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GLOSSARIO DELLE PAROLE CHIAVE

Diritto soggettivo: è una posizione giuridica soggettiva di vantaggio, riconosciuta dall’ordinamento giuridico
ad un soggetto, in relazione a un bene. Consiste nell’esercizio di una facoltà, un potere o una pretesa.

Diritto assoluto: si ha quando l’interesse al bene può essere soddisfatto dal semplice comportamento del
titolare del diritto stesso. A fronte del diritto assoluto si ha il dovere, per tutti gli altri soggetti, di astenersi
da comportamenti che possano ledere tale interesse.

Diritto relativo: si ha quando l'interesse al bene può essere soddisfatto solo attraverso il comportamento
collaborativo di un altro soggetto. In questo caso, quindi, la realizzazione del diritto da parte del soggetto
attivo richiede l'intervento del soggetto passivo.

Diritto potestativo: si ha quando ad un soggetto è riconosciuta la possibilità di ottenere, con un proprio


comportamento, una modificazione giuridica della sfera giuridica di un altro soggetto, che viene a trovarsi
in una posizione di mera soggezione.

Soggezione: è una posizione giuridica passiva che si pone in correlazione ad un diritto potestativo di cui un
altro soggetto è titolare. A differenza del dovere, non richiede una attività di cooperazione o di
adempimento.

Dovere: è una posizione giuridica passiva che si pone in correlazione ad un diritto soggettivo di cui un altro
soggetto è titolare. Il dovere assume un contenuto diverso a seconda che corrisponda ad un diritto
assoluto o ad un diritto relativo. Nel primo caso, si concreta nell’astensione da atti lesivi del diritto.
Nel secondo caso, si concreta in un comportamento specifico.

Retroattività: può riferirsi a un atto negoziale o a una norma. Indica che l’atto negoziale produce i suoi
effetti in un momento precedente rispetto alla produzione dell’atto stesso, e che la norma si riferisce a fatti,
atti o eventi verificatisi anteriormente alla sua entrata in vigore, per riconnettervi effetti o conseguenze
giuridiche.

Effettività: è la generale osservanza di una norma da parte dei destinatari di essa, o con concreta
applicazione della sanzione in caso di violazione della norma stessa.

Efficacia: è la capacità della norma di raggiungere il proprio fine o obiettivo. La circostanza che tale norma
venga ad essere generalmente osservata (sia, cioè, effettiva) non esclude che possa essere
contemporaneamente inefficace (cioè inadeguata a raggiungere il suo obiettivo).

Fattispecie: situazione giuridica disciplinata dal diritto. Si distingue una fattispecie astratta, che indica la
previsione normativa relativa alla situazione, che individua gli effetti giuridici da essa prodotti, da una
fattispecie concreta, che indica il fatto specifico che si è verificato. Quest'ultimo deve essere confrontato
con la fattispecie astratta per verificarne la coincidenza e dedurne la produzione dell’effetto.

Possesso: è il potere sulla cosa che si manifesta in un’attività corrispondente all’esercizio della
proprietà (art. 1140 cc.). Si concreta in una relazione di fatto intercorrente tra un soggetto e un bene, a
prescindere dalla sussistenza nel soggetto stesso della titolarità del diritto di proprietà.

Proprietà: Diritto reale che attribuisce al titolare la facoltà di godere e disporre delle cose in modo pieno ed
esclusivo. Il proprietario può usare la cosa per il soddisfacimento dei propri interessi, può trasferire ad altri
la proprietà della cosa o concederne ad altri il godimento.
Negozio giuridico: categoria astratta di elaborazione dottrinaria alla quale si riconducono tutti gli atti di
autonomia negoziale, tra i quali i contratti. È ogni atto giuridico consistente in una manifestazione di
volontà diretta alla produzione di effetti giuridici riconosciuti e garantiti dall’ordinamento.

Contratto: è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico
patrimoniale (art. 1321 cc.). È un negozio giuridico bilaterale o plurilaterale, poiché si perfeziona con il
consenso di due o più parti. Esso, inoltre, ha per oggetto solo rapporti suscettibili di valutazione economica.

Terzo: Soggetto estraneo al rapporto giuridico intercorrente fra due o più persone. Al concetto di terzo si
oppone il concetto di parte, con cui si intende chi partecipa al rapporto. L’ordinamento prevede una
disciplina particolare al fine di garantire i terzi ed evitare che subiscano pregiudizi dall’ignoranza di accordi
intercorsi fra le parti.

Vizio: può riguardare la cosa o la volontà. I vizi della cosa sono difetti materiali della cosa che pregiudicano
il suo valore o comunque la sua utilizzabilità. Il vizio dà luogo ad un’inesattezza della prestazione, se riduce
in maniera sensibile il valore del bene o lo rende inadeguato a svolgere la sua funzione. Il vizio della
volontà incide su uno degli elementi essenziali del contratto, la volontà, determinandone una formazione
anomala. In tale ipotesi, quindi, la volontà non manca, ma è viziata.

Adempimento: modo di estinzione tipico dell’obbligazione, che corrisponde all’esatta esecuzione della
prestazione dovuta (art. 1218 cc.). Estingue, contemporaneamente, sia l’obbligo del debitore, sia il diritto
del creditore.

Buona fede: è una situazione psicologica produttiva di conseguenze giuridiche. Può essere intesa in un
duplice senso: soggettivo, come ignoranza incolpevole di ledere una situazione giuridica altrui, o oggettivo,
come generale dovere di correttezza e di reciproca lealtà nei rapporti tra soggetti.

Clausola: è un elemento del contratto corrispondente a una singola disposizione dello stesso.
Generalmente, le clausole sono concordate dalle parti, ma in alcuni casi è prevista l’inserzione automatica
di una clausola ex lege, anche in sostituzione di clausole difformi apposte dalle parti.

Prestazione: rappresenta il contenuto della obbligazione, ossia il comportamento a cui è tenuto il debitore.
Essa può consistere in un comportamento di contenuto positivo (dare o fare) o negativo (non fare). Si deve
distinguere l'oggetto dell'obbligazione, e cioè la prestazione, dall'oggetto della prestazione.

Recesso: è il diritto, previsto in favore di una o di entrambe le parti di un accordo, di interrompere il


rapporto contrattuale. Si tratta di una manifestazione di volontà per mezzo della quale una parte decide di
far venir meno con effetto immediato il rapporto. Può essere ex lege oppure può essere previsto dalle parti.

Risoluzione: causa di scioglimento del rapporto contrattuale, conseguente a fatti che alterano l'equilibrio
tra le prestazioni, talvolta causati dal comportamento delle parti, talaltra da eventi imprevedibili estranei
alla loro sfera di controllo. Può avvenire a causa dell’inadempimento di una delle parti,
per impossibilità sopravvenuta o per eccessiva onerosità della prestazione.

Rescissione: scioglimento del vincolo contrattuale conseguente ad un vizio genetico del rapporto
contrattuale a prestazioni corrispettive. Il vizio è dato dal fatto che il contratto è stato concluso quando una
parte si trovava in stato di pericolo oppure di bisogno.

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