni contenute nell’autorizzazione sono vere e proprie obbligazioni e se
non vengono rispettate, questo comporta il Bene tornerà a far parte del demanio o
della proprietà.
Articolo 56→ È soggetta ad autorizzazione da parte del Ministero anche:
- l'alienazione dei beni culturali appartenenti allo Stato, alle regioni e agli altri enti
pubblici territoriali, non appartenenti al demanio pubblico.
- l'alienazione dei beni culturali appartenenti a soggetti pubblici diversi da quelli indicati
precedentemente o a persone giuridiche private senza fine di lucro, compresi gli enti
ecclesiastici.
- L’autorizzazione all’alienazione di Beni Culturali pubblici, può essere rilasciata
quando essi non abbiano interesse per raccolte pubbliche, non derivi danno alla loro
conservazione e non ne sia menomata la pubblica fruizione.
- Le prescrizioni e condizioni contenute nell'autorizzazione sono riportate nell'atto di
alienazione e sono trascritte, su richiesta del soprintendente, nei registri immobiliari.
Articolo 57→ Non è prevista alcun tipo di autorizzazione per gli atti che comportano
alienazione di beni culturali a favore dello Stato, comprese le cessioni in pagamento di
obbligazioni tributarie
Articolo 58→ Lo Stato può accettare anche in permuta Beni, ovvero lo scambio di Beni, con
la condizione che dalla permuta stessa derivi un incremento del patrimonio culturale
nazionale ovvero l'arricchimento delle pubbliche raccolte.
- Può essere effettuata solo con autorizzazione
FRUIZIONE PUBBLICA
La fruizione pubblica è la possibilità per la collettività di accedere, conoscere i Beni Culturali
- Vale per tutti i Beni Pubblici
- L’unico limite è se il Bene Pubblico ha destinazione definita.
- La proprietà Privata non è fruibile salvo casi previsti dalla Legge.
Articolo 101→ La fruizione è interesse e dovere generale. Distingue gli istituti e i luoghi di
cultura che si occupano direttamente di questo aspetto
- Museo: struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone
beni culturali per finalità di educazione e studio
- Biblioteca: struttura permanente che raccoglie, cataloga e conserva un insieme
organizzato di libri, materiali e informazioni su qualunque supporto e ne assicura la
consultazione per promuovere la lettura e lo studio
- Archivio: struttura permanente che raccoglie, inventaria e conserva documenti
originali di interesse storico e ne assicura la consultazione per finalità di studio e
ricerca
- Area archeologica: sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o
manufatti e strutture preistoriche/di età antica
- Parco archeologico: ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze
archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici e ambientali
attrezzato come un museo all’aperto (più vasto dell’area)
- Complesso monumentale: insieme formato da una pluralità di fabbricati edificati in
epoche anche diverse che col tempo hanno acquisito nell’insieme una rilevanza
storica, artistica, antropologica, etnoantropologica..
Gli Istituti e i luoghi di cultura se appartengono a soggetti privati sono aperti al pubblico e
svolgono attività, comunque privata, di utilità sociale
Articolo 102 → prevede che gli enti e istituti pubblici e territoriali assicurano la fruizione dei
Beni assicurando le forme di tutela, protezione e conservazione previste dal codice.
- La fruizione al di fuori dei luoghi di cultura deve essere compatibile con lo
svolgimento degli scopi istituzionali a cui i Beni sono destinati
- Al fine di coordinare, armonizzare ed integrare la fruizione agli istituti ed ai luoghi
della cultura di appartenenza pubblica lo Stato, il Ministero, le regioni e gli altri enti
pubblici territoriali definiscono accordi
- Con gli accordi il Ministero può trasferire ai vari enti, tramite il principio di
sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza (art. 118) la disponibilità di
Istituti e luoghi di cultura
- In assenza di accordo, ciascun soggetto pubblico è tenuto a garantire la fruizione dei
beni di cui ha comunque la disponibilità.
Articolo 103 → L’accesso agli istituti e luoghi di cultura deve essere sempre garantito
- Può essere gratuito (biblioteche, archivi per finalità di lettura, studio, ricerca…) o a
pagamento → spetta a colui che ha la proprietà stabilirlo
- Nel caso di accesso a pagamento il Ministero e i vari enti stabiliscono i casi di libero
accesso, le categorie di biglietti e i criteri per la determinazione del prezzo, le
modalità di emissione/distribuzione/vendita, le eventuali % dei proventi dei biglietti da
assegnare all’ente nazionale di assistenza e previdenza per
pittori/scultori/musicisti/scrittori/autori drammatici
- Eventuali agevolazioni devono essere regolate e non creare discriminazioni
ingiustificate nei confronti dei cittadini degli altri Stati membri dell'Unione europea.
Articolo 104 → L’accesso agli istituti e luoghi di cultura appartenenti a privati può essere
assoggettato a visita del pubblico per scopi culturali nel caso di Beni Culturali immobili
indicati dall’art. 10 comma 3 (valore storico, archeologico, antropologico, etnoantropologico
con un interesse ECCEZIONALE) e le collezioni dichiarate di interesse culturale
- Le modalità di visita sono concordate tra il proprietario e il soprintendente mediante
convenzione
SANZIONI
Vi sono 3 tipi di sanzioni:
● Amministrative: hanno la finalità di ripristinare/reintegrare il bene culturale dopo gli
effetti dell’intervento negativo (garantire la conservazione e la tutela)
● Civili: riguarda l’annullamento di contratti o gli atti tra privati stipulati in violazione
delle norme di tutela, conservazione e valorizzazione
● Penali: vengono aggiunte alle sanzioni amministrative/civili (ammenda→
multa / arresto o detenzione)
SANZIONI AMMINISTRATIVE
Articolo 160→ disciplina l’ordine di reintegramento;se per effetto della violazione degli
obblighi di protezione e conservazione c’è un danno, il Ministero ordina al responsabile
l’esecuzione a sue spese delle opere di reintegrazione e ripristino (vanno eliminate tutte le
opere di modifiche per riportare il bene allo status originale)
- In caso di non temperanza, il Ministero procede all’esecuzione d’ufficio (sempre a
spese del soggetto).
- Quando la reintegrazione non sia possibile, il soggetto è tenuto a corrispondere allo
Stato una somma pari al valore della cosa perduta
- Se il bene scompare o non sia più rintracciabile sul territorio nazionale, il
trasgressore dovrà corrispondere allo Stato una somma pari al valore della cosa
SANZIONI CIVILI
Articolo 164→ stabilisce che le alienazioni, le convenzioni, gli atti giuridici compiuti da privati
contro i divieti stabiliti dal Codice o senza l’osservanza delle condizioni sono NULLI.
- Il Ministero potrà esercitare la prelazione (sostituirsi all’eventuale venditore)
- Chiunque trasferisce all’estero i beni indicati dall’art. 10 dovrà pagare una somma
che va da 77,50 a 465 euro.
- Chi effettua un’esportazione fuori dall’UE è punito con un'ulteriore sanzione e dovrà
pagare una somma che va da 103 a 120 euro.
SANZIONI PENALI
Articolo 169→ È punito con l’arresto da 6 mesi a 1 anno + ammenda che va da 775 a 38.800
euro
- chi effettua opere non autorizzate su beni culturali
- chi procede al distacco di affreschi/stemmi/graffiti/iscrizioni
- chi esegue lavori provvisori indispensabili per la conservazione senza darne
immediata notizia alla sovraintendenza
- chi destina i beni culturali ad un uso incompatibile con il loro carattere
- chi colloca o rimuove illecitamente il bene dal luogo a cui il sovraintendente l’ha
destinato
- chi non osserva le prescrizioni date dal Ministero
È punito con la reclusione fino a 1 anno + ammenda che va da 1550 a 77.500 euro
- chi aliena beni culturali senza autorizzazione
- chi non presenta la denuncia degli atti di trasferimento
- l’alienante di un bene culturale soggetto a prelazione
È punito con la reclusione da 1 a 4 anni + ammenda che va da 260 a 5200 euro
- chi trasferisce all’estero cose di carattere artistico, storico, archeologico,
etnoantropologico…senza attestato di libera circolazione o licenza di esportazione
- chi non fa rientrare un bene culturale per il quale sia stata autorizzata l’uscita o
l’esportazione temporanea alla scadenza del termine -> il giudice può disporre anche
la confisca del bene da parte dello stato
È punito con la reclusione fino a 1 anno + ammenda che va da 380 a 3100 euro
- chi esegue ricerche archeologiche senza concessione
- chi non denuncia le cose ritrovate casualmente nel sottosuolo
È punito con la reclusione fino a 3 anni + ammenda che va da 31 a 520 euro
- chi si impossessa di beni culturali appartenenti allo Stato
- La pena applicabile è ridotta se il colpevole fornisce una collaborazione
decisiva o rilevante per il recupero del bene sottratto
È punito con la reclusione da 3 mesi a 4 anni + ammenda che va da 100 a 3100 euro
(aumenta se i fatti sono commessi da attività commerciali) → ordinata la confisca degli
esemplari contraffatti
- chi contraffà, altera o riproduce un opera al fine di trarne profitto
- chi pone in commercio, detiene per farne commercio o introduce nel territorio dello
Stato un opera contraffatta
- chi, conoscendone la falsità, autentica opere di interesse storico/artistico
Articolo 178→ Tutte le sanzioni per i reati di contraffazione di opere d’arte NON si attuano
per chi detiene, riproduce, diffonde o pone in vendita copie di oggetti d’arte, scultura, grafica
(…) dichiarando esplicitamente la NON autenticità mediante annotazione scritta sull’opera o
sull’oggetto/dichiarazione rilasciata durante l’atto di vendita
È punito con l’arresto fino a 3 mesi + ammenda che va fino a 206 euro chi non si adoperi per
un obbligo del Ministero volto alla tutela dei beni culturali
La convenzione propone inoltre un apposito ente chiamato “conferenza degli stati parte” che
si deve riunire con cadenza biennale e stabilirà le proprie funzioni, responsabilità e
orientamento interno
- dovrà vigilare sul rispetto della convenzione, favorire la cooperazione, elaborare
strategie e progetti per la tutela…