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- astratta (situazione tipizzata in una regola giuridica, vale per tutti ) es. Contrat
di compravendita = pagare per avere un diritto o un oggetto, è astratta perché
comprende TUTTI i casi in cui si scambia denaro in cambio di un bene,
ISTITUZIONI DI - e concreta
DIRITTO (situazione che si realizza di volta in volta) riguarda me, quel
COMMERCIALE
determinato bene e quel venditore ovvero non vale per tutti. Il tribunale se ne
occupa per riequilibrare i rapporti.
NORME E NORME GIURIDICHE
NORME:
NORME GIURIDICHE:
- Rispetto alle regole morali si basano su delle convinzioni (tutti gli individui sono
d’accordo, un individuo crea le regole e tutti gli altri devono rispettarle)
- Sono riferite a una situazione ipotetica, ovvero a una fattispecie: situazione di fatto
riconosciuta e regolata dall’ordinamento
DIRITTO:
- Sistema di regole per soluzione conflitti tra gli uomini, utile per prevenire e regolare i
conflitti
- Certezza del diritto: deriva dal fatto che l’individuo sa prima di svolgere un’azione le
conseguenze della stessa
REGOLA:
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- Strumento di pacifica convivenza sociale, serve a delegare il potere di gestire
determinati rapporti sociali (delega della forza a un soggetto ragionevole che
garantisce la convivenza pacifica tra gli individui)
- Cambia nel tempo e nello spazio, chi le gestisce deve regolarle in base al momento e a
ciò che succede. Opera in precisi ambiti e momenti sociali
- L’applicazione da parte del giudice aiuta gli individui a capire il modo in cui esse vengono
applicate e quindi le conseguenze delle azioni
DIRITTO PUBBLICO: insieme di regole che si applica alle istituzioni pubbliche (regole di
funzionamento dello stato e degli enti pubblici - ex: regola chi e in che modo può formare
delle leggi). Non riguardano in alcun modo i soggetti privati, soddisfano tutele di carattere
generale.
LEGISLATIVO(parlamento),
GIUDIZIARIO(magistratura)
DIRITTO PRIVATO: diritto che regola i rapporti tra soggetti privati che sono posti su un
piano di parità
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- valore: carattere singolare soggettivo
DIRITTO SOGGETTIVO: insieme delle pretese che un soggetto può far valere in quanto si
fondano sul diritto oggettivo
Le pretese degli individui (diritti soggettivi) possono fondare dei diritti assoluti: che si fanno
valere nei confronti di tutti senza la collaborazione degli altri consociati (ex: diritto al nome -
lo si esercita nel contesto e nel momento che si preferisce; diritto di proprietà - avendo la
proprietà di un oggetto si può scegliere il momento e il modo di utilizzarlo) e dei diritti
relativi: valgono esclusivamente verso un determinato soggetto da parte di cui serve una
collaborazione (ex: diritto di credito - vendendo un oggetto ho il diritto di ottenere del
denaro prestabilito da parte dell’individuo a cui l’oggetto è stato venduto).
Esistono diritti relativi che creano una situazione di soggezione: i diritti potestativi: pur
essendo dei diritti relativi danno il potere a un soggetto a cui corrisponde la pura
soggezione dell’altro soggetto; è esercitato nei confronti di un individuo senza che
quest’ultimo possa impedirlo (ex: diritto di licenziarsi da parte di un lavoratore - in
questo caso il datore di lavoro deve accettare e subire la decisione del primo; diritto di
recesso - è il potere di sciogliersi da un vincolo contrattuale senza che la controparte
possa opporsi)
02/10/2020
distinti in naturali (fatti giuridici come accadimenti naturali) e umani (fatti giuridici come
accadimenti umani).
Quelli naturali sono completamente svincolati dalla volontà dell’uomo e possono avere
conseguenze sulla vita delle persone (ex: alluvione), mentre quelli umani dipendono
solamente dalla volontà dell’uomo e possono essere legati o all’attività positiva o a quella
negativa dell’uomo.
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I fatti giuridici (umani)
I fatti umani si distinguono in:
direttamente dallaindica
Illecito, nel diritto, volontà degli
un comportamento dichiarazioni
direttamentedialla
volontà positiva
volontà di obbligarsi
positiva
a cui
umano contrario all'ordinamento giuridico, in è collegato l’effetto giuridico desiderato.
Uomini ma da un’azione
quanto costituisce che
violazione di porta
un dovere o di obbligarsi
Dopo e producono
essersi formata la miaeffetti
volontà la esprimo e
di un obbligo posto da una norma giuridica, comunico, e produco l’ effetto giuridico
ad un determinato effetto giuridico
al quale un'altra norma ricollega una
giuridici desiderati.
desiderato.
sanzione.
non desiderato.
Differenza tra atti illeciti e giuridici: volontà nell’effetto giuridico; compiendo un fatto
illecito si può voler compiere il fatto ma non si vuole l’effetto giuridico, compiendo un atto
giuridico si è consapevoli di voler fare il fatto e si cerca anche l’effetto giuridico.
MANIFESTAZIONE DI VOLONTÀ
VINCOLO GIURIDICO
EFFETTO GIURIDICO
esistono delle norme che indicano quali sono le fonti delle norme stesse e stabiliscono:
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- [introduzione] quali individui hanno il diritto di fare delle regole di diritto oggettivo che
hanno valore giuridico (legittimati a porre norme giuridiche) introduzione che
stabilisce chi ha il potere di creare norme
- [disposto come testo scritto] gli articoli non vengono modificati ma cambia la loro
interpretazione a seconda del contesto: il testo non è mai stato modificato ma è
cambiata la norma astratta, quindi il modo di applicazione della regola stessa. La norma
è il precetto vincolante che viene applicato partendo dal testo scritto.
È rigida, quindi difficile da modificare: per cambiarla serve un procedimento apposito che
prevede molteplici passaggi parlamentari e con maggioranze qualificate (non semplici).
A volte può essere modificata con maggioranze semplici ma è obbligatorio il Referendum
Alcuni passi della costituzione non sono modificabili, come l’adozione della forma
repubblicana, quindi per passare dalla forma repubblicana a quella monarchica si dovrebbe
distruggere la costituzione in vigore
Se la legge contiene delle norme, oppure la sola interpretazione del testo scritto in
opposizione alla costituzione, l’atto normativo viene sottoposto alla corte
costituzionale, detto giudice delle leggi, e se quest’ultimo la ritiene illegittima (non
conforme), la abroga dall’ordinamento
Le norme hanno sempre un contenuto relativo, quindi contengono sempre delle scelte,
per questo si distinguono dai valori e derivano sempre da un compromesso che serve a
determinare cosa è meglio fare a seconda di una determinata situazione, e sono sempre
modificabili.
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Gli atti aventi forza di legge si distinguono in 2 tipologie:
• decreto legge, ovvero la presentazione di intervento da parte del governo nei confronti
del parlamento che ha 60 giorni per convertirlo in legge, se il processo non avviene il
decreto decade.
LE FONTI DELL’ORDINAMENTO
• trattato dell’unione
• costituzione italiana
• leggi, che si distinguono in leggi ordinarie dello stato e atti aventi forza di legge, quali
decreto legge e decreto legislativo
La Costituzione (art. 117) afferma che in determinati ambiti le regioni devono avere
competenza esclusiva o concorrente, in questo caso la legge regionale affianca la
legge statale
Oltre alla costituzione italiana si ha la costituzione europea che a sua volta ha le sue fonti:
trattati, regolamenti, direttive. Il diritto europeo nasce come diritto sovranazionale ed è
necessario ad avvicinare i vari stati e garantire uguaglianza tra essi.
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obiettivo comune agli stati che fanno parte dell’Unione e servono a regolare diversi
contesti sociali in modo che ogni stato si regoli autonomamente per raggiungere
l’obiettivo stabilito dalla direttiva. La direttiva a volte stabilisce anche diverse modalità
con cui si possa arrivare all’obiettivo prestabilito, ex: regolazione del bilancio di ogni
stato (ogni stato appartenente all’Unione deve seguire dei modelli su cui basarsi per
redattore i bilanci in modo che tutti gli stati siano regolati similmente).
06/10/2020
trattato: accordo tra stati che porta alla creazione di un’entità sovranazionale
USI E CONSUETUDINI: necessari per creare le norme giuridiche al di fuori dei canali
ufficiali
- in Italia il sistema è basato sulla legislazione scritta ma altri ordinamenti sono a base
consuetudinaria.
- Anche secondo il nostro sistema possono essere formate delle norme sulla case
della consuetudine se un comportamento viene ripetuto costantemente dai
consociati (gruppo di persone) che tengono dati comportamenti nella convinzione di
rispondere a una regola giuridica
- Gli usi e le consuetudini sono fonti praticate ma non scritte e cambiano nel tempo.
Per questo ci sono delle raccolte di usi che sono conservate nella camera di commercio
e vengono costantemente aggiornate ma pur essendo scritto non possono sostituire la
norma scritta
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- norma giuridica: applicazione della disposizione
es: l’art. 1 delle preleggi è ancora scritto come alle origini ma viene applicato in modo
diverso, anche a seconda delle nuove norme e fonti dell’ordinamento.
- per applicare una legge si parte dal testo scritto e lo si interpreta e poi la si adegua ai
tempi; per questo non bisogna intendere la legge come qualcosa di fisso nel tempo ma
come qualcosa che si modifica a seconda del contesto
Lacuna dell’ordinamento: fatto non regolato, ovvero si hanno situazioni che generano
conflitto tra gli individui e non sono regolate da una norma
- l’ordinamento è un insieme di regole completo quindi c’è sempre una regola per
un’esigenza di regola (ogni fatto che ha bisogno di essere regolato trova una sua
disciplina)
- Il sistema inglese è impostato in modo diverso, in modo che un caso già deciso vincoli il
giudice successivo, il quale non può attuare una procedura diversa a meno che non
ricorra al distinguishing, ovvero affermare che la situazione considerata sia diversa di
fatto e di diritto dalla presente regola e, per questo, lui abbia diritto di esprimere la
propria sentenza.
08/10/2020
LE PERSONE
Il diritto viene applicato alle persone, quindi ci sono soggetti che lo applicano e
soggetti che manifestano invece delle volontà conflittuali. Il diritto serve laddove c’è una
pluralità di persone per regolarne i rapporti. Le persone a cui viene applicato il diritto
possono essere persone fisiche o persone giuridiche.
- persone fisiche: sono tutti gli uomini, che da quando nascono acquisiscono la
capacità giuridica, ovvero l’attitudine dell’uomo ad essere titolare di diritti e di
doveri e sono legate ad un processo naturale. Anche il concepito ha dei diritti, che
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sono però subordinati alla nascita come persona viva; se infatti il feto nasce già deceduto
non avrà diritto di ottenere la capacità giuridica. Il diritto di una persona fisica ha un
valore sia riferito al tempo che allo spazio, per questo è importante il concetto di
residenza, ovvero il luogo dove abitualmente l’individuo risiede, di domicilio, il luogo
dove l’individuo svolge la sua attività lavorativa e di dimora, ovvero il luogo in cui
l’individuo attualmente soggiorna e di soggiorno, ovvero il luogo in cui si prende alloggio
occasionalmente.
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seconda del loro raggio di azione. Gli enti territoriali, lo Stato, le regioni, le province e i
comuni, sono caratterizzati dal potere sovrano e organizzano la comunità nazionale.
Il patrimonio è l’insieme dei rapporti attivi e passivi che fanno capo ad un determinato
soggetto.
- le cose in diritto sono ciò che può essere oggetto di diritto e sono gli unici beni che
costituiscono il patrimonio. Significa che abbiamo a che fare con tante cose, ma non con
tutte perché non tutte queste cose possono essere oggetti di diritto. es: l’aria è di tutti
ma non è di nessuno; nessuno può diventare proprietario dell’aria ma se questa viene
messa in un contenitore ed usata per secondi fini, assume valore economico e diventa
un bene economico.
- parlando di relazioni giuridiche tra soggetto e oggetto si parla di diritto reale, che deriva
dal latino “res” e significa cosa. Il primo diritto reale è il diritto di proprietà, e seguono
poi il diritto di superficie, di usufrutto, di uso, di abitazione e di servitù, che sono
diritti reali limitati e parziali, es: per il diritto di uso io posso usare un oggetto ma dovrò
poi restituirlo al proprietario. Sono diritti parziali perché al di sotto c’è sempre il diritto di
proprietà. Un’altro diritto basato sul diritto di proprietà è quello di servitù di passaggio;
concedendo questo diritto un proprietario si limita e rinuncia all’esclusività sulla sua terra
per permettere ad un’altro di passarci sopra.
09/10/2020
DIRITTO DI PROPRIETÀ
art. 832 la proprietà: Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno
ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento
giuridico.
Questo articolo non parla della proprietà ma di cosa può fare il proprietario perché, il codice
civile nasce nel ’42 e, in pieno regime fascista ci si rapportava direttamente con il
proprietario o con l’imprenditore.
Da questo articolo di può trarre la definizione di proprietà, che è il diritto del proprietario
e consiste nel godere e disporre in modo esclusivo delle cose che possono essere
oggetto di diritto, ma sempre entro i limiti.
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Il proprietario possiede delle facoltà:
- la possibilità di godere delle cose, quindi la possibilità sia di usarle che di non usarle.
Questa possibilità è legata anche ai frutti delle cose, ovvero a dei beni che derivano da
altri ma ne sono completamente autonomi e che possono essere naturali, se sono
prodotti direttamente dalla natura e possono diventare un autonomo oggetto di diritto,
attraverso un atto giuridicamente detto di separazione, o civili, se sono il prodotto di
azioni giuridiche, in questo caso il fenomeno della separazione non avviene fisicamente
ma vengono calcolati gli interessi sul capitale, quindi si ha una finzione giuridica per
cui si considerano furti gli interessi.
Queste caratteristiche sono piene, quindi normalmente il proprietario può godere e disporre
dei suoi oggetti senza limitazioni. A volte però la pienezza viene meno perché il diritto
sull’oggetto è limitato da altri; un esempio può essere l’usufrutto: il nudo proprietario si
toglie la possibilità di utilizzare l’oggetto e l’usufruttuario che lo utilizza riceve i suoi frutti ma
non può venderlo, inoltre al termine del contratto il nudo proprietario torna ad essere il
proprietario dell’oggetto.
- Il diritto di possesso, quindi il diritto di avere relazioni con gli oggetti posseduti (jus
possidendi), ma anche il diritto di cedere il possesso ad un’altra persona (jus
possessionis)
Quindi il diritto di proprietà è un diritto reale e assoluto e quindi nonostante i limiti che
possono esserci all’interno non necessita la collaborazione di nessuno.
Riguardo a questo argomento il codice civile fa una distinzione tra beni mobili e beni
immobili; seguendo il codice scritto nel 1942 il bene essenziale che integra il concetto di
ricchezza è il bene immobile, quindi questo è più importante del bene mobile. Infatti nel ’42
la proprietà fondiaria era quella più consistente. Per questa distinzione il codice civile
prevede norme diverse per la tutela di beni mobili e immobili.
- Art. 810
- art. 812 distinzione dei beni: sono beni immobili il suolo, le sorgenti e i corsi d’acqua,
gli alberi, gli edifici e le altre costruzioni, anche se unite al suolo a scopo transitorio, e in
genere tutto ciò che naturalmente o artificialmente è incorporato al suolo. Sono reputati
immobili i mulini, i bagni e gli altri edifici galleggianti quando sono saldamente assicurati
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alla riva o all’alveo e sono destinati ad esserlo in modo permanente per la loro
utilizzazione. Sono mobili tutti gli altri beni.
Secondo questo articolo tutto ciò che è saldamente attaccato alla terra diventa un
bene immobile e questo porta a dettare regole più rigide per questi beni rispetto che per
quelli mobili. Visto che nell’ordinamento del 1942 trasferire un bene immobile significava
trasferire una ricchezza importante, per il trasferimento dei beni immobili esistono forme
molto rigorose, quindi serve sempre una forma scritta che non è legata all’azione ma al
bene immobile stesso. L’attuale ordinamento vuole una sorta di anagrafe per i beni
immobili ed è importante conoscere chi è il proprietario di ogni bene; conoscere questa
informazione serve anche al fisco per stabilire le imposte sia che riguardano le persone
fisiche sia che riguardano i beni. Oltre all’atto scritto serve anche una notazione in
pubblico registro che si chiama conservatoria immobiliare (catasto in linguaggio
comune). Secondo il nostro ordinamento quindi si possono trasferire i beni immobili se lo
stato è a conoscenza del proprietario di tali beni; questa limitazione serve a regolare e
controllare più facilmente la costruzione di edifici e la loro registrazione nei registri pubblici.
Il diritto di proprietà si ha anche senza che il proprietario abbia una relazione di fatto con
l’oggetto in questione, ad esempio se decido di lasciare la macchina a casa di un mio
amico, questo diventa il possessore e può utilizzarla, mentre io ne rimango il proprietario.
L’ordinamento tutela entrambe le situazioni, infatti se poi io decido di riprendere la mia
macchina e il mio amico si rifiuta compie un’introversione di possesso e in questo caso
dove dimostrare di esserne il proprietario e di averne trasferito temporaneamente il
possesso.
L’unico possesso che richiede l’atto scritto è quello che riguarda i beni immobili, dove il
possessore è in relazione con l’oggetto ma sa che appartiene ad un altro. È una relazione di
fatto che da però una tutelar possessore che può far valere il proprio possesso, cioè la
relazione di fato con la cosa.
- art. 1140 il possesso: è il potere sulla cosa che si manifesta in un’attività corrispondente
all’esercizio della proprietà o altro diritto reale. Si può possedere direttamente o per
mezzo di altra persona, che ha la detenzione della cosa.
Quindi il possessore si comporta come il proprietario, però riconosce che c’è un altro
proprietario. Quando si parla di possesso si fa riferimento a un elemento soggettivo legato
alla consapevolezza di un diritto di base, ossia quello della proprietà e a un elemento
oggettivo ovvero la relazione di fatto.
13/10/2020
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Come abbiamo precedentemente affermato il possesso è la situazione di fatto mentre la
proprietà è la situazione di diritto.
- art. 922 modi di acquisto: la proprietà si acquista per occupazione, per invenzione, per
accessione, per specificazione, per unione o commissione, per usucapione, per effetto di
contratti, per successione a causa di morte e negli altri modi stabiliti dalla legge.
La legge prevede 9 modi di acquisto della proprietà che vengono suddivisi in due categorie:
acquisizione a titolo originario e acquisizione a titolo derivativo.
- occupazione: serve per acquistare la proprietà delle cose mobili che non appartengono
a nessuno e necessita di un elemento materiale, l’impossessamento della cosa, un
elemento psicologico e l’intenzione di fare propria la cosa; un esempio sono gli oggetti
abbandonati. Possono essere di nessuno solo le cose mobili perché se i beni immobili
non appartengono a nessun privato (beni vacanti) sono di proprietà dello stato.
- Gli oggetti smarriti sono diversi perché il loro proprietario ne ha perduto il possesso
involontariamente. Chi trova una cosa mobile, che le circostanze fanno capire che fosse
smarrita, deve portarla al sindaco del luogo, il quale pubblicherà un articolo nell’albo
pretorio per renderne noto il ritrovamento. Se trascorre un anno dalla pubblicazione
dell’articolo colui che ha ritrovato la cosa ne diventa proprietario: acquisto per
invenzione o ritrovamento.
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- Acquisto per accessione: se una cosa di cui si è proprietari è qualificabile come
principale, questa fa acquistare la proprietà delle cose ad essa accessorie. Esistono tre
forme di questo acquisto di proprietà: 1) accessione di cosa mobile a cosa immobile
(in cui prevale la preminenza della proprietà immobile), ogni volta che un bene mobile
viene unito ad uno immobile diventa dei proprietà del proprietario del bene immobile; 2)
accessione di cosa immobile a cosa immobile, è un’ipotesi di limitata importanza e
riguarda le conseguenze delle alluvioni o delle altre catastrofi naturali, che causano
modifiche nelle proprietà dei territori; 3) accessione di cosa mobile a cosa mobile, se
due cose mobili di due proprietari diversi sono unite (accessione per unione) o
mescolate (accessione per commistione) in modo da formare un tutt’uno, il proprietario
della cosa principale diventa il proprietario di entrambe, pagando all’altro il valore della
sua cosa.
- Acquisto di una cosa mobile da un soggetto che non ne è il proprietario: cori che
acquista la cosa ne acquista il possesso e la proprietà se era in buona fede, quindi non
sapeva che colui che ha venduto la cosa non ne era il proprietario
- Alienazione della cosa mobile a più persone: se qualcuno aliena una stessa cosa a più
persone con successivi contratti, la cosa spetta a colui che ne è entrato in possesso per
primo, anche se il suo contratto è successivo a quello di un altro.
Mediante il possesso non si può acquistare la proprietà di università dei mobili, che non
sono destinati alla circolazione e non presentano la sicura e la rapida circolazione, e dei
mobili iscritti in pubblici registri, perché sono sottoposti a una forma di pubblicità che ne
consente l’equiparazione ai beni immobili.
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- È una situazione di fatto che rende agevole la prova della proprietà e quindi
l’acquisizione del diritto a titolo originario
15/10/2020
IL CONTRATTO
Il contratto si occupa di regolare i rapporti tra due parti; per esempio i modi di acquisto
della proprietà e di circolazione dei beni, regolare la procreazione del diritto alle altrui
prestazioni essendo una fonte delle obbligazioni. Attraverso il contratto si possono
trasferire i diritti reali e i diritti di credito, quindi la cessione dei crediti, quindi si svolge la
volontà dell’uomo.
- art. 1321 nozione: il contratto è un accordo di due o più parti per costruire, regolare o
estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.
- Libertà o autonomia contrattuale in senso negativo: nessuno può essere spogliato dei
proprio beni o essere costretto a ad eseguire prestazioni a favore di qualcun altro contro
il proprio volere
- Libertà di scelta fra i diversi tipi di contratto previsti dal codice civile
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- Libertà di determinare il contenuto del contratto: ogni determinazione delle due parti
viene chiamata clausola e ogni contratto è costituito da un pluralità di clausole
- Libertà di concludere contratti atipici, ovvero non menzionati nel codice civile, che
sono stati ideati dal mondo degli affari (leasing o locazione finanziaria, che consiste nel
prudere un oggetto in affitto con la possibilità di restituirlo don dato periodo di tempo e
di affittare uno più nuovo; portierato, ovvero il contratto firmato soprattutto in passato dai
portieri che gli permetteva di lavorare in guardiola presso un edificio e gli garantiva un
alloggio nello stesso). La maggior parte delle volte questi contatti sono misti (portierato:
unione di contratto di locazione e di lavoro subordinato). Anche i contratti atipici, avendo
la natura di contratto sono regolati dalle clausole contrattuali e sono sottoposti alle
norme sui contratti in generale
Secondo questo articolo non possono essere stipulati contratti contrari alle norme
dell’ordinamento, che è elastico riguardo gli interessi tutelati ma rigido sull’oggetto del
contratto. Se il contratto viene dichiarato lecito ma l’obiettivo a cui serve va contro alle
norme il contratto viene dichiarato nullo
- art. 1325 indicazione dei requisiti: i requisiti del contratto sono: 1) l’accordo fra le due
parti, 2) la causa, 3) l’oggetto, 4) la forma, quando risulta che è prescritta dalla legge
sotto pena di nullità
È l’incontro delle dichiarazioni di volontà delle due parti. L’accordo può formarsi in
maniera simultanea oppure per fasi successive; la proposta è la dichiarazione di volontà
di chi assume l’iniziativa del contratto mentre l’accettazione è l’espressione di volontà del
destinatario, che è libro di accettarla, respingerla, oppure di controproporre. Il contratto si
dice concluso quando c’è piena coincidenza fra le dichiarazioni di volontà, ovvero
quando il proponente riceve notizia dell’accettazione da parte del proprietario, e può essere
concluso in modo espresso, quando le due volontà vengono dichiarate per iscritto o
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oralmente, oppure in modo tacito, se le volontà o quella di una sola delle due parti non
vengono dichiarate e si deducono dal comportamento. Finché il contratto non risulta
concluso le parti conservano la loro autonomia e sia la proposta che l’accettazione
possono essere revocate.
b) La causa
c) L’oggetto
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provoca la nullità del contratto stesso mentre se la cosa è determinabile per far si che il
contratto sia valido, deve essere consegnata in uno stato non inferiore alla media. In caso
colui che doveva custodire e consegnare la cosa determinata non riesca ad adempiere per
cause esterne non ne subisce le conseguenze ma in caso fosse riconosciuto non
adempiente per cause personali dovrebbe trovare un altro modo di adempiere al contratto
oppure risarcire il danno.
d) La forma
Nel nostro sistema vige il principio della libertà della forma; i contratti possono risultare
da dichiarazioni espresse oppure tacite. I contratti espressi possono essere orali o
verbali, oppure scritti; il contratto risulta valido se la volontà di entrambe le parti viene
manifestata, in qualunque modo esse vogliano farlo. Esistono delle eccezioni:
- art. 1350 atti che devono farsi per iscritto: devono farsi per atto publico o scrittura
privata, sotto pena di nullità i contratti immobiliari che trasferiscono la proprietà di beni
immobili, che costituiscono, modificano o trasferiscono il diritto di usufrutto; i contratti
che costituiscono la comunione dei diritti indicati; i contratti che costituiscono o
modificano le servitù prediali, il diritto di uso su beni immobili e il diritto di abitazione; gli
atti di rinuncia ai diritti indicati; i contratti di affrancazione del fondo enfiteutico; i contratti
di anticresi; i contratti di locazione dei beni immobili per una durata superiore di nove
anni; i contratti di società o di associazione che conferiscono il godimento o altri diritti sui
beni immobili; gli atti che costituiscono rendite perpetue o vitalizie; gli atti di divisione dei
beni immobili; le transazioni che hanno per oggetto i diritti indicati; gli atti specialmente
indicati dalla legge.
16/10/2020
Il contratto è una regola che le parti si danno per regolare i propri interessi.
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Alcune regole non sono derogabili, che quindi sono a carattere imperativo: ad esempio i
presidi posti dell’ordinamento affinché vengano svolti atti leciti, quindi conformi alle finalità
dell’ordinamento stesso.
Il primo motivo per cui il contratto viene dichiarato nullo è quando esso non possiede gli
elementi presentati nell’articolo 1325, successivamente se non rispetta la forma richiesta.
L’accordo delle parti manca, ad esempio, quando una delle due parti manifesta il
consenso sotto violenza fisica, e quindi il contratto è nullo perché manca la volontà (se si
trattasse di violenza psicologica la volontà ci sarebbe ma sarebbe condizionata dalla
violenza). Quando si tratta di violenza fisica il contratto è considerato nullo perché anche
sotto violenza il soggetto ha scelto di firmarlo, mentre quando si parla di violenza morale/
psicologica il contratto è annullabile perché la volontà è viziata.
È più difficile che manchi la causa perché molto spesso si ha a che fare con contratti tipici,
ma anche quando si tratta di contratti atipici vengono stipulati partendo dalla prassi degli
affari; ma questa può essere illecita se non è meritevole di tutela, ad esempio un contratto
che ha per causa una protezione mafiosa.
e il creditore si potesse tenere la casa nel caso in cui io non pagassi i soldi che gli devo,
sarebbe un contratto in frode alla legge, perché la legge vieta il patto commissorio, ovvero
vieta di trasformare una garanzia in denaro, quindi di acquisire il bene dato in garanzia. La
legge prevede che la garanzia serva a garantire il creditore che quindi deve avere un valore
pari o superiore a quello per il quale il diritto di credito era stato formato. quindi se io che
dovevo pagare non pago, non ci si può appropriare del bene che ho messo in garanzia ma
lo si può vendere per ricavare i 100 euro iniziali.
L’annullabilità è applicabile ogni volta che il contratto contrasta con una norma
imperativa o che realizza uno scopo vietato dall’ordinamento. Le ipotesi di annullabilità
sono applicabili solo se previste dalla legge, quindi viene chiamata nullità testuale, ma a
volte la nullità viene definita virtuale, se fa riferimento a ipotesi non previste dalla legge
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- Se la nullità del contratto ha a che fare con la capacità di agire, quindi una delle parti
viene dichiarata non capace di manifestare la propria volontà e regolare
autonomamente i propri interessi: questo accade quando un individuo interdetto,
inabilitato o minore compie un atto giuridico essendo consapevole di non avere la piena
capacità di agire; in questo caso il soggetto sta violando la legge e per questo il
contratto deve essere annullato. Se ad esempio l’interdetto stipula un contratto senza
l’aiuto del tutore il contratto sarà annullabile perché questo soggetto non ha la piena
capacità di agire.
- Se la nullità del contratto ha a che fare con la capacità naturale significa che
normalmente l’individuo ha la capacità di agire ma nel momento in cui viene stipulato
il contratto questa viene a mancare (ad esempio a causa dell’alcool) per un breve
periodo, la mancanza di capacità viene definita transitoria e il contratto viene
annullato dell’ordinamento. Per permettere all’ordinamento di dichiarare l’annullabilità di
questo contratto l’individuo deve dimostrare che l’altra parte si sia approfittata di lui
Oltre alle ipotesi legate alla capacità delle due parti ci sono anche quelle legate ai vizi della
volontà, cioè all’incapacità di esprimere liberamente il proprio volere:
- Il primo vizio della volontà è l’errore: normalmente per errore si intende essersi capiti
male, quindi si tratta di errore motivo o di errore ostativo; l’errore motivo è legato a degli
elementi individuati dalla legge, quindi è l’errore che cade sulla natura, sull’identità o
sulla qualità dell’oggetto o dell’altro contraente. l’errore ostativo è l’errore nella
dichiarazione, quindi si ha se una parte afferma di volere una cosa e l’altra le da la
proprietà di una cosa diversa, in questo caso gli errori diventano rilevanti ma per essere
tutelati dall’ordinamento bisogna dimostrare che la seconda parte si è approfittata
dell’errore.
- Il secondo vizio è il dolo: si ha quando la seconda parte utilizza raggiri per ingannare la
prima parte e guadagnare sempre e comunque da un contratto. In questo caso l’errore
non è dovuto alla prima parte che è stato vittima di un inganno e quindi ha stipulato un
contratto con la volontà viziata
- Il terzo vizio è la violenza, che può essere sia morale, in cui la parte sottoposta a tale
violenza ha una scelta e può decidere cosa fare, sia fisica, in cui la parte che subisce
la violenza non ha scelta ed è costretta a manifestare una volontà che non condivide
- Quando si parla di nullità si ha una sanzione grave; la nullità porta il contratto a non
avere nessun effetto, come se non fosse mai stato stipulato e per questo si applica la
restituzione reciproca
- Quando si parla di annullabilità un contratto produce i suoi effetti finché non viene
annullato definitivamente, il termine di prescrizione per cui l’ordinamento può agire per
annullare un contratto sono 5 anni durante i quali la parte che si è sentita approfittata
può richiedere questa conseguenza senza che l’altra parte lo sappia. L’annullabilità
tutela la parte che manca di capacità giuridica o che è stata raggirata con dolo o
violenza.
20/10/2020
Quindi si può affermare che se la causa del contrato è illecita il contratto è fatto in frode
alla legge, e per questo risulterà nullo
Affidamento aspettativa che un contratto produca gli effetti desiderati
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- art. 2247 contratto di società: con il contratto di società due o più persone
conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo
di dividerne gli utili
quando si parla di nullità e annullabilità significa che si ha un vizio, manca uno degli
elementi oppure si ha una limitazione nella libertà del volere
• Significa che una delle parti non adempie correttamente alla prestazione stabilita
• Anche se una delle prestazioni non viene conclusa l’altra deve essere effettuata perché il
contratto è una forma di obbligazione e deve essere risolto
• il contratto è un vincolo giuridico che lega due parti all’esecuzione di due prestazioni e
quando si ha un problema nella fase di esecuzione a causa dell’inadempimento di una
delle due parti il vincolo deve essere sciolto
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all’esecuzione della prestazione sovvenuta
> la risoluzione, con cui si ottiene lo scioglimento con l’obbligo di effettuare la prestazione
a carico del soggetto che è ancora in grado di effettuarla
• Il contratto nasce bene, con tutti i requisiti necessari, ma per cause naturali o
incontrollabili viene alterato; in questo caso la risoluzione opera di diritto, quindi è
automatica e non c’è bisogno né della forma giudiziale né di della stragiudiziale
• L’impossibilità deve riguardare una cosa determinata, non generica poiché essendo tale è
sempre possibile da ottenere nuovamente
Quando viene stipulato un contatto, questo tutela i conflitti di interessi; inizialmente gli
interessi sono equilibrati poiché entrambe le parti sono disposte ad eseguire la prestazione.
Nel corso del tempo queste prestazioni possono cambiare di valore a causa di eventi
straordinari e imprevedibili che sono estranei alla volontà delle parti; in questo caso si parla
di eccessiva onerosità sopravvenuta
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• Il contratto produce effetti immediatamente
• Si può prevedere che un contratto produca effetti solo al verificarsi di determinati eventi
futuri e incerti che non dipendono dalla volontà dalle parti
CLAUSOLA HARDSHIP
la si usa nei contratti internazionali ed è la clausola che è legata alla forza maggiore.
- Forza maggiore vuol dire che una determinata prestazione diventa impossibile perché
succede qualcosa che non è prevedibile e quindi non consentiva di disporre di misure
di prevenzione ed e una cosa a cui non si può resistere. Quel qualcosa è completamente
slegato dalla volontà e dalla diligenza del debitore. e non è a lui imputabile l’impossibilità
della prestazione, lui ha preso tutte le precauzioni possibile. Forza maggiore non è
riferibile /imputabile al debitore.
• il termine iniziale è il momento dal quale il contratto inizia a produrre gli effetti
es: contratto di locazione; si può concludere un contratto subito ma si vuole usufruire degli
effetti tra un mese e quindi il termine inizia a decorrere da quando ne usufruisco
Questo perché ci sono contratti che hanno efficacia istantanea, come la compravendita,
che realizzano immediatamente gli interessi delle parti, e i contratti di durata, che hanno
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un inizio e una fine, e gli interessi sono legati allo sviluppo di un rapporto nel tempo, come i
contratti
di locazione, di fornitura e di somministrazione, che sono contratti con prestazioni nel tempo.
anche le società sono contratti di durata, perché sono indirizzate a produrre effetti
nel tempo e a realizzare un’attività di impresa dividendone gli utili
i contratti di durata normalmente sono legati a un termine finale ma a volte non succede
• per la fornitura di energia elettrica è previsto il termine iniziale ma non quello finale
• nelle società deve esserci il termine iniziale ma può mancare quello finale; quindi
queste diventano società a tempo indeterminato.
L’ordinamento italiano non tutela i rapporti indeterminati perché non approva che le
parti si leghino senza un limite di tempo, quindi si crea un collegamento tra tempo
indeterminato e diritto di recesso, per cui un contraente può comunicare, attraverso una
dichiarazione di volontà, all’altro che vuole sciogliere il contratto e questo deve per forza
accettare questa sua decisione.
DIRITTI POTESTATIVI
sono i diritti di credito in cui un soggetto esercita il potere legale o contrattuale di sciogliersi
dal vincolo contrattuale (volontà di uno solo)
es: il rapporto di lavoro è un contratto a durata che può essere sciolto attraverso il recesso
• il recesso si basa sulla volontà di un soggetto che può prevede di sciogliersi dal
rapporto contrattuale solo con la sua dichiarazione
• risoluzione significa che una delle due prestazioni non viene eseguita perché la
controparte è inadempiente a causa di impossibilità sopravvenuta o di eccessiva
onerosità
> la controparte dovrebbe eseguire comunque la prestazione, oppure usare gli strumenti “via
giudiziale” e “via stragiudiziale” per la risoluzione o gli altri strumenti che consentono di
rompere il contratto
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accordo risolutorio caso in cui le parti tolgono effetti a un precedente contratto
LA RAPPRESENTANZA
è possibile che una parte si faccia rappresentare nella conclusione del contratto; cioè che
non sia essa stessa a manifestare direttamente la volontà ma utilizzi un altro soggetto per
manifestarla.
• la rappresentanza è un istituto che si può applicare sia per volontà della legge che
per volontà delle parti, in questo caso si parla di rappresentanza volontaria, in cui il
soggetto principale decide di farsi rappresentare da un secondo soggetto
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ATTENZIONE: importante quando il rappresentante ha il rapporto contrattuale con i terzi, lui
deve esplicitare che sta prendendo parte al contratto per conto di qualcun altro e quindi sta
operando come se fosse la persona che rappresenta
LA PROCURA
• la forma dipende dall’atto che si va a concludere: la procura deve avere la forma per la
quale il contratto è stato stipulato
> se la procura è per la compravendita di un giornale non occorre l'atto scritto
> se invece la procura è per la vendita di una casa, questa deve avere la forma scritta
delimitazione dei poteri del rappresentante, onere del terzo che contratta con il
rappresentante per informarsi sui suoi poteri
- art. 1393 giustificazione dei poteri del rappresentante: il terzo che contratta con il
rappresentante può sempre esigere che questi giustifichi i suoi poteri e, se la sa
rappresentanza risulta da u sto scritto, che gliene dia una copia da lui firmata
- art 1398 rappresentanza senza potere: colui che ha contrattato come rappresentante
senza averne i poteri o eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli è responsabile del
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danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella
validità del contratto.
Il contratto non produce effetti, però il rappresentato può decidere comunque di farlo valere:
- art 1399 ratifica: nell’ipotesi prevista dall’articolo precedente il contratto può essere
ratificato dall'interessato con l'osservanza delle forme prescritte per la conclusione di
esso. La ratifica ha effetto retroattivo, ma sono salvi i diritti dei terzi. Il terzo e colui che ha
contrattato come rappresentante possono d’accordo sciogliere il contratto prima della
ratifica. Il terzo contraente può invitare l’interessato a pronunciarsi sulla ratifica, scaduto il
quale nel silenzio la ratifica s’intende negata. La facoltà di ratifica si trasmette agli eredi
• il mandatario esegue uno o più atti giuridici per conto, ma non per forza per nome,
del suo mandante, cioè si impegna a fare cose per un altro; non ha la spendita del nome,
quindi lo fa per nome suo
• gli effetti del contratto non si producono direttamente nella sfera giuridica del
mandante ma in quella del mandatario, che si obbliga a trasferire al mandante in virtù del
rapporto di mandato; per questo a volte si parla di rappresentanza indiretta e di
interposizione reale di persone, cioè di un doppio passaggio
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La procura non è un contratto, secondo le fonti delle obbligazioni vengono prodotte da
contratti, fatti illeciti e da ogni altro fatto idoneo in conformità dell’ordinamento giuridico
FATTO ILLECITO
l’autonomia contrattuale è anche libertà di limitare la propria possibilità di muoversi nella vita
reale per evitare situazioni che generano conflitti tra loro stesse; il diritto serve a prevenire e
regolare conflitti
nei contratti si ha una volontà orientata ad obbligarsi, in questo caso invece ci si limita a
voler fare qualcosa che non si può fare per legge, ma senza risarcire il danno, ossia senza
l’obbligazione.
• in questi casi si parla di fonti involontarie, perché nasce l'obbligo giuridico di risarcire il
danno, quindi se non c’è danno non c’è obbligazione
- art. 2043 risarcimento per fatto illecito: Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona
ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno
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in caso di fatto illecito il dolo è la volontà di causare un evento pregiudizievole che non
vuole condizionare la volontà della controparte ma realizzare un’azione che porta
direttamente danno al contraente
colposo: un fatto colposo è un fatto non doloso, che quindi non presenta la volontà di
creare un danno; un fatto colposo può essere causato da altri fattori, come la mancata
attenzione o prudenza
• elemento oggettivo: insieme delle situazioni di fatto che sono fondamentali perché si
generi l’obbligo di risarcire il danno; comprende 3 elementi: la condotta, l’evento e il
nesso causale.
LA CONDOTTA
la condotta è il modo di comportarsi; può essere positiva o negativa, cioè può essere
commissiva, commettere, oppure omissiva, non fare ciò che si dovrebbe fare. la condotta è il
modo di comportarsi
• avere una condotta commissiva significa fare qualcosa che non si dovrebbe fare
> In genere si deve evitare di svolgere le azioni che rientrano nel “neminem redinem” e
sono idonee a provocare danno
> Non c’è l’obbligo di evitarle nel caso in cui le azioni trovino un interesse che giustifica
il fatto illecito; esistono condotte che pur provocando un danno alla controparte, sono
condotte giustificate.
> Quindi si ha un atteggiamento positivo del soggetto che provoca un danno violando
una regola che tutti riteniamo pacificamente vigente
• avere una condotta omissiva significa non fare qualcosa che dovrebbe essere fatto
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> in questi casi normalmente vige un obbligo di garanzia, cioè di tutela, e la violazione di
quest’obbligo genera un danno che deve essere risarcito
L’EVENTO
• il diritto regola rapporti di natura patrimoniale, perciò il danno deve essere suscettibile a
valore patrimoniale; il risarcimento del danno è diretto a ripristinare la situazione
patrimoniale altrui
nesso causale
la condotta e l’evento devono essere collegati, cioè il danno deve essere conseguenza
immediata e diretta dell’azione o dell’omissione
danno ingiusto
Come sappiamo il danno è la conseguenza sul patrimonio altrui e quindi occorre che
l'azione o l’omissione siano la conseguenza immediata e diretta; il risarcimento serve a
ripristinare il patrimonio
Il danno provocato deve essere ingiusto, non tutte le condotte sono ingiuste anche se
vanno a violare una norma.
danno ingiusto significa “contra ius”, cioè contrario al diritto / alla norma giuridica
> qui la norma giuridica va intesa come la norma che regola l’intero fatto
> il danno ingiusto quindi non deve essere giustificato, perché se giustificabile diventa un
fatto illecito
situazioni in cui bisogna risarcire il danno anche se non c’è né dolo né colpa
- art. 2049 responsabilità dei padroni e dei committenti: I padroni e i committenti sono
responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nell'esercizio
delle incombenze a cui sono adibiti
Quindi se il soggetto che compie il fatto illecito deve essere rappresentato dal padrone
o dal committente, saranno questi ultimi a rispondere delle sue azioni; quindi si ha un
soggetto che provoca un danno, e il soggetto obbligato a risarcire il danno
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• si parla di responsabilità oggettiva perché il committente deve risarcire i danni arrecati
dal fatto illecito causato dal soggetto, che realizza pienamente l’art. 2043
- art. 2051 danno cagionato da cosa in custodia: ciascuno è responsabile del danno
cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito
Il fatto illecito esiste se esistono contemporaneamente sia l’elemento oggettivo che quello
soggettivo
la fattispecie (=il fatto rilevante per l'ordinamento) è composto sia dall'elemento oggettivo sia
dall'elemento soggettivo, perciò devono esserci tutti e due
per evitare di risarcire il danno bisogna dimostrare il caso fortuito che è come la causa
maggiore, cioè l’evento imprevedibile.
IL DANNO
il danno patrimoniale comprende sia il danno alla persona sia alle cose; si può avere un
danno biologico, che è il danno subito dalla persona, sia un danno al patrimonio, che
porta ad avere il “ danno emergente e lucro cessante”
- art 2059 danni non patrimoniali: il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo dai
casi determinati dalla legge
Quindi il danno normalmente impatta sul patrimonio del danneggiato, al punto che il
danno non patrimoniale va risarcito solo quando previsto dalla legge.
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Questo è quello che viene anche chiamato “il prezzo del dolore”, cioè il danno non
patrimoniale va risarcito quando si ha un reato, un danno penalmente rilevante, e quando
vengono alterati dei valori costituzionalmente tutelati, è quello che viene a volte chiamato
“danno morale”, questo prevede il risarcimento del danno, che verrà stabilito dal giudice a
seconda del danno provocato
L’IMPRESA
legislatore individua elementi della realtà fattuale e regola quelli che ritiene meritevoli
• gli elementi sono le fattispecie, che sono regolate dall’ordinamento, ossia dal diritto
oggettivo
• l’impresa è una fattispecie, quindi bisogna cercare di individuare i fatti rilevanti per capire
che regole applicare
• per quanto riguarda l’impresa bisogna tenere conto che nel mondo del mercato operano
diversi soggetti:
> consumatori
> professionisti (avvocati, commercialisti, medici, architetti e consulenti di vario genere)
> pubblica amministrazione, che a volte diventa operatore di mercato
si dispone di elementi positivi, che devono esserci, ed elementi negativi, che non devono
esserci.
gli elementi positivi sono indicati nel codice civile:
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tra stato che ordina e soggetto che esegue; soggetto era chi era destinatario di un
obbligo, mai un oggetto, e l’obbligo era realizzare l’interesse nazionale
• tutte le definizioni legate all'impresa sono sempre rivolte al soggetto, proprio perché fa
riferimento al soggetto che deve fare o meno al fine di realizzare l’interesse nazionale
• l'imprenditore esercita professionalmente, professionalità significa stabilità, non
occasionalità. [nel codice del commercio del 1882 il termine professionalità indicava la non
occasionalità, la ripetuta attività nel tempo che può essere stagionale; la periodicità implica
la non occasionalità, cioè si sviluppa l'attività in un determinato periodo ma ogni anno si
svolge, quindi è ripetuta nel tempo anche se non è sempre continuata nel corso dell’intero
anno solare]
ATTIVITÀ ECONOMICA
• economicità significa che i costi sono tendenzialmente remunerati dai ricavi, cioè che
l’imprenditore svolge l'attività puntando almeno al pareggio
• è la differenza tra un ristorante e la mensa della Caritas: il ristorante offre i pasti
sperando che con la vendita di essi riesca almeno a coprire i costi (è chiaro che vuole
guadagnare, però il suo obiettivo primo è remunerare i costi), la mensa della Caritas non
ha alcun interesse a remunerare i costi, offre i pasti senza costi e non viene considerata
impresa, perché non svolge un'attività di impresa
organizzata
regolata, non nel modo di gestire i fattori della produzione, cioè i diversi elementi che
servono per fare l'impresa, ma l'attività di impresa deve essere pianificata e programmata
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attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti
dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale
attività economica diretta a realizzare nel suo complesso un criterio di economicità, cioè con
i ricavi riuscire almeno a coprire i costi, e organizzata, che quindi deve essere formulata in
un termine di regole in modo tale da pianificare l’attività, pensata per far si che l’impresa
possa continuare ad operare in termini competitivi nel mercato e deve essere attività di
produzione o di scambio di beni e servizi, cioè diretta a scambiare nel mercato
nel nostro ordinamento esistono alcune attività simili alle imprese ma che l'ordinamento non
considera tali, cioè attività economiche con caratteristiche tipiche delle imprese che però non
lo sono; sono professioni che si basano sul lavoro autonomo, categoria molto ampia che
implica l’obbligazione di un soggetto dietro corrispettivo senza vincolo di subordinazione.
[In caso di lavoro subordinato il lavoratore entra in un’organizzazione stabilita dal datore di
lavoro che da ordini e direttive]
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> professioni protette: chi le esercita deve iscriversi all’apposito albo o elenco al quale si
accede dopo il superamento di un esame di abilitazione professionale, quindi i soggetti
che svolgono prestazioni intellettuali hanno determinati requisiti
• tra i soggetti che prendono parte alla prestazione si instaura un rapporto di fiducia in cui
prevalgono le caratteristiche personali di chi svolge il servizio
> professioni non protette: sono tutte le professioni in cui i soggetti non devono essere iscritti
ad albi ed elenchi e potrebbe essere organizzata come attività svolta in modo diretto e
personale (prestazione personale) oppure potrebbe essere svolta standardizzando il
prodotto offerto (impresa)
per capire bisogna analizzare la categoria del lavoro autonomo, che si distingue in lavoro
manuale e attività intellettuale
il campo dell’impresa è rilevante per l'ordinamento giuridico; in positivo con l’art. 2082 e
in negativo, che cioè non deve avere il carattere della specificità della prestazione
intellettuale e della personalità della prestazione intellettuale
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Il codice nel 1942 voleva regolare una cosa sola: l’impresa commerciale; il legislatore
mirava a tutelare il mercato e per farlo era necessario regolare coloro che sono nel mercato,
che potrebbero inquinarlo con azioni negative
• quando si parla di crisi di un soggetto quindi si espande anche a tutti coloro che hanno
rapporti con quel determinato soggetto; la crisi occasionale diventa epidemica e porta al
fallimento del mercato
> il legislatore doveva mirare a evitare il fallimento (fenomeno incontrollabile) quindi aveva
il compito di individuare gli operatori commerciali in crisi e cercare di regolarli, per poi
decidere alla fine della crisi se tenere o espellere l’impresa
nel codice del 1942 l'imprenditore agricolo era colui che si occupava del ciclo della terra e
del ciclo degli animali e quindi non aveva molti contatti con il mondo commerciale; al
contrario al giorno d’oggi l'imprenditore agricolo non è molto diverso dall’imprenditore
commerciale
- imprenditore agricolo
- art. 2135 imprenditore agricolo: È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti
attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse per
coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività
dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo
stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco
o le acque dolci, salmastre o marine. Si intendono comunque connesse le attività, esercitate
dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione,
trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti
ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di
animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione
prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola
esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e
forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge
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[deriva da una riforma fatta dal 2001 proprio per adeguare l'idea di impresa del 1942 a
un’idea più moderna di impresa, che è quella degli anni 2000]
“è imprenditore agricolo chi esercita una della seguente attività: coltivazione del fondo,
selvicoltura, allevamento animali e attività connesse”
tra queste attività si devono distinguere le attività primarie dalle le attività connesse:
> la coltivazione del fondo e l’allevamento di animali si caratterizzano per il fatto che
quando ci si riferisce a queste attività si fa riferimento al ciclo biologico, quindi è
imprenditore agricolo chi si preoccupa del ciclo biologico vegetale e animale.
> esiste una disciplina a livello nazionale che è fissata da una legge, la “legge quadro”,
che spiega i caratteri essenziali, ma ogni regione definisce gli elementi dell’agriturismo
perché esso è strettamente legato alla cultura e ai criteri del luogo
> le attività connesse sono attività commerciali che, se svolte in un certo modo
dall’imprenditore agricolo, non sono soggette alla disciplina dell'imprenditore
commerciale, e ciò fa capire che attività commerciale non vuol dire necessariamente
impresa commerciale
> attività esercitate dall’imprenditore agricolo che svolge sia l’attività essenziale che quella
commerciale connessa; quindi si parla di connessione soggettiva, perché è legata al
soggetto che la svolge, e oggettiva, perché ha a che fare con ciò che si ricava dalla
terra e dagli animali
- imprenditore commerciale
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• un’attività intermediaria nella circolazione dei beni
• un’attività di trasporto per terra, per acqua o per aria
• un’attività bancaria o assicurativa
• altre attività ausiliarie delle precedenti
Le disposizioni della legge che fanno riferimento alle attività e alle imprese commerciali si
applicano, se non risulta diversamente, a tutte le attività indicate in questo articolo e alle
imprese che le esercitano
• gli imprenditori commerciali svolgono attività industriali dirette alla produzione di beni
e servizi, attività intermediarie nella circolazione dei beni, attività di trasporto via
terra, via acqua e via aria, attività bancarie e assicurative e altre attività ausiliarie alle
precedenti
• le attività industriali fanno riferimento a tutte quelle attività che derivano da una
trasformazione fisica o tecnica di beni e di materie prime
• le attività intermediarie nella circolazione sono attività che si interpongono tra chi
produce e chi consuma
• le attività di trasporto via terra, via acqua e via aria sono attività di intermediazione
nello spazio
• le attività ausiliarie alle precedenti sono ad esempio il mediatore, cioè colui che mette in
contatto chi vuole vendere e chi vuole comprare
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- piccolo imprenditore
- art. 2083 piccoli imprenditori: sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli
artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano una attività professionale
prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia
• gli artigiani, che possono essere piccoli industriali, quindi piccoli imprenditori
commerciali
Visto che una parte della disciplina dell’imprenditore commerciale riguarda il fallimento, il
legislatore ha individuato delle soglie e ponendo alcuni imprenditori al di sopra e alti al di
sotto divide i grandi imprenditori, che stanno al di sopra e sono soggetti a fallimento, e i
piccoli imprenditori, che stanno al di sotto e non sono soggetti a fallimento
• nasce dalle scritture contabili, strumenti che servono a rappresentare tutte le attività che
svolge l’impresa, si redigono giorno per giorno e alla fine dell’anno queste sintesi vengono
raccolte nel bilancio; sono schemi normativi
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• rappresenta il patrimonio complessivo dell’impresa e definisce come è composto il
patrimonio, ovvero l’insieme dei rapporti attivi e passivi che fanno capo a un determinato
soggetto
• Da una parte ha ciò che è attivo, dall’altra ciò che è passivo ha due macro categorie: i
debiti e il valore degli apporti dei soci alla società, quindi il patrimonio netto; il totale
attivo e il totale passivo annuo
Per distinguere i piccoli imprenditori dai grandi imprenditori si guarda il bilancio, quindi due
documenti:
• stato patrimoniale
> attivo
> passivo (debiti e valore degli apporti dei soci agli imprenditori)
• conto economico
> costi sostenuti per svolgere l’attività
> ricavi ottenuti dalle vendite
> utile o perdita, è la differenza tra costi e ricavi
Gli artigiani sono soggetti alla disciplina della legge quadro in materia artigianale che
definisce i caratteri essenziali, ampliati poi a carattere regionale; con i requisiti necessari,
ad esempio un limitato numero di dipendenti, che varia in base alla categoria, è possibile
iscriversi all’albo degli artigiani
La legge sull’artigianato ai fini dell'iscrizione all’albo artigiano consente di avere contributi
e privilegi se subentra il fallimento.
La fattispecie regolata è quella dei grandi imprenditori commerciali; il codice del 1942
voleva regolare esclusivamente questa categoria e lo fa attraverso lo statuto
dell’imprenditore, una disciplina complicata che si basa su tre aspetti fondamentali:
• scritture contabili
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• iscrizione nel registro delle imprese
• soggezione al fallimento
SCRITTURE CONTABILI
- art 2214 libri obbligatori e altre scritture contabili: l’imprenditore che esercita un’attività
commerciale deve tenere il libro giornale e il libro degli inventari. Deve altresì tenere le altre
scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa e
conservare ordinatamente per ciascun affare gli originali delle lettere, dei telegrammi e delle
fatture ricevute, nonché le copie delle lettere, dei telegrammi e delle fatture spedite
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> relativamente obbligatorie, sono quelle richieste dalla natura e dalla dimensione
dell’impresa; sono scritture che servono solo se si hanno determinate articolazioni delle
imprese
SOGGEZIONE AL FALLIMENTO
è strettamente legato alle scritture contabili, che servono a rappresentare ciò che è e ciò che
fa l’impresa, è necessario rappresentare l’attività economica nel suo complesso.
Le scritture contabili, libro giornale e inventari, si chiudono annualmente con il bilancio
laddove l'impresa sia insolvente a quel punto si può aprire la procedura fallimentare
l’impresa normalmente ha sia crediti che debiti, che sono normalmente espressi in denaro,
quindi somme da pagare; il modo normale per estinguere tali obbligazioni avviene attraverso
il pagamento della suddetta somma di denaro, quindi se non si ha denaro si diventa
insolvente perché si è incapaci di soddisfare regolarmente le obbligazioni con i mezzi di
pagamento normali, cioè con la somma di denaro.
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In questo caso si ha un disguido dal punto di vista monetario e, anziché pagare con i soldi si
può pagare con le merci che si hanno in magazzino, quindi si può estinguere l’obbligazione
anche attraverso il baratto, ovvero lo scambio di cose
nonostante il soggetto sia disposto ad accettare beni al posto di denaro, il diritto fallimentare
spiega che chi è sul mercato deve estinguere le obbligazioni con i modi normali di
estinguere le obbligazioni
i modi anormali sono indici di crisi, cioè indici dell’incapacità dell’impresa di gestire
correttamente i flussi finanziari monetari
In questo caso succede che se vengono utilizzati questi mezzi non normali, l'obbligazione
effettivamente si estingue (ad esempio la compensazione, io devo dei soldi ad A, ma
anche lei me ne deve, così entrambi teniamo il nostro denaro e questo è un modo non
normale; la novazione si ha quando al posto di pagare in denaro si paga con un bene)
• Essendo modi non normali se arriva l’insolvenza definitiva, cioè la società non è più in
grado di pagare, neanche con i beni, su questi tipi di operazioni opera la cosiddetta
revocatoria, cioè la possibilità di rimuovere l’efficacia al pagamento effettuato, perché
questi modi di estinguere l'obbligazione sono colti dal diritto fallimentare come inizio di
crisi. A questo punto la controparte si rende conto che l’impresa è in crisi e ne
approfitta, allora il diritto fallimentare introduce la procedura concorsuale, ponendo i
creditori allo stesso livello e trattandoli allo stesso modo, applicando la cosiddetta “par
condicio creditorum”
• Dal momento in cui si accerta l’insolvenza, i pagamenti effettuati con i beni vengono
considerati inefficaci e chi ha accettato i beni al posto della somma di denaro deve
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restituirli. Chi ha diritto di ottenere il pagamento, deve aspettare la procedura, che è la
procedura concorsuale: tutti i creditori vengono posti sullo stesso piano e trattarti alla
stessa maniera, di modo che tutti hanno diritto a soddisfarsi sul patrimonio del debitore.
Quando si accerta l’insolvenza i creditori che stanno aspettando il pagamento non possono
più chiedere, sarà la procedura che sceglie come regolare tali cose
Viene nominato un soggetto, il curatore, nominato dal tribunale, che analizza i libri contabili
e verifica chi vanta debiti e chi vanta crediti verso l’impresa
contro quelli agisce in giudizio con l'azione revocatoria per far accertare la non normalità del
pagamento e quindi dichiarare l’inefficacia
• Il creditore che ha ricevuto beni al posto di somme di denaro, a cui viene chiamata
l'inefficacia restituisce i beni e diventa a sua volta creditore per la somma di denaro che gli
deve essere data, quindi si insinuerà creditore del passivo fallimentare
In pratica succede che, quando questo è stato pagato con dei beni, sapeva della situazione
di crisi dell’impresa e quindi se ne è approfittato, se lui non avesse accettato i beni e avesse
preteso solo ciò che gli spettava non sarebbe stato pagato, in questo modo gli vengono tolti i
beni e lo si trasforma in creditore non pagato che, a sua scelta potrà chiedere il pagamento
al curatore insinuandosi al passivo fallimentare
- procedura fallimentare
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• una volta che il patrimonio immobilizzato viene venduto, gli immobili e i mobili
vengono tradotti in denaro e quindi si hanno i soldi per pagare
• Il vantaggio della procedura è che non si hanno più i singoli creditori, che sono
bloccati e devono fare tutti una richiesta complessiva, quindi si parla di massa; inoltre il
curatore stabilisce che se si ha un patrimonio attivo sufficiente si paga tutto quello che si
deve, se no il pagamento verrà stabilito in proporzione al patrimonio rimasto, in questo
senso si applica la procedura concorsuale
• che loro volta hanno delle garanzie reali, pegno e ipoteca, e devono essere
soddisfatti integralmente; es: se si ha l'ipoteca su un bene immobile e questo viene
venduto, il ricavato viene dato al creditore, che è il creditore garantito, che aveva la
garanzia reale su quel bene.
• Una volta tradotto tutto il patrimonio in liquido e pagato i creditori nelle diverse forme, si
chiude il fallimento, cioè la procedura cessa, finisce perché è stata liquidata
La procedura fallimentare non è l'unica procedura concorsuale per far cessare l’impresa, se
c’è insolvenza il più delle volte ci sono delle procedure alternative al fallimento, anche
perché la procedura fallimentare è stata sostituita dal nuovo codice dell’insolvenza e della
crisi che dovrebbe entrare in vigore a settembre del 2022, perché fallimento ha una
connotazione negativa e porta al fallimento dell’impresa
Visto che c’è stata questa situazione per la quale l’imprenditore è insolvente, bisogna trovare
il modo per uscirne, quindi l’impresa viene liquidata con una procedura giudiziale e
quindi tutti i creditori vengono posti sullo stesso piano. Il nuovo codice la chiamerà infatti
liquidazione giudiziale
Un’impresa può fallire perché la concorrenza crea prodotti più all’avanguardia; ci sono degli
elementi soprattutto nel mercato tecnologico che possono portare, laddove l'impresa non
abbia la capacità di reinventarsi o adeguarsi subito alle esigenze del mercato, a situazioni di
forti problemi, in questi casi si hanno fallimenti, acquisizioni, quindi tutte quelle situazioni che
portano alla cessazione dell’impresa.
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Quindi si aprono delle procedure, ad esempio la procedura fallimentare, che può concludersi
anche con l’acquisto dell’impresa da parte di un’altra impresa concorrente (si compra il
marchio delle imprese)
• anche le imprese a loro volta hanno un mercato: chi ha venduto l’impresa viene
considerato un imprenditore espulso dal mercato, mentre chi l’ha comprata è riuscito sia
ad avere la disponibilità, sia la capacità di utilizzare quel che era potenziale per creare
qualcosa di nuovo e migliorato
• Questo accordo, sulla base di una perizia, viene omologato dal giudice perché in questo
modo si ha una forma di ripartizione dell’insolvenza, i vari creditori si prendono pezzi
dell’insolvenza
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lavoratore in cassa integrazione lavora poco o non lavora affatto e riceve meno
liquidità risputò al solito stipendio
• La cassa integrazione viene pagata dall'INPS, che è tutta la collettività che si impoverisce
per sostenere il reddito di chi non lavora; chi non lavora non produce reddito, cioè
ricchezza, ma da un punto di vista economico deve esserci solidarietà, quindi sostegno
per chi è in difficoltà perché il soggetto deve continuare vivere
• Questa forma di solidarietà esiste anche tra imprese attraverso il concordato, con cui si
distribuisce la crisi di un’impresa tra i vari creditori, tutti accettano una decurtazione purché
l’impresa vada avanti e superi la situazione di crisi, prima che diventi insolvente e torni ad
operare normalmente
una volta messa in vendita la casa chi ci abita resta senza un tetto e, visto che era frequente
che quando succedeva ciò le persone puntavano a togliersi la vita, è stata introdotta la legge
salva suicidi
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• Una volta messo a disposizione il patrimonio, si troverà un equilibrio tra il suo
patrimonio e i diritti di credito che i creditori vantano nei suoi confronti
• Quindi si trova un accordo, per il quale il residuo, il soggetto debitore non sarà più debitore
e viene sdebitato, quindi non deve più debiti; questo viene chiamato anche fresh start
• Questa apertura verso le procedure concordatarie, tende a rendere molto più sottile la
differenza tra impresa commerciale non piccola, impresa commerciale piccola e
imprenditore agricolo perché a queste procedure può accedere sia il professionista che
svolge una professione protetta, sia anche il consumatore
• Quella linearità che aveva il codice per il quale il grande imprenditore commerciale deve
tenere le scritture contabili perché può finire nel fallimento, tende ormai a non operare più,
quindi questo elemento, che era tipico dell’imprenditore commerciale non piccolo, tende a
diventare una procedura per l’operatore di mercato, che sia impresa commerciale,
consumatore o impresa agricola
Oltre a ciò il legislatore deve sapere chi sono gli imprenditori commerciali non piccoli, che
quindi si devono iscrivere al registro delle imprese, cioè un elenco pubblico, ad oggi viene
chiamata banca dati. L’iscrizione serviva a capire fin da subito chi era imprenditore
commerciale non piccolo. Il legislatore obbliga a iscriversi e da anche vantaggi come
imprenditore commerciale. I vantaggi sono legati alla pubblicità dichiarativa.
• presunzione assoluta di conoscenza del fatto iscritto; si intende che il terzo per
legge ne è a conoscenza, indipendentemente dal fatto che effettivamente lo sia
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È una presunzione assoluta, perché il terzo non può dimostrare il contrario;
anche se effettivamente in concreto non era a conoscenza. Quindi quando quella
determinata cosa è stata iscritta al registro delle imprese, è opponibile ai terzi.
• presunzione relativa di ignoranza del fatto non iscritto; se il fatto doveva essere
iscritto e non è stato scritto, si presume che il terzo non fosse a conoscenza. Quindi
è una presunzione di ignoranza, si presume che quel determinato atto o fatto che
doveva essere iscritto e non lo è stato, quindi non sia a conoscenza del terzo.
> Es: ho una società, nella società ho previsto una limitazione di responsabilità di un
socio, egli non risponde integralmente dei debiti della società, questo fatto lo dovrei
iscrivere nel registro delle imprese, per far sì che il terzo ne sia a conoscenza.
→Se lo iscrivo, questo fatto diventa opponibile nei confronti del terzo.
→Se non lo iscrivo succede che il terzo non lo conosce quel fatto, ma tra tutti i terzi,
a me interessa che lo sappia solo un terzo, cioè la banca, quindi io dimostro al
funzionario di banca il patto che il socio ha una limitazione di responsabilità dei debiti
e faccio firmare per presa visione. Quindi ho la dimostrazione che quel terzo sapeva
che uno dei soci risponde solo limitatamente ai debiti della società
Anche le s/s si iscrivono nel registro delle imprese e quel patto una volta iscritto
rende quella limitazione di responsabilità efficace nei confronti dei terzi (presunzione
assoluta)
L’idea del codice del ‘42 era che solo gli imprenditori commerciali non piccoli si
dovessero iscrivere al registro delle imprese con questa efficacia
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→Il registro delle imprese non è mai stato attuato, dal ‘42 al ‘93, il registro delle
imprese era di fatto la cancelleria del tribunale perché abbiamo vissuto sotto un
regime provvisorio
L’ORGANIZZAZIONE DELL’IMPRESA
1. L’AZIENDA
- art. 2555 nozione: L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per
l’esercizio dell’impresa
> Non costituisce un bene a sé stante, ma fissa una specifica destinazione a ciascuno di
quegli elementi e consente di trarre dal complesso una utilità altrimenti irrealizzabile
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> La ditta non è il nome civile
Essendo un complesso di beni, possono essere anche trasferiti, per trasferire l’azienda
> Quindi ai fini della validità di regola occorre la forma orale (la regola per il trasferimento è
la forma libera)
> Ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese occorre quella particolare forma scritta che è
la scrittura privata autenticata o l’atto pubblico
Per determinati beni, ad esempio immobili, ai fini della validità occorre la forma scritta.
Se la prova scritta, ai fini della prova non c’è, il contratto è nullo.
IL TRASFERIMENTO DELL’AZIENDA
• Inoltre, non è impedito alle parti, che intendono trasferire l’azienda, di escludere dal
trasferimento uno o più dei suoi beni; per fare ciò però è necessario che esse specifichino
quali sono quelli destinati a restare in capo all’alienante
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L’esclusione è possibile solo nella misura in cui non si tratti di elementi essenziali del
complesso perché l’esclusione di un bene essenziale comporta la non qualificabilità
come “trasferimento dell’azienda” del negozio
• Non si trasferiscono i contratti che hanno carattere personale, cioè quelli che si
basano sul rapporto fiduciario stretto tra imprenditore e terzo
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• Non necessariamente si devono trasferire tutti i contratti, l’importante è trasferire un’unità
funzionalmente autonoma
- art 2559 crediti relativi all’azienda ceduta: quando si cede un credito, si sta cedendo la
posizione di un soggetto, cioè si sta cedendo il diritto di quel soggetto che prima vantava
verso verso un soggetto e adesso ne vanta verso un altro
Quindi io cedo un credito e comunico al debitore e notifico, cioè formulo un atto formale in
cui dico al debitore chi deve pagare, oppure chiedo una formale accettazione
• Quando si cede l’azienda non si ha solo un creditore, c’è ne sono molti di più, perciò si
utilizza l'iscrizione nel registro delle imprese, ed una volta iscritto c’è la presunzione
assoluta di conoscenza. Quindi è il registro che opera come sistema di informazione a
tutti i terzi nell’informare chi sia il soggetto che deve essere pagato
• L’acquirente risponde dei debiti, solo se essi risultano dalle scritture contabili obbligatorie
> La legge a questo proposito afferma che c’è un rapporto di solidarietà, cioè si è
condebitori (chi ha venduto l’azienda e chi l’ha comprata)
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• Solidarietà significa che più soggetti si trovano ad essere debitori sullo stesso piano verso
un unico soggetto, quindi sono obbligati solidali. Perciò il creditore potrebbe chiedere il
pagamento tanto a chi ha venduto all’azienda quanto a chi l’ha comprata
→Se non ci fosse tale regola, ci si potrebbe indebitare smisuratamente e poi cedere
l’azienda corrispettivi debiti, e il creditore non otterrebbe credito
• diritto di godimento sui beni che la compongono, perciò di un diritto reale e quindi
si avrà concessione in usufrutto dell’azienda.
Il diritto commerciale si occupa della struttura decisionale dell’impresa, cioè della struttura
delle funzioni in cui si articolano i poteri decisionali e da cui promanano gli atti dell’impresa.
• INSTITORI
• PROCURATORI
• COMMESSI
possiedono sia poteri decisori, che consentono di assumere le decisioni rientranti nel proprio
ambito operativo, sia poteri dichiaratori, che consentono di dare esecuzione alle decisioni
prese
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• Nel caso in cui l’imprenditore volesse limitare i poteri dei collaboratori occorre un atto
specifico, che viene definito procura institoria, che è un atto diretto a limitare i poteri
rappresentativi
→solo se iscritto diventa opponibile nei confronti dei terzi (=presunzione assoluta di
conoscenza del fatto iscritto)
→se non iscritto si ha una presunzione di ignoranza del fatto non iscritto.
Opponibile= efficace, produce effetti nei confronti dei terzi.
- rappresentanza commerciale
• commessi: sono collaboratori che compiono gli atti che comporta ordinariamente la
specie di operazioni di cui sono incaricati
→Hanno poteri sia decisori sia dichiaratori, però svolgono operazioni essenzialmente di
carattere esecutivo, che mettono in contatto l’impresa con i terzi
es: entro in un negozio di scarpe, c’è il commesso che propone scarpe e prezzo. Sono
contenta delle scarpe, le prendo, pago ed esco. In questo caso non ho parlato con
l’imprenditore, ma con il soggetto che è normale che proponga delle scarpe.
Il commesso è uno che lavora per l’imprenditore.
→La rappresentanza in questo caso non richiede la procura, perché il fatto stesso di essere
collocati in quel contesto da il potere di agire per conto dell'imprenditore. Il commesso quindi
fa contratti per conto e in nome dell’imprenditore.
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→Egli è in tu))+#%#2%&#)-))+#/+3%#1%#,+11%#"32&%(4")+&%6#%#può anche incassare il prezzo
delle merci che vende ed è colui che può fare anche lo sconto:
→Può esservi un unico institore preposto all’intera iniziativa, oppure possono esservi plurimi
institori, i quali però agiscono disgiuntamente, cioè ognuno agisce indipendentemente
dall’altro o dagli altri, rispetto all’ambito operativo che gli è stato assegnato.
→preposto vuol dire che è l’alter ego dell’imprenditore, ovvero la figura che in tutto e per
tutto coincide con l'imprenditore pur essendo un soggetto diverso
→Può compiere tutti gli atti pertinenti dell’impresa, ma non può spingersi al di là della
gestione dell’impresa, quindi non può:
- alienare l’azienda
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• procuratore: è il collaboratore che compie atti pertinenti all’esercizio dell’impresa, pur
senza esservi preposto
→Il procuratore non è il commesso che ha rapporti con pubblico, ma non è neanche un
soggetto che è preposto all'esercizio dell’impresa.
→Es: la banca è una struttura piuttosto complessa che ha una sede e ha una struttura
articolata sul territorio, c’è la sede centrale e le varie filiali. Nella sede centrale si ha la testa
della società, quindi tutto l'aspetto legato alla gestione della società, qui si trova anche il
direttore generale che è sostanzialmente un institore, può prendere decisioni che riguardano
la gestione della banca e che si riflettono su tutte le filiali. Nelle filiali si ha un direttore, che è
il procuratore, cioè svolge il suo potere dentro la filiale. Nelle filiali ci sono i commessi, cioè i
cassieri che giuridicamente sono dei commessi e si occupano esclusivamente delle
operazioni di cassa. Infatti se si deve fare un investimento non lo fa il cassiere perché non
rientra tra le sue attività rappresentative.
L’IMPUTAZIONE DELL’IMPRESA
→Da un lato, c’è chi ritiene che l’impresa si imputi secondo un criterio formale o della
spendita del nome nello svolgimento della stessa: ritenendo che è imprenditore colui che
svolge l’impresa a proprio nome.
→Dall’altro lato, c’è chi ritiene che l’impresa si imputi secondo un criterio sostanziale o
dell’interesse perseguito nello svolgimento della stessa: ritenendo che è imprenditore
colui nel cui interesse l’impresa è svolta.
→ Come abbiamo già studiato, ci possono essere soggetti che non hanno la piena capacità:
minore, interdetto, inabilitato, amministrato di sostegno.
Essi non hanno piena capacità, ma potrebbero essere titolari di un'impresa.
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Per esempio un imprenditore che ha dei problemi di demenza, che a un certo punto non è
più in grado di provvedere ai propri interessi, quindi in questo caso viene nominato un tutore,
che è solo un rappresentante legale, cioè un soggetto senza il quale non può compiere atti
giuridici.
→Quindi nel nostro sistema il titolare dell’impresa continua ad essere l’interdetto, solo che
gli atti relativi all’impresa non puo compiere luo, ma ha bisogno dell'assistenza del
rappresentante legale
• prestanome: è colui che presta il suo nome, è colui che figura imprenditore ma in realtà
non e colui che svolge in concreto l'attività di impresa, l'imprenditore cioè è colui che non si
vede in questo caso, è il cosiddetto imprenditore occulto
→In questi#/*1"#1"#0*8#
Questa pratica era molto diffusa anni fa in caso di fallimento dell’impresa, il vero
imprenditore non figurava mai, e colui che figurava era il prestanome
→Se invece c’è un mandato si applicano le regole del mandato (art. 1703 e seguenti)
- art. 1705 mandato senza rappresentanza: il mandatario che agisce in proprio nome
acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi, anche se
questi hanno avuto conoscenza del mandato
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• Per la giurisprudenza è imprenditore colui che esercita l’attività di impresa, anche se
da un punto di vista sostanziale è un prestanome
• Non c’è una legge che definisce quando nasce l’impresa, mentre la società di capitali
nasce con l'iscrizione nel registro delle imprese e muore con la cancellazione dal registro
delle imprese:
• INIZIO: la legge dice che si deve scrivere nel registro entro 30 giorni dall’inizio
dell’attività, però bisogna capire quando ci sono gli elementi utili e sufficienti per
dire che l’imprenditore ha iniziato a svolgere l’attività.
→quindi non cessa per il solo fatto che magari non sta vendendo, quindi se
l'imprenditore smette di vendere non cessa l’impresa, occorre che egli non sia più
nelle condizioni per poter vendere
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