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* FATTISPECIE: divisa in

- astratta (situazione tipizzata in una regola giuridica, vale per tutti ) es. Contrat
di compravendita = pagare per avere un diritto o un oggetto, è astratta perché
comprende TUTTI i casi in cui si scambia denaro in cambio di un bene,
ISTITUZIONI DI - e concreta
DIRITTO (situazione che si realizza di volta in volta) riguarda me, quel
COMMERCIALE
determinato bene e quel venditore ovvero non vale per tutti. Il tribunale se ne
occupa per riequilibrare i rapporti.
NORME E NORME GIURIDICHE

NORME:

- Hanno carattere assoluto, ex: definiscono cosa è giusto e cosa è sbagliatoSono le


regole di base, dette regole morali

- Formulate in termini concreti e riferite a una situazione specifica

NORME GIURIDICHE:

- Hanno carattere relativo, definiscono cosa è ragionevole e cosa non lo è

- Rispetto alle regole morali si basano su delle convinzioni (tutti gli individui sono
d’accordo, un individuo crea le regole e tutti gli altri devono rispettarle)

- Disciplina un conflitto di interesse

- Hanno una struttura particolare: inizialmente viene formulato un comando o precetto


generale (concepito come un obbligo rivo,.lto a tutti gli individui) e sono astratte perché
ipotizzano situazioni in cui si possano applicare i comandi generati

- In caso non si rispettino le regole non si viene espulsi da un ordinamento ma sanzionati

- Sono riferite a una situazione ipotetica, ovvero a una fattispecie: situazione di fatto
riconosciuta e regolata dall’ordinamento

* FATTISPECIE: situazione di fatto riconosciuta e regolata da un ordinamento

ORDINAMENTO: complesso di regole che a diversi livelli disciplina la convivenza sociale


all’interno di luoghi pubblici che sono potenzialmente di conflitto

La principale caratteristica dell'ordinamento giuridico è l'obbligatorietà. È


All’interno dell’ordinamento:
composto da regole di condotta coattive. Nessun membro della collettività può
derogarvi.
- Le regole derivano da qualcuno che ha il potere di porle, che viene scelto in base alla
costituzione

- La costituzione Italiana è un ordinamento interno, il diritto dell’Unione Europea è un


ordinamento sovranazionale che non sopprime i principi fondamentali dell’ordinamento
italiano - ex: principio dell’uguaglianza

DIRITTO:

- Sistema di regole per soluzione conflitti tra gli uomini, utile per prevenire e regolare i
conflitti

- Ha la proprietà della coercibilità, ovvero il non rispetto delle norme/regole comporta


una sanzione

- Certezza del diritto: deriva dal fatto che l’individuo sa prima di svolgere un’azione le
conseguenze della stessa

REGOLA:

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- Strumento di pacifica convivenza sociale, serve a delegare il potere di gestire
determinati rapporti sociali (delega della forza a un soggetto ragionevole che
garantisce la convivenza pacifica tra gli individui)

- Cambia nel tempo e nello spazio, chi le gestisce deve regolarle in base al momento e a
ciò che succede. Opera in precisi ambiti e momenti sociali

- Il soggetto che gestisce la regola ha il potere di farla rispettare agli individui e ha


l’obbligo di porla secondo canoni di ragionevolezza e di accettabilità sociale
opportuni, che variano in base al contesto sociale

- Le regole sono astratte ma vengono applicate da un giudice: individua la regola e la


applica in un caso concreto con l’obiettivo di regolare un conflitto

- La regola passa da astratta a concreta nel momento in cui viene applicata da un


giudice

- L’applicazione da parte del giudice aiuta gli individui a capire il modo in cui esse vengono
applicate e quindi le conseguenze delle azioni

- NORMA ASTRATTA GIUDICE NORMA CONCRETA

DIRITTO PRIVATO E DIRITTO PUBBLICO

DIRITTO PUBBLICO: insieme di regole che si applica alle istituzioni pubbliche (regole di
funzionamento dello stato e degli enti pubblici - ex: regola chi e in che modo può formare
delle leggi). Non riguardano in alcun modo i soggetti privati, soddisfano tutele di carattere
generale.

LEGISLATIVO(parlamento),

REGOLA I POTERI DELLO STATO ESECUTIVO(governo)

GIUDIZIARIO(magistratura)

DIRITTO PRIVATO: diritto che regola i rapporti tra soggetti privati che sono posti su un
piano di parità

- Regolazione dei rapporti regolata generalmente dal contratto


- ex: contratto di compravendita un privato mette a disposizione un oggetto e cerca un
altro privato che sia disposto a pagare per ottenerlo. Attraverso questo contratto non si
ha un valore stabilito dell’oggetto ma dipende dal punto di equilibrio formato tra interessi
contingenti dei vari privati

Fondamentale l’autoregolamentazione degli interessi: i privati decidono il valore in base


ai propri interessi

- prezzo: punto di incontro

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- valore: carattere singolare soggettivo

DIRITTO OGGETTIVO E DIRITTO SOGGETTIVO

DIRITTO OGGETTIVO: complesso delle norme giuridiche che prescrive comportamenti a


tutti gli individui, prescrive obblighi e divieti, quindi impone doveri e regola conflitti tra le
persone

DIRITTO SOGGETTIVO: insieme delle pretese che un soggetto può far valere in quanto si
fondano sul diritto oggettivo

Le pretese di ciascun soggetto sono tutelate SE si fondano su un diritto oggettivo

Le pretese degli individui (diritti soggettivi) possono fondare dei diritti assoluti: che si fanno
valere nei confronti di tutti senza la collaborazione degli altri consociati (ex: diritto al nome -
lo si esercita nel contesto e nel momento che si preferisce; diritto di proprietà - avendo la
proprietà di un oggetto si può scegliere il momento e il modo di utilizzarlo) e dei diritti
relativi: valgono esclusivamente verso un determinato soggetto da parte di cui serve una
collaborazione (ex: diritto di credito - vendendo un oggetto ho il diritto di ottenere del
denaro prestabilito da parte dell’individuo a cui l’oggetto è stato venduto).

Esistono diritti relativi che creano una situazione di soggezione: i diritti potestativi: pur
essendo dei diritti relativi danno il potere a un soggetto a cui corrisponde la pura
soggezione dell’altro soggetto; è esercitato nei confronti di un individuo senza che
quest’ultimo possa impedirlo (ex: diritto di licenziarsi da parte di un lavoratore - in
questo caso il datore di lavoro deve accettare e subire la decisione del primo; diritto di
recesso - è il potere di sciogliersi da un vincolo contrattuale senza che la controparte
possa opporsi)

02/10/2020

diritto: regola solo determinati ambiti e fatti giuridici


considerati giuridicamente rilevanti.

distinti in naturali (fatti giuridici come accadimenti naturali) e umani (fatti giuridici come
accadimenti umani).

Quelli naturali sono completamente svincolati dalla volontà dell’uomo e possono avere
conseguenze sulla vita delle persone (ex: alluvione), mentre quelli umani dipendono
solamente dalla volontà dell’uomo e possono essere legati o all’attività positiva o a quella
negativa dell’uomo.

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I fatti giuridici (umani)
I fatti umani si distinguono in:

FATTI ILLECITI: non dipendono ATTI GIURIDICI: sono legati

direttamente dallaindica
Illecito, nel diritto, volontà degli
un comportamento dichiarazioni
direttamentedialla
volontà positiva
volontà di obbligarsi
positiva
a cui
umano contrario all'ordinamento giuridico, in è collegato l’effetto giuridico desiderato.
Uomini ma da un’azione
quanto costituisce che
violazione di porta
un dovere o di obbligarsi
Dopo e producono
essersi formata la miaeffetti

volontà la esprimo e
di un obbligo posto da una norma giuridica, comunico, e produco l’ effetto giuridico
ad un determinato effetto giuridico
al quale un'altra norma ricollega una
giuridici desiderati.

desiderato.
sanzione.
non desiderato.

Differenza tra atti illeciti e giuridici: volontà nell’effetto giuridico; compiendo un fatto
illecito si può voler compiere il fatto ma non si vuole l’effetto giuridico, compiendo un atto
giuridico si è consapevoli di voler fare il fatto e si cerca anche l’effetto giuridico.

Caso 1) l’ordinamento richiede la capacità naturale, ovvero la capacità di intendere e di


volere, posseduta da tutti

Caso 2) l’ordinamento richiede la capacità di agire, acquisita normalmente con la maggiore


età ex: per mutare la mia sfera giuridica devo avere una determinata capacità di volere
l’effetto giuridico. Dal punto di vista sociale è accettato che una persona minore d’età
compia atti giuridici considerati di minore importanza.

MANIFESTAZIONE DI VOLONTÀ

VINCOLO GIURIDICO

EFFETTO GIURIDICO

DOVE NASCONO LE NORME GIURIDICHE-FONTI DEL DIRITTO OGGETTIVO

1942 EMANAZIONE DEL CODICE CIVILE

esistono delle norme che indicano quali sono le fonti delle norme stesse e stabiliscono:

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- [introduzione] quali individui hanno il diritto di fare delle regole di diritto oggettivo che
hanno valore giuridico (legittimati a porre norme giuridiche) introduzione che
stabilisce chi ha il potere di creare norme

- [disposto come testo scritto] gli articoli non vengono modificati ma cambia la loro
interpretazione a seconda del contesto: il testo non è mai stato modificato ma è
cambiata la norma astratta, quindi il modo di applicazione della regola stessa. La norma
è il precetto vincolante che viene applicato partendo dal testo scritto.

DISPOSIZIONE INTERPRETAZIONE NORMA

Modifica del codice civile: eliminazione delle norme corporative,


complesso di regole stabilito dal regime fascista, sono state abrogate dal primo governo
repubblicano

La costituzione della repubblica è una norma fondamentale che regola la repubblica


italiana ed è è stata approvata ma non indicata nel codice civile anche se è la norma
fondamentale che sta sopra a tutte le altre norme, anche al codice civile stesso

1948 COSTITUZIONE ITALIANA

È una legge fondamentale

È rigida, quindi difficile da modificare: per cambiarla serve un procedimento apposito che
prevede molteplici passaggi parlamentari e con maggioranze qualificate (non semplici).
A volte può essere modificata con maggioranze semplici ma è obbligatorio il Referendum

Alcuni passi della costituzione non sono modificabili, come l’adozione della forma
repubblicana, quindi per passare dalla forma repubblicana a quella monarchica si dovrebbe
distruggere la costituzione in vigore

La creazione delle leggi segue un procedimento stabilito: il governo o ciascun


componente del parlamento/regioni/popolo propone un’iniziativa di modifica, (il testo di
legge) che deve essere approvata dal parlamento, formato da due rami: camera e senato
(le uniche proposte discusse in parlamento sono quelle di iniziativa governativa) se la legge
viene votata da entrambi i rami del parlamento viene promulgata dal presidente della
Repubblica

Se la legge contiene delle norme, oppure la sola interpretazione del testo scritto in
opposizione alla costituzione, l’atto normativo viene sottoposto alla corte
costituzionale, detto giudice delle leggi, e se quest’ultimo la ritiene illegittima (non
conforme), la abroga dall’ordinamento

Le norme hanno sempre un contenuto relativo, quindi contengono sempre delle scelte,
per questo si distinguono dai valori e derivano sempre da un compromesso che serve a
determinare cosa è meglio fare a seconda di una determinata situazione, e sono sempre
modificabili.

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Gli atti aventi forza di legge si distinguono in 2 tipologie:

• decreto legge, ovvero la presentazione di intervento da parte del governo nei confronti
del parlamento che ha 60 giorni per convertirlo in legge, se il processo non avviene il
decreto decade.

• Quando si ha una situazione che richiede esperti in determinati ambiti il parlamento


delega al governo la possibilità di occuparsene creando un decreto legge che detta
principi e criteri direttivi; in questo caso il governo crea un decreto legislativo e, se
questo è in contrasto con i principi e i criteri legislativi presenti nella legge delega la
norma prodotta dal governo viene considerata illegittima dal parlamento, che
costituzionalmente è l’unico organo che può dettare le leggi.

• Oltre al decreto legge e legislativo, il governo ha il potere regolamentare, ovvero il


potere attuativo di emanare dei regolamenti che mettono in pratica le norme che sono
previste dalla legge

• All’interno della costituzione si trova l’evoluzione dell’Italia da stato unitario a stato


regionale, e la legge che stabilisce che le regioni possono stabilire le proprie regole..

LE FONTI DELL’ORDINAMENTO

• trattato dell’unione

• costituzione italiana

• leggi, che si distinguono in leggi ordinarie dello stato e atti aventi forza di legge, quali
decreto legge e decreto legislativo

• leggi regionali: normalmente al di sotto delle leggi statali, servono a garantire il


necessario per la specificità di ogni regione che interviene sulla base di una legge
quadro

Definisce i contenuti minimi entro cui la regione può agire

La Costituzione (art. 117) afferma che in determinati ambiti le regioni devono avere
competenza esclusiva o concorrente, in questo caso la legge regionale affianca la
legge statale

• regolamenti, usi e consuetudini.

Oltre alla costituzione italiana si ha la costituzione europea che a sua volta ha le sue fonti:
trattati, regolamenti, direttive. Il diritto europeo nasce come diritto sovranazionale ed è
necessario ad avvicinare i vari stati e garantire uguaglianza tra essi.

• Le regole europee nascono dalla stipulazione di contratti internazionali e alcune sono


direttamente applicabili. Oltre alle regole nascono delle direttive che servono a fissare un

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obiettivo comune agli stati che fanno parte dell’Unione e servono a regolare diversi
contesti sociali in modo che ogni stato si regoli autonomamente per raggiungere
l’obiettivo stabilito dalla direttiva. La direttiva a volte stabilisce anche diverse modalità
con cui si possa arrivare all’obiettivo prestabilito, ex: regolazione del bilancio di ogni
stato (ogni stato appartenente all’Unione deve seguire dei modelli su cui basarsi per
redattore i bilanci in modo che tutti gli stati siano regolati similmente).

06/10/2020

TRATTATO e REGOLAMENTO EUROPEI

trattato: accordo tra stati che porta alla creazione di un’entità sovranazionale

Ha la sua organizzazione, le sue modalità e i suoi strumenti per costituire altre


leggi e norme. Tra gli strumenti ci sono i regolamenti, che sono delle fonti di regole
europee e sono immediatamente applicabili nei singoli stati, e le direttive, che
obbligano gli stati a raggiungere determinati obiettivi e vengono chiamate strumenti di
armonizzazione perché servono ad avvicinare le legislazioni dei diversi stati.

USI E CONSUETUDINI: necessari per creare le norme giuridiche al di fuori dei canali
ufficiali

- in Italia il sistema è basato sulla legislazione scritta ma altri ordinamenti sono a base
consuetudinaria.

- Anche secondo il nostro sistema possono essere formate delle norme sulla case
della consuetudine se un comportamento viene ripetuto costantemente dai
consociati (gruppo di persone) che tengono dati comportamenti nella convinzione di
rispondere a una regola giuridica

Il comportamento non deve essere in contrasto con gli obblighi giuridici e

l’uso non può mai prevalere sulla legge o contrastarla

- Gli usi e le consuetudini sono fonti praticate ma non scritte e cambiano nel tempo.
Per questo ci sono delle raccolte di usi che sono conservate nella camera di commercio
e vengono costantemente aggiornate ma pur essendo scritto non possono sostituire la
norma scritta

DISPOSIZIONE E NORMA GIURIDICA

- disposizione: testo scritto

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- norma giuridica: applicazione della disposizione

INTERPRETAZIONE DELLA DISPOSIZIONE fondamentale

- l’interpretazione si basa sul significato letterale del testo scritto

- Importante adeguare in modo coerente la legge al momento e contesto storico

es: l’art. 1 delle preleggi è ancora scritto come alle origini ma viene applicato in modo
diverso, anche a seconda delle nuove norme e fonti dell’ordinamento.

- per applicare una legge si parte dal testo scritto e lo si interpreta e poi la si adegua ai
tempi; per questo non bisogna intendere la legge come qualcosa di fisso nel tempo ma
come qualcosa che si modifica a seconda del contesto

Lacuna dell’ordinamento: fatto non regolato, ovvero si hanno situazioni che generano
conflitto tra gli individui e non sono regolate da una norma

- l’ordinamento è un insieme di regole completo quindi c’è sempre una regola per
un’esigenza di regola (ogni fatto che ha bisogno di essere regolato trova una sua
disciplina)

- La lacuna dell’ordinamento è sempre un’apparenza: per regolare situazioni che


sembrano apparentemente prive di norma basta cercare i casi simili e procedere per
processo analogico, quindi interpretare una legge basandosi sul modo in cui è stata
fatta e su come si comporterebbe il legislatore che l’ha fatta.

- i giudici di merito, ossia i giudici di primo grado (tribunale e corte d’appello) e


secondo grado esaminano e ricostruiscono i fatti e, alla luce di quello decidono
quale legge applicare. Per determinate situazioni c’è anche il giudice di pace.

- La cassazione verifica se è stata correttamente interpretata e applicata la legge,


quindi ha un ruolo normofilattico, cioè deve guidare l’esatta e uniforme interpretazione
della norma

- Il sistema inglese è impostato in modo diverso, in modo che un caso già deciso vincoli il
giudice successivo, il quale non può attuare una procedura diversa a meno che non
ricorra al distinguishing, ovvero affermare che la situazione considerata sia diversa di
fatto e di diritto dalla presente regola e, per questo, lui abbia diritto di esprimere la
propria sentenza.

08/10/2020

LE PERSONE

Il diritto viene applicato alle persone, quindi ci sono soggetti che lo applicano e
soggetti che manifestano invece delle volontà conflittuali. Il diritto serve laddove c’è una
pluralità di persone per regolarne i rapporti. Le persone a cui viene applicato il diritto
possono essere persone fisiche o persone giuridiche.

- persone fisiche: sono tutti gli uomini, che da quando nascono acquisiscono la
capacità giuridica, ovvero l’attitudine dell’uomo ad essere titolare di diritti e di
doveri e sono legate ad un processo naturale. Anche il concepito ha dei diritti, che

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sono però subordinati alla nascita come persona viva; se infatti il feto nasce già deceduto
non avrà diritto di ottenere la capacità giuridica. Il diritto di una persona fisica ha un
valore sia riferito al tempo che allo spazio, per questo è importante il concetto di
residenza, ovvero il luogo dove abitualmente l’individuo risiede, di domicilio, il luogo
dove l’individuo svolge la sua attività lavorativa e di dimora, ovvero il luogo in cui
l’individuo attualmente soggiorna e di soggiorno, ovvero il luogo in cui si prende alloggio
occasionalmente.

• normalmente il minore è sottoposto alla responsabilità dei genitori o di un tutore che


viene nominato dal tribunale, ai quali spetta la legale rappresentanza; i genitori
possono compiere gli atti di straordinaria amministrazione solo per necessità del minore
mentre il tutore deve prima chiedere l’autorizzazione del tribunale. Gli atti personali non
possono essere compiuti ne dal minore (in quanto tale) ne da chi esercita su di lui la
rappresentanza legale. Per questo i minori non possono compiere atti giuridici, ma ci
sono delle eccezioni: un minore che abbia compiuto 16 anni può, sotto autorizzazione
del giudice, sposarsi e diventare un minore emancipato, acquisendo la piena capacità
di agire nelle situazioni di ordinaria amministrazione, mentre per gli atti di
straordinaria amministrazione verrà nominato un curatore che sarà il coniuge, se
maggiorenne o uno dei genitori (scelto dal giudice). Il sedicenne può anche riconoscere
un figlio nato fuori dal matrimonio.

• le persone maggiorenni che sono prive totalmente o in parte di autonomia sono


soggette a misure di protezione, la più importante è quella dell’amministrazione di
sostegno che garantisce una protezione di carattere generale. L’amministratore di
sostegno viene nominato dal giudice tutelare attraverso il decreto nomina, in cui
devono essere inserite le azioni che l’amministratore può compiere in nome del
beneficiario e quali questi non può compiere in autonomia. Nonostante l’inserimento
dell’amministratore di sostegno, il beneficiario può continuare a svolgere le azioni
necessarie della vita quotidiana autonomamente. Il maggiore di età può essere privato
totalmente della capacità di agire a causa di un’infermità mentale che gli impedisce
di riuscire a provvedere ai propri interessi; in questo caso viene nominato un tutore, che
ha le stesse facoltà di quello nominato per un minore, e il maggiore d’età viene
interdetto. In caso lo stato di infermità mentale non fosse talmente grave da limitare la
totale abilità dell’individuo, questo può chiedere l’inabilitazione (possono essere
inabilitati anche i prodighi coloro che abusano di bevande alcoliche e sostanze
stupefacenti), e in questo caso viene nominato un curatore.

- persone giuridiche: sono create dalla volontà dell’ordinamento, cioè dalle


associazioni, con l’arrivo della maggiore età e porta all’acquisizione della capacità di
agire. Le persone giuridiche hanno la possibilità di svolgere atti giuridici, soprattutto di
stipulare i contratti. Questa capacità si perde generalmente solo con la morte, ma in
casi specifici si perde anche a causa delle malattie neurologiche e degenerative,
quindi le persone affette da queste malattie conservano la capacità giuridica ma non
quella di agire. Le persone giuridiche si distinguono in enti pubblici e privati: gli enti
pubblici a cui sono affidati compiti specifici possono essere monosettoriali o
plurisettoriali a seconda che abbiano una o più funzioni oppure nazionali o locali, a

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seconda del loro raggio di azione. Gli enti territoriali, lo Stato, le regioni, le province e i
comuni, sono caratterizzati dal potere sovrano e organizzano la comunità nazionale.

Le persone si muovono all’interno dell’ordinamento giuridico pensando ad un patrimonio e


ogni volta che modificano la loro sfera giuridica ( ovvero la sfera dei diritti e dei doveri)
individuano i loro diritti e doveri come dei beni personali.

Il patrimonio è l’insieme dei rapporti attivi e passivi che fanno capo ad un determinato
soggetto.

- il diritto su un determinato oggetto aumenta il patrimonio, infatti la relazione tra


individuo e oggetto posseduto integra il patrimonio dell’individuo stesso.

- le cose in diritto sono ciò che può essere oggetto di diritto e sono gli unici beni che
costituiscono il patrimonio. Significa che abbiamo a che fare con tante cose, ma non con
tutte perché non tutte queste cose possono essere oggetti di diritto. es: l’aria è di tutti
ma non è di nessuno; nessuno può diventare proprietario dell’aria ma se questa viene
messa in un contenitore ed usata per secondi fini, assume valore economico e diventa
un bene economico.

- parlando di relazioni giuridiche tra soggetto e oggetto si parla di diritto reale, che deriva
dal latino “res” e significa cosa. Il primo diritto reale è il diritto di proprietà, e seguono
poi il diritto di superficie, di usufrutto, di uso, di abitazione e di servitù, che sono
diritti reali limitati e parziali, es: per il diritto di uso io posso usare un oggetto ma dovrò
poi restituirlo al proprietario. Sono diritti parziali perché al di sotto c’è sempre il diritto di
proprietà. Un’altro diritto basato sul diritto di proprietà è quello di servitù di passaggio;
concedendo questo diritto un proprietario si limita e rinuncia all’esclusività sulla sua terra
per permettere ad un’altro di passarci sopra.

09/10/2020

DIRITTO DI PROPRIETÀ

art. 832 la proprietà: Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno
ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento
giuridico.

Questo articolo non parla della proprietà ma di cosa può fare il proprietario perché, il codice
civile nasce nel ’42 e, in pieno regime fascista ci si rapportava direttamente con il
proprietario o con l’imprenditore.

Da questo articolo di può trarre la definizione di proprietà, che è il diritto del proprietario
e consiste nel godere e disporre in modo esclusivo delle cose che possono essere
oggetto di diritto, ma sempre entro i limiti.

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Il proprietario possiede delle facoltà:

- la possibilità di godere delle cose, quindi la possibilità sia di usarle che di non usarle.
Questa possibilità è legata anche ai frutti delle cose, ovvero a dei beni che derivano da
altri ma ne sono completamente autonomi e che possono essere naturali, se sono
prodotti direttamente dalla natura e possono diventare un autonomo oggetto di diritto,
attraverso un atto giuridicamente detto di separazione, o civili, se sono il prodotto di
azioni giuridiche, in questo caso il fenomeno della separazione non avviene fisicamente
ma vengono calcolati gli interessi sul capitale, quindi si ha una finzione giuridica per
cui si considerano furti gli interessi.

- la possibilità di disporre delle cose, cioè di poter usare materialmente o


giuridicamente un oggetto, quindi poterlo distruggere o vendere. Quando utilizzo un
oggetto giuridicamente, questo rimane lo stesso dal punto di vista fisico ma cambia dal
punto di vista giuridico perché cambia il proprietario.

Queste caratteristiche sono piene, quindi normalmente il proprietario può godere e disporre
dei suoi oggetti senza limitazioni. A volte però la pienezza viene meno perché il diritto
sull’oggetto è limitato da altri; un esempio può essere l’usufrutto: il nudo proprietario si
toglie la possibilità di utilizzare l’oggetto e l’usufruttuario che lo utilizza riceve i suoi frutti ma
non può venderlo, inoltre al termine del contratto il nudo proprietario torna ad essere il
proprietario dell’oggetto.

- l’esclusività, secondo cui il proprietario ha il diritto di escludere chiunque dall’utilizzo


dell’oggetto e sta tale anche se decide di non usarlo affatto.

- Il diritto di possesso, quindi il diritto di avere relazioni con gli oggetti posseduti (jus
possidendi), ma anche il diritto di cedere il possesso ad un’altra persona (jus
possessionis)

Quindi il diritto di proprietà è un diritto reale e assoluto e quindi nonostante i limiti che
possono esserci all’interno non necessita la collaborazione di nessuno.

I BENI E LA PROPRIETÀ SUI BENI

Riguardo a questo argomento il codice civile fa una distinzione tra beni mobili e beni
immobili; seguendo il codice scritto nel 1942 il bene essenziale che integra il concetto di
ricchezza è il bene immobile, quindi questo è più importante del bene mobile. Infatti nel ’42
la proprietà fondiaria era quella più consistente. Per questa distinzione il codice civile
prevede norme diverse per la tutela di beni mobili e immobili.

- Art. 810

- art. 812 distinzione dei beni: sono beni immobili il suolo, le sorgenti e i corsi d’acqua,
gli alberi, gli edifici e le altre costruzioni, anche se unite al suolo a scopo transitorio, e in
genere tutto ciò che naturalmente o artificialmente è incorporato al suolo. Sono reputati
immobili i mulini, i bagni e gli altri edifici galleggianti quando sono saldamente assicurati

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alla riva o all’alveo e sono destinati ad esserlo in modo permanente per la loro
utilizzazione. Sono mobili tutti gli altri beni.

Secondo questo articolo tutto ciò che è saldamente attaccato alla terra diventa un
bene immobile e questo porta a dettare regole più rigide per questi beni rispetto che per
quelli mobili. Visto che nell’ordinamento del 1942 trasferire un bene immobile significava
trasferire una ricchezza importante, per il trasferimento dei beni immobili esistono forme
molto rigorose, quindi serve sempre una forma scritta che non è legata all’azione ma al
bene immobile stesso. L’attuale ordinamento vuole una sorta di anagrafe per i beni
immobili ed è importante conoscere chi è il proprietario di ogni bene; conoscere questa
informazione serve anche al fisco per stabilire le imposte sia che riguardano le persone
fisiche sia che riguardano i beni. Oltre all’atto scritto serve anche una notazione in
pubblico registro che si chiama conservatoria immobiliare (catasto in linguaggio
comune). Secondo il nostro ordinamento quindi si possono trasferire i beni immobili se lo
stato è a conoscenza del proprietario di tali beni; questa limitazione serve a regolare e
controllare più facilmente la costruzione di edifici e la loro registrazione nei registri pubblici.

Anche le imprese devono iscriversi al registro delle imprese, conservato presso la


Camera di Commercio.

- POSSESSO: è legato al diritto di proprietà ma è una situazione di fatto, cioè una


situazione che l’ordinamento tutela pur non essendo una situazione di diritto.

Il diritto di proprietà si ha anche senza che il proprietario abbia una relazione di fatto con
l’oggetto in questione, ad esempio se decido di lasciare la macchina a casa di un mio
amico, questo diventa il possessore e può utilizzarla, mentre io ne rimango il proprietario.
L’ordinamento tutela entrambe le situazioni, infatti se poi io decido di riprendere la mia
macchina e il mio amico si rifiuta compie un’introversione di possesso e in questo caso
dove dimostrare di esserne il proprietario e di averne trasferito temporaneamente il
possesso.

L’attuale ordinamento tutela maggiormente il possesso perché predilige coloro che


utilizzano gli oggetti, favorendo il mercato.

Il possesso è una relazione materiale tra il possessore e l’oggetto posseduto.

L’unico possesso che richiede l’atto scritto è quello che riguarda i beni immobili, dove il
possessore è in relazione con l’oggetto ma sa che appartiene ad un altro. È una relazione di
fatto che da però una tutelar possessore che può far valere il proprio possesso, cioè la
relazione di fato con la cosa.

- art. 1140 il possesso: è il potere sulla cosa che si manifesta in un’attività corrispondente
all’esercizio della proprietà o altro diritto reale. Si può possedere direttamente o per
mezzo di altra persona, che ha la detenzione della cosa.

Quindi il possessore si comporta come il proprietario, però riconosce che c’è un altro
proprietario. Quando si parla di possesso si fa riferimento a un elemento soggettivo legato
alla consapevolezza di un diritto di base, ossia quello della proprietà e a un elemento
oggettivo ovvero la relazione di fatto.

13/10/2020

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Come abbiamo precedentemente affermato il possesso è la situazione di fatto mentre la
proprietà è la situazione di diritto.

Il possesso si ottiene instaurando una relazione con esso e l’ordinamento garantisce la


tutela della situazione di fatto indipendentemente dal titolo giuridico

Il possessore può acquisire l’oggetto attraverso la consegna, chiamata anche traditio o


traditio brevi mano, e consiste nella consegna dell’oggetto da parte del proprietario,
oppure spontaneamente, senza l’azione di consegna, es: trovando un portafogli per strada
si diventa il possessore dell’oggetto ma non il proprietario.

I MODI DI ACQUISTO DELLA PROPRIETÀ

- art. 922 modi di acquisto: la proprietà si acquista per occupazione, per invenzione, per
accessione, per specificazione, per unione o commissione, per usucapione, per effetto di
contratti, per successione a causa di morte e negli altri modi stabiliti dalla legge.

La legge prevede 9 modi di acquisto della proprietà che vengono suddivisi in due categorie:
acquisizione a titolo originario e acquisizione a titolo derivativo.

- si acquista a titolo derivativo quando la cosa viene trasferita ad un nuovo proprietario


tramite un contratto dal vecchio proprietario; oppure alla morte di un soggetto viene
attuata la successione nei suoi beni da parte di un altro o di altri soggetti (eredi e
legatari). Colui che traferisce il diritto è il dante causa mentre colui che lo acquista si
chiama avente causa; l’avente causa acquista la proprietà della cosa solo se e come il
dante causa ne era il proprietario. Se la cosa in questione era sgravata da diritti reali
(usufrutto o servitù) o da garanzie reali di terzi (pegno, ipoteca) questi si trasferiscono
all’avente causa con il diritto di proprietà.

- Si acquista a titolo originario quando il diritto di proprietà che si acquista è


indipendente dal diritto del precedente. Ciò accade quando non esiste un
precedente proprietario, quando il proprietario precedente abbandona la cosa. In
questo caso la proprietà si acquista libera dai diritti reali o dalle garanzie di terzi che
gravavano sul precedente proprietario.

I modi di acquisto a titolo originario sono:

- occupazione: serve per acquistare la proprietà delle cose mobili che non appartengono
a nessuno e necessita di un elemento materiale, l’impossessamento della cosa, un
elemento psicologico e l’intenzione di fare propria la cosa; un esempio sono gli oggetti
abbandonati. Possono essere di nessuno solo le cose mobili perché se i beni immobili
non appartengono a nessun privato (beni vacanti) sono di proprietà dello stato.

- Gli oggetti smarriti sono diversi perché il loro proprietario ne ha perduto il possesso
involontariamente. Chi trova una cosa mobile, che le circostanze fanno capire che fosse
smarrita, deve portarla al sindaco del luogo, il quale pubblicherà un articolo nell’albo
pretorio per renderne noto il ritrovamento. Se trascorre un anno dalla pubblicazione
dell’articolo colui che ha ritrovato la cosa ne diventa proprietario: acquisto per
invenzione o ritrovamento.

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- Acquisto per accessione: se una cosa di cui si è proprietari è qualificabile come
principale, questa fa acquistare la proprietà delle cose ad essa accessorie. Esistono tre
forme di questo acquisto di proprietà: 1) accessione di cosa mobile a cosa immobile
(in cui prevale la preminenza della proprietà immobile), ogni volta che un bene mobile
viene unito ad uno immobile diventa dei proprietà del proprietario del bene immobile; 2)
accessione di cosa immobile a cosa immobile, è un’ipotesi di limitata importanza e
riguarda le conseguenze delle alluvioni o delle altre catastrofi naturali, che causano
modifiche nelle proprietà dei territori; 3) accessione di cosa mobile a cosa mobile, se
due cose mobili di due proprietari diversi sono unite (accessione per unione) o
mescolate (accessione per commistione) in modo da formare un tutt’uno, il proprietario
della cosa principale diventa il proprietario di entrambe, pagando all’altro il valore della
sua cosa.

- La specificazione riguarda l’acquisto di proprietà della materia altrui da parte di chi


la usa per formare una cosa nuova. Se però il valore della materia supera quello
dell’opera, la proprietà della cosa spetta al proprietario della materia, che dovrà
all’utilizzatore il prezzo della mano d’opera.

La proprietà si può acquistare mediante il possesso: per i beni immobili serve un


possesso continuato, mentre per i beni mobili il possesso può determinare l’acquisto
istantaneo della proprietà. Questo principio serve a rendere più rapida la circolazione di
beni e si manifesta in due ipotesi:

- Acquisto di una cosa mobile da un soggetto che non ne è il proprietario: cori che
acquista la cosa ne acquista il possesso e la proprietà se era in buona fede, quindi non
sapeva che colui che ha venduto la cosa non ne era il proprietario

- Alienazione della cosa mobile a più persone: se qualcuno aliena una stessa cosa a più
persone con successivi contratti, la cosa spetta a colui che ne è entrato in possesso per
primo, anche se il suo contratto è successivo a quello di un altro.

Questo principio garantisce sicurezza al compratore che sa che, anche se non ha


ottenuto la proprietà a titolo derivativo, è diventato proprietario della cosa a titolo originario,
e che quindi non c’è il rischio di dover restituire la cosa ad un terzo che ne risulta
proprietario.

Mediante il possesso non si può acquistare la proprietà di università dei mobili, che non
sono destinati alla circolazione e non presentano la sicura e la rapida circolazione, e dei
mobili iscritti in pubblici registri, perché sono sottoposti a una forma di pubblicità che ne
consente l’equiparazione ai beni immobili.

Il possesso è il potere di fatto sulla cosa ed è un contenuto del diritto di proprietà: si


può essere possessori di un bene senza averne il diritto ma anche esserne proprietari e
non averne il possesso. Al protrarsi da questa situazione entra in gioco l’usucapione, o
prescrizione acquisitiva, con cui il proprietario non possessore perde il diritto di
proprietà e il possessore lo acquisisce ma, per far subentrare l’usucapione, occorre che il
possesso sia goduto alla luce del sole. L’usucapione si fonda sull’esigenza di ordine
generale di eliminare incertezze riguardo l’appartenenza dei beni e di garantire la
certezza dei diritti sulle cose.

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- È una situazione di fatto che rende agevole la prova della proprietà e quindi
l’acquisizione del diritto a titolo originario

- Il tempo necessario per acquistare la proprietà mediante il possesso è di 20 anni per i


beni immobili e 10 anni per i beni mobili. Se un bene immobile è stato acquistato in
buona fede bastano 10 anni, e quando la stessa situazione si verifica per un bene
mobile bastano 3 anni.

15/10/2020

IL CONTRATTO

Il contratto si occupa di regolare i rapporti tra due parti; per esempio i modi di acquisto
della proprietà e di circolazione dei beni, regolare la procreazione del diritto alle altrui
prestazioni essendo una fonte delle obbligazioni. Attraverso il contratto si possono
trasferire i diritti reali e i diritti di credito, quindi la cessione dei crediti, quindi si svolge la
volontà dell’uomo.

- art. 1321 nozione: il contratto è un accordo di due o più parti per costruire, regolare o
estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.

Il rapporto giuridico che il contratto costituisce, regola o estingue, deve essere


patrimoniale, cioè avere come oggetto cose o prestazioni personali che possono avere
valore economico (beni, prestazioni che formano oggetto dell’obbligazione).

La regolazione del contratto si divide in due serie di norme:

- la prima serie riguarda i contratti in generale

- La seconda serie riguarda i singoli contratti


Ciò che costituisce, regola o estingue un rapporto patrimoniale è l’accordo delle parti;
l’effetto giuridico è prodotto dalla volontà delle due parti, quindi per l’acquisto della
proprietà è l’effetto della concorde volontà di alienante e acquirente mentre il sorgere
dell’obbligazione è l’effetto della concorde volontà del creditore e del debitore.

Il contratto si basa sulla libertà o autonomia contrattuale, ovvero la libertà di decidere


se obbligarsi o meno, perché è una legge o autonomia del privato che si manifesta sotto un
duplice aspetto:

- Libertà o autonomia contrattuale in senso negativo: nessuno può essere spogliato dei
proprio beni o essere costretto a ad eseguire prestazioni a favore di qualcun altro contro
il proprio volere

- Libertà o autonomia contrattuale in senso positivo: i privati possono, con un proprio


atto di volontà, disporre dei propri beni ed obbligarsi ad eseguire prestazioni a favore di
altri.

L’autonomia contrattuale si manifesta in tre forme:

- Libertà di scelta fra i diversi tipi di contratto previsti dal codice civile

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- Libertà di determinare il contenuto del contratto: ogni determinazione delle due parti
viene chiamata clausola e ogni contratto è costituito da un pluralità di clausole

- Libertà di concludere contratti atipici, ovvero non menzionati nel codice civile, che
sono stati ideati dal mondo degli affari (leasing o locazione finanziaria, che consiste nel
prudere un oggetto in affitto con la possibilità di restituirlo don dato periodo di tempo e
di affittare uno più nuovo; portierato, ovvero il contratto firmato soprattutto in passato dai
portieri che gli permetteva di lavorare in guardiola presso un edificio e gli garantiva un
alloggio nello stesso). La maggior parte delle volte questi contatti sono misti (portierato:
unione di contratto di locazione e di lavoro subordinato). Anche i contratti atipici, avendo
la natura di contratto sono regolati dalle clausole contrattuali e sono sottoposti alle
norme sui contratti in generale

- Art. 1322 autonomia contrattuale, 2° comma: le parti possono anche concludere


contratti che non appartengano ai tipi aventi una disciplina particolare purché siano
diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela a seconda dell’ordinamento giuridico

Secondo questo articolo non possono essere stipulati contratti contrari alle norme
dell’ordinamento, che è elastico riguardo gli interessi tutelati ma rigido sull’oggetto del
contratto. Se il contratto viene dichiarato lecito ma l’obiettivo a cui serve va contro alle
norme il contratto viene dichiarato nullo

Esistono dei casi in ci vige l’obbligo di contrarre, ovvero un limite dell’autonomia


contrattuale di una delle parti; questa limitazione dell’autonomia è posta a carico del
contraente forte e in protezione del contraente debole. es i servizi pubblici devono
essere sempre a disposizione di qualunque cittadino che voglia sfruttarli.

Il contratto può essere:

- Unilaterale, se la dichiarazione di volontà è di una sola delle due parti

- Bilaterale, quando le parti sono formate esclusivamente da due individui

- Plurilaterale, quando le parti sono composte da due o più soggetti

Gli elementi che costituiscono il contratto secondo il codice civile sono 4:

- art. 1325 indicazione dei requisiti: i requisiti del contratto sono: 1) l’accordo fra le due
parti, 2) la causa, 3) l’oggetto, 4) la forma, quando risulta che è prescritta dalla legge
sotto pena di nullità

a) L’accordo delle parti

È l’incontro delle dichiarazioni di volontà delle due parti. L’accordo può formarsi in
maniera simultanea oppure per fasi successive; la proposta è la dichiarazione di volontà
di chi assume l’iniziativa del contratto mentre l’accettazione è l’espressione di volontà del
destinatario, che è libro di accettarla, respingerla, oppure di controproporre. Il contratto si
dice concluso quando c’è piena coincidenza fra le dichiarazioni di volontà, ovvero
quando il proponente riceve notizia dell’accettazione da parte del proprietario, e può essere
concluso in modo espresso, quando le due volontà vengono dichiarate per iscritto o

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oralmente, oppure in modo tacito, se le volontà o quella di una sola delle due parti non
vengono dichiarate e si deducono dal comportamento. Finché il contratto non risulta
concluso le parti conservano la loro autonomia e sia la proposta che l’accettazione
possono essere revocate.

b) La causa

È la funzione oggettiva del contratto, è unica per entrambi i contraenti ed è uguale a


seconda del tipo di contratto; quindi è la funzione economico-sociale dell’atto di
volontà e la giustificazione dell’autonomia privata; ad esempio la causa della vendita è
lo scambio di cosa con prezzo. Non tutti i contratti sono di scambio, esistono contratti a
titolo oneroso, che si basano sullo scambio di prestazioni e contratti a titolo gratuito, che
implica la prestazione di solo una delle due parti. I contratti tipici hanno tutti una causa
tipica, mentre quelli atipici ne hanno una atipica, per cui un giudice dovrà verificare se
siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento; questo
controllo serve ad accertare che la causa sia illecita o lecita. Nonostante gli interessi siano
leciti, il giudice potrà ritenere che non siano meritevoli di tutela. I motivi sono diversi dalla
causa perché sono le ragioni soggettive che inducono le parti al contratto e sono diversi tra
i vari contraenti; di solito sono irrilevanti, ma diventano importanti nel caso di motivo illecito
e nel caso di errore di diritto sui motivi.

c) L’oggetto

Si distingue dal contenuto del contratto, ovvero il regolamento contrattuale ed è la cosa,


il diritto che il contratto trasferisce da una parte all’altra, oppure la prestazione che
una parte si obbliga ad eseguire in favore dell’altra. Deve essere possibile, lecito,
determinato o determinabile. La possibilità è naturale/materiale se la cosa esiste o
dovrebbe venire all’esistenza: può essere venduta anche la cosa futura e la sua proprietà
passa dal momento in cui inizia ad esistere, inoltre finché la cosa non esiste il contratto è
valido ma non efficace. Esistono dei contratti che pur non essendo consensuali sono reali
perché c’è di mezzo la cosa “res” e in quel caso la consegna della cosa è l’elemento
necessario per la conclusione del contratto. La possibilità diventa giuridica quando la
cosa è commerciabile, nel nostro ordinamento infatti esistono le cose fuori da commercio,
o “res extra commercium”, che sono beni appartenenti al patrimonio dello Stato e per
questo non sono acquistabili, nemmeno dallo Stato stesso; anche le sostanze stupefacenti
come la cocaina non possono essere vendute ma altre sostanze, come la morfina, che ne
sono i componenti ma sono usate per curare le persone, possono invece essere oggetto di
commercio. Alcune cose vengono vietate a determinate categorie din persone, ad esempio
le sigarette sono vietate ai minori di 18 anni. L’oggetto è impossibile se non è un bene in
senso giuridico e che quindi non può formare oggetto di diritto; ad esempio le parti del
corpo umano di cui gli individui non possono disporre. Nonostante alcuni oggetti siano leciti
è possibile che lo sfruttamento di questi oggetti sia dichiarato illecito e quindi interdetto; si
pensi alla prostituzione. La possibilità giuridica e la liceità sono due requisiti coincidenti. Un
oggetto determinato è definito nella sua individualità, si pensi ad un quadro mentre uno
determinabile è definito solo in determinati ambiti, ad esempio un quintale di grano è
definito nel genere e nella quantità ma non nella specificità delle spighe di grano (cosa
impossibile). La differenza tra determinato e determinabile è importante per l’esecuzione
della prestazione perché se l’oggetto del contratto è determinato, consegnarne un’altro

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provoca la nullità del contratto stesso mentre se la cosa è determinabile per far si che il
contratto sia valido, deve essere consegnata in uno stato non inferiore alla media. In caso
colui che doveva custodire e consegnare la cosa determinata non riesca ad adempiere per
cause esterne non ne subisce le conseguenze ma in caso fosse riconosciuto non
adempiente per cause personali dovrebbe trovare un altro modo di adempiere al contratto
oppure risarcire il danno.

d) La forma

Nel nostro sistema vige il principio della libertà della forma; i contratti possono risultare
da dichiarazioni espresse oppure tacite. I contratti espressi possono essere orali o
verbali, oppure scritti; il contratto risulta valido se la volontà di entrambe le parti viene
manifestata, in qualunque modo esse vogliano farlo. Esistono delle eccezioni:

- art. 1350 atti che devono farsi per iscritto: devono farsi per atto publico o scrittura
privata, sotto pena di nullità i contratti immobiliari che trasferiscono la proprietà di beni
immobili, che costituiscono, modificano o trasferiscono il diritto di usufrutto; i contratti
che costituiscono la comunione dei diritti indicati; i contratti che costituiscono o
modificano le servitù prediali, il diritto di uso su beni immobili e il diritto di abitazione; gli
atti di rinuncia ai diritti indicati; i contratti di affrancazione del fondo enfiteutico; i contratti
di anticresi; i contratti di locazione dei beni immobili per una durata superiore di nove
anni; i contratti di società o di associazione che conferiscono il godimento o altri diritti sui
beni immobili; gli atti che costituiscono rendite perpetue o vitalizie; gli atti di divisione dei
beni immobili; le transazioni che hanno per oggetto i diritti indicati; gli atti specialmente
indicati dalla legge.

Dall’articolo si capisce che ad esempio i contratti immobiliari devono essere espressi in


forma scritta perché trasferiscono, modificano o estinguono proprietà sui beni
immobili. La forma scritta può essere un atto pubblico, quindi redatta da un notaio, o un
pubblico ufficiale, oppure una scrittura privata, quindi redatta in privato dalle due parti e
poi autenticata da un notaio, o un pubblico ufficiale. L’atto pubblico e l’autenticazione
sono solo mezzi di prova per garantire l’efficacia del contratto.

Un modo tacito di espressione è il comportamento concludente, che consiste in una


forma di manifestazione della volontà negoziale e deve essere un comportamento
socialmente tipico.

16/10/2020

Il contratto è una regola che le parti si danno per regolare i propri interessi.

L’autonomia privata, cioè la possibilità di autodefinire le regole del rapporto, è sottoposta


a dei limiti. La stessa presenza degli elementi essenziali è una garanzia perché il
contratto rispetti determinate caratteristiche. Una norma non può essere contraria alla
costituzione perché in quel caso sarebbe annullata; allo stesso modo un contratto è
invalido se contrasta le stesse regole della costituzione (o norme imperative). Quando il
contratto è considerato invalido si ha una sanzione (vedi coercibilità), imposta dalla
disciplina dell’invalidità; questa sanzione ha diverse conseguenze: a volte considera la
sanzione della nullità, altre quella dell’annullabilità (l’annullabilità è la sanzione più grave e
quindi la regola generale prevede la nullità); la regola dell’annullabilità viene usata solo se
prevista dalla legge.

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Alcune regole non sono derogabili, che quindi sono a carattere imperativo: ad esempio i
presidi posti dell’ordinamento affinché vengano svolti atti leciti, quindi conformi alle finalità
dell’ordinamento stesso.

Il primo motivo per cui il contratto viene dichiarato nullo è quando esso non possiede gli
elementi presentati nell’articolo 1325, successivamente se non rispetta la forma richiesta.

- quando non vengono rispettati gli elementi del contratto?

L’accordo delle parti manca, ad esempio, quando una delle due parti manifesta il
consenso sotto violenza fisica, e quindi il contratto è nullo perché manca la volontà (se si
trattasse di violenza psicologica la volontà ci sarebbe ma sarebbe condizionata dalla
violenza). Quando si tratta di violenza fisica il contratto è considerato nullo perché anche
sotto violenza il soggetto ha scelto di firmarlo, mentre quando si parla di violenza morale/
psicologica il contratto è annullabile perché la volontà è viziata.
È più difficile che manchi la causa perché molto spesso si ha a che fare con contratti tipici,
ma anche quando si tratta di contratti atipici vengono stipulati partendo dalla prassi degli
affari; ma questa può essere illecita se non è meritevole di tutela, ad esempio un contratto
che ha per causa una protezione mafiosa.

L’oggetto è illecito se non è meritevole di tutela, quindi se si tratta di un oggetto non


commerciabile, un esempio di oggetto non meritevole di tutela sono le sostanze
stupefacenti.
I contratti illeciti possono anche essere i contratti formalmente leciti, ma utilizzati per
raggiungere fini illeciti, il cosiddetto contratto in frode alla legge.
Ad esempio, se io facessi un contratto di vendita della mia casa a scopo di garanzia

e il creditore si potesse tenere la casa nel caso in cui io non pagassi i soldi che gli devo,
sarebbe un contratto in frode alla legge, perché la legge vieta il patto commissorio, ovvero
vieta di trasformare una garanzia in denaro, quindi di acquisire il bene dato in garanzia. La
legge prevede che la garanzia serva a garantire il creditore che quindi deve avere un valore
pari o superiore a quello per il quale il diritto di credito era stato formato. quindi se io che
dovevo pagare non pago, non ci si può appropriare del bene che ho messo in garanzia ma
lo si può vendere per ricavare i 100 euro iniziali.

Il diritto di credito è il diritto di essere soddisfatti da una determinata somma di denaro,


quindi garantisce al creditore che riceverà sicuramente la data somma; la garanzia è quindi
uno strumento che consente l’adempimento ma non toglie soldi al debitore.

Essendo la causa di carattere oggettivo è sempre uguale a seconda della tipologia di


contratto, ma i motivi possono essere diversi e illeciti:

- Se il motivo illecito non è comune ad entrambe le parti il contratto conserva la sua


liceità e in seguito viene tutelato l’affidamento, “fare fides”, ovvero confidare che il
contratto abbia gli effetti normalmente sperati (l’affidamento tutela la parte non
consapevole del motivo illecito)

- Se il motivo è comune ad entrambe le parti il contratto viene dichiarato nullo e la


conseguenza applicata è la restituzione

L’annullabilità è applicabile ogni volta che il contratto contrasta con una norma
imperativa o che realizza uno scopo vietato dall’ordinamento. Le ipotesi di annullabilità
sono applicabili solo se previste dalla legge, quindi viene chiamata nullità testuale, ma a
volte la nullità viene definita virtuale, se fa riferimento a ipotesi non previste dalla legge

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- Se la nullità del contratto ha a che fare con la capacità di agire, quindi una delle parti
viene dichiarata non capace di manifestare la propria volontà e regolare
autonomamente i propri interessi: questo accade quando un individuo interdetto,
inabilitato o minore compie un atto giuridico essendo consapevole di non avere la piena
capacità di agire; in questo caso il soggetto sta violando la legge e per questo il
contratto deve essere annullato. Se ad esempio l’interdetto stipula un contratto senza
l’aiuto del tutore il contratto sarà annullabile perché questo soggetto non ha la piena
capacità di agire.

- Se la nullità del contratto ha a che fare con la capacità naturale significa che
normalmente l’individuo ha la capacità di agire ma nel momento in cui viene stipulato
il contratto questa viene a mancare (ad esempio a causa dell’alcool) per un breve
periodo, la mancanza di capacità viene definita transitoria e il contratto viene
annullato dell’ordinamento. Per permettere all’ordinamento di dichiarare l’annullabilità di
questo contratto l’individuo deve dimostrare che l’altra parte si sia approfittata di lui

Oltre alle ipotesi legate alla capacità delle due parti ci sono anche quelle legate ai vizi della
volontà, cioè all’incapacità di esprimere liberamente il proprio volere:

- Il primo vizio della volontà è l’errore: normalmente per errore si intende essersi capiti
male, quindi si tratta di errore motivo o di errore ostativo; l’errore motivo è legato a degli
elementi individuati dalla legge, quindi è l’errore che cade sulla natura, sull’identità o
sulla qualità dell’oggetto o dell’altro contraente. l’errore ostativo è l’errore nella
dichiarazione, quindi si ha se una parte afferma di volere una cosa e l’altra le da la
proprietà di una cosa diversa, in questo caso gli errori diventano rilevanti ma per essere
tutelati dall’ordinamento bisogna dimostrare che la seconda parte si è approfittata
dell’errore.

- Il secondo vizio è il dolo: si ha quando la seconda parte utilizza raggiri per ingannare la
prima parte e guadagnare sempre e comunque da un contratto. In questo caso l’errore
non è dovuto alla prima parte che è stato vittima di un inganno e quindi ha stipulato un
contratto con la volontà viziata
- Il terzo vizio è la violenza, che può essere sia morale, in cui la parte sottoposta a tale
violenza ha una scelta e può decidere cosa fare, sia fisica, in cui la parte che subisce
la violenza non ha scelta ed è costretta a manifestare una volontà che non condivide

Le conseguenze possono essere diverse:

- Quando si parla di nullità si ha una sanzione grave; la nullità porta il contratto a non
avere nessun effetto, come se non fosse mai stato stipulato e per questo si applica la
restituzione reciproca

- Quando si parla di annullabilità un contratto produce i suoi effetti finché non viene
annullato definitivamente, il termine di prescrizione per cui l’ordinamento può agire per
annullare un contratto sono 5 anni durante i quali la parte che si è sentita approfittata
può richiedere questa conseguenza senza che l’altra parte lo sappia. L’annullabilità
tutela la parte che manca di capacità giuridica o che è stata raggirata con dolo o
violenza.

20/10/2020

Quindi si può affermare che se la causa del contrato è illecita il contratto è fatto in frode
alla legge, e per questo risulterà nullo
Affidamento aspettativa che un contratto produca gli effetti desiderati

(compimento del comportamento concludente)

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- art. 2247 contratto di società: con il contratto di società due o più persone
conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo
di dividerne gli utili

- Il comportamento concludente è la manifestazione della volontà di concludere un


contratto

- cosa significa che un contratto si ammala?

quando si parla di nullità e annullabilità significa che si ha un vizio, manca uno degli
elementi oppure si ha una limitazione nella libertà del volere

si va in contro alla risoluzione per

inadempimento impossibilità sopravvenuta della prestazione eccessiva onerosità

Quando il rapporto nasce bene, ma si altera nel tempo si ha la risoluzione per


inadempimento

• Significa che una delle parti non adempie correttamente alla prestazione stabilita

• Anche se una delle prestazioni non viene conclusa l’altra deve essere effettuata perché il
contratto è una forma di obbligazione e deve essere risolto

Il termine sta per “sciogliere”che deriva dal latino “solvere”

• il contratto è un vincolo giuridico che lega due parti all’esecuzione di due prestazioni e
quando si ha un problema nella fase di esecuzione a causa dell’inadempimento di una
delle due parti il vincolo deve essere sciolto

per sciogliere il vincolo contrattuale si può scegliere la strada giudiziale o quella


stragiudiziale

• la via giudiziale prevede di rivolgersi ad un giudice, a cui si possono chiedere 2 cose:


> l’adempimento, con cui il giudice condanna la parte inadempiente al pagamento o

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all’esecuzione della prestazione sovvenuta
> la risoluzione, con cui si ottiene lo scioglimento con l’obbligo di effettuare la prestazione
a carico del soggetto che è ancora in grado di effettuarla

• la via stragiudiziale consiste nell’ottenere il risultato prima di rivolgersi al giudice ed è


prevista in 3 modi:
> diffida ad adempiere, quando si stipula un contratto si stabilisce per iscritto che se le
prestazioni non vengono effettuate in un limite di tempo questo viene sciolto e perde
validità
> clausola risolutiva espressa, quando si stipula il contratto si prevede una clausola per
cui, se una delle due parti non adempie il contratto deve ritenersi automaticamente sciolto
> termine essenziale, fa riferimento al termine di adempimento che le parti nel contratto
hanno indicato come essenziale, ad esempio nei contratti può essere scritto “entro e non
oltre”: significa che la cosa ha valore e obbligazione entro in una determinata data. Le
parti individuano i termini dell’adempimento e se la prestazione non viene effettuata entro
il dato termine il contratto è risolto.

• il codice prevede anche un'altra forma di tutela: l’eccezione di inadempimento (non


risolve il contratto)

- art. 1460 eccezione di inadempimento: nei contratti con prestazioni corrispettive,


ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, se l’altro non
adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria, salvo che termini
diversi per l’adempimento siano stati stabiliti dalle parti o risultino dalla natura del
contratto. Tuttavia non può rifiutarsi l’esecuzione se, avuto riguardo alle circostanze, il
rifiuto è contrario alla buona fede

Quando si modificano i requisiti necessari alla conclusione del contratto, ad esempio la


prestazione deve essere possibile, lecita, determinata o determinabile, si fa riferimento
all’impossibilità sopravvenuta della prestazione

• Il contratto nasce bene, con tutti i requisiti necessari, ma per cause naturali o
incontrollabili viene alterato; in questo caso la risoluzione opera di diritto, quindi è
automatica e non c’è bisogno né della forma giudiziale né di della stragiudiziale

• L’impossibilità deve riguardare una cosa determinata, non generica poiché essendo tale è
sempre possibile da ottenere nuovamente

Quando viene stipulato un contatto, questo tutela i conflitti di interessi; inizialmente gli
interessi sono equilibrati poiché entrambe le parti sono disposte ad eseguire la prestazione.
Nel corso del tempo queste prestazioni possono cambiare di valore a causa di eventi
straordinari e imprevedibili che sono estranei alla volontà delle parti; in questo caso si parla
di eccessiva onerosità sopravvenuta

• si procede riequilibrando il contratto e pattuendo un prezzo, in caso non si arrivasse ad


un accordo in contratto verrebbe sciolto

La risoluzione in generale è una forma con la quale si scioglie un vincolo contrattuale si è


validamente formato; si scioglie perché si creano asimmetrie tra le prestazioni delle parti

- efficacia e inefficacia del contratto produce o non produce effetti?

Normalmente il contratto produce degli effetti e si ha la condizione risolutiva

• Quando si stipula un contratto sorgono le obbligazioni

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• Il contratto produce effetti immediatamente

• Gli effetti prodotti possono cessare al verificarsi di eventi futuri e incerti

ATTENZIONE: non succede sempre, a volte si ha la condizione sospensiva

• Si può prevedere che un contratto produca effetti solo al verificarsi di determinati eventi
futuri e incerti che non dipendono dalla volontà dalle parti

• Gli effetti sono sospesi al verificarsi di un evento futuro e incerto

CLAUSOLA HARDSHIP

la si usa nei contratti internazionali ed è la clausola che è legata alla forza maggiore.

- Forza maggiore vuol dire che una determinata prestazione diventa impossibile perché
succede qualcosa che non è prevedibile e quindi non consentiva di disporre di misure
di prevenzione ed e una cosa a cui non si può resistere. Quel qualcosa è completamente
slegato dalla volontà e dalla diligenza del debitore. e non è a lui imputabile l’impossibilità
della prestazione, lui ha preso tutte le precauzioni possibile. Forza maggiore non è
riferibile /imputabile al debitore.

Si utilizza questa clausola perché le disposizioni, ovvero impossibilità sopravvenuta ed


eccessiva onerosità, non sono presenti in tutti gli ordinamenti, quindi la clausola indica
la forza maggiore perché normalmente non dappertutto questa viene utilizzata come
risoluzione per il contratto. Queste clausole nascono soprattutto nei rapporti internazionali, in
cui entrano in contatto ordinamenti diversi e quindi si necessitano delle cautele. Il contratto
ha forza di legge tra le parti.

termine come elemento che condiziona gli effetti del contratto

Il termine può essere iniziale o finale

• il termine iniziale è il momento dal quale il contratto inizia a produrre gli effetti
es: contratto di locazione; si può concludere un contratto subito ma si vuole usufruire degli
effetti tra un mese e quindi il termine inizia a decorrere da quando ne usufruisco

• il termine finale è il momento dal quale il contratto cessa di produrre effetti

Questo perché ci sono contratti che hanno efficacia istantanea, come la compravendita,
che realizzano immediatamente gli interessi delle parti, e i contratti di durata, che hanno

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un inizio e una fine, e gli interessi sono legati allo sviluppo di un rapporto nel tempo, come i
contratti
di locazione, di fornitura e di somministrazione, che sono contratti con prestazioni nel tempo.

anche le società sono contratti di durata, perché sono indirizzate a produrre effetti
nel tempo e a realizzare un’attività di impresa dividendone gli utili

i contratti di durata normalmente sono legati a un termine finale ma a volte non succede

• per la fornitura di energia elettrica è previsto il termine iniziale ma non quello finale

• nelle società deve esserci il termine iniziale ma può mancare quello finale; quindi
queste diventano società a tempo indeterminato.

L’ordinamento italiano non tutela i rapporti indeterminati perché non approva che le
parti si leghino senza un limite di tempo, quindi si crea un collegamento tra tempo
indeterminato e diritto di recesso, per cui un contraente può comunicare, attraverso una
dichiarazione di volontà, all’altro che vuole sciogliere il contratto e questo deve per forza
accettare questa sua decisione.

DIRITTI POTESTATIVI

sono i diritti di credito in cui un soggetto esercita il potere legale o contrattuale di sciogliersi
dal vincolo contrattuale (volontà di uno solo)

es: il rapporto di lavoro è un contratto a durata che può essere sciolto attraverso il recesso

- la rescissione non è il recesso ma un altro istituto:

• il recesso si basa sulla volontà di un soggetto che può prevede di sciogliersi dal
rapporto contrattuale solo con la sua dichiarazione
• risoluzione significa che una delle due prestazioni non viene eseguita perché la
controparte è inadempiente a causa di impossibilità sopravvenuta o di eccessiva
onerosità
> la controparte dovrebbe eseguire comunque la prestazione, oppure usare gli strumenti “via
giudiziale” e “via stragiudiziale” per la risoluzione o gli altri strumenti che consentono di
rompere il contratto

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accordo risolutorio caso in cui le parti tolgono effetti a un precedente contratto

nuovo accordo diretto a sciogliere un rapporto precedente se accettato da entrambe le parti

• la rescissione è legata ad uno squilibrio contrattuale: cioè fin dall'inizio le


prestazioni erano fortemente disomogenee, cioè si crea una situazione per la quale un
soggetto si rende disponibile per una prestazione che vale il doppio o più della
controprestazione e lo fa per necessità
> es: ho bisogno di soldi per curare mio figlio, vendo la mia casa perché mi servono i soldi,
chi la compra me la compra per poco, non c’è dolo e non c’è errore: sono consapevole che è
una cosa che porterà ad un danno però ho bisogno di soldi per le cure. il legislatore da’ la
possibilità di applicare, da parte mia, la rescissione, cioè permette di arrivare alla
scioglimento del rapporto contrattuale perché la controparte si approfitta del mio stato di
bisogno. il legislatore permette lo scioglimento del contratto a meno che la controparte non
sia disposta a riequilibrare le prestazioni.

• è sempre possibile prevedere il recesso quando il contratto è a tempo indeterminato


• quando il contratto è a tempo determinato si può comunque inserire il recesso; questo è
libero dopo il primo anno
> es: operatori telefonici; il contratto è a tempo indeterminato e paghi un tot. al mese il primo
anno, in cui non puoi recedere, è quindi un contratto a tempo indeterminato in cui si
pattuisce il termine del diritto di recesso. ci possono essere contratti a tempo determinato in
cui c’è il diritto recesso, dove le parti stabiliscono che si può recedere dal contratto con un
tempo di preavviso.

LA RAPPRESENTANZA

è possibile che una parte si faccia rappresentare nella conclusione del contratto; cioè che
non sia essa stessa a manifestare direttamente la volontà ma utilizzi un altro soggetto per
manifestarla.

• la rappresentanza è un istituto che si può applicare sia per volontà della legge che
per volontà delle parti, in questo caso si parla di rappresentanza volontaria, in cui il
soggetto principale decide di farsi rappresentare da un secondo soggetto

la rappresentanza volontaria è il potere di agire che un soggetto (il rappresentato)


attribuisce a un altro soggetto (rappresentante) in suo nome e per suo conto

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ATTENZIONE: importante quando il rappresentante ha il rapporto contrattuale con i terzi, lui
deve esplicitare che sta prendendo parte al contratto per conto di qualcun altro e quindi sta
operando come se fosse la persona che rappresenta

LA PROCURA

atto unilaterale attraverso il quale un soggetto attribuisce ad un altro soggetto il potere di


agire in suo nome e per suo conto

• la forma dipende dall’atto che si va a concludere: la procura deve avere la forma per la
quale il contratto è stato stipulato
> se la procura è per la compravendita di un giornale non occorre l'atto scritto
> se invece la procura è per la vendita di una casa, questa deve avere la forma scritta

il rappresentante riporta semplicemente la volontà, la procura serve per realizzare gli


interessi del rappresentato

• la rappresentanza è l’istituto giuridico, l’insieme di regole che disciplinano il fenomeno


socio-economico

• la procura è lo strumento giuridico attraverso il quale si da la rappresentanza

• nella procura si fissano anche i limiti del potere

delimitazione dei poteri del rappresentante, onere del terzo che contratta con il
rappresentante per informarsi sui suoi poteri

- art. 1393 giustificazione dei poteri del rappresentante: il terzo che contratta con il
rappresentante può sempre esigere che questi giustifichi i suoi poteri e, se la sa
rappresentanza risulta da u sto scritto, che gliene dia una copia da lui firmata

PROBLEMA: come disciplinare il caso in cui il rappresentante vada a concludere un


contratto anche per cose che non sono comprese nella procura

cosa succede se un soggetto opera da rappresentante pur non avendone i poteri?

- art 1398 rappresentanza senza potere: colui che ha contrattato come rappresentante
senza averne i poteri o eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli è responsabile del

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danno che il terzo contraente ha sofferto per avere confidato senza sua colpa nella
validità del contratto.

• la controparte ha subito dei danni e chiederà il risarcimento al rappresentante che ha


commesso il fatto illecito

Il contratto non produce effetti, però il rappresentato può decidere comunque di farlo valere:

- art 1399 ratifica: nell’ipotesi prevista dall’articolo precedente il contratto può essere
ratificato dall'interessato con l'osservanza delle forme prescritte per la conclusione di
esso. La ratifica ha effetto retroattivo, ma sono salvi i diritti dei terzi. Il terzo e colui che ha
contrattato come rappresentante possono d’accordo sciogliere il contratto prima della
ratifica. Il terzo contraente può invitare l’interessato a pronunciarsi sulla ratifica, scaduto il
quale nel silenzio la ratifica s’intende negata. La facoltà di ratifica si trasmette agli eredi

distinzione tra mandato e rappresentanza

il mandato è un contratto che corre tra due soggetti: mandante e mandatario

• il mandante che e colui che da ordini e indicazioni

• il mandatario esegue uno o più atti giuridici per conto, ma non per forza per nome,
del suo mandante, cioè si impegna a fare cose per un altro; non ha la spendita del nome,
quindi lo fa per nome suo

• gli effetti del contratto non si producono direttamente nella sfera giuridica del
mandante ma in quella del mandatario, che si obbliga a trasferire al mandante in virtù del
rapporto di mandato; per questo a volte si parla di rappresentanza indiretta e di
interposizione reale di persone, cioè di un doppio passaggio

rappresentanza indiretta + interposizione reale di persone = mandato con rappresentanza

è il risultato dell’unione tra mandato e procura


(Gli effetti vengono trasferiti direttamente al mandante)

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La procura non è un contratto, secondo le fonti delle obbligazioni vengono prodotte da
contratti, fatti illeciti e da ogni altro fatto idoneo in conformità dell’ordinamento giuridico

FATTO ILLECITO

l’autonomia contrattuale è anche libertà di limitare la propria possibilità di muoversi nella vita
reale per evitare situazioni che generano conflitti tra loro stesse; il diritto serve a prevenire e
regolare conflitti

• Il fatto illecito è l’obbligo, fonte dell’obbligazione, di risarcire il danno quando si viola


il divieto di ledere l’altrui sfera giuridica

nei contratti si ha una volontà orientata ad obbligarsi, in questo caso invece ci si limita a
voler fare qualcosa che non si può fare per legge, ma senza risarcire il danno, ossia senza
l’obbligazione.

• in questi casi si parla di fonti involontarie, perché nasce l'obbligo giuridico di risarcire il
danno, quindi se non c’è danno non c’è obbligazione

- art. 2043 risarcimento per fatto illecito: Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona
ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno

• Questa regola viene applicata molto frequentemente, ad esempio in casi di tamponamento


o sinistri stradali. In generale tutte le relazioni umane che non sono legate alla volontà
stretta, sono tutte più o meno regolate da questa disposizione perché violano il “neminem
redinem”, cioè il non fare male a nessuno.
• “qualunque fatto” significa tutto, il legislatore non individua dei fatti, tiene in considerazione
qualunque fatto che provoca un danno ingiustamente.

fatto doloso e colposo dolo e colpa

dolo: l’autonomia contrattuale riguarda la libertà di decidere se obbligarsi o meno e il tipo


di contratto, il dolo incide su questa libertà: il soggetto che lo realizza vuole far cadere in
inganno il contrente

si parla di dolo specifico perché è un caso di vizio della volontà

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in caso di fatto illecito il dolo è la volontà di causare un evento pregiudizievole che non
vuole condizionare la volontà della controparte ma realizzare un’azione che porta
direttamente danno al contraente

si parla di dolo generico perché è un caso di fatto illecito

colposo: un fatto colposo è un fatto non doloso, che quindi non presenta la volontà di
creare un danno; un fatto colposo può essere causato da altri fattori, come la mancata
attenzione o prudenza

Affinché esista il fatto illecito, devono esistere 2 elementi:

• elemento soggettivo: è legato al dolo o alla colpa

• elemento oggettivo: insieme delle situazioni di fatto che sono fondamentali perché si
generi l’obbligo di risarcire il danno; comprende 3 elementi: la condotta, l’evento e il
nesso causale.

LA CONDOTTA

la condotta è il modo di comportarsi; può essere positiva o negativa, cioè può essere
commissiva, commettere, oppure omissiva, non fare ciò che si dovrebbe fare. la condotta è il
modo di comportarsi

• avere una condotta commissiva significa fare qualcosa che non si dovrebbe fare

> In genere si deve evitare di svolgere le azioni che rientrano nel “neminem redinem” e
sono idonee a provocare danno

> Non c’è l’obbligo di evitarle nel caso in cui le azioni trovino un interesse che giustifica
il fatto illecito; esistono condotte che pur provocando un danno alla controparte, sono
condotte giustificate.

> Quindi si ha un atteggiamento positivo del soggetto che provoca un danno violando
una regola che tutti riteniamo pacificamente vigente

• avere una condotta omissiva significa non fare qualcosa che dovrebbe essere fatto

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> in questi casi normalmente vige un obbligo di garanzia, cioè di tutela, e la violazione di
quest’obbligo genera un danno che deve essere risarcito

L’EVENTO

è il danno, il nocumento o l’evento pregiudizievole

• il diritto regola rapporti di natura patrimoniale, perciò il danno deve essere suscettibile a
valore patrimoniale; il risarcimento del danno è diretto a ripristinare la situazione
patrimoniale altrui

nesso causale

la condotta e l’evento devono essere collegati, cioè il danno deve essere conseguenza
immediata e diretta dell’azione o dell’omissione

danno ingiusto

Come sappiamo il danno è la conseguenza sul patrimonio altrui e quindi occorre che
l'azione o l’omissione siano la conseguenza immediata e diretta; il risarcimento serve a
ripristinare il patrimonio

Il danno provocato deve essere ingiusto, non tutte le condotte sono ingiuste anche se
vanno a violare una norma.
danno ingiusto significa “contra ius”, cioè contrario al diritto / alla norma giuridica
> qui la norma giuridica va intesa come la norma che regola l’intero fatto
> il danno ingiusto quindi non deve essere giustificato, perché se giustificabile diventa un
fatto illecito

situazioni in cui bisogna risarcire il danno anche se non c’è né dolo né colpa

- art. 2049 responsabilità dei padroni e dei committenti: I padroni e i committenti sono
responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nell'esercizio
delle incombenze a cui sono adibiti

Quindi se il soggetto che compie il fatto illecito deve essere rappresentato dal padrone
o dal committente, saranno questi ultimi a rispondere delle sue azioni; quindi si ha un
soggetto che provoca un danno, e il soggetto obbligato a risarcire il danno

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• si parla di responsabilità oggettiva perché il committente deve risarcire i danni arrecati
dal fatto illecito causato dal soggetto, che realizza pienamente l’art. 2043

è un modo per tutelare pienamente il terzo ed è un modo per responsabilizzare i


committenti nello scegliersi dei soggetti dipendenti che agiscano normalmente
correttamente

- art. 2051 danno cagionato da cosa in custodia: ciascuno è responsabile del danno
cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito

se un oggetto in mio possesso provoca un danno io sarò obbligato a risarcirlo

Il fatto illecito esiste se esistono contemporaneamente sia l’elemento oggettivo che quello
soggettivo

la fattispecie (=il fatto rilevante per l'ordinamento) è composto sia dall'elemento oggettivo sia
dall'elemento soggettivo, perciò devono esserci tutti e due

per evitare di risarcire il danno bisogna dimostrare il caso fortuito che è come la causa
maggiore, cioè l’evento imprevedibile.

IL DANNO

può essere sia danno patrimoniale sia danno non patrimoniale

il danno patrimoniale comprende sia il danno alla persona sia alle cose; si può avere un
danno biologico, che è il danno subito dalla persona, sia un danno al patrimonio, che
porta ad avere il “ danno emergente e lucro cessante”

• Il danno emergente è il danno subito al patrimonio

• il lucro cessante è l'incapacità di produrre reddito

- art 2059 danni non patrimoniali: il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo dai
casi determinati dalla legge

Quindi il danno normalmente impatta sul patrimonio del danneggiato, al punto che il
danno non patrimoniale va risarcito solo quando previsto dalla legge.

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Questo è quello che viene anche chiamato “il prezzo del dolore”, cioè il danno non
patrimoniale va risarcito quando si ha un reato, un danno penalmente rilevante, e quando
vengono alterati dei valori costituzionalmente tutelati, è quello che viene a volte chiamato
“danno morale”, questo prevede il risarcimento del danno, che verrà stabilito dal giudice a
seconda del danno provocato

L’IMPRESA

legislatore individua elementi della realtà fattuale e regola quelli che ritiene meritevoli

• gli elementi sono le fattispecie, che sono regolate dall’ordinamento, ossia dal diritto
oggettivo
• l’impresa è una fattispecie, quindi bisogna cercare di individuare i fatti rilevanti per capire
che regole applicare

Il tipo di disciplina applicabile dipende dal tipo di fattispecie

• per quanto riguarda l’impresa bisogna tenere conto che nel mondo del mercato operano
diversi soggetti:
> consumatori
> professionisti (avvocati, commercialisti, medici, architetti e consulenti di vario genere)
> pubblica amministrazione, che a volte diventa operatore di mercato

come individuare l’impresa

si dispone di elementi positivi, che devono esserci, ed elementi negativi, che non devono
esserci.
gli elementi positivi sono indicati nel codice civile:

- art. 2082 imprenditore: è imprenditore chi esercita professionalmente un'attività


economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi

• nell’articolo non si parla di impresa ma di imprenditore:


[l’impresa è quindi l’attività svolta dall’imprenditore]
• dalla definizione di imprenditore si ricavano i caratteri in positivo dell’impresa, ossia i
caratteri che devono esserci
• si parla di imprenditore perché il regime fascista del 1942 si riferiva direttamente agli
operatori (proprietari, professionisti ecc.), era un ordinamento con collegamento diretto

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tra stato che ordina e soggetto che esegue; soggetto era chi era destinatario di un
obbligo, mai un oggetto, e l’obbligo era realizzare l’interesse nazionale
• tutte le definizioni legate all'impresa sono sempre rivolte al soggetto, proprio perché fa
riferimento al soggetto che deve fare o meno al fine di realizzare l’interesse nazionale
• l'imprenditore esercita professionalmente, professionalità significa stabilità, non
occasionalità. [nel codice del commercio del 1882 il termine professionalità indicava la non
occasionalità, la ripetuta attività nel tempo che può essere stagionale; la periodicità implica
la non occasionalità, cioè si sviluppa l'attività in un determinato periodo ma ogni anno si
svolge, quindi è ripetuta nel tempo anche se non è sempre continuata nel corso dell’intero
anno solare]

ATTIVITÀ ECONOMICA

attività svolta sulla base del criterio di economicità

• economicità significa che i costi sono tendenzialmente remunerati dai ricavi, cioè che
l’imprenditore svolge l'attività puntando almeno al pareggio
• è la differenza tra un ristorante e la mensa della Caritas: il ristorante offre i pasti
sperando che con la vendita di essi riesca almeno a coprire i costi (è chiaro che vuole
guadagnare, però il suo obiettivo primo è remunerare i costi), la mensa della Caritas non
ha alcun interesse a remunerare i costi, offre i pasti senza costi e non viene considerata
impresa, perché non svolge un'attività di impresa

organizzata

regolata, non nel modo di gestire i fattori della produzione, cioè i diversi elementi che
servono per fare l'impresa, ma l'attività di impresa deve essere pianificata e programmata

l'impresa è pensata per durare nel tempo all’interno del mercato


• per poter durare nel tempo all’interno del mercato deve riuscire a vincere la
competizione, quindi offrire prodotti competitivi e resistere alla concorrenza; per fare ciò
bisogna organizzare i prodotti secondo delle regole che realizzano la strategia d’impresa

- art. 2086 gestione dell’impresa: l’imprenditore è il capo dell’impresa e da lui dipendono


gerarchicamente i suoi collaboratori. L’imprenditore, che operi in forma societaria o
collettiva, ha il dovere di istituire una assetto organizzativo, amministrativo e contabile
adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rivelazione
tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di

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attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti
dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale

produzione e scambio di beni e servizi

per essere imprenditori si deve produrre per il mercato. quindi la produzione e lo


scambio di beni e servizi deve essere rivolto al mercato

- l’impresa in senso positivo

Il senso positivo della nozione di impresa è l'impresa come attività svolta


professionalmente dall’imprenditore, quindi svolta in modo non occasionale.

attività economica diretta a realizzare nel suo complesso un criterio di economicità, cioè con
i ricavi riuscire almeno a coprire i costi, e organizzata, che quindi deve essere formulata in
un termine di regole in modo tale da pianificare l’attività, pensata per far si che l’impresa
possa continuare ad operare in termini competitivi nel mercato e deve essere attività di
produzione o di scambio di beni e servizi, cioè diretta a scambiare nel mercato

- l’impresa in senso negativo

nel nostro ordinamento esistono alcune attività simili alle imprese ma che l'ordinamento non
considera tali, cioè attività economiche con caratteristiche tipiche delle imprese che però non
lo sono; sono professioni che si basano sul lavoro autonomo, categoria molto ampia che
implica l’obbligazione di un soggetto dietro corrispettivo senza vincolo di subordinazione.

[In caso di lavoro subordinato il lavoratore entra in un’organizzazione stabilita dal datore di
lavoro che da ordini e direttive]

I soggetti dietro corrispettivo svolgono un’opera, o un servizio, senza vincolo di


subordinazione, all’interno di questa categoria c’è distinzione tra prestazione d'opera
intellettuale e prestazioni d'opera manuale

• La prestazione d'opera manuale può essere considerata il criterio dell’impresa

• La prestazione d'opera intellettuale si suddivide in professioni protette e professioni


non protette, in cui viene svolta una prestazione di consulenza (pubblicitaria o
aziendale) in cui non c'è obbligo di iscriversi ad albo ed elenchi

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> professioni protette: chi le esercita deve iscriversi all’apposito albo o elenco al quale si
accede dopo il superamento di un esame di abilitazione professionale, quindi i soggetti
che svolgono prestazioni intellettuali hanno determinati requisiti

• questa prestazione ha il carattere della personalità, quindi le prestazioni possono essere


svolte esclusivamente dai soggetti con i requisiti richiesti

• tra i soggetti che prendono parte alla prestazione si instaura un rapporto di fiducia in cui
prevalgono le caratteristiche personali di chi svolge il servizio

al contrario una caratteristica tipica dell’impresa è la standardizzazione del prodotto, che


quindi prevale sui soggetti; quindi quando si parla di prestazioni personali non si può mai
parlare di impresa, perché pur essendo organizzate in forma societaria la personalità
impedisce la standardizzazione

> professioni non protette: sono tutte le professioni in cui i soggetti non devono essere iscritti
ad albi ed elenchi e potrebbe essere organizzata come attività svolta in modo diretto e
personale (prestazione personale) oppure potrebbe essere svolta standardizzando il
prodotto offerto (impresa)

cosa non è impresa?

per capire bisogna analizzare la categoria del lavoro autonomo, che si distingue in lavoro
manuale e attività intellettuale

• quando si parla di lavoro manuale si è potenzialmente nell’ambito dell’impresa

• quando ci si riferisce all’ambito intellettuale dipende: le professioni protette sono


sempre esterne all’ambito dell’impresa mentre per quelle non protette dipende da
come sono organizzate

il campo dell’impresa è rilevante per l'ordinamento giuridico; in positivo con l’art. 2082 e
in negativo, che cioè non deve avere il carattere della specificità della prestazione
intellettuale e della personalità della prestazione intellettuale

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Il codice nel 1942 voleva regolare una cosa sola: l’impresa commerciale; il legislatore
mirava a tutelare il mercato e per farlo era necessario regolare coloro che sono nel mercato,
che potrebbero inquinarlo con azioni negative

l'impresa commerciale è un’impresa diretta a scambiare sistematicamente e


continuamente con il mercato, cioè ha continuamente rapporti con altri operatori di
mercato, sia consumatori che altre imprese

• quando si parla di crisi di un soggetto quindi si espande anche a tutti coloro che hanno
rapporti con quel determinato soggetto; la crisi occasionale diventa epidemica e porta al
fallimento del mercato

> il legislatore doveva mirare a evitare il fallimento (fenomeno incontrollabile) quindi aveva
il compito di individuare gli operatori commerciali in crisi e cercare di regolarli, per poi
decidere alla fine della crisi se tenere o espellere l’impresa

[questo problema si poneva quasi esclusivamente per le imprese commerciali]

nel codice del 1942 l'imprenditore agricolo era colui che si occupava del ciclo della terra e
del ciclo degli animali e quindi non aveva molti contatti con il mondo commerciale; al
contrario al giorno d’oggi l'imprenditore agricolo non è molto diverso dall’imprenditore
commerciale

- imprenditore agricolo

- art. 2135 imprenditore agricolo: È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti
attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse per
coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività
dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo
stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco
o le acque dolci, salmastre o marine. Si intendono comunque connesse le attività, esercitate
dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione,
trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti
ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di
animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione
prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola
esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e
forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge

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[deriva da una riforma fatta dal 2001 proprio per adeguare l'idea di impresa del 1942 a
un’idea più moderna di impresa, che è quella degli anni 2000]

“è imprenditore agricolo chi esercita una della seguente attività: coltivazione del fondo,
selvicoltura, allevamento animali e attività connesse”

tra queste attività si devono distinguere le attività primarie dalle le attività connesse:

• attività primarie: [2° comma] coltivazione del fondo, allevamento e silvicoltura.

> la coltivazione del fondo e l’allevamento di animali si caratterizzano per il fatto che
quando ci si riferisce a queste attività si fa riferimento al ciclo biologico, quindi è
imprenditore agricolo chi si preoccupa del ciclo biologico vegetale e animale.

> la selvicoltura è una particolare forma di coltivazione, ad esempio la coltivazione del


bosco per estrarne il legname, che storicamente veniva disciplinata in modo autonomo, ma
in realtà è una forma di coltivazione del fondo

• attività connesse: [3 comma] agriturismo, attività di ricezione e ospitalità regolata a livello


regionale

> esiste una disciplina a livello nazionale che è fissata da una legge, la “legge quadro”,
che spiega i caratteri essenziali, ma ogni regione definisce gli elementi dell’agriturismo
perché esso è strettamente legato alla cultura e ai criteri del luogo

> le attività connesse sono attività commerciali che, se svolte in un certo modo
dall’imprenditore agricolo, non sono soggette alla disciplina dell'imprenditore
commerciale, e ciò fa capire che attività commerciale non vuol dire necessariamente
impresa commerciale

> attività esercitate dall’imprenditore agricolo che svolge sia l’attività essenziale che quella
commerciale connessa; quindi si parla di connessione soggettiva, perché è legata al
soggetto che la svolge, e oggettiva, perché ha a che fare con ciò che si ricava dalla
terra e dagli animali

- imprenditore commerciale

- art 2195 imprenditori soggetti a registrazione: sono soggetti all'obbligo dell'iscrizione,


nel registro delle imprese gli imprenditori che esercitano:
• un’attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi

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• un’attività intermediaria nella circolazione dei beni
• un’attività di trasporto per terra, per acqua o per aria
• un’attività bancaria o assicurativa
• altre attività ausiliarie delle precedenti
Le disposizioni della legge che fanno riferimento alle attività e alle imprese commerciali si
applicano, se non risulta diversamente, a tutte le attività indicate in questo articolo e alle
imprese che le esercitano

• l’imprenditore commerciale era l’unico soggetto a registrazione e regolazione, per


essere immediatamente identificabile dato che devono tenere determinate scritture
contabili e sono soggetti a fallimento

• gli imprenditori commerciali svolgono attività industriali dirette alla produzione di beni
e servizi, attività intermediarie nella circolazione dei beni, attività di trasporto via
terra, via acqua e via aria, attività bancarie e assicurative e altre attività ausiliarie alle
precedenti

• le attività industriali fanno riferimento a tutte quelle attività che derivano da una
trasformazione fisica o tecnica di beni e di materie prime

• le attività intermediarie nella circolazione sono attività che si interpongono tra chi
produce e chi consuma

• le attività di trasporto via terra, via acqua e via aria sono attività di intermediazione
nello spazio

• le attività bancarie e assicurative sono attività di intermediazione perché la banca fa


attività di raccolta del risparmio e di esercizio del credito, quindi se ho uno stipendio
che non utilizzo completamente, una parte lo deposito in banca, se qualcun altro ha
bisogno di più soldi rispetto a quelli di cui dispone, la banca prende il mio risparmio e lo da
a credito, cioè lo presta a chi in quel momento lo necessita ponendosi come regolatore
economico e svolgendo un’attività di intermediazione tra chi ha soldi e chi ne ha bisogno

• le attività ausiliarie alle precedenti sono ad esempio il mediatore, cioè colui che mette in
contatto chi vuole vendere e chi vuole comprare

• per la produzione di energia elettrica non si ha una attività di trasformazione del


prodotto ma delle materie prime, ad esempio l’acqua viene utilizzata per produrre
l’energia, quindi si basa sul ricavo. Per questo c’è il rischio che queste attività restino fuori
dall’attività commerciale

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- piccolo imprenditore

- art. 2083 piccoli imprenditori: sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli
artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano una attività professionale
prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia

l’articolo individua tre categorie di piccoli imprenditori

• i coltivatori diretti del fondo

• gli artigiani, che possono essere piccoli industriali, quindi piccoli imprenditori
commerciali

• i piccoli commercianti, quindi coloro che hanno un negozio

Queste definizioni avevano lo scopo di determinare la differenza tra imprenditore


agricolo e commerciale

Visto che una parte della disciplina dell’imprenditore commerciale riguarda il fallimento, il
legislatore ha individuato delle soglie e ponendo alcuni imprenditori al di sopra e alti al di
sotto divide i grandi imprenditori, che stanno al di sopra e sono soggetti a fallimento, e i
piccoli imprenditori, che stanno al di sotto e non sono soggetti a fallimento

• queste soglie sono cambiate nel tempo e attualmente sono tre:

> attivo patrimoniale

> indebitamento complessivo

> ricavi lordi

Tutto questo riguarda il bilancio, ossia la rappresentazione della situazione economica


patrimoniale e finanziaria dell’impresa

• nasce dalle scritture contabili, strumenti che servono a rappresentare tutte le attività che
svolge l’impresa, si redigono giorno per giorno e alla fine dell’anno queste sintesi vengono
raccolte nel bilancio; sono schemi normativi

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• rappresenta il patrimonio complessivo dell’impresa e definisce come è composto il
patrimonio, ovvero l’insieme dei rapporti attivi e passivi che fanno capo a un determinato
soggetto

• Da una parte ha ciò che è attivo, dall’altra ciò che è passivo ha due macro categorie: i
debiti e il valore degli apporti dei soci alla società, quindi il patrimonio netto; il totale
attivo e il totale passivo annuo

• Il bilancio si compone di diversi schemi:


> stato patrimoniale, idoneo a rappresentare la situazione patrimoniale finanziaria
> conto economico, idoneo a rappresentare la situazione reddituale, cioè ciò che deriva
dalle azioni svolte durante l’anno (costi e ricavi, la differenza tra essi può essere positiva,
guadagno, o negativa, perdita
> rendiconto finanziario, è la nota integrativa

Per distinguere i piccoli imprenditori dai grandi imprenditori si guarda il bilancio, quindi due
documenti:

• stato patrimoniale
> attivo
> passivo (debiti e valore degli apporti dei soci agli imprenditori)

• conto economico
> costi sostenuti per svolgere l’attività
> ricavi ottenuti dalle vendite
> utile o perdita, è la differenza tra costi e ricavi

Gli artigiani sono soggetti alla disciplina della legge quadro in materia artigianale che
definisce i caratteri essenziali, ampliati poi a carattere regionale; con i requisiti necessari,
ad esempio un limitato numero di dipendenti, che varia in base alla categoria, è possibile
iscriversi all’albo degli artigiani
La legge sull’artigianato ai fini dell'iscrizione all’albo artigiano consente di avere contributi
e privilegi se subentra il fallimento.

La fattispecie regolata è quella dei grandi imprenditori commerciali; il codice del 1942
voleva regolare esclusivamente questa categoria e lo fa attraverso lo statuto
dell’imprenditore, una disciplina complicata che si basa su tre aspetti fondamentali:

• scritture contabili

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• iscrizione nel registro delle imprese

• soggezione al fallimento

SCRITTURE CONTABILI

rappresentano l’attività di impresa, danno un quadro complessivo di ciò che l’impresa è e di


ciò che fa nello svolgimento dell’attività

- art 2214 libri obbligatori e altre scritture contabili: l’imprenditore che esercita un’attività
commerciale deve tenere il libro giornale e il libro degli inventari. Deve altresì tenere le altre
scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni dell’impresa e
conservare ordinatamente per ciascun affare gli originali delle lettere, dei telegrammi e delle
fatture ricevute, nonché le copie delle lettere, dei telegrammi e delle fatture spedite

• la disciplina si applica ai grandi imprenditori commerciali

• le scritture contabili possono essere di due categorie

> generalmente obbligatorie, si applicano in generale a tutte le imprese commerciali non


piccole e possono essere il libro giornale, richiama la quotidianità e deve indicare giorno
per giorno le operazioni relative all’impresa, e il libro degli inventari, il termine deriva da
“invenio” che significa “trovare” e quindi viene redatto all’inizio dell’esercizio dell’impresa e
successivamente ogni anno si controllano i dati inseriti per valutare attività o passività
dell’impresa e dell’imprenditore [serve a capire in che modo sono legate le scritture contabili
e la disciplina del fallimento ed è importante perché quando il soggetto fallisce viene
nominato un curatore che si occupa di tutti gli aspetti per la liquidazione dell’impresa e tutto il
suo patrimonio sia personale che d’impresa viene dato ai creditori]
Il fatto che le scritture contabili seguano determinate regole e la corrispondenza vada
ordinata in un determinato modo rende le informazioni sempre omogenee ed è un codice
tecnico che serve per trasmettere informazioni in modo tale che chi le cerchi capisca
subito dove trovarle. L'imprenditore si occupa dell’inventario per dichiarare cosa è rimasto,
ha le scritture contabili e redige il bilancio. Esiste anche il fascicolo della corrispondenza,
che non è scrittura contabile ma riguarda gli acquisti in cui le lettere e i telegrammi vanno
conservati ordinatamente per ciascun affare

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> relativamente obbligatorie, sono quelle richieste dalla natura e dalla dimensione
dell’impresa; sono scritture che servono solo se si hanno determinate articolazioni delle
imprese

SOGGEZIONE AL FALLIMENTO

è strettamente legato alle scritture contabili, che servono a rappresentare ciò che è e ciò che
fa l’impresa, è necessario rappresentare l’attività economica nel suo complesso.
Le scritture contabili, libro giornale e inventari, si chiudono annualmente con il bilancio

laddove l'impresa sia insolvente a quel punto si può aprire la procedura fallimentare

insolvente art. 5 della legge fallimentare, l’insolvenza è l'incapacità di soddisfare


regolarmente le proprie obbligazioni

• regolarmente significa con gli ordinari mezzi di pagamento

• pagamento è un termine tecnico: pagare è il modo normale di estinguere le obbligazioni


pecuniarie, cioè quelle che hanno per oggetto una somma di denaro

è la capacità di pagare ed estinguere con i normali mezzi di pagamento le obbligazioni


assunte

l’impresa normalmente ha sia crediti che debiti, che sono normalmente espressi in denaro,
quindi somme da pagare; il modo normale per estinguere tali obbligazioni avviene attraverso
il pagamento della suddetta somma di denaro, quindi se non si ha denaro si diventa
insolvente perché si è incapaci di soddisfare regolarmente le obbligazioni con i mezzi di
pagamento normali, cioè con la somma di denaro.

Insolvenza = Mancanza di Liquidità

ATTENZIONE: non necessariamente per questo si ha un passivo superiore dell’attivo:


un soggetto potrebbe avere nel patrimonio molti beni immobili ma poche liquidità, in questo
caso si parla di attivo prospicuo

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In questo caso si ha un disguido dal punto di vista monetario e, anziché pagare con i soldi si
può pagare con le merci che si hanno in magazzino, quindi si può estinguere l’obbligazione
anche attraverso il baratto, ovvero lo scambio di cose

non è un modo normale di estinguere l’obbligazione, quindi sono comunque


insolvente perché non sto utilizzando i normali mezzi di pagamento.
[ i debiti di natura pecuniaria si estinguono esclusivamente con i normali mezzi di
pagamento, ovvero il denaro]

nonostante il soggetto sia disposto ad accettare beni al posto di denaro, il diritto fallimentare
spiega che chi è sul mercato deve estinguere le obbligazioni con i modi normali di
estinguere le obbligazioni

i modi anormali sono indici di crisi, cioè indici dell’incapacità dell’impresa di gestire
correttamente i flussi finanziari monetari

In questo caso succede che se vengono utilizzati questi mezzi non normali, l'obbligazione
effettivamente si estingue (ad esempio la compensazione, io devo dei soldi ad A, ma
anche lei me ne deve, così entrambi teniamo il nostro denaro e questo è un modo non
normale; la novazione si ha quando al posto di pagare in denaro si paga con un bene)

• Essendo modi non normali se arriva l’insolvenza definitiva, cioè la società non è più in
grado di pagare, neanche con i beni, su questi tipi di operazioni opera la cosiddetta
revocatoria, cioè la possibilità di rimuovere l’efficacia al pagamento effettuato, perché
questi modi di estinguere l'obbligazione sono colti dal diritto fallimentare come inizio di
crisi. A questo punto la controparte si rende conto che l’impresa è in crisi e ne
approfitta, allora il diritto fallimentare introduce la procedura concorsuale, ponendo i
creditori allo stesso livello e trattandoli allo stesso modo, applicando la cosiddetta “par
condicio creditorum”

• Dal momento in cui si accerta l’insolvenza, i pagamenti effettuati con i beni vengono
considerati inefficaci e chi ha accettato i beni al posto della somma di denaro deve

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restituirli. Chi ha diritto di ottenere il pagamento, deve aspettare la procedura, che è la
procedura concorsuale: tutti i creditori vengono posti sullo stesso piano e trattarti alla
stessa maniera, di modo che tutti hanno diritto a soddisfarsi sul patrimonio del debitore.
Quando si accerta l’insolvenza i creditori che stanno aspettando il pagamento non possono
più chiedere, sarà la procedura che sceglie come regolare tali cose

Viene nominato un soggetto, il curatore, nominato dal tribunale, che analizza i libri contabili
e verifica chi vanta debiti e chi vanta crediti verso l’impresa

• Chi ha dei debiti verrà invitato a pagare

! Chi vanta credit"#$%&&'#"($")*)+#*#%,,%))-*&%#.*#&"/0"%1)*

il curatore controlla tutti i pagamenti effettuati in modo anomalo

contro quelli agisce in giudizio con l'azione revocatoria per far accertare la non normalità del
pagamento e quindi dichiarare l’inefficacia

• Il creditore che ha ricevuto beni al posto di somme di denaro, a cui viene chiamata
l'inefficacia restituisce i beni e diventa a sua volta creditore per la somma di denaro che gli
deve essere data, quindi si insinuerà creditore del passivo fallimentare

In pratica succede che, quando questo è stato pagato con dei beni, sapeva della situazione
di crisi dell’impresa e quindi se ne è approfittato, se lui non avesse accettato i beni e avesse
preteso solo ciò che gli spettava non sarebbe stato pagato, in questo modo gli vengono tolti i
beni e lo si trasforma in creditore non pagato che, a sua scelta potrà chiedere il pagamento
al curatore insinuandosi al passivo fallimentare

- procedura fallimentare

serve a riequilibrare il rapporto tra il patrimonio immobilizzato e il patrimonio liquido

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• una volta che il patrimonio immobilizzato viene venduto, gli immobili e i mobili
vengono tradotti in denaro e quindi si hanno i soldi per pagare
• Il vantaggio della procedura è che non si hanno più i singoli creditori, che sono
bloccati e devono fare tutti una richiesta complessiva, quindi si parla di massa; inoltre il
curatore stabilisce che se si ha un patrimonio attivo sufficiente si paga tutto quello che si
deve, se no il pagamento verrà stabilito in proporzione al patrimonio rimasto, in questo
senso si applica la procedura concorsuale

Tra i vari creditori ci sono

• coloro che hanno diritto solo ai soldi: creditori chirografari

• che loro volta hanno delle garanzie reali, pegno e ipoteca, e devono essere
soddisfatti integralmente; es: se si ha l'ipoteca su un bene immobile e questo viene
venduto, il ricavato viene dato al creditore, che è il creditore garantito, che aveva la
garanzia reale su quel bene.

• Una volta tradotto tutto il patrimonio in liquido e pagato i creditori nelle diverse forme, si
chiude il fallimento, cioè la procedura cessa, finisce perché è stata liquidata

La procedura fallimentare non è l'unica procedura concorsuale per far cessare l’impresa, se
c’è insolvenza il più delle volte ci sono delle procedure alternative al fallimento, anche
perché la procedura fallimentare è stata sostituita dal nuovo codice dell’insolvenza e della
crisi che dovrebbe entrare in vigore a settembre del 2022, perché fallimento ha una
connotazione negativa e porta al fallimento dell’impresa
Visto che c’è stata questa situazione per la quale l’imprenditore è insolvente, bisogna trovare
il modo per uscirne, quindi l’impresa viene liquidata con una procedura giudiziale e
quindi tutti i creditori vengono posti sullo stesso piano. Il nuovo codice la chiamerà infatti
liquidazione giudiziale

Un’impresa può fallire perché la concorrenza crea prodotti più all’avanguardia; ci sono degli
elementi soprattutto nel mercato tecnologico che possono portare, laddove l'impresa non
abbia la capacità di reinventarsi o adeguarsi subito alle esigenze del mercato, a situazioni di
forti problemi, in questi casi si hanno fallimenti, acquisizioni, quindi tutte quelle situazioni che
portano alla cessazione dell’impresa.

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Quindi si aprono delle procedure, ad esempio la procedura fallimentare, che può concludersi
anche con l’acquisto dell’impresa da parte di un’altra impresa concorrente (si compra il
marchio delle imprese)
• anche le imprese a loro volta hanno un mercato: chi ha venduto l’impresa viene
considerato un imprenditore espulso dal mercato, mentre chi l’ha comprata è riuscito sia
ad avere la disponibilità, sia la capacità di utilizzare quel che era potenziale per creare
qualcosa di nuovo e migliorato

ristrutturazione aziendale: queste operazioni a volte si realizzano nell'ambito delle


procedure concordatarie, quindi il concordato richiama al contratto/accordo ed è un sistema
per il quale senza arrivare al fallimento si fa un accordo tra l’imprenditore e i creditori
dell'imprenditore, un accordo per il quale i creditori rinunciano ad essere pagati per una
certa somma (ad esempio accettano di essere pagati solo al 60%) e l'impresa non entra
nella procedura fallimentare

• Questo accordo, sulla base di una perizia, viene omologato dal giudice perché in questo
modo si ha una forma di ripartizione dell’insolvenza, i vari creditori si prendono pezzi
dell’insolvenza

• Con la procedura concordataria è possibile mettersi d'accordo con i creditori; quando


c'è una situazione di crisi non c'è ancora una situazione di insolvenza, quindi c’è la
probabilità che l'imprenditore sia insolvente, quindi anziché aspettare di arrivare ad una
situazione di insolvenza si può accedere a queste procedure, si instaurano accordi tra i
creditori

• La procedura non è basata sull’insolvenza (perché altrimenti si sfocia nella procedura


fallimentare e poi nella liquidazione dell’impresa), ma è basata sulla crisi, cioè sulla
probabilità, in altre parole si ha una percentuale elevata che si arrivi all’insolvenza e
l’imprenditore può cercare di evitarla un accordo con i creditori, i quali accettano una
decurtazione importante del loro credito. Questo accordo però deve essere fatto sotto il
controllo del giudice, che deve verificare che la proposta fatta ai creditori sia ragionevole

• Il fallimento porta alla liquidazione dell’impresa, ma l’impresa non è l’unica a cessare,


ci sono anche famiglie; impresa significa lavoratori, lavoratori significa reddito e, senza
reddito, viene attivata la cassa integrazione, che è un ammortizzatore sociale, quindi il

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lavoratore in cassa integrazione lavora poco o non lavora affatto e riceve meno
liquidità risputò al solito stipendio

• La cassa integrazione viene pagata dall'INPS, che è tutta la collettività che si impoverisce
per sostenere il reddito di chi non lavora; chi non lavora non produce reddito, cioè
ricchezza, ma da un punto di vista economico deve esserci solidarietà, quindi sostegno
per chi è in difficoltà perché il soggetto deve continuare vivere

• Questa forma di solidarietà esiste anche tra imprese attraverso il concordato, con cui si
distribuisce la crisi di un’impresa tra i vari creditori, tutti accettano una decurtazione purché
l’impresa vada avanti e superi la situazione di crisi, prima che diventi insolvente e torni ad
operare normalmente

• Queste procedure concordatarie, in cui si trova anche il sovraindebitamento, tendono a


riguardare sia l’impresa che i terzi. Può succedere ad esempio che una persona che ha un
lavoro decida fare un mutuo per prendersi la casa sfortunatamente perde il lavoro, perciò
non riesce più a pagare il mutuo e, dato che sono ipotecari, quindi hanno garanzia
ipotecaria della banca, la banca mette vende la casa e si soddisfa sul ricavato

una volta messa in vendita la casa chi ci abita resta senza un tetto e, visto che era frequente
che quando succedeva ciò le persone puntavano a togliersi la vita, è stata introdotta la legge
salva suicidi

è una legge del 2012, che ha introdotto il sovraindebitamento. Questa procedura


concordataria si applica anche al consumatore, che può accordarsi con i suoi creditori
affinché per mettere a disposizione tutto il suo patrimonio e i creditori si soddisfino nei
limiti di quello che si ha, salvaguardando i suoi diritti essenziali.

Dal momento in cui il debitore è un consumatore indebitato in modo normale, se diventa


incapace di pagare non per sua colpa (ad esempio perde il posto di lavoro) deve mettere a
disposizione i suoi beni, quindi tutto il suo patrimonio

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• Una volta messo a disposizione il patrimonio, si troverà un equilibrio tra il suo
patrimonio e i diritti di credito che i creditori vantano nei suoi confronti
• Quindi si trova un accordo, per il quale il residuo, il soggetto debitore non sarà più debitore
e viene sdebitato, quindi non deve più debiti; questo viene chiamato anche fresh start

Da un punto di vista oggettivo, si accede a queste procedure quando si ha insolvenza o crisi

• Questa apertura verso le procedure concordatarie, tende a rendere molto più sottile la
differenza tra impresa commerciale non piccola, impresa commerciale piccola e
imprenditore agricolo perché a queste procedure può accedere sia il professionista che
svolge una professione protetta, sia anche il consumatore

• Quella linearità che aveva il codice per il quale il grande imprenditore commerciale deve
tenere le scritture contabili perché può finire nel fallimento, tende ormai a non operare più,
quindi questo elemento, che era tipico dell’imprenditore commerciale non piccolo, tende a
diventare una procedura per l’operatore di mercato, che sia impresa commerciale,
consumatore o impresa agricola

• Continua ad essere elemento che riguarda solo l'imprenditore commerciale non


piccolo quello dell’iscrizione al registro delle imprese, che è l’ultimo punto dello
statuto dell’imprenditore

- iscrizione al registro delle imprese

va regolata perché se succede un’insolvenza può mettere a rischio il mercato, che va


regolato con essa e si collega alle scritture contabili

Oltre a ciò il legislatore deve sapere chi sono gli imprenditori commerciali non piccoli, che
quindi si devono iscrivere al registro delle imprese, cioè un elenco pubblico, ad oggi viene
chiamata banca dati. L’iscrizione serviva a capire fin da subito chi era imprenditore
commerciale non piccolo. Il legislatore obbliga a iscriversi e da anche vantaggi come
imprenditore commerciale. I vantaggi sono legati alla pubblicità dichiarativa.

La pubblicità dichiarativa è scritta nel Codice Civile, art. 2193, e contiene:

• presunzione assoluta di conoscenza del fatto iscritto; si intende che il terzo per
legge ne è a conoscenza, indipendentemente dal fatto che effettivamente lo sia

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È una presunzione assoluta, perché il terzo non può dimostrare il contrario;
anche se effettivamente in concreto non era a conoscenza. Quindi quando quella
determinata cosa è stata iscritta al registro delle imprese, è opponibile ai terzi.

• presunzione relativa di ignoranza del fatto non iscritto; se il fatto doveva essere
iscritto e non è stato scritto, si presume che il terzo non fosse a conoscenza. Quindi
è una presunzione di ignoranza, si presume che quel determinato atto o fatto che
doveva essere iscritto e non lo è stato, quindi non sia a conoscenza del terzo.

è però relativa, perché a differenza di quella assoluta, l’imprenditore può sempre


dimostrare che quel particolare terzo ne era a conoscenza

> Es: ho una società, nella società ho previsto una limitazione di responsabilità di un
socio, egli non risponde integralmente dei debiti della società, questo fatto lo dovrei
iscrivere nel registro delle imprese, per far sì che il terzo ne sia a conoscenza.
→Se lo iscrivo, questo fatto diventa opponibile nei confronti del terzo.
→Se non lo iscrivo succede che il terzo non lo conosce quel fatto, ma tra tutti i terzi,
a me interessa che lo sappia solo un terzo, cioè la banca, quindi io dimostro al
funzionario di banca il patto che il socio ha una limitazione di responsabilità dei debiti
e faccio firmare per presa visione. Quindi ho la dimostrazione che quel terzo sapeva
che uno dei soci risponde solo limitatamente ai debiti della società

• Quindi si ha una presunzione di ignoranza, ma riesco a dimostrare il patto perché


la banca ha firmato per presa visione del patto, che io avevo pattuito una
limitazione di responsabilità di un socio, quindi riesco a dimostrare che il terzo ne
era a conoscenza

Anche le s/s si iscrivono nel registro delle imprese e quel patto una volta iscritto
rende quella limitazione di responsabilità efficace nei confronti dei terzi (presunzione
assoluta)

L’idea del codice del ‘42 era che solo gli imprenditori commerciali non piccoli si
dovessero iscrivere al registro delle imprese con questa efficacia

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→Il registro delle imprese non è mai stato attuato, dal ‘42 al ‘93, il registro delle
imprese era di fatto la cancelleria del tribunale perché abbiamo vissuto sotto un
regime provvisorio

→Nel ‘93 viene regolato il registro delle imprese e viene istituito#%11+#2&%11+#.%#


camere di commercio; quindi non solo l'imprenditore commerciale non piccolo, ma
tutte le imprese devono iscriversi nel registro delle imprese

• l’imprenditore commerciale non piccolo si iscriverà nella sezione ordinaria


del registro delle imprese.

• tutti gli altri imprenditori si iscrivono nella sezione speciale. La differenza è


che nella sezione speciale, non c’è la pubblicità dichiarativa, ma c’è la
pubblicità notizia, vuol dire che serve solo per rendere noto che quel
soggetto è un imprenditore, ma non si ha quell’effetto di conoscenza come
presunzione assoluta di conoscenza del fatto iscritto

L’ORGANIZZAZIONE DELL’IMPRESA

1. L’AZIENDA

- art. 2555 nozione: L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per
l’esercizio dell’impresa

• Quindi impresa non è sinonimo di azienda perché:

• l’impresa è l’attività economica organizzata

• l’azienda è il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per svolgere l’attività.

> Non costituisce un bene a sé stante, ma fissa una specifica destinazione a ciascuno di
quegli elementi e consente di trarre dal complesso una utilità altrimenti irrealizzabile

> L’attitudine alla produzione di nuova ricchezza e alla maturazione di un reddito,


rappresenta l’avviamento dell’azienda

• La ditta è un’altra cosa ancora, art. 2563, è il nome dell’imprenditore commerciale

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> La ditta non è il nome civile

Essendo un complesso di beni, possono essere anche trasferiti, per trasferire l’azienda

• da un punto di vista della validità del contratto di trasferimento è di regola


sufficiente la forma orale

• per la prova è richiesta invece la forma scritta e siccome il trasferimento di azienda


va pubblicato nel registro delle imprese ai fini della pubblicità, è richiesta la forma
della scrittura privata autenticata o dell’atto pubblico

> Quindi ai fini della validità di regola occorre la forma orale (la regola per il trasferimento è
la forma libera)

> Ai fini della prova occorre la forma scritta

> Ai fini dell'iscrizione nel registro delle imprese occorre quella particolare forma scritta che è
la scrittura privata autenticata o l’atto pubblico

Per determinati beni, ad esempio immobili, ai fini della validità occorre la forma scritta.
Se la prova scritta, ai fini della prova non c’è, il contratto è nullo.

IL TRASFERIMENTO DELL’AZIENDA

• Il trasferimento dell’azienda non costituisce un tipo negoziale autonomo, ma si tratta di un


sottotipo contrattuale, il cui scopo non consiste esclusivamente nella cessione di uno o
più beni, ma si spinge fino a comprendere l’introduzione dell’acquirente (compratore) nel
contesto relazionale e di mercato dell’attività servita dall’azienda

• Inoltre, non è impedito alle parti, che intendono trasferire l’azienda, di escludere dal
trasferimento uno o più dei suoi beni; per fare ciò però è necessario che esse specifichino
quali sono quelli destinati a restare in capo all’alienante

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L’esclusione è possibile solo nella misura in cui non si tratti di elementi essenziali del
complesso perché l’esclusione di un bene essenziale comporta la non qualificabilità
come “trasferimento dell’azienda” del negozio

• Il contratto traslativo dell’azienda è a forma libera, tuttavia

• quando il contratto ha per oggetto aziende relative ad imprese soggette a


registrazione, allora è richiesta la forma scritta.

• quando il contratto è redatto in forma di atto pubblico o scrittura privata


autenticata, deve essere depositato per l’iscrizione nel registro delle imprese.

• È vietato al cedente dell’azienda di iniziare, dopo il trasferimento, qualsiasi attività


imprenditoriale che per l’oggetto, l’ubicazione o altre circostanze sia idonea a sviare la
clientela dell’azienda ceduta

• L’azienda è formata anche da contratti, che sono ad esempio i contratti di lavoro

Quando si trasferisce l'azienda, si trasferiscono anche i contratti relativi all’azienda

- il trasferimento dei contatti


• Quando si cede l’azienda AUTOMATICAMENTE si cedono i contratti quindi non occorre
che nell’atto si vadano ad indicare tutti, ma si trasferiscono i contratti che sono
pertinenti all'esercizio dell’impresa

• Il trasferimento riguarda i contratti a prestazioni corrispettive non ancora eseguite da


nessuno dei due contraenti nel momento in cui si verifica il trasferimento dell’azienda

• Non si trasferiscono i contratti che hanno carattere personale, cioè quelli che si
basano sul rapporto fiduciario stretto tra imprenditore e terzo

• La legge prevede che in caso di trasferimento dell’azienda, automaticamente non avviene


il trasferi3%()+#4%"#/*&*))%&"#/0%#0*((+#/*&*))%&%#2%&1+(*.%#

52
• Non necessariamente si devono trasferire tutti i contratti, l’importante è trasferire un’unità
funzionalmente autonoma

è un ramo dell’azienda, quindi è un complesso organizzato in grado di svolgere una


funzione in tutta autonomia

Quando si vende l’azienda si cedono anche crediti e debiti:

- art 2559 crediti relativi all’azienda ceduta: quando si cede un credito, si sta cedendo la
posizione di un soggetto, cioè si sta cedendo il diritto di quel soggetto che prima vantava
verso verso un soggetto e adesso ne vanta verso un altro

• Quindi se io ho un credito verso un soggetto, quest'ultimo sa che deve pagarmi e a un


certo punto non trova più me ma trova un altro s+55%))+6#7-"(4"#"+#4%$+#3%))%&.+#*.#

/+&&%()%8#(+&3*.3%()%#(%"#&*22+&)"#)&*#2&"$*)"#1"#0*#".#contratto di cessione del credito, il


credito può essere venduto, qualcun altro si prende il diritto di essere pagato, l’importante
è far sapere al debitore chi deve pagare

Quindi io cedo un credito e comunico al debitore e notifico, cioè formulo un atto formale in
cui dico al debitore chi deve pagare, oppure chiedo una formale accettazione

• Quando si cede l’azienda non si ha solo un creditore, c’è ne sono molti di più, perciò si
utilizza l'iscrizione nel registro delle imprese, ed una volta iscritto c’è la presunzione
assoluta di conoscenza. Quindi è il registro che opera come sistema di informazione a
tutti i terzi nell’informare chi sia il soggetto che deve essere pagato

• Quando si cede l’azienda si possono cedere anche i debiti

• L’acquirente risponde dei debiti, solo se essi risultano dalle scritture contabili obbligatorie

> La legge a questo proposito afferma che c’è un rapporto di solidarietà, cioè si è
condebitori (chi ha venduto l’azienda e chi l’ha comprata)

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• Solidarietà significa che più soggetti si trovano ad essere debitori sullo stesso piano verso
un unico soggetto, quindi sono obbligati solidali. Perciò il creditore potrebbe chiedere il
pagamento tanto a chi ha venduto all’azienda quanto a chi l’ha comprata
→Se non ci fosse tale regola, ci si potrebbe indebitare smisuratamente e poi cedere
l’azienda corrispettivi debiti, e il creditore non otterrebbe credito

Cedendo l’azienda quindi non ci si libera obbligatoriamente dei debiti

• L’azienda può anche essere oggetto di negozi costitutivi di

• diritto di godimento sui beni che la compongono, perciò di un diritto reale e quindi
si avrà concessione in usufrutto dell’azienda.

• diritto personale di godimento, e in questo caso si ha l’affitto dell’azienda.

2. L’ORGANIZZAZIONE DELLA STRUTTURA DECISIONALE

Il diritto commerciale si occupa della struttura decisionale dell’impresa, cioè della struttura
delle funzioni in cui si articolano i poteri decisionali e da cui promanano gli atti dell’impresa.

• Il codice disciplina le figure funzionali che compongono questa struttura, operando


all’interno dell’apparato organizzativo, e ne regola la disposizione e i po)%&"#

• I collaboratori interni (rappresentanti) sono:

• INSTITORI

• PROCURATORI

• COMMESSI

possiedono sia poteri decisori, che consentono di assumere le decisioni rientranti nel proprio
ambito operativo, sia poteri dichiaratori, che consentono di dare esecuzione alle decisioni
prese

• Quindi, l’imprenditore attribuisce ad ogni collaboratore poteri di gestione esterna, ossia di


rappresentanza, congrui rispetto ai poteri di gestione interna

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• Nel caso in cui l’imprenditore volesse limitare i poteri dei collaboratori occorre un atto
specifico, che viene definito procura institoria, che è un atto diretto a limitare i poteri
rappresentativi

La procura deve essere assoggetta a un regime di pubblicità mediante l’iscrizione nel


registro delle imprese, al fine di renderla opponibile nei confronti dei terzi

→solo se iscritto diventa opponibile nei confronti dei terzi (=presunzione assoluta di
conoscenza del fatto iscritto)

→se non iscritto si ha una presunzione di ignoranza del fatto non iscritto.
Opponibile= efficace, produce effetti nei confronti dei terzi.

- rappresentanza commerciale

rappresentanza è un potere che un si attribuisce ad un altro soggetto di agire nell’interesse


e di spenderne il nome

• commessi: sono collaboratori che compiono gli atti che comporta ordinariamente la
specie di operazioni di cui sono incaricati

→Hanno poteri sia decisori sia dichiaratori, però svolgono operazioni essenzialmente di
carattere esecutivo, che mettono in contatto l’impresa con i terzi

es: entro in un negozio di scarpe, c’è il commesso che propone scarpe e prezzo. Sono
contenta delle scarpe, le prendo, pago ed esco. In questo caso non ho parlato con
l’imprenditore, ma con il soggetto che è normale che proponga delle scarpe.
Il commesso è uno che lavora per l’imprenditore.

→Lui è un rappresentante dell’imprenditore, ci sta proponendo delle scarpe ma lo sta


facendo per conto e in nome dell'imprenditore.

→La rappresentanza in questo caso non richiede la procura, perché il fatto stesso di essere
collocati in quel contesto da il potere di agire per conto dell'imprenditore. Il commesso quindi
fa contratti per conto e in nome dell’imprenditore.

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→Egli è in tu))+#%#2%&#)-))+#/+3%#1%#,+11%#"32&%(4")+&%6#%#può anche incassare il prezzo
delle merci che vende ed è colui che può fare anche lo sconto:

- sconti d'uso (cioè normalmente si fanno in quella attività commerciale)


- sconti autorizzati dall’imprenditore.

→C’è#-(#/*1+#"(#/-"#il commesso non incassa il prezzo delle merci che vende:


La legge dice che il commesso non può incassare se è prevista una APPOSITA CASSA, ciò
si verifica ad esempio al supermercato, se si prendono affettati non si pagano al banco, ma
direttamente in cassa perché è prevista una apposita cassa, e quindi si paga solo in quella
cassa, non al singolo soggetto che fornisce la merce.

• institore: è il collaboratore preposto all’esercizio di impresa o ad una parte di essa, che


può essere rappresentata da una sede secondaria o da un ramo particolare

→Può esservi un unico institore preposto all’intera iniziativa, oppure possono esservi plurimi
institori, i quali però agiscono disgiuntamente, cioè ognuno agisce indipendentemente
dall’altro o dagli altri, rispetto all’ambito operativo che gli è stato assegnato.

→preposto vuol dire che è l’alter ego dell’imprenditore, ovvero la figura che in tutto e per
tutto coincide con l'imprenditore pur essendo un soggetto diverso

→Può compiere tutti gli atti pertinenti dell’impresa, ma non può spingersi al di là della
gestione dell’impresa, quindi non può:

- alienare l’azienda

- cambiare l’oggetto dell’impresa gestita

- alienare o ipotecare eventuali beni immobili di cui dispone l’azienda.

→Egli è tenuto, assieme all’imprenditore, all’osservanza delle disposizioni riguardanti le


scritture contabili e la pubblicità commerciale, dunque all’osservanza degli obblighi
d’impresa

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• procuratore: è il collaboratore che compie atti pertinenti all’esercizio dell’impresa, pur
senza esservi preposto

→Il procuratore non è il commesso che ha rapporti con pubblico, ma non è neanche un
soggetto che è preposto all'esercizio dell’impresa.

→Egli è preposto a un particolare profilo dell’impresa: cioè si occupa essenzialmente di


una parte importante o di un settore, e mai dell’impresa nel suo complesso.

→Es: la banca è una struttura piuttosto complessa che ha una sede e ha una struttura
articolata sul territorio, c’è la sede centrale e le varie filiali. Nella sede centrale si ha la testa
della società, quindi tutto l'aspetto legato alla gestione della società, qui si trova anche il
direttore generale che è sostanzialmente un institore, può prendere decisioni che riguardano
la gestione della banca e che si riflettono su tutte le filiali. Nelle filiali si ha un direttore, che è
il procuratore, cioè svolge il suo potere dentro la filiale. Nelle filiali ci sono i commessi, cioè i
cassieri che giuridicamente sono dei commessi e si occupano esclusivamente delle
operazioni di cassa. Infatti se si deve fare un investimento non lo fa il cassiere perché non
rientra tra le sue attività rappresentative.

L’IMPUTAZIONE DELL’IMPRESA

è l’individuazione di colui al quale è riferibile l’impresa, cioè chi è il vero imprenditore

→Da un lato, c’è chi ritiene che l’impresa si imputi secondo un criterio formale o della
spendita del nome nello svolgimento della stessa: ritenendo che è imprenditore colui che
svolge l’impresa a proprio nome.

→Dall’altro lato, c’è chi ritiene che l’impresa si imputi secondo un criterio sostanziale o
dell’interesse perseguito nello svolgimento della stessa: ritenendo che è imprenditore
colui nel cui interesse l’impresa è svolta.

→ Come abbiamo già studiato, ci possono essere soggetti che non hanno la piena capacità:
minore, interdetto, inabilitato, amministrato di sostegno.
Essi non hanno piena capacità, ma potrebbero essere titolari di un'impresa.

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Per esempio un imprenditore che ha dei problemi di demenza, che a un certo punto non è
più in grado di provvedere ai propri interessi, quindi in questo caso viene nominato un tutore,
che è solo un rappresentante legale, cioè un soggetto senza il quale non può compiere atti
giuridici.

→Quindi nel nostro sistema il titolare dell’impresa continua ad essere l’interdetto, solo che
gli atti relativi all’impresa non puo compiere luo, ma ha bisogno dell'assistenza del
rappresentante legale

→Quindi se l'impresa diventasse insolvente e fallisce, fallisce l’interdetto. La stessa cosa


vale anche per i minore e l’inabilitato e l'amministratore di sostegno, cioè la persona
incapace è comunque titolare dell’impresa.

• prestanome: è colui che presta il suo nome, è colui che figura imprenditore ma in realtà
non e colui che svolge in concreto l'attività di impresa, l'imprenditore cioè è colui che non si
vede in questo caso, è il cosiddetto imprenditore occulto

→In questi#/*1"#1"#0*8#

- un soggetto che figura formalmente come imprenditore

- un soggetto che in concreto/sostanza fa l'imprenditore

Questa pratica era molto diffusa anni fa in caso di fallimento dell’impresa, il vero
imprenditore non figurava mai, e colui che figurava era il prestanome

→La dottrina si è sempre impegnata nel colpire l’imprenditore sostanziale, però la


giurisprudenza è convinta che nel nostro ordinamento ci sia un criterio formale di
imputazione, cioè vuol dire che è imprenditore colui in nome del quale l’attività di
impresa è svolta.

→Se invece c’è un mandato si applicano le regole del mandato (art. 1703 e seguenti)

- art. 1705 mandato senza rappresentanza: il mandatario che agisce in proprio nome
acquista i diritti e assume gli obblighi derivanti dagli atti compiuti con i terzi, anche se
questi hanno avuto conoscenza del mandato

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• Per la giurisprudenza è imprenditore colui che esercita l’attività di impresa, anche se
da un punto di vista sostanziale è un prestanome

quando inizia e quando finisce l’impresa?

• Non c’è una legge che definisce quando nasce l’impresa, mentre la società di capitali
nasce con l'iscrizione nel registro delle imprese e muore con la cancellazione dal registro
delle imprese:

• INIZIO: la legge dice che si deve scrivere nel registro entro 30 giorni dall’inizio
dell’attività, però bisogna capire quando ci sono gli elementi utili e sufficienti per
dire che l’imprenditore ha iniziato a svolgere l’attività.

→per essere iniziata l'attività di impresa o//+&&%#/0%#/"#1"*#1)*)+#almeno un atto di


scambio di mercato, quindi non bisogna solo organizzare la futura attività, ma
anche svolgerla e per svolgerla occorre che ci sia almeno un atto di scambio sul
mercato

• FINE: l’impresa cessa quando c’è la totale disgregazione del patrimonio


aziendale. Vuol dire che non c'è più impresa quando l'imprenditore non è più nelle
condizioni di poter fare impresa, cioè quando non dispone più degli strumenti
necessari e sufficienti per poter svolgere l'attività di impresa

→quindi non cessa per il solo fatto che magari non sta vendendo, quindi se
l'imprenditore smette di vendere non cessa l’impresa, occorre che egli non sia più
nelle condizioni per poter vendere

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