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Lezione 01.03
I principi processuali di rilevanza costituzionale
Il diritto processuale civile è quella particolare branca del scienza giuridica che approfondisce la
funzione giurisdizionale civile cioè tutta quella parte di attività funzionale alla risoluzione di
controversie che hanno ad oggetto i diritti soggettivi e gli status personali.
Studiare gli strumenti che l’ordinamento statale mette a disposizione ai titolari dei diritti soggettivi
e degli status personali tutte le volte in cui tale situazione giuridiche soggettive abbiano bisogno
di tutela.
Quando le situazione giuridiche di cui sono titolari necessitano di essere ria ermate da parte
dell’ordinamento perché messe in crisi da uno dei consociati, cioè sono contestate dai consociati.
Quando le prarti non vogliono collaborare allora hanno bisogno di ricorrere a un apparato
giudiziario messo a disposizione dell’ordinamento.
Accanto agli strumento per tutelare i diritti soggettivi e gli status personali (che sono contenuti
all’interno di questi diritti), vi sono strumenti processuali che tutelano situazioni di diversa natura:
Il diritto processuale civile trova qui la sua collocazione. Immaginatevi le atti statali costituite dalle
tre funzioni fondamentali: il diritto processuale civile si inserisce in una di queste tre
(giurisdizionale) e copre appunto l’ambito di tutela dei diritti soggettivi e degli status personali.
PRIMA CONSIDERAZIONE
“Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi"
1° Lettura (più ovvia): chiunque si a erma titolare di un diritto e ritenga che lo stesso abbia
bisogno di tutela, perché violato, ha diritto ad agire in giudizio. Importante è notare l’indicazione
“a tutti”, in quanto in questo mondo non si intendono solo i cittadini.
Difatti l’articolo 24 trova collocazione nella sezione delle garanzie nella nostra Costituzione:
questa è la garanzia del diritto d’azione, cioè la garanzia di agire in giudizio.
2° Lettura: L’articolo 24 si può leggere intendendolo come un dovere dello Stato di assicurare
forme di tutela giurisdizionale dei diritti. Quindi non è solo garanzia, ma anche un dovere
(costituzionale).
Se lo guardiamo da questo punto di vista, quella garanzia sopra citata diventa un dovere statuale,
cioè lo stato è obbligato a o rire suddetti strumenti.
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L’articolo 24, in altre parole, risulta essere il fondamento costituzionale del processo civile,
tanto che, ove lo Stato non o risse adeguati strumenti di tutela giurisdizionale nei confronti dei
diritti soggettivi starebbe deliberatamente violando l’articolo 24, I comma.
Questo fondamento costituzionale della funzione giurisdizionale civile ha come controprova una
disposizione normativa che troviamo nel codice penale agli articoli 392-393 c.p. i quali
sanzionano come reato l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Se ri ettiamo ancora sul primo comma dell’articolo 24 notiamo che parla di possibilità di agire in
giudizio a tutti, per la tutela dei propri diritti; quindi potremmo essere indotti a ritenere che la
funzione giurisdizionale civile serva solo a tutelare diritti soggettivi, in realtà l’oggetto del diritto
processuale civile è lo studio degli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione per la
tutela tanto dei diritti soggettivi quando degli status personali, quindi anche se l’articolo 24
fa solo riferimenti ai diritti soggettivi, in realtà con il termine “diritto” ci si riferisce anche
alla tutela degli status personali.
Studiando il diritto soggettivo sappiamo che può essere: reale, personale, assoluto, relativo etc..
Quando il soggetto su cui incombe il dovere non tiene il comportamento dovuto e non tenendolo,
mette in crisi il diritto soggettivo —> E’ dalla crisi, quindi, che nasce il bisogno di tutela.
Ovvero quando non viene assicurata autonomamente quella situazione di equilibrio prevista
dall’ordinamento. Es. io vanto un diritto di credito e il debitore deve pagare.
Alla luce di quanto stabilisce l’articolo 24, il titolare del diritto soggettivo violato ha la la possibilità
di rivolgersi al giudice civile chiedendogli di essere re-integrato del diritto violato se ovviamente la
situazione sia stata accertata. Fin qui nulla questio. Sul versante dei diritti soggettivi però
dobbiamo approfondire il piano sostanziale, cioè come si comporta la varietà di tali diritti nel
processo.
Dichiarando interdetto un soggetto, nasce in capo a quel soggetto lo status di interdetto da cui
scaturiscono una serie di conseguenze;
N.B. Il soggetto riconosciuto come interdetto perde la capacità di agire, infatti potrà agire solo
mediante il suo rappresentante legale, cioè il tutore.
ESEMPIO: lo status dei coniugi. Dal vincolo matrimoniale derivano tutta una serie di conseguenze
(diritti e doveri dei coniugi). Coniuge è colui che essendosi legato mediante matrimonio ad un altro
soggetto, si trova in una determinata situazione giuridica. Tant’è vero che se decidono di
divorziare passano dallo status di coniugi a quello di divorziati.
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Avendo individuato l’ambito in cui ci muoviamo, ora dobbiamo entrare nello speci co.
Essendo la tutela l’obiettivo, è evidente che suddetto bisogno di tutela cambia a seconda del tipo
di diritto/status e della violazione che queste situazioni subiscono.
ESEMPIO: abbiamo a che fare con un titolare di diritto di proprietà su bene immobile situato in
una determinata zona di Roma. Dei bambini, giocando a palla, rompono un vetro. Che cosa
accade?
Se riportiamo il diritto di proprietà allo schema di diritto soggettivo, il proprietario può pretendere
che tutti i consociati riconoscano tale diritto e non lo violino. Quindi quando abbiamo la
violazione? Quando uno dei consociati danneggia il bene.
ATTENZIONE: la violazione del diritto di proprietà può nascere nel momento in cui uno dei
consociati a erma che non esista tale diritto, quindi non lo danneggia, ma contesta la titolarità?
Il diritto di proprietà è assoluto quindi vale erga omnes. Se un soggetto non riconosce la mia
titolarità di un determinato diritto, è una contestazione si, ma è inteso comunque come
violazione.
E’ su ciente quindi la mera contestazione per integrare la violazione.
PERO’
- Un conto è danneggiare un bene oggetto del diritto di proprietà, per cui il titolare di suddetto
diritto chiederà al giudice di condannare il soggetto a reintegrarlo, in forma speci ca o generica.
N.B: diritti soggettivi relativi: quei diritti che possono essere fatti valere solo nei confronti di
uno o più soggetti determinati/determinabili
Qual è il comportamento doveroso che, sul piano del diritto sostanziale, deve eseguire il debitore?
L’adempimento.
ESEMPIO: Tizio e Caio hanno stipulato un contratto per cui Caio dovrà dare a Tizio 500 euro. Ad
un certo punto, Caio dice che non ha intenzione di dare a Tizio i soldi che gli deve perché
secondo lui il contratto è nullo/viziato.
Quindi il titolare del diritto di credito si muoverà anticipatamente per vedersi riconosciuto il diritto
dal giudice, in modo tale che, al momento della scadenza del credito si potrò avere adempimento,
tanto spontaneo quanto coattivo.
Le forme attraverso le quali il processo civile è chiamato ad o rire tutela al titolare del diritto
soggettivo violato, mutano a seconda della violazione subita; se poi entriamo nell’ottica di
esaminare le altre situazioni giuridiche oggetto di tutela in sede di processo civile, cioè gli status
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personali, dobbiamo individuare qual è il momento nel quale sorge il bisogno di tutela e ancora
una volta, per individuare questo momento, che è fondamentale perché è lì che si può accedere al
giudice civile, è necessaria accertare la situazione fattuale.
Qual è la situazione fattuale che, ad esempio, fa nascere il diritto di essere dichiarato interdetto?
L’incapacità di intendere e di volere.
Quindi il bisogno di tutela negli status sorge quando si è veri cata la situazione fattuale che fa
sorgere le condizioni per generare lo status personale e nel momento in cui si veri cano tale
presupposti, il titolare dello status personale ha diritto a vedersi riconosciuto, in sede
giurisdizionale, quella determinata condizione.
Fin tanto che c’è divergenza tra condizione giuridica e situazione favorevole, c’è necessità di
tutela.
Esempio: Quand’è che sorge il bisogno di mutare lo status di coniugi con quello di divorziati?
Quando tra i coniugi matura una situazione fattuale tale per cui la convivenza sia divenuta
intollerabile.
Nello status personale non c’è violazione, ma viene riconosciuto che un determinato soggetto sia
nelle condizioni fattuali per vedergli riconoscere un determinato status.
Nuova modalità di tutela rispetto al diritti assoluti perché appunto non c’è condanna, ma la
costituzione di uno status.
Il diritto processuale civile è l’altra faccia della medaglia del diritto sostanziale, quindi è ovvio che
di continuo dovremmo fare riferimento a istituti di diritto sostanziale tenendo conto che nella
maggior parte delle volte il riferimento a tali istituti è fatto solo a livello esempli cativo per
comprendere meglio gli istituti di diritto processuale.
Innanzitutto si è visto l’ambito in cui opera il diritto processuale civile e quale sia la sua nalità,
ossia la tutela dei diritti soggettivi e degli status personali. Partendo dal presupposto che
l’obiettivo del diritto processuale civile è proprio questa tutela, l’ulteriore passo in avanti che
bisogna fare è alla luce di tale obiettivo: vedere, quindi, quali sono, in generale, le diverse forme di
attività processuale.
Questo è quel tipo di processo (in termini generali) in cui l’esigenza della tutela è data dalla
necessità che il giudice accerti, in maniera incontrovertibile/con e cacia di giudicato
l’esistenza di un diritto soggettivo quando questo sia stato violato.
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Il risultato nale di questo processo è la pronuncia del giudice che assume e cacia di
giudicato, cioè e cacia di un accertamento incontrovertibile.
Accanto a questa prima forma di esercizio della funzione giurisdizionale civile, il secondo
importante ambito in cui trova attuazione la funzione giurisdizionale civile è il cosiddetto
Oggetto: coattiva esecuzione del diritto già accertato come esistente e violato, ma non
adempiuto spontaneamente. —> adeguare coattivamente la situazione reale a quanto è stato
accertato.
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PROCESSO DI COGNIZIONE: Si parte da una situazione controversa circa l’esistenza del diritto/
della violazione dello stesso—-> dovrà essere accertato
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Accanto a queste due forme principale, troviamo una terza forma di funzione giurisdizionale civile
che si chiama c.d. funzione giurisdizionale cautelare
Qui l’obiettivo è garantire a colui che intende tutelare il proprio diritto soggettivo con una delle due
forme principali gli strumenti di tutela provvisoria nel tempo necessario ad ottenere la tutela
principale. Si mira, quindi, a tutelare il fatto che il proprietario del diritto/status possa subire dei
danni nel tempo necessario per ottenere la tutela principale; difatti, proprio per questa
caratteristica, la funzione giurisdizionale cautelare si connota come una funzione ancillare
rispetto alle altre due, in quanto serve a consentire la tutela durante il tempo necessario per
ottenere la tutela principale.
Queste tre forme dell’esercizio della giurisdizione costituiscono la c.d. giurisdizione contenziosa
Va tenuto conto che l’insieme della funzione giurisdizionale civile prevede che, accanto a queste
forme di giurisdizione contenziosa, ci sia anche una giurisdizione volontaria o non contenziosa;
cioè il nostro ordinamento ha ritenuto di a dare al giudice civile, non solo l’oggetto principale
(tutela diritti e status), ma anche una forma di giurisdizione non costituzionalmente prevista, cioè
ha ritenuto che al giudice civile dovesse agire, in alcuni casi, anche rispetto alla tutela degli
interessi privati di particolare rilevanza.
Da qui nasce la de nizione di giurisdizione non contenziosa: non c’è una controversia sulla
tutela di un diritto/status, ma l’esigenza di adottare dei provvedimenti a tutela di interessi privati di
particolare rilevanza.
“In caso di contrasto su questioni di particolare importanza ciascuno dei genitori può ricorrere
senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei."
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L’ordinamento, per evitare che questo contrasto danneggi il minore, ha disposto che fosse il
giudice civile ad intervenire; qui non abbiamo un diritto soggettivo da far valere, ma un interesse
privato (quello del minore, in questo caso) da tutelare.
“Il tutore non può senza l'autorizzazione del giudice tutelare […]”
nell’ipotesi in cui intervenga la mala gestio da parte degli amministratori della società che
danneggi la stessa, i soci della società, proprio per tutelare l’interesse privato della stessa,
possono richiedere il coinvolgimento del giudice civile per sostituire gli amministratori.
Detto ciò, quindi, anche questa forma di salvaguarda degli interessi privati rientra nella
giurisdizione civile e si a anca alla giurisdizione contenziosa esercitata con le tre modalità
principali e quando noi parliamo della funzione giurisdizionale civile dobbiamo imparare a
distinguere:
1) La funzione giurisdizionale contenziosa con le tre forme prima analizzate e l’obiettivo di diritti
soggettivi e status personali)
E’ chiaro che nell’ipotesi dell’esercizio della giurisdizione civile non contenziosa avremo un
processo con una disciplina molto semplice perché ovviamente in questo caso non emerge tutta
la complessità della giurisdizione contenziosa.
E’ un processo che va sotto la denominazione c.d. processo camerale (libro IV del c.p.c.)
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Quindi quale che sia la funzione giurisdizionale da esercitare, come abbiamo già visto, alla base,
c’è un processo, cioè l’articolare di un’attività tanto delle parti quanto del giudice.
-Giudice
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1) Attore: soggetto che prende l’iniziativa e istaura il processo, cioè colui che esercita la domanda
di tutela. La parola “attore” deriva da “azione”. Nell’antica roma, il praetor romano attribuiva una
determina actio a seconda della situazione giuridica da tutelare; tant’è che la prima fase del
processo romano si chiama “legis actiones”. Questa azione viene esercitata davanti al giudice nei
confronti di un’altra parte.
2) Convenuto: colui che ha violato il diritto soggettivo, motivo per cui sorge la controversia.
Anche qui, tale denominazione, è di derivazione romana: nell’esercitare l’actio, l’attore la prima
azione che deve fare è quella di convenire di fronte al giudice per de nire la situazione nel fatto di
specie.
Non si può essere processo se non c’è, per entrambe le parti, la possibilità di esercitare in
contraddittorio, tra di loro, e davanti al giudice le reciproche attività difensive: quindi, per l’attore
a ermare che il proprio diritto è stata violato e, per il convenuto contestare e mettere in
discussione quanto è a ermato dall’attore.
Tra le parti e il giudice c’è un rapporto di perfetta distanza tra gli uni e gli altri, rappresentata come
se fosse un triangolo.
Nel caso della funzione giurisdizione non contenziosa (quindi quella volontaria), proprio
perché non c’è una controversia, può accadere che l’intervento del giudice sia richiesto dal
soggetto titolare del diritto da tutelare e quindi può avvenire su base volontaria, di conseguenza
potrebbe, a seconda dei casi, non esserci un convenuto nei confronti dei quali si chiede una
tutela.
ESEMPIO: articolo 374 del c.c. :l’ipotesi in cui il tutore dell’interdetto, per compiere determinati
atti di straordinaria amministrazione (ad esempio la vendita di un bene), ha bisogno
dell’autorizzazione del giudice. In questo caso il tutore, prima di compiere l’atto nell’interesse
dell’interdetto, si rivolge al giudice e chiede l’autorizzazione preventiva. In questo caso nel
processo abbiamo solo due parti, in quanto l’interdetto, non avendo la capacità di agire, non può
partecipare direttamente: non c’è contrapposizione, ma solo una richiesta di autorizzazione che il
giudice valuterà se e ettivamente è a favore o meno dell’interdetto.
N.B. Nello speci co caso della dichiarazione di interdizione siamo in presenza di giurisdizione
contenziosa in quanto c’è uno status da de nire (quello di interdetto).
Si è detto prima che i protagonisti del processo sono principalmente i tre soggetti sopra citati.
Ogni processo ha la sua struttura, n ora si è analizzato solo il punto di vista funzionale, vediamo
quindi la struttura.
Ciò che dobbiamo subito acquisire è che la struttura di ognuna di queste forme di processo le
troviamo nel codice. Il punto fondamentale da cui dobbiamo partire è che la disciplina che da
delle forme processuali il legislatore ordinario, è una disciplina che deve essere conforme a
principi processuali che troviamo nella carta costituzionale.
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Può accadere che alcune soluzione del legislatore italiano siano in contrasto coi principi
sovranazionali e anche in questo caso l’esito è lo stesso: la legislazione ordinaria deve cedere il
passo alla legislazione sovranazionale perché ci si trova in una sorta di situazione piramidale:
Partendo ovviamente dalla necessità che il legislatore ordinario conformi la disciplina processuale
ai principi costituzionali, vediamo innanzitutto quali sono suddetti principi:
In qualsiasi stato e grado del processo, il diritto di difesa va assicurato in modo pieno perché è un
diritto costituzionalmente legittimato.
Teniamo presente che i principi di cui stiamo parlando (d. processuali di derivazione
costituzionale) possono servire anche all’interprete per dare l’interpretazione costituzionale
corretta di una determinata soluzione normativa.
Tale pieno diritto di difesa vale prima che il giudice si pronunci in quanto deve essere congegnato
in maniera tale che le ragioni delle parti possano avere un’incidenza sul provvedimento che il
giudice adotterà, quindi non può essere solo una garanzia meramente formale, ma deve essere in
grado di in uenzare la decisione che adotterà il giudice.
Sempre nell’articolo 24, fondamentale nella disciplina processuale, al III comma vediamo
a ermato il principio del dovere dello stato di o rire la possibilità anche a chi non abbia i
mezzi economici di sostenere le proprie ragioni in giudizio, di sostenerli con appositi istituti.
La formulazione che troviamo in questo articolo è nasce con legge costituzionale del 1999 per
e etto dell’adeguamento del nostro ordinamento ai principi della carta europea dei diritti
dell’uomo, paragrafo VI, che contiene gli stessi principi a ermati dall’articolo 111.
N.B. Legge intesa in forma primaria, quindi legge ordinaria o atto avente forza di legge, quindi non
sono ricompresi i regolamento perché, essendo una fonte secondaria, si incorrerebbe nella
violazione di questa riserva di legge.
ESEMPIO di questo tipo è accaduto con la legislazione di emergenza per il COVID19, dove si è
intervenuti con i DPCM che sicuramente non hanno rango primario.
Altri principi fondamentali per assicurare il giusto processo (giusto nel senso di processo
conforme ai principi costituzionali):
“Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice
terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.”
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A) Viene conclamato ciò che dicevamo prima: non può esserci processo senza
contraddittorio. E’ importante sottolinea che questa garanzia del contraddittorio qui viene
a ermata anche nell’interlocuzione col giudice, cioè tutte le volte in cui al giudice dovesse esser
riconosciuta la possibilità dalla disciplina di esercitare dei poteri non sollecitati dalle parti, la
garanzia del contraddittorio su questi poteri garantirà appunto il veri carsi del contraddittorio.
B) Il contraddittorio deve essere in una condizioni di parità (ovviamente). Per capirci, non può
esserci tra un soggetto interdetto e uno con regolare capacità di agire perché non si troverebbero
in una situazione di parità.
C) Il processo, per essere giusto, deve svolgersi dinnanzi ad un giudice terzo, nel senso di
equidistante dagli interessi che sono in gioco e imparziale quindi non deve ovviamente avere
alcun tipo di rapporto con le parti.
D) Che cosa signi ca che legge deve assicurare la ragionevole durata del processo? Si intende
che il processo deve avere una durata tale da assicurare le garanzie richieste senza che la stessa
assicurazione avvenga in maniera spropositata, ma bilanciata rispetto alla durata del processo
In ne, abbiamo un principio che si è a ermato ora e che assume una rilevanza importante
quando parleremo delle impugnazioni che possono essere esperite dalle parti rispetto alla
decisione del giudizio.
Nel VII comma dell’articolo 111 viene a ermato il principio per cui contro le sentenze del
giudice è sempre ammesso il ricorso in cassazione per violazione di legge.
Cioè il legislatore deve assicurare la possibilità che le parti possano esercitare come
impugnazione il ricorso in cassazione, la quale dovrà e ettuare un controllo di legittimità (cioè che
il giudice abbia correttamente operato nell’applicare la legge ordinaria, quindi che l’attività non sia
viziata).
Perciò si accede a questo controllo di legittimità (che non è automatico) mediante il ricorso in
cassazione.
Andiamo a vedere quali sono gli elementi in concreto che sono richiesti perché si abbia un
processo, qualunque esso sia.
Perché si abbia un processo ci deve essere c.d. la domanda di tutela, quindi l’iniziativa della
parte che ha bisogno di tutela. Difatti, il principio fondamentale che troviamo a ermato nel c.p.c.
è il principio della domanda, articolo 99 c.p.c —> Non avremo mai un processo che inizi su
iniziativa dello stesso giudice. In realtà la domanda, non è altro che il contenuto dell’azione
giudiziale.
1) Avviare il giudice
Tuttavia questi due requisiti non sono di per sé su cienti, per avere la decisone nel merito del
giudice. Per avere la tutela nel merito devono ricorrere altri elementi.
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Attenzione questi ulteriori elementi riguardano in parte gli stessi protagonisti del processo (e quindi
possiamo identi care come ulteriori presupposti processuali per la corretta istallazione dello
stesso).
Accanto a questi requisiti che attengono il solo processo, ci sono dei provvedimenti ulteriori, che
riguardano l’azione dell’attore, che vengono ricompresi:
Condizioni dell’azione —> l’azione, per poter consentire al giudice di emettere un provvedimento
di merito, deve presentare determinati requisiti e se ne manca qualcuno vuol dire che l’azione è
stata si esercitata, ma non essendo stata esercitata correttamente non può portare alla decisione
nel merito.
Se vediamo nel loro complesso questi elementi, quindi, siamo in presenza di requisiti che
l’ordinamento richiede perché il giudice possa arrivare a pronunciare una decisione nel merito.
1) Competenza del giudice —> competenza nasce dal fatto che in realtà a seconda del tipo di
domanda giudiziale, avremo un giudice diversamente competente.
2) Capacità processuale delle parti —> tanto l’attore, quanto il convenuto devono essere muniti
di capacità processuale, ovvero devono avere la capacità d’agire.
Lo strumento a cui ricorre il codice nel momento in cui una delle due parti fosse privo della
capacità di agire, è quello del coinvolgimento del rappresentante legale
ESEMPIO: il minore dovrà formulare la propria domanda attraverso i genitori che sono i suoi
rappresentanti legali, di fronte al giudice competente.
Ne deriva quindi che se non dovesse seguirsi questa soluzione e la domanda fosse proposta da
un soggetto privo della capacità d’agire, anche se davanti ad un giudice competente, non si potrà
arrivare alla decisione di merito in quanto ci troviamo di fronte ad un vizio di natura processuale e
l’esito non può che essere la chiusura del processo senza arrivare alla decisione nel merito.
Questo è ciò che rileva per quanto riguarda i requisiti fondamentali che devono sussistere dal
punto di vista processuale a nché il giudice possa entrare nel merito e pronunciare una risposta
alla richiesta di tutela.
Insieme ai presupposti processuali, abbiamo dei requisiti che attengono direttamente alla
domanda che è stata proposta e che prendono il nome di c.d. condizione dell’azione e
prendono questo nome per distinguerli dai requisiti per l’instaurazione del processo.
1) Possibilità giuridica —> quella situazione che intendiamo far valere sia tale, ovvero tutelata
dall’ordinamenti
2) Interesse ad agire —> ci sia un’utilità che quella azione ove sia fondata possa farci conseguire
3) Legittimazione ad agire —> che la situazione giuridica che vogliamo tutelare sia nostra e che
non appartenga ad altri.
ESEMPIO: la capacità processuale —> se un soggetto ne è privo, signi ca che non ha potuto
esercitare correttamente le proprie prerogative perché non c’era una situazione paritaria.
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DOMANDE:
Il codice in questo caso ricorre ad un istituto particolare —-> il giudice segnalerà questa
situazione all’u cio del pubblico ministero (ci si rivolge a questo perchè tra i soggetti legittimati a
chiedere l’interdizione c’è anche il Pubblico Ministero) e cosa accade al processo che è stata
introdotto? Bisognerà aspettare la pronuncia di interdizione però per non sottrarsi all bisogno di
tutela, in attesa che ci sia la pronuncia di interdizione, il giudice nomina un soggetto che tutela
questa che molto probabilmente è suscettibile di essere dichiarata interdetta, quindi il processo
non risulta viziato e non viene sospeso. Per esempio qualcosa del genere può capitare rispetto al
minore quando l’oggetto della controversia riguarda lo stesso ed è una controversia che sorga tra
i genitori —-> EX: quei procedimenti previsti dal codice civile di limitazione o sottrazione alla
responsabilità genitoriale. C’è un con itto di interessi: i genitori non possono essere
contemporaneamente parte in casa e rappresentanti del minore e quindi si ricorre alla nomina di
un curatore speciale del minore. Istituto previsto dagli articoli 78-79 del codice civile c.d. nomina
del curatore speciale.
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Ci serve innanzitutto sapere quali siano i presupposti minimi di esistenza di qualunque processo:
a) Domanda al giudice
Questi sono presupposti per il corretto esercizio del diritto dell’azione. Quando guardiamo a
queste condizioni si suppone che abbiamo già veri cato che sussistano i presupposti processuali.
Si impone questo ordine logico perché è inutile veri care l’esistenza delle condizioni dell’azione
se, in primo luogo, mancano i presupposti per avere una corretta procedibilità del processo,
quindi si ha questo iter logico per evitare sprechi processuali.
Le condizioni dell’azione sono dei requisiti che, a di erenza dei presupposti processuali,
riguardano l’azione, cioè la domanda formulata dall’attore. Si tratta di requisiti c.d. di
ammissibilità dell’azione cioè se manca anche una sola di questa condizione, l’esito è lo stesso
che avremmo se dovesse mancare uno dei presupposti processuali ossia il giudice non potrà
entrare nel merito della domanda giudiziale.
i) possibilità giuridica
e vanno ad a ancarsi ai presupposti processuali. A questo punto stiamo veri cando qual è
l’attività che deve compiere il giudice, una volta che si trova a valutare una domanda d’azione.
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i) Possibilità giuridica: il giudice, in un’attività giudiziale, deve porsi la domanda per cui se quella
situazione abbia una copertura normativa, cioè se sia una situazione giuridica, con riferimento alla
quale, l’ordinamento sostanziale prevede la tutela.
Questo perché?
La ragione sta nel fatto che quando noi andiamo ad analizzare le situazione giuridiche tutelabili,
abbiamo un catalogo che più o meno è completo e all’interno di esso possiamo avanzare la
domanda di azione. Quindi per poter accedere alla tutela che chiediamo è necessario che tale
situazione sia innanzitutto tutelata sul piano sostanziale, per poi esser tutelato sul piano
processuale.
Facciamo qualche esempio di ciò che signi ca proporre un’azione di tutela per una situazione che
non è tutelata dal punto di vista sostanziale
ESEMPIO: domanda di tutela di un credito di gioco; art. 1933 c.c. rubricato “difetto di azione”.
Siamo nella situazione giuridica in cui il creditore non può rivendicare la tutela di un credito
maturato dal debitore al tavolo da gioco.
N.B: A prova di ciò ricordiamo il pagamento del debito di gioco ex art 2034 c.c: è un’obbligazione
naturale: il creditore ottiene l’adempimento di quel credito solo su base volontaria.
ESEMPIO: caso in cui l’attore abbia proposto una domanda con la quale chieda la risoluzione di
un contratto —> l’attore Caio chiede la risoluzione del contratto stipulato con Tizio perché non è
più per lui conveniente (sostanzialmente ha cambiato idea). Sulla base di ciò che stabilisce il
diritto sostanziale, ciò è possibile? Manco per niente, in quanto le uniche possibilità per le quali
si può chiedere la risoluzione di un contratto sono:
- inadempimento della controparte ex art. 1453 c.c.
- eccessiva onerosità del contratto ex art. 1467c.c.
- per impossibilità sopravvenuta ex art. 1463 c.c.
Ovviamente stiamo parlando della tutela giurisdizionale, se poi tra di loro le parti fanno un muto
accordo è un altro discorso.
E’ la direttrice su cui si gioca la possibilità per l’ordinamento sostanziale di allargare il catalogo dei
diritti/situazioni da tutelare. Ri ettiamo: è chiaro che l’idea che ci siamo fatti dell’ordinamento
sostanziale civile è che il catalogo delle situazioni giuridiche sia concluso; in realtà tutti gli
ordinamenti giuridici sono organi in continua evoluzione in quanto ogni giorno possono nascere
situazioni giuridiche che, seppure non appartengono a quel catalogo, e non sono state ancora
totalmente riconosciute, stanno maturando e richiedono tutela. Se siamo in presenza di situazioni
di questo tipo, il titolare di quella suddetta situazione giuridica comincia a rivendicarla sul piano
processuale, chiedendo al giudice di tutelarla attraverso un’operazione di interpretazione
sistematica essendo appunta questa una situazione di nuova emersione.
E’ quanto accaduto, ad esempio, ai diritti di terza generazione —> diritti della personalità
Ma prima di questa legge, ci sono stati una serie di interventi giurisprudenziali che, pure in
assenza di una norma sostanziale, hanno riconosciuto piena tutela a queste situazioni giuridiche,
arrivando all’attribuzione di ripensa giuridica sulla base di una interpretazione sistematica
dell’ordinamento soprattutto alla luce dei principi di derivazione costituzionale
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ESEMPIO: la vicenda “Englaro” si gioca tutta sul piano processuale che riconosce il cosiddetto
“testamento biologico”. (Cerca su google le varie pronunce di giudici civili no ad arrivare alla
corte costituzionale per eventuali chiarimenti)
Quindi il processo diventa una sorta di “incubatore” di diritti soggettivi nuovi meritevoli di tutela;
ne consegue che non siamo in un sistema chiuso, anzi.
Abbiamo una norma del codice civile che la prevede, mentre la c.d.possibilità giuridica è
intrinseca nella funzione stessa del processo.
Il senso vero di questa disposizione è che nel proporre la domanda, così come nell’opporsi
rispetto alla stessa, deve emergere che ove la domanda/contestazione dovesse risultare fondata,
alla parte arriverà un’utilità concreta.
Quindi si può dire che l’interesse ad agire sussiste nel momento in cui, sulla base di una
valutazione della domanda/contestazione che è stata posta, ove quella domanda/contestazione
dovesse risultare fondata, alla parte che l’ha proposta verrà garantita un’utilità.
Quindi laddove da una domanda, anche se fondata nel merito, non ne derivi alcuna utilità
concreta (sul piano giuridico) per colui che l’ha proposta, lasciando le cose esattamente come
sono senza alcuna “miglioria”, viene a mancare l’interesse ad agire ,quindi una condizione
dell’azione e non è opportuno che il processo prosegua; di conseguenza è compito del giudice
rilevare questo difetto.
Lo valuta rispetto al bisogno di tutela che l’attore manifesta nel formulare la domanda.
Quindi l’attore nel formulare la domanda deve spiegare qual è il difetto che ha colpito quella
situazione giuridica e sulla base di questa a ermazione il giudice può già valutare se, nel caso in
cui dovessero risultare fondate queste a ermazioni, se il processo potrà e ettivamente portare
questa utilità concreta a chi ha fondato la domanda.
Se la risposta dovesse essere negativa, nonostante la domanda sia fondata, l’esito sarà la
chiusa del processo per difetto dell’interesse d’agire.
Anche qui c’è un’economia processuale da preservare —> cioè l’attività del giudice.
In riferimento a questa condizione abbiamo una norma espressa che la prevede cioè l’articolo 81
c.p.c:
“[…] nessuno può far valere nel processo in nome proprio un diritto altrui”
La legittimazione ad agire è l’a ermata titolarità della situazione giuridica rispetto alla quale si
chiede tutela al giudice; quindi la legittimazione ad agire sottolinea l’esigenza che la situazione
giuridica oggetto dell’azione debba essere tale per cui l’attore si a erma titolare, perchè se invece
si chiede in giudizio di tutela su una situazione di cui non si è titolari, si ha carenza della
legittimazione ad agire.
!!!IMPORTANTE
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NON SI PUO’ CHIEDERE TUTELA PER UN DIRITTO ALTRUI, SALVO CHE IL LEGISLATORE
NON L’ABBIA PREVISTO IN VIA DEL TUTTO ECCEZIONALE;
IN TAL CASO SIAMO NELLA c.d. “LEGITTIMAZIONE STRAORDINARIA AD AGIRE”
(O c.d.SOSTITUZIONE PROCESSUALE)
ESEMPIO: Tizio propone una domanda giudiziaria ed esercita un’azione per tutelare un diritto di
Caio e, che la risposta sia positiva o negativa, gli e etti si veri cheranno nella sfera giuridica di
Caio stesso.
Quindi, per evitare sprechi dell’attività processuale, il legislatore pone questo paletto n da subito.
Da ciò possiamo desumere la di erenza tra “legittimazione ad agire” e "legittimazione
processuale” (intesa come presupposto processuale)
1) Capacità processuale: attiene al pro lo del soggetto, cioè alla sua capacità di essere soggetto
di diritto (avere la capacità di agire)
2) La legittimazione ad agire: poiché attiene all’azione, è propria del diritto e non del soggetto.
Se invece ci spostiamo sul pro lo della condizione dell’azione, tutte e tre fanno riferimento
all’oggetto della domanda.
—————————————————————
PER INTENDERCI
Un soggetto privo di capacità di agire non può essere parte del processo e quindi ne deriva che
se il giudice dovesse avere un processo istaurato, ad esempio, da/con un minore deve rilevare
che manca un requisito procedurale cioè la capacità di agire e quindi la capacità processuale.
In riferimento alla legittimazione ad agire, invece, una volta che il giudice abbia appurato che la
parte abbia la capacità processuale, prima di andare a vedere nel merito, deve appurare (art 81
c.p.c.) che il diritto su cui è stata richiesta tutela rientri nella sfera giuridica del soggetto in
questione.
—————————————————————
Tornando quindi al discorso sulla legittimazione ad agire, articolo 81, per proporre un’azione
bisogna essere titolari della situazione giuridica di cui si chiede tutela. Tuttavia ci sono alcune
ipotesi per cui, per espressa previsione di legge, c’è la possibilità che agisca in giudizio un
soggetto diverso dell’e ettivo titolare della situazione giuridica.
ESEMPIO: nasce dal codice civile, la cosiddetta c.d. azione surrogatoria art 2900 c.c.
“Il creditore, per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni, può
esercitare i diritti e le azioni che spettano verso i terzi al proprio debitore e che questi
trascura di esercitare, purché i diritti e le azioni abbiano contenuto patrimoniale e non si
tratti di diritti o di azioni che, per loro natura o per disposizione di legge, non possono
essere esercitati se non dal loro titolare.
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Il creditore, qualora agisca giudizialmente, deve citare anche il debitore al quale intende
surrogarsi”
I presupposti processuali: requisiti che devono sussistere per avere una corretta
instaurazione del process
Le condizioni dell’azione per poter attivare un processo
Le azioni di cognizione: quale sia l’azione richiesta per la Fione esercitata ci devono
esser
- soggetti o elementi soggettivi (attore e convenuto
- Oggetto o elementi oggettivi: Petitum (mediato e immediato) ciò che si chiede, causa
pretendi (ragioni della domanda o dell’azione ( Fatti costitutivi del diritto e fatti integranti
la sua affermata violazion
Il processo di cognizione (processo ordinario), il giudice deve veri care qualcosa (es.
venuto un danno:
- introduzione dei fatti rilevanti sul quale il giudice pè chiamato a decidere, si consente
alle parti di introdurre i fatti rilevanti. L’attore; fatti a sostegno dell’azione che dimostrano
il suo diritto e la sua violazione che c’e stata dal convenuto; Il convento: l’allegazione e l
introduzione di fatti a suo favore, che contestano le ragioni e allegazioni fatte dal attore:
questo è ul contraddittorio. Il giudice deve individuare i fatti rilevanti del processo, le
allegazioni dei fatti da parte delle parti in caus
- fase centrale: trattazione della causa e all’interno di questa fase si ha l’acquisizione da
parte del giudice degli elementi necessari per veri care la veridicità dei fatti allegati dalla
parte: in che modo ? Gli studenti messi a disposizione dall’ordinamento sono i mezzi di
prova che servono a consentire il giudice in sede processuale di veri care la veridicità
- fase decisoria: nella quale il giudice emette la sua decisione, pronuncia la sentenza a
seconda del conovnicemtno che si è formato alla luce delle risultanze probatorie e degli
esiti. Si ha la pronuncia della sentenza che costituisce poi la decisione
Alla base di queso processo c’e l esercizio di un azione, azione di cognizione, che è
l’azione di concione che regge un processo di cognizione.
La struttura dell’azion
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provvedimento del giudice). Es. attore afferma di avere subito un danno su un bene di
sua proprietà ( nestra rotta). Agisce davanti al giudice tramite un’azione di cognizione:
richiede l’accertamento del suo diritto attraverso una sentenza che accerti tale diritto e
la sua azione e richiede la condanna del convenuto per ottenere il risarcimento.
(risarcimento e condanna petitum immediato), il bene che concretamente vuole
ottenere, questo elemento in più che scaturisce come conseguenza della pronuncia
costituisce il petitum mediato, in questo caso la somma a titolo di risarcimento del
danno che cade come contenuto della pronuncia del giudice. Io non posso ottenreril
pagamento della somma senza che ci sia stata la sentenza di condanna, quindi
petitum e causa petendi vanno di pari passo
b. causa petendi: le ragioni per le quali si esercita- si chiede l’azione la tutela: il fatto che
l attore si afferma titolare di un diritto che ritiene essere stato violato e richiede una
tutela.
Art 163 c.p.c. Elenca quali sono gli elementi che l attore deve indicare nell’atto nel quale
formula l’azione di condizione. Si parla di atto di citazione, ovvero l’atto tramite il quale
l’attore esercita l azione di condizione. Nell’elencazione si nota gli elementi soggettivi ed
oggettivi.
Le azioni di cognizion
Laddove la tutela del diritto soggettivo dell’attore si limiti a mero accertamento del diritto di
cui si afferma titolare, è suf ciente qui la semplice pronuncia di una sentenza che accerti
un diritto. La violazione qui si sia limitata a una contestazione di un diritto. L’attore cui ha
solo bisogno di una pronuncia di una sentenza che accerti l’esistenza di un suo diritto, non
ha bisogno di altro. Da questo caso l’ordinamento metto quindi a disposizione l’azione di
mero accertamento, quindi avviene quando la violazione di un diritto si sia concretizzata
nella mera contestazione del diritto. Qui l’interesse ad agire nasce dalla mera
contestazione e da qui nasceva la possibilità di esercitare la tutela. Un esempio nel codice
civile: 1079 c.c. ovvero accertamento della servitù: es un soggetto può fare riconoscer
l’esistenza di una servitù di passaggio. Mio il titolare di un diritto reale parziale agisce per
farsi riconoscere tale diritto. Attore tizio agisce nei confronti di caio covnetuo che contesta
ciò (elementi soggettivi) elementi oggettivi, petitum immediato una sentenza di mero
accertamento dell’esietzna della servitù, in conseguenza di cuoi il petitum mediato va da
se perché non ha bisogno di qualcosa in più, bastava limerò accertamento. La causa
petendi: le contestazioni ch il convenuto caio ha impedito a tizio di esercitare il suo diritto
reale. Oggetto dell’azione sarà un provvedimento positivo di accertamento.
Esistono anche azioni di mero accertamente negativo, nel codice civile art 949 azione
legatoria: un attore può agire in giudizio per fare dichiarare l’inesistenza di un diritto che
altrui vanta quando teme di poterne avere pregiudizio. Il proprietario ha diritto di godere e
dispone liberatamene di una certa cosa, se un terzo rivendica illegittimamente u diritto es.
di servitù, il proprietario del terreno non può goderne in maniera piena. Se l’attore tizio per
essere tutelato pienamente si richiede al giudice di affermare che non esiste quel diritto,
questo risultato si può ottenere di richiedere al giudice no solo l’accertamento della
proprietà ma anche l inesistenza del diritto vantato dal terzo. Nell’ambito azione negativa:
inesistenza del diritto altrui e di conseguenza anche l accertamento del proprio diritto: ciò
necessario per la tutela piena. Quindi non basta al proprietario l’accertamento della suo
diritto ma anche l’inesistenza dell’altrui diritto vantato. Nel 949 il legislatore parla di
PROPRIETARIO quindi deve essere comunque implicito che il soggetto che agisca sia
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L’azione di mero accertamento Non si po proporre in via preventiva, serve che ci sia una
contestzione. Se nessuno contestanurlla perché devo agire per far rinascere il mio diritto ?
L’ordinamento ammette pero la possibilità di agire in casi tipici in via preventiva perché è
altamente probabile che il diritto venga contestato.
L’azione di condann
es.
- art 949, 2 comma: se sussistono turbative e molestie, si richiede la cessazione oltre al
risarcimento del danno. Qua ovviante il previo accertamento del diritto. Quindi qui si può
accumulare l’azione di merca cognizione negativa e quella di condanna (risarcito degli
eventuali danni). Es. Il terzo che vanta di un diritto di servitù passando su un fondo,
nell’esercitare questo diritto ch causato dei danni sul fondo ( es piante). Quindi si chiede
di accertare che il terzo non ha tale diritto di servito e inoltre può chiedere il riasarcientn
dei danni subiti.
- art. 1079, 2 comma può anche richiedere oltre al risarcimento dei danni anche il
ripristino della situazione antecedente alla violazione (es rimuovere il cancello che uno
ha messo per impedire il passaggio
- art 2043 c.c.: qualunque fatto doloso colposo che reca un ingiusto danno altrui, deve
essere risarcito.
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- art 1218 c.c.: Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al
risarcimento del dann
accanto alla condanna ordinaria, ci sono ipotesi di condanne speciali, ovvero ipotesi
tipiche di applicazione in maniera diversa da quella ordinaria dell’azione di condanna. In
questi casi del tutto eccezionalmente abbiamo l’azione di condanna esercitata in modo
particolare, come
- generica (278 c.p.c): la particolarità qui è che non si richine subito la quanti cazione del
quantum della condanna, qui invece si può formulare una domande puramente
generica, una pronuncia di condanna basata solo sull’an. Quindi si scinge l azione, una
parte solo l’an e successivamente il quantum. Si puo iscirvere in hipoteca i beni in
attesa del quantum
- futura (es. art 657 c.p.c): qui il codice consente all’attore che voglia ottenere il rilascio
del mobile dato in locazione alla scadenza del contratto di agire prima che il contratto
non sia avvenuto, la sentenza di condanna sarà valida solo allo scadere del contratto.
consente al titolare dell’immobile di munirsi si una sentenza di condanna prima che il
contratto non sia scaduto, sulla base di questa violazione prospettica che è una formula
eccezionale e agisce in modo limitato tipico.
- con riserva di eccezioni (es. art 35, art 665 c.p.c): il convento avrà diritto di esercitare le
sue difese, tra le quali sono le eccezioni che sono delle contestazioni (es. contestare
che il diritto vantato dall’attore è prescritto). Nella condanna ordinaria, il giudice va
tenere conto delle eccezioni mosse dl convenuto e le allegazioni dell’attore. Qui il
legislatore consente che la condanna venga pronunciata dal giudice sulla base delle
solo allegazioni dell’attore e di esaminare le eccezioni dell’attore solo successivamente,
es quando allegazioni hanno bisogno di un istruttoria complessa mentre le eccezioni
sono facili da fondare. Il provvedimento successivo e de nitiva sarà di conferma di
quello preventivo o diverso.
- accertamenti (sommari) con prevalente funzione esecutava (es.: art 633 c.p.c.): anche
qui ipotesi eccezionali, es decreto ingiuntivo: qui si coglie il diritto vantato dall’attore
come un diritto fondato su prove fondate dall’ordinamento, qui il legislatore ottenga un
provvedimento provvisioni di condanna rinviando in un secondo momento al convenuto
di fare valere le sue contestazioni.
Differenza ra gli ultimi due: Nella condanna con riserva di eccezioni: qui le eccezioni
vengono mosse all’interno del processo e solo la loro valutazione in un secondo momento.
Nel caso di accertamento sommario: il processo in 2 fasi, il prima solo l’attore dove il
giudice prese in considerazione solo le ragioni dell’attore senza la presenza del convenuto
e il giudice emanerà dunque una condanna provvisoria e solo dopo il convenuto verra
informato della pronuncia del condanna dov ui può fare valere le sue ragioni e
contestazioni
La condanna condizionale non è una vera e propria condanna prevista dal legislatore, ma
è un’elaborazione giurisprudenziale. Consiste in una condanna sottoposta a condizione, è
molto simile a una condanna in futuro.
Lezione 9.0
Le azioni di condizione: le azioni costitutive e il dovere decisorio del giudic
3
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Azione Costitutiva
Consiste nella terza azione di cognizione, attraverso queste 3 si può tutelare tutte le
situazioni giuridiche che hanno bisogno di tutela.
Si intende l azione che soddis l interesse dell attore che si sostanzi nel bisogno di avere
la costituzione modi cazione o estinzione di un rapporto giuridico o di uno status
personale. Quando è che l attore che si trova nella situazione di poter pretendere dall’
giudice per ottenere questo effetto ? qui si è de nita una categoria particolare di diritto
soggettivo, questa categoria sarebbe la situazione sostanziale da cui nasce la possibilità
dell attore di chiedere al giudice la modi cazione, estinzione o costituzione di una
situazione giuridica o status si parla di diritto potestativo. Quale è la differenza tra diritto
soggettivo e potestativo: il primo presenta una situazione di vantaggio nei confronti del
soggetto passivo, ma per essere soddisfatto il diritto serve la cooperazione del soggetto
passivo (es. diritto di credito); un diritto potestativo è un diritto la cui realizzazione non ha
bisogno della cooperazione del soggetto passivo, è suf ciente che il titolare manifesti la
volontà di manifestare gli effetti di tale diritto
es.
- art 1453, diritto potestativo alla risoluzione di un contratto per inadempimento:
presumendo i presupposti fattuali dati al c.c. è suf ciente che la parte manifesti la
volontà di ottenere la risoluzione del contratto
- art 1427 c.c. quando contratto concluso con vizio del consenso, il contratto è
annullabile.
Il titolare quindi di un diritto potestativo può agire in giudizio per chiedere la modi cazione,
estinzione o costituzione di un diritto o situazione giuridica tramite quindi l’azione
costitutiva. Non sta chiedendo la condanna di un convenuto.
es. parte agisce in giudizio per far riconoscere che un contratto sia stato novato, ciò può
venire sia per via extra giudiziale ma anche per via giudiziale. Le parti possono modi care
liberamente l’oggetto del contratto, essendo accaduto ciò, in questo caso ognuna delle
parti ha il diritto a richiedere la prestazione novata, se una delle parti non lo rinconsoce, il
giudice subentra per riconoscerlo. Ovviamente se nessuno delle due parti contesta cio, il
problema non si pone.
es. 2932 del c.c. le parti hanno stipulato un contratto preliminare che fa scaturire poi l
obbligo di giungere al contratto de nitivo, ma se dopo una delle parti non si rende
disponibile a stipulare il contratto de nitivo, la parte può chiedere al giudice di stipulare il
contratto de nitivo: esempio azione costitutiva. La parte qui quindi ha il diritto potestativo
per richiedere la stipulazione del contratto. La fonte del contratto costitutivo tra le parti sarà
la pronuncia del giudice, questa pronuncia prende posto del contratto de nitivo.
Una volta costituito uno status personale, può essere modi cato nel corso del tempo
oppure addirittura estinguersi. L’azione costitutiva serve dunque in questi cas
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- 151 c.c.: separazione dei coniugi quando la convivenza è diventata insopportabile,
pronunciata la sentenza di separazione. il loro status si modi ca diventando coniugi
separati. Qanado quindi si po richiedere lo scioglimento ? art 3 legge del divorzio ce lo
dice: quando ci sono determinate circostanze sul piano fattuale si integrano i
presupposti per ottenere tale pronuncia da parte del giudice mediante la pronuncia di
una sentenza di divorzio
- dichiarazione di una sentenza di interdizion
- art 2908 nei casi previsti dalla legge l’autorità giudiziaria può costituire, modi care o
estinguere rapporti giuridici: qui siamo in un’ipotesi tipic
l’art 112: il giuda deve decidere sia tutta la domanda e non oltre i limiti di essa. Quindi dal
diritto d’azione derivano vari obblighi a capo del giudice. Inoltre deriva dunque la
delimitazione entro il quale il giudice deve statuire, ovvero su tutta la domanda. Quindi il
giudice deve decidere in base all oggetto della domanda. Non puo nemmeno statuire oltre
l’oggetto della domanda, ma solo su cio che le parti gli chiedono.
Ci deve essere piena coincidenza tra oggetto della decisione ed oggetto della
domanda
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Chiesto = pronunciato
Si tratta di un vero proprio vizio se il giudice statuisce su cio che non gli è stato chiesto o
non corrisponde all’oggetto della domanda: si parla di extrapetizone. Il giudice quindi ha
statuito su un petitum più ampio
Quindi deve stature nel rispetto del principio di disponibilità della tutela giurisdizionale (art
2907 c.c.) e del principio della domanda art 99 c.p.c) e ovviamente su tutta la domanda
(corrispondenza tra oggetto decisione e oggetto della domanda)
L’attore n dall’inizio può comunare più domande che non sono in contraddizione e che
possono essere comunate. Il principio del art 112 vale per ognuna delle domande
proposte. es. es servito: oltre all’azione di accertamento della servitù il soggetto può anche
richiedere la condanna per il risarcimento dei danni
1453: l attore oltre a richiedere l azione costitutiva anche un azione di condanna per la
restituzione della prestazione compiuta e il risarcimento dei dann
Il principio della corrispondenza va inteso sia alla singola domanda che a tutte le domande
insieme.
L’art 113 ci dice come deve operare il giudice nel moneto che pronuncia la decisione,
ovvero seguire le norme del diritto.
- Principio di legalità: La decisione deve essere fondata sul caso concreto applicando
norme di diritto: applicando al caso concerto norme di legge che dee individuare lui
- Principio di jura novit curia. Il giudice è libero di individuare quali siano tali norme (jura
novit curia). Il giudice dunque è sottoposto solo alla legge
Il giudice poi ovviamene veri cherà che la domanda posta sia fondata o meno
Lezione 10/0
Il dovere decisorio del giudice e i suoi limit
L’azione è riconosciuto a colui che abbia bisogno di ottenere una tutela giurisdizionale; da
ciò deriva, art 112, l’obbligo del giudice di statuire sulla domanda posta dall’attore: l’articolo
delinea dunque lo spazio entro il quale deve essere delineato il potere decisorio dl giudice.
Mentre è in capo all’attore l’individuazione dei fatti da cui nasce la controversia e dall’altra
parte individuazione del diritto assunto, porta davanti al giudice una fattispecie storica
chiedendo poi tutela. Il potere esclusivo di quali cazione pero spetta al giudice la
quali cazione giuridica di questi fatti. Il giudice tramite il sillogismo giudiziale: meccanismo
di operazione logica: c’e una premessa maggiore e una minore, applicando le due se ne
traggono delle conclusioni. La premessa maggiore prevede la norma generale ed astratta
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(es. art 2043 c.c.) nella premessa minore rientra poi rientrano i fatti storici alla quale poi
viene ricondotta a quella maggiore per vedere se se ne possono trarre delle conclusioni.
(quindi semplicemente viene applicata la norma generale astratta al caso concreto, se non
corrispondono non viene accolta la domanda). Ovviamente questa struttura appena
delineata è solo uno schema esempli cativo e non è meccanico: il giudice dunque ha una
certa valutazione discrezionale anche perché non è vincolato alla descrizione della parte,
deve lui veri care la verità dei fatti. L’altro momento di discrezionalità sara poi anche
successiva nella interpretazione della norma, si applicano come sappiamo per effetto di
una interpretazione. La sentenza poi nale per essere correttamente pronunciata deve
presentare un dispositivo (decisione) e poi una motivazione: ovvero per rendere chiaro le
ragioni e l iter argomentativo seguito dal giudice per giungere a una determinata
conclusione)
art 111,6 comma Costituzione tutti i procedimenti giudiziari devono essere motivati:
ragione di carattere generale e speci ca: ovvero che le parti hanno poi la possibilità di
impugnare, ovvero di ricorrere a un altro giudice ritenendo che quello antecedete non
abbia operato secondo loro ingiustamente: questo grazie alla motivazione perche le parti
ne possano veri care la correttezza.
L’art 113, 1 comma: nel pronunciare sulla causa il giudice deve seguire le nome del diritto,
salvo che la legge gli attribuisca il potere di decidere secondo equità
Questo secondo periodo costituisce una deroga: non deciderà secondo diritto
(applicazione della norma generale ed astratta al caso concreto) ma secondo criteri e
canini equitativi (indicazione della regola al caso concreto, ovvero che non sia ricondotta a
una norma giuridica). Con questa regola che il giudice elabora pensa sia adeguata al caso
concreto e meglio risolve il caso concerto senza ricorrere ad una norma
a. art 113, 2 c.p.c: il giudice di pace decide secondo equità le cause il cui valore non
eccede mille cento euro, salvo cause attinenti rapporti giuridici conclusi tramite
contratti di massa (quando le parti aderiscono, art 1342), il giudice decide secondo
equità
b. art 114 c.p.c.: il giudice si in primo grado chini appello, decide il merito della causa
secondo questa quando esso riguarda diritti disponibili della parti e queste
concordemente gliene fanno richiesta (equità su concorde delle parti
Quindi nel primo caso è necessaria e de nita dal giudice, nel secondo invece lasciato alla
disponibilità delle parti e sulla loro concorde richiesta
In questi casi non è che individua a caso la regola da applicare al caso concreto, anche
qui ovviamente ci sono dei limit e dei paletti che il giudice deve tenere conto
a. questi litigi vengono ricavanti da un intervento della corte costituzionale del 2004 sent.
106: qui la corte gah stabilito che anche ill giudizio secondo equità in un ordinamento
improntato al rispetto del principio di legalità è un operazione e giudizio che non sia
puramente discrezionale ma deve essere conforme ai principi informatori della materia
oggetto della decisione giudiziale. Il giudee deve valutare la fattispecie storica per
capire in quale settore si trova la disciplina legislativa, poi da questa disciplina ricavare
i principi informatori di tale materia adeguandola e conformandola al caso concreto.
Es. materia contrattuale: nel interpretare le varie clausole contrattuale il giudice deve
tenere conto del comportamento delle parti in alcuni casi che diventa dunque
importante per la de nizione della clausola contrattuale
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b. art 339, 3 c.p.c: legislatore ha indirettamente individuato i limiti che incontra il giudice
quando decide secondo equità. Ovvero per quali motivi sia appellabile la sentenza del
giudice di pace decisa secondo equità: violazione delle norme del procedimento/
processo, per violazione di norme costituzionali o comunitaire occorro dei principi
regolatori della materia
es. caso sotto 1100 euro il compratore chiedeva al venditore la garanzia per i vizi della
cosa venduta. Qui l art del codice civile 1495: nel m omento in cui l acquirente trova i vizi
occulti e per far valere la garanzia: acquirente denunciare i vizi entro 8 gg, se non lo fa
perde la garanzia. Il giudice di pace in una controverà di questo tipo: il termine
decadenziale di 8 gg non fosse un principio regolare della materia, quindi anche oltre i 8
gg si può richiedere la garanzia; da questa deroga al caso concreto ha trovato la regola al
caso concreto (quindi 8gg no principio informare della materia e da li trovato la regola
concreta. Poi ovviamente la decisione del giudice di pace non per forza deve essere
corretta, le parti possono poi fare ricorso
art 115: il giudice dee porre a fondamento della decisione i mezzi di prova proposti dalle
parti (o pubblico ministero quando diventa part in determinate ipotesi)che sono i mezzi per
veri care la veridicità della parti e anche a fondamento i fatti non speci camente contestati
dalla parte
La parte deve indicare i mezzi di prova tramite ai quali la parte intende fondare i fatti
allegati, quindi non basta la semplice allegazione. Il giudice per decidere deve prima
veri care la veridicità dei mezzi di prova indicati dalla parte. La parte deve dunque fondare
cio che allega. Sebbene l attore abbia ragione ma non indicai mezzi di rpova, il giudice
rigetta la domanda perché non sono stati provati per mancata ottemperanza dei mezzi di
prova. Anche qui ci sono due eccezioni
1. nel 115 che esordisce che salvi i casi previsti dalla legge: ci sono dei casi dunque il
giudice, in alcuni casi e per alcuni casi le prove possono essere disposte dal giudic. ci
sono inoltre dei fatti che sono sottoposti a decisione anche senza decisione
probatoria, questo per i fatti non speci catamente contestai dalla parte costituita.
questi fatti. Questa parte introdotta nel 2009: i fatti non contestai espressamente dal
convenuto: questi fatti che pure applicando la regola generale che non avrebbero
essere potuti presi in considerazione ma non essendo stati contestai dalla controparte
diventano rilevanti. Ratio? economia processuale, non necessario passare per la
veri ca probatoria, se non contestai: con ciò si evita dunque un lavoro da parte del
giudice
2. 2 comma 115, i fatti notori non hanno nemmeno bisogno di essere provati, ovvero
sono quei fatti che rientrano nella comune esperienza: es che quel giorno piovesse
oppure che quel giorno ci fosse uno sciopero: qua si fa riferimento solamene alla
prova, essi anche se non devono essere provati devono essere allegati e rilevanti
Questo articolo dunque parla del comportamento che il giudice deve avere per poter
ritenere certi fatti valido solo nel momento in cui essi sento stati provati tramite dei mezzi
di prova e quando non c’e bisogno di essere provati
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art 116 c.p.c.Il legislatore dice anche come deve formarsi il convincimento del giudice sulle
riluttanze delle prove: ovvero tramite il suo prudente apprezzamento salvo che la legge
disponga altrimenti. Inoltre il giudice poi può desumere degli armenti di prova dal contegno
delle parti stesse nel processo. Questo apprezzamento discrezionale deve avvenire
prudentemente: tra due testimoni se sceglie uno o l altro deve poi speci care perché
(tramite motivazione) perché ha scelto uno invece dell altro. (es primo testimone era 10 mt
dall’incidente e l altro 100 mt, quindi prendo il primo). Ci sono determinati casi in cui il
giudice deve per forza seguire delle prove che sono valutate: es le prove legali
(confessione e giuramento) queste prove una volta espletate vincolano il convincimento
del giudice.
Il giudice dal comportamento delle parti può anche desumere dei convincimenti che
rafforzano determinate prove e determinati fatti (cio trova supporto al secondo comma art
116) Quindi valutarlo come elemento integrativo dei mezzi di prova
Art 101,1 art c.p,c, è la tradsfopizione di una disposizione C 111 e 24. Il giudice non può
statuire sopra alcuna domanda senza che la parte contro cui viene fatta non è stata
correttamente citata - convenuta davanti al giudice in modo che possa fare valere le sue
ragioni. Nell’ordinamento ci sono delle ipotesi nelle quali in via del tutto eccezionale si
ammette che ancor prima della instaurazione del contraddittorio ci pio essere una
pronuncia provvisione del giudice con pero una veri ca successiva.
Il secondo comma riguarda l ipotesi secondo cui il giudice abbia rilevato una questione d
uf cio: anche qui deve assicurare poi il contraddittorio.
Il contradorttiori consolo in correlazione tra due parti ma anche mando rileva d’uf ucio
es art 1421 c.c. la nullità del contratto è rilevabile anche d uf cio dal giudice: se il giudice
dunque rileva che il contratto è nullo il giudice pio rilevarlo anche se la parte non l ha
rilevato da sola. se è nullo non può essere oggetto di processo. Ma anche qui deve
comunque instaurare il contraddittorio
Lezione 15.0
le attività difensive del convenuto
Principio della disponibilità delle prove: alcuni sistemi sono a carattere inquisitorio e altri
dispositorio: il nostro è misto: si riconoscono forti poteri di indicazione dei mezzi di prova a
capo del giudice, quello completamente dispositivo esclude completamente al giudice la
possibilità di indicare le prove lasciandole nella esclusiva disponibilità del giudice.
In Italia esiste un sistema misto: sia le parti che il giudice possono indicare dei mezzi di
prova, quelli del giudice sono indicati dalla legge. Nel rito speciale del lavoro c’è un
accentuazione dei poteri del giudice nell’ambito delle prove.
Quale è l ambito entro il quale il convenuto può esercitare sua azione ? Come con la
domanda viene delimitato il campo di azione del giudice, ciò vale anche per il convenuto. Il
giudice come abbiamo detto ha il potere decisorio, ma la genesi del dovere decisorio è
nell’esercizio del diritto di azione. Qui s genera anche la posizione giudici del convenuto.
Una delle prescrizioni che il giudice, art 101, deve garantire ed assicurarsi l’instaurazione
del contraddittorio, non può statuire senza che il convento sia comparso e che permetta a
lui di esercitare le proprie difes
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Per effetto del diritto di azione, oltre al dovere decisorio del giudice nasce anche quindi il
dovere di attivare il contraddittorio. Il dovere di instaurazione del contraddittorio dal lato del
convenuto diventa un diritto di esercitare le proprie attività difensive.
L’attore è il soggetto che attiva il sistema giudiziario e rivolge la domanda contro una parte
pretendendo che abbia leso un suo diritto. Quindi il convenuto è il soggetto nei confronti
del quale deve instaurare il contraddittorio, questo soggetto è la parte passiva del
processo.
Tutto basce dall’arti 101 c.p.c.: si parla di un diritto, non un obbligo, deve essere garantito
la possibilità al convenuto di esercitare la propria difesa, ma non deve farlo per forza, sta a
lui come agire. Per il nostro ordinamento, il convenuto che non esercita il proprio diritto di
difesa, ovvero essendo contumace, la sua posizione non muta l’impianto e l attività
giudiziaria. In altri ordinamenti anche europei (tedesco, austriaco), la posizione del
convenuto volontariamente contumace si tramuta in implicito riconoscimento della
domanda dell’attore, determina dunque automaticamente la domanda dell’attore
(riconoscimento della domanda derivando dalla contumacia del convento).
Quando decide di esercitarlo, per molte attività del convenuto che potrà compiere, l
ordinamento prevede una scansione tempera ben precisa, le può compiere entro dei lifti
temporali che lo stesso legislatore stabilisce: vengono chiamante preclusioni. Oltre tali
termini il convenuto perde tali diritti. L’attività difensiva quindi è pre-individuata dal
legislatore ed entro quale limite temporale potrà esercitare tale poteri
Per l’attore: art 163 c.p.c: contenuto che deve avere la domanda giudiziaria: si parla di
atto di citazione
Per il convenuto: art. 167 c.p.c. vengono individuate le attività che deve compiere il
convento: si parla di comparsa di risposta
Una delle prime azioni che possono essere esperite dal convenuto è la contestazione di
quanto gli viene rinfacciato: contestando il contenuto chiede al giudice di accertare
l’inesistenza del diritto vantato dal convenuto: es il diritto non esiste in quanto un
determinato diritto non può essere applicato alla fattispecie concreta: è un accertamento
in negativo del diritto vantato dall’attore. Nel caso in cui l’azione richiesta dall’attore sia
un azione di accertamento negativo di un diritto, l’attività del convenuto sarà volta come
una domanda di accertamento in positivo.
Il convenuto contesta i fatti giuridici indicati dall’attore, sta al giudice poi fare l’indagine. SI
tratta di un rapporto giuridico.
La contestazione
Il convenuto oltre a contestare i fatti allegati dall’attore può contestare la domanda non
solo in diritto ma anche di fatto. I fatti che l’attore ha allegato a fondamento della domanda
non siano in toto o in parte veritieri.
- In diritto: la disciplina normativa non rientra al caso concreto. Non si contesta la
veridicità dei fatti ma la ricostruzione giudica fatta dall’attore. Es. non ci sono le
condizioni per applicare il 2043 per assenza di comportamento doloso e colposo
- Di fatto: un determinato fatto non si è veri cato: o si limita alla semplice contestazione e
il convento può anche allegare dei fatti di prova che affermano che un determinato fatto
non sia vero. Es incidente stradale: attore ha subito un danno dovuto a un incidente
stradale, contestando indica delle controprova es dei testimoni che testimoniano una
certa situazione. Il convenuto non si limita alla contestazione ma indica dei mezzi di
prova per dimostrare la non veridicità-infondatezza dei fatti allegati dall’attore.
Se il contenuto contesta solo senza indicare mezzi di prova: rimane circoscritto l’ambito
fattuale il quale il giudice dovrà esperire poi l’analisi per giungere ad una conclusione
Quindi:
a. La mera contestazione: i fatti non si sono veri cati senza indicare le controprove. Non
è vero che lui ha causato un incidente con il suo veicolo. Quindi costringe l attore a
fondare la sua posizion
b. Contestazione con allegazione di altri fatti: si parla di formulazione di eccezioni: il
convento ha individuato altri fatti ulteriori di quelli del convenuto e ha dato a tali fatti
rilevanza all’interno del processo da cui chiede di far derivare determinate
conseguenze giuridiche. Chiede al giudice di tenere conto di queste eccezioni, se sono
fondate, il giudice dovrà rigettare la domanda dell’attore.
a. di rito: il convenuto ha individuato un attività processuale ritenendo che quel fatto sia
viziato, ovvero ci sia un vizio di natura processuale che impedisce l’accoglimento della
domanda dell’attore, si tratta di un fatto accaduto nel processo che riguarda il
processo. All’interno di tali eccezioni, ci sono alcune che possono essere rilevate solo
dalle parti, si parla di eccezioni proprie che sono lasciate all’esclusiva attività delle
parti, quelle improprie possono essere rilevate invece dal giudice, ovvero anche
d’uf cio. Dove il legislatore prevede il rilievo delle eccezioni riservato alle parti, il
giudice non può rilevarlo, se lo fa lo stesso i tratta di un vizio di ultrapetizione
b. di merito: qui introduce un fatto attinente non al processo, ma al merito della
domanda. Come deve essere formulata ? quando l’eccezione è fondata impedisce al
giudice di entrare nel merito. Qui l’eccezione di merito il convenuto gioca le sue carte
sulla fondatezza dei fatti allegati dall’attore, che per la sua natura non consente di
accogliere la domanda dell’attore. Es. risarcimento dei danni, ma io dimostro che si è
prescritto. Il fatto prescrizione è un fatto di più, un elemento aggiuntivo; si chiede
quindi al giudice di rigettare la domanda dell’attore visto che io dimostro tramite
l’allegazione di un fatto che il diritto si è prescritto. La prescrizione è un fatto estintivo,
come la compensazione, ciò è espresso dallo stesso codice civile. Un esempio
modi cativo è l’esempio della novazione e quello impeditivo es. il bene che dovevo
consegnare per delle ragioni non imputate a me è stato distrutto. Anche qui viene fatta
la differenza tra le eccezioni rilevabili solo d’istanza di parti (2938 c.c., caso della
prescrizione e per l’eccezione compensazione) altre sono rilevabile anche d’uf cio
(rilevabilità di nullità del contratto). Es eccezione di inadempimento: perché il giudice
ne tenga conto è necessario che ci sia l’eccezione, ma anche se qui non si chiarisce
quale tipo di eccezione si tratti, se rilevabile parte o anche uf cio; qui si fa af damento
all’art 112: il giudice non può pronunciarsi su eccezioni che sono rilevabili solo dalla
parte, solo dove il legislatore abbia espressamente rilevato l’eccezione delle parti, il
giudice non può pronunciarsi. Se non c’e un’espressa riserva per le parti, il giudice
dunque pio anche rilevarlo.
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Dal 112 c.p.c: Il giudice qualora l’eccezione sia fondata deve tenerne conto nel momento
della decision
es.
- petitum: domanda restituzione di un bene, l’altra parte però afferma aver usucapito il
bene. Qui le due domande hanno lo stesso petutim, ovvero il bene, è sempre lo stesso
- causa petendi: contratto compravendita è scaduto, e il convenuto non ha adempiuto. Il
convento interviene perché afferma che il contratto è nullo. Qui si incide sulla stessa
fattispecie, lo stesso contratto già indicato dall’attore
b. dipendono dal titolo che sia appartenete alla causa come mezzo di eccezione:
Con la domanda riconvenzionale viene allargato l’oggetto del giudizio, si può quando
c’é un collegamento con l'oggetto del processo e la domanda riconvenzionale
introdotta dal convenuto. Il convento può formulare una domanda che è collegata con
un’eccezione. Es il controcredito che viene vantato sia maggiore di quello che vantato
dal attore: es uno 20 e l’altro 10: la compensazione dei contratti avviene per i 10.
l’ulteriore credito vantato dal convenuto (i 10 restanti), qui può formula per ottenere i
10 una domanda riconvenzionale, essendo una domanda connessa con l’eccezione.
Si chiede la condanna dell’attore di pagare i residui del credito che non si è
compensato.
Lezione 16.03
oggetto del giudizio e i limiti della domanda
L’oggetto del giudizio costituisce dunque dalla domanda che l’attore pone al giudice,
de nendo cosi i limiti entro il quale si estende l’attività del giudice. L’oggetto del giudizio
può essere espanso poi tramite i fatti allegati per ognuna delle domande proposte, ovvero
fatti che sono legati alla domanda che possono essere poi fatti modi cativi, estintivi o
modi cativi, ovvero si parla di eccezioni di merito. Ci sono fatti poi che hanno bisogno di
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prova, ovvero quelli allegati da una parte e speci catamente contestati falla controparte
costituita (art 115,1 c.p.c)
E’ importante de nire l’oggetto del giudizio perché come si è già detto si deve delimitare lo
spazio di attività del giudice, ovvero ci deve essere la corrispondenza tra chiesto e
pronunciato, deve rispondere e decidere anche sulle eccezioni delle parti e alcune
eccezioni possono essere poi rilevate d’uf cio.
Il giudicato sostanzial
La de nizione dell’oggetto del giudizio ci permette di stabilire i limiti entro il quale opererà il
giudicato sostanziale. L’acquisizione della inconvertibilità della controversia se l avrà
quando la decisione del giudice ha acquisito l‘ef cacia di cosa giudicata. Quand’è che
avviene ciò ?
- L’art 2909 c.c.: l’accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato
ad ogni effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa, si parla di giudicato sostanzial
Perché si parla anche di codice civile ? perché gli effetti che la situazione che viene
stabilita durante il processo poi riverberano gli effetti nel diritto sostanziale, ricordiamo che
il diritto processuale civile e il diritto civile sono due campi strettamente legati
Fa stato: Dal momento in cui l’accertamento du una situazione giuridica, questo accettano
ha un effetto de nito, l’accertamento con la sentenza, essa diventa lex specialis tra le
parti. Il termine ‘fa stato’ lo si ritrova anche quando si parla di contratti: si intende il vincolo
che nasce tra le parti. Da questo passaggio si ricava l’effetto della inconvertibilità del
giudicato; non si può ridiscutere ciò che è stato sottoposto a giudizio. Il vincolo nasce
dall’accertamento contenuto dalla sentenz
Dal giudicato nasce il principio del ne bis in idem: ovvero sullo stesso giudicato non si
può agire nuovamente su tale situazione, il giudice non può nuovamente pronunciarsi su
una situazione già coperta da una decisione giudiziaria.
Es. attore chiede l’accertamento del suo diritto di proprietà, l’accertamento de nito avvera
solo nel moneto che il giudice pronuncia la sentenza, potrebbe essere che il giudice anche
accerti che il suo diritto vantato non esiste. Il giudicato si forma solo sulla situazione
sostanziale.
Questo articolo ci dice anche chi sono i soggettati interessati dal giudicato, ovvero non
sono solo le parti del giudizio, ovvero i soggetti che hanno partecipato al giudizio, inoltre ci
son
- gli eredi: sono coloro che succederanno alle parti dopo che queste siano morte. Con la
successione tuitti i diritti patrimoniali del de cuius passano agli eredi, quindi con il
fenomeno successorio riguarderà le parti. Ovviamente la sentenza passata in giudicato
dovrà riguardare il patrimonio e diritti del de cuius che con la sua morte vengono
trasferiti poi ai suoi ered
- gli aventi causa: es la parte in contratto che con il contratto acquista un diritto. Tutti i
soggetti che sono partecipi a una determinata situazione giudica che è stata sottoposta
a una sentenza passata in giudicato. Es. nel caso in cui venga accertata una servitù di
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passaggio sul fondo altrui, la sentenza riconosce dunque i presupposti per la servitù
coattiva, se il proprietario del fondo lo trasferisce a un terzo. trasferire il fondo con la
servitù coattiva e il terzo dunque sarà sottoposto all’ef cacia della sentenza
- L’art 324 c.p.c.: si intende per passata in giudicato la sentenza non più impugnabile
con i mezzi ordinari di impugnazione (regolamenti di competenza, appello, ricorso per
cassazione, revocazione ordinaria
Attenzione: l’eccezione NON allarga l’oggetto del giudizio. Perché non l’allarga ? perché
l’attività difensiva dell’eccezione consiste nell’introdurre nuovi fatti per contestare, allarga
solo la massa dei fatti non il giudizio. L’oggetto del giudicio avviene quando viene chiesta
una domanda riconvenzionale per se si chiede la tutela di un altro diritto che pero è
collegata con il diritto principale
E’ il petitum mediato e la causa pretendi che delimitano l’oggetto del giudizio. Ogni causa
petendi genera una situazione giuridica rispetto a un determinato petitum.
es. il diritto al pagamento di un prezzo nasce da una tipica di un contratto e per esempio
dal fatto che è scaduto il termine per pagare il prezzo e il convenuto non l’ha pagato.
Quindi oggi causa petendi genera un petitum.
Quando più fatti costitutivi (causa petendi) generano lo stesso dritto (petitum)
Quindi:
a. ipotesi semplice: un fatto costituito genera una sola causa petendi e un determinato
petitum mediato: si parla di diritti etrerodeterminati (es diritti soggettivi relativi
b. ipotesi complessa: i fatti costitutivi generano la medesima causa prendi per lo stesso
petitum (mediato), si parla dunque di diritti autodeterminati. (diritti assoluti reali). Qui
il diritto rimane invariato quale che sia la causa pretendi che vada a incidere su tale
diritto. Quindi quale sia la causa petendi l’azione è identica e quindi il giudicato compre
il dedotto e il deducibile: ovvero essendo autodeterminavo, quando viene chiesto
qualcosa deducendo un diritto autodetermianto, lui deduce anche ciò che è deducibile
perché il diritto è autodetermianto, si determina indipendentemente dalla causa
petendi. Quindi io che ho esercitato la mia azione per la tutela di un diritto reale
assoluto, ovvero esperendo una di qualsiasi cause petendi possibili (es contratto) e
venga rigettato, il giudicato qui ricopre dunque il dedotto e anche il deducibile
Spiegazione da internet
à
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insieme alle personae e al petitum) si identi ca con il diritto stesso, e non con il titolo
che ne costituisce la fonte
- diritti eterodeterminati, quali i diritti relativi (di obbligazione al pagamento di una
somma di denaro o alla consegna di determinati beni fungibili), per la cui
individuazione sono necessari sia l’indicazione del petitum, sia l’indicazione della
causa petendi
Dunque nei diritti eterodeterminati: un fatto costitutivo genera una causa petendi e un
petitum, nei diritti autodeterminati: il diritto si autodetermina a prescindere dal petitum o
dalla casa petendi, ricopre il dedotto ovvero cio che è chiesto e anche il deducibile in
quanto si autodetermina
Determinati i diritti potestativi (quelli che generano delle azioni costitutive) siano generati
delle cause pretendi che siano molteplici. Es diritto potestativo per l’annullamento del
contratto che si può ottener es per vizi del consenso (dolo, errore, consenso). L’azione di
annullamento è unica quale che sia il vizio ? oppure ho un azione diversa per ognuna di
queste categorie di vizi del consenso ? Esse variano a scendono del vizio che si viole fare
valere e questo incide ovviamente sul durato dell’azione, è diverso se si agisce per dolo o
per violenza. Si va quindi più verso i diritti eteroterminati e non autodeterminati
Lezione 17.03:
estensione degli effetti del giudicato, connessione cumulo di azioni
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Qui ipotesi simile dell’art 1306 c.c., solo che nel primo caso in modo automatico se
favorevole, e nel secondo solo con la volonta della parte
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Noi abbiamo visto il caso della domanda riconvenzionale con le sue condizioni: ovvero che
ci sia una connessione oggettiva tra domanda attore e del convenuto, ovvero comunanza
elementi causa petendi e petitum.
La connessione in termini generali : tra due o più domande esiste un collegamento con gli
elementi dell’azione o della domanda. Tra più domande gli elementi oggettivi o soggettivi
sono in comune. La possibilità di proporre più domande in un processo è fondato sul
presupposto che esista un collegamento tra queste (oggettivante o soggettivamente
Soggettiv
Più azioni di cui sono titolari lo stesso attore e lo stesso convenuto: domande diverse con
petitum e causa petendi diverse ma che hanno in comune le stesse parti. Il collegamento
interviene dunque sul piano soggettivo e non oggettivo. Può essere utilizzata per cumulare
più domande nel process
L’l’art 104 c.p.c.: contro lo stesso convenuto l’attore possa proporre nello stesso processo
più domande anche non altrimenti connesse. La ratio è di semplice economia processuale
per evitare che vengano instaurati più processi. La proposizione cumulativa di domande
incidere poi anche sulla competenza del giudice, la competenza viene determinata dalla
somma del valore delle domande accumulate
Oggettiva
L’abbiamo già visto nella domanda riconvenzionale, qui il legislatore ammette il cumulo
anche se la posizione della parte non è la medesima, attore e convenuto si scambiano i
ruoli. Ammettendo la possibilità di cumulare le domande connesse di evita che due giudici
statuino sulle medesime domande con il rischio di contrasti di giudicati. Il cumulo qui mira
ad economia processuale e evitare il rischio di contrasto di giudicati. La connessione
oggettiva viene utilizzata come cumulo di domande anche per far valere l’ipotesi dell’art
103 che riconosce la possibilità che più attori possono agire nello stesso processo o
essere convento per far valere domande diverse che abbiamo petitum o causa petendi
collegati tra di loro. Piu attori possono agire contro lo stesso convento o più conventi di
domande connesse in un unico processo: si parla di litisconsorzio
Litisconsorzio: più parti che fanno valere nello stesso processo più domande che
sono in qualche modo connesse tra di loro, previsto dall’art 103 c.p.c.
es. più vittime di un danno ad opera di uno stesso soggetto, invece di fare tanti processi
individuali, li fanno valere insieme cumulandoli e agiscono nei confronti dello stesso
convenuto facendo valere domande individuali connesse fra di loro: connessione per la
causa petendi che fanno riferimento allo stesso evento storico che ha fatto sorgere il diritto
al risarcimento del danno: obiettivo non solo di economia processuale ma che ci siano
delle connessioni per evitare del contesto di giudicati
Il giudice deciderà su tutte le domande che poi saranno divisi in vari capi nella stesa
sentenza
dunque
- La connessione soggettiva: possibilità di cumulo solo se di azioni e domande tra stessi
soggetti che vedono gli stessi soggetti nella stessa posizion
- La connessione oggettiva: cumulo di domande che intercorrono fra soggetti diversi
basata pero e fondata dalla connessione delle domande
Avviene anche il cumulo oggettivo per tra le stesse parti: es. caso attore agisce per
ottenere la risoluzione e insieme ad essa accumula anche la domanda di risarcimento dei
danni: due domande una di risoluzione e una di risarcimento che sono connesse tra di loro
e che sono rivolte alle stesse parti
Lezione 22.03
LA giurisdizione e i suoi limit
Una volta determinato l’oggetto del processo che serve per determinarne i limiti e l’ambito
oggettivo e soggettivo del giudicato all’esito del processo di cognizione.
Quali sono gli elementi che sono necessari che debbano sussistere a capo dei vari
soggetti che partecipano al processo per far sì che sia regolarmente instaurato
Ci sono presupposti che sono necessari per che ci sia il processo e quelli che servono per
la regolare prosecuzione.
Il giudice e la giurisdizione
Ci deve essere una domanda rivolta ad un organo che possa esperire la giurisdizione.
La giurisdizione: è il requisito soggettivo necessario perché il soggetto che è stato
attivato attraverso la domanda giudiziale possa esercitare il potere giurisdizionale. Fin dal
momento in cui è stata proposta la domanda ci può essere un vizio che attiene proprio al
pro lo della giurisdizione, ovvero il giudice ne sarà privo. Questo vizio è talmente grave
che l’art 37 c.p.c. afferma che il difetto di giurisdizione genera un vizio di natura
processuale che può essere rilevato anche d’uf cio in ogni stato e grado del giudizio. il
giudice ordinario, inoltre, anche se è rivestito di giurisdizione esso non potrà stantie su
materie che sono attribuite alla competenza di giudici speciali
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L’art 5 c.p.c la giurisdizione si determina con riguardo alla legge vigente e allo stato di fatto
vigente al momento della proposizione della domanda.
Questo principio è meno scontato di quanto possa sembrare, da queste righe dobbiamo
veri care che nel momento in cui è stata posta la domanda il giudice (petitum sostanziale
e non delle eventuali eccezioni sollevate dal convenuto, a meno che esse non edivenziano
che la pretesa giudiziale avversa implichi l’accertamento si situazioni soggettive esulanti
dalla cognizione del giudice adito) sia munito di giurisdizione e se ci sono eventuali
mutamenti dello stato giuridico o dello stato di fatto che sono del tutto irrilevanti
Quello che conta è lo stato normativo e quello di fatto nel momento in cui viene
posta la domanda, anche se dovesse mutare in seguito la normativa o di stato di
fatto non incideranno sulla sussistenza della giurisdizione durante tutto il corso del
processo. La ratio della disposizione dell’art 5 c.p.c. consiste nel tentativo di evitare
la vini cazione della garanzia del giudice naturale precostituito per legge (art. 25 C
Talvolta la stessa norma i legge nel regolare il pro lo della giurisdizione del giudice fa
riferimento ad elementi fattuali: assumono rilevanza ai ni di stabilire se il giudice sia o
meno rivestito di giurisdizione si tiene conto dei pro li fattuali.
Non assume nessuna rilevanza se l’attore è straniero. Lui può far valere il bisogno di tutela
processuale (art 24 C). Dal lato del convento l’ordinamento di preoccupa di porre dei limiti
per una ragione di carattere che attiene ai rapporti internazionali tra stati.
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Per il convenuto è necessario che per essere sottoposto alla giurisdizione italiana,
non serve la cittadinanza, ma degli elementi connessi con lo stato italiano. Sono
previsti degli elementi che permettano di far convenire la parte passiva in processo,
L’art 3 primo comma della legge 218/1995 stabilisce questi criteri che debbano
sussistere, abroga gli art del codice civile che richiedevamo la cittadina italiana per
esercitare la giurisdizione civile. Virne prevista la tutela giurisdizionale se il convenuto è
domiciliato (de nizione domicilio art 43 c.c.) o residente in Italia o via ha un
rappresentante che sia autorizzato a stare in giudizio a nome dell’art 77 c.p.c
Da qui si ricava che si può esercitare la donde giudiziaria difronte a un convenuto
straniero se sussista uno di questi elementi di collegamento
Ci sono inoltre delle convenzioni e trattati internazionali tra due stati per regolare la
materia giurisdizionale, in questo caso si deve tener conto di tali disposizioni. Es la
convenzione di Bruxelles che prevede in questo casi i rapporti tra stati, si applica
maggiormente questa convenzione
Quindi si applica l’art 3 della legge 218 salvo che ci siano delle convezioni o dei trattati
internazionali.
Ovviamente queste tre condizioni devono sussistere nel momento in cui viene posta la
domanda, apricando l’art 5 della perpetuato iuridictionis: se dovessero venire a meno il
processo non può sussistere.
L’art 5: l’accordo espresso e tacito non può avvenire quando la controversia abbia ad
oggetto la tutela di diritti reali situati all’estero. In questo caso la giurisdizione
appartena al giudice nello stato in cui è situato l’immobile. Questo difetto non deve per
forza essere sollevato dal convenuto, ma può anche essere eccepito d’uf cio
a livello europeo
Si deve tenere presente che nell’ambito dello spazio comunitario europeo, l’esercizio della
giurisdizione in materia civile e commerciale dei cittadini che appartengono a stati membri
diversi, esiste uno speci co regolamento. Prima dal regolamento 44 del 2001 che è stato
sostituto dal regolamento 1215/2012 che afferma che tutte le persone aventi domicilio in
uno dei stati membri possono essere convenuto davanti ai giudici di quello stato in base
alle regole ssate dallo stesso regolamento. Questo regolamento (diretta ef cacia negli
stati membri) disciplina non solo i rapporti giurisdizionali tra gli stati membri ma ha anche
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stabilito per la prima volta che tutte le sentenza ammesse da giudici di uno degli stati
membri hanno la stessa ef cacia che hanno all’interno dello stato membro nell’intero
spazio europeo.
Quando lo giudice di uno stato membro può esercitare la giurisdizione in materia civile e
commerciale nei confronti di un convento straniero appartenente a uno stato membro
dell’ue. Le persona aventi domicili in uno degli stati membri essi possono essere grati
difronte al giudice dello stato membro, non si parla di cittadinanza europea ma
semplicemente di domicilio. In caso di beni immobili sempre il giudice dove l’immobile è
situato.
a. Sappiamo che nel processo l’attore può vantare sia diritti soggettivi allora l’azione va
difronte al giudice civile ordinario. (art 2 l.2248/1865
b. Se invece la controverà verte su interessi legittimi, la giurisdizione appartiene ai
giudici sociali amministrativi (tar e consiglio di stato). I giudici amministrativi sono dei
giudici speciali avendo come obiettivo la tutela di interessi legittimi che nascono da
rapporti che nascono con la pubblica amministrazione.
La distinzione tra diritto soggettivo ed interesse legittimo è una peculiarità nel nostro
ordinamento, non esiste in altr
a. violazione di legg
b. incompetenz
c. eccesso di potere: atto che mira di raggiungere degli obiettivi diversi da quelli che il
legislatore ha ssato.
Se il privato ritenga che l’atto sia viziato da uno di questi vizi, può instaurare un processo
amministrativo regolato dal decreto legislativo 104 del 2010, che viene di nito codice di
procedura amministrativo.
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Ci sono delle attività della P.A che sono sottratte al privato, lui non può ne adire ad un
giudice ordinario e nemmeno difronte un giudice amministrativo. E’ di esclusiva facoltà del
controllo parlamentare. Ammettere il ricorso giurisdizionale permetterebbe di interferire in
un potere esclusivo di alta amministrazione. La Ratio costituisce dunque la salvaguardia
della divisione dei poteri propri dello stato e dei diritti. Es. Si prevede che determinate
attività dei parlamentari sono esonerati dal sindacato giurisdizionale. In questo caso
poterebbe sorgere un vizio di giurisdizione.
Questi tre limiti vanno integrati conio fatto che può accadere, l’art 103 della C afferma che
in via tutto eccezionale che la tutela dei diritto soggettivi per materie indicate dalla legge,
venga sottratta al giudice civile e conferita al giudice speciale.
Una sentenza della corte costituzionale del 2004 ha dato un’interpretazione all’art 103: si
tratta di settori nei quali ci può essere l’esigenza di tutelare contemporaneamente interessi
legittimi e diritti soggettivi, contemporaneamente quello che non può fare il legislatore
ordinario di attribuire al giudice amministrativo dei diritti soggettivi che sono completante
staccati dall’interesse legittimo, ovvero materie che coinvolgono sia materie di interessi
legittimi che diritti soggettivi. Quindi non solo diritti soggettivi ma si se sono collegati
cointeressi legittimi
Il difetto di giurisdizione
L’art 11 l.218/1995: il difetto di giurisdizione nei confronti del convenuto straniero può
essere rilevato d’uf cio quando il convenuto non abbia accettato espressamente o
tacitamente la giurisdizione italiana, oppure rilevato d’uf cio quando il convento è rimasto
contumace o la giurisdizione italiane è esclusa da una norma internazionale.
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giudice può rilevare d’uf cio il difetto di giurisdizione in ogni stato e grado solo se il
convenuto non abbia accettato la giurisdizione in via espressa e tacita. Tuttavia il
giudice può comunque rilevarlo d’uf cio a prescindere nella casuale nei quali il
convenuto sia rimasto contumace o nei casi la giurisdizione civile italiana è esclusa
da una norma internazionale. In questi casi abbiamo il potere di rilevo d’uf cio a
prescindere se ci sia stata o meno l’accettazione tacita o espressa del convento.
Lezione 23.0
Il difetto di giurisdizione e rimedi
Le persone che stanno negli stati membri devono avere solo il domicilio in Europa per
ottenere la giurisdizione, anche se non è cittadino europeo.
Il vizio anche se non è stato rilevato dalle parti, il giudice può sempre rilevare il difetto di
giurisdizione nei confronti del convenuto straniero quando sia possibile per esempio
applicare una norma straniera. Il giudice quindi in questi casi può rilevarlo d’uf cio.
Ci sono delle deroghe e la rilevabilità del giudice dunque è solo residuale.
L’art 37 c.p.c prevede che nei rapporti interni il difetto di giurisdizione del giudice ordinario
può essere rilevato anche d’uf cio in qualunque stato e grado del processo. Ciò vuol dire
che se si rimane alla lettera della norma può essere rilevato d’uf cio dal giudice di primo
grado, ma anche in grado di appello, anche per ricorso di cassazione
Le sezioni unite della cassazione nel 2008 offrono un interpretazione evolutiva dell’art 37
c.p.c.: siccome nel 1999 è stato riformato l’art 11 della costituzione ed p stato introdotto il
principio della ragionevole durata del processo, secondo le sezioni unite il principio della
ragionevole durata impone di interpretare evolutivamente l’art 37 c.p.c. Sebbene l’art 37
dica letteralmente che il difetto di giurisdizione è rilevabile in ogni grado del processo,
questa rilevabilità è messa dopo il primo grado di giudizio dai giudici di impugnazione solo
se il vizio di impugnazione è stato visto come vizio. Se le parti non abbiamo fatto valere in
primo grado il vizio di giurisdizione dove poi si forma il giudicato implicito. Quindi esaurito il
giudizio di primo grado e proposta la sentenza di impugnazione e in sede di appello non
abbiamo espressamente dichiarato come motivo di appello il vizio di giurisdizione il giudice
non può rilevarlo d’uf cio. Quindi deve essere espressamente richiesto per il principio
della ragionevole durata del processo.
se il giudice di primo grado ha formulato una domanda nel merito, ovvero che all’interno
della decisione nel quale il giudice espressamente ha affrontato il problema della
giurisdizione e l’ha risolto, allora questa parte della sentenza può essere oggetto di
impugnazione delle parti, ma se non lo fanno espressamente in appello il giudice non può
rilevarlo d’uf cio
Le sezioni unite allargano il discorso: quando il giudice ha risposto nel merito della
domanda, implicitamente il giudice ha risolto IMPLICITAMENTE il requisito della
giurisdizione, è ovvio: perché se no si sarebbe astenuto nel giudicare. Le parti possono
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impugnarlo anche se il giudice non l’abbia fatto espressamente. Le parti pero in appello
devono contetre e impugnare la sentenza di primo grado motivando il motivo di
impugnazione sia se ci sia la motivazione espressa o meno, però la parte deve farlo
espressamente, il giudice di appello non lo fa d’uf cio. Se non lo fanno espressamente c’e
una acquiescenza delle parti a non ritornare su questo punto
Se si è giudicato se non è stata rilevata no a dopo l’appello non potrà essere poi rilevata
d uf cio e sollevata in cassazione, non può ridiscussa.
La parte per impugnare deve averne interesse: si deve vedere se e quale utilità porta al
soggetto che ne richiede
Se il giudice giudica nel merito, la questione viene risolta implicitamente, invece nel caso
di rigetto per incompetenza va una sentenza non di merito ma di rito. Il giudice che si
ritiene privo di giurisdizione, lui oltre a dichiarare la sua incompetenza, deve anche
indicare a chi appartiene la giurisdizione. Il processo non si conclude, ma avviene la
translatio giudizi (novità 2008) difronte al giudice competenze senza fare estinguere il
processo. Ovviamente solo se esiste un giudice competente, ma nel caso di difetto
assoluto di giurisdizione, dove non esiste un sindacato giudiziario, li ovviamente il
processo si estingue perché non c’e un giudice competente
Il primo comma dice che ciascuna parte può proporre regolamento davanti alla cassazione
nche la causa non sia decisa nel merito di primo grado. Questo è l’organo a cui l
ordinamento da l’ultima parola. In questioni di giurisdizione la cassazione si pronuncia
sempre in sezione unite. La la cassazione decide che il giudice originario non ha alcun tipo
di giurisdizione essa deve poi indicare a chi appartiene la giurisdizione.
Il secondo comma afferma che la pubblica amministrazione che non è parte in casus può
fare dichiarare il difetto di giurisdizione del giudice ordinario dalle sezione unite della corte
di cassazione a cause dei poteri attributi dalla effe alla amministrazione stessa. La PA non
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è parte in causa ma può farlo dichiarare. Ciò avviene quando la PA attraverso il prefetto
che sollecita il PM a polirlo in giudizio in ogni stato e grado del processo
Si parla di ogni stato e grado del processo, ma quando il processo sia concluso secondo
la lettura dell’articolo, la PA sembra avere alcun rimedio. Mia la PA in quanto potere dello
stato può sollevare il con itto di attribuzione difronte alla corte costituzionale.
La translatio iidici
Quando c’e un difetto relativo, signi ca che esiste un giudice competente. Viene introdotto
tramite una legge speciale la translatio iudicii, non esiste tale disciplina nel codice. Questa
disciplina è stata introdotta come garanzia effettiva del diritto di azione, ovvero che le parti
che sono interessate ad avere una decisone del merito possano proseguire il giudizio
difronte a un giudice competente. Nel 2009 il giudice dunque interviene per introdurre
questo meccanismo
Al giudice dunque grava l’obbligo di individuare il giudice sui cui grava la competenza:
ognuna delle parti entro il termine perentorio di 3 mesi di difetto di giurisdizione, le parti
possono (art 59) di riproposte la domanda anche se meglio dire di riassumere la domanda
difronte al giudice munito di giurisdizione. Quando viene riassunto il processo prosegue
facendo salvi gli effetti sostanziali e processuali precedenti (salvo le preclusioni e
decadenze avvenute), ovvero il processo prosegue difronte al nuovo giudice.
L’art 59: se anche il secondo giudice non si ritiene competente Inoltre il giudice davanti al
quale la causa è riassunta può sollevare d’uf cio la questione di giurisdizione davanti alle
sezioni unite (regolamento d’uf cio) se queste non si sono già pronunciate).
Se nessuna delle parti utilizza il mezzo della trasalito entro i 3 mesi avviene l estinzione
de nitiva del processo, qui le prove assunte del processo difronte al giudice non munito di
giurisdizione difronte al giudice competente come argomenti di prova. Non può formarsi un
convincimento processo, ma ha il diritto di riassumere le prove che sono state assunte
davanti al giudice privo di giurisdizione. Es davanri a giuidice civile non abbia adito si
concludere il processo e pero lui è incompetente, le parti possono proseguire con la
translatio e le prove saasssunte nell’originario processo posso essere fatti valere come
argomenti di prova e non come vere e proprie prove. Nel giudicio civile sono sempre la
parti che devono attivarsi e chiedere le risultanze probatorie emerse che vengano
acquisite nel secondo processo, non può essere fatto d’uf cio come nel caso del processo
penale
Lezione 24.03
La competenza e i criteri per determinarla
Ef cacia di una sentenza pan processuale: quando la sentenza ha ef cacia non solo per
tale processo, ma per qualunque tipo di professo, ovvero un’ef cacia de nitiva
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Ci sono più uf ci giudiziari per cogliere le domande di primo grado: c’e l’uf cio giudiziario
che può essere o il giudice di pace o il tribunale.
- competenza verticale: stabilire quale sia l’uf cio giudiziario competente tra giudice
pace o tribunal
- competenza orizzontale, ovvero tra diversi tribunali o giudici di pace in un territorio per
individuare chi sia quello competente
L’art 25 nessuno può essere distolto dal giudice precostituito per legge.
Ci sommo poi dei meccanismi di sanatoria del vizio che nell’eventualità in cui il processo è
stato instaurato in violazione delle regole di competenza si può passare al giudice
competente
Sarà il tribunale nel cui circondario ha sede lo speci co giudice di pace che si intende
appellare, se si ha una sentenza di primo grado appellabile, si ricorre al tribunale con la
corte di appello in cui distretto ha competenza il tribunale. Qui ricorrono automaticamente
la de nizione.
Per la cassazione non ci sono problemi per quello che riguarda la competenza avendo la
sua sede solo a roma
La perpetuation juridictionis: art 5 anche per la competenza si deve avere a riguardo alla
legge vigente e allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda.
Sono irrilevanti eventuali mutamenti successivi sia della legge che la disciplina la
competenza sia dello stato di fatto rilevante per determinare la competenza.
La competenza verticale
Il giudice di pace
Nel 1991 con legge 374 viene introdotto il giudice di pace, non esisteva nel codice
originario. Sono giudici di prossimità, ovvero quello più vicino ai cittadini. La particolarità
è data dal fatto che a ricoprire il giudice di pace sono giudici onorari, non magistrati, non
soggetti che abbiano superato il concorso di magistratura. Sono soggetti che avendo
determinati requisiti che sono stati selezionati per svolgere tale funzione. Sono sempre
scelti dal consiglio superiore della magistratura e li si applicano tutte le disposizioni e
garanzie dei giudici togati. Il legislatore attribuisce a questi giudici tutte quelle controversie
che non presenta particolari complessità, ovvero di valore modesto per la materia che le
coinvolge o per il valore che hanno
a. competenza per valore: il giudice di pace sarà competente per le cause non
superiore a 5 mila euro relative a beni mobili
b. competenza per materia e per valore: cause di risarcimento del danno prodotto dalla
circolazione di veicoli o natanti di valore non superiore a 20.000 euro
c. L’articolo poi stabilisce vari casi in cui poi rientra nella competenza giudice pac
Competenza tribunale;
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l’art 9 c.p.c
a. competenza per valore: è competente per tutte le cause che non sono di competenza
per valore del giudice di pace e per ogni cause di valore indeterminabil
b. competenza per materia; es imposte e tasse (però il legislatore ha sottratto ciò e l ha
attribuito alla giurisdizione tributaria), status e alla capita delle persone, querela di falso
processo di esecuzione forzata
Ci viene anche indicato secondo l’art 10 per determinare il valore della materia e altre
disposizioni
Il valore della causa si intende nei limiti della competenza del giudice: la competenza
viene determinata dal valore oggetto della domanda, se non lo fa non invidiando il valore,
in questo caso l’art 14 si rietine che corrisponda il valore nei limite della competenza del
giudice. Si presume che il valore della causa es in giudice di pace sia massimo 5 mila
euro. Non poter ottenere di più del limite del valore della competenza del giudice. Questa
ipotesi di valore riguarda solo il giudice di pace, per il tribunale non riscontrano problemi.
Quindi se non si d’eterna il valore, si presume un valore nei limiti del giudice adito e
questo valore presunto gioca anche sul piano del merito perché al di là di tale limite
il giudice non può accogliere la domanda
Ex. se io nella domanda vado dal tribunale che la domanda vale 30 mila euro e poi viene
dichiarato che vale solo 10 non è che il tribunale poi si dichiara incompetente. Es se
difronte al giudice di pace accerta qualcosa di più non che si ha incompetenza. Si guarda
sempre il valore introdotto nella donata da parte del convenuto
La competenza territoriale
- foro generale: art 18 c.p.c ipotesi del convenuto (sempre) sia persona sica,
controverà andrà instaurata davanti al giudice del luogo in cui il convento ha la
residenza o domicilio. Se residenza o domicilio sono sconosciuti si guarda alla dimora
del convento. Se tutti sono sconosciuti (residenza, dimora, domicilio o siano all’estero)
in questo caso il criterio che indica l’art 18 si applica il criterio della residenza dell’attore.
Si fa questa scelta per agevolare l’attività difensiva del convento per questa ragione ci si
riferisce sempre al convenuto. L’art 19 Se convenuto è una persona giudica allora si
ricorre al criterio del giudice del luogo in cui ha la sede
- foro facoltativo: art 20 c.p.c: qui per esempio nelle cause relative ai diritti di
obbligazione, dove essa è sorta per esempio il contratto, fatto illecito o dove deve
essere eseguita (art 1182 c.c.). Dov’e il luogo in cui nasce il contratto ? è il momento
dell’incontro delle volontà dei soggetti. Es pagamento somma di denaro: domicilio
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- foro esclusivo: Questo foro esclude tutti gli altri, le disposizioni sono dal 21-30 bis del
codice. Interviene es per diritti reali o di locazione su beni immobili, cause ereditarie
(luogo in cui si apre la successione ovvero ultimo domicilio del de cuiius) cause
societarie, cause nei confronti della amministrazione statale etc. Art 30 bis competente
giudice del distretto di corte di appello chiamato a decidere le cause penali secondo art
11 c.p.p che riardano i magistrati. Art 25 foro erariale; nei confronti di un
amministrazione statale, luogo in cui ha sede l’avvocatura dello stato
Quindi: io il foro esclusivo devo necessariamente applicarlo in quanto stabilito dal giudice,
se sono fuori da queste ipotesi tipiche del foro esclusivo entra in gioco il foro generale
(18.-19) oppure in alternativo i fori facoltativi
Come nel caso di vizio con riferimento alla non corretta applicazione della competenza
verticale o territoriale. Il codice ci da delle ipotesi di possibile derogabiltà dei citeri di
competenza.
Qui il legislatore fa una differenziazione tra competenza territoriale e verticale
La competenza territorial
Art 38 c.p.c. L’incompetenza per materia, quella per valore e per territorio sono
eccepite a pena di decadenza nella comparsa di risposta tempestivamente depositata.
Fuori dai casi previsti dalla art 28 quando le parti costituite aderiscono all’indicazione del
giudice competente per territorio, la competenza del giudice rimane ferma se la causa è
riassunta entro tre mesi dalla cancellazione della stessa dal ruolo.
Inoltre l’incompetenza per materia, quella per valore e quella per territorio nei casi previsti
dall’art 28 sono rilevate d’uf cio non oltre l’udienza di cui all’art 183. Quindi lo può rilevare
il giudice se le parti hanno omesso di farlo ma con un limite temporale, ovvero solo entro
la prima udienza.
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Per la sanatoria: La causa poi deve essere riassunta entro 3 mesi difronte al giudice
competente se no la causa si estingue. Questo tipo di vizio non è un vizio ritenuto grave
dal legislatore perché sono di facile sanatoria e se non è rilevato nel processo non viene
pregiudicato.
Lezione 29.03
Regolamento di competenza. Modi che della competenza per la litispendenza,
continenza o connession
Cosa accade quando il vizio di incompetenza venga sollevato da parti o da giudice e come
si arriva al giudizio di incompetenza
L’articolo 187 del codice: nel momento in cui viene sollevato il vizio, il giudice non è tenuto
subito di pronunciarsi su ciò, può farlo subito e chiudere il processo oppure ha la
possibilità di rinviare la decisione su questo pro lo a un momento successivo. In questo
ultimo caso si continua la trattazione e poi di decide riguardo all’incompetenza insieme al
merito della causa
Un volta che il giudice abbia accettato la sua incompetenza, ma una delle parti non è
d’accora, essa può agire tramite uno strumento offerto dallo stesso codice all’art 42 e 43
che si è inteso a regolamento di competenza, ovvero la questione di competenza viene
immediatamente sottoposta alla cassazione, che ha l’ultima voce in capitolo.
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Il termine di 30 giorni è valido per entrambi, di solito per questo tempo stretto si propone
per prima e scorre dalla noti cazione (da parte della parte) e non comunicazione (che
opera dalla cancelleria, ovvero d’uf cio)
Le parti può essere che non esercitano per un eccezione di competenza. Può essere che
il giudice si sia dichiarato da solo incompetente e poi tramite l’art 50 c.p.c. si deve
riassumere il processo difronte alla parte competente entro 3 mesi.
Quando le parti rinunciano per il regolamento necessario di competenza e passano
difronte al secondo giudice, ma questo anche in questo caso si può dichiarare
incompetente. Qui sorge dunque un con itto di competenza
Se il secondo giudice ritiene di non essere competente, lui può esercitare un regolamento
di competenza d’uf cio (art 45 c.p.c.), ovvero inviando d’uf cio il regolamento di
competenza alla cassazione. Il giudice davanti al quale la causa vien riassunta può
proporre d’uf cio il regolamento di competenza solo se si tratti di incompetenza per
materia o di incompetenza per territorio nei casi previsti dall’art 28 c.p.c
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L’ordinamento per questi casi, per materia e territorio inderogabile (che vengono ritenuti
vizi più gravi), ‘ordinamento quindi presta la soluzione di regolamento di competenza
d’uf cio. LA Gp ritiene che la questione se proporre o meno la competenza d’uf cio, il
secondo giudice deve risolverla entro la prima udienza di comparazione delle parti, dopo
di che il giudice decade da questo potere. Qui non si parla di mezzo di impugnazione, è
una possibilità di contestazione si quanto ha deciso il primo giudice, ma non assimilabile a
un mezzo di impugnazione.
I codici che analizziamo, dove vengono esaminati tre istituti diversi: litispendenza,
continenza di cause e connessione fra cause che possono modi care i criteri di
competenza. Quindi gli art da 31 a 36 e 40 a 41 c.p.c
La litispendenza
E’ un istituto di origine latina, si intende il caso in cui una lite è già pendente, ovvero
quando è già stata istaurata una domanda difronte a un giudice, ma la stessa domanda
anche a un altro giudice. Quindi stessa domanda difronte due giudici diversi
L’art 39,1 comma dispone che il giudice successivamente adito deve, anche d’uf cio,
dichiarare con ordinanza la litispendenza e dispone poi la cancellazione della casa al
ruolo, ovvero che il processo deve essere chiuso com questa pronuncia.
Quale è la ratio
a. economia processual
b. evitare che due pronunce su medesima domanda che non coincidono, ovvero si parla
di contrasto di giudicati. Si andrebbe contro la certezza che l’ordinamento tende.
La litispendenza può nascere ovviamente sia dalle domande dell’attore che del convenuto,
ciò che conta è che si tratti della stessa domanda proposta difronte a due giudici diversi
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E’ un istituto simile alla litispendenza, viene citato nell’art 39, ii comma c.p.c.
Quando avviene
Si deve guardare agli elementi della domanda: quando la domanda è tra le stesse parti
(elementi soggettivi), ha ad oggetto la stessa causa pretendi ma varia il petitum immediato
(il provvedimento richiesto), dove una domanda ne ha uno più ampio di un altra. Quindi il
petitum di una domanda contiene il petitum di un’altra.
Cosa comporta ?
Il giudice in questo caso adito per secondo con ordinanza rileva la continenza tra due
domande e ssa un termine perentorio perché le parti provvedo a riassumere la causa
davanti al giudice adito per primo, sempre che questo ultimo sia anche competente per la
seconda causa, nel caso contrario la causa sarà attribuita al secondo giudice. Il legislatore
vuole che le domande siano riunite difronte ad un unico giudice, ma non quello che ha il
petitum più ampio, ma dispone quello che è stato adito per primo
es: ipotesi in cui la domanda introdotta dall’attore davanti al giudice di pace per ottenere il
pagamento di una rata di mutuo di 2000 euro, il convenuto ha già proposto una domanda
con la quale chiede l’accertamento del medesimo contratto di mutuo. Questa ultima è una
condanna di pagamento di una rata, la domanda che il convento ha accertato la nullità del
contratto, qui la domanda è più ampia. Qui si ha la continenza tra due domande che fanno
riferimento alla stessa causa petendi, ma il petitum immediato di una (nullità contratto) è
più ampio dell’altra (pagamento di una rata di mutuo).
Se le diverse cause pendono davanti a giudici (persona) diversi dello stesso uf cio,
avviene la riunione ex art 274
Si può avere all’interno dello stesso processo un cumulo di domande connesse fra di loro
da solo il pro lo oggettivo o solo soggettivo, o per entrambi
Il cumulo soggettivo
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L’art 104 c.p.c. in caso di cumulo soggettivo può disporrere la deroga della competenza
per valore del giudice (per effetto dell’art 10,2 comm: somma valore delle diverse
domande). Al di fuori della competenza per valore, non è possibile alcuna altra deroga
(ossia per materia o per territorio inderogabile ex. art 28
es. uno chiede pagamento di una rata e l’altro richiede anche il risarcimento dei danni
Lezione 30.0
Modi che alla competenza per ragioni di connessione: accessorietà, garanzia e
pregiudizialità
L’art 104 c.p.c. disciplina il cumulo oggettivo di più domande connesse tra di loro in un
unico processo nei confronti della stessa parte, senza che si realizzi un processo con
pluralità di parti, che può determinare una possibile deroga ai criteri di competenza di
valore del giudice in applicazione dell’art 10, secondo comma. Non si deroga ne alla
materia ne a quella territoriale. Quest’ultima comunque sia si tratta dello stesso convenuto.
L’art 103 c.p.c. disciplina il cumulo soggettivo: si hanno più domande tra soggetti
diversi (litisconsorzio) difronte allo stesso giudice per delle domande che sono collegate
per il petitum o causa petendi. Qui il criterio che può essere derogato è quello della
competenza territoriale. L’attore scegliendo il giudice territorialmente competente per uno
dei convenuti, qui possono in questo processo porre tutte le domande connesse
oggettivamente
Qui non può esserci una deroga per valore, perché la domanda viene posta verso più
convenuti
L’art 33 c.p.c.: le cause contro più persone che a norma degli articoli 18 e 19 dovrebbero
essere proposte davanti a più giudici diversi, se sono connesse per l’oggetto o per il titolo
possono essere proposte davanti al giudice del luogo di residenza o domicilio di una di
esse per essere decise nello stesso processo
Ciò non può avvenire quando una delle cause che rientra tra le ipotesi dell’art 28, la
competenza territoriale non può essere derogata e non può esserci il cumulo, ovvero nel
caso di fori esclusivi.
Il codice poi prende in esame delle ipotesi particolari, ovvero l’esistenza di fenomeni di
connessione oggettiva che evidenziamo delle connessioni con peculiarità che determina e
applicano la deroga della competenza più forte in maniera più ampia stabilita dall’art 103
c.p.c. Queste ipotesi vanno dagli articoli 31 a 36 del codice.
Cosa signi ca ?
Si hanno due domande tra di loro connesse per il petitum o causa petendi (connessione
oggettiva) e oltre ciò, una di esse è accessoria all’altra.
Una è dunque la domanda principale con cui si fa valere un diritto principale, l’altra, quella
accessoria ha ad oggetto un diritto a natura accessoria.
Entrambe queste domande sono connesse, ovvero perché hanno lo stesso titolo, ovvero il
contratto, che prendono pero in considerazione di diritti di diversa natura
Es. diritti alla restituzione del bene con accertamento del diritto di proprietà: qua
connessione NON per il titolo, ma per l’oggetto, ovvero rifermento allo stesso bene
materiale.
Non per forza sempre l’accessorietà è di diritto sostanziale, come nel primo esempio, ma
come nel secondo l’accessorietà è solo di carattere processuale.
L’art 31 prevede che la domanda accessoria può essere proposta davanti al giudice
territorialmente competente per la domanda principale. La domanda accessoria dunque va
trasmessa al giudice della domanda principale. Gia in questo primo comma si ha dunque
una deroga al criterio della territorialità.
Il valore della domanda principale va sommato al valore della domanda acessoria: perché
la domanda principale è proposta difronte ad un giudice e quella accessoria pure difronte
sempre allo stesso, quindi c’e un cumulo
Quindi c’e la deroga non solo per la competenza per valore ma anche per territorio.
La ratio è che il legislatore vuole a tutti i costi che la domanda accessoria sia proposta nel
processo della domanda principale. Quindi esigenza di economi processuale ed evitare il
più possibile il contratto di giudicati
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Es. Garanzia per evizione quando il venditore deve garantire che il bene che vende è suo,
in caso in cui non lo fosse il venditore deve tenere indenne il compratore
Es garanzia per deiussione: quando un terzo garantisce l’adempimento di
un’obbligazione. Questo topo di rapporto nasce tramite un contratto.
La particolarità della garanzia è che potrebbe essere chiamato in causa un terzo, quindi
c’è un allargamento della platea delle parti
Quindi in questo caso dunque qualora la domanda di garanzia ecceda la competenza per
valore del giudice adito, questi rimette entrambe le cause al giudice superiore assegnano
alle parti un termine perentorio per la riassunzion
L’articolo 34 prende in caso questo caso dal punto di vista dipendente, serve determinare
l’esistenza del rapporto pregiudiziale. Il giudice dunque, se per legge o per esplicita
domanda di una delle parti è necessario decidere con ef cacia di giudicato una questione
pregiudiziale che appartiene per materia o per valore alla competenza di un giudice
superiore rimette tutta la causa a quest’ultimo, assegnando alle parti un termine perentorio
per la riassunzione della casa davanti a lui
Domanda A
Quando una delle parti propone espressamente al giudice di pronunciarsi sul rapporto
pregiudiziale, oppure quando la legge obbliga al giudice a pronunciarsi con ef cacia di
giudicato sulla questione. L’estensione del processo anche sul rapporto pregiudiziale
avviene solo se: o perché ci sia la domanda espressa di una delle parti e quando la
legge lo richiede. Quando non ricorre nessuno di queste due condizioni, il rapporto
pregiudicale viene accertato sto in via incidentale.
Domanda B
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Il giudice originariamente adito rimette tutta la causa al giudice superiore quando
appartiene a questo la competenza per territorio e per valore.
Lezione 31.0
Le modi che di competenza per ragioni di connessione: compensazione,
riconvenzione
Ascension e ricusazione del giudice
L’art 34 c.p.c.: il giudice, se per legge o esplicita domanda di una delle parti è necessario
decidere con ef cacia di giudicato una questione pregiudiziale che appartiene per materia
o valore alla competenza di un giudice superiore, rimette tutta la causa a quest’ultimo,
assegnando alle parti un termine perentorio per la riassunzione della causa davanti a lui.
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Questa ipotesi particolare viene prevista dall’art 36: il giudice competente per la causa
principale conosce anche delle domande riconvenzionali.
Qui ci sono due domande che entrano nel giudizio e rispetto alle quali il giudice deve
decidere. Il problema è quando la domanda riconvenzionale appartiene per valore o
materia ad un altro giudice. Qui interviene l’art 35 e 34: ovvero vuol dire che può anche qui
avere la possibilità o di trasferire tutte e due le domande (intero processo) davanti al
giudice competente per materia o valore competette della domanda riconvenzionale,
oppure anche qui può separare le due domande: ciò lo può fare se la domanda dell’attore
sia facilmente risolvibile e fare trasmigrare al giudice competente la domanda
riconvenzionale, dunque come prima le separa. Se la separa non c’e alcuna deroga di
competenza
L’art 36 da per scontato che sempre sia possibile traferire la causa intera al giudice: ma la
competenza per materia non è mai derogabile. Il giudice dunque è obbligato separare la
domanda: se non lo facesse derogherebbe la competenza per materia (?): se gli si
contendesse l’intera causa al giudice competente starebbe derogando al criterio per
materia. Il trasferimento dell’intera causa è ammesso sempre che il giudice
originariamente adito per valore
L’art 40 del codice consente nell’ipotesi in cui ci siano delle connessione e che il giudice
rilevi che queste cause più connesse pendano difronte a giudice diversi, viene consentita
la riunione delle diverse cause. Quindi nonostante non ci sia un cumulo dovuto a
connessione oggettiva può avvenire la riunione disposta dal giudice
Quali pro li deve avere il giudice per esercitare correttamente la sua funzione ?
Per imparzialità articolo 111, secondo comma della Costituzione: ci dice che ogni processo
si deve svolgere difronte un giudice terzo e imparziale. Deve essere terzo, ovvero
equidistante dalla posizione delle parti e imparziale, ovvero non aver nessun interesse in
causa. Nel codice troviamo due istituti che il codice prevede per garantire ciò
a. istituto dell’astensione del giudice, art 51: lo stesso giudice che attivato dalle parti
ritiene di non essere terzo e imparziale e quindi chiedo al capo del suo uf cio
giudiziario di astenersi di trattare tale controversia.
b. ricusazione del giudice: questo istituto riguarda le parti che sospettando che il
giudice non sia terzo e imparziale, ne chiede la ricusazione. E diretto nei confronti del
giudice a cui è af data la trattazione della caus
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Se una delle parti nota che sussistono quelle condizioni dell’art 51 comma primo, esse
possono usare l’istituto della ricusazione. Il collegio poi valuterà poi la sussistenza della
causa che desidera con ordinanza non impugnabile.
Se le parti non propongono la ricusazione, preclude la possibilità di usare la ricusazione
come motivo di impugnazione.
Il terzo comma dell’art 52: proposta l’istanza di ricusazione. il processo viene sospeso. Se
si applicasse alla lettera tale articolo, questo istituto potrebbe essere usato come mezzo
delle parti come mezzo per sospendere il processo per tranne pro tto. La cassazione
nega l’automaticità della sospensione e ammette che il giudice ricusato possa negare la
sospensione in caso di carenza ictu oculi dei requisiti per il suo accoglimento. Il giudice
sospende il processo solo se l’istanza di ricusazione appaia manifestamente infondata
L’attività processuale svolta del giudice può essere sottoposta a responsabilità civile,
ovvero che le parti possono chiedere risarcimento dei danni nei confronti del giudice che
non abbia svolto correttamente la sua funzione.
Questa ipotesi non trova stazione nel codice, ma nella legge 117/1988, modi cata dalla
legge 18/2015
La responsabilità civile nei confronti del giudice va nei confronti dello stato in quanto il
giudice è un uf ciale civile. La responsabilità civile si cui chiedere solo se esso abbia agito
con dolo o con colpa grave.
Questa avviene anche quando il giudice abbia omesso di compiere atti d’uf cio
Le parti fanno quindi un’azione nei confronti dello stato per richiedere poi il risarcimento
Nell’attività interpretativa o valutativa delle prove del giudice, essendo lasciata a grande
discrezionalità. essa non è sottoposta a responsabilità civile
Lezione 07.0
Le parti: capacità processuale, difesa tecnica e spese giudizial
La nozione di part
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Il codice non da nessuna de nizione di parte. Il codice nel de nire l’ambito soggettivo del
giudicato, riprende la nozione di parte, ovvero che la sentenza passata in giudicato fa
stato tra le parti
a. parte in senso processuale: è il soggetto che compie concretamente l’attività e gli atti
processual
b. parte in senso sostanziale: il sonettò nella cui sfera< giudici si applicheranno gli
effetti del giudicat
Nella gran parte dei casi possiamo dire che c’’è una corrispondenza tra i due, ma in alcuni
casi sono due soggetti diversi, ovvero nel caso di
a. istituto della sostituzione processuale (art 81 c.p.c.): la legge prevede ad alcune ipotesi
dove c’è una scissione tra le due posizioni, chi compie l’attività processuale non
coincide con il soggetto su cui si riverberano gli effetti (del sostituito che è il titolare del
diritto). Es azione surrogatoria: quando il creditore agisce in giudizio per un diritto del
debitore (2900 c.c.): parte processuale è il creditore e la parte sostanziale è il debitore.
b. istituto della rappresentanza processuale: es il caso della legittimazione straordinaria,
dove un sonettò viene abilitato a rappresentare un altro soggetto nel processo, dove
pero il rappresentante non è titolare del diritto su cui si tratta in sede processuale
Quali sono i requisiti per cui una soggetto possa diventare parte nel processo e compiere
gli atti processuali ?
Il punto di riferimento è l’articolo 75 c.p.c. che afferma che sono capaci di stare in giudizio
le persone che hanno il libero esercizio dei diritti che vi si fanno valere, du qui si parla di
capacita processuale. Quindi la capacita processuale corrisponde alla capacita di agire.
Quindi solo i soggetti che hanno la capacita di agire possono compiere atti processuali
L’articolo stesso, al secondo comma, disciplina anche il caso in cui un soggetto non abbia
il libero esercizio dei propri diritti. Questi soggetti non sono de niti nel codice di procedura,
ma nel codice civile, ovvero i soggetti incapaci che non hanno la capacita d’agire, oppure
le persone semi capaci, che hanno una capacita d’agore ridotta (es. i minorenni)
- es. I minori come si fanno valere in giudizio ? tramite i rappresentanti legali che sono i
genitori. Quindi in tutti i casi in cui nel processo il diritto sia titolare un motore, è il
genitore che interviene come parte nel processo
- es. gli interdetti. sono maggiorenni ma sono incapaci di intendere e volere, dunque
l’ordinamento gli ha privati della capacita d’agore sottraendoli la libera disciplina dei loro
diritti. Il tutore, che è il suo rappresentante legale, sarà colui che gira in processo.
Il codice civile prevede che per determinati atti di straordinaria amministrazione, sia nei
casi di rappresentanza che di assistenza, l’autorizzazione del giudice. Es. l’acquisto di un
immobile che può essere comprato dai genitori previa autorizzazione el giudice.
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La capacita processuale va dunque di pari passo della capacita di agire sul piano
processual
Il comma 3-4 dell’art 75 c.p.c. parla dunque del caso delle persone giuridiche
Sul piano sostanziale è possibile nominare un rappresentate che compia determinati atti
per cui è stato delegato nel nome e nel conto del rappresentato. Lo stesso fenomeno è
anche possibile sul piano processuale, si parla di rappresentanza volontaria.
L’art 77 c.p.c.: possono stare in nome e per conto della parte nel processo quando questo
potere è stato conferito espressamente per iscritto. Il soggetto che viene indicato come
rappresentante volontario sia tale anche sul piano sostanziale, quindi deve rappresentarlo
sul piano sostanziale da cui deriva che può anche rappresentarlo in piano processuale.
Non esistono casi di rappresentanza volontaria pura, ovvero esclusivamente processuale,
senza che lui sia come tal anche in sede sostanziale
La rappresentanza processuale si presume (quando non c’e atto scritto che conferisce
espressamente tale potere) quando
a. nel caso del procuratore generale di coloro che non hanno il domicilio o residenza in
Italia, ma abbia in Italia il procuratore generale, si presume dunque che abbia anche la
rappresentanza processuale
b. Institore (2203 c.c.): è un ausiliare dell’imprenditore, è un soggetto che viene preposto
dall’imprenditore che viene messo a capo di una sede secondaria o di un rampo
dell’impresa. Questo soggetto viene presunto rappresentante processuale
dell’imprenditore in ordine al suo compito.
es. anche nel caso in cui il convenuto straniero abbia un soggetto in italia preposto alla
sua rappresentanza
Il curatore special
Gli articoli 78 - 79- 80 c.p.c. prendono in considerazione la gura del cursore speciale in
caso in cui manchi la persona a cui spetta la rappresentanza e l’assistenza. QUindi in
attesa della persona che deve assistere la persona, il giudice deve colmare la lacuna
nominando un curatore speciale n quando non subentri la persona alla quale spetti ab
origine la rappresentanza
L’articolo 78 c.p.c.: il giudice deve nominare il curatore speciale non solo quando manca il
rappresentante originario, ma anche quando ci sia un con itto di interessi (es. caso di
obiettivi diversi contrapposti dei due soggetti tra rappresentante e rappresentato.
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Può avvenire che una parte stia in giudizio senza capacita processuale, ovvero in
violazione degli articoli dal 75 e seguenti. Per l’ordinamento è un vizio grave in quanto la
sua mancanza genera un vizio che impedisce al giudice di decidere del merito. In questo
caso il giudice può rilevare d’uf cio il vizio. Il giudice dunque deve chiudere il processo in
rito
Nel 2009 è stata introdotta una norma all’art 182 c.p.c. che consente al giudice di ssare
un termine per sanare il vizio in questione si per quello che riguarda il rappresentante che
il rappresentato. Se il vizio viene danzato il processo può proseguire normalmente, in caso
contrario si estingue tramite la pronuncia di una sentenza in rito.
La difesa tecnica
L’art 82 afferma che le parti per compiere correttamente un’attività processuale deve
procedere a nominare un avvocato, le uniche eccezioni a tela regola son
1. giudizi davanti al giudice di pace inferiore a 1100 eur
2. per altre cause il giudice può autorizzare la difesa personale tenendo conto della
natura della causa. es. nel caso in cui la persona stessa è un avvocato
La parte può scegliere dunque un difensore che è stato iscritto negli appositi albi, in ogni
corte di appello per esempio c’è un elenco di avvocati che possono esercitare li la loro
funzione. Il distretto della corte di appello di solito comprende e riapre la regione in cui si
trova.
Per la corte di cassazione si deve scegliere un avvocato compreso in un albo speciale che
elenca tutti quelli che sono abilitati ad eserciatare la loro funzione difronte alla cassazione
La parte deve individuare dunque il difensore e conferirgli procura, ci deve essere un atto
scritto in base al quale quel avvocato venga nominato espressamente dalla parte come
difensore
L’art 83 ci dice che la procura può essere trasmessa con atto pubblico o scrittura privata, e
anche a margine o a calce di uno di quei atti fondamentali della parte, es, atto di citazione,
impugnazione, comparsa di risposta. Sara dunque lo stesso avvocato ad autenti care tale
rma, qui svolge dunque una funzione di pubblico uf ciale autenticartore della rma.
Il difensore dunque svolgerà la sua attività difensiva in favore alla parte e di ricevere gli atti
del processo. E’ sempre il difensore a cui vanno recapitati gli atti inviati dalla controparte
Le spese giudiziali
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L’attività del difensore ovviamente comporta delle spese che la parte deve sopportare,
ovvero le spese per il difensore ma anche il contributo uni cato che è correlato al valore
della causa
Quindi la parte deve anticipare le spese del difensore, può iscrivendo la causa al ruolo
deve pagare una parte di spese anticipatamente
L’articolo 91 ci dice che l’anticipazione delle spese poi viene soppiantato alla ne del
processo dalla regola della soccombenza, ovvero saranno rimborsate se la controparte
dovesse risultare soccombente. La parte soccombente subire dunque il pagamento delle
spese nel favore della controparte vincente.
La regola della soccombenza non si applica in due casi stabiliti dall’art 92 c.p.c
a. a prescindere dalla soccombenza la parte subisce le spese quando sia incorsa nella
violazione dell’art 88 c.p.c che stabilisce il dovere della parti di comportarsi con lealtà e
provata, ovvero un comportamento lecito che non comporta degli aggravi nell’attività
processual
b. quando il giudice provvedere a compensare le pese non attribuire totalmente a carico
della parte soccombetene le spese, ma le ripartire insanire diversa tra le parti quando
o vi sia stata soccombenza reciproca o anche quando la questione trattata fosse del
tutto nuova senza sapere se la parte avesse torto o ragione oppure quando il giudice
abbia cambiato orientamento divento ad un cambiamento giurisprudenziale
Lezione 12.04
Le parti: litisconsorzio e l’intervento dei terz
Noi abbiamo sempre analizzato il caso in cui ci siano solo due parti nel processo, ma
esiste anche la possibilità che sia n dall’inizio ci siano più parti, si parla di litisconsorzio,
sia dal lato del convenuto o dall’attore o di entrambi. L’instaurazione del litisconsorzio
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successivo avviene nel momento in cui intervengono dei terzi diventando parti del
processo.
Il litisconsorzio necessario
a. quando l’oggetto del giudizio coinvolge già sul piano sostanziale più parti, ovvero
riguarda un rapporto plurilaterale che riguarda più soggetti. Es. la comunione di beni: si
tratta di un diritto che coinvolge più soggetti, ovvero tutti coloro che sono contitolari del
ben
b. l’art 784 c.p.c.: si occupa del giudizio divisorio di una comunione du un bene, ovvero
dove emerga l’esigenza di dividere il bene in più parti: al giudizio divisorio devono
necessariamente partecipare tutti i soggetti contitolari del bene. Questa norma non è
tassativa, ma è un esempio da cui si ricavano altre ipotesi simil
c. es. caso in cui un terzo agisce per il riconoscimento di un diritto reale di godimento (es.
servitù) che appartiene a più soggetti, anche in questo caso tutti i soggetti che sono
titolari del bene devono essere presenti
d. art 247 c.c.: azione disconoscimento di paternità che riguarda il riconoscimento di uno
status che coinvolge più soggetti: il padre, il glio e la madre. Lo stesso articolo
de nisce queste 3 parti come litisconsorzi necessari.
e. litisconsorzio necessario propter oportunitatem: es si tratta di un diritto di cui colui che
agisce non è titolare, ovvero legittimazione straordinaria ad agire (es. azione
surrogatoria): qui si deve anche citare in giudizio il debitorie di cui si intende surrogarsi,
ovvero il vero titolare del diritto. La ratio: la sentenza che verra pronunciata produrrà gli
effetti nella sfera giuridica del titolare, quindi è ovvio che debba partecipare perché ne
subirà lui gli effetti sostanziali del processo. Anche qui abbiamo un’ipotesi
esempli cativa e non tipica, ovvero agisce in tutti i casi di legittimazione straordinaria
ad agire
Se il giudice non rileva il vizio, l’articolo non ci dice espressamente cosa succede. In
questo caso la conclusione a cui è pervenuta la dottrina e la giurisprudenza: si tratterà di
una decisione viziata a cui si può ricorrere con i normali mezzi di impugnazione. Questi
ultimi sono dei mezzi che però possono essere esperiti da soggetti che fanno parte del
processo ma non a terzi esterni. Come agisce dunque il terzo (litisconsorzio pretermesso)
che avrebbe dovuto essere chiamato in giudizio ? La sentenza che è stata pronunciata
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senza la parte che avrebbe dovuto essere presente è una sentenza che non è idonea a
produrre effetti (sentenza inutiliter data), essa pero n quando non viene eliminata essa
esiste. Il litisconsorzio può richiedere l’eliminazione attraverso un rimedio straordinario
riconosciuto propio al terzo che risulti pregiudicato nei suoi diritti dalla sentenza
medesima.
L’art 404 c.p.c. parla di opposizione del terzo: anche se la sentenza è passata in giudicato
è suscettibile di essere eliminata sull’iniziativa del terzo tramite questo rimedio del art 404
primo comma.
Il vizio può essere anche sanato tramite l’iniziativa del terzo pretermesso entrando nel
processo e diventandone parte. Nel momento in cui il terzo utilizzi il mezzo di intervento
del terzo lui sana il vizio e preclude dunque l’utilizzo del rimedio dell’art 404 c.p.c
Il litisconsorzio facoltativo
L’art 103 prevede il litisconsorzio facoltativo, facoltativo perché la scelta è rimessa alle
parti di instaurare un processo a più parti, ovvero un litisconsorzio. Più parti possono agire
o essere convenuto nello stesso processo quando siano da proporre più cause tra loro
connesse dal punto di vista oggettivo (petitum mediato) oppure per il titolo. Si può avere o
dal lato dell’attore del convenuto o entrambi. Es. più attori che fanno valere più domande
nei confronti di più soggetti che sono connesse tra di loro
Secondo l’art 33 del codice: possibilità di attribuire più domande a uno stesso giudice in
deroga al principio di competenza territoriale
es. attore agisca per esercitare l’azione di rivendicazione di proprietà su un bene nei
confronti di chi dispone il bene e anche di un altro soggetto un’ulteriore ipotesi di
rivendicazione o perché l’ha acquistata o usucapita. Dunque stesso attore, stessa azione
verso due soggetti diversi
es. soggetto vittima di un incidete stradale faccia un azione sia contro l’attore dell’incidente
e contro l’assicurazione: entrambe le domande legate dal titolo, ovvero dalla causa
petendi di cui derivano
L’art 103 dice che la possibilità di cumulo rimessa alle parti può aversi anche nel caso in
cui le diverse cause anche se non connesse dal punto d vista oggettivo riguarda la
risoluzione di identiche questioni di fatto e diritti. Sono cause che non sono ocnenesse ma
analizzano simili questioni. SI parla di litisconsorsio facoltativo per connessione impropria
es. ipotsei quando ci sono più lavoratori dipendenti che agiscono contro lo stesso datore di
lavoro per chiedere al giudice l’applicazione di una determinata clausola generale al loro
contratto di lavoro. Il lavoratore potrebbe farlo individualmente, ma visto che tutte le
domande fanno riferimento all’applicazione di quella clausola, applicando l’art 103 tutti i
lavoratori possono facoltativamente comunare le diverse cause in un unico processo.
L’applicazione di questo tipo di litisconsorzio si può applicare solo se non si deroga ad
alcun criterio di competenza
Tutto questo ovviamente quando il giudice non ritenga opportuno disporre la separazione
delle cause.
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Quando si genera un fenomeno di pluralità delle parti per l’intervento dei terzi
L’art:
a. 105 c.p.c intervento volontario: per iniziativa volontaria del terz
b. 106 c.p.c. intervento su istanza di parte, ovvero coatto perché il terzo viene
obbligato a partecipare al processo. Le parti vogliono far si che la decisione produca i
suoi effetti anche nei confronti del soggetto
c. 107 c.p.c intervento coatto del terzo su iniziativa del giudice che avverte
l’esigenza per far si che il soggetto che è rimasto estraneo debba essere coinvolto nel
processo e assuma la qualità di parte. Il giudice avverte l’esigenza che il terzo sia
coinvolto nel processo perché la sentenza che pronuncerà è destinata a interferire con
un diritto di cui è titolare il terzo
Chiunque non sia parte nel processo può intervenire nel processo per far valere un suo
diritto connesso con un diritto oggetto della causa per fare valere una sua domanda o nei
confronti di tutte le parti o solo una di essere. La connessione è per il petitum mediato o
per il titolo. La conseguenza dunque è che il terzo assume la qualità di parte e che
l’oggetto del processo si espande con la domanda del terzo
Il terzo interviene nei confronti di tutte e due le parti del giudizio: si parla di intervento
volontario del terzo principale perché lui esercita la domanda nei confronti di entrambe le
parti. Quando è che avviene ciò es. lite fra pretendenti del medesimo diritto. Sempronio
interviene nel processo dichiarando di essere lui il proprietario del bene avendolo
usucapito: questa azione di rivendicazione dunque deve essere conosciuto tanto nei
confronti del convenuto che dell’attore.
Il terzo interviene nei confronti di solo una delle parti: qui il terzo intervenga e si af anca
all’autore con un ulteriore domanda: il terzo fa valere la tutela di un dirtto che connesso al
diritto fatto valere dall’autore. Es. tizio vittima dell'incidente agisce per ottenere i
risarcimento dei danni nei confronti del convenuto per l’incidente. Sempronio interviene fa
valere un ulteriore domanda di risarcimento che lui afferma di aver subito in conseguenza
del medesimo incidente stradale. Il terzo avrebbe potuti fare valere questa domanda in un
processo autonomo, ma il terzo ha la possibilità di utilizzare l’istituto dell’intervento
volontario per intervenire in un processo già esistente.
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Nel secondo comma dell’art 105 il legislatore prende in considerazione un ipotesi
particolare di intervento volontario: può intervenire nel processo no per fare valere una
domanda autonoma, ma di sostenere la posizione di una delle parti quando vi abbia
interesse. SI parla di intervento volontario adesivo dipendente. Serve pero che abbia un
proprio interesse che lo inciti a sostenere una parte, è sempre facoltativo. Si parla di
dipendete perché il terzo interviene per tutelare un suo interesse che dipende dall’oggetto
del processo. Il riferimento è a quella categoria di soggetti che sono sottoposti a rapporti
dipendenti di due diritti. Es nel caso della sublocazione. Il sublocatario ha interesse che il
giudizio sia favorevole per la parte che ha il contratto principale di locazione perché se
fosse sfavorevole si ri etterebbe sul suo diritto, es il terzo potrebbe introdurre degli
elementi probatori. SI parla di intervento ad aiuvandum (a sostegno).
Qui c’e la deroga del criterio territoriale (primo comma 105= attraverso questo istituto
devono valere le regole del processo originari
Questo caso viene disciplinato all’art 106. Avviene quando la parte ritiene che faccia parte
del processo o perché la parte ritiene di essere garantita dalla part
Quindi la chiamata in causa nel primo caso è quando il soggetto venga fatto valere
quando ci sia comunanza di cause. Si parla delle stesse ipotesi ai senesi dell’art 105
legittimano il terzo a fare volontariamente parte nel processo
es. in società si sollecita altri soci a far parte a un processo per far si che eventualmente i
terzi propongono a loro volta una domanda contro un convenuto, es azione di
annullamento di una delibera assembleare.
Gli obiettivi di questi due casi è quello d estendere gli effetti del giudicato al terzo,
facendolo diventare parte del processo.
Secondo l’art 107 può disporre di chiamare in causa il terzo quando ritiene ci sia una
comunanza di cause. Ovvero il giudice può chiamare in causa coattivamente il terzo in tutti
i casi in cui il terzo può intervenire volontariamente. L’ordine del giudice ad esperire in
chiamata il terzo non è direttamente suo, ma nelle mani delle parti. Sono loro che
chiedono di procedere, se nessuna delle due procede, avviene poi la cancellazione della
causa dal ruolo e quindi avviene l’esenzione del processo (art 270 c.p.c.). sta al terzo
dunque decidere se introdurre una domanda propria o meno. Il terzo una volta diventato
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parte subire gli effetti sostanziali della sentenza. Dunque le ragioni per la chiamata
coattiva del terzo dal giudice per comunanza di causa (connessione oggettiva).
Se viene chiamato in causa per ordine del giudice e anche se non dovesse avanzare una
domanda il terzo subisce comunque gli effetti del giudicato
Lezione 13.0
Le parti: estromissione e successione nel processo o nel diritto controverso
L’estromission
L’art 108 c.p.c.: se il garante viene chiamato in causa ex art 106 e accetta di assumere la
causa in luogo del garantito, questi può chiedere di essere estromesso dal processo.
Quindi agisce lui in sostituzione del garantito che esce dal processo perdendo la sua
qualità di parte processuale. La sentenza però esplicherà anche i suoi effetti nei confronti
dell’estromesso, questo ultimo perde la qualità di parte in senso processuale ma non in
senso sostanziale
Il garante subentra perché è stato chiamato in causa dovuto al suo rapporto di garanzia,
una volta estromesso il garantito è li garante che prosegue il processo ma gli effetti della
sentenza riguarderanno anche il garantito.
Per l’estromissione non serve solo che ci sia la domanda del garantito, ma serve anche
che nessuna delle parti ne faccia opposizione.
La ratio di ciò è che l’altra parte (attore) ha diritto, ad esito del processo, se dovesse
risultare vittorioso di ottenere la liquidazione delle spese giudiziarie nei confronti del
convenuto originario. Se invece si riduce l’estromissione l’attore avrà tale diritto nei
confronti del garante e non del garantito. Potrebbe dunque non vedere di buon occhio
questa sostituzione
L’art 109 c.p.c. prevede il caso dell’estromissione dell’obbligato. Può essere accaduto nel
corso del processo che sia sorta una lite tra pretendenti. Questo può essere accaduto per
esempio che il terzo pretendente ha esercitato l’intervento volontario del terzo rivendicato
lui il diritto che un attore ha rivendicato. Quindi due soggetti che rivendicano uno stesso
diritto, si deve determinare chi sia il legittimo pretendente. L’obbligato per non dover subire
delle spese giudiziario può mettere a disposizione di colui alla ne del giudizio risulterà il
legittimo prendetene dell’oggetto (es denaro) dunque cosi viene estromesso dalla causa
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con provvedimento del giudice. La sentenza di merito che verra pronunciata produrre degli
effetti anche nei confronti dell’estromesso.
Qui è ovvio che il convenuto deve dare a qualcuno dei due il bene che viene preteso, lui
dunque per non avere problemi consegna la cosa ed esce dal processo che proseguirà
solamente a determinare a chi dei due appartiene, e poi ovviamente la sentenza produrre
gli effetti anche sul convento estromesso.
Il giudice non può d’uf cio ordinare l’estromissione, ciò andrebbe contro il principio della
domanda. (cioè il giudice non può cacciare nessuno)
a. L’art 110 successione nel processo ad una delle parte nel corso del process
b. L’art 1112 successione a titolo particolare dell’oggetto della controversia
Può accadere nel corso del processo una delle parti venga meno per morte o per altra
causa. Qui il processo è proseguito dal successore/successori universali in suo confronto.
Ovviamente qui non si parla del caso di diritti personalissimi in quanto essi possono solo
essere fatti valere dal soggetto stesso. Quindi viene esteso ai successori il diritto di
proseguire il processo in sostituzione della parte che è venuta a meno o è morta.
Nei casi delle persone siche, essa può venire meno solo per morte dunque subentrerà
l’erede o gli eredi. Il riferimento ad altre cause è riferito al caso in cui la parte non sia una
persona sica ma una persona giuridica. Es il caso di fusione di più società che ne creano
una sola, le sue società dunque non esistono più; oppure nel caso di corporazione di
società; cancellazione della società dal registro delle imprese
Anche il caso della liquidazione della persona giuridica dove pero non si ha un successore
universale. Qui c’e un problema quando non c’e un successore, l’art 110 dunque non può
essere applicato. Questa è una vicenda è stata risolta dalle sezioni unite della cassazione
nel 2013: se la società viene liquidata, non viene applicato l’art 110 ma troverà
applicazione l’art 111: qui intervengono gli associati della persona giuridica che erano tali
al momento che la persona giuridica è stata liquidata, nei limiti della responsabilità
subentrano gli ex soci.
Anche se il diritto è oggetto di una controversia, questo non impedisce che questo diritto
sia trasferibile. Se nel corso del processo si trasferisce il diritto oggetto della controversia a
titolo particolare per atto tra vivi (vendita donazione) il processo prosegue tra le parti
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Il terzo comma dice: il successore a titolo particolare (colui che è diventato titolare del
diritto particolare) può diventare parte del processo intervenendo o essere chiamato nel
processo e, se le parte parti vi consentano, l’alienante o il successore universale può
esserne estromesso.
Che intervenga o meno il successore a titolo particolare, la sentenza pronunciata spiega
sempre i suoi effetti anche contro di lui ed è impugnabile anche da lui.
Il quarto comma dell’art 111: il fenomeno di effetti nei confronti del successore a titolo
universale, salvo che debbano trovare applicazione nei suoi confronti le norme
sull’acquisto in buona fede dei beni mobili (art 1153 c.c.) e sulla trascrizione (in caso di
beni immobili o mobili registrati) (art 2652 e 2653 c.c.). Se il terzo ha acquistato in buona
fede il bene immobile, il suo diritto prevale sulla sentenza a lui sfavorevole. Quindi il 4
comma costituisce un limite alla produzione degli effetti della sentenza nei confronti del
successore a titolo particolare. Oppure quando il soggetto abbia trascritto l’atto prima della
sentenza o della domanda giudicare che fa riferimento nel giudizio nel quale si fa
riferimento al trasferimento a titolo particolare. Quindi qui prevale l’atto di pubblicità degli
atti di trasferimento
Lezione 14.0
Il pubblico ministero nel processo civile.
Atti processuali e provvedimenti
Lui interviene ogni volta che il processo abbia ad oggetto liti di natura indisponibile oppure
un interesse generale pubblico che viene salvaguardato con la presenza del Pm
IL PM inoltre non fa valere lui una domanda con cui fa valere un proprio interesse, lui
interviene per interesse pubblico
Gli art 69 e 70 del codice in cui garantisce al PM un diritto di azione in determinate azioni
previste dal legislatore, ovvero può avviare lui il processo oppure intervenire come parte. Il
legislatore per salvaguardare il principio della domanda fa ricorso al pm quando ha
ritenuto che ci fosse l’esigenza o nel caso di un interesse indisponibile oppure per
interesse pubblico
L’art 69 c.p.c stabilisce quando il pm è attore del processo civile avviando lui stesso il
processo. Agisce anche nel processo penale, ovviamente non per fare valere un interesse
proprio ma un interesse collettivo dello stato
Quando il pubblico ministero è presente nel processo, lui non agisce mai come esclusivo
titolare del diritto d’azione ma agisce con altri soggetti.
Qui al pubblico m. viene attribuita l’azione per tutelare determinati status personali
L’art 70 c.p.c. disciplina l’ipotesi in cui pur non avendo il PM l’azione (es. già esercitata da
altri). Ci sono delle ipotesi in cui il PM deve intervenire necessariamente (litisconsorzio
necessario, intervente necessario) oppure per sua discrezione.
L’art 71 del codice: il PM che interviene nelle case che avrebbe potuto proporre, ha gli
stessi poteri che competono alle parti e li esercita nelle forme che la legge stabilisce per
queste ultime. Mentre negli altri casi di intervento il PM può introdurre documenti etc nei
limiti della domanda delle parti e non può proporre domande nuove
Il pM può proporre delle impugnazioni per le sentenze in materia matrimoniale salvo per
quelle che riguardano la separazione dei coniugi. Nelle sentenze di divorzio il pm può
impugnare ma solo per tutelare l’interesse dei gli minori (art. 5 l.898/1970). Qui perché
ritiene che il giudice non abbia salvaguardato la tutela dei minori
In tutte le cause in cui deve intervenire necessariamente (art 70) può proporre la
revocazione della sentenza quando questa sia stata pronunciata senza che egli sia stato
sentito o quando la sentenza è l’effetto della collusione messa in essere dalla parti per
frodare la legge (art 397 c.p.c.
Il pubblico ministero è sempre co-legittimato insieme agli altri nel diritto di azione. Gli effetti
del giudicato varrà poi per tutti i co-legittimati, ovviamente ciò anche per il PM. Ovviamente
si parla di consumazione del potere di azione, il pm non è mai direttamene destinato di un
giudicato sostanziale in quanto non può proporre domande per il proprio interesse
Il codice li tratta nella stessa sezione del codice e li disciplina in maniera unitaria. A che
cosi ci riferiamo con atto processuale
E’ un atto scritto o orale compiuto all’interno del processo che produce determinati effetti.
Si parla di atto processuale quando sono compiuti dalle parti, mentre i provvedimenti sono
gli atti processuali compiuti dal giudice
Per gli atti processuali ci sono delle norme generiche, ma per alcuni degli atti particolari il
legislatore ha stabilito delle nome speci che che lo disciplinano in modo preciso, es. atto
di citazione e il contenuto
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es. l’atto di citazione: ognuno degli elementi costitutivi di questo atto corrisponde allo
scopo che esso tende, ovvero di esercitare la domanda e di attivare il contraddittorio
La libertà di forme viene disciplinato dal codice all’art 121 c.p.c.: se i legislatore non ha
previsto un contenuto preciso, può essere un contenuto che la parte che gli abbia dato
idoneo al raggiungimento dello scopo.
L’art 125 da le indicazioni di massima riguardo al contenuto che deve avere un atto di
parte che richiama gli elementi che devono emergere dall’atto : es. il riferimento
dell’uf cio giudiziario dove la causa è pendente, l’oggetto che si rivolge al giudice, le
ragioni della richiesta e le conclusioni e la sottoscrizione dell’atto dell’avvocato. E atto
per assunzione del testimone: devo indicare chi è il testimone e i fatti
Inoltre l’atto deve essere in italiano, in forma scritto o in forma orale, in questo ultimo
caso viene assunta in sede di verbale
I termini processuali
I termini acceleratori
Qui una determinata attività processuale deve essere compiuta entro un determinato
termine. Il legislatore tramite questo termine ha lo scopo di accelerare il processo dando
delle cadenze da rispettare
possono essere
- perentori: sono termini ssi scaduti i quali dove automaticamente la parte decade dalla
facoltà di proporre un tale atto. Quindi al soggetto viene preclusa una speci ca attività
processuale, e ciò automaticamente senza alcuna attività del giudice
- ordinatori: questi termini sono prorogabili da parte del giudice su richiesta della parte
purché questa propria avvenga prima che il termine sia maturat
I termini dilatori
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difesa della parte, il legislatore ha valutato che per compiere correttamente un atto a capo
della parte debba essere attribuito un termine minimo. Es l’art 163 bis del codice nei casi
dei termini per comparire
Tutti i termini acceleratori e dilatori subiscono una sospensione feriale dal 1-31 agosto di
ogni anno. Tranne alcune ipotesi espressamente indicate dall’art 3 della legge 742/1969
es le controversie in materia di lavoro che in questi casi no sospensione dei termini
Una volta pronunciata la sentenza del giudice, deve avvenire la pubblicazione per
produrre effetti. La pubblicazione ha inoltre lo scopo di renderla conoscibili alle parti, con
questo atto esce dalla sfera interna del giudice. La pubblicazione avviene tramite il
deposito in cancelleria, e la data della pubblicazione coincide con il deposito. La data di
pubblicazione della sentenza è molto importante anche ai ni della decorrenza dei tempi
ordinari di impugnazione
L’ordinanza art 13
Il decreto art 13
E pronunciato d’uf cio o si istanza anche verbale della parte e non è motivato, salva
espressa motivazione
Quando abbiamo una provincia di una sentenza siamo nell’ambito di un proceso a
cognizione piena, invece sommaria in caso di ordinanza o decreto
Lezione 19.0
Comunicazioni e noti cazion
La nullità degli atti processuali
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Per far si che gli atti processuali delle parti e i provvedimenti del giudice possano esperire i
loro effetti, deve accadere che escano dalla sfera giuridica del soggetto che le ammette.
Ciò avviene tramite le noti cazioni e le comunicazioni egli atti dei provvediment
Gli art 137-162 noti cazioni: essi riguardano principalmente gli atti di parte, es. un atto
compiuto dall’attore de e essere reso noto al convenuto, cio tramite noti cazione e
successivamente depositato in cancelleria. Quindi non è altro che la procedura dell’attore
per far si che l’atto di citazione esca dalla sua sfera giuridica ed entri in quella del
destinatario. Alle noti cazioni di regola provvede l’uf ciale giudiziario sull’istanza di parte o
su richiesta del pubblico ministero o del cancellerie.
L’uf ciale giudiziario esegue la noti cazione mediante consegna al destinatario di copia
conforme all’originale dell’atto da noti carsi. L’uf ciale giudiziario procedere alla relazione
della relazione dove indica la persona alla quale ha noti cato l0’atto, il giorno e l ora, il
luogo della noti cazione. Questo documento ha valenza di atto pubblico e serve per
veri care che effettivamente la noti cazione sia avvenuta correttamente. Essa fa fede no
a querela di falso.
Le regole sulle noti cazioni (art 138 ss, c.p.c.): il codice elenca varie regole che debbano
essere osservate una corretta noti cazione.
a. l’uf ciale uf ciale può eseguire la noti cazione mediante consegna della nelle mani
proprie del destinatario, presso la casa di abitazione (fra le 7-21h
b. in assenza. ad una delle persone indicate dall’art 139: indica le perone che possono
essere destinatarie in assenza della persona indicata. Non può essere inferiore a anni
14 e nemmeno incapace. Vengono date le regole sulle persone da individuare per la
consegna.
c. se non è possibile nei modi precedenti, noti cazione mediante deposito presso la casa
comunale dove abita il destinatario e avviso af sso sulla porta della sua abitazione (art
140
d. se sconosciuti residenza, dimora o domicilio, noti cazione mediante deposito presso
cassa comunale di ultima residenza per 20 giorni (art. 143). La noti cazione avviene
decorsi poi 20 giorni dal deposito presso la casa comunale, cioè af ssione dell’albo
pretorio dell’atto in modo che sia comunque reso conoscibile questo deposito
L’art 151 c.p.c. noti cazione per pubblici proclami: quando la noti cazione p molto dif cile,
es in caso di numerosi parti a cui noti care, quindi si procede tramite pubblici proclami su
un quotidiano sull’avviso di deposito di un determinato atto ai destinatari indicati nello
stesso avviso.
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Queste regole sono le metodologie originali, al giorno d’oggi sono residuali: gli articoli 149
e 149 bis prevedono altre modalità molto utilizzate oggi.
L’art 149 prevede la noti cazione anche per mezzo di posta, salvo che non se sia fatto
espresso divieto (busta verde, determinate forme). Oppure per messo di p.e.c., mediante
trasmissione in formato digitale dell’atto o del provvedimento, utilizzando indirizzo p.e.c.
risultante dal registro generale degli indirizzi elettronici. Quindi se il soggetto non abbia un
per, allora potrebbe comunque l’uf ciale giudiziario può utilizzare l’indirizzo indicato
nell’atto introduttivo.
Quale che sia la modalità, con riferimento alla procedure di noti cazione, la corte
costituzione nel 2002 e nel 2004 prevede il principio di scissione del momento di
perfezionamento della noti cazione per il noti cante e il destinatario. Quale è il momento
determinate per stabilire quando l noti cante ha compiuto la noti cazione: quello
dell’istanza all’uf ciale giudiziario oppure il momento della consegna ?
La corte costituzionale afferma che si debba scindere il momento della noti cazione per il
noti cante e per il destinatario: non sono gli stessi: per il noti cante è perfezionato quando
l’atto esce dalla sua sfera giudica ed entra nella sfera dell’uf ciale giudiziario, per il
destinatario il momento è quello in cui l’atto venga noti cato ed entra nella sua sfera
giuridica.
Qui per il noti cante il momenti decisivo non è solo il momento dell’invio ma anche il
momento in cui la noti cazione per mezzo telematico ha generato la risposta di avvenuta
ricezione all’indirizzo di posta elettronica del destinatario; Il destinatario quando la riceve
La legge 53 del 1994 ha introdotto la possibilità che alla noti cazione possano provvedere
direttamente gli avvocati della parte, anche a mani proprie quando il destinatario è anche
egli un avvocato, oppure possono provvedere o a mezzo de servizio postale o con
modalità telematiche p.e.c.
Il decreto legge 179/2012 all’art 16 bis: obbligo del deposito telematico degli atti delle parti
presso gli uf ci giudiziari, ad esclusione quelli introduttivi del giudizio, questi ultimi
vengono depositati in modalità tradizionali.
Questo deposito telematico è stato scaglionato nel tempo per il suo adattamento, ciò è
oggi obbligatorio per tutti i procedimenti civili e per la corte di appello, 20 gg fa cena per i
giudizi civili in cassazione. Per il giudice di pace è slittato secondo il tipo di procedura al 31
ottobre si questo anno o 2025. (serve che gli uf ci giudiziari siano muniti di tutti i mezzi
necessari). Una volta che si completerà questo processo, il giudice avrà il fascicolo
contenente tutti gli atti in modalità elettronico e non più cartaceo, essi sempre in modalità
telematica saranno poi comunicati
queste indicazioni che ricaviamo in parte dal codice e dalla legislazione speciale che
riguardano gli atti processuali e i provvedimenti sono da rispettare, il non rispettarli può
in ciare la procedura di comunicazione di noti cazione o di comunicazione o dell’atto
medesimo
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Gli art 156 e seguenti del codice disciplinano questo principio e prendono in
considerazione nullità formali degli atti processuali. Qui la zoione di nullità formale va
intesa nel senso di che gli atti processuali processuali presentano soprattutto la sostanza,
non si parla tanto di nullità esteriore, ma della nullità della forma sostanza dell’atto, di cio
che emerge dal contenuto dell’atto processuale.
Fin quando non ci sia una pronuncia del giudice che rilevi la nullità, quel atto processuale
rimane in vita e procedure effetti, la pronuncia del giudice fa si che la nullità produca i suoi
effetti. La principia del giudice dichiara nulla l’atto, si avvicina questa disciplina molto
all’annullamento degli atti processuali. Solo a seguito della pronuncia del giudice l’atto
processuale viziato è destinato a venirne meno, quindi no alla pronuncia del giudice l’atto
produce i suoi effetti
La nullità inizierà a prodursi e a determinare il venire meno dell’atto dal momento che c’e
stata la declaratoria della nullità medesima. La modalità si avvicina ancora una volta
all’annullamento Gli effetti della pronuncia retroagiscono dall’inizio.
Dunque la nullità è come un annullabilità. Una volta dichiarata la nullità essa si estende a
tutti gli atti processuali successivi che dipendono dall’atto affetto da nullità
La rilevanza delle nullità degli atti processuali all’art 156 ci dice QUANDO un atto
processuale può essere de nito invalido. Quello che rileva è sempre il contenuto dell’atto.
Innanzitutto le ulite rilevano quando abbiano a che fare con requisiti formali indispensabili
per il raggiungimento dello scopo dell’atto, ovvero di forma e contenuto indispensabili per il
raggiungimento dello scopo. Non si parla di meri vizi formali e irregolarità, devono essere
particolarmente gravi. I casi nei. Non si può dichiarare nullo un atto se non è soggetto da
un vizio di nullità stabilito dal legislatore. L’art 154 dichiara quali sono i vizi di nullità
La nullità pero non può essere pronunciata, se l’atto ha raggiunto lo scopo a cui è
destinato. Questo comma terreno quindi è una disposizione che ha lo scopo di salvare un
atto affetto da nullità ma che comunque ha raggiunto lo scopo per il quale p stato
predisposto. Per il legislatore rileva la funzionalità dell’atto per cui è destinato
La nullità degli atti processuali può essere rilevata d’uf cio solo se è espressamente
previsto, in caso contrario, vale la regola opposta, quella che viene rilevata dalle parti
Dove il giudice non ha previsto nulla di che, la nullità è rilevata ad istanza di parte, invece
quella del giudice solo se è prevista espressamente. Le parti agiscono sollevando un
eccezione di nullità. Quando l’azione è sollevabile solo da parte, il legislatore prevede due
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limiti: l’eccezione può essere fatta valere solo dalla parte in cui interesse è marcata la
nullità e deve farla valere nel primo atto difensivo al momento in cui si è generata la nullità
o in cui ha avuto notizia dell’atto. Altrimenti, in caso contrario, la nullità si sana se la parte
legittimata a fare valere la nullità nella sua prima difesa successiva. La nullità non può
essere fatta valere dalla parte che abbia generato il vizio, se l’atto è viziato il vizio non può
essere fatto valere dalla stessa pare che abbia viziato l’atto
Possono essere rilevate d’uf cio e di regola generale sono insanabili, salvo quanto
stabilito dall’art 161 c.p.c. Proprio perché rilevate d’uf cio sono insanabili.
L’art 158 richiama due vizi che affettano gli atti processuali
a. il giudice che ha compiuto l’atto in questione e alla sua costituzione presenta dei vizi.
ES. una determinata attività processuale è compiuto da un giudice che non è più in
carica perché è andato in pensione.
b. Oppure il caso in cui sia stata compiuta un attivista processuale dove pero il P.M non
era presente.
Questa insanabilità è sanata alla luce dell’art 161 che fa riferimento alla nullità della
sentenza, ci dice che i vizi che affettano la sentenza devono essere fatti valere come
mezzi di impugnazione se si stratta di sentenza suscettibile di impugnazione ordinaria,
altrimenti questi vizi che non vengono impugnati tramiti i mezzi ordinari di impugnazione si
sanano. Sono vizi che si ripercuotono sulla sentenza, sebbene dichiarati come vizi di
nullità assoluta sono sanati
La nullità di un atto non importa quella degli atti precedenti, ne di quelli successivi che ne
sono indipendenti. Inoltre la nullità di una parte dell’atto non colpisce le altre parti dello
stesso atto che sono indipendent
L’art 160 c.p.c. ci dice quando in materia di noti cazione avviene la nullità. Ovvero la
noti cazione è nulla se non sono osservate le disposizioni circa la persona alla quale deve
essere consegnata la copia (art 139), o se vi è incertezza assoluta sulla persona a cui è
fatta o sulla data (nella relata du noti ca). Tutto cio salva l’applicazione degli articoli 156 e
157 es, vizio di noti cazione non può essere fatto valere se è avvenuta comunque la
noti cazione (156), inoltre art 157 il vizio di noti cazione è una nullità relativa, ovvero deve
essere fatta valere nella sua prima difesa, altrimenti il vizio di noti cazione si sana
La nullità della sentenza soggette ad appello o a ricorso per la cassazione (mezzi ordinari
di impugnazione) puoi essere fatta valere soltanto nei limit e vedono le regole prepor di
questi mezzi di impugnazione, ovvero si parla di conversone dei vizi della sentenza in
motivi di impugnazione. La parte deve fare valere tale vizio come motivo di impugnazione.
La nullità può essere di due tipi
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a. Nullità propria la nullità propria della sentenza per mancanza di forma o di contenuto,
la nullità riguarda poi la sentenz
b. Nullità derivata gli atti compiuti in precedenza sono viziati da una nullità non sanabile
Questa disposizione non si applica quando la sentenza manca della sottoscrizione del
giudice, incuto caso si parla di inesistenza della sentenza. Io posso proporre un azione
di accertamento della sentenza.
La sottoscrizione da parte del giudice è un gesto tramite al quale si può riferire una
determinata sentenza ad un giudice, un sentenza senza sottoscrizione eè inesistente: non
vuoldi re che la sentenza pero non esiste proprio, ma non produce effetti, quindi per
essere valida deve essere sottoscritta dal giudice. Il riconoscimento può essere o dal
giudice dell’appello o i via autonoma tramite un azione di accertamento di nullità della
sentenza per malata sottoscrizione del giudice.
Sempre in relazione agli eventuali vizi della sentenza, l’art 162 parla della rinnovazione
dell’atto nullo se è possibile, ciò è il giudice che lo valuta di volta in volta. Viene consentito
dunque al processo di giungere alla pronuncia del merito
Con riferimento ai vizi della sentenza, una volta impugnata la sentenza, se il vizio è
sanabile, il giudice dell’impugnazione accogliendo l’impugnazione e accogliendo il vizio
della sentenza disporre la rinnovazione della sentenza medesima secondo l’art 162 per
consentire che il processo si concluda con una decisione del merito e non con una
decisione che abbia rilevato un vizio di natura processuale.
Lezione 20.0
Il processo ordinario di cognizione, cosi come disciplinato dal libero II del codice difronte al
tribunale. Il modello di riferimento del processo è quello di cognizione. Ci sono poi i
procedimenti speciali che poi ovviamente si basano su quel ordinario ma con determinate
speci cità
Il processo ordinario di cognizione è il processo che si usa sempre in sede civile quando il
legislatore non abbia previsto un procedimento speciale (rito del lavoro, divorzio e
separazione). Si tratta di processi a cognizione piena, il giudice prima di emettere
sentenza forma una cognizione approfondita ed esauriente. Le parti in questi processi a
cognizione piena ed esauriente. La decisione viene emessa solo dopo una cognizione
piena ed esauriente
Ci sono dei procedimenti che hanno una cognizione sommaria, qui il provvedimento
decisorio che viene emesso non avrà la forma della sentenza ma dell’ordinanza o decreto.
Questo per sottolineare che la decisione è stata emessa non con una cognizione piena.
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b. Fase di trattazione della causa: ci sarà l’assunzione delle prove, verranno assunti i
mezzi di prova che le parti hanno allegato a sostegno della loro posizion
c. Fase decisoria: quando il giudice ritiene che la causa sia matura per una decisione, si
procede alla fase decisori
E l’atto con il quale viene determinata la prima udienza e tramite il quale viene chiamato in
giudizio il convenuto. Quindi si instaura il contraddittorio nei confronti del convenuto
(vocativo in ius) e avendo come connetto l’esercizio della domanda giudiziale, all’interno si
ha l’esercizio dell’azione (editio actionis) che delimita dunque i limiti dell’attività del giudice
e l’attività dell’attore
Una volta l’attore formulato l’atto di citazione, prima di essere presentato al giudice, deve
essere noti cato al convenuto, solo da quel momento si può dire che il processo è
pendente, il giudice dunque viene introdotto dopo.
Se l’atto introduttivo è quello del ricorso, qui invece vede l’attivazione del giudice
immediatamente. L’attore lo deposita nella cancelleria, il giudice poi ssa la prima udienza.
Sono indicati nell’art 163 e sono tali per la vocato in ius e l’editio actionis. Sono elementi
contenutistici che sono ritenuti essenziali per poter instaurare il processo e per il
reaggiungimento dello scopo. Nel terzo comma ci sono dunque i diversi elementi
contenutistici che alcuni sono per la vocato in ius ed altri per l’editto actionis.
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difesa per salvaguardare la genuinità del contraddittorio del diritto di difesa che hanno
funzione di salvaguardare il contraddittorio nei confronti del convento. Per il giuodno
della prima udienza il tribunale prevede dei giorni speci ci.
- L’attore invita il convenuto a cpstiursi in giudizio nel termine di 20 giorni prima
dell’udienza indicata (10 abbrevuata) indicano che se non lo fa ricorre in decadenze
espressamente indicate nell’art 38 e 167. sempre nell’ottica di salvaguardare la
posizione del convenuto. sempre che non voglia rimanere contumace. Questi termini di
20 giorni prima si ridurranno alla metà laddove il giudice abbia disposto l’abbreviazione
dei termini su istanza dell’attore
- punto 3 deve indicare la cosa oggetto della domanda, ovvero il petitum mediat
- punto 4 deve essere indicata la causa petenti, ovvero l’esposizione dei fatti indicanti le
ragioni della domanda.
- punto 5 L’indicazione dei mezzi di prova e dei documenti, è fondamentale ma può
anche avvenire successivamente non necessariamente nell’atto di citazione. Questi
mezzi servono a consentire al conveut di sapere che prove viole utilizzare l’attore e che
cosi possa preparare la sua risposta. Non risponde all’azione dell’editto actionis dunque
i mezzi di prova e i documenti.
- indicazione degli elementi di diritto, si fa una prima valutazione giuridica da esporre al
giudice. C’e il prmcipoo della iura novit curia (traduzione: il giudice conosce le leggi)
esprime un fondamentale principio del diritto processuale moderno in virtù del quale le
parti possono limitarsi ad allegare e provare i fatti costituenti il diritto affermato in
giudizio, mentre la legge deve essere provata al giudice, perché egli la conosce a
prescindere da ogni attività delle parti
Si noti cherà al convenuto una copia dell’atto di citazione originale. Accade che l’attore nel
confezionare l’atto di citazione fare po anche la copia: insegna le due all’uf cio giudiziario.
dall’originale trasparirà che l’atto è stato noti cato. E sull’originale che abbiamo la relata di
noti ca, la copia data nelle mani del convenuto. Sul originale abbiamo dunque la relata di
noti ca.
L’atto di citazione per produrre effetti deve uscire dalla sfera dell’attore. E una tto di natura
recettizza per produrre effetti deve essere recepito dal convenuto. Si dice che ò’atto di
citazione è doppiamente ricettizio: sia a conoscenza del convenuto ma per altri effetti devi
essere ricettivo dal giudice.
La data della prima udienza emergere dall’atto di citazione determinata dallo stesso attore.
Nell’idicare la data di udienza l’attore deve rispettare i termini minimi a difesa del
convenuto. Essi hanno una funzione dilatoria, ovvero danno un determinato tempo per
salvaguardare le prerogative delle parti. tra la noti cazione e la prima udienza ci devono
essere (163-bis) 90 giorni e dell’estero 150 gg.
In casi speciali di urgenza con decreto avviene l’abbreviazione dei termini ( che deve
essere giusti cata)
Quando l’atto di citazioni entra nella sfera del convento, determina anche il momento
esatto da quando si produrranno determinati effetti.
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Gli effetti sostanziali; questi effetti che non troviamo nel cpc, ma li troviamo del cc
a. interruzione della prescrizione del diritto oggetto della domanda: i termini sono interrotti
e la sospensione della prescrizione no a che non sia passata in giudicato la sentenza
riguardante un determinato diritto
b. sospensione del decorso della prescrizione ne al passaggio in giudicato della
sentenza. quando il termine è ridotto diventa un termine ordinato di prescrizion
c. maturazione degli interessi legali se oggetto della domanda è un credito liquido
d. restituzione dei frutti percepiti dal possessore del bene dopo la proporzione della
domanda, se viene accolta domanda di restituzione del bene. Frutti sia naturali che
civile
e. anticipazione al momento della trascrizione della domanda degli effetti della sentenza
relativa a diritti reali su beni immobili (art 2652 e 2653
L’art 164 disciplina ala nullità, essa non fa altro che applicare la nullità di un atto
processuale, ovvero quando il legislatore stesso l ha previsto.
Da un lato il legislatore stabilisce quali siano gli elementi essenziali che alla loro mancanza
comportano la nullità, e anche l’applicazione (3 comma) può accadere che nonostante
questi vizi l atto di citazione raggiunga lo scopo
l arma parte ividiuza la nullité dell’atto di citazioni per la vocato in ius, stabilisce quali
elementi determina la nullità per la loro mancanza (sono i primi tre commi). Atto nulla se
mancano i punti 1 e 2 dell’art 163, inoltre se manca la data della prima udienza. Anche se
è stator assegnato un termine inferiore per comparire; mancanza punto 7 del 163. e
emergono uno di questi vizi, l’atto d citazione è nullo: viene fatta la distinzione
a. se il convenuto si è costituito in giudizio, allora li vuol dire che ha sanato il vizio: forse
solo per quello che riguarda la vocato in ius, gli altri vizi dovranno poi essere santi per
quello che riguardo l’editto actionis spostando la data della prima udienza
b. se non si è costituito, l’atto di citazione non ha raggiunto lo scopo quindi i vixci non si
sono sananti. Quindi il giudice impone all ‘attore di rinnovare l’atto di citazione
emendando i vizi entro il termine perentorio. La rinnovazione sanerà i vii in questione e
consentire al processo di proseguire come se fosse n dall’inizio istaurato. Se l’ateo
non prevede all’innovazione avviene l estinzione della causa al ruolo.
I restanti commi si occupano i vizi che riguardano la seconda fusione. ovvero quella della
editto actions. Qui si parla dei commi 3, 4, 5 dell’art 164.
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L’attore dopo che sia avvenuta la noti cazione deve provvedere a costituirsi in giudizio
deve portare a conoscenza anche del giudice l’ato di citazione in costituzione
Costituzione dell’attore (art 165) (((( vedreste chema pagina 66 del compendio)
L’art 165 deposito in cancelleria del atto di citazione noti cato al convenuto. Ciò entro 10
giorni dalla noti cazione della citazione al convenuto ( 5 giorni in caso di abbreviazione dei
termini), latte deve costituirsi in giudici. Se ci sono più attori ci sono tante copie quanto
sono i attori
lezione 21.04.
La fase introduttiva: la comparsa di risposta e la designazione del giudice
L’iscrizione al ruolo non è un elemento determinante per la pendenza del processo, quello
importante è ovviamente la noti cazione. Poi ovviamente se la causa non viene iscritta
non esiste, però il momento determinante è la noti cazione
il 5 comma dice che il giudice può differire con decreto la data della prima udienza no ad
un ,assiemo di 45 giorni. lo fa di solito per studiare meglio la causa e per studiare la
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materia da contendere per organizzare al meglio la sua attività. In tal caso il cancelliere
comunica alle parti costituire la nuova data della prima udienza.
L’art 166 se il convenuto se non si è ancora costituito, può costituirsi di nuovo almeno 20
giorni prima della nuova data d’udienza
a. Al primo comma de nisce che debbano essere indicate le proprie generalità e deve
depositare insieme alla comparsa di risposta anche la copia di atto di citazione (cio per
la ragione che in tale modo si veri ca se effettivamente la noti cazione sia avvenuta in
modo conforme alle leggi).
b. le difese che prende a posizione sui fatti posti dall’attore a fondamento della domanda.
neanche queste sono sottoposte a preclusione
c. indicare i mezzi di prova, può anche farlo successivamente, questa attività non è
sottoposta a preclusione
d. formulare concision
Al secondo comma
es. eccezione merito rilevabile solo su istanza di parte es. è la prescrizione oppure la
compensazione . se il convenuto non tiene conto di cio che viene stabilito nell’art 167,
essendo dunque un’attività preclusa non può più farlo
Il terzo comma
Qui viene disciplinata la preclusione per la chiamata in causa di un terzo (art 106), deve
essere fatta nella comparsa di risposta. E deve provvedere ai sensi dell’art 269.
La citazione ea comparire deve essere noti cata al terzo chiamato nel rispetto dei termini
minimi a difesa dell’art 163 bis: cio rende necessario lo spostamento della prima udienza
da parte del giudice.
Dopo la comparsa di ripoto non può più chiare in casa un terzo. Se non lo fa es nel caso
del terzo garante deve aspettare usa sentenza del primo processo e poi fare un processo
poi ex novo nei confronti del garante
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Se l’attore non si è ancora costituito, può essere il convenuto che procede in cancelleria
all’iscrizone della causa al ruolo depositando il suo fascicolo di parte
L’art 168 bi
Formulato il fascicolò d’uf cio, il cancelliere lo presenta al presidente del tribunale, il quale,
con decreto, designa il giudice davanti al quale le parti compariranno per la prima udienza
L’art 50 bis determina varie materie in cui la decisione avviene difronte al tribunale in
composizione collegiale, dove ci sarà un colleriche decidono sulla cassa. Questo per le
cause che il legislatore ha ritenuto di maggiore tutela. IL presidente del tribunale inquesto
caso deve dunque indicare il collegio a cui sarà attribuita la causa
Il giudice istruttore è uno dei giudici del collegio dove è colui che svolge la fase di
trattazione della causa, è lui che svolge l’istruttoria. AGisce in quella fase intermedia di
primo contatto tra reparti ovvero di introduzione della casual e poi la fase nale. Fintia
l’istruttoria rimette poi la causa al collegio per la decisione. NOn è che l intro collegio
svolgerà la trattazione della casa, ma solo la fase decisoria. Questo avviene solo per le
ipotesi stabilita dall’art 50 bis. Il giudice istruttore assume nel conrso dell’istruttorua delle
decisioni che possono essere poi capovolte dalla decisione nale del collegio; il giudice
istruurrììttre decude tra<mire ordinanza
Gli art 171 e 181: entrambi fanno riferimento alla prima udienza ma stanno guardando al
completamento della fase introduttiva.
L’articolo 171 prevede la possibilità della tardiva costituzione delle parti in giudizio. Ciò
solo nel caso in cui almeno una delle parti si sia costituita nei termini previsti. questa
possibilità vale per il convenuto ma con le preclusioni stabilite
Se nessuna delle parti si è costituita in giudizio, in questo caso non ci sarà l’iscrizione della
casa al ruolo. Su ha un processo pendete dove non si svolgerà dell’attività processuale,
dunque viene cancellata l’iscrizione della causa al ruolo. se una delle parti si costituisce
chiede o la chiamata dell’altra parte oppure la cancellazione della casua al ruolo
L’art 181
nonostante la costituzione delle parti, nessuna delle parti compaia in udienza. Qui si fa
riferimento ai difensori della parti in quanto il processo si fa nei confronti dei difensori,
salvo che il riferimento sia alla parte vera e propria. In questo caso i giudice ssa
un’udienza successiva, di cui il cancelliere da comunicazione alle parti costituite. Se
nessuna delle parti compare alla nuova udienza, il giudice origina che òa causa sia
cancellata dal ruolo.
L’art 171 arla di sola cancellazione di causa al ruolo, invece nell’181 il giudice dispone la
cancellazione della casa al ruolo e ne dichiara l’estizione. Queste due cose non sono le
stesse. Nel primo caso il processo esiste ancora, quindi alcune delle parti può riattivare
entro 3 metri del quiescenza del processo, se nessuna delle parti l’attiva dunque si
estingue automaticamente. Quindi nel secondo caso il giudice penalizza la causa
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dichiarandolo lui stesso, nell’atro è più ‘buon anime’ perché non vuole che il processo si
estingua ma aspetta che il termo ne determina l estinzione
Se l’attore costituito non compare alla prima udienza, e il convenuto non chiede che si
proceda in assenza di lui, il giudice ssa una nuova udienza, della quale il cancelliere ne
da comunicazione all’attore, ma se l’attore non compare neanche nella nuova udienza, il
giudice sempre che il convenuto non chieda che si proceda in assenza di lui, ordina che la
causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l’estinzione. Qui l’attore si è costituito, non c’e
contumacia. Il processo prosegue in assenza del convenuto ma non in contimazi
L’art 182 c.p.c: qui prevede che il processo si è svolta la fase introduttiva, c’e stata la
costituzione delle parti, non si è ancora nella trattazione ma nella fase delle veri che
essenziali, rileva che ci sia un vizio che riguarda la capacità processuali delle parti,
emerge che c’e stata la costituzione in giudizio di un soggetto incapace in assenza del suo
tutore opere mancano le autorizzazioni dell’art 75. Il giudice dds un termine perentorio
per le parti entro il quale devono poi sanare il vizio. Sanando il vizio l aparte sta anche
sanato gli atti compiuti in precedenza. il processo può poi proseguire in maniera corretta.
Può esserci anche un vizio di difesa tecnica, es nella procura ma non è stata
correttamente rilasciata la procura oppure manca direttamente, anche in questo caso l’art
182 prevede la sanatoria che riguarda pero in questo caso la procura. La parte dunque o
integrerà la procura oppure la rilascia
Nei casi dell’art 182 il giudice non è obbligato fare ciò, può chiudere il processo e non
assegnare un termine perentorio per la sanatori
Lezione 26.0
Udienza di prima comparizione e trattazion
L’art 183 c.p.c. enumera tre funzione fondamentali che assegna all’udienza
a. veri che sulla corretta instaurazione del processo e possibili sanatorie dei viz
b. possibile interrogatorio libero delle parti personalmente comparse e tentativo di
conciliazione. Le parti in persona appaiono e ha lo scopo di sottoporle all’interrogatorio
libero sui fatti di causa e di tentare una conciliazione
c. de nizione del quod decidendum e del quod probandum e dunque produzione delle
preclusioni allegati e istruttorie. Ovvero di de nire ulteriormente l’oggetto del giudizio e
di introdurre ulteriori elementi probatori, dopo che scattano delle preclusioni.
L’attività diretta alla veri che della corretta instaurazione del processo
L’art 183, primo comma; all’udienza ssata per la prima comparizione delle parti e la
trattazione ( ssata dall’attore o ex art 168 bis). iL giudice veri ca d’uf cio la regolarità del
contraddittorio e quando occorre, pronuncia i provvedimenti che servono a regolarizzare il
contraddittorio e poi ssa una nuova udienza (ancora prima udienza di trattazione)
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- art 102, 2: in caso di litisconsorzio necessario deve avvenire l’integrazione del
contraddittorio, in caso contrario cancellazione della casa al ruolo con estinzione
- art 164, 2: se convenuto non è costituito rinnovazione della citazione
- art 164, 3: vizi vocativo ius: il convenuto si è costituito quindi sento vizio ex tunc, ma se
mancano i trenini minimi difesa o manza 163 pio chiedere spostamento della prima
udienz
- art 164, 5: vizi atto di citazione in editio actionis: serve integrazione atto di citazione con
spostamento prima udienza, sanatoria ex nun
- art 167, 2: editio actions domanda riconvenzionale, manca qui petitum o causa petendi
si richiede la integrazione spostando la prima udienza
- art 167, 3: convenuto comparata di riposto vuole un terzo e quindi deve farlo nella
comparsa di risposta chiedendo ko spostamento dell’udienza per permettere al terzo di
essere citato
- art 182: ove dovesse rilevare nella costituzione delle parti un vizio alla loro capacita
processuale (rappresentanza, assistenza, autorizzazione assistenza tecnica) si ssa un
termine perentorio per sanare il vizio e sposta la prima udienza
- art 291, 1: riferimento all’ipotesi in cui il convento no costituito in giudizio: prima di
dichiarare contumacia del convento deve veri care se effettivamente si è ben veri cata
la citazione prima di dichiarare la contumacia. Viene fatta nuova noti cazione del atto di
citazione e viene spostata la prima udienza
La nuova udienza che viene ssata è la prima udienza, non la seconda !!!!!
L’art 185 prevede la possibilità che sia richiesta la comparizione personale delle parti per
un interrogatorio libero per poi tentare una conciliazione. L’art 185: il giudice, in caso di
richiesta congiunta delle parti, ssa la comparizione personale delle stesse al ne di
interrogarle liberamente e di provocarne la conciliazione. Lo stesso giudice può ssare
d’uf cio udienza di comparizione personale a norma dell’art 117, ossia per sottoporle a
interrogatorio libero e per tentare la conciliazion
L’art 185 bis: il giudice alla prima udienza, ovvero per tutta la fase istruttoria, formula alle
parti, testo conto del valore della controversia e dell’esistenza di questioni di facile e
pronta soluzione di diritto, una proposta tassativa o conciliativa.
Ne parla l’art 117: quando il giudice chiede alle parti delle delucidazioni riguardo i fatti della
casa che sono stati allegati. Dalle risposte date il giudice può ricavare due esiti, potrebbe
emergere che una volontà delle parti di non contestare i fatti allegati dalla controparte, ciò
vuol dire che su quei fatti di causa si ha la paci cata dei fatti. Se non dovesse emergere
questa paci cata, il giudice può trarre dalla risposte degli armamenti di prova. In questo
caso l’interrogatorio libero ha una funzione integratoria. Dall’interrogatorio libero non può
trarne pero vere e proprie confessioni.
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L’art 183, 4 comma: Nella prima udienza ovvero in quella successivamente ssata ai sensi
del 3 comma, il giudice richiede alle parti, sulla base dei fatti allegati, i chiarimenti
necessari e indica le questioni rilevabili d’uf cio della quali ritiene opportuna la trattazione.
IL giudice non può allegare i fatti nel giudizio a salvaguardia del principio della domanda,
può rilevare la questione, ovvero dare ef cacia a un fatto che emerga dagli atti di causa.
Se il giudice ritiene che una questione sia rilevante, deve garantire il contraddittorio tra le
parti. Le pari possono depositare delle memorie per esercitare il diritto al contraddittorio,.
Se il giudice non dovesse rispettare questa regola, la sentenza emessa sarebbe nulla. L’at
101, 2 si parla in questo caso di sentenze a sorpresa perché le parti non hanno avuto la
possibilità di fare il contraddittorio. Nel nostro ordinamento non sono ammesse e sono
nulle.
Inoltre nella seconda parte dell’articolo, entrambe le pati possono precisare e modi care
(non mutare) le domande, le eccezioni e le conclusioni già formulate. Questa è
un’indicazione molto puntuale fatta dal legislatore. Signi ca che, le domande e conclusioni
già formulate non possono essere integralmente mutate, ma possono precisare o
puntualizzare gli elementi di diritto, o eventualmente modi carle nel senso di integrare i
fatti che hanno introdotto. Si può dunque introdurre fatti ulteriori che vanno a precisare
quelli precedentemente introdotti. Qui si parla di emendatio libelli
La mutatio libelli signi ca cambiare la domanda originaria con un’altra
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controparte. Non emerge da nessuna parte una preclusione per la contestazione dei fatti
allegata dalla controparte, alcuni sono arrivati alla conclusione che la parte ce l’abbia
sempre per tutta la durata del processo. Visto che qui si parla di termini perentori, questi si
riferiscono anche per la contestazione (questo basandoci sui termini indicati
espressamente dal legislatore)
Finita la prima udienza di comparizione, il giudice (istruttore) può saltare tutta la fase di
trattazione e passare subito alla decisione, questo se
a. ritiene che la causa sia matura per la decisione senza attività istruttoria, ovvero quando
i fatti di parti siano paci ci e si debba solo decidere quale norma applicare. Le prove
qui sono precostituite (es. prove scritte tipo contratto)
b. se sia emersa una questione di merito avente carattere preliminare, quando la
decisione di essa può de nire il giudizio. Qui la questione preliminare di merito è
talmente rilevante che il processo deve ritenersi chiuso. Si tratta di questioni che il
giudice deve prendere in considerazione per decidere nel merito della casa, la loro
valutazione può portare a chiudere de nitivamente la causa in questione. es.
eccezione di prescrizione del diritto, è un eccezione di merito e una questione
preliminare: il giudice non va a valutare prima il diritto e poi se si è prescritto
c. se sorgono questioni attinenti alla giurisdizione o alla competenza o ad altre questioni
pregiudiziali (di rito), sempre che non disponga che siano decise unitamente al merito
Se nessuna delle tre ipotesi concorrono, allora si passa alla fase istruttoria e di trattazione
Lezione 27.0
La fase istruttoria e le ordinanze anticipatore di condann
L’art 183, 7 comma afferma che se la causa non viene subito rimessa in decisione (art
187) il giudice provvede sulle richieste istruttorie delle parti che richiedono l’assunzione di
prove costituende (testimonianza, confessione, giuramento, ispezione giudiziale, richiesta
informazioni alla P.A. non anche quelle costituite (prove documentali: scritture private, atti
pubblici)
Le prove costituite entrano nel processo perché le parti li introducono senza passare
attraverso il vaglio di rilevanza rispetto per le prove costituende che hanno bisogno di un
giudizio di ammissibilità e rilevanza
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Per il pro lo dell’ammissibilità, il giudice deve veri care che la prova sia conforme ai
requisiti stabiliti dalla legge: l’ammissione della disciplina si trova nel codice civile, mentre
quella dell’assunzione nel codice di procedure civile.
Quali condizioni pone il giudice per l’assunzione di prove ? es la prova testimoniale, si
sente un terzo che racconta i fatti in casa, per questa tipologia di prova il c.c. stabilisce che
non si possa utilizzare questo tipo di prova quando serve per fondare determinate prove
come i contratti si richiede la forma scritta. Un testimone non pio testimoniare l’avvenuta
conclusione del contratto perché essa può solo essere provata tramite un atto scritto
Es. per la controversia su diritti indisponibili, non può per esempio avvenire un atto
inquisitorio
Per il pro lo della rilevanza: il giudice deve valutare che effettivamente il mezzo di prova,
pur essendo ammissibile, sia rilevante per il processo cheti sta svolgendo
lAll’esito di questo vaglio si ha l’assunzione delle prove nell’udienza che il giudice sserà
(art 184
Per le cause all’art 50 bis, ovvero quelle in cui la causa viene decisa difronte all collegio,
nel collegio c’e il giudice istruttore che procedura all’assunzione delle prove. Il collegio
ovviamente può valutarie mode difforme il pro lo della rilevanza e della ammissibilità della
prova. La casa dunque in questo caso ritorna difronte al giudice istruttore. Le oprodnanze
del giudice istruttore non possono mai essere vincolanti per il collegio. Le parti possono
riproporre al collegio tutte le questioni sulla rilevanza e ammissibilità
Si apre la fase istruttoria dove si avrà l’assunzione dunque dei mezzi di prova. Su richiesta
delle parti il giudice pronuncia delle ordinanza anticipatore di condann
durante la fase di trattazione. Qua non viene speci cata la fonte della domanda del
pagamento di denaro, basta che si tratti di un pagamento di denaro non contestato dalla
controparte costituita. Si presuppone una non contestazione parziale della controparte. La
non contestazione dunque permette di accogliere provvisoriamente quella domanda non
contestata. Questa ordinanza costituisce dunque titolo esecutivo, quindi si può procedere
in caso di inerzia all’esecuzione forzata. si tratta sempre di un ordinanza provvisoria,
dunque può sempre essere revocata dalla sentenza nale. Se viene confermata viene
assorbita dalla sentenza. Anche se il processo si estingue l ordinanza continua a
sopravvivere cui per favorire le parti che si accontentano dell’ordinanza
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Una volta esaurita l’istruzione, il giudice, su istanza della parte che ha proposto domanda
di condanna al pagamento di somme ovvero alla consegna o al rilascio di beni può
disporre con ordinanza il pagamento ovvero la consegna o il rilascio nei limiti per cui
ritiene d’aggiunta la prova. Quindi si pronuncia un ordinanza per le parti senza che
debbano attendere. Qua non rileva la forma scritta o la non contestazione, ma la ne della
fase istruttoria.
Questa ordinanza può in qualche modo sostituirsi alla sentenza:
a. quando la controparte rinuncia espressamente ad avere la sentenza, cio entro 30 gg
dalla comunicazione dell’ordinanza, l’ordinanza prende il posto della sentenza
appellabile. L’utilità che ne deriva dalla rinuncia, la parte intimata può subito chiedere
l’appello per richiedere la provvisoria sospensione dell’ordinanza se suscitano giusti
motivi indicati dall’appellante, IL giudice d appello pio sospendere
b. quando dopo la sua pronuncia il processo dovesse estinguersi non arrivando alla
pronuncia della sentenza
L’attività/fase istruttoria
I mezzi di prova sono gli strumenti attraverso i quali di cui l’ordinamento si serve per
consentire al giudice di veri care la fondatezza dei fatti allegati dalle parti, che possono
essere sia costitutivi, che modi cativi ed estintivi.
L’elenco dei mezzi di prova costituisce un elenco chiuso, ovvero possono essere utilizzati
solo quelli indicati dal legislatore, si parla di tipicità dei mezzi di prova. L’elencazione sta
nel codice civile, cio deriva che i mezzi di prova non sono solo strumenti che servono
all’interno del processo, ma si formano anche nello svolgimento dell’attività
extraprocessuale, per questo il legislatore li ha disciplinati li.
Le prove atipiche vengo utilizzati come degli indizi du cui il giudice fonda iil ragionamento
de nito.
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L’argomento di prova serve a corroborare il convincimento del giudice.
L’attività istruttoria
a. prove legali: la valutazione della ef cacia probatoria di quella prova non è rimessa al
libero convincimento del giudice, lui è vincolato nella formazione del convincimento in
quanto stabilito da legge
b. prove liberamente valutabili: il giudice non è vincolato nella sua valutazione
c. prove dirette: sono quelle che servono direttamente a provare il fatt
d. prove indirette: si basano sul presunzione logica, il giudice arriva ad una determinata
conclusione tramite un procedimento logico.
e. prove piene: sono quelle che normalmente si utilizzano nei processi a cognizione
piena, le prove assunte devono essere tramite un convincimento pien
f. prove di verosimiglianza/sommarie: il legislatore richiede al giudice con convincimento
super ciale e sommario, la pronuncia del provvedimento viene in modo più veloce
possibile per questo motivo l condimento deve formarsi velocemente.
g. consulenze tecniche: non sono mezzi di prova ma possono aiutare a formare il
convincimento, cio avviene su istanza di giudice
Viene permessa al giudice la possibilità di nominare d’uf cio un consulente tecnico che
abbia lo scopo di aiutare il giudice a ormare un convincimento tramite una sua speci ca
competenza e conoscenza tecnica. E’ un ausiliare del goidice che ha determinate
conoscenza speci che e tecniche: es. in un processo civile per danno a persona si utilizza
una consulenza medica
La consulenza tecnica è lo strumento tramite cui si possono fare entrare nel processo
delle conoscenze scienti ca che non sono nella conoscenza del giudice
I mezzi di prova
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La scrittura prvtaata (2701 cc) è un atto di un documento che non è stato formato da un
pubblico uf ciale ma da privati, è un atto dove le parti hanno messo per iscritto le
condizioni di una stimolazione che hanno poi sottoscritto.
Se lui contro il quale è prodotto l atto scritto ne riconosce la sottoscrizione, essa si ritene
riconosciuta (per pubblico uf ciale o non disconosciuto nella prima difesa) oppure caso in
cui scrittura privata disconosciuta sia sottoposta a veri cazione, a procedimento ad hoc
per veri care l autenticità della sottoscrizione
Lase l esito della veri cazione è affermativo, la scrittura pvale ad ogni effetto come se
fosse stata riconosciuta e il d scoosciemto pio essere condannato con la sentenza che
decide sulla veri cazione ad una pena pecuniaria
Lezione 28.0
Fase istruttoria: querela di falso e prove costituende
La querela di falso serve per contestare l’autenticità dell’atto pubblico (falsità ideologica o
materiale ovvero che è stato alterato) o della scrittura privata la cui sottoscrizione sua
stata autenticata da un pubblico uf ciale riconosciuta alla controparte o veri cata mediante
veri cazione di scrittura privata
L’art 221 c.p.c. la querela di falso può proporsi tanto in via principale quanto in corso di
causa in qualunque stato e grado di giudizio, va proposta personalmente dalla parte o da
solo un suo procuratore speciale
SI tende a dimostrare la falsità di un determinato atto che è stato introdotto nel processo
come prova. Per il termine querelassero non si intende il termine penalistico
L’art 9 c.p.c. attribuisce la materia di querela del falso al tribunale e dove è obbligatorio
l’intervento del pubblico ministero (70 c.p.c.) Il procedimento in pendenza del quale è stato
introdotto in via incidentale deve essere sospeso, il giudice della causa non può
proseguire il processo prima che ci si sia pronunciati sulla veridicità o falsità di un
determinato atto.
All’esito del processo di querela del falso si ha una sentenza di primo grado, dove;
- se la sentenza accoglie la domanda di querela del falso, va annotata, dopo il passaggio
in giudicato, sul documento (art. 227, primo comma c.p.c.). Si tratta di un’azione di
accertamento, produce gli effetti con il passaggio in giudicato
- se la sentenza di rigetto, in quarto caso ci sarà anche la condanna della parte che ha
proposto la querela ad una pena pecuniaria (art. 226, primo comma c.p.c,
L’art 2719 c.c. le copie fotogra che delle scritture (atti pubblico e scritture private) hanno la
stessa ef cacia delle copie autentiche. Ciò quando
a. se la loro conformità originale è attestata da un pubblico uf cial
b. quando tale conformità non sia espressamente disconosciuta dalla contropart
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piena prima dei fatti o delle cose rappresentate, se cuoio contro il quale sono prodetoot
non ne disconosce la conformista ai fatti o alle cose medesime
l’art 210 c.p.c. prevede il caso in ci le prove non sono a disposizione della parte ma della
controparte o di un terzo: si sollecita dalla parte al giudice che ordina alla controparte o al
terzo di esibire determinate prove in giudizio. In questo caso la pronuncia dell’ordine di
produzione non è automatico, il giudice deve veri care che l’esibizione non produca delle
conseguenze gravi come violazione di segreti oppure violazione della privacy.
L’art 113 c.pc. de nisce il caso in cui i documenti sono in possesso della pubblica
amministrazione, il giudice ne può ordinare l’esibizione
Le prove costituend
La confessione
L’art 2730 c.c. la confessione è la dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad
essa sfavorevoli e favorevoli all’altra parte. DA cui
a. si tratta di una dichiarazione che la parte stessa fa
b. è una dichiarazione di verità di fatti, non di volontà
c. riguarda la confessione di fatti sfavorevoli per la pare che confessa. Da qui nasce la
massima d esperienza che nessuno confesserebbe una cosa negativa contra se,
dunque essere attribuito un valore probatorio di valore legal
L’art 2731 c.c. non è ef cace se non proviene da persona capace di disporre del diritto, a
ciò o fatti confessati si riferiscono. Quindi deve essere una persona capace di disporre del
diritto su cui confessa.
L’interrogatorio formale reca anche la capitolazione dei fatti su cui debba essere fatto il
contraddittorio per ottenere una confessione nel corso del processo. Una volta disposto
questo tipo di contraddittorio, la parte dovrà partecipare e in sede di interrogatorio potrà
confermare i fatti costituendo confessione facendo piena prova, o non affermare quindi no
confessione. Poi c’e il contraddittorii informale che non viene programmato.
Se la parte non si è presentata o sta in silenzio senza giusto motivo, allora i fatti possono
essere ritenuti ammessi (è un comportamento processualmente rilevante). I fatti capitolati
si possono ritenere ammessi.
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IL giuramento
a. decisorio: dall esito del giuramento dipende l esito della causa. Quando una delle sue
parti in causa deferisce all’altra di giurare la verità dei farti di causa e da questo di far
dipendere la torta eo parziale risoluzione della causa. E’ una scommessa, se la parte
giura la verità dei fatti la causa è chiusa in quanto sfatti sfvaorevoli ad essa e decisivi.
Se la parte non conferma il processo e kilo giuramento non ha avuto esito positivo e le
istanze non accolte. Una colta che una delle parti abbia riferito all’altra il giuramento
decisorio, la controparte riferisca e ribalti nei confronti della altra parte l’opportunità di
effettuare un giuramento, Cio quando la controparte a sua volta ribalta la situazione e
fa giurare l’altra part
b. suppletorio: si è in presenza di un giuramento che è de nito dal giudice quando per
decidere la causa rileva che le domande o le eccezioni sono state in parte provate. Per
completare la prova il goidice può ricorre aquesto strumento per completare le prove,
supplisce alla piena prova. Qui quando il giudice ritiene che certe prove consono
completamente utilizzabili per decidere la causa. Quando si ha giuramento suppletorio
non si può avere kilo strumento del riferimento che si è avuto prima
Anche per il giuramento ci sono dei limiti di ammissibilità, devono esserci dei diritti
disponibili, l ‘oggetto della dichiarazione non deve avere ad oggetto fatti illeciti che
possano in qualche modo danneggiarla sul piano penale, nemmeno contratti per il quale
l’ordinamento richieda la prova scritta ad substantiam. Nemmmeno in ne per contestare
la veridicità di un atto pubblico.
La testimonianz
E’ la prova di cui dispone la parte tramite la quale chiede che un terzo estrano alla causa
renda una dichiarazione di verità du determinati fatti rilevati per la decisione. La
dichiarazione è resa da un terzo. Vengono ovviamente posti dei limit di ammissibilità, o di
carattere oggettivo oppure di ammissibilità che riguardano il pro lo soggettivo, il terzo
deve avere determinate caratteristiche
I limiti oggettiv
L’art 2735 afferma che la prova testimoniale non è ammissibili est i fatti attengono un
contratto per cui è richiesta la forma scritta ad substantiam o quando il legislatore abbia
richiesta la forma scritta ad probationem. L’art 2721 il limite di valore di 2,71 euro ma
anche superiore
Nemmeno se ha ad oggetto patti e accordi contrari al contenuto dl contratto o anteriori o
contestuali: li sarebbero stati raccolti nel contatto, se non lo sono allo ac’e il dubbio che
siano veri. In questo caso dunque non si può ricorrere al testimone. Puo essere utilizzata
per parti successivi se per la valutazione l’aggiunta di tali patti appare verosimile, in lieto
caso si può utilizzare per dimostrare questi patti contrari successivi un terzo.
Anchenell’imptesi in cui il legislatore ha previsto la prova scritta ma iol dormentò è andato
perso e quindi la prova testimoniale può essere utilizzare pere provare il contenuto
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Limiti soggettivi
2736 non si puo utilizzare unterò come testimone che abbia un interesse in casa. Il
soggetto nonpuo rendere inquesto caso testimonianza non essendo terzo vero e proprio
Le prove presuntive
E’ un tipo di prova particolare, sono prove logiche che nascono su un ragionamento del
giudice, non sono prove dirette da cui si trova un determinato fatto. La prova nsce all’esito
di un ragionamento logico, per questa ragione si parla fai prova logica. Nella categorie
delle prove presuntive bisogna distinguere; sono prove costituende, il giudice purante il
processo tramite l assunzione di determinati indizi ritiene che un fatto non provato
direttamente possa riterrei provato. Partendo dagli inizi di un ragionamento logico si può
ritener e provato un fatto ignot
es. Ipotesi oggetto della casa sia domanda ridsaciemrto danno incidente stradale: durante
il corso della casa acquista rilevanza se incidente sia avvenuto con comportamento
colposo o doloso del conducente oppure no. L’eleleto per stabilire se il codice te se e
colposo es valutare la velocità. Emerge come indizio che c’e sulla strada< una frenata di
20 metri allora il codice te andava ad una velictia sostenuta. E’ un indizio che non prova
direttamente la velocità ma lascia presumere ch l fatto velocità fosse superiore al limite
concesso.
2729 del cc glindizii devono essere gravi concordanti e precisi per formare la presunzione:
il momento in cui giuda motiva il suo ragionamento il giudice deve dire per aule motivi è
giunto alla conclusione di un determinato fatto.
E’ sempre ammessa inquesto caso la prova contraria: es la frenata sulla strada è dovuta
ad altre ragioni: si parla di ragioni semplice (iuris tantum)
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buona fede si presume la buona fede del possessore salvo prova contraria. non devo
dimostrare se sono possessore di un bene, ma dece essere la controparte che non lo
er, è ammessa la prova contraria per questo sono semplici queste presunzioni lehsli.
qui si può ribaltare la situazione: non e il possessore che deve dimostrare d essere in
buona fede ma l’atra parte. E’ un modo per ripartire in maniera diversa l’onere
probatorio. Lonere di probarlo starebbe al possessore, si ribalta sulla cotnrpaorete l
onere contrario. assolvendo l onere di provare l elemeri costituito.
lezione 3.05
La fase decisori
Si tratta della fase conclusiva del processo di cognizione. Le norme di riferimento sono
ritagliate dal codice con riferimento alla fase decisoria difronte al collegio, ovvero quando il
giudice istruttore manda la causa in fase decisoria difronte al collegio. Il giudice esaurita la
fase istruttoria manda la causa difronte a se stesso per la decisione, questo in caso del
giudice unico.
L’art 187 prevede che il giudice che all’esito della prima udienza senza dover passare per
la trattazione possa rimettere immediatamente la causa in decisone quando
- la ritenga già matura, es quando tutti i fatti della casa sono paci ci, non si devono
provare
- Questo anche in caso in cui sia emersa una questione preliminare di merito
- se sorgono questioni pregiudiziali di merito
L’art 188 prevede il caso in cui, terminata l’istruzione, il giudice istruttore invia la causa al
collegio per la decisione.
L’art 189 disciplina la remissione al collegio, che coiste in casi previsti dalla legge, ma se
no si ha la semplice decisione del giudice monocratico. Il collegio è composto da tre
giudici
L’art 50-bis elenca le ipotesi in cui le cause debbano essere decise in collegio, la ratio è
che il collegio comporta una maggiore tutela per la causa
a. in caso in cui deve essere presente il pubblico minister
b. in caso di materie fallimentare
c. in caso di sezioni specializzate salvo espressa previsione contraria es in materia di
immigrazione
d. in casi di impugnazione delle deliberazioni dell’assemblea e del consiglio di
amministrazione e di responsabilità degli organi amministrativi e di controllo delle
società
e. casi di responsabilità civile dei magistrati (L. 13 aprile 1988, n 117
f. di impugnazione dei testamenti e di riduzione per lesioni di legittima
g. azione collettiva risarcitoria all’art 140 bis codice del consumo
h. procedimenti camerali
La prima attività che da inizio alla fase decisoria è la precisazione delle conclusioni. Il
giudice istruttore chiede alla parti di precisare le conclusione nei limiti degli atti
introduttivi o a norma dell’articolo 183. viene chiesto che le conclusioni vengano
de nitivamente de nite, potrebbe essere che debbano essere puntualizzate (es credito
non 20 mila euro ma 10), dunque si accerta de nitivamente quanto è stato accertato prima
di arrivare alla decisione.
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L’art 189 richiede che una volta che la causa sia rimessa al collegio perché il collegio
decida su una eventuale questione pregiudiziale di rito o di merito, qui il collegio viene
investito da tutta la casa, il collegio può decidere interamente la causa quando ci sono le
condizioni per deciderle quando ritiene c he sia pronta per la decisione.
Successivamente alla precisazione delle conclusioni, ai sensi dell’art 190 le parti hanno la
possibilità di ulteriormente puntualizzare la conclusioni o di replicare con comparse e atti
scritti
L’art 190 prevede che le parti possono depositare delle comparse conclusionali che
debbano essere depositate entro il termine perentorio di 60 giorni dalla remissione della
casa al collegio e le memorie di replica entro i 20 giorni successivi, ma la facoltà del
giudice di ridirle no a 20 fuori l termine previsto per il deposito delle comparse (e quindi
quello delle memorie di replica
La decisione:
L’art 275: una volta rimessa al collegio la decisione, il collegio deve depositare la
decisione in cancelleria entro 60 dallo scambio di memorie di replica. Inoltre ammette la
possibilità che nel ,omento in cui le parti siano chiamati a precisare le conclusioni possano
richiedere di discutere la causa davanti al collegio.
L’art 276: segna le modalità che regolano la decisione, dice come il collegio deve
comportarsi. la decisione è deliberata in segreto nella camera di consiglio, nella quale il
collegio, sotto la direzione del presidente, decide gradatamente le questioni pregiudiziali
proposte dalle parti o rilevabili d’uf cio e quindi il merito della causa. La decisione è presa
a maggioranza di verti, il primo a votare è il relatore, quindi l’altro giudice e in ne il
presidente. Chiusa la votazione, il presidente scrive e sottoscrive il dispositivo e poi la
motivazione viene redatta dal relatore
Il relatore deve anche redigere la motivazione della sentenza a meno che il presidente
ritiene che lui stesso debba farlo o altro soggetto.
La giurispridenza afferma che il collegio non deve seguire l’ordine delle questioni, non è
vincolato nel decidere se prima le questioni rito e poi di merito. La cassazione ritiene che
pio decidere in maniera libera e diretta se cio sia possibile.
La sentenza
l’art 275: Una volta che si è deciso, la sentenza è depositata in cancelleria e viene
pubblicata, qui poi la sentenza esce dalla sfera del giudice e diventa conoscibile e produce
effetti. Da qui poi dal termine della pubblicazione decorrono i termini per l’impugnazione.
La remissione parziale, ovvero quando il collegio decide solo una parte della causa, ci
sono due ipotesi che sono collegate alla fase istruttori
- 225: in caso di querela di falso in via incidentale, il giudice istruttore rimette le parti al
collegio per la decisione sulla querela indipendente dal merito.
- per analogia, veri cazione di scrittura privata in via incidente: rimessone al collegio per
la decisione sulla veri cazione
Quindi in questi casi solo la questione che riguarda questi due casi sarà rimessa al
collegio, le altre, invece, vanno al giudice monocratico.
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Le deroghe:
L’art 281-ter: la possibilità di disporre d’uf cio la prova testimoniale, quando le parti si
sono riferite a persone che siano in grado di conoscere la verti dei fatti. Dunque quando ci
sono dei soggetti che sono a conoscenza e potrebbero testimoniare su determinati fatti.
Questa norma viene raramente applicata. Le parti possono dedurre delle controprove per
difendersi dalla testimonianza dei terzi disposte d’uf cio, deve sempre essere garantito il
contraddittorio e le difese.
a. ordinanza: in materia probatoria, qui si impone di assumere una prova. Anche quando
il giudice decide soltanto su questioni di competenza. Si parla di soltanto, quando
invece decide sia di merito che di competenza, allora si pronuncerà con sentenza.
b. sentenza de nitiva: l’art 279 non ci dice cosa è una sentenza de nitiva, si intende
una sentenza che chiude tra un giudizio difronte ad un giudice, quindi non si prosegue
più davanti a quel giudice. Quando il giudice pronuncerà una tela sentenza avete
uqetso contenuto de nitivo e conclusivo ?
- quando de nisce il giudizio, decidendo questioni di giurisdizione. Es non sussiste la
giurisdizione e dunque si chiude il giudizio
- quando de nisce il giudizio, decidendo questioni pregiudiziali di rito o preliminari di
merito (art 197, 2 e 3 comma)
- quando decide totalmente il merito, si p svolta l’attività istruttoria e quindi il giudice
decide accolgendo o respingendo le domande esaurendo l’0intero merito, in quanto non
residua nulla su cui il giudice può pronunciarsi.
- quando, nei casi di cui agli art 103, 2 comma (litisconsorzio facoltativo) e 104, 2 comma
(cumulo soggettivo), decide solo su alcune delle cause e dispone con ordinanza la
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separazione delle altre cause. Una volta separate le cause, potrebbe essere che sia
competente un giudice inferiore, allora le cause saranno riassunto difronte a lui,
chiudendo il processo difronte al giudice orriginarmanete adito che con la separazione
non ha la competenza per quella causa.
l’art 282 afferma che la sentenza di primo grado è provvisoriamente esecutiva tra le parti.
Qui il legislatore è stato molto sintetico, quindi questa deve essere interpretato che le
sentenza di condanna vale una esecutività provvisoria. Inc3ve per quelle di accertamento
e quelle costitutive non si applica questo articolo in quanto non richiedono un esecutività.
Queste due sono idonee produrre effetti non in primo grado , ma manco di appello, solo
dal momento che acquisiscono ef cacia di giudicato.
L’art 283: l’inibitoria della provvisoria esecutività se succingono gravi e fondati motivi,
anche in relazione alla possibilità di insolvenza di una delle parti, con canzone o senza.
Lezione 04.0
Le vicende anormali del processo
Le vicende anormali del processo di trova nel processo dopo la fase decisoria del
processo. Sono tutte quelle vicende ed eventi che possono veri carsi nel corso del
processo alterandone il iter normale.
L’art 273 e 274 c.p.c analizza l’eventuale pendenza di due processi difronte allo stesso
uf cio giudiziario o con la stessa azione oppure abbiano ad oggetto due cause tra loro
connesse. Questo fenomeno l’abbiamo già analizzato parlando della litispendenza, ma la
particolarità di questi due articoli sta che ci si riferisce allo stesso uf cio giudiziario
Nel dettaglio:
L’art 273: riunione di processi per identità di causa: Due processi sulla stessa causa
pendono davanti allo stesso uf cio giudiziario se è lo stesso giudice-persona, risponde
d’uf cio la riunione dei due processi; se sono diversi, sarà il presidente del tribunale a
stabilire con decreto davanti a chi debba avvenire la riunione
L’art 274: riunione dei processi per connessione di cause pendenti davanti allo
stesso uf cio giudiziario se ritenuta opportuna (può disporre)
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emerge l’esigenza che due processi dalla stessa causa sono contemporaneamente
competente con il rischio di provvedimenti contrastanti. La facoltà del giudice è dovuta al
fatto che si debba vedere il caso concreto e che sia opportuna. Quindi qui due processi
nati separatamente applicando queste norma si riuniscono nel medesimo processo.
Può anche accadere il fenomeno opposto, ovvero un processo nato con un cumulo di
domande arrivato alla fase decisoria disponga la separazione delle domnasne (279, nr 5).
Qui per effetto della separazione si ha la automizzazione delle domande (art 103, 2
comma - 104)
Per un certo lasso di tempo in un processo non si svolgerà attività processuale. Si hanno
due tipi di sospensione
Gli effetti della sospensione sono previsti dall’art 298 che afferma che durante la
sospensione non possono essere compiuti atti del procedimento, salvo quelli urgenti.
Anche nel caso di sospensione necessaria o volontaria non possono essere compiuti atti
processuali se non quelli urgenti come la pronuncia di provvedimenti cautelari a
salvaguardia del diritto oggetto del processo
La ripresa del processo (art 297): all’udienza indicata nel procedimento di sospensione
(art 296) o ssata su richiesta delle parti entro 3 mesi dal passaggio in giudicato della
sentenza sulla casa pregiudiziale (art 295), questo su istanza di parte che si attiva e
chiede al giudice di riprendere il processo, se non lo fa entro questi 3 mesi il processo si
estingue.
La cassazione delle sezioni unite riguardo al connetto dell’art 297 per i 3 mesi per la
richiesta, come termine ultimo che ke parti debbano attivarsi, questa interpretazione
afferma che le parti posso richiedere la ripresa del processo anche prima, quando c’e
stata la sentenza di primo rado sulla cause pregiudiziale.
L’art 337, secondo comma prevede un’ipotesi secondo cui tra due processi ci sia un
rapporto di pregiudizialità - dipendenza, sul rapporto di pregiudizialità sia impugnata e
dunque il processo viene sospeso. In questo caso si può avere la sospensione facoltativa
se la sentenza sulla causa pregiudiziale è impugnata. Il giudice quindi valuta se è
opportuno sospensd ere il processo in attesa della sentenza sulla pregiudizlaita o meno
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La contumacia
La contumacia può essere sia dell’attore che del convenuto, ovvero quando non ci si
costituisce in giudizio
L’art 293 c.p.c. il contumace può costituirsi in ogni momento del procedimento no
all’udienza di precisazione delle conclusioni, ma subisce tutte le preclusioni già maturate,
in ogni caso il contumace che si costituisce può disconoscere, nella prima udienza o nel
termine assegnatoli dal giudice, le scritture private contro lui prodotte
L’interruzione
Se si veri cano determinate vicende ed eventi previsti dal codice (299-301), il giudice
dovrà disporre l’interruzione del processo, con conseguenza di divieto di attività
processuale durante tutto il periodo di divieto. La funzione dell’interruzione di consentire
che il processo riprenda il suo normale corso nella pienezza del contraddittorio, lo scopo e
la ratio è quella di salvaguardare il contraddittorio
L’art 299 prende in considerazione gli eventi interruttori che riguardano una delle parti del
processo: morte, perdita capacita processuale della parte o del rappresentante o
cessazione della rappresentanza. La morte della parte riguarda la persona sica, ma la
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stessa cosa barra se riguarda l’estinzione della persona giuridica. Inoltre, va assimilata
alla morte la scomparsa e la morte presunta.
Con la perdita della capacita processuale la parte non può stare in processo sola, serve il
suo rappresentante legale o l’assistenza del curatore. Questo evento interattivi può
dunque anche colpire il rappresentante della parte.
Quando uno di questi eventi interruttori si sia veri cato a carico della parte dopo la
noti cazione ma prima della costituzione, in questo caso il processo viene
automaticamente interrotto, a meno che coloro a cui spetti di proseguirlo si presenti
volontariamente (es. eredi) oppure quando l’altra parte provvede a citarli.
L’art 300: quando l’evento in questione si veri cano dopo la costituzione in giudizio,
l’avvocato della parte deve dichiararlo in udienza o noti carlo alla controparte e da tale
momento il processo deve essere interrotto, salva sempre la costituzione volontaria di
coloro a cui spetta prosegui o la riassunzione nei loro confronti. Se l’avvocato non lo
dichiara vuol dire che la situazione non in cia
- al terzo comma, se l’evento riguarda una parte che sta in giudizio personalmente, il
processo è interrotto automaticamente dal momento dell’evento.
- al quarto comma, se l’evento riguarda la parte contumace, il processo è interrotto dal
momento in cui l’evento interuttivo è documentato dall’arta parte o è noti cato ovvero è
certi cato dall’uf ciale giudiziario nella relazione di noti cazione di uno dei
provvedimenti di cui all’art 29
L’art 301 eventi che riguardano il difensore, il processo è interrotto dal giorno della morte,
della radiazione dell’albo degli avvocati o sospensione dello stesso albo dell’avvocato
stesso. Viene garantito quindi tramite l’interazione che la parte possa cercare un altro
difensore. Non sono considerati eventi interruttori la revoca della procura né la rinuncia
stessa. Anche in caso di rinuncia il difensore deve continuare no a che l a parte lo
sostituisca.
L’art 303 riassunzione del processo interrotto: l’altra parte può chiedere la ssazione
dell’udienza, noti cando quindi il ricorso in riassunzione e il decreto a coloro che debbono
costituirsi per proseguirlo.
L’art 305 La riassunzione deve essere entro 3 mesi dal momento si è veri cata
l’interruzione automatica, oppure dal provvedimento del giudice. La jp della cassazione
ricorre alla conclusione ch ei 3 mesi per provvedere alla costituzione spontanea o alla
riassunzione, on decoroso dalla pronuncia del provvedimento o dalla spontanea
comparsa, ma dalla conoscenza legale per salvaguardare l posizione delle parti per
salvaguardare la prosecuzione del processo
L’estinzion
L’art 306: estinzione per rinuncia degli atti: quando la rinuncia agli atti del giudizio è
accattata dalle parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione, tali
dichiarazioni sono compiute delle parti verbalmente all’udienza o con atti sottoscritti e
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noti cati alle parti, salvo diverso accordo, la parte che rinuncia rimborsa le spese giudiziali
della controparte
Art 308 il collegio pronuncia sentenza, se respinge il reclamo, e con ordinanza non
impugnabile, se l’accoglie
Lezione 05.0
Differenze tra processo di cognizione piena (modello standard) e il processo
difronte al giudice di pace e poi i processi speciali più rilevanti (processo
separazione-divorzio e lavoro)
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L’impostazione del giudice di pace, che è un giudice onorario (non togato magistrato) ha
funzioni giurisdizionali senza avere la magistratura, di af dargli le controversie più semplici
e di conseguenza la disciplina del relativo processo di cognizione tende ad essere più
semplice. Anche in questo pace si divide l’articolazione del processo in tre fasi:
• fase decisoria
• L’art 321: quando il giudice ritiene matura la causa per la decisione, il giudice invita le
parti a precisare le conclusioni (che deve esserci sempre essendo uno snodo
fondamentale) e a discutere la causa e la sentenza è depositata in cancelleria entro 15
giorni dalla discussione. Può anche essere applicato l’att 281-sexties in quanto non è
vietato dall’articiolo stess
• l’art 322 parla di conciliazione in sede non contenziosa: su domanda anche verbale il
giudice di pace tenta la conciliazione e se viene raggiunta il verbale è titolo esecutivo nei
limiti di competenza de giudice di pace (art 7). Il legislatore ha fatto del giudice di pace
più che un organo conciliativo, viene concesso a chiunque di accedervi per tentare una
risoluzione prima di tutto extra-giudiziaria della causa. L’ef cacia di titolo esecutivo lo
avrà solo il verbale di conciliazione solo nelle materie di competenza del giudice di pace.
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Il processo di condizione difronte al giudice di pace può essere de nito speciale in quanto
presenta alcune particolarità
La particolarità è che trova applicazione nelle ipotesi elencate dall’art 409 c.p.c.. La
competenza è sempre del tribunale ordinario in composizione monocratica, mai del
giudice di pace. Semplicemente il tribunale applicherà una disciplina speciale de nita dal
legislatore.
L’ambito applicativo
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indicazione della data di udienza, che verra decisa dal giudice con decreto inscritto in
calce al ricorso.
• si ha un sistema di preclusioni più rigido, per gli atti introduttivi anche preclusioni
istruttorie. Scatta dall’atto introduttivo le preclusioni, già dall’inizio, questo non p cosi nel
processo ordinario che va dall’atto introduttivo alla precisazioni delle conclusioni. Quindi
cio vale sia per le modi che, precisazioni, mezzi di prova etc. Il convento con la memorai
difensiva deve indicare tutto cio che vuole indicare, a pena di decadenza successiva.
• il convenuto deve costituirsi almeno 10 gg prima dell’udienza con la memoria difensiva,
nella quale deve indicare i mezzi di prova a pena di decadenz
• la competenza può essere o la competenza territoriale del tribunale del luogo dove è
sorto il rapporto o del tribunale del luogo dove si trova l’azienda o una sua dipendenza
alla quale è addetto il lavoratore o era addetto al momento della ne del rapporto (se la
domanda viene proposta entro 6 mesi dalla cessazione). E’ una competenza territoriale
inderogabile, qualsiasi clausola derogatoria p nulla, la ratio che sia il giudice più vicino
al luogo di lavoro che sia competente.
• Fase di trattazione-istruzione (420 e 421
• l’art 420 indica quali attività il giudice deve compiere in questa fase di discussione, che
dovrebbe esaurirsi tutta quanta li in quanto si prevede una trattazione concentrata.
• in prima udienza c’è l’obbligo di comparazione personale delle parti per essere
sottoposte a interrogatorio libero e a tentativo di conciliazione. Possono participare
anche nominando un procuratore speciale, ma deve essere un soggetto che conosce i
fatti di causa. Ove le parti non compaiano personalmente o nominano un mandante che
non sappia i fatti della causa, il giudice può trarne argomenti di prov
• in prima udienza la possibilità di modi care le domande, le eccezioni e conclusioni ma
solo previa autorizzazione del giudice
• c’e la possibilità di proporre nuove mezzi di prova che non sia stato possibile proporre
prima
• il giudice può disporre d’uf cio in qualsiasi momento l’ammissione di ogni mezzo di
prova, anche al di fuori dei limiti del codice civile (tranne che del giuramento decisorio).
Es ammesso testimone anche al di fuori dei limiti stabiliti. 421 c.p.c. La ratio è alla
particolare natura delle controverei la cui risoluzione è particolare. Per compensare lo
squilibrio tra le due parti del processo, sono stati previsti dei poteri più ampi al giudice.
• accesso diretto del giudice sui luoghi di lavoro ed eventuale esame dei testimoni
• quindi il giudice ha una posizione molto più importante in quanto ha dei poteri istruttori
molto più ampi rispetto al giudice ordinario.
• Fase decisoria (art 429
• la pronuncia della sentenza avviene a conclusione dell’udienza di discussione e dopo la
precisazione delle conclusioni (in camera di consiglio), con lettura del dispositivo in
udienza. L’art 429 prevede anche che quando dalla sentenza emergano delle decisioni
di condannare datarie di lavoro, il dispositivo della sentenza da solo costituisce titolo
esecutivo. Non si ha ancora la sentenza di condanna vera e propria, ma il solo
dispositivo costituisce titolo esecutivo e per questo serve dunque la letture di esso in
udienza
• entro 15 giorni deve avvenire il deposito della sentenza con motivazion
• il dispositivo è immediatamente te esecutivo a favore del lavoratore, per questo la lettura
del dispositivo è fondamentale, qui quando non si ha ancora la sentenza vera e propria
con condanna, ma soli il dispositivo, da qui per questa ragione dunque la lettura è
fondamentale
• è possibile l’appello immediato con riserva dei motivi ai sensi dell’art 433, se
l’esecuzione è già iniziata sulla base del dispositivo. Si può fare subito appello per avere
la motivazione speci ca della contestazione della sentenza di primo grado, A cosa serve
questo appello immediato riconosciuto al datore di lavoro quando il lavoratore utilizza il
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dispositivo come mezzo esecutivo questo per sospendere l’ef cacia esecutiva, si
richiede la sospensione inibitoria della sentenza.
• l’art 429 è il giudice che con sentenza determina gli interessi e la valutazione monetaria.
il pagamento della somma di denaro a favore del lavoratore, il giudice riconosca al
lavorare anche gli interessi nella misura legge anche se il lavoratore non l ha
espressamente richiesti. Questa è una soluzione di favore della parte più debole, la
facoltà inoltre di riconoscere il maggior danno eventualmente seguito dal lavatore per la
liazione del suo credito. Ovvero la rivalutazione monetaria del credito che il giudice
riconosce anche se non c e un espressa richiesta
• la manata lettura del dispositivo determina la nullità della sentenza in quanto costituisce
un obbligo fondamentale in capo al giudice.
• il giudice può utilizzare il modello decisorio dell'art 281-sextoes, dove c e ila lettura e la
pubblicazione della sentenza
Il processo di separazione è disciplinato nel codice (706 e seguenti) invece quello del
divorzio da una legge speciale sul divorzio
La separazione è lo strumento che viene offerto dal c.c. all’art 151 per sciogliere il vincolo
matrimoniale quando siano accaduti dei fatti tali da rendere intollerabile la convivenza. Lo
scioglimento de nitivo avviene poi con il divorzio.
a. giudiziario contenzioso: processo di cognizione piena che porta poi alla pronuncia
della sentenz
b. consensuale: è di giurisdizione volontaria, i due coniugi essendo d’accordo sulla
separazione richiedono al giudice di omologare il loro accordo. Il giudice, se l’accordo
non è in danno ai gli il giudice la pronuncia
• il presidente del tribunale ssa con decreto la data dell’udienza di comparizione dei
coniugi davanti a se nel termine per la noti cazione del ricorso (che vine depositata) e
del decreto, nonché il termine entro cui il coniuge convenuto può depositare memoria
difensiva e documenti. Qui il presidente del tribunale deve cercare di trovare un
conciliazione, non rispetto alla controversia ma rispetto al rapporto matrimoniale.
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• Quindi prima si passa per il presidente del tribunale che cerca di trovare una
conciliazione dei coniugi rispetto al rapporto matrimoniale e non di roncigliare le parti
rispetto alla separazione, ovvero di trovare un motivo per evitare la separazione e di
salvare il matrimonio.
• al ricorso e alla memoria difensiva sono allegate le ultime dichiarazione dei redditi
presentat
• se il ricorrente non si presenta, o rinuncia, la domanda non ha effetto; se non si presenta
il coniuge convenuto, viene ssata una nuova data per la comparizion
• se i coniugi si conciliano il presidente fa redigere il processo verbale della conciliazione
• se non riesce la conciliazione, ordinanza presidenziale (reclinabile alla corte d appello
entro 10 gg) che pronuncia provvedimenti temporanei e urgenti che il presidente reputa
opportuni nell’interesse dei coniugi e della prole ( art 708, 3 comma ).
La separazione consensual
Per la separazione consensuale (art 711 c.p.c.) qui non deve essere accertato nulla ma
deve solo essere omologato
• nel caso di separazione consensuale prevista nell’art 158 c.c. il presidente del tribunale
su ricorso di entrambi i coniugi deve sentirli nel giorno da lui stabilito e tentare du
conciliarli nel modo indicato all’art 70
• se la conciliazione non riesce, si da atto nel processo verbale del consenso dei coniugi
alla separazione e delle condizioni riguardanti i coniugi stesi e la prol
• e la separazione acquista ef cacia con omologazione del tribunale il quale provvede in
camera di consiglio su relazione del presedete con decreto reclinabile alla corte d
‘appello ( entro 10 gg dalla comunione)
Il divorzio non viene disciplinato dal codice, si trova in una legge speciale (1970 nr 4)
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Negoziazione assistita: l’art 6 d.l. 132/2014: con l’assistenza di almeno un avvocato per
parte, può essere stipulata una convenzione al ne conseguire una soluzione consensuale
in materia di separazione personale e di divorzio. E’ una procedura stragiudiziale, in
quanto non viene chiamato il giudice ma può essere che venga chiamato il PM. Si
ottengono gli stessi effetti che si consegue in via giudizial
Se non vi sono gli minori o maggiorenni incapaci: l’accordo è trasmetto al P.M. presso il
tribunale competente il quale, quando non ravvisa irregolarità, da il nullaosta
Se invece vi sono gli mimerei o maggiorenni incapaci: l’accordo è trasmesso al P.M.
presso il tribunale competente, il quale, quando ritiene che l’accordo risponde all’interesse
dei gli, lo autorizza, altrimenti lo trasmette al presidente del tribunale che ssa la
comparizione delle parti e precede senza ritardo
C’e anche la procedura davanti al sindaco in qualità di uf ciale dello stato civile fa la
veri ca della regolarità formale. Quando non ci sono gli.
Lezione 10.05
Le impugnazioni
Cosa sono le impugnazioni
Quale è la nalità ?
La prima norma che il codice dedica alle impugnazioni è l’art 323 c.p.c. che elenca i mezzi
di impugnazione previsti dal nostro ordinamento.
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I mezzi per impugnare le sentenze, oltre al regolamento di competenza [42 c.p.c. ss.] nei casi
previsti dalla legge, sono: l'appello [339 ss.], il ricorso per cassazione [360 ss.], la revocazione [395
ss.] e l'opposizione di terzo [404 ss.]
La regola che si ricava da questa elencazione è che per stabilire il diverso mezzo di impugnazione
da esperire si guarda la forma del provvedimento che è lui che condiziona l’esperibilita
dell’impugnazione. In caso di errore del giudice riguardo al tipo di impugnazione entra in gioco il
criterio della prevalenza della sostanza sulla forma (obiettivi).
Es. invece di emettere una sentenza di primo grado il giudice ha emesso un’ordinanza. Il giudice
ha sbagliato la forma del provvedimento, quindi ci sono dei problemi per individuare il mezzo di
impugnazione. La jp quindi a erma che prevale la sostanza e il contenuto del provvedimento.
Si vuole evitare che le parti ne rimangano pregiudicate a causa di un errore del giudice.
L’art 111, 7 C: tutte le sentenze devono essere ammissibili in cassazione per interpretazione di
legalità. L’unico mezzo di impugnazione a copertura costituzionale è quello per cassazione perché
è l’unico strumento messo a disposizione dal legislatore per avere un controllo sulla legalità
sull’operato del giudice di merito (1 e 2 grado). L’operato del giudice si sottopone a controllo di
legittimità. Si parla di funzione nomo iattica della cassazione. Questa decisione della cassazione
a sezione unite n.2953 del 1935 è stata interpretata in funzione e in applicazione del principio
della prevalenza della sostanza sulla forma. Si parla di questa funzione nel 35 nel periodo in cii
non esisteva ancora la corte costituzionale.
Una volta che i mezzi di impugnazione sono stati esperiti, la sentenza non potrà può essere
sottoposta a mezzi ordinari di impugnazione, ma solo a quelli straordinari.
L’art 324 c.p.c, elenco dei mezzi ordinarli di impugnazione che condizionano il passaggio in
giudicato della sentenza. Si intende passata in giudicato la sentenza che non è più soggetta né a
regolamento di competenza, né ad appello, né a ricorso per cassazione, né a revocazione per i
motivi di cui ai numero 4 e 5 dell’art 395. Da ciò dipende i giudicato sostanziale ex. art 2909 c.c.
delle sentenze di merito.
La sentenza passata in giudicato formale acquisisce anche forza di giudicato sostanziale., ovvero
l’accertamento contenuto nella sentenza che non si più sottoponibile e mezzi di impugnazione
ordinari.
Le condizioni dell’impugnazione
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b. legittimazione ad impugnare (qualità diparte nel precedente grado di giudizio) (eccezioni:
interventore adesivo dipendente, opposizione di terzo). Il soggetto deve essere soccombente
e che si astato parte nel giudizio. Basta guardare se e ettivamente il soggetto che intenda
proporre l’impugnazione abbia rivestito la quali ca di parte. Questo discorso di legittimazione
ad impegnare non vale per il mezzo di impugnazione di opposizione del terzo, qui esso è per
de nizione attribuito ad un soggetto che non si parte del processo, è chiaro che qui l
legittimazione ad impugnare presuppone che il soggetto sia estraneo al giudizio. Nel caso del
soggetto intervenuto in corso del processo di primo grado per sostenere un soggetto, la sua
pozione e dipendete da quella delle parti, ciò vale anche per la sua legittimazione ad
impugnare, lui nonne l ha immondo pieno, può esercitarlo solo se almeno una delle parti abbia
esercitato il potere di impugnazione.
a. ordinari e straordinari
c. solo per vizi della decisione o anche per l’ingiustizia della stessa: non solo per vizi, ma anche
per ingiustizia. Anche in questo caso è l’unico mezzo di impugnazione con cui dei può
contestare la giustizia della decisione, la valutazione il covnenicoimetno del giudice che ha
formato. L’unico mezzo è anche qui l appello, non solo fare valere i vizi ma anche la sola
giustizia della decisione alla quale è pervenuto il giudice di primo grado
Termini
Termini brevi ( art 325 e 326): il termine per proporre l’appello, la revocazione ordinaria (art 395 n.4
e 5) è di 30 giorni dalla noti cazione della sentenza, per il ricorso per cassazione è di 60 gironi.
Non vengono solo detti quali sono i termini, ma anche il dies ad quem incominciano a decorrere.
Sono termini molto ridotti. Se non rispettano tali termini, la sentenza è destinata a passare in
giudicato.
La noti cazione utile a far decorrere il termine breve è soltanto quella e ettuata a norma dell’art
285: su istanza di parte, a norma dell’art 170 (direttamente al difensore e non alla parte
personalmente). siccome i termini sono brevi, serve darlo al difensore che sa come salvaguardare
immediatamente la posizione della parte per poi proporre l’impugnazione, se dovesse avvenire la
noti cazione alla parte medesima, essa non sia preparata e socsiente riguardo ai permini
Occorre considerare il cosi detto e etto bilaterale della noti cazione della sentenza ( cassazione
sezione unite numero 6278/2019): anche la parte noti cante deve sapere se intendile fare
impugnazione che decorreranno per lei i termini brevi per proporre l’impugnazione
Se non vi è stata noti cazione (indipendentemente dalla noti cazione) \ della sentenza entra
in ballo per la posposizione dei mezzi di prova il termine lungo (art 327, 1 comma): in mancanza di
noti cazione della sentenza, l’appello, il ricorso per cassazione e la revocazione per i motivi
dimoiati nei n.4 e 5 dell’art 395 possono proporsi dopo decorsi 6 mesi della pubblicazione della
sentenza. Ma esso no si applica al contumace involontario, ossia al contumace che dimostri di
non aver avuto conoscenza del processo per nullità della citazione o della noti cazione di essa, e
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per nullità della noti cazione degli atti di cui all’art 292 /(art 327, 2 comma) il quale, di
conseguenza può proporre appello senza limiti temporali
Per la revocazione straordinaria (art 395 n.1,2,3,6 e 397) e per l’opposizione di terzo di cui all’art
404, 2 comma (opposizione terzo revocatoria) il termine è sempre di 30 gg, decorrente dal giorno
in cui è stato scoperto il dolo o la falsità del documento o la collusione fra le parti o è stato
recuperato il documento p è passata in giudicato l asetnenza (peale9 d cui al n. 6 dell’art 395 o il
PM ha avuto consonanza della sentenza.
Non è richiamata l’opposizione del tizio di cui all’art 404, 1 comma che quindi è proponibile senza
termine
Lezione 11.05
Le impugnazioni in generale
Gli eventi interruttori durante la decorrenza del termine per impugnare vengono sanciti dall’art
328. Possono riguardare la parte (art 299) oppure il difensore (art 301).
Durante la decorrenza del termine: il termine è interrotto e il nuovo termine breve decorre solo dal
giorno in cui viene rinnovata la noti cazione della sentenza, che, ove sia stata la parte della
parte, può essere e ettuata agli eredi collettivamente e impersonalmente, nell’ultimo domicilio del
defunto (art 328, 2 comma). Coloro che sono dunque legittimati a proseguire il processo possono
valutare se impugnare o no,
Prima del 2009 era di un anno, il legislatore l ha modi cato ma non l ha coordinato con il comma
3.
Se dopo sei mesi dalla pubblicazione della sentenza si veri ca alcuno degli eventi previsti nell’art
299, il termine è prorogato per tutte le parti di 6 mesi dal giorno dell’evento,
…ma 6 mesi dopo la pubblicazione l’impugnazione ordinaria non è più proponibile e dunque ?
possibile soluzione: proroga della meta del termine lungo. Dunque se dovesse avvenire uno di
questi eventi durante il termine lungo: la parte inevitabilmente subirebbe una contrazione del
termine lungo, ma solo della parte riammettente dopo che si sia veri cato l’evento interruttuvo:
questa è la situazione dovuto al difetto del coordinazione, dunque si ritiene abrogato.
Luogo dell’impugnazione
L’atto che la parte deve compiere, sia lungo che breve, è la noti cazione dell’atto di impugnazione
alla controparte. Ciò è talmente rilevante che il legislatore si preoccupa di stabilire quale sia il
luogo dell’atto di impugnazione.
a. se nell’atto di noti cazione della sentenza, la parte ha dichiarato la sua residenza o eletto
domicilio nella circoscrizione del giudice che l’ha pronunciata, l’impugnazione deve essere
noti cata in tale luogo
b. in caso contrario, si noti ca presso il difensore costituito o nella residenza dichiarata o nel
domicilio eletto per il grado precedente
Se non vengono rispettati, avviene un vizio nella noti cazione, dove pero vale il criterio che, se
comunque essa abbia raggiunto lo scopo, il vizio si ritiene sanato.
a. espressa: atto unilaterale della parte (non del difensore) di accettazione esplicita della
sentenza
c. parziale: l’impugnazione parziale rimporta acquiescenza alle parti della sentenza non il
impugnare (2 comma), ma dava il prodursi (all’esito dell’impugnazione) dell’e etto espansivo
interno (art 336, 1 comma) sulle parti della sentenza non inoppugnabile dipendenti da quelle
impugnate. Es. se il convenuto viene condannato in sentenza 1 grado di restituire all’attore la
somma a titolo di mutuo oltre al pagamento di interessi: due condanne restituzione e
pagamento di interessi maturati della somma: in sede di impugnazione il convenuto impugna il
capo relativo agli interessi e non quello relativo alla restituzione del capitale
Se è tacita o espressa, quali sono gli e etti: se alcuni capi della sentenza non son impugnati
perché ha espresso la volontà o entro comportamento acquiescente, tali capi sono ritenuti passati
in giudicato
Il fatto che si sia sul capo dipendenti della sentenza ci si stata la acquiescenza signi ca che il
rapporto principale venga in uito. es. sentenza primo grado: restituzione mutuo con pagamento
di interessi: il soccombente impugna la restituzione del mutuo (principale) ma non gli interessi
(rapporto dipendente). Il capo alla sentenza principale viene automaticamente travolto, si parla di
e etto espansivo. L’accoglimento della impugnazione del rapporto dipendente travolgere
automaticamente il rapporto principale
b. improcedibilità: omissione di atti di impulso del giudizio di impugnazione ritenuti rilevanti dal
legislatore (ad. es, l’appellante non si costruisce nei termini). Conseguenza: consumazione del
potere di impugnazione, che dunque non può più essere esercitato (anche se i termini per la
sua proposizione consono ancora decossi). Es. in appello è che l’appellante si costituisca nei
termini, se non lo fa si determina un attivista di improcedibilità dell’appello proposto
c. estinzione del giudizio di impugnazione (ordinaria) art 338: fa passare in giudicato la sentenza
impugnata, salvo che ne siano stati modi cati gli e etti con provvedimenti pronunciati nel
corso del procedimento impugnatorio estinto
L’art 331: se la sentenza oggetto di impugnazione riguarda una causa inscindibile o cause
cumulate tra loro connesse per pregiudizialità-dipendenza, l’impugnazione va proposta nei
confronti di tutte le parti del precedente grado di giudizio (litisconsorzio necessario processuale) e
laddove ciò non sia avvenuto, il giudice ordina l’integrazione del contraddittorio entro un termine
perentorio, ma se nessuna delle parti provvede all’integrazione del contraddittorio, l’impugnazione
viene dichiarata inammissibile. L’obiettivo è di evitare il contrasto di giudicati.
Nel caso del litisconsorzio necessario che riguarda un diritto che coinvolge più soggetti, o perché
esso è di proprietà di più soggetti o perché l’oggetto della domanda è uno ma c’e una
legittimazione straordinaria ad agire dove partecipa non solo il convenuto ma anche il legittimo
titolare del diritto (azione surrogatoria). Anche il caso di lite tra pretendenti, pretendono uno stesso
diritto nei confronti del convenuto, qui il rapporto è unico ma più parti se lo contendono.
In caso di questa situazione avviene l’impugnazione, in questo caso va esercitata nei confronti di
tutte le parti che partecipano al processo, devo coinvolgere tutti i soggetti. Laddove l’impugnante
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non abbia proposto ciò a tutti, il giudice sserà un termine perentorio per l’integrazione di tutte le
parti
Cause scindibili
Art 332: anche in caso di cause cumulate ma scindibili l’impugnazione va proposta nei confronti di
tutte le parti, e se è stata proposta nei confronti solo di alcune, il giudice ordina la noti cazione nei
confronti delle altre per le quali l’impugnazione sia ancora proponibile, ma se la noti cazione non
avviene, il giudizio di impugnazione rimane sospeso no a quando non decorrano i termini per
proporre l’impugnazione (per tutte le parti)
Obiettivo: favorire unitaria delle diverse impugnazioni relative alla stessa sentenza
Sebbene le due norme guardino lo stesso fenomeno della pluralità di parti, rispondono ad
esigente diverse: il primo vuole assicurare che il giudicato si formi per tutte le parti nello stesso
momento; nel secondo è quello di ottenne nei confronti della sentenza la trattazione unitaria di
tutti i giudizi, per questo onere di noti care tutti i soggetti l atto di impugnazione per sollecitarli di
farlo all’interno dello stesso giudizio installato dal primo impugnate, quindi sempre economia
processuale.
L’impugnazione incidentale
L’art 333: le parti a cui è stata noti cata un’impugnazione, se intendono anche esse proporre
l’impugnazione, debbono farlo in via incidentale nello stesso giudizio, e se siano state proposte
più impugnazioni separate nei confronti della stessa sentenza, vanno riunite d’u cio (art 335)
All’art 334 viene disciplinata l’incidentale tardiva: le parti contro le quali è stata proposta
impugnazione e quelle chiamate ad integrare il contraddittorio a norma dell’art 331 possono
proporre impugnazione incidentale anche quando per esse è decorso il termine o hanno fatto
acquiescenza alla sentenza, ma se l’impugnazione principale è dichiarata inammissibile (o
improcedibile, la impugnazione incidentale perde ogni e cacia). Qui si è i presenza di una
soccombenza parziale reciproca di entrambe le parti che sono legittimate ad impugnare, tuttavia
l’obiettivo che il legislatore vuole che si eviti l impugnazione e cerca di favorir questo fenomeno:
potrebbe accadere che una delle due parti senza contattare l’altra stia meditando a rinunciare
all’impugnazione, ma c’è il rischio che l altra faccia impugnazione nell’ultimo momento utile per
farlo, l altra sarebbe colta di sorpresa. Qui l’utilità di questo articolo: può essere proposta dalla
parte decaduta dai termini o che abbia fatto acquiescenza quando l’esigenza di impugnare sia
sorta dalla impugnazione della controparte.
Laddove l'impugnazione principale sia dichiarato inammissibile anche quella tardiva viene meno
L’art 336: la riforma parziale della sentenza (accoglimento dell’appello) o la cassazione parziale
(accoglimento del ricorso per cassazione) ha e etto anche sulle parti della sentenza dipendenti
dalla parte riformata o cassata (non impugnate) si parla di e etto espansivo interno
Mentre la riforma o la cassazione integrale della sentenza ha e etto anche sugli atti e i
provvedimenti dipendenti dalla sentenza riformata o cassa (e etto espansivo esterno)
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Lezione 12.05
L’appello
L’art. 323 elenca come mezzo di immigrazione l’appello.
Il primo dei mezzi di impugnazione è l’appello. E’ un mezzo di impugnazione a critica libera, con
e cacia sostitutiva della sentenza di primo grado, a seguito di un rinnovato giudizio in base a
motivi di contestazione dell’appellante.
L’appello non è previsto dalla carta costituzionale, è una scelta del legislatore ordinario. Si ottiene
da un altro giudice la possibilità di ottenere una decisione ‘migliore’. Si i tratta di un grado
ulteriore di giudizio dipendente dalla volta delle parti, non di un altro processo. Si manifesterà il
principio della domanda e della piena corrispondenza di quanto chiesto e pronuncio dal giudice. Il
processo è lo stesso, si parla solo di un grado ulteriore.
Ambito applicativo
L’art 339 a ermare posso essere impugnate con l’appello tutte le sentenze pronunciate in
primo grado, dove, quando viene pronunciata la sentenza d’appello essa sostituisce la sentenza
di primo grado, sempre che l’appello non sia escluso della legge o dall’accordo delle parti.
Escluso dalla legge sono tutte quelle sentenze di equità ex art 1214 (art 339, 2 comma) e altri casi
(es. art 618, 2 comma: riguarda la sentenza con la quale viene decisa l’opposizione agli atti
esecutivi)
Eccezione: Appellabili solo per motivi limitati le sentenze di equità necessarie del giudice di pace
(art 113,2 comma), vale a dire per violazione delle norme sul procedimento, di norme
costituzionali o comunitarie, ovvero dei principi regolatori della materia, oggetto del giudizio
(art 339, 3 comma)
Quando è che una sentenza non è de nitiva ? quando una sentenza non chiude un processo
davanti ad un determinato giudice. E’ sempre una sentenza di primo grado, dunque non è
appellabile.
Quelle previste dall’art 277, 2 comma, dall’art 278 (condanna generica) e dal n.4 del 2 comma
dell’art 279 (quando decida su una questione preliminare di rito e merito non stativa ritenendo che
non sussista ciò)
b. appello di erito, previa riserva (da e ettuare entro il termine per appellare e comunque entro
la prima udienza successiva la pronuncia)
d. se, dopo la riserva, il processo dovesse estinguersi, la sentenza non de nitiva diventa
de nitiva e va appellata nel termine breve o lungo che decorre dal giorno in cui passa in
giudicato il provvedimento di estinzione (art 129, 3 comma, disp.att. c.p.c.)
L’oggetto del giudizio d’appello è lo stesso del giudizio di primo grado, ma nei limiti delle censure,
esse dalle parti (motivi d’appello) si parla di e etto evolutivo dell’appello non automatico, ma
nei limiti dell’appello principale incidentale, ed infatti l’art 342 impone all’appellante (principale ed
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incidentale ) di indicare la parte della sentenza che intende impugnare e di esplicitare le censure
circostanziate della sentenza di primo grado (art 342) (principio della domanda)
Ci possono essere o contestazione in diritto (errore di diritto del giudice) oppure errore di fatto, si
è mal valutato gli elementi fattuali: da qui nasce l’ingiustizia della decisione che la parte vuole
appellare. I capi della sentenza non interessati all’appello passano in giudicato, non sono più
appellabili. Dal passaggio di primo grado all’appello l’oggetto del giudizio si riduce.
Possibile riduzione dell’oggetto del giudizio d’appello rispetto a quello di primo grado
b. in applicazione dell’art 346 (non riproposizione in appello delle domande e delle eccezioni
proposte n primo grado e non accolte, che quindi si intendono rinunciate) di erenze
dall’appello principale o incidentale
es.
- eccezione: corso giudizio primo grado proposta la domanda diparte dell’attore, il convenuto
eccepisce l’eccezione della prescrizione del diritto, il giudice accoglie la domanda attorea
senza considerare la prescrizione. L’accoglimento ella domanda ha comportato assorbimento
implicitamente della prescrizione.
- domanda assorbita: ipotesi in cui l’attore in primo grado abbia proposto due domande
cumulate ma in via subordinata (prima domanda annullamento contratto per errore materiale e
subordine domanda di annullamento del contratto per dolo) si arriva alla decisione e accoglie la
domanda principale, non prendendo in considerazione la domanda subordinata.
(questi sono due esempi art 346) Il giudice qui non le ha ne accolte nemmeno respinte, le ha
semplicemente non esaminate. Se la parte che l’ha proposta intenda proporle davanti al giudice
d’appello, le deve riproporre, altrimenti si intendono rinunciate
Inoltre, è possibile l’ampliamento dell’oggetto del giudizio d’appello rispetto a quello di primo
grado (nova in appello)
a. sono proponibili domande di interessi, frutti o altri accessori maturati dopo la sentenza
impugnata o di danni so erti o conosciuti della sentenza stessa (art 345, comma)
b. sono proponibili eccezioni (di rito o di merito) rilevabili anche d’u cio (art 345, 2 comma) su
fatti però mai rilevati
c. sono proponibili il giuramento decisorio e i mezzi di prova che la parte dimostri di non aver
potuto proporli nel giudizio di primo grado per causa ad essa non imputabile
Lezione 17.05
L’appello: procedimento
La fase introduttiva
L’art 350 parla della composizione del giudice: per il tribunale la composizione è monocratica e in
caso della corte d’appello la decisione avviene difronte al collegio. Quindi non solo la fase
decisoria viene davanti al collegio, ma l’intera trattazione avviene in composizione collegiale.
Nell’atto d’appello la forma è l’atto di citazione che presenta gli elementi prescritti dall’art 163
adattati alle esigenze dell’appello. Non viene ritenuto applicabile il nr. 7 dell’art 163 riguardo le
preclusioni che sono riferibili direttamente solo al primo grado, quindi viene esclusa in appello.
Per il resto la struttura è quella di primo grado.
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Per la casa petendi e il petitum vengono adattati alla citazione in appello, ciò avviene nel senso
che:
L’art 342 obbliga a motivare e indicare a pena di inammissibilità le parti del provvedimento che si
intendono appellare, le modi che che vengano richieste alla ricostruzione del fatto compiuta dal
giudice di primo grande l’indicazione delle circostanze da cui deriva la violazione della legge.
La costituzione in giudizio dell’appellante: come in primo grado (art 165) ma nel fascicolo deve
essere depositata anche copia della sentenza appellata. La mancata costituzione nei termini
dell’appellante comporta l’improcedibilità.
a. con essa l’appellato può riproporre le domande ed eccezioni non accolte ai senti dell’art 346
b. proporre a pena di decadenza, l’eventuale appello incidente (anche tardivo ex art 334)
Proposto dunque da soggetto diverso, in questo caso l’appello incidentale tardivo può essere
proposto ma entro la prima udienza successi alla proposizione dell’impugnazione stessa.
Nella comparsa di risposta l’appellato deve riproporre le domande ed eccezioni non accolte ai
sensi dell’art 346 e suo proporre a pena di decadenza l’eventuale appello incidentale anche
atradico ex 334
La costituzione in giudizio dell’appellato deve avvenire come in primo grado art 166. Valgono
anche in appello i termini minimi per la difesa dell’art 163-bis: udienza non può essere sata a
meno di 90 giorni dall’atto di citazione o 150 per l’estero, questi termini minimi che sono previsti a
tutela del convenuto o per consentire di organizzare la sua attività difensiva valgono anche qui
L’appellato può proporre un appello incidentale condizionato: solo nel caso in cui il giudice
accoglie l’appello principale, allora si riesamina anche la questione che l’appellato aveva proposto
in primo grado e che il giudice di primo grado non ha ritenuto sussistente. L interesse qui che
emerge in capo all’appellato è un interesse che determina solo nel momento in cui il giudice
d’appello dovesse ritenere che l’appello principale meriti accoglimento. In questo caso accogliere
l’appello principale proposto e dall’altro prenderà in considerazione e rivaluterà quella questione
pregiudiziale che era stata ritenuta inesistente in primo grado.
es. ipotesi in cui giudizio primo grado il convento abbia sollevato un eccezione incompetenza di
primo grado e il giudice ritiene che è infondata e tuttavia ha deciso che la domanda attore non
so re da accogliere nel rito, quindi la rigetta e rigetta pure l’eccezione di primo grado. Vien
riproposto appello incidentale, l’appellato che pure non potrebbe proporre perché non è
soccombete pratico e quindi la propone in subordine condizionata. Ciò viene introdotto
semplicemente con la comparsa di risposta
La trattazione
Il giudice (o il collegio) veri ca la regolare costituzione del giudizio e, quando occorre, ordina
l’integrazione di esso ex art 331 o la noti cazione prevista dall’art 332 oppure dispone che si
rinnovi la noti cazione dell’atto di appello
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Nella stessa udienza, il giudice (li collegio) dichiara la contumacia dell’appellato, provvede alla
rinnovo degli appelli propri contro la stessa sentenza e procede al tentativo di conciliazione
perdonando, quando occorre, la comparizione personale delle parti
l’art 348 dispone che, se l’appellante non si costituisce nei termini si ha l’improcedibilità
dell’appello. Si può avere la contumacia dell’appellato, ma mai quello dell’appellante
Nel corso della prima udienza, le altre attività che possono essere pronunciate sono soprattutto la
dichiarazione di inammissibilità o di improcedibilità dell’appello
a. inammissibilità: qui il vizio ricoerre come regola generale quando l’impugnazione proposta
senza che ci siano le relative condizioni: es la parte non è soccombente, la sentenza non è
appellabile per volontà della legge o volontà delle parti. Se manca una delle condizioni
dell’impugnazione, se proposta dopo il decorso dei termini o dopo acquiescenza, se l’atto
d’appello non è motivato (set 342, nel casella’r 331)
b. improcedibilità (art 348): Quando l’appellante non sia costituito in termini, oppure, pur
essendosi costituito, non sia comparso alla prima udienza e neppure all’ulteriore udienza
ssata, della quale il cancellerie da notizia all’appellante
L’appello dichiarato inammissibile o improcedibile non può essere riproposto, anche se non è
decorso il termine ssato dalla legge (art 358)
L’art 348-bis e ter (introdotti nel 2012) disciplinano il ltro di ammissibilità dell’appello
L’art 348-bis:
fuori dai casi in cui deve essere dichiarata con sentenza l’inammissibilità o improcedibilità
dell’appello, l’impugnazione è dichiarata inammissibile (con ordinanza alla prima udienza) del
giudice, quando esso non ha una ragionevole probabilità di essere accolto. Quando non sono
presenti delle ragioni esplicitate per essere accolto, è una valutazione meramente prognostica
sulla probabilità che quel appello proposito non possa essere accolto. Se arriva a questa
conclusione con ordinanza il giudice d’appello dichiara inammissibile i giudizio. E’ un ipotesi che
in realtà, dove il giudice d’appello viene richiesto di fare una sorta di valutazione nel merito:
veri ca preliminarmente se potrà essere accolto (es. manifesta infondatezza merito o rito, cause
di inammissibilità o improcedibilità)
a. dell’appello relativa ad una delle cause di cui all’art 70, primo comma (intervento obbligatorio
del PM). Qua perché si presuppone che la causa sia complessa
L’art 348-ter
a. al primo comma: All’udienza di cui all'articolo 350 il giudice, prima di procedere alla
trattazione, sentite le parti , dichiara inammissibile l'appello, a norma dell'articolo 348-bis,
primo comma, con ordinanza succintamente motivata, anche mediante il rinvio agli elementi di
fatto riportati in uno o più atti di causa e il riferimento a precedenti conformi. Il giudice
provvede sulle spese a norma dell’articolo
d. al quarto comma: Quando l'inammissibilità è fondata sulle stesse ragioni, inerenti alle
questioni di fatto, poste a base della decisione impugnata, il ricorso per cassazione di cui al
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comma precedente può essere proposto esclusivamente per i motivi di cui ai numeri 1), 2), 3)
e 4) del primo comma dell'articolo 360.
Osservazioni:
- per ordinanza serve che tanto appello principale che quello incidentale siano considerarti
inammissibili
L’art 351: nella prima udienza il giudice valuta l’istanza inibitoria. L’art 283, 2 comma: dov rigettata
o infondata l’istanza inibitoria la parte può essere condannata a un pagamento di una pena
pecuniaria. Nel momento in cui col giudice chiamato decidere sulla istanza dell'inibitoria,
potrebbero immediatamente decidere la causa ai sensi del’’art 281sexites; disporre la denxione
della causa se il giudice ritiene la causa matura per la decisione
Lezione 19.05
Il ricorso per cassazione
Il giudizio di cassazione è il secondo mezzo ordinario di impugnazione del nostro ordinamento che
riguarda un mezzo di impugnazione esperibile nei confronti delle sentenze di secondo grado
(appello) e quelle di unico grado, ovvero quelle non appellabili. Viene disciplinato dall’art 360 e
seguenti del codice.
L’origine storica
A di erenze dell’appello che si trova già nel processo civile romano, l’idea di avere una
cassazione è un’idea recente derivante dalla rivoluzione francese, la corte di cassazione doveva
essere un organo che controllasse che i giudici di merito applicassero correttamente le leggi. La
paura era che il giudice di merito che nell’applicare le nuove leggi andasse contro il principio della
corretta interpretazioni delle norme, violando così il principio di legalità. Per queste ragioni nasce
l’idea di avere un organo di controllo per la corretta interpretazione e applicazione delle norme.
Questa fu l idea iniziale, ma con il passare del tempo la cassazione entrò anche in altri
ordinamenti e cambiò natura. Anche lo stesso nome ‘corte di cassazione’ sta a individuare quale
è lo scopo ovvero quello della eliminazione della sentenza impugnata non essendo conforme alle
norme di diritto, ovvero frutto di una non corretta interpretazione.
Con l’introduzione, nello speci co nel nostro ordinamento, c’erano 5 corte di cassazione sparse
sul territorio, nel 1923 si arrivo alla corte di cassazione unica a roma. Il ricorso di cassazione che
viene disciplinato nel 340 come mezzo di impugnazione ordinario, nel codice che ha proceduto
quello attuale veniva de nito come straordinario di impugnazione, il ricorso di cassazione non
richiede il passaggio in giudicato.
Nel art 360 del c.p.c. elenca le caratteristiche principali della cassazione:
c. nalizzata al solo controllo di legittimità, ovvero rispetto all’appello che controlla nel merito, la
cassazione è solo in ordine alla legittimità, ovvero sulla operato dei giudici di merito.
d. è l’unico mezzo a copertura costituzionale, per questo motivo non potrà mai essere eliminato
dal legislatore (art 111, 7 comma cost) quindi forma di garanzia per le parti
C’ e stata nel 1953 una concezione sostanzialistica della de nizione della sentenza, quindi non
solo nei confronti di tutte le sentenze ma esperibili anche nei confronti di tutti i provvedimenti pur
non aventi carattere di sentenza ma che siano de nitivi e che svolgano la sessa funzione decisoria
della sentenza. L’obiettivo che ha avuto il legislatore costituzionale è legato al fatto che nello stato
di diritto anche l esercizio del potere giudiziario dovesse avere un controllo per i pro li della
legittimità dell’operato. SI tratta di una garanzia che il legislatore ha voluto dare alle parti per
veri care la legittimità dell’operato del giudice di merito. Per connotare questa caratteristica delle
parti del diritto di sottoporre al controllo di legittimità l operato del giudice di merito per assicurare
anche il rispetto del principio di legalità.
Nel nostro ordinamento, che costituisce una speci cità, emerge anche un’altra importante
funzione della cassazione, emerge dall’art art 65 sull’ordinamento giudiziario emerge che alla
corte di cassazione viene assicurata la funzione di controllare l’esatta osservanza delle norme di
legge, ma anche quelle di assicurare l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto
oggettivo (nomo iattica) e quella di assicurare anche il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni
e di quelli di competenza.
Serve non solo che sia correttamente applicata ma anche correttamente interpretata. Ciò signi ca
assegnare alla cassazione una seconda funziona ovvero quella nomo lattica. Anche se non esiste
il vincolo del giudicato precedete, ovvero dello stare decisis, nel nostro ordinamento però deve
essere correttamente applicata e interpretata la norma da applicare.
Alle parte dunque viene garantito la corretta applicazione delle norme di legge ma c’e
anche il recepimento di assicurare la tendenziale uniforme interpretazione della legge
Se viene assicurata la uniforme interpretazione, ciò signi ca che i giudici di merito che applicano
tale legge la interpreteranno nel modo indicato dalla cassazione e questo consentirà di applicare
in modo uniforme quando serve facendo si che venga anche garantita l’uguaglianza delle parti. Si
intravede anche una garanzia che riguarda direttamente le parti, ovvero l applicazione uguale da
parte di qualunque giudice di merito che deve apricare e interpretare la speci ca norma di legge
per l’uguaglianza. Questo ha comportato ad avere una corte di cassazione perché se ce ne
fossero di più si potrebbe avere delle contraddizioni tra le varie pronunce
Le varie funzioni dunque della cassazione rispondono o ad esigenze nomo lattica oppure di
corretta applicazione delle norme.
La terza funzione è quella del rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni e di quelli di competenza.
Il regolamento di giurisdizione e di competenza che permettono un interventi immediato alla
cassazione per il rispetto dei limiti di giurisdizione e di competenza.
L’art 360 ci da delle indicazioni, ma non ci possiamo solo fermare su questo articolo, in quanto
non sarebbe esauriente per determinare l’ambito di applicazione.
a. L’art 360 il primo comma: a erma che sono sottoponibili alla cassazione le sentenze
pronunciate in grado di appello o in unico grado, nel senso di sentenze non appellabili. Queste
ultime sono quei casi speci ci ovvero quelle dell’art 339, 2 comma la sentenza pronunciata dal
tribunale secondo equità per volontà delle parti e l’art 618 opposizione agli atti esecutivi, qui
viene informato che la sentenza non è impugnabile dunque va interpretata nel senso che non
è appellabile ma si con ricorso per cassazione
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b. L’art 360,2 come quelle sentenze non appellabili per volontà delle parti, si parla di omissio
medio, ma solo per i motivi di cui all art 360 n.3 che riguarda l’applicazione delle norme
sostanziali da parte del giudice
c. della sentenza di primo grado dopo che l’appello sia stato dichiarato inammissibile con
ordinanza ex art 348 bis, ovvero perché non presenta una ragionevole probabilità di essere
accolto.
d. Se l’appello viene dichiarata inammissibile, l’art 348 ter permette di ricorrere in cassazione per
il provvedimento dichiarato inammissibile. Si tratta di una sentenza di primo grado
appellata dove l’appello dice che non è ammissibile l appello dunque si ricorre alla
cassazione. Quindi cassazione non solo nei confronti della sentenza di prima grado ma anche
dell’ordinanza del giudice d’appello.
e. l’istituto del art 420-bis: ipotesi in cui nel corso del processo di lavoro sia emerso come
questione pregiudiziale di merito sulla quale le parti chiedono di decidere al giudice con
sentenza di e cacia di giudicato che riguarda la valutata e cacia interpretazione di clausole
che stanno in contratti collettivi nazionali di lavoro. Se una determinata clausola contenuta in
questo tipo di contratto sia valida ed e cace e come debba essere applicata perché ha
rilevanza in base alla controversia. Queste clausole hanno caratteristica erga omesse e
debbano essere conformi ai contratti nazionali di lavoro. Da questo articolo dovuto a questa
questione di merito, in questo caso il giudice deve decidere con sentenza e questa sentenza
emessa che ha ad oggetto questa questione speci ca è immediatamente ricopribile per
cassazione. SI tratta di una sentenza non de nitiva di primo grado di una serena ricopribile per
cassazione.
f. dei provvedimenti diversi dalle sentenze decisori e de nitivi (ricorso straordinario per
cassazione ex. art 111, 7 comma Cost). Non solo i provvedimenti con forma di sentenza ma
anche tutti quei provvedimenti aventi forma diversa che tuttavia abbiano contenuto decisorio
e siamo de nitivi, ovvero che non siano sottoponibili ad alcun altro rimedio impugnatori. In
presenza di ciò viene ammesso il ricorso per cassazione. Questo viene de nito come ricorso
straordinario in quanto previsto fuori dal c.p.c.. Dunque possono ricorrere per cassazione
non solo per natura de nitiva ma anche per natura decisoria che sia data da provvedimenti
che sebbene abbiano forme diverse da sentenza decidano su diritti e decidano una
controversia, risolvendo una controversia sono idonei ad ottenere la forma di e cacia
sostanziale. Ovvero quei provvedimenti che decidano su diritti soggettivi. La corte di
cassazione de nisce come decisori tutti i provvedimenti che incidano su diritti non solo quelli
he decidano su diritti. es. non provvedimenti con natura contenziosa, ma gli e etti che
producono sono tali che si riverberano su diritti soggettivi, essi vanno dunque anche de nito
come provvedimenti con natura decisoria. Con ciò vien ovviamente espanso l ambito
applicativo. Ciò non è previsto da nessuna norma, ma è un risultato da un interpretazione
della corte sei cassazione che ha allargato l ambito applicativo
g. l’art 363 c.p.c. riguarda il principio di diritto nell’interesse della legge che a erma se si è in
presenza di provvedimenti che possono essere ricopribili per cassazione ma le parti non l
hanno fatto o vi abbiano rinunciato oppure anche il caso in cui il provvedimento non sia
ricopribile per cassazione. Si può avere qui un ricorso proposto dal procuratore generale che
può chiedere alla corte di cassazione di de nire e di pronunciare un principio di diritto al quale
il giudice di merito che ha pronunciato il sentenza di merito avrebbe dovuto attenersi. IL
giudice non ha forse interpretato bene la norma di legge. Qua traspare la funzione nomi iattica
della cassazione anche negli ambiti dove non è espressamente previsto ed orienta per il futuro
i giudici del merito su iniziativa del procuratore generale presso la cassazione. Qui non
interviene proprio la garanzia delle parti, ma risponde alla funzione nomo iattica. L’esito non è
la cassazione del provvedimento, ma che la cassazione a ermi il principio di diritto
Ai sensi dell’art 340 (speci camente per l’appello ma vale anche per la cassazione) la parte puoi
scegliere l’appello immediato oppure insieme alla sentenza de nitiva facendo riserva d’appello.
Se si hanno sentenze non de nitive ricorribili per cassazione inquinate sentenze d appello. In
questo caso il codice distingue se la sentenza sia
a. non de nitive parziali: l’oggetto del processo è stato solo parzialmente de nito, in questo
caso l’art 361,1 la parte può decidere o di fare ricorso per cassazione immediato nei termini
brevi o lunghi oppure fare riserva e proporre cassazione con sentenza de nitiva
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b. non de nitive su questioni: ciò su questioni pregiudiziali di rito o merito, queste sentenze
non de nitive su questioni pregiudiziali di rito o di merito la questione non sussista, queste
sentenze pronunciate possono essere portate in cassazione ma solo con sentenza
de nitiva, quindi esclude il ricorso immediato. (art 360, 3 comma). Imponendo di fare ricorso
cassazione solo all esito della pronuncia de nitiva il legislatore vuole che comunque la causa
unitariamente andrà difronte alla cassazione e non separata. L’unico difetto di questa
soluzione, viene adottata nel 2006, che ciu o non è anche stata introdotta per l appello.
L’art 362, 1 comma: si può ricorrere alla cassazione le pronunce dei giudici speciali per ragioni di
giurisdizione, questa norma è stata superata dall’art 111, 7 della costituzione, ovvero avverso le
sentenze per violazione.
MA…
L’art 111,8 prevede che siano ricopribili per cassazione solo per ragioni di giurisdizioni solo quelle
del consiglio di stato e quelle della corte dei conti, per soli motivi inerenti la giurisdizione.
L’art 362,2 comma: denunciare difronte la cassazioni con itti positivi e negativi, può emergere che
il giudice ordinario e quello speciale rispetto ad una determinata domanda si siano entrambi
dichiarati competenti ovvero positivo o entrambi incompetenti negativo tra giudici speciali e
ordinari. Qui si tratta di una denuncia del con itto posto o negativi per sciogliere questo vizio. Nel
caso positivo a chi appartiene o negativo a che appartiene per attribuire la causa ad un giudice.
- Negativo:L’art 59 a erma che il giudice che ritiene privo di giurisdizione e deve indicare a chi
appartiene, se viene trasmesso ad un altro giudice lui non po dichiararsi incompetente ma deve
investire la cassazione della questione.
In ogni tempo
L’art 134 C sui con itti fra poteri dello stato, ma oggi si ritenne superata perché viene attribuita
alla corte costituzionale.
Ottavo comma 111 le sentenze consiglio stato e conte dei conti e consiglio stato solo inerente
alla giurisdizione, il comma presenterà è più ampio in quanto a erma che le sentenze d appello o
in unico grado dei giudici speciali ma per violazione della legge ex art 11, 7 C
Lezione 24.05
Il ricorso per cassazione: motivi e contenuti del ricorso
Nella elencazione dell’art 360 vengono elencati i vizi che possono essere denunciati dal ricorrente
principale o incidentale, i motivi vengono distinti in base ai vizi della sentenza, dunque o errori in
procedendo del giudice che ha emesso la sentenza (vizi di natura processuale che sono nati dalla
non corretta applicazione delle norme processuali) oppure vizi in errore iudicando (applicazione
delle norme sostanziali)
Nr 1 art 360: vizi attinenti alla giurisdizione, la possibilità di uno dei vizi che può emergere che
siano vizi attinenti alla giurisdizione, dove può essere difetto relativo (ha deciso il giudice civile in
luogo del giudice amministrativo). Questo salvo il giudicato interno, il vizio di giurisdizione può
sanarsi nel passaggio al primo grado all’appello, l’art 37 c.p.c, è possibile in rilevo anche d u cio
sempre che ciò non sia sia sanato per giudicato interno o implicito: quando nel passaggio del
primo grado all’appello nessuna della parti abbia proposto davanti al giudice d’appello un motivo
di giurisdizione, in questo caso, secondo una sentenza del 2008, il vizio viene sanato. Il pro lo
della giurisdizione viene preso in considerazione dal giudice nel pronunciare una sentenza di
merito o di rito che non abbia ad oggetto la giurisdizione, perché se non ritenesse di averla non le
pronuncerebbe, se non viene rilevato dalle parti, il vizio non può più essere rilevanti in quanto è
sanato. Nel caso del convenuto straniero, nei sui confronti il difetto di giurisdizione è sanabile
anche nel caso in cui il convenuto straniero non rilevi il vizio nel suo atto costitutivo. Il difetto può
essere relativo oppure nell’ipotesi rilevi il difetto assoluto, quando si ritiene che la causa non sia
sottoponibile al giudicato di nessun giudice
Nr. 2 art 360. Per violazione delle norma sulla competenza del giudice, salvo che avverso il
provvedimento che abbia deciso sulla competenza non sia prescritto il regolamento di
competenza e salvo il giudicato interno. Anche per questo caso bisogno tenere presente che si ha
un vizio non sanato e ancora presente, se si è sanato non può essere fatto oggetto di
impugnazione. Per la competenza del giudice 38 c.p.c. questo vizio siccome è visto meno
rilevante rispetto al difetto di giurisdizione che può essere rilevato per opera della parte nella
comparata di risposta oppure anche dal giudice semper nella prima udienza, dopo non sarà
neanche rilevabile d’u cio.
Nr 4 art 360. Consiste in una norma di chiusura, ovvero proponibile per far valere la nullità della
sentenza o del procedimento, in questa maniera il legislatore ha previsto che qualunque altro vizio
di nullità della sentenza o del procedimento si ricorra ai sensi di questo numero. Si parla di vizi
speci ci (es. mancanza sottoscrizione della sentenza, oppure uno degli elementi dell’art 132
contenutistici). La nullità della sentenza potrebbe anche essere derivata, quindi gli atti successivi
dipendenti saranno viziati pure. Questo tanto per nullità del procedimento che per giudicando. Es
evento interruttivo che avrebbe chiesto l interruzione ma non è avvenuta l interruzione, la stessa
cosa per evento estintivo del processo, vizio improcedibilità o inammissibilità appello, mancanza
legittimazione processuale
Se non fossero espressione determinati i vizi dell’art 1 e 2 essi sarebbero nel punto 4. Tutti questi
vizi possono essere fatti valere in cassazione sempre che sei non si siano nel frattempo sanati.
E stato formulato nel 2014: l obiettivo è stato quello di limitare al massimo nel momento in cui si
propone ricorso per cassazione il controllo sugli elementi fattuali e quindi per questa ragione ha
ammesso la possibilità che si facciano valere il controllo anche sui fatti esaminati dalla parti ma ha
omesso di analizzare uno decisivo per il giudizio. In realtà ha formulato che il ricorso per
cassazione era possibile per contestare l’inesistenza o la contrarietà della motivazione, il
legislatore ha ritenuto opportuni restringere la possibilità per valutare nella questione fattuale, il
controllo della cassazione sui fati parei in considerazione può essere solo in caso in cui ci sia l
omissione di un fatto decisivo.
Anche alla luce della nuova riformulazione, ciò non è sempre proponibile. Una prima esclusone si
è vista per il ltro in appello. Avendo il giudice d’appello dichiarato con ordinanza l appello
inammissibile per privo di requisiti, ma questo consente alle parti di fare ricorso per cassazione,
ma questo ricorso non è proponibile per il nr 5 se il giudice d appello abbia dichiarata
inammissibile l appello se l ha ritenuta adeguata, ovvero che ha confermato la valutazione.
Nel caso in cui l’appello si sia svolto e la sentenza sia conforme a quella deprimo grado, ovvero l
appello era stata proposto poche si riteneva che il giudice di primo grado avesse sbagliato il
giudice d appello poi esprime che la valutazione del primo giudice fosse corretta. La doppia
valutazione formale o re garanzia su ciente alla parte per ritenere che non ci siano vizi.
MA anche in caso di doppia veri cazione potrebbe esercii che entrambi abbiamo omesso un
fatto decisivo.
Un temp costituiva un vizio a se stante, con la modi ca del 2005 è stato eliminato il motivo
speci co di impugnazione del vizio di impugnazione. La possibilità di fare valere questo errore in
procedendo però da qualche parte deve emergere, il motivo è quello del nr 4 del 360 riguardo alla
nullità della sentenza.
Le sanzioni unite della cassazione con due pronunce del 2014 hanno sottolineato il fatto che il
vizio di motivazione è ricorribile per cassazione ai sensi del nr 4 quando il vizio sia tale da fare
ritenere mancante il minimo costituzionale della motivazione della sentenza. La motivazione
deve essere tale per consentire il iter logico seguito dal legislatore. Le sezioni unite ritengono che
il vizio ci sia quando la motivazione manchi del tutto e sia quando la motivazione sia fondata su
argomenti manifestamente inconciliabili o incompatibili fra di loro, da in ciare lo scopo che il
legislatore vuole raggiungere. In questi casi si apre la possibilità di fare valere attraverso la
cassazione il vizio. Interpretando in questa maniera la norma, le sezioni unite stanno escludendo
tutte le altre ipotesi, ovvero tutte quelle che non abbiamo questa gravità non sarà esprimile il
ricorso. Es nel caso non abbia su cientemente motivato, allora no proponibile il vizio.
Errores in iudicando
Nr 3 per violazione o falsa applicazione di norme di diritto: su parla di norme di diritto sostanziale,
il giudice del merito ha applicato non correttamente le norme di diritto sostanziale al caso
concreto. Avrebbe dovuto essere applicata una norma sostanziale invece di un’altra. Viene anche
considerata l’ipotesi in cui viene applicata una norma dovuta ad una falsa interpretazione
attinente al fatto su cui si è applicata la norma.
La stresso fenomeno anche quando avviene la violazione dei contratti o accorsi collettivi nazionali
di lavoro che hanno e cacia erga omnes, i contratti devono essere conformi in base allo schema
di questi contratti nazionali collettivi. In questo caso si è mi presenza di vizio che nascono da
errore in giudicando, si tratta di norme che rilevano dal punti di vista del merito della causa, che
sono state applicate dal giuda del merito per decidere nel merito della controversia
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All interno di questo motivo del nr. 3 occorre tenere conto di un ipotesi tutto particolare, ovvero
quella degli errores in iudicando de iure procedendi: (es. 617) per tutela diritto della parte della
corretta esecuzione degli atti processuali del giudice, si può chiedere al giudice se un
determinato atto processuale è stato esercitato correttamente oppure no. C'è un vero e
proprio giudizio oggetto del quale il merito è costituito dalla corretta valutazione di norme
processuali. Se la part vuole contestare la decisione del giudice si applicherà il nr 3 del 360
perché il vizio della sentenza attiene al merito anche se il merito attiene alla valutazione della
corretta applicazione delle norme processuali del giudice, sai contenta qui la decisione del merito
e per questo motivo la decisione del quale il motivo è diverso dal quello del nr 3.
Ci sono delle norme che stabiliscono come il giudice deve correttamente interpretare ed
analizzare i contratti, anche queste sono norme di diritto e quindi se la parte vuole contestare la
non corretta interpretazione del contratto, dovrà ricorrere al nr 3 del 360
Per quei concetti giuridici elastici come giusta causa, buona fede, diligenza: sono tutti concetti
che non sono de niti dal legislatore ma devono essere de nito dal interprete. Se sono concetti
che rilevano ai ni della determinazione della casa, il motivi a cui si fa capo è sempre il punto 3.
Il giudice nel ricorso può formulare che più motivi l’importante è che ognuno dei motivi deve avere
un indicazione autonoma, non si possono mischiare più vizi.
Il primo elemento da tenere presente è che essendo un atto che prima va alla controparte, il
ricorso si intende proposito nel momento in cui arriva ad essere noti cato. E quello il momento
della proposizione, non è necessaria il deposito in cancelleria che avviene successivamente,
questo ultimi serve per individuare se il ricorso è stato proposto nei termini. Per stabilire se è stato
proposto nei termini si deve vedere il momento in cui è stato noti cato. Siccome qui rileva il
momento al ne di stabilire se il ricorso viene fatto nei termini per il noti cante, quindi il momento
importante è la noti cazione dell’atto tramite la consegna nelle mani dell’u ciale giudiziario che fa
la noti ca.
Essendo un atto di impugnazione, le regole per individuare il luogo in cui venga fatto la
noti cazione, queste sono sempre le stesse, art 330.
Il contenuto
- Il contenuto principale sono i motivi per i quali si chiede la cassazione tra quelli individuati nel
366 con l individuazione delle norme su cui si basa.
- indicazione della esposizione sommaria dei fatti di causa, dal ricorso deve emergere che cosa è
avvenuto no a quel momento in giudizio. Indicazione dell’attività processuale che è stata
svolta nei precedenti gradi di giudizio. Il ricorso deve dare piena contezza degli elementi utili ai
ne di decidere il ricorso che è stato proposto, devono emergere tutti gli elementi su cienti per
consentire alla cassazione di emettere la decisione, il ricorso di per se è su ciente per la
cassazione per emettere la decisione, non deve avere bisogno di altro. Applicando il principio di
autosu cienza di elaborazione giurisprudenziale quando ha delle ricadute pratiche molto
rilevanti.
- la procura al difensore che è rilevante perché deve essere rilasciata ad hoc dopo che è stata
pronunciata la sentenza che si intende proporre a cassazione, e inoltre deve essere rilasciata
per un avvocato abilitato per agire in cassazione che sono iscritti negli appositi albi. Nel rilascio
della procura per la difesa della parte davanti alla cassazione può essere rilasciata in calce o
margine dell’atto oppure in atto separato, questo ultimo deve essere indicato nello stesso
ricorso.
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- può essere che il ricorrente faccia riferimento a determinati atti processuali es. vizio
procedimento indicando l atto processuale viziato con riferimento al quale propone il ricorso in
questione, oppure dei documenti. Questi atti processuali ovviamente devono essere indicati
all’interno del decorso sempre a pena di inammissibilità. Si possono produrre solo documenti
già prodotti nei gradi precedenti del giudizio, gli unici vizi che possono essere quali che
dimostrano la nullità e o l’inammissibilità del ricorso. Es. nullità della sentenza d appello perché
pronunciata senza che si rilevasse la morte del difensore in appello, allora l atto di morte può
essere introdotto. Es. nel caso inammissibilità del ricorso, può emergere il venir meno
dell’interesse ad impugnare perché le parti hanno trovato una conciliazione tra di loro e non
hanno più interesse ad impugnare, per dimostrare ciò si può per la prima volta produrre il
documento che dimostra esattamente nel caso di specie il ricorso non è ammissibile perché è
intervenuta la cessazione della materia da contendere quindi venuto in meno l interesse per
ricorrere in cassazione. Altre mezzi di prova non sono proponibili per l'ovvia ragione che
non avremo in cassazione alcuna attività istruttoria. Si può proporre querela di falso per i
documenti proposti la prima volta, essendo di competenza del tribunale, il processo in
cassazione sospeso no alla pronuncia del tribunale.
Avremo il deposito del ricorso in cancelleria della cassazione, avvera poi co modalità telematiche
Lezione 25.05
Il ricorso per cassazione: il procedimento
L’art 369
Il ricorso, che costituisce l’atto introduttivo del ricorso per cassazione, deve prima essere
noti cato alla controparte e poi successivamente deve essere depositato nella cancelleria della
corte a pena di improcedibilità entro 20 giorni dall’ultima noti cazione. Dal 31 marzo 2021 avviene
in maniera telematica. Deve essere depositato con la relata di noti ca per dimostrare che è
avvenuta prima la noti ca alla controparte.
b. copia autentica della sentenza o della decisione impugnata con la relazione di noti cazione
c. procura speciale al difensore, se questa è conferita con atto separato. Può essere rilasciata in
margine o in calce al tatto oppure con atto separato e li deve essere allegato al ricorso
d. atti processuali, i documenti, i contratti o accordi collettivi sui quali il ricorso si fonda
e. la richiesta di trasmissione del fascicolo d u cio da parte della cancelleria del giudice che ha
emesso la sentenza impugnata.
Una volta che c’é stata la noti cazione e poi il successivo deposito, il procedimento è incardinato
difronte alla cassazione. La controparte, cosa può fare ?
Qui ci sono due articoli che ci indicano le attività che può e ettuare la parte a cui sia stata
noti cato il ricorso introduttivo del procedimento difronte alla cassazione.
L’art 370
Il convenuto, se vuole contestare ciò che gli viene rivolto, deve fare un contro-ricorso dopo aver
provveduto a noti carlo al ricorrente nel domicilio eletto. I termini perentori per questo
controricorso, deve farlo entro 20 giorni dalla scadenza del termine per depositare il ricorso in
cancelleria, ovvero dal momento in cui è avvenuta la noti cazione.
Quindi
convenuto — entro 20 giorni dal termine dei 20 gg del deposito in cancelleria —- entro 20 gg dalla
noti ca deposito in cancelleria
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Anche questo poi verra depositato in cancelleria. Anche per il controricorso si applicano gli articoli
365 (sottoscrizione avvocato cassazione) e 366 (contenuto del ricorso).
Anche il controricorso va depositato in cancelleria entro 20 giorni dalla noti cazione, insieme con
gli atti e i documenti e con la procura speciale. Il contenuto è lo stesso del ricorso, solo diretto a
contestare quanto introdotto dal attore. Il controcorrente dovrà poi nominare un difensore
apposito e conferirgli la procura o a margine o in cale o atto separato.
L’art 371 prevede il caso in cui il convenuto, con lo stesso atto del controricorso può proporre
impugnazione incidentale. La parte alla quale è stato noti cato il ricorso a norma degli art 331 e
332, deve proporre l eventuale ricorso incidentale nel termine di 40 giorni (a pena di decadenza)
dalla noti cazione con atto noti cato al ricorrente principale. La sentenza quindi qui viene
impugnata anche dal convenuto, solo però su capi diversi da quelli già presi in considerazione
dell’attore. Avviene dunque un allargamento dell’oggetto del giudizio di cassazione.
Pur essendo risultato vittorioso rispetto alla sentenza impugnata, pero è stato soccombente per
una questione pregiudiziale di merito o di rito che poi in sede di pronuncia ha pronunciato una
sentenza pienamente favorevole (soccombenza teorica). Il convenuto presenta un ricorso
incidentale condizionato, dove chiede di riesaminare la questione pregiudiziale di rito o di merito
che era stat respinta pero condizionatamente all’accoglimento della questione principale. Se lo
accoglie, il convenuto ha tutto l interesse ad avanzare anche davanti la cassazione la questione
pregiudiziale che viene proposta con il ricorso incidentale.
- ordinario
- tardivo art 334: ovvero quando è stata proposta oltre il termine per impugnare in via principale,
ovvero a seguito della prestazione di acquiescenza dalla sentenza.
L’art 373
Nel ricorso può anche esserci la richiesta di sospensione dell’esecutività della sentenza o del
procedimento esecutivo di condanna che è soggetta ad impugnazione. L’istanza va avanzata
laddove suscita il rischio di un grade danno per e etto di questa esecuzione, l istanza va
avanzata al giudice che ha emesso la sentenza impugnata. Perché non alla cassazione ? ai
ni della pronuncia con la quale si stabilisce la sospensione con ordinanza, il giudice è chiamato a
valutare la sussistenza del rischio di un danno, avviene una valutazione fattuale e prognostica. Il
legislatore ha ritenuto che non può essere sostenuta dalla cassazione in quanto sua ha un ruolo di
legittimità non decide nel merito. Ciò previa ssazione dell’udienza in camera di consiglio
Il ricorso è arrivato in cancelleria e sia apre il ventaglio di possibili procedimenti che vanno seguiti
per decidere quel speci co procedimento. La prima opzione che il codice o re al presidente se il
ricorso viene deciso o dalle sezioni unite o da semplice. Il collegio di sezioni unite è quello più
autorevole, per sottolinearlo, il legislatore ha pensato di comporre il collegio in maniera ampia,
sono 9 i componenti del collegio.
L’art 374 indica tre ipotesi nelle quali il presidente decide di a dare la causa alle sezioni unite:
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b. inoltre può, se il primo presidente lo ritenga, sui ricorsi che presentano una questione di dritto
già decisa in senso di orme (prima) alla sezioni semplici o una questione di massima di
particolare importanza. Ovvero quando ci sia un contrasto, ovvero già pronunciato ma in
modo contrastante, ciò per consentire di trovare il principio di diritto per opera delle sanzioni
unite per poi trasmetterlo alle sezioni semplici
c. in ne, se la sezione semplice ritiene di non condividere il principio di diritto enunciato dalla
sezioni unite, rimette a queste ultime, con ordinanza motivata, la decisione del ricorso
Al di fuori di queste ipotesi il ricorso andrà alle sezione semplici che sono 6 e sono ripartite
secondo le materie
L’art 375
Inoltre si deve decidere se debba essere decise o in camera di consiglio o pubblica udienza. In
camera di consiglio, la trattazione del ricorso avviene da parte della corte di cassazione nel
chiuso, non avviene una trattazione aperta alla partecipazione degli avvocati o del pubblico. In
pubblica udienza invece c’e una normale udienza pubblica con discussione orale del ricorso.
In camera di consiglio forma del provvedimento sarà l’ordinanza. Prima della riforma del 2016 la
trattazione pubblica era il procedimento ordinario è stata poi introdotta un secondo comma dove
di norma dal decisione dei ricorsi avviene con il procedimento camerale e solo in via residuale i
risosi avvengono in pubblica udienza, ovvero quando la questione posta dal ricorso sia di
particolare rilevanza, solo in questo caso sarà pubblico. In tuti gli altri casi il procedimento sarà in
camera di consiglio. La scelta del 2016 e di accelerare il procedimento
In camera di consiglio le sezioni semplici o quelle unite decidono nei seguenti casi con
ordinanza:
In ogni altro caso, salvo che la trattazione in pubblica udienza sia resa opportuna dalla particolare
rilevanza della questione di diritto sulla quale deve pronunciare
Davanti alle sezioni semplici si decide in camera di consiglio salvo che non pongano una
questioni di diritto di particolare rilevanza, li solo in quel caso si decide in pubblica udienza.
I ricorsi destinati alle sezioni semplici prima di arrivare alla sezione semplice competente per
materia passano attraverso il ltro che l’art 376 de nisce come apposita sezione che è stata
introdotta nel 2009. Valuta se il ricorso sia inammissibile o improcedibile anche in applicazione
dell’art 360 oppure di manifesta fondatezza o infondatezza. Arrivano alle sezioni semplici dunque
solo le cause che sono passate al vaglio della 6 sezione.
Si riunisce in camera di consiglio e decide, con al riforma del 2016 il PM non partecipa nella
sezione ltro ma nelle altre sezioni si
L’art 380 bis de nisce il procedimento camerale difronte alle altre sezioni semplici diverse da
quelle ltro. Della ssazione dell’adunanza in camera di consiglio è data comunicazione agli
avvocati delle parti e al PM almeno 40 giorni prima. Il pm può depositare in cancelleria le sue
conclusioni scritte non oltre 20 giorni prima dell’adunanza in camera di consiglio e le parti
possono depositare le loro memorie non oltre 10 giorni prima dell’adunanza e la corte decide in
camera di consiglio senza la partecipazione del pm e delle parti
il presidente richiede al pm le sue conclusioni scritte, le quali, insieme al decreto del presidente
che ssa l adunanza sono noti cati, almeno 20 giorni prima, gli avvocati delle parti, che hanno
facoltà di presentare memore non oltre 5 giorni prima della medesima adunanza
dopodiché si avrà la trattazione in camera di consiglio della corte senza partecipazione del pm e
parti
in via residuale (art 375, 2 comma) si applica il procedimento in pubblica udienza e cioè
il primo presidente ssa l’udienza e nomina l relatore per i ricorsi assegnati alle sezioni unite,
mentre per i ricorsi assegnati alle sezioni semplici provvede il presidente della sezione (art 377)
Dell’udienza è data comunicazione del cancelleria agli avvocati delle parti almeno 20 gg prima
che possono presentare memorie scritte almeno 5 gg prima
quindi discussione in udienza (relareoe, pm e avvocati delle parti) e deliberazione della sentenza
(379 e 380)
Schema
cassazione
- sezioni unite: quando 374: questioni giurisdizione, quando rivedere pronuncia s.s. e quando s.s.
rimandano la questione da rivedere alla s.u,
Lezione 26.05
il ricorso per cassazione: decisione, giudizio di rinvio e rimedi
Tra i primi esiti in cassazione possiamo avere il rigetto del ricorso. Quando avviene ?
Fin da subito il ricorso presenta dei pro li di inammissibilità e improcedibilità, ci sarà il rilievo di
tale vizi e si ha la pronuncia con la forma del procedimento camerale di ordinanza che dichiara l
improcedibilità.
Per i ricorsi semplici (per sezioni semplici) ci sarà la pronuncia della sezione ltro, ma se il ricorso
dovesse passare il vaglio, ciò non signi ca che una volta arrivato alla sezione semplice, lo stesso
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ricorso può essere dichiarato improcedibile. La valutazione di inammissibilità del ricorso, es
quando mancano le condizioni per proporlo oppure proposta fuori dai termini; mancano le
condizioni per proporla; proposto quando già la parte abbia fatto acquiescenza.
- inammissibilità, es il ricorso non presenta tutti i presupposti speci ci dell’art 366 de niti dal
legislatore. Oppure quando ricorra la causa inscindibile all’art 331 e la parte non abbia provveduto
ad integrare il contraddittorio.
Rilevare anche nel caso del 360-bis: prevede due ipotesi di inammissibilità del ricorso aggiuntivo
che sono speci che per il ricorso per cassazione. Questa norma è stata aggiunta nel 2009 con
l’introduzione del ltro del ricorso per cassazione. Quali sono queste due ipotesi ?
b. il ricorso è manifestamente infondato per il fatto che i motivi (che vengono addotti) che
adduce che vanno contro dei principi del giusto processo e che queste censure appianino
manifestamente infondate. Ovvero caso in cui il ricorrente denunci che il giudice del merito
abbia violato alcuni dei principi del giusto processo e questa denuncia appaia manifestamente
infondata, qui dunque anche abbiamo una valutazione di manifesta infondatezza. Anche qui
c’è un incongruenza nella formulazione della norma, il ricorso è inammissibile perché c e un
vizio nella sua formulazione oppure è manifestamente infondato nel merito. C’e dunque un
ossimoro dal punti di vista processuale, non si pio dunque veri care la manifesta fondatezza e
ammissibilità perché una esclude l altra. Non è chiaro che cosa si intenda per i principi
regolatori del giusto processo. Molto probabilmente l intenzione del legislatore era ai principi
costituzionali soprattutto all’art 111.
Queste due ipotesi hanno allargato dunque le maglie della sezione ltro, essa valuterà l
inammissibilità non solo più secondo tutte le cause generali (termini, elementi etc) ma anche in
relazione a queste disposizioni speci che.
Quali sono le conseguenze ? il ricorso non potrà più essere riproposta anche se non siano decorsi
i termini per proporla.
L’estinzione
Una volta proposto il ricorso, nello svolgimento emergano i presupposti per la dichiarazione
dell’estinzione del procedimento. Si parla dell’art 390 c.p.c., dove la parte può rinunciare al
ricorso incidentale o principale nche non sia iniziata la trattazione in udienza o l adunanza al
procedimento camerale. Una volta venuta la dichiarazione di estinzione, anche qui avviene
dunque il passaggio in giudicato del provvedimento impugnato, dunque gli stessi e etti
inammissibilità e imprevedibilità.
Anche il caso della cessazione della materia da contendere. Non esiste un articolo speci co per
questo caso nel codice, ma è un’elaborazione giurisprudenziale. Avviene un avvenimento che
estingue la controversia, es la transazione tra le parti che fa venire meno l’interesse delle parti per
impegnare. Avviene la dichiarazione del venir meno dell’interesse a proseguire il procedimento.
L’esito è lo stesso della dichiarazione di inammissibilità in realtà però ci può anche essere per
cause di natura personalissima e icci sia la morte di una delle parti. (es. processo divorzio in
cassazione). La decisone dovrebbe essere una pro cua in rito che fa venire la chiusura del
procedimento, in realtà la cessazione della maniera da contendere fa venire meno l oggetto del
processo, non può essere fatta passare i giudicare allora la sentenza.
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Per motivi di merito e di motivazione
Il rigetto del ricorso anche per infondatezza del merito della domanda, ciò non perché i ricorso sia
inammissibile o improcedibile, estinto o venuto a meno. Si tratta di un caso puramente di merito.
Avendo qui rigettato il ricorso, la cassazione conferma la correttezza della sentenza che è stata
impugnata. Infondato puramente per motivi di merito
Può veri carsi che la cassazione rigetti il ricorso ma ritenga opportuno correggere la motivazione.
Il dispositivo della sentenza è corretto, ma la corte interviene sulla motivazione correggendo i
passaggi nei quali il giudice del merito ha motivato la decisione in diritto.
- inammissibilità
- improcedibilità
- estinzione
Il ricorso sia stato fatto per motivi di giurisdizione o di competenza e statuisce su queste (art 382,
1 e 2 comma). Una volta accolto i ricorso, la cassazione statuisce de nitivamente su chi abbia la
giurisdizione e chi sia il giudice competente, l’accoglimento del ricorso comprende queste
pronunce. Potrebbe però veri carsi l ipotesi in cui la cassazione accolga il ricorso e ritenga che la
causa non sia sottoponibile a sindacato giurisdizione di alcuni giudici, dichiarando il di erito
assoluto di giurisdizione. Essa non può sature perché nessun giudice è competente. In questo
caso accogliendo il ricorso e rilevando il difetto assoluto di giurisdizione, la cassazione cassa
de nitivamente la causa visto che non è di nessuno. Se sia il giudice che abbia pronunciato il
provvedimento che ogni altro giudice allora cassa senza rinvio.
Il terzo comma dell’art 382 prevede la cassazione senza rinvio anche nel caso, ovvero
a. nell’ipotesi in cui la cassazione accoglie il ricorso e rileva che la causa non poteva essere
proposta. Quando ? es. mancanza legittimazione ad agire, capacita processuale
b. la cassazione rileva che il processo non poteva essere proseguito. Quando è avvenuto un
avvenimento estintivo del processo ma non è stato dichiarato e il processo è andato avanti.
Quando c’e un evento interruttivo. Cassato senza rinvio in quanto tutta l attività svolta è
venuta in maniera non corretta
La cassazione accoglie ricorso con rinvio a un giudice del pari grado che ha pronunciato il
provvedimento cassato (art 383) ssando il principio di diritto ( es un interpretazione) al quale
deve attenersi (art 384, 2 comma): il rinvio dunque ha lo scopo di ottenere una nova pronuncia
che sostituisca la sentenza cassata, ma che tenga conto del principio di diritto formulato. Il
giudizio di rinvio costituisce la fase rescissoria che e sottoposta ad un vincolo giuridico.
La cassazione cassa e decide nel merito quando non ci siano ulteriori accertamenti necessari per
il merito.
Settima ipotesi
Cassa e rinvia al giudice che avrebbe dovuto pronunciarsi sull’appello nel caso dell’art 348 ter, 3 e
4 comma (art 383, 4 comma) ma anche ferroso ec casa, senza unite 1914/2016. Caso in cui il
giudice d’appello l’abbia dichiarato inammissibile e quindi si rieintegra le parti nel giudizio
d’appello per l altro causa.
NB:
I rimedi esperibili
a. procedimento di correzione degli errori materiali e di calcolo in ogni tempo, anche d’u cio, al
quale si applica il procedimento camerale art 380 bis
b. revocazione ordinaria ex art 395 nr 4 (errore revocatorio) entro 60 giorni dalla noti cazione o 6
mesi dalla pubblicazione. Ma la pendenza del termine per la revocazione non impedisce il
passaggio in giudicato del procedimento impugnato con ricorso per cassazione respinto (art
391 bis, 5 comma) e la sua proposizione non sospende l’e cacia esecutiva, ne il termine per
riassumere il giudizio di rinvio. LA revocazione travolge i rapporti dipendenti e anche il giudizio
di rinvio. La revocazione qui si propone difronte alla stessa cassazione e il procedimento si
svolgerà secondo le modalità del procedimento all art 380 bis.
c. il provvedimento con il quale la cassazione ha deciso la causa nel merito (art 384, 2 comma),
essa può essere sottoposta per revocazione straordinaria (per motivi art 395, n 1, 2, 3 e 6) e
per opposizione del terzo (404).
Il giudizio di rinvio
I codice se ne occupa in tre diversi articoli, si tratta della fase rescissoria della cassazione in
punto essa trasferisce la casa ad un altro giudice per sostituire la sentenza cassata.
Il rinvio restitutorio: quello che prevede l’art 383, 2 comma secondo cui la cassazione rileva che la
appello avrebbe dovuto inviarlo al giudice di primo grado ma non l ha fatto quindi lo fa la
cassazione quindi p un bivio che sana un vizio che avrebbe dovuto essere fatto dall’appello.
La froma dell’atto introduttivo del rinvio è sempre un atto di citazione in riassunzione della casa
davanti al giudice di rinvio indicato dalla corte entro 3 mesi dalla pubblicazione della pronuncia
della cassazione altrimenti l intero processo si estingue e sopravvive solo la pronuncia della
cassazione 8art 393).
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d. le parti sono legittimate ad assumere conclusioni nuove solo quando sono necessitate dalla
sentenza di cassazione
e. la sentenza del giudice di rinvio sarà impugnabile con rimedi previsti per essa.
Lezione 31.05
La revocazione e opposizione di terzo
La revocazione ha una duplice natura, sia ordinaria che straordinaria. E’ a motivi limitati, sono
individuati dall’art 395, dove c’è l’elencazione di 6 motivi: 4-5 sono di revocazione ordinaria e gli
altri 1-2-3-6 sono di natura straordinaria, dunque esperibili anche dopo che la sentenza sia
passata in giudicato.
L’opposizione del 3 la particolarità sta nel fatto che è sempre a motivi limitati e la legittimazione
dell’impugnazione viene conferita a soggetti terzi, o vero a coloro che non sono parte
LA REVOCAZIONE
E’ un mezzo di impugnazione prima di tutto rescindete, ovvero per eliminare la sentenza eliminata
e poi può seguire la fase rescissoria per avere la pronuncia di una sentenza sostitutiva di quella
revocata.
L’art 395 esordisce richiamando l’ambito applicativo: le sentenza d’appello e quelle di unico
grado (volontà di legge o volontà di parte).
Quando si ha revocazione ordinaria, si ha concorrenza tra esso e il ricorso per cassazione, la
stessa sentenza per motivi diversi può essere sottoposto a cassazione e revocazione ordinaria
(4-5).
Nell’art 396 si ha una previsione particolare: parlando della revocazione straordinaria, richiama
anche la possibilità che la revocazione per motivi straordinaria sia esperibile anche nei confronti di
sentenze appellate che non sono state appellabili e sono passate in giudicato e saranno
sottoponibili solo a revocazione straordinaria. Ciò ci consente di riferire maeglio la disciplina delle
sentenza pronucniate in unico grado, che sicuramente comprendono le sentenze non apeplabili,
ma anche le sentenze appellabili che non lo sono state.
Terzo ambito applicativo (391 bis e ter): le pronunce della corte di cassazione sono anche
sottoponibili a revocazione ordinaria ai sensi del nr 4 dell’art 395. Mentre ai sensi dell art 391 ter:
tutti quei casi in cui la cassazione abbia deciso lei nel merito, ovvero nei casi dell’art 384, 2
comma (quando no ulteriori accertamenti di fatto) possono essere sottoposti a revocazione
straordinaria (391 ter). Se si tratta di revocazione ordinaria nei confronti del provvedimenti della
cassazione non preclude il termine per (391 bis) non condizione il passaggio in giudicato della
sentenza della cassazione.
397 prevede la revocazione straordinaria al PM a tutela della porpora posizione nei casi in cui si
aprevvisata la sua partecipazione obbligatoria all’interno delle cause previste (70 del codice). C e
in questi casi un vizio della sentenza che consente e legittima il PM a proporre la revocazione
della sentenza anche già passata in giudicato. ASnche qui révolta e poi succevismente una
sostitutiva nel merito.,
L’art 398, 4 comma: la proposizione della revocazione non sospende il termine per proporre il
ricorso per cassazione o il procedimento relativo, ma il giudice della revocazione, su istanza di
parte può sospendere l’uno o l altro no alla comunicazione della sentenza della revocazione,
qualora ritenga non manifestamente fondata la revocazione proposta. Vuole evitare che ci sia lo
svolgimento di entrambi i mezzi di impugnazione.
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All’esito del giudizio di revocazione che viene accolta, ovvero la sentenza viene eliminata, lo
svolgimento della cassazione non ha più senso
il rigetto della revocazione, allora potrà riprendere il giudizio difronte alla cassazione che è stato
sospeso.
b. se il giudizio di revocazione giunge prima a termine, qui avremo la cessazione della materia da
contendere in cassazione
Quando no ancora passata in giudicato, ai sensi dell’art 325-326: 30 gg per il termine breve,
oppure 60 per le pronunce della cassazione, o di 6 mesi dalla pubblicazione.
nr. 4: errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa e consistente nella supposizione
di fatto la cui esistenza è incostrabilmete esclusa, oppure nella supposizione di inesistenza di un
fatto la cui esistenza è positivamente stabilita e sempre che il fatto non abbia costituito un punto
controverso sul quale la sentenza si è pronunciata. Si deve trattare di un errore talmente evidente
che basta la semplice lettura della sentenza per stabilire che ci sia un errore di questo tipo. Lo
stesso articolo prevede che il fatto e l’errore di percezione deve riguardare un fatto che non abbia
costituito un punto controverso su cui si è pronunciato. Deve essere un fatto che non è stato
valutato dal giudice. Questa puntualizzazione è utilizzata per frugare qualsiasi dubbio che non
rigitarda un errore di valutazione, ma è incorso in un errore di percezione. Se sono ricorsi in un
valore di valutazione, non si può ricorrere alla revocazione ordinari nr 4. Per errore valutazione del
fatto per vizio di valutazione (inesistente o inconciliabile impossibile) quindi nr 4 oppure generare il
motivo del nr 5 del 360.
nr 5: il vizio della sentenza nasce dal fatto che quella sentenza pronunciata è una sentenza che è
in contrasto con un precedetene sentenza che è già passata in giudicato. Quindi nuova sentenza
in contrasto con una precedete passata in giudicato, quindi qui non ha funzionato l’istituto della
litispendenza. L’ordinamento vuole che la prima sentenza sopravviva, la seconda ima contrasto
invece sarà revocata. Anche questo è un vizio che emerge dalla semplice lettura della sentenza.
Per questa ragione si è difronte un motivi di revocazione ordinario. Si puntualizza che si
applicherà la revocazione ordinaria, sempre che il giudice che abbia pronunciato la seconda
udienza non sia sia pronunciata sulla eccezione di giudicato. Se il giudice si sia già pronunciato
sull’eccezione di giudicato, perché non può essere proposta la revocazione ordinaria. VAbndo
accolto L’ECFEZIONE DI GIUDICATO, IL SENCODO GIUDICE non si sarebbe pronicnaito perché
già c e un giudicato. Nell’ipotezi in cui sia sollevata l eccezione di giudicato respongendola,
perché no revocazione e quale mezzo di impugnazione ? si è pronicniato se la materia non è
identica, perche l eccezione formulata non risultava fondata, c’e un errore di valutazione del
giudice nella fondatezza, la sentenza sarà sindacabile con ili ricorso in cassazione per il nr 4. Il
fatto giudicato l ha preso in giudicato che la parte l ha sollevato ma in maniera non corretta. Il nr 5
prevelde il contrasto tra le sentenze
LA revocazione straordinaria
art 395 nr 1,2,3,6. Si tratta di vizi che determinano i vizi della sentenza reale per cui il giudizio di
fatto per emettere la sentenza è un vizio che riguarda il giudizio di fatto e che per una qualche
circostanza emerge come non essere stato correttamente compiuto. Sono suscettibili di essere
legittimati anche dopo che la sentenza sia passata in giudicato, questo entro 30 gg dalla scopetta
o dell’accertamento del vizio che ha alterato il giudizio di fatto.
primo elemento: dolo di una delle parti a danno dell’altra, la sentenza e la decisione emessa dal
giudice p una decisione viziata, c’e stato nel corso del processo che una delle parti ha tenuto un
comportamento tale che ha occultato gli elementi fattuali che se fossero emersi nel processo, il
giudice si sarebbe espresso in modo diverso. La parte ha in tutti i modi cercato di nascondere tali
fatti. Cio per danneggiare la controparte e indurre il giudice a un giudicio di fatto diverso dia quello
che avrebbe assunto se avesse conosciuto questi ulteriori elementi. Una situazione cosi non è
detto che emerga dalla lettura della sentenza, può essere che la parte se ne accorga in un
moment successivo quando già la sentenza p passata in giudicato.
sendondo eleleti: decisione su prove che sono riconosciute o dichiarate false, es atto pubblico
falso su cui si è fondata la decisione, c’e un errore sul giudizio di fatto indotto dal fatto che sono
state utilizzate prove che sono false. L’enerzione della falsità dell’errore avvera dopo che la
sentenza si apassata in giudicato, per qwuetsa Aragone anche questa ipotesi viene presa in
considerazione come motivo straordinario.
terzo elemento; dopo la sessione sono stati trovati documenti decisici che la parte non ha
prodotto in giudizio per causa da lei non imputabile. Il giudice avrebbe deciso in maniera
completamente diversa se li avesse conosciuti.
quarto elemento: sentenza sia stata assunta nei termini ma in conseguenza del dolo del giudice,
il giudice dolosamente ha voluto favorire una delle parti, questo dolo del giudice coiste in un
composrttamto penalmente rilevante, questo vizio p straordinario nel momento che il dolo del
giudice sia stato accertato con sentenza penale passata in giudicato. Il ocmportamto dolose del
giudice fa si che il giudizio di foto sia alterato.
Revocazione straordinaria ad opera del PM (art 397), proponibile entro 30 gg dalla scopetta del
fatto revocatorio, cio nelle cause in cii l intervento del PM è obbligatorio (art 70)
b. se comunque la sentenza p e etto della collusione posta in sera dalle parti per frodare la
legge
Il procedimento della revocazione è lo stesso per straordinaria e ordinaria che riguarda i motivi
La revocazione è la citazione (tranne per vessazione che è sempre il ricorso) che deve indicare, a
pena di inammissibilita, deve indicare il motivo della revocazione, le prove relative ai fatti di noi ai
nr 1,2,3,6 dell’arte 395 e il giorno della scoperta o dell paccertamneto del fatto revocatorio. Se
proposta fuori dai termini, la revocazione è viziata e dichiarata inammissibile.
Per la costituzione delle parti, davanti aka tribunale e alla corta d’appello deve eaavvneire entro 20
gg dalla noti cazione della citazione (art 399) davanti al giudice di pace e alla cassazione nei modi
ordinari
davabti al giudice adito si osservano le norme stabilite per il procedimento davanti a lui, in quanto
non derogate espressamente (400)
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le deroghe sono negli articolo 401, possibilità di sospensione e inibitoria della provvisoria
esecutività della sentenza ai sensi dell’art 373, ovvero quando danno grave ed irreparabile.
art 402 decisione di accoglimento della revocazione e priniucnia nel merito della sentenza
sostitutiva (sempre ch enon siano necessari ulteriori avvertimenti). se accoglimento e etto e
ceduazione della sentenza, all e etto rescindente servirà la fase rescissoria perché ci dovrà
essere la sentenza che sostituisca la sentenza caducata. questa provincia avvera ad opera dello
stesso giudice, che conterrà sia l accoglimento che la produca del merito. cio in maniera
contestuale quando no uletuori accertamenti di fatto. se necessario interiore mezzi di prova
spostare udienza. Art 391-ter dove prevista la revocazione contro pronicnai cassazione se una
volta che la cassazionebabia ritenuto ammissibile questa revocazione, se no necessari altri
accertare ti di fatti sarà la cassazione che fa nuova sentenza, se altri accertamenti di fatto avviene
il rinvio e viene svolta da giudice del merito che aveva apronucnaito la decisione che è stata
cassata dalla sentenza e dalla prnicnai della cassazione.
art 403: impugnazione della sentenza sulla revocazione: esperibili stessi mezziimougnazione ad
esclusione della revocazione
L’opposizione di terzo
Il presupposto qui è che l’impugnate sia un terzo. La ratio traspare dai motivi per i quali
viene concessa tale impugnazione. Ha sempre natura straordinaria ed è esperibile anche
nei confronti delle pronunce del merito della cassazione per 331 ter.
a. opposizione semplice: prevista dal primo comma, riguarda terzi che ritengano di essere
pregiudicati dalla sentenza che è stata pronunciata. Questa opposizione è proponibile senza
limiti temporali. Quando può veri carsi ? la sentenza norma non produce gli e etti nei
confronti dei terzi tranne nei casi dell’art 2909 (eredi - aventi causa, ovvero coloro che
acquistano diritto dopo sentenza e titolare di rapporti dipendenti per ragioni di diritto
sostanziale). il terzo non deve ovviamente aver esperito mezzi diversi come intervento del
terzo 105,2. Il terzo deve dimostrare di essere pregiudicato dalla sentenza, come lo fa,
soprattuto quando non rientra nell’art 2909. Questo quando c’e una sentenza esecutiva, il
terzo se dovesse subire un e etto della sentenza. Il soggetto per evitare che subisca gli e etti
negativi agisce in opposizione ovviamente viene accertato es il suo diritto di proprietà, il
pregiudizio deve essere di natura fattuale. Ottiene la sospensione, l accertamento e
eliminazione
b. opposizione revocatoria: parla di due categorie speci ci di terzi: gli aventi causa e i creditori
di una delle parti possono fare opposizione alla sentenza, quando l’e etto di dolo o collusione
a loro danno. Gli aventi causa sono quelli che avrebbero potuto proporre causa +, es
sublocatario. oppure quando colluso atto negoziale in danno al creditore
L’u cio giudiziario stesso che ha pronunciato la sentenza impugnata: si propone con citazione
( con ricorso se si stratta di sentenza cassazione) avente il contenuto di cui alla rt 163. L
opposizione del terzo semplice, senxzal alcun termine entro 30 gg dalla coperta del vizio (art 326)
art 407 sospensione esecutorietà della sebrebaa imougnaa ai sensi dell art 373
art 408 se accolta, decisione nel merito sostitutiva della sentenza impugnata ( se non sono
necessari ulteriori accertamenti fattuali9
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