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Cos’è il diritto?
DIRITTO: insieme di regole con la finalità di dirimere le controversie tra uomini; no violenza.
SISTEMA GIURIDICO: insieme di regole e norme; il Codice Civile è una delle tante leggi; varia nel
tempo e nello spazio situazioni in cui le vecchie normative si adeguano alle nuove situazioni,
oppure sistema dinamico dove vengono introdotte nuove norme e abrogate quelle vecchie.
La legge non è mai retroattiva, ma se nasce una nuova norma incompatibile con una vecchia,
questa viene abrogata.
NORMA GIURIDICA: generale (rivolta alla collettività, ≠ norma speciale categorie di persone)
astratta (insieme ipotetico di fatti, descrive situazione eventuale)
obbligatoria (chi non le osserva, viene sanzionato) con il risarcimento del
danno non ci si può arricchire, semplicemente si ripristina il patrimonio del
soggetto danneggiato; ≠ common law, danni punitivi per punire il soggetto
che si è comportato in modo negligente;
NOZIONI:
FATTO GIURIDICO evento idoneo a produrre conseguenze giuridiche, prese in esame dal diritto.
FATTISPECIE GIURIDICA contenuto della previsione normativa.
EFFETTO GIURIDICO conseguenza che la norma collega al fatto.
TUTELA GIURISDIZIONALE = possibilità per i titolari di situazioni soggettive attive, la cui lesione
comporta un eventuale danno, di promuovere un’azione davanti al giudice competente per
ottenere la tutela del suo diritto funzione di prevenzione dei conflitti del diritto; è un’alternativa
alla tutela stragiudiziale; regolata da diritto processuale civile.
Forme di tutela:
restitutoria: principalmente per diritti assoluti;
satisfattoria: far conseguire al titolare l’utilità che avrebbe dovuto ricevere;
risarcitoria: riparare o ripristinare il patrimonio leso.
Casi più peculiari realizzazione in via primaria del proprio diritto; carattere satisfattorio (x es.
esecuzione specifica obbligo di concludere un contratto 2932 c.c.); prevenzione (azione inibitoria
art.7/844 c.c.); forme di tutela stragiudiziali (clausola risolutiva espressa 1456 c.c.); espropriazione
forzata per responsabilità patrimoniale del debitore.
Nel processo:
AZIONE = proposizione della domanda; attore colui che propone.
ECCEZIONE = arma della difesa generalmente proposta dal convenuto (citato in giudizio).
AZIONE GIUDIZIALE = rimedio contro la violazione di un diritto soggettivo o di un interesse
legittimo; il potere giurisdizione spetta alla magistratura (g.o., g.a, penale, contabile); giurisdizione
di merito e di legittimità.
PROVA = l’onere della prova è su chi agisce; si deve dare fondatezza della propria tesi; è sufficiente
dimostrare che esiste la fonte della propria pretesa (sede contrattuale più semplice); nella
situazione di cui all’art. 2043 c.c., siamo di fronte a due parti senza un legame, per ottenere il
risarcimento, il danneggiato deve dimostrare il comportamento dannoso, il danno subito e il nesso
di causalità (sede extra-contrattuale più gravosa); presunzioni legali derivano dal legislatore che
dà per avverato un fatto: assoluta, non ammette prova contraria, relativa ammette prova
contraria.
Documentali o precostituiti: atto pubblico o scrittura privata; sono prove legali perché il
giudice deve dare per accertati i fatti scritti nel documento;
Testimoniali o semplici: non son mai prove legali perché il giudice deve decidere se
ammettere o no alcuni testi; inoltre, deve valutare l’incidenza della prova se ammessa
(confronto fra testimoni); è affidata alla discrezionalità e all’esperienza del giudice.
Confessione: dichiarazione unilaterale contenente fatti a sé sfavorevoli (giudiziale o
stragiudiziale); può incidere su fatti che riguardano diritti disponibili; è una prova semplice
con efficacia legale (che il giudice deve considerare);
Giuramento: dichiarazione di veridicità di un fatto proveniente da una delle parti e resa in
giudizio con formula solenne decisorio: richiesto da una delle parti; suppletorio: richiesto
dal giudice.
Presunzioni legali = la legge da un fatto noto ne deduce un altro ignoto (presunzione di
paternità); Presunzioni semplici = regole di ragionamento del giudice che da un fatto noto
ne desume uno ignoto purché gli elementi siano gravi, precisi e concordanti.
8/03/2022
Pubblicità e trascrizione
PUBBLICITÀ LEGALE iscrizione di un fatto giuridico nei pubblici registri, presenti presso le
autorità garanti (anagrafe).
Pubblicità notizia (più semplice) rendere conoscibile un atto; il mancato adempimento può
essere una sanzione pecuniaria fissa o variabile;
Pubblicità dichiarativa rendere opponibile un atto ai terzi; la contrattazione tra le parti è
comunque valida; rendere opponibile -> i terzi non potranno essere considerati in buonafede
dove dichiarino di non essere venuti a conoscenza di quell’atto, perché tramite la pubblicità gli
si è data la possibilità di saperlo (simulazione nel contratto – in un potenziale conflitto, la
buonafede del creditore può farsi valere solo se la domanda di simulazione sia stata trascritta);
Pubblicità costitutiva necessaria per il perfezionamento dell’atto; ha effetti costitutivi;
(art.1350 c.c. – compravendita degli immobili); ipoteca (garanzia reale in caso di beni immobili
o mobili registrati) se io vendo una casa e concedo all’acquirente di pagare in modo
dilazionato, il fatto che gli intesti la proprietà del bene necessita di una garanzia per il prezzo
che manca; l’ipoteca, per valere, deve essere iscritta nei pubblici registri.
TRASCRIZIONE 2643 c.c. – 2696 c.c. unico mezzo di pubblicità che il nostro Codice civile
riconosce e per la quale prevede una disciplina specifica; compito principale: assicurare certezza
per la circolazione di BENI IMMOBILI e BENI MOBILI REGISTRATI; riportare un estratto dell’atto a
cui si fa riferimento nei registri immobiliari per renderlo conoscibile.
Può essere opponibile a chiunque -erga omnes-, non si può ricorrere alla buonafede.
Nessuna efficacia costitutiva si dice pubblicità dichiarativa (≠ dalle altre due).
L’opponibilità è efficacia relativa // L’inopponibilità è inefficacia relativa.
In un contratto di bene immobile, l’onere spetta al pubblico ufficiale che redige l’atto; per far
valere un diritto che va accertato, invece, l’onere è dell’avvocato.
Quali atti vanno trascritti?
Art. 2643 c.c. possono essere trascritti contratti, atti unilaterali, provvedimenti giudiziali con cui
si trasferisce la proprietà o altri diritti reali minori; contratti di locazione ultranovennali (diventano
di ordinaria amministrazione), contratti di trasferimento di diritti edificatori, ogni altro atto che
produca gli stessi effetti (divisioni, accettazioni di eredità), domande giudiziali (risoluzione del
contratto).
Principio di continuità delle trascrizioni, sequenza delle trascrizioni senza interruzioni (2650 c.c.);
l’onere è di chi è interessato a far conoscere a tutti; ≠ da iscrizione dell’ipoteca.
1. PERSONA FISICA:
Soggetto giuridico con capacità giuridica e capacità d’agire (Libro 1).
Capacità giuridica (Art 1 c.c.)
La capacità giuridica si acquista dal momento della nascita. Il dritto che la legge riconosce a favore
del concepito è subordinato all’evento della nascita; capacità di essere titolari di diritti e doveri.
Nascita: intesa come distacco dall’alveo materno, primo respiro in autonomia.
Concepito: sempre subordinato alla condizione di nascita; riconoscimento di una capacità giuridica
all’evento futuro e incerto della nascita (tutela progressiva).
La giurisprudenza ha considerato che non esiste un diritto a non nascere se non sano.
Danno da nascita indesiderata: madre e padre hanno diritto ad essere risarciti se provano che la
corretta diagnosi di malformazione del feto avrebbe determinato l’aborto dello stesso.
Gli altri familiari hanno diritto ad essere risarciti per le minori attenzioni date dai genitori (in caso
di bambino disabile).
Il nato disabile non può agire per risarcimento per danni da nascita indesiderata.
Riconosciuto il diritto al risarcimento sofferto a seguito dell’uccisione del genitore ad opera di un
terzo durante la gestazione: lesione del diritto al mantenimento e alla relazione con il genitore.
Concepturus = capacità di succedere/ricevere donazioni: si concretizza con la nascita; non è ancora
stato concepito, potrebbe esserlo in futuro.
La perdita della capacità giuridica si ha con la morte “morte legale” coincide con la cessazione
irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo; casi rari – coma.
Dichiarazione di nascita uno dei genitori o chi ha assistito al parto deve entro 10gg dichiarare la
nascita entro 3gg alla direzione sanitaria dell’ospedale del parto. Un ufficiale provvede
all’iscrizione nel registro di stato civile.
Capacità d’agire capacità compiere atti che abbiamo rilevanza giuridica; si acquista al
compimento dei 18 anni (prima era diverso); talvolta la legge può essere anticipata (matrimonio,
riconoscimento figlio)
La legge può prevedere limiti alla capacità d’agire incapacità legale ad agire:
ASSOLUTA minorenne
interdizione giudiziale
RELATIVA minore emancipato
inabilitazione
Interdizione giudiziale – Inabilitazione
Valutazione in base alla gravità della patologia della persona (più grave, interdizione; meno grave,
inabilitazione) – amministrazione di sostegno -> istituto recente per preservare comunque una
certa autonomia al soggetto malato. È necessario un esame del soggetto; necessità di avere tutta
la documentazione medica (relazione del medico che segue il paziente).
Soggetto interdetto tutore
Soggetto inabilitato curatore
Il curatore interviene negli atti di straordinaria amministrazione, mentre il tutore provvede a
qualsiasi tipo di attività.
Le sentenze sono revocabili laddove la patologia subisse una regressione e ci fosse un
miglioramento.
Interdizione legale
Pena accessoria alla condanna, di tipo legale, all’ergastolo o alla reclusione non inferiore a 5 anni.
Fa si che il soggetto non possa porre in essere atti di natura patrimoniale (attenenti al proprio
patrimonio), ma continua ad essere nella piena titolarità dei propri rapporti familiari o personali.
Rappresentanza legale
Strumento che la legge giuridica riconosce volto a permettere che soggetti incapaci possano
realizzare, attraverso l’azione di sostituti, atti aventi rilevanza giuridica; si trova generalmente nei
genitori sui figli, tutore e curatore.
Scomparsa della persona fisica la persona non è più comparsa nel luogo del suo ultimo
domicilio o residenza, senza alcuna notizia per un periodo rilevante rispetto alle abitudini; periodo
rilevante rispetto alle abitudini del soggetto; i legittimati attivi (quelli che possono affermarne la
scomparsa) sono gli interessati, i presunti successori o il pubblico ministero; la competenza è del
Tribunale del luogo di domicilio o residenza; nominato un curatore speciale che potrebbe essere
convenuto in giudizio al posto dello scomparso, inventario del patrimonio.
Assenza dopo minimo di 2 anni dall’ultima notizia della persona; i legittimati attivi sono i
presunti successori legittimi, chiunque ritenga di avere dei diritti sui beni del soggetto scomparso
(può essere aperto il testamento); comporta l’immissione nel possesso temporaneo dei beni
dell’assente previo inventario; effetti giuridici -> amministrazione dei beni, rappresentanza in
giudizio, godimento delle rendite, limiti alla disponibilità dei beni (solo se necessità o utilità
evidente); Ritorno dell’assente cessano gli effetti della dichiarazione di assenza, restituzione dei
beni del patrimonio (restano in godimento sino alla costituzione in mora).
Morte presunta dopo 10 anni dall’ultima notizia; i legittimati attivi sono il pubblico ministero,
eredi testamentari o legittimi, legatari o donatari o tutti quelli cui spetterebbero diritti alla morte;
chi era immesso nel possesso ne acquista la disponibilità, quindi l’esercizio definitivo delle
obbligazioni; cessano cauzioni e cautele eventualmente imposte; possibili nuove nozze;
Ritorno del morto presunto recupero dei beni residui; diritto a crediti e beni frutto dei beni del
suo patrimonio investiti; legittima pretesa di adempimento, salvi effetti di prescrizione e
usucapione; matrimonio nullo, ma salvi gli effetti civili del matrimonio putativo.
Luoghi della persona:
DIMORA residenza temporanea.
RESIDENZA luogo in cui la persona sta abitualmente, abita.
DOMICILIO concentrazione degli affari e degli interessi (oggettivo) e scelta di quel luogo
(soggettiva). Può essere generale o speciale.
10/03/2022
2. PERSONA GIURIDICA (libro I – no profit e libro V – profit)
Non vi è definizione nel Codice civile; si tratta di un’organizzazione collettiva formata da più
persone fisiche che agiscono collettivamente espressione sintetica che designa diverse possibili
realtà (associazioni, enti pubblici), tutte composte da persone fisiche.
ENTI hanno tutti soggettività giuridica, sono tutti soggetti riconosciuti dal diritto, ma solo
alcuni hanno personalità giuridica, ovvero quelli che la acquisiscono attraverso il riconoscimento
della pubblica autorità (associazioni riconosciute ≠ da quelle non riconosciute, e le fondazioni che
non possono non essere riconosciute – riconoscimento del ??? attività territorialmente incasellata
nei confini della regione, riconoscimento del prefetto per attività nazionale).
“Ente” vocabolo dalla portata molto ampia soggetti che hanno personalità giuridica
(riconosciuti); o soggetti con soggettività giuridica, ma non riconosciuti (art.2 Cost. “formazioni
sociali”).
NB: la soggettività giuridica si traduce nell’autonomia degli associati che si manifesta mediante il
contratto associativo centro di imputazione di interessi ≠ dalle singole persone giuridiche che
compongono l’ente)
Caratteristiche generali:
capacità giuridica generale la possiedono tutti gli enti privati (associazioni) e pubblici,
economici (società) e non economici (ONLUS);
centri autonomi di imputazione;
titolari di diritti e obblighi L127/97 ha abrogato l’art.17 c.c. impedire che ci fossero
immobilizzazioni immateriali in capo a soggetti con una gestione non troppo efficiente;
possono essere titolari anche di diritti personalissimi (nome, privacy);
ENTI NO PROFIT non generano profitto, oppure se lo fanno (non deve essere l’attività
prevalente!), non possono redistribuirlo fra gli associati; se l’attività fosse prevalente, il soggetto
diventa un imprenditore che può fallire; scopo ideale, mutualistico (tutela ambiente); assenza
assoluta di lucro soggettivo: recesso o esclusione senza restituzione di quota; destinazione
patrimonio residuo a enti con finalità analoghe (situazioni di emergenza).
Associazione
Formazione sociale che si propone, con una stabile organizzazione, di perseguire scopi ultra-
individuali (temporaneità più nei comitati di soccorso).
È un contratto plurilaterale con comunione di scopo (di solito gli interessi sono contrapposti) di
organizzazione; scopo di natura ideale; organizzazione a struttura aperta (tutti possono entrare),
nessuna discriminazione; diritti e obblighi degli associati contenuti nello statuto.
Elementi materiali:
persone fisiche
patrimonio sufficiente per il raggiungimento dello scopo
scopo precisato nell’atto costitutivo
denominazione (nome)
sede legale ed effettiva (distinte o coincidenti)
Elemento formale: il riconoscimento.
Le associazioni disciplinate nel codice possono essere riconosciute o non riconosciute per
esserlo, devono essere costituite per atto pubblico (dal notaio) – forma richiesta anche per il
RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore).
Con il riconoscimento, si acquista personalità giuridica e acquisiscono autonomia patrimoniale
perfetta (il patrimonio dell’associazione è l’unico sul quale i creditori potranno rivalersi in caso di
inadempimento di un obbligo assunto da parte della stessa – potrebbe diventare incapiente).
È possibile la revoca del riconoscimento per un’amministrazione poco accorta del patrimonio.
- DPR 361/00 regolamento per semplificare il riconoscimento delle persone giuridiche. -
Richiesta di iscrizione presso registro delle persone giuridiche prefettura; se l’azione è entro la
regione, registro regionale; viene rilasciata se rispetta le condizioni di legge e di regolamento, se lo
scopo è lecito e possibile, se il patrimonio è adeguato allo scopo (prima ogni regione aveva dei
livelli di patrimonio adeguato allo scopo).
Il patrimonio dell’associazione è detto patrimonio comune.
Scritture contabili in modo preciso, controlli della pubblica autorità previa e successiva iscrizione.
Di solito il 90% dei casi, in Italia sono associazioni non riconosciute (sindacati, partiti).
Se non c’è riconoscimento associazione non riconosciuta
C’è un fondo comune (= patrimonio, ma non viene controllato dalla PA);
Autonomia patrimoniale imperfetta -> i creditori possono rivalersi anche sul patrimonio degli
amministratori (coloro i quali hanno agito in nome e per conto dell’associazione), non su tutti gli
associati! - responsabilità per debito altrui, rispondo col mio patrimonio in nome dell’associazione;
obbligazione solidale -> esclusione del beneficio excussionis fondo comune – il creditore può
chiedere indistintamente o all’associazione o a chi ha agito per suo conto, di pagare il debito senza
essere obbligato ad escutere prima l’associazione; non ci sono controlli né registrazione per
obbligazioni.
Requisiti essenziali: denominazione, scopo, patrimonio, sede, norme sull’ordinamento e
sull’amministrazione, diritti e obblighi, condizioni di ammissione (importanti perché il contratto a
struttura aperta).
Organi:
assemblea decisioni principali;
amministratori funzione esecutiva degli indirizzi dell’assemblea;
L’assemblea nomina gli amministratori, non possono essere terzi a farlo.
Una testa un voto, scelti a maggioranza.
15/03/2022
L. 117/2017 codice del terzo settore – CTS
Prima disciplina per enti del terzo settore (APS – espletare attività a favore dei propri aderenti;
ODV verso soggetti esterni all’organizzazione).
Laddove manchino espressamente norme, si farà riferimento alla normativa codicistica.
RUNTS registro unico nazionale degli enti terzo settore; detrazioni e facilitazioni fiscali.
Esclusi associazioni politiche, sindacati, associazioni di professionisti.
Art.24 CTS = ciascun associato può rappresentare sino a max. 3 associati con meno di 500
associati; max. 5 con oltre 500 associati.
1 testa, 1 voto.
L. 157/1999 = i creditori di partiti politici non viene attribuita l’autonomia patrimoniale imperfetta
(chi ha agito per nome del partito, può essere chiamato a rispondere col patrimonio personale);
Associazioni ≠ fondazioni
ASSOCIAZIONI N.R. FONDAZIONI
Atto costitutivo Atto unilaterale del
Atto costitutivo contratto a struttura
fondatore;
aperta;
Il fondatore di solito non partecipa;
Tutte le parti partecipano al perseguimento
dello scopo;
Amministratori (consiglio di amministrazione):
Associati: hanno autonomia contrattuale e
organo servente;
organo dominante;
Comitati 39 – 42 c.c.
Ente collettivo che promuove raccolta di fondi -di soccorso o beneficienza-
Autonomi centri di imputazione di situazioni giuridiche con patrimonio, costituito da promozione
di raccolta fondi.
I promotori lanciano l’idea, chi promuove diventa organizzatore, oblatori versano la somma.
Responsabilità personale e solidale per conservazione e destinazione delle risorse raccolte per lo
scopo annunciato in capo agli organizzatori nei confronti degli oblatori;
Raccolta fondi verso il pubblico con vincolo di destinazione.
2 tipi di comitati:
occasionali (temporanea situazione);
protratti nel tempo (povertà in un territorio);
Se ottiene il riconoscimento, si trasforma in fondazione (parte della dottrina le definisce fondazioni
non riconosciute, ma non è precisato).
DIRITTI DELLA PERSONALITÀ (5-10 c.c. – Costituzione – c.p. – Conv. dei diritti dell’uomo)
(non esiste un vero e proprio elenco – categoria aperta, varia nel tempo);
I diritti fondamentali sono:
necessari fanno parte dell’essenza dell’uomo, lo Stato serve per riconoscerli
non patrimoniali non hanno valutazione economica
assoluti erga omnes
indisponibili non possono essere oggetto di consumo/scambio
imprescrittibili non cadono in prescrizione
16/03/2022
L. 40/2004 PMA – Procreazione Medicalmente Assistita
Rimedio ad una situazione di sterilità o infertilità certificata; la Corte costituzionale ha ammesso la
possibilità per coppie fertili portatrici di malattie trasmissibili.
Coppie maggiorenni, sposate o conviventi (no sola donna, no omosex).
Inizialmente era vietata la fecondazione eterologa, ma si è introdotta con sentenza 162/2014
(ovuli o gameti possono provenire da altri soggetti); era illegittimo questo divieto perché,
impedendo alla coppia sterile o infertile di utilizzare la PMA eterologa, si ledevano gli art. 2-3-31
della Cost., atteso che la scelta di diventare genitori e formare una famiglia costituisce espressione
della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi e, dunque, non sono ammesse
limitazioni ad essa, se non giustificate dall’esigenza di non poter tutelare diritti ulteriori di pari
rango costituzionale. Inoltre, incide anche sul diritto alla salute della coppia, interpretandolo in
termini più ampi (psichica – salute della coppia).
ART.5 c.c. Atti di disposizione del proprio corpo vietata la diminuzione permanente di integrità
fisica – non si possono cedere parti del corpo che ledano permanentemente (si può donare sangue
e midollo); l’atto deve essere assolutamente gratuito; la legittimità dell’atto entro i limiti di
carattere speciale e generale (ordine pubblico – buon costume); consenso informato e libero.
La L. 91/1999 sui trapianti d’organo/donazioni organi da defunto, gratuito e non in contrasto con
volontà espressa in vita.
ART. 6-9 c.c. Diritto al nome ha una funzione identificativa (anche dal punto di vista pubblico),
ma è anche un attributo proprio del soggetto, espressione delle qualità personali; è un diritto
fondamentale (art. 22 Cost.). 2 manifestazioni dell’abuso/aggressione ad esso:
contestazione: uso che il titolare vuole fare ma un soggetto
esterno contesta (marito separato con cognome);
usurpazione: appropriazione indebita del nome di altri;
Come si tutela: per cessazione delle aggressioni al diritto di nome si può ricorrere all’azione
inibitoria (generale per i diritti personalissimi), e alla pubblicazione della sentenza con eventuale
risarcimento del danno.
La legittimazione attiva è riconosciuta anche per chi abbia interessi fondati su ragioni familiari
degne di essere protette (art.8); diritto al figlio di conservare il cognome divenuto suo segno
identitario, anche dopo disconoscimento di paternità.
Incluse il diritto allo pseudonimo (nome d’arte per persone famose).
Diritto all’identità personale frutto del diritto vivente (non è espressamente previsto); tutela
per l’immagine sociale del soggetto – come si proietta il soggetto agli amici, al lavoro ecc.
La falsa attribuzione non deve necessariamente integrare un’offesa alla persona, ma è sufficiente,
ai fini del risarcimento, che la persona sia collocata in una falsa luce agli occhi del pubblico.
GDPR: entrato in vigore nel 2018, ha ridimensionato il codice della privacy del 2003; per
coordinare le due normative, emanato il d.lgs 101/2018.
Tutela del dato personale qualsiasi informazione riguardante persone fisiche che ne consente
identificazione o identificabilità (caso BMW – lasciato il duplicato di una chiave ad un truffatore
che ha rubato l’auto; il proprietario ha fatto causa per diffusione di dati personali, presenti nella
chiave elettronica).
Trattamento qualsiasi operazione compiuta con o senza l’ausilio di processi automatizzati e
applicate a dati personali (raccolta, conservazione, distruzione…); le informazioni sul trattamento
dei dati devono essere trasparenti, intellegibili e facilmente accessibili.
È lecito solo se vi è espresso, manifesto, libero, inequivocabile e specifico consenso
dell’interessato per una o più finalità (anche se oggi messo in forte dubbio), oppure necessario per
esecuzione di un contratto, per adempimento legale del titolare del trattamento, per salvaguardia
di un interesse vitale, per esecuzione di un compito di interesse pubblico, per il perseguimento di
un legittimo interesse del titolare del trattamento o di terzi.
DATI SENSIBILI = trattamento consentito soltanto nei casi espressamente previsti dalla legge
(esami medici).
Modalità di trattamento:
Liceità, correttezza e trasparenza.
Finalità esplicite e determinate.
Sicuri e protetti.
Esattezza e aggiornamento.
Minimalizzazione dei dati = diamo il consenso ma focalizzando bene le finalità per cui lo
diamo, quindi solo per i dati necessari alle finalità indicate.
Temporaneità = trattamento limitato al tempo necessario per raggiungere la finalità.
Possibilità di revoca.
Diritti del titolare:
diritto di accesso
diritto di rettifica
diritto all’oblio (non esiste espressamente) obbligo del titolare del trattamento a cancellare,
senza ingiustificati ritardi, dati che non servono più alle finalità per cui erano stati rilasciati;
avviene nel caso di revoca del consenso, di trattamento illecito e se l’obbligo è previsto dall’UE;
SS.UU 19681/2019 – il giudice deve valutare l’interesse pubblico concreto e attuale alla
menzione degli elementi identificativi delle persone che furono protagonisti.
In caso di trattamento illecito, è possibile rivolgersi all’Autorità garante per la protezione dei dati o
al giudice ordinario; risarcimento per danni non patrimoniali subiti; sanzioni amministrative
pecuniarie.
Rimedi civilistici:
1. generali
richiesta di risarcimento danni (patrimoniali e non);
invalidità degli atti di disposizione;
2. specifici
inibitoria
pubblicazione della sentenza
rettifica
Consiglio di Stato 5130/2021 sul Green Pass i soggetti contrari alla somministrazione del
vaccino, nel pieno esercizio dei loro diritti di autodeterminazione, non subiscono lesioni del diritto
alla riservatezza sanitaria dal momento che l’attuale sistema di verifica del possesso della
certificazione verde non sembra rendere conoscibili ai terzi il concreto presupposto dell’ottenuta
certificazione (vaccinazione o tampone non si sa).
17/03/2022
OBBLIGAZIONI (LIBRO IV)
Non esiste una norma/articolo che diano una definizione vera e propria.
È un rapporto giuridico regolato dal diritto in cui i protagonisti sono il debitore e il creditore.
Oggetto variabile prestazione di fare, di non fare, di dare.
DIRITTO DEL CREDITORE = diritto di credito/pretesa creditoria;
OBBLIGO DEL DEBITORE = debito;
REALIZZAZIONE DELLA PRESTAZIONE = adempimento;
Spesso l’obbligazione è inserita in un contesto più complesso, dove esistono più prestazioni,
oppure in cui non esistono un unico debitore e creditore; raramente è in una situazione isolata.
Deve esistere una valida causa giustificativa.
Caratteri:
Oggetto determinato o determinabile (criteri specificati per individuarlo);
Obbligazioni propter rem (obbligazioni reali): il soggetto passivo (debitore) è individuato in base
alla titolarità di un diritto reale su un certo bene (spese condominiali seguono chi abita);
Soggetto determinato o determinabile;
Patrimonialità della prestazione;
TEMPO (1183 – 1187 c.c.) principio del “quod sine die debetur statim debetur” (ciò che senza
termine è dovuto, è dovuto subito); se non è determinato il tempo in cui la prestazione deve
essere eseguita, il creditore può esigerla immediatamente – il tempo non è elemento essenziale,
quindi può non essere accordato.
Forme di mediazione: qualora, in virtù degli usi o per la natura della prestazione ovvero per il
modo o il luogo dell’esecuzione, sia necessario un termine, questo, in mancanza di accordo, è
stabilito dal giudice a favore del debitore, può eseguirla prima della scadenza; a favore del
creditore, può richiederlo prima della scadenza; a favore di entrambi è un tempo fisso; pendenza
del termine (periodo tra data di accordo e data di termine).
Il pagamento anticipato può verificarsi se il termine non è un beneficio; è possibile richiedere solo
la parte di arricchimento al creditore, poiché il resto è dovuto.
Decadenza dal beneficio del termine si può perdere in tre ipotesi: il debitore divenga
insolvente; non dia le garanzie che aveva promesso o venga meno alle garanzie date.
D.lgs 231/2002 sul pagamento delle transazioni commerciali sono nulle le clausole relative al
pagamento, al saggio degli interessi moratori o al risarcimento per i costi di recupero che
prevedono termini gravemente iniqui in danno del creditore.
LUOGO (1182 c.c.) luogo nel quale la prestazione deve essere eseguita; può essere accordato,
ma se non è previsto, dipende dalla natura, dagli usi o dalle norme che lo determinano.
Se non è possibile individuarlo, il legislatore indica:
l’obbligo di consegna di un bene certo e determinato nel luogo in cui si trovava la cosa quando
è nata l’obbligazione;
in caso di obbligazione pecuniaria, deve essere adempiuta al domicilio del creditore al tempo
della scadenza; è possibile che, se questo sia diverso da quello che il creditore aveva
inizialmente, e rende gravoso l’adempimento, il debitore può eseguire il pagamento al proprio
domicilio;
per criterio residuale (tutto il resto), il domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza.
Mora del debitore (art. 1219 c.c.) ritardo ingiustificato e qualificato nell’esecuzione della
prestazione; è necessaria un’intimazione per iscritto al debitore di eseguire la prestazione.
La mora è automatica (ex re): a) quando il debito deriva da un fatto illecito (responsabilità
extracontrattuale); b) quando il debitore abbia dichiarato per iscritto che non intende adempiere;
c) scadenza del termine in obbligazioni pecuniarie (portables). Parte della dottrina aggiunge 2 casi:
d) in caso di credito a favore di un sub fornitore e) in caso di credito da transazione commerciale.
All’intimazione per iscritto, è possibile che il debitore risponda con un’offerta non formale della
prestazione (1220 c.c.) esclude il debitore dagli effetti della mora, ma non lo libera!
Effetti della mora (1221 c.c.) perpetuatio obligationis: passaggio del rischio relativo alla
prestazione (non ti puoi liberare, diventa perpetua);
interruzione della prestazione: si interrompono i termini di
prescrizione;
1224 c.c.: obbligo di pagamento di interessi moratori in caso di o.
pecuniarie; forma di risarcimento automatico, predeterminato e
forfettario; al creditore che dimostri di aver subito un danno
maggiore spetta l’ulteriore risarcimento.
Sent. 21224/2019 = nel caso di ritardato adempimento di un’obbligazione di valuta (nella specie
pagamento dell’indennizzo dovuto per l’imposizione di una servitù coattiva di elettrodotto), il
maggior danno, di cui all’art.1224, comma 2 c.c., può ritenersi esistente in via presuntiva in tutti i
casi in cui, durante la mora, il saggio medio di rendimento netto dei titoli di Stato con scadenza
non superiore a 12 mesi sia stato superiore al saggio degli interessi legali.
ANATOCISMO (art.1283 c.c.) = divieto di produrre interessi sugli interessi, tranne in caso di
domanda giudiziale o convenzione successiva alla scadenza, per interessi dovuti da almeno 6 mesi.
Salvi usi contrari possibilità che le banche agissero in modo legittimo applicando un anatocismo
trimestrale – nel 1999 cambia l’opinione della Cassazione: gli usi dovevano essere normativi, ma
quelli che usavano le banche erano usi negoziali; in più, non potevano essere considerati usi
contra legem, non è contemplabile. Con un provvedimento del Governo, si decise che la
capitalizzazione trimestrale è consentita solo con vincolo di reciprocità (anatocismo bancario).
31/03/2022
Modi di estinzione diversi da adempimento:
Metodi satisfattori: compensazione e confusione.
Metodi non satisfattori: novazione, remissione e impossibilità sopravvenuta.
Limiti:
Si può realizzare solo per DIRITTI e AZIONI che abbiano contenuto PATRIMONIALE, NON di natura
strettamente personale (natura patrimoniale).
La giurisprudenza ha ritenuto ammissibile l’azione surrogatoria nel proporre la domanda di
riduzione delle disposizioni testamentarie, lesive della quota di legittima del creditore agente
(Cassazione 16623/19).
I creditori che agiscono come “sostituti processuali” devono citare in giudizio il debitore inerte,
(nozione più processuale).
Il risultato a cui si mira è la reintegra del patrimonio del debitore.
Tutti possono goderne secondo le regole generali dell’esecuzione.
Azione revocatoria (art. 2901 – 2904 c.c.)
Azione concessa per impugnare atti di disposizione che rechino pregiudizio alle ragioni del
creditore (no a revoca di adempimento di debito scaduto; si per la “datio in solutum”).
Il credito deve esistere.
Presuppone un’azione del debitore, che dispone di propri beni, per diminuirli e toglierli dal suo
patrimonio, per evitare che i creditori possano aggredirli e soddisfarsi (in relazione al 2740)
Scopo: impugnare questi atti di disposizione del proprio patrimonio che però tendono a
depauperare il patrimonio del debitore.
No azione revocatoria per gli adempimenti di debiti scaduti; se io eseguo adempimento dovuto di
un debito già scaduto, quello non ha certamente la funzione di creare un pregiudizio a coloro i
quali restano creditori di quel debitore, si può invece sottoporre a revocatoria la cosiddetta datio
in solutum (prestazione in luogo dell’adempimento 1197-1198).
Anche qui fondamentale la legittimazione attiva di un creditore, il credito deve esistere.
Presupposti per azione revocatoria:
oggettivo (eventus damni): depauperamento dannoso del patrimonio;
soggettivo: conoscenza del debitore del pregiudizio arrecato scientia damni – se il credito
già esiste); consilium fraudis – se l’atto è anteriore al sorgere del credito.
Effetti: rende inefficace l’atto dispositivo con cui il debitore ha disposto di una parte del
patrimonio; inefficacia relativa solo sul terzo sub-acquirente a titolo gratuito.
Gli aventi causa a titolo oneroso prevalgono se in buona fede e nel rispetto della regola della
trascrizione dell’atto (prima della domanda di revocazione).
Produce effetti solo nei confronti di chi agisce in revocatoria (≠ da surrogatoria).
Termine di prescrizione: 5 anni dalla data dell’atto.
Art. 2929 c.c. revocatoria abbreviata, o per saltum, per colpire l’utilizzo fraudolento di fondi
patrimoniali o di trust; il creditore che sia pregiudicato da un atto del debitore di costituzione di un
vincolo (indisponibilità o alienazione di beni immobili o mobili iscritti in pubblici registri) a titolo
gratuito dopo il sorgere del credito, può procedere, munito di titolo esecutivo, ad esecuzione
forzata, ancorché non abbia ancora ottenuto una sentenza dichiarativa di inefficacia, se trascrive il
pignoramento nel termine di 1 anno dalla data in cui l’atto è stato trascritto.
Misura a tutela degli istituti bancari (il termine è breve perché le banche possono monitorare il
patrimonio dei debitori); se il bene è stato trasferito ad un terzo il creditore promuove l’azione
esecutiva verso il terzo ed è preferito nella distribuzione del ricavato rispetto ai creditori personali
del terzo.
PRIVILEGI (art. )
È il diritto di prelazione previsto dalla legge in stretta relazione alla causa del credito; si devono
verificare i casi ricordati dal c.c. trovando un collegamento fra il creditore e il titolo del suo credito.
Le norme che indicano i casi sono norme eccezionali, che non possono essere suscettibili di
applicazione analogica, non sono replicabili.
La legge stabilisce anche l’ordine di preferenza fra i creditori privilegiati: il più importante è quello
relativo alle spese di giustizia (Stato), credito per retribuzioni dei lavoratori dipendenti.
Privilegi su beni mobili GENERALI: gravano sul patrimonio mobiliare del debitore – tutti i beni
mobili del debitore (spese funebri, alimenti);
SPECIALI: su alcuni beni mobili per la particolare connessione tra il bene
e il credito (credito del trasportatore sulle cose trasportate).
Il privilegio speciale non può esercitarsi in pregiudizio del creditore
pignoratizio; prevale il pegno sul privilegio.
Privilegi su beni immobili prevale sul creditore ipotecario; sono molto rari, non sono previste
forme di pubblicità, si hanno per tributi indiretti.
Privilegi convenzionali la convenzione (accordo) è condizione per il sorgere del privilegio che
concede la prelazione; se previste forme di pubblicità, è possibile che l’ordine sia determinato
dalla priorità temporale e non dalla causa.
7/04/2022
Principali classificazioni del contratto:
A titolo gratuito (senza corrispettivo) o a titolo oneroso (con corrispettivo)
Bilaterali o plurilaterali
Con scambio (a prestazioni corrispettive) o con comunione di scopo (associazione)
Commutativi (scambio alternativo) e aleatori (assicurazione)
Consensuali (manifestazione del consenso) e reali (consegna della cosa) – perfezionamento
Ad effetti reali (ha effetto con i consensi) e ad effetti obbligatori (ha effetto con l’esecuzione)
Ad esecuzione istantanea e di durata
Ad esecuzione immediata o differita
Ad effetti immediati e ad effetti differiti (x es. patto di riservato dominio)
Art. 1326 c.c. conclusione del contratto quando il contratto è concluso ha effetto di legge fra le
parti; se le due parti sono presenti non è difficile individuare il momento perfezionativo, ma è più
complesso se sono lontane – si individuano il proponente e l’accettante (oblato).
Il contratto è concluso quando il proponente riceve notizia dell’accettazione della controparte:
deve essere a) uguale alla proposta (altrimenti si invertono le parti), b) entro un termine stabilito,
c) nella forma richiesta dal proponente.
TEORIA DELLA COGNIZIONE: il contratto si considera concluso quando il proponente abbia effettiva
conoscenza dell’accettazione dell’oblato (si deduce dai contenuti degli art. 1326 e 1335
presunzione di conoscenza, conoscibilità – sta nella diligenza).
In altri ordinamenti: teoria della spedizione – non serve la conoscenza (common law), teoria della
ricezione – sufficiente arrivo al proponente (Germania).
12/04/2022
ACCORDI PREPARATORI E INTESE
Prima di concludere un contratto, si apre una fase di trattative che possono avere diverse fasi;
puntazioni o minute dove le parti traducono in un documento i punti essenziali dell’accordo
responsabilità precontrattuale;
Lettera d’intenti manifestazione di volontà i cui effetti non sono definitivamente vincolanti;
spesso riguardano anche il tema del proseguimento delle trattative. Può comunque contenere
vincoli contrattuali.
Opzione non esiste singolarmente, ma viene inserita in un contesto contrattuale più ampio; è
simile alla proposta irrevocabile, ma mentre quest’ultima è una dichiarazione unilaterale, l’opzione
è il risultato di un accordo. Spesso è a titolo oneroso, tenendo ferma una proposta a fronte
dell’accettazione dell’altra parte entro un termine (se non è fissato interviene il giudice).
Prelazione diritto riconosciuto in capo ai creditori privilegiati; diritto di essere preferiti ad altri a
parità di condizioni. Volontaria – nasce da una convenzione tra le parti, o Legale – riconosciuta
dalla legge (agraria sui coltivatori diretti). Il soggetto che intende alienare il bene ha l’obbligo di
comunicare al c. privilegiato le condizioni alle quali ritiene di vendere (denuntiatio) entro un
termine (se non rispettato, il soggetto sarà libero di alienare a chiunque). Non è una proposta! La
tutela cambia a seconda che sia legale – tutela reale con il diritto di riscatto per il prelazionario, è
opponibile ai terzi e si può chiedere il risarcimento; o volontaria – è obbligatoria, il prelazionario
non può riscattare il bene, ma può chiedere risarcimento.
Astrazione della causa contratti particolari per i quali appare irrilevante la presenza di una
causa (x es. cambiale); astrazione processuale quando si fa riferimento alla promessa di
pagamento e riconoscimento di debito (atti o fatti idonei a generare obbligazioni).
3. OGGETTO (art.1322 c.c.) il contenuto può essere libero, a meno che non sia illecito.
Insieme delle clausole contrattuali – alcuni lo riferiscono al diritto trasferito o alla prestazione.
L’oggetto deve essere:
possibile = possibilità materiale e giuridica;
lecito = causa lecita;
determinato o determinabile = identificato esattamente; se si tratta di prestazioni di genere, è
necessario identificare; in caso di beni futuri, l’oggetto sarà facilmente determinabile – si rinvia
ad elementi certi e determinati esterni al contatto (prezzo listino); non è determinabile se
l’accordo è fatto tra le parti è rinviato in futuro (nullo).
Arbitraggio (art. 1349 c.c.) il terzo (arbitratore) stabilisce l’oggetto a) con equo
apprezzamento B) mero arbitrio; l’inadempimento del terzo rende nullo il contratto.
14/04/2022
EFFETTI O ELEMENTI ACCIDENTALI DEL CONTRATTO
Elementi accidentali: Condizione, Termine e Modo.
CONDIZIONE DEL CONTRATTO.
Può essere volontaria o legale.
Art. 1353 c.c. “Le parti possono subordinare l’efficacia o la risoluzione del contratto o di un
singolo patto a un avvenimento futuro e incerto.”
E seguenti.
Riferimento alla condizione volontaria.
Volontaria: Evento futuro e incerto, si può manifestare sotto due forme come Condizione
sospensiva, contratto rimane sospeso sino al momento in cui non si verifica l’evento futuro
e incerto o come Condizione risolutiva, significa che all’avveramento della condizione gli
effetti del contratto che già si erano prodotti, vengono meno. Contratto condizionato con
condizione sospensiva non produce effetti, solo se si avvera la condizione li produce.
Legale: la legge prevede che al verificarsi di un certo evento si producano certi effetti. Gli
effetti del contratto del falsus procurator/ratifica.
È la legge che ti dice che la ratifica successiva consente di attribuire effetto ed efficacia ad
un negozio che non ne avrebbe.
Termine di adempimento e di scadenza Indica il momento entro il quale deve essere eseguita
una prestazione ed è disciplinato dagli artt. 1183 ss.
Talvolta termine di efficacia e termine di scadenza coincidono (nei contratti di durata ad
esecuzione continuata locazione).
Termine di efficacia Evento futuro e certo che incide sull’effetto del contratto, significa che
indichiamo il momento a partire dal quale, o fino al quale, si producono effetti del contratto o fino
al quale il contratto, l’atto giuridico produrrà i suoi effetti.
Termine di scadenza il momento entro il quale deve essere svolta la prestazione art. 1183 c.c.
ONERE O MODO
Istituito privo di una disciplina organica.
Si trova in materia di donazione (art. 793-94 c.c.) e testamento (art. 647-48 c.c.): può essere posto
solo a atti a titolo gratuito o alle liberalità.
È un peso/onere a carico di beneficiario di contratto a titolo gratuito.
Il modo limita in senso economico la portata del negozio.
CLAUSOLA PENALE
Art. 1382-1384 c.c.
Funzione: Forfettizzazione preventiva del danno, (limita il danno), si riflette nell’inadempimento
nel ritardo di una certa prestazione dedotta nel contratto (come nel danno delle obbligazioni
pecuniarie 1224), oltre che limita il danno.
Se una certa prestazione ben descritta e identificata non si verificherà oppure si verificherà in
ritardo, dovrà essere corrisposta la clausola penale. Che solitamente si riflette in una somma di
denaro quantificata in base ad esempio ai giorni di ritardo.
Clausola penale per ritardo è cumulabile alla prestazione.
Se invece la clausola penale è fissata per l’inadempimento vi è allora il divieto di cumulo, NON è
cumulabile.
Clausola penale non necessita la prova del danno.
Possibile risarcimento del danno ulteriore solo se espressamente pattuito: in tal caso prova
dell’effettivo danno.
Riduzione ad equità possibile anche d’ufficio, due casi, 1) manifestamente eccessiva, 2)
obbligazione parzialmente eseguita.
CAPARRA CONFIRMATORIA
Art. 1385 c.c.
Non è una clausola, bensì un contratto reale che si sostanzia nella consegna di una parte all’altra
di una somma di denaro: deve essere chiara la volontà di pattuire la caparra, altrimenti è
considerato acconto.
Clausola accessoria di natura reale (serve consegna), funge da deterrente all’inadempimento
(diversa da caparra penitenziale che è prezzo del recesso unilaterale).
Possibile per la parte non inadempiente di rinunciare alla caparra e chiedere adempimento
coattivo o risoluzione oltre al risarcimento del danno.
CAPARRA PENITENZIALE
Art. 1386 c.c.
In presenza di clausola contrattuale di recesso convenzionale funge da corrispettivo del recesso.
Mi pento e so che posso recedere dal contratto pagando una somma di denaro.
Corresponsione di una somma al momento della conclusione che si perde se chi recede è colui che
ha versato, oppure se recede chi ha ricevuto dovrà restituire il doppio.
Cessioni legali
Determinate dalla legge e non dalla volontà delle parti.
Trasferimento di posizioni contrattuali a seguito di una disposizione di legge (x es. contratto di
locazione: alla morte del conduttore è prevista la cessione ai coniugi o conviventi).
RAPPRESENTANZA
art. 1387-1400 c.c.
Un soggetto (rappresentante) pone in essere per un altro (rappresentato) un atto o un’attività
giuridica, che quest’ultimo non può o non vuole porre in essere personalmente.
Art. 1388 c.c. il contratto concluso dal rappresentante in nome e per conto del rappresentato,
nei limiti delle facoltà conferitegli, produce direttamente effetto nella sfera giuridica del
rappresentato.
Rappresentanza diretta: il rappresentante agisce in nome (contemplatio domini) e nell’interesse
del rappresentato (per conto altrui art. 1703 c.c.) nei limiti dei poteri conferitigli.
Il potere di rappresentanza è conferito o dalla legge (legale) o dal rappresentato (volontaria):
1. VOLONTARIA si attribuisce con la procura, un atto unilaterale recettizio verso il rappresentante;
può essere espressa o tacita, ma non ha effetto se non è conferita con le forme prescritte per il
contratto che il rappresentante deve concludere; può essere generale (poteri e durata più ampi) o
speciale (singolo atto/attività).
È possibile modificare o estinguere una procura, ma deve essere portata a conoscenza dei terzi
con mezzi idonei se previsto uno speciale regime di pubblicità ovvero un’analisi del contesto
oggettivo e soggettivo in cui la rappresentanza era esercitata;
se mancano, applicazione del principio di tutela dell’affidamento dei terzi;
ammessa la prova che il terzo fosse a conoscenza della revoca;
Revoca della procura: recettizia o no?
Non vi è univocità di vedute, ma l’orientamento maggioritario ritiene che non sia rilevante
il fatto che il rappresentato abbia comunicato ai terzi di aver revocato la procedura.
Cause di estinzione:
1. compimento dell’affare;
2. scadenza del termine o avveramento condizione risolutiva;
3. estinzione rapporti contrattuali;
4. morte rappresentato o rappresentante;
5. revoca da parte del rappresentante;
6. rinunzia del rappresentato.
Art. 1398 c.c. rappresentanza senza potere colui che ha contratto come rappresentante senza
averne i poteri o eccedendo i limiti delle facoltà conferitegli, è responsabile del danno che il terzo
contraente ha sofferto per aver confidato senza sua colpa nella validità del contratto.
2 casi falsus procurator: colui che non ha alcun potere di rappresentanza – il contratto non ha
Effetto;
colui che eccede rispetto ai poteri conferiti – danni al terzo contraente
trattandosi di responsabilità precontrattuale, quindi il terzo ha diritto al
risarcimento dell’interesse negativo.
Il contratto stipulato dal falsus procurator non è né nullo né annullabile, ma semplicemente
inefficace fino all’eventuale ratifica da parte del dominus.
Nel caso in cui il f.p. abbia usato il nome del legale rappresentate di un’azienda, la ratifica deve
provenire dall’organo rappresentativo della società.
Art. 1399 c.c. nell’ipotesi prevista dall’art. 1398, il contratto può essere ratificato
dall’interessato, con l’osservanza delle forme prescritte per la conclusione di esso.
Quando il rappresentato considera vantaggiosa la contrattazione del f.p. ratifica con atto
unilaterale, espresso o tacito, con effetto retroattivo e rilevabile d’ufficio quando la validità
costituisca un elemento della domanda esercitata dall’attore.
RAPPRESENTANTE APPARENTE: un soggetto agisce come rappresentante di un altro senza aver
alcun potere, ma il presunto rappresentato, con il proprio contegno, ingenera affidamento nei
terzi; il contratto stipulato dal rappresentante apparente è vincolante per il rappresentato.
La situazione di apparenza va provata sulla base della buona fede senza colpa.
Art.1394 c.c. conflitto di interessi il contratto concluso dal rappresentante in conflitto di
interessi con il rappresentato, può essere annullato su domanda del rappresentato se il conflitto
era conosciuto o riconoscibile dal terzo.
Il rappresentante antepone l’interesse a quello del rappresentato annullabile su istanza del
rappresentato se il conflitto era conosciuto o conoscibile dal terzo; deve sussistere al momento
della conclusione del contratto; non è necessario che vi sia profitto o vantaggio per il
rappresentante
Art. 1395 c.c. contratto con sé stesso è annullabile il contratto che il rappresentante conclude
con sé stesso, a meno che il rappresentato lo abbia autorizzato ovvero il contenuto si determinato
in modo da scaturire il conflitto di interessi; impugnabile solo dal rappresentato.
È considerata come un’ipotesi tipica del conflitto d’interessi; 2 casi:
conclusione del contratto in duplice veste di rappresentante e rappresentato;
un soggetto agisce da un lato come rappresentante di Tizio e come rappresentato di Caio;
L’annullamento è possibile tranne se vi sia autorizzazione ad hoc del rappresentato o se il
contenuto del contratto è predeterminato.
2. LEGALE il potere di rappresentanza è dato ai genitori tutore curatore diretta attribuzione al
rappresentato degli effetti del contratto.
ORGANICA quando un soggetto, per la funzione di un organo esterno di ente, è investito del
potere di dichiarare la volontà negoziale dell’ente medesimo.
INDIRETTA o INTERPOSIZIONE REALE soggetto che compie atti giuridici in nome proprio e per
conto altrui (ritrasferisce al rappresentato gli effetti); l’interposto reale è partecipe degli effetti
guiriidici del contratto che stipula; non è da confondere con il nuncius (portavoce) le volontà del
raptoto sono chiare a tutti gli elementi del contr sono stati predeterminati dal rappresentato e il
soggetto si limita a formulare la volontà altrui.
Art. 1401-1405 c.c. contratto per persona da nominare al momento della conclusione del
contratto, una parte può riservarsi la facoltà di nominare successivamente la persona che deve
acquisire i diritti e gli obblighi del contratto; 3gg di tempo.
Rappresentanza innominata: chi non intende figurare al momento della conclusione con
dichiarazione entro 3 gg e nomina accompagnata da accettazione del procurato; effetto dal
momento in cui è stato stipulato (effetto retroattivo). Effetti tra i contraenti originari;
Non è richiesto assenso dell’altro contraente perché deve aver preventivamente accettato la
clausola di riserva di nomina a “per sé o per persona da nominare”.
21/04/2022
SIMULAZIONE
art. 1414-1417 c.c.
Non c’è una vera a propria definizione, ma il C.c. si riferisce agli effetti il contratto simulato non
produce effetti tra le parti.
Ha luogo quando le parti manifestano una dichiarazione che non riflette la loro volontà.
Le parti del contratto sono due: simulato alienante e simulato acquirente.
ASSOLUTA dichiarano qualcosa che non vogliono
RELATIVA vogliono succeda qualcosa di diverso; talvolta può riguardare anche i soggetti
(interposizione fittizia), quindi per la validità necessitano il consenso dell’interposto (colui che
appare), dell’interponente (non appare) e del terzo.
Il contratto simulato, quello che appare e che contiene le dichiarazioni che le parti vogliono far
apparire
Il contratto dissimulato, che esiste solo in caso di simulazione relativa, le parti vogliono che si
concluda
La controdichiarazione, esiste in caso di simulazione assoluta ed è opportuna perché è la prova
che rivela che quel contratto non produce effetti perché le parti non vogliono.
A volte hanno finalità fraudolente a danni del fisco o di creditori, ma non necessariamente; ci
sono norme che regolano effetti fra le parti e norme che tutelano i terzi.
Effetti tra le parti:
Il c. simulato non produce effetti, ma il c. dissimulato produce effetti se il simulato ha i requisiti di
forma e sostanza richiesti dalla legge.
L’azione di accertamento di simulazione è imprescrittibile; l’azione per far valere i diritti che
derivano dal c. dissimulato ha una prescrizione decennale (termine ordinario).
Effetti rispetto ai terzi (art. 1415, 1c.): la simulazione non può essere opposta, né dai contraenti né
dagli aventi causa o dai creditori del s. alienante, ai terzi che in buona fede hanno acquistato diritti
dal titolare apparente. L’acquisto di terzi del bene di proprietà del titolare apparente è valido,
sono garantiti, purché siano in buona fede e abbiano acquistato prima di un’eventuale trascrizione
della domanda di simulazione. La trascrizione rende opponibile il simulato a chiunque.
titolarità apparente del simulato acquirente; in caso di abuso vendendo il bene, potrebbe
sorgere un conflitto tra il simulato alienante (reale proprietario) e il terzo; prevale il terzo in buona
fede -intesa come non conoscenza della simulazione;
Art. 1415 c.c., 2c: i terzi danneggiati, che abbiano avuto relazioni con l’alienante o con
l’acquirente, possono essere tutelati potendo agire in giudizio per ottenere l’accertamento
dell’inefficacia del c. simulato e far emergere il dissimulato.
Art. 1416 c.c., 1c rapporti con i creditori: la simulazione non può essere opposta dai contraenti ai
creditori del titolare apparente che in buona fede hanno compiuto atti di esecuzione
(pignoramento) sui beni che furono oggetto del contratto simulato; il s. alienante perde il bene; la
situazione di apparenza prevale sulla realtà per il principio di affidamento che assicura la
circolazione di ricchezza.
Art. 1416 c.c., 2c: i creditori del s. alienante possono far valere la simulazione che pregiudica i loro
diritti e, nel conflitto con i creditori chirografari del s. acquirente, sono preferiti a questi, solo se il
loro credito è anteriore all’atto simulato; i creditori del s. alienante sono in potenziale conflitto
con quelli del s. acquirente, quindi hanno interesse a far emergere la simulazione (al contrario dei
creditori del titolare apparente); in caso di conflitto sono preferiti quelli del s. alienante.
Art. 1417 c.c. prova della simulazione: il legislatore da la possibilità di provarla con qualsiasi mezzo
se a proporre la domanda sono i creditori/terzi o se sia diretta a far valere l’illiceità del c.
dissimulato (sia per testi che per presunzioni); se invece la prova è richiesta da una delle parti, la
prova per testimoni è esclusa e si chiede la prova scritta (controdichiarazione). È vietata la prova
per testi se richiesta dalle parti (possibile in 3 casi: principio di prova per iscritto, impossibilità
morale o materiale a procurare la prova scritta, perdita incolpevole del documento).
VIOLENZA (art. 1434-1438 c.c.): violenza morale, non fisica (nullità); minaccia di un male ingiusto
e notevole al patrimonio, all’onore, alla famiglia; deve essere tale da impressionare una persona
accorta – si valuta la minaccia rispetto alla condizione e al contesto sociale della persona.
Non necessita la conoscenza da parte di chi ne ha tratto vantaggio.
≠ timore reverenziale che giuridicamente non rileva, in quanto non vi è un comportamento
intimidatorio, ma solo debolezza psicologica.
Annullabilità del contratto.
DOLO contrattuale: artifici o raggiri posti in essere da un soggetto, ai danni della controparte, per
carpirne il consenso; può essere omissivo quindi rappresentato da un tacere intenzionale di
determinate clausole; comportamento idoneo a trarre in inganno una persona accorta.
3 tipi: dolo determinante: se lo avesse saputo, la controparte non avrebbe concluso il contratto–
annullamento.
dolo incidente: anche se avrei preferito diverse condizioni, avrei concluso comunque il
contratto – risarcimento del danno.
dolo del terzo: purché fossero noti a quello dei due contraenti che ne ha tratto vantaggio –
annullabile.
INVALIDITÀ DEL CONTRATTO
2 forme: nullità o annullabilità.
NULLITÀ: contrario a norme imperative, salvo casi in cui la legge prevede diversamente. Il
contratto nullo non produce nessun effetto, ha invalidità originaria (ab origine).
ANNULLABILITÀ: ha carattere speciale perché esiste solo in certi casi; il contratto annullabile
produce effetti, ma sono instabili/precari perché possono essere rimossi quando una delle parti
dimostri l’esistenza di una causa di nullità (x es. falsus procurator).
Annullabilità consegue a inosservanza di regole poste a tutela di un soggetto, mentre la nullità
consegue a violazione…
INVALIDITÀ difetti originari degli atti di autonomia che li rendono inidonei a produrre effetti
giuridici; ≠ da irregolarità, manifesta un negozio giuridico colpito da leggere anomalie (omessa
pubblicità legale per s.n.c.); ≠ inesistenza del negozio giuridico più dogmatica, contemplata
dalla dottrina, sono poche ipotesi in cui al negozio manca la sostanza per ritenerlo tale (finzione
scenica) difetta di una volontà seria e riconoscibile delle parti e non produce effetti;
INEFFICACIA più ampia dell’invalidità; il negozio è valido ma non è idoneo a produrre effetti
tipici (c. simulato); assoluta – non produce effetti, o relativa – in termini di inopponibilità ai terzi.
Può essere originaria o successiva (contratto condizionato).
27/04/2022
NULLITÀ = totale e originaria invalidità – esiste sin dall’origine del contratto;
Non è inesistente, solo non produce effetti giuridici sin dall’inizio, relativi al tipo cui appartiene,
ma può produrre effetti di ordine non negoziale.
Art. 1418:
Comma 1 cause di nullità è nullo quando è contrario a norme imperative (quando contiene un
comando o divieto assoluto posto a tutela di un interesse collettivo e non derogabile dalle parti),
salvo che la legge disponga diversamente;
Comma 2 nullità strutturali fanno riferimento alla struttura del contratto: mancanza requisiti ex
1325, illiceità di causa ex 1343, oggetto privo di requisiti ex 1346, motivi comuni illeciti ex 1345.
Comma 3 nullità testuali è nullo negli altri casi previsti dalla legge; non esiste un elenco chiuso
di cause (x es art.458 c.c. – divieto dei patti successori, e altre leggi speciali).
Azione di nullità :
La legittimazione attiva a chiunque abbia interesse a sollevarla, è rilevabile d’ufficio.
È imprescrittibile, salvi effetti dell’usucapione e della prescrizione dell’azione di ripetizione;
l’usucapione è il possesso qualificato ininterrotto non violento esercitato da un soggetto su un |
bene immobile| come se ne fosse il proprietario (per almeno 20 anni); in quel caso, non si può
esercitare l’azione di nullità perché l’acquirente ne è diventato il proprietario.
È insanabile, non si può convalidare (≠ da annullabile).
La sentenza è di mero accertamento con effetto dichiarativo e retroattivo.
CONVERSIONE art. 1424 c.c. = può produrre gli effetti di un contratto diverso purché ne abbia i
requisiti di forma e di sostanza, con riguardo allo scopo perseguito dalle parti; si deve riconoscere
che le parti lo avrebbero voluto se avessero conosciuto la nullità.
Si verifica una modificazione della causa del contratto originale.
Limiti da giurisprudenza: se la nullità era nota o deriva da illiceità, la conversione non si può fare.
Deve essere proposta da uno dei contraenti; la ratio si ritrova nel principio di conservazione.
Art. 1419 c.c. nullità parziale la nullità colpisce una o più clausole contenute nel contratto; può
anche determinare la nullità dell’intero contratto se risulta che le parti, senza quelle clausole, non
lo avrebbero concluso.
Si deve verificare l’essenzialità della causa attraverso la volontà delle parti – applicazione più
ampia del principio di conservazione del contratto.
Comma 2 se la legge prevede una sostituzione delle clausole nulle con norme imperative non vi
è nullità del contratto (prezzi di listino, pubblicazioni sulla Gazzetta).
Codice del consumo nullità di protezione opera a vantaggio del consumatore; può essere
rilevata d’ufficio; è la conseguenza della disparità fra produttore e consumatore.
La legittimazione attiva è del consumatore. La funzione è quella di correggere parzialmente il
contratto, limitatamente alle parti che pregiudicano il contraente che in via esclusiva può farle
valere.
Promesse unilaterali
1987-1991
Sono atti unilaterali, provenienti da un soggetto che la legge dichiara e indica come atti idonei a
far sorgere degli effetti obbligatori su chi li realizza.
Promesse unilaterali seguono principio di stretta tipicità, solo gli atti che la legge esplicita come
idonei a produrre effetti obbligatori, NON abbiamo promesse unilaterali atipiche.
Art. 1988 promessa di pagamento e ricognizione di debito “La promessa di pagamento o la
ricognizione di un debito dispensa colui a favore del quale è fatta dall’onere di provare il rapporto
fondamentale. L’esistenza di questo si presume fino a prova contraria.”
Regolamenta promesse di pagamento e ricognizioni di debito, dichiarazione unilaterale astratta o
titolata.
Ci da il senso di quale effetto producono sia la promessa di pagamento che la ricognizione di
debito.
Rilevanza SOLO dal punto di vista processuale, non sostanziale, vi è l’inversione dell’onere della
prova: nel momento in cui soggetto riconosce di avere debito nei confronti dell’altra viene
riconosciuto vantaggio.
Inversione dell’onere della prova.
Sarà il soggetto che unilateralmente ha riconosciuto a dimostrare che tale riconoscimento, tale
promessa è stata con modalità viziate e quindi non deve produrre effetti.
Art. 1989 promessa al pubblico fa si che sorga nel momento in cui soggetto promette a massa
indistinta di persone, sorge un vero e proprio vincolo obbligatorio dal momento in cui la promessa
è resa nota verso vs. creditore indeterminato. È vincolante e può essere revocata solo per giusta
causa ed in forma eguale o equivalente, “è vincolato dalla promessa non appena questa è resa
pubblica.”
Parlando di pubblico il creditore può essere indeterminato, non si conosce l’identità perché massa
indistinta di persone.
La promessa vale per un certo periodo di tempo, un massimo di un anno.
Art. 2036 indebito soggettivo “Chi ha pagato un debito altrui, credendosi debitore in base ad
un errore scusabile, può ripetere ciò che ha pagato, sempre che il creditore non si sia privato in
buona fede del titolo o delle garanzie del credito. Chi ha ricevuto l’indebito è anche tenuto a
restituire i frutti e gli interessi dal giorno del pagamento, se era in malafede, o dal giorno della
domanda se era in buona fede. Quando la ripetizione non è ammessa colui che ha pagato subentra
nei diritti del creditore.”
Il debito esiste, ma non è di colui che lo ha pagato, non in capo a quel soggetto, soggetto che ha
pagato per un errore scusabile un debito altrui.
Il soggetto che lo riceve può essere in buona fede, e quindi deve restituire i frutti e gli interessi dal
giorno della domanda; se il soggetto era in mala fede, deve restituire i frutti e gli interessi dal
giorno del pagamento.
Se esiste errore scusabile può ripetere dall’errore che ha ricevuto, altrimenti bisogna rivolgersi al
vero debitore, prevale in caso tutela affidamento del creditore.
Quando la ripetizione non è ammessa allora colui che ha eseguito la prestazione subentrerà nei
diritti del creditore.
Adempimento senza giusta causa (art. 2041-2042)
Art. 2041 azione generale di arricchimento “Chi, senza giusta causa si è arricchito a danno di
un’altra persona è tenuto, nei limiti dell’arricchimento, a indennizzare quest’ultima della
correlativa diminuzione patrimoniale. Qualora l’arricchimento abbia per oggetto una cosa
determinata, colui che l’ha ricevuta è tenuto a restituirla in natura, se sussiste al tempo della
domanda.”
Da uno stesso identico fatto devono derivare sia l’arricchimento di un soggetto e l’impoverimento
dell’altro, unico fatto produttivo sia dell’arricchimento che dell’impoverimento.
Si può fare riferimento sia ad un vero e proprio incremento patrimoniale, ma anche un risparmio
di spesa. Senza titolo, senza causa, senza una giustificazione, senza un rapporto giuridico
sottostante che provochi il tutto.
Si fa riferimento all’indennizzo, mai formula piena come risarcimento del danno, formula che
individua una somma minore rispetto al risarcimento del danno (danno emergente, lucro
cessante.) Indennizzo trova limite nell’arricchimento o impoverimento ottenuto cioè consiste nella
minor somma fra il pregiudizio e l’arricchimento.
Azione sussidiaria: si può agire con l’azione allorquando non esistano altre azioni giuridiche utili
per ottenere la tutela del proprio diritto, cioè quando il danneggiato non ha altre azioni utili per
tutelare il proprio diritto.
Diritto di regresso
Diritto del venditore per quanto è stato obbligato a corrispondere al consumatore/fornitore; può
pretendere ciò che è stato costretto a dare come garanzia.
Si prescrive in 1 anno.
È un diritto disponibile, quindi oggetto di rinuncia.
Non è ammessa l’azione diretta del consumatore/fornitore; è possibile agire in rivalsa verso gli
intermediari e il produttore per un difetto a loro impugnabile.
Limitato nel quantum a quanto prestato dal venditore; è escluso eventuale maggior danno subito
dal venditore.
È una responsabilità contrattuale; onere probatorio secondo regime ordinario; per il creditore è
sufficiente allegare il difetto e la garanzia che ha dovuto prestare e il debitore dovrà provare
l’estraneità del proprio comportamento.
RESPONSABILITÀ CIVILE
(r. extracontrattuale)
Complesso di fatti illeciti in presenza dei quali nasce l’obbligazione di risarcire il danno, a carico di
chi ha provocato un danno ingiusto al terzo.
Fatto illecito fonte di obbligazione risarcitoria.
Non qualsiasi danno! Solo il danno ingiusto è risarcibile.
Inizialmente gli venne attribuita una funzione sanzionatoria contro un comportamento anomalo
dell’agente danneggiante che nell’agire violava il principio del neminem laedere.
Questa funzione è andata scemando per acquisire funzioni ripristinatorie del patrimonio
danneggiato, anche se di recente si è assistito a una tendenza al recupero della prima.
Meccanismo per misurare il danno nell’ottica per cui il danneggiato non può arricchirsi, quindi la
valutazione deve effettuarsi anche guardando il lato positivo che ne è derivato (x es. muore marito
e la moglie prende la pensione; se non fosse morto, non si sarebbe corrisposta la pensione).
Dipende se il risarcimento deriva dalla stessa fonte oppure no (x es. marito investito; risarcimento
dal guidatore e pensione dallo Stato).
Le SS.UU della Cass. criterio di funzionalità del beneficio collaterale attesta l’esistenza del
principio della “compensatio lucricum danno”, tracciandone i confini: se la funzione è risarcitoria,
le poste non sono cumulabili, ma se ha funzione diversa allora le due poste sono cumulabili.
Rimane il criterio dell’antigiuridicità, non necessariamente della condotta, ma almeno del risultato.
La colpa rimane il criterio essenziale.
Non avvantaggia il danneggiante perché esiste l’azione di regresso/surroga.
Art. 2043 risarcimento per fatto illecito la responsabilità nasce da un evento dannoso; è una
condotta atipica (non esiste descrizione – qualunque fatto può generare un danno ingiusto).
Elementi necessari:
non qualsiasi danno, ma il danno ingiusto che colpisce situazioni ritenute meritevoli di tutela
dall’ordinamento (diritti soggettivi/reali/assoluti);
nesso di causalità;
evento imputabile al terzo.
Imputabilità:
È rilevante l’elemento soggettivo: comportamento realizzato con dolo o con colpa (criteri di
imputazione).
È necessario essere capaci di intendere e di volere: concreta idoneità ad avvalersi delle facoltà
mentali per valutare l’atto e avere autodeterminazione nella decisione; se manca di proposito, il
soggetto resta ugualmente imputabile.
L’obbligazione risarcitoria può cadere anche sull’incapace (minore), che al contrario non può
essere responsabile contrattualmente. Perché? Distinta funzione soggettiva: nella r. civile
l’obiettivo è tutelare il danneggiato; nella r. contrattuale si tutela il contraente.
Se manca la capacità di intendere e di volere o il soggetto è un minore, si deve indagare sulla
responsabilità del soggetto che doveva sorvegliare l’incapace/minore.
5/05/2022
Criteri di imputazione: COLPA e DOLO
COLPA evento lesivo non voluto anche se previsto, caratterizzato da un atteggiamento di
negligenza imprudenza, imperizia (attività professionali) o inosservanza di leggi/regolamenti.
Più diffuso perché dimostrare la volontà di arrecare un danno a un terzo è difficile.
Spesso quando si parla di pregiudizio colposo si dice negligenza.
Rileva in termini di valutazione del comportamento tenuto dal soggetto in riferimento ad un
modello – modello di comparazione è la diligenza media (art. 1176 c.c. residuale o prevalente).
È sempre possibile promuovere una domanda di risarcimento danno, sia come responsabilità
contrattuale che extracontrattuale; a volte nella pratica si fa perché ci sono oneri probatori diversi
a seconda del tipo di responsabilità (+ contrattuale).
In genere è commissiva (comportamento attivo); quando è omissiva deve esserci una norma che
imponeva al soggetto di attivarsi (omissione di soccorso).
La valutazione deve avvenire in base a parametri oggettivi; esclude graduazioni della colpa anche
se esistono ipotesi di “colpa grave” (x es. art. 2236 c.c.).
La prova è a carico del danneggiato.
DOLO intenzionalità, coscienza di porre in essere un evento lesivo; rileva il dato psicologico.
Non basta la semplice previsione dell’evento, ma serve la consapevole assunzione dello stesso
quale esito dell’azione; necessita animus nocendi, spesso difficile da dimostrare.
Più rara la responsabilità civile con dolo.
D. Fatto dannoso da chi vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di
un danno grave alla persona, e il pericolo non è stato da lui volontariamente causato né era
altrimenti evitabile, al danneggiato è dovuta un’indennità valutata secondo l’equo
apprezzamento del giudice.
Se il pericolo dipende dal fatto colposo o doloso del terzo: indennità dovuta dal danneggiante e
risarcimento (differenziale) a carico del terzo; il danneggiante può proporre un’azione di rivalsa sul
terzo (x es. infortunio sul lavoro – assicurazione per funzionalità della copertura del rischio
professionale) (danno differenziale = differenza tra indennità e il risarcimento del danno liquidato;
l’indennità è più bassa di solito; stesso danno valutato in modo diverso; danni complementari =
non compresi dall’assicurazione).
Nesso di causalità
Legame fra l’evento dannoso e le circostanze che rilevano quali possibili criteri di imputazione; il
danno deve risultare cagionato dal fatto illecito – colposo o doloso – o da circostanze rilevanti per
legge – responsabilità oggettiva.
Individuare il legame che si manifesta in 2 momenti diversi:
1. accertamento del danno-evento: rileva ai fini dell’attribuzione di responsabilità di un
soggetto e permette di individuare la completa sequenza degli eventi;
2. accertamento del danno-conseguenza: si quantifica il danno, si determina il contenuto
dell’obbligazione risarcitoria (quantum).
Problema sotto 2 profili perché 2 sono i significati di danno (art. 2043 c.c. danno ingiusto – lesione
ingiusta cagionata ad altri; danno risarcibile – perdita che va rimossa). Come risolverlo?
| È necessaria la verifica del legame fra fatto ed evento dannoso ed eventi pregressi, rilevanti
attraverso l’applicazione combinata della teoria della “condicio sine qua non” e della causalità
adeguata (causalità materiale: evento/danno).
| Successiva individuazione delle conseguenze dannose (causalità giuridica: danno/conseguenze);
solo questo aspetto ha delle norme di riferimento, mentre la prima parte no.
Solo il problema della quantificazione è risolto dal ex art. 2056 c.c. che è norma di rinvio ai criteri
relativi alla determinazione del danno contrattuale (art. 1223, 1226, 1227 c.c.).
L’accertamento del nesso, legame materiale fra due eventi, è frutto della dottrina e della
giurisprudenza: criterio della causalità adeguata la condotta-evento deve essere una
condizione sufficiente/adeguata al prodursi di una conseguenza; se non la genera
immediatamente, deve provocare una condizione a cui è collegato il danno.
Valutato secondo un rapporto di sequenza costante sulla base dell’esperienza comune, intesa
come ciò che normalmente accade – se interviene un evento straordinario, il nesso di causalità si
interrompe e gli eventuali ulteriori danni non sono più ascrivibili al primo responsabile.
Comparazione con un modello di esperienza: nell’ambito della r.c. si segue la regola del “più
probabile che non”, cioè la preponderanza dell’evidenza (≠ r.p. “oltre ogni ragionevole dubbio”).
In caso di concause, quando ci sono più cause che avrebbero potuto essere l’origine di quel danno,
il principio dell’equivalenza va temperato dal criterio di causalità adeguata.
Ciò che rileva è che l’evento sia prevedibile in base alle regole statistiche e sceintifiche; dalla
prevedibilità discende un giudizio di non improbabilità dell’evento; se è prevedibile non può
essere improbabile.
Ciò che muta sostanzialmente tra il processo penale e civile è la regola probatoria.
Art. 2055 c.c. possibile responsabilità solidale se il fatto dannoso è imputabile a più di un
soggetto, tutti sono obbligate in solido al risarcimento del danno. Colui che ha risarcito il danno ha
regresso contro ciascuno degli altri, nella misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa e
dall’entità delle conseguenze derivate; nel dubbio, le singole colpe si presumono uguali; non
rilevano i diversi criteri di imputazione.
Ai fini dell’applicazione del 2055, è sufficiente la consumazione di un unico fatto dannoso alla cui
produzione abbiano concorso con efficacia causale più condotte; l’unicità non va intesa come
identità delle azioni o delle norme violate.
RESPONSABILITÀ OGGETTIVA
Art. 2047-2054 c.c.
Casi in cui la legge rende irrilevante la colpa.
Il costo del danno è a carico di un soggetto che non necessariamente è autore della condotta
colpevole, ma è:
esposto al rischio;
il più idoneo, secondo l’ordinamento, a sopportare il costo del danno;
colui che aveva la possibilità di valutazione attraverso l’analisi costi/benefici.
Regimi speciali di responsabilità:
Responsabilità genitori – tutori – precettori (2048); no responsabilità oggettiva
Responsabilità padroni e committenti (2049)
Responsabilità per l’esercizio di attività pericolose (2050)
Danni cagionati da cose in custodia o animali (2051-2051)
Rovina di edifici (2053)
Circolazione di veicoli (2054)
Responsabilità da prodotto difettoso (L.224/88)
Art. 2049 c.c. evoluzione è l’esempio più forte di r. oggettiva; necessaria l’esistenza di un
rapporto subordinato – criterio di imputazione fondato sul rischio d’impresa.
Nel tempo la norma si è espansa: è sufficiente la presenza di un’organizzazione e si imputa al
soggetto organizzatore purché l’autore dell’atto illecito fosse a) legato da un rapporto di
preposizione b) il danno si verifichi durante l’esercizio delle incombenze; no prova liberatoria.
Cass. 10/08/2016 n.16887
Art. 2050 c.c. l’attività che rivela notevole potenzialità di danno muta con l’avanzare della
tecnica e scienza; si tratta di r. oggettiva perché il criterio di imputazione è diverso dalla colpa.
Prova liberatoria consiste nel dimostrare di aver organizzato l’attività al meglio secondo le
conoscenze del tempo.
Art. 2051-2052 c.c. la prova liberatoria è il caso fortuito, un evento esterno che interrompe il
nesso causale. La cosa/animale deve aver avuto ruolo attivo e non semplice occasione, ma non
deve essere pericolosa/o.
La responsabilità cade su chi ha la custodia della cosa (effettiva disponibilità giuridica e di fatto).
È responsabile il proprietario o chi si serve dell’animale; se sottoposto al controllo può anche
essere sfuggito alla custodia: si è responsabili anche se l’animale è smarrito o scappato (non se
selvatico).
Art. 2054 c.c. veicoli senza rotaie – circolazione di autoveicoli, motocicli, biciclette; comprende
soste, fermate e parcheggi; Responsabile il conducente, salvo che provi di aver fatto tutto il
possibile per evitare il danno; non basta la diligenza e l’osservanza del codice stradale.
Nello scontro tra veicoli si ha la presunzione di uguale concorso di colpa; prova liberatoria aver
fatto il possibile per evitare il danno.
R. oggettiva del proprietario o usufruttuario o acquirente con riservato dominio in solido con
conducente: prova liberatoria è la circolazione/loro volontà.
Se vizio di manutenzione o costruzione, anche se sconosciuto, il proprietario risponderà e anche il
conducente fino a prova contraria.
L. 224/88 e d.leg 206/2005 nel cod.cons. vale per ogni consumatore, in capo al produttore solo
per beni mobili e per problemi legati alla sicurezza del bene; l’onere a carico del consumatore è
dimostrazione che il danno è derivato dall’utilizzo del bene. Prova liberatoria escludere nesso di
causalità o rischi da sviluppo (le conoscenze tecniche /scientifiche del momento della messa in
circolazione).
Responsabilità per fatto illecito altrui prova liberatoria: non aver potuto impedire il fatto.
Ex art. 2047 incapace di intendere e di volere; il responsabile è il sorvegliante e gli si richiede un
dovere di vigilanza adeguato all’età, all’irrequietezza, alla situazione/contesto.
Ex art. 2048 minore, incapace legale, ma capace di intendere e di dovere e quindi imputabile;
responsabile risponde in solido del danno provocato al terzo; culpa in vigilando (insegnanti) o
culpa in educando (genitori); presunzione di colpa a carico dei genitori e dei maestri; prove
liberatorie difficili “non aver potuto impedire il danno”. No responsabilità oggettiva.
Cass. SS.UU. 27/06/2002 n.9346
La presunzione di responsabilità posta dall’art. 2048 c.c. 2c, a carico dei precettori trova
applicazione limitatamente al danno cagionato ad un terzo dal fatto illecito dell’allievo; essa
pertanto non è invocabile al fine di ottenere il risarcimento del danno che l’allievo abbia con la sua
condotta cagionato a sé stesso se un bambino sale sul banco e cade, si può applicare una forma
di r. contrattuale perché iscrivendo il bambino a scuola, si obbligano gli insegnanti a vigilare.
Il rapporto fra precettore e allievo si instaura per contatto sociale quindi un rapporto giuridico
dove l’insegnante assume anche l’obbligo di protezione e vigilanza sul minore; il legittimato
passivo è sempre e solo il Ministero della Pubblica Istruzione; applicabile regime probatorio del
1218.
2047-2048: responsabilità per fatto illecito altrui con prova liberatoria (non aver potuto impedire il
danno); colpa presunta in vigilando e in educando.
2049-2054: responsabilità oggettiva; criterio d’imputazione prescinde dalla colpa; non basta
mostrare la diligenza media, serve dimostrare di non aver potuto evitare il danno o il caso fortuito.
DANNO PATRIMONIALE è più semplice individuarlo perché il 2056 rinvia ai criteri che fungono
da linee guida per l’interprete per quantificare il danno (art. 1223 danno emergente e lucro
cessante, 1226 valutazione equitativa del giudice, 1227 concorso del fatto colposo del
danneggiato). Si riflette in un’immeditata valutazione economica. È danno atipico.
DANNO NON-PATRIMONIALE (art. 2059 c.c.) risarcito solo nei casi determinati dalla legge
(quelli in cui il comportamento sia rilevabile penalmente); danno tipico.
Si ricava in negativo, quindi è non-patrimoniale ciò che non è definibile danno patrimoniale.
Non è direttamente economicamente valutabile, quindi si fa riferimento a lesioni di valori inerenti
alla persona.
Nel tempo l’art. 2059 è stato sottoposto più volte all’esame della Corte Costituzionale, dandone
diverse letture Inizialmente era ritenuto non-patrimoniale solo il danno morale. Nel 2003 in
seguito a diverse contestazioni, si arriva alle sentenze gemelle: si ridefiniscono presupposti e
contenuti; si va oltre la lettura testuale e si ritengono rilevanti, oltre ai danni morali, anche i casi in
cui il fatto illecito abbia leso un valore o di rilievo costituzionale non suscettibile di valutazione
economica.
Il danno non-patrimoniale era distinto in 3 categorie: danno morale subiettivo, danno biologico,
danno esistenziale (valore a-reddituale) nel 2008 il danno n.p. è riconosciuto categoria
generale non suddivisibile in sottocategorie variamente etichettate; vengono comunque
riconosciuti i vari danni, ma non come categorie definite perché in quel modo il danno non-p.
diventava atipico.
La nuova lettura consente la riparazione dei danni non-patrimoniali nei casi determinati dalla
legge, nel presupposto della sussistenza di tutti gli elementi costitutivi della struttura dell’illecito
civile, ricavabili nell’art. 2043 c.c. (condotta, nesso-causalità, danno ingiusto…).
Danno biologico lesione medicalmente accertabile del diritto alla salute (art. 32 Cost.).
Riconosciuto per la prima volta nell’86.
Principale problema: liquidazione, che non può violare il principio di uniformità pecuniaria del
risarcimento del danno alla persona (2012).
In assenza di criteri stabiliti dalla legge, è necessario procedere alla valutazione equitativa; il
giudice doveva valutare adeguatamente le circostanze e applicare l’uniformità di giudizio i
tribunali che non avevano proprie tabelle, richiamavano quelle milanesi, quindi si imposero su
tutto il territorio; è possibile dissociarsi – Roma.
In concreto il danno viene liquidato in riferimento all’invalidità temporanea che consiste nei giorni
necessari per la guarigione e per il ritorno alla normale attività e all’invalidità permanente che
viene liquidata uguale per ogni cittadino rispetto al grado di invalidità.
Diventa risarcibile anche il danno n.p. dei congiunti danno biologico iure proprio; iure
hereditatis; se morte rapida e istantanea non viene riconosciuto (ultimi tempi danno catastrofale).