Il negozio giuridico costituisce la principale manifestazione di volontà lecita tra le parti rivolta ad
uno scopo pratico che consiste nella costituzione, modificazione o estinzione di una situazione
meritevole di tutela secondo l'ordinamento giuridico.
Si distingue con il negozio di accertamento, il cui fine pratico non è quello di produrre nuove
conseguenze giuridiche ma accertare una volontà già manifestata di una situazione giuridica
preesistente. Alcuni autori negano questo negozio nel quadro dell'autonomia privata cui va
riconosciuto carattere dispositivo, non si comprenderebbe in tal senso la funzione del giudice.
Parte sostanziale e formale non sempre coincidono nella stessa persona, è il caso della
rappresentanza. In ogni caso è necessaria una certa adeguazione del soggetto in senso formale
rispetto alla parte interessata e qui sta appunto la legittimazione. Quando un soggetto ha il potere di
manifestare la propria volontà con effetti rispetto ad una data situazione giuridica, si dice che è
legittimato.
La rappresentanza 1388 cc: nella rappresentanza un soggetto agisce in nome e per conto di un altro
soggetto.
Non tutti i negozi possono essere compiuti mediante l'istituto della rappresentanza, fanno eccezione
i negozi personalissimi ( testamento, matrimonio per procura).
– Legale ( prevista dalla legge per determinati soggetti, rappresentanza organica per le persone
giuridiche)
– volontaria (procura 1387) .
La volontà
Distinzione tra volontà interiore che non è rilevante per il diritto e volontà esterna che assume
rilevanza nel diritto. Pertanto, per comprensibili ragioni, la legge mira a che il processo di
formazione interna della volontà e quella di manifestazione esterna siano tenuti per quanto possibili
lontano da elementi perturbatori e quindi la dichiarazione dovrebbe rappresentare ciò che stato
voluto.
Differenza tra riserva mentale e simulazione. La riserva mentale si verifica quando un soggetto
manifesta all'esterno una volontà interiore diversa quest'ultima non è rilevante per l'ordinamento ma
rileva solo ciò che manifestato all'esterno.
errore, violenza, dolo questi vizi non determinano contrasto tra la volontà e ciò che appare
esteriormente ma un contrasto tra la volontà che si è formata e una volontà ipotetica quale sarebbe
stata senza l'influsso perturbatore di qualche elemento che abbia influito sulla conoscena o sulla
libertà del soggetto.
Esaminiamo la violenza morale ( tizio aderisce ad un contratto in quanto minacciato da un male
ingiusto) il diritto interviene con lo strumento dell'annullabilità. Nella violenza fisica invece con la
nullità in quanto la volontà è frutto di una costrizione fisica e mia direttamente al process di
manifestazione esteriore della volontà pertanto il negozio è nullo per mancanza assoluta della
volontà. Stessa cosa vale per il dissenso, nel dissenso l'accordo si è formato in quanto non esiste
effettiva sostanziale coincidenza tra la volontà dei due contraenti, in quanto il destinatario di una
dichiarazione ha dato un adesione fraintendendo il vero contenuto del discorso.
Esaminiamo l'errore: l'errore è una falsa rappresentazione della realtà che concorre a determinare la
volontà del soggetto.
Errore motivo errore ostativo differenza:
– il primo indica la falsa conoscenza influisce sulla determinazione, sui motivi e moventi del
soggetto, l'errore motivo rende difettosa la volontà ma non la elimina
– il secondo incide sulla manifestazione della volontà,e ci fa conoscere che manca una volontà
corrispondente alla dichiarazione.
Per entrambe vi è l'annullamento.