Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
NOZIONE
La rappresentanza è, appunto, l’istituto per cui ad un soggetto (rappresentante) è
attribuito (dalla legge o dall’interessato) un apposito potere di sostituirsi ad un altro
soggetto (rappresentato) nel compimento di attività giuridica per conto di
quest’ultimo e con effetti diretti nella sfera giuridica di lui.
La figura del rappresentante differisce da quella del nuncius. Il nuncius è colui che
trasmette materialmente la dichiarazione altrui: un mero portavoce.
Se una persona agisce nell’interesse altrui (acquista, ad esempio, per altri), ma non
dichiara di agire in nome altrui, si ha la cosiddetta rappresentanza indiretta. Mentre
nel caso della rappresentanza di- retta gli effetti del negozio si producono
immediatamente e diretta- mente nella sfera del rappresentato, nella
rappresentanza indiretta colui che emette la dichiarazione acquista i diritti e
diventa correlativamente soggetto degli obblighi nascenti dal negozio, ed
occorrerà un altro negozio per trasmettere gli effetti dell’atto nel patrimonio della
persona nel cui interesse l’atto è stato compiuto.
La rappresentanza indiretta, perciò, richiede due negozi affinché gli effetti giuridici
si producano nella sfera giuridica del dominus dell’affare.
Nel conferimento della procura vi sono due aspetti da non confondersi: il rapporto
interno che è a discapito delle parti se a titolo gratuito o oneroso e il lato esterno.
La procura riguarda, infatti, il lato esterno: essa serve a render noto ai terzi, con i
quali il rappresentante dovrà venire a contatto per assolvere l’incarico, che egli è
da me autorizzato a trattare in mio nome. Perciò, la procura consiste in un negozio
unilaterale recettizio per la cui efficacia non occorre l’accettazione dei procuratore.
E’ da evitare ogni confusione tra procura e mandato. Quest’ultimo è un contratto,
che regola i rapporti tra il mandante e il mandatario.
Il mandato stesso può essere accompagnato o meno da una procura e può quindi
essere con o senza rappresentanza (artt. 1704, 1705 c.c.), dando luogo
alternativamente alla figura così della rappresentanza diretta come di quella
indiretta.
La procura può essere espressa o tacita. Di regola, per la procura non è richiesta
ad substantiam alcuna forma particolare. Fa eccezione l’ipotesi in cui tale forma sia
richiesta per il negozio da concludere: allora il requisito si comunica alla procura
(art. 1392 c.c.). Per la validità del negozio concluso mediante rappresentanza, è
necessaria la capacità legale del rappresentato (art. 1389, comma 1, c.c. ).
Egli può servirsi come rappresentante anche di un incapace legale, purché questi
abbia capacità d’intendere e di volere (art. 1389 c.c.).
La procura può essere speciale (solo un affare o un tot di affari) o generale (tutti gli affari
del rappresentato).
L’atto con il quale il rappresentato fa cessare gli effetti della procura si chiama
revoca della procura. Anche la revoca è un negozio unilaterale. Non è tuttavia
revocabile la procura conferita anche nell’interesse di terzi o del rappresentato.
Rientra nello schema del conflitto d’interessi la figura del contratto con se stesso,
che ricorre quando un unico soggetto svolge contemporaneamente il ruolo delle
due parti: un procuratore che rappresenta al tempo stesso sia il compratore sia il
venditore; oppure un rappresentante del venditore che acquista per sé la merce
che il venditore intende alienare. Il contratto con se stesso è, di regola, annullabile;
è valido quando il rappresentato abbia autorizzato espressamente la conclusione
del contratto oppure il contenuto del contratto sia stato determinato
preventivamente dallo stesso rappresentato in guisa da escludere la possibilità di
conflitto (art. 1395 c.c.).
Secondo l’art. 1399 c.c., l’interessato può ratificare (con effetti retroattivi) il negozio
stipulato per lui dal c.d. falsus procurator.
La ratifica è una procura successiva. Ha effetto retroattivo. Il terzo può invitare
l’interessato a chiarire definitivamente se intenda o meno ratificare il negozio
stipulato dal falsus procurator, assegnandogli un termine entro il quale dovrà
pronunziarsi, perché altrimenti, scaduto tale termine, il suo silenzio viene
equiparato dal legislatore ad un rifiuto della ratifica.
Se l’interessato non ratifica il negozio stipulato in suo nome dal falsus procurator,
l’atto resta inefficace, non potendo produrre i suoi effetti né nei confronti del
dominus, perché quest’ultimo non aveva concesso il potere di stipulare quell’atto
in nome suo, né nei confronti del falsus procurator. Il terzo può chiedere il
risarcimento del danno allo pseudo rappresentante.
Si parla di rappresentanza apparente nei casi in cui un soggetto agisca, senza aver
ricevuto una formale investitura, come rappresen- tante di un altro soggetto, il
quale, con il proprio comportamento, concorra a creare la situazione di apparente
potere rappresentativo, in modo da generare nei terzi l’incolpevole affidamento
circa l’effettiva sussistenza di potere rappresentativo.
Es: caso di una persona in stato transitorio di incapacità naturale a causa delle
lesioni riportate in un incidente stradale.
Perciò la legge (art. 2028 c.c.), nel caso in cui taluno senza esservi obbligato e,
quindi, spontaneamente, assuma la gestione di affari altrui, dispone che, in primo
luogo, il gestore non può dismettere a proprio piacimento la gestione, ma deve
continuarla e condurla a termine, finché l’interessato non sia in grado di riprendere
il governo dei propri interessi. In tale attività, il gestore è sottoposto alle norme sul
mandato. L’interessato deve adempiere le obbligazioni che il gestore ha assunto in
nome di lui (art. 2031 c.c.) e deve altresì tenerlo indenne dalle obbligazioni assunte
dal gestore in nome proprio.