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Appunti di Procedura Civile

Lezione 01.03
I principi processuali di rilevanza costituzionale

Cosa si intende per DIRITTO PROCESSUALE CIVILE ?

Il diritto processuale civile è quella particolare branca del scienza giuridica che approfondisce la
funzione giurisdizionale civile cioè tutta quella parte di attività funzionale alla risoluzione di
controversie che hanno ad oggetto i diritti soggettivi e gli status personali.

Qual è invece l’oggetto?

Studiare gli strumenti che l’ordinamento statale mette a disposizione ai titolari dei diritti soggettivi
e degli status personali tutte le volte in cui tale situazione giuridiche soggettive abbiano bisogno
di tutela.

E quando ne hanno bisogno?

Quando le situazione giuridiche di cui sono titolari necessitano di essere ria ermate da parte
dell’ordinamento perché messe in crisi da uno dei consociati, cioè sono contestate dai consociati.
Quando le prarti non vogliono collaborare allora hanno bisogno di ricorrere a un apparato
giudiziario messo a disposizione dell’ordinamento.

In parole povere, il diritto processuale civile studia le forme di processo civile.

Accanto agli strumento per tutelare i diritti soggettivi e gli status personali (che sono contenuti
all’interno di questi diritti), vi sono strumenti processuali che tutelano situazioni di diversa natura:

- diritto processuale penale —> sanziona la commissione di reati

- diritto processuale amministrativo —> tutela gli interessi legittimi

Il diritto processuale civile trova qui la sua collocazione. Immaginatevi le atti statali costituite dalle
tre funzioni fondamentali: il diritto processuale civile si inserisce in una di queste tre
(giurisdizionale) e copre appunto l’ambito di tutela dei diritti soggettivi e degli status personali.

PRIMA CONSIDERAZIONE

Bisogna sottolineare che la funzione giurisdizionale civile ha fondamento costituzionale:

Articolo 24, I comma

“Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi"

1° Lettura (più ovvia): chiunque si a erma titolare di un diritto e ritenga che lo stesso abbia
bisogno di tutela, perché violato, ha diritto ad agire in giudizio. Importante è notare l’indicazione
“a tutti”, in quanto in questo mondo non si intendono solo i cittadini.

Siamo di fronte ad una lettura di carattere garantistico.

Difatti l’articolo 24 trova collocazione nella sezione delle garanzie nella nostra Costituzione:
questa è la garanzia del diritto d’azione, cioè la garanzia di agire in giudizio.

2° Lettura: L’articolo 24 si può leggere intendendolo come un dovere dello Stato di assicurare
forme di tutela giurisdizionale dei diritti. Quindi non è solo garanzia, ma anche un dovere
(costituzionale).

Se lo guardiamo da questo punto di vista, quella garanzia sopra citata diventa un dovere statuale,
cioè lo stato è obbligato a o rire suddetti strumenti.

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L’articolo 24, in altre parole, risulta essere il fondamento costituzionale del processo civile,
tanto che, ove lo Stato non o risse adeguati strumenti di tutela giurisdizionale nei confronti dei 
diritti soggettivi starebbe deliberatamente violando l’articolo 24, I comma.

Questo fondamento costituzionale della funzione giurisdizionale civile ha come controprova una
disposizione normativa che troviamo nel codice penale agli articoli 392-393 c.p. i quali
sanzionano come reato l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Ove un soggetto titolare di un diritto soggettivo violato esercitasse arbitrariamente le proprie


ragioni senza ricorrere al giudice civile, tale azione risulterebbe come oggetto di reato. Quindi
accostando queste due disposizioni del codice penale e la disposizione di rango costituzionale,
capiamo l’impostazione del legislatore: egli non vuole che il titolare di un diritto soggettivo eserciti
arbitrariamente le proprie ragioni e quindi prevede il diritto di azione, per cui:

Chiunque semplicemente a ermandosi proprietario di un diritto e subisca una violazione dello


stesso può rivolgersi ad un giudice che valuti se e ettivamente suddetto tale diritto sia stato
violato e reintegrarlo.

Se ri ettiamo ancora sul primo comma dell’articolo 24 notiamo che parla di possibilità di agire in
giudizio a tutti, per la tutela dei propri diritti; quindi potremmo essere indotti a ritenere che la
funzione giurisdizionale civile serva solo a tutelare diritti soggettivi, in realtà l’oggetto del diritto
processuale civile è lo studio degli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione per la
tutela tanto dei diritti soggettivi quando degli status personali, quindi anche se l’articolo 24
fa solo riferimenti ai diritti soggettivi, in realtà con il termine “diritto” ci si riferisce anche
alla tutela degli status personali.

Su questo dobbiamo so ermarci ulteriormente: perché il legislatore ha voluto porre questa


distinzione? In cosa si distinguono queste due categorie?

Diritto soggettivo—> de nizione generica: quella situazione giuridica soggettiva, in capo ad un


soggetto, in base alla quale questo può esigere dai consociati un determinato comportamento/
dovere che può essere attivo od omissivo; quindi il titolare è nella posizione di pretendere un
determinato atteggiamento da altri (dovere).

Studiando il diritto soggettivo sappiamo che può essere: reale, personale, assoluto, relativo etc..

Quand’è che entrano in crisi i diritti soggettivi?

Quando il soggetto su cui incombe il dovere non tiene il comportamento dovuto e non tenendolo,
mette in crisi il diritto soggettivo —> E’ dalla crisi, quindi, che nasce il bisogno di tutela.
Ovvero quando non viene assicurata autonomamente quella situazione di equilibrio prevista
dall’ordinamento. Es. io vanto un diritto di credito e il debitore deve pagare.

Alla luce di quanto stabilisce l’articolo 24, il titolare del diritto soggettivo violato ha la la possibilità
di rivolgersi al giudice civile chiedendogli di essere re-integrato del diritto violato se ovviamente la
situazione sia stata accertata. Fin qui nulla questio. Sul versante dei diritti soggettivi però
dobbiamo approfondire il piano sostanziale, cioè come si comporta la varietà di tali diritti nel
processo.

Status personale—> quella particolare condizione personale che ha un determinato soggetto


che, per volontà dell’ordinamento, comporta a suo carico una serie di conseguenze giuridiche.

ESEMPIO: l’incapace di intendere e volere (c.d.interdetto) —> è uno status personale.

Dichiarando interdetto un soggetto, nasce in capo a quel soggetto lo status di interdetto da cui
scaturiscono una serie di conseguenze;

N.B. Il soggetto riconosciuto come interdetto perde la capacità di agire, infatti potrà agire solo
mediante il suo rappresentante legale, cioè il tutore.

ESEMPIO: lo status dei coniugi. Dal vincolo matrimoniale derivano tutta una serie di conseguenze
(diritti e doveri dei coniugi). Coniuge è colui che essendosi legato mediante matrimonio ad un altro
soggetto, si trova in una determinata situazione giuridica. Tant’è vero che se decidono di
divorziare passano dallo status di coniugi a quello di divorziati.

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Avendo individuato l’ambito in cui ci muoviamo, ora dobbiamo entrare nello speci co.

Essendo la tutela l’obiettivo, è evidente che suddetto bisogno di tutela cambia a seconda del tipo
di diritto/status e della violazione che queste situazioni subiscono.

ESEMPIO: abbiamo a che fare con un titolare di diritto di proprietà su bene immobile situato in
una determinata zona di Roma. Dei bambini, giocando a palla, rompono un vetro. Che cosa
accade?

Se riportiamo il diritto di proprietà allo schema di diritto soggettivo, il proprietario può pretendere
che tutti i consociati riconoscano tale diritto e non lo violino. Quindi quando abbiamo la
violazione? Quando uno dei consociati danneggia il bene.

In questo caso, la tutela di cui ha bisogno il proprietario può essere

1) La reintegrazione in forma speci ca (sostituzione del vetro)

2) La reintegrazione in forma generica (risarcimento del danno)

ATTENZIONE: la violazione del diritto di proprietà può nascere nel momento in cui uno dei
consociati a erma che non esista tale diritto, quindi non lo danneggia, ma contesta la titolarità?

E’ una violazione o no?

Il diritto di proprietà è assoluto quindi vale erga omnes. Se un soggetto non riconosce la mia
titolarità di un determinato diritto, è una contestazione si, ma è inteso comunque come
violazione.
E’ su ciente quindi la mera contestazione per integrare la violazione.

A questo punto entra in gioco l’articolo 24.

PERO’ 

Esistono diversi gradi di violazione:


- Un conto è contestare l’esistenza del diritto di proprietà e quindi il giudice dovrà solo accertare
l’e ettiva esistenza di suddetto diritto

- Un conto è danneggiare un bene oggetto del diritto di proprietà, per cui il titolare di suddetto
diritto chiederà al giudice di condannare il soggetto a reintegrarlo, in forma speci ca o generica.

Fin ora abbiamo parlato di un diritto soggettivo assoluto.

Ma nell’ambito, ad esempio, di un diritto soggettivo relativo? Ad esempio il diritto di credito?

N.B: diritti soggettivi relativi: quei diritti che possono essere fatti valere solo nei confronti di
uno o più soggetti determinati/determinabili

Qual è il comportamento doveroso che, sul piano del diritto sostanziale, deve eseguire il debitore?

L’adempimento. 

Quindi l’unica forma di violazione del diritto di credito è l’inadempimento?

No, per violazione si intende anche il non riconoscere il diritto di credito.

ESEMPIO: Tizio e Caio hanno stipulato un contratto per cui Caio dovrà dare a Tizio 500 euro. Ad
un certo punto, Caio dice che non ha intenzione di dare a Tizio i soldi che gli deve perché
secondo lui il contratto è nullo/viziato.

In entrambi i casi, nasce il bisogno di tutela.

Quindi il titolare del diritto di credito si muoverà anticipatamente per vedersi riconosciuto il diritto
dal giudice, in modo tale che, al momento della scadenza del credito si potrò avere adempimento,
tanto spontaneo quanto coattivo.

Le forme attraverso le quali il processo civile è chiamato ad o rire tutela al titolare del diritto
soggettivo violato, mutano a seconda della violazione subita; se poi entriamo nell’ottica di
esaminare le altre situazioni giuridiche oggetto di tutela in sede di processo civile, cioè gli status
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personali, dobbiamo individuare qual è il momento nel quale sorge il bisogno di tutela e ancora
una volta, per individuare questo momento, che è fondamentale perché è lì che si può accedere al
giudice civile, è necessaria accertare la situazione fattuale.

Qual è la situazione fattuale che, ad esempio, fa nascere il diritto di essere dichiarato interdetto?
L’incapacità di intendere e di volere.

Quindi il bisogno di tutela negli status sorge quando si è veri cata la situazione fattuale che fa
sorgere le condizioni per generare lo status personale e nel momento in cui si veri cano tale
presupposti, il titolare dello status personale ha diritto a vedersi riconosciuto, in sede
giurisdizionale, quella determinata condizione.

Fin tanto che c’è divergenza tra condizione giuridica e situazione favorevole, c’è necessità di
tutela.

Esempio: Quand’è che sorge il bisogno di mutare lo status di coniugi con quello di divorziati?
Quando tra i coniugi matura una situazione fattuale tale per cui la convivenza sia divenuta
intollerabile.

Nello status personale non c’è violazione, ma viene riconosciuto che un determinato soggetto sia
nelle condizioni fattuali per vedergli riconoscere un determinato status.

Nuova modalità di tutela rispetto al diritti assoluti perché appunto non c’è condanna, ma la
costituzione di uno status.

La forma di tutela può cambiare, ma l’obiettivo è lo stesso: garantire un determinato diritto.

Lezione 02.03 (cap. 1 e primi paragrafi del 2)

Il diritto processuale civile è l’altra faccia della medaglia del diritto sostanziale, quindi è ovvio che
di continuo dovremmo fare riferimento a istituti di diritto sostanziale tenendo conto che nella
maggior parte delle volte il riferimento a tali istituti è fatto solo a livello esempli cativo per
comprendere meglio gli istituti di diritto processuale.

Innanzitutto si è visto l’ambito in cui opera il diritto processuale civile e quale sia la sua nalità,
ossia la tutela dei diritti soggettivi e degli status personali. Partendo dal presupposto che
l’obiettivo del diritto processuale civile è proprio questa tutela, l’ulteriore passo in avanti che
bisogna fare è alla luce di tale obiettivo: vedere, quindi, quali sono, in generale, le diverse forme di
attività processuale.

La prima forma di esercizio dell’attività giurisdizionale è il c.d. processo di cognizione

Cos’è il processo di cognizione ?

E’ il processo disciplinato nel libro II del c.p.c., (diviso in 4 libri).

Questo è quel tipo di processo (in termini generali) in cui l’esigenza della tutela è data dalla
necessità che il giudice accerti, in maniera incontrovertibile/con e cacia di giudicato
l’esistenza di un diritto soggettivo quando questo sia stato violato.

Il processo di condizione costituisce la forma di processo standard, ordinario, invece tutti i


procedimenti speciali rispecchiano gl scemi generali del processo ordinario di cognizione solo
con determinate caratteristiche speciali che permettano di tutelare determinati diritti particolari
che non potrebbero essere soddisfatti tramite un semplice processo ordinario.

Quindi il risultato a cui si approda con il processo di cognizione è l’accertamento


dell’esigenza di un diritto che si a erma essere stato violato.
Questa è la prima modalità dell’esercizio della funzione giurisdizionale che è compresa nella
giurisdizione civile contenziosa.

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Il risultato nale di questo processo è la pronuncia del giudice che assume e cacia di
giudicato, cioè e cacia di un accertamento incontrovertibile.

Accanto a questa prima forma di esercizio della funzione giurisdizionale civile, il secondo
importante ambito in cui trova attuazione la funzione giurisdizionale civile è il cosiddetto

c.d. processo di esecuzione forzata (III libro del codice). 

Oggetto: coattiva esecuzione del diritto già accertato come esistente e violato, ma non
adempiuto spontaneamente. —> adeguare coattivamente la situazione reale a quanto è stato
accertato.

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“PROCESSO DI COGNIZIONE”   VS  "PROCESSO DI ESECUZIONE FORZATA”

PROCESSO DI COGNIZIONE: Si parte da una situazione controversa circa l’esistenza del diritto/
della violazione dello stesso—-> dovrà essere accertato

PROCESSO DI ESECUZIONE FORZATA: si parte da una acquisita situazione di certezza e si


tende a ottenere che la situazione materiale venga coattivamente conformata a quanto e’ stato
accertato perché qui l’esigenza della tutela, nonostante ci sia stato un accertamento del diritto,
risiede nel fatto che colui che ha compiuto la violazione non si e’ conformato—> si cerca quindi
un adeguamento.

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Accanto a queste due forme principale, troviamo una terza forma di funzione giurisdizionale civile
che si chiama c.d. funzione giurisdizionale cautelare

- Cosa si intende per cautelare?

Qui l’obiettivo è garantire a colui che intende tutelare il proprio diritto soggettivo con una delle due
forme principali gli strumenti di tutela provvisoria nel tempo necessario ad ottenere la tutela
principale. Si mira, quindi, a tutelare il fatto che il proprietario del diritto/status possa subire dei
danni nel tempo necessario per ottenere la tutela principale; difatti, proprio per questa
caratteristica, la funzione giurisdizionale cautelare si connota come una funzione ancillare
rispetto alle altre due, in quanto serve a consentire la tutela durante il tempo necessario per
ottenere la tutela principale.
Queste tre forme dell’esercizio della giurisdizione costituiscono la c.d. giurisdizione contenziosa

Va tenuto conto che l’insieme della funzione giurisdizionale civile prevede che, accanto a queste
forme di giurisdizione contenziosa, ci sia anche una giurisdizione volontaria o non contenziosa;
cioè il nostro ordinamento ha ritenuto di a dare al giudice civile, non solo l’oggetto principale
(tutela diritti e status), ma anche una forma di giurisdizione non costituzionalmente prevista, cioè
ha ritenuto che al giudice civile dovesse agire, in alcuni casi, anche rispetto alla tutela degli
interessi privati di particolare rilevanza.

Da qui nasce la de nizione di giurisdizione non contenziosa: non c’è una controversia sulla
tutela di un diritto/status, ma l’esigenza di adottare dei provvedimenti a tutela di interessi privati di
particolare rilevanza.

ESEMPIO: articolo 316, II comma, c.c.

“In caso di contrasto su questioni di particolare importanza ciascuno dei genitori può ricorrere
senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei."

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L’ordinamento, per evitare che questo contrasto danneggi il minore, ha disposto che fosse il
giudice civile ad intervenire; qui non abbiamo un diritto soggettivo da far valere, ma un interesse
privato (quello del minore, in questo caso) da tutelare.

ESEMPIO: 374 c.c. 

“Il tutore non può senza l'autorizzazione del giudice tutelare […]”

Anche qui c’è un interesse privato da tutelare, ossia quello dell’interdetto.

ESEMPIO: 2409c.c. per cui, in sostanza:

nell’ipotesi in cui intervenga la mala gestio da parte degli amministratori della società che
danneggi la stessa, i soci della società, proprio per tutelare l’interesse privato della stessa,
possono richiedere il coinvolgimento del giudice civile per sostituire gli amministratori.

Detto ciò, quindi, anche questa forma di salvaguarda degli interessi privati rientra nella
giurisdizione civile e si a anca alla giurisdizione contenziosa esercitata con le tre modalità
principali e quando noi parliamo della funzione giurisdizionale civile dobbiamo imparare a
distinguere:

1) La funzione giurisdizionale contenziosa con le tre forme prima analizzate e l’obiettivo di diritti
soggettivi e status personali)

2) La funzione giurisdizionale non contenziosa ( o volontaria) che ha ad oggetto, invece, la


tutela degli interessi privati.

E’ chiaro che nell’ipotesi dell’esercizio della giurisdizione civile non contenziosa avremo un
processo con una disciplina molto semplice perché ovviamente in questo caso non emerge tutta
la complessità della giurisdizione contenziosa.

E’ un processo che va sotto la denominazione c.d. processo camerale (libro IV del c.p.c.)

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N.B. PER CAPIRCI —> SI DISTINGUONO PER L’OGGETTO

Giurisdizione contenziosa Diritti soggettivi e status personali.


Si dice contenziosa perchè
l’obiettivo è la tutela degli stessi
quindi c’è un contenzioso.
-Giurisdizione non contenziosa/ L’oggetto è la tutela degli interessi
volontaria privati, la cui gestione è a data
all’intervento del giudice civile.
Da questa distinzione nasce la diversa disciplina in caso processuale: nel primo caso sarà più
complessa, nel secondo più semplice.

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Quindi quale che sia la funzione giurisdizionale da esercitare, come abbiamo già visto, alla base,
c’è un processo, cioè l’articolare di un’attività tanto delle parti quanto del giudice.

Cominciamo ad attribuire i nomi ai diversi soggetti:

-Giudice

-Le parti, dove distinguiamo:

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1) Attore: soggetto che prende l’iniziativa e istaura il processo, cioè colui che esercita la domanda
di tutela. La parola “attore” deriva da “azione”. Nell’antica roma, il praetor romano attribuiva una
determina actio a seconda della situazione giuridica da tutelare; tant’è che la prima fase del
processo romano si chiama “legis actiones”. Questa azione viene esercitata davanti al giudice nei
confronti di un’altra parte.

2) Convenuto: colui che ha violato il diritto soggettivo, motivo per cui sorge la controversia.

Anche qui, tale denominazione, è di derivazione romana: nell’esercitare l’actio, l’attore la prima
azione che deve fare è quella di convenire di fronte al giudice per de nire la situazione nel fatto di
specie.

Non si può essere processo se non c’è, per entrambe le parti, la possibilità di esercitare in
contraddittorio, tra di loro, e davanti al giudice le reciproche attività difensive: quindi, per l’attore
a ermare che il proprio diritto è stata violato e, per il convenuto contestare e mettere in
discussione quanto è a ermato dall’attore.

Perché si abbia un processo sono necessari almeno questi tre soggetti:


attore, convenuto, giudice.

Tra le parti e il giudice c’è un rapporto di perfetta distanza tra gli uni e gli altri, rappresentata come
se fosse un triangolo.

Anche qui c’è bisogno di un piccolo chiarimento:

Nel caso della funzione giurisdizione non contenziosa (quindi quella volontaria), proprio
perché non c’è una controversia, può accadere che l’intervento del giudice sia richiesto dal
soggetto titolare del diritto da tutelare e quindi può avvenire su base volontaria, di conseguenza
potrebbe, a seconda dei casi, non esserci un convenuto nei confronti dei quali si chiede una
tutela.

ESEMPIO PER CAPIRE

ESEMPIO: articolo 374 del c.c. :l’ipotesi in cui il tutore dell’interdetto, per compiere determinati
atti di straordinaria amministrazione (ad esempio la vendita di un bene), ha bisogno
dell’autorizzazione del giudice. In questo caso il tutore, prima di compiere l’atto nell’interesse
dell’interdetto, si rivolge al giudice e chiede l’autorizzazione preventiva. In questo caso nel
processo abbiamo solo due parti, in quanto l’interdetto, non avendo la capacità di agire, non può
partecipare direttamente: non c’è contrapposizione, ma solo una richiesta di autorizzazione che il
giudice valuterà se e ettivamente è a favore o meno dell’interdetto.

N.B. Nello speci co caso della dichiarazione di interdizione siamo in presenza di giurisdizione
contenziosa in quanto c’è uno status da de nire (quello di interdetto).

N.B. Parliamo di un interesse privato di interesse generale.

Si è detto prima che i protagonisti del processo sono principalmente i tre soggetti sopra citati.
Ogni processo ha la sua struttura, n ora si è analizzato solo il punto di vista funzionale, vediamo
quindi la struttura.

Ciò che dobbiamo subito acquisire è che la struttura di ognuna di queste forme di processo le
troviamo nel codice. Il punto fondamentale da cui dobbiamo partire è che la disciplina che da
delle forme processuali il legislatore ordinario, è una disciplina che deve essere conforme a
principi processuali che troviamo nella carta costituzionale.

Abbiamo tre livelli:


1) Legislazione ordinaria
2) Legislazione costituzionale —>costituiscono delle garanzie per le parti e degli obblighi per il
legislatore ordinario

3) Legislazione sovranazionale —> principi di rilevanza processuale di derivazione europea

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Può accadere che alcune soluzione del legislatore italiano siano in contrasto coi principi
sovranazionali e anche in questo caso l’esito è lo stesso: la legislazione ordinaria deve cedere il
passo alla legislazione sovranazionale perché ci si trova in una  sorta di situazione piramidale: 

Partendo ovviamente dalla necessità che il legislatore ordinario conformi la disciplina processuale 
ai principi costituzionali, vediamo innanzitutto quali sono suddetti principi:

-L’articolo 24, II comma, Cost. —> Principio di difesa.

“La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento"

In qualsiasi stato e grado del processo, il diritto di difesa va assicurato in modo pieno perché è un
diritto costituzionalmente legittimato.

Teniamo presente che i principi di cui stiamo parlando (d. processuali di derivazione
costituzionale) possono servire anche all’interprete per dare l’interpretazione costituzionale
corretta di una determinata soluzione normativa. 

Tale pieno diritto di difesa vale prima che il giudice si pronunci in quanto deve essere congegnato
in maniera tale che le ragioni delle parti possano avere un’incidenza sul provvedimento che il
giudice adotterà, quindi non può essere solo una garanzia meramente formale, ma deve essere in
grado di in uenzare la decisione che adotterà il giudice.

Sempre nell’articolo 24, fondamentale nella disciplina processuale, al III comma vediamo
a ermato il principio del dovere dello stato di o rire la possibilità anche a chi non abbia i
mezzi economici di sostenere le proprie ragioni in giudizio, di sostenerli con appositi istituti.

Altro pilastro della disciplina processuale è l’articolo 111 costituzione, I e II comma, 


rubricato c.d. principi del giusto processo.

La formulazione che troviamo in questo articolo è nasce con legge costituzionale del 1999 per
e etto dell’adeguamento del nostro ordinamento ai principi della carta europea dei diritti
dell’uomo, paragrafo VI, che contiene gli stessi principi a ermati dall’articolo 111.

Quali sono questi principi?

Sono ricompresi nella de nizione di “principi del giusto processo”.

I comma: viene a ermato il principio di riserva di legge in materia processuale:

“La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge”

N.B. Legge intesa in forma primaria, quindi legge ordinaria o atto avente forza di legge, quindi non
sono ricompresi i regolamento perché, essendo una fonte secondaria, si incorrerebbe nella
violazione di questa riserva di legge.

ESEMPIO di questo tipo è accaduto con la legislazione di emergenza per il COVID19, dove si è
intervenuti con i DPCM che sicuramente non hanno rango primario.

Altri principi fondamentali per assicurare il giusto processo (giusto nel senso di processo
conforme ai principi costituzionali):

II comma —> troviamo l’a ermazione fondamentale per cui:

“Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice
terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.”

Ci sono diverse considerazioni da fare rispetto a questo comma:

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A) Viene conclamato ciò che dicevamo prima: non può esserci processo senza
contraddittorio. E’ importante sottolinea che questa garanzia del contraddittorio qui viene
a ermata anche nell’interlocuzione col giudice, cioè tutte le volte in cui al giudice dovesse esser
riconosciuta la possibilità dalla disciplina di esercitare dei poteri non sollecitati dalle parti, la
garanzia del contraddittorio su questi poteri garantirà appunto il veri carsi del contraddittorio.

B) Il contraddittorio deve essere in una condizioni di parità (ovviamente). Per capirci, non può
esserci tra un soggetto interdetto e uno con regolare capacità di agire perché non si troverebbero
in una situazione di parità.

C) Il processo, per essere giusto, deve svolgersi dinnanzi ad un giudice terzo, nel senso di
equidistante dagli interessi che sono in gioco e imparziale quindi non deve ovviamente avere
alcun tipo di rapporto con le parti.

D) Che cosa signi ca che legge deve assicurare la ragionevole durata del processo? Si intende
che il processo deve avere una durata tale da assicurare le garanzie richieste senza che la stessa
assicurazione avvenga in maniera spropositata, ma bilanciata rispetto alla durata del processo

In ne, abbiamo un principio che si è a ermato ora e che assume una rilevanza importante
quando parleremo delle impugnazioni che possono essere esperite dalle parti rispetto alla
decisione del giudizio.

Nel VII comma dell’articolo 111 viene a ermato il principio per cui contro le sentenze del
giudice è sempre ammesso il ricorso in cassazione per violazione di legge.
Cioè il legislatore deve assicurare la possibilità che le parti possano esercitare come
impugnazione il ricorso in cassazione, la quale dovrà e ettuare un controllo di legittimità (cioè che
il giudice abbia correttamente operato nell’applicare la legge ordinaria, quindi che l’attività non sia
viziata).

Perciò si accede a questo controllo di legittimità (che non è automatico) mediante il ricorso in
cassazione.

GIUDICE DI LEGITTIMITA’ GIUDICE DI MERITO

Giudice di cassazione Giudice civile

QUESTI SONO I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL PROCESSO.

Andiamo a vedere quali sono gli elementi in concreto che sono richiesti perché si abbia un
processo, qualunque esso sia.

Perché si abbia un processo ci deve essere c.d. la domanda di tutela, quindi l’iniziativa della
parte che ha bisogno di tutela. Difatti, il principio fondamentale che troviamo a ermato nel c.p.c.
è il principio della domanda, articolo 99 c.p.c —> Non avremo mai un processo che inizi su
iniziativa dello stesso giudice. In realtà la domanda, non è altro che il contenuto dell’azione
giudiziale.

Quindi la domanda ha doppia funzione:

1) Avviare il giudice

2) Esplicitare, dal punto di vista oggettivo, qual è il bisogno di tutela richiesto.

Questi sono i due requisiti minimi, i due presupposti processuali.

Tuttavia questi due requisiti non sono di per sé su cienti, per avere la decisone nel merito del
giudice. Per avere la tutela nel merito devono ricorrere altri elementi.

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Attenzione questi ulteriori elementi riguardano in parte gli stessi protagonisti del processo (e quindi
possiamo identi care come ulteriori presupposti processuali per la corretta istallazione dello
stesso).

Accanto a questi requisiti che attengono il solo processo, ci sono dei provvedimenti ulteriori, che
riguardano l’azione dell’attore, che vengono ricompresi:

Condizioni dell’azione —> l’azione, per poter consentire al giudice di emettere un provvedimento
di merito, deve presentare determinati requisiti e se ne manca qualcuno vuol dire che l’azione è
stata si esercitata, ma non essendo stata esercitata correttamente non può portare alla decisione
nel merito.

Se vediamo nel loro complesso questi elementi, quindi, siamo in presenza di requisiti che
l’ordinamento richiede perché il giudice possa arrivare a pronunciare una decisione nel merito. 

Altri due elementi:

1) Competenza del giudice —> competenza nasce dal fatto che in realtà a seconda del tipo di
domanda giudiziale, avremo un giudice diversamente competente.

2) Capacità processuale delle parti —> tanto l’attore, quanto il convenuto devono essere muniti
di capacità processuale, ovvero devono avere la capacità d’agire.

Lo strumento a cui ricorre il codice nel momento in cui una delle due parti fosse privo della
capacità di agire, è quello del coinvolgimento del rappresentante legale

ESEMPIO: il minore dovrà formulare la propria domanda attraverso i genitori che sono i suoi
rappresentanti legali, di fronte al giudice competente.

Ne deriva quindi che se non dovesse seguirsi questa soluzione e la domanda fosse proposta da
un soggetto privo della capacità d’agire, anche se davanti ad un giudice competente, non si potrà
arrivare alla decisione di merito in quanto ci troviamo di fronte ad un vizio di natura processuale e
l’esito non può che essere la chiusura del processo senza arrivare alla decisione nel merito.

Questo è ciò che rileva per quanto riguarda i requisiti fondamentali che devono sussistere dal
punto di vista processuale a nché il giudice possa entrare nel merito e pronunciare una risposta
alla richiesta di tutela.

Insieme ai presupposti processuali, abbiamo dei requisiti che attengono direttamente alla
domanda che è stata proposta e che prendono il nome di c.d. condizione dell’azione e
prendono questo nome per distinguerli dai requisiti per l’instaurazione del processo.

Sono tre e fondamentali:

1) Possibilità giuridica —> quella situazione che intendiamo far valere sia tale, ovvero tutelata
dall’ordinamenti 

2) Interesse ad agire —> ci sia un’utilità che quella azione ove sia fondata possa farci conseguire

3) Legittimazione ad agire —> che la situazione giuridica che vogliamo tutelare sia nostra e che
non appartenga ad altri.

Se manca una di queste tre condizionata, anche se sussistono tutti i presupposti


processuali, dovrà rilevare che manca una delle condizioni e che quindi gli è impedito di
pronunciare decisione nel merito.

Ognuna di queste indicazioni risponde ad una esigenza dell’ordinamento.

ESEMPIO: la capacità processuale —> se un soggetto ne è privo, signi ca che non ha potuto
esercitare correttamente le proprie prerogative perché non c’era una situazione paritaria.

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DOMANDE:

1) Ma se un soggetto è privo di capacità di intendere e di volere ma non è stata ancora investito di


tale status, cosa accade nel processo?

Il codice in questo caso ricorre ad un istituto particolare —-> il giudice segnalerà questa
situazione all’u cio del pubblico ministero (ci si rivolge a questo perchè tra i soggetti legittimati a
chiedere l’interdizione c’è anche il Pubblico Ministero) e cosa accade al processo che è stata
introdotto? Bisognerà aspettare la pronuncia di interdizione però per non sottrarsi all bisogno di
tutela, in attesa che ci sia la pronuncia di interdizione, il giudice nomina un soggetto che tutela
questa che molto probabilmente è suscettibile di essere dichiarata interdetta, quindi il processo
non risulta viziato e non viene sospeso. Per esempio qualcosa del genere può capitare rispetto al
minore quando l’oggetto della controversia riguarda lo stesso ed è una controversia che sorga tra
i genitori —-> EX: quei procedimenti previsti dal codice civile di limitazione o sottrazione alla
responsabilità genitoriale. C’è un con itto di interessi: i genitori non possono essere
contemporaneamente parte in casa e rappresentanti del minore e quindi si ricorre alla nomina di
un curatore speciale del minore. Istituto previsto dagli articoli 78-79 del codice civile c.d. nomina
del curatore speciale.

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Lezione 03.03: capitolo 3, nello specifico le condizioni dell’azione

Ci serve innanzitutto sapere quali siano i presupposti minimi di esistenza di qualunque processo:

a) Domanda al giudice

b) Azione rivolta al giudice

Presupposti di procedibilità del processo:

1) la competenza del giudice

2) la capacità processuale delle parti

Questi sono presupposti per il corretto esercizio del diritto dell’azione. Quando guardiamo a
queste condizioni si suppone che abbiamo già veri cato che sussistano i presupposti processuali.
Si impone questo ordine logico perché è inutile veri care l’esistenza delle condizioni dell’azione
se, in primo luogo, mancano i presupposti per avere una corretta procedibilità del processo,
quindi si ha questo iter logico per evitare sprechi processuali.

Le condizioni dell’azione sono dei requisiti che, a di erenza dei presupposti processuali,
riguardano l’azione, cioè la domanda formulata dall’attore. Si tratta di requisiti c.d. di
ammissibilità dell’azione cioè se manca anche una sola di questa condizione, l’esito è lo stesso
che avremmo se dovesse mancare uno dei presupposti processuali ossia il giudice non potrà
entrare nel merito della domanda giudiziale.

Le condizioni dell’azione sono:

i) possibilità giuridica

ii) interesse ad agire

iii) legittimazione ad agire

e vanno ad a ancarsi ai presupposti processuali. A questo punto stiamo veri cando qual è
l’attività che deve compiere il giudice, una volta che si trova a valutare una domanda d’azione.

Quando parliamo di condizioni dell’azione, vediamo la conclusione di un percorso che parte da


lontano. Stiamo utilizzando concetti che provengono dal processo civile romano e sono
elaborazioni che si sono consolidate nel tempo. Questi sono requisiti della cui esistenza il giudice
si deve occupare a prescindere dalla tutela del diritto soggettivo che è stata domandata, quindi
prescindono dal merito dell’azione proposta.

Iniziamo l’analisi nello speci co delle condizioni sopra citate.

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i) Possibilità giuridica: il giudice, in un’attività giudiziale, deve porsi la domanda per cui se quella
situazione abbia una copertura normativa, cioè se sia una situazione giuridica, con riferimento alla
quale, l’ordinamento sostanziale prevede la tutela.


Questo perché?

Perché, sempre nell’ottica dell’economia processuale, di fronte ad una domanda attraverso


la quale l’attore chiede la tutela di una determinata situazione, se questa non è riconosciuta
come degna di tutela dall’ordinamento, andremmo solamente a perdere tempo, in quanto
non può essere oggetto della c.d. domanda di tutela.

La ragione sta nel fatto che quando noi andiamo ad analizzare le situazione giuridiche tutelabili,
abbiamo un catalogo che più o meno è completo e all’interno di esso possiamo avanzare la
domanda di azione. Quindi per poter accedere alla tutela che chiediamo è necessario che tale
situazione sia innanzitutto tutelata sul piano sostanziale, per poi esser tutelato sul piano
processuale.

Facciamo qualche esempio di ciò che signi ca proporre un’azione di tutela per una situazione che
non è tutelata dal punto di vista sostanziale

ESEMPIO: domanda di tutela di un credito di gioco; art. 1933 c.c. rubricato “difetto di azione”.
Siamo nella situazione giuridica in cui il creditore non può rivendicare la tutela di un credito
maturato dal debitore al tavolo da gioco.

N.B: A prova di ciò ricordiamo il pagamento del debito di gioco ex art 2034 c.c: è un’obbligazione
naturale: il creditore ottiene l’adempimento di quel credito solo su base volontaria.

ESEMPIO: caso in cui l’attore abbia proposto una domanda con la quale chieda la risoluzione di
un contratto —> l’attore Caio chiede la risoluzione del contratto stipulato con Tizio perché non è
più per lui conveniente (sostanzialmente ha cambiato idea). Sulla base di ciò che stabilisce il
diritto sostanziale, ciò è possibile? Manco per niente, in quanto le uniche possibilità per le quali
si può chiedere la risoluzione di un contratto sono:


- inadempimento della controparte ex art. 1453 c.c.

- eccessiva onerosità del contratto ex art. 1467c.c.

- per impossibilità sopravvenuta ex art. 1463 c.c.

Ovviamente stiamo parlando della tutela giurisdizionale, se poi tra di loro le parti fanno un muto
accordo è un altro discorso.

IL DISCORSO DELLA POSSIBILITA' GIURIDICA E’ COMPLICATO. VEDIAMO PERCHE’

E’ la direttrice su cui si gioca la possibilità per l’ordinamento sostanziale di allargare il catalogo dei
diritti/situazioni da tutelare. Ri ettiamo: è chiaro che l’idea che ci siamo fatti dell’ordinamento
sostanziale civile è che il catalogo delle situazioni giuridiche sia concluso; in realtà tutti gli
ordinamenti giuridici sono organi in continua evoluzione in quanto ogni giorno possono nascere
situazioni giuridiche che, seppure non appartengono a quel catalogo, e non sono state ancora
totalmente riconosciute, stanno maturando e richiedono tutela. Se siamo in presenza di situazioni
di questo tipo, il titolare di quella suddetta situazione giuridica comincia a rivendicarla sul piano
processuale, chiedendo al giudice di tutelarla attraverso un’operazione di interpretazione
sistematica essendo appunta questa una situazione di nuova emersione.

E’ quanto accaduto, ad esempio, ai diritti di terza generazione —> diritti della personalità

ESEMPIO: tutta la vicenda delle cosiddette unioni di fatto, unioni civili.

La legge 76 del 2016 riconosce sul piano sostanziale queste unioni.

Ma prima di questa legge, ci sono stati una serie di interventi giurisprudenziali che, pure in
assenza di una norma sostanziale, hanno riconosciuto piena tutela a queste situazioni giuridiche,
arrivando all’attribuzione di ripensa giuridica sulla base di una interpretazione sistematica
dell’ordinamento soprattutto alla luce dei principi di derivazione costituzionale

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ESEMPIO: la vicenda “Englaro” si gioca tutta sul piano processuale che riconosce il cosiddetto
“testamento biologico”.  (Cerca su google le varie pronunce di giudici civili no ad arrivare alla
corte costituzionale per eventuali chiarimenti)

Quindi il processo diventa una sorta di “incubatore” di diritti soggettivi nuovi meritevoli di tutela;
ne consegue che non siamo in un sistema chiuso, anzi.

ii) Interesse d’agire

Abbiamo una norma del codice civile che la prevede, mentre la c.d.possibilità giuridica è
intrinseca nella funzione stessa del processo.

L’articolo di riferimento, in questo caso, è il 100 c.p.c., rubricato “interesse ad agire

“Per proporre una domanda o per contraddire alla stessa



è necessario avervi interesse"

Sembra un’a ermazione tautologica, ovvia, ma non lo è.

Il senso vero di questa disposizione è che nel proporre la domanda, così come nell’opporsi
rispetto alla stessa, deve emergere che ove la domanda/contestazione dovesse risultare fondata,
alla parte arriverà un’utilità concreta.

Quindi si può dire che l’interesse ad agire sussiste nel momento in cui, sulla base di una
valutazione della domanda/contestazione che è stata posta, ove quella domanda/contestazione
dovesse risultare fondata, alla parte che l’ha proposta verrà garantita un’utilità. 

Quindi laddove da una domanda, anche se fondata nel merito, non ne derivi alcuna utilità
concreta (sul piano giuridico) per colui che l’ha proposta, lasciando le cose esattamente come
sono senza alcuna “miglioria”, viene a mancare l’interesse ad agire ,quindi una condizione
dell’azione e non è opportuno che il processo prosegua; di conseguenza è compito del giudice
rilevare questo difetto.

Come lo valuta il giudice questo interesse ad agire? 

Lo valuta rispetto al bisogno di tutela che l’attore manifesta nel formulare la domanda.
Quindi l’attore nel formulare la domanda deve spiegare qual è il difetto che ha colpito quella
situazione giuridica e sulla base di questa a ermazione il giudice può già valutare se, nel caso in
cui dovessero risultare fondate queste a ermazioni, se il processo potrà e ettivamente portare
questa utilità concreta a chi ha fondato la domanda.

Se la risposta dovesse essere negativa, nonostante la domanda sia fondata, l’esito sarà la
chiusa del processo per difetto dell’interesse d’agire.

Anche qui c’è un’economia processuale da preservare —> cioè l’attività del giudice.

iii) Legittimazione ad agire

In riferimento a questa condizione abbiamo una norma espressa che la prevede cioè l’articolo 81
c.p.c:

“[…] nessuno può far valere nel processo in nome proprio un diritto altrui”

La legittimazione ad agire è l’a ermata titolarità della situazione giuridica rispetto alla quale si
chiede tutela al giudice; quindi la legittimazione ad agire sottolinea l’esigenza che la situazione
giuridica oggetto dell’azione debba essere tale per cui l’attore si a erma titolare, perchè se invece
si chiede in giudizio di tutela su una situazione di cui non si è titolari, si ha carenza della
legittimazione ad agire. 

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NON SI PUO’ CHIEDERE TUTELA PER UN DIRITTO ALTRUI, SALVO CHE IL LEGISLATORE
NON L’ABBIA PREVISTO IN VIA DEL TUTTO ECCEZIONALE;
IN TAL CASO SIAMO NELLA c.d. “LEGITTIMAZIONE STRAORDINARIA AD AGIRE”
(O c.d.SOSTITUZIONE PROCESSUALE)

Prima di vedere queste ipotesi eccezionali, bisogna chiedersi:

Cosa c’è di male nel fatto che un terzo chieda la tutela

di una situazione sostanziale di cui non è titolare? 

Anche qui la risposta è di economia processuale.


Per comprendere ciò bisogna ipotizzare una situazione: 

ESEMPIO: Tizio propone una domanda giudiziaria ed esercita un’azione per tutelare un diritto di
Caio e, che la risposta sia positiva o negativa, gli e etti si veri cheranno nella sfera giuridica di
Caio stesso. 

Ciò non è accettabile perchè manca l’esercizio del diritto di difesa.


Quindi Caio potrà impugnare la sentenza e chiederne l’annullamento perchè non ha partecipato al
processo e non ha avuto l’opportunità di esercitare il diritto di difesa.

Quindi, per evitare sprechi dell’attività processuale, il legislatore pone questo paletto n da subito.
Da ciò possiamo desumere la di erenza tra “legittimazione ad agire” e "legittimazione
processuale” (intesa come presupposto processuale)

1) Capacità processuale: attiene al pro lo del soggetto, cioè alla sua capacità di essere soggetto
di diritto (avere la capacità di agire)

2) La legittimazione ad agire: poiché attiene all’azione, è propria del diritto e non del soggetto.

Se invece ci spostiamo sul pro lo della condizione dell’azione, tutte e tre fanno riferimento
all’oggetto della domanda.

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PER INTENDERCI

Un soggetto privo di capacità di agire non può essere parte del processo e quindi ne deriva che
se il giudice dovesse avere un processo istaurato, ad esempio, da/con un minore deve rilevare
che manca un requisito procedurale cioè la capacità di agire e quindi la capacità processuale.

In riferimento alla legittimazione ad agire, invece, una volta che il giudice abbia appurato che la
parte abbia la capacità processuale, prima di andare a vedere nel merito, deve appurare (art 81
c.p.c.) che il diritto su cui è stata richiesta tutela rientri nella sfera giuridica del soggetto in
questione.

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Tornando quindi al discorso sulla legittimazione ad agire, articolo 81, per proporre un’azione
bisogna essere titolari della situazione giuridica di cui si chiede tutela. Tuttavia ci sono alcune
ipotesi per cui, per espressa previsione di legge, c’è la possibilità che agisca in giudizio un
soggetto diverso dell’e ettivo titolare della situazione giuridica.

ESEMPIO: nasce dal codice civile, la cosiddetta c.d. azione surrogatoria art 2900 c.c.

“Il creditore, per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni, può
esercitare i diritti e le azioni che spettano verso i terzi al proprio debitore e che questi
trascura di esercitare, purché i diritti e le azioni abbiano contenuto patrimoniale e non si
tratti di diritti o di azioni che, per loro natura o per disposizione di legge, non possono
essere esercitati se non dal loro titolare.
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Il creditore, qualora agisca giudizialmente, deve citare anche il debitore al quale intende
surrogarsi”

Lezione 8/03: le azioni di cognizion


Azioni di mero accertamento e azioni di condanna

I presupposti processuali: requisiti che devono sussistere per avere una corretta
instaurazione del process
Le condizioni dell’azione per poter attivare un processo

Le azioni di cognizione: quale sia l’azione richiesta per la Fione esercitata ci devono
esser
- soggetti o elementi soggettivi (attore e convenuto
- Oggetto o elementi oggettivi: Petitum (mediato e immediato) ciò che si chiede, causa
pretendi (ragioni della domanda o dell’azione ( Fatti costitutivi del diritto e fatti integranti
la sua affermata violazion

Il processo di cognizione (processo ordinario), il giudice deve veri care qualcosa (es.
venuto un danno:
- introduzione dei fatti rilevanti sul quale il giudice pè chiamato a decidere, si consente
alle parti di introdurre i fatti rilevanti. L’attore; fatti a sostegno dell’azione che dimostrano
il suo diritto e la sua violazione che c’e stata dal convenuto; Il convento: l’allegazione e l
introduzione di fatti a suo favore, che contestano le ragioni e allegazioni fatte dal attore:
questo è ul contraddittorio. Il giudice deve individuare i fatti rilevanti del processo, le
allegazioni dei fatti da parte delle parti in caus
- fase centrale: trattazione della causa e all’interno di questa fase si ha l’acquisizione da
parte del giudice degli elementi necessari per veri care la veridicità dei fatti allegati dalla
parte: in che modo ? Gli studenti messi a disposizione dall’ordinamento sono i mezzi di
prova che servono a consentire il giudice in sede processuale di veri care la veridicità
- fase decisoria: nella quale il giudice emette la sua decisione, pronuncia la sentenza a
seconda del conovnicemtno che si è formato alla luce delle risultanze probatorie e degli
esiti. Si ha la pronuncia della sentenza che costituisce poi la decisione

Alla base di queso processo c’e l esercizio di un azione, azione di cognizione, che è
l’azione di concione che regge un processo di cognizione.

La struttura dell’azion

Qualunque tipo di azione presenta una struttura articolata


- elementi soggettivi: quali siano le parti tra le quali viene esercitata l’azione e il
convenuto nei confronti del quale si richiede l tutela. Devono emergere questi elementi
perché si deve identi care i soggetti tra i quali intercorre l’azione. Art 24 C. diritto messo
a disposizione messo a disposizione del soggetto, è un diritto accessorio rispetto a
quello sostanziale, ma è fondamentale. Questo diritto deve intercorre tra due soggetti,
attore e convenuto. Ci sarà poi un giudice competente che decider
- element oggettivi: l’oggetto dell’azione: petitum e causa pretend
a. petitum: costituisce ciò che viene chiesto al giudice, quello che si chiede al giudice,
tradizionalmente si distingue tra mediato e immediato: si fa questa distinzione, di puoi
chiedere al giudice in via immediata (una sentenza, provvedimento attraverso il quale
si tutela un diritto) e in via mediata (diritto sostanziale, tutela di un diritto che esiste sul
piano sostanziale, es somma denaro. Il bene-diritto che si vuole tutelare attraverso il
e

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provvedimento del giudice). Es. attore afferma di avere subito un danno su un bene di
sua proprietà ( nestra rotta). Agisce davanti al giudice tramite un’azione di cognizione:
richiede l’accertamento del suo diritto attraverso una sentenza che accerti tale diritto e
la sua azione e richiede la condanna del convenuto per ottenere il risarcimento.
(risarcimento e condanna petitum immediato), il bene che concretamente vuole
ottenere, questo elemento in più che scaturisce come conseguenza della pronuncia
costituisce il petitum mediato, in questo caso la somma a titolo di risarcimento del
danno che cade come contenuto della pronuncia del giudice. Io non posso ottenreril
pagamento della somma senza che ci sia stata la sentenza di condanna, quindi
petitum e causa petendi vanno di pari passo
b. causa petendi: le ragioni per le quali si esercita- si chiede l’azione la tutela: il fatto che
l attore si afferma titolare di un diritto che ritiene essere stato violato e richiede una
tutela.

Art 163 c.p.c. Elenca quali sono gli elementi che l attore deve indicare nell’atto nel quale
formula l’azione di condizione. Si parla di atto di citazione, ovvero l’atto tramite il quale
l’attore esercita l azione di condizione. Nell’elencazione si nota gli elementi soggettivi ed
oggettivi.

Le azioni di cognizion

L’azione di mero accertament

Laddove la tutela del diritto soggettivo dell’attore si limiti a mero accertamento del diritto di
cui si afferma titolare, è suf ciente qui la semplice pronuncia di una sentenza che accerti
un diritto. La violazione qui si sia limitata a una contestazione di un diritto. L’attore cui ha
solo bisogno di una pronuncia di una sentenza che accerti l’esistenza di un suo diritto, non
ha bisogno di altro. Da questo caso l’ordinamento metto quindi a disposizione l’azione di
mero accertamento, quindi avviene quando la violazione di un diritto si sia concretizzata
nella mera contestazione del diritto. Qui l’interesse ad agire nasce dalla mera
contestazione e da qui nasceva la possibilità di esercitare la tutela. Un esempio nel codice
civile: 1079 c.c. ovvero accertamento della servitù: es un soggetto può fare riconoscer
l’esistenza di una servitù di passaggio. Mio il titolare di un diritto reale parziale agisce per
farsi riconoscere tale diritto. Attore tizio agisce nei confronti di caio covnetuo che contesta
ciò (elementi soggettivi) elementi oggettivi, petitum immediato una sentenza di mero
accertamento dell’esietzna della servitù, in conseguenza di cuoi il petitum mediato va da
se perché non ha bisogno di qualcosa in più, bastava limerò accertamento. La causa
petendi: le contestazioni ch il convenuto caio ha impedito a tizio di esercitare il suo diritto
reale. Oggetto dell’azione sarà un provvedimento positivo di accertamento.

Esistono anche azioni di mero accertamente negativo, nel codice civile art 949 azione
legatoria: un attore può agire in giudizio per fare dichiarare l’inesistenza di un diritto che
altrui vanta quando teme di poterne avere pregiudizio. Il proprietario ha diritto di godere e
dispone liberatamene di una certa cosa, se un terzo rivendica illegittimamente u diritto es.
di servitù, il proprietario del terreno non può goderne in maniera piena. Se l’attore tizio per
essere tutelato pienamente si richiede al giudice di affermare che non esiste quel diritto,
questo risultato si può ottenere di richiedere al giudice no solo l’accertamento della
proprietà ma anche l inesistenza del diritto vantato dal terzo. Nell’ambito azione negativa:
inesistenza del diritto altrui e di conseguenza anche l accertamento del proprio diritto: ciò
necessario per la tutela piena. Quindi non basta al proprietario l’accertamento della suo
diritto ma anche l’inesistenza dell’altrui diritto vantato. Nel 949 il legislatore parla di
PROPRIETARIO quindi deve essere comunque implicito che il soggetto che agisca sia

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proprietario, se non lo è manca il presupposto per agire. Nell’accertamento negativo il


petitum è semplicemente più articolato

Quando l’azione è tipica e atipica ?


L’azione è tipica l’azione non può essere esercitata discrezionalmente dall’attore, ma solo
ed esclusivamente quando è espressamente previsto dal legislatore. Oppure atipica,
quando può intervenire discrezionalmente, qui l’attore può sempre agire pure dimostri che
effettivamente la contestazione del suo diritto generi un bisogno di tutela, ovvero dunque
di qualunque diritto. Se è tipica: solo nei casi solo espressamente previsti dal legislatore,
in genere sono ipotesi di tutela dei diritti reali, se invece nella esci di atipicità: es debitore
consueta di un diritto credito prima di scadenza, non esiste una norma del codice che
preveda cio. QUindi si proprede alla atipicità grazie a interventi gp che ha evidenziato l
iportanzwa dell interesse ad agire per ottenere una tale azione

- Nell’azione di mero accertamento: interesse agire contestazione esistenza del diritto


titolare dell’attore, come causa petendi titolare del diritto e che il convenuto ha
contestato il suo diritto
- Nell’azione di merco accertamento negativo: causa petendi sarà dato dal fatto che un
terzo vanti un proprio diritto su una cosa su cui l attore afferma di essere proproetario: il
vanto da pert di un terzio che genera un interesse legittimo,

L’azione di mero accertamento Non si po proporre in via preventiva, serve che ci sia una
contestzione. Se nessuno contestanurlla perché devo agire per far rinascere il mio diritto ?
L’ordinamento ammette pero la possibilità di agire in casi tipici in via preventiva perché è
altamente probabile che il diritto venga contestato.

L’azione di condann

E un azione atipica, interviene quando la semplice accertamento non è suf ciente, ma


serve la condanna, in quanto si e veri cata una lesione di un diritto e l’attore chiede la
condanna del convenuto richiedendo poi l reintegrazione (condanna), quindi condanna
permette di reintegrare il diritto leso. Qui si ha qualocsa in più rispetto al mero
accertamento, quindi si richiede di reintegrare il diritto violato. Qui petitum immediato:
sentenza di condanna a reintegrare il diritto violato; petitum mediato: il bene che sarà
oggetto di reintegrazione, che materialmente ciò che costituirà l’integrazione del diritto
violato (es risarcimento del danno, sostituzione etc). Ovviamneto con l’accumulo di azione
avviene anche l accumulo del petitum e causa petend

es.
- art 949, 2 comma: se sussistono turbative e molestie, si richiede la cessazione oltre al
risarcimento del danno. Qua ovviante il previo accertamento del diritto. Quindi qui si può
accumulare l’azione di merca cognizione negativa e quella di condanna (risarcito degli
eventuali danni). Es. Il terzo che vanta di un diritto di servitù passando su un fondo,
nell’esercitare questo diritto ch causato dei danni sul fondo ( es piante). Quindi si chiede
di accertare che il terzo non ha tale diritto di servito e inoltre può chiedere il riasarcientn
dei danni subiti.
- art. 1079, 2 comma può anche richiedere oltre al risarcimento dei danni anche il
ripristino della situazione antecedente alla violazione (es rimuovere il cancello che uno
ha messo per impedire il passaggio
- art 2043 c.c.: qualunque fatto doloso colposo che reca un ingiusto danno altrui, deve
essere risarcito.

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- art 1218 c.c.: Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al
risarcimento del dann

accanto alla condanna ordinaria, ci sono ipotesi di condanne speciali, ovvero ipotesi
tipiche di applicazione in maniera diversa da quella ordinaria dell’azione di condanna. In
questi casi del tutto eccezionalmente abbiamo l’azione di condanna esercitata in modo
particolare, come
- generica (278 c.p.c): la particolarità qui è che non si richine subito la quanti cazione del
quantum della condanna, qui invece si può formulare una domande puramente
generica, una pronuncia di condanna basata solo sull’an. Quindi si scinge l azione, una
parte solo l’an e successivamente il quantum. Si puo iscirvere in hipoteca i beni in
attesa del quantum
- futura (es. art 657 c.p.c): qui il codice consente all’attore che voglia ottenere il rilascio
del mobile dato in locazione alla scadenza del contratto di agire prima che il contratto
non sia avvenuto, la sentenza di condanna sarà valida solo allo scadere del contratto.
consente al titolare dell’immobile di munirsi si una sentenza di condanna prima che il
contratto non sia scaduto, sulla base di questa violazione prospettica che è una formula
eccezionale e agisce in modo limitato tipico.
- con riserva di eccezioni (es. art 35, art 665 c.p.c): il convento avrà diritto di esercitare le
sue difese, tra le quali sono le eccezioni che sono delle contestazioni (es. contestare
che il diritto vantato dall’attore è prescritto). Nella condanna ordinaria, il giudice va
tenere conto delle eccezioni mosse dl convenuto e le allegazioni dell’attore. Qui il
legislatore consente che la condanna venga pronunciata dal giudice sulla base delle
solo allegazioni dell’attore e di esaminare le eccezioni dell’attore solo successivamente,
es quando allegazioni hanno bisogno di un istruttoria complessa mentre le eccezioni
sono facili da fondare. Il provvedimento successivo e de nitiva sarà di conferma di
quello preventivo o diverso.
- accertamenti (sommari) con prevalente funzione esecutava (es.: art 633 c.p.c.): anche
qui ipotesi eccezionali, es decreto ingiuntivo: qui si coglie il diritto vantato dall’attore
come un diritto fondato su prove fondate dall’ordinamento, qui il legislatore ottenga un
provvedimento provvisioni di condanna rinviando in un secondo momento al convenuto
di fare valere le sue contestazioni.

Differenza ra gli ultimi due: Nella condanna con riserva di eccezioni: qui le eccezioni
vengono mosse all’interno del processo e solo la loro valutazione in un secondo momento.
Nel caso di accertamento sommario: il processo in 2 fasi, il prima solo l’attore dove il
giudice prese in considerazione solo le ragioni dell’attore senza la presenza del convenuto
e il giudice emanerà dunque una condanna provvisoria e solo dopo il convenuto verra
informato della pronuncia del condanna dov ui può fare valere le sue ragioni e
contestazioni

La condanna condizionale non è una vera e propria condanna prevista dal legislatore, ma
è un’elaborazione giurisprudenziale. Consiste in una condanna sottoposta a condizione, è
molto simile a una condanna in futuro.

Quindi la condanna è nalizzata ad integrare il diritto violato.

Lezione 9.0
Le azioni di condizione: le azioni costitutive e il dovere decisorio del giudic
3

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Azione Costitutiva

Consiste nella terza azione di cognizione, attraverso queste 3 si può tutelare tutte le
situazioni giuridiche che hanno bisogno di tutela.

Nel caso di un Diritto potestativo

Si intende l azione che soddis l interesse dell attore che si sostanzi nel bisogno di avere
la costituzione modi cazione o estinzione di un rapporto giuridico o di uno status
personale. Quando è che l attore che si trova nella situazione di poter pretendere dall’
giudice per ottenere questo effetto ? qui si è de nita una categoria particolare di diritto
soggettivo, questa categoria sarebbe la situazione sostanziale da cui nasce la possibilità
dell attore di chiedere al giudice la modi cazione, estinzione o costituzione di una
situazione giuridica o status si parla di diritto potestativo. Quale è la differenza tra diritto
soggettivo e potestativo: il primo presenta una situazione di vantaggio nei confronti del
soggetto passivo, ma per essere soddisfatto il diritto serve la cooperazione del soggetto
passivo (es. diritto di credito); un diritto potestativo è un diritto la cui realizzazione non ha
bisogno della cooperazione del soggetto passivo, è suf ciente che il titolare manifesti la
volontà di manifestare gli effetti di tale diritto
es.
- art 1453, diritto potestativo alla risoluzione di un contratto per inadempimento:
presumendo i presupposti fattuali dati al c.c. è suf ciente che la parte manifesti la
volontà di ottenere la risoluzione del contratto
- art 1427 c.c. quando contratto concluso con vizio del consenso, il contratto è
annullabile.

Il titolare quindi di un diritto potestativo può agire in giudizio per chiedere la modi cazione,
estinzione o costituzione di un diritto o situazione giuridica tramite quindi l’azione
costitutiva. Non sta chiedendo la condanna di un convenuto.

es. parte agisce in giudizio per far riconoscere che un contratto sia stato novato, ciò può
venire sia per via extra giudiziale ma anche per via giudiziale. Le parti possono modi care
liberamente l’oggetto del contratto, essendo accaduto ciò, in questo caso ognuna delle
parti ha il diritto a richiedere la prestazione novata, se una delle parti non lo rinconsoce, il
giudice subentra per riconoscerlo. Ovviamente se nessuno delle due parti contesta cio, il
problema non si pone.
es. 2932 del c.c. le parti hanno stipulato un contratto preliminare che fa scaturire poi l
obbligo di giungere al contratto de nitivo, ma se dopo una delle parti non si rende
disponibile a stipulare il contratto de nitivo, la parte può chiedere al giudice di stipulare il
contratto de nitivo: esempio azione costitutiva. La parte qui quindi ha il diritto potestativo
per richiedere la stipulazione del contratto. La fonte del contratto costitutivo tra le parti sarà
la pronuncia del giudice, questa pronuncia prende posto del contratto de nitivo.

Nel caso di status personali

Una volta costituito uno status personale, può essere modi cato nel corso del tempo
oppure addirittura estinguersi. L’azione costitutiva serve dunque in questi cas

- 269 c.c.: costituzione dello status personale di dichiarazione di paternità. Il soggetto


diventa padre nel momento che il giudice dichiara la paternità con sentenza. Il giudice
dunque deve sempre veri care che sussistano i presupposti per poi procedere alla
pronuncia della sentenza da cui deriveranno poi determinati effetti giuridici

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- 151 c.c.: separazione dei coniugi quando la convivenza è diventata insopportabile,
pronunciata la sentenza di separazione. il loro status si modi ca diventando coniugi
separati. Qanado quindi si po richiedere lo scioglimento ? art 3 legge del divorzio ce lo
dice: quando ci sono determinate circostanze sul piano fattuale si integrano i
presupposti per ottenere tale pronuncia da parte del giudice mediante la pronuncia di
una sentenza di divorzio
- dichiarazione di una sentenza di interdizion
- art 2908 nei casi previsti dalla legge l’autorità giudiziaria può costituire, modi care o
estinguere rapporti giuridici: qui siamo in un’ipotesi tipic

Necessaria e non necessaria

All’interno dell’azione costitutiva si distingue a seconda se si tratti di situazione costitutiva


necessaria o non necessari

- a necessario esercizio giudiziario: la costituzione modi cazione o estinzione si può solo


ottenere passando attraverso l’autorità giudiziaria. Es. interdizione, inabilitazione (art
414 e 415 del c.c) paternità, a non più per quello che riguarda la separazione o divorzio
dei coniugi: con lariforma 2012 possibilità ottenere tali effetti tramite una semplice
negoziazione assistita (via extragiudiziale)
- non necessaria: se la stessa utilità può essere conseguita anche in via stragiudiziale
(es. art 2932 c.c., art 1453 c.c., separazione, divorzio). Qui la parte spesso agisce in
giudizio solo dopo che non ha ottenuto cio che voleva in via extra giudiziale
- interesse ad agire in re ipsa: anche se non c’e contestazione dei presupposti fattuali, è
necessario agire in giudizio. Qu colui che agisce ritiene che ci siano i presupposti
fattuali per ottenere un derteminato effetto. Es. dichiarazione di interdizione di un
soggetto, la parte allega in giudizio tutti presupposti fattuali per ottenere tale pronuncia.
Praticamente l interesse ad agire è in re ipsa, ovvero non che l interessa sia
semplicemente nel atto di agire, ma nell’allegazione dei presupposti fattuali per ottenere
la pronuncia di un determinato effetto.

Altro esempio di azione costitutiva che comporta una sentenza di dichiarazione di


fallimento. Se poi questa sentenza viene revocata avviene la riabilitazione dell
imprenditore fallito.

Dovere decisorio del giudic


Con uqeste tre azioni di cognizione viene assicurato quindi al soggetto di tutelare i propri
interessi difronte al giudice.

Se l’azione è diritto ad un provvedimento di merito, il suo effetto è di generare dunque il


dovere decisorio del giudice. Il giudice deve dunque attivarsi. Per effetto dell’esercizio
d’azione nasce il capo al giudice un dovere chiamato decisorio. Il giudice è tenuto ed
obbligato a scaturire nel merito della domanda che gli è stata posta

l’art 112: il giuda deve decidere sia tutta la domanda e non oltre i limiti di essa. Quindi dal
diritto d’azione derivano vari obblighi a capo del giudice. Inoltre deriva dunque la
delimitazione entro il quale il giudice deve statuire, ovvero su tutta la domanda. Quindi il
giudice deve decidere in base all oggetto della domanda. Non puo nemmeno statuire oltre
l’oggetto della domanda, ma solo su cio che le parti gli chiedono.

Ci deve essere piena coincidenza tra oggetto della decisione ed oggetto della
domanda

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a

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Chiesto = pronunciato

Si tratta di un vero proprio vizio se il giudice statuisce su cio che non gli è stato chiesto o
non corrisponde all’oggetto della domanda: si parla di extrapetizone. Il giudice quindi ha
statuito su un petitum più ampio

Quindi ci sono 3 tipologie di viz


- omissione di pronunci
- extrapetizione: fuori dal petitum, ovvero su una domanda divers
- ultrapetizione: su un petitum pii ampio

Quindi deve stature nel rispetto del principio di disponibilità della tutela giurisdizionale (art
2907 c.c.) e del principio della domanda art 99 c.p.c) e ovviamente su tutta la domanda
(corrispondenza tra oggetto decisione e oggetto della domanda)

L’attore n dall’inizio può comunare più domande che non sono in contraddizione e che
possono essere comunate. Il principio del art 112 vale per ognuna delle domande
proposte. es. es servito: oltre all’azione di accertamento della servitù il soggetto può anche
richiedere la condanna per il risarcimento dei danni
1453: l attore oltre a richiedere l azione costitutiva anche un azione di condanna per la
restituzione della prestazione compiuta e il risarcimento dei dann

Il principio della corrispondenza va inteso sia alla singola domanda che a tutte le domande
insieme.

La possibilità di introduzione di inferiori domande pio avvertire ovviamente da parte


dell’attore nel corso del giudizio o del convenuto. La decisione deve ovviamente essere
comprensiva di tutte.

L’art 113 ci dice come deve operare il giudice nel moneto che pronuncia la decisione,
ovvero seguire le norme del diritto.
- Principio di legalità: La decisione deve essere fondata sul caso concreto applicando
norme di diritto: applicando al caso concerto norme di legge che dee individuare lui
- Principio di jura novit curia. Il giudice è libero di individuare quali siano tali norme (jura
novit curia). Il giudice dunque è sottoposto solo alla legge
Il giudice poi ovviamene veri cherà che la domanda posta sia fondata o meno

Lezione 10/0
Il dovere decisorio del giudice e i suoi limit

Rapporto tra attore e giudice

L’azione è riconosciuto a colui che abbia bisogno di ottenere una tutela giurisdizionale; da
ciò deriva, art 112, l’obbligo del giudice di statuire sulla domanda posta dall’attore: l’articolo
delinea dunque lo spazio entro il quale deve essere delineato il potere decisorio dl giudice.

Mentre è in capo all’attore l’individuazione dei fatti da cui nasce la controversia e dall’altra
parte individuazione del diritto assunto, porta davanti al giudice una fattispecie storica
chiedendo poi tutela. Il potere esclusivo di quali cazione pero spetta al giudice la
quali cazione giuridica di questi fatti. Il giudice tramite il sillogismo giudiziale: meccanismo
di operazione logica: c’e una premessa maggiore e una minore, applicando le due se ne
traggono delle conclusioni. La premessa maggiore prevede la norma generale ed astratta
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(es. art 2043 c.c.) nella premessa minore rientra poi rientrano i fatti storici alla quale poi
viene ricondotta a quella maggiore per vedere se se ne possono trarre delle conclusioni.
(quindi semplicemente viene applicata la norma generale astratta al caso concreto, se non
corrispondono non viene accolta la domanda). Ovviamente questa struttura appena
delineata è solo uno schema esempli cativo e non è meccanico: il giudice dunque ha una
certa valutazione discrezionale anche perché non è vincolato alla descrizione della parte,
deve lui veri care la verità dei fatti. L’altro momento di discrezionalità sara poi anche
successiva nella interpretazione della norma, si applicano come sappiamo per effetto di
una interpretazione. La sentenza poi nale per essere correttamente pronunciata deve
presentare un dispositivo (decisione) e poi una motivazione: ovvero per rendere chiaro le
ragioni e l iter argomentativo seguito dal giudice per giungere a una determinata
conclusione)
art 111,6 comma Costituzione tutti i procedimenti giudiziari devono essere motivati:
ragione di carattere generale e speci ca: ovvero che le parti hanno poi la possibilità di
impugnare, ovvero di ricorrere a un altro giudice ritenendo che quello antecedete non
abbia operato secondo loro ingiustamente: questo grazie alla motivazione perche le parti
ne possano veri care la correttezza.

L’art 113, 1 comma: nel pronunciare sulla causa il giudice deve seguire le nome del diritto,
salvo che la legge gli attribuisca il potere di decidere secondo equità

Questo secondo periodo costituisce una deroga: non deciderà secondo diritto
(applicazione della norma generale ed astratta al caso concreto) ma secondo criteri e
canini equitativi (indicazione della regola al caso concreto, ovvero che non sia ricondotta a
una norma giuridica). Con questa regola che il giudice elabora pensa sia adeguata al caso
concreto e meglio risolve il caso concerto senza ricorrere ad una norma

Quando avviene cio ?

a. art 113, 2 c.p.c: il giudice di pace decide secondo equità le cause il cui valore non
eccede mille cento euro, salvo cause attinenti rapporti giuridici conclusi tramite
contratti di massa (quando le parti aderiscono, art 1342), il giudice decide secondo
equità
b. art 114 c.p.c.: il giudice si in primo grado chini appello, decide il merito della causa
secondo questa quando esso riguarda diritti disponibili della parti e queste
concordemente gliene fanno richiesta (equità su concorde delle parti
Quindi nel primo caso è necessaria e de nita dal giudice, nel secondo invece lasciato alla
disponibilità delle parti e sulla loro concorde richiesta

In questi casi non è che individua a caso la regola da applicare al caso concreto, anche
qui ovviamente ci sono dei limit e dei paletti che il giudice deve tenere conto
a. questi litigi vengono ricavanti da un intervento della corte costituzionale del 2004 sent.
106: qui la corte gah stabilito che anche ill giudizio secondo equità in un ordinamento
improntato al rispetto del principio di legalità è un operazione e giudizio che non sia
puramente discrezionale ma deve essere conforme ai principi informatori della materia
oggetto della decisione giudiziale. Il giudee deve valutare la fattispecie storica per
capire in quale settore si trova la disciplina legislativa, poi da questa disciplina ricavare
i principi informatori di tale materia adeguandola e conformandola al caso concreto.
Es. materia contrattuale: nel interpretare le varie clausole contrattuale il giudice deve
tenere conto del comportamento delle parti in alcuni casi che diventa dunque
importante per la de nizione della clausola contrattuale

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b. art 339, 3 c.p.c: legislatore ha indirettamente individuato i limiti che incontra il giudice
quando decide secondo equità. Ovvero per quali motivi sia appellabile la sentenza del
giudice di pace decisa secondo equità: violazione delle norme del procedimento/
processo, per violazione di norme costituzionali o comunitaire occorro dei principi
regolatori della materia

Qui il legislatore delimita severamente quindi l utilizzo dell’equità

es. caso sotto 1100 euro il compratore chiedeva al venditore la garanzia per i vizi della
cosa venduta. Qui l art del codice civile 1495: nel m omento in cui l acquirente trova i vizi
occulti e per far valere la garanzia: acquirente denunciare i vizi entro 8 gg, se non lo fa
perde la garanzia. Il giudice di pace in una controverà di questo tipo: il termine
decadenziale di 8 gg non fosse un principio regolare della materia, quindi anche oltre i 8
gg si può richiedere la garanzia; da questa deroga al caso concreto ha trovato la regola al
caso concreto (quindi 8gg no principio informare della materia e da li trovato la regola
concreta. Poi ovviamente la decisione del giudice di pace non per forza deve essere
corretta, le parti possono poi fare ricorso

La veri ca della veracità di fatti allegati dalla part

art 115: il giudice dee porre a fondamento della decisione i mezzi di prova proposti dalle
parti (o pubblico ministero quando diventa part in determinate ipotesi)che sono i mezzi per
veri care la veridicità della parti e anche a fondamento i fatti non speci camente contestati
dalla parte

La parte deve indicare i mezzi di prova tramite ai quali la parte intende fondare i fatti
allegati, quindi non basta la semplice allegazione. Il giudice per decidere deve prima
veri care la veridicità dei mezzi di prova indicati dalla parte. La parte deve dunque fondare
cio che allega. Sebbene l attore abbia ragione ma non indicai mezzi di rpova, il giudice
rigetta la domanda perché non sono stati provati per mancata ottemperanza dei mezzi di
prova. Anche qui ci sono due eccezioni

1. nel 115 che esordisce che salvi i casi previsti dalla legge: ci sono dei casi dunque il
giudice, in alcuni casi e per alcuni casi le prove possono essere disposte dal giudic. ci
sono inoltre dei fatti che sono sottoposti a decisione anche senza decisione
probatoria, questo per i fatti non speci catamente contestai dalla parte costituita.
questi fatti. Questa parte introdotta nel 2009: i fatti non contestai espressamente dal
convenuto: questi fatti che pure applicando la regola generale che non avrebbero
essere potuti presi in considerazione ma non essendo stati contestai dalla controparte
diventano rilevanti. Ratio? economia processuale, non necessario passare per la
veri ca probatoria, se non contestai: con ciò si evita dunque un lavoro da parte del
giudice
2. 2 comma 115, i fatti notori non hanno nemmeno bisogno di essere provati, ovvero
sono quei fatti che rientrano nella comune esperienza: es che quel giorno piovesse
oppure che quel giorno ci fosse uno sciopero: qua si fa riferimento solamene alla
prova, essi anche se non devono essere provati devono essere allegati e rilevanti

Questo articolo dunque parla del comportamento che il giudice deve avere per poter
ritenere certi fatti valido solo nel momento in cui essi sento stati provati tramite dei mezzi
di prova e quando non c’e bisogno di essere provati
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art 116 c.p.c.Il legislatore dice anche come deve formarsi il convincimento del giudice sulle
riluttanze delle prove: ovvero tramite il suo prudente apprezzamento salvo che la legge
disponga altrimenti. Inoltre il giudice poi può desumere degli armenti di prova dal contegno
delle parti stesse nel processo. Questo apprezzamento discrezionale deve avvenire
prudentemente: tra due testimoni se sceglie uno o l altro deve poi speci care perché
(tramite motivazione) perché ha scelto uno invece dell altro. (es primo testimone era 10 mt
dall’incidente e l altro 100 mt, quindi prendo il primo). Ci sono determinati casi in cui il
giudice deve per forza seguire delle prove che sono valutate: es le prove legali
(confessione e giuramento) queste prove una volta espletate vincolano il convincimento
del giudice.

Il giudice dal comportamento delle parti può anche desumere dei convincimenti che
rafforzano determinate prove e determinati fatti (cio trova supporto al secondo comma art
116) Quindi valutarlo come elemento integrativo dei mezzi di prova

Il principio del contraddittori

Art 101,1 art c.p,c, è la tradsfopizione di una disposizione C 111 e 24. Il giudice non può
statuire sopra alcuna domanda senza che la parte contro cui viene fatta non è stata
correttamente citata - convenuta davanti al giudice in modo che possa fare valere le sue
ragioni. Nell’ordinamento ci sono delle ipotesi nelle quali in via del tutto eccezionale si
ammette che ancor prima della instaurazione del contraddittorio ci pio essere una
pronuncia provvisione del giudice con pero una veri ca successiva.
Il secondo comma riguarda l ipotesi secondo cui il giudice abbia rilevato una questione d
uf cio: anche qui deve assicurare poi il contraddittorio.
Il contradorttiori consolo in correlazione tra due parti ma anche mando rileva d’uf ucio

es art 1421 c.c. la nullità del contratto è rilevabile anche d uf cio dal giudice: se il giudice
dunque rileva che il contratto è nullo il giudice pio rilevarlo anche se la parte non l ha
rilevato da sola. se è nullo non può essere oggetto di processo. Ma anche qui deve
comunque instaurare il contraddittorio

Lezione 15.0
le attività difensive del convenuto

Principio della disponibilità delle prove: alcuni sistemi sono a carattere inquisitorio e altri
dispositorio: il nostro è misto: si riconoscono forti poteri di indicazione dei mezzi di prova a
capo del giudice, quello completamente dispositivo esclude completamente al giudice la
possibilità di indicare le prove lasciandole nella esclusiva disponibilità del giudice.
In Italia esiste un sistema misto: sia le parti che il giudice possono indicare dei mezzi di
prova, quelli del giudice sono indicati dalla legge. Nel rito speciale del lavoro c’è un
accentuazione dei poteri del giudice nell’ambito delle prove.

Quale è l ambito entro il quale il convenuto può esercitare sua azione ? Come con la
domanda viene delimitato il campo di azione del giudice, ciò vale anche per il convenuto. Il
giudice come abbiamo detto ha il potere decisorio, ma la genesi del dovere decisorio è
nell’esercizio del diritto di azione. Qui s genera anche la posizione giudici del convenuto.
Una delle prescrizioni che il giudice, art 101, deve garantire ed assicurarsi l’instaurazione
del contraddittorio, non può statuire senza che il convento sia comparso e che permetta a
lui di esercitare le proprie difes
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Per effetto del diritto di azione, oltre al dovere decisorio del giudice nasce anche quindi il
dovere di attivare il contraddittorio. Il dovere di instaurazione del contraddittorio dal lato del
convenuto diventa un diritto di esercitare le proprie attività difensive.

Come individuiamo il convenuto ? in capo a chi nasce questo diritto di difesa ?

L’attore è il soggetto che attiva il sistema giudiziario e rivolge la domanda contro una parte
pretendendo che abbia leso un suo diritto. Quindi il convenuto è il soggetto nei confronti
del quale deve instaurare il contraddittorio, questo soggetto è la parte passiva del
processo.

Tutto basce dall’arti 101 c.p.c.: si parla di un diritto, non un obbligo, deve essere garantito
la possibilità al convenuto di esercitare la propria difesa, ma non deve farlo per forza, sta a
lui come agire. Per il nostro ordinamento, il convenuto che non esercita il proprio diritto di
difesa, ovvero essendo contumace, la sua posizione non muta l’impianto e l attività
giudiziaria. In altri ordinamenti anche europei (tedesco, austriaco), la posizione del
convenuto volontariamente contumace si tramuta in implicito riconoscimento della
domanda dell’attore, determina dunque automaticamente la domanda dell’attore
(riconoscimento della domanda derivando dalla contumacia del convento).

Quando decide di esercitarlo, per molte attività del convenuto che potrà compiere, l
ordinamento prevede una scansione tempera ben precisa, le può compiere entro dei lifti
temporali che lo stesso legislatore stabilisce: vengono chiamante preclusioni. Oltre tali
termini il convenuto perde tali diritti. L’attività difensiva quindi è pre-individuata dal
legislatore ed entro quale limite temporale potrà esercitare tale poteri

La disciplina la ricaviamo dal codice:

Per l’attore: art 163 c.p.c: contenuto che deve avere la domanda giudiziaria: si parla di
atto di citazione
Per il convenuto: art. 167 c.p.c. vengono individuate le attività che deve compiere il
convento: si parla di comparsa di risposta

Una delle prime azioni che possono essere esperite dal convenuto è la contestazione di
quanto gli viene rinfacciato: contestando il contenuto chiede al giudice di accertare
l’inesistenza del diritto vantato dal convenuto: es il diritto non esiste in quanto un
determinato diritto non può essere applicato alla fattispecie concreta: è un accertamento
in negativo del diritto vantato dall’attore. Nel caso in cui l’azione richiesta dall’attore sia
un azione di accertamento negativo di un diritto, l’attività del convenuto sarà volta come
una domanda di accertamento in positivo.
Il convenuto contesta i fatti giuridici indicati dall’attore, sta al giudice poi fare l’indagine. SI
tratta di un rapporto giuridico.

La contestazione

Il convenuto oltre a contestare i fatti allegati dall’attore può contestare la domanda non
solo in diritto ma anche di fatto. I fatti che l’attore ha allegato a fondamento della domanda
non siano in toto o in parte veritieri.
- In diritto: la disciplina normativa non rientra al caso concreto. Non si contesta la
veridicità dei fatti ma la ricostruzione giudica fatta dall’attore. Es. non ci sono le
condizioni per applicare il 2043 per assenza di comportamento doloso e colposo

- Di fatto: un determinato fatto non si è veri cato: o si limita alla semplice contestazione e
il convento può anche allegare dei fatti di prova che affermano che un determinato fatto
non sia vero. Es incidente stradale: attore ha subito un danno dovuto a un incidente
stradale, contestando indica delle controprova es dei testimoni che testimoniano una
certa situazione. Il convenuto non si limita alla contestazione ma indica dei mezzi di
prova per dimostrare la non veridicità-infondatezza dei fatti allegati dall’attore.

Se il contenuto contesta solo senza indicare mezzi di prova: rimane circoscritto l’ambito
fattuale il quale il giudice dovrà esperire poi l’analisi per giungere ad una conclusione

Quindi:
a. La mera contestazione: i fatti non si sono veri cati senza indicare le controprove. Non
è vero che lui ha causato un incidente con il suo veicolo. Quindi costringe l attore a
fondare la sua posizion
b. Contestazione con allegazione di altri fatti: si parla di formulazione di eccezioni: il
convento ha individuato altri fatti ulteriori di quelli del convenuto e ha dato a tali fatti
rilevanza all’interno del processo da cui chiede di far derivare determinate
conseguenze giuridiche. Chiede al giudice di tenere conto di queste eccezioni, se sono
fondate, il giudice dovrà rigettare la domanda dell’attore.

Attenzione: allegazione dei fatti e indicazione delle prove !

L’eccezione puo essere:

a. di rito: il convenuto ha individuato un attività processuale ritenendo che quel fatto sia
viziato, ovvero ci sia un vizio di natura processuale che impedisce l’accoglimento della
domanda dell’attore, si tratta di un fatto accaduto nel processo che riguarda il
processo. All’interno di tali eccezioni, ci sono alcune che possono essere rilevate solo
dalle parti, si parla di eccezioni proprie che sono lasciate all’esclusiva attività delle
parti, quelle improprie possono essere rilevate invece dal giudice, ovvero anche
d’uf cio. Dove il legislatore prevede il rilievo delle eccezioni riservato alle parti, il
giudice non può rilevarlo, se lo fa lo stesso i tratta di un vizio di ultrapetizione
b. di merito: qui introduce un fatto attinente non al processo, ma al merito della
domanda. Come deve essere formulata ? quando l’eccezione è fondata impedisce al
giudice di entrare nel merito. Qui l’eccezione di merito il convenuto gioca le sue carte
sulla fondatezza dei fatti allegati dall’attore, che per la sua natura non consente di
accogliere la domanda dell’attore. Es. risarcimento dei danni, ma io dimostro che si è
prescritto. Il fatto prescrizione è un fatto di più, un elemento aggiuntivo; si chiede
quindi al giudice di rigettare la domanda dell’attore visto che io dimostro tramite
l’allegazione di un fatto che il diritto si è prescritto. La prescrizione è un fatto estintivo,
come la compensazione, ciò è espresso dallo stesso codice civile. Un esempio
modi cativo è l’esempio della novazione e quello impeditivo es. il bene che dovevo
consegnare per delle ragioni non imputate a me è stato distrutto. Anche qui viene fatta
la differenza tra le eccezioni rilevabili solo d’istanza di parti (2938 c.c., caso della
prescrizione e per l’eccezione compensazione) altre sono rilevabile anche d’uf cio
(rilevabilità di nullità del contratto). Es eccezione di inadempimento: perché il giudice
ne tenga conto è necessario che ci sia l’eccezione, ma anche se qui non si chiarisce
quale tipo di eccezione si tratti, se rilevabile parte o anche uf cio; qui si fa af damento
all’art 112: il giudice non può pronunciarsi su eccezioni che sono rilevabili solo dalla
parte, solo dove il legislatore abbia espressamente rilevato l’eccezione delle parti, il
giudice non può pronunciarsi. Se non c’e un’espressa riserva per le parti, il giudice
dunque pio anche rilevarlo.
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Dal 112 c.p.c: Il giudice qualora l’eccezione sia fondata deve tenerne conto nel momento
della decision

Il convenuto stesso può anche introdurre delle domande, si tratta di domande


riconvenzionali, previsto dall’art 36 c.p.c. Questa domanda è dunque volta verso
l’attore (quindi il convenuto in un certo senso diventa attore e l attore convenuto). Può fare
delle domande riconvenzionali, se

a. dipendono dal titolo dedotto in giudizio dall’attore: si fa riferimento al titolo


dell’azione esercitato dall’attore. Cosa però costituisce il titolo dell’azione ? Si fa
riferimento agli elementi oggettivi dell’azione, ovvero al petitum e causa petendi. La
domanda riconvenzione deve essere connessa o con il petitum o con la causa petedi.
MA con il petitum mediato o immediato: quello mediato: se fosse nel immediato
sarebbe suf ciente che la domanda riconvenzionale sia di condanna, se la principale è
di condanna, qui la connessione sarebbe troppo vaga e generica. Il legislatore vuole
che sia di tipo oggettivo

es.
- petitum: domanda restituzione di un bene, l’altra parte però afferma aver usucapito il
bene. Qui le due domande hanno lo stesso petutim, ovvero il bene, è sempre lo stesso
- causa petendi: contratto compravendita è scaduto, e il convenuto non ha adempiuto. Il
convento interviene perché afferma che il contratto è nullo. Qui si incide sulla stessa
fattispecie, lo stesso contratto già indicato dall’attore

b. dipendono dal titolo che sia appartenete alla causa come mezzo di eccezione:
Con la domanda riconvenzionale viene allargato l’oggetto del giudizio, si può quando
c’é un collegamento con l'oggetto del processo e la domanda riconvenzionale
introdotta dal convenuto. Il convento può formulare una domanda che è collegata con
un’eccezione. Es il controcredito che viene vantato sia maggiore di quello che vantato
dal attore: es uno 20 e l’altro 10: la compensazione dei contratti avviene per i 10.
l’ulteriore credito vantato dal convenuto (i 10 restanti), qui può formula per ottenere i
10 una domanda riconvenzionale, essendo una domanda connessa con l’eccezione.
Si chiede la condanna dell’attore di pagare i residui del credito che non si è
compensato.

Lezione 16.03
oggetto del giudizio e i limiti della domanda

Domanda: Quando il convenuto è contumace e poi che si costituisce successivamente


ricorrerà a delle preclusioni, ovvero subisce delle conseguenze nel senso che non può
espedire dei diritti che avrebbe potuto valersene se si fosse costituito n dall’inizio. Se per
un vizio della chiamata in giudizio del contenuto, il suo ritardo non è dovuto per colpa sua,
deve dimostrarlo e quando si costituisce po esercire di tutte quelle azione che gli
sarebbero precluse

L’oggetto del giudizio costituisce dunque dalla domanda che l’attore pone al giudice,
de nendo cosi i limiti entro il quale si estende l’attività del giudice. L’oggetto del giudizio
può essere espanso poi tramite i fatti allegati per ognuna delle domande proposte, ovvero
fatti che sono legati alla domanda che possono essere poi fatti modi cativi, estintivi o
modi cativi, ovvero si parla di eccezioni di merito. Ci sono fatti poi che hanno bisogno di
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prova, ovvero quelli allegati da una parte e speci catamente contestati falla controparte
costituita (art 115,1 c.p.c)

E’ importante de nire l’oggetto del giudizio perché come si è già detto si deve delimitare lo
spazio di attività del giudice, ovvero ci deve essere la corrispondenza tra chiesto e
pronunciato, deve rispondere e decidere anche sulle eccezioni delle parti e alcune
eccezioni possono essere poi rilevate d’uf cio.

Perimetro decisione = perimetro oggetto del giudizio

Il giudicato sostanzial

La de nizione dell’oggetto del giudizio ci permette di stabilire i limiti entro il quale opererà il
giudicato sostanziale. L’acquisizione della inconvertibilità della controversia se l avrà
quando la decisione del giudice ha acquisito l‘ef cacia di cosa giudicata. Quand’è che
avviene ciò ?

- L’art 2909 c.c.: l’accertamento contenuto nella sentenza passata in giudicato fa stato
ad ogni effetto tra le parti, i loro eredi o aventi causa, si parla di giudicato sostanzial

Perché si parla anche di codice civile ? perché gli effetti che la situazione che viene
stabilita durante il processo poi riverberano gli effetti nel diritto sostanziale, ricordiamo che
il diritto processuale civile e il diritto civile sono due campi strettamente legati

Fa stato: Dal momento in cui l’accertamento du una situazione giuridica, questo accettano
ha un effetto de nito, l’accertamento con la sentenza, essa diventa lex specialis tra le
parti. Il termine ‘fa stato’ lo si ritrova anche quando si parla di contratti: si intende il vincolo
che nasce tra le parti. Da questo passaggio si ricava l’effetto della inconvertibilità del
giudicato; non si può ridiscutere ciò che è stato sottoposto a giudizio. Il vincolo nasce
dall’accertamento contenuto dalla sentenz

Dal giudicato nasce il principio del ne bis in idem: ovvero sullo stesso giudicato non si
può agire nuovamente su tale situazione, il giudice non può nuovamente pronunciarsi su
una situazione già coperta da una decisione giudiziaria.

Es. attore chiede l’accertamento del suo diritto di proprietà, l’accertamento de nito avvera
solo nel moneto che il giudice pronuncia la sentenza, potrebbe essere che il giudice anche
accerti che il suo diritto vantato non esiste. Il giudicato si forma solo sulla situazione
sostanziale.

Questo articolo ci dice anche chi sono i soggettati interessati dal giudicato, ovvero non
sono solo le parti del giudizio, ovvero i soggetti che hanno partecipato al giudizio, inoltre ci
son
- gli eredi: sono coloro che succederanno alle parti dopo che queste siano morte. Con la
successione tuitti i diritti patrimoniali del de cuius passano agli eredi, quindi con il
fenomeno successorio riguarderà le parti. Ovviamente la sentenza passata in giudicato
dovrà riguardare il patrimonio e diritti del de cuius che con la sua morte vengono
trasferiti poi ai suoi ered
- gli aventi causa: es la parte in contratto che con il contratto acquista un diritto. Tutti i
soggetti che sono partecipi a una determinata situazione giudica che è stata sottoposta
a una sentenza passata in giudicato. Es. nel caso in cui venga accertata una servitù di
o

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passaggio sul fondo altrui, la sentenza riconosce dunque i presupposti per la servitù
coattiva, se il proprietario del fondo lo trasferisce a un terzo. trasferire il fondo con la
servitù coattiva e il terzo dunque sarà sottoposto all’ef cacia della sentenza

- L’art 324 c.p.c.: si intende per passata in giudicato la sentenza non più impugnabile
con i mezzi ordinari di impugnazione (regolamenti di competenza, appello, ricorso per
cassazione, revocazione ordinaria

Quando avviene la sentenza dunque si tende ad affermare la situazione giuridica che


nascono da da determinati fatti: es, incidente viene affermato che esiste il diritto al
risarcimento non tanto che c’e stato il semplice incidente, ovviamente esso deve essere
veri cato inquartò presupposto per ottenere il risarcimento.

Attenzione: l’eccezione NON allarga l’oggetto del giudizio. Perché non l’allarga ? perché
l’attività difensiva dell’eccezione consiste nell’introdurre nuovi fatti per contestare, allarga
solo la massa dei fatti non il giudizio. L’oggetto del giudicio avviene quando viene chiesta
una domanda riconvenzionale per se si chiede la tutela di un altro diritto che pero è
collegata con il diritto principale

Diritti etero-determinati e diritti auto-determinat

E’ il petitum mediato e la causa pretendi che delimitano l’oggetto del giudizio. Ogni causa
petendi genera una situazione giuridica rispetto a un determinato petitum.

es. il diritto al pagamento di un prezzo nasce da una tipica di un contratto e per esempio
dal fatto che è scaduto il termine per pagare il prezzo e il convenuto non l’ha pagato.
Quindi oggi causa petendi genera un petitum.

Quando più fatti costitutivi (causa petendi) generano lo stesso dritto (petitum)

Quindi:

a. ipotesi semplice: un fatto costituito genera una sola causa petendi e un determinato
petitum mediato: si parla di diritti etrerodeterminati (es diritti soggettivi relativi
b. ipotesi complessa: i fatti costitutivi generano la medesima causa prendi per lo stesso
petitum (mediato), si parla dunque di diritti autodeterminati. (diritti assoluti reali). Qui
il diritto rimane invariato quale che sia la causa pretendi che vada a incidere su tale
diritto. Quindi quale sia la causa petendi l’azione è identica e quindi il giudicato compre
il dedotto e il deducibile: ovvero essendo autodeterminavo, quando viene chiesto
qualcosa deducendo un diritto autodetermianto, lui deduce anche ciò che è deducibile
perché il diritto è autodetermianto, si determina indipendentemente dalla causa
petendi. Quindi io che ho esercitato la mia azione per la tutela di un diritto reale
assoluto, ovvero esperendo una di qualsiasi cause petendi possibili (es contratto) e
venga rigettato, il giudicato qui ricopre dunque il dedotto e anche il deducibile

Spiegazione da internet

- “diritto autodeterminato” il diritto individuabile in base alla «sola indicazione del


relativo contenuto quale rappresentato dal bene che ne forma l’oggetto»:
appartengono a tale categoria la propriet e gli altri diritti reali di godimento, con l’effetto
processuale che la causa petendi delle relative azioni (ossia uno dei tre elementi,
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fi

insieme alle personae e al petitum) si identi ca con il diritto stesso, e non con il titolo
che ne costituisce la fonte
- diritti eterodeterminati, quali i diritti relativi (di obbligazione al pagamento di una
somma di denaro o alla consegna di determinati beni fungibili), per la cui
individuazione sono necessari sia l’indicazione del petitum, sia l’indicazione della
causa petendi

Dunque nei diritti eterodeterminati: un fatto costitutivo genera una causa petendi e un
petitum, nei diritti autodeterminati: il diritto si autodetermina a prescindere dal petitum o
dalla casa petendi, ricopre il dedotto ovvero cio che è chiesto e anche il deducibile in
quanto si autodetermina

(rivedere ultima mezzora)

Determinati i diritti potestativi (quelli che generano delle azioni costitutive) siano generati
delle cause pretendi che siano molteplici. Es diritto potestativo per l’annullamento del
contratto che si può ottener es per vizi del consenso (dolo, errore, consenso). L’azione di
annullamento è unica quale che sia il vizio ? oppure ho un azione diversa per ognuna di
queste categorie di vizi del consenso ? Esse variano a scendono del vizio che si viole fare
valere e questo incide ovviamente sul durato dell’azione, è diverso se si agisce per dolo o
per violenza. Si va quindi più verso i diritti eteroterminati e non autodeterminati

Lezione 17.03:
estensione degli effetti del giudicato, connessione cumulo di azioni

Le ipotesi di estensione degli effetti del giudicato

1. diritti autodeterminati; ricoprono il dedotto e il deducibile: quindi essendo quindi il diritto


determinato da se stesso dal proprio fondamento, ricopre non solo quanto evocato
dalla parte ma anche ciò che avrebbe potuto dedurre
2. la titolarità del diritto d’azione appartiene a più soggetti, fenomeno di co-legittimazione
del diritto d’azione. L’ordinamento riconosce quindi il diritto d’azione a più persone
diverse: es. art 81 c.c. legittimazione straordinaria d’agire, un soggetto può agire con
permesso del giudice anche se non è titolar del diritto soggettivo, si parla di legittimato
straordinario (azione surrogatoria, art 2900 c.c.); art 417 c.c. potere interdizione -
inabilitazione; 1137 c.c. i soci che si sono espressi in maniera contraria alla
maggioranza, questi soggetti possono contestare la legittimità della deliberazione
assunta dai soci: non è che ciascun socio abbia un’azione diversa, è attribuito a tutti i
soci la medesima azione. Il giudice che abbia accolto la domanda il giudicato prodotto
esaurisce la legittimazione ad agire, perché l’azione è sempre la stessa. Nel caso di
giudicato di rigetto abbiamo la consumazione del diritto d’azione, anche in questo caso
il giudicato estende gli effetti anche a tutti i co-legittimati. Qui c’e l applicazione stretta
tra oggetto della domanda e oggetto del giudizio
3. Rapporti di pregiudizialità: alcuni rapporti giuridici hanno una tale struttura: la loro
fattispecie costitutiva non è solo costituita di fatti, ma richiedono un ulteriore rapporto
giuridico, presuppongo un ulteriore rapporto giuridico: es. la sublocazione: per esserci
la sublocazione ci deve essere un contratto di locazione; es contratto di deiussione
(garanzia con cui un terzo garantisce la garanzia d’un debitore inuma contratto
principale), anche qui per essere valido deve esserci un contratto principale, es un
contratto di mutuo. Questo fenomeno in diritto processuale civile vengono chiamati
rapporti di pregiudizialità e dipendenza: il contratto di sublocazione è
.

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dipendente rispetto al rapporto principale di locazione. L’oggetto del giudizio è per


esempio il rapporto principale, può accadere che una delle parti del contratto di
locazione agisce per farne dichiarare la nullità, si fa dunque oggetto di giudizio il
rapporto pregiudiziale, il giudicato sostanziale riguarda dunque questo rapporto.
Quando l’esito dell’accertamento fosse negativo, ovvero il contratto di locazione è
nullo, il rapporto dipendente (sublocazione) non può esistere sul piano sostanziale
mancando il contratto principale. Il giudicato che si è formato sul piano pregiudiziale si
estende automaticamente su quello dipendente: l’estensione NON deriva da una
regola di natura processuale, ma deriva dalla particolare struttura del rapporto
dipendete, ovvero è una conseguenza che ne deriva per la struttura di tali rapporti. Si
parla dunque di effetti ri essi del giudicato ad altre situazioni che sono
dipendenti dall’oggetto del giudicato, anche se tali rapporti dipendenti non sono
mai entrati nell’oggetto del giudizio. Gli effetti del giudicato si vanno a produrre sul
rapporto dipendente che è della titolarità di un terzo. Come viene pero garantito il
diritto dell’azione a questi soggetti ? L’ordinamento dunque mette a disposizione alcuni
accorgimenti per tutelarli, ovvero gli istituti: riconoscimento di intervenire nel processo
in cui si sta discutendo per far valere le loro ragioni, se non abbiamo esercitato tale
intervento, possono allora impugnare la sentenza. (il prof lo spiegherà più avanti
4. Le obbligazioni solidali: quando più debitori sono obbligati ciascuno per tutta la parte e
ciascuno pio essere chiamato a pagare il tutto, ci sono più debitori legati
solidariatamente: sono obbligati per la medesima prestazione. Il creditore può fare
adempiere l’intera obbligazione ad uno dei debitori: in questo caso può accadere che
uno dei debitori solidali abbia agito in giudizio per ottenere e per contestare l’esistenza
dell’obbligazione: ha dedotto come oggetto del giudizio l’esistenza dell’obbligazione.
Se la domanda è stata accolta in quanto l’obbligazione solidale è viziata: vengono
estesi gli effetti della sentenza anche agli altri debitori. Art 1306 c.c.: estensione del
giudicato MA solo se è favorevole (secundum eventum litis). Quale è la ratio: il
giudicato di rigetto potrebbe essere il frutto di eccezioni che siano state oleate dal
credito in sede di giudizio che riguardano solo QUEL creditore solidale e non può
coinvolgere anche gli altri debitori che hanno a loro volta la possibilità di far valere le
proprie ragioni. Cioe se uno dei debitori ottiene l’accoglimento della domanda che
l’obbligazione solidale NON esiste, ovviamente cio non esiste anche per gli altri, quindi
la soluzione è favorevole e viene estesa anche agli altri. Quella non favorevole invece
gli altri debitori dovrebbero essere parte del processo

L’azione di classe risarcitoria (entrerà in vigore a maggio di quest’anno): è possibile che


uno dei soggetti di una classe può agire per fare valere un proprio di diritto e anche un
diritto che appartiene alla classe. Qui sia gli effetti positivi che negativi della sentenza è
necessario che i soggetti però facciano adesione con un espressa manifestazione di volta,
se non lo fanno non subiranno nessun effetto ne positivo ne negativo: con l’atto di
adesione non è che diventano parte del processo ma solamente accettano di subire gli
effetti del processo. Non è l’ordinamento che impone l estensione degli effetti, ma sono i
soggetti che dichiarano di voler subire gli effetti: cio sia al corso del processo che all’esito
del process

Qui ipotesi simile dell’art 1306 c.c., solo che nel primo caso in modo automatico se
favorevole, e nel secondo solo con la volonta della parte

Oggetto del giudizio costituito da più domande: quando è possibile proposizione di


più domande in un unico processo
o

fl

Noi abbiamo visto il caso della domanda riconvenzionale con le sue condizioni: ovvero che
ci sia una connessione oggettiva tra domanda attore e del convenuto, ovvero comunanza
elementi causa petendi e petitum.

La connessione in termini generali : tra due o più domande esiste un collegamento con gli
elementi dell’azione o della domanda. Tra più domande gli elementi oggettivi o soggettivi
sono in comune. La possibilità di proporre più domande in un processo è fondato sul
presupposto che esista un collegamento tra queste (oggettivante o soggettivamente

Soggettiv

Più azioni di cui sono titolari lo stesso attore e lo stesso convenuto: domande diverse con
petitum e causa petendi diverse ma che hanno in comune le stesse parti. Il collegamento
interviene dunque sul piano soggettivo e non oggettivo. Può essere utilizzata per cumulare
più domande nel process
L’l’art 104 c.p.c.: contro lo stesso convenuto l’attore possa proporre nello stesso processo
più domande anche non altrimenti connesse. La ratio è di semplice economia processuale
per evitare che vengano instaurati più processi. La proposizione cumulativa di domande
incidere poi anche sulla competenza del giudice, la competenza viene determinata dalla
somma del valore delle domande accumulate

Oggettiva

L’abbiamo già visto nella domanda riconvenzionale, qui il legislatore ammette il cumulo
anche se la posizione della parte non è la medesima, attore e convenuto si scambiano i
ruoli. Ammettendo la possibilità di cumulare le domande connesse di evita che due giudici
statuino sulle medesime domande con il rischio di contrasti di giudicati. Il cumulo qui mira
ad economia processuale e evitare il rischio di contrasto di giudicati. La connessione
oggettiva viene utilizzata come cumulo di domande anche per far valere l’ipotesi dell’art
103 che riconosce la possibilità che più attori possono agire nello stesso processo o
essere convento per far valere domande diverse che abbiamo petitum o causa petendi
collegati tra di loro. Piu attori possono agire contro lo stesso convento o più conventi di
domande connesse in un unico processo: si parla di litisconsorzio

Litisconsorzio: più parti che fanno valere nello stesso processo più domande che
sono in qualche modo connesse tra di loro, previsto dall’art 103 c.p.c.

es. più vittime di un danno ad opera di uno stesso soggetto, invece di fare tanti processi
individuali, li fanno valere insieme cumulandoli e agiscono nei confronti dello stesso
convenuto facendo valere domande individuali connesse fra di loro: connessione per la
causa petendi che fanno riferimento allo stesso evento storico che ha fatto sorgere il diritto
al risarcimento del danno: obiettivo non solo di economia processuale ma che ci siano
delle connessioni per evitare del contesto di giudicati

Il giudice deciderà su tutte le domande che poi saranno divisi in vari capi nella stesa
sentenza

dunque
- La connessione soggettiva: possibilità di cumulo solo se di azioni e domande tra stessi
soggetti che vedono gli stessi soggetti nella stessa posizion
- La connessione oggettiva: cumulo di domande che intercorrono fra soggetti diversi
basata pero e fondata dalla connessione delle domande

Terzo caso: soggettivo e oggettivo

Avviene anche il cumulo oggettivo per tra le stesse parti: es. caso attore agisce per
ottenere la risoluzione e insieme ad essa accumula anche la domanda di risarcimento dei
danni: due domande una di risoluzione e una di risarcimento che sono connesse tra di loro
e che sono rivolte alle stesse parti

Modalità del cumulo

- cumulo alternativo: le pone in alternativa tra di loro. Attore ha subito un danno e ha


diritto alla reintegrazione che può essere o in forma speci ca o in forma generica.
Chiede o in forma speci ca o per risarcimento generica
- cumulo condizionale di domande: può accadere di proporre in maniera commutata le
gradui che la seconda domanda debba essere presa in considerazione solo se viene
accolta la prima o viene rigettata. Prende prima in carico la domanda principale e la
seconda solo in base in cui la domanda prima sia accolta o rigettata.
- cumulo paritario: il giudice deve rispondere su tutte, se non lo fa giudice viola art 112
(corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato).

Lezione 22.03
LA giurisdizione e i suoi limit

La giurisdizione e i suoi limiti

Una volta determinato l’oggetto del processo che serve per determinarne i limiti e l’ambito
oggettivo e soggettivo del giudicato all’esito del processo di cognizione.

Quali sono gli elementi che sono necessari che debbano sussistere a capo dei vari
soggetti che partecipano al processo per far sì che sia regolarmente instaurato

Ci sono presupposti che sono necessari per che ci sia il processo e quelli che servono per
la regolare prosecuzione.

Il giudice e la giurisdizione

Ci deve essere una domanda rivolta ad un organo che possa esperire la giurisdizione.
La giurisdizione: è il requisito soggettivo necessario perché il soggetto che è stato
attivato attraverso la domanda giudiziale possa esercitare il potere giurisdizionale. Fin dal
momento in cui è stata proposta la domanda ci può essere un vizio che attiene proprio al
pro lo della giurisdizione, ovvero il giudice ne sarà privo. Questo vizio è talmente grave
che l’art 37 c.p.c. afferma che il difetto di giurisdizione genera un vizio di natura
processuale che può essere rilevato anche d’uf cio in ogni stato e grado del giudizio. il
giudice ordinario, inoltre, anche se è rivestito di giurisdizione esso non potrà stantie su
materie che sono attribuite alla competenza di giudici speciali

Quali sono i giudici che esercitano la giurisdizione civile


fonte normative
- art 102, 1 comma costituzione: la funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati
ordinari istituiti e regolati dalle norme sull’ordinamento giudiziario. Per norme
sull’ordinamento giudiziario si intende quelle norme contenute in un regio decreto del
1941 che poi è stato riformato. Individua i vari ordinamenti giurisdizionali e le garanzie
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.

che accompagnano i magistrati addetti all’esercizio della funzione giurisdizionale. La


funzione giurisdizionale viene esercitata da magistrati ordinari, ovvero i giudici civili,
salve espresse disposizioni di legge che dispone diversamente
- art 1 c.p.c.: la giurisdizione civile è esercitata da giudici ordinari secondo le norme del
presente codice.
- esistono eccezioni e ipotesi speciali dove alcune tutele di diritti soggettivi e status
sono attribuite a magistrati speciali.

Dal codice si ricava che


a. di regola la giurisdizione civile è esercitata da magistrati ordinar
b. in ipotesi eccezionali la tutela è esercitata da giudici special
c. nel nostro ordinamento esistono giudici speciali

Cos’è la perpetuato jurisdictions ?

L’art 5 c.p.c la giurisdizione si determina con riguardo alla legge vigente e allo stato di fatto
vigente al momento della proposizione della domanda.
Questo principio è meno scontato di quanto possa sembrare, da queste righe dobbiamo
veri care che nel momento in cui è stata posta la domanda il giudice (petitum sostanziale
e non delle eventuali eccezioni sollevate dal convenuto, a meno che esse non edivenziano
che la pretesa giudiziale avversa implichi l’accertamento si situazioni soggettive esulanti
dalla cognizione del giudice adito) sia munito di giurisdizione e se ci sono eventuali
mutamenti dello stato giuridico o dello stato di fatto che sono del tutto irrilevanti

Quello che conta è lo stato normativo e quello di fatto nel momento in cui viene
posta la domanda, anche se dovesse mutare in seguito la normativa o di stato di
fatto non incideranno sulla sussistenza della giurisdizione durante tutto il corso del
processo. La ratio della disposizione dell’art 5 c.p.c. consiste nel tentativo di evitare
la vini cazione della garanzia del giudice naturale precostituito per legge (art. 25 C

Talvolta la stessa norma i legge nel regolare il pro lo della giurisdizione del giudice fa
riferimento ad elementi fattuali: assumono rilevanza ai ni di stabilire se il giudice sia o
meno rivestito di giurisdizione si tiene conto dei pro li fattuali.

Quando può sorgere un vizio di giurisdizione ?

Può emergere quando l’esercizio del potere giurisdizionale non è un esercizio


generalizzato. Incontra dei limiti che possono generare un vizio di giurisdizione in capo del
giudice.
Questi limiti sono stabiliti per la salvaguardia di vari pro li dell’ordinamento

I limiti possono essere tre:


a. mancanza di domicilio o residenza in Italia del convenuto (ovvero convenuto straniero
b. dalla specialità della controversia laddove essa coinvolga la P.A. Per salvaguardare la
posizione particolare tra soggetto privato e P.A
c. limiti nel salvaguardare le prerogative della P:A

Limite riguardante il convenuto stranier

Non assume nessuna rilevanza se l’attore è straniero. Lui può far valere il bisogno di tutela
processuale (art 24 C). Dal lato del convento l’ordinamento di preoccupa di porre dei limiti
per una ragione di carattere che attiene ai rapporti internazionali tra stati.
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Originariamente il codice di procedura civile prevedeva come presupposto giurisdizionale


prevedeva come necessità che entrambi le parti fossero cittadini italiani. Con la stipula di
accordi tra stati viene superata questa impostazione.
L’art 24 C parla in effetti di chiunque.

Per il convenuto è necessario che per essere sottoposto alla giurisdizione italiana,
non serve la cittadinanza, ma degli elementi connessi con lo stato italiano. Sono
previsti degli elementi che permettano di far convenire la parte passiva in processo,

L’art 3 primo comma della legge 218/1995 stabilisce questi criteri che debbano
sussistere, abroga gli art del codice civile che richiedevamo la cittadina italiana per
esercitare la giurisdizione civile. Virne prevista la tutela giurisdizionale se il convenuto è
domiciliato (de nizione domicilio art 43 c.c.) o residente in Italia o via ha un
rappresentante che sia autorizzato a stare in giudizio a nome dell’art 77 c.p.c
Da qui si ricava che si può esercitare la donde giudiziaria difronte a un convenuto
straniero se sussista uno di questi elementi di collegamento

Ci sono inoltre delle convenzioni e trattati internazionali tra due stati per regolare la
materia giurisdizionale, in questo caso si deve tener conto di tali disposizioni. Es la
convenzione di Bruxelles che prevede in questo casi i rapporti tra stati, si applica
maggiormente questa convenzione

Quindi si applica l’art 3 della legge 218 salvo che ci siano delle convezioni o dei trattati
internazionali.

Ovviamente queste tre condizioni devono sussistere nel momento in cui viene posta la
domanda, apricando l’art 5 della perpetuato iuridictionis: se dovessero venire a meno il
processo non può sussistere.

L’art 4 della stessa legge:


a. anche se non esiste alcun tipo di collegamento stabilito dall’art 3, la giurisdizione
italiana sussiste se c’e stato un accordo scritto tra le parti che conosce la giurisdizione
per una determinata controversia a un giudice italiano.
b. Si può giungere a ciò anche attraverso un accordo tacito: può accadere che la causa
venga instaura con un convenuto che no abbia alcun collegamento stabilito e che non
eccepisce il vizio in sede di giudizio, ciò nel suo primo atto in giudizio

L’art 5: l’accordo espresso e tacito non può avvenire quando la controversia abbia ad
oggetto la tutela di diritti reali situati all’estero. In questo caso la giurisdizione
appartena al giudice nello stato in cui è situato l’immobile. Questo difetto non deve per
forza essere sollevato dal convenuto, ma può anche essere eccepito d’uf cio

a livello europeo

Si deve tenere presente che nell’ambito dello spazio comunitario europeo, l’esercizio della
giurisdizione in materia civile e commerciale dei cittadini che appartengono a stati membri
diversi, esiste uno speci co regolamento. Prima dal regolamento 44 del 2001 che è stato
sostituto dal regolamento 1215/2012 che afferma che tutte le persone aventi domicilio in
uno dei stati membri possono essere convenuto davanti ai giudici di quello stato in base
alle regole ssate dallo stesso regolamento. Questo regolamento (diretta ef cacia negli
stati membri) disciplina non solo i rapporti giurisdizionali tra gli stati membri ma ha anche
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stabilito per la prima volta che tutte le sentenza ammesse da giudici di uno degli stati
membri hanno la stessa ef cacia che hanno all’interno dello stato membro nell’intero
spazio europeo.

Quando lo giudice di uno stato membro può esercitare la giurisdizione in materia civile e
commerciale nei confronti di un convento straniero appartenente a uno stato membro
dell’ue. Le persona aventi domicili in uno degli stati membri essi possono essere grati
difronte al giudice dello stato membro, non si parla di cittadinanza europea ma
semplicemente di domicilio. In caso di beni immobili sempre il giudice dove l’immobile è
situato.

Le sentenze dunque hanno ef cacia in tutto il territorio dell’ue

Limite nel caso di controversie con la P.A

a. Sappiamo che nel processo l’attore può vantare sia diritti soggettivi allora l’azione va
difronte al giudice civile ordinario. (art 2 l.2248/1865
b. Se invece la controverà verte su interessi legittimi, la giurisdizione appartiene ai
giudici sociali amministrativi (tar e consiglio di stato). I giudici amministrativi sono dei
giudici speciali avendo come obiettivo la tutela di interessi legittimi che nascono da
rapporti che nascono con la pubblica amministrazione.

Se l’oggetto della controversia verte dunque su un interesse legittimo, allora la


controversia deve essere portata difronte al giudice amministrativo.

La distinzione tra diritto soggettivo ed interesse legittimo è una peculiarità nel nostro
ordinamento, non esiste in altr

Per stabilire dunque se si tratta di un interesse legittimo o di un diritto soggettivo: per


interesse legittimo si intende quel particolare interesse del privato rispetto all’attività
dell’amministrazione, interesse particolare del privato che la p.a. nell’esercizio della sua
attività si comporti correttamente. Si parla di interessi occasionalmente protetti: è un
interesse che sorge quando l’amministrazione non abbia correttamente esercitato la sua
attività. Se l’ha esercitata in modo conforme alla legge allora non sussiste un interesse
legittimo.

L’interesse legittimo per essere tutelato, il giudice ha di mira l’annullamento di atti


dell’amministrazione quando in privato ritenga che tale atto presenti determinati vizi
determinati dalla legge, ovvero

a. violazione di legg
b. incompetenz
c. eccesso di potere: atto che mira di raggiungere degli obiettivi diversi da quelli che il
legislatore ha ssato.

Se il privato ritenga che l’atto sia viziato da uno di questi vizi, può instaurare un processo
amministrativo regolato dal decreto legislativo 104 del 2010, che viene di nito codice di
procedura amministrativo.

Ci sono altri giudici speciali amministrativi con giurisdizione su interessi legittimi:


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a. Corte dei conti in materi di responsabilità amministrativa e contabile. Si parla qui di


processo contabile ex. decreto legislativo 174/201
b. tribunale superiore delle acque pubbliche, in materia di acque pubblich
c. art 102, 2 comma cost: non possono essere istituiti giuridico straordinari o giudici
speciali ad esclusione di quelli esistenti. Possono soltanto istitutrici presso gli organi
giudiziari ordinari, sezioni specializzate per determinate materie, es. agrarie, tribunale
minorenni, tribunale impresa, sezione immigrazione

Limite riguardante l’attività della P:A. sottratte al sindacato giurisdizionale

Ci sono delle attività della P.A che sono sottratte al privato, lui non può ne adire ad un
giudice ordinario e nemmeno difronte un giudice amministrativo. E’ di esclusiva facoltà del
controllo parlamentare. Ammettere il ricorso giurisdizionale permetterebbe di interferire in
un potere esclusivo di alta amministrazione. La Ratio costituisce dunque la salvaguardia
della divisione dei poteri propri dello stato e dei diritti. Es. Si prevede che determinate
attività dei parlamentari sono esonerati dal sindacato giurisdizionale. In questo caso
poterebbe sorgere un vizio di giurisdizione.

Questi tre limiti vanno integrati conio fatto che può accadere, l’art 103 della C afferma che
in via tutto eccezionale che la tutela dei diritto soggettivi per materie indicate dalla legge,
venga sottratta al giudice civile e conferita al giudice speciale.

Si parla dunque di giurisdizione esclusiva:


a. dei giudici amministrativi, art 133 d.lgs 104/2010: in materia di servizi pubblici, di
appalti, di edilizia e urbanistic
b. dei giudici tributari (commissioni tributarie): d.lgs 546/1992 in materia scale

Una sentenza della corte costituzionale del 2004 ha dato un’interpretazione all’art 103: si
tratta di settori nei quali ci può essere l’esigenza di tutelare contemporaneamente interessi
legittimi e diritti soggettivi, contemporaneamente quello che non può fare il legislatore
ordinario di attribuire al giudice amministrativo dei diritti soggettivi che sono completante
staccati dall’interesse legittimo, ovvero materie che coinvolgono sia materie di interessi
legittimi che diritti soggettivi. Quindi non solo diritti soggettivi ma si se sono collegati
cointeressi legittimi

Un discorso simile ce l abbiamo anche per le commissioni tributari: i giuridici tributari


esercitano la loco competenza giurisdizionale sulla materia tributaria (rapporti tra il privato
e quel ramo della P.A. che gestisce la materia tributaria: qui i giudici tutelano l’interesse
legittimo del privato e gli eventuali diritti soggettivi

Il difetto di giurisdizione
L’art 11 l.218/1995: il difetto di giurisdizione nei confronti del convenuto straniero può
essere rilevato d’uf cio quando il convenuto non abbia accettato espressamente o
tacitamente la giurisdizione italiana, oppure rilevato d’uf cio quando il convento è rimasto
contumace o la giurisdizione italiane è esclusa da una norma internazionale.

Questo articolo 11 fa riferimento all’eventualità di un vizio di giurisdizione poiché non sono


stati correttamente applicati i limiti della giurisdizione nei confronti del convenuto stesso: il
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e

giudice può rilevare d’uf cio il difetto di giurisdizione in ogni stato e grado solo se il
convenuto non abbia accettato la giurisdizione in via espressa e tacita. Tuttavia il
giudice può comunque rilevarlo d’uf cio a prescindere nella casuale nei quali il
convenuto sia rimasto contumace o nei casi la giurisdizione civile italiana è esclusa
da una norma internazionale. In questi casi abbiamo il potere di rilevo d’uf cio a
prescindere se ci sia stata o meno l’accettazione tacita o espressa del convento.

Lezione 23.0
Il difetto di giurisdizione e rimedi

Le persone che stanno negli stati membri devono avere solo il domicilio in Europa per
ottenere la giurisdizione, anche se non è cittadino europeo.

Il difetto di giurisdizione e rimedi

L’azione davanti al giudice amministrativo è subordinato ad un temine decadenziale ben


preciso.

Il vizio anche se non è stato rilevato dalle parti, il giudice può sempre rilevare il difetto di
giurisdizione nei confronti del convenuto straniero quando sia possibile per esempio
applicare una norma straniera. Il giudice quindi in questi casi può rilevarlo d’uf cio.
Ci sono delle deroghe e la rilevabilità del giudice dunque è solo residuale.

L’art 37 c.p.c prevede che nei rapporti interni il difetto di giurisdizione del giudice ordinario
può essere rilevato anche d’uf cio in qualunque stato e grado del processo. Ciò vuol dire
che se si rimane alla lettera della norma può essere rilevato d’uf cio dal giudice di primo
grado, ma anche in grado di appello, anche per ricorso di cassazione

Interpretazione art 37 c.p.c. cassazione

Le sezioni unite della cassazione nel 2008 offrono un interpretazione evolutiva dell’art 37
c.p.c.: siccome nel 1999 è stato riformato l’art 11 della costituzione ed p stato introdotto il
principio della ragionevole durata del processo, secondo le sezioni unite il principio della
ragionevole durata impone di interpretare evolutivamente l’art 37 c.p.c. Sebbene l’art 37
dica letteralmente che il difetto di giurisdizione è rilevabile in ogni grado del processo,
questa rilevabilità è messa dopo il primo grado di giudizio dai giudici di impugnazione solo
se il vizio di impugnazione è stato visto come vizio. Se le parti non abbiamo fatto valere in
primo grado il vizio di giurisdizione dove poi si forma il giudicato implicito. Quindi esaurito il
giudizio di primo grado e proposta la sentenza di impugnazione e in sede di appello non
abbiamo espressamente dichiarato come motivo di appello il vizio di giurisdizione il giudice
non può rilevarlo d’uf cio. Quindi deve essere espressamente richiesto per il principio
della ragionevole durata del processo.

se il giudice di primo grado ha formulato una domanda nel merito, ovvero che all’interno
della decisione nel quale il giudice espressamente ha affrontato il problema della
giurisdizione e l’ha risolto, allora questa parte della sentenza può essere oggetto di
impugnazione delle parti, ma se non lo fanno espressamente in appello il giudice non può
rilevarlo d’uf cio

Le sezioni unite allargano il discorso: quando il giudice ha risposto nel merito della
domanda, implicitamente il giudice ha risolto IMPLICITAMENTE il requisito della
giurisdizione, è ovvio: perché se no si sarebbe astenuto nel giudicare. Le parti possono

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impugnarlo anche se il giudice non l’abbia fatto espressamente. Le parti pero in appello
devono contetre e impugnare la sentenza di primo grado motivando il motivo di
impugnazione sia se ci sia la motivazione espressa o meno, però la parte deve farlo
espressamente, il giudice di appello non lo fa d’uf cio. Se non lo fanno espressamente c’e
una acquiescenza delle parti a non ritornare su questo punto

Se si è giudicato se non è stata rilevata no a dopo l’appello non potrà essere poi rilevata
d uf cio e sollevata in cassazione, non può ridiscussa.

La parte per impugnare deve averne interesse: si deve vedere se e quale utilità porta al
soggetto che ne richiede

Cosa succede dunque se il vizio di giurisdizione è rilevato in primo grado ?

O c’è l’eccezione o viene rilevata d’uf cio.

Se il giudice giudica nel merito, la questione viene risolta implicitamente, invece nel caso
di rigetto per incompetenza va una sentenza non di merito ma di rito. Il giudice che si
ritiene privo di giurisdizione, lui oltre a dichiarare la sua incompetenza, deve anche
indicare a chi appartiene la giurisdizione. Il processo non si conclude, ma avviene la
translatio giudizi (novità 2008) difronte al giudice competenze senza fare estinguere il
processo. Ovviamente solo se esiste un giudice competente, ma nel caso di difetto
assoluto di giurisdizione, dove non esiste un sindacato giudiziario, li ovviamente il
processo si estingue perché non c’e un giudice competente

L’art 41 c.p.c.: regolamento preventivo di giurisdizione

Il primo comma dice che ciascuna parte può proporre regolamento davanti alla cassazione
nche la causa non sia decisa nel merito di primo grado. Questo è l’organo a cui l
ordinamento da l’ultima parola. In questioni di giurisdizione la cassazione si pronuncia
sempre in sezione unite. La la cassazione decide che il giudice originario non ha alcun tipo
di giurisdizione essa deve poi indicare a chi appartiene la giurisdizione.

Occorre fare due considerazione sul regolamento preventivo di giurisdizione

a. Qualunque decisione del giudice di primo grado, di merito o processuale, presule la


proposizione del regolamento preventivo di giurisdizione. In questi casi ha deciso
implicitamente sul pro lo della competenza di giurisdizione, quindi è logico che non si
possa ricorrere al regolamento preventivo di giurisdizion
b. Quando viene proposta e viene inoltrata alla cassazione, il processo cosa succede ?
L’ART 367 del codice afferma che il giudice davanti al quale pende il processo, lui lo
sospenderà salvo che lo ritenga il regolamento manifestamente inammissibile o
infondato. Se la casszione riteiene che i realtà il difetto sussista: signi ca che il giudice
non è adito di giurisdizione e tutta l’attività viene travolta dalla decisione della
cassazion

NON si tratta di un impugnazione ma di un rimedio preventivo

Il secondo comma afferma che la pubblica amministrazione che non è parte in casus può
fare dichiarare il difetto di giurisdizione del giudice ordinario dalle sezione unite della corte
di cassazione a cause dei poteri attributi dalla effe alla amministrazione stessa. La PA non
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è parte in causa ma può farlo dichiarare. Ciò avviene quando la PA attraverso il prefetto
che sollecita il PM a polirlo in giudizio in ogni stato e grado del processo

Si parla di ogni stato e grado del processo, ma quando il processo sia concluso secondo
la lettura dell’articolo, la PA sembra avere alcun rimedio. Mia la PA in quanto potere dello
stato può sollevare il con itto di attribuzione difronte alla corte costituzionale.

La translatio iidici

Quando c’e un difetto relativo, signi ca che esiste un giudice competente. Viene introdotto
tramite una legge speciale la translatio iudicii, non esiste tale disciplina nel codice. Questa
disciplina è stata introdotta come garanzia effettiva del diritto di azione, ovvero che le parti
che sono interessate ad avere una decisone del merito possano proseguire il giudizio
difronte a un giudice competente. Nel 2009 il giudice dunque interviene per introdurre
questo meccanismo

Al giudice dunque grava l’obbligo di individuare il giudice sui cui grava la competenza:
ognuna delle parti entro il termine perentorio di 3 mesi di difetto di giurisdizione, le parti
possono (art 59) di riproposte la domanda anche se meglio dire di riassumere la domanda
difronte al giudice munito di giurisdizione. Quando viene riassunto il processo prosegue
facendo salvi gli effetti sostanziali e processuali precedenti (salvo le preclusioni e
decadenze avvenute), ovvero il processo prosegue difronte al nuovo giudice.

L’art 59: se anche il secondo giudice non si ritiene competente Inoltre il giudice davanti al
quale la causa è riassunta può sollevare d’uf cio la questione di giurisdizione davanti alle
sezioni unite (regolamento d’uf cio) se queste non si sono già pronunciate).

Se nessuna delle parti utilizza il mezzo della trasalito entro i 3 mesi avviene l estinzione
de nitiva del processo, qui le prove assunte del processo difronte al giudice non munito di
giurisdizione difronte al giudice competente come argomenti di prova. Non può formarsi un
convincimento processo, ma ha il diritto di riassumere le prove che sono state assunte
davanti al giudice privo di giurisdizione. Es davanri a giuidice civile non abbia adito si
concludere il processo e pero lui è incompetente, le parti possono proseguire con la
translatio e le prove saasssunte nell’originario processo posso essere fatti valere come
argomenti di prova e non come vere e proprie prove. Nel giudicio civile sono sempre la
parti che devono attivarsi e chiedere le risultanze probatorie emerse che vengano
acquisite nel secondo processo, non può essere fatto d’uf cio come nel caso del processo
penale

art 11 e processo amministrativo è simile all art 59 ma su certi aspetti lo deroga: es


prevede la tralascio nel impostesi che ci sia vizio difronte al giudice amministrativo e poi è
stata introdotta una disciplina speci ca per il giudice amministrativo

Lezione 24.03
La competenza e i criteri per determinarla

Ef cacia di una sentenza pan processuale: quando la sentenza ha ef cacia non solo per
tale processo, ma per qualunque tipo di professo, ovvero un’ef cacia de nitiva

Il pro lo della competenza


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Ci sono più uf ci giudiziari per cogliere le domande di primo grado: c’e l’uf cio giudiziario
che può essere o il giudice di pace o il tribunale.

Per de nire chi è il giudice competente dobbiamo individuarlo sul territori

- competenza verticale: stabilire quale sia l’uf cio giudiziario competente tra giudice
pace o tribunal
- competenza orizzontale, ovvero tra diversi tribunali o giudici di pace in un territorio per
individuare chi sia quello competente

L’art 25 nessuno può essere distolto dal giudice precostituito per legge.

Ci sommo poi dei meccanismi di sanatoria del vizio che nell’eventualità in cui il processo è
stato instaurato in violazione delle regole di competenza si può passare al giudice
competente

Sarà il tribunale nel cui circondario ha sede lo speci co giudice di pace che si intende
appellare, se si ha una sentenza di primo grado appellabile, si ricorre al tribunale con la
corte di appello in cui distretto ha competenza il tribunale. Qui ricorrono automaticamente
la de nizione.

Per la cassazione non ci sono problemi per quello che riguarda la competenza avendo la
sua sede solo a roma

La perpetuation juridictionis: art 5 anche per la competenza si deve avere a riguardo alla
legge vigente e allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda.
Sono irrilevanti eventuali mutamenti successivi sia della legge che la disciplina la
competenza sia dello stato di fatto rilevante per determinare la competenza.

La competenza verticale

Il giudice di pace

Nel 1991 con legge 374 viene introdotto il giudice di pace, non esisteva nel codice
originario. Sono giudici di prossimità, ovvero quello più vicino ai cittadini. La particolarità
è data dal fatto che a ricoprire il giudice di pace sono giudici onorari, non magistrati, non
soggetti che abbiano superato il concorso di magistratura. Sono soggetti che avendo
determinati requisiti che sono stati selezionati per svolgere tale funzione. Sono sempre
scelti dal consiglio superiore della magistratura e li si applicano tutte le disposizioni e
garanzie dei giudici togati. Il legislatore attribuisce a questi giudici tutte quelle controversie
che non presenta particolari complessità, ovvero di valore modesto per la materia che le
coinvolge o per il valore che hanno

L’art 7 c.p.c. elenca la competenza del giudice di pace

a. competenza per valore: il giudice di pace sarà competente per le cause non
superiore a 5 mila euro relative a beni mobili
b. competenza per materia e per valore: cause di risarcimento del danno prodotto dalla
circolazione di veicoli o natanti di valore non superiore a 20.000 euro
c. L’articolo poi stabilisce vari casi in cui poi rientra nella competenza giudice pac

Competenza tribunale;
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l’art 9 c.p.c
a. competenza per valore: è competente per tutte le cause che non sono di competenza
per valore del giudice di pace e per ogni cause di valore indeterminabil
b. competenza per materia; es imposte e tasse (però il legislatore ha sottratto ciò e l ha
attribuito alla giurisdizione tributaria), status e alla capita delle persone, querela di falso
processo di esecuzione forzata

Quindi ci dice in caso di con itto a chi rivolgersi

Ci viene anche indicato secondo l’art 10 per determinare il valore della materia e altre
disposizioni

a. il valore si determina il base al valore della domanda. Es, domanda di risarcimento


danno da incidetene di 10.000 eur
b. quando vengono proposte più domande proposte dalla stessa parte, il valore delle
diverse domande si sommano. Es una domanda 5 mila euro e una di mille euro: si
passa da giudice pace a tribunale sulla domanda dell’attore: il cumulo della domanda
solo laddove ci sono domande cumulate nei conforti della stessa part

Il valore della causa si intende nei limiti della competenza del giudice: la competenza
viene determinata dal valore oggetto della domanda, se non lo fa non invidiando il valore,
in questo caso l’art 14 si rietine che corrisponda il valore nei limite della competenza del
giudice. Si presume che il valore della causa es in giudice di pace sia massimo 5 mila
euro. Non poter ottenere di più del limite del valore della competenza del giudice. Questa
ipotesi di valore riguarda solo il giudice di pace, per il tribunale non riscontrano problemi.
Quindi se non si d’eterna il valore, si presume un valore nei limiti del giudice adito e
questo valore presunto gioca anche sul piano del merito perché al di là di tale limite
il giudice non può accogliere la domanda

Ex. se io nella domanda vado dal tribunale che la domanda vale 30 mila euro e poi viene
dichiarato che vale solo 10 non è che il tribunale poi si dichiara incompetente. Es se
difronte al giudice di pace accerta qualcosa di più non che si ha incompetenza. Si guarda
sempre il valore introdotto nella donata da parte del convenuto

La competenza territoriale

Ci sono tre indicazioni:

- foro generale: art 18 c.p.c ipotesi del convenuto (sempre) sia persona sica,
controverà andrà instaurata davanti al giudice del luogo in cui il convento ha la
residenza o domicilio. Se residenza o domicilio sono sconosciuti si guarda alla dimora
del convento. Se tutti sono sconosciuti (residenza, dimora, domicilio o siano all’estero)
in questo caso il criterio che indica l’art 18 si applica il criterio della residenza dell’attore.
Si fa questa scelta per agevolare l’attività difensiva del convento per questa ragione ci si
riferisce sempre al convenuto. L’art 19 Se convenuto è una persona giudica allora si
ricorre al criterio del giudice del luogo in cui ha la sede

- foro facoltativo: art 20 c.p.c: qui per esempio nelle cause relative ai diritti di
obbligazione, dove essa è sorta per esempio il contratto, fatto illecito o dove deve
essere eseguita (art 1182 c.c.). Dov’e il luogo in cui nasce il contratto ? è il momento
dell’incontro delle volontà dei soggetti. Es pagamento somma di denaro: domicilio
.

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creditore; consegna beni immobili dove si trova l’immobile. Foro facoltativo è un


opportunità in cui si può scegliere il foro facoltativo in alternativa a quello generale,
quindi io posso scegliere, l ‘ordinamento di ma una possibilità

- foro esclusivo: Questo foro esclude tutti gli altri, le disposizioni sono dal 21-30 bis del
codice. Interviene es per diritti reali o di locazione su beni immobili, cause ereditarie
(luogo in cui si apre la successione ovvero ultimo domicilio del de cuiius) cause
societarie, cause nei confronti della amministrazione statale etc. Art 30 bis competente
giudice del distretto di corte di appello chiamato a decidere le cause penali secondo art
11 c.p.p che riardano i magistrati. Art 25 foro erariale; nei confronti di un
amministrazione statale, luogo in cui ha sede l’avvocatura dello stato

Quindi: io il foro esclusivo devo necessariamente applicarlo in quanto stabilito dal giudice,
se sono fuori da queste ipotesi tipiche del foro esclusivo entra in gioco il foro generale
(18.-19) oppure in alternativo i fori facoltativi

Che cosa accade se non sono rispettati questi criteri ?

Come nel caso di vizio con riferimento alla non corretta applicazione della competenza
verticale o territoriale. Il codice ci da delle ipotesi di possibile derogabiltà dei citeri di
competenza.
Qui il legislatore fa una differenziazione tra competenza territoriale e verticale

La competenza territorial

Art 28 c.p.c: I criteri di competenza territoriale sono derogabili pienamente su accordo


delle parti, però anche in casi inderogabili, ovvero ipotesi nelle quali non c’è accordo per
derogarli; sono ipotesi speci che, una scelta precisa del legislatore. Es. cause in cui
prende parte il pubblico ministero; processi esecuzione forzata; procedimenti cautelari e
possessori. Qualsiasi accordo ammesso è nullo perché non è possibile avere deroga.
Ci può anche essere un accordo tacito, ovvero il mancato rilievo della eccezione.

Art 38 c.p.c. L’incompetenza per materia, quella per valore e per territorio sono
eccepite a pena di decadenza nella comparsa di risposta tempestivamente depositata.

L’eccezione di incompetenza per territorio si ha per non proposta se non contiene


l’indicazione del giudice che la parte ritiene competente.
Quindi deve essere indicata nella comparsa di risposta ovvero il suo primo atto difensivo,
se non lo fa decade dal diritto di esercitarlo. Il convenuto nella compresa di risposta valere
un eccezione di rito. Inoltre si ha come non proposta se il convento non indica nella
comparsa di risposta quale sia il giudice territorialmente competente

Fuori dai casi previsti dalla art 28 quando le parti costituite aderiscono all’indicazione del
giudice competente per territorio, la competenza del giudice rimane ferma se la causa è
riassunta entro tre mesi dalla cancellazione della stessa dal ruolo.

Inoltre l’incompetenza per materia, quella per valore e quella per territorio nei casi previsti
dall’art 28 sono rilevate d’uf cio non oltre l’udienza di cui all’art 183. Quindi lo può rilevare
il giudice se le parti hanno omesso di farlo ma con un limite temporale, ovvero solo entro
la prima udienza.

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Per la sanatoria: La causa poi deve essere riassunta entro 3 mesi difronte al giudice
competente se no la causa si estingue. Questo tipo di vizio non è un vizio ritenuto grave
dal legislatore perché sono di facile sanatoria e se non è rilevato nel processo non viene
pregiudicato.

Lezione 29.03
Regolamento di competenza. Modi che della competenza per la litispendenza,
continenza o connession

Cosa accade quando il vizio di incompetenza venga sollevato da parti o da giudice e come
si arriva al giudizio di incompetenza

L’articolo 187 del codice: nel momento in cui viene sollevato il vizio, il giudice non è tenuto
subito di pronunciarsi su ciò, può farlo subito e chiudere il processo oppure ha la
possibilità di rinviare la decisione su questo pro lo a un momento successivo. In questo
ultimo caso si continua la trattazione e poi di decide riguardo all’incompetenza insieme al
merito della causa

Che forma assume la pronuncia del vizio di competenza ?

- L’articolo 279 c.p.c.: quando decide soltanto questioni di competenza, allora si


pronuncerà con ordinanza. L’art 134 parla di ordinanza come un provvedimento più
leggero con una motivazione più succinta e ‘breve'
- Quando il giudice decide sulla competenza e anche sul merito, allora se la questione di
competenza è decisa insieme al merito, il provvedimento riveste poi la forma di
sentenza. In questo caso il provvedimento è più complet

Il giudice in caso di domanda delle parti riguardo all’incompetenza può


- accoglimento: in questo caso nell’ordinanza nella quale rileverà il vizio di incompetenza,
dovrà anche indicare il giudice competente. Le parti possono riassumere il processo
entro 3 mesi in cui è stata pronunciata l’ordinanza di incompetenza, se viene dunque
riassunto si ha un caso di translatio iudicii, ovvero continuerà normalmente difronte un
giudice diverso. La riassunzione deve avvenire entro tre mesi, se non lo fanno,
secondo l’art 50 c.p.c. il processo si estingue. Con la prosecuzione si ha una sanatoria
del vizi
- rigetto: qui il processo continua normalmente

Un volta che il giudice abbia accettato la sua incompetenza, ma una delle parti non è
d’accora, essa può agire tramite uno strumento offerto dallo stesso codice all’art 42 e 43
che si è inteso a regolamento di competenza, ovvero la questione di competenza viene
immediatamente sottoposta alla cassazione, che ha l’ultima voce in capitolo.

Il regolamento di competenza (sempre 30 gg) assume due forme diverse

- art 42; regolamento necessario di competenza nell’ipotesi in cui il provvedimento del


giudice si è espresso solo sulla competenza o in maniera favorevole o sfavorevole: in
questo caso si pronuncia con ordinanza che sarà impugnabile solo davanti alla
cassazione. Se non viene impugnato, il provvedimento rimane come tale. Le parti
dunque non hanno dunque più nessuna possibilità di agire. Il regolamento di
competenza necessaria va esercitato e proposto entro 30 giorni dal momento in cui il
giudice si è pronunciato sul solo pro lo dell’incompetenza. La caratteristica di tale
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regolamento di competenza dell’art 42 è un vero e proprio mezzo di impugnazione, a


differenza del regolamento di giurisdizione perché le parti devono farlo prima che il
giudice si sia pronunciato sul rito o sul merito. Proprio perché deve essere fatto prima
non è un mezzo di impugnazione

- art 43 c.p.c.: il regolamento facoltativo di competenza: perché è facoltativo ? la


natura facoltativa nasce dal fatto che il provvedimento del giudice che si vuole
impugnare ha deciso sia sul merito che sulla competenza. La sentenza in questo caso
ha due capi: quello in cui ha deciso in modo affermativo sul pro lo di competenza e il
secondo nel merito. Il primo riguardo la competenza dunque è possibile sottoporlo al
regolamento di competenza davanti alla corte di cassazione. Siccome la decisone della
competenza e del merito, questa sentenza è possibile sottoporla ai mezzi di
impugnazione ordinari, come l’appello. La parte soccombente del merito proponga
l’appello e l’altro possa proporre il regolamento di competenza. é facoltativo perché la
parte può porporine per la competenza l’appello e poi semmai successivamente portare
la questione all’attenzione della cassazione
Riguardo ai termini dell’art 43:
a. se è proposto subito il regolamento di competenza, i termini per l’impugnazione
ordinaria vengono sospesi e riprendono a decorrere dal momento in cui la cassazione
si è pronunciata sul regolament
b. se invece viene proposta subito l’impugnazione ordinaria, ciò non impedisce alle parti
di chiedere il regolamento e in tal caso il giudizio sull’impugnazione ordinaria resta
sospeso.

La concorrenza del regolamento di competenza facoltativo e con i rimedi ordinari di


impugnazione di competenza (l’appello e ricorso per cassazione) è possibile. Potrebbe
essere applicato il meccanismo dell’art 43 anche in appello poi con il ricorso in cassazione

Il termine di 30 giorni è valido per entrambi, di solito per questo tempo stretto si propone
per prima e scorre dalla noti cazione (da parte della parte) e non comunicazione (che
opera dalla cancelleria, ovvero d’uf cio)

Nel regolamento necessario di competenza può accadere che il provvedimento a


regolamento di competenza non sia il provvedimento de nitivo: es il giudice si dichiara
competente tramite ordinanza respingendo l eccezione di incompetenza, si procede poi
dunque alla pronuncia del merito. L’art 48 ci dice che una volta proposto il regolamento di
competenza il giudizio davanti al giudice di primo grado rimane sospeso in attesa di avere
la decisione della corte di cassazione sul regolamento che è stato proposto, tranne per gli
atti e provvedimenti urgenti.

Le parti può essere che non esercitano per un eccezione di competenza. Può essere che
il giudice si sia dichiarato da solo incompetente e poi tramite l’art 50 c.p.c. si deve
riassumere il processo difronte alla parte competente entro 3 mesi.
Quando le parti rinunciano per il regolamento necessario di competenza e passano
difronte al secondo giudice, ma questo anche in questo caso si può dichiarare
incompetente. Qui sorge dunque un con itto di competenza

Se il secondo giudice ritiene di non essere competente, lui può esercitare un regolamento
di competenza d’uf cio (art 45 c.p.c.), ovvero inviando d’uf cio il regolamento di
competenza alla cassazione. Il giudice davanti al quale la causa vien riassunta può
proporre d’uf cio il regolamento di competenza solo se si tratti di incompetenza per
materia o di incompetenza per territorio nei casi previsti dall’art 28 c.p.c

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L’ordinamento per questi casi, per materia e territorio inderogabile (che vengono ritenuti
vizi più gravi), ‘ordinamento quindi presta la soluzione di regolamento di competenza
d’uf cio. LA Gp ritiene che la questione se proporre o meno la competenza d’uf cio, il
secondo giudice deve risolverla entro la prima udienza di comparazione delle parti, dopo
di che il giudice decade da questo potere. Qui non si parla di mezzo di impugnazione, è
una possibilità di contestazione si quanto ha deciso il primo giudice, ma non assimilabile a
un mezzo di impugnazione.

La cassazione decide tramite ordinanza, può avvenire che:


a. la riassunzione davanti al giudice competente entro tre mesi con la principia del merit
b. l’estinzione del processo se non avviene la riassunzione nel termine previsto. La
pronuncia della cassazione però continua ad avere un’ef cacia pan processuale.
L’individuazione della corte cassazione le vincola. Si ricava dall’art 310 c.p.c. che
individua tutti i provvedimenti che sopravvivono l’estinzione del processo

I codici che analizziamo, dove vengono esaminati tre istituti diversi: litispendenza,
continenza di cause e connessione fra cause che possono modi care i criteri di
competenza. Quindi gli art da 31 a 36 e 40 a 41 c.p.c

La litispendenza

E’ un istituto di origine latina, si intende il caso in cui una lite è già pendente, ovvero
quando è già stata istaurata una domanda difronte a un giudice, ma la stessa domanda
anche a un altro giudice. Quindi stessa domanda difronte due giudici diversi
L’art 39,1 comma dispone che il giudice successivamente adito deve, anche d’uf cio,
dichiarare con ordinanza la litispendenza e dispone poi la cancellazione della casa al
ruolo, ovvero che il processo deve essere chiuso com questa pronuncia.

L’unico giudice competente rimane quindi il giudice originariamente adito, il secondo


giudice, sebbene in teoria competente viene privato della competenza per effetto
dell’operare della litispendenza, ovvero è già ‘presa’ da un giudice.

Quale è la ratio
a. economia processual
b. evitare che due pronunce su medesima domanda che non coincidono, ovvero si parla
di contrasto di giudicati. Si andrebbe contro la certezza che l’ordinamento tende.

La litispendenza può nascere ovviamente sia dalle domande dell’attore che del convenuto,
ciò che conta è che si tratti della stessa domanda proposta difronte a due giudici diversi

L’art. 42 richiama l’ordinanza di litispendenza come sottoponibile al regolamento


necessario di competenz

Quand’è che la causa è pendente ? se la domanda viene introdotta come normalmente


accade con atto di citazione, questo deve essere noti cato al convenuto. Ciò che è
importante è il primo momento, ovvero quando l’atto viene nella sfera giudica dell’altro
soggetto. Da tipo di processo può cambiare, es nel caso di processo del lavoro l’atto
introduttivo non è la citazione ma il ricorso
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La continenza tra caus

E’ un istituto simile alla litispendenza, viene citato nell’art 39, ii comma c.p.c.

Quando avviene

Si deve guardare agli elementi della domanda: quando la domanda è tra le stesse parti
(elementi soggettivi), ha ad oggetto la stessa causa pretendi ma varia il petitum immediato
(il provvedimento richiesto), dove una domanda ne ha uno più ampio di un altra. Quindi il
petitum di una domanda contiene il petitum di un’altra.

Cosa comporta ?

Il giudice in questo caso adito per secondo con ordinanza rileva la continenza tra due
domande e ssa un termine perentorio perché le parti provvedo a riassumere la causa
davanti al giudice adito per primo, sempre che questo ultimo sia anche competente per la
seconda causa, nel caso contrario la causa sarà attribuita al secondo giudice. Il legislatore
vuole che le domande siano riunite difronte ad un unico giudice, ma non quello che ha il
petitum più ampio, ma dispone quello che è stato adito per primo

es: ipotesi in cui la domanda introdotta dall’attore davanti al giudice di pace per ottenere il
pagamento di una rata di mutuo di 2000 euro, il convenuto ha già proposto una domanda
con la quale chiede l’accertamento del medesimo contratto di mutuo. Questa ultima è una
condanna di pagamento di una rata, la domanda che il convento ha accertato la nullità del
contratto, qui la domanda è più ampia. Qui si ha la continenza tra due domande che fanno
riferimento alla stessa causa petendi, ma il petitum immediato di una (nullità contratto) è
più ampio dell’altra (pagamento di una rata di mutuo).

In caso di con itto di attribuzione competenza può essere proposto il processo di


regolamento di competenza. Inoltre, i criteri di attribuzione della competenza possono
subire delle variazioni

Se il giudice preventivamente adito non è competente anche per la causa


successivamente proposta, la dichiarazione della contenenza è da lui pronunciat

Se le diverse cause pendono davanti a giudici (persona) diversi dello stesso uf cio,
avviene la riunione ex art 274

La connessione fra caus

Si può avere all’interno dello stesso processo un cumulo di domande connesse fra di loro
da solo il pro lo oggettivo o solo soggettivo, o per entrambi

a. solo oggettivo: in questo caso si ha un cumulo oggettivo o litisconsorzio, dove si


propongono più domande che intercorrono fra soggetti diversi ma che sono collegate
oggettivamente tra di loro
b. solo soggettivo: connessione soggettiva che può determinare il cumulo oggettiv
c. sia oggettiva che soggettiva: le molteplici domande sono connesse oggettivamente fra
le stesse parti

Il cumulo soggettivo
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L’art 104 c.p.c. in caso di cumulo soggettivo può disporrere la deroga della competenza
per valore del giudice (per effetto dell’art 10,2 comm: somma valore delle diverse
domande). Al di fuori della competenza per valore, non è possibile alcuna altra deroga
(ossia per materia o per territorio inderogabile ex. art 28
es. uno chiede pagamento di una rata e l’altro richiede anche il risarcimento dei danni

Lezione 30.0
Modi che alla competenza per ragioni di connessione: accessorietà, garanzia e
pregiudizialità

La connessione può essere oggettiva o soggettiva in base agli elementi di collegamento.

L’art 104 c.p.c. disciplina il cumulo oggettivo di più domande connesse tra di loro in un
unico processo nei confronti della stessa parte, senza che si realizzi un processo con
pluralità di parti, che può determinare una possibile deroga ai criteri di competenza di
valore del giudice in applicazione dell’art 10, secondo comma. Non si deroga ne alla
materia ne a quella territoriale. Quest’ultima comunque sia si tratta dello stesso convenuto.

L’art 103 c.p.c. disciplina il cumulo soggettivo: si hanno più domande tra soggetti
diversi (litisconsorzio) difronte allo stesso giudice per delle domande che sono collegate
per il petitum o causa petendi. Qui il criterio che può essere derogato è quello della
competenza territoriale. L’attore scegliendo il giudice territorialmente competente per uno
dei convenuti, qui possono in questo processo porre tutte le domande connesse
oggettivamente
Qui non può esserci una deroga per valore, perché la domanda viene posta verso più
convenuti

L’art 33 c.p.c.: le cause contro più persone che a norma degli articoli 18 e 19 dovrebbero
essere proposte davanti a più giudici diversi, se sono connesse per l’oggetto o per il titolo
possono essere proposte davanti al giudice del luogo di residenza o domicilio di una di
esse per essere decise nello stesso processo

Ciò non può avvenire quando una delle cause che rientra tra le ipotesi dell’art 28, la
competenza territoriale non può essere derogata e non può esserci il cumulo, ovvero nel
caso di fori esclusivi.

Il codice poi prende in esame delle ipotesi particolari, ovvero l’esistenza di fenomeni di
connessione oggettiva che evidenziamo delle connessioni con peculiarità che determina e
applicano la deroga della competenza più forte in maniera più ampia stabilita dall’art 103
c.p.c. Queste ipotesi vanno dagli articoli 31 a 36 del codice.

Quindi si tratta di:


- accessoriet
- garanzi
- pregiudizialit
- compensazion
- riconvenzione

In ognuna di queste ipotesi abbiamo sempre una connessione oggettiva, ma particolare


che il legislatore ha preso in considerazione in deroga ai criteri di competenza, non solo
per territorio ma anche per valore del giudice competente.
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Articolo 31 c.p.c.: connessione per accessoriet

Cosa signi ca ?

Si hanno due domande tra di loro connesse per il petitum o causa petendi (connessione
oggettiva) e oltre ciò, una di esse è accessoria all’altra.
Una è dunque la domanda principale con cui si fa valere un diritto principale, l’altra, quella
accessoria ha ad oggetto un diritto a natura accessoria.

Es. Quando si ha una domanda per il pagamento di un determinato di debito di mutuo


(domanda principale) e insieme ad essa una domanda di pagamento per gli interessi
maturati in mancanza del mancato adempimento.

Entrambe queste domande sono connesse, ovvero perché hanno lo stesso titolo, ovvero il
contratto, che prendono pero in considerazione di diritti di diversa natura

Es. diritti alla restituzione del bene con accertamento del diritto di proprietà: qua
connessione NON per il titolo, ma per l’oggetto, ovvero rifermento allo stesso bene
materiale.

Non per forza sempre l’accessorietà è di diritto sostanziale, come nel primo esempio, ma
come nel secondo l’accessorietà è solo di carattere processuale.

L’art 31 prevede che la domanda accessoria può essere proposta davanti al giudice
territorialmente competente per la domanda principale. La domanda accessoria dunque va
trasmessa al giudice della domanda principale. Gia in questo primo comma si ha dunque
una deroga al criterio della territorialità.

Se queste due domande riguardo ad un bene immobile fossero proposte separatamente,


si applicherebbe il criterio territoriale dove è situato il bene immobile

Il valore della domanda principale va sommato al valore della domanda acessoria: perché
la domanda principale è proposta difronte ad un giudice e quella accessoria pure difronte
sempre allo stesso, quindi c’e un cumulo

Quindi c’e la deroga non solo per la competenza per valore ma anche per territorio.
La ratio è che il legislatore vuole a tutti i costi che la domanda accessoria sia proposta nel
processo della domanda principale. Quindi esigenza di economi processuale ed evitare il
più possibile il contratto di giudicati

Nel caso della condizionata: l’attore propone determinate domande in un determinato


ordine, invece qui nell’accessorietà il legame è richiesto dalle domande stess

Art 32 c.p.c. Connessione per garanzia

E’ una connessione oggettiva di garanzia

Quando si ha una domanda di garanzia ?


fi

Quando si ha una domanda principale ed una accessoria di garanzia, con quest’ultima si


fa valere un diritto di garanzia.

Es. Garanzia per evizione quando il venditore deve garantire che il bene che vende è suo,
in caso in cui non lo fosse il venditore deve tenere indenne il compratore
Es garanzia per deiussione: quando un terzo garantisce l’adempimento di
un’obbligazione. Questo topo di rapporto nasce tramite un contratto.

Es In questo caso dunque dopo la stipula del contratto di compravendita, caio ha


acquistato il bene, ma si fa vivo Sempronio che nei confronti dell’acquirente fa un azione di
rivendicazione

La particolarità della garanzia è che potrebbe essere chiamato in causa un terzo, quindi
c’è un allargamento della platea delle parti

Quindi in questo caso dunque qualora la domanda di garanzia ecceda la competenza per
valore del giudice adito, questi rimette entrambe le cause al giudice superiore assegnano
alle parti un termine perentorio per la riassunzion

Quindi la deroga in questo caso opera sulla competenza territoriale e per la


competenza per valore

Art 34 c.p.c.: Connessione per pregiudizialit

Es. rapporto di locazione e quello di sublocazione, si tratta di un esempio di pregiudizialità-


dipendenza

L’articolo 34 prende in caso questo caso dal punto di vista dipendente, serve determinare
l’esistenza del rapporto pregiudiziale. Il giudice dunque, se per legge o per esplicita
domanda di una delle parti è necessario decidere con ef cacia di giudicato una questione
pregiudiziale che appartiene per materia o per valore alla competenza di un giudice
superiore rimette tutta la causa a quest’ultimo, assegnando alle parti un termine perentorio
per la riassunzione della casa davanti a lui

Il giudice accerta in via incidentale il rapporto pregiudiziale, ovvero non in maniera


inconvertibile, ma solo in ottica per la risoluzione della domanda principale

Si deve quindi capire dell’articolo


a. quand’è che il giudice deve analizzare in via incidentale il rapporto pregiudiziale e
quando con ef cacia di giudicat
b. come deve comportarsi il giudice quando deve giudicare il rapporto pregiudiziale con
ef cacia di cosa giudicata e non ne ha la competenza

Domanda A
Quando una delle parti propone espressamente al giudice di pronunciarsi sul rapporto
pregiudiziale, oppure quando la legge obbliga al giudice a pronunciarsi con ef cacia di
giudicato sulla questione. L’estensione del processo anche sul rapporto pregiudiziale
avviene solo se: o perché ci sia la domanda espressa di una delle parti e quando la
legge lo richiede. Quando non ricorre nessuno di queste due condizioni, il rapporto
pregiudicale viene accertato sto in via incidentale.

Domanda B
fi
.

fi

fi

fi

fi
Il giudice originariamente adito rimette tutta la causa al giudice superiore quando
appartiene a questo la competenza per territorio e per valore.

L’art 35 è un ipotesi di applicazione dell’art 34

Lezione 31.0
Le modi che di competenza per ragioni di connessione: compensazione,
riconvenzione
Ascension e ricusazione del giudice

L’art 34 c.p.c.: il giudice, se per legge o esplicita domanda di una delle parti è necessario
decidere con ef cacia di giudicato una questione pregiudiziale che appartiene per materia
o valore alla competenza di un giudice superiore, rimette tutta la causa a quest’ultimo,
assegnando alle parti un termine perentorio per la riassunzione della causa davanti a lui.

Art 35 c.p.c. Eccezione di compensazion

L’art 35 c.p.c. nel momento in cui il convenuto proponga eccezione di compensazione,


questo articolo stabilisce che il giudice che prima di far produrre effetti di compensazione
deve prima certi care l’esistenza del contro-credito su cui il convenuto ha fondato
l’eccezione: deve farlo con ef cacia di cosa giudicata. Non c’e un rapporto di
pregiudizialità tra i due crediti, ma il legislatore qui crea una sorta di pregiudizialità di tipo
processuale, il giudice non può decidere l’esistenza o meno del credito dell’attore se prima
non accetta in maniera piena anche l esistenza o l’inesistenza del contro-credito.

Quindi l’eccezione di compensazione non è in realtà una vera domanda, ma il legislatore


lo vede come se fosse tale.

se la compensazione dei due crediti supera la competenza di valore del giudice


originariamente adito si possono avere due cas
a. se la domanda principale è fondata su titolo non controverso o facilmente accertabile,
può decidere su di essa e rimettere le parti al giudice competente per la decisione
relativa all’eccezione di compensazione. Quindi separa la domanda
b. altrimenti procede a norma dell’articolo precedente ( ossia rimette tutta la causa al
giudice competente per il contro-credito offerto n compensazione.

Ci possono essere delle possibili deroghe: ovvero la deroga della


a. competenza territoriale: il convenuto ha formulato un’eccezione che è come se fosse
una domanda di accertamento del contro-credito, se è cosi, è chiaro che rispetto a
questa domanda-eccezione di accertamento di contro-credito avrebbero dovuto essere
rispettati i criteri di competenza territoriale, ma l’articolo non ne fa riferimento.
Consente che sia il giudice superiore (se superai valore) o quello del convento di
accertare il contro-credito. Es tizio agisce contro caio per ottenere l’adempimento di un
credito (es risarcimento danni) applicando il foro generale, il convenuto dice che anche
lui ha un contro-credito (quindi fa eccezione che ai sensi dell’art 35 p una domanda ). Il
convento avrebbe potuto chiedere l’accertamento del suo contro-credito difronte al
tibiale della sua città, l art 35 pero chiede che ciò avvenga nella stesso processo
avviato dall’attore
b. competenza per valore: spiega sopra

Art 36 c.p.c. La connessione per riconvenzione


fi
3

fi
fi

fi

fi
i

Questa ipotesi particolare viene prevista dall’art 36: il giudice competente per la causa
principale conosce anche delle domande riconvenzionali.

Qui ci sono due domande che entrano nel giudizio e rispetto alle quali il giudice deve
decidere. Il problema è quando la domanda riconvenzionale appartiene per valore o
materia ad un altro giudice. Qui interviene l’art 35 e 34: ovvero vuol dire che può anche qui
avere la possibilità o di trasferire tutte e due le domande (intero processo) davanti al
giudice competente per materia o valore competette della domanda riconvenzionale,
oppure anche qui può separare le due domande: ciò lo può fare se la domanda dell’attore
sia facilmente risolvibile e fare trasmigrare al giudice competente la domanda
riconvenzionale, dunque come prima le separa. Se la separa non c’e alcuna deroga di
competenza

L’art 36 da per scontato che sempre sia possibile traferire la causa intera al giudice: ma la
competenza per materia non è mai derogabile. Il giudice dunque è obbligato separare la
domanda: se non lo facesse derogherebbe la competenza per materia (?): se gli si
contendesse l’intera causa al giudice competente starebbe derogando al criterio per
materia. Il trasferimento dell’intera causa è ammesso sempre che il giudice
originariamente adito per valore

Quando ci sia una situazione di domande autonome in un rapporto di pregiudizialità tra di


loro: il giudice deve necessariamente sospendere il processo in attesa della risoluzione
della domanda originaria: si parla di sospensione necessaria per pregiudizialità

L’art 40 del codice consente nell’ipotesi in cui ci siano delle connessione e che il giudice
rilevi che queste cause più connesse pendano difronte a giudice diversi, viene consentita
la riunione delle diverse cause. Quindi nonostante non ci sia un cumulo dovuto a
connessione oggettiva può avvenire la riunione disposta dal giudice

Quali pro li deve avere il giudice per esercitare correttamente la sua funzione ?

Il giudice per poter correttamente esercitare la sua funzion


a. imparziale - terziet
b. investito di giurisdizione
c. competent

Per imparzialità articolo 111, secondo comma della Costituzione: ci dice che ogni processo
si deve svolgere difronte un giudice terzo e imparziale. Deve essere terzo, ovvero
equidistante dalla posizione delle parti e imparziale, ovvero non aver nessun interesse in
causa. Nel codice troviamo due istituti che il codice prevede per garantire ciò

a. istituto dell’astensione del giudice, art 51: lo stesso giudice che attivato dalle parti
ritiene di non essere terzo e imparziale e quindi chiedo al capo del suo uf cio
giudiziario di astenersi di trattare tale controversia.
b. ricusazione del giudice: questo istituto riguarda le parti che sospettando che il
giudice non sia terzo e imparziale, ne chiede la ricusazione. E diretto nei confronti del
giudice a cui è af data la trattazione della caus

L’astensione può essere:


fi
e

fi
à

fi
.

a. obbligatoria: quando il giudice ha l’obbligo di astenersi, queste ipotesi sono elencate


dal comma uno dell’art 51: le ragioni che comprobano l astensione sono o i rapporti
personali che il giudice ha con le parti o i difensori, rapporti di inimicizia e amicizia o
quando il giudice abbia già deciso della causa in altro grado del giudizio, o vi abbia
prestato patrigno nella causa, se abbia prestato patrocinio, oppure se è stato tutore
curatore o datore lavoro di una delle parti. Caso in cui abbia interesse nella causa:
ovvero interesse diretto in causa oppure indirette ( non direttamente in quella causa)
dove riguarda questioni identiche a cui lui deve decidere
b. facoltativa, ovvero quando è lasciata al giudice la scelta, può chiedere lui di astenersi.
Es. per gravi ragioni di convenienza, il giudice chiede al capo dell’uf cio giudiziario di
astenersi, lui deve ovviamente approvare e il giudice viene privato di legittimazione

Se una delle parti nota che sussistono quelle condizioni dell’art 51 comma primo, esse
possono usare l’istituto della ricusazione. Il collegio poi valuterà poi la sussistenza della
causa che desidera con ordinanza non impugnabile.
Se le parti non propongono la ricusazione, preclude la possibilità di usare la ricusazione
come motivo di impugnazione.

Il terzo comma dell’art 52: proposta l’istanza di ricusazione. il processo viene sospeso. Se
si applicasse alla lettera tale articolo, questo istituto potrebbe essere usato come mezzo
delle parti come mezzo per sospendere il processo per tranne pro tto. La cassazione
nega l’automaticità della sospensione e ammette che il giudice ricusato possa negare la
sospensione in caso di carenza ictu oculi dei requisiti per il suo accoglimento. Il giudice
sospende il processo solo se l’istanza di ricusazione appaia manifestamente infondata

La responsabilità civile nei confronti del giudic

L’attività processuale svolta del giudice può essere sottoposta a responsabilità civile,
ovvero che le parti possono chiedere risarcimento dei danni nei confronti del giudice che
non abbia svolto correttamente la sua funzione.

Questa ipotesi non trova stazione nel codice, ma nella legge 117/1988, modi cata dalla
legge 18/2015

La responsabilità civile nei confronti del giudice va nei confronti dello stato in quanto il
giudice è un uf ciale civile. La responsabilità civile si cui chiedere solo se esso abbia agito
con dolo o con colpa grave.
Questa avviene anche quando il giudice abbia omesso di compiere atti d’uf cio

Le parti fanno quindi un’azione nei confronti dello stato per richiedere poi il risarcimento

Nell’attività interpretativa o valutativa delle prove del giudice, essendo lasciata a grande
discrezionalità. essa non è sottoposta a responsabilità civile

Lezione 07.0
Le parti: capacità processuale, difesa tecnica e spese giudizial

La nozione di part
4

fi
e

fi
i

fi
fi
fi
.

Il codice non da nessuna de nizione di parte. Il codice nel de nire l’ambito soggettivo del
giudicato, riprende la nozione di parte, ovvero che la sentenza passata in giudicato fa
stato tra le parti

Quindi si deve distinguere tra

a. parte in senso processuale: è il soggetto che compie concretamente l’attività e gli atti
processual
b. parte in senso sostanziale: il sonettò nella cui sfera< giudici si applicheranno gli
effetti del giudicat

Nella gran parte dei casi possiamo dire che c’’è una corrispondenza tra i due, ma in alcuni
casi sono due soggetti diversi, ovvero nel caso di

a. istituto della sostituzione processuale (art 81 c.p.c.): la legge prevede ad alcune ipotesi
dove c’è una scissione tra le due posizioni, chi compie l’attività processuale non
coincide con il soggetto su cui si riverberano gli effetti (del sostituito che è il titolare del
diritto). Es azione surrogatoria: quando il creditore agisce in giudizio per un diritto del
debitore (2900 c.c.): parte processuale è il creditore e la parte sostanziale è il debitore.
b. istituto della rappresentanza processuale: es il caso della legittimazione straordinaria,
dove un sonettò viene abilitato a rappresentare un altro soggetto nel processo, dove
pero il rappresentante non è titolare del diritto su cui si tratta in sede processuale

Quali sono i requisiti per cui una soggetto possa diventare parte nel processo e compiere
gli atti processuali ?

Il punto di riferimento è l’articolo 75 c.p.c. che afferma che sono capaci di stare in giudizio
le persone che hanno il libero esercizio dei diritti che vi si fanno valere, du qui si parla di
capacita processuale. Quindi la capacita processuale corrisponde alla capacita di agire.

Quindi solo i soggetti che hanno la capacita di agire possono compiere atti processuali

L’articolo stesso, al secondo comma, disciplina anche il caso in cui un soggetto non abbia
il libero esercizio dei propri diritti. Questi soggetti non sono de niti nel codice di procedura,
ma nel codice civile, ovvero i soggetti incapaci che non hanno la capacita d’agire, oppure
le persone semi capaci, che hanno una capacita d’agore ridotta (es. i minorenni)

- es. I minori come si fanno valere in giudizio ? tramite i rappresentanti legali che sono i
genitori. Quindi in tutti i casi in cui nel processo il diritto sia titolare un motore, è il
genitore che interviene come parte nel processo
- es. gli interdetti. sono maggiorenni ma sono incapaci di intendere e volere, dunque
l’ordinamento gli ha privati della capacita d’agore sottraendoli la libera disciplina dei loro
diritti. Il tutore, che è il suo rappresentante legale, sarà colui che gira in processo.

I semi-capaci possono compiere determinati atti di natura sostanziale, ma solo con


l’assistenza di altri soggetti, ovvero del curatore, che assiste nel complemento degli atti
sostanziali il semi-capace (minorenne emancipato, l’imprenditore insolvente/fallito) che
non può compiere degli atti patrimoniali ma quelli personalissimi si

Il codice civile prevede che per determinati atti di straordinaria amministrazione, sia nei
casi di rappresentanza che di assistenza, l’autorizzazione del giudice. Es. l’acquisto di un
immobile che può essere comprato dai genitori previa autorizzazione el giudice.
i

fi
:

fi
fi
.

La capacita processuale va dunque di pari passo della capacita di agire sul piano
processual

Identico è il discorso anche quando si parla di persone giuridiche, es, di società o


associazione non riconosciuta

Il comma 3-4 dell’art 75 c.p.c. parla dunque del caso delle persone giuridiche

a. Le persone giuridiche stanno in giudizio per mezzo di chi le rappresenta a norma


della legge o dello statuto, si parla di rappresentanza organica, ovvero rappresentata
da organi che per legge o statuto sono individuati come soggetti rappresentanti
b. Le associazioni, comitati e in generale gli enti non riconosciuti (art. 75, 4 comma)
stanno in giudizio per mezzo delle persone indicate negli articoli 36 e ss c.c., ossia
attraverso color che nel campo sostamziale hanno i poteri di agire per questi enti

Sul piano sostanziale è possibile nominare un rappresentate che compia determinati atti
per cui è stato delegato nel nome e nel conto del rappresentato. Lo stesso fenomeno è
anche possibile sul piano processuale, si parla di rappresentanza volontaria.

L’art 77 c.p.c.: possono stare in nome e per conto della parte nel processo quando questo
potere è stato conferito espressamente per iscritto. Il soggetto che viene indicato come
rappresentante volontario sia tale anche sul piano sostanziale, quindi deve rappresentarlo
sul piano sostanziale da cui deriva che può anche rappresentarlo in piano processuale.
Non esistono casi di rappresentanza volontaria pura, ovvero esclusivamente processuale,
senza che lui sia come tal anche in sede sostanziale

La rappresentanza processuale si presume (quando non c’e atto scritto che conferisce
espressamente tale potere) quando
a. nel caso del procuratore generale di coloro che non hanno il domicilio o residenza in
Italia, ma abbia in Italia il procuratore generale, si presume dunque che abbia anche la
rappresentanza processuale
b. Institore (2203 c.c.): è un ausiliare dell’imprenditore, è un soggetto che viene preposto
dall’imprenditore che viene messo a capo di una sede secondaria o di un rampo
dell’impresa. Questo soggetto viene presunto rappresentante processuale
dell’imprenditore in ordine al suo compito.

es. anche nel caso in cui il convenuto straniero abbia un soggetto in italia preposto alla
sua rappresentanza

Il curatore special

Gli articoli 78 - 79- 80 c.p.c. prendono in considerazione la gura del cursore speciale in
caso in cui manchi la persona a cui spetta la rappresentanza e l’assistenza. QUindi in
attesa della persona che deve assistere la persona, il giudice deve colmare la lacuna
nominando un curatore speciale n quando non subentri la persona alla quale spetti ab
origine la rappresentanza

L’articolo 78 c.p.c.: il giudice deve nominare il curatore speciale non solo quando manca il
rappresentante originario, ma anche quando ci sia un con itto di interessi (es. caso di
obiettivi diversi contrapposti dei due soggetti tra rappresentante e rappresentato.
e

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fi

Mancanza di capacita processual

Può avvenire che una parte stia in giudizio senza capacita processuale, ovvero in
violazione degli articoli dal 75 e seguenti. Per l’ordinamento è un vizio grave in quanto la
sua mancanza genera un vizio che impedisce al giudice di decidere del merito. In questo
caso il giudice può rilevare d’uf cio il vizio. Il giudice dunque deve chiudere il processo in
rito
Nel 2009 è stata introdotta una norma all’art 182 c.p.c. che consente al giudice di ssare
un termine per sanare il vizio in questione si per quello che riguarda il rappresentante che
il rappresentato. Se il vizio viene danzato il processo può proseguire normalmente, in caso
contrario si estingue tramite la pronuncia di una sentenza in rito.

Se il giudice di primo grado si sia pronunciato nel merito, ovviamente traspare


implicitamente che la parte abbia la capacita processuale, dunque successivamente, in
seguito, la incapacità non sarà pi rilevabile. L’articolo 182 che ammette la sanatoria vale
solo per il primo grado, ma comunque si ammette che il vizio venga rilevato in appello e in
cassazione (poi il prof lo spiegherà meglio in seguito

La difesa tecnica

L’art 82 afferma che le parti per compiere correttamente un’attività processuale deve
procedere a nominare un avvocato, le uniche eccezioni a tela regola son
1. giudizi davanti al giudice di pace inferiore a 1100 eur
2. per altre cause il giudice può autorizzare la difesa personale tenendo conto della
natura della causa. es. nel caso in cui la persona stessa è un avvocato

La parte può scegliere dunque un difensore che è stato iscritto negli appositi albi, in ogni
corte di appello per esempio c’è un elenco di avvocati che possono esercitare li la loro
funzione. Il distretto della corte di appello di solito comprende e riapre la regione in cui si
trova.

Per la corte di cassazione si deve scegliere un avvocato compreso in un albo speciale che
elenca tutti quelli che sono abilitati ad eserciatare la loro funzione difronte alla cassazione

La parte deve individuare dunque il difensore e conferirgli procura, ci deve essere un atto
scritto in base al quale quel avvocato venga nominato espressamente dalla parte come
difensore

L’art 83 ci dice che la procura può essere trasmessa con atto pubblico o scrittura privata, e
anche a margine o a calce di uno di quei atti fondamentali della parte, es, atto di citazione,
impugnazione, comparsa di risposta. Sara dunque lo stesso avvocato ad autenti care tale
rma, qui svolge dunque una funzione di pubblico uf ciale autenticartore della rma.
Il difensore dunque svolgerà la sua attività difensiva in favore alla parte e di ricevere gli atti
del processo. E’ sempre il difensore a cui vanno recapitati gli atti inviati dalla controparte

Il difensore può anche compiere la transazione ma solo con la speci ca autorizzazione


della parte

Le spese giudiziali
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L’attività del difensore ovviamente comporta delle spese che la parte deve sopportare,
ovvero le spese per il difensore ma anche il contributo uni cato che è correlato al valore
della causa

L’art 8 D.P.R. 115/2002: stabilisce tutta la disciplina riguardante le spese giudiziarie

Quindi la parte deve anticipare le spese del difensore, può iscrivendo la causa al ruolo
deve pagare una parte di spese anticipatamente

L’articolo 91 ci dice che l’anticipazione delle spese poi viene soppiantato alla ne del
processo dalla regola della soccombenza, ovvero saranno rimborsate se la controparte
dovesse risultare soccombente. La parte soccombente subire dunque il pagamento delle
spese nel favore della controparte vincente.

La regola della soccombenza non si applica in due casi stabiliti dall’art 92 c.p.c
a. a prescindere dalla soccombenza la parte subisce le spese quando sia incorsa nella
violazione dell’art 88 c.p.c che stabilisce il dovere della parti di comportarsi con lealtà e
provata, ovvero un comportamento lecito che non comporta degli aggravi nell’attività
processual
b. quando il giudice provvedere a compensare le pese non attribuire totalmente a carico
della parte soccombetene le spese, ma le ripartire insanire diversa tra le parti quando
o vi sia stata soccombenza reciproca o anche quando la questione trattata fosse del
tutto nuova senza sapere se la parte avesse torto o ragione oppure quando il giudice
abbia cambiato orientamento divento ad un cambiamento giurisprudenziale

Ai sensi dell’art. 96 c.p.c: Lite temneraria: la parte soccombente possa essere


condannata anche al risarcimento dei danni dovuti al processo che si è svolta, quando la
pare dunque non solo soccombente ma anche quando essa abbia resistito in processo
con dolo e colpa grave essendo consapevole di essere torto tenendo un comportamento
di responsabilità aggravata della parte.
Nel 2009 è stato aggiunto un terzo comma che riconosce al giudice la possibilità anche
d’uf cio, a prescindere dalla richiesta di risarcimento dei danni della parte, di condannare
comunque la parte soccombete a favore della contrattare di una somma equitativamente
determinata dal giudice. Questa disposizione ha anche un ruolo dissuasivo per la parte di
svolgere attività processuale e di persistere quando è cosciente di essere soccombente.

anche all’art 26 del codice amministrativo abbiamo una disposizione simile.

La parte può dunque:


a. essere condannata a pagare le spese processuali essendo soccombent
b. essere condannata al risarcimento su richiesta delle parti
c. essere condannata al risarcimento su iniziativa del giudice

L’istanza di ricusazione può essere impugnata successivamente anche se è stata respinta


dal collegio in primo grado

Lezione 12.04
Le parti: litisconsorzio e l’intervento dei terz

Noi abbiamo sempre analizzato il caso in cui ci siano solo due parti nel processo, ma
esiste anche la possibilità che sia n dall’inizio ci siano più parti, si parla di litisconsorzio,
sia dal lato del convenuto o dall’attore o di entrambi. L’instaurazione del litisconsorzio
fi
e

fi

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fi
.

successivo avviene nel momento in cui intervengono dei terzi diventando parti del
processo.

due norme disciplinano il litisconsorzio

Il litisconsorzio necessario

102 c.p.c.: litisconsorzio necessario: quando la decisione deve essere pronunciata


davanti a più parti, esse devono essere presenti. La decisione deve dunque essere
pronunciata nei confronti di più parti. Ma quando ? l’articolo non ci dice quali siano le
ipotesi quando debba avvenire ciò. Se non tute le parti sono presenti, il processo in questo
caso è viziato, il giudice dunque rilevando il vizio lui deve ssare un termine perentorio
entro il quale le parti devono provvedere a integrare il contraddittorio, ovvero a sanare il
vizio. Si tratta di un vizio sanabile se viene rilevato e integrato entro un determinato
termine. Se ciò non avviene, il giudice provvede all’estinzione del processo con la
cancellazione della causa al ruolo.

Quando si applica questo articolo ?

a. quando l’oggetto del giudizio coinvolge già sul piano sostanziale più parti, ovvero
riguarda un rapporto plurilaterale che riguarda più soggetti. Es. la comunione di beni: si
tratta di un diritto che coinvolge più soggetti, ovvero tutti coloro che sono contitolari del
ben
b. l’art 784 c.p.c.: si occupa del giudizio divisorio di una comunione du un bene, ovvero
dove emerga l’esigenza di dividere il bene in più parti: al giudizio divisorio devono
necessariamente partecipare tutti i soggetti contitolari del bene. Questa norma non è
tassativa, ma è un esempio da cui si ricavano altre ipotesi simil
c. es. caso in cui un terzo agisce per il riconoscimento di un diritto reale di godimento (es.
servitù) che appartiene a più soggetti, anche in questo caso tutti i soggetti che sono
titolari del bene devono essere presenti
d. art 247 c.c.: azione disconoscimento di paternità che riguarda il riconoscimento di uno
status che coinvolge più soggetti: il padre, il glio e la madre. Lo stesso articolo
de nisce queste 3 parti come litisconsorzi necessari.
e. litisconsorzio necessario propter oportunitatem: es si tratta di un diritto di cui colui che
agisce non è titolare, ovvero legittimazione straordinaria ad agire (es. azione
surrogatoria): qui si deve anche citare in giudizio il debitorie di cui si intende surrogarsi,
ovvero il vero titolare del diritto. La ratio: la sentenza che verra pronunciata produrrà gli
effetti nella sfera giuridica del titolare, quindi è ovvio che debba partecipare perché ne
subirà lui gli effetti sostanziali del processo. Anche qui abbiamo un’ipotesi
esempli cativa e non tipica, ovvero agisce in tutti i casi di legittimazione straordinaria
ad agire

Quindi il litisconsorzio necessario avviene:


1. tutte le ipotesi quando un giudizio coinvolge sul piano sostanziale più parti
2. tutte quelle ipotesi di legittimazione straordinaria ad agire (propter oportunitatem

Se il giudice non rileva il vizio, l’articolo non ci dice espressamente cosa succede. In
questo caso la conclusione a cui è pervenuta la dottrina e la giurisprudenza: si tratterà di
una decisione viziata a cui si può ricorrere con i normali mezzi di impugnazione. Questi
ultimi sono dei mezzi che però possono essere esperiti da soggetti che fanno parte del
processo ma non a terzi esterni. Come agisce dunque il terzo (litisconsorzio pretermesso)
che avrebbe dovuto essere chiamato in giudizio ? La sentenza che è stata pronunciata
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e

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.

fi

fi
i

senza la parte che avrebbe dovuto essere presente è una sentenza che non è idonea a
produrre effetti (sentenza inutiliter data), essa pero n quando non viene eliminata essa
esiste. Il litisconsorzio può richiedere l’eliminazione attraverso un rimedio straordinario
riconosciuto propio al terzo che risulti pregiudicato nei suoi diritti dalla sentenza
medesima.
L’art 404 c.p.c. parla di opposizione del terzo: anche se la sentenza è passata in giudicato
è suscettibile di essere eliminata sull’iniziativa del terzo tramite questo rimedio del art 404
primo comma.

Il vizio può essere anche sanato tramite l’iniziativa del terzo pretermesso entrando nel
processo e diventandone parte. Nel momento in cui il terzo utilizzi il mezzo di intervento
del terzo lui sana il vizio e preclude dunque l’utilizzo del rimedio dell’art 404 c.p.c

Il litisconsorzio facoltativo

L’art 103 prevede il litisconsorzio facoltativo, facoltativo perché la scelta è rimessa alle
parti di instaurare un processo a più parti, ovvero un litisconsorzio. Più parti possono agire
o essere convenuto nello stesso processo quando siano da proporre più cause tra loro
connesse dal punto di vista oggettivo (petitum mediato) oppure per il titolo. Si può avere o
dal lato dell’attore del convenuto o entrambi. Es. più attori che fanno valere più domande
nei confronti di più soggetti che sono connesse tra di loro

Secondo l’art 33 del codice: possibilità di attribuire più domande a uno stesso giudice in
deroga al principio di competenza territoriale

es. attore agisca per esercitare l’azione di rivendicazione di proprietà su un bene nei
confronti di chi dispone il bene e anche di un altro soggetto un’ulteriore ipotesi di
rivendicazione o perché l’ha acquistata o usucapita. Dunque stesso attore, stessa azione
verso due soggetti diversi

es. soggetto vittima di un incidete stradale faccia un azione sia contro l’attore dell’incidente
e contro l’assicurazione: entrambe le domande legate dal titolo, ovvero dalla causa
petendi di cui derivano

Dunque cumulo soggettivo dovuto al cumulo oggettivo

L’art 103 dice che la possibilità di cumulo rimessa alle parti può aversi anche nel caso in
cui le diverse cause anche se non connesse dal punto d vista oggettivo riguarda la
risoluzione di identiche questioni di fatto e diritti. Sono cause che non sono ocnenesse ma
analizzano simili questioni. SI parla di litisconsorsio facoltativo per connessione impropria

es. ipotsei quando ci sono più lavoratori dipendenti che agiscono contro lo stesso datore di
lavoro per chiedere al giudice l’applicazione di una determinata clausola generale al loro
contratto di lavoro. Il lavoratore potrebbe farlo individualmente, ma visto che tutte le
domande fanno riferimento all’applicazione di quella clausola, applicando l’art 103 tutti i
lavoratori possono facoltativamente comunare le diverse cause in un unico processo.
L’applicazione di questo tipo di litisconsorzio si può applicare solo se non si deroga ad
alcun criterio di competenza

Tutto questo ovviamente quando il giudice non ritenga opportuno disporre la separazione
delle cause.

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L’intervento del terzo

Quando si genera un fenomeno di pluralità delle parti per l’intervento dei terzi

L’istituto dell’intervento dei terzi sta in tre norme del codice

L’art:
a. 105 c.p.c intervento volontario: per iniziativa volontaria del terz
b. 106 c.p.c. intervento su istanza di parte, ovvero coatto perché il terzo viene
obbligato a partecipare al processo. Le parti vogliono far si che la decisione produca i
suoi effetti anche nei confronti del soggetto
c. 107 c.p.c intervento coatto del terzo su iniziativa del giudice che avverte
l’esigenza per far si che il soggetto che è rimasto estraneo debba essere coinvolto nel
processo e assuma la qualità di parte. Il giudice avverte l’esigenza che il terzo sia
coinvolto nel processo perché la sentenza che pronuncerà è destinata a interferire con
un diritto di cui è titolare il terzo

L’intervento volontario del terzo

Chiunque non sia parte nel processo può intervenire nel processo per far valere un suo
diritto connesso con un diritto oggetto della causa per fare valere una sua domanda o nei
confronti di tutte le parti o solo una di essere. La connessione è per il petitum mediato o
per il titolo. La conseguenza dunque è che il terzo assume la qualità di parte e che
l’oggetto del processo si espande con la domanda del terzo

ci sono due ipotesi:

Ipotesi nr. 1: nei confronti di entrambi le parti

Il terzo interviene nei confronti di tutte e due le parti del giudizio: si parla di intervento
volontario del terzo principale perché lui esercita la domanda nei confronti di entrambe le
parti. Quando è che avviene ciò es. lite fra pretendenti del medesimo diritto. Sempronio
interviene nel processo dichiarando di essere lui il proprietario del bene avendolo
usucapito: questa azione di rivendicazione dunque deve essere conosciuto tanto nei
confronti del convenuto che dell’attore.

Ipotesi nr. 2: nei confronti di una parte

Il terzo interviene nei confronti di solo una delle parti: qui il terzo intervenga e si af anca
all’autore con un ulteriore domanda: il terzo fa valere la tutela di un dirtto che connesso al
diritto fatto valere dall’autore. Es. tizio vittima dell'incidente agisce per ottenere i
risarcimento dei danni nei confronti del convenuto per l’incidente. Sempronio interviene fa
valere un ulteriore domanda di risarcimento che lui afferma di aver subito in conseguenza
del medesimo incidente stradale. Il terzo avrebbe potuti fare valere questa domanda in un
processo autonomo, ma il terzo ha la possibilità di utilizzare l’istituto dell’intervento
volontario per intervenire in un processo già esistente.

In entrambi i casi l’intervento del terzo è a processo pendente

Il secondo comma prevede una terza ipotesi


fi
Nel secondo comma dell’art 105 il legislatore prende in considerazione un ipotesi
particolare di intervento volontario: può intervenire nel processo no per fare valere una
domanda autonoma, ma di sostenere la posizione di una delle parti quando vi abbia
interesse. SI parla di intervento volontario adesivo dipendente. Serve pero che abbia un
proprio interesse che lo inciti a sostenere una parte, è sempre facoltativo. Si parla di
dipendete perché il terzo interviene per tutelare un suo interesse che dipende dall’oggetto
del processo. Il riferimento è a quella categoria di soggetti che sono sottoposti a rapporti
dipendenti di due diritti. Es nel caso della sublocazione. Il sublocatario ha interesse che il
giudizio sia favorevole per la parte che ha il contratto principale di locazione perché se
fosse sfavorevole si ri etterebbe sul suo diritto, es il terzo potrebbe introdurre degli
elementi probatori. SI parla di intervento ad aiuvandum (a sostegno).
Qui c’e la deroga del criterio territoriale (primo comma 105= attraverso questo istituto
devono valere le regole del processo originari

Intervento coatto di terzo ad istanza di part

Questo caso viene disciplinato all’art 106. Avviene quando la parte ritiene che faccia parte
del processo o perché la parte ritiene di essere garantita dalla part

Quindi la chiamata in causa nel primo caso è quando il soggetto venga fatto valere
quando ci sia comunanza di cause. Si parla delle stesse ipotesi ai senesi dell’art 105
legittimano il terzo a fare volontariamente parte nel processo

es. in società si sollecita altri soci a far parte a un processo per far si che eventualmente i
terzi propongono a loro volta una domanda contro un convenuto, es azione di
annullamento di una delibera assembleare.

La seconda possibilità prevede la chiamata in garanzia. Qui ci si riferisce a tutte quelle


ipotesi dove tra una delle parti e un terzo sussista un rapporto di garanzia dovuto a una
previsione di legge (evizione) oppure di origine contrattuale ( deiussione). Se una delle
parti ritiene che sia opportuno fare valere questo rapporto di garanzia per oggetto della
causa, per farlo vale ovviamene dve chiamare in causa un terzo per ottenne che all’esito
del giudizio, se la decisione è sfavorevole per il garantivo che sia il garante che
intervenga. Cosi con la chiamata in causa del garante non deve più esserci dunque un
successivo processo per la garanzia. La garanzia ovviamente può essere esperia sia
dall’attore che dal convenuto e tutto ciò, per quello che riguarda il garante, mi deroga del
criterio di competenza territoriale (art 32 c.p.c.)

Gli obiettivi di questi due casi è quello d estendere gli effetti del giudicato al terzo,
facendolo diventare parte del processo.

Intervento coatto di terzo per ordine del giudice

Secondo l’art 107 può disporre di chiamare in causa il terzo quando ritiene ci sia una
comunanza di cause. Ovvero il giudice può chiamare in causa coattivamente il terzo in tutti
i casi in cui il terzo può intervenire volontariamente. L’ordine del giudice ad esperire in
chiamata il terzo non è direttamente suo, ma nelle mani delle parti. Sono loro che
chiedono di procedere, se nessuna delle due procede, avviene poi la cancellazione della
causa dal ruolo e quindi avviene l’esenzione del processo (art 270 c.p.c.). sta al terzo
dunque decidere se introdurre una domanda propria o meno. Il terzo una volta diventato
fl

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e

parte subire gli effetti sostanziali della sentenza. Dunque le ragioni per la chiamata
coattiva del terzo dal giudice per comunanza di causa (connessione oggettiva).

Il processo dunque diventa un processo litisconsortile perché ci sono più parti

Se viene chiamato in causa per ordine del giudice e anche se non dovesse avanzare una
domanda il terzo subisce comunque gli effetti del giudicato

Lezione 13.0
Le parti: estromissione e successione nel processo o nel diritto controverso

L’estromission

Oltre al caso di allargamento del processo, ovvero di litisconsorzio quando si aggiungono


sin dall’ inizio o successivamente più parti, esiste l’istituto dell’estromissione previsto all’art
108-109, ovvero quando un soggetto che fa parte del processo esce dal processo
perdendo la qualità di parte in senso processuale

art. 108 c.p.

L’art 108 c.p.c.: se il garante viene chiamato in causa ex art 106 e accetta di assumere la
causa in luogo del garantito, questi può chiedere di essere estromesso dal processo.
Quindi agisce lui in sostituzione del garantito che esce dal processo perdendo la sua
qualità di parte processuale. La sentenza però esplicherà anche i suoi effetti nei confronti
dell’estromesso, questo ultimo perde la qualità di parte in senso processuale ma non in
senso sostanziale

L’estromissione riduce il numero delle parti in senso processuale ma non in senso


sostanziale.

Il garante subentra perché è stato chiamato in causa dovuto al suo rapporto di garanzia,
una volta estromesso il garantito è li garante che prosegue il processo ma gli effetti della
sentenza riguarderanno anche il garantito.

Per l’estromissione non serve solo che ci sia la domanda del garantito, ma serve anche
che nessuna delle parti ne faccia opposizione.
La ratio di ciò è che l’altra parte (attore) ha diritto, ad esito del processo, se dovesse
risultare vittorioso di ottenere la liquidazione delle spese giudiziarie nei confronti del
convenuto originario. Se invece si riduce l’estromissione l’attore avrà tale diritto nei
confronti del garante e non del garantito. Potrebbe dunque non vedere di buon occhio
questa sostituzione

art 109 c.p.c.: estromissione dell’obbligato

L’art 109 c.p.c. prevede il caso dell’estromissione dell’obbligato. Può essere accaduto nel
corso del processo che sia sorta una lite tra pretendenti. Questo può essere accaduto per
esempio che il terzo pretendente ha esercitato l’intervento volontario del terzo rivendicato
lui il diritto che un attore ha rivendicato. Quindi due soggetti che rivendicano uno stesso
diritto, si deve determinare chi sia il legittimo pretendente. L’obbligato per non dover subire
delle spese giudiziario può mettere a disposizione di colui alla ne del giudizio risulterà il
legittimo prendetene dell’oggetto (es denaro) dunque cosi viene estromesso dalla causa

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con provvedimento del giudice. La sentenza di merito che verra pronunciata produrre degli
effetti anche nei confronti dell’estromesso.

Qui è ovvio che il convenuto deve dare a qualcuno dei due il bene che viene preteso, lui
dunque per non avere problemi consegna la cosa ed esce dal processo che proseguirà
solamente a determinare a chi dei due appartiene, e poi ovviamente la sentenza produrre
gli effetti anche sul convento estromesso.

Anche l’estromesso ha sempre la quali ca di parte in senso sostanziale dunque può


ricorrere all’impugnazione.

Il giudice non può d’uf cio ordinare l’estromissione, ciò andrebbe contro il principio della
domanda. (cioè il giudice non può cacciare nessuno)

La successione nel processo

Il codice prevede due tipi di successione nel processo:

a. L’art 110 successione nel processo ad una delle parte nel corso del process
b. L’art 1112 successione a titolo particolare dell’oggetto della controversia

Art 110 c.p.c

Può accadere nel corso del processo una delle parti venga meno per morte o per altra
causa. Qui il processo è proseguito dal successore/successori universali in suo confronto.
Ovviamente qui non si parla del caso di diritti personalissimi in quanto essi possono solo
essere fatti valere dal soggetto stesso. Quindi viene esteso ai successori il diritto di
proseguire il processo in sostituzione della parte che è venuta a meno o è morta.

Nei casi delle persone siche, essa può venire meno solo per morte dunque subentrerà
l’erede o gli eredi. Il riferimento ad altre cause è riferito al caso in cui la parte non sia una
persona sica ma una persona giuridica. Es il caso di fusione di più società che ne creano
una sola, le sue società dunque non esistono più; oppure nel caso di corporazione di
società; cancellazione della società dal registro delle imprese
Anche il caso della liquidazione della persona giuridica dove pero non si ha un successore
universale. Qui c’e un problema quando non c’e un successore, l’art 110 dunque non può
essere applicato. Questa è una vicenda è stata risolta dalle sezioni unite della cassazione
nel 2013: se la società viene liquidata, non viene applicato l’art 110 ma troverà
applicazione l’art 111: qui intervengono gli associati della persona giuridica che erano tali
al momento che la persona giuridica è stata liquidata, nei limiti della responsabilità
subentrano gli ex soci.

Il subingresso del successore universale presuppone o la sua costituzione in giudizio


volontaria oppure l’attivazione del contraddittorio (cd. riassunzione del processo) nei suoi
confronti a seguito di interruzione del processo (art 299 e ss. c.p.c.)

L’art 111 c.p.

Anche se il diritto è oggetto di una controversia, questo non impedisce che questo diritto
sia trasferibile. Se nel corso del processo si trasferisce il diritto oggetto della controversia a
titolo particolare per atto tra vivi (vendita donazione) il processo prosegue tra le parti
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originarie. Si ha una legittimazione straordinaria ad agire perché il soggetto non è più il


titolare del bene ma comunque continuano agire nel processo

Invece se il trasferimento a titolo particolare avviene per causa di morte (legato). il


processo è proseguito dall’erede o in cui confronto. Viene tutelato un diritto di cui l’erede
non è più titolare, dove il legato ne è il proprietario, però in giudizio agisce l’erede.

Il terzo comma dice: il successore a titolo particolare (colui che è diventato titolare del
diritto particolare) può diventare parte del processo intervenendo o essere chiamato nel
processo e, se le parte parti vi consentano, l’alienante o il successore universale può
esserne estromesso.
Che intervenga o meno il successore a titolo particolare, la sentenza pronunciata spiega
sempre i suoi effetti anche contro di lui ed è impugnabile anche da lui.

Il quarto comma dell’art 111: il fenomeno di effetti nei confronti del successore a titolo
universale, salvo che debbano trovare applicazione nei suoi confronti le norme
sull’acquisto in buona fede dei beni mobili (art 1153 c.c.) e sulla trascrizione (in caso di
beni immobili o mobili registrati) (art 2652 e 2653 c.c.). Se il terzo ha acquistato in buona
fede il bene immobile, il suo diritto prevale sulla sentenza a lui sfavorevole. Quindi il 4
comma costituisce un limite alla produzione degli effetti della sentenza nei confronti del
successore a titolo particolare. Oppure quando il soggetto abbia trascritto l’atto prima della
sentenza o della domanda giudicare che fa riferimento nel giudizio nel quale si fa
riferimento al trasferimento a titolo particolare. Quindi qui prevale l’atto di pubblicità degli
atti di trasferimento

Lezione 14.0
Il pubblico ministero nel processo civile.
Atti processuali e provvedimenti

Lui interviene ogni volta che il processo abbia ad oggetto liti di natura indisponibile oppure
un interesse generale pubblico che viene salvaguardato con la presenza del Pm

IL PM inoltre non fa valere lui una domanda con cui fa valere un proprio interesse, lui
interviene per interesse pubblico

Gli art 69 e 70 del codice in cui garantisce al PM un diritto di azione in determinate azioni
previste dal legislatore, ovvero può avviare lui il processo oppure intervenire come parte. Il
legislatore per salvaguardare il principio della domanda fa ricorso al pm quando ha
ritenuto che ci fosse l’esigenza o nel caso di un interesse indisponibile oppure per
interesse pubblico

L’art 69 c.p.c stabilisce quando il pm è attore del processo civile avviando lui stesso il
processo. Agisce anche nel processo penale, ovviamente non per fare valere un interesse
proprio ma un interesse collettivo dello stato

Quando il pubblico ministero è presente nel processo, lui non agisce mai come esclusivo
titolare del diritto d’azione ma agisce con altri soggetti.

Altre ipotesi in cui interviene:


- materia matrimoniale per es. quando non celebrato secondo i principi stabilit
- capacita di persone come per il caso di adozione, intenzione e inabilitazion

- materia di insolvenza dell’imprenditore, oltre ai creditore anche il PM ha il diritto di


azione

Qui al pubblico m. viene attribuita l’azione per tutelare determinati status personali

L’art 70 c.p.c. disciplina l’ipotesi in cui pur non avendo il PM l’azione (es. già esercitata da
altri). Ci sono delle ipotesi in cui il PM deve intervenire necessariamente (litisconsorzio
necessario, intervente necessario) oppure per sua discrezione.

Nel caso di interventore necessario


- in tutte le cause in cui lui stesso avrebbe potuto proporre ma non ha propost
- nelle cause matrimoniali comprese quelle di separazion
- nei casi riguardanti lo stato e la capacita delle persone
- e tutti gli altri casi previsti dalla legge (es. tutti i giudizi difronte alla corte di cassazione
stabilito dal regiodecreto del 91)
Nel caso di intervento facoltativo
- in ogni altra causa in cui ravvisa un pubblico interesse

I poteri del P.M

L’art 71 del codice: il PM che interviene nelle case che avrebbe potuto proporre, ha gli
stessi poteri che competono alle parti e li esercita nelle forme che la legge stabilisce per
queste ultime. Mentre negli altri casi di intervento il PM può introdurre documenti etc nei
limiti della domanda delle parti e non può proporre domande nuove

Il pM può proporre delle impugnazioni per le sentenze in materia matrimoniale salvo per
quelle che riguardano la separazione dei coniugi. Nelle sentenze di divorzio il pm può
impugnare ma solo per tutelare l’interesse dei gli minori (art. 5 l.898/1970). Qui perché
ritiene che il giudice non abbia salvaguardato la tutela dei minori

In tutte le cause in cui deve intervenire necessariamente (art 70) può proporre la
revocazione della sentenza quando questa sia stata pronunciata senza che egli sia stato
sentito o quando la sentenza è l’effetto della collusione messa in essere dalla parti per
frodare la legge (art 397 c.p.c.

Il pubblico ministero è sempre co-legittimato insieme agli altri nel diritto di azione. Gli effetti
del giudicato varrà poi per tutti i co-legittimati, ovviamente ciò anche per il PM. Ovviamente
si parla di consumazione del potere di azione, il pm non è mai direttamene destinato di un
giudicato sostanziale in quanto non può proporre domande per il proprio interesse

Gli atti processuali e provvedimenti

Il codice li tratta nella stessa sezione del codice e li disciplina in maniera unitaria. A che
cosi ci riferiamo con atto processuale

E’ un atto scritto o orale compiuto all’interno del processo che produce determinati effetti.
Si parla di atto processuale quando sono compiuti dalle parti, mentre i provvedimenti sono
gli atti processuali compiuti dal giudice

Per gli atti processuali ci sono delle norme generiche, ma per alcuni degli atti particolari il
legislatore ha stabilito delle nome speci che che lo disciplinano in modo preciso, es. atto
di citazione e il contenuto

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L’atto processuale opera all’interno del processo, e ha due caratteristiche


a. la forma contenuto degli atti processuali: la regola generale è che quando viene
individuata la forma, essa non è meramente intrinseca, ovvero non si intende tanto la
forma esteriore ma più il contenuto. Nel disciplinare le caratteristiche dell’atto
processuale lui disciplina lo scopo che deve perseguire. Tutti gli atti processuali non
sono ni a se stessi, ma esistono per compiere un determinato scopo. Se l’atto
processuale non ha la forma prevista dal legislatore ma comunque esso abbia
compiuto lo scopo per cui stato preposto, l’atto viene sanato ed è valido. C’é
l’irrilevanza del volontà della parte nel compimento dell’atto, cui che è importante è lo
scopo che si vuole raggiungere, non la volontà o la forma.

es. l’atto di citazione: ognuno degli elementi costitutivi di questo atto corrisponde allo
scopo che esso tende, ovvero di esercitare la domanda e di attivare il contraddittorio

La libertà di forme viene disciplinato dal codice all’art 121 c.p.c.: se i legislatore non ha
previsto un contenuto preciso, può essere un contenuto che la parte che gli abbia dato
idoneo al raggiungimento dello scopo.

L’art 125 da le indicazioni di massima riguardo al contenuto che deve avere un atto di
parte che richiama gli elementi che devono emergere dall’atto : es. il riferimento
dell’uf cio giudiziario dove la causa è pendente, l’oggetto che si rivolge al giudice, le
ragioni della richiesta e le conclusioni e la sottoscrizione dell’atto dell’avvocato. E atto
per assunzione del testimone: devo indicare chi è il testimone e i fatti

Inoltre l’atto deve essere in italiano, in forma scritto o in forma orale, in questo ultimo
caso viene assunta in sede di verbale

I termini processuali

Ci sono vari tipi di termini

I termini acceleratori

Qui una determinata attività processuale deve essere compiuta entro un determinato
termine. Il legislatore tramite questo termine ha lo scopo di accelerare il processo dando
delle cadenze da rispettare

possono essere

- perentori: sono termini ssi scaduti i quali dove automaticamente la parte decade dalla
facoltà di proporre un tale atto. Quindi al soggetto viene preclusa una speci ca attività
processuale, e ciò automaticamente senza alcuna attività del giudice
- ordinatori: questi termini sono prorogabili da parte del giudice su richiesta della parte
purché questa propria avvenga prima che il termine sia maturat

I termini dilatori

Essi stabiliscono il periodo di tempo minimo che va concesso per il compimento di un


determinato atto per la salvaguardia del diritto di difesa. Consiste in un termine minimo a
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difesa della parte, il legislatore ha valutato che per compiere correttamente un atto a capo
della parte debba essere attribuito un termine minimo. Es l’art 163 bis del codice nei casi
dei termini per comparire

Tutti i termini acceleratori e dilatori subiscono una sospensione feriale dal 1-31 agosto di
ogni anno. Tranne alcune ipotesi espressamente indicate dall’art 3 della legge 742/1969
es le controversie in materia di lavoro che in questi casi no sospensione dei termini

I provvedimenti del giudice

Essi riguardano l’attività svolta dal giudice nel processo.


L’art 131 c.p,c. stabilisce che i provvedimenti del giudice sono: sentenza, ordinanza e
decreto.

La sentenza art 132

Viene disciplinata nel contenuto


1. indicazione del giudice che l’ha pronunciat
2. indicazione delle parti e dei loro difensor
3. le conclusioni del pubblico ministero e quelle delle part
4. concisa esposizione dello svolgimento del processo e dei motivi in fatto e in diritto della
decisione (motivazione). Ovvero la conclusione che il giudice ha assunto nel decidere
la sentenza
5. dispositivo, data di deliberazione e sottoscrizione

Una volta pronunciata la sentenza del giudice, deve avvenire la pubblicazione per
produrre effetti. La pubblicazione ha inoltre lo scopo di renderla conoscibili alle parti, con
questo atto esce dalla sfera interna del giudice. La pubblicazione avviene tramite il
deposito in cancelleria, e la data della pubblicazione coincide con il deposito. La data di
pubblicazione della sentenza è molto importante anche ai ni della decorrenza dei tempi
ordinari di impugnazione

L’ordinanza art 13

Ha una funzione ordinatoria quando il giudice è chiamato ad esporre determinate


indicazioni indicazioni sulla prosecuzione del processo. Viene adottato come
provvedimento ordinatorio quando non c’e stata una funzione ordinatoria. Deve essere
succintamente motivata e comunicata alle parti se pronunciata fuori dall’udienza

Il decreto art 13

E pronunciato d’uf cio o si istanza anche verbale della parte e non è motivato, salva
espressa motivazione
Quando abbiamo una provincia di una sentenza siamo nell’ambito di un proceso a
cognizione piena, invece sommaria in caso di ordinanza o decreto

Lezione 19.0
Comunicazioni e noti cazion
La nullità degli atti processuali

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Per far si che gli atti processuali delle parti e i provvedimenti del giudice possano esperire i
loro effetti, deve accadere che escano dalla sfera giuridica del soggetto che le ammette.
Ciò avviene tramite le noti cazioni e le comunicazioni egli atti dei provvediment

L’art 136 c.p.c. le comunicazioni: riguardano principalmente i provvedimenti del giudice


e avvengono tramite la cancelleria dell’uf cio giudiziario. Se i provvedimenti venhgono resi
nel corso dell’udienza essi non hanno bisogno di comunicazione in quanto si ritengono
conosciuti, invece quelli emessi extra processo devono essere comunicati. Le modalité di
comunicazione sono indicata all’art 136 tramite la consegna alle parti di un biglietto della
cancelleria, oppure tramite l’intero provvedimento
L’art 16, 4 comma, d.l. 179/2019: è una norma residuale all’art 136 che disciplina che nei
procedimenti civili le comunicazioni sono effettuate esclusivamente per via telematica
all’indirizzo p.e.c. risultante nei publici elenchi. Le parti devono indicare il loro indirizzo
p.e.c. (lo fa l’avvocato di solito). Questo articolo per con il tempo ha assunto importanza
fondamentale, l’art 136 è utilizzato solo se non è possibile mandare le comunicazioni in via
telematic

Gli art 137-162 noti cazioni: essi riguardano principalmente gli atti di parte, es. un atto
compiuto dall’attore de e essere reso noto al convenuto, cio tramite noti cazione e
successivamente depositato in cancelleria. Quindi non è altro che la procedura dell’attore
per far si che l’atto di citazione esca dalla sua sfera giuridica ed entri in quella del
destinatario. Alle noti cazioni di regola provvede l’uf ciale giudiziario sull’istanza di parte o
su richiesta del pubblico ministero o del cancellerie.
L’uf ciale giudiziario esegue la noti cazione mediante consegna al destinatario di copia
conforme all’originale dell’atto da noti carsi. L’uf ciale giudiziario procedere alla relazione
della relazione dove indica la persona alla quale ha noti cato l0’atto, il giorno e l ora, il
luogo della noti cazione. Questo documento ha valenza di atto pubblico e serve per
veri care che effettivamente la noti cazione sia avvenuta correttamente. Essa fa fede no
a querela di falso.

Le regole sulle noti cazioni (art 138 ss, c.p.c.): il codice elenca varie regole che debbano
essere osservate una corretta noti cazione.

a. l’uf ciale uf ciale può eseguire la noti cazione mediante consegna della nelle mani
proprie del destinatario, presso la casa di abitazione (fra le 7-21h
b. in assenza. ad una delle persone indicate dall’art 139: indica le perone che possono
essere destinatarie in assenza della persona indicata. Non può essere inferiore a anni
14 e nemmeno incapace. Vengono date le regole sulle persone da individuare per la
consegna.
c. se non è possibile nei modi precedenti, noti cazione mediante deposito presso la casa
comunale dove abita il destinatario e avviso af sso sulla porta della sua abitazione (art
140
d. se sconosciuti residenza, dimora o domicilio, noti cazione mediante deposito presso
cassa comunale di ultima residenza per 20 giorni (art. 143). La noti cazione avviene
decorsi poi 20 giorni dal deposito presso la casa comunale, cioè af ssione dell’albo
pretorio dell’atto in modo che sia comunque reso conoscibile questo deposito

L’art 151 c.p.c. noti cazione per pubblici proclami: quando la noti cazione p molto dif cile,
es in caso di numerosi parti a cui noti care, quindi si procede tramite pubblici proclami su
un quotidiano sull’avviso di deposito di un determinato atto ai destinatari indicati nello
stesso avviso.
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Queste regole sono le metodologie originali, al giorno d’oggi sono residuali: gli articoli 149
e 149 bis prevedono altre modalità molto utilizzate oggi.

L’art 149 prevede la noti cazione anche per mezzo di posta, salvo che non se sia fatto
espresso divieto (busta verde, determinate forme). Oppure per messo di p.e.c., mediante
trasmissione in formato digitale dell’atto o del provvedimento, utilizzando indirizzo p.e.c.
risultante dal registro generale degli indirizzi elettronici. Quindi se il soggetto non abbia un
per, allora potrebbe comunque l’uf ciale giudiziario può utilizzare l’indirizzo indicato
nell’atto introduttivo.

In generale si utilizza al giorni d’oggi principalmente le modalità telematiche e quelle


previste dal codice originare solo in mancanza di ciò.

Quale che sia la modalità, con riferimento alla procedure di noti cazione, la corte
costituzione nel 2002 e nel 2004 prevede il principio di scissione del momento di
perfezionamento della noti cazione per il noti cante e il destinatario. Quale è il momento
determinate per stabilire quando l noti cante ha compiuto la noti cazione: quello
dell’istanza all’uf ciale giudiziario oppure il momento della consegna ?

La corte costituzionale afferma che si debba scindere il momento della noti cazione per il
noti cante e per il destinatario: non sono gli stessi: per il noti cante è perfezionato quando
l’atto esce dalla sua sfera giudica ed entra nella sfera dell’uf ciale giudiziario, per il
destinatario il momento è quello in cui l’atto venga noti cato ed entra nella sua sfera
giuridica.

Per il servizio telematico ?

Qui per il noti cante il momenti decisivo non è solo il momento dell’invio ma anche il
momento in cui la noti cazione per mezzo telematico ha generato la risposta di avvenuta
ricezione all’indirizzo di posta elettronica del destinatario; Il destinatario quando la riceve

La legge 53 del 1994 ha introdotto la possibilità che alla noti cazione possano provvedere
direttamente gli avvocati della parte, anche a mani proprie quando il destinatario è anche
egli un avvocato, oppure possono provvedere o a mezzo de servizio postale o con
modalità telematiche p.e.c.

Il decreto legge 179/2012 all’art 16 bis: obbligo del deposito telematico degli atti delle parti
presso gli uf ci giudiziari, ad esclusione quelli introduttivi del giudizio, questi ultimi
vengono depositati in modalità tradizionali.
Questo deposito telematico è stato scaglionato nel tempo per il suo adattamento, ciò è
oggi obbligatorio per tutti i procedimenti civili e per la corte di appello, 20 gg fa cena per i
giudizi civili in cassazione. Per il giudice di pace è slittato secondo il tipo di procedura al 31
ottobre si questo anno o 2025. (serve che gli uf ci giudiziari siano muniti di tutti i mezzi
necessari). Una volta che si completerà questo processo, il giudice avrà il fascicolo
contenente tutti gli atti in modalità elettronico e non più cartaceo, essi sempre in modalità
telematica saranno poi comunicati

queste indicazioni che ricaviamo in parte dal codice e dalla legislazione speciale che
riguardano gli atti processuali e i provvedimenti sono da rispettare, il non rispettarli può
in ciare la procedura di comunicazione di noti cazione o di comunicazione o dell’atto
medesimo
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La nullità degli atti processuali

Gli art 156 e seguenti del codice disciplinano questo principio e prendono in
considerazione nullità formali degli atti processuali. Qui la zoione di nullità formale va
intesa nel senso di che gli atti processuali processuali presentano soprattutto la sostanza,
non si parla tanto di nullità esteriore, ma della nullità della forma sostanza dell’atto, di cio
che emerge dal contenuto dell’atto processuale.

Fin quando non ci sia una pronuncia del giudice che rilevi la nullità, quel atto processuale
rimane in vita e procedure effetti, la pronuncia del giudice fa si che la nullità produca i suoi
effetti. La principia del giudice dichiara nulla l’atto, si avvicina questa disciplina molto
all’annullamento degli atti processuali. Solo a seguito della pronuncia del giudice l’atto
processuale viziato è destinato a venirne meno, quindi no alla pronuncia del giudice l’atto
produce i suoi effetti

La nullità inizierà a prodursi e a determinare il venire meno dell’atto dal momento che c’e
stata la declaratoria della nullità medesima. La modalità si avvicina ancora una volta
all’annullamento Gli effetti della pronuncia retroagiscono dall’inizio.

Dunque la nullità è come un annullabilità. Una volta dichiarata la nullità essa si estende a
tutti gli atti processuali successivi che dipendono dall’atto affetto da nullità

Le caratteristiche sono dunque: Le differenze dalle nullità degli atti sostanziali


- nullità formali (forma-sostanza
- necessaria pronuncia giudizial
- decorrenza della declaratoria di nullit
- estensione della declaratoria agli atti successivi dipendenti

La rilevanza delle nullità degli atti processuali all’art 156 ci dice QUANDO un atto
processuale può essere de nito invalido. Quello che rileva è sempre il contenuto dell’atto.
Innanzitutto le ulite rilevano quando abbiano a che fare con requisiti formali indispensabili
per il raggiungimento dello scopo dell’atto, ovvero di forma e contenuto indispensabili per il
raggiungimento dello scopo. Non si parla di meri vizi formali e irregolarità, devono essere
particolarmente gravi. I casi nei. Non si può dichiarare nullo un atto se non è soggetto da
un vizio di nullità stabilito dal legislatore. L’art 154 dichiara quali sono i vizi di nullità

La nullità pero non può essere pronunciata, se l’atto ha raggiunto lo scopo a cui è
destinato. Questo comma terreno quindi è una disposizione che ha lo scopo di salvare un
atto affetto da nullità ma che comunque ha raggiunto lo scopo per il quale p stato
predisposto. Per il legislatore rileva la funzionalità dell’atto per cui è destinato

Le nullità relative art 157 c.p.c

La nullità degli atti processuali può essere rilevata d’uf cio solo se è espressamente
previsto, in caso contrario, vale la regola opposta, quella che viene rilevata dalle parti

Dove il giudice non ha previsto nulla di che, la nullità è rilevata ad istanza di parte, invece
quella del giudice solo se è prevista espressamente. Le parti agiscono sollevando un
eccezione di nullità. Quando l’azione è sollevabile solo da parte, il legislatore prevede due
.

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limiti: l’eccezione può essere fatta valere solo dalla parte in cui interesse è marcata la
nullità e deve farla valere nel primo atto difensivo al momento in cui si è generata la nullità
o in cui ha avuto notizia dell’atto. Altrimenti, in caso contrario, la nullità si sana se la parte
legittimata a fare valere la nullità nella sua prima difesa successiva. La nullità non può
essere fatta valere dalla parte che abbia generato il vizio, se l’atto è viziato il vizio non può
essere fatto valere dalla stessa pare che abbia viziato l’atto

Le nullità assolute art 158 c.p.c

Possono essere rilevate d’uf cio e di regola generale sono insanabili, salvo quanto
stabilito dall’art 161 c.p.c. Proprio perché rilevate d’uf cio sono insanabili.

L’art 158 richiama due vizi che affettano gli atti processuali

a. il giudice che ha compiuto l’atto in questione e alla sua costituzione presenta dei vizi.
ES. una determinata attività processuale è compiuto da un giudice che non è più in
carica perché è andato in pensione.
b. Oppure il caso in cui sia stata compiuta un attivista processuale dove pero il P.M non
era presente.

Questa insanabilità è sanata alla luce dell’art 161 che fa riferimento alla nullità della
sentenza, ci dice che i vizi che affettano la sentenza devono essere fatti valere come
mezzi di impugnazione se si stratta di sentenza suscettibile di impugnazione ordinaria,
altrimenti questi vizi che non vengono impugnati tramiti i mezzi ordinari di impugnazione si
sanano. Sono vizi che si ripercuotono sulla sentenza, sebbene dichiarati come vizi di
nullità assoluta sono sanati

L’estensione della nullità art 159 c.p.c

La nullità di un atto non importa quella degli atti precedenti, ne di quelli successivi che ne
sono indipendenti. Inoltre la nullità di una parte dell’atto non colpisce le altre parti dello
stesso atto che sono indipendent

Quindi l’estensione avviene solo in caso di dipendenza

La nullità in materia di noti cazione art 160 c.p.c.

L’art 160 c.p.c. ci dice quando in materia di noti cazione avviene la nullità. Ovvero la
noti cazione è nulla se non sono osservate le disposizioni circa la persona alla quale deve
essere consegnata la copia (art 139), o se vi è incertezza assoluta sulla persona a cui è
fatta o sulla data (nella relata du noti ca). Tutto cio salva l’applicazione degli articoli 156 e
157 es, vizio di noti cazione non può essere fatto valere se è avvenuta comunque la
noti cazione (156), inoltre art 157 il vizio di noti cazione è una nullità relativa, ovvero deve
essere fatta valere nella sua prima difesa, altrimenti il vizio di noti cazione si sana

La nullità delle sentenza art 161 c.p.c

La nullità della sentenza soggette ad appello o a ricorso per la cassazione (mezzi ordinari
di impugnazione) puoi essere fatta valere soltanto nei limit e vedono le regole prepor di
questi mezzi di impugnazione, ovvero si parla di conversone dei vizi della sentenza in
motivi di impugnazione. La parte deve fare valere tale vizio come motivo di impugnazione.
La nullità può essere di due tipi
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a. Nullità propria la nullità propria della sentenza per mancanza di forma o di contenuto,
la nullità riguarda poi la sentenz
b. Nullità derivata gli atti compiuti in precedenza sono viziati da una nullità non sanabile

Questa disposizione non si applica quando la sentenza manca della sottoscrizione del
giudice, incuto caso si parla di inesistenza della sentenza. Io posso proporre un azione
di accertamento della sentenza.
La sottoscrizione da parte del giudice è un gesto tramite al quale si può riferire una
determinata sentenza ad un giudice, un sentenza senza sottoscrizione eè inesistente: non
vuoldi re che la sentenza pero non esiste proprio, ma non produce effetti, quindi per
essere valida deve essere sottoscritta dal giudice. Il riconoscimento può essere o dal
giudice dell’appello o i via autonoma tramite un azione di accertamento di nullità della
sentenza per malata sottoscrizione del giudice.

La rinnovazione dell’atto nullo art 162 c.p.c

Sempre in relazione agli eventuali vizi della sentenza, l’art 162 parla della rinnovazione
dell’atto nullo se è possibile, ciò è il giudice che lo valuta di volta in volta. Viene consentito
dunque al processo di giungere alla pronuncia del merito
Con riferimento ai vizi della sentenza, una volta impugnata la sentenza, se il vizio è
sanabile, il giudice dell’impugnazione accogliendo l’impugnazione e accogliendo il vizio
della sentenza disporre la rinnovazione della sentenza medesima secondo l’art 162 per
consentire che il processo si concluda con una decisione del merito e non con una
decisione che abbia rilevato un vizio di natura processuale.

Lezione 20.0

Il processo ordinario a cognizione piena

Il processo ordinario di cognizione, cosi come disciplinato dal libero II del codice difronte al
tribunale. Il modello di riferimento del processo è quello di cognizione. Ci sono poi i
procedimenti speciali che poi ovviamente si basano su quel ordinario ma con determinate
speci cità

Il processo ordinario di cognizione è il processo che si usa sempre in sede civile quando il
legislatore non abbia previsto un procedimento speciale (rito del lavoro, divorzio e
separazione). Si tratta di processi a cognizione piena, il giudice prima di emettere
sentenza forma una cognizione approfondita ed esauriente. Le parti in questi processi a
cognizione piena ed esauriente. La decisione viene emessa solo dopo una cognizione
piena ed esauriente
Ci sono dei procedimenti che hanno una cognizione sommaria, qui il provvedimento
decisorio che viene emesso non avrà la forma della sentenza ma dell’ordinanza o decreto.
Questo per sottolineare che la decisione è stata emessa non con una cognizione piena.

Le fasi del processo ordinario di cognizione

a. Fase introduttiva: ha la fase di introdurre il giudizio e di attivare il contraddittorio tra le


parti

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.

b. Fase di trattazione della causa: ci sarà l’assunzione delle prove, verranno assunti i
mezzi di prova che le parti hanno allegato a sostegno della loro posizion
c. Fase decisoria: quando il giudice ritiene che la causa sia matura per una decisione, si
procede alla fase decisori

L’atto introduttivo del processo

Nel processo a cognizione piena, l’atto di introduzione assume la denominazione di atto di


citazione. L’articolo 163 se ne occupa, non si limita a determinare la forma esterna
dell’atto, ma individua anche il suo contenuto fondamentale.

Perché si chiama atto di citazione ? che scopo gli viene attribuito

E l’atto con il quale viene determinata la prima udienza e tramite il quale viene chiamato in
giudizio il convenuto. Quindi si instaura il contraddittorio nei confronti del convenuto
(vocativo in ius) e avendo come connetto l’esercizio della domanda giudiziale, all’interno si
ha l’esercizio dell’azione (editio actionis) che delimita dunque i limiti dell’attività del giudice
e l’attività dell’attore

Una volta l’attore formulato l’atto di citazione, prima di essere presentato al giudice, deve
essere noti cato al convenuto, solo da quel momento si può dire che il processo è
pendente, il giudice dunque viene introdotto dopo.

Se l’atto introduttivo è quello del ricorso, qui invece vede l’attivazione del giudice
immediatamente. L’attore lo deposita nella cancelleria, il giudice poi ssa la prima udienza.

Quindi atto di citazione rivolto al convenuto, il ricorso invece al giudice

Qual è il contenuto dell’atto di citazione ?

Sono indicati nell’art 163 e sono tali per la vocato in ius e l’editio actionis. Sono elementi
contenutistici che sono ritenuti essenziali per poter instaurare il processo e per il
reaggiungimento dello scopo. Nel terzo comma ci sono dunque i diversi elementi
contenutistici che alcuni sono per la vocato in ius ed altri per l’editto actionis.

Per la vocation in ius:

- indicazione dell’uf cio giudiziari


- generalità dell’attore e del convenuto: es l'indicazione del luogo di residenza e di dimora
del convenuto (per il giudice per vedere se i criteri di competenza territoriale sono stati
rispettati); oppure se l’attore o il convenuto sono incapaci si deve indicare il tutore,
curatore (per semi-capacita
- se attore o convenuto è una persona giuridica o un associazione non riconosciuta,
indicazione dell’organo o uf cio che la rappresenta. La stessa cosa vale per le
associazioni non riconosciut
- Deve essere anche indicata la procura, se non è ancora stato indicato un difensore,
questo vizio può essere sanato successivamente, il giudice indicherà un termine
perentorio entro il quale la parte deve provvedere alla procura.
- Deve essere indicato il primo giorno dell’udienza di comparizione davanti al giudice.
L’attore non è del tutto libero nella scelta del giorno, dovrà rispettare i termini minimi
introdotti dal legislatore. Il convenuto deve avere a disposizione dei termini minimi a sua
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difesa per salvaguardare la genuinità del contraddittorio del diritto di difesa che hanno
funzione di salvaguardare il contraddittorio nei confronti del convento. Per il giuodno
della prima udienza il tribunale prevede dei giorni speci ci.
- L’attore invita il convenuto a cpstiursi in giudizio nel termine di 20 giorni prima
dell’udienza indicata (10 abbrevuata) indicano che se non lo fa ricorre in decadenze
espressamente indicate nell’art 38 e 167. sempre nell’ottica di salvaguardare la
posizione del convenuto. sempre che non voglia rimanere contumace. Questi termini di
20 giorni prima si ridurranno alla metà laddove il giudice abbia disposto l’abbreviazione
dei termini su istanza dell’attore

Per l’edito actions (punti e 3-4 del codice)

- punto 3 deve indicare la cosa oggetto della domanda, ovvero il petitum mediat
- punto 4 deve essere indicata la causa petenti, ovvero l’esposizione dei fatti indicanti le
ragioni della domanda.
- punto 5 L’indicazione dei mezzi di prova e dei documenti, è fondamentale ma può
anche avvenire successivamente non necessariamente nell’atto di citazione. Questi
mezzi servono a consentire al conveut di sapere che prove viole utilizzare l’attore e che
cosi possa preparare la sua risposta. Non risponde all’azione dell’editto actionis dunque
i mezzi di prova e i documenti.
- indicazione degli elementi di diritto, si fa una prima valutazione giuridica da esporre al
giudice. C’e il prmcipoo della iura novit curia (traduzione: il giudice conosce le leggi)
esprime un fondamentale principio del diritto processuale moderno in virtù del quale le
parti possono limitarsi ad allegare e provare i fatti costituenti il diritto affermato in
giudizio, mentre la legge deve essere provata al giudice, perché egli la conosce a
prescindere da ogni attività delle parti

Si noti cherà al convenuto una copia dell’atto di citazione originale. Accade che l’attore nel
confezionare l’atto di citazione fare po anche la copia: insegna le due all’uf cio giudiziario.
dall’originale trasparirà che l’atto è stato noti cato. E sull’originale che abbiamo la relata di
noti ca, la copia data nelle mani del convenuto. Sul originale abbiamo dunque la relata di
noti ca.

L’atto di citazione per produrre effetti deve uscire dalla sfera dell’attore. E una tto di natura
recettizza per produrre effetti deve essere recepito dal convenuto. Si dice che ò’atto di
citazione è doppiamente ricettizio: sia a conoscenza del convenuto ma per altri effetti devi
essere ricettivo dal giudice.

Termini per comparir

La data della prima udienza emergere dall’atto di citazione determinata dallo stesso attore.
Nell’idicare la data di udienza l’attore deve rispettare i termini minimi a difesa del
convenuto. Essi hanno una funzione dilatoria, ovvero danno un determinato tempo per
salvaguardare le prerogative delle parti. tra la noti cazione e la prima udienza ci devono
essere (163-bis) 90 giorni e dell’estero 150 gg.
In casi speciali di urgenza con decreto avviene l’abbreviazione dei termini ( che deve
essere giusti cata)

Quando l’atto di citazioni entra nella sfera del convento, determina anche il momento
esatto da quando si produrranno determinati effetti.

Gli effetti processuali:


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a. la causa diventa pendent


b. perpétuation juridictions (art 5)
c. quali cazione di controverso al diritto sostanziale dedotto in giudizio agli effetti dell’art
11
d. acquisizione della qualità diparti dell’attore e del convento
e. individuaizone della domanda. c’e il principio di divieto di mutuo libelli, ovvero che non
si po cambiare domanda in corso per avere una certa contunit

Gli effetti sostanziali; questi effetti che non troviamo nel cpc, ma li troviamo del cc

a. interruzione della prescrizione del diritto oggetto della domanda: i termini sono interrotti
e la sospensione della prescrizione no a che non sia passata in giudicato la sentenza
riguardante un determinato diritto
b. sospensione del decorso della prescrizione ne al passaggio in giudicato della
sentenza. quando il termine è ridotto diventa un termine ordinato di prescrizion
c. maturazione degli interessi legali se oggetto della domanda è un credito liquido
d. restituzione dei frutti percepiti dal possessore del bene dopo la proporzione della
domanda, se viene accolta domanda di restituzione del bene. Frutti sia naturali che
civile
e. anticipazione al momento della trascrizione della domanda degli effetti della sentenza
relativa a diritti reali su beni immobili (art 2652 e 2653

Nullità della citazione

L’art 164 disciplina ala nullità, essa non fa altro che applicare la nullità di un atto
processuale, ovvero quando il legislatore stesso l ha previsto.

Per i vizi rivaliti alla vociato in ius: commi 1, 2, 3.

Da un lato il legislatore stabilisce quali siano gli elementi essenziali che alla loro mancanza
comportano la nullità, e anche l’applicazione (3 comma) può accadere che nonostante
questi vizi l atto di citazione raggiunga lo scopo

l arma parte ividiuza la nullité dell’atto di citazioni per la vocato in ius, stabilisce quali
elementi determina la nullità per la loro mancanza (sono i primi tre commi). Atto nulla se
mancano i punti 1 e 2 dell’art 163, inoltre se manca la data della prima udienza. Anche se
è stator assegnato un termine inferiore per comparire; mancanza punto 7 del 163. e
emergono uno di questi vizi, l’atto d citazione è nullo: viene fatta la distinzione

a. se il convenuto si è costituito in giudizio, allora li vuol dire che ha sanato il vizio: forse
solo per quello che riguarda la vocato in ius, gli altri vizi dovranno poi essere santi per
quello che riguardo l’editto actionis spostando la data della prima udienza
b. se non si è costituito, l’atto di citazione non ha raggiunto lo scopo quindi i vixci non si
sono sananti. Quindi il giudice impone all ‘attore di rinnovare l’atto di citazione
emendando i vizi entro il termine perentorio. La rinnovazione sanerà i vii in questione e
consentire al processo di proseguire come se fosse n dall’inizio istaurato. Se l’ateo
non prevede all’innovazione avviene l estinzione della causa al ruolo.

I restanti commi si occupano i vizi che riguardano la seconda fusione. ovvero quella della
editto actions. Qui si parla dei commi 3, 4, 5 dell’art 164.
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Anche qui si distingue se il convento si è costituito o men

a. si è constitution : il processo inizia ma il giudice dipone l’integrazione funzionale: mi


questo caso abbiamo la sanatoria del vizio
b. non si è costututio: qui deve rinnovare l’atto di citazione una volta che l’attore abbia
provveduto alla rinnovazione del atto il processo prosegue
in entrambi casi la sanatori avviene con ef cacia e nunc (restano ferme le decane
maturate e salvi i diritti questi anetenriente alla rinnovazione o alla integrazione

L’attore dopo che sia avvenuta la noti cazione deve provvedere a costituirsi in giudizio
deve portare a conoscenza anche del giudice l’ato di citazione in costituzione

Costituzione dell’attore (art 165) (((( vedreste chema pagina 66 del compendio)

L’art 165 deposito in cancelleria del atto di citazione noti cato al convenuto. Ciò entro 10
giorni dalla noti cazione della citazione al convenuto ( 5 giorni in caso di abbreviazione dei
termini), latte deve costituirsi in giudici. Se ci sono più attori ci sono tante copie quanto
sono i attori

depositando in cancelleria la nota di iscrizione a ruolo e il propio fascicolò contente l


‘originale della citazione, la procura e i documenti

L’originale della citazione deve essere depositata in cancelleria entro 10 gg da cui è


avvenuta la noti cazione

lezione 21.04.
La fase introduttiva: la comparsa di risposta e la designazione del giudice

L’iscrizione al ruolo non è un elemento determinante per la pendenza del processo, quello
importante è ovviamente la noti cazione. Poi ovviamente se la causa non viene iscritta
non esiste, però il momento determinante è la noti cazione

Termini di costituzione del convenuto

Entro quali termini deve farlo ? con che atto ?


La prima domanda viene risposta dall’art 166 c.p.c. il convenuto deve costituirsi in giudizio
almeno 20 giorni prima dell’udienza di comparizione ssata nell’atto di citazione ( o
almeno 10 giorni prima in caso di termine abbreviato).
Ovvero almeno 20 giorni prima dell’udienza ssata a noma dell’art 168 bis, 5 comma in
caso di spostamento della prima udienza ssata

L’art 168 bis regola la designazione del giudice


sarà il presidente del tribunale che secondo dei criteri tabellari attribuire un giudice a una
determinata causa.
IL 4 comma prende in ipotesi che qui il giudice designato non tiene udienza, l’udienza è
d’uf cio rimandata a quella immediatamente successiva tenuta dal giudice designato. Per
le parti rimangono fermi i termini

il 5 comma dice che il giudice può differire con decreto la data della prima udienza no ad
un ,assiemo di 45 giorni. lo fa di solito per studiare meglio la causa e per studiare la
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materia da contendere per organizzare al meglio la sua attività. In tal caso il cancelliere
comunica alle parti costituire la nuova data della prima udienza.

L’art 166 se il convenuto se non si è ancora costituito, può costituirsi di nuovo almeno 20
giorni prima della nuova data d’udienza

Quale è l’atto con cui si costruirà in giudizio ?

L’articolo 167 parla di comparsa di risposta, disciplinandone il contenuto e anche quali


siano le preclusioni che scattano in capo al convenuto essendo decorsi i termini stabiliti

a. Al primo comma de nisce che debbano essere indicate le proprie generalità e deve
depositare insieme alla comparsa di risposta anche la copia di atto di citazione (cio per
la ragione che in tale modo si veri ca se effettivamente la noti cazione sia avvenuta in
modo conforme alle leggi).
b. le difese che prende a posizione sui fatti posti dall’attore a fondamento della domanda.
neanche queste sono sottoposte a preclusione
c. indicare i mezzi di prova, può anche farlo successivamente, questa attività non è
sottoposta a preclusione
d. formulare concision

Quali sono le attività ache sono sottoposte a ‘reclusione ? le troviamo al secondo e al


terzo comma dell’art 16

Al secondo comma

a. a pena di decadenza deve proporre le eventuali domande riconvenzionali e le


eccezioni processuali e di metro che non siano rilevabili d’uf cio. Quindi se vuole
compiere delle domande di rito o di merito non lo può fare oltre tali scadenze. deve
farlo nella comparsa di risposta, oltre tale termine non può
b. se è omesso o risulta assolutamente incerto l’oggetto o titolo della domanda
riconvenzionale, il giudice, rilevata la nullità (non per quello che riguarda la vocato in
ius perché il processo comunque si è instaurato, ma l’editio actionis), ssa al
convenuto un termine peretorio per integrarla, ma con ef cacia ex nunc (restando
ferme le decadenze maturate e salvi i diritti acquisiti anteriormente alla integrazione)

es. eccezione merito rilevabile solo su istanza di parte es. è la prescrizione oppure la
compensazione . se il convenuto non tiene conto di cio che viene stabilito nell’art 167,
essendo dunque un’attività preclusa non può più farlo

Il terzo comma

Qui viene disciplinata la preclusione per la chiamata in causa di un terzo (art 106), deve
essere fatta nella comparsa di risposta. E deve provvedere ai sensi dell’art 269.
La citazione ea comparire deve essere noti cata al terzo chiamato nel rispetto dei termini
minimi a difesa dell’art 163 bis: cio rende necessario lo spostamento della prima udienza
da parte del giudice.

Dopo la comparsa di ripoto non può più chiare in casa un terzo. Se non lo fa es nel caso
del terzo garante deve aspettare usa sentenza del primo processo e poi fare un processo
poi ex novo nei confronti del garante

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Se l’attore non si è ancora costituito, può essere il convenuto che procede in cancelleria
all’iscrizone della causa al ruolo depositando il suo fascicolo di parte

La designazione del giudice

L’art 168 bi

Formulato il fascicolò d’uf cio, il cancelliere lo presenta al presidente del tribunale, il quale,
con decreto, designa il giudice davanti al quale le parti compariranno per la prima udienza

L’art 50 bis determina varie materie in cui la decisione avviene difronte al tribunale in
composizione collegiale, dove ci sarà un colleriche decidono sulla cassa. Questo per le
cause che il legislatore ha ritenuto di maggiore tutela. IL presidente del tribunale inquesto
caso deve dunque indicare il collegio a cui sarà attribuita la causa

Il giudice istruttore è uno dei giudici del collegio dove è colui che svolge la fase di
trattazione della causa, è lui che svolge l’istruttoria. AGisce in quella fase intermedia di
primo contatto tra reparti ovvero di introduzione della casual e poi la fase nale. Fintia
l’istruttoria rimette poi la causa al collegio per la decisione. NOn è che l intro collegio
svolgerà la trattazione della casa, ma solo la fase decisoria. Questo avviene solo per le
ipotesi stabilita dall’art 50 bis. Il giudice istruttore assume nel conrso dell’istruttorua delle
decisioni che possono essere poi capovolte dalla decisione nale del collegio; il giudice
istruurrììttre decude tra<mire ordinanza

Gli art 171 e 181: entrambi fanno riferimento alla prima udienza ma stanno guardando al
completamento della fase introduttiva.

L’articolo 171 prevede la possibilità della tardiva costituzione delle parti in giudizio. Ciò
solo nel caso in cui almeno una delle parti si sia costituita nei termini previsti. questa
possibilità vale per il convenuto ma con le preclusioni stabilite

Se nessuna delle parti si è costituita in giudizio, in questo caso non ci sarà l’iscrizione della
casa al ruolo. Su ha un processo pendete dove non si svolgerà dell’attività processuale,
dunque viene cancellata l’iscrizione della causa al ruolo. se una delle parti si costituisce
chiede o la chiamata dell’altra parte oppure la cancellazione della casua al ruolo

L’art 181

nonostante la costituzione delle parti, nessuna delle parti compaia in udienza. Qui si fa
riferimento ai difensori della parti in quanto il processo si fa nei confronti dei difensori,
salvo che il riferimento sia alla parte vera e propria. In questo caso i giudice ssa
un’udienza successiva, di cui il cancelliere da comunicazione alle parti costituite. Se
nessuna delle parti compare alla nuova udienza, il giudice origina che òa causa sia
cancellata dal ruolo.

L’art 171 arla di sola cancellazione di causa al ruolo, invece nell’181 il giudice dispone la
cancellazione della casa al ruolo e ne dichiara l’estizione. Queste due cose non sono le
stesse. Nel primo caso il processo esiste ancora, quindi alcune delle parti può riattivare
entro 3 metri del quiescenza del processo, se nessuna delle parti l’attiva dunque si
estingue automaticamente. Quindi nel secondo caso il giudice penalizza la causa
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dichiarandolo lui stesso, nell’atro è più ‘buon anime’ perché non vuole che il processo si
estingua ma aspetta che il termo ne determina l estinzione

Se l’attore costituito non compare alla prima udienza, e il convenuto non chiede che si
proceda in assenza di lui, il giudice ssa una nuova udienza, della quale il cancelliere ne
da comunicazione all’attore, ma se l’attore non compare neanche nella nuova udienza, il
giudice sempre che il convenuto non chieda che si proceda in assenza di lui, ordina che la
causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l’estinzione. Qui l’attore si è costituito, non c’e
contumacia. Il processo prosegue in assenza del convenuto ma non in contimazi

assenza: la parte si è costituita ma non appare in udienza


contumacia: la parte non si è proprio costituita

L’art 182 c.p.c: qui prevede che il processo si è svolta la fase introduttiva, c’e stata la
costituzione delle parti, non si è ancora nella trattazione ma nella fase delle veri che
essenziali, rileva che ci sia un vizio che riguarda la capacità processuali delle parti,
emerge che c’e stata la costituzione in giudizio di un soggetto incapace in assenza del suo
tutore opere mancano le autorizzazioni dell’art 75. Il giudice dds un termine perentorio
per le parti entro il quale devono poi sanare il vizio. Sanando il vizio l aparte sta anche
sanato gli atti compiuti in precedenza. il processo può poi proseguire in maniera corretta.

Può esserci anche un vizio di difesa tecnica, es nella procura ma non è stata
correttamente rilasciata la procura oppure manca direttamente, anche in questo caso l’art
182 prevede la sanatoria che riguarda pero in questo caso la procura. La parte dunque o
integrerà la procura oppure la rilascia

Nei casi dell’art 182 il giudice non è obbligato fare ciò, può chiudere il processo e non
assegnare un termine perentorio per la sanatori

Lezione 26.0
Udienza di prima comparizione e trattazion

La prima udienza e la sua funzione

L’art 183 c.p.c. enumera tre funzione fondamentali che assegna all’udienza

a. veri che sulla corretta instaurazione del processo e possibili sanatorie dei viz
b. possibile interrogatorio libero delle parti personalmente comparse e tentativo di
conciliazione. Le parti in persona appaiono e ha lo scopo di sottoporle all’interrogatorio
libero sui fatti di causa e di tentare una conciliazione
c. de nizione del quod decidendum e del quod probandum e dunque produzione delle
preclusioni allegati e istruttorie. Ovvero di de nire ulteriormente l’oggetto del giudizio e
di introdurre ulteriori elementi probatori, dopo che scattano delle preclusioni.

L’attività diretta alla veri che della corretta instaurazione del processo

L’art 183, primo comma; all’udienza ssata per la prima comparizione delle parti e la
trattazione ( ssata dall’attore o ex art 168 bis). iL giudice veri ca d’uf cio la regolarità del
contraddittorio e quando occorre, pronuncia i provvedimenti che servono a regolarizzare il
contraddittorio e poi ssa una nuova udienza (ancora prima udienza di trattazione)
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- art 102, 2: in caso di litisconsorzio necessario deve avvenire l’integrazione del
contraddittorio, in caso contrario cancellazione della casa al ruolo con estinzione
- art 164, 2: se convenuto non è costituito rinnovazione della citazione
- art 164, 3: vizi vocativo ius: il convenuto si è costituito quindi sento vizio ex tunc, ma se
mancano i trenini minimi difesa o manza 163 pio chiedere spostamento della prima
udienz
- art 164, 5: vizi atto di citazione in editio actionis: serve integrazione atto di citazione con
spostamento prima udienza, sanatoria ex nun
- art 167, 2: editio actions domanda riconvenzionale, manca qui petitum o causa petendi
si richiede la integrazione spostando la prima udienza
- art 167, 3: convenuto comparata di riposto vuole un terzo e quindi deve farlo nella
comparsa di risposta chiedendo ko spostamento dell’udienza per permettere al terzo di
essere citato
- art 182: ove dovesse rilevare nella costituzione delle parti un vizio alla loro capacita
processuale (rappresentanza, assistenza, autorizzazione assistenza tecnica) si ssa un
termine perentorio per sanare il vizio e sposta la prima udienza
- art 291, 1: riferimento all’ipotesi in cui il convento no costituito in giudizio: prima di
dichiarare contumacia del convento deve veri care se effettivamente si è ben veri cata
la citazione prima di dichiarare la contumacia. Viene fatta nuova noti cazione del atto di
citazione e viene spostata la prima udienza

La nuova udienza che viene ssata è la prima udienza, non la seconda !!!!!

L’art 185 prevede la possibilità che sia richiesta la comparizione personale delle parti per
un interrogatorio libero per poi tentare una conciliazione. L’art 185: il giudice, in caso di
richiesta congiunta delle parti, ssa la comparizione personale delle stesse al ne di
interrogarle liberamente e di provocarne la conciliazione. Lo stesso giudice può ssare
d’uf cio udienza di comparizione personale a norma dell’art 117, ossia per sottoporle a
interrogatorio libero e per tentare la conciliazion

L’art 185 bis: il giudice alla prima udienza, ovvero per tutta la fase istruttoria, formula alle
parti, testo conto del valore della controversia e dell’esistenza di questioni di facile e
pronta soluzione di diritto, una proposta tassativa o conciliativa.

Cosa si intende per interrogatorio libero

Ne parla l’art 117: quando il giudice chiede alle parti delle delucidazioni riguardo i fatti della
casa che sono stati allegati. Dalle risposte date il giudice può ricavare due esiti, potrebbe
emergere che una volontà delle parti di non contestare i fatti allegati dalla controparte, ciò
vuol dire che su quei fatti di causa si ha la paci cata dei fatti. Se non dovesse emergere
questa paci cata, il giudice può trarre dalla risposte degli armamenti di prova. In questo
caso l’interrogatorio libero ha una funzione integratoria. Dall’interrogatorio libero non può
trarne pero vere e proprie confessioni.

Il giudice se riesce a trovare una conciliazione, si redige un verbale di conciliazione per


attestare l’accordo tra di loro e quindi il processo non ha più ragione di continuare. Ci può
anche essere una proposta transattiva o conciliativa. Quindi non solo la conciliazione ma
di avanzare lui stesso una proposta transattiva o consigliata, la proposta deve superare e
sciogliere la lite.
Questa eventualità ci sarà o quando la parti stesse lo richiedano al giudice o quando il
giudice lo propone

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L’art 183, 4 comma: Nella prima udienza ovvero in quella successivamente ssata ai sensi
del 3 comma, il giudice richiede alle parti, sulla base dei fatti allegati, i chiarimenti
necessari e indica le questioni rilevabili d’uf cio della quali ritiene opportuna la trattazione.
IL giudice non può allegare i fatti nel giudizio a salvaguardia del principio della domanda,
può rilevare la questione, ovvero dare ef cacia a un fatto che emerga dagli atti di causa.
Se il giudice ritiene che una questione sia rilevante, deve garantire il contraddittorio tra le
parti. Le pari possono depositare delle memorie per esercitare il diritto al contraddittorio,.

Se il giudice non dovesse rispettare questa regola, la sentenza emessa sarebbe nulla. L’at
101, 2 si parla in questo caso di sentenze a sorpresa perché le parti non hanno avuto la
possibilità di fare il contraddittorio. Nel nostro ordinamento non sono ammesse e sono
nulle.

L’art 183, 5 comma si occupa della posizione dell’attore


Nella stessa udienza l’attore può
a. proporre le domande (nuove) e le eccezioni che sono conseguenza della domanda
riconvenzionale o delle eccezioni proposte dal convenut
b. chiedere di essere autorizzato a chiamare un terzo ai sensi degli articoli 106 e 269, 3
comma, se l’esigenza è sorta dalle difese del convenuto

Inoltre nella seconda parte dell’articolo, entrambe le pati possono precisare e modi care
(non mutare) le domande, le eccezioni e le conclusioni già formulate. Questa è
un’indicazione molto puntuale fatta dal legislatore. Signi ca che, le domande e conclusioni
già formulate non possono essere integralmente mutate, ma possono precisare o
puntualizzare gli elementi di diritto, o eventualmente modi carle nel senso di integrare i
fatti che hanno introdotto. Si può dunque introdurre fatti ulteriori che vanno a precisare
quelli precedentemente introdotti. Qui si parla di emendatio libelli
La mutatio libelli signi ca cambiare la domanda originaria con un’altra

Domanda complanare: la giurisprudenza della cassazione sezione unite del 2015 è


arrivata alla conclusione si parla sempre ancora di modi cazione e non di mutamento della
domanda, quando la parte abbia sostituito la domanda originari con una nuova domanda,
ma questa ultima nasca dalla stessa fattispecie storica della domanda originaria, ovvero
quando la domanda sia una domanda complanare, ovvero che abbia la stessa origine
storica della domanda precedete. Si tratta di una sentenza evolutiva ed espansiva: l’attore,
se non fosse cosi avrebbe dovuto estinguere il processo e introdurne uno nuovo per far
valere la domanda complanare.

L’art 183, 6 comma:

Se richiesto, il giudice concede alle parti i seguenti termini perentori:

a. un termine di ulteriori 30 giorni per precisare o modi care domande, eccezioni e


conclusioni già proposte
b. un termine di ulteriori 30 giorni per replicare* alle domande ed eccezioni nuove o
modi cate dall’altra parte, per proporre le eccezioni che sono conseguenza delle
domande e delle eccezioni medesime e per indicare dei mezzi di prova e documenti, e
poi il giudice attribuisce
c. un termine di ulteriori 20 giorni per l’indicazione di prove contrarie a quelle indicate
dalla controparte.
*non signi ca formulare eccezione, è un’attività diversa anche perché il legislatore ere
distingue nello stesso articolo. Il replicare si riduce alla contestazione dei fatti allegati dalla
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controparte. Non emerge da nessuna parte una preclusione per la contestazione dei fatti
allegata dalla controparte, alcuni sono arrivati alla conclusione che la parte ce l’abbia
sempre per tutta la durata del processo. Visto che qui si parla di termini perentori, questi si
riferiscono anche per la contestazione (questo basandoci sui termini indicati
espressamente dal legislatore)

Questa è una scansione dei termini progressiva (30+30+20


Ci possono essere fatti sopravvenuti che sono sempre introducibili nel processo di primo
grado ed anche in sede d’appello. Se vengono introdotti, ovviamente alla controparte deve
essere garantito un termine per controbattere difendersi

L’art 187: la remissione in decisione senza istruttoria

Finita la prima udienza di comparizione, il giudice (istruttore) può saltare tutta la fase di
trattazione e passare subito alla decisione, questo se
a. ritiene che la causa sia matura per la decisione senza attività istruttoria, ovvero quando
i fatti di parti siano paci ci e si debba solo decidere quale norma applicare. Le prove
qui sono precostituite (es. prove scritte tipo contratto)
b. se sia emersa una questione di merito avente carattere preliminare, quando la
decisione di essa può de nire il giudizio. Qui la questione preliminare di merito è
talmente rilevante che il processo deve ritenersi chiuso. Si tratta di questioni che il
giudice deve prendere in considerazione per decidere nel merito della casa, la loro
valutazione può portare a chiudere de nitivamente la causa in questione. es.
eccezione di prescrizione del diritto, è un eccezione di merito e una questione
preliminare: il giudice non va a valutare prima il diritto e poi se si è prescritto
c. se sorgono questioni attinenti alla giurisdizione o alla competenza o ad altre questioni
pregiudiziali (di rito), sempre che non disponga che siano decise unitamente al merito

Se nessuna delle tre ipotesi concorrono, allora si passa alla fase istruttoria e di trattazione

L’art 183, 7 comma: ammissibilità e rilevanza delle prove

salva l0’applicaizone dell’art 187, il giudice provvede su richieste istruttorie ssando


l’udienza per l’assunzione delle prove (art 184) ritenute ammissibili e rilevanti, se provvede
mediante ordinata emanata fuori udienza, questa deve essere pronunciata entro 30 giorni
e comunicata alle parti ex. art 136.

Lezione 27.0
La fase istruttoria e le ordinanze anticipatore di condann

L’ammissibilità e rilevanza delle prov

L’art 183, 7 comma afferma che se la causa non viene subito rimessa in decisione (art
187) il giudice provvede sulle richieste istruttorie delle parti che richiedono l’assunzione di
prove costituende (testimonianza, confessione, giuramento, ispezione giudiziale, richiesta
informazioni alla P.A. non anche quelle costituite (prove documentali: scritture private, atti
pubblici)

Le prove costituite entrano nel processo perché le parti li introducono senza passare
attraverso il vaglio di rilevanza rispetto per le prove costituende che hanno bisogno di un
giudizio di ammissibilità e rilevanza

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Per il pro lo dell’ammissibilità, il giudice deve veri care che la prova sia conforme ai
requisiti stabiliti dalla legge: l’ammissione della disciplina si trova nel codice civile, mentre
quella dell’assunzione nel codice di procedure civile.
Quali condizioni pone il giudice per l’assunzione di prove ? es la prova testimoniale, si
sente un terzo che racconta i fatti in casa, per questa tipologia di prova il c.c. stabilisce che
non si possa utilizzare questo tipo di prova quando serve per fondare determinate prove
come i contratti si richiede la forma scritta. Un testimone non pio testimoniare l’avvenuta
conclusione del contratto perché essa può solo essere provata tramite un atto scritto
Es. per la controversia su diritti indisponibili, non può per esempio avvenire un atto
inquisitorio

Per il pro lo della rilevanza: il giudice deve valutare che effettivamente il mezzo di prova,
pur essendo ammissibile, sia rilevante per il processo cheti sta svolgendo

lAll’esito di questo vaglio si ha l’assunzione delle prove nell’udienza che il giudice sserà
(art 184

Per le cause all’art 50 bis, ovvero quelle in cui la causa viene decisa difronte all collegio,
nel collegio c’e il giudice istruttore che procedura all’assunzione delle prove. Il collegio
ovviamente può valutarie mode difforme il pro lo della rilevanza e della ammissibilità della
prova. La casa dunque in questo caso ritorna difronte al giudice istruttore. Le oprodnanze
del giudice istruttore non possono mai essere vincolanti per il collegio. Le parti possono
riproporre al collegio tutte le questioni sulla rilevanza e ammissibilità

Si apre la fase istruttoria dove si avrà l’assunzione dunque dei mezzi di prova. Su richiesta
delle parti il giudice pronuncia delle ordinanza anticipatore di condann

Le ordinanza anticipatore di condanna.

186 bis, ter, quarte

Anticipatorie: ricorrendo determinate situazioni espressamente individuate, su domanda di


parte il giudice può ammettere ordinanze di condanna del convenuto totale o parziale in
via provvisoria. Hanno un ef cacia provvisoria, valgono no alla sentenza nale del
giudice. Di solito sono a favore dell’attore, ma in caso di domande riconvenzionali possono
essere a favore del convenuto. Si ha un accoglimento provvisorio dell’oggetto della
domanda

L’art 186 bis: ordinanza per il pagamento di somme non contestate:

durante la fase di trattazione. Qua non viene speci cata la fonte della domanda del
pagamento di denaro, basta che si tratti di un pagamento di denaro non contestato dalla
controparte costituita. Si presuppone una non contestazione parziale della controparte. La
non contestazione dunque permette di accogliere provvisoriamente quella domanda non
contestata. Questa ordinanza costituisce dunque titolo esecutivo, quindi si può procedere
in caso di inerzia all’esecuzione forzata. si tratta sempre di un ordinanza provvisoria,
dunque può sempre essere revocata dalla sentenza nale. Se viene confermata viene
assorbita dalla sentenza. Anche se il processo si estingue l ordinanza continua a
sopravvivere cui per favorire le parti che si accontentano dell’ordinanza

L’art 186 ter: ordinanza ingiunzional


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Durante la trattazione, quando la domanda abbia ad oggetto il pagamento di summe di


denaro o consegna di cose mobili fondata su prove scritte, la parte può chiedere la
pronuncia di un ordinanza ingiunzionale. La prova scritta on richiede un attivista istruttoria,
il legislatore rietine opportuna che in questi casi si possa proncinaire un ordinanza
anticipatori di ingiunzione. Anche in questo caso si può revocare l’ordinanza nella
sentenza oppure essere confermata. Anche se non si basa su prove scritte si può essere
un ordinanza provvisoria ma qui non è detto che abbia ef cacia ingiunzionale.

La provvisorietà esecutiva è dovuta ai sensi dell’art 642 o 648

Questa sentenza viene ovviante pronunciata quando c’e effettivamente un ef cacia


provvisoriamente esecutiva

L’art 186-quater: L’ordinanza successiva alla chiusura dell’istruzione

Una volta esaurita l’istruzione, il giudice, su istanza della parte che ha proposto domanda
di condanna al pagamento di somme ovvero alla consegna o al rilascio di beni può
disporre con ordinanza il pagamento ovvero la consegna o il rilascio nei limiti per cui
ritiene d’aggiunta la prova. Quindi si pronuncia un ordinanza per le parti senza che
debbano attendere. Qua non rileva la forma scritta o la non contestazione, ma la ne della
fase istruttoria.
Questa ordinanza può in qualche modo sostituirsi alla sentenza:
a. quando la controparte rinuncia espressamente ad avere la sentenza, cio entro 30 gg
dalla comunicazione dell’ordinanza, l’ordinanza prende il posto della sentenza
appellabile. L’utilità che ne deriva dalla rinuncia, la parte intimata può subito chiedere
l’appello per richiedere la provvisoria sospensione dell’ordinanza se suscitano giusti
motivi indicati dall’appellante, IL giudice d appello pio sospendere
b. quando dopo la sua pronuncia il processo dovesse estinguersi non arrivando alla
pronuncia della sentenza

L’attività/fase istruttoria

I mezzi di prova sono gli strumenti attraverso i quali di cui l’ordinamento si serve per
consentire al giudice di veri care la fondatezza dei fatti allegati dalle parti, che possono
essere sia costitutivi, che modi cativi ed estintivi.

L’elenco dei mezzi di prova costituisce un elenco chiuso, ovvero possono essere utilizzati
solo quelli indicati dal legislatore, si parla di tipicità dei mezzi di prova. L’elencazione sta
nel codice civile, cio deriva che i mezzi di prova non sono solo strumenti che servono
all’interno del processo, ma si formano anche nello svolgimento dell’attività
extraprocessuale, per questo il legislatore li ha disciplinati li.

La giurisprudenza pero ammette anche le prove atipiche, secondo ui il legislatore può


servirsene trattandole come presunzioni semplici o come argomenti di prova. La
giurisprudenza li valuta sulla valutazione su cui il giudice deve in ogni modo cercare di
accertare i fatti del giudizio, ed esso anche per mezzi che non sono direttamente
disciplinati. Il giudice dve accertare con qualsiasi mezzo la veridicità

Le prove atipiche vengo utilizzati come degli indizi du cui il giudice fonda iil ragionamento
de nito.
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L’argomento di prova serve a corroborare il convincimento del giudice.

L’attività istruttoria
a. prove legali: la valutazione della ef cacia probatoria di quella prova non è rimessa al
libero convincimento del giudice, lui è vincolato nella formazione del convincimento in
quanto stabilito da legge
b. prove liberamente valutabili: il giudice non è vincolato nella sua valutazione
c. prove dirette: sono quelle che servono direttamente a provare il fatt
d. prove indirette: si basano sul presunzione logica, il giudice arriva ad una determinata
conclusione tramite un procedimento logico.
e. prove piene: sono quelle che normalmente si utilizzano nei processi a cognizione
piena, le prove assunte devono essere tramite un convincimento pien
f. prove di verosimiglianza/sommarie: il legislatore richiede al giudice con convincimento
super ciale e sommario, la pronuncia del provvedimento viene in modo più veloce
possibile per questo motivo l condimento deve formarsi velocemente.
g. consulenze tecniche: non sono mezzi di prova ma possono aiutare a formare il
convincimento, cio avviene su istanza di giudice

La consulenza tecnica d’uf cio

Viene permessa al giudice la possibilità di nominare d’uf cio un consulente tecnico che
abbia lo scopo di aiutare il giudice a ormare un convincimento tramite una sua speci ca
competenza e conoscenza tecnica. E’ un ausiliare del goidice che ha determinate
conoscenza speci che e tecniche: es. in un processo civile per danno a persona si utilizza
una consulenza medica

I consenti tecnici sono elencati per materia competenza in un determinato elenco in


tribunale. Il giudice chiede al consulente tecnico di rispondere su determinate domande, lui
poi depositerà una relazione scritta entro un determinato termine stabilito dall’ordinanza
con cui aha nominato. Una volta disoosta la consulenza tecnica, le parti possono
nominare dei consulenti di parte che accompagna il consulente nella valutazione nello
scomodi avere una garanzia e di difendere le parti. Una volta depositata la relazione, il
giudice acquisire quelle cognizioni tenciche per guerre a conclusione. Non è obbligato lui a
basarsi su le valutazioni del consulente tecnico. L’orientamento prevalente in jp il giudice
se si conforma alle valutazioni del tecnonco può fare la sentenza senza emanare, ma se
non lo fa deve motivare esponendo le ragioni per cui on ha voluto seguire le conclusioni

La consulenza tecnica è lo strumento tramite cui si possono fare entrare nel processo
delle conoscenze scienti ca che non sono nella conoscenza del giudice

I mezzi di prova

Le prove precostituite o le prove documentali, che sono l’atto pubblico e dall’altro la


scrittura privat

L’atto pubblico (2699) è il documento redatto con le richieste formalità da un soggetto


idoneo a trasferire pubblica fede
L’art 2700 cc afferma che fa piena priva no a querela di falso, della provenienza del
documento di pubblico uf ciale che lo ha formato, nonché delle dichiarazioni delle parti e
degli altri fatti che il pubblico uf ciale avvenuti in usa presenta o da lui compiuti. Il giudice è
vincolato a ritenerlo vero
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La scrittura prvtaata (2701 cc) è un atto di un documento che non è stato formato da un
pubblico uf ciale ma da privati, è un atto dove le parti hanno messo per iscritto le
condizioni di una stimolazione che hanno poi sottoscritto.

Se lui contro il quale è prodotto l atto scritto ne riconosce la sottoscrizione, essa si ritene
riconosciuta (per pubblico uf ciale o non disconosciuto nella prima difesa) oppure caso in
cui scrittura privata disconosciuta sia sottoposta a veri cazione, a procedimento ad hoc
per veri care l autenticità della sottoscrizione

Lase l esito della veri cazione è affermativo, la scrittura pvale ad ogni effetto come se
fosse stata riconosciuta e il d scoosciemto pio essere condannato con la sentenza che
decide sulla veri cazione ad una pena pecuniaria

Lezione 28.0
Fase istruttoria: querela di falso e prove costituende

La querela di falso serve per contestare l’autenticità dell’atto pubblico (falsità ideologica o
materiale ovvero che è stato alterato) o della scrittura privata la cui sottoscrizione sua
stata autenticata da un pubblico uf ciale riconosciuta alla controparte o veri cata mediante
veri cazione di scrittura privata

L’art 221 c.p.c. la querela di falso può proporsi tanto in via principale quanto in corso di
causa in qualunque stato e grado di giudizio, va proposta personalmente dalla parte o da
solo un suo procuratore speciale

SI tende a dimostrare la falsità di un determinato atto che è stato introdotto nel processo
come prova. Per il termine querelassero non si intende il termine penalistico

L’art 9 c.p.c. attribuisce la materia di querela del falso al tribunale e dove è obbligatorio
l’intervento del pubblico ministero (70 c.p.c.) Il procedimento in pendenza del quale è stato
introdotto in via incidentale deve essere sospeso, il giudice della causa non può
proseguire il processo prima che ci si sia pronunciati sulla veridicità o falsità di un
determinato atto.

All’esito del processo di querela del falso si ha una sentenza di primo grado, dove;
- se la sentenza accoglie la domanda di querela del falso, va annotata, dopo il passaggio
in giudicato, sul documento (art. 227, primo comma c.p.c.). Si tratta di un’azione di
accertamento, produce gli effetti con il passaggio in giudicato
- se la sentenza di rigetto, in quarto caso ci sarà anche la condanna della parte che ha
proposto la querela ad una pena pecuniaria (art. 226, primo comma c.p.c,

Copie fotogra che delle scritture

L’art 2719 c.c. le copie fotogra che delle scritture (atti pubblico e scritture private) hanno la
stessa ef cacia delle copie autentiche. Ciò quando
a. se la loro conformità originale è attestata da un pubblico uf cial
b. quando tale conformità non sia espressamente disconosciuta dalla contropart

Anche riproduzioni fotogra che, informatiche o cinematogra che. le registrazioni


fotogra che, e in genere ogni altra rappresentazione meccanica di fatti o di cose, dormano

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piena prima dei fatti o delle cose rappresentate, se cuoio contro il quale sono prodetoot
non ne disconosce la conformista ai fatti o alle cose medesime
l’art 210 c.p.c. prevede il caso in ci le prove non sono a disposizione della parte ma della
controparte o di un terzo: si sollecita dalla parte al giudice che ordina alla controparte o al
terzo di esibire determinate prove in giudizio. In questo caso la pronuncia dell’ordine di
produzione non è automatico, il giudice deve veri care che l’esibizione non produca delle
conseguenze gravi come violazione di segreti oppure violazione della privacy.

L’art 113 c.pc. de nisce il caso in cui i documenti sono in possesso della pubblica
amministrazione, il giudice ne può ordinare l’esibizione

Le prove costituend

La confessione

L’art 2730 c.c. la confessione è la dichiarazione che una parte fa della verità di fatti ad
essa sfavorevoli e favorevoli all’altra parte. DA cui
a. si tratta di una dichiarazione che la parte stessa fa
b. è una dichiarazione di verità di fatti, non di volontà
c. riguarda la confessione di fatti sfavorevoli per la pare che confessa. Da qui nasce la
massima d esperienza che nessuno confesserebbe una cosa negativa contra se,
dunque essere attribuito un valore probatorio di valore legal

L’art 2731 c.c. non è ef cace se non proviene da persona capace di disporre del diritto, a
ciò o fatti confessati si riferiscono. Quindi deve essere una persona capace di disporre del
diritto su cui confessa.

La confessione puo essere


- 2733 c.c. la confessione giudiziale: viene fatta nel giudizio e fa piena riva contro colui
che l’ha fatta, purché non verta su fatti relativi a diritti non disponibili, ma liberamente
valutabile in caso di litisconsorzio necessario, se fatta da alcuni e in caso di
dichiarazioni aggiunge (2734 c.c.
- 2735 c.c. la confessione stragiudiziale: si ha fuori dal processo ma deve essere sempre
resa dalla parte. distingue se la confessione è stata resa direttamente alla controparte o
a un terzo: nel primo caso viene fatta come piena prova, nel caso fatto a un terzo o in
un testamento è una prova liberamente valutabile.

La confessione come può essere fatta ?

- spontanea: su iniziativa stessa della parte es tramite sottoscrizione (?


- indotta: attraverso la richiesta di interrogatorio formale della parte che dovrà rendere,
una delle parti chiede alle parti di disporre su capitoli di fatti ovviamente sfavorevoli alla
part

L’interrogatorio formale reca anche la capitolazione dei fatti su cui debba essere fatto il
contraddittorio per ottenere una confessione nel corso del processo. Una volta disposto
questo tipo di contraddittorio, la parte dovrà partecipare e in sede di interrogatorio potrà
confermare i fatti costituendo confessione facendo piena prova, o non affermare quindi no
confessione. Poi c’e il contraddittorii informale che non viene programmato.
Se la parte non si è presentata o sta in silenzio senza giusto motivo, allora i fatti possono
essere ritenuti ammessi (è un comportamento processualmente rilevante). I fatti capitolati
si possono ritenere ammessi.
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IL giuramento

vengono individuate duetipi di giuramento

a. decisorio: dall esito del giuramento dipende l esito della causa. Quando una delle sue
parti in causa deferisce all’altra di giurare la verità dei farti di causa e da questo di far
dipendere la torta eo parziale risoluzione della causa. E’ una scommessa, se la parte
giura la verità dei fatti la causa è chiusa in quanto sfatti sfvaorevoli ad essa e decisivi.
Se la parte non conferma il processo e kilo giuramento non ha avuto esito positivo e le
istanze non accolte. Una colta che una delle parti abbia riferito all’altra il giuramento
decisorio, la controparte riferisca e ribalti nei confronti della altra parte l’opportunità di
effettuare un giuramento, Cio quando la controparte a sua volta ribalta la situazione e
fa giurare l’altra part
b. suppletorio: si è in presenza di un giuramento che è de nito dal giudice quando per
decidere la causa rileva che le domande o le eccezioni sono state in parte provate. Per
completare la prova il goidice può ricorre aquesto strumento per completare le prove,
supplisce alla piena prova. Qui quando il giudice ritiene che certe prove consono
completamente utilizzabili per decidere la causa. Quando si ha giuramento suppletorio
non si può avere kilo strumento del riferimento che si è avuto prima

Anche per il giuramento ci sono dei limiti di ammissibilità, devono esserci dei diritti
disponibili, l ‘oggetto della dichiarazione non deve avere ad oggetto fatti illeciti che
possano in qualche modo danneggiarla sul piano penale, nemmeno contratti per il quale
l’ordinamento richieda la prova scritta ad substantiam. Nemmmeno in ne per contestare
la veridicità di un atto pubblico.

La confessione e il giuramento sono prove legali perché vincolano il giudice.

La testimonianz

E’ la prova di cui dispone la parte tramite la quale chiede che un terzo estrano alla causa
renda una dichiarazione di verità du determinati fatti rilevati per la decisione. La
dichiarazione è resa da un terzo. Vengono ovviamente posti dei limit di ammissibilità, o di
carattere oggettivo oppure di ammissibilità che riguardano il pro lo soggettivo, il terzo
deve avere determinate caratteristiche

I limiti oggettiv

L’art 2735 afferma che la prova testimoniale non è ammissibili est i fatti attengono un
contratto per cui è richiesta la forma scritta ad substantiam o quando il legislatore abbia
richiesta la forma scritta ad probationem. L’art 2721 il limite di valore di 2,71 euro ma
anche superiore
Nemmeno se ha ad oggetto patti e accordi contrari al contenuto dl contratto o anteriori o
contestuali: li sarebbero stati raccolti nel contatto, se non lo sono allo ac’e il dubbio che
siano veri. In questo caso dunque non si può ricorrere al testimone. Puo essere utilizzata
per parti successivi se per la valutazione l’aggiunta di tali patti appare verosimile, in lieto
caso si può utilizzare per dimostrare questi patti contrari successivi un terzo.
Anchenell’imptesi in cui il legislatore ha previsto la prova scritta ma iol dormentò è andato
perso e quindi la prova testimoniale può essere utilizzare pere provare il contenuto

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Limiti soggettivi

2736 non si puo utilizzare unterò come testimone che abbia un interesse in casa. Il
soggetto nonpuo rendere inquesto caso testimonianza non essendo terzo vero e proprio

L’ART 2… prevede anche la testimonianza scritta senza essere il soggetto corretto a


preentrsi in udienza.

Accanto alle prove costituende

L’ìiespezione giiudiziale, art 118, il giudice personalmente acquisire elleemti probatori


rilevanti per il giudizio sulla persona delle parti o sulle cose inoltro possesso, viene fatta
direttamente dal giudice. Es. veri care lo stato dei luoghi per l’ispezione giudiziale. E fatta
d’uf cio, l unico limit che trova all art 118 di ammissibilità: il giudice può ordinare purché lo
svolgimento di questa prova non determini un grave danno per la parte o per il terzo (nel
senso più ampio possibile). L’eventuale ri uto di sottoporsi all’ordinane di ispezione
giudiziale senza giusti cato motivo cio sostituisce armento di prova

Le prove presuntive

E’ un tipo di prova particolare, sono prove logiche che nascono su un ragionamento del
giudice, non sono prove dirette da cui si trova un determinato fatto. La prova nsce all’esito
di un ragionamento logico, per questa ragione si parla fai prova logica. Nella categorie
delle prove presuntive bisogna distinguere; sono prove costituende, il giudice purante il
processo tramite l assunzione di determinati indizi ritiene che un fatto non provato
direttamente possa riterrei provato. Partendo dagli inizi di un ragionamento logico si può
ritener e provato un fatto ignot
es. Ipotesi oggetto della casa sia domanda ridsaciemrto danno incidente stradale: durante
il corso della casa acquista rilevanza se incidente sia avvenuto con comportamento
colposo o doloso del conducente oppure no. L’eleleto per stabilire se il codice te se e
colposo es valutare la velocità. Emerge come indizio che c’e sulla strada< una frenata di
20 metri allora il codice te andava ad una velictia sostenuta. E’ un indizio che non prova
direttamente la velocità ma lascia presumere ch l fatto velocità fosse superiore al limite
concesso.

2729 del cc glindizii devono essere gravi concordanti e precisi per formare la presunzione:
il momento in cui giuda motiva il suo ragionamento il giudice deve dire per aule motivi è
giunto alla conclusione di un determinato fatto.

E’ sempre ammessa inquesto caso la prova contraria: es la frenata sulla strada è dovuta
ad altre ragioni: si parla di ragioni semplice (iuris tantum)

C’ei il legilsaotre eche individua dertremiante presnzioni: si para di presunzioni legali


previste da norme di leggi. Il giudice subisce queste norme. Posson0 essere di due tipi
a. presunzioni iuris et de iure che sono vincolanti come prove legali, vincolanti che non
consentono prova contraria, es 599 cc che stabilisce che nel momento in cui si rende
un testamento non si possono indicare alcuni soggetti che sono incapaci cper il
testamanto. si presume che sia assolutamente incapace il coniuge del notaio, qui c’e
una repsunzione assoluta che non ammette prova contraria
b. presunzioni iuris tantum: ricadono usl giudice ma ammettono prove contraria, si parla
di presunzioni semplici. es art 1147 c,c, che afferma che nel caso del possesso in
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buona fede si presume la buona fede del possessore salvo prova contraria. non devo
dimostrare se sono possessore di un bene, ma dece essere la controparte che non lo
er, è ammessa la prova contraria per questo sono semplici queste presunzioni lehsli.
qui si può ribaltare la situazione: non e il possessore che deve dimostrare d essere in
buona fede ma l’atra parte. E’ un modo per ripartire in maniera diversa l’onere
probatorio. Lonere di probarlo starebbe al possessore, si ribalta sulla cotnrpaorete l
onere contrario. assolvendo l onere di provare l elemeri costituito.

lezione 3.05
La fase decisori

Si tratta della fase conclusiva del processo di cognizione. Le norme di riferimento sono
ritagliate dal codice con riferimento alla fase decisoria difronte al collegio, ovvero quando il
giudice istruttore manda la causa in fase decisoria difronte al collegio. Il giudice esaurita la
fase istruttoria manda la causa difronte a se stesso per la decisione, questo in caso del
giudice unico.

L’art 187 prevede che il giudice che all’esito della prima udienza senza dover passare per
la trattazione possa rimettere immediatamente la causa in decisone quando
- la ritenga già matura, es quando tutti i fatti della casa sono paci ci, non si devono
provare
- Questo anche in caso in cui sia emersa una questione preliminare di merito
- se sorgono questioni pregiudiziali di merito

L’art 188 prevede il caso in cui, terminata l’istruzione, il giudice istruttore invia la causa al
collegio per la decisione.

L’art 189 disciplina la remissione al collegio, che coiste in casi previsti dalla legge, ma se
no si ha la semplice decisione del giudice monocratico. Il collegio è composto da tre
giudici

L’art 50-bis elenca le ipotesi in cui le cause debbano essere decise in collegio, la ratio è
che il collegio comporta una maggiore tutela per la causa
a. in caso in cui deve essere presente il pubblico minister
b. in caso di materie fallimentare
c. in caso di sezioni specializzate salvo espressa previsione contraria es in materia di
immigrazione
d. in casi di impugnazione delle deliberazioni dell’assemblea e del consiglio di
amministrazione e di responsabilità degli organi amministrativi e di controllo delle
società
e. casi di responsabilità civile dei magistrati (L. 13 aprile 1988, n 117
f. di impugnazione dei testamenti e di riduzione per lesioni di legittima
g. azione collettiva risarcitoria all’art 140 bis codice del consumo
h. procedimenti camerali

La prima attività che da inizio alla fase decisoria è la precisazione delle conclusioni. Il
giudice istruttore chiede alla parti di precisare le conclusione nei limiti degli atti
introduttivi o a norma dell’articolo 183. viene chiesto che le conclusioni vengano
de nitivamente de nite, potrebbe essere che debbano essere puntualizzate (es credito
non 20 mila euro ma 10), dunque si accerta de nitivamente quanto è stato accertato prima
di arrivare alla decisione.
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L’art 189 richiede che una volta che la causa sia rimessa al collegio perché il collegio
decida su una eventuale questione pregiudiziale di rito o di merito, qui il collegio viene
investito da tutta la casa, il collegio può decidere interamente la causa quando ci sono le
condizioni per deciderle quando ritiene c he sia pronta per la decisione.

Successivamente alla precisazione delle conclusioni, ai sensi dell’art 190 le parti hanno la
possibilità di ulteriormente puntualizzare la conclusioni o di replicare con comparse e atti
scritti
L’art 190 prevede che le parti possono depositare delle comparse conclusionali che
debbano essere depositate entro il termine perentorio di 60 giorni dalla remissione della
casa al collegio e le memorie di replica entro i 20 giorni successivi, ma la facoltà del
giudice di ridirle no a 20 fuori l termine previsto per il deposito delle comparse (e quindi
quello delle memorie di replica

La decisione:

L’art 275: una volta rimessa al collegio la decisione, il collegio deve depositare la
decisione in cancelleria entro 60 dallo scambio di memorie di replica. Inoltre ammette la
possibilità che nel ,omento in cui le parti siano chiamati a precisare le conclusioni possano
richiedere di discutere la causa davanti al collegio.

L’art 276: segna le modalità che regolano la decisione, dice come il collegio deve
comportarsi. la decisione è deliberata in segreto nella camera di consiglio, nella quale il
collegio, sotto la direzione del presidente, decide gradatamente le questioni pregiudiziali
proposte dalle parti o rilevabili d’uf cio e quindi il merito della causa. La decisione è presa
a maggioranza di verti, il primo a votare è il relatore, quindi l’altro giudice e in ne il
presidente. Chiusa la votazione, il presidente scrive e sottoscrive il dispositivo e poi la
motivazione viene redatta dal relatore

Il relatore deve anche redigere la motivazione della sentenza a meno che il presidente
ritiene che lui stesso debba farlo o altro soggetto.

La giurispridenza afferma che il collegio non deve seguire l’ordine delle questioni, non è
vincolato nel decidere se prima le questioni rito e poi di merito. La cassazione ritiene che
pio decidere in maniera libera e diretta se cio sia possibile.

La sentenza

l’art 275: Una volta che si è deciso, la sentenza è depositata in cancelleria e viene
pubblicata, qui poi la sentenza esce dalla sfera del giudice e diventa conoscibile e produce
effetti. Da qui poi dal termine della pubblicazione decorrono i termini per l’impugnazione.

La remissione parziale, ovvero quando il collegio decide solo una parte della causa, ci
sono due ipotesi che sono collegate alla fase istruttori
- 225: in caso di querela di falso in via incidentale, il giudice istruttore rimette le parti al
collegio per la decisione sulla querela indipendente dal merito.
- per analogia, veri cazione di scrittura privata in via incidente: rimessone al collegio per
la decisione sulla veri cazione
Quindi in questi casi solo la questione che riguarda questi due casi sarà rimessa al
collegio, le altre, invece, vanno al giudice monocratico.
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Procedimento davanti al tribunale monocratic


Questi vanno dall’art 281-bis a sexties: il legislatore ha espanso la disciplina e ha
introdotto delle deroghe, queste ultime soprattutto in caso della fase decisoria

Le deroghe:

L’art 281-ter: la possibilità di disporre d’uf cio la prova testimoniale, quando le parti si
sono riferite a persone che siano in grado di conoscere la verti dei fatti. Dunque quando ci
sono dei soggetti che sono a conoscenza e potrebbero testimoniare su determinati fatti.
Questa norma viene raramente applicata. Le parti possono dedurre delle controprove per
difendersi dalla testimonianza dei terzi disposte d’uf cio, deve sempre essere garantito il
contraddittorio e le difese.

L’art 281-quinques: decisione a seguito di trattazione scritta o mista.


- Avviene la precisazione delle conclusioni, scambio di comparse conclusionali e
memorie di replica e deposito della sentenza entro 30 giorni dalla scadenza del termine
per le memorie di replica.
- tuttavia, se una delle parti lo chiede, il giudice, dopo la precisazione delle conclusioni e
lo scambio delle conclusionali, ssa l’udienza di discussione e successivamente
deposita la sentenz

L’art 281-sexies: decisione a seguito di trattazione orale


- dopo la precisazione delle conclusioni il giudice ordina la discussione della casa nella
stessa udienza o, su istanza di parte, in un’udienza successiva e subito dopo pronuncia
sentenza, dando lettura del dispositivo e della concisa esposizione delle ragioni di fatto
e di diritto della decision
- in questo caso la sentenza si intende pubblicata con la sottoscrizione de verbale da
parte del giudic
- questo modello decisorio può oggi trovare applicazione anche nelle cause di
competenza del tribunale in composizione collegiale su scelta del giudice istruttore
(l.208/2015

Ordinanza e sentenza de nitiva

L’art 279 stabilisce quando il giudice deve ammettere ordinanza o sentenza

a. ordinanza: in materia probatoria, qui si impone di assumere una prova. Anche quando
il giudice decide soltanto su questioni di competenza. Si parla di soltanto, quando
invece decide sia di merito che di competenza, allora si pronuncerà con sentenza.
b. sentenza de nitiva: l’art 279 non ci dice cosa è una sentenza de nitiva, si intende
una sentenza che chiude tra un giudizio difronte ad un giudice, quindi non si prosegue
più davanti a quel giudice. Quando il giudice pronuncerà una tela sentenza avete
uqetso contenuto de nitivo e conclusivo ?
- quando de nisce il giudizio, decidendo questioni di giurisdizione. Es non sussiste la
giurisdizione e dunque si chiude il giudizio
- quando de nisce il giudizio, decidendo questioni pregiudiziali di rito o preliminari di
merito (art 197, 2 e 3 comma)
- quando decide totalmente il merito, si p svolta l’attività istruttoria e quindi il giudice
decide accolgendo o respingendo le domande esaurendo l’0intero merito, in quanto non
residua nulla su cui il giudice può pronunciarsi.
- quando, nei casi di cui agli art 103, 2 comma (litisconsorzio facoltativo) e 104, 2 comma
(cumulo soggettivo), decide solo su alcune delle cause e dispone con ordinanza la
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separazione delle altre cause. Una volta separate le cause, potrebbe essere che sia
competente un giudice inferiore, allora le cause saranno riassunto difronte a lui,
chiudendo il processo difronte al giudice orriginarmanete adito che con la separazione
non ha la competenza per quella causa.

Sentenza non de nitiva: ci sono tre ipotesi


a. quando, decadenza alcune delle questione di cui all’et n. 1, 2 e 3 dell’art 279, non
de nisce il giudizio e impartisce distinti provvedimenti per l’ulteriore istruzioni della
casa (art 279, n. 4)
b. in caso di cumulo di domande, limita la decisione ad alcune domande, se riconosce
che per esse soltanto non sia necessaria una ulteriore istruzione (art. 277, 2 comma
c. in caso di condanna generica, disponendo con ordinanza che il processo prosegua per
il quantum debeatur (art 278). Es, in caso di condanna di natura risarcitoria, ovvero il
caso di condanna generica. Il giudizio non è chiuso, in quanto proseguire per la
de nizione del quanto

L’ef cacia della sentenz

l’art 282 afferma che la sentenza di primo grado è provvisoriamente esecutiva tra le parti.
Qui il legislatore è stato molto sintetico, quindi questa deve essere interpretato che le
sentenza di condanna vale una esecutività provvisoria. Inc3ve per quelle di accertamento
e quelle costitutive non si applica questo articolo in quanto non richiedono un esecutività.
Queste due sono idonee produrre effetti non in primo grado , ma manco di appello, solo
dal momento che acquisiscono ef cacia di giudicato.

L’art 283: l’inibitoria della provvisoria esecutività se succingono gravi e fondati motivi,
anche in relazione alla possibilità di insolvenza di una delle parti, con canzone o senza.

Lezione 04.0
Le vicende anormali del processo

Le vicende anormali del processo di trova nel processo dopo la fase decisoria del
processo. Sono tutte quelle vicende ed eventi che possono veri carsi nel corso del
processo alterandone il iter normale.

Riunione delle cause

L’art 273 e 274 c.p.c analizza l’eventuale pendenza di due processi difronte allo stesso
uf cio giudiziario o con la stessa azione oppure abbiano ad oggetto due cause tra loro
connesse. Questo fenomeno l’abbiamo già analizzato parlando della litispendenza, ma la
particolarità di questi due articoli sta che ci si riferisce allo stesso uf cio giudiziario

Nel dettaglio:

L’art 273: riunione di processi per identità di causa: Due processi sulla stessa causa
pendono davanti allo stesso uf cio giudiziario se è lo stesso giudice-persona, risponde
d’uf cio la riunione dei due processi; se sono diversi, sarà il presidente del tribunale a
stabilire con decreto davanti a chi debba avvenire la riunione

L’art 274: riunione dei processi per connessione di cause pendenti davanti allo
stesso uf cio giudiziario se ritenuta opportuna (può disporre)
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emerge l’esigenza che due processi dalla stessa causa sono contemporaneamente
competente con il rischio di provvedimenti contrastanti. La facoltà del giudice è dovuta al
fatto che si debba vedere il caso concreto e che sia opportuna. Quindi qui due processi
nati separatamente applicando queste norma si riuniscono nel medesimo processo.

Può anche accadere il fenomeno opposto, ovvero un processo nato con un cumulo di
domande arrivato alla fase decisoria disponga la separazione delle domnasne (279, nr 5).
Qui per effetto della separazione si ha la automizzazione delle domande (art 103, 2
comma - 104)

La sospensione del processo

Per un certo lasso di tempo in un processo non si svolgerà attività processuale. Si hanno
due tipi di sospensione

a. sospensione necessaria (art 295


Il giudice dispone (deve farlo) la sospensione del processo quando lui stesso o altro
giudice deve risolvere una controversia, dalla cui de nizione dipende la decisione della
causa (rapporto di pregiudizialità). Ciò con ordinanza dispone la sospensione del processo
davanti a lui pendente. Questa ordinanza sarà impugnabile con regolamento necessario di
competenza (art 42). Se è stata disposta la sospensione vuol dire che all’interno del
processo non si può compiere attività processuale, dunque è ovvio che le parti possano
sottoporre ad un altro giudice la valutazione di ciò facendo dunque continuare il processo.

b. sospensione su istanza delle parti (volontaria) (art 296):


ove sussistano giusti cati motivi e per una sola volta, il giudice può sospendere per un
periodo non superiore a tre mesi, ssando l’udienza per la persecuzione del processo.

Gli effetti della sospensione sono previsti dall’art 298 che afferma che durante la
sospensione non possono essere compiuti atti del procedimento, salvo quelli urgenti.
Anche nel caso di sospensione necessaria o volontaria non possono essere compiuti atti
processuali se non quelli urgenti come la pronuncia di provvedimenti cautelari a
salvaguardia del diritto oggetto del processo

La ripresa del processo (art 297): all’udienza indicata nel procedimento di sospensione
(art 296) o ssata su richiesta delle parti entro 3 mesi dal passaggio in giudicato della
sentenza sulla casa pregiudiziale (art 295), questo su istanza di parte che si attiva e
chiede al giudice di riprendere il processo, se non lo fa entro questi 3 mesi il processo si
estingue.
La cassazione delle sezioni unite riguardo al connetto dell’art 297 per i 3 mesi per la
richiesta, come termine ultimo che ke parti debbano attivarsi, questa interpretazione
afferma che le parti posso richiedere la ripresa del processo anche prima, quando c’e
stata la sentenza di primo rado sulla cause pregiudiziale.

L’art 337, secondo comma prevede un’ipotesi secondo cui tra due processi ci sia un
rapporto di pregiudizialità - dipendenza, sul rapporto di pregiudizialità sia impugnata e
dunque il processo viene sospeso. In questo caso si può avere la sospensione facoltativa
se la sentenza sulla causa pregiudiziale è impugnata. Il giudice quindi valuta se è
opportuno sospensd ere il processo in attesa della sentenza sulla pregiudizlaita o meno

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Sospensione impropria: in caso di rinvio alla corte costituzionale (art 23 l. 87/1935) su


questione di costuitizonalita di una norma di legge o rinvio pregiudiziale alla corte di
giustizia dell’Ue sull’interpretazione del diritto europeo, obbligato per giudici di ultima
istanza degli stati membri. Quindi si trasferisce una parte della causa per essere
interpretata.
E’impripria perche non è la vera e propria quella disciplinata dall’art 295 e 256, anche
perché il fenomeno è diverso da quello del codice

La contumacia

La contumacia può essere sia dell’attore che del convenuto, ovvero quando non ci si
costituisce in giudizio

a. dell’attore (art 290


se il convenuto lo richiede, il giudice ordina che sia proseguito il giudizio perché abbia
interesse ad una pronuncia del giudice; altrimenti dispone che la causa sia cancellata dal
ruolo e il processo si estingue

b. del convenuto (Art. 291


se il giudice rileva una nullità nella noti ca della citazione, ssa all’attore un termine
perentorio per rinnovarla e se il convenuto non si costituisce neppure alla nuova udienza, il
giudice provvede a dichiaralo contumace.

Quali sono le conseguenze ?

L’art 292 c.p.c. L’ordinanza che ammette interrogatorio formale o il giuramento, e le


comparse contenti domande nuove o riconvenzionali devono essere noti cate
personalmente al contumace; lo stesso vale per le sentenze

L’art 293 c.p.c. il contumace può costituirsi in ogni momento del procedimento no
all’udienza di precisazione delle conclusioni, ma subisce tutte le preclusioni già maturate,
in ogni caso il contumace che si costituisce può disconoscere, nella prima udienza o nel
termine assegnatoli dal giudice, le scritture private contro lui prodotte

L’art 294 c.p.c.: contumacia involontaria: costituitosi può chiedere la remissione in


termini, se dimostra che la nullità della citazione o della sua noti cazione gli ha impedito di
avere conoscenza del processo o che non ha potuto costituirsi per causa a lui non
imputabile. Con la rimessione in termini la parte contumace può svolgere le attività che
non gli sarebbero consentite, ciò ovviamente sempre garantendo alla controparte di
controbattere e di reagire.

L’interruzione

Se si veri cano determinate vicende ed eventi previsti dal codice (299-301), il giudice
dovrà disporre l’interruzione del processo, con conseguenza di divieto di attività
processuale durante tutto il periodo di divieto. La funzione dell’interruzione di consentire
che il processo riprenda il suo normale corso nella pienezza del contraddittorio, lo scopo e
la ratio è quella di salvaguardare il contraddittorio

L’art 299 prende in considerazione gli eventi interruttori che riguardano una delle parti del
processo: morte, perdita capacita processuale della parte o del rappresentante o
cessazione della rappresentanza. La morte della parte riguarda la persona sica, ma la
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stessa cosa barra se riguarda l’estinzione della persona giuridica. Inoltre, va assimilata
alla morte la scomparsa e la morte presunta.
Con la perdita della capacita processuale la parte non può stare in processo sola, serve il
suo rappresentante legale o l’assistenza del curatore. Questo evento interattivi può
dunque anche colpire il rappresentante della parte.
Quando uno di questi eventi interruttori si sia veri cato a carico della parte dopo la
noti cazione ma prima della costituzione, in questo caso il processo viene
automaticamente interrotto, a meno che coloro a cui spetti di proseguirlo si presenti
volontariamente (es. eredi) oppure quando l’altra parte provvede a citarli.

L’art 300: quando l’evento in questione si veri cano dopo la costituzione in giudizio,
l’avvocato della parte deve dichiararlo in udienza o noti carlo alla controparte e da tale
momento il processo deve essere interrotto, salva sempre la costituzione volontaria di
coloro a cui spetta prosegui o la riassunzione nei loro confronti. Se l’avvocato non lo
dichiara vuol dire che la situazione non in cia
- al terzo comma, se l’evento riguarda una parte che sta in giudizio personalmente, il
processo è interrotto automaticamente dal momento dell’evento.
- al quarto comma, se l’evento riguarda la parte contumace, il processo è interrotto dal
momento in cui l’evento interuttivo è documentato dall’arta parte o è noti cato ovvero è
certi cato dall’uf ciale giudiziario nella relazione di noti cazione di uno dei
provvedimenti di cui all’art 29

L’art 301 eventi che riguardano il difensore, il processo è interrotto dal giorno della morte,
della radiazione dell’albo degli avvocati o sospensione dello stesso albo dell’avvocato
stesso. Viene garantito quindi tramite l’interazione che la parte possa cercare un altro
difensore. Non sono considerati eventi interruttori la revoca della procura né la rinuncia
stessa. Anche in caso di rinuncia il difensore deve continuare no a che l a parte lo
sostituisca.

Quali sono le conseguenze dell’interruzione

L’art 302: prosecuzione del processo interrotto: la costituzione spontanea per


proseguire il processo può avvenire all’udienza o a orma dell’art 166 (con deposito di
comparsa di costituzione): ovvero con la comparsa spontanea degli eredi per esempi

L’art 303 riassunzione del processo interrotto: l’altra parte può chiedere la ssazione
dell’udienza, noti cando quindi il ricorso in riassunzione e il decreto a coloro che debbono
costituirsi per proseguirlo.

L’art 305 La riassunzione deve essere entro 3 mesi dal momento si è veri cata
l’interruzione automatica, oppure dal provvedimento del giudice. La jp della cassazione
ricorre alla conclusione ch ei 3 mesi per provvedere alla costituzione spontanea o alla
riassunzione, on decoroso dalla pronuncia del provvedimento o dalla spontanea
comparsa, ma dalla conoscenza legale per salvaguardare l posizione delle parti per
salvaguardare la prosecuzione del processo

L’estinzion

L’art 306: estinzione per rinuncia degli atti: quando la rinuncia agli atti del giudizio è
accattata dalle parti costituite che potrebbero avere interesse alla prosecuzione, tali
dichiarazioni sono compiute delle parti verbalmente all’udienza o con atti sottoscritti e
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noti cati alle parti, salvo diverso accordo, la parte che rinuncia rimborsa le spese giudiziali
della controparte

L’art 307 disciplina l’estinzione per inattività, questo quando


- Dopo la noti cazione della citazione, nessuna delle parti si sia costituita nel termine
rispettivamente ad esso assegnat
- dopo la costituzione delle parti, il giudice abbia ordinato la cancellazione della causa dal
ruolo, il processo si estingue se nessuna parte lo riassume entro 3 mesi dalla scadenza
del termine di cui all’art 166 (nella prima ipotesi) o dalla cancellazione dal ruol
- il processo si estingue immediatamente (ad es art 181, 1 e 2 comma, art 102, art 305
etc
Al 4 comma dell’art 307 viene disciplinata la dichiarazione dell’estinzione: l’estinzione
opera di diritto ed è dichiarata, anche d’uf cio, con ordinanza del giudice istruttore ovvero
con sentenza del collegio. Se dichiarata con ordinanza del giudice istruttore, questo è
reclinabile al collegio ai sensi dell’art 178, 3 comma (entro 10 giorni

Art 308 il collegio pronuncia sentenza, se respinge il reclamo, e con ordinanza non
impugnabile, se l’accoglie

Gli effetti dell’estinzione

L’art 310 c.p.c lio prevede:


a. l’estinzione non estingue ‘azione (non è riproponibile
b. rende inef caci gli atti compiuti
c. ma non rende inef caci le sentenze (non de nitive) di merito pronunciate nel corso del
processo (art 277, 2 comma, 278 e 279 n.4). Esse sopravvivono, quali sono ? sono
sentenze non de nitive, se lo fossero allora il processo sarebbe chiuso.Nemmeno le
pronunce della corte di cassazione che regolano la competenza (ma neanche
ordinanze anticipatore di condanna)
d. le prove raccolte (costituende) sono valutate dal giudice (in un eventuale successivo
giudizio) come argomenti di prova a norma dell’art. 116, 2 comma). Per prove raccolte
si intende quelle costituende, ciò non riguarda le prove costituite.

Lezione 05.0
Differenze tra processo di cognizione piena (modello standard) e il processo
difronte al giudice di pace e poi i processi speciali più rilevanti (processo
separazione-divorzio e lavoro)

Il procedimento difronte al giudice di pace

Troveranno applicazione quando il giudice di pace deve decidere su questioni che


rientrano nella sua competenza (art 7 cpc), lui svolgerà il processo di condizione secondo
le modalità dell’art 311 e seguenti.
Questa parte del codice stabilisce in maniera espressa che tutto ciò che non è previsto
espressamente da questi articoli si applicheranno le disposizioni difronte al tribunale

Quali sono queste differenze ?


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L’impostazione del giudice di pace, che è un giudice onorario (non togato magistrato) ha
funzioni giurisdizionali senza avere la magistratura, di af dargli le controversie più semplici
e di conseguenza la disciplina del relativo processo di cognizione tende ad essere più
semplice. Anche in questo pace si divide l’articolazione del processo in tre fasi:

• introduttiva: il processo sempre introdotto tramite citazione,


• l’art 316 afferma che la domanda difronte al giudice di pace si propone con citazione, ma
può essere anche formata in forma orale che poi viene raccolta nel verbale d’udienza e
successivamente noti cata al convenuto con l’indicazione dell’udienza in cui il convenuto
deve apparire. Sappiamo che la parte può stare mi giudizio anche personalmente senza
procuratore C’e la possibilità della difesa personale nelle cause di valore non superiore a
1100 euro. Inoltre
• all’art 317, viene affermata la rappresentanza volontaria, ovvero che davanti al giudice di
pace le parti possono farsi rappresentare da persona munita di mandato scritto in calce
alla citazione o in atto separato, derogando all’art 77 c.p.c. Non ci deve essere la
corrispondenza tra rappresentanza formale e sostanziale, cio mi deroga all’art 77, quindi
non deve esserci la corrispondenza tra piano sostanziale e processuale
• L’art 318 disciplina i termini a comparire, la domanda deve contenere, oltre l’indicazione
del giudice e delle parti, l esposizione dei fatti e l’indicazione dell’oggetto; i termini a
comparire sono quelli dell’art 163-bis, ma ridotti a met
• L’art 319: la costituzione delle parti si effettua depositano in cancelleria la citazione o il
processo verbale di cii all’art 316 con la relazione di noti cazione e la procura, oppure
presentendo tali documenti al giudice in udienza (sentenza di preclusione). La
costituzione tardiva non comporta alcuna preclusione per la parte, la ragione è quella di
sempli care più possibile la disciplina processuale

• trattazione della caus


• all’udienza di ha l’interrogatorio libero delle parti e il tentativo di conciliazione, se la
conciliazione non riesc
• il giudice inviata le parti a precisare de nitivamente i fatti a fondamento delle domande,
difese ed eccezioni a produrre i documenti e a chiedere i mezzi di prova da assumere,
eventualmente ssando altra udienza.
• art 313 querela di falso: se è proposta, il giudice di pace sospende il giudizio e rimette le
parti davanti al tribunale per il relativo procedimento. Qui la sospensione è come se
fosse impropria: una parte della causa procede difronte al tribunale per quello che
riguarda la querela di falso. E anche vista come necessaria perché non possono essere
trattate insieme, ma non consiste veramente in una causa si pregiudizialità dipendenza,
per questa ragione si preferisce de nita come impropria.

• fase decisoria
• L’art 321: quando il giudice ritiene matura la causa per la decisione, il giudice invita le
parti a precisare le conclusioni (che deve esserci sempre essendo uno snodo
fondamentale) e a discutere la causa e la sentenza è depositata in cancelleria entro 15
giorni dalla discussione. Può anche essere applicato l’att 281-sexties in quanto non è
vietato dall’articiolo stess
• l’art 322 parla di conciliazione in sede non contenziosa: su domanda anche verbale il
giudice di pace tenta la conciliazione e se viene raggiunta il verbale è titolo esecutivo nei
limiti di competenza de giudice di pace (art 7). Il legislatore ha fatto del giudice di pace
più che un organo conciliativo, viene concesso a chiunque di accedervi per tentare una
risoluzione prima di tutto extra-giudiziaria della causa. L’ef cacia di titolo esecutivo lo
avrà solo il verbale di conciliazione solo nelle materie di competenza del giudice di pace.
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Se esorbita la competenza dell art 7, il processo verbale non è un titolo esecutivo, ma


una scrittura privata riconosciuta.

Il processo di condizione difronte al giudice di pace può essere de nito speciale in quanto
presenta alcune particolarità

Il processo del lavoro

Questo rito è considerato è un processo a cognizione piena che permetta


l’approfondimento da parte del giudice per acquisire l’accertamento pieno ed esauriente
dei fatti prima di decidere, che trova risoluzione in determinate controversie in materia di
lavoro.
Viene disciplinato dagli art 409 e seguenti e venne introdotto nel 1973 che sostituì la
materia precedete. Questo modello processuale del 1973 del lavoro venne poi utilizzato
nel 1990 come modello di riferimento per riformare il processo ordinario di cognizione.

La particolarità è che trova applicazione nelle ipotesi elencate dall’art 409 c.p.c.. La
competenza è sempre del tribunale ordinario in composizione monocratica, mai del
giudice di pace. Semplicemente il tribunale applicherà una disciplina speciale de nita dal
legislatore.

L’ambito applicativo

L’art 409 c.p.c. elenca:


- controversie individuali di lavoro sia pubblico che privat
- rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (c.d. rapporti para-subordinati
- rapporti di agenzia (art. 1742 ss. c.c.
- rapporti derivanti da altri contratti agrari, se non siano di competenza delle sezioni
specializzate agrarie
- il processo di lavoro come processo speciale è anche richiamato all’art 447-bis del
codice per controverei di locazione. Si prevede dunque l’applicazione del processo di
lavoro
- per tutte quelle controversie del decreto legislativo di sempli cazione per determinate
tipologie di controversie (es. art 28 del d.lgs. per materia di discriminazione, art 152 per
materia privacy

Questo tipo di processo ha avuto dunque un estensione per il campo applicativo, si va


oltre l’art 409 c.p.c.

• Fase introduttiva (art 413, 414 e 416


• la domanda non si introduce con atto di citazione, ma con ricorso, che deve contenere
a pena di decadenza anche l’indicazione dei mezzi di prova. Per la data di prima
udienza viene de nita con il deposito in cancelleria dove poi il giudice indicherà con
decreto in cale al ricorso la prima udienza che viene poi comunicata. La pendenza si ha
dunque dal momento in cui l’atto di ricorso viene depositato in cancelleria. Quindi
rispetto all’atto di citazione, è il giudice a de nire la prima udienza non l’attore come
nell’atto di citazione. La pendenza del processo viene indicata nel momento in cui viene
depositato in cancelleria il ricorso
• Perché il ricorso ? l’idea è che con il ricorso il giudice può meglio organizzare la sua
attività, il contenuto del ricorso è in genere identico a quello della citazione, però senza
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indicazione della data di udienza, che verra decisa dal giudice con decreto inscritto in
calce al ricorso.
• si ha un sistema di preclusioni più rigido, per gli atti introduttivi anche preclusioni
istruttorie. Scatta dall’atto introduttivo le preclusioni, già dall’inizio, questo non p cosi nel
processo ordinario che va dall’atto introduttivo alla precisazioni delle conclusioni. Quindi
cio vale sia per le modi che, precisazioni, mezzi di prova etc. Il convento con la memorai
difensiva deve indicare tutto cio che vuole indicare, a pena di decadenza successiva.
• il convenuto deve costituirsi almeno 10 gg prima dell’udienza con la memoria difensiva,
nella quale deve indicare i mezzi di prova a pena di decadenz
• la competenza può essere o la competenza territoriale del tribunale del luogo dove è
sorto il rapporto o del tribunale del luogo dove si trova l’azienda o una sua dipendenza
alla quale è addetto il lavoratore o era addetto al momento della ne del rapporto (se la
domanda viene proposta entro 6 mesi dalla cessazione). E’ una competenza territoriale
inderogabile, qualsiasi clausola derogatoria p nulla, la ratio che sia il giudice più vicino
al luogo di lavoro che sia competente.
• Fase di trattazione-istruzione (420 e 421
• l’art 420 indica quali attività il giudice deve compiere in questa fase di discussione, che
dovrebbe esaurirsi tutta quanta li in quanto si prevede una trattazione concentrata.
• in prima udienza c’è l’obbligo di comparazione personale delle parti per essere
sottoposte a interrogatorio libero e a tentativo di conciliazione. Possono participare
anche nominando un procuratore speciale, ma deve essere un soggetto che conosce i
fatti di causa. Ove le parti non compaiano personalmente o nominano un mandante che
non sappia i fatti della causa, il giudice può trarne argomenti di prov
• in prima udienza la possibilità di modi care le domande, le eccezioni e conclusioni ma
solo previa autorizzazione del giudice
• c’e la possibilità di proporre nuove mezzi di prova che non sia stato possibile proporre
prima
• il giudice può disporre d’uf cio in qualsiasi momento l’ammissione di ogni mezzo di
prova, anche al di fuori dei limiti del codice civile (tranne che del giuramento decisorio).
Es ammesso testimone anche al di fuori dei limiti stabiliti. 421 c.p.c. La ratio è alla
particolare natura delle controverei la cui risoluzione è particolare. Per compensare lo
squilibrio tra le due parti del processo, sono stati previsti dei poteri più ampi al giudice.
• accesso diretto del giudice sui luoghi di lavoro ed eventuale esame dei testimoni
• quindi il giudice ha una posizione molto più importante in quanto ha dei poteri istruttori
molto più ampi rispetto al giudice ordinario.
• Fase decisoria (art 429
• la pronuncia della sentenza avviene a conclusione dell’udienza di discussione e dopo la
precisazione delle conclusioni (in camera di consiglio), con lettura del dispositivo in
udienza. L’art 429 prevede anche che quando dalla sentenza emergano delle decisioni
di condannare datarie di lavoro, il dispositivo della sentenza da solo costituisce titolo
esecutivo. Non si ha ancora la sentenza di condanna vera e propria, ma il solo
dispositivo costituisce titolo esecutivo e per questo serve dunque la letture di esso in
udienza
• entro 15 giorni deve avvenire il deposito della sentenza con motivazion
• il dispositivo è immediatamente te esecutivo a favore del lavoratore, per questo la lettura
del dispositivo è fondamentale, qui quando non si ha ancora la sentenza vera e propria
con condanna, ma soli il dispositivo, da qui per questa ragione dunque la lettura è
fondamentale
• è possibile l’appello immediato con riserva dei motivi ai sensi dell’art 433, se
l’esecuzione è già iniziata sulla base del dispositivo. Si può fare subito appello per avere
la motivazione speci ca della contestazione della sentenza di primo grado, A cosa serve
questo appello immediato riconosciuto al datore di lavoro quando il lavoratore utilizza il

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dispositivo come mezzo esecutivo questo per sospendere l’ef cacia esecutiva, si
richiede la sospensione inibitoria della sentenza.
• l’art 429 è il giudice che con sentenza determina gli interessi e la valutazione monetaria.
il pagamento della somma di denaro a favore del lavoratore, il giudice riconosca al
lavorare anche gli interessi nella misura legge anche se il lavoratore non l ha
espressamente richiesti. Questa è una soluzione di favore della parte più debole, la
facoltà inoltre di riconoscere il maggior danno eventualmente seguito dal lavatore per la
liazione del suo credito. Ovvero la rivalutazione monetaria del credito che il giudice
riconosce anche se non c e un espressa richiesta
• la manata lettura del dispositivo determina la nullità della sentenza in quanto costituisce
un obbligo fondamentale in capo al giudice.
• il giudice può utilizzare il modello decisorio dell'art 281-sextoes, dove c e ila lettura e la
pubblicazione della sentenza

Il processo di separazione e di divorzio

Il processo di separazione è disciplinato nel codice (706 e seguenti) invece quello del
divorzio da una legge speciale sul divorzio

La separazione è lo strumento che viene offerto dal c.c. all’art 151 per sciogliere il vincolo
matrimoniale quando siano accaduti dei fatti tali da rendere intollerabile la convivenza. Lo
scioglimento de nitivo avviene poi con il divorzio.

Entrambi i coniugi possono richiederlo.

Ci sono due tipi di processo di separazion

a. giudiziario contenzioso: processo di cognizione piena che porta poi alla pronuncia
della sentenz
b. consensuale: è di giurisdizione volontaria, i due coniugi essendo d’accordo sulla
separazione richiedono al giudice di omologare il loro accordo. Il giudice, se l’accordo
non è in danno ai gli il giudice la pronuncia

Il processo di separazione giudiziario contenzioso

• Fase introduttiva (706 e 709 c,p.c.)


• la proposizione avviene con ricorso, nel quale deve essere indicata anche la presenza
di gli
• la competenza territoriale del tribunale nel luogo dell’ultima residenza comune dei
coniugi o, in mancanza, luogo di residenza o domicilio del coniuge convenuto (art.
706 c.p.c.
• intervento obbligatorio del P.M. (art 70 c.p.c.), siamo in presenza dunque del
tribunale in presenza collegial

Fase prima: davanti al presidente del tribunale

• il presidente del tribunale ssa con decreto la data dell’udienza di comparizione dei
coniugi davanti a se nel termine per la noti cazione del ricorso (che vine depositata) e
del decreto, nonché il termine entro cui il coniuge convenuto può depositare memoria
difensiva e documenti. Qui il presidente del tribunale deve cercare di trovare un
conciliazione, non rispetto alla controversia ma rispetto al rapporto matrimoniale.
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• Quindi prima si passa per il presidente del tribunale che cerca di trovare una
conciliazione dei coniugi rispetto al rapporto matrimoniale e non di roncigliare le parti
rispetto alla separazione, ovvero di trovare un motivo per evitare la separazione e di
salvare il matrimonio.
• al ricorso e alla memoria difensiva sono allegate le ultime dichiarazione dei redditi
presentat
• se il ricorrente non si presenta, o rinuncia, la domanda non ha effetto; se non si presenta
il coniuge convenuto, viene ssata una nuova data per la comparizion
• se i coniugi si conciliano il presidente fa redigere il processo verbale della conciliazione
• se non riesce la conciliazione, ordinanza presidenziale (reclinabile alla corte d appello
entro 10 gg) che pronuncia provvedimenti temporanei e urgenti che il presidente reputa
opportuni nell’interesse dei coniugi e della prole ( art 708, 3 comma ).

Fase seconda: davanti al giudice istruttor

• con l ordinanza presidenziale il presidente nomina il giudice istruttore e l’udienza di


comparazione davanti a lu
• e assegna altresì termine al ricorrente per il deposito in cancelleria di nota integrativa,
che deve avere il contenuto di cui all’art 163, 3 comma (nr 2,3,4,5,6
• inoltre assegna al convenuto termine per la costituzione in giudizio ai sensi dell’art 166 e
167, primo e secondo comma; l’ordinanza deve contente l’avvertimento al convenuto
che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cu all’art 167 (art 709
c.p.c.)
• davanti al giudice istruttore si applicano gli art 183 (prima comparizione delle arti e
trattazione) e 184 c.p.c. (passaggio rito ordinario al sommario di condizione) e il
processo prosegue secondo le forme del processo davanti al tribunale in composizione
collegiale

La separazione consensual

Per la separazione consensuale (art 711 c.p.c.) qui non deve essere accertato nulla ma
deve solo essere omologato
• nel caso di separazione consensuale prevista nell’art 158 c.c. il presidente del tribunale
su ricorso di entrambi i coniugi deve sentirli nel giorno da lui stabilito e tentare du
conciliarli nel modo indicato all’art 70
• se la conciliazione non riesce, si da atto nel processo verbale del consenso dei coniugi
alla separazione e delle condizioni riguardanti i coniugi stesi e la prol
• e la separazione acquista ef cacia con omologazione del tribunale il quale provvede in
camera di consiglio su relazione del presedete con decreto reclinabile alla corte d
‘appello ( entro 10 gg dalla comunione)

Il divorzio (l. 898/1970 legge divorzio

Il divorzio non viene disciplinato dal codice, si trova in una legge speciale (1970 nr 4)

• lo scioglimento del matrimonio se la comunione spirituale e materiale dei coniugi non


può essere mantenuta o ricostruit
• e deve essere preceduta dalla separazione da almeno 12 mesi (in caso di separazione
giudiziale) o 6 mesi (in caso di separazione consensuale
• la domanda di divorzio si propone con ricorso al tribunale del luogo in cui il coniuge
convenuto ha residenza o domicilio
• lo svolgimento del processo di divorzio è identico a quello della separazione giudiziale

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Esiste solo il processo a domanda congiunta (no divorzio consensuale): la domanda


introduttiva costituisce un ricorso presentato da entrambi i coniugi (art 4, 16 comma). La
domanda congiunta dei due coniugi (contenente anche le condizioni inerenti la prole e i
rapporti economici) è proposta con ricorso al tribunale in camera di consiglio il quale,
sentiti i coniugi, se riscontra l’esistenza dei presupposti di legge e la rispondenza delle
condizioni all’interesse dei glio, decide con sentenza appellabile

NON ESISTE IL DIVORZIO CONSENSUALE

La negoziazione assistita in materia di separazione e divorzio

Negoziazione assistita: l’art 6 d.l. 132/2014: con l’assistenza di almeno un avvocato per
parte, può essere stipulata una convenzione al ne conseguire una soluzione consensuale
in materia di separazione personale e di divorzio. E’ una procedura stragiudiziale, in
quanto non viene chiamato il giudice ma può essere che venga chiamato il PM. Si
ottengono gli stessi effetti che si consegue in via giudizial

Se non vi sono gli minori o maggiorenni incapaci: l’accordo è trasmetto al P.M. presso il
tribunale competente il quale, quando non ravvisa irregolarità, da il nullaosta
Se invece vi sono gli mimerei o maggiorenni incapaci: l’accordo è trasmesso al P.M.
presso il tribunale competente, il quale, quando ritiene che l’accordo risponde all’interesse
dei gli, lo autorizza, altrimenti lo trasmette al presidente del tribunale che ssa la
comparizione delle parti e precede senza ritardo

C’e anche la procedura davanti al sindaco in qualità di uf ciale dello stato civile fa la
veri ca della regolarità formale. Quando non ci sono gli.

Lezione 10.05
Le impugnazioni
Cosa sono le impugnazioni

E’ un mezzo offerto dall’ordinamento per permettere di contestare il contenuto di un


determinato atto o provvedimento. Quindi la nozione generale dei impugnazione de nisce
la modalità di contestazione di un atto o di un provvedimento

L’impugnazione della sentenza: species del genus impugnazione di un atto o


provvedimento comprendente tutti i mezzi attraverso i quali la parte che non sia
soddisfatta della sentenza ne può contestare il contenuto

Quale è la nalità ?

eliminare l sentenza impugnata (rescindente) o sostituirla con un altra, previa rinnovazione


del giudizio (rescissoria).

La prima norma che il codice dedica alle impugnazioni è l’art 323 c.p.c. che elenca i mezzi
di impugnazione previsti dal nostro ordinamento.
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I mezzi per impugnare le sentenze, oltre al regolamento di competenza [42 c.p.c. ss.] nei casi
previsti dalla legge, sono: l'appello [339 ss.], il ricorso per cassazione [360 ss.], la revocazione [395
ss.] e l'opposizione di terzo [404 ss.]

La regola che si ricava da questa elencazione è che per stabilire il diverso mezzo di impugnazione
da esperire si guarda la forma del provvedimento che è lui che condiziona l’esperibilita
dell’impugnazione. In caso di errore del giudice riguardo al tipo di impugnazione entra in gioco il
criterio della prevalenza della sostanza sulla forma (obiettivi).

Es. invece di emettere una sentenza di primo grado il giudice ha emesso un’ordinanza. Il giudice
ha sbagliato la forma del provvedimento, quindi ci sono dei problemi per individuare il mezzo di
impugnazione. La jp quindi a erma che prevale la sostanza e il contenuto del provvedimento.

Si vuole evitare che le parti ne rimangano pregiudicate a causa di un errore del giudice.

L’art 111, 7 C: tutte le sentenze devono essere ammissibili in cassazione per interpretazione di
legalità. L’unico mezzo di impugnazione a copertura costituzionale è quello per cassazione perché
è l’unico strumento messo a disposizione dal legislatore per avere un controllo sulla legalità
sull’operato del giudice di merito (1 e 2 grado). L’operato del giudice si sottopone a controllo di
legittimità. Si parla di funzione nomo iattica della cassazione. Questa decisione della cassazione
a sezione unite n.2953 del 1935 è stata interpretata in funzione e in applicazione del principio
della prevalenza della sostanza sulla forma. Si parla di questa funzione nel 35 nel periodo in cii
non esisteva ancora la corte costituzionale.

Una volta che i mezzi di impugnazione sono stati esperiti, la sentenza non potrà può essere
sottoposta a mezzi ordinari di impugnazione, ma solo a quelli straordinari.

L’art 324 c.p.c, elenco dei mezzi ordinarli di impugnazione che condizionano il passaggio in
giudicato della sentenza. Si intende passata in giudicato la sentenza che non è più soggetta né a
regolamento di competenza, né ad appello, né a ricorso per cassazione, né a revocazione per i
motivi di cui ai numero 4 e 5 dell’art 395. Da ciò dipende i giudicato sostanziale ex. art 2909 c.c.
delle sentenze di merito.

La sentenza passata in giudicato formale acquisisce anche forza di giudicato sostanziale., ovvero
l’accertamento contenuto nella sentenza che non si più sottoponibile e mezzi di impugnazione
ordinari.

Le condizioni dell’impugnazione

L’impugnazione come esercizio dell’azione originaria inuma nuovo grado di giudizio:

a. interesse ad impugnare (soccombenza: totale o parziale; pratico o teorica). Per poterla


esercitare correttamente serve l’intesse ad impugnare, signi ca che la parte sia risultata
soccombente in sede di pronuncia in primo grado, la soccombenza è il criterio che c indica il
soggetto che è legittimato ad impugnare. La parte che ne trae l’utilità è la parte che ne è
risultata soccombente. La parte vittoriosa non avrebbe interesse ad impugnare un
provvedimento che la dichiari vittoriosa. Si guardano le richieste e le domande ed eccezioni
avanzate dalle due parti avanzate per determinare, otre dalla sentenza de nitiva, chi sia la
parte che sia munita di interesse ad impugnare. Se c’è soccombenza parziale, es. richiesto il
risarcimento di 10 ma ottenuto solo 8, l’attore sarà soccombente per quella parte non
ottenuta. Il convenuto qui sarà soccombente per i 8 e vittorioso per i 2. Quindi entrambi le
parti possono impugnare per quella parte di domande dove risultano soccombente. L’ulteriore
pro lo che emerge è la distinzione che viene fatta tra soccombenza pratica e teorica. Pratica
vuol dire l’individuazione del soggetto che ha perso all’interno della sentenza e risulta
praticamente perdente. Per quella teorica quando nel corso del processo si ha un parte che
sebbene sia risultata vittoriosa nel momento della pronuncia della sentenza de nitiva, ma è
risultata soccombente per qualche questione sollevata purante il processo, es rigettata di
un’eccezione proposta durante il processo. Da qui potrebbe emergere l interesse di una parte
che non sia soccombete pratica di riproporre la questione dove è risaltata soccombente
teorica in sede di impugnazione. In questo caso la parte che ha proposito la questione che si
è vista rigettare può riproporre davanti al giudice dell’impugnazione quella questione dove è
teoricamente risultata soccombente.

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b. legittimazione ad impugnare (qualità diparte nel precedente grado di giudizio) (eccezioni:
interventore adesivo dipendente, opposizione di terzo). Il soggetto deve essere soccombente
e che si astato parte nel giudizio. Basta guardare se e ettivamente il soggetto che intenda
proporre l’impugnazione abbia rivestito la quali ca di parte. Questo discorso di legittimazione
ad impegnare non vale per il mezzo di impugnazione di opposizione del terzo, qui esso è per
de nizione attribuito ad un soggetto che non si parte del processo, è chiaro che qui l
legittimazione ad impugnare presuppone che il soggetto sia estraneo al giudizio. Nel caso del
soggetto intervenuto in corso del processo di primo grado per sostenere un soggetto, la sua
pozione e dipendete da quella delle parti, ciò vale anche per la sua legittimazione ad
impugnare, lui nonne l ha immondo pieno, può esercitarlo solo se almeno una delle parti abbia
esercitato il potere di impugnazione.

c. possibilità giuridica dell’impugnazione proposta )in relazione all’ambito applicativo di


ognuno dei mezzi di impugnazione): in relazione alla possibilità sostanziale di poter risolvere
poi l controversia.

La classi cazione dei mezzi di impugnazione

a. ordinari e straordinari

b. a critica libero o a critica vincolata: proponendo il mezzo di impugnazione la parte a critica


libera può contestare in toto la sentenza, a critica vincolata solo per determinati vizi. Appello è
a critica libera

c. solo per vizi della decisione o anche per l’ingiustizia della stessa: non solo per vizi, ma anche
per ingiustizia. Anche in questo caso è l’unico mezzo di impugnazione con cui dei può
contestare la giustizia della decisione, la valutazione il covnenicoimetno del giudice che ha
formato. L’unico mezzo è anche qui l appello, non solo fare valere i vizi ma anche la sola
giustizia della decisione alla quale è pervenuto il giudice di primo grado

d. rescindenti, con eventuale fase rescissoria, o sostitutive della decisione impugnata:


rescindenti con eventuale rescissoria: tutti tranne appello. Sotitutive tutti gli altri, ovvero dove
la nuova sentenza sostituisca quella eliminata.

e. competenza del giudice dell’impugnazione

Termini

Per le impugnazioni ordinarie:

Termini brevi ( art 325 e 326): il termine per proporre l’appello, la revocazione ordinaria (art 395 n.4
e 5) è di 30 giorni dalla noti cazione della sentenza, per il ricorso per cassazione è di 60 gironi.
Non vengono solo detti quali sono i termini, ma anche il dies ad quem incominciano a decorrere.
Sono termini molto ridotti. Se non rispettano tali termini, la sentenza è destinata a passare in
giudicato.

La noti cazione utile a far decorrere il termine breve è soltanto quella e ettuata a norma dell’art
285: su istanza di parte, a norma dell’art 170 (direttamente al difensore e non alla parte
personalmente). siccome i termini sono brevi, serve darlo al difensore che sa come salvaguardare
immediatamente la posizione della parte per poi proporre l’impugnazione, se dovesse avvenire la
noti cazione alla parte medesima, essa non sia preparata e socsiente riguardo ai permini

Occorre considerare il cosi detto e etto bilaterale della noti cazione della sentenza ( cassazione
sezione unite numero 6278/2019): anche la parte noti cante deve sapere se intendile fare
impugnazione che decorreranno per lei i termini brevi per proporre l’impugnazione

Se non vi è stata noti cazione (indipendentemente dalla noti cazione) \ della sentenza entra
in ballo per la posposizione dei mezzi di prova il termine lungo (art 327, 1 comma): in mancanza di
noti cazione della sentenza, l’appello, il ricorso per cassazione e la revocazione per i motivi
dimoiati nei n.4 e 5 dell’art 395 possono proporsi dopo decorsi 6 mesi della pubblicazione della
sentenza. Ma esso no si applica al contumace involontario, ossia al contumace che dimostri di
non aver avuto conoscenza del processo per nullità della citazione o della noti cazione di essa, e
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per nullità della noti cazione degli atti di cui all’art 292 /(art 327, 2 comma) il quale, di
conseguenza può proporre appello senza limiti temporali

Per le impugnazioni straordinarie (art 325 e 326)

Per la revocazione straordinaria (art 395 n.1,2,3,6 e 397) e per l’opposizione di terzo di cui all’art
404, 2 comma (opposizione terzo revocatoria) il termine è sempre di 30 gg, decorrente dal giorno
in cui è stato scoperto il dolo o la falsità del documento o la collusione fra le parti o è stato
recuperato il documento p è passata in giudicato l asetnenza (peale9 d cui al n. 6 dell’art 395 o il
PM ha avuto consonanza della sentenza.

Non è richiamata l’opposizione del tizio di cui all’art 404, 1 comma che quindi è proponibile senza
termine

Lezione 11.05
Le impugnazioni in generale

Gli eventi interruttivi

Gli eventi interruttori durante la decorrenza del termine per impugnare vengono sanciti dall’art
328. Possono riguardare la parte (art 299) oppure il difensore (art 301).

Durante la decorrenza del termine: il termine è interrotto e il nuovo termine breve decorre solo dal
giorno in cui viene rinnovata la noti cazione della sentenza, che, ove sia stata la parte della
parte, può essere e ettuata agli eredi collettivamente e impersonalmente, nell’ultimo domicilio del
defunto (art 328, 2 comma). Coloro che sono dunque legittimati a proseguire il processo possono
valutare se impugnare o no,

Durante la decorrenza del termine lungo (art 328, 3 comma)

Prima del 2009 era di un anno, il legislatore l ha modi cato ma non l ha coordinato con il comma
3.

Se dopo sei mesi dalla pubblicazione della sentenza si veri ca alcuno degli eventi previsti nell’art
299, il termine è prorogato per tutte le parti di 6 mesi dal giorno dell’evento,

…ma 6 mesi dopo la pubblicazione l’impugnazione ordinaria non è più proponibile e dunque ?

possibile soluzione: proroga della meta del termine lungo. Dunque se dovesse avvenire uno di
questi eventi durante il termine lungo: la parte inevitabilmente subirebbe una contrazione del
termine lungo, ma solo della parte riammettente dopo che si sia veri cato l’evento interruttuvo:
questa è la situazione dovuto al difetto del coordinazione, dunque si ritiene abrogato.

Luogo dell’impugnazione

L’atto che la parte deve compiere, sia lungo che breve, è la noti cazione dell’atto di impugnazione
alla controparte. Ciò è talmente rilevante che il legislatore si preoccupa di stabilire quale sia il
luogo dell’atto di impugnazione.

Questa puntualizzazione la troviamo all’art 330 (luogo di noti cazione).

a. se nell’atto di noti cazione della sentenza, la parte ha dichiarato la sua residenza o eletto
domicilio nella circoscrizione del giudice che l’ha pronunciata, l’impugnazione deve essere
noti cata in tale luogo

b. in caso contrario, si noti ca presso il difensore costituito o nella residenza dichiarata o nel
domicilio eletto per il grado precedente

c. in mancanza di costituzione del difensore (contumacia) o di dichiarazione di residenza o di


elezione di domicilio, ovvero se l’impugnazione sia proposta dopo un anno dalla pubblicazione
della sentenza, si noti ca personalmente alla parte (quindi non più al difensore, luogo di
residenza, domicilio)

Se non vengono rispettati, avviene un vizio nella noti cazione, dove pero vale il criterio che, se
comunque essa abbia raggiunto lo scopo, il vizio si ritiene sanato.

L’acquiescenza alla sentenza


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L’art 329: rinuncia tacita o espressa ad esercitare il potere di impugnazione

a. espressa: atto unilaterale della parte (non del difensore) di accettazione esplicita della
sentenza

b. tacita: compimento di atti incompatibili con la volontà di impugnare

c. parziale: l’impugnazione parziale rimporta acquiescenza alle parti della sentenza non il
impugnare (2 comma), ma dava il prodursi (all’esito dell’impugnazione) dell’e etto espansivo
interno (art 336, 1 comma) sulle parti della sentenza non inoppugnabile dipendenti da quelle
impugnate. Es. se il convenuto viene condannato in sentenza 1 grado di restituire all’attore la
somma a titolo di mutuo oltre al pagamento di interessi: due condanne restituzione e
pagamento di interessi maturati della somma: in sede di impugnazione il convenuto impugna il
capo relativo agli interessi e non quello relativo alla restituzione del capitale

Se è tacita o espressa, quali sono gli e etti: se alcuni capi della sentenza non son impugnati
perché ha espresso la volontà o entro comportamento acquiescente, tali capi sono ritenuti passati
in giudicato

Il fatto che si sia sul capo dipendenti della sentenza ci si stata la acquiescenza signi ca che il
rapporto principale venga in uito. es. sentenza primo grado: restituzione mutuo con pagamento
di interessi: il soccombente impugna la restituzione del mutuo (principale) ma non gli interessi
(rapporto dipendente). Il capo alla sentenza principale viene automaticamente travolto, si parla di
e etto espansivo. L’accoglimento della impugnazione del rapporto dipendente travolgere
automaticamente il rapporto principale

Inammissibilità, improcedibilità ed estinzione

a. inammissibilità: impugnazione proposta oltre i termini o in mancanza delle condizioni di


impugnazione (ad es. nonostante l’acquiescenza). Non è più proponibile un mezzo di
impugnazione

b. improcedibilità: omissione di atti di impulso del giudizio di impugnazione ritenuti rilevanti dal
legislatore (ad. es, l’appellante non si costruisce nei termini). Conseguenza: consumazione del
potere di impugnazione, che dunque non può più essere esercitato (anche se i termini per la
sua proposizione consono ancora decossi). Es. in appello è che l’appellante si costituisca nei
termini, se non lo fa si determina un attivista di improcedibilità dell’appello proposto

c. estinzione del giudizio di impugnazione (ordinaria) art 338: fa passare in giudicato la sentenza
impugnata, salvo che ne siano stati modi cati gli e etti con provvedimenti pronunciati nel
corso del procedimento impugnatorio estinto

Il caso di pluralità di parti

Cause non scindibili

L’art 331: se la sentenza oggetto di impugnazione riguarda una causa inscindibile o cause
cumulate tra loro connesse per pregiudizialità-dipendenza, l’impugnazione va proposta nei
confronti di tutte le parti del precedente grado di giudizio (litisconsorzio necessario processuale) e
laddove ciò non sia avvenuto, il giudice ordina l’integrazione del contraddittorio entro un termine
perentorio, ma se nessuna delle parti provvede all’integrazione del contraddittorio, l’impugnazione
viene dichiarata inammissibile. L’obiettivo è di evitare il contrasto di giudicati.

Quando si ha una causa inscindibile ?

Nel caso del litisconsorzio necessario che riguarda un diritto che coinvolge più soggetti, o perché
esso è di proprietà di più soggetti o perché l’oggetto della domanda è uno ma c’e una
legittimazione straordinaria ad agire dove partecipa non solo il convenuto ma anche il legittimo
titolare del diritto (azione surrogatoria). Anche il caso di lite tra pretendenti, pretendono uno stesso
diritto nei confronti del convenuto, qui il rapporto è unico ma più parti se lo contendono.

In caso di questa situazione avviene l’impugnazione, in questo caso va esercitata nei confronti di
tutte le parti che partecipano al processo, devo coinvolgere tutti i soggetti. Laddove l’impugnante
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non abbia proposto ciò a tutti, il giudice sserà un termine perentorio per l’integrazione di tutte le
parti

Cause scindibili

Art 332: anche in caso di cause cumulate ma scindibili l’impugnazione va proposta nei confronti di
tutte le parti, e se è stata proposta nei confronti solo di alcune, il giudice ordina la noti cazione nei
confronti delle altre per le quali l’impugnazione sia ancora proponibile, ma se la noti cazione non
avviene, il giudizio di impugnazione rimane sospeso no a quando non decorrano i termini per
proporre l’impugnazione (per tutte le parti)

Obiettivo: favorire unitaria delle diverse impugnazioni relative alla stessa sentenza

Sebbene le due norme guardino lo stesso fenomeno della pluralità di parti, rispondono ad
esigente diverse: il primo vuole assicurare che il giudicato si formi per tutte le parti nello stesso
momento; nel secondo è quello di ottenne nei confronti della sentenza la trattazione unitaria di
tutti i giudizi, per questo onere di noti care tutti i soggetti l atto di impugnazione per sollecitarli di
farlo all’interno dello stesso giudizio installato dal primo impugnate, quindi sempre economia
processuale.

L’impugnazione incidentale

Impugnazione incidentale; impugnazione proposta dopo che è stata proposta un’impugnazione


principale (una prima impugnazione)

L’art 333: le parti a cui è stata noti cata un’impugnazione, se intendono anche esse proporre
l’impugnazione, debbono farlo in via incidentale nello stesso giudizio, e se siano state proposte
più impugnazioni separate nei confronti della stessa sentenza, vanno riunite d’u cio (art 335)

All’art 334 viene disciplinata l’incidentale tardiva: le parti contro le quali è stata proposta
impugnazione e quelle chiamate ad integrare il contraddittorio a norma dell’art 331 possono
proporre impugnazione incidentale anche quando per esse è decorso il termine o hanno fatto
acquiescenza alla sentenza, ma se l’impugnazione principale è dichiarata inammissibile (o
improcedibile, la impugnazione incidentale perde ogni e cacia). Qui si è i presenza di una
soccombenza parziale reciproca di entrambe le parti che sono legittimate ad impugnare, tuttavia
l’obiettivo che il legislatore vuole che si eviti l impugnazione e cerca di favorir questo fenomeno:
potrebbe accadere che una delle due parti senza contattare l’altra stia meditando a rinunciare
all’impugnazione, ma c’è il rischio che l altra faccia impugnazione nell’ultimo momento utile per
farlo, l altra sarebbe colta di sorpresa. Qui l’utilità di questo articolo: può essere proposta dalla
parte decaduta dai termini o che abbia fatto acquiescenza quando l’esigenza di impugnare sia
sorta dalla impugnazione della controparte.
Laddove l'impugnazione principale sia dichiarato inammissibile anche quella tardiva viene meno

E etto espansivo interno e esterno

L’art 336: la riforma parziale della sentenza (accoglimento dell’appello) o la cassazione parziale
(accoglimento del ricorso per cassazione) ha e etto anche sulle parti della sentenza dipendenti
dalla parte riformata o cassata (non impugnate) si parla di e etto espansivo interno

Mentre la riforma o la cassazione integrale della sentenza ha e etto anche sugli atti e i
provvedimenti dipendenti dalla sentenza riformata o cassa (e etto espansivo esterno)

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Lezione 12.05
L’appello
L’art. 323 elenca come mezzo di immigrazione l’appello.

Il primo dei mezzi di impugnazione è l’appello. E’ un mezzo di impugnazione a critica libera, con
e cacia sostitutiva della sentenza di primo grado, a seguito di un rinnovato giudizio in base a
motivi di contestazione dell’appellante.

L’appello non è previsto dalla carta costituzionale, è una scelta del legislatore ordinario. Si ottiene
da un altro giudice la possibilità di ottenere una decisione ‘migliore’. Si i tratta di un grado
ulteriore di giudizio dipendente dalla volta delle parti, non di un altro processo. Si manifesterà il
principio della domanda e della piena corrispondenza di quanto chiesto e pronuncio dal giudice. Il
processo è lo stesso, si parla solo di un grado ulteriore.

Il legislatore individua l’ambito di applicazione del mezzo di impugnazione e poi in un secondo


momento disciplina le caratteristiche del procedimento.

Ambito applicativo

L’art 339 a ermare posso essere impugnate con l’appello tutte le sentenze pronunciate in
primo grado, dove, quando viene pronunciata la sentenza d’appello essa sostituisce la sentenza
di primo grado, sempre che l’appello non sia escluso della legge o dall’accordo delle parti.

Escluso dalla legge sono tutte quelle sentenze di equità ex art 1214 (art 339, 2 comma) e altri casi
(es. art 618, 2 comma: riguarda la sentenza con la quale viene decisa l’opposizione agli atti
esecutivi)

Eccezione: Appellabili solo per motivi limitati le sentenze di equità necessarie del giudice di pace
(art 113,2 comma), vale a dire per violazione delle norme sul procedimento, di norme
costituzionali o comunitarie, ovvero dei principi regolatori della materia, oggetto del giudizio
(art 339, 3 comma)

Le sentenze non de nitive (art 340 c.p.c)

Quando è che una sentenza non è de nitiva ? quando una sentenza non chiude un processo
davanti ad un determinato giudice. E’ sempre una sentenza di primo grado, dunque non è
appellabile.

Quelle previste dall’art 277, 2 comma, dall’art 278 (condanna generica) e dal n.4 del 2 comma
dell’art 279 (quando decida su una questione preliminare di rito e merito non stativa ritenendo che
non sussista ciò)

L’art 340 c.p.c.:

a. appello immediato dopo la pronuncia entro il termine breve o lungo

b. appello di erito, previa riserva (da e ettuare entro il termine per appellare e comunque entro
la prima udienza successiva la pronuncia)

c. ma se l’altra parte proponga appello immediato, la riserva d’appello non possibile e se


formulata viene meno

d. se, dopo la riserva, il processo dovesse estinguersi, la sentenza non de nitiva diventa
de nitiva e va appellata nel termine breve o lungo che decorre dal giorno in cui passa in
giudicato il provvedimento di estinzione (art 129, 3 comma, disp.att. c.p.c.)

L’oggetto del giudizio d’appello

L’oggetto del giudizio d’appello è lo stesso del giudizio di primo grado, ma nei limiti delle censure,
esse dalle parti (motivi d’appello) si parla di e etto evolutivo dell’appello non automatico, ma
nei limiti dell’appello principale incidentale, ed infatti l’art 342 impone all’appellante (principale ed
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incidentale ) di indicare la parte della sentenza che intende impugnare e di esplicitare le censure
circostanziate della sentenza di primo grado (art 342) (principio della domanda)

Ci possono essere o contestazione in diritto (errore di diritto del giudice) oppure errore di fatto, si
è mal valutato gli elementi fattuali: da qui nasce l’ingiustizia della decisione che la parte vuole
appellare. I capi della sentenza non interessati all’appello passano in giudicato, non sono più
appellabili. Dal passaggio di primo grado all’appello l’oggetto del giudizio si riduce.

Possibile riduzione dell’oggetto del giudizio d’appello rispetto a quello di primo grado

a. in conseguenza dell’acquiescenza parziale (art 329, 2 comma)

b. in applicazione dell’art 346 (non riproposizione in appello delle domande e delle eccezioni
proposte n primo grado e non accolte, che quindi si intendono rinunciate) di erenze
dall’appello principale o incidentale

es.

- eccezione: corso giudizio primo grado proposta la domanda diparte dell’attore, il convenuto
eccepisce l’eccezione della prescrizione del diritto, il giudice accoglie la domanda attorea
senza considerare la prescrizione. L’accoglimento ella domanda ha comportato assorbimento
implicitamente della prescrizione.

- domanda assorbita: ipotesi in cui l’attore in primo grado abbia proposto due domande
cumulate ma in via subordinata (prima domanda annullamento contratto per errore materiale e
subordine domanda di annullamento del contratto per dolo) si arriva alla decisione e accoglie la
domanda principale, non prendendo in considerazione la domanda subordinata.

(questi sono due esempi art 346) Il giudice qui non le ha ne accolte nemmeno respinte, le ha
semplicemente non esaminate. Se la parte che l’ha proposta intenda proporle davanti al giudice
d’appello, le deve riproporre, altrimenti si intendono rinunciate

Inoltre, è possibile l’ampliamento dell’oggetto del giudizio d’appello rispetto a quello di primo
grado (nova in appello)

a. sono proponibili domande di interessi, frutti o altri accessori maturati dopo la sentenza
impugnata o di danni so erti o conosciuti della sentenza stessa (art 345, comma)

b. sono proponibili eccezioni (di rito o di merito) rilevabili anche d’u cio (art 345, 2 comma) su
fatti però mai rilevati

c. sono proponibili il giuramento decisorio e i mezzi di prova che la parte dimostri di non aver
potuto proporli nel giudizio di primo grado per causa ad essa non imputabile

Lezione 17.05

L’appello: procedimento

La fase introduttiva

La disciplina è molto simile a quella di primo grado, il riferimento è sempre al procedimento


ordinario.

I due giudici davanti ai quali è possibile proporre l’appello:

a. per le sentenze del giudice di pace, il tribunale in composizione monocratica

b. per quelle del tribunale, la corte d’appello in composizione collegiale integrale, ma il


presidente del collegio può delegare uno dei componenti all’assunzione delle prove

L’art 350 parla della composizione del giudice: per il tribunale la composizione è monocratica e in
caso della corte d’appello la decisione avviene difronte al collegio. Quindi non solo la fase
decisoria viene davanti al collegio, ma l’intera trattazione avviene in composizione collegiale.

Nell’atto d’appello la forma è l’atto di citazione che presenta gli elementi prescritti dall’art 163
adattati alle esigenze dell’appello. Non viene ritenuto applicabile il nr. 7 dell’art 163 riguardo le
preclusioni che sono riferibili direttamente solo al primo grado, quindi viene esclusa in appello.
Per il resto la struttura è quella di primo grado.

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Per la casa petendi e il petitum vengono adattati alla citazione in appello, ciò avviene nel senso
che:

a. il petitum immediato è quello di riforma della sentenza di primo grado,

b. la causa petendi invece riguarda i motivi dell’appello

L’art 342 obbliga a motivare e indicare a pena di inammissibilità le parti del provvedimento che si
intendono appellare, le modi che che vengano richieste alla ricostruzione del fatto compiuta dal
giudice di primo grande l’indicazione delle circostanze da cui deriva la violazione della legge.

La costituzione in giudizio dell’appellante: come in primo grado (art 165) ma nel fascicolo deve
essere depositata anche copia della sentenza appellata. La mancata costituzione nei termini
dell’appellante comporta l’improcedibilità.

La comparsa di risposte dell’appellato:

a. con essa l’appellato può riproporre le domande ed eccezioni non accolte ai senti dell’art 346

b. proporre a pena di decadenza, l’eventuale appello incidente (anche tardivo ex art 334)

Tuttavia, se l’interesse a proporre l’appello incidentale (tardivo) sorge dall’impugnazione proposta


da parte diversa dall’appellante principale (casi degli articoli 332 e 332) esso di popone nella
prima udienza successiva alla proposizione dell’impugnazione stessa (art 343, 2 comma).

Proposto dunque da soggetto diverso, in questo caso l’appello incidentale tardivo può essere
proposto ma entro la prima udienza successi alla proposizione dell’impugnazione stessa.

Nella comparsa di risposta l’appellato deve riproporre le domande ed eccezioni non accolte ai
sensi dell’art 346 e suo proporre a pena di decadenza l’eventuale appello incidentale anche
atradico ex 334

La costituzione in giudizio dell’appellato deve avvenire come in primo grado art 166. Valgono
anche in appello i termini minimi per la difesa dell’art 163-bis: udienza non può essere sata a
meno di 90 giorni dall’atto di citazione o 150 per l’estero, questi termini minimi che sono previsti a
tutela del convenuto o per consentire di organizzare la sua attività difensiva valgono anche qui

C’e il possibile appello incidentale condizionato in caso di soccombenza teorica (ed. es su


questione pregiudiziale di rito o preliminare di merito)

L’appellato può proporre un appello incidentale condizionato: solo nel caso in cui il giudice
accoglie l’appello principale, allora si riesamina anche la questione che l’appellato aveva proposto
in primo grado e che il giudice di primo grado non ha ritenuto sussistente. L interesse qui che
emerge in capo all’appellato è un interesse che determina solo nel momento in cui il giudice
d’appello dovesse ritenere che l’appello principale meriti accoglimento. In questo caso accogliere
l’appello principale proposto e dall’altro prenderà in considerazione e rivaluterà quella questione
pregiudiziale che era stata ritenuta inesistente in primo grado.

es. ipotesi in cui giudizio primo grado il convento abbia sollevato un eccezione incompetenza di
primo grado e il giudice ritiene che è infondata e tuttavia ha deciso che la domanda attore non
so re da accogliere nel rito, quindi la rigetta e rigetta pure l’eccezione di primo grado. Vien
riproposto appello incidentale, l’appellato che pure non potrebbe proporre perché non è
soccombete pratico e quindi la propone in subordine condizionata. Ciò viene introdotto
semplicemente con la comparsa di risposta

La trattazione

La prima udienza (art 350-351-352)

Il giudice (o il collegio) veri ca la regolare costituzione del giudizio e, quando occorre, ordina
l’integrazione di esso ex art 331 o la noti cazione prevista dall’art 332 oppure dispone che si
rinnovi la noti cazione dell’atto di appello

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Nella stessa udienza, il giudice (li collegio) dichiara la contumacia dell’appellato, provvede alla
rinnovo degli appelli propri contro la stessa sentenza e procede al tentativo di conciliazione
perdonando, quando occorre, la comparizione personale delle parti

l’art 348 dispone che, se l’appellante non si costituisce nei termini si ha l’improcedibilità
dell’appello. Si può avere la contumacia dell’appellato, ma mai quello dell’appellante

Nel corso della prima udienza, le altre attività che possono essere pronunciate sono soprattutto la
dichiarazione di inammissibilità o di improcedibilità dell’appello

a. inammissibilità: qui il vizio ricoerre come regola generale quando l’impugnazione proposta
senza che ci siano le relative condizioni: es la parte non è soccombente, la sentenza non è
appellabile per volontà della legge o volontà delle parti. Se manca una delle condizioni
dell’impugnazione, se proposta dopo il decorso dei termini o dopo acquiescenza, se l’atto
d’appello non è motivato (set 342, nel casella’r 331)

b. improcedibilità (art 348): Quando l’appellante non sia costituito in termini, oppure, pur
essendosi costituito, non sia comparso alla prima udienza e neppure all’ulteriore udienza
ssata, della quale il cancellerie da notizia all’appellante

L’appello dichiarato inammissibile o improcedibile non può essere riproposto, anche se non è
decorso il termine ssato dalla legge (art 358)

L’art 348-bis e ter (introdotti nel 2012) disciplinano il ltro di ammissibilità dell’appello

L’art 348-bis:

fuori dai casi in cui deve essere dichiarata con sentenza l’inammissibilità o improcedibilità
dell’appello, l’impugnazione è dichiarata inammissibile (con ordinanza alla prima udienza) del
giudice, quando esso non ha una ragionevole probabilità di essere accolto. Quando non sono
presenti delle ragioni esplicitate per essere accolto, è una valutazione meramente prognostica
sulla probabilità che quel appello proposito non possa essere accolto. Se arriva a questa
conclusione con ordinanza il giudice d’appello dichiara inammissibile i giudizio. E’ un ipotesi che
in realtà, dove il giudice d’appello viene richiesto di fare una sorta di valutazione nel merito:
veri ca preliminarmente se potrà essere accolto (es. manifesta infondatezza merito o rito, cause
di inammissibilità o improcedibilità)

Quando non può essere applicato il ltro d’appello ?

a. dell’appello relativa ad una delle cause di cui all’art 70, primo comma (intervento obbligatorio
del PM). Qua perché si presuppone che la causa sia complessa

b. dell’appello ai sensi dell’air 702 quater (procedimento sommario di cognizione)

L’art 348-ter

a. al primo comma: All’udienza di cui all'articolo 350 il giudice, prima di procedere alla
trattazione, sentite le parti , dichiara inammissibile l'appello, a norma dell'articolo 348-bis,
primo comma, con ordinanza succintamente motivata, anche mediante il rinvio agli elementi di
fatto riportati in uno o più atti di causa e il riferimento a precedenti conformi. Il giudice
provvede sulle spese a norma dell’articolo

b. al secondo comma: L’ordinanza di inammissibilità è pronunciata solo quando sia per


l'impugnazione principale che per quella incidentale di cui all'articolo 348-bis ricorrono i
presupposti di cui al primo comma dell'articolo 348-bis. In mancanza, il giudice procede alla
trattazione di tutte le impugnazioni comunque proposte contro la sentenza.

c. al terzo comma: Quando è pronunciata l'inammissibilità, contro il provvedimento di primo


grado può essere proposto, a norma dell'articolo 360, ricorso per cassazione. In tal caso il
termine per il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di primo grado decorre dalla
comunicazione o noti cazione, se anteriore, dell'ordinanza che dichiara l'inammissibilità. Si
applica l'articolo 327, in quanto compatibile.

d. al quarto comma: Quando l'inammissibilità è fondata sulle stesse ragioni, inerenti alle
questioni di fatto, poste a base della decisione impugnata, il ricorso per cassazione di cui al
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comma precedente può essere proposto esclusivamente per i motivi di cui ai numeri 1), 2), 3)
e 4) del primo comma dell'articolo 360.

Osservazioni:

- dichiarazione inammissibilità-ammissibilità deve avvenire prima dell’inizio della trattazione della


causa

- prima della pronuncia devono essere sentite le parti

- pronuncia con ordinanza motivata e provvedere sulle spese

- per ordinanza serve che tanto appello principale che quello incidentale siano considerarti
inammissibili

L’art 351: nella prima udienza il giudice valuta l’istanza inibitoria. L’art 283, 2 comma: dov rigettata
o infondata l’istanza inibitoria la parte può essere condannata a un pagamento di una pena
pecuniaria. Nel momento in cui col giudice chiamato decidere sulla istanza dell'inibitoria,
potrebbero immediatamente decidere la causa ai sensi del’’art 281sexites; disporre la denxione
della causa se il giudice ritiene la causa matura per la decisione

Lezione 19.05
Il ricorso per cassazione
Il giudizio di cassazione è il secondo mezzo ordinario di impugnazione del nostro ordinamento che
riguarda un mezzo di impugnazione esperibile nei confronti delle sentenze di secondo grado
(appello) e quelle di unico grado, ovvero quelle non appellabili. Viene disciplinato dall’art 360 e
seguenti del codice.

L’origine storica

A di erenze dell’appello che si trova già nel processo civile romano, l’idea di avere una
cassazione è un’idea recente derivante dalla rivoluzione francese, la corte di cassazione doveva
essere un organo che controllasse che i giudici di merito applicassero correttamente le leggi. La
paura era che il giudice di merito che nell’applicare le nuove leggi andasse contro il principio della
corretta interpretazioni delle norme, violando così il principio di legalità. Per queste ragioni nasce
l’idea di avere un organo di controllo per la corretta interpretazione e applicazione delle norme.
Questa fu l idea iniziale, ma con il passare del tempo la cassazione entrò anche in altri
ordinamenti e cambiò natura. Anche lo stesso nome ‘corte di cassazione’ sta a individuare quale
è lo scopo ovvero quello della eliminazione della sentenza impugnata non essendo conforme alle
norme di diritto, ovvero frutto di una non corretta interpretazione.

Con l’introduzione, nello speci co nel nostro ordinamento, c’erano 5 corte di cassazione sparse
sul territorio, nel 1923 si arrivo alla corte di cassazione unica a roma. Il ricorso di cassazione che
viene disciplinato nel 340 come mezzo di impugnazione ordinario, nel codice che ha proceduto
quello attuale veniva de nito come straordinario di impugnazione, il ricorso di cassazione non
richiede il passaggio in giudicato.

Le caratteristiche del ricorso per cassazione

L’appello è un mezzo di impugnazione a critica libera, attraverso il quale si può contestare la


sentenza di primo grado per eventuali vizi o per l ingiustizia dei vizi e per la non corretta
valutazione dei fatti di causa, il ricorso per cassazione è a critica vincolata e un mezzo ordinario

Nel art 360 del c.p.c. elenca le caratteristiche principali della cassazione:

a. ordinario a motivi limitati (o a critica vincolata)

b. con funzione rescindente, ovvero di eliminazione. Se viene accolto il ricorso, la cassazione si


limiterà ad eliminare la sentenza, solo eccezionalmente tramite riforma del 1990 la cassazione
può emettere una decisione di merito sostitutiva della sentenza cassata. Una volta la
cassazione valutato il ricorso e cassata la sentenza impugnata, a seconda della ragione che
ha cassato potrà esserci un ulteriore fase per una pronuncia di una sentenza sostitutiva che
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non sarà nella cassazione, ma di un giudizio di rinvio. Sarà il giudice di merito davanti al quale
la cassazione rinvierà la causa che emetterà poi la sentenza sostitutiva nel rispetto delle
indicazioni ricevute dalla stessa cassazione.

c. nalizzata al solo controllo di legittimità, ovvero rispetto all’appello che controlla nel merito, la
cassazione è solo in ordine alla legittimità, ovvero sulla operato dei giudici di merito.

d. è l’unico mezzo a copertura costituzionale, per questo motivo non potrà mai essere eliminato
dal legislatore (art 111, 7 comma cost) quindi forma di garanzia per le parti

C’ e stata nel 1953 una concezione sostanzialistica della de nizione della sentenza, quindi non
solo nei confronti di tutte le sentenze ma esperibili anche nei confronti di tutti i provvedimenti pur
non aventi carattere di sentenza ma che siano de nitivi e che svolgano la sessa funzione decisoria
della sentenza. L’obiettivo che ha avuto il legislatore costituzionale è legato al fatto che nello stato
di diritto anche l esercizio del potere giudiziario dovesse avere un controllo per i pro li della
legittimità dell’operato. SI tratta di una garanzia che il legislatore ha voluto dare alle parti per
veri care la legittimità dell’operato del giudice di merito. Per connotare questa caratteristica delle
parti del diritto di sottoporre al controllo di legittimità l operato del giudice di merito per assicurare
anche il rispetto del principio di legalità.

Nel nostro ordinamento, che costituisce una speci cità, emerge anche un’altra importante
funzione della cassazione, emerge dall’art art 65 sull’ordinamento giudiziario emerge che alla
corte di cassazione viene assicurata la funzione di controllare l’esatta osservanza delle norme di
legge, ma anche quelle di assicurare l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto
oggettivo (nomo iattica) e quella di assicurare anche il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni
e di quelli di competenza.

Serve non solo che sia correttamente applicata ma anche correttamente interpretata. Ciò signi ca
assegnare alla cassazione una seconda funziona ovvero quella nomo lattica. Anche se non esiste
il vincolo del giudicato precedete, ovvero dello stare decisis, nel nostro ordinamento però deve
essere correttamente applicata e interpretata la norma da applicare.

Alle parte dunque viene garantito la corretta applicazione delle norme di legge ma c’e
anche il recepimento di assicurare la tendenziale uniforme interpretazione della legge

Se viene assicurata la uniforme interpretazione, ciò signi ca che i giudici di merito che applicano
tale legge la interpreteranno nel modo indicato dalla cassazione e questo consentirà di applicare
in modo uniforme quando serve facendo si che venga anche garantita l’uguaglianza delle parti. Si
intravede anche una garanzia che riguarda direttamente le parti, ovvero l applicazione uguale da
parte di qualunque giudice di merito che deve apricare e interpretare la speci ca norma di legge
per l’uguaglianza. Questo ha comportato ad avere una corte di cassazione perché se ce ne
fossero di più si potrebbe avere delle contraddizioni tra le varie pronunce

Le varie funzioni dunque della cassazione rispondono o ad esigenze nomo lattica oppure di
corretta applicazione delle norme.

La terza funzione è quella del rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni e di quelli di competenza.
Il regolamento di giurisdizione e di competenza che permettono un interventi immediato alla
cassazione per il rispetto dei limiti di giurisdizione e di competenza.

L’ambito applicativo del mezzo di impugnazione

L’art 360 ci da delle indicazioni, ma non ci possiamo solo fermare su questo articolo, in quanto
non sarebbe esauriente per determinare l’ambito di applicazione.

a. L’art 360 il primo comma: a erma che sono sottoponibili alla cassazione le sentenze
pronunciate in grado di appello o in unico grado, nel senso di sentenze non appellabili. Queste
ultime sono quei casi speci ci ovvero quelle dell’art 339, 2 comma la sentenza pronunciata dal
tribunale secondo equità per volontà delle parti e l’art 618 opposizione agli atti esecutivi, qui
viene informato che la sentenza non è impugnabile dunque va interpretata nel senso che non
è appellabile ma si con ricorso per cassazione

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b. L’art 360,2 come quelle sentenze non appellabili per volontà delle parti, si parla di omissio
medio, ma solo per i motivi di cui all art 360 n.3 che riguarda l’applicazione delle norme
sostanziali da parte del giudice
c. della sentenza di primo grado dopo che l’appello sia stato dichiarato inammissibile con
ordinanza ex art 348 bis, ovvero perché non presenta una ragionevole probabilità di essere
accolto.

d. Se l’appello viene dichiarata inammissibile, l’art 348 ter permette di ricorrere in cassazione per
il provvedimento dichiarato inammissibile. Si tratta di una sentenza di primo grado
appellata dove l’appello dice che non è ammissibile l appello dunque si ricorre alla
cassazione. Quindi cassazione non solo nei confronti della sentenza di prima grado ma anche
dell’ordinanza del giudice d’appello.

e. l’istituto del art 420-bis: ipotesi in cui nel corso del processo di lavoro sia emerso come
questione pregiudiziale di merito sulla quale le parti chiedono di decidere al giudice con
sentenza di e cacia di giudicato che riguarda la valutata e cacia interpretazione di clausole
che stanno in contratti collettivi nazionali di lavoro. Se una determinata clausola contenuta in
questo tipo di contratto sia valida ed e cace e come debba essere applicata perché ha
rilevanza in base alla controversia. Queste clausole hanno caratteristica erga omesse e
debbano essere conformi ai contratti nazionali di lavoro. Da questo articolo dovuto a questa
questione di merito, in questo caso il giudice deve decidere con sentenza e questa sentenza
emessa che ha ad oggetto questa questione speci ca è immediatamente ricopribile per
cassazione. SI tratta di una sentenza non de nitiva di primo grado di una serena ricopribile per
cassazione.

f. dei provvedimenti diversi dalle sentenze decisori e de nitivi (ricorso straordinario per
cassazione ex. art 111, 7 comma Cost). Non solo i provvedimenti con forma di sentenza ma
anche tutti quei provvedimenti aventi forma diversa che tuttavia abbiano contenuto decisorio
e siamo de nitivi, ovvero che non siano sottoponibili ad alcun altro rimedio impugnatori. In
presenza di ciò viene ammesso il ricorso per cassazione. Questo viene de nito come ricorso
straordinario in quanto previsto fuori dal c.p.c.. Dunque possono ricorrere per cassazione
non solo per natura de nitiva ma anche per natura decisoria che sia data da provvedimenti
che sebbene abbiano forme diverse da sentenza decidano su diritti e decidano una
controversia, risolvendo una controversia sono idonei ad ottenere la forma di e cacia
sostanziale. Ovvero quei provvedimenti che decidano su diritti soggettivi. La corte di
cassazione de nisce come decisori tutti i provvedimenti che incidano su diritti non solo quelli
he decidano su diritti. es. non provvedimenti con natura contenziosa, ma gli e etti che
producono sono tali che si riverberano su diritti soggettivi, essi vanno dunque anche de nito
come provvedimenti con natura decisoria. Con ciò vien ovviamente espanso l ambito
applicativo. Ciò non è previsto da nessuna norma, ma è un risultato da un interpretazione
della corte sei cassazione che ha allargato l ambito applicativo

g. l’art 363 c.p.c. riguarda il principio di diritto nell’interesse della legge che a erma se si è in
presenza di provvedimenti che possono essere ricopribili per cassazione ma le parti non l
hanno fatto o vi abbiano rinunciato oppure anche il caso in cui il provvedimento non sia
ricopribile per cassazione. Si può avere qui un ricorso proposto dal procuratore generale che
può chiedere alla corte di cassazione di de nire e di pronunciare un principio di diritto al quale
il giudice di merito che ha pronunciato il sentenza di merito avrebbe dovuto attenersi. IL
giudice non ha forse interpretato bene la norma di legge. Qua traspare la funzione nomi iattica
della cassazione anche negli ambiti dove non è espressamente previsto ed orienta per il futuro
i giudici del merito su iniziativa del procuratore generale presso la cassazione. Qui non
interviene proprio la garanzia delle parti, ma risponde alla funzione nomo iattica. L’esito non è
la cassazione del provvedimento, ma che la cassazione a ermi il principio di diritto

Il ricorso per cassazione delle sentenze non de nitive

Ai sensi dell’art 340 (speci camente per l’appello ma vale anche per la cassazione) la parte puoi
scegliere l’appello immediato oppure insieme alla sentenza de nitiva facendo riserva d’appello.
Se si hanno sentenze non de nitive ricorribili per cassazione inquinate sentenze d appello. In
questo caso il codice distingue se la sentenza sia

a. non de nitive parziali: l’oggetto del processo è stato solo parzialmente de nito, in questo
caso l’art 361,1 la parte può decidere o di fare ricorso per cassazione immediato nei termini
brevi o lunghi oppure fare riserva e proporre cassazione con sentenza de nitiva

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b. non de nitive su questioni: ciò su questioni pregiudiziali di rito o merito, queste sentenze
non de nitive su questioni pregiudiziali di rito o di merito la questione non sussista, queste
sentenze pronunciate possono essere portate in cassazione ma solo con sentenza
de nitiva, quindi esclude il ricorso immediato. (art 360, 3 comma). Imponendo di fare ricorso
cassazione solo all esito della pronuncia de nitiva il legislatore vuole che comunque la causa
unitariamente andrà difronte alla cassazione e non separata. L’unico difetto di questa
soluzione, viene adottata nel 2006, che ciu o non è anche stata introdotta per l appello.

Le sentenze dei giudici speciali e con itti di giurisdizione

L’art 362, 1 comma: si può ricorrere alla cassazione le pronunce dei giudici speciali per ragioni di
giurisdizione, questa norma è stata superata dall’art 111, 7 della costituzione, ovvero avverso le
sentenze per violazione.

MA…

L’art 111,8 prevede che siano ricopribili per cassazione solo per ragioni di giurisdizioni solo quelle
del consiglio di stato e quelle della corte dei conti, per soli motivi inerenti la giurisdizione.

L’art 362,2 comma: denunciare difronte la cassazioni con itti positivi e negativi, può emergere che
il giudice ordinario e quello speciale rispetto ad una determinata domanda si siano entrambi
dichiarati competenti ovvero positivo o entrambi incompetenti negativo tra giudici speciali e
ordinari. Qui si tratta di una denuncia del con itto posto o negativi per sciogliere questo vizio. Nel
caso positivo a chi appartiene o negativo a che appartiene per attribuire la causa ad un giudice.

- Negativo:L’art 59 a erma che il giudice che ritiene privo di giurisdizione e deve indicare a chi
appartiene, se viene trasmesso ad un altro giudice lui non po dichiararsi incompetente ma deve
investire la cassazione della questione.

- Positivo: regolamento preventivo di giurisdizione

E in casi di pubblica amministrazione e giudice ordinario entrambi negano di avere l attribuzione


nel merito, si ha un con itto negativo di attribuzione, la parte ovviamente vuole sapere a chi
rivolgersi, quindi le parti possono sollevare questo con itto negativo di attribuzione davanti alla
cassazione, ciò in ogni tempo. Perché parla di con itto negativo ? quando c e positivo il giudice
ordinario ritrite dei avere la competenza in una materia che l amministrazione riditene lei di essere
competente sin tac corso la PA usa la possibilità del rimedio 41. 2 comma proporre regolamento
di giurisdizione facendo valere il fatto che nel caso di specie il giudice ordinario non può esercitar
le sue funzioni. Qui il caso è un con itto negativo, si può esperire questo rimedio della denuncia in
ogni tempo del con itto di attribuzione.

Quindi in questo caso per

a. con itto positivo: articolo 41,2 comma

b. con itto negativo art 362 punto 2

In ogni tempo

con itti positivi o negativi di giurisdizione tra giudici speciali o ordinari

con itti negativi di attribuzione tra PA e giudici ordinari. (positivo 41.2)

L’art 134 C sui con itti fra poteri dello stato, ma oggi si ritenne superata perché viene attribuita
alla corte costituzionale.

Ottavo comma 111 le sentenze consiglio stato e conte dei conti e consiglio stato solo inerente
alla giurisdizione, il comma presenterà è più ampio in quanto a erma che le sentenze d appello o
in unico grado dei giudici speciali ma per violazione della legge ex art 11, 7 C

Lezione 24.05
Il ricorso per cassazione: motivi e contenuti del ricorso

Quali sono i motivi per il ricorso per cassazione ?


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La cassazione, rispetto all’appello, è a motivi limitati.

Nella elencazione dell’art 360 vengono elencati i vizi che possono essere denunciati dal ricorrente
principale o incidentale, i motivi vengono distinti in base ai vizi della sentenza, dunque o errori in
procedendo del giudice che ha emesso la sentenza (vizi di natura processuale che sono nati dalla
non corretta applicazione delle norme processuali) oppure vizi in errore iudicando (applicazione
delle norme sostanziali)

Gli errores in procedendo


I 5 motivi di ricorso dell’art 360 possono essere divisi in errori procedendo e iudicando

Primo motivo: giurisdizione

Nr 1 art 360: vizi attinenti alla giurisdizione, la possibilità di uno dei vizi che può emergere che
siano vizi attinenti alla giurisdizione, dove può essere difetto relativo (ha deciso il giudice civile in
luogo del giudice amministrativo). Questo salvo il giudicato interno, il vizio di giurisdizione può
sanarsi nel passaggio al primo grado all’appello, l’art 37 c.p.c, è possibile in rilevo anche d u cio
sempre che ciò non sia sia sanato per giudicato interno o implicito: quando nel passaggio del
primo grado all’appello nessuna della parti abbia proposto davanti al giudice d’appello un motivo
di giurisdizione, in questo caso, secondo una sentenza del 2008, il vizio viene sanato. Il pro lo
della giurisdizione viene preso in considerazione dal giudice nel pronunciare una sentenza di
merito o di rito che non abbia ad oggetto la giurisdizione, perché se non ritenesse di averla non le
pronuncerebbe, se non viene rilevato dalle parti, il vizio non può più essere rilevanti in quanto è
sanato. Nel caso del convenuto straniero, nei sui confronti il difetto di giurisdizione è sanabile
anche nel caso in cui il convenuto straniero non rilevi il vizio nel suo atto costitutivo. Il difetto può
essere relativo oppure nell’ipotesi rilevi il difetto assoluto, quando si ritiene che la causa non sia
sottoponibile al giudicato di nessun giudice

Secondo motivo: competenza

Nr. 2 art 360. Per violazione delle norma sulla competenza del giudice, salvo che avverso il
provvedimento che abbia deciso sulla competenza non sia prescritto il regolamento di
competenza e salvo il giudicato interno. Anche per questo caso bisogno tenere presente che si ha
un vizio non sanato e ancora presente, se si è sanato non può essere fatto oggetto di
impugnazione. Per la competenza del giudice 38 c.p.c. questo vizio siccome è visto meno
rilevante rispetto al difetto di giurisdizione che può essere rilevato per opera della parte nella
comparata di risposta oppure anche dal giudice semper nella prima udienza, dopo non sarà
neanche rilevabile d’u cio.

Terzo motivo: nullità sentenza o del procedimento

Nr 4 art 360. Consiste in una norma di chiusura, ovvero proponibile per far valere la nullità della
sentenza o del procedimento, in questa maniera il legislatore ha previsto che qualunque altro vizio
di nullità della sentenza o del procedimento si ricorra ai sensi di questo numero. Si parla di vizi
speci ci (es. mancanza sottoscrizione della sentenza, oppure uno degli elementi dell’art 132
contenutistici). La nullità della sentenza potrebbe anche essere derivata, quindi gli atti successivi
dipendenti saranno viziati pure. Questo tanto per nullità del procedimento che per giudicando. Es
evento interruttivo che avrebbe chiesto l interruzione ma non è avvenuta l interruzione, la stessa
cosa per evento estintivo del processo, vizio improcedibilità o inammissibilità appello, mancanza
legittimazione processuale

Se non fossero espressione determinati i vizi dell’art 1 e 2 essi sarebbero nel punto 4. Tutti questi
vizi possono essere fatti valere in cassazione sempre che sei non si siano nel frattempo sanati.

Quarto e ultimo motivo: omissione fatto fondamentale


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Nr 5 art 360: la sentenza presenti un’omissione, il giudice per esempio ha omesso di determinare
un giudizio de nitivo del giudizio e il giudice per un suo errore non l’ha preso in considerazione
pur essendo decisivo. La decisione che è stata emesso dunque è viziata, per il fatto che il giudice
deve disporre su tutte le domande che gli sono sottoposte. Viene alterata la correttezza della
motivazione avendo tralasciato un fatto decisivo.

E stato formulato nel 2014: l obiettivo è stato quello di limitare al massimo nel momento in cui si
propone ricorso per cassazione il controllo sugli elementi fattuali e quindi per questa ragione ha
ammesso la possibilità che si facciano valere il controllo anche sui fatti esaminati dalla parti ma ha
omesso di analizzare uno decisivo per il giudizio. In realtà ha formulato che il ricorso per
cassazione era possibile per contestare l’inesistenza o la contrarietà della motivazione, il
legislatore ha ritenuto opportuni restringere la possibilità per valutare nella questione fattuale, il
controllo della cassazione sui fati parei in considerazione può essere solo in caso in cui ci sia l
omissione di un fatto decisivo.

Anche alla luce della nuova riformulazione, ciò non è sempre proponibile. Una prima esclusone si
è vista per il ltro in appello. Avendo il giudice d’appello dichiarato con ordinanza l appello
inammissibile per privo di requisiti, ma questo consente alle parti di fare ricorso per cassazione,
ma questo ricorso non è proponibile per il nr 5 se il giudice d appello abbia dichiarata
inammissibile l appello se l ha ritenuta adeguata, ovvero che ha confermato la valutazione.

Nel caso in cui l’appello si sia svolto e la sentenza sia conforme a quella deprimo grado, ovvero l
appello era stata proposto poche si riteneva che il giudice di primo grado avesse sbagliato il
giudice d appello poi esprime che la valutazione del primo giudice fosse corretta. La doppia
valutazione formale o re garanzia su ciente alla parte per ritenere che non ci siano vizi.

MA anche in caso di doppia veri cazione potrebbe esercii che entrambi abbiamo omesso un
fatto decisivo.

Il vizio di motivazione della sentenza

Un temp costituiva un vizio a se stante, con la modi ca del 2005 è stato eliminato il motivo
speci co di impugnazione del vizio di impugnazione. La possibilità di fare valere questo errore in
procedendo però da qualche parte deve emergere, il motivo è quello del nr 4 del 360 riguardo alla
nullità della sentenza.

Le sanzioni unite della cassazione con due pronunce del 2014 hanno sottolineato il fatto che il
vizio di motivazione è ricorribile per cassazione ai sensi del nr 4 quando il vizio sia tale da fare
ritenere mancante il minimo costituzionale della motivazione della sentenza. La motivazione
deve essere tale per consentire il iter logico seguito dal legislatore. Le sezioni unite ritengono che
il vizio ci sia quando la motivazione manchi del tutto e sia quando la motivazione sia fondata su
argomenti manifestamente inconciliabili o incompatibili fra di loro, da in ciare lo scopo che il
legislatore vuole raggiungere. In questi casi si apre la possibilità di fare valere attraverso la
cassazione il vizio. Interpretando in questa maniera la norma, le sezioni unite stanno escludendo
tutte le altre ipotesi, ovvero tutte quelle che non abbiamo questa gravità non sarà esprimile il
ricorso. Es nel caso non abbia su cientemente motivato, allora no proponibile il vizio.

Errores in iudicando
Nr 3 per violazione o falsa applicazione di norme di diritto: su parla di norme di diritto sostanziale,
il giudice del merito ha applicato non correttamente le norme di diritto sostanziale al caso
concreto. Avrebbe dovuto essere applicata una norma sostanziale invece di un’altra. Viene anche
considerata l’ipotesi in cui viene applicata una norma dovuta ad una falsa interpretazione
attinente al fatto su cui si è applicata la norma.

La stresso fenomeno anche quando avviene la violazione dei contratti o accorsi collettivi nazionali
di lavoro che hanno e cacia erga omnes, i contratti devono essere conformi in base allo schema
di questi contratti nazionali collettivi. In questo caso si è mi presenza di vizio che nascono da
errore in giudicando, si tratta di norme che rilevano dal punti di vista del merito della causa, che
sono state applicate dal giuda del merito per decidere nel merito della controversia

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All interno di questo motivo del nr. 3 occorre tenere conto di un ipotesi tutto particolare, ovvero
quella degli errores in iudicando de iure procedendi: (es. 617) per tutela diritto della parte della
corretta esecuzione degli atti processuali del giudice, si può chiedere al giudice se un
determinato atto processuale è stato esercitato correttamente oppure no. C'è un vero e
proprio giudizio oggetto del quale il merito è costituito dalla corretta valutazione di norme
processuali. Se la part vuole contestare la decisione del giudice si applicherà il nr 3 del 360
perché il vizio della sentenza attiene al merito anche se il merito attiene alla valutazione della
corretta applicazione delle norme processuali del giudice, sai contenta qui la decisione del merito
e per questo motivo la decisione del quale il motivo è diverso dal quello del nr 3.

Ci sono delle norme che stabiliscono come il giudice deve correttamente interpretare ed
analizzare i contratti, anche queste sono norme di diritto e quindi se la parte vuole contestare la
non corretta interpretazione del contratto, dovrà ricorrere al nr 3 del 360

Per quei concetti giuridici elastici come giusta causa, buona fede, diligenza: sono tutti concetti
che non sono de niti dal legislatore ma devono essere de nito dal interprete. Se sono concetti
che rilevano ai ni della determinazione della casa, il motivi a cui si fa capo è sempre il punto 3.

Il giudice nel ricorso può formulare che più motivi l’importante è che ognuno dei motivi deve avere
un indicazione autonoma, non si possono mischiare più vizi.

L’atto introduttivo: il ricorso


Il ricorso è l’atto introduttivo, ma è del tutto particolare per il ricorso in cassazione, va prima
noti cato alla controparte e poi in cancelleria della corte di cassazione e poi ci sarà la ssazione
dell’udienza.

Il primo elemento da tenere presente è che essendo un atto che prima va alla controparte, il
ricorso si intende proposito nel momento in cui arriva ad essere noti cato. E quello il momento
della proposizione, non è necessaria il deposito in cancelleria che avviene successivamente,
questo ultimi serve per individuare se il ricorso è stato proposto nei termini. Per stabilire se è stato
proposto nei termini si deve vedere il momento in cui è stato noti cato. Siccome qui rileva il
momento al ne di stabilire se il ricorso viene fatto nei termini per il noti cante, quindi il momento
importante è la noti cazione dell’atto tramite la consegna nelle mani dell’u ciale giudiziario che fa
la noti ca.

Essendo un atto di impugnazione, le regole per individuare il luogo in cui venga fatto la
noti cazione, queste sono sempre le stesse, art 330.

Il contenuto

- Il contenuto principale sono i motivi per i quali si chiede la cassazione tra quelli individuati nel
366 con l individuazione delle norme su cui si basa.

- indicazione delle parti


- indicazione della sentenza impugnata

- indicazione della esposizione sommaria dei fatti di causa, dal ricorso deve emergere che cosa è
avvenuto no a quel momento in giudizio. Indicazione dell’attività processuale che è stata
svolta nei precedenti gradi di giudizio. Il ricorso deve dare piena contezza degli elementi utili ai
ne di decidere il ricorso che è stato proposto, devono emergere tutti gli elementi su cienti per
consentire alla cassazione di emettere la decisione, il ricorso di per se è su ciente per la
cassazione per emettere la decisione, non deve avere bisogno di altro. Applicando il principio di
autosu cienza di elaborazione giurisprudenziale quando ha delle ricadute pratiche molto
rilevanti.

- la procura al difensore che è rilevante perché deve essere rilasciata ad hoc dopo che è stata
pronunciata la sentenza che si intende proporre a cassazione, e inoltre deve essere rilasciata
per un avvocato abilitato per agire in cassazione che sono iscritti negli appositi albi. Nel rilascio
della procura per la difesa della parte davanti alla cassazione può essere rilasciata in calce o
margine dell’atto oppure in atto separato, questo ultimo deve essere indicato nello stesso
ricorso.

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- può essere che il ricorrente faccia riferimento a determinati atti processuali es. vizio
procedimento indicando l atto processuale viziato con riferimento al quale propone il ricorso in
questione, oppure dei documenti. Questi atti processuali ovviamente devono essere indicati
all’interno del decorso sempre a pena di inammissibilità. Si possono produrre solo documenti
già prodotti nei gradi precedenti del giudizio, gli unici vizi che possono essere quali che
dimostrano la nullità e o l’inammissibilità del ricorso. Es. nullità della sentenza d appello perché
pronunciata senza che si rilevasse la morte del difensore in appello, allora l atto di morte può
essere introdotto. Es. nel caso inammissibilità del ricorso, può emergere il venir meno
dell’interesse ad impugnare perché le parti hanno trovato una conciliazione tra di loro e non
hanno più interesse ad impugnare, per dimostrare ciò si può per la prima volta produrre il
documento che dimostra esattamente nel caso di specie il ricorso non è ammissibile perché è
intervenuta la cessazione della materia da contendere quindi venuto in meno l interesse per
ricorrere in cassazione. Altre mezzi di prova non sono proponibili per l'ovvia ragione che
non avremo in cassazione alcuna attività istruttoria. Si può proporre querela di falso per i
documenti proposti la prima volta, essendo di competenza del tribunale, il processo in
cassazione sospeso no alla pronuncia del tribunale.

Avremo il deposito del ricorso in cancelleria della cassazione, avvera poi co modalità telematiche

Lezione 25.05
Il ricorso per cassazione: il procedimento

L’art 369

Il ricorso, che costituisce l’atto introduttivo del ricorso per cassazione, deve prima essere
noti cato alla controparte e poi successivamente deve essere depositato nella cancelleria della
corte a pena di improcedibilità entro 20 giorni dall’ultima noti cazione. Dal 31 marzo 2021 avviene
in maniera telematica. Deve essere depositato con la relata di noti ca per dimostrare che è
avvenuta prima la noti ca alla controparte.

Sempre a pena di improcedibilità devono essere depositati anche:

a. eventuale decreto di concessione del gratuito patrocinio

b. copia autentica della sentenza o della decisione impugnata con la relazione di noti cazione

c. procura speciale al difensore, se questa è conferita con atto separato. Può essere rilasciata in
margine o in calce al tatto oppure con atto separato e li deve essere allegato al ricorso

d. atti processuali, i documenti, i contratti o accordi collettivi sui quali il ricorso si fonda

e. la richiesta di trasmissione del fascicolo d u cio da parte della cancelleria del giudice che ha
emesso la sentenza impugnata.

Una volta che c’é stata la noti cazione e poi il successivo deposito, il procedimento è incardinato
difronte alla cassazione. La controparte, cosa può fare ?

Qui ci sono due articoli che ci indicano le attività che può e ettuare la parte a cui sia stata
noti cato il ricorso introduttivo del procedimento difronte alla cassazione.

L’art 370

Il convenuto, se vuole contestare ciò che gli viene rivolto, deve fare un contro-ricorso dopo aver
provveduto a noti carlo al ricorrente nel domicilio eletto. I termini perentori per questo
controricorso, deve farlo entro 20 giorni dalla scadenza del termine per depositare il ricorso in
cancelleria, ovvero dal momento in cui è avvenuta la noti cazione.

Quindi

attore — noti ca a convenuto —- entro 20 gg dalla noti ca deposito in cancelleria.

convenuto — entro 20 giorni dal termine dei 20 gg del deposito in cancelleria —- entro 20 gg dalla
noti ca deposito in cancelleria

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Anche questo poi verra depositato in cancelleria. Anche per il controricorso si applicano gli articoli
365 (sottoscrizione avvocato cassazione) e 366 (contenuto del ricorso).

Anche il controricorso va depositato in cancelleria entro 20 giorni dalla noti cazione, insieme con
gli atti e i documenti e con la procura speciale. Il contenuto è lo stesso del ricorso, solo diretto a
contestare quanto introdotto dal attore. Il controcorrente dovrà poi nominare un difensore
apposito e conferirgli la procura o a margine o in cale o atto separato.

L’oggetto del ricorso rimane sempre quello del ricorso principale.

L’art 371 prevede il caso in cui il convenuto, con lo stesso atto del controricorso può proporre
impugnazione incidentale. La parte alla quale è stato noti cato il ricorso a norma degli art 331 e
332, deve proporre l eventuale ricorso incidentale nel termine di 40 giorni (a pena di decadenza)
dalla noti cazione con atto noti cato al ricorrente principale. La sentenza quindi qui viene
impugnata anche dal convenuto, solo però su capi diversi da quelli già presi in considerazione
dell’attore. Avviene dunque un allargamento dell’oggetto del giudizio di cassazione.

Pur essendo risultato vittorioso rispetto alla sentenza impugnata, pero è stato soccombente per
una questione pregiudiziale di merito o di rito che poi in sede di pronuncia ha pronunciato una
sentenza pienamente favorevole (soccombenza teorica). Il convenuto presenta un ricorso
incidentale condizionato, dove chiede di riesaminare la questione pregiudiziale di rito o di merito
che era stat respinta pero condizionatamente all’accoglimento della questione principale. Se lo
accoglie, il convenuto ha tutto l interesse ad avanzare anche davanti la cassazione la questione
pregiudiziale che viene proposta con il ricorso incidentale.

Il ricorso dunque puo essere

- ordinario

- tardivo art 334: ovvero quando è stata proposta oltre il termine per impugnare in via principale,
ovvero a seguito della prestazione di acquiescenza dalla sentenza.

- incidentale condizionato: soccombenza teorica

L’art 373

Nel ricorso può anche esserci la richiesta di sospensione dell’esecutività della sentenza o del
procedimento esecutivo di condanna che è soggetta ad impugnazione. L’istanza va avanzata
laddove suscita il rischio di un grade danno per e etto di questa esecuzione, l istanza va
avanzata al giudice che ha emesso la sentenza impugnata. Perché non alla cassazione ? ai
ni della pronuncia con la quale si stabilisce la sospensione con ordinanza, il giudice è chiamato a
valutare la sussistenza del rischio di un danno, avviene una valutazione fattuale e prognostica. Il
legislatore ha ritenuto che non può essere sostenuta dalla cassazione in quanto sua ha un ruolo di
legittimità non decide nel merito. Ciò previa ssazione dell’udienza in camera di consiglio

il procedimento a sezioni unite


L’art 374

Il ricorso è arrivato in cancelleria e sia apre il ventaglio di possibili procedimenti che vanno seguiti
per decidere quel speci co procedimento. La prima opzione che il codice o re al presidente se il
ricorso viene deciso o dalle sezioni unite o da semplice. Il collegio di sezioni unite è quello più
autorevole, per sottolinearlo, il legislatore ha pensato di comporre il collegio in maniera ampia,
sono 9 i componenti del collegio.

In quali casi viene a dato il ricorso alle sezioni unite ?

L’art 374 indica tre ipotesi nelle quali il presidente decide di a dare la causa alle sezioni unite:

a. è obbligato quando l oggetto del ricorso riguarda una controversia su questione di


giurisdizione. Il primo presidente provvedere a nominare il giudice relatore che si studierà da
vicino la causa, le sezioni unite vengono presedute dallo stesso presidente.

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b. inoltre può, se il primo presidente lo ritenga, sui ricorsi che presentano una questione di dritto
già decisa in senso di orme (prima) alla sezioni semplici o una questione di massima di
particolare importanza. Ovvero quando ci sia un contrasto, ovvero già pronunciato ma in
modo contrastante, ciò per consentire di trovare il principio di diritto per opera delle sanzioni
unite per poi trasmetterlo alle sezioni semplici

c. in ne, se la sezione semplice ritiene di non condividere il principio di diritto enunciato dalla
sezioni unite, rimette a queste ultime, con ordinanza motivata, la decisione del ricorso

Al di fuori di queste ipotesi il ricorso andrà alle sezione semplici che sono 6 e sono ripartite
secondo le materie

L’art 375

Inoltre si deve decidere se debba essere decise o in camera di consiglio o pubblica udienza. In
camera di consiglio, la trattazione del ricorso avviene da parte della corte di cassazione nel
chiuso, non avviene una trattazione aperta alla partecipazione degli avvocati o del pubblico. In
pubblica udienza invece c’e una normale udienza pubblica con discussione orale del ricorso.

In camera di consiglio forma del provvedimento sarà l’ordinanza. Prima della riforma del 2016 la
trattazione pubblica era il procedimento ordinario è stata poi introdotta un secondo comma dove
di norma dal decisione dei ricorsi avviene con il procedimento camerale e solo in via residuale i
risosi avvengono in pubblica udienza, ovvero quando la questione posta dal ricorso sia di
particolare rilevanza, solo in questo caso sarà pubblico. In tuti gli altri casi il procedimento sarà in
camera di consiglio. La scelta del 2016 e di accelerare il procedimento

In camera di consiglio le sezioni semplici o quelle unite decidono nei seguenti casi con
ordinanza:

- dichiara l’inammissibilità del ricorso principale e di quello incidentale

- se pronuncia sulle istanze di regolamento di competenza e di giurisdizione

- se accoglie o rigetta il ricorso principale e l eventuale ricorso incidentale per manifesta


infondatezza o fondatezza

In ogni altro caso, salvo che la trattazione in pubblica udienza sia resa opportuna dalla particolare
rilevanza della questione di diritto sulla quale deve pronunciare

La sezione ltro, in camera di consiglio, valuta se il ricorso sia ammissibile, inammissibile o


manifestamente fondato o infondato. Anche quando il ricorso abbia superato il vaglio
ammissibilità e arriva alle sezioni semplici, anche qui deve essere decisa in pubblica udienza. Ma
sembra che smentisce la prima parte del secondo comma dell’art 375. Allora tutti i ricorsi che
passano il vaglio in sezioni semplici dovrebbero essere decisi in pubblica udienza, per questa
ragione la cassazione ha dato la lettura correttiva di questa disposizione e l ha interpretata che in
pubblica udienza andranno tutti i ricorsi che hanno superato il vaglio della sezione ltro e che
abbiano anche una particolare rilevanza

Davanti alle sezioni semplici si decide in camera di consiglio salvo che non pongano una
questioni di diritto di particolare rilevanza, li solo in quel caso si decide in pubblica udienza.

I ricorsi destinati alle sezioni semplici prima di arrivare alla sezione semplice competente per
materia passano attraverso il ltro che l’art 376 de nisce come apposita sezione che è stata
introdotta nel 2009. Valuta se il ricorso sia inammissibile o improcedibile anche in applicazione
dell’art 360 oppure di manifesta fondatezza o infondatezza. Arrivano alle sezioni semplici dunque
solo le cause che sono passate al vaglio della 6 sezione.

il ltro non si applica ai ricorsi delle sezioni unite

Come decide la sezione ltro ?

L’art 380 bis


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Su proposta del relatore della sezione ltro, il presidente ssa con decreto l’adunanza della
sezione indicando se è stata ravvisata un ipotesi di inammissibilità, di manifesta infondatezza o di
manifesta fondatezza del ricorso, e almeno 20 giorni prima della data stabilita per l’adunanza, il
decreto è noti cato agli avvocati dalle parti, i quali hanno facoltà di inviare memorie non oltre 5
giorni prima, se la veri ca è negativa, il ricorso vene rimesso alla decisione della sezione
semplice.

Si riunisce in camera di consiglio e decide, con al riforma del 2016 il PM non partecipa nella
sezione ltro ma nelle altre sezioni si

Se ha superato il ltro arriverà alla sezione semplice

L’art 380 bis de nisce il procedimento camerale difronte alle altre sezioni semplici diverse da
quelle ltro. Della ssazione dell’adunanza in camera di consiglio è data comunicazione agli
avvocati delle parti e al PM almeno 40 giorni prima. Il pm può depositare in cancelleria le sue
conclusioni scritte non oltre 20 giorni prima dell’adunanza in camera di consiglio e le parti
possono depositare le loro memorie non oltre 10 giorni prima dell’adunanza e la corte decide in
camera di consiglio senza la partecipazione del pm e delle parti

l’art 380 ter

il presidente richiede al pm le sue conclusioni scritte, le quali, insieme al decreto del presidente
che ssa l adunanza sono noti cati, almeno 20 giorni prima, gli avvocati delle parti, che hanno
facoltà di presentare memore non oltre 5 giorni prima della medesima adunanza

dopodiché si avrà la trattazione in camera di consiglio della corte senza partecipazione del pm e
parti

Il procedimento in pubblica udienza

in via residuale (art 375, 2 comma) si applica il procedimento in pubblica udienza e cioè

il primo presidente ssa l’udienza e nomina l relatore per i ricorsi assegnati alle sezioni unite,
mentre per i ricorsi assegnati alle sezioni semplici provvede il presidente della sezione (art 377)

Dell’udienza è data comunicazione del cancelleria agli avvocati delle parti almeno 20 gg prima
che possono presentare memorie scritte almeno 5 gg prima

quindi discussione in udienza (relareoe, pm e avvocati delle parti) e deliberazione della sentenza
(379 e 380)

Schema

cassazione

- sezioni semplici: quando residuale ultimo comma 374

- sezioni unite: quando 374: questioni giurisdizione, quando rivedere pronuncia s.s. e quando s.s.
rimandano la questione da rivedere alla s.u,

- pubblica udienza: quando: per rilevanza e importanza della questione

- camera di consiglio: quando: art 375: a. inammissibilità ricorso principale e incidentale. b.


giurisdizione e competenza. c. manifesta fondatezza ricorso principale e incidentale

Lezione 26.05
il ricorso per cassazione: decisione, giudizio di rinvio e rimedi

Tra i primi esiti in cassazione possiamo avere il rigetto del ricorso. Quando avviene ?

Fin da subito il ricorso presenta dei pro li di inammissibilità e improcedibilità, ci sarà il rilievo di
tale vizi e si ha la pronuncia con la forma del procedimento camerale di ordinanza che dichiara l
improcedibilità.

Per i ricorsi semplici (per sezioni semplici) ci sarà la pronuncia della sezione ltro, ma se il ricorso
dovesse passare il vaglio, ciò non signi ca che una volta arrivato alla sezione semplice, lo stesso
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ricorso può essere dichiarato improcedibile. La valutazione di inammissibilità del ricorso, es
quando mancano le condizioni per proporlo oppure proposta fuori dai termini; mancano le
condizioni per proporla; proposto quando già la parte abbia fatto acquiescenza.

Nello speci co in cassazione ci sono altre ipotesi di

- inammissibilità, es il ricorso non presenta tutti i presupposti speci ci dell’art 366 de niti dal
legislatore. Oppure quando ricorra la causa inscindibile all’art 331 e la parte non abbia provveduto
ad integrare il contraddittorio.

Rilevare anche nel caso del 360-bis: prevede due ipotesi di inammissibilità del ricorso aggiuntivo
che sono speci che per il ricorso per cassazione. Questa norma è stata aggiunta nel 2009 con
l’introduzione del ltro del ricorso per cassazione. Quali sono queste due ipotesi ?

a. il ricorso è inammissibile dalla cassazione quando il provvedimento impugnato ha deciso le


questioni di diritto oggetto della decisione in modo conforme alla gp della corte, quando non
o re elementi che non permette di a ermare o cambiare l orientamento. Se il ricorso viene
presentato in relazione ad un provvedimento che in realtà ha deciso in maniera conforme alla
precedente gp che si era formata nella cassazione, e nel proporre il ricorso il ricorrente non
evidenza che ci siano motivi per rivedere la pronuncia precedente, il ricorso dunque viene
dichiarato inammissibile. C’è un errore di formulazione della norma: se i ricorso o re dei motivi
per confermare il precedente orientamento, ciò vuol dire che il ricorso va dichiarato
inammissibile, può solo essere visto ammissibile se muti e ettivamente l’orientamento. Si
deve leggere omettendo la parte della conferma

b. il ricorso è manifestamente infondato per il fatto che i motivi (che vengono addotti) che
adduce che vanno contro dei principi del giusto processo e che queste censure appianino
manifestamente infondate. Ovvero caso in cui il ricorrente denunci che il giudice del merito
abbia violato alcuni dei principi del giusto processo e questa denuncia appaia manifestamente
infondata, qui dunque anche abbiamo una valutazione di manifesta infondatezza. Anche qui
c’è un incongruenza nella formulazione della norma, il ricorso è inammissibile perché c e un
vizio nella sua formulazione oppure è manifestamente infondato nel merito. C’e dunque un
ossimoro dal punti di vista processuale, non si pio dunque veri care la manifesta fondatezza e
ammissibilità perché una esclude l altra. Non è chiaro che cosa si intenda per i principi
regolatori del giusto processo. Molto probabilmente l intenzione del legislatore era ai principi
costituzionali soprattutto all’art 111.

Queste due ipotesi hanno allargato dunque le maglie della sezione ltro, essa valuterà l
inammissibilità non solo più secondo tutte le cause generali (termini, elementi etc) ma anche in
relazione a queste disposizioni speci che.

Quali sono le conseguenze ? il ricorso non potrà più essere riproposta anche se non siano decorsi
i termini per proporla.

L’estinzione

Una volta proposto il ricorso, nello svolgimento emergano i presupposti per la dichiarazione
dell’estinzione del procedimento. Si parla dell’art 390 c.p.c., dove la parte può rinunciare al
ricorso incidentale o principale nche non sia iniziata la trattazione in udienza o l adunanza al
procedimento camerale. Una volta venuta la dichiarazione di estinzione, anche qui avviene
dunque il passaggio in giudicato del provvedimento impugnato, dunque gli stessi e etti
inammissibilità e imprevedibilità.

Anche il caso della cessazione della materia da contendere. Non esiste un articolo speci co per
questo caso nel codice, ma è un’elaborazione giurisprudenziale. Avviene un avvenimento che
estingue la controversia, es la transazione tra le parti che fa venire meno l’interesse delle parti per
impegnare. Avviene la dichiarazione del venir meno dell’interesse a proseguire il procedimento.
L’esito è lo stesso della dichiarazione di inammissibilità in realtà però ci può anche essere per
cause di natura personalissima e icci sia la morte di una delle parti. (es. processo divorzio in
cassazione). La decisone dovrebbe essere una pro cua in rito che fa venire la chiusura del
procedimento, in realtà la cessazione della maniera da contendere fa venire meno l oggetto del
processo, non può essere fatta passare i giudicare allora la sentenza.

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Per motivi di merito e di motivazione

Il rigetto del ricorso anche per infondatezza del merito della domanda, ciò non perché i ricorso sia
inammissibile o improcedibile, estinto o venuto a meno. Si tratta di un caso puramente di merito.
Avendo qui rigettato il ricorso, la cassazione conferma la correttezza della sentenza che è stata
impugnata. Infondato puramente per motivi di merito

Può veri carsi che la cassazione rigetti il ricorso ma ritenga opportuno correggere la motivazione.
Il dispositivo della sentenza è corretto, ma la corte interviene sulla motivazione correggendo i
passaggi nei quali il giudice del merito ha motivato la decisione in diritto.

Quindi il rigetto avviene per:

- inammissibilità

- improcedibilità

- provvedimento impegnato conforme a quanto già pronunciato dalla corte

- motivi che viziano il giusto processo sono manifestamente infondati

- estinzione

- per motivi di merito

L’accoglimento del ricorso

Prima ipotesi: motivi di giurisdizione-competenza

Il ricorso sia stato fatto per motivi di giurisdizione o di competenza e statuisce su queste (art 382,
1 e 2 comma). Una volta accolto i ricorso, la cassazione statuisce de nitivamente su chi abbia la
giurisdizione e chi sia il giudice competente, l’accoglimento del ricorso comprende queste
pronunce. Potrebbe però veri carsi l ipotesi in cui la cassazione accolga il ricorso e ritenga che la
causa non sia sottoponibile a sindacato giurisdizione di alcuni giudici, dichiarando il di erito
assoluto di giurisdizione. Essa non può sature perché nessun giudice è competente. In questo
caso accogliendo il ricorso e rilevando il difetto assoluto di giurisdizione, la cassazione cassa
de nitivamente la causa visto che non è di nessuno. Se sia il giudice che abbia pronunciato il
provvedimento che ogni altro giudice allora cassa senza rinvio.

Seconda ipotesi: causa non poteva essere proposta o processo no proseguito

Il terzo comma dell’art 382 prevede la cassazione senza rinvio anche nel caso, ovvero

a. nell’ipotesi in cui la cassazione accoglie il ricorso e rileva che la causa non poteva essere
proposta. Quando ? es. mancanza legittimazione ad agire, capacita processuale

b. la cassazione rileva che il processo non poteva essere proseguito. Quando è avvenuto un
avvenimento estintivo del processo ma non è stato dichiarato e il processo è andato avanti.
Quando c’e un evento interruttivo. Cassato senza rinvio in quanto tutta l attività svolta è
venuta in maniera non corretta

Terza ipotesi: ssazione principio di diritto + rinvio

La cassazione accoglie ricorso con rinvio a un giudice del pari grado che ha pronunciato il
provvedimento cassato (art 383) ssando il principio di diritto ( es un interpretazione) al quale
deve attenersi (art 384, 2 comma): il rinvio dunque ha lo scopo di ottenere una nova pronuncia
che sostituisca la sentenza cassata, ma che tenga conto del principio di diritto formulato. Il
giudizio di rinvio costituisce la fase rescissoria che e sottoposta ad un vincolo giuridico.

Quarta ipotesi: decisione nel merito

La cassazione cassa e decide nel merito quando non ci siano ulteriori accertamenti necessari per
il merito.

Quinta ipotesi: rinvio al giudice


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Cassa con rinvio al giudice di primo grado (art 383, 3 comma). Ciò quando rileva che il giudice
d’appello avrebbe dovuto accoglierlo e inviarlo al giudice di primo grado. Ovvero ill giudice d
appello nell’accogliere l’appello avrebbe dovuto inviarlo al giudice di primo grado, ma per errore
non l ha fatto. Il ricorso per cassazione dunque accogliendo il ricorso cassa la sentenza d’appello
e l rinvia al giudice primo grado. Quindi il rinvio non sarà al giudice del grado che ha emesso il
procedimento

Sesta ipotesi: ricorso al giudice d’appello non esperito


Cassa e rinvia al giudice che avrebbe dovuto pronunciarsi sull’appello al quale le parti hanno
rinunciato in casi di omisso medio (art 382, 2 comma). IL rinvio in questo caso sarà al giudice
d’appello ovvero a quello che le parti avrebbero fatto ricorso se non avverassero trovato un
accorso.

Settima ipotesi

Cassa e rinvia al giudice che avrebbe dovuto pronunciarsi sull’appello nel caso dell’art 348 ter, 3 e
4 comma (art 383, 4 comma) ma anche ferroso ec casa, senza unite 1914/2016. Caso in cui il
giudice d’appello l’abbia dichiarato inammissibile e quindi si rieintegra le parti nel giudizio
d’appello per l altro causa.

NB:

FORMA DI ORDINANZA IN DISCUSSIONE CAMERLAE


FORMA SENTENZA PER PUBBLICA UDIENZA

I rimedi esperibili

L’art 391 bis

avverso le pronunce della cassazione è esperibile

a. procedimento di correzione degli errori materiali e di calcolo in ogni tempo, anche d’u cio, al
quale si applica il procedimento camerale art 380 bis

b. revocazione ordinaria ex art 395 nr 4 (errore revocatorio) entro 60 giorni dalla noti cazione o 6
mesi dalla pubblicazione. Ma la pendenza del termine per la revocazione non impedisce il
passaggio in giudicato del procedimento impugnato con ricorso per cassazione respinto (art
391 bis, 5 comma) e la sua proposizione non sospende l’e cacia esecutiva, ne il termine per
riassumere il giudizio di rinvio. LA revocazione travolge i rapporti dipendenti e anche il giudizio
di rinvio. La revocazione qui si propone difronte alla stessa cassazione e il procedimento si
svolgerà secondo le modalità del procedimento all art 380 bis.

c. il provvedimento con il quale la cassazione ha deciso la causa nel merito (art 384, 2 comma),
essa può essere sottoposta per revocazione straordinaria (per motivi art 395, n 1, 2, 3 e 6) e
per opposizione del terzo (404).

Il giudizio di rinvio

I codice se ne occupa in tre diversi articoli, si tratta della fase rescissoria della cassazione in
punto essa trasferisce la casa ad un altro giudice per sostituire la sentenza cassata.

Il rinvio restitutorio: quello che prevede l’art 383, 2 comma secondo cui la cassazione rileva che la
appello avrebbe dovuto inviarlo al giudice di primo grado ma non l ha fatto quindi lo fa la
cassazione quindi p un bivio che sana un vizio che avrebbe dovuto essere fatto dall’appello.

La froma dell’atto introduttivo del rinvio è sempre un atto di citazione in riassunzione della casa
davanti al giudice di rinvio indicato dalla corte entro 3 mesi dalla pubblicazione della pronuncia
della cassazione altrimenti l intero processo si estingue e sopravvive solo la pronuncia della
cassazione 8art 393).

Quali sono le regole ?

a. riassunta nei termini

b. le parti conservano la stessa posizione che avevano nel procedimenti precedente

c. non possono avere conclusioni diverse

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d. le parti sono legittimate ad assumere conclusioni nuove solo quando sono necessitate dalla
sentenza di cassazione

e. la sentenza del giudice di rinvio sarà impugnabile con rimedi previsti per essa.

Lezione 31.05
La revocazione e opposizione di terzo

Sono due mezzi di impugnazione del tutto particolari.

La revocazione ha una duplice natura, sia ordinaria che straordinaria. E’ a motivi limitati, sono
individuati dall’art 395, dove c’è l’elencazione di 6 motivi: 4-5 sono di revocazione ordinaria e gli
altri 1-2-3-6 sono di natura straordinaria, dunque esperibili anche dopo che la sentenza sia
passata in giudicato.

L’opposizione del 3 la particolarità sta nel fatto che è sempre a motivi limitati e la legittimazione
dell’impugnazione viene conferita a soggetti terzi, o vero a coloro che non sono parte

LA REVOCAZIONE
E’ un mezzo di impugnazione prima di tutto rescindete, ovvero per eliminare la sentenza eliminata
e poi può seguire la fase rescissoria per avere la pronuncia di una sentenza sostitutiva di quella
revocata.

Quali sono i provvedimenti suscettibili a mezzo di impugnazione ?

L’art 395 esordisce richiamando l’ambito applicativo: le sentenza d’appello e quelle di unico
grado (volontà di legge o volontà di parte).
Quando si ha revocazione ordinaria, si ha concorrenza tra esso e il ricorso per cassazione, la
stessa sentenza per motivi diversi può essere sottoposto a cassazione e revocazione ordinaria
(4-5).

Nell’art 396 si ha una previsione particolare: parlando della revocazione straordinaria, richiama
anche la possibilità che la revocazione per motivi straordinaria sia esperibile anche nei confronti di
sentenze appellate che non sono state appellabili e sono passate in giudicato e saranno
sottoponibili solo a revocazione straordinaria. Ciò ci consente di riferire maeglio la disciplina delle
sentenza pronucniate in unico grado, che sicuramente comprendono le sentenze non apeplabili,
ma anche le sentenze appellabili che non lo sono state.

Terzo ambito applicativo (391 bis e ter): le pronunce della corte di cassazione sono anche
sottoponibili a revocazione ordinaria ai sensi del nr 4 dell’art 395. Mentre ai sensi dell art 391 ter:
tutti quei casi in cui la cassazione abbia deciso lei nel merito, ovvero nei casi dell’art 384, 2
comma (quando no ulteriori accertamenti di fatto) possono essere sottoposti a revocazione
straordinaria (391 ter). Se si tratta di revocazione ordinaria nei confronti del provvedimenti della
cassazione non preclude il termine per (391 bis) non condizione il passaggio in giudicato della
sentenza della cassazione.

397 prevede la revocazione straordinaria al PM a tutela della porpora posizione nei casi in cui si
aprevvisata la sua partecipazione obbligatoria all’interno delle cause previste (70 del codice). C e
in questi casi un vizio della sentenza che consente e legittima il PM a proporre la revocazione
della sentenza anche già passata in giudicato. ASnche qui révolta e poi succevismente una
sostitutiva nel merito.,

L’art 398, 4 comma: la proposizione della revocazione non sospende il termine per proporre il
ricorso per cassazione o il procedimento relativo, ma il giudice della revocazione, su istanza di
parte può sospendere l’uno o l altro no alla comunicazione della sentenza della revocazione,
qualora ritenga non manifestamente fondata la revocazione proposta. Vuole evitare che ci sia lo
svolgimento di entrambi i mezzi di impugnazione.

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All’esito del giudizio di revocazione che viene accolta, ovvero la sentenza viene eliminata, lo
svolgimento della cassazione non ha più senso

il rigetto della revocazione, allora potrà riprendere il giudizio difronte alla cassazione che è stato
sospeso.

In questa maniera il legislatore ottiene il possibile concorso dei mezzi di impugnazione

Ma cosa avviene se non viene disposta la sospensione ?

I due mezzi di impugnazione procederanno parallelamente,

a. se il giudizio di cassazione viene a termine e la decisione viene cassata, il giudizio di


revocazione avremo la cessazione della materia da contendere

b. se il giudizio di revocazione giunge prima a termine, qui avremo la cessazione della materia da
contendere in cassazione

c. se la cassazione respinge il ricorso, il giudizio di revocazione potrebbe continuar

d. se la revocazione respinta, allora giudizio cassazione potrebbe proseguire per la decisione

Quali sono i motivi per i quali si può richiedere la revocazione ?

Per la revocazione ordinaria

Quando no ancora passata in giudicato, ai sensi dell’art 325-326: 30 gg per il termine breve,
oppure 60 per le pronunce della cassazione, o di 6 mesi dalla pubblicazione.

I motivi sono quelli 4-5

nr. 4: errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa e consistente nella supposizione
di fatto la cui esistenza è incostrabilmete esclusa, oppure nella supposizione di inesistenza di un
fatto la cui esistenza è positivamente stabilita e sempre che il fatto non abbia costituito un punto
controverso sul quale la sentenza si è pronunciata. Si deve trattare di un errore talmente evidente
che basta la semplice lettura della sentenza per stabilire che ci sia un errore di questo tipo. Lo
stesso articolo prevede che il fatto e l’errore di percezione deve riguardare un fatto che non abbia
costituito un punto controverso su cui si è pronunciato. Deve essere un fatto che non è stato
valutato dal giudice. Questa puntualizzazione è utilizzata per frugare qualsiasi dubbio che non
rigitarda un errore di valutazione, ma è incorso in un errore di percezione. Se sono ricorsi in un
valore di valutazione, non si può ricorrere alla revocazione ordinari nr 4. Per errore valutazione del
fatto per vizio di valutazione (inesistente o inconciliabile impossibile) quindi nr 4 oppure generare il
motivo del nr 5 del 360.

nr 5: il vizio della sentenza nasce dal fatto che quella sentenza pronunciata è una sentenza che è
in contrasto con un precedetene sentenza che è già passata in giudicato. Quindi nuova sentenza
in contrasto con una precedete passata in giudicato, quindi qui non ha funzionato l’istituto della
litispendenza. L’ordinamento vuole che la prima sentenza sopravviva, la seconda ima contrasto
invece sarà revocata. Anche questo è un vizio che emerge dalla semplice lettura della sentenza.
Per questa ragione si è difronte un motivi di revocazione ordinario. Si puntualizza che si
applicherà la revocazione ordinaria, sempre che il giudice che abbia pronunciato la seconda
udienza non sia sia pronunciata sulla eccezione di giudicato. Se il giudice si sia già pronunciato
sull’eccezione di giudicato, perché non può essere proposta la revocazione ordinaria. VAbndo
accolto L’ECFEZIONE DI GIUDICATO, IL SENCODO GIUDICE non si sarebbe pronicnaito perché
già c e un giudicato. Nell’ipotezi in cui sia sollevata l eccezione di giudicato respongendola,
perché no revocazione e quale mezzo di impugnazione ? si è pronicniato se la materia non è
identica, perche l eccezione formulata non risultava fondata, c’e un errore di valutazione del
giudice nella fondatezza, la sentenza sarà sindacabile con ili ricorso in cassazione per il nr 4. Il
fatto giudicato l ha preso in giudicato che la parte l ha sollevato ma in maniera non corretta. Il nr 5
prevelde il contrasto tra le sentenze

se valutato no revocazione ma cassazione

se non valutato revocazione

LA revocazione straordinaria

art 395 nr 1,2,3,6. Si tratta di vizi che determinano i vizi della sentenza reale per cui il giudizio di
fatto per emettere la sentenza è un vizio che riguarda il giudizio di fatto e che per una qualche
circostanza emerge come non essere stato correttamente compiuto. Sono suscettibili di essere
legittimati anche dopo che la sentenza sia passata in giudicato, questo entro 30 gg dalla scopetta
o dell’accertamento del vizio che ha alterato il giudizio di fatto.

primo elemento: dolo di una delle parti a danno dell’altra, la sentenza e la decisione emessa dal
giudice p una decisione viziata, c’e stato nel corso del processo che una delle parti ha tenuto un
comportamento tale che ha occultato gli elementi fattuali che se fossero emersi nel processo, il
giudice si sarebbe espresso in modo diverso. La parte ha in tutti i modi cercato di nascondere tali
fatti. Cio per danneggiare la controparte e indurre il giudice a un giudicio di fatto diverso dia quello
che avrebbe assunto se avesse conosciuto questi ulteriori elementi. Una situazione cosi non è
detto che emerga dalla lettura della sentenza, può essere che la parte se ne accorga in un
moment successivo quando già la sentenza p passata in giudicato.

sendondo eleleti: decisione su prove che sono riconosciute o dichiarate false, es atto pubblico
falso su cui si è fondata la decisione, c’e un errore sul giudizio di fatto indotto dal fatto che sono
state utilizzate prove che sono false. L’enerzione della falsità dell’errore avvera dopo che la
sentenza si apassata in giudicato, per qwuetsa Aragone anche questa ipotesi viene presa in
considerazione come motivo straordinario.

terzo elemento; dopo la sessione sono stati trovati documenti decisici che la parte non ha
prodotto in giudizio per causa da lei non imputabile. Il giudice avrebbe deciso in maniera
completamente diversa se li avesse conosciuti.

quarto elemento: sentenza sia stata assunta nei termini ma in conseguenza del dolo del giudice,
il giudice dolosamente ha voluto favorire una delle parti, questo dolo del giudice coiste in un
composrttamto penalmente rilevante, questo vizio p straordinario nel momento che il dolo del
giudice sia stato accertato con sentenza penale passata in giudicato. Il ocmportamto dolose del
giudice fa si che il giudizio di foto sia alterato.

Revocazione straordinaria ad opera del PM (art 397), proponibile entro 30 gg dalla scopetta del
fatto revocatorio, cio nelle cause in cii l intervento del PM è obbligatorio (art 70)

a. se la setnenza pè stata pronunciata senza che egli sia stato sentito

b. se comunque la sentenza p e etto della collusione posta in sera dalle parti per frodare la
legge

Il procedimento della revocazione è lo stesso per straordinaria e ordinaria che riguarda i motivi

Le particolaraita rogaurfa la competenza del giudice, che è la stesso che ha pronunciato la


sentenza rpinicnaita (u cio giudiziario non persona), cio anche difornter alla stessa cassazione in
caso in cui la revocazione riguarda la cassazione

La revocazione è la citazione (tranne per vessazione che è sempre il ricorso) che deve indicare, a
pena di inammissibilita, deve indicare il motivo della revocazione, le prove relative ai fatti di noi ai
nr 1,2,3,6 dell’arte 395 e il giorno della scoperta o dell paccertamneto del fatto revocatorio. Se
proposta fuori dai termini, la revocazione è viziata e dichiarata inammissibile.

La citazione deve essere sottoscritta dal difensore munito di procura speciale

Per la costituzione delle parti, davanti aka tribunale e alla corta d’appello deve eaavvneire entro 20
gg dalla noti cazione della citazione (art 399) davanti al giudice di pace e alla cassazione nei modi
ordinari

davabti al giudice adito si osservano le norme stabilite per il procedimento davanti a lui, in quanto
non derogate espressamente (400)

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le deroghe sono negli articolo 401, possibilità di sospensione e inibitoria della provvisoria
esecutività della sentenza ai sensi dell’art 373, ovvero quando danno grave ed irreparabile.

art 402 decisione di accoglimento della revocazione e priniucnia nel merito della sentenza
sostitutiva (sempre ch enon siano necessari ulteriori avvertimenti). se accoglimento e etto e
ceduazione della sentenza, all e etto rescindente servirà la fase rescissoria perché ci dovrà
essere la sentenza che sostituisca la sentenza caducata. questa provincia avvera ad opera dello
stesso giudice, che conterrà sia l accoglimento che la produca del merito. cio in maniera
contestuale quando no uletuori accertamenti di fatto. se necessario interiore mezzi di prova
spostare udienza. Art 391-ter dove prevista la revocazione contro pronicnai cassazione se una
volta che la cassazionebabia ritenuto ammissibile questa revocazione, se no necessari altri
accertare ti di fatti sarà la cassazione che fa nuova sentenza, se altri accertamenti di fatto avviene
il rinvio e viene svolta da giudice del merito che aveva apronucnaito la decisione che è stata
cassata dalla sentenza e dalla prnicnai della cassazione.

art 403: impugnazione della sentenza sulla revocazione: esperibili stessi mezziimougnazione ad
esclusione della revocazione

L’opposizione di terzo

Il presupposto qui è che l’impugnate sia un terzo. La ratio traspare dai motivi per i quali
viene concessa tale impugnazione. Ha sempre natura straordinaria ed è esperibile anche
nei confronti delle pronunce del merito della cassazione per 331 ter.

L’art 404 disciplina questo mezzo di impugnazione e prevede due casi:

a. opposizione semplice: prevista dal primo comma, riguarda terzi che ritengano di essere
pregiudicati dalla sentenza che è stata pronunciata. Questa opposizione è proponibile senza
limiti temporali. Quando può veri carsi ? la sentenza norma non produce gli e etti nei
confronti dei terzi tranne nei casi dell’art 2909 (eredi - aventi causa, ovvero coloro che
acquistano diritto dopo sentenza e titolare di rapporti dipendenti per ragioni di diritto
sostanziale). il terzo non deve ovviamente aver esperito mezzi diversi come intervento del
terzo 105,2. Il terzo deve dimostrare di essere pregiudicato dalla sentenza, come lo fa,
soprattuto quando non rientra nell’art 2909. Questo quando c’e una sentenza esecutiva, il
terzo se dovesse subire un e etto della sentenza. Il soggetto per evitare che subisca gli e etti
negativi agisce in opposizione ovviamente viene accertato es il suo diritto di proprietà, il
pregiudizio deve essere di natura fattuale. Ottiene la sospensione, l accertamento e
eliminazione

b. opposizione revocatoria: parla di due categorie speci ci di terzi: gli aventi causa e i creditori
di una delle parti possono fare opposizione alla sentenza, quando l’e etto di dolo o collusione
a loro danno. Gli aventi causa sono quelli che avrebbero potuto proporre causa +, es
sublocatario. oppure quando colluso atto negoziale in danno al creditore

il procedimento art 405 e 406

L’u cio giudiziario stesso che ha pronunciato la sentenza impugnata: si propone con citazione
( con ricorso se si stratta di sentenza cassazione) avente il contenuto di cui alla rt 163. L
opposizione del terzo semplice, senxzal alcun termine entro 30 gg dalla coperta del vizio (art 326)

Si segue il procedimento prevista davanti al giudice adito, salve le deroghe espresse:

art 407 sospensione esecutorietà della sebrebaa imougnaa ai sensi dell art 373

art 408 se accolta, decisione nel merito sostitutiva della sentenza impugnata ( se non sono
necessari ulteriori accertamenti fattuali9

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