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Diritto privato:

Giurista/legale, giudice che in un processo applica la legge ed è tenuto a giudicare su una controversia con quell’atto che
si chiama sentenza, o più semplicemente è quella persona che studia il diritto. Se si associa la parola legge a quella di
diritto, si pensa a un documento farcito di articoli molto complessi e suddiviso in paragrafi (commi). Questo può avere
diverse accezioni, ad es. i cittadini hanno il diritto di voto/il lavoratore ha il diritto ad essere retribuito (diritto
costituzionale), i giovani hanno riconosciuto il diritto allo studio, i poteri dello stato pongono le regole di diritto, il diritto
stabilisce che un contratto debba essere rispettato. Questi esempi sono diversi l’uno dall’altro perché c’è l’elemento
oggettivo: cioè positivo  positum = posto, cioè si parla dello stato che produce norme giuridiche che servono a
disciplinare una determinata compagine sociale. Norme poste in essere dagli organi dello Stato.
Quando si parla di proprietario che ha diritto ecc., o i cittadini che hanno diritto ecc., si parla di diritto soggettivo cioè la
pretesa di cui i cittadini si avvalgono perché sono titolari naturali di quei diritti: diritto di nome, di proprietà, di credito,
alla privacy, ecc.
Ordinamento giuridico è quel complesso di norme e istituzioni che un apparato statale predispone per regolare i
rapporti di un determinato gruppo sociale, ogni gruppo quindi è governato da un apparato che pone delle regole.
Inoltre, si distingue il diritto pubblico dal diritto privato: l’ambito del pubblico è tutto ciò che attiene all’organizzazione
del funzionamento di uno stato e tutti i rapporti che questo intrattiene con i cittadini: es:
diritto costituzionale (divisione poteri, come funzionano i poteri statali, figura del PdR, enti locali),
diritto amministrativo (tutto ciò che concerne il funzionamento della pubblica amm., rapporto tra p. amm. e cittadini),
diritto penale (disciplina tutti i reati e li sanziona con le pene) e qui rientrano i diritti processuali cioè quelle branche di
ordinamento che disciplinano il funzionamento di un processo: civile/penale/amministrativo,
diritto privato (le parti coinvolte si trovano in parità di posizione e non di imperio dello Stato sul cittadino - rapporti
posti in una posizione di reciproca parità) qui si aprono altre branche: diritto civile, diritto famiglia, diritto delle
successioni, cioè quel diritto che si occupa dei rapporti interpersonali in ambito famigliare che soggetti al di fuori (es:
contratto con estraneo), diritto commerciale (disciplina l’attività esercitata dall’imprenditore, cioè economica e
professionale, e si studia le varie società SRL – SPA – COOP – SNC, ecc.) inoltre, sempre nel settore privato rientrano i
diritti dei trasporti = navigazione, trasporto marittimo/aereo, ecc.

Norma viene distinta dalla regola poiché la prima ha caratteri specifici per cui viene distinta:
generalità  la norma giuridica non è indirizzata a determinata a specifici soggetti ma, a tutta la collettività o solo in
alcuni casi vi sono norme indirizzate a categorie: lavoratori, consumatori, ecc. Ha quindi, una destinazione generale.
astrattezza  la norma non va a disciplinare fattispecie concrete ma, situazioni tipo, cioè ipotetiche, es: nel codice civile
(cc) non si trova una dicitura del tipo: tizio deve pagare una somma tot a caio, tuttavia si trova come norma generale
quella per cui un debitore deve eseguire esattamente la prestazione per la quale si è impegnato.
[Il legislatore non può andare a normare tutte le vicende quotidiane, per questo esiste un sistema di interpretazione
chiamato analogia che permette al giudice di applicare tale criterio in via analogica: caso analogo si trasporre quella
disciplina. Es: un tizio porta auto in officina per ripararla, nei giorni in cui rimane lì l’auto viene danneggiata, così il
giudice può applicare il contratto di deposito (grazie al criterio analogico), cioè quando si lascia un bene ad una persona
che diventa depositario, tale persona ha un obbligo di custodia del bene lasciato in deposito; siccome ci sono delle
similitudini allora può applicare tale norma  diligenza del buon padre di famiglia].
obbligatorietà  si concretizza in una sanzione nel caso di inosservanza della norma, la sanzione può essere diretta o
indiretta.
Diretta nell’esempio in cui tra due case, un vicino costruisce un muro e va a ricadere nel terreno dell’altro, qui la norma
prevede che chi ha costruito deve prevedere alla completa costruzione o distruzione del muro a spese proprie.
Indiretta nell’esempio in cui si commissiona un’opera d’arte ad un artista una scultura tramite contratto d’opera, questi
non segue la prestazione, allora la sanzione è il risarcimento del danno perché non ha adempiuto agli obblighi
contrattuali.
Questo di cui abbiamo appena parlato sono le preleggi/disposizioni preliminari del codice civile, una parte che riguarda
le norme giuridiche in generale e di qualsiasi settore si tratti.
L’efficacia della norma nel tempo è il metro attraverso cui si va a vedere quando è che la norma entra in vigore: tutti gli
atti normativi vengono pubblicati nella gazzetta ufficiale e entrano in vigore 15 gg dopo la pubblicazione a meno che per
casi particolari non venga esplicitato un altro termine di vacatio legis. Dal momento in cui la norma entra in vigore
diventa obbligatoria.
Per quanto riguarda la fine degli effetti della norma si va per abrogazione = perdita di efficacia di una norma; questo può
essere di due tipi:
espressa  quando il legislatore interviene con una nuova legge e con questa dichiara abrogata la precedente; un’altra
forma di espressa è il referendum abrogativo (art. 75 cost.) con cui si convocano i cittadini a esprimere il voto per una
data norma.
tacita  interviene una nuova norma e disciplina una nuova materia oppure disciplina una materia già disciplinata da
una vecchia norma.
Un altro strumento che riguarda la perdita di efficacia della norma è il processo di annullamento ovvero l’eliminazione
da parte della Corte Cost. (organo previsto dalla costituzione, che ha la funzione di verificare che le norme siano in
contrasto con la carta fondamentale e se si esamina una norma che viola un articolo della Cost., si procede con la
sentenza di annullamento) di quella norma dall’ordinamento giuridico per legittimità facendo perdere l’efficacia già da
giorno dopo della pubblicazione della sentenza.
Parlando sempre del fattore tempo: articolo 11 cc. Dice che non disciplina ciò che è successo prima della pubblicazione,
ma solo ciò che succede dopo e si chiama principio di irretroattività es: stalking come reato solo dal 2009 e non si può
punire quello che è successo prima. Novità dell’art. del 1975: i figli adulterini potevano essere riconoscere legalmente da
un genitore coniugato anche con un’altra persona ma, per i figli nati prima del ’75 il legislatore ha introdotto le
disposizioni transitorie (come si regola il passaggio tra la vecchia e nuova norma), e in queste aveva dichiarato che anche
loro potevano essere riconosciuti come figli.
La teoria del fatto compiuto entra in gioco nel momento in cui non vengono inserite le disposizioni transitorie, essa dice
che i fatti che sono successi prima della nuova norma vengono regolati teorie e principi affermati nella giurisprudenza,
mentre i nuovi con quella dopo: il nuovo si occupa solo di ciò che verrà mentre il vecchio rimane così.
L’efficacia nello spazio: il principio della territorialità dice che le norme di un determinato ordinamento giuridico si
applicano a cittadini e stranieri che si trovano nel territorio, es: si commette un reato nel territorio italiano, si risponderà
con le sanzioni italiane. Ci possono essere dei rapporti giuridici che presentano degli elementi di estraneità, es: un
italiano compra una casa in Francia e il proprietario è belga; un italiano lascia in eredità dei beni in Argentina a dei suoi
eredi che sono ungheresi.
Gli artt. Dal 17/31 si chiamano le norme di diritto internazionale privato e disciplinavano queste situazioni, è intervenuta
una riforma nel 1995 (218) che ha abrogato questi artt. Quindi oggi queste norme sono oggi contenute in tale legge 218.
Questo per far capire i criteri di collegamento, ovvero quei criteri che a seconda del rapporto cui si va affrontando, ci
dice quale legge applicabile. In alcuni casi si applica la nazionalità: rapporti di diritto di famiglia, vicende che affrontano
lo status delle persone, ecc. per altri tipi di collegamento si applica la legge del luogo o del fatto, nell’ipotesi dell’illecito.
Nei rapporti contrattuali vige il criterio dell’autonomia cioè in un contratto tra stranieri, si può scegliere di applicare la
norma del posto dove avviene la compravendita oppure per par-condicio si può scegliere una norma di un altro paese.
Tuttavia, non si potrà mai scegliere di seguire una carta straniera se va in contrasto con la nostra.
Interpretazione giudiziale quando svolta da un giudice che si trova in un processo e deve applicare/interpretare le
norme, questa non è vincolante in senso assoluto, ma solo le parti coinvolte in quel processo. Quindi ogni giudice
interpreta secondo quella che è il proprio approccio alle norme.
Interpretazione dottrinale svolta dalla dottrina ossia studiosi del diritto e cultori della materia, anche questa non è
vincolante.
Interpretazione autentica e svolta dal legislatore che rientra tra quelle leggi interpretative che servono a spiegare il
senso di leggi già emanate, questa si differenzia dalle altre perché è vincolante, cioè siamo vincolati all’interpretazione
del legislatore.
Interpretazione della legge: art. 12  si ha un approccio con un atto normativo e la prima cosa da fare è interpretarla e
approfondita con un ragionamento posteriore. Criterio storico e sistematico: il primo si intende che ci si deve calare nel
contesto storico in cui il legislatore ha emanato tale norma giuridica; il secondo dice che quando si deve interpretare
una norma non la si può considerare isolata dal contesto giuridico in cui lei è posta, cioè la si deve contestualizzare in un
dato ambito giuridico, es: preambolo direttive comunitarie  motivazioni, ragioni del momento storico, cioè
presentazione dell’articolato che segue.
L’articolo 12 ci dice appunto come quindi, si deve interpretare una norma e i criteri che aiutano all’interpretazione solo
quello storio e sistematico.
Alcune fattispecie non sono normate dal legislatore e vengono nominate lacune del diritto. Si consente di ricorrere allo
strumento dell’analogia cioè, il soggetto che si trova ad applicare la legge, quando non ha a disposizione una norma
scritta per quel caso, può ricorrere alle norme che disciplinano casi analoghi e deve avere la stessa ratio giuridica cioè la
giustificazione della soluzione apportata dalla norma che esiste per risolvere quel caso (esempio del meccanico, il
giudice applica le norme sul contratto di deposito).
Fonti del diritto
Fonti di cognizione e produzione: le prime rendono conoscibili le norme che vengono adottati come la gazzetta ufficiale.
Mentre le seconde creano diritto e producono diritto e lo innovano, si distinguono in fonti atto: documenti scritti e sono
il risultato di un’attività svolta dagli organi dell’ordinamento, mentre fonti fatto sono gli usi e consuetudini.
Criterio cronologico, che presuppone la norma emanata successivamente sia più importante di quella precedente.
Criterio gerarchico, presuppone che ci siano fonti superiori e inferiori.
Criterio della competenza, determinate materie disciplinate solo da un tipo di fonte, es: penale  riserva di legge.
Piramide: apice = costituzione, entra in vigore nel 1° gennaio ’48 ed è una derivazione di una storia politica del nostro
paese: 1946  monarchia vs. repubblica dei cittadini. Costituzione scritta (documento), lunga perché contiene sia
principi fondamentali dei cittadini, ma anche una parte dedicata al funzionamento dello Stato. È compromissoria perché
erano stati i cittadini a eleggere i rappresentanti dell’assemblea costituente e in questi avevano riposto fiducia così da
fidarsi in futuro e questa ha poi lavorato nella stesura appunto, di tale costituzione. È rigida cioè non modificabile, ma si
può incidere solo nella seconda parte e si possono riformare solo alcuni artt. attraverso l’art. 138 di revisione
costituzionale. La costituzione non va solo intesa come diritto pubblico perché c’è una connessione tra questa e il diritto
privato: es: libertà di associazione, diritto di famiglia, rapporto di lavoro, diritto di sciopero, ecc. un altro diritto che ha
subito un’altra interpretazione è il diritto di proprietà (privata): art. 832 cc. Quest’ultimo è stato riconosciuto anche dalla
costituzione, tuttavia deve avere una funzione sociale e accessibile a tutti. Quindi è una fonte che riesce a incidere su
tutti i diritti.
Tra le fonti si trovano poi quelle di produzione, quelle diritto comunitario (trattato costitutivo dell’unione europea), i
regolamenti e le direttive. I primi hanno la caratteristica di essere immediatamente efficaci così come vengono emanati,
es: regolamento sulla DOP, nuovo regolamento europeo sulla privacy, ecc. le seconde seguono un iter diverso: l’Unione
europea fornisce ad es. direttive sul consumatore e succede che ogni ordinamento deve adottare un atto di
recepimento, cioè deve trapiantarlo tramite un proprio atto interno.
Dopo le fonti comunitarie, si trova la Legge: espressione del nostro potere legislativo, attività intrapresa dalle due
camere (deputati + senato).
L’iter legislativo:
1. Iniziativa con proposta da parlamento, elettori, ecc. di un disegno di legge e viene presentato alla camera.
2. Istruttoria, cioè a seconda di quello che andrà a disciplinare la nuova norma c’è l’esame delle commissioni che
studiano di cosa si tratta e riferire in assemblea.
3. Deliberazione, approvato prima art. per articolo e poi votazione dell’intero testo complessivo, questo deve avvenire lo
stesso in senato, approvando lo stesso identico disegno.
4. Fase integrativa dell’efficacia, interviene la firma del PdR cioè la promulgazione: potrebbe essere rimandato indietro il
disegno di legge e la sua funzione non è passiva visto che deve vigilare sulla costituzionalità. Se vi è il dubbio rimanda
alle camere il disegno che potrebbero (volendo) rimandare indietro lo stesso documento.
5. Pubblicazione e entrata in vigore entro 15 gg. A meno che non vi sia esplicitato un termine diverso di vacatio legis.
Sullo stesso livello della legge si pongono gli atti aventi forza di legge, cioè decreti legislativi (decreti delegati) e decreti-
legge, questi sono disciplinati dagli artt. 76/77 cost.
La funzione legislativa degli atti aventi forza di legge è diversa dalla legge stessa poiché può essere svolta anche dai
cittadini stessi proprio in merito al diritto che hanno espresso nell’art. 138. Il decreto legislativo nasce da quel che si
chiama legge delega (emanata dal parlamento). Con questa, conferisce il potere a chi in genere non lo possiede, di
chiedere al governo di adottare un dato atto normativo. In questa legge delega il parlamento da indicazioni: specificare
l’oggetto della materia da disciplinare, i tempi in cui esercitare questa materia. Il governo si attiva adottando un suo
decreto normativo, tuttavia ha un tempo limite dopo il quale diventerà legge o verrà cancellato. Nel decreto-legge
l’iniziativa parte dal governo per situazioni di necessità e urgenza (azioni tributarie per terremoto), questo però
dev’essere convertito in legge entro 60gg e talvolta vengono reiterati per far ripartire lo stesso termine, o in sanatoria
per la scadenza.
I regolamenti vengono adottati dal governo nell’esercizio della sua volontà e sono fonti del diritto in quanto innovano
l’ordinamento giuridico. Sono esterni  destinati alla collettività in generale; interni quando si riferiscono
all’organizzazione del potere esecutivo. I più importanti sono ministeriali e possono essere usati anche per l’attuazione
di legge.
Gli usi e consuetudini sono fonti non scritte (non attività di un soggetto), ma comportamenti tenuti da un gruppo sociale
e che devono avere due caratteristiche per potere essere considerati fonti del diritto: oggettivo (ripetizione a lungo nel
tempo) e soggettivo/psicologico (convinzione dei soggetti, di farlo per rispettare una norma). Trovandosi all’ultimo
gradino, non potranno mai andare in contrasto con i gradini sopra (legge, ecc.), quindi l’utilizzo degli usi è questo:
integrare quando manca qualcosa da una norma per una data fattispecie. Funzione integrativa del diritto o richiamati da
una norma scritta cioè a volte sono le stesse norme che richiamano le consuetudini.
Per la revisione costituzionale si rimanda all’art. 138 in cui si applica il procedimento aggravato.
Il codice civile è formalmente una legge adottata dal parlamento dell’epoca, cioè si colloca a livello della legge, quindi a
livello gerarchico un uso non potrebbe mai modificare il codice.

Azione: intraprendere una causa, attività relativa all’instaurazione di un processo.


Si prende come base normativa la costituzione: funzione giurisdizionale viene svolta dal potere giudiziario (magistratura)
art. 101 e seguenti. Il compito dei magistrati consiste nell’applicare il diritto e interpretarlo, per risolvere le controversie.
I magistrati si dividono in base alle funzioni: ai giudicanti si affianca il pubblico ministero che ha una funzione inquirente,
cioè dell’accusa. Il PM lavora nell’ambito della procura: magistrati che lavorano in ambito inquisitorio e avvio delle
indagini, il procuratore è il capo, grado maggiore.
Art. 101 cc. La giustizia è amministrata in nome del popolo, i giudici sono soggetti solo alla legge. Questo si ricollega al
principio per cui la magistratura dev’essere autonoma e indipendente dagli altri poteri poiché il giudice è subordinato
solo all’ordinamento normativo art. 104 cc.
C’è un organo che vigila sullo stato ed è il CSM (consiglio supremo della mag.) il cui capo è il PdR. Il CSM si occupa di
organizzare/strutturare il funzionamento del potere giudiziario, nomina i giudici, trasferimenti di questi, ecc. organo di
gestione e indirizzo.
Giurisdizione ordinaria si occupa della civile e penale: questa a sua volta si occupa di applicare al reato, una sanzione
cioè una pena. Giurisdizione amministrativa: TAR (trib. Amministrativo regionale), Consiglio di Stato, Corte dei Conti
(magistratura che si occupa dei soldi pubblici spesi), Commissioni tributarie (cittadini contribuenti).
Giurisdizione civile (ordinaria), ogni giudizio è composto da più gradi:
1° Tribunale (+ giudice di pace, creato per alleggerire il trib. e si occupa di controversie minori). giurisdizione
2° Corte d’Appello – ogni regione ne avrà una nel capoluogo. di merito
[3°] Corte di Cassazione – Roma. Questo non è un vero terzo grado poiché nel primo/secondo, quando si esaminano i
fatti (causa), i giudici entrano nel merito della vicenda. giurisdizione Questo perché si chiede alla
di legittimità
Cassazione di verificare se le cause si sono svolte regolarmente.
Si può proporre il ricorso in cassazione per alcuni vizi, es: l’assunzione delle prove non si è svolta secondo la regolarità.
Le decisioni dei giudici devono essere assunte in maniera congrua alla legge.
I gradi dove si scende nel merito si dicono primo e secondo mentre in Cassazione si entra nel momento in cui vi sono vizi
o motivi di legittimità.
Per chi perde in appello, se ci sono i presupposti previsti dalla legge, può tentare il ricordo. A questo punto la Cassazione
può decidere se l’appello ha ragione e conferma la sentenza. Se invece la Cassazione nota che è andato storto qualcosa
durante la sentenza, annulla la sentenza d’Appello (cassare=annullare) spiegandone i motivi, si riapre il giudizio
mandando il giudizio in un’altra Corte d’Appello (Perugia/Firenze) e qui si ripete l’iter. Può anche avvenire il caso in cui la
sentenza sia uguale alla precedente, facendo una sorta di ping-pong quasi infinito.
Art. 24 cost. tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi  agire=azione.
Intraprendere un’azione giudiziaria: il soggetto si sente leso in un proprio diritto, si rivolge ad un giudice sulla base della
tutela del diritto violato, il soggetto che rivolge si chiama attore (colui che aziona il processo). Es. tutela per un
risarcimento di un danno. Il convenuto è l’altra parte contro la quale viene presentata la domanda  convenuto =
convengo/citare in giudizio. Queste sono le parti che partecipano in giudizio.
Parentesi: nel processo penale, le parti si chiamano  imputato, colui che si pensa abbia commesso il reato = parte
difesa. Parte dell’accusa  pubblico ministero (PM). Quando viene commesso un reato, in primis viene colpito è lo Stato
nel rispetto del suo ordine pubblico in quanto è stato violato ed infatti il PM (con l’azione penale) rappresenta gli
interessi dello Stato per quel fatto.
Reato di omicidio, furto, diffamazione, stalking (vs. ordine pubblico): si lede un soggetto dal punto di vista patrimoniale
o personale e ha la possibilità di costituirsi come parte civile in un processo penale perché le parti in un processo sono
due, ma chi subisce può costituirsi. Succede poiché chiede un risarcimento di un danno.
L’iter di una denuncia: la parte lesa si reca dalla polizia/carabinieri a sporgere denuncia, i quali comunicano questa al PM
che avvia le indagini preliminari per verificare se è stato commesso tale reato. Se tutto cade perché non vi è un reato si
ha un provvedimento di un no luogo a procedere (non si porta avanti col processo), mentre nel caso in cui si riscontrano
i provvedimenti si avviano le carte per il giudizio.
Petitum  petere = chiedere, cioè il contenuto della domanda/cosa si chiede al giudice, es: domanda di risarcimento
danni, annullamento di contratto, ecc.
Causa petendi  ratio giuridica che dà il supporto a quella domanda che si fa, la ragione perché si chiede un giudizio, es:
diritto di proprietà per un appezzamento terriero.
Azioni civili: di condanna, per un risarcimento di un danno (natura economica); di accertamento va distinta dalla
costitutiva: nella prima il giudice verifica un fatto giuridico e con la sentenza lo conferma. Es: il contratto nullo non può
avere efficacia giuridica, dato da una serie di motivi come esempio nessuna testazione scritta, ma solo orale. A quel
punto non avviene lo scambio dei beni e può rimanere pacifica o andare via giudiziaria, lì il giudice lo conferma per quel
che nasce. Nella seconda, il giudice con la sua sentenza va a modificare la situazione giuridica esistente, es:
annullamento del contratto è diverso dal precedente poiché nel momento in cui si è concluso ha comunque prodotto i
suoi effetti. Vizi della volontà  ingannato dall’altro contraente e la volontà non è stata rispettata. Qui il giudice si trova
davanti ad un contratto che ha prodotto effetti e il la sentenza comporta la fine di questi effetti. Costitutiva perché il
giudice va a modificare gli effetti.
Vedi “sentenza” nel quaderno.

Giudizio dinnanzi alla Corte costituzionale:


Anche questo si conclude con una sentenza, da non confondere però con le funzioni della stessa corte. È un organo
collegiale (da più giudici): 15 giudici: 5 provengono dalle 3 magistrature superiori (corte di cassazione, consiglio di stato,
corte dei conti), 5 scelti dal PdR e 5 eletti dal parlamento. Le competenze della Corte cost. sono: mettere in stato
d’accusa il PdR per reati come alto tradimento e attentato alla costituzione. Nel momento in cui il PdR viene messo in
stato d’accusa, ai 15 giudici vengono affiancati altri 16 membri che sono cittadini che vengono sorteggiati all’interno di
un elenco di 45 persone. Vengono scelti da questo perché avrebbero le caratteristiche per essere eletti a senatori.
L’assoluzione dei conflitti di attribuzione: nel momento in cui un organo nota che si sta invadendo la sua competenza,
chiede alla corte di ristabilire le attribuzioni  es: conflitto tra CSM e Parlamento, qui la Corte interviene a stabilire
l’ordine. Un’altra funzione è quella di decidere sull’ammissibilità del referendum abrogativo e infine vigila sulla
illegittimità delle norme. Quest’ultima avviene in due modi: ricorso incidentale (indiretto) e ricorso in via principale
(diretto);
il primo segue l’iter nel momento in cui un giudice solleva una questione di illegittimità e questi sospende il processo e
gli atti vengono inviati alla Corte cost. Quest’ultima decide se sono norme conformi alla costituzione (rigetta il ricorso)
oppure la accoglie. Qui si procede all’annullamento della norma e perdita di efficacia dal gg successivo la sentenza.
Il secondo invece si basa sul fatto che lo Stato si accorge che una legge regionale ha invaso la propria sfera di
competenza legislativa e si chiede alla Corte di verificare, o viceversa. Può avvenire anche tra regioni.

Rapporto giuridico
È la relazione tra soggetti del diritto disciplinata dall’ordinamento giuridico, i soggetti sono titolari delle situazioni
giuridiche soggettive. Sono titolari dalla nascita, modificazione e estinzione di questo rapporto, poiché subisce
l’influenza dei fatti giuridici in senso lato.
Fatti giuridici in senso stretto sono tutti quei fenomeni che incidono sulla vicenda giuridica indipendentemente alla
volontà dei soggetti, es: sono un allevatore e mi trovo di fronte alla morte di un capo di bestiame. Questa perdita ha
inciso perché mi fa perdere il diritto di proprietà su quella data cosa.
Gli atti giuridici in senso lato dipendono da un comportamento umano e si distinguono in: atti negoziali e atti in senso
stretto. In tutti e due vi è la volontà umana ma nel caso dei primi, la volontà del soggetto è diretta al comportamento e
determinano anche le sue conseguenze (effetti giuridici). Es: il contratto  si hanno due/più soggetti che soddisfano i
bisogni attraverso l’accordo patrimoniale, questo ha un inizio ed una fine. Il matrimonio rientra in quelli che si chiamano
diritti personali e non patrimoniali.
Negli atti giuridici in senso stretto la volontà non determina le conseguenze perché sono predeterminate dalla legge, es:
un danno patrimoniale ad una persona significa che c’è la volontà del danno, ma le conseguenze sono predeterminate
dal diritto tramite il risarcimento del danno.
Gli atti negoziali si dividono in patrimoniali e non patrimoniali (matrimonio), i primi a loro volta si dividono in onerosi e
gratuiti. Nei primi, vi è un rapporto nel quale tutti e due le parti devono seguire una prestazione e entrambi subiscono
una perdita patrimoniale. Ex: la vendita è un contratto oneroso poiché vi è una perdita da tutti e due i lati (soldi e
macchina), data da un’uscita. Atto a titolo gratuito invece si ha quando vi è un trasferimento devoluto come una
donazione, in cui c’è un soggetto che perde (donante) e l’altro che acquista.

Ci sono distinzioni di atti a seconda del momento in cui producono gli effetti:
atti giuridici tra vivi e atti mortis causa, i primi producono i loro effetti nel momento in cui vengono fatti (contratto),
mentre per i secondi, ad esempio il testamento, fatto in vita, produce i suoi effetti solo dopo che il soggetto viene a
mancare e si ha l’apertura della successione.
Ancora, atti leciti e illeciti (conformi e non conformi alla legge), ex: illecito = danno/reato
Ancora, atti unilaterali, bilaterali e plurilaterali: i primi sono atti giuridici che per la loro efficacia necessitano del
comportamento di una sola parte, ex: testamento/accettazione dell’eredità. Nei secondi rientra il contratto poiché viene
svolto da due/più parti. [atti collegiali = assemblea soci, assemblee di condominio, ecc. sono atti collegiali poiché si
esercita il voto singolo per poi arrivare ad una decisione finale che sarà il voto univoco, dato dall’espressione di tutti i
voti.]
Tutti questi atti comprendono l’attività giuridica, cioè il continuo compimento di atti giuridici nella nostra quotidianità
(autobus, giornale, parcheggio auto, pranzo, ecc.)
Quando si parla di attività giuridica nel diritto privato si ricollega all’autonomia privata: autoregolamentarsi, il potere che
lo stato riconosce a tuti i soggetti di realizzare i propri interessi secondo le loro volontà. Nei rapporti di diritto pubblico,
ad esempio un terreno privato che viene trasferito ad un altro. Questo trasferimento può avvenire in maniera privata
attraverso un contratto; mentre può esserci l’espropriazione, cioè la persona viene privata del bene per l’interesse della
collettività. Qui il nuovo proprietario diventa ad esempio il comune, e paga un indennizzo al privato. Il tot. che gli viene
dato non sarà mai rapportato al prezzo in cui lo avrebbe venduto.
I soggetti del rapporto giuridico sono titolari di situazioni giuridiche soggettive, queste ultime si dividono in: positive – di
vantaggio, e negative – di svantaggio.
Le prime vengono rappresentate dal diritto soggettivo: il potere che viene conferito a tutti i soggetti, di realizzare ogni
interesse degno di tutela. Questi diritti si dividono, a loro volta in: assoluti, che sono opponibili a tutti (erga omnes) e
relativi, che per soddisfarli si ha bisogno di un altro soggetto (es: contratto). Sono relativi poiché pongono in relazione
due soggetti specifici  creditore e debitore. In quelli assoluti rientrano i diritti della personalità e diritti reali (res = beni,
diritto di proprietà). Sono assoluti perché ognuno ha il diritto al nome, alla proprietà della casa, dell’animale, della
macchina, ecc. e vale per tutti e non di certo per singoli.

Diritto potestativo (situazioni attive):


potere che ha un soggetto di modificare unilateralmente la situazione giuridica di un altro soggetto, senza che questi
possa opporvi. Es: diritto di recesso entro 14 giorni, come in un contratto di locazione con preavviso di almeno 3 mesi, o
rapporto di lavoro a tempo indeterminato sempre dando un congruo preavviso.

Diritto alla personalità (18/10)


Non sono solo interventi del legislatore ma si sono attivati anche quando vi sono i giudizi dei giudici. Diritto all’identità
personale nasce proprio ad una sentenza del 1985 della corte di cassazione  il caso concreto fu: caso Veronesi, il
professore era direttore del centro tumori a Milano. Fine anni ’70 fu intervistato da un periodico e qui si parlava di
cancro ai polmoni, la risposta fu quella di fare riferimento ad una marca specifica, che secondo lui erano più leggere
rispetto ad altre e quindi meno nocive e questa si concluse con l’esclamazione di non fumare. Una settimana dopo uscì
una pubblicità di altre sigarette  “mildesort” dicendo nella pubblicità che Veronesi avesse detto una cosa particolare
(…). Egli attiva un atto giudiziario citando la società di queste sigarette e l’agenzia pubblicitaria chiedendo il danno della
sua reputazione e immagine. Il prof. Vince il primo grado, gli altri tentano un ricorso in Cassazione e questa pronuncia
con la sentenza dell’identità personale  cioè il diritto a non travisare il proprio essere in modo da non vedere la
persona in un altro modo. Il diritto a essere rappresentati secondo le proprie ideologie e pensiero. Concludendo,
l’ordinamento riconosce i diritti e si possono far valere e se lesi, si possono tutelare in giudizio. Quando si parla di tutela:
inibitoria e risarcitoria. La prima, l’ordine della sentenza di far cessare quel comportamento per cui si è andati in causa.
Avvento della costituzione e quindi un cambiamento all’interno della figura umana: articolo 2/3  principio personalista
del proprio ordinamento e si riferisce a tutti gli interessi che gravitano attorno all’uomo. Tale articolo è stato
fondamentale per l’interpretazione giuridica …
Nell’ambito dei diritti soggettivi assoluti: diritti reali  sulle res, cioè sui beni. Sono disciplinati dal 3° libro intitolato
“della proprietà”. Caratteristiche di questo diritto sono:
assolutezza = assoluti e opponibile erga omnes, a tutti;
immediatezza = il titolare del diritto reale, lo realizza direttamente senza che sia necessaria l’attività di un altro soggetto;
tipicità = sono esclusivamente quelli previsti dalla legge, cioè non ci sono ulteriori diritti creati dalla giurisprudenza.
I beni sono le cose che possono formare oggetto di diritti reali art. 810 cc. Esistono più tipi di beni:
materiali o corporali (toccare) e immateriali. I primi sono tutti quei beni che sono tangibili, mentre gli altri sono quei
beni come idee, opere creative d’ingegno (autore, es: culturale/intellettuale) e le invenzioni industriali (brevetti). Poi si
differenziano in: immobili, mobili e altre specificazioni. Inoltre, sono tutti quei beni che non possono essere spostati o
trasferiti da un luogo all’altro senza che ne venga alterata la struttura e la destinazione: suolo, e tutto quello che vi
afferisce naturalmente (alberi, ecc.) e per costruzione dell’uomo come edifici, ecc.
Esistono anche universalità di mobili: beni che appartengono ad una stessa persona e che hanno una destinazione
unitaria, es. collezione, enoteca, gregge, mandria, ecc.
Beni mobili registrati: mezzo di navigazione, aereo, ecc. che sono sottoposti a regime di pubblicità cioè si deve
conoscere la titolarità.
Altri beni come divisibili, indivisibili.
Beni privati e pubblici: questi ultimi sono riferiti agli enti pubblici statali, scuola, università, e tutti i servizi che afferiscono
alla pubblica amministrazione. Va precisato che ci sono i beni demaniali da i beni patrimoniali: i primi fanno parte del
demanio pubblico e possono appartenere solo agli enti pubblici territoriali (stato, regioni, province e comuni). In quanto
tali definiti dalla legge: lido, spiagge, porti, fiumi, torrenti, laghi, foreste, beni archeologici e sono inalienabili. Per i
secondi, si dividono in: disponibili e indisponibili. I primi possono essere beni pubblici, ma possono seguire anche le
norme del cc. e quindi oggetto di contratti tra privati. Per i secondi invece, non possono avere una destinazione diversa
da quella originaria impartita, cioè devono rimanere ad es. pubblici perché rispondono ad una finalità collettiva, come
ad es. miniere, caserme, armamenti militari, ecc.

Ricapitolando:

1. assolutezza
2. tipicità
3. immediatezza
Beni materiali – immateriali
Beni mobili - immobili
Universalità di mobili – mobili registrati
Beni privati – pubblici  [demaniali – patrimoniali]  (disponibili - indisponibili).

Diritto di proprietà
È disciplinato dal terzo libro del cc. Con l’art. 832, che si incentra sulla figura del proprietario: colui che ha il potere di
godere e di disporre del suo bene in modo pieno ed esclusivo entro i limiti fissati dall’ordinamento giuridico. Dalla parola
potere  si riconduce nel diritto soggettivo. I verbi “godere” e “disporre”: il primo nel senso dell’utilizzo che si vuole
fare di quel bene (macchina, casa, locale commerciale, ecc). Il secondo nel senso che si ha l’utilità giuridica e quindi si
può venderlo, oppure disposizione intesa come alienare cioè trasferirlo a titolo gratuito agli altri.
“In modo pieno”  tutti gli interessi sempre lecitamente.
“ed esclusivo”  che è solo mio e gli altri sono esclusi, quindi ho il diritto assoluto.
“entro i limiti …”  il concetto di limite, in particolare, perché la legge impone questi perché valgono nell’interesse
pubblico sia privato: ad esempio l’espropriazione, od anche la giustificazione che rende quell’atto legittimo. Un altro
limite per l’interesse pubblico è la requisizione. Si ha quando bisogna far fronte ad interessi di natura grave per ragioni
militari o pubblici (guerra, alluvione, ecc.) per far fronte, quindi, ad una esigenza collettiva immediata  farmacia per i
farmaci, capannoni privati per scopi civili. Infine, sempre nell’interesse pubblico, nell’edilizia: sulla proprietà si ha un
vincolo.
Nei diritti di proprietà rientrano i diritti reali minori, si dividono in: di godimento e di garanzia. I primi, si tratta di
situazioni giuridiche in cui la proprietà di un bene appartiene ad un soggetto ma, questi può costituire su questo bene
“diritti reali altrui”: superficie, uso, usufrutto, servitù, enfiteusi  titolarità ad altre persone, ma rimango io il
proprietario.
Accanto, esistono i diritti reali di garanzia: pegno (bene mobile) e ipoteca; quest’ultimo si ha quando si chiede una
somma di denaro alla banca e il soggetto dona come garanzia la propria casa, per poter assicurare alla banca stessa che
gli pagherà il denaro prestato. Così si può accendere il mutuo, e se non si può più adempiere al prestito quel bene viene
venduto ad un’asta giudiziaria in modo tale da estinguere il mutuo.
Il diritto di proprietà, disciplinato dal 832. Art., viene riferito più che altro al proprietario e vi sono descritti in cosa
consistono i poteri che sussistono in capo a questi.
L’usufrutto stabilisce che non si ha più il godimento di quel bene perché non si ha più la piena facoltà di quel bene e per
una durata di tempo si limita i propri diritti. Questo perché tale art. (832) dice che il proprietario può fare ciò che vuole
di quel bene, sempre nei limiti imposti dalla legge.
Anche all’interno della Costituzione, vi è l’art. 42, per cui viene disciplinato anche sulla carta principale dal 1948. In
questo articolo si denotano subito delle particolarità come:
Esistono per il proprietario dei limiti nell’interesse pubblico-> espropriazione (dev’essere sempre giustificata, l’atto
dev’essere legittimato), requisizione.
Limiti nell’interesse privato: normalmente si riferisce a rapporti di vicinato, ci sono limiti di distanze legali da rispettare
tra la propria costruzione e un’altra, regola generale distanza di almeno 3 metri tra proprietà diverse per opere edilizie.
Un altro limite  luci (passaggio luce e aria) mentre vedute/prospetti permettono di affacciarsi, divieto di immissioni
art. 844, tutto ciò che propaga da un fondo ad un altro fondo (gas, fumi, rumori).
Atti emulativi, ad ogni proprietario è fatto divieto di intraprendere delle attività che siano esclusivamente tenuti con uno
scopo di creare molestie al proprietario vicino di casa senza che abbia nessun interesse che lo possa giustificare.
Modi di acquisto della proprietà
- a titolo originario  un soggetto diventa proprietario di un bene senza che questo diritto gli venga trasferito da un
altro soggetto quindi da un precedente proprietario. Manca il passaggio di trasferimento perché il soggetto diventa
proprietario senza che gli venga passato: modo d’acquisto di occupazione (una qualunque acquisizione di un mobile
importante è che sia una “res nullius”, di nessuno; es. pesca di un pesce, caccia di un animale, cose abbandonate come
un divano, sulle quali non esiste il diritto di proprietà di un altro soggetto. Ci vuole impossessamento e l’animus.
Tvtttttttb
accessione bene che si aggiunge ad altro bene
usucapione

- a titolo derivativo  diritto di proprietà del soggetto B viene trasferito dal precedente proprietario A .. diritto di B
deriva dal diritto di A; es compravendita, eredità, donazione.
Un altro acquisto è l’invenzione  trovare (da invenio) un soggetto perde qualcosa, trovo il bene lo devo depositare
presso la casa comunale/uffici comune, se nell’arco di un anno il bene viene raccolto dal legittimo proprietario la legge
deve riconoscere un premio a chi l’ha ritrovato, se invece non si presenta automaticamente il soggetto che ha trovato
l’oggetto ne diventa il proprietario.
Espropriazione  finalità sociale
Ciao tvtb

Come si diventa proprietario di un bene:

24/10/2018

Quando si parla di proprietà si parla delle situazioni giuridiche soggettive, è un diritto


USUCAPIONE, per saperne il significato bisogna sapere cosa vuol dire possesso (art.1140 imparare) non è un diritto
come natura giuridica non si può qualificare come tale.
Si fa riferimento a due elementi:
- oggettivo “corpus”, hai la disponibilità fisica del bene;
- soggettivo, “animus possidendi”, intenzione di possedere quel bene come proprio, esercitare il bene come se fosse il
suo diritto di proprietà.
È una situazione di fatto, potere di fatto che si esercita sul bene e si dimostra con una attività che corrisponda
all’esercizio di un diritto; es. il furto di una macchina c’è il proprietario del bene e chi ha in possesso della macchina. C’è
una distinzione tra proprietario e possessore del bene. È molto importante la disponibilità del bene.
Secondo comma parla di detenzione  si differenzia dal possesso c’è un soggetto che detiene il bene ma non lo fa per
sé stesso. E sempre una situazione di fatto ma è caratterizzata dall’elemento oggettivo, invece il detentore non si
comporta nei confronti del bene come se fosse il proprietario manca “l’animus possidendi”;
es.
- Contratto di locazione l’inquilino è quello che detiene e non possiede, la sua posizione giuridica è quella di avere la
disponibilità del bene ma non ha l’intenzione di esercitare un diritto che è corrispondente alla proprietà, a lui aspetta il
godimento del bene.
- Lasciare la macchina dal meccanico -> meccanico detiene il bene, giuridicamente non ha lui il possesso del bene ma
il proprietario.

Differenza tra dritto di proprietà e possesso lecito l’usufrutto di un bene, diritto reale sul bene, c’è un trasferimento di
possesso. Contratto di usufrutto, al proprietario rimane la nuda proprietà. Il proprietario può dare in usufrutto un
appartamento e l’usufruttuario può darlo in locazione.
Usucapione  deriva solo dal possesso. La detenzione non porta mai all’usucapione possesso, per premiare il soggetto
che possiede un bene e se ne prende cura rispetto alla inerzia di un proprietario che lo trascura, ci deve essere la
certezza della stabilità del diritto di proprietà.
Caratteristiche:
- possesso qualificato, deve rispondere a certi canoni;
- deve avere una durata, periodo fissato dalla legge che varia a seconda della natura e del tipo del bene;
Usucapione ordinaria,durata di 20 anni per i bene immobili e per le universalità di mobili, 20 anni di beni
mobili che possono diventare 10 se possesso in buona fede, mala fede è quando si possiede il bene ma si sa che
il bene è di proprietà altrui quindi il diritto di possesso viene violato. Es; in buona fede  si possiede un bene ma
ci sono delle condizioni che lo certificano.
Possesso in buona fede  es. A conclude un contratto di vendita a Laura in buona fede. Ma A non è il
proprietario legittimo del bene che invece è B. In questo caso si parla di un titolo astrattamente idoneo, ma se si
va a trascrivere l’atto di trascrizione mi permette di usucapire/possedere in 10 anni la proprietà e non in 20 
usucapione abbreviata e blocca qualunque forma di impedire di B una volta compiuti i 10 anni.
Contadino coltiva su una striscia di terreno non sua e riesce a dimostrare che era in buona fede, se per 20 anni si
usa questo sistema il contadino andrà a usucapire la striscia.
- deve essere continuo, quindi non interrotto nel tempo;
- non deve essere un possesso violento, cioè contro la volontà del proprietario;
- non deve essere un possesso clandestino/occulto, deve essere manifestato al pubblico.

25/10/2018

Diritti reali di godimento: parti in generale

- Di superficie: il proprietario del suolo conferisce ad un altro questo diritto. Può essere stabilito il pagamento di un
canone da parte del superficiario.
- di enfiteusi: serviva per favorire la coltivazione dei terreni. È il potere di godere un fondo altrui e percepirne i frutti con
l’obbligo di migliorarlo e di pagare il canone.
- di usufrutto: come atto che lo pone in essere può esserci un contratto, il testamento oppure tramite lo stato (usufrutto
legale). È il potere di godere e di servirsi di beni altrui rispettandone la destinazione economica; es. mio figlio ha una
casa, se io ne sono usufruttuario posso comunque darla in locazione.
L’usufrutto è trasferibile ad altri. Il proprietario in questo caso ha la nuda proprietà del bene. L’usufrutto non ha limite.
- uso/abitazione: ne posso trarre i frutti dolo entro i limiti dei bisogni miei e della mia famiglia (usuario) e non può
essere ceduto perché è un diritto reale tra soggetto e bene.
- di servitù: sono servitù prevoli, cioè di fondi terrieri; campi. È un peso/sacrificio imposto su un fondo (fondo serviente)
a vantaggio di un altro fondo (fondo dominante), è un rapporto tra fondi e non si fa riferimento a soggetti.
 Coattive: sono automaticamente imposte dalla legge, se ne sussistono i presupposti; es. servitù di
passaggio, di elettrodotto, di acquedotto.
 Volontarie: si costituiscono tramite un contratto o testamento, c’è un accordo tran le parti.
Servitù di passaggio  il proprietario del fondo servente non può opporsi; es. c’è un fondo A (intercluso) che non ha
accesso diretto sulla strada pubblica, perché appunto intercluso nel fondo B. Quindi il fondo B deve fare questo sacrificio
e lasciare il passaggio al fondo A, quindi il fondo A dominante mentre il B è serviente.

Diritti reali di garanzia


- Pegno: ho ad oggetto beni mobili. Chiede di soddisfarsi di quel bene fino al raggiungimento del credito.
- Ipoteca: ho ad oggetto beni immobili; es. mutuo chi fa il prestito costituisce un’ipoteca nel bene immobile

LE OBBLIGAZIONI
Obbligazioni: rapporto giuridico in cui una parte assume un obbligo da un’altra parte che si chiama creditore-
Diritto di credito/obbligo di prestazione  situazione di vantaggio: creditore situazione di svantaggio: debitore.
Art. 1173. Fonti dell’obbligazione: contratto, fatto illecito e ogni altro atto o fatto ritenuto idoneo dall’ordinamento a
costituire obbligazioni.
Elementi dell’obbligazione: le parti (debitore e creditore), l’oggetto dell’obbligazione (prestazione: fare, dare, non fare);
es. concorrenza, non fare concorrenza di un certo bene in una certa zona.
PRESTAZIONE è l’oggetto dell’obbligazione. Si deve parlare di
 PATRIMONIALITÀ: cioè dev’essere tradotta in denaro, perché se c’è un inadempimento io creditore devo essere
risarcito.
 POSSIBILITÀ: Possibilità fisica e giuridica; es. oggetti demoniali non disponibili.
 LICEITÀ, deve essere lecita all’ordine pubblico, inoltre non deve essere contraria al buon costume, cioè contrario
alla morale sociale e legati al contesto storico.
 DETERMINATEZZA: la prestazione dev’essere determinata sin dall’inizio oppure determinabile nel tempo.
Oppure attribuire ad un terzo la determinatezza della prestazione.

29/10/2018

Tutela delle proprietà  diritto reale, assoluto (), situazione giuridica. Disciplinato dal codice e dalla costituzione.
Possesso  situazione di fatto, che presuppone che ci siano il corpus e l’animus.

Diritti reali:
di godimento  diritti che limitano la proprietà di superficie, di usufrutto.
di garanzia  ipoteca, privilegi.

Azioni a difesa della proprietà  azioni che possono essere messe in atto solo dal proprietario.

 Azione di rivendicazione: art. 948 codice civile, il soggetto che può fare l’azione è solo il proprietario che non ha
la disponibilità della proprietà. Secondo comma restituzione del valore corrispondente. L’azione di
rivendicazione è imprescrittibile, quindi il proprietario può esperirla a meno che non ci siano decorsi gli effetti
dell’usucapione, può rivendicare la sua proprietà ad un possessore o un detentore che abbiano la proprietà
della cosa.
 Azione negatoria: art. 949 codice civile, il proprietario ne ha la disponibilità della proprietà e può agire per far
dichiarare l’inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa. Nega un diritto altrui per fare in modo che si affermi
la proprietà. “…se sussistono anche turbative o molestie il proprietario può chiedere che se ne ordini la
cessazione, oltre la condanna al risarcimento del danno”, proprietario che vuole legittimare la sua proprietà
chiedendo la cessazione di turbative o molestie. Inesistenza quando teme che ci possa essere un inganno.
 Azione di regolamento di confini: art. 950 codice civile, “quando il confine tra due fondi è incerto, ciascuno dei
proprietari può chiedere che sia stabilito giudizialmente. Ogni mezzo di prova è ammesso (dati catastali)”. Non
sappiamo quali sono i confini, magari dopo una tempesta e dobbiamo ristabilirli. Dobbiamo dare delle prove dei
determinati confini sennò si guardano i dati catastali.
 Azione per apposizione di termini: art. 951, “Se i termini tra fondi contigui mancano o sono diventati
irriconoscibili, ciascuno dei proprietari ha diritto di chiedere che essi siano apposti o ristabiliti a spese comuni”,
quando i fondi sono irriconoscibili devono essere stabiliti, bisogna ridefinirli, quindi conosciamo i confini.

Azioni a difesa del possesso  Azioni possessorie

 Azione di reintegrazione: art. 1168, chi è stato spogliato del possesso violentamene od occultamente (presa di
forza, minaccia, furto) può chiedere la reintegrazione del possesso entro un anno.
 Azione di manutenzione: art. 1170, “chi è stato molestato nel possesso di un immobile, di un diritto reale sopra un
immobile o di un’universalità di mobili (insieme di beni) può entro l’anno dalla turbativa chiedere la manutenzione”
 azione che il possessore può mettere in atto contro chi molesta l’immobile, su un diritto reale o su un insieme
di beni.
 Azione di denunzia di nuova opera: art. 1171, “Il proprietario il titolare di altro diritto reale di godimento o il
possessore, il quale ha ragione di temere che dalla nuova opera, da altri intrapresa sul proprio come sull’altrui fondo,
sia per derivare danno alla cosa che forma l’oggetto del suo diritto del suo possesso...”; es. si costruisce un palazzo, e
questo è vicino ad altri palazzi. C’è un soggetto che teme che ci possa essere un danno. Condizioni per esperire
questa azione  “purché questa non sia terminata e non sia trascorso un anno dal suo inizio” quindi non deve
decorrere un anno dagli inizi dei lavori. Le autorità giudiziarie possono fermare i lavori e ci possono essere dei
risarcimenti o autorizzare alla continuazione dei lavori. Si deve dimostrare che ci sia un danno pregiudizio.
 Azione di danno temuto: art. 1172 “Il proprietario, il titolare di altro diritto di godimento o il possessore, il quale ha
ragione di temere che da qualsiasi edificio, albero o altra cosa sovrasti pericolo di un danno grave e prossimo alla
cosa che forma l’oggetto del suo diritto o del suo possesso, può denunziare il fatto all’autorità giudiziaria e ottenere,
secondo le circostanze, che si provveda per ovviare al pericolo…” l’autorità in tal caso dispone idonea garanzia per
danni eventuali. Per evitare il danno che può essere imminente e grave.

31/10/2018

Obbligazioni
Art. 1173.
Il contratto è la fonte principale, derivano da contratto da fatto illecito.
Prestazione dev’essere realizzabile, lecita quindi non dev’essere contraria all’ordine pubblico, leggi.
Le obbligazioni possono essere:
1) Dare  si consegna un bene o si trasferisce un diritto; es. contratto di compravendita.
- Generiche: denaro
- Specifiche: quadro

2) Fare 
- Obbligazioni di mezzi: c’è un soggetto che deve utilizzare le proprie competenze tecnico/professionali. Fa
qualcosa utilizzando i suoi mezzi; es. avvocato anche se non vince la causa l’importante è che ha utilizzato le sue
competenze.
- Obbligazioni di risultato: es. impresa di costruzione che non raggiunge il determinato obiettivo, quindi è
costretto a fare qualcosa ma deve raggiungere un risultato.

3) Non fare  presuppone una condotta omissiva, il soggetto in questione deve astenersi da un determinato
comportamento.
Finalità delle obbligazioni: l’adempimento è l’esatta realizzazione della prestazione dovuta. Con l’adempimento la
prestazione si estingue, questo si deve realizzare con la diligenza (diligenza media prudenza non particolarmente
elevata. Non è richiesto al soggetto uno sforzo eccessivo) e la buona fede che può essere intesa in:
- senso oggettivo: correttezza, salvaguardia dell’interesse altrui nei limiti con l’incompatibilità con il proprio,
mettere in condizione che anche l’atro soggetto possa adempiere.
- senso soggettivo: essere corretto
Devo adempiere con esatta prestazione, con puntualità di tempo e luogo.
Dove si deve adempiere  regola generale è nel domicilio del debitore… (differenza della residenza che è la dimora).
A chi si deve adempiere 
Patrimonialità: il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri
L’adempimento:
Creditore apparente soggetto che sembra avere tutte le caratteristiche del creditore, ma non lo è.

Altri tipi di obbligazioni:


- Parziali  la prestazione può essere divisa in più parti.
Obbligazioni possono essere divise in:
(Art. 1314, 1316):
- divisibile: terreno che in base al suo valore economico la prestazione si può dividere;
- indivisibile: quadro di valore che per la sua natura non può essere diviso.

Solidarietà  obbligazioni solidali.


obbligazione è in solido quando più debitori sono obbligati
- Attiva: quando ci sono più creditori; nel momento che si paga a un creditore il debitore è liberato.
- Passiva: quando ci sono più debitori vincolati alla stessa prestazione.
Obbligazioni in solido art. 1292: obbligazione è in solido quando più debitori sono obbligati per la stessa
prestazione, se uno adempie gli altri sono liberati. Quello che adempie avrà una particolare azione per
recuperare la sua parte -> azione di regresso.

Obbligazioni alternative: c’è la possibilità di avere una prestazione alternativa; es. nave da crociera che stabilisce di
andare a una determinata località ma per il mal tempo non può, in tal caso fa scendere alla spezia i passeggeri.
Alter ego del adempimentoinadempimento, cioè l’inesatta esecuzione della prestazione:
- assoluto: quando manca del tutto la prestazione.
- relativo: ci sono alcune ….
Risarcimento del danno  c’è un legame tra inadempimento e il danno che si va a risarcire. La richiesta del risarcimento
si presenta in tribunale (azione del risarcimento del danno per inadempimento). Le prove valgono a favore da tutti e due
le parti.

05/11/2018

conseguenza inadempimento il debitore che non esegue la prestazione è sanzionato con il risarcimento del danno.
Mora del creditore  quando il debitore è in buona fede. Il creditore deve mettere il debitore nelle condizioni di poter
adempiere, di eseguire la prestazione. Offerta solenne:

- offerta reale  è nelle mani del notaio e lo offre al creditore; es. la prestazione del debitore consiste nel dover
consegnare una somma di denaro o un bene mobile, il notaio interviene e offre il bene o somma di denaro al creditore.
C’è un intervento di una figura.
Quando si procede al deposito in degli appositi uffici giudiziari e interviene un procedimento del giudice e certifica che il
deposito sia avvenuto secondo la legge e convalida il deposito con una sentenza quindi lo dichiara valido e libera il
debitore dal suo vincolo.
- offerta per intimazione  atto con cui si intima, ha per oggetto un bene immobile o un bene mobile che non si trova
nello stesso luogo.
Quando si procede al deposito quindi si tratta di beni immobili questi vengono messi sotto sequestro grazie
all’intervento di un giudice così il debitore viene liberato dal vincolo

Il contratto  fonte di obbligazione volontaria perché scaturisce da un accordo tra creditore e debitore; un incontro
volontario.
Art. 1173.
Il contratto è la fonte principale, derivano da contratto da fatto illecito.
Il fatto illecito  non è volontario, ma è una fonte legale di obbligazione dove la legge interviene pe disciplinarla non c’è
nessun accordo volontario ma obbliga a chi ha commesso un atto/danno ingiusto al risarcimento del danno.
Art. 1321(imparare), 22, 25 cc
Matrimonio conseguenza come atto giuridico, scambio di volontà ha come risultato quello di modificare lo stato.
Art. 1322 Autonomia contrattuale  primo comma fa riferimento al contenuto “le parti sono libere di scegliere il contenuto
del contratto nei limiti imposti dalla legge” è una liberta di contenuto; secondo comma “le parti possono concludere anche
contratti che non appartengono a quei tipici disciplinati dalla legge” contratti chiamati atipici cioè contratti di franchising
quindi si riconosce l’autonomia dalle parti a concludere quei contratti tipici disciplinati dalla legge; es. contratti
franchising, merchandising.
1325  indica i requisiti essenziali del contratto, indica come primo elemento è l’accordo quindi l’incontro di volontà
delle parti, altro elemento è l’oggetto del contratto cioè la prestazione (cosa devono fare le parti), la possibilità, la causa
che si intende per il motivo (funzione economico-sociale/ragione giustificatrice del contratto) che si intende in modo
assoluto valevole per tutti i contratti appartenenti a un determinato tipo, la forma  solo se è prescritta dalla legge
sotto pena di nullità; es. contratto che trasferisce diritti reali o costituisce contratti reali sui beni,
può essere di forma scritta, orale, forma di scrittura privata autenticata quindi si porta dal notaio per autenticare le
firme; atto pubblico interviene il notaio che è un pubblico ufficiale; es. compravendita interviene il notaio il quale
prepara il atto consultando ambi le parti per stipulare il contrato (non è lo stesso di concludere)  da non confondere
causa con motivo, sono due concetti giuridicamente distinti

07/11/2018
elementi accidentali  vuol dire che le parti possono decidere se inserirle o meno nel contratto.
- la condizione: utilizzano le parti se vogliono condizionare il contratto per un evento futuro o incerto
 Sospensiva, cioè le parti sospendono l’efficacia del contratto perché subordinato al verificarsi di un
fatto/evento futuro o incerto; es. concludere il contratto di vendita con l’acquirente per concludere
l’acquisto dell’appartamento ma si può subordinare l’efficacia del contratto “ti venderò il mobile se mi
traferirò a Roma” il contratto ha efficacia al momento del trasferimento a Roma intanto l’efficacia è
sospesa.
 Risolutiva: le parti hanno concluso il contratto ma l’efficacia del contratto potrebbe venire a meno se si
verifica un evento futuro o incerto. Es. devo avere un permesso per edificare se entro il 1/02/2019 la
condizione non si verifica il contratto perde l’efficacia, quindi si pone fine all’efficacia.
- il termine: il fatto è futuro ma certo, è una data prestabilita.
 Iniziale: "il contratto ha efficacia dal prossimo natale” quindi 25 dicembre.
 Finale: indica cessazione degli effetti del contratto; es. contratto di lavoro per 3 anni.
- il modo (onere): io dono un terreno ma con l’onere di coltivarlo come dico io. Se chi dona vuole pretendere che l’onere
venga rispettato deve specificare come clausola nel contratto. Se non viene specificato il donante dovrà accettare il
rischio perché non è un obbligo

Conclusione del contratto


Art. 1326, il contratto è concluso quando chi ha fatto la proposta (che deve avere tutti gli elementi essenziali) ha
conoscenza dell’accettazione dell’altra parte.
Ci dev’essere una corrispondenza tra proposta e accettazione. Se in quest’ultima c’è qualche modifica, diventa una
controproposta. Proposta e accettazione potrebbero essere revocate, La revoca deve comunque pervenire prima
dell’accettazione. Proposta irrevocabile  non può essere revocata dal proponente.
Dichiarazioni recettizie  dichiarazioni che diventano efficaci nel momento in cui il destinatario le riceve (proposta
accettazione, revoca). Presunzione di conoscenza le dichiarazioni si presumono conosciute quando giungono
all’indirizzo del destinatario (es. raccomandata con avviso di ricevimento). È in questo momento che il contratto si
ritiene concluso Art. 1326 “quando si intende il contratto concluso; quando chi ha fatto la proposta riceve l’accettazione fatta
sull’altra”. Esistono ipotesi in cui la comunicazione non avviene. Quindi, io non ho ricevuto l’accettazione, devo provare
ciò.

Trattative e responsabilità precontrattuale

Art. 1337 nella fase delle trattative e nella formazione del contratto, le parti devono comportarsi secondo buona fede
(dovere di lealtà e correttezza) e se non viene rispettato la parte in buona fede può chiedere il risarcimento del danno

Art. 1338  la parte che conoscendo o dovendo conoscere l’esistenza di una causa d’invalidità dle contratto non ne ha
dato notizia all’altra parte è tenuto a risarcire il danno da questo risentito per avere confidato, senza sua colpa, nella
validità del contratto.

Vincolo rispettato come se fosse una legge, se non rispettato si incorre nel risarcimento. Essendo il contratto forza di
legge tra le parti, non si può sciogliere questo vincolo.
In certe ipotesi ci può essere un recesso unilaterale, solo nei casi stabiliti dalla legge; es. diritto di recezione entro 14 gg
in contratti a distanza.

08/11/2018
RECESSO LEGALE  è stabilito dalla legge.
RECESSO CONVENZIONALE  inserire nel contratto una clausola che prevede ad es. Caparra penitenziale. La parte che
vuole esercitare il diritto di recesso paga questa caparra, perdendola.

Tipologie di Contrato
 Modo di perfezionamento
- Contratti consensuali: vi perfezionano con lo scambio dei consensi; es. vendita
- Contratti reali: oltre allo scambio del consenso, si perfeziona con la consegna del bene; es. mutuo,
pegno, di deposito.
 Effetti prodotti
- Contratti con effetti obbligatori: effetto di far sorgere l’obbligo di adempiere una certa prestazione nei
confronti dell’altra parte; es. contratto di locazione-
- contratti con effetti reali: effetto di traferire il diritto di proprietà o trasferire e costituire altri diritti
reali; es. vendita.
 Contratto preliminare: tipo di contratto che viene fatto prima di un contratto definitivo. Deve avere già il
contenuto del contratto definitivo, obbliga le parti a stabilire che si arriverà al contratto definitivo, e quando si
arriverà. Non dovrebbe avere una forma specifica, tuttavia se il definitivo ha una forma “speciale”, anche il
preliminare deve avere la stessa forma.
Se una delle due parti poi non vorrà perfezionare il contratto definitivo verrà definito INADEMPIENTE, perché
viene meno alla stipulazione del contratto, avrà quindi una responsabilità contrattuale, che porta ad un
risarcimento del danno. C’è una seconda opzione cioè alla parte che subisce l’inadempimento si aprono due
possibilità: risarcimento o rivolgersi ad un giudice per l’esecuzione specifica dell’obbligo di concludere un
contratto –> chiedere al giudice di pronunciare una sentenza che produca gli effetti uguali dal contratto, dopo
aver dimostrato l’inadempimento dell’altra parte art. 2932.

RAPPRESENTANZA
Istituto giuridico attraverso il quale un soggetto (rappresentante) ha il potere di agire in sostituzione di un altro soggetto
(rappresentato). Il rappresentante ha il potere di agire in nome e per conto del rappresentato, ma gli effetti si
ripercuotono sulla sfera giuridica del rappresentato. Ci sono due tipi:
 Legale: è automaticamente imposta dalla legge; es. minori, i rappresentanti legali sono i genitori oppure
l’interdetto rappresenta il tutore.
 Volontaria: difende una nostra scelta, ma c’è bisogno di seguire un ITER. Si sceglie un proprio rappresentante
tramite procura che conferisce il potere.
- procura generale
- procura speciale: conferisco al rappresentante il potere di agire per un atto specifico.
La procura è revocabile, tranne quando è conferita anche nell’interesse del procuratore. Il rappresentante può agire nei
limiti di potere conferito, è vincolato. Se il rappresentante agisce AUTONOMAMENTE o il contratto è annullabile oppure
esiste lo strumento della ratifica, cioè se il rappresentato è d’accordo può ratificare (confermare) l’operato del
rappresentante.
CONDIZIONI GENERALI
Servono per disporre contratti di diffusione di massa, c’è un soggetto che stabilisce UNILATERALMENTE il contenuto del
contratto, senza trattative. Ci sono alcune clausole definite VESSATORIE, cioè svantaggiose per il “cliente”, o comunque
per chi le accetta quindi per queste si richiede che siano accettate per iscritto, un’approvazione specifica (Art 1341).

12/11/2018

Art. 1342  nei contratti conclusi mediante sottoscrizione di moduli o formulari se venissero aggiunte in un secondo
momento delle clausole, queste prevalgono sul formulario se sono incompatibili con questo, anche se le prestampate
non sono state cancellate.
RIMEDI CONTRATTUALI
Sono 4. Ipotesi in cui nel rapporto contrattuale si verifica un qualcosa di patologico. Il legislatore adotta degli espedienti
sulla sorte del contratto.
 nullità  rescissione
 annullamento  risoluzione (sciogliere): fase dell’esecuzione del contratto, momento in cui le parti devono eseguire
le prestazioni che si sono reciprocamente promesse.

NULLITÀ (dall’art. 1418)  il contratto nullo è il c. contrario alle norme imperative. È inefficace quindi non produce
effetti.
Cause di nullità:
- quando è contrario alle norme imperative (dell’ordinamento);
- quando manca un elemento essenziale; es. mancato rispetto della forma;
- illiceità: la prestazione consiste in un illecito (mi impegno a fare delle fatture false)  dell’oggetto
- della causa pubblico ufficiale che svolge in maniera illecita il suo compito, come favoreggiamento
- in frode alla legge: contratto che inganna la legge, le parti assumono per raggiungere uno scopo vietato dalla
legge.
- se le parti concludono il contratto per un MOTIVO ILLECITO comune a entrambe le parti, es. contratto d’affitto
dove le parti si mettono d’accordo per una attività illecita.
14/11/2018

Di fronte a un contratto nullo: es. vendita di un mobile conclusa in forma morale e non scritta, una parte non vuole
adempiere per la nullità del contratto e l’altra ne vuole l’esecuzione. Controversia è rappresentata dallo strumento che
si chiama azione di nullità proporre una domanda al giudice, azione IMPRESCRITTIBILE cioè non si prescrive.
Quando si parla di azione bisogna individuare quali sono i soggetti che possono agire in giudizio per la nullità  azione
può essere intrapresa dai contraenti ma anche da terzi (parti non coinvolte nel contratto ma che tuttavia hanno
interesse a far concludere il contratto)  “da chiunque ne abbia l’interesse”.
Azione di nullità può essere RILEVATA D’UFFICIO dal giudice che rileva di sua spontanea volontà della causa di nullità
senza che nessuno glielo abbia chiesto pronuncia l’azione di nullità del contratto.
LA NULLITÀ È UNA AZIONE DI ACCERTAMENTO  il giudice accerta che il contratto è nullo, il contratto è comunque
nullo anche prima dell’azione di accertamento da parte del giudice.
Quando le parti si sono già scambiate le prestazioni es. denaro, dev’essere restituito.
Conversione del contratto nullo: convertire significa che se le parti sono d’accordo possono decidere di convertire il
contratto in un altro tipo nel quale ci devono essere tutti i requisiti di sostanza e di forma; es. contratto di nove anni
concluso verbalmente e non trascritto da ambe le parti, allora se sono d’accordo possono modificare il contratto da
nove a quattro anni con un altro tipo di contratto.
Nullità può essere:
- totale  tutto il contratto viene ritenuto nullo, cioè in tutte le sue parti.
- parziale  il contratto è ritenuto efficace solo per le parti valide purché la nullità non vada a colpire la clausola
che farà concludere il contratto.

Cause annullabilità del contratto


Contratto annullabile  a differenza del contratto nullo questo È EFFICACE quindi produce effetti. Azione di
annullamento può essere richiesta solo dalla parte nel cui interesse è prevista dalla legge. (la vittima della violenza, del
dolo, chi è caduto in errore). Non è rilevabile d’ufficio. C’è la prescrizione. È un’AZIONE COSTITUTIVA  è l’azione del
giudice cha va a cambiare IL CONTRATTO.
 INCAPACITÀ
 Legale: non si possono compiere atti giuridicamente validi.
 Naturale: incapacità transitoria legata al momento in cui si sta concludendo il contratto; es.
sotto effetto di sostanze alcoliche

 VIZI DEL CONSENSO: vizi della volontà, possono essere causa del contratto perché le volontà che s’incontrano
devono essere libere, consce.
 Errore: visione falsata della realtà, errore di fatto es. errore d’identità. Errore di diritto es.
interpreto male il significato di una norma giuridica, cade sul significato su una norma giuridica
L’errore dev’essere essenziale e riconoscibile dall’altra parte.
 Violenza morale: da intendere come minaccia, pressione a livello psicologico per indurre l’altra
parte alla conclusione del contratto. Minaccia antigiuridica di un male non solo al contraente ma
anche ai beni, discendenti/ascendenti. Violenza potrebbe essere perpetrata da soggetti esterni e
vale come vizio del consenso anche se l’altro contraente ne è ignaro. È differente da quella fisica
che è costringere manualmente a firmare qualcosa  assenza di volontà. Può essere esercitata
da terzi.
 Dolo (inganno, raggiro, artifizio): particolare inganno usato per convincere il contraente a
concludere il contratto; es. vendo un terreno dicendo che ha il permesso di costruzione ma così
non è. Se l’inganno è intrapreso da terzi l’altro contraente ne dev’essere consapevole

Quando è contratto annullabile è prevista la CONVALIDA –> strumento della convalida, lo può chiedere la parte che ne
trae beneficio. Può essere:

- espressa: dichiarazione in cui menziona il contratto, il motivo dell’annullamento, dichiara che intende
convalidare il contratto. La persona si pronuncia con una dichiarazione specificando qual è il motivo di
annullabilità del contratto.
- tacita: non si fa una dichiarazione ma si fa con lo scambio della prestazione. Es pagando la cifra stabilita
esprimo la mia volontà di convalidare il contratto.

19/11/2018
ART. 1173
FONTI DELLE OBBLIGAZIONI  fatto illecito, fonte legale di obbligazione prevista dalla legge
(Alison de mi corazon, te quiero preciosa)
responsabilità extracontrattuali  fatti che non hanno a che fare con rapporti contrattuali, quando si definisce
la responsabilità extracontrattuale il legislatore vuole sanzionare la violazione di un principio che ocnsiste nel
dovere di non violare, pregiudicare la sfera giuridica.
CONCETTO DI RESPONSABILITÀ:
- Civile: si tutela l’INTERESSE PRIVATO del soggetto che subisce un danno. Si applica una sanzione  il
risarcimento del danno.
Responsabilità oggettiva, responsabilità per fatto altrui dovrà pagare il risarcimento del danno anche se il
soggetto non ne dimostra la colpa; es datore di lavoro che deve pagare per i dipendenti.
- Penale: pubblico ministero si fa carico dell’azione penale per tutelare l’ordine pubblico, cioè l’interesse
pubblico di tutta la collettività. Si applica una pena. È una responsabilità personale, quindi il soggetto sconta
personalmente per quello che ha fatto. La pena viene applicata al soggetto che ha commesso il reato.
- Amministrativa: deriva dalla violazione di norme di diritto amministrativo.

ART. 2043 (IMPARARE)


per applicare art. 2043 devo dimostrare fatto, danno, rapporto di causalità, colpevolezza (dolo o colpa)

“risarcimento per fatto illecito – qualunque fatto doloso o colposo, che provochi un danno ingiusto, obbliga chi ha
commesso il danno al risarcimento”
qualunque fatto = qualunque comportamento, condotta, azione che può essere:
- commissiva:
- omissiva: es. medico per distrazione/incompetenza omette di somministrare una medicina al paziente e va a
causare un danno.
Danno: la lesione dei diritti e interessi altrui. Evento che va a colpire la sfera giuridica di un altro soggetto. Il
danno deve essere ingiusto.
Danno ingiusto = antigiuridico
DANNI GIUSTI O GIUSTIFICABILI  CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE/DI ESCLUSIONE DELL’ANTIGIURIDICITÀ
Legittima difesa: art. 2044 deve essere proporzionata all’offesa che stavo subendo. Esiste l’eccesso di legittima
difesa che viene punito. CI DEVE ESSERE PROPORZIONALITÀ TRA LA REAZIONE E LA DIFESA.
esercizio di un diritto riconosciuto dall’ordinamento  Stato di necessità:
Art. 2045 “quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un
danno grave alla persona, e il pericolo non è stato da lui volontariamente causato né era altrimenti evitabile, al danneggiato è dovuta
un’indennità, la cui misura è rimessa all’equo apprezzamento del giudice”
Indennizzo: mezzo di consolazione, somma consolatoria del danno patito decisa dal giudice. Non è
risarcimento del danno. Lo deve dare chi si salva dal danno.

- fatto e danno: elemento oggettivo. Tra fatto e danno deve esserci un RAPPORTO DI CAUSALITÀ  produzione
causa-effetto sulla quale si basa l’imputazione della responsabilità. Quindi se non ci fosse stato il fatto non si
sarebbe verificato il danno. Soggetto per essere ritenuto responsabile dev’essere ritenuto capace di intendere e
volere.
- dolo/colpa:
dolo (c’è l’intenzione che provoca il danno)
colpa (provoco un danno per via della mia negligenza)
elemento soggettivo colpevole, sinonimo di negligenza/imprudenza/disattenzione/inosservanza di regole.
Devo dimostrare il fatto (oggettivo), il danno che ne è conseguito e dimostrare l’elemento soggettivo 

COMPONENTI DEL RISARCIMENTO DEL DANNO


Danno emergente: perdita che si subisce dal proprio patrimonio.
Lucro cessante: venir meno di una opportunità di ulteriore arricchimento; sogg. Investito subisce lesioni e non
può svolgere la sua professione ha delle perdite di mancato guadagno.
FORME DI RISARCIMENTO DEL DANNO
 Risarcimento per equivalente: il danno viene risarcito in forma equivalente, cioè la somma di denaro
corrispondente a ciò che dimostri.
 Risarcimento in forma specifica: ripristinare la stessa situazione antecedente al danno; es. capo di
abbigliamento danneggiato dalla lavanderia, il danno può essere risarcito comprando lo stesso capo di
abbigliamento.
Deve essere materialmente possibile quindi non troppo gravoso

21/11/2018

fatto illecito: componente ogg. e comp. sogg.  art. 2043

RESPONSABILITÀ OGGETTIVA da art. 2050-2054 soggetto cha ha un carico viene individuato dalle norme
giuridiche come responsabile del danno. Nei casi di responsabilità oggettiva non bisogna dimostrare l’elemento
della colpevolezza perché c’è già la norma che individua il soggetto responsabile.
INVERSIONE DELL’ONERE DELLA PROVA: il soggetto responsabile per il diritto può esonerarsi dimostrando a
seconda dei casi (adottare le misure idonee o di non aver potuto impedire il fatto) elementi a suo favore che gli
tolgono la colpa.

Art. 2050 responsabilità per l’esercizio di attività pericolose


“chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per la
natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il
danno”

Art. 2051  danno cagionato da cosa in custodia


“ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”

Art. 2052  danno cagionato da animali


“il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati
dall’animale, sia che fosse sotto custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito”

RESPONSABILITÀ PER FATTO ALTRUI 


art. 2047  danno cagionato dall’incapace
art 2048  responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei maestri d’arte
art. 2049  responsabilità dei padroni e dei committenti

ART. 2059  danni non patrimoniali


“il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge”
I danni non patrimoniali sono quelli che si ripercuotono sulla sfera della personalità.
Prima poteva essere risarcito un danno non patrimoniale solo se si dimostrava il reato e la conseguenza del
danno da tale reato.
Adesso  Ogni volta che viene violato un diritto della personalità dimostrando la serietà del danno.
DANNO NON PATRIMONIALE:
 Danno biologico: violazione al diritto alla salute, prima era tra i patrimoniali perché si considerava anche la
perdita di lavoro, ora anche a un non lavoratore gli viene riconosciuto il diritto alla salute.
 Danno morale: grande sofferenza, danno che deriva dalla violazione del onore, grave turbamento a livello
psichico, di stato d’animo che subisce un soggetto. È sempre collegato a un reato.
 Danno esistenziale: peggioramento delle condizioni, abitudini di vita che si subisce per un pregiudizio; es.
coppia perseguitata dall’ex compagno di uno dei due e quindi decidono di non uscire.

22/11/2018
(copiare appunti Isabel)
28/11/2018

Art. 21 1948 costituzione permette a qualsiasi cittadino italiano o straniero di manifestare il proprio pensiero
(scritto, parola o qualunque mezzo di comunicazione). Nel 1948 non c’erano i mezzi di comunicazione di ora che
vengono interpretati all’interno “qualunque altro mezzo di comunicazione”.
Manifestazione contro il buon costume considerata come oscena
Televisione  nasce nel 1954, oggi il mezzo attraverso il quale c’è una libera manifestazione del pensiero. La
finalità principale era quella di lottare e contrastare l’analfabetismo.
Carrossello  pubblicità comunicazione di carattere commerciale.
Televisione è stata monopolizzata dalla RAI, che a sua volta era controllata dal governo al tempo dalla
maggioranza del governo cioè la democrazia cristiana.
Sentenza 59/1960, la corte costituzionale la riconosce come servizio pubblico ed essenziale.
Negli anni 70” il monopolio inizia a sgretolarsi, quando si inizia a pensare alla tv come mezzo di libero pensiero.
Sentenza 225 e 226 del 1974 che danno luogo alla legge 103 del 1975.  hanno istituito la terza rete RAI3.
Allora la RAI1 era controllata da democrazia cristiana, RAI 2 dal partito socialista, e RAI3 da……
Corte costituzionale rimarca il concetto che più soggetti possano manifestare il proprio pensiero attraverso la
televisione.
Sentenza 202/1976 AFFERMA il Sistema misto  non più monopolio pubblico, ma anche reti televisive private
come “rete in Umbria”; “telemilano” acquistata da berslusconi, RETE4 controllata da mondadori, Italia 1 da
Berlusconi.
1982 Berlusconi prende i diritti televisivi di mondialito (mondiali 1982).
Si creano due gruppi:
Corte costituzionale non permetteva un duopolio, soggetto che avesse una forza pari o maggiore alla rete
pubblica quindi quasi come il servizio pubblico  Berlusconi
Il governo fa di tutto per aiutare Berlusconi (i socialisti)
Decreto Berlusconi 1
Decreto Berlusconi 2  da luogo alla legge 10 del 1972 che gli permette di mantenere le 3 reti.
1975  corte europea abolisce il monopolio pubblico, quindi legittima la posizione di berlusconi.
direttiva 552/1989 CEE della comunità economica europea lo rafforza e ribadisce con un provvedimento.

GOVERNO ITALIANO 223/1990  LEGGE MAMMÌ (nome del ministro delle telecomunicazioni) stabilisce che si
potevano avere al massimo 3 reti, ogni rete deve avere un direttore e per favorire l’informazione deve avere anche un
telegiornale con un direttore.
Nei primi anni 90? Non c’erano pubblicità durante i cartoni animati per favorire che non ci fosse un’influenza sui minori,
il sistema durò per sette anni e il gruppo fininves aveva la possibilità di mantenere la rete senza subire variazioni.
Legge Maccananico (ministro delle telecomunicazioni)  autorità garante per le telecomunicazioni, riduce per i soggetti
privati da 3 a 2 rete, problema di rete 4. Quindi gruppo fininves non poteva mantenere per diritto 3 reti ma in pratico ce
l’aveva.
Nel 2201 Berlusconi vince elezione viene emanata una legge  PASSAGGIO DAL ANALOGICO AL DIGITALE  dove
cambiano i parametri della concorrenza. Con il sistema del digitale si utilizza una nuova tecnologia e di conseguenza
nuova legge:
 LEGGE GASPARRI (per il ministro, consiste nel disciplinare e regolamentare il passaggio del analogico al digitale
favorito dall’utilizzo dei decoder e ampliare i canali. Così dalla RAI iniziano a spuntare nuovi canali e per il gruppo
fininves che poi diventa Mediaset anche come IRIS.
CTA  composto da 9 MEMBRI di cui 7 scelti dalla costituzione permanente e 2 di cui il presidente nominati dal Ministro
dell’economia.
Sistema televisivo ha avuto 3 fasi:
- 1954 a metà anni 70’ monopolio esclusivo della televisione di stato RAI
- 70’ AI primi del 2000  sistema misto, sgretolato sistema della rai e il gruppo fininves di Berlusconi riesce a
prendere dagli anni 80’ 3 reti creando così un duopolio.
- 2001 (secondo governo Berlusconi) sancisce passaggio da analogico a digitale dove cambiano i parametri della
concorrenza, e la misura che non so doveva più superare non erano più 3 rete ma il 50% del sistema digitale.
LEGGE MACCANICO (imp.) 249/1997 si abolisce di non inserire pubblicità durante i cartoni.
Passaggio da una televisione per istruire e ridurre analfabetismo….
Le tv locali devono avere come finalità la promozione culturale del territorio. (ci sono specifici servizi per promuovere la
cultura).
Tutto questo riguarda la libera manifestazione del pensiero.

29/11/2018
(passare appunti)

03/12/2018
pratiche commerciali 
CODICE DEL CONSUMO  si riferisce al decreto legislativo 206/2005, tratta un rapporto che si istaura tra i
professionisti e il consumatore. Ha come argomento quello di disciplinare i contratti del consumatore
Tutela del consumatore: specifico settore dell’ordinamento.
(Vale la disciplina del codice civile. La parte generale del contratto vale anche per i contratti del consumatore, le lezioni precedenti).
L’attenzione del rapporto dei consumi. L’esigenza a livello comunitario era stata avvertita dalle comunità
europee. La nascita delle comunità europee aveva lo scopo di favorire gli scambi nell’ambito di un mercato
unico. L’unitarietà economico non appoggiata da un’unitarietà giuridica. La tutela fu prevista e voluta a livello
comunitario. Sono state utilizzate le direttive per la tutela del diritto, ognuna di queste aveva degli ambiti
specifici; es. direttiva sui pacchetti turistici, direttiva nella vendita del consumo.

Peculiarità dei soggetti per quei contratti che vedono il professionista e dall’altra parte il consumatore.
Professionista: vende servizi/beni nell’esercizio di una sia attività professionale/imprenditoriale.
Consumatore: colui che compra beni e servizi per soddisfare un bisogno/esigenza.
Principi:
- correttezza: lealtà e onesta nel rapporto contrattuale;
- equità: nei rapporti del consumo, la valutazione non è fatta in base alla giustizia del prezzo corrisposto,
ma vuol dire che non ci sia tra P e C uno squilibrio del regolamento contrattuale, per questo sono state
introdotte le clausole vessatorie (a partire dagli art. 33-36). Il professionista dispone il contratto, quindi
le clausole vengono predisposte dal professionista. Le clausole possono essere fatte valere solo dal
consumatore o la nullità può essere rilevata dal giudice d’ufficio solo se vale per proteggere il
consumatore.
Art. 33 “clausole che si presumono vessatorie”.
- trasparenza nel rapporto contrattuale: la trasparenza è richiesta nell’esposizione delle clausole
contrattuali, dev’essere chiaro e comprensibile. Dev’essere interpretata nel senso favorevole al
consumatore.
La garanzia, del fatto che il bene venduto non presenti dei vizi (nella vendita). Si può pretendere la riduzione del prezzo
o la risoluzione del contratto. Se sciolgo il contratto le prestazioni effettuate devono essere restituite.
Vincoli di tempistica da rispettare consumatore può far valere il diritto di inconformità entro due mesi dalla
sua scoperta. L’azione in giudizio per far valere il vizio dev’essere inviata in due anni.
Contratto online: disciplina del commercio elettronico, che si svolge online ha una sua fonte specifica direttiva
31/2000 destinata ai contratti conclusi sul web.
Contratti a distanza: diritto di recesso, bisogna sapere quando esercitarlo. Può essere esercitato entro 14 gg
dalla consegna del bene se è un acquisto di un bene, oppure dalla conclusione del contratto se è un contratto di
fornitura di un servizio.
Conclusione di un contratto: esempio di contratto in via telefonica, non è sufficiente la chiusura della chiamata
ma deve pervenire la documentazione del contratto. Per avere la recessione devono passare 14 gg dalla
telefonata e NON dall’arrivo dei documenti.

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